Otto Rahn
31-08-03, 21:44
Dal terzo secolo a.C. al terzo secolo d.C., Alessandria d’Egitto fu il più grande centro culturale dell’impero romano. La città accolse e sintetizzò i contenuti dell’arte, della filosofia e della scienza provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo. Il museo di Alessandria, il suo osservatorio astronomico, il giardino botanico e, soprattutto, la sua enorme biblioteca (di recente nuovamente costruita), ne fecero il centro propulsore della ricerca scientifica, filosofica e culturale in genere. Ricordiamo che Aquileia, dalla spiccata caratteristica cosmopolita, vi era collegata regolarmente via mare.
Nel 1945 furono scoperti a Nag Hammadi in Egitto (regione di Tebe-Luxor) 53 scritti gnostici in copto (ultimo stadio della lingua egiziana, arricchita di elementi greci), risalenti al II secolo d.C.. La stessa origine ha il testo "Pistis Sophia", così chiamato dal primo traduttore inglese dopo che fu portato a Londra alla fine del 1700. Il manoscritto si trova ora al British Museum (trad. it. L. Moraldi, Adelphi, 1999).
Pistis Sophia (Fede Sapienza) rappresenta il percorso dell’anima, emanazione del Padre, smarrita nell’imperfezione della materia, che cerca disperatamente la via del ritorno all’Origine. Lo compie per mezzo della “via gnostica”, cammino della conoscenza dei Misteri e delle Verità supreme, che redime e salva. E’ il classico tema gnostico: chi sei, da dove vieni, perché sei venuto, dove vai… ?
All’apice dell’universo vi è un Dio ineffabile, infinito, inaccessibile, dal quale emana ogni cosa.
Sotto si trova il mondo della Luce Pura con tre immense regioni. La prima è la regione del Tesoro della Luce, ove sono raccolte le anime che ricevettero i misteri. La seconda è la regione di destra, con sei grandi Prìncipi aventi il compito di estrarre dal Cosmo inferiore le particelle di luce e ricondurle nel Tesoro. La terza è la regione di mezzo (regione delle stelle fisse), nella quale troviamo alcune grandi personalità, tra cui Melchisedech e la Vergine Luce, che giudica le anime degne di risalita e quelle condannate all’eterno tormento.
Al di sotto del mondo della Luce Pura abbiamo il mondo degli Eoni, caratterizzato dalla commistione tra materia e luce, effetto della rottura dell’originaria integrità (presenza dell’Ego, cioè del male, dell’errore, dei difetti). Qui è necessaria l’operazione purificatrice affinché la luce ritorni all’origine, è il mondo del drammatico scontro tra bene e male.
Anche il mondo degli Eoni (o dei cieli planetari) consta di tre regioni: la prima è la regione di sinistra dei dodici Eoni, più il tredicesimo, con gli Arconti; la seconda è quella degli uomini; la terza è quella degli Inferi.
L’autore di P.S. dice che, dopo che Gesù fu risorto, trascorse undici anni con i suoi discepoli, durante i quali li istruì fino alla soglia dei massimi misteri; dimostra inoltre un particolare interesse per i Profeti e i Giusti dell’Antico Testamento, ritenendo che gli Arconti degli Eoni parlarono con loro dandogli una conoscenza non comune dei misteri. Tale conoscenza (come quella rivelata nei Vangeli) era tuttavia fatta di parabole e di messaggi nascosti, di cui Gesù solo dopo la Resurrezione comunicò il senso: “Da oggi in avanti parlerò con voi apertamente dall’inizio della verità fino alla sua perfezione, parlerò con voi faccia a faccia senza parabole”. Ancora: “Prima che io venissi nel mondo nessuna anima è entrata nella Luce! Ma ora… ho aperto le porte della Luce…”. Gesù è stato mandato del Padre per la salvezza degli uomini, per la loro illuminazione, per amore loro.
Gli interlocutori di Gesù, in Pistis Sophia, sono i discepoli (i dodici) e quattro discepole: Maria madre di Gesù, Salomè, Marta e Maria Maddalena. La parte di gran lunga preponderante, tra tutti, è assegnata a Maria Maddalena. Di lei sono fatte da Gesù le più ampie lodi e lei intercede per i discepoli. Riguardo a questo, si può già pensare ad una contrapposizione della comunità gnostica alla Chiesa ufficiale circa la posizione della donna nell’ambito della comunità e del culto cristiano. In P.S. agli Apostoli e alle donne sono riconosciute un’autorità e una dignità che non troviamo altrove. Essi soltanto sono i detentori dell’insegnamento di Gesù, soprattutto di quelle rivelazioni impartite dopo la Resurrezione, riservate a loro e ai loro discepoli, cioè agli Gnostici.
