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Visualizza Versione Completa : 19 settembre - S. Gennaro, vescovo e martire, e compagni martiri



Colombo da Priverno
18-09-03, 22:26
Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=29200)

San Gennaro, Vescovo e martire

19 settembre - Memoria Facoltativa

Napoli? III sec. – Pozzuoli, 19 settembre 305

Gennaro, vescovo di Benevento, subì il martirio a Pozzuoli (Napoli). E' particolarmente venerato nella diocesi di Napoli, dove sono custodite le sue reliquie conosciute specialmente per la liquefazione del sangue. La sua 'deposizione' il 19 settembre è ricordata dal martirologio geronimiano (sec. VI). (Mess. Rom.)

Gennaro era nato a Napoli, nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani. Nel contesto delle persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del suo martirio. Egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania. Gennaro saputo dell'arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni, Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Dragonio informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche ed Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell'anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi. Ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 fece decapitare i prigionieri. (Avvenire)

Patronato: Napoli

Etimologia: Gennaro = nato nel mese di gennaio, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Palma, ampolle

Martirologio Romano: San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede, a Pozzuoli vicino a Napoli subì il martirio per Cristo.

Martirologio tradizionale (19 settembre): A Pozzuoli, in Campania, i santi Martiri Gennaro, Vescovo della città di Benevento, Festo suo Diacono, e Desiderio Lettore; Sosio, Diacono della Chiesa di Miseno; Procolo, Diacono di Pozzuoli; Eutichio ed Acuzio. Tutti questi, dopo le catene ed il carcere, furono decapitati sotto il Principe Diocleziano. Il corpo di san Gennaro fu portato a Napoli ed onorevolmente sepolto nella chiesa, dove pure si conserva ancora in una ampolla di vetro il sangue del beatissimo Martire, che, posto in presenza della sua testa, si vede liquefarsi e bollire, come se fosse sparso di fresco.

Fra i santi dell’antichità è certamente uno dei più venerati dai fedeli e se poi consideriamo che questi fedeli, sono primariamente napoletani, si può comprendere per la nota estemporaneità e focosa fede che li distingue, perché il suo culto, travalicando i secoli, sia giunto intatto fino a noi, accompagnato periodicamente dal misterioso prodigio della liquefazione del suo sangue, che tanto attira i napoletani.
Prima di tutto il suo nome diffuso in Campania e anche nel Sud Italia, risale al latino ‘Ianuarius’ derivato da ‘Ianus’ (Giano) il dio bifronte delle chiavi del cielo, dell’inizio dell’anno e del passaggio delle porte e delle case.
Il nome era in genere attribuito ai bambini nati nel mese di gennaio “Ianuarius”, undicesimo mese dell’anno secondo il calendario romano, ma il primo dopo la riforma del II secolo d.C.
Gennaro appartenne alla gens Ianuaria, perché Ianuarius che significa “consacrato al dio Ianus” non era il suo nome, che non ci è pervenuto, ma il gentilizio corrispondente al nostro cognome.
Vi sono ben sette antichi ‘Atti’, ‘Passio’, ‘Vitae’, che parlano di Gennaro, fra i più celebri gli “Atti Bolognesi” e gli “Atti Vaticani”. Da questi documenti si apprende che Gennaro nato a Napoli? nella seconda metà del III secolo, fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani per la cura, che impiegava nelle opere di carità a tutti indistintamente; si era nel primo periodo dell’impero di Diocleziano (243-313), il quale permise ai cristiani di occupare anche posti di prestigio e una certa libertà di culto.
Nella sua vecchiaia però, sotto la pressione del suo cesare Galerio (293), firmò ben tre editti contro i cristiani, provocando una delle più feroci persecuzioni, colpendo la Chiesa nei suoi membri e nei suoi averi per impedirle di soccorrere i poveri e spezzare così il favore popolare.
E in questo contesto s’inserisce la storia del martirio di Gennaro; egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno, importante porto romano sulla costa occidentale del litorale flegreo; Sosso fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania, per le funzioni religiose che quotidianamente venivano celebrate nonostante i divieti.
In quel periodo il vescovo di Benevento Gennaro, accompagnato dal diacono Festo e dal lettore Desiderio, si trovavano a Pozzuoli in incognito, visto il gran numero di pagani che si recavano nella vicinissima Cuma ad ascoltare gli oracoli della Sibilla Cumana e aveva ricevuto di nascosto anche qualche visita del diacono di Miseno (località tutte vicinissime tra loro).
Gennaro saputo dell’arresto di Sosso, volle recarsi insieme ai suoi due compagni Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere e anche con alcuni scritti, per esortarlo insieme agli altri cristiani prigionieri a resistere nella fede.
Il giudice Dragonio informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche ed Acuzio.
Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell’anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi, in un pubblico spettacolo. Ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 fece decapitare i prigionieri cristiani nel Foro di Vulcano, presso la celebre Solfatara di Pozzuoli.
Si racconta che una donna di nome Eusebia riuscì a raccogliere in due ampolle (i cosiddetti lacrimatoi) parte del sangue del vescovo e conservarlo con molta venerazione; era usanza dei cristiani dell’epoca di cercare di raccogliere corpi o parte di corpi, abiti, ecc. per poter poi venerarli come reliquie dei loro martiri.
I cristiani di Pozzuoli, nottetempo seppellirono i corpi dei martiri nell’agro Marciano presso la Solfatara; si presume che s. Gennaro avesse sui 35 anni, come pure giovani, erano i suoi compagni di martirio. Oltre un secolo dopo, nel 431 (13 aprile) si trasportarono le reliquie del solo s. Gennaro da Pozzuoli nelle catacombe di Capodimonte a Napoli, dette poi “Catacombe di S. Gennaro”, per volontà dal vescovo di Napoli, s. Giovanni I e sistemate vicino a quelle di s. Agrippino vescovo.
Le reliquie degli altri sei martiri, hanno una storia a parte per le loro traslazioni, ma in maggioranza ebbero culto e spostamento nelle loro zone di origine.
Durante il trasporto delle reliquie di s. Gennaro a Napoli, la suddetta Eusebia o altra donna, alla quale le aveva affidate prima di morire, consegnò al vescovo le due ampolline contenenti il sangue del martire; a ricordo delle tappe della solenne traslazione vennero erette due cappelle: S. Gennariello al Vomero e San Gennaro ad Antignano.
Il culto per il santo vescovo si diffuse fortemente con il trascorrere del tempo, per cui fu necessario l’ampliamento della catacomba. Affreschi, iscrizioni, mosaici e dipinti, rinvenuti nel cimitero sotterraneo, dimostrano che il culto del martire era vivo sin dal V secolo, tanto è vero che molti cristiani volevano essere seppelliti accanto a lui e le loro tombe erano ornate di sue immagini.
Va notato che già nel V secolo il martire Gennaro era considerato ‘santo’ secondo l’antica usanza ecclesiastica, canonizzazione poi confermata da papa Sisto V nel 1586. La tomba divenne come già detto, meta di continui pellegrinaggi per i grandi prodigi che gli venivano attribuiti; nel 472 ad esempio, in occasione di una violenta eruzione del Vesuvio, i napoletani accorsero in massa nella catacomba per chiedere la sua intercessione, iniziando così l’abitudine ad invocarlo nei terremoti e nelle eruzioni, e mentre aumentava il culto per s. Gennaro, diminuiva man mano quello per s. Agrippino vescovo, fino allora patrono della città di Napoli; dal 472 s. Gennaro cominciò ad assumere il rango di patrono principale della città.
Durante un’altra eruzione nel 512, fu lo stesso vescovo di Napoli, s. Stefano I, ad iniziare le preghiere propiziatorie; dopo fece costruire in suo onore, accanto alla basilica costantiniana di S. Restituta (prima cattedrale di Napoli), una chiesa detta Stefania, sulla quale verso la fine del secolo XIII, venne eretto il Duomo; riponendo nella cripta il cranio e la teca con le ampolle del sangue.
Questa provvidenziale decisione, preservò le suddette reliquie, dal furto operato dal longobardo Sicone, che durante l’assedio di Napoli dell’831, penetrò nelle catacombe, allora fuori della cinta muraria della città, asportando le altre ossa del santo che furono portate a Benevento, sede del ducato longobardo.
Le ossa restarono in questa città fino al 1156, quando vennero traslate nel santuario di Montevergine (AV), dove rimasero per tre secoli, addirittura se ne perdettero le tracce, finché durante alcuni scavi effettuati nel 1480, casualmente furono ritrovate sotto l’altare maggiore, insieme a quelle di altri santi, ma ben individuate da una lamina di piombo con il nome.
Il 13 gennaio 1492, dopo interminabili discussioni e trattative con i monaci dell’abbazia verginiana, le ossa furono riportate a Napoli nel succorpo del Duomo ed unite al capo ed alle ampolle. Intanto le ossa del cranio erano state sistemate in un preziosissimo busto d’argento, opera di tre orafi provenzali, dono di Carlo II d’Angiò nel 1305, al Duomo di Napoli.
Successivamente nel 1646 il busto d’argento con il cranio e le ormai famose ampolline col sangue, furono poste nella nuova artistica Cappella del Tesoro, ricca di capolavori d’arte d’ogni genere. Le ampolle erano state incastonate in una teca preziosa fatta realizzare da Roberto d’Angiò, in un periodo imprecisato del suo lungo regno (1309-1343).
La teca assunse l’aspetto attuale nel XVII secolo, racchiuse fra due vetri circolari di circa dodici centimetri di diametro, vi sono le due ampolline, una più grande di forma ellittica schiacciata, ripiena per circa il 60% di sangue e quella più piccola cilindrica con solo alcune macchie rosso-brunastre sulle pareti; la liquefazione del sangue avviene solo in quella più grande.
Le altre reliquie poste in un’antica anfora, sono rimaste nella cripta del Duomo, su cui s’innalza l’abside e l’altare maggiore della grande Cattedrale. San Gennaro è conosciuto in tutto il mondo, grazie anche al culto esportato insieme ai tantissimi emigranti napoletani, suoi fedeli, non solo per i suoi prodigiosi interventi nel bloccare le calamità naturali, purtroppo ricorrenti che colpivano Napoli, come pestilenze, terremoti e le numerose eruzioni del vulcano Vesuvio, croce e vanto di tutto il Golfo di Napoli; ma anche per il famoso prodigio della liquefazione del sangue contenuto nelle antiche ampolle, completamente sigillate e custodite in una nicchia chiusa con porte d’argento, situata dietro l’altare principale, della già menzionata Cappella del Tesoro.
Il Tesoro è oggi custodito in un caveau di una banca, essendo ingente e preziosissimo, quale testimonianza dei doni fatti al santo patrono da sovrani, nobili e quanti altri abbiano ricevuto grazie per sua intercessione, o alla loro persona e famiglia o alla città stessa.
Le chiavi della nicchia, sono conservate dalla Deputazione del Tesoro di S. Gennaro, da secoli composta da nobili e illustri personaggi napoletani con a capo il sindaco della città. Il miracolo della liquefazione del sangue, che è opportuno dire non è un’esclusiva del santo vescovo, ma anche di altri santi e in altre città, ma che a Napoli ha assunto una valenza incredibile, secondo un antico documento, è avvenuto per la prima volta nel lontano 17 agosto 1389; non è escluso, perché non documentato, che sia avvenuto anche in precedenza.
Detto prodigio avviene da allora tre volte l’anno; nel primo sabato di maggio, in cui il busto ornato di preziosissimi paramenti vescovili e il reliquiario con la teca e le ampolle, vengono portati in processione, insieme ai busti d’argento dei numerosi santi compatroni di Napoli, anch’essi esposti nella suddetta Cappella del Tesoro, dal Duomo alla Basilica di S. Chiara, in ricordo della prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e qui dopo le rituali preghiere, avviene la liquefazione del sangue raggrumito; la seconda avviene il 19 settembre, ricorrenza della decapitazione, una volta avveniva nella Cappella del Tesoro, ma per il gran numero di fedeli, il busto e le reliquie sono oggi esposte sull’altare maggiore del Duomo, dove anche qui dopo ripetute preghiere, con la presenza del cardinale arcivescovo, autorità civili e fedeli, avviene il prodigio tra il tripudio generale.
Avvenuta la liquefazione la teca sorretta dall’arcivescovo, viene mostrata quasi capovolgendola ai fedeli e al bacio dei più vicini; il sangue rimane sciolto per tutta l’ottava successiva e i fedeli sono ammessi a vedere da vicini la teca e baciarla con un prelato che la muove per far constatare la liquidità, dopo gli otto giorni viene di nuovo riposta nella nicchia e chiusa a chiave.
Una terza liquefazione avviene il 16 dicembre “festa del patrocinio di s. Gennaro”, in memoria della disastrosa eruzione del Vesuvio nel 1631, bloccata dopo le invocazioni al santo. Il prodigio così puntuale, non è sempre avvenuto, esiste un diario dei Canonici del Duomo che riporta nei secoli, anche le volte che il sangue non si è sciolto, oppure con ore e giorni di ritardo, oppure a volte è stato trovato già liquefatto quando sono state aperte le porte argentee per prelevare le ampolle; il miracolo a volte è avvenuto al di fuori delle date solite, per eventi straordinari.
Il popolo napoletano nei secoli ha voluto vedere nella velocità del prodigio, un auspicio positivo per il futuro della città, mentre una sua assenza o un prolungato ritardo è visto come fatto negativo per possibili calamità da venire. La catechesi costante degli ultimi arcivescovi di Napoli, ha convinto la maggioranza dei fedeli, che anche la mancanza del prodigio o il ritardo vanno vissuti con serenità e intensificazione semmai di una vita più cristiana.
Del resto questo “miracolo ballerino”, imprevedibile, è stato oggetto di profondi studi scientifici, l’ultimo nel 1988, con i quali usando l’esame spettroscopico, non potendosi aprire le ampolline sigillate da tanti secoli, si è potuto stabilire la presenza nel liquido di emoglobina, dunque sangue.
La liquefazione del sangue è innegabile e spiegazioni scientifiche finora non se ne sono trovate, come tutte le ipotesi contrarie formulate nei secoli, non sono mai state provate. È singolare il fatto, che a Pozzuoli, contemporaneamente al miracolo che avviene a Napoli, la pietra conservata nella chiesa di S. Gennaro, vicino alla Solfatara e che si crede sia il ceppo su cui il martire poggiò la testa per essere decapitato, diventa più rossa.
Pur essendo venuti tanti papi a Napoli in devoto omaggio e personalmente baciarono la teca lasciando doni, la Chiesa è bene ricordarlo, non si è mai pronunciata ufficialmente sul miracolo di s. Gennaro.
Papa Paolo VI nel 1966, in un discorso ad un gruppo di pellegrini partenopei, richiamò chiaramente il prodigio: “…come questo sangue che ribolle ad ogni festa, così la fede del popolo di Napoli possa ribollire, rifiorire ed affermarsi”.

