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Davide (POL)
13-07-03, 09:40
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I vantaggi economici e qualitativi non si sono visti. Non credo ai prodotti che resistono ai climi proibitivi

«Sono contrario agli Ogm da un punto di vista scientifico, non ideologico». Il professor Gianni Tamino parla alla luce dei dati ai quali ha accesso ogni giorno come biologo dell’Università di Padova e come membro del Gruppo di monitoraggio degli Ogm al ministero delle Politiche agricole. Non considera l’utilità di prodotti modificati in modo da resistere a qualsiasi condizione atmosferica, come la siccità?

«Gli organismi di cui lei parla non esistono, sono aria fritta. In passato, per esempio, si è tentato di rendere le fragole resistenti al gelo, attraverso un gene dei pesci artici, ma con risultati scadentissimi. Per ottenere piante così "forti" bisognerebbe manipolare il Dna con geni che interagiscano con l’ambiente a proprio vantaggio. E noi non siamo in grado di farlo».

Ma ammettiamo che quel giorno arrivi.

«Sarei contrario, senza riserve. Lo ha detto anche un grande sostenitore degli Ogm come il Nobel Renato Dulbecco: ogni volta che si inserisce un gene estraneo, questo altera il funzionamento di altri geni preesistenti. La pianta diventerebbe instabile geneticamente e alterata fisiologicamente. E non possiamo sapere con quali conseguenze. Anzi, alcune siamo in grado di prevederle».

Quali?

«Nel cotone geneticamente modificato è stata osservata una maggiore sensibilità ai virus. Questo perché con l’inserimento di geni estranei aumenta la cosiddetta ricombinazione, che è alla base dello sviluppo di nuove varietà di virus».

Lei, però, è perplesso anche rispetto ai due tipi di piante Gm coltivate oggi: quelle resistenti ai diserbanti (il 75% del totale, ndr ) e quelle resistenti agli insetti (il 25 per cento) .

«Sì, perché mancano prove a dimostrare che non siano dannose per l’uomo e per l’ambiente. E gli stessi vantaggi economici e qualitativi tanto declamati non ci sono stati. Sei-sette anni non sono sufficienti per farci escludere i rischi. Perché nessuna pubblicità fa leva sui benefici degli Ogm?».

Quali sono i problemi maggiori già accertati?

«Nel caso delle piante resistenti agli insetti, la controindicazione sta nella pesante selezione che comunque risparmia i più forti. E con il tempo anche questi insetti "sopravvissuti" richiederanno una nuova manipolazione genetica. Sui semi resistenti ai diserbanti, è quanto meno strano che siano brevettati dalle stesse aziende che li producono».
Allora bisogna eliminare la sperimentazione e chiudere del tutto il discorso?
«Non dico questo. Ma ci vogliono garanzie che adesso mancano».



Elvira Serra