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Visualizza Versione Completa : La costituzione Europea



Oli
06-09-03, 14:33
Secondo me ha ragione Prodi, bisogna osare di +!!!

Se il progetto può andare bene ad AN, nazionalista x definizione, allora logicamente non può andare bene a me.

Si tratta di un lavoretto privo di seri impegno nella direzione dell'integrazione totale.

locke (POL)
23-09-03, 15:13
E' la prima volta che vengo qua anche solo per leggere, avendo trovato un interessante articolo sul Foglio di oggi sulla comparazione tra le costituzioni UE e USA e non trovando postata in rilievo la bozza della costituzione UE ritengo che questo sia il posto migliore dove postare l'articolo

Il 4 ottobre si apre a Roma la conferenza intergovernativa che varerà la Costituzione europea, sulle sorti della quale continua da mesi il dibattito. Pubblichiamo un confronto tra la Costituzione degli Stati Uniti e quella dell’Ue scritto da William Niskanen, presidente del Cato Institute, esperto di difesa, direttore esecutivo del Council of Economic Advisers del presidente Reagan, e direttore economico della Ford Motor Co.

Gli europei dovranno esprimere un giudizio sulla proposta di una Costituzione per l’Ue che appare molto diversa da quella degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono la più antica e la più grande Repubblica costituzionale oggi esistente: una nazione che stata caratterizzata da un eccezionale aumento del proprio territorio, della popolazione e della ricchezza, assorbendo popoli dai più diversi retroterra razziali, etnici e linguistici, in modo ben maggiore di qualsiasi altra nazione attuale. Perciò gli europei dovrebbero cercare di comprendere e considerare con attenzione quelle caratteristiche della Costituzione americana che ne hanno costituito l’intelaiatura politica e legale e le hanno garantito il successo nella storia. Parecchie caratteristiche della Costituzione americana hanno contribuito al suo successo e alla sua conservazione come corpo di leggi fondamentali. Il preambolo, per esempio, descrive gli obiettivi della Costituzione in soltanto 32 parole, con una prosa incisiva ed essenziale, e formulazioni piuttosto generiche, che, in se stesse, non danno alcuna autorità per qualsiasi specifica decisione politica. Il testo, in soli sette articoli, descrive in modo conciso e ben preciso i poteri concessi a vari rami del governo e i poteri negati al governo federale o agli Stati. Tutti gli altri poteri sono riservati agli Stati. E la Dichiarazione dei Diritti, con una sola eccezione, è una lista dei diritti dell’individuo davanti allo Stato, e non fonda una serie di pretese individuali per servizi che devono essere resi dallo Stato. L’unica eccezione è il diritto a un processo di fronte a una giuria. Tutti gli altri diritti sono riservati al popolo. La nuova proposta di Costituzione europea si differenzia da quella americana per molti aspetti. Il preambolo impiega, in modo alquanto prolisso, 239 parole per descrivere i valori e gli obiettivi comuni dell’Unione; cosa del tutto non necessaria e destinata a suscitare continue polemiche. Una sola frase, ad esempio, impegna l’Unione a “lavorare per un’Europa che promuova uno sviluppo sostenibile basato su una crescita economica equilibrata, con un’economia di mercato mirante alla piena occupazione e al progresso sociale”: una frase che contiene almeno cinque termini dal significato ambiguo. La nuova Costituzione ha più di 400 articoli, ma ciononostante lascia irrisolte molte questioni importanti. I rapporti tra l’Unione e gli Stati membri, ad esempio, non sono definiti in modo chiaro: un articolo fa supporre che l’Unione potrebbe usare il proprio potere al di là della autorità normalmente concessale nel caso che qualche organismo non specificato decida che l’Unione sia in grado di ottenere risultati migliori di quelli raggiungibili da un determinato Stato membro. Un altro articolo autorizza la Corte di Giustizia a esprimere sentenze preliminari sull’interpretazione della legge unitaria ma senza definire quale organismo abbia l’autorità per prendere una decisione finale. La differenza più importante tra la Costituzione americana e quella proposta per l’Unione europea, tuttavia, sta nel concetto dei diritti. La Dichiarazione dei Diritti americana è una lista di diritti dell’individuo nei confronti dello Stato. Al contrario, la Carta dei Diritti fondamentali, che costituisce la seconda parte della nuova Costituzione europea, include una lunga lista di diritti a servizi forniti dallo Stato. Tra questi diritti ci sono, per esempio, quelli all’istruzione, all’assenza retribuita per maternità, agli aiuti del sistema di previdenza sociale, all’assistenza per la casa, ai servizi di sanità, a sostegni di interesse economico generale (…). Queste pretese verso lo Stato rappresentano certamente la più grave fonte di possibili tensioni all’interno dell’Unione. Da una parte, la nuova Costituzione europea afferma che “il libero movimento di persone, beni, servizi e capitali, e la libertà di vivere dove si vuole saranno garantiti all’interno dell’Unione… e qualsiasi discriminazione sulla base della nazionalità sarà proibita”. Molto bene. Dall’altra parte, ogni cittadino dell’Unione sembra avere diritto a un’ampia serie di servizi sociali in qualunque luogo abbia scelto di risiedere. Ciò avrà come risultato o un massiccio trasferimento di persone in Stati con servizi sociali di qualità migliore oppure un’armonizzazione di questi servizi tra gli Stati membri. Il solo modo di risolvere questa potenziale tensione è di permettere a ogni Stato membro di limitare l’accesso ai servizi sociali sulla base di fattori strettamente personali come il numero degli anni di lavoro o l’aver subito una condanna penale. Se ciò non accade, l’Unione europea diventerà un enorme ed equilibrato Welfare State. Esattamente come negli Stati Uniti, la nuova Costituzione europea non affronta in modo adeguato l’implicito conflitto tra rifiuto delle discriminazioni e attivismo in difesa delle minoranze e dei ceti più emarginati. Afferma che “bisogna garantire l’uguaglianza tra le donne e gli uomini in tutti i campi, compresi l’occupazione, il lavoro e gli stipendi”; ma questo “non deve impedire il mantenimento o l’adozione di misure che forniscano specifici vantaggi per il sesso sottorappresentato”. Per il momento, sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea, la discriminazione a danno degli individui è illegale ma la discriminazione in favore di determinati individui è in certi casi richiesta. Questa sorta di piccola follia, c’è da sperare, non durerà a lungo. Non è necessario un accordo sui principi Un ultimo punto: il testo della nuova Costituzione europea è arrogante. Una buona parte dei suoi articoli più sostanziali sono presentati come se fossero derivati da un qualche principio supremo (…). Perché una Costituzione sia efficace, è necessario un ampio accordo sugli articoli fondamentali che ne stanno alla base. Un altrettanto ampio accordo sui principi non lo è, perché molte persone possono concordare su questi articoli per ragioni del tutto diverse.(…) Gli europei dovrebbero stare molto attenti di fronte a qualsiasi testo politico di grande portata che viene sottoposto alla loro approvazione, soprattutto nel caso di una Costituzione che in origine era stata presentata come un trattato stipulato tra gli Stati membri ma che ora appare sempre più come la Costituzione di una nazione europea.
Copyright Washington Times – Il Foglio
Traduzione di Aldo Piccato

Cordiali Saluti