Autore: Antonio Borrelli

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Colombo da Priverno
19-09-03, 09:54
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La salma fu deposta in territorio napoletano e, precisamente al Marcianum, villaggio rurale di proprietà della gente Marcia, potente a Napoli ed a Pozzuoli, e solo dopo oltre cento anni fu possibile al Vescovo di Napoli, S. Giovanni I, tresferire i resti mortali di S. Gennaro al maggior cimitero cristiano di Napoli alle pendici della collinetta di Capodimonte.
Poichè gli antichi cristiani consideravano loro patrono il martire, di cui custodivano le spoglie mortali, S. Gennaro, sin da oltre quindici secoli, viene considerato il patrono della comunità ecclesiale di Napoli e quindi della stessa città.
Il cimitero veniva considerato il santuario del martire e finì con assumere la denominazione di Catacomba di San Gennaro, imponente struttura architettonica con affreschi e mosaici ed altre opere storiche e sacre, alla quale si accede dall'ingresso attiguo alla Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte.
Nel 831 le ossa di S. Gennaro vennero trafugate dai Longombardi, capeggiati da Sicone, e trasportate a Benevento.
Qui un governatore della città, affinchè le reliquie venissero degnamente custodite, curò che fossero deposte in una chiesta appositamente costruita.
Circa trent'anni dopo Guglielmo il Malo, re di Sicilia, dispose che i sacri resti fossero tutti trasferiti a Montevergine.
Fu qui appunto che nel 1480, durante l'esecuzione di lavori nella basilica, tra le altre reliquie rinvenute sotto l'altare maggiore e contrassegnate da iscrizioni indicanti i nomi dei santi di appartenenza, fu ritrovata un'urna contenente alcune ossa attribuite, secondo l'iscrizione incisa su una lamella plumbea, a S. Gennaro, detta lamella nel 1971 fu datata al secolo XII.
Nel 1497 il Papa del tempo concesse all'Arcivescovo di Napoli, Alessandro Carafa, di riportare nella città partenopea quelle ossa di S. Gennaro, ritrovate a Montevergine.
Affinchè le ossa fossero custodite degnamente, il Cardinale Oliviero Carafa, fratello dell'Arcivescovo Alessandro, tra la fine del '400 e l'inizio del '500 curò la realizzazione di una cripta ubicata sotto l'altare maggiore del Duomo di Napoli, in essa è visibile, custodita in un reliquiario, un vaso in terracotta recante un'iscrizione in lingua latina, la quale indica che in esso sono contenute le ossa di S. Gennaro, vescovo di Benevento.
Nel 1305 il Re di Napoli Carlo d'Angiò, donò al Duomo di Napoli il prezioso busto reliquiario, artistica opera di orafi provenzali, perchè vi fosse custodito il cranio di S. Gennaro, detto busto viene esposto durante le festività.
Il reliquiario composto di finissimi elementi trecenteschi e seicenteschi, su ciò si espone e si porta in processione la teca rotonda nella quale sono incastrate le famose ampolline visibili, nell'ampollina più grande si può vedere la celebre reliquia del sangue di S. Gennaro.
Il 17 agosto 1389, sei secoli fa, la reliquia del sangue di S. Gennaro passò dallo stato solido a quello liquido per la prima volta e da allora si parla del prodigioso Miracolo di S. Gennaro.
Per la credenza popolare il non avvenuto miracolo preannunzia calamità disastrose.
Nella storia troviamo eventi negativi legati al miracolo di S. Gennaro e cioè basti menzionare nel 1631, in coincidenza con una delle più tremende eruzioni del Vesuvio, nel 1647, prima e durante la Rivolta di Masaniello ed ancora nel 1943, allorchè scoppiò a Napoli l'insurrezione popolare della della "Quattro giornate", nel 28 febbraio 1979, mercoledì delle Ceneri, non appena l'Arcivescovo, Cardinale Corrado Ursi, fece esporre, in linea del tutto eccezionale, le reliquie di S. Gennaro, cessarono i casi di virosi respiratoria, molto diffusa tra i bambini che procuro diverse vittime.

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Colombo da Priverno
19-09-03, 10:00
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O Glorioso San Gennaro, che sempre ardente del desiderio di accrescere la gloria di Dio e della Sua sposa Chiesa, instancabilmente attendeste alla santificazione dell'anima vostra ed alla edificazione dell'altrui coll'esercizio cotinuo dell'orazione, della penitenza e di tutte le cristiane virtù; quindi, divenuto nella Chiesa un vero modello di santità, diveniste finalmente nel cielo protettore di tutti quelli che a voi ricorrono fiducialmente, gettate benigno uno sguardo sopra di noi che invochiamo la potenza del vostro patrocinio. Accrescete in noi quella soda pietà che forma il vero carattere dei figlioli di Dio. Fate che, a vostra imitazione, noi viviamo come servi fedeli aspettando coi lombi precinti e colle mani munite di fiaccole ardenti, cioè con una vita penitente ed edificante, l'arrivo dell'eterno Padrone, affinchè trovandoci sempre disposti alla partenza da questo esiglio, meritiamo di essere con Voi introdotti in quei tabernacoli eterni ove solo ci sarà dato di vedere ciò che adesso crediamo, di ottenere ciò che adesso speriamo, di godere ciò che adesso amiamo. Amen. Pater, Ave, Gloria

Affus
19-09-03, 21:39
IL MIRACOLO DI SAN GENNARO. MISTERO DI FEDE CHE SI RINNOVA
Di: Benedetta Cavicchia

RICORRENZE - (19 settembre, h.19.20) - Oggi ricorre l'anniversario della morte di San Gennaro, patrono di Napoli e della Campania. Sappiamo con certezza che venne martirizzato il 19 Settembre dell’anno 305, decapitato presso la solfatara; ma la sua fama crebbe a dismisura a partire dall’anno 431, quando si verificò il primo miracolo del sangue durante la traslazione delle reliquie da Pozzuoli a Napoli. Il particolare evento, si ripete almeno tre volte l’anno: il 19 settembre, festa del Patrono e anniversario della decapitazione del Santo avvenuta presso la solfatara di Pozzuoli durante le persecuzione di Diocleziano; il sabato antecedente la prima domenica di maggio, anniversario della traslazione delle reliquie del santo all'Agro Marciano alle attuali catacombe; e il 16 dicembre, anniversario di una terribile eruzione del Vesuvio nel Milleseicento. Il sangue di San Gennaro viene conservato in alcune ampolle di vetro, nelle quali rimane per la maggior parte del tempo sotto forma di un grumo dalle sfumature brune, proprio come del sangue raggrumato; durante le cerimonie che si svolgono nei tre giorni dedicati, questa sostanza solida cambia miracolosamente il suo stato divenendo fluida. Oggi molti fedeli, dopo un ora di preghiere hanno potuto assistere alle 9,57, al rinnovo del miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. L'avvenuto miracolo è ritenuto di buon auspicio per la città e per il mondo intero. La liquefazione del sangue è stata annunciata ai fedeli in chiesa, come tradizione dallo sventolio di un fazzoletto bianco da parte del Deputato della delegazione del tesoro; e dalla Città con le campane a distesa ed i fuochi artificiali davanti la Cattedrale.

San Gennaro, fu uno dei primi vescovi di Benevento, luogo campano, dove probabilmente nacque.Fu uno di quei cristiani che, testimoniarono con il sacrificio della vita la fede in Gesù Cristo, subendo nell'anno 305 a Pozzuoli il "martirio", egli fu processato e decapitato presso la Solfatara. La salma fu deposta in territorio napoletano e, precisamente al Marcianum, villaggio rurale di proprietà della gente Marcia, potente a Napoli ed a Pozzuoli, e solo dopo oltre cento anni fu possibile al Vescovo di Napoli, S. Giovanni I, tresferire i resti mortali di S. Gennaro al maggior cimitero cristiano di Napoli alle pendici della collinetta di Capodimonte. Poichè gli antichi cristiani consideravano loro patrono il martire, di cui custodivano le spoglie mortali, S. Gennaro, sin da oltre quindici secoli, viene considerato il patrono della comunità ecclesiale di Napoli e quindi della stessa città. Il cimitero veniva considerato il santuario del martire e finì con assumere la denominazione di Catacomba di San Gennaro, imponente struttura architettonica con affreschi e mosaici ed altre opere storiche e sacre, alla quale si accede dall'ingresso attiguo alla Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte. Nel 831 le ossa di S. Gennaro vennero trafugate dai Longombardi, capeggiati da Sicone, e trasportate a Benevento.Qui, un governatore della città, affinchè le reliquie venissero degnamente custodite, curò che fossero deposte in una chiesta appositamente costruita. Circa trent'anni dopo Guglielmo il Malo, re di Sicilia, dispose che i sacri resti fossero tutti trasferiti a Montevergine. Fu qui appunto che nel 1480, durante l'esecuzione di lavori nella basilica, tra le altre reliquie rinvenute sotto l'altare maggiore e contrassegnate da iscrizioni indicanti i nomi dei santi di appartenenza, fu ritrovata un'urna contenente alcune ossa attribuite, secondo l'iscrizione incisa su una lamella plumbea, a S. Gennaro, detta lamella nel 1971 fu datata al secolo XII.
Nel 1497 il Papa del tempo concesse all'Arcivescovo di Napoli, Alessandro Carafa, di riportare nella città partenopea quelle ossa di S. Gennaro, ritrovate a Montevergine. Affinchè le ossa fossero custodite degnamente, il Cardinale Oliviero Carafa, fratello dell'Arcivescovo Alessandro, tra la fine del '400 e l'inizio del '500 curò la realizzazione di una cripta ubicata sotto l'altare maggiore del Duomo di Napoli, in essa è visibile, custodita in un reliquiario, un vaso in terracotta recante un'iscrizione in lingua latina, la quale indica che in esso sono contenute le ossa di S. Gennaro, vescovo di Benevento. Nel 1305 il Re di Napoli Carlo d'Angiò, donò al Duomo di Napoli il prezioso busto reliquiario, artistica opera di orafi provenzali, perchè vi fosse custodito il cranio di S. Gennaro, detto busto viene esposto durante le festività. Il reliquiario composto di finissimi elementi trecenteschi e seicenteschi, su ciò si espone e si porta in processione la teca rotonda nella quale sono incastrate le famose ampolline visibili, nell'ampollina più grande si può vedere la celebre reliquia del sangue di S. Gennaro. Il 17 agosto 1389, sei secoli fa, la reliquia del sangue di S. Gennaro passò dallo stato solido a quello liquido per la prima volta e da allora si parla del prodigioso Miracolo di S. Gennaro. Per la credenza popolare il non avvenuto miracolo preannunzia calamità disastrose. Nella storia troviamo eventi negativi legati al miracolo di S. Gennaro e cioè basti menzionare nel 1631, in coincidenza con una delle più tremende eruzioni del Vesuvio, nel 1647, prima e durante la Rivolta di Masaniello ed ancora nel 1943, allorchè scoppiò a Napoli l'insurrezione popolare della della "Quattro giornate", nel 28 febbraio 1979, mercoledì delle Ceneri, non appena l'Arcivescovo, Cardinale Corrado Ursi, fece esporre, in linea del tutto eccezionale, le reliquie di S. Gennaro, cessarono i casi di virosi respiratoria, molto diffusa tra i bambini che procuro diverse vittime.

Questa è la preghiera in dialetto napoletano”Dopo che è avvenuto il miracolo”

Ringraziamme la SS. Ternità
che nce ha date S. Gennare
pe padre e prutettore a sta città.
Putenzia de S. Gennare, pruteggetece.
Sangue de S. Gennare, difedenteci.
Clemenza de S. Gennare, cunsulateci.
Tu sempe nce hai cunsulate
e sempe ncè haie cunzulà.
Sempe ncè haie defennere.
Sempe ncè haie aiutate
e sempe ncè haie aiutà.
E in vite e in morte
nun nce 'haie abbandunà.
S. Gennà, nuie te ringraziamme
'è quante grazie e beneficie ncè haie fatte
e quante nce n'haie da fà,
Santu belle!
Viva viva lu Prutettore,
E viva viva S. Gennare,
che de Napole è lu Patrone,
E viva viva 'o gran Santone.
Viva viva Giesù e Maria
E viva viva S. Gennare.
S. Gennare è gluriuse,
S.Gennare è miraculuse
E 'o popolo mio fa festa
Pe tutta la città.
Che bella grazia che nce ha fatte,
S. Gennare ringraziamme
E lu Pate sia ludate,
E lu Figlie e lu Spiritussante
E a S. Gennare tante,
Che dona tanto.
Da Tanne, anzie a chest'ora
Chillo Sangue bolle e vive,
E viva lu grande Iddio,
Che a nuje lo destinò.



http://www.papaboys.it

Augustinus
19-09-05, 15:55
da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste , trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1094-1095

19 SETTEMBRE

SAN GENNARO, VESCOVO E MARTIRE,
E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI

La testimonianza.

Il martire è un testimone del Cristo. Versando il proprio sangue, l'uomo attesta che Dio è il Maestro della vita, afferma la sua fiducia che Dio gli restituirà la vita generosamente sacrificata per suo amore. Verrà il giorno in cui i corpi dei martiri usciranno dalle loro tombe e il sangue che hanno versato circolerà di nuovo nelle membra che hanno sofferto, e agli occhi di tutti esse appariranno gloriose.

Il sangue di san Gennaro.

Anche san Gennaro versò il sangue per Cristo, ma il suo sangue continua a rendere testimonianza, a proclamare quanto sarà facile a Dio restituirgli la vita fra gli eletti nell'ultimo giorno.

Tre volte all'anno, a Napoli si espone il capo del santo Vescovo. Davanti al reliquiario si porta il sangue: una sostanza dura, scura, contenuta in due ampolle di vetro e qualche volta tale sostanza diminuisce o aumenta di volume, senza che la temperatura del momento possa essere causa di tale fatto. Spesso però il sangue si liquefa e pare sia in ebollizione. Gli storici affermano che la reliquia è di autenticità molto dubbia, ma tuttavia il fenomeno non ha mai potuto avere una spiegazione naturale.

La parola miracolo non è perciò fuori luogo per spiegare la cosa. "Dio, diceva il Card. Schuster, vuole mostrare al suo popolo di Napoli che il sangue del loro grande Patrono è sempre rubicondo e vivo al cospetto del Signore, perché nell'eternità e in Dio non esiste passato, ma tutto è presente e vita a lui dinanzi. Il martirio del glorioso Vescovo protegge continuamente la bella e cara città di Partenope, così ricca in genio dei suoi figli, come i fiori magnifici di santità" (Liber Sacramentorum, VIII, 262).

VITA. - San Gennaro fu probabilmente vescovo di Benevento ed è ora patrono principale della città di Napoli, che possiede la reliquia del suo capo e quella del suo sangue. Il prete Uranio ci racconta che san Paolino da Nola fu confortato morente dalla visione di san Martino di Tours e di san Gennaro "vescovo e martire, gloria della Chiesa di Napoli". Si tratta di san Gennaro I, morto martire verso l'anno 305 o di san Gennaro II, che sedette nel Concilio di Sardi nel 342-343? La storia non ci dà notizie sulla morte e la leggenda invece ci informa che morì martire, con sei compagni a Pozzuoli.

Preghiera.

Santi martiri, e tu soprattutto, o Gennaro, che fosti loro capo per il coraggio e per la dignità del pontificato, la vostra gloria attuale accresce in noi il desiderio del cielo, le lotte da voi sostenute ci animano al combattimento della vita, i vostri miracoli permanenti ci confermano nella fede. Lode e riconoscenza vi dobbiamo in questo giorno di trionfo e noi ne diamo il tributo con la gioia nel cuore.

Degnatevi estendere fino a noi la protezione di cui vanno fiere le fortunate città, che vivono sotto il vostro potente patrocinio. Difendete le città credenti dagli assalti scatenati dall'inferno e, contro le debolezze sociali, offrite a Cristo Re la fedeltà crescente di coloro, che da vicino o da lontano vi onorano.