La ricerca sui mosaici dell’aula nord si indirizza ad una concezione cosmologico-religiosa; la serie planetaria rappresentata nei mosaici riporta proprio a quella di P.S. ed è diversa da tutte le altre sequenze conosciute: Cronos (Saturno), Ares (Marte), Hermes (Mercurio), Afrodite (Venere), Zeus (Giove). Tale serie non è quella mitraica, non è quella caldea, non è quella della tradizione ermetica (dell’astrologia tradizionale: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno), non è quella ebraica, e neppure quella dell’apocalittica cristiana. La sequenza dei soli cinque pianeti così disposti, senza Sole e Luna, si trova solo in P.S. e nel mosaico aquileiese.
La sequenza riporta ad una visione escatologica o di ascesa dell’anima attraverso i cieli. Con la nascita, man mano che l’anima discende attraverso i Cieli e si avvicina alla Terra, aumenta l’imperfezione morale; con la morte, inizia la risalita verso la perfezione dell’Essere. Dalla casa di Dio ogni uomo è derivato, scendendo attraverso i Cieli, dai quali riceve i condizionamenti e la tendenza al male che lo caratterizzano. La vita (lavoro interno attraverso la conoscenza) e il percorso in senso inverso dopo la morte costituiscono le tappe per risalire al Padre. Lo Gnosticismo è una dottrina sostanzialmente ascetica, che si preoccupa soprattutto della strada del ritorno, in quanto esprime la nostalgia del Padre e della perfezione. Questo mondo è pieno di ingiustizia e di male, ma anche qui si può avvertire qualche raro residuo dello Spirito, come tracce di profumo che si espande nell’universo. Lo Gnostico comprende come una scintilla delle Realtà superiori ci sia anche in lui, bisognevole di progressione: è il processo della Conoscenza, che è processo dell’Essere attraverso cui le scintille ritornano alla pienezza della Luce.
La Gnosis (Conoscenza) è lo strumento attraverso cui l’anima si libera. In essa c’è una fusione di dualismo persiano, culti misterici, giudaismo e cristianesimo.
Pistis Sophia (Fede Sapienza) rappresenta il dramma dell’anima umana ed il percorso conoscitivo da compiere: l’uscita dal Padre, l’abbandono, l’errore, la disperazione, l’ansia del ritorno, la speranza del riscatto finale per mezzo di Cristo e della conoscenza dei suoi Misteri (vedi e confronta il mito della "Perla" di Valentino e la parabola evangelica del Figliol prodigo).
Nel 1945 furono scoperti a Nag Hammadi in Egitto (regione di Tebe-Luxor) 53 scritti gnostici in copto (ultimo stadio della lingua egiziana, arricchita di elementi greci), risalenti al II secolo d.C.. La stessa origine ha il testo "Pistis Sophia", così chiamato dal primo traduttore inglese dopo che fu portato a Londra alla fine del 1700. Il manoscritto si trova ora al British Museum (trad. it. L. Moraldi, Adelphi, 1999).
Pistis Sophia (Fede Sapienza) rappresenta il percorso dell’anima, emanazione del Padre, smarrita nell’imperfezione della materia, che cerca disperatamente la via del ritorno all’Origine. Lo compie per mezzo della “via gnostica”, cammino della conoscenza dei Misteri e delle Verità supreme, che redime e salva. E’ il classico tema gnostico: chi sei, da dove vieni, perché sei venuto, dove vai… ?
All’apice dell’universo vi è un Dio ineffabile, infinito, inaccessibile, dal quale emana ogni cosa.
Sotto si trova il mondo della Luce Pura con tre immense regioni. La prima è la regione del Tesoro della Luce, ove sono raccolte le anime che ricevettero i misteri. La seconda è la regione di destra, con sei grandi Prìncipi aventi il compito di estrarre dal Cosmo inferiore le particelle di luce e ricondurle nel Tesoro. La terza è la regione di mezzo (regione delle stelle fisse), nella quale troviamo alcune grandi personalità, tra cui Melchisedech e la Vergine Luce, che giudica le anime degne di risalita e quelle condannate all’eterno tormento.
Al di sotto del mondo della Luce Pura abbiamo il mondo degli Eoni, caratterizzato dalla commistione tra materia e luce, effetto della rottura dell’originaria integrità (presenza dell’Ego, cioè del male, dell’errore, dei difetti). Qui è necessaria l’operazione purificatrice affinché la luce ritorni all’origine, è il mondo del drammatico scontro tra bene e male.
