marcejap
01-09-03, 06:50
Un parco archeologico sui resti del castello di Rocca Ricciarda
LORO CIUFFENNA — Cento gradini per immergersi nel Medio Evo e scoprire una minuscola Pompei feudale fra il verde dell'altipiano. La cordonata è ripida, come la strada che da Loro Ciuffenna porta a Rocca Ricciarda e sale fino alla «terrazza dell'antichità». Una scalata che ha la sua mèta nel castello di cui si parla fin dall'epoca di Enrico VI (1191). Una fortificazione di cui oggi rimangono tracce nitide sulla cresta di una vetta da cui si guarda in faccia il Pratomagno. Tracce riportate alla luce da un'équipe dell'università di Firenze guidata da Franek Sznura e che formano oggi il parco archeologico della Rocca inaugurato dal presidente della Provincia Ceccarelli e dal sindaco di Loro, Bagnolesi. Un progetto su cui ha investito la giunta Bagnolesi che ha scelto di far conoscere le radici di una terra recuperando gli insediamenti sparsi per il Pratomagno. La Rocca è il primo dei «castelli della montagna» che torna ad essere visibile grazie ad un'operazione finanziata dalla Comunità montana. La piazzaforte che fu dei Conti Guidi e poi della famiglia Ricasoli che la abbandonò a fine '400 quando il complesso dava «più spesa che ricavi» è un sito modello: «Uno dei pochi — spiega Guido Vannini, docente di archeologia medievale — indagato in ogni sua parte e interamente computerizzato tanto da diventare una palestra per giovani ricercatori specializzati in archeo-informatica». Ma soprattutto è l'effige di un borgo di solo tre abitanti che non ha voluto dimenticare il suo passato.
LORO CIUFFENNA — Cento gradini per immergersi nel Medio Evo e scoprire una minuscola Pompei feudale fra il verde dell'altipiano. La cordonata è ripida, come la strada che da Loro Ciuffenna porta a Rocca Ricciarda e sale fino alla «terrazza dell'antichità». Una scalata che ha la sua mèta nel castello di cui si parla fin dall'epoca di Enrico VI (1191). Una fortificazione di cui oggi rimangono tracce nitide sulla cresta di una vetta da cui si guarda in faccia il Pratomagno. Tracce riportate alla luce da un'équipe dell'università di Firenze guidata da Franek Sznura e che formano oggi il parco archeologico della Rocca inaugurato dal presidente della Provincia Ceccarelli e dal sindaco di Loro, Bagnolesi. Un progetto su cui ha investito la giunta Bagnolesi che ha scelto di far conoscere le radici di una terra recuperando gli insediamenti sparsi per il Pratomagno. La Rocca è il primo dei «castelli della montagna» che torna ad essere visibile grazie ad un'operazione finanziata dalla Comunità montana. La piazzaforte che fu dei Conti Guidi e poi della famiglia Ricasoli che la abbandonò a fine '400 quando il complesso dava «più spesa che ricavi» è un sito modello: «Uno dei pochi — spiega Guido Vannini, docente di archeologia medievale — indagato in ogni sua parte e interamente computerizzato tanto da diventare una palestra per giovani ricercatori specializzati in archeo-informatica». Ma soprattutto è l'effige di un borgo di solo tre abitanti che non ha voluto dimenticare il suo passato.