Augustinus
19-09-06, 10:28
http://img179.imageshack.us/img179/163/mamartbig123101iy3.jpg Francesco Solimena, Madonna con Bambino tra i SS. Gennaro e Sebastiano martiri, 1747, Milwaukee Art Museum, Milwaukee

http://img179.imageshack.us/img179/1096/pretiviergeetnicolaik7.jpg Mattia e Gregorio Preti, Vergine con Bambino tra i SS. Nicola di Bari e Gennaro martire (detta anche Vergine della Purità), Chiesa di S. Domenico, Taverna (CZ)

http://img224.imageshack.us/img224/1022/gennarofw5.jpg Artemisia Gentileschi, S. Gennaro nell'anfiteatro, 1636-37, Museo di Capodimonte, Napoli

http://img225.imageshack.us/img225/917/gennaro2aa7.jpg Mattia Preti, Decapitazione di S. Gennaro, 1685 circa, National Gallery of Art,Washington

http://img90.imageshack.us/img90/5594/gennaro3um5.jpg Andrea Vaccaro, Gloria di S. Gennaro, XVII sec., Museo del Prado, Madrid

http://img90.imageshack.us/img90/4923/gennaro4wv4.jpg Luca Giordano, S. Gennaro intercede presso la Vergine, Cristo ed il Padre Eterno, per la fine della peste del 1656, XVII sec., Palazzo Reale, Napoli

http://img209.imageshack.us/img209/5128/gennaro5jj4.jpg Jusepe de Ribera, S. Gennaro in gloria, Chiesa del Convento degli Agostiniani riformati, Monterrey

http://img221.imageshack.us/img221/2/gennaro6cx3.jpg Jusepe de Ribera, S. Gennaro esce illeso dalla fornace, 1646, Cappella del Tesoro, Cattedrale, Napoli

Augustinus
19-09-06, 10:44
http://www.hung-art.hu/kep/p/pesce/muvek/januariu.jpg Girolamo Pesce o Pesci, Martirio di S. Gennaro, Biblioteca episcopale, Vác

http://www.upbn.it/public/blog/cultura/public/trinita3.jpg Onofrio Palumbo - Didier Barra, S. Gennaro protegge Napoli (partic.), Chiesa Trinità dei Pellegrini, Napoli

http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.XAM.848070.7055475/67669.JPG Francesco Solimena, S. Gennaro visitato in prigione dai SS. Procolo e Sossio, XVIII sec., collezione privata

http://img70.imageshack.us/img70/666/duomo20di20san20gennaroyr1.jpg

Augustinus
19-09-06, 10:50
Nel 305 "ad Forum Vulcani" (Solfatara)

MILLESETTECENTO ANNI DAL MARTIRIO DI SAN GENNARO E DEI SUOI COMPAGNI

"San Gennaro non sarebbe esistito senza Napoli, né Napoli potrebbe esistere senza San Gennaro. La storia di San Gennaro comincia con la storia di Napoli" (A. Dumas - "Il Corricolo"). 19 settembre del 305: il santo assieme a Sossio, Festo, Desiderio, Procolo - diacono della Chiesa di Pozzuoli - Eutiche ed Acuzio, viene decapitato "ad forum Vulcani" di Pozzuoli, vale a dire, nella zona della Solfatara. E quest'anno ricorrono 1.700 anni da quel martirio. Ma andiamo ad alcuni cenni di storia.
Sul martirio di S. Gennaro e dei suoi compagni esistono varie notizie, ma fonti attendibili restano gli Atti Bolognesi, Vaticani e Puteolani.
Un documento antichissimo e che risale al V secolo, illustrante San Gennaro, è quello di Uranio che narra la visione a S. Paolino, vescovo di Nola, in punto di morte, dei SS. Gennaro e Martino: "lanuarius Episcopus simul et Martyr Neapolitanae urbis illustrat Ecclesiam". Ciò ci indica come, fin dal tempo in cui Uranio scrisse la lettera (circa il 432), fosse venerato martire e Patrono della Chiesa Napoletana il Vescovo S. Gennaro. Un'altra testimonianza del Geronimiano che reca "sotto diverse date le rispettive commemorazioni di Gennaro, Festo, Acuzio e Désiderio, in Benevento, di Gennaro in Napoli, di Sossio in Miseno ed in Baia, di Procolo, Eutiche, Sossio e Gennaro in Puteoli e di Festo in Napoli". Nei primi anni del sec. lV S. Gennaro era vescovo di Benevento. ll 27 febbraio del 303, allorquando in Nicodemia fu bandito il famoso editto di Diocleziano contro i cristiani, S. Gennaro visitò Sossio che era diacono della Chiesa di Miseno e che si trovava in prigione "per l'infuriare della persecuzione". Festo e Desiderio, ambedue della Chiesa beneventana, accompagnarono a Miseno il loro Vescovo Gennaro.
Per questa visita S. Gennaro fu arrestato, assieme ai suoi compagni, condotto dinanzi al Consolare della Campania e condannato ad essere dato in pasto alle belve nell'Anfiteatro di Pozzuoli. Pozzuoli viveva uno splendore politico e commerciale eccezionale. L'Oriente vi era presente con mercanzie e con traflicanti di merci e di oro. Una vita tumultuosa, in un intreccio di lingue, di uomini, di usanze, di tradizioni. Vi era venuto S. Paolo: "Se voi rimanete nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi".
ll 19 settembre del 305, San Gennaro veniva decapitato "ad Forum Vulcani" in Pozzuoli presso la Solfatara, insieme con Sossio, Festo, Desiderio, Procolo, diacono della Chiesa di Pozzuoli, Eutiche e Acuzio. Ma sentiamo le fonti storiche: "Tutta una folla si addensava per le vie che dovevano essere percorse dal corteo, il quale giunse dopo sei ore di viaggio.
Timoteo, per dare uno spettacolo, condannò quelli "ad bestias" nell'Anfiteatro di Pozzuoli" (una cappellina-oratorio fu aperta nell'anfiteatro, nel 1689, a ricordo dell'avvenimento).
Timoteo - secondo gli Acta Vaticanae, la Vita greca di Montecassino - entra solennemente, mentre la folla urlava e le belve facevano la loro apparizione. Gli Acta affermano: in quel momento vengono liberate le belve, che, dimenticando il loro naturale istinto "feritatis obliti", s'arrestano dinanzi a Gennaro ed i suoi compagni senza arrecar loro alcun danno. Timoteo, allora, irato che gli "dei permettevano simili magie" comandò di condurli al "Forum" per la decapitazione.
San Gennaro ascese al Forum (Solfatara), baciò la terra, innalzando la sua preghiera a Dio. Sul posto della decollazione, pochi anni dopo il martirio, fu eretta una chiesa dai napoletani e dai puteolani. E' tradizione che il sangue del santo sia stato raccolto da una donna in due ampolline.
L'uso di raccogliere il sangue dei martiri ci viene attestato da diverse fonti storiche, specialmente da Niceforo. Come si rileva anche negli Atti Bolognesi, durante la notte seguente il martirio i napoletani trafugarono il corpo di San Gennaro e lo seppellirono nell' "agro Marciano, tra la Solfatara ed il cratere di Agnano". Molto probabilmente la zona denominata "Marciano"
era situata nella "valletta" tra le falde orientali della Solfatara (Monti Leucogei) e le falde occidentali del Monte Spina (cresta sud-occidentale del Lago di Agnano). Lo Scherillo afferma che Marciano "provenisse dai Marciani, gente nobilissima di Pozzuoli".
Dopo l'editto di Costantino, nel 313, avvenne la prima traslazione del corpo del Santo dell'agro Marciano a Napoli.
Molte sono le opinioni degli studiosi in proposito. ll Martirologio Geronimiano stabilisce al 13 aprile "Festum translationis S. lanuarii". Altre traslazioni avvennero nell'831 (Sicone, Principe di Benevento, trafugò le ossa di San Gennaro portandole a Benevento),
nel l154 e nel 1480.
Sulla "pietra di Pozzuoli" il rosseggiamento delle macchie di sangue è - come dice G. B. Alfano - un fenomeno duplice: ravvivamento delle macchie e trasudamento della pietra. Sulla pietra, secondo la tradizione, nell'atto della decollazione, avrebbe appoggiato il capo il martire San Gennaro.
Tale pietra trovasi nella Chiesa di San Gennaro a Pozzuoli, eretta appunto presso la Solfatara, luogo del martirio.
Terremoti ed eruzioni distrussero più volte il tempio dedicato al Santo. ll 29 settembre del 1538 avvenne la famosa eruzione del Monte Nuovo con la quasi completa distruzione di Pozzuoli. La Chiesa di San Gennaro fu ricostruita nel 1574, continuando così a custodire la pietra e "l'imbusto marmoreo" del Santo. La devozione popolare, i continui pellegrinaggi che si succedevano sulla parte alta di Pozzuoli, imposero l'ampliamento della Chiesa. Grande è anche la venerazione che circonda il busto in marmo del Santo, conservato pur esso nella Chiesa di Pozzuoli.
La statua di San Gennaro fu trasportata dalla Chiesa della Solfatara al Duomo nei periodi di carestia nel 1764. La trasportarono in processione, durante la triste pestilenza del 1656. Avvenne un miracolo: la peste infieriva su Pozzuoli; i morti erano a decine. Giunti con la Statua nei pressi della Chiesa di S. Celso, sull'attuale Rione Terra, "i fedeli puteolani notarono che dietro l'orecchio destro della statua appariva una graffiatura; questa, all'arrivo della statua al Duomo, assunse la forma di un bubbone, la tipica manifestazione della peste. ll giorno seguente cessò la peste e con essa il bubbone, lasciando sul marmo una cicatrice che è tuttore visibile". E furono in molti a vedere in ciò un segno della protezione del santo verso la sua terra. Verso la terra del glorioso martirio.
E come nella riflessione del Dumas, una Città (Napoli) che si fonde e confonde con il suo protettore, una "fedeltà più miracolosa del miracolo"!

FONTE (http://www.icampiflegrei.it/Azienda%20Turismo/pozzuoli/articoli2005/febbraio.htm)

Augustinus
19-09-06, 10:57
IANUARIO

La vera storia di S.Gennaro protettore di Napoli

Pochi sanno che Ianuario era il vero nome di S.Gennaro. Discendeva, infatti dalla famiglia gentilizia Gens Januaria sacra al bifronte dio Giano. Qundi Gennaro (trasformazione napoletana di Ianuario) non era il suo nome, bensì il cognome. Fonti non ufficiali affermano che il suo nome fu Procolo.
Al di la' di questo, che andava chiarito, Gennaro resta, senza dubbio, una delle figure piu' famose nel panorama partenopeo e si puo' tranquillamente affermare che e' noto in tutto il mondo. La vicenda che vide coinvolto Gennaro, avveniva nella prima metà del III secolo, in piena persecuzione cristiana da parte di Diocleziano.
A quei tempi, Gennaro, vescovo di Benevento (si, di Benevento e non di Napoli!), insieme a Desiderio e Festo (uno lettore, l'altro diacono) si reco' a Pozzuoli per fare visita ai fedeli. Saputo di questo viaggio, Sessio (diacono dell'odierna Miseno) gli ando' incontro. Quest'ultimo venne, pero', fermato lungo la strada ed arrestato per ordine di Dragonzio, giudice anticristiano. Saputo dell'accaduto, i tre (Gennaro, Festo e Desiderio) sentirono il dovere di far visita all'amico finito in carcere a causa loro. Dragonzio approfitto' dell'occasione per arrestare anche i tre. La sentenza fu di adorazione forzata degli idoli agli altari pagani. Naturalmente i tre si rifiutarono.
Al rifiuto, Dragonzio sentenzio': divorati dalle belve nell'anfiteatro. Si scateno' la ribellione della comunita' cristiana che ottenne solo la conversione della pena: decapitazione.
A sentenza eseguita, alcuni cristiani si incaricarono di seppellire i martiri e di conservare un po' del loro sangue, rito usuale all'epoca dei fatti. Il sangue di Gennaro fu tenuto in custodia dalla sua nutrice mentre il corpo veniva sistemato prima a Fuorigrotta e poi in quelle che oggi sono le Catacombe di S.Gennaro a Capodimonte.Cio' avvenne circa un secolo dopo la sua morte, durante il mese di Aprile, in cui ancora oggi si ritualizza una delle due liquefazioni annuali. Fu proprio in questo periodo, secondo alcuni storici, che si verifico' la prima liquefazione. Si noto' che, in vicinanza delle ossa del Santo, il contenuto delle ampolle da solido diventava liquido. Ma la data ufficiale della prima liquefazione e' il 1389.
Su questo fenomeno si sono fatte molte speculazioni. Alcuni dicono che e' un prodigio altri affermano che e' un falso. Infatti il fenomeno e' facilmente riproducibile in laboratorio con tecnologie ed elementi chimici gia' disponibili nel periodo preso in considerazione.
Non e' mio compito dire se e' vero o falso. Comunque sia resta il fascino ed il mistero che accompagna tutta la vicenda attraverso i secoli. Fascino e mistero anche nelle vicende che vedono coinvolti i resti del Santo. Continui spostamenti e traslazioni. Finanche il longobardo Duca Sicone nell'831 se ne occupo' trafugandone i resti e sistemandoli a Benevento, la citta' che vide Gennaro Vescovo.
Nel 1156 furono ancora una volta trasferiti. Murati dietro l'altare maggiore del Santuario di Montevergine, se ne perse il ricordo per circa 3 secoli quando, nel 1480, per lavori di restauro all'altare, furono ritrovati. Nel 1492 vide la sua attuale sistemazione nel Duomo di Napoli in una cappella a lui dedicata, insieme alle ampolle contenenti il sangue. Molti sono gli episodi veri o falsi che fanno da corollario ai misteri gennariani. Tra i tanti cito solo il palese anacronismo riguardo il ceppo su cui fu decapitato. A quei tempi, parliamo del 300 d.c., non si usava il ceppo per la decapitazione ed il marmo su cui si presume fu decapitato Gennaro, fa parte di un complesso marmoreo di qualche secolo posteriore. Inoltre durante il Concilio Vaticano II°, la venerazione di S.Gennaro fu limitata in ambito locale: in pratica fu declassificato come Santo di serie "B". Ma la devozione dei napoletani fu, ed e', tale che pochi giorni dopo sui muri della citta' fu scritto: "San Genna', futtetenne!"
Nonostante tutto moltissimi napoletani, ed io sono tra quelli, nel giorno in cui si presume avvenga il miracolo, si affolla nel duomo per cercare di vedere le sacre ampolle ed onorare il Santo.

Umberto de Fabio

FONTE (http://www.napoletanita.it/genn.htm)

Augustinus
18-09-07, 22:38
St. Januarius

Martyr, Bishop of Beneventum.

St. Januarius is believed to have suffered in the persecution of Diocletian, c. 305. With regard to the history of his life and martyrdom, we know next to nothing. The various collections of "Acts", though numerous (cf. Bibliotheca Hagiographica Latina, n. 4115-4140), are all extremely late and untrustworthy. Bede (c. 733) in his "Martyrologium" has epitomized the so-called "Acta Bononiensia" (see Quentin, "Les Martyrologes historiques", 76). To this source we may trace the following entry in the present Roman Martyrology, though the reference to the miracle of the liquefaction is an addition of much later date. "At Pozzuoli in Campania [the memory] of the holy martyrs Januarius, Bishop of Beneventum, Festus his deacon, and Desiderius lector, together with Socius deacon of the church of Misenas, Proculus deacon of Pozzuoli, Eutyches and Acutius, who after chains and imprisonment were beheaded under the Emperor Diocletian. The body of St. Januarius was brought to Naples, and there honourably interred in the church, where his holy blood is kept unto this day in a phial of glass, which being set near his head becomes liquid and bubbles up as though it were fresh".

In the Breviary a longer account is given. There we are told that "Timotheus, President of Campania," was the official who condemned the martyrs, that Januarius was thrown into a fiery furnace, but that the flames would not touch him, and that the saint and his companions were afterwards exposed in the amphitheatre to wild beasts without any effect. Timotheus declaring that this was due to magic, and ordering the martyrs to be beheaded, the persecutor was smitten with blindness, but Januarius cured him, and five thousand persons were converted to Christ before the martyrs were decapitated. Then, as the Breviary lesson continues, "the cities of these coasts strove to obtain their bodies for honourable burial, so as to make sure of having them advocates with God. By God's will, the relics of Januarius were taken to Naples at last, after having been carried from Pozzuoli to Beneventum and from Beneventum to Monte Vergine. When they were brought thence to Naples they were laid in the chief church there and have been there famous on account of many miracles. Among these is remarkable the stopping of eruptions of Mount Vesuvius, whereby both that neighbourhood and places afar off have been like to be destroyed. It is also well known and is the plain fact, seen even unto this day, that when the blood of St. Januarius, kept dried up in a small glass phial, is put in sight of the head of the same martyr, it is wont to melt and bubble in a very strange way, as though it had but freshly been shed".

It is especially this miracle of the liquefaction which has given celebrity to the name of Januarius, and to this we turn our attention. Let it at once be said that the supposition of any trick or deliberate imposture is out of the question, as candid opponents are now willing to admit. For more than four hundred years this liquefaction has taken place at frequent intervals. If it were a trick it would be necessary to admit that all the archbishops of Naples, and that countless ecclesiastics eminent for their learning and often for their great sanctity, were accomplices in the fraud, as also a number of secular officials; for the relic is so guarded that its exposition requires the concurrence of both civil and ecclesiastical authority. Further, in all these four hundred years, no one of the many who, upon the supposition of such a trick, must necessarily have been in the secret, has made any revelation or disclosed how the apparent miracle is worked. Strong indirect testimony to this truth is borne by the fact that even at the present time the rationalistic opponents of a supernatural explanation are entirely disagreed as to how the phenomenon is to be accounted for.

What actually takes place may be thus briefly described: in a silver reliquary, which in form and size somewhat suggests a small carriage lamp, two phials are enclosed. The lesser of these contains only traces of blood and need not concern us here. The larger, which is a little flagon-shaped flask four inches in height and about two and a quarter inches in diameter, is normally rather more than half full of a dark and solid mass, absolutely opaque when held up to the light, and showing no displacment when the reliquary is turned upside down. Both flasks seem to be so fixed in the lantern cavity of the reliquary by means of some hard gummy substance that they are hermetically sealed. Moreover, owing to the fact that the dark mass in the flask is protected by two thicknesses of glass it is presumably but little affected by the temperature of the surrounding air. Eighteen times in each year, i.e. (1) on the Saturday before the first Sunday in May and the eight following days, (2) on the feast of St. Januarius (19 Sept.) and during the octave, and (3) on 16 December, a silver bust believed to contain the head of St. Januarius is exposed upon the altar, and the reliquary just described is brought out and held by the officiant in view of the assembly. Prayers are said by the people, begging that the miracle may take place, while a group of poor women, known as the "zie di San Gennaro" (aunts of St. Januarius), make themselves specially conspicuous by the fervour, and sometimes, when the miracle is delayed, by the extravagance, of their supplications.

The officiant usually holds the reliquary by its extremities, without touching the glass, and from time to time turns it upside down to note whether any movement is perceptible in the dark mass enclosed in the phial. After an interval of varying duration, usually not less than two minutes or more than an hour, the mass is gradually seen to detach itself from the sides of the phial, to become liquid and of a more or less ruby tint, and in some instances to froth and bubble up, increasing in volume. The officiant then announces, "Il miracolo é fatto", a Te Deum is sung, and the reliquary containing the liquefied blood is brought to the altar rail that the faithful may venerate it by kissing the containing vessel. Rarely has the liquefaction failed to take place in the expositions of May or September, but in that of 16 December the mass remains solid more frequently than not.

It is of course natural that those who are reluctant to admit the supernatural character of the phenomenon should regard the liquefaction as simply due to the effects of heat. There are, they urge, certain substances (e.g. a mixture of spermaceti and ether) which have a very low boiling point. The heat produced by the hands of the officiant, the pressing throng of spectators, the lights on the altar, and in particular the candle formerly held close to the reliquary to enable the people to see that the mass is opaque, combine to raise the temperature of the air sufficiently to melt the substance in the phial--a substance which is assumed to be blood, but which no one has ever analysed. Further, ever since the early years of the eighteenth century, sceptical scientists, by using certain chemical preparations, have reconstructed the miracle with more or less of success; that is to say, they have been able to exhibit some red substance which, though at first apparently solid, melted after an interval without any direct application of heat. None the less, it may be said with absolute confidence that the theory of heat affords no adequate explanation of the phenomena observed.

For more than a century careful observations of the temperature of the air in the neighbourhood of the relic have been made on these occasions and the records have been kept. It is certain from the scientific memoirs of Professors Fergola, Punzo, and Sperindeo that there is no direct relation between the temperature, and the time and manner of the liquefaction. Often when the thermometer has stood at 77° Fahrenheit or even higher, liquefaction has been delayed for as much as twenty or even forty minutes, while on the other hand the contents of the phial have sometimes liquefied in considerably less time than this when the thermometer remained as low as 60 or 65 degrees. Moreover, the heat theory by no means accounts for another more remarkable fact observed for quite two hundred years past. The mass in melting commonly increased in volume, but when it solidifies again it does not necessarily return to its original bulk. Sometimes the whole phial is seen to be occupied, at other times hardly more than half. This has led a Neapolitan scientist of modern times, Professor Albini, to suggest a new physical theory derived from observing the behaviour of a viscous fluid such as partly congealed honey. He conjectures that the unknown substance in the phial consists of some highly divided solid matter which is partly held in suspension by a disproportionately small quantity of liquid. When at rest, the liquid sinks to the bottom of the phial, while the solid particles form a sort of crust not easily displaced when the vessel is turned upside down. This cohesion is however overcome by repeated movements, such as those that the reliquary experiences when the moment of liquefaction is impatiently waited for. Further, such a viscous fluid easily cakes upon the walls of the containing vessel, and admits large air bubbles which cause the deceptive appearance of a change of volume.

Professor Albini claims to have reproduced all the phenomena with a compound made of powdered chocolate and the serum of milk. On the other hand, those who have studied closely the process of liquefaction of the contents of the phial declare that such an explanation is absolutely impossible. Moreover, there seem to be well-attested instances of liquefaction taking place both in the case of this and other similar relics of blood, when the reliquary has been standing by itself without any movement whatsoever.

Accordingly, the suggestion has also been made (see Di Pace, "Ipotesi scientifica sulla Liquefazione", etc., Naples, 1905) that the phenomenon is due to some form of psychic force. The concentration of thought and will of the expectant crowd and specially of the "aunts of St. Januarius" are held to be capable of producing a physical effect. Against this, however, must be set the fact that the liquefaction has sometimes taken place quite unexpectedly and in the presence of very few spectators.

Probably the most serious difficulty against the miraculous character of the phenomenon is derived from the circumstance that the same liquefaction takes place in the case of other relics, nearly all preserved in the neighbourhood of Naples, or of Neapolitan origin. These include relics which are affirmed to be the blood of St. John the Baptist, of St. Stephen the first martyr, of St. Pantaleone, of St. Patricia, of St. Nicholas of Tolentino, of St. Aloysius Gonzaga, and others. In the case of the alleged liquefaction of the so-called "Milk of Our Lady" (see Putignani, S.J., "De Redivivi Sanguine S. Januarii", Naples, 1723, I, 90) or of the fat of St. Thomas Aquinas (see Magnoni Valenti, "Discorso istorico" 1772, 47) we have probably a pure fiction, but the phials traditionally associated with the names of St. John the Baptist, St. Stephen, and St. Pantaleone undoubtedly still exhibit on the respective feast days of these saints phenomena exactly analogous to those shown in the case of the more famous relic of St. Januarius. Further, it is asserted by eyewitnesses of scientific credit and high respectability that a block of basalt at Pozzuoli, reputed to bear traces of the blood of St. Januarius, grows vividly red for a short time in May and September at the hour when the miracle of the liquefaction takes place in Naples (se Cavène, "Célèbre Miracle de S. Janvier", 1909, 277-300).

Three other points attested by recent investigators seem worthy of special note.

It now appears that the first certain record of the liquefaction of the blood of St. Januarius dates from 1389 (see de Blasiis, "Chronicon Siculum incerti auctoris", Naples, 1887, 85), and not from 1456, as formerly supposed.
In 1902 Professor Sperindeo was allowed to pass a ray of light through the upper part of the phial during liquefaction and examine this beam spectroscopically. The experiment yielded the distinctive lines of the spectrum of blood. This, however, only proves that there are at any rate traces of blood in the contents of the phial (see Cavène, "Le Célèbre Miracle", 262-275).
Most remarkable of all, the apparent variation in the volume of the relic led in 1902 and 1904 to a series of experiments in the course of which the whole reliquary was weighed in a very accurate balance. It was found that the weight was not constant any more than the volume, and that the weight of the reliquary when the blood filled the whole cavity of the phial exceeded, by 26 grammes, the weight when the phial seemed but half full. This very large difference renders it impossible to believe that such a substantial variation in weight can be merely due to an error of observation.

We are forced to accept the fact that, contrary to all known laws a change goes on in the contents of this hermetically sealed vessel which makes them heavier and lighter in a ratio roughly, but not exactly, proportional to their apparent bulk (Cavène, 333-39). The reality of the miracle of St. Januarius has repeatedly been made the subject of controversy. It has had much to do with many conversions to Catholicism, notably with that of the elder Herder. Unfortunately, however, allegations have often been made as to the favourable verdict expressed by scientific men of note, which are not always verifiable. The supposed testimony of the great chemist, Sir Humphry Davy, who is declared to have expressed his belief in the genuineness of the miracle, seems to be a case in point.

Bibliography

Though in many respects uncritical, the best account of the miracle of St. Januarius is that given by CAVENE, Le Célèbre Miracle de S. Janvier (Paris, 1909). From the historical side fuller details may be found in TAGLIALATELA, Memorie Storicocritiche del Culto e del Sangue di S. Gennaro (Naples, 1896). Among recent works may be mentioned: JANUARIO, Il Sangue di S. Gennaro (Naples, 1902); two articles by SILVA and SPERINDEO in the Ommagio della Rivista di Scienze e Lettere, published for the centenary of 1905; also SPERINDEO, Il Miracolo di S. Gennaro (3rd ed., Naples, 1908); THURSTON in the Tablet, 22 and 29 May, 1909, followed by a correspondence in the same journal.
Of earlier date are PUNZO, La Teca di S. Gennaro (Naples, 1880); IDEM, Indagini ed osservazioni sulla Teca (Naples, 1890); ALBINI in Rendiconti dell' Accademia delle Scienze fisiche e matematiche (Società Reale di Napoli), series II, vol. IV (1890), 24-27; Acta SS., 19 Sept. There is also an excellent article by LECANU in MIGNE, Dictionnaire des Prophéties et des Miracles (1852), 1010-1016. The older books, such as those of PUTIGNANI, TUTINI, FALCONE, etc., are too numerous to mention, and they are for the most part very uncritical. The various "Acts" of St. Januarius have been edited by SCHERILLO in Atti Accad. Archeol. Napoli, VIII (1876), pt. I, 147-330. For further bibliography, see CHEVALIER, Bio-Bibl.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. VIII, New York, 1910 (http://www.newadvent.org/cathen/08295a.htm)

Augustinus
21-09-07, 23:53
Disc. 340, 1, in PL 38, 1483-1484

Da quando mi é stato posto sulle spalle questo peso, di cui dovrò rendere un non facile conto a Dio, sempre sono tormentato dalla preoccupazione per la mia dignità. La cosa più temibile nell'esercizio di questo incarico é il pericolo di preferire l'onore proprio alla salvezza altrui. Però, se da una parte mi spaventa ciò che io sono per voi, dall'altra mi consola il fatto che sono con voi. Per voi infatti io sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello é nome di un mandato che ho ricevuto, questo é nome di grazia. Quello di pericolo, questo di salvezza. Veramente ci sentiamo come in un mare immenso e come sbattuti dalle tempeste, proprio a causa dell'incombenza pastorale affidataci. CI ricordiamo però a prezzo di quale sangue siamo stati redenti e, consolati da questo pensiero, entriamo come in un porto sicuro. Mentre ci affatichiamo nel lavoro apostolico ci conforta la certezza del beneficio comune che ne risulta. Assai di più mi consola il pensiero di essere stato redento con voi, che non il fatto di essere stato preposto a voi. Seguendo perciò il comando del Signore, cercherò di essere ancor più pienamente al vostro servizio, per non essere ingrato a quel riscatto che mi ha reso vostro fratello. Debbo infatti amare il Redentore, e so quello che ha detto a Pietro: «Pietro, mi ami? Pasci le mie pecorelle» (Gv 21, 17).
Questo disse una prima, una seconda, una terza volta. Prima veniva richiesto l'amore e poi imposto l'onere, perché dove maggiore é l'amore, minore é il peso della fatica. «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?» (Sal 115, 12). Se dico di offrire al Signore il ministero di pascere le sue pecorelle, dico la verità. Lo faccio, infatti, «non io, ma la grazia di Dio che é con me» (1 Cor 15, 10). E allora come posso credere di essere uno che dà il contraccambio, se in tutto sono prevenuto da lui? Se amiamo disinteressamente e pascoliamo il gregge gratuitamente come possiamo esigere la ricompensa? Non sembrano inconciliabili le due cose: amore disinteressato e servizio gratuito con lo stipendio?
E tuttavia si conciliano. Infatti non si potrebbe esigere la ricompensa da colui che viene amato disinteressatamente, se, chi é amato, non costituisse lui stesso la ricompensa dell'amore. Se, infatti, in cambio del dono di averci redenti, gli rendiamo il servizio di pascolare le sue pecorelle, qual contraccambio potremmo ancora offrirgli per il fatto che ci ha costituiti pastori? Effettivamente cattivi pastori, che Dio non voglia, lo siamo per nostra colpa, mentre buoni pastori, che Dio lo voglia, non possiamo esserlo se non per sua grazia. Perciò, miei fratelli: «Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio» (2 Cor 6, 1). Rendete fruttuoso il nostro ministero. «Voi siete il campo di Dio» (1 Cor 3, 9). Dall'esterno ricevete chi pianta e chi irriga, dall'interno, invece, colui che fa crescere, Aiutateci con la vostra preghiera e la vostra obbedienza, perché troviamo la nostra gioia non tanto nell'essere vostri capi, quanto nell'esservi utili servitori.

Augustinus
19-09-08, 08:06
http://www.latribunedelart.com/Expositions/Expositions_2007/Coppola_Janvier.jpg Carlo Coppola, La decollazione di S. Gennaro e dei suoi compagni a Pozzuoli, XVII sec., Galerie Canesso, Parigi

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/T3HBJ0/07-508235.jpg Autore ignoto, Busto reliquiario di S. Gennaro, XVIII sec., Musée des Civilisations de l'Europe et de la Méditerranée, Parigi

http://www.retepuglia.uniba.it/Pinacoteca/image/zoom/zSanGennaro.jpg Giuseppe Castellano, S. Gennaro, XVII sec., Pinacoteca provinciale, Bari

http://collection.aucklandartgallery.govt.nz/collection/images/display/M1982/M1982_1_2_567.jpg Jacques Callot, S. Gennaro, 1630-36, Auckland Art Gallery, Auckland, Nuova Zelanda

robdealb91
19-09-08, 13:47
http://it.wikipedia.org/wiki/San_Gennaro
http://nap.wikipedia.org/wiki/San_Gennaro
http://it.wikipedia.org/wiki/Gennaro
http://it.wikipedia.org/wiki/Reale_C...di_San_Gennaro (http://it.wikipedia.org/wiki/Reale_Cappella_del_Tesoro_di_San_Gennaro)
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_d...di_San_Gennaro (http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_del_Tesoro_di_San_Gennaro)
http://www.museosangennaro.com/
http://www.napoletanita.it/genn.htm
http://www.san-gennaro.it/
http://www.portanapoli.com/Ita/Napol...n-gennaro.html (http://www.portanapoli.com/Ita/Napoli/festa-san-gennaro.html)
http://it.wikipedia.org/wiki/Catacombe_di_San_Gennaro
http://www.napoliontheroad.it/m.s.Gennaro.htm
http://www.imonumenti.it/579/m_2125.html
http://www.laportadelvesuvio.it/feste_gennaro.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Festa_di_San_Gennaro
http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkr...MDQxLnhtbCI7fQ (http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjI wMDgwOTE5MTIwMDQxLnhtbCI7fQ)==
http://www.giraitalia.it/eventi_reli...n_gennaro.html (http://www.giraitalia.it/eventi_religiosi/6819_festa_di_san_gennaro.html)
http://it.wikipedia.org/wiki/Santi_P...3%A0_di_Napoli
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=462093

sono un po' in disordine, ma penso siano buoni link

Augustinus
19-09-08, 21:35
DIE 19 SEPTEMBRIS

Ss. JANUARII Ep. et SOCIORUM

MARTYRUM

Duplex

Introitus

Ps. 36, 39

SALUS autem justórum a Dómino: et protéctor eórum est in témpore tribulatiónis. Ps. ibid., 1. Noli aemulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. V/. Glória Patri. Salus.