Anche il mondo degli Eoni (o dei cieli planetari) consta di tre regioni: la prima è la regione di sinistra dei dodici Eoni, più il tredicesimo, con gli Arconti; la seconda è quella degli uomini; la terza è quella degli Inferi.
L’autore di P.S. dice che, dopo che Gesù fu risorto, trascorse undici anni con i suoi discepoli, durante i quali li istruì fino alla soglia dei massimi misteri; dimostra inoltre un particolare interesse per i Profeti e i Giusti dell’Antico Testamento, ritenendo che gli Arconti degli Eoni parlarono con loro dandogli una conoscenza non comune dei misteri. Tale conoscenza (come quella rivelata nei Vangeli) era tuttavia fatta di parabole e di messaggi nascosti, di cui Gesù solo dopo la Resurrezione comunicò il senso: “Da oggi in avanti parlerò con voi apertamente dall’inizio della verità fino alla sua perfezione, parlerò con voi faccia a faccia senza parabole”. Ancora: “Prima che io venissi nel mondo nessuna anima è entrata nella Luce! Ma ora… ho aperto le porte della Luce…”. Gesù è stato mandato del Padre per la salvezza degli uomini, per la loro illuminazione, per amore loro.
Gli interlocutori di Gesù, in Pistis Sophia, sono i discepoli (i dodici) e quattro discepole: Maria madre di Gesù, Salomè, Marta e Maria Maddalena. La parte di gran lunga preponderante, tra tutti, è assegnata a Maria Maddalena. Di lei sono fatte da Gesù le più ampie lodi e lei intercede per i discepoli. Riguardo a questo, si può già pensare ad una contrapposizione della comunità gnostica alla Chiesa ufficiale circa la posizione della donna nell’ambito della comunità e del culto cristiano. In P.S. agli Apostoli e alle donne sono riconosciute un’autorità e una dignità che non troviamo altrove. Essi soltanto sono i detentori dell’insegnamento di Gesù, soprattutto di quelle rivelazioni impartite dopo la Resurrezione, riservate a loro e ai loro discepoli, cioè agli Gnostici.
La ricerca sui mosaici dell’aula nord si indirizza ad una concezione cosmologico-religiosa; la serie planetaria rappresentata nei mosaici riporta proprio a quella di P.S. ed è diversa da tutte le altre sequenze conosciute: Cronos (Saturno), Ares (Marte), Hermes (Mercurio), Afrodite (Venere), Zeus (Giove). Tale serie non è quella mitraica, non è quella caldea, non è quella della tradizione ermetica (dell’astrologia tradizionale: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno), non è quella ebraica, e neppure quella dell’apocalittica cristiana. La sequenza dei soli cinque pianeti così disposti, senza Sole e Luna, si trova solo in P.S. e nel mosaico aquileiese.
La sequenza riporta ad una visione escatologica o di ascesa dell’anima attraverso i cieli. Con la nascita, man mano che l’anima discende attraverso i Cieli e si avvicina alla Terra, aumenta l’imperfezione morale; con la morte, inizia la risalita verso la perfezione dell’Essere. Dalla casa di Dio ogni uomo è derivato, scendendo attraverso i Cieli, dai quali riceve i condizionamenti e la tendenza al male che lo caratterizzano. La vita (lavoro interno attraverso la conoscenza) e il percorso in senso inverso dopo la morte costituiscono le tappe per risalire al Padre. Lo Gnosticismo è una dottrina sostanzialmente ascetica, che si preoccupa soprattutto della strada del ritorno, in quanto esprime la nostalgia del Padre e della perfezione. Questo mondo è pieno di ingiustizia e di male, ma anche qui si può avvertire qualche raro residuo dello Spirito, come tracce di profumo che si espande nell’universo. Lo Gnostico comprende come una scintilla delle Realtà superiori ci sia anche in lui, bisognevole di progressione: è il processo della Conoscenza, che è processo dell’Essere attraverso cui le scintille ritornano alla pienezza della Luce.
La Gnosis (Conoscenza) è lo strumento attraverso cui l’anima si libera. In essa c’è una fusione di dualismo persiano, culti misterici, giudaismo e cristianesimo.
Pistis Sophia (Fede Sapienza) rappresenta il dramma dell’anima umana ed il percorso conoscitivo da compiere: l’uscita dal Padre, l’abbandono, l’errore, la disperazione, l’ansia del ritorno, la speranza del riscatto finale per mezzo di Cristo e della conoscenza dei suoi Misteri (vedi e confronta il mito della "Perla" di Valentino e la parabola evangelica del Figliol prodigo).