Oratio

DEUS, qui nos ánnua sanctórum Mártyrum tuórum Januárii et Sociórum ejus solemnitáte laetíficas: concéde propítius ; ut, quorum gaudémus méritis, accendámur exémplis. Per Dóminum.

Léctio Epístolae beáti Pauli Apóstoli ad Hebraéos

Hebr. 10, 32-38

FRATES: Rememorámini prístinos dies, in quibus illumináti, magnum certámen sustinuístis passiónum: et in áltero quidem oppróbriis et tribulatiónibus spectáculum facti: in áltero autem sócii táliter conversántium effécti. Nam et vinctis compássi estis, et rapínam bonórum vestrórum cum gáudio suscepístis, cognoscéntes vos habére meliórem, et manéntem substántiam. Nolíte ítaque amíttere confidéntiam vestram, quae magnam habet remuneratiónem. Patiéntia enim vobis necessária est: ut voluntátem Dei faciéntes, reportétis promissiónem. Adhuc enim módicum aliquántulum, qui ventúrus est, véniet, et non tardábit. Justus autem meus ex fide vivit.

Graduale. Ps. 33, 18-19. Clamavérunt justi, et Dóminus exaudívit eos: et ex ómnibus tribulatiónibus eórum liberávit eos. V/. Juxta est Dóminus his, qui tribuláto sunt corde: et húmiles spíritu salvábit.

Allelúja, allelúja. V/. Te Mártyrum candidátus laudat exércitus, Dómine. Allelúja.

http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum

Matth. 24, 3-13

IN ILLO témpore: Sedénte Jesu super montem Olivéti, accessérunt ad eum discípuli secréto, dicéntes: Dic nobis, quando haec erunt ? et quod signum advéntus tui, et consummatiónis saéculi ? Et respóndens Jesus, dixit eis: Vidéte ne quis vos sedúcat. Multi enim vénient in nómine meo, dicéntes: Ego sum Christus: et multos sedúcent. Auditúri enim estis praélia et opiniónes praeliórum. Vidéte, ne turbémini. Opórtet enim haec fíeri, sed nondum est finis. Consúrget enim gens in gentem, et regnum in regnum, et erunt pestiléntiae, et fames, et terraemótus per loca. Haec autem ómnia inítia sunt dolórum. Tunc tradent vos in tribulatiónem, et occídent vos: et éritis ódio ómnibus géntibus propter nomen meum. Et tunc scandalizabúntur multi, et ínvicem tradent, et ódio habébunt ínvicem. Et multi pseudoprophétae surgent, et sedúcent multos. Et quóniam abundávit iníquitas, refrigéscet cáritas multórum. Qui autem perseveráverit usque in finem, hic salvus erit.

Offertorium. Sap. 3, 1, 2 et 3. Justórum ánimae in manu Dei sunt, et non tanget illos torméntum malítiae: visi sunt óculis insipiéntium mori: illi autem sunt in pace, allelúja.

Secreta

OBLÁTIS, quaésumus, Dómine, placáre munéribus: et, intercedéntibus sanctis Martýribus tuis Januário et Sóciis ejus, a cunctis nos defénde perículis. Per Dóminum.

Communio. Matth. 10, 27. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine, dicit Dóminus: et quod in aure audítis, praedicáte super tecta.

Postcommunio

HAEC nos commúnio, Dómine, purget a crímine ; et, intercedéntibus sanctis Martýribus tuis Januário et Sóciis ejus, caeléstis remédii fáciat esse consórtes. Per Dóminum.

¶ Si hodie fuerit Sabbatum, fit de Vigilia anticipata S. Matthaei Apostoli, ut die sequenti notatur.

FONTE (http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/pt/n5.htm#b1x)

Holuxar
19-09-17, 22:23
19 SETTEMBRE 2017: Nostra Signora di La Salette (anniversario dell’apparizione della Madonna avvenuta a La Salette il 19 settembre 1846), SAN GENNARO, VESCOVO, E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI…



Guéranger, L'anno liturgico - San Gennaro, Vescovo e Martire, e i suoi Compagni Martiri (http://www.unavoce-ve.it/pg-19set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-19set.htm
“19 SETTEMBRE: SAN GENNARO, VESCOVO E MARTIRE, E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI.”



https://www.sursumcorda.cloud/
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https://forum.termometropolitico.it/333507-indice-del-forum.html
"19 settembre - S. Gennaro, vescovo e martire"
https://forum.termometropolitico.it/267071-19-settembre-s-gennaro-vescovo-e-martire-e-compagni-martiri-2.html
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"19 settembre - Nostra Signora di La Salette"
https://forum.termometropolitico.it/333492-19-settembre-nostra-signora-di-la-salette-2.html
https://forum.termometropolitico.it/333492-19-settembre-nostra-signora-di-la-salette-2.html#post16564320



San Gennaro - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/5103-2/)
http://www.sodalitium.biz/5103-2/
“19 settembre, San Gennaro, Vescovo e Martire.
” A Pozzuoli, in Campania, i santi Martiri Gennaro, Vescovo della città di Benevento, Festo suo Diacono, e Desiderio Lettore; Sosio, Diacono della Chiesa di Miseno; Procolo, Diacono di Pozzuoli; Eutichio ed Acuzio. Tutti questi, dopo le catene ed il carcere, furono decapitati sotto il Principe Diocleziano. Il corpo di san Gennaro fu portato a Napoli ed onorevolmente sepolto nella chiesa, dove pure si conserva ancora in una ampolla di vetro il sangue del beatissimo Martire, che, posto in presenza della sua testa, si vede liquefarsi e bollire, come se fosse sparso di fresco”.
O martire invitto e mio potente avvocato san Gennaro, io umile vostro servo mi prostro innanzi a voi, e ringrazio la Santissima Trinità della gloria che vi ha elargita nel Cielo, e della potenza che vi comunica sulla terra a pro di quelli che a Voi ricorrono. Mi compiaccio soprattutto per quel miracolo strepitoso che dopo tanti secoli si rinnova nel vostro sangue, già versato per amore di Gesù, e per tale singolare privilegio vi prego di soccorrermi in ogni mia bisogna e specialmente nelle tribolazioni che adesso mi straziano il cuore. Così sia.”

http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gennaro-200x300.jpg





https://www.radiospada.org
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
“19 SETTEMBRE 2017: SAN GENNARO, VESCOVO, E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI.”

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“Era il 19 settembre 1870. Le truppe italiane avevano completato l’investimento della città eterna, e l’ultimo atto del dramma cominciato nel 1859 stava per recitarsi; il sacrifizio stava per consumarsi. Sempre fedeli alla nostra divisa, noi speravamo contro ogni speranza, domandavamo a Dio un miracolo! Io aveva ricevuto il comando alla porta di S. Giovanni in Laterano, quando fui avvertito che il Santo Padre entrava alla Scala Santa.Non esagero: sembravami che intorno alla fronte del nostro augusto Pontefice risplendesse l’aureola dei Santi e dei Martiri. Ognuno aveva coscienza che stesse per compiersi alcun che di straordinario. Giunto all’ultimo gradino dopo essersi curvato a baciare la Croce che segna la traccia del Sangue del Salvatore, il Santo Padre, levando le braccia come Mosè alla vista della terra di Canaan, rivolse questa preghiera al Dio degli eserciti: «O tu, gran Dio, mio Salvatore, tu di cui io sono il servo dei servi, tu di cui io sono l’umile rappresentante, ti supplico, per questo prezioso Sangue, caduto al tuo divin Figlio in questi luoghi stessi, e del quale io sono il supremo dispensatore; ti supplico, pei tormenti, pel supplizio del tuo divin Figlio che salì volontariamente questa scala di obbrobrio, per offrirsi in olocausto dinanzi a Cesare, dinanzi a quel popolo che lo insultava e pel quale andava a morire sopra una croce infame , oh! ti prego, abbi pietà del tuo popolo e della tua Chiesa, tua diletta figlia. Sospendi il tuo corruccio, la tua giusta ira. Non permettere a mani infami di venire a contaminare la tua dimora. Perdona al mio popolo, che è tuo, che ha fatta rossa del suo sangue questa terra benedetta. E se una vittima si richiede, o mio Dio! prendi il tuo indegno servo, il tuo indegno rappresentante! Pietà, mio Dio! pietà, te ne prego; mi checché avvenga, sia fatta la tua santa volontà!». Noi tutti piangevamo. Mai più non assisterò ad una scena tanto sublime e straziante ad un tempo. Aspettai il Santo Padre sulla porta, e, avendo fatto schierare i miei in ordine di battaglia, pregai il Pontefice di benedirci... Le donne del popolo gli afferravano le mani, sì avvinghiavano alla sua sottana, gridando: «Coraggio, Santo Padre coraggio!» (Da: Pio IX ad Imola e Roma. Memorie inedite di Francesco Minocchieri, pubblicate ed illustrate a cura di Antomaria Bonetti, Napoli 1892, Stab. Tip. Librario di A. & Salv. Festa, pagg.178-185).”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/21687811_1854205127942481_5045342627151765638_n.jp g?oh=6e74d76457b7dee8bc158267456cca6f&oe=5A4F225A



“Il 19 settembre 1846, circa alle tre del pomeriggio, su una montagna vicina al villaggio di La Salette (Diocesi di Grenoble), la Vergine Santissima si degnava apparire a Mélanie Calvat e Maximin Giraud.”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/21686039_1854144067948587_3529326700533384614_n.jp g?oh=4edd2fde8fc7f7276f60a687a8545067&oe=5A591812






Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
“19 Septembre : Saint Janvier, Évêque et Martyr († 305).”
“19 Septembre 1846 : apparitions de La Salette (France).”

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/21743157_529282610737757_5287898308294645600_n.png ?oh=bb0dc8f5a1af6aede86fb12bc0dc6240&oe=5A4A75BE

Litanies de Notre-Dame de la Salette (http://le-petit-sacristain.blogspot.it/2016/09/litanies-de-notre-dame-de-la-salette.html)
http://ddata.over-blog.com/xxxyyy/0/46/19/78/Divers/D-fense-du-secret-de-la-Salette.PDF

https://4.bp.blogspot.com/-naIApKiJTZs/V9-MaiEVmvI/AAAAAAAABMw/sSuamPIAzLc9FEVuzCYXRFTWKHbrMhGrACLcB/s1600/notre-dame-de-la-salette-rencontre-copyright-le-petit-sacristain.jpg






Don Francesco Ricossa dell’IMBC per parecchi anni ha dibattuto a lungo (sostenendo che tale “segreto” è spurio e mai è stato approvato dalla Chiesa, anzi ne è stata proibita all’epoca la diffusione) con don Francesco Maria Paladino, don Xavier Grossin ed altri sacerdoti e laici sedevacantisti radicali (i quali invece sostengono, al contrario, che esso è veritiero e che certa cautela era motivata solo dall’intento di evitare allarmismi e catastrofismi, cioè in maniera strumentale, per cui ritengono lecito fare uso anche di quelle profezie a conferma delle proprie posizioni dottrinarie) sulla questione molto controversa legata al c.d. segreto di La Salette…
Certamente tuttora la questione non è chiara, è difficile esprimere un giudizio definitivo e penso che si debba essere prudenti sulle varie rivelazioni private; anche se effettivamente, a giudicare dalla situazione nella Chiesa dal CV2 in poi, verrebbe da considerare perlomeno verosimile il c.d. segreto di La Salette dando ragione ad Arai Daniele e ai sacerdoti sedevacantisti radicali sopra citati…Riporto comunque – poiché la cautela è in ogni caso d’obbligo - quanto scritto da Pietro Ferrari, che ha ben sintetizzato la diatriba, sulla sua pagina "facebook" e da Don Francesco Ricossa sulla rivista "Sodalitium":




https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
"Pietro Ferrari 11 settembre. Spesso la lettura delle cose passate risente delle emergenze del presente e quindi si tende ad interprerarle ai problemi di oggi. Se la Chiesa proibì tutti i modi di diffusione di quello che è conosciuto come il mistero apocalittico di La Salette ("Roma perderà la fede e diverrà sede dell' anticristo") è solo perché ai tempi di Cavour sarebbe stato strumentalizzato dagli anticlericali liberali o perché è stato giudicato in se stesso come non autentico? I pareri sono discordi e riassunti in un bel confronto tra Don Ricossa e Don Paladino in appendice al libro su questo mistero mariano edito da Salpan."

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/21151207_1286576554803663_7125025202398422147_n.jp g?oh=ade53aa545dfd4477d39d8920aa8cd28&oe=5A3D0BCB

"Pietro Ferrari. 11 settembre. A mio avviso la mariologia apocalittica è da considerarsi come congetturale fino a quando la Chiesa non si pronuncerà in modo chiaro. Un errore per eccesso è il carismatismo ma quello per difetto è la minimizzazione. Pietro Ferrari.”



Pietro Ferrari si riferisce a questo libro: "La Madonna de La Salette ovvero il SEGRETO SCOMODO" di Salvatore Panzica, edito appunto da "Salpan":


Salpan.org (http://www.salpan.org/Index2.htm)
http://www.salpan.org/Index2.htm


http://www.salpan.org/Immagini/copertina%20Salette.jpg





http://www.a-c-r-f.com/documents/Canioni-Maurice_La-Salette.pdf
“Réfutation la Condamnation par l’abbé Ricossa du Secret de La Salette. DÉFENSE DU SECRET DE LA SALETTE.”



http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/49.pdf
“(…) APPENDICE: SU ALCUNE PROFEZIE E RIVELAZIONI PRIVATE.
Il rifiuto del Concilio Vaticano II si fonda sulla fedeltà alla Sacra Scrittura, alla Tradizione e al Magistero della Chiesa, unico interprete autentico e infallibile della Rivelazione. Negli ambienti “tradizionalisti”, però, non si è mancato di appoggiarsi anche (benché non principalmente) su profezie e rivelazioni private che confermerebbero la nostra posizione. In questa breve nota Sodalitium intende occuparsi di due di queste profezie, una delle quali è conosciuta e citata da lungo tempo da tutti i “tradizionalisti” (quale che sia la loro posizione dottrinale), mentre la seconda è stata “scoperta” e diffusa recentemente soprattutto negli ambienti 63 “sedevacantisti”. Intendiamo parlare del Segreto di La Salette e di una Predizione del Beato Padre Francesco su di un grande scisma nella Chiesa e sulla futura tribolazione. In entrambe le profezie vi sono delle espressioni che non possono non impressionare, tenuto conto della situazione attuale della Chiesa. Nel Segreto di La Salette, ad esempio, si legge: “si è spenta la vera fede e la falsa luce rischiara il mondo”, “la Chiesa avrà una crisi orrenda”, “Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’anticristo”, “la Chiesa sarà eclissata ed il mondo sarà nella costernazione”. Nella profezia attribuita a san Francesco, invece, si legge: “il potere dei demoni sarà slegato più del solito, la purezza del nostro ordine religioso e degli altri, macchiata, sarà deformata, al punto che pochissimi tra i cristiani obbediranno con cuore sincero e carità perfetta al vero Sommo Pontefice e alla Chiesa Romana. Al momento decisivo di questa tribolazione, qualcuno non canonicamente eletto, elevato al Sommo Pontificato, si sforzerà con ogni mezzo di comunicare a molti il veleno mortale del suo errore. (...) La santità della vita sarà derisa proprio da coloro che la professeranno solo esteriormente, perciò Nostro Signore Gesù Cristo invierà loro non un degno pastore, ma uno sterminatore”. Cosa pensare di queste profezie e del loro rapporto con l’attualità?
I - IL SEGRETO DI LA SALETTE.
A proposito di La Salette, occorre innanzitutto distinguere tra l’Apparizione stessa, il Segreto, e le interpretazioni del Segreto. In seguito, per portare un giudizio prudente, il cattolico si atterrà al pensiero della Chiesa: “Deposto ogni giudizio proprio, dobbiamo avere l’animo apparecchiato e pronto ad obbedire in tutto alla vera sposa di Cristo nostro Signore, che è la santa Chiesa gerarchica, nostra Madre” (S. Ignazio, Esercizi spirituali, Regole per sentire nella Chiesa, prima regola, n. 353). a) Il fatto dell’Apparizione e il messaggio pubblico Il 19 settembre 1846, la santa Vergine apparve, sulla montagna di La Salette, diocesi di Grenoble, a due pastorelli, Mélanie Mathieu o Calvat (1831-1904), e Maximin Giraud (1835-1875). Durante l’apparizione, la santa Vergine, che si mostrava in lacrime, diede ai fanciulli un messaggio da far passare a tutto il suo popolo e, a ciascuno di essi, un segreto. Dopo l’inchiesta canonica, il vescovo del luogo, Mons. de Bruillard, pubblicò una lettera pastorale la quale dichiarava solennemente che: “l’Apparizione della santa Vergine a due pastori (...) porta in sé stessa tutte le caratteristiche della verità, e che i fedeli sono fondati a crederla indubitabile e certa” (il documento, datato 19 settembre 1851, fu reso pubblico solo nel novembre successivo, perché preventivamente sottomesso alla revisione del segretario di stato e prefetto della congregazione dei Riti, card. Lambruschini). Da allora, la sovrannaturalità del fatto è stata ribadita dai successori di Mons. de Bruillard, a cominciare da Mons. Ginoulhiac (con la lettera pastorale del 4 nov. 1854, in seguito alla lettera Aliquot ante menses di Pio IX del 30 agosto dello stesso anno). Già nel 1852 la S.C. dei Riti e la S.C. delle Indulgenze avevano approvato la devozione e il culto liturgico alla Madonna di La Salette; più tardi (1879), con un Breve di Leone XIII e un decreto di Mons. Fava, la chiesa di La Salette fu eretta a Basilica minore, e fu coronata l’immagine della Madonna. I Sommi Pontefici Pio XI (1927), Pio XII (1943, 1944, 1945, 1946), Giovanni XXIII (1961), hanno variamente confermato il culto alla B.V. Maria della Riconciliazione di La Salette. b) Il Segreto. Nel fatto dell’apparizione (approvato dalla Chiesa), è inclusa l’esistenza di due “segreti” confidata ai pastori di La Salette, i quali restarono, però, a lungo... segreti. Solo il 5 luglio 1851 essi furono messi per iscritto dai bambini, e recapitati a Pio IX il 18 luglio successivo. Questi testi sono rimasti inediti. Del “segreto” confidato a Melania vi è però una versione successiva (inedita) del 14 agosto 1853, altre versioni pubblicate a cura dell’abbé Bliard dal 1870 al 1873 (l’ultima pubblicata con l’imprimatur dell’arcivescovo di Napoli, Sisto Riario Sforza) ed infine l’ultima, fatta pubblicare da Melania stessa nel 1879, con l’imprimatur del vescovo di Lecce, Luigi Zola. È quest’ultima versione (che non è identica alle precedenti) che viene comunemente denominata “il segreto di La Salette”. Questa versione è stata ristampata tale quale dall’editore cattolico Societé Saint-Augustin (Paris-Rome-Bruges) nel 1922, col titolo L’Apparition de la T.S. Vierge sur la sainte 64 montagne de La Salette le samedi 19 septembre 1846, con l’imprimatur di Padre Lepidi, Maestro del Sacro Palazzo, del 6 giugno 1922. c) Le interpretazioni del Segreto Il testo di Melania pubblicato nel 1879, suscitò le più vive e disparate reazioni, e le più varie interpretazioni. Di queste, non poche sono state riprovate dalla Chiesa. Così, sono stati messi all’Indice (il 7/6/1901 e il 12/4/1907) due libri dell’abbé Combe, parroco di Diou, e uno del dott. H. Mariavé (pseudonimo del dott. Gremillon) il 12/4 /1916, concernenti il Segreto. Molti sacerdoti divulgatori del Segreto furono colpiti da sanzioni canoniche, e sostennero teorie stravaganti: citiamo ad esempio: il P. Parent (sospeso dal vescovo di Nantes nel 1903), l’abbé Sicard (censurato dal S. Uffizio nel 1910), l’abbé Rigaud (sospeso dal vescovo di Limoges nel 1911), l’abbé Althoffer (interdetto come sostenitore dell’antipapa Michel Collin nel 1960). Ma il più famoso diffusore del Segreto e della Vita di Melania fu lo scrittore Léon Bloy (Celle qui pleure, nel 1908, Vie de Melanie, nel 1912), seguito, in ciò, dal suo figlioccio e discepolo Jacques Maritain. Sui gravissimi errori di Léon Bloy, come pure di altri personaggi che si richiamarono a La Salette, come l’ex-abbé Boullan e la setta dei Mariaviti, si legga il libro di Mons. L. Cristiani, Présence de Satan dans le monde moderne (ed. France-Empire, 1959, pp. 282-296). Da quanto detto non si può dedurre che tutti i sostenitori del Segreto siano stati dei personaggi di dubbia vita e dottrina (basti pensare a Mons. Zola, al can. Annibale Di Francia ecc.), ma solamente che il Segreto si può prestare e si è prestato a cattive interpretazioni. d) Interventi della Chiesa sul Segreto. Tuttavia, la Chiesa si è pronunciata anche sul Segreto stesso, almeno per quel che riguarda la sua divulgazione. Il 14 agosto 1880 (l’anno dopo la pubblicazione del Segreto con l’imprimatur della Curia di Lecce) il card. Caterini, prefetto della S.C. dell’Inquisizione, scriveva al Vescovo di Troyes, Mons. Cortet: “...non ha fatto piacere alla santa Sede che il detto opuscolo sia stato reso pubblico, e che per conseguenza è loro volontà [degli inquisitori] che, dove è stato diffuso, gli esem- plari ne siano, per quanto possibile, ritirati dalle mani dei fedeli”. Il Segreto, però, venne ulteriormente diffuso, con l’aggravante dei commenti di cui sopra; si giunse così al decreto “concernente il cosiddetto Segreto di La Salette” della S.C. del sant’Uffizio del 21 dicembre 1915 (A.A.S. 7 [1915], p. 594): “È venuto a conoscenza di questa Suprema Congregazione che non mancano persone, anche tra i membri del ceto ecclesiastico, che, malgrado le risposte e le decisioni della stessa Sacra Congregazione, continuano - con dei libri, opuscoli e articoli pubblicati in riviste periodiche, sia firmati sia anonimi - a trattare e discutere la questione detta del ‘Segreto di La Salette’, dei suoi diversi testi e delle sue adattazioni ai tempi presenti o ai tempi a venire; e questo non solo senza l’autorizzazione degli Ordinari, ma anche contrariamente alla loro proibizione. Affinché questi abusi, che nuocciono alla vera pietà e che ledono gravemente l’autorità ecclesiastica, siano repressi, la stessa sacra Congregazione ordina a tutti i fedeli, di qualsiasi nazione, di astenersi dal trattare e discutere del soggetto in questione, sotto qualsiasi pretesto o in qualsiasi modo, sia con libri, opuscoli o articoli, firmati o anonimi, o in qualunque altra maniera. Che tutti coloro che trasgrediranno quest’ordine del Sant’Uffizio siano privati, se sacerdoti, di ogni dignità che potessero avere, e colpiti da sospensione dall’Ordinario del luogo, sia per ascoltare le confessioni, sia per celebrare la messa; e se sono laici, che non siano ammessi ai sacramenti se non vengono a resipiscenza. Inoltre, che gli uni e gli altri si sottomettano alle sanzioni portate sia da Leone XIII nella costituzione ‘Officiorum ac munerum’ contro coloro che pubblicano, senza l’autorizzazione regolare dei Superiori, dei libri riguardanti cose religiose, sia da Urbano VIII nel decreto ‘Sanctissimus Dominus Deus noster’, del 13 marzo 1625, contro coloro che diffondono in pubblico, senza il permesso dell’Ordinario, ciò che è presentato come rivelazioni. Per il resto, questo decreto non è contrario alla devozione alla santa Vergine, invocata e conosciuta con il titolo di ‘Riconciliatrice di La Salette’. Dato a Roma, nel Palazzo del Sant’Uffizio, del 21 Dicembre 1915”. Il 7 febbraio 1916, il card. Merry del Val precisava, a nome del Sant’Uffizio, che l’ultima clausola non includeva una approvazione romana della apparizione di La Salette (che rimaneva approvata dall’autorità diocesana, competente nella 65 materia). Malgrado il decreto, la Societé Saint-Augustin (ora Desclée De Brouwer) pubblicò nel 1922, come ho già ricordato, una riedizione del Segreto nella sua edizione di Lecce del 1879; essa si appoggiava sul parere del Padre Lepidi o.p., maestro del Sacro Palazzo (teologo del Papa), che già il 16 dicembre 1912 aveva scritto al Card. Luçon, arciv. di Reims, che “il segreto di La Salette non è stato mai condannato in modo diretto e formale dalle Sacre Congregazioni”. Evidentemente, egli pensava poter mantenere questo giudizio anche dopo il decreto del 1915, concedendo il suo imprimatur. La riedizione del Segreto del 1922, però, sebbene semplice riedizione di quella del 1879, fu messa all’Indice dei libri proibiti con decreto del sant’Uffizio del 9 maggio del 1923. I difensori del Segreto dissero allora che non fu messa all’indice l’edizione pura e semplice del Segreto, ma una edizione con aggiunta di un commento del dott. Mariavé. Si giunge così all’ultimo intervento del Sant’Uffizio dell’8 gennaio 1957, consistente in una lettera del card. Pizzardo al P. Francesco Molinari, procuratore Generale della Congregazione di Missionari di La Salette, che risolve il dubbio: “In merito, mi pregio di comunicarle che questa Suprema ha esaminato e condannato, col citato decreto, l’opuscolo suddetto, edito e diffuso dalla Société Saint-Augustin, anche senza la lettera del dottor Mariavé”. Da quanto sopra si può concludere che il testo del Segreto non è stato approvato dalla Chiesa come l’apparizione del 1846, ma che anzi il Sant’Uffizio ne ha proibito con gravissime pene la diffusione (1915), ne ha proibito il possesso e la lettura (1922) e ne ha condannato il contenuto (1957). Certo, i decreti delle Sacre Congregazioni non sono irreformabili; tuttavia, non sono immuni da colpa coloro che non tengono in verun conto le condanne emanate dalla Sacra Congregazione dell’Indice o da altre congregazioni romane (cf proposizione 8 dei modernisti condannata dal decreto Lamentabili, DS 3408).
(…) III. PRECISAZIONE E CONCLUSIONE
Col presente articolo non ho voluto in alcun modo attaccare le persone (molte delle quali venero e stimo con grande sincerità) che, nella lotta attuale contro il modernismo, hanno fatto uso del “Segreto di La Salette” o della “predizione di San Francesco”. Io stesso, per quel che riguarda il “Segreto”, sono tra queste, e profitto dell’occasione per ritrattare quanto scrissi nel n. 12 di Sodalitium, alle pp. 14-17, nella misura in cui tutto ciò è contrario ai decreti succitati della Santa Sede. Anche a supporre che il Segreto pubblicato da Melania nel 1879 fosse, parola per parola, quanto le fu rivelato dalla Vergine, non possiamo valercene come di una prova per sostenere la nostra più che legittima posizione contro il Vaticano II, in quanto il meno che si possa dire è che la Chiesa non lo ha approvato. A questo proposito, ci è di ammonimento quanto, con tanta saggezza e prudenza, scrisse san Tommaso d’Aquino contro quanti volevano dimostrare il Dogma della Trinità coi soli argomenti della ragione naturale: “Se per indurre a credere si portano delle ragioni che non sono cogenti, ci si espone alla derisione di coloro che non credono: perché costoro penseranno che noi ci appoggiamo su tali argomenti per credere” (I, q. 32, a. 1). Per dimostrare pertanto che il Vaticano II si allontana dalla retta dottrina e non può essere stato promulgato dall’autorità della Chiesa sarà bene valersi di argomenti tratti unicamente dalla Rivelazione come è stata interpretata dal magistero della Chiesa, e non di rivelazioni private, tanto più se la Chiesa non le ha mai approvate.”
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/53.pdf
“Il segreto di La Salette.
Sodalitium (n. 49 p. 63) ha dedicato al cosiddetto “Segreto di La Salette” una nota critica che ha suscitato scalpore e turbamento tra alcuni lettori (ma che forse inizia a scalfire alcuni pregiudizi, come sembra indicarlo la discrezione con la quale la Fraternità – su Fideliter, n. 142, p. 30 – difende ancora il “Segreto”). E ci dobbiamo rallegrare di non essere più soli nella nostra posizione – che è quella della Chiesa – dopo i numeri 134 e 135 del bollettino Notre-Dame de la Sainte-Espérance, ove l’abbé Belmont ha ancora una volta dato dimostrazione del suo attaccamento all’insegnamento della Chiesa e del suo consueto equilibrio prendendo sul tema una posizione che ci sentiamo di condividere pienamente. All’opposto, dobbiamo segnalare con tristezza e stupore l’articolo dell’abbé Xavier Grossin sul medesimo tema, intitolato Seigneur Jésus, défendez l’honneur de NotreDame de la Salette! (La tour de David, n. 8, settembre 2001).
(…) Ma veniamo al punto – ovvero la condanna del “Segreto” da parte della Chiesa. Secondo La tour de David, innanzitutto, “don Ricossa osa scrivere in Sodalitium: ‘il testo del segreto non è stato approvato dalla Chiesa come lo è stata l’apparizione del 1846; (…)”.
Siccome poi l’abbé Grossin non ritorna su questo punto, vorremmo sapere quando e come la Chiesa avrebbe approvato il testo del “Segreto” diffuso da Melania… L’abbé Grossin contesta poi il valore di tre documenti da noi citati. Secondo l’abbé Grossin il decreto del Sant’Uffizio del 1915 non vieterebbe – sotto pena di sanzioni – la diffusione del “Segreto” (come ha sostenuto Sodalitium). In effetti, esso vieta di “trattare e discutere la questione detta del ‘Segreto di La Salette’, dei suoi diversi testi e delle sue adattazioni ai tempi presenti e ai tempi futuri”. Notiamo come l’abbé Grossin, dando per certa l’autenticità del Segreto, e applicandolo ai tempi passati, presenti e futuri, incorrerebbe nelle pene prescritte da questo decreto, ovvero, per i sacerdoti, la sospensione dalla Messa e dalle confessioni e la perdita di ogni dignità ecclesiastica (mentre per i laici è previsto il rifiuto dei sacramenti: per non spaventare i suoi lettori, l’abbé Grossin ha prudentemente sorvolato sulle pene previste dalla Chiesa…). Egli sostiene comunque che – secondo il decreto del 1915 – sarebbe ancora lecito diffondere il solo testo del “Segreto” (senza alcun commento, il che lui non fa). Ma l’abbé Grossin dimentica le numerose lettere del Cardinal Caterini – segretario del Sant’Uffizio – durante l’anno 1880, con le quali il Cardinale esprime la volontà della Santa Sede di far ritirare dalle mani del pubblico il testo del Segreto diffuso l’anno prima con l’imprimatur di Mons. Zola. Una di queste lettere fu inviata anche a Mons. Zola stesso. Ma l’abbé Grossin insiste: il testo del “Segreto” non è stato condannato, si può tenere, leggere, diffondere. Tutto ciò è in contrasto con il decreto del Sant’Uffizio del 9 maggio 1923 (a pag. 59 di Sodalitium davamo la data giusta – 1923 – e qualche riga più sotto una data errata – 1922 – per evidente distrazione).
Secondo l’abbé Grossin, questa condanna “è semplicemente inesistente”. Per sostenere una tale enormità, La tour de David deve riesumare la leggenda – poiché si tratta di una leggenda – diffusa dai difensori del “Segreto”, secondo la quale il S. Uffizio avrebbe condannato e messo all’Indice solo l’opuscolo del 1922 interpolato dal dott. Gremillon (“Mariavé”) e non quello approvato dal Padre Lepidi (un protettore questi – ricordiamolo ancora – del modernista Buonaiuti). Nulla, nel testo del decreto, autorizza una tale interpretazione. Poiché – però – la leggenda era ancora diffusa dai disobbedienti alle leggi ecclesiastiche ancora nel 1957, il Cardinal Pizzardo – in una lettera protocollata e scritta a nome del S. Uffizio – smentiva definitivamente questa ipotesi: “A tale proposito – scrisse il Cardinale – la stessa paternità Vostra [P. Molinari] riferiva che in alcuni ambienti si sosteneva che l’opuscolo denunziato e condannato dal Sant’Uffizio non sarebbe stato esattamente quello edito dalla Societé Saint-Augustin, ma solo quello diffuso, all’insaputa degli editori e dell’Autore, che riporta una lettera del Mariavé in data 2 febbraio 1923”. È quello che sostiene l’abbé Grossin. E come gli risponde il Cardinale (né modernista né liberale) del Sant’Uffizio? “In merito mi pregio comunicarle che questa Suprema ha esaminato e condannato col citato decreto l’opuscolo suddetto, edito e diffuso dalla Societé Saint-Augustin, anche senza la lettera del Dott. Mariavé”. La “grossa menzogna” non è pertanto di don Ricossa, ma di chi sostiene che in questa lettera il Cardinal Pizzardo non dice niente. Chi conosce meglio il pensiero del sant’Uffizio: il Sant’Uffizio stesso oppure l’abbé Grossin? Ma in fondo l’abbé Grossin non ha torto quando scrive che don Ricossa ha mentito affermando che il “Segreto” è stato condannato nel 1957. Infatti lo condanna di già il decreto del 1923. Giudichi il lettore:
“Condanna dell’opuscolo: ‘L’Apparizione della santa Vergine di La Salette’ .
DECRETO Mercoledì 9 maggio 1923
Nell’assemblea generale della Congregazione del Sant’Uffizio, gli Eminentissimi e Reverendissimi Cardinali preposti alla salvaguardia della fede e dei costumi hanno proscritto e condannato l’opuscolo ‘L’apparition de la très Sainte Vierge sur la sainte montagne de la Salette le samedi 19 septembre 1845 – Simple réimpression du texte intégral publié par Mélanie, etc. Societé Saint-Augustin, Paris-Rome-Bruges, 1922’ ordinando a chi di diritto di togliere dalle mani dei fedeli l’opuscolo condannato. Lo stesso giorno Sua Santità Papa Pio XI, nell’udienza ordinaria accordata al Reverendo assessore del Sant’Uffizio, ha approvato la decisione presa dagli Eminentissimi Cardinali. Dato a Roma, dal Palazzo del Sant’Uffizio, il 10 maggio 1923. Luigi Castellano, Notaio del sant’Uffizio”.
Giudichi il lettore se, in questa messa all’Indice del cosiddetto “Segreto” (nel quale non si fa parola del Mariavé) vi è una vera e propria condanna del “Segreto” oppure se, come scrive l’abbé Grosssin, “il Segreto di La Salette non è mai stato condannato in sé stesso”. Un’ultima, ma non inutile precisazione. L’abbé Grossin, evidentemente poco convinto del fatto che i decreti del 1915 e del 1923 non siano contrari al “Segreto”, avanza – in seconda istanza - l’ipotesi del complotto: “ dovrebbe essere firmato dal Cardinale Segretario del sant’Uffizio e controfirmato da un vescovo assessore, mentre invece è firmato da un semplice notaio: Luigi Castellano, senza alcun titolo”; “il decreto del 10 maggio 1923, sempre firmato dal notaio Castellano (è veramente un caso?) che ‘proscrive e condanna’ l’opuscolo di Montpellier [sic! Il decreto non condanna l’opuscolo di Montpellier – del Gremillon/Mariavé – ma quello approvato dal Lepidi e edito dalla Societé Saint-Augustin]. Un’altra volta ancora si constatano i medesimi vizi di forma dello stesso autore e nessuno protesta”. “Nessuno protesta” perché i vizi di forma esistono solo nella fantasia dell’abbé Grossin… Basta consultare gli Acta Apostolicæ Sedis per rendersi conto che tutti i decreti del Sant’Uffizio sono firmati dal notaio della Sacra Congregazione, ovvero da Mons. Castellano per il periodo che ci interessa! Riproduciamo a fianco una fotografia degli Acta contenente il decreto del 54 1923, un decreto immediatamente precedente (emesso con le medesime formalità) ed il famoso decreto di scomunica dei comunisti, del 1949, anch’esso firmato dal solo notaio. Se il decreto sul “Segreto” ha dei vizi di forma, allora anche quello del 1949 contiene i medesimi vizi: si trattò forse di un bieco complotto di ecclesiastici anticomunisti?
Segnalo infine ai lettori di Sodalitium che La tour de David pubblica anche il breve testo dei segreti che furono comunicati a Pio IX da Melania e Massimino nel 1851, e che nel 1990 risultavano smarriti negli archivi del S. Uffizio. Se il testo è autentico è certo di particolare interesse. Il lettore si renderà conto da solo delle numerose diversità esistenti tra il testo del 1851 e quello del 1879, messo all’Indice nel 1923. Si renderà conto anche del fatto che gli eventi annunciati non si sono realizzati (almeno nelle date previste). Anche su questo testo del 1851 – tuttavia – i cardinali del Sant’Uffizio avevano grandi perplessità, come lo dimostrano due Il decreto di scomunica dei comunisti del 1949 è anch’esso firmato solo da un Notaio della Sacra Congregazione Originale di due decreti del S. Uffizio, entrambi firmati solo dal Notaio Castellano. Il secondo è il decreto (del 1923) di condanna dell’opuscolo: ‘L’Apparizione della santa Vergine di La Salette’ del 1922 citazioni del Card. Canali [1874-1961], che fu intimo di San Pio X e segretario del card. Merry del Val: “la grande difficoltà contro l’apparizione di La Salette sono i segreti. Bisognerebbe non solo separare i segreti dal fatto dell’apparizione, ma rinnegarli. È il termine utilizzato da sua Eccellenza, che mi parla in francese” (lettera del Padre Jambois al superiore generale dei Missionari di La Salette, 1935. Mons. Canali era assessore del S. Uffizio); “il cardinale mi ha confermato che gli archivi del Sant’Uffizio custodiscono il segreto redatto dai bambini e le sue versioni successive. Ha studiato il segreto. Lo ha studiato nella sua prima versione. Gli sembra che anche questa prima versione non abbia il carattere di autenticità sovrannaturale; contiene cose difficilmente accettabili, e altre che non sono che ‘generali’. Bisogna quindi staccare i segreti dall’apparizione” (lettera del medesimo, 1938; cf Jean Stern, La Salette, Documents authentiques, Cerf, 1990, vol. 3, p. 57, n. 46).
Ci verrà obbiettato che il parere del cardinale Canali non è quello della Chiesa… Senza dubbio. Ma non vale certo meno di quello dell’abbé Grossin. Don Francesco Ricossa.”



Il prof. Franco Damiani, Piergiorgio Liverani e Don Francesco Ricossa sempre sulla questione molto controversa legata al c.d. segreto di La Salette:


https://forum.termometropolitico.it/230656-corrispondenza-con-p-g-liverani-di-avvenire-su-la-salette-e-il-rabbino-di-segni.html
“(…) Il 19 settembre 1846 la Madonna, a La Salette, annunciava. "La Chiesa avrà una crisi spaventosa, Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo, la Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione"..
Il padre Malachi Martin, all'epoca segretario del cardinal Bea, ci informa che nel conclave del 1963 dovette tradurre un messaggio destinato al cardinal Siri, il quale conteneva esattamente questa frase:
"Se voi accettate il pontificato noi faremo delle rappresaglie contro la vostra famiglia".
Aggiunge che questo messaggio veniva dai cardinali, probabilmente dai cardinali Villot e... In ogni caso era l'espressione del rifiuto della Loggia speciale. Questa Loggia è riservata a Roma ai cardinali in collegamento stretto con il Grande Oriente. Giovanni XXIII e Paolo VI hanno fatto parte della Loggia speciale. Alla domanda: "Giovanni XXIII era massone?", risponde. "Sì, fu iniziato da Vincent Auriol". "Sull'appartenenza di Giovanni XXIII alla Massoneria, tutte le prove sono negli archivi del Vaticano, gelosamente custodite dal cardinal Sodano. Egli stesso avrebbe visto delle foto scattate dal suo autista che mostrano Giovanni XXIII mentre frequenta le logge parigine".
Riduzione dalla quarta di copertina di "L'Eglise eclypsée" , degli "Amici di Cristo Re", ed. Delacroix, Dinard, 1997. (…) Franco Damiani.”
“(…) La storiella di Siri & C. che lei mi riferisce è fondata su un "probabilmente", su un "avrebbe" e su voci vecchie e screditate di fonti anticlericali e laiciste prive di qualsiasi documentazione. Quanto alla Madonna della Salette (che ha parlato il 17 settembre del 1846 e non del 1946), come si fa a dar credito ai "melanisti", cioè al movimento dei seguaci di Melania Calvat, una delle due veggenti che purtroppo è nota a molti per il suo fanatismo millenarista e apocalittico e per i testi spuri, apocrifi e di fantasia (il cosiddetto "Segreto di La Salette"), che lei purtroppo ha diffuso creando gran confusioni e polemiche. Tra questi è anche il testo inviatomi, che, come gli altri, mai la Chiesa, neppure negli anni immediatamente seguenti l'apparizione, quando cioè non esistevano le attuali polemiche antiromane dei cosiddetti tradizionalisti o lefebvriani, ha riconosciuto? A che pro? Provi a informarsi presso la Curia di Grenoble. Piergiorgio Liverani.”
“La data dell'apparizione di La Salette è 19 settembre 1846 (si trattava ovviamente di una mia svista). Il decreto del Sant'Ufficio del 31 dicembre 1915 non commina nessuna censura né sull'opuscolo di Melania né sul Segreto in particolare, né proibisce di possederlo, di leggerlo e di diffonderlo. Esso lascia dunque i cattolici in godimento delle altre autorizzazioni elargite all'opuscolo di Melania dall'imprimatur prima del cardinal Riario Sforza, arcivescovo di Napoli, poi di Mons. Zola, vescovo di Lecce, senza voler contare le approvazioni dei cardinali Ferrieri e Guidi e anche del Papa Leone XIII, il quale non soltanto gradì per due volte l'opuscolo di Melania offertogli dall'autore ma incaricò il signor Amedeo Nicolas, avvocato di Marsiglia, "di redigere una brossura esplicativa dell'intero Segreto perché il pubblico lo possa capire meglio". (...)Franco Damiani .”
“Caro professore (…) Per quel che riguarda il segreto di La Salette e Malachi Martin (un prete spretato e immorale, pace all'anima sua) sono d'accordo con Liverani. Lei purtroppo ha dato fiducia al testo dell'Eglise eclipsée di don Paladino e del "Delacroix", che è, almeno in alcuni suoi passaggi, un tipico esempio di leggende tradizionaliste. Purtroppo il risultato è quello di screditare le nostre posizioni e di dare ai Liverani di turno la possibilità di avere ragione anche quando hanno torto. Sul "Segreto" ho scritto su "Sodalitium", prima a favore, poi contro. Il meno che si possa dire è che mai tale "segreto" è stato approvato dalla Chiesa. La saluto cordialmente in Cristo. don Francesco Ricossa.”




IL SEGRETO DE LA SALETTE (5/95) (http://www.unavox.it/013b.htm)
http://www.unavox.it/013b.htm
“Attualità del messaggio della Santa Vergine IL SEGRETO DE LA SALETTE (5/95)
Il 19 settembre 1846, a Melania Calvat e a Massimo Giraud apparve la Madre di Dio.
L'attualità del messaggio loro trasmesso lascia ancora stupiti.
Da qualche tempo si sente parlare di statuette della Madonna lacrimanti sangue: l'opinione pubblica, cattolica e non, ne è rimasta turbata o stupefatta.
Indipendentemente da quelle che possono essere le convinzioni personali su queste manifestazioni, esse inducono a riflettere sul significato che sempre nella storia della cristianità siffatte realtà hanno rivestito.
Lasciando alle legittime autorità ecclesiastiche il giudizio definitivo sui recenti avvenimenti, osserviamo che, già nel secolo scorso, la Santa Vergine, in apparizioni riconosciute autentiche dalla Chiesa, ha affidato a veggenti messaggi e profezie poi puntualmente verificatesi.
Qui intendiamo parlare della apparizione della Madonna sulla montagna del La Salette, (paesino del Delfinato, poco distante da Corps, sulla strada tra Grenoble e Gap), perché il messaggio della Santa Vergine è insieme molto attuale e poco noto: la sua diffusione, infatti, fu ostacolata a causa del contenuto, in particolare di quella parte che oggi ci riguarda piú da vicino.
Il 19 settembre 1846 Melania Calvat, assieme a Massimo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna.
Dal 1860 Melania, poi entrata in religione con il nome di Maria della Croce - Vittima di Gesú, procedette a diverse redazioni del suo segreto, finché ne venne dichiarata autentica una, pubblicata nel 1879 con l'imprimatur del Vescovo di Lecce, mentre l'autorità ecclesiastica francese per qualche tempo non volle concedere il riconoscimento ecclesiastico. Il racconto della apparizione della Madonna a La Salette, (dove oggi sorge un grandioso santuario, meta di una importante processione il 19 settembre di ogni anno), si può considerare, per i nostri scopi, composto essenzialmente di due parti principali.
Nella prima parte vengono descritti gli avvenimenti che interessarono buona parte dell'Europa di allora, e che si verificarono puntualmente: guerre civili in Francia, (la Comune di Parigi), in Portogallo, (lotte per l'istituzione della repubblica), in Italia, (guerre di Indipendenza); fine del potere temporale dei papi, (breccia di Porta Pia del 1870); carestie; lotte contro la religione, (legge sui frati del governo Cavour, politica ecclesiastica di Gambetta e Ferry in Francia); lassismo morale; decadimento ecclesiastico.
La seconda parte, (che riportiamo nella sua completezza nelle pagine che seguono affinché ciascuno possa valutare e giudicare in coscienza), è la parte piú discussa del segreto, perché riferentesi alla venuta dell'anticristo ed alla diffusione dell'eresia all'interno stesso della Chiesa.
Si dice chiaramente nella profezia che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo.
Sono parole estremamente gravi, che vanno collegate a quelle che seguono nel messaggio stesso, e cioè alla indefessa sicurezza della vittoria finale del bene sul male, all'invito alla perseveranza nella fede cattolica apostolica romana, all'assistenza continua per gli apostoli degli ultimi tempi.
La parte di messaggio, che riportiamo, è una traduzione del testo approvato in lingua francese, come riportato nel libro Bénédictions et malédictions, prophéties de la révélation privée di JEAN VAQUIÉ, Dominique Martin Morin Editore, 1987, ISBN 2-85652-094-4, che, a sua volta, fa riferimento a M.CALVAT, L'apparition de la Très Sainte Vierge sur la montagne de La Salette, Imprimatur: Mgr. Zola, Lecce (Italie), 15 novembre 1879, Rome, 1922 (Societé St-Augustin).
Il libro può essere richiesto a Diffusion de la pensée française, B.P. 1, F-86190 Chiré-en-Montreuil, Francia, e vale la pena di procurarselo per avere il messaggio completo e altre rivelazioni contenute nella corrispondenza della veggente, rivelazioni che qui non possiamo riprodurre.
(…) Non intendiamo fornire interpretazioni di un testo legato ad espressioni profetiche ed apocalittiche, pienamente intelleggibile solo al momento della sua realizzazione, e nemmeno intendiamo infoltire la schiera dei millenaristi che, soprattutto in àmbito protestante, indicano scadenze precise per la parusia, ma neppure possiamo non interrogarci sul significato di questo messaggio, forse oggi troppo trascurato dalla Chiesa ufficiale, che collima con l'Apocalisse, dove si parla di martiri che rimarranno fedeli alla parola di Dio e che non avevano adorata la bestia e del príncipe delle tenebre che dovrà essere sciolto per un breve tempo, (Apocalisse, XX, 1-10).
Come sostiene uno dei piú famosi studiosi del settore, il gesuita Ugo Vanni, il riflettere sui messaggi escatologici ci «mette in guardia sia dal disimpegno di un pessimismo inerte, sia dall'illusione di un paradiso in terra […] richiede che ci assumiamo la responsabilità di una fede robusta, la quale, (consapevole come è di collaborare con un Cristo sempre presente e attivo ma trascendente), si sforza di dare il meglio, ma senza pretendere di controllare il risultato». (UGO VANNI, La struttura letteraria dell'Apocalisse, Morcelliana, Brescia, 1980 ).
Ammonisce l'esortazione evangelica: Ideo et vos estote parati, quia qua nescitis ora Filius hominis venturus est , (Quindi anche voi siate preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora piú impensata), (Matteo, XXIV, 44). Luc de Pollien.”




Il libro recentissimo pubblicato da Ranieri Cossettini, signore anziano distinto e squisito che ho l'onore di conoscere personalmente, con breve prefazione di Don Floriano Abrahamowicz che l'ha un po' aiutato in qualche dettaglio; come ho già detto a lui, è interessante per le varie profezie e notizie che raccoglie, tra le quali appunto quelle di La Salette, anche se le fonti citate a volte non sono troppo credibili ed avrebbero dovuto essere meglio vagliate senza esagerare coi toni complottisti o esageratamente apocalittici, così come del resto avrebbero dovuto essere corretti certi errori a livello ortografico ed alcune parti un po' confuse che infatti verranno corrette nella prossima ristampa, comunque ne consiglio la lettura:



http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1633
“Ranieri Cossettini
Roma, l’apostasia e l’abominio della desolazione
Il Vangelo ci chiede di osservare i segni dei tempi e questa raccolta delle più importanti e serie profezie ci aiuta a capire cosa sta succedendo nel mondo. Muniti del lume della Fede, coloro che leggono queste pagine saranno aiutati a vincere l’inganno di una apparenza esteriore di sedicente chiesa.”
Ranieri Cossettini, Roma, l'apostasia e l'abominio della desolazione, Edizioni Segno, Tavagnacco (Udine) 2017.

https://www.edizionisegno.it/img.aspx?s=300&img=%2Fpublic%2Fcopertine%2FRoma%2Ejpg




NON POSSUMUS: Messaggio della Madonna a La Salette Rivelazioni di Maria SS riguardanti i nostri tempi... (http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it/2011/02/messaggio-della-madonna-la-salette.html)
NON POSSUMUS: Abominio della desolazione :"Roma diventerà la sede dell?Anticristo"... l?ha detto la Madonna a La Salette. Che i cattolici si sveglino e reagiscano contro questa impostura. Domine, miserere nobis!.. (http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.it/2010/11/abominazione-della-desolazione-roma.html)

Abominio della desolazione (http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=6072&Itemid=100021)
“Abominio della desolazione - EFFEDIEFFE.com”

«PASSIONE E MORTE» DEL PAPATO COLPITO DAI «PAPI GNOSTICI» « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=16248)
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=16248
L?ORA DEL COMPLOTTO CONTRO LA SEDE DELLA VERITÀ È NEL «SEGRETO» « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=21899)
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=21899






Guéranger, L'anno liturgico - San Gennaro, Vescovo e Martire, e i suoi Compagni Martiri (http://www.unavoce-ve.it/pg-19set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-19set.htm
“19 SETTEMBRE: SAN GENNARO, VESCOVO E MARTIRE, E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI.
La testimonianza.
Il martire è un testimone del Cristo. Versando il proprio sangue, l'uomo attesta che Dio è il Maestro della vita, afferma la sua fiducia che Dio gli restituirà la vita generosamente sacrificata per suo amore. Verrà il giorno in cui i corpi dei martiri usciranno dalle loro tombe e il sangue che hanno versato circolerà di nuovo nelle membra che hanno sofferto, e agli occhi di tutti esse appariranno gloriose.
Il sangue di san Gennaro.
Anche san Gennaro versò il sangue per Cristo, ma il suo sangue continua a rendere testimonianza, a proclamare quanto sarà facile a Dio restituirgli la vita fra gli eletti nell'ultimo giorno.
Tre volte all'anno, a Napoli si espone il capo del santo Vescovo. Davanti al reliquiario si porta il sangue: una sostanza dura, scura, contenuta in due ampolle di vetro e qualche volta tale sostanza diminuisce o aumenta di volume, senza che la temperatura del momento possa essere causa di tale fatto. Spesso però il sangue si liquefa e pare sia in ebollizione. Gli storici affermano che la reliquia è di autenticità molto dubbia, ma tuttavia il fenomeno non ha mai potuto avere una spiegazione naturale.
La parola miracolo non è perciò fuori luogo per spiegare la cosa. "Dio, diceva il Card. Schuster, vuole mostrare al suo popolo di Napoli che il sangue del loro grande Patrono è sempre rubicondo e vivo al cospetto del Signore, perché nell'eternità e in Dio non esiste passato, ma tutto è presente e vita a lui dinanzi. Il martirio del glorioso Vescovo protegge continuamente la bella e cara città di Partenope, così ricca in genio dei suoi figli, come i fiori magnifici di santità" (Liber Sacramentorum, VIII, 262).
VITA. - San Gennaro fu probabilmente vescovo di Benevento ed è ora patrono principale della città di Napoli, che possiede la reliquia del suo capo e quella del suo sangue. Il prete Uranio ci racconta che san Paolino da Nola fu confortato morente dalla visione di san Martino di Tours e di san Gennaro "vescovo e martire, gloria della Chiesa di Napoli". Si tratta di san Gennaro I, morto martire verso l'anno 305 o di san Gennaro II, che sedette nel Concilio di Sardi nel 342-343? La storia non ci dà notizie sulla morte e la leggenda invece ci informa che morì martire, con sei compagni a Pozzuoli.
Preghiera.
Santi martiri, e tu soprattutto, o Gennaro, che fosti loro capo per il coraggio e per la dignità del pontificato, la vostra gloria attuale accresce in noi il desiderio del cielo, le lotte da voi sostenute ci animano al combattimento della vita, i vostri miracoli permanenti ci confermano nella fede. Lode e riconoscenza vi dobbiamo in questo giorno di trionfo e noi ne diamo il tributo con la gioia nel cuore.
Degnatevi estendere fino a noi la protezione di cui vanno fiere le fortunate città, che vivono sotto il vostro potente patrocinio. Difendete le città credenti dagli assalti scatenati dall'inferno e, contro le debolezze sociali, offrite a Cristo Re la fedeltà crescente di coloro, che da vicino o da lontano vi onorano.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1094-1095.”




Luca, [I]Sursum Corda!

Holuxar
19-09-18, 23:48
19 SETTEMBRE 2018: Mercoledi della Quattro Tempora di settembre (digiuno e astinenza: oggi, venerdì e sabato), NOSTRA SIGNORA DI LA SALETTE (anniversario dell’apparizione della Madonna avvenuta in Francia a La Salette il 19 settembre 1846), SAN GENNARO, VESCOVO DI BENEVENTO E MARTIRE, PATRONO PRINCIPALE DELLA CITTÀ E DEL REGNO DI NAPOLI, ED I SUOI COMPAGNI, MARTIRI…




“19 SETTEMBRE: SAN GENNARO, VESCOVO E MARTIRE, E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI.”
Guéranger, L'anno liturgico - San Gennaro, Vescovo e Martire, e i suoi Compagni Martiri (http://www.unavoce-ve.it/pg-19set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-19set.htm




San Gennaro - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-gennaro/)
http://www.sodalitium.biz/san-gennaro/
«19 settembre, San Gennaro, Vescovo e Martire.
“A Pozzuoli, in Campania, i santi Martiri Gennaro, Vescovo della città di Benevento, Festo suo Diacono, e Desiderio Lettore; Sosio, Diacono della Chiesa di Miseno; Procolo, Diacono di Pozzuoli; Eutichio ed Acuzio. Tutti questi, dopo le catene ed il carcere, furono decapitati sotto il Principe Diocleziano. Il corpo di san Gennaro fu portato a Napoli ed onorevolmente sepolto nella chiesa, dove pure si conserva ancora in una ampolla di vetro il sangue del beatissimo Martire, che, posto in presenza della sua testa, si vede liquefarsi e bollire, come se fosse sparso di fresco”.
O martire invitto e mio potente avvocato san Gennaro, io umile vostro servo mi prostro innanzi a voi, e ringrazio la Santissima Trinità della gloria che vi ha elargita nel Cielo, e della potenza che vi comunica sulla terra a pro di quelli che a Voi ricorrono. Mi compiaccio soprattutto per quel miracolo strepitoso che dopo tanti secoli si rinnova nel vostro sangue, già versato per amore di Gesù, e per tale singolare privilegio vi prego di soccorrermi in ogni mia bisogna e specialmente nelle tribolazioni che adesso mi straziano il cuore. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gennaro-1-200x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gennaro-1-200x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio – Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
XVII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=3mksL5RX-FQ
XVII domenica d Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=DxA2PnjagQQ
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»





Novità libraria: Racconti miracolosi - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/novita-libraria-racconti-miracolosi-2/)
https://www.facebook.com/giuseppe.federici.5?tn-str=*F
“Processione di San Gennaro a Napoli nel 1952.”
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https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42167305_1680837778691850_3847609661431742464_n.jp g?_nc_cat=0&oh=59f4dd8e309ba35ef014d9fd39c7bd05&oe=5C1856D1





https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/racconti-miracolosi-detail.html
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
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"19 settembre 1870, l’ultimo giorno del potere temporale dei Papi."
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“Gloriosissimo Patriarca San Giuseppe, gran protettore dei moribondi, Vi prego per i Vostri principali dolori e principali allegrezze che aveste vivendo, che vogliate benignamente difendermi nella mia morte da tutte le insidie del demonio, e confortare l’anima mia in quel periglioso passo, affinché per mezzo Vostro, felicemente io voli da questa temporale vita, all’eterna e beata. Gesù, Maria e Giuseppe siate Voi sempre la mia compagnia.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42090758_1879854448717622_8924890445645873152_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b8b118d3f52bd691a7c120ad512295da&oe=5C5F95BE







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“AD I VESPERAS IN FESTO SANCTI JANUARII, EPISCOPI BENEVENTANI ET MARTYRIS AC PRÆCIPUI PATRONI CIVITATIS ET REGNI NEAPOLITANI.
(Primi Vespri della Festa di San Gennaro, Vescovo Beneventano e Martire e Patrono principale della Città e del Regno di Napoli)
Duplex I classis cum Octava.
(Doppio di I classe con Ottava)
Beatus Januarius * Præsul et Martyr inclytus extinxit impetum ignis, obturavit ora ferarum, et in occisione gladii pro Christo mortuus legitimi certaminis coronam accepit.
Il beato Gennaro, * Vescovo e Martire inclito, estinse l'impeto del fuoco, chiuse le bocche delle fiere, e morto nell'uccisione di spada per Cristo, ricevette la corona del giusto combattimento.”
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«AVVISO SACRO.
Domani, 19 Settembre, la Pagina e il Canale Christus vincit saranno in diretta dalla Cattedrale di Napoli per la solenne esposizione delle Ampolle del Sangue di San Gennaro, Patrono della Città e del Regno di Napoli, in attesa della liquefazione dello stesso, e per pregare il Santo di ottenerci da Iddio l'infinita Misericordia.
Rimanete connessi sempre per la Maggior Gloria di Dio.»
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"NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DI SAN GENNARO, VESCOVO DI BENEVENTO E MARTIRE, PATRONO PRINCIPALE DELLA CITTÀ E DEL REGNO DI NAPOLI.
(10 - 18 Settembre)

℣. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
℞. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri.

[℣. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
℞. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.]

I. Gloriosissimo nostro Protettore San Gennaro, ammiriamo il fervente vostro zelo, e la cura pastorale che esercitaste con tanta premura pei vantaggi spirituali del vostro gregge. Umilmente vi preghiamo, che vogliate ora dal Cielo provvedere ai bisogni di questa nostra Città, come delle nostre case e famiglie.
Pater, Ave e Gloria.

II. Gloriosissimo nostro Protettore San Gennaro, ammiriamo la vostra generosa costanza con la quale confessaste avanti il tiranno Timoteo la santa Fede di Gesù Cristo. Umilmente vi preghiamo d'intercederci costanza e fedeltà per confessare ed osservare la santa legge di Dio.
Pater, Ave e Gloria.

III. Gloriosissimo nostro Protettore San Gennaro, ammiriamo la vostra confidenza in Dio segnandovi col segno della santa Croce, ed entrando in quella accesa fornace, donde ne usciste illeso. Umilmente vi preghiamo che, come Voi per divino aiuto foste liberato da quelle voraci fiamme, così noi siamo liberi da quelle dell'inferno mediante la vostra intercessione.
Pater, Ave e Gloria.

IV. Gloriosissimo nostro Protettore San Gennaro, ammiriamo la vostra eroica sofferenza in sopportare tanti crudeli tormenti. Umilmente vi preghiamo ad ottenerci da Dio sofferenza per tollerare con merito i travagli di questa misera vita.
Pater, Ave e Gloria.

V. Gloriosissimo nostro Protettore San Gennaro, ammiriamo la sublime gloria a cui vi ha innalzato Iddio per i vostri eccelsi meriti. Umilmente vi preghiamo d'intercederci da Lui che, vivendo una santa vita ed imitando le vostre eroiche virtù, possiamo far parte della vostra gloria in Cielo.
Pater, Ave e Gloria.

℣. Ora pro nobis, sancte Januari.
℞. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus.
Deus, qui per beati Januarii Martyris tui atque Pontificis confessionem et sanguinem, admirabili testimonio ac triumpho Ecclesiæ tuæ fidem illustrare dignatus es: quæsumus; ut ejusdem nos fidei consortio et patrocinio munitos, triumphi etiam et gloriæ participes efficias.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum.
℞. Amen.

[℣. Prega per noi, o San Gennaro.
℞. Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo.
Dio, che, con mirabile testimonianza e trionfo, ti sei degnato di illustrare la fede della tua Chiesa per mezzo della confessione e del sangue del beato Gennaro, tuo Martire e Vescovo: ti chiediamo che, possedendo la stessa fede e muniti del suo patrocinio, siamo fatti partecipi del suo trionfo e della sua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
℞. Amen.]"
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https://www.radiospada.org
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

“19, 21 e 22 settembre 2018: Quattro Tempora di settembre ---> digiuno e astinenza.”
https://www.radiospada.org/2016/09/le-quattro-tempora-di-settembre/

“19 SETTEMBRE 2018: SAN GENNARO, VESCOVO, E I SUOI COMPAGNI, MARTIRI.”
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“Era il 19 settembre 1870. Le truppe italiane avevano completato l’investimento della città eterna, e l’ultimo atto del dramma cominciato nel 1859 stava per recitarsi; il sacrifizio stava per consumarsi. Sempre fedeli alla nostra divisa, noi speravamo contro ogni speranza, domandavamo a Dio un miracolo! Io aveva ricevuto il comando alla porta di S. Giovanni in Laterano, quando fui avvertito che il Santo Padre entrava alla Scala Santa.Non esagero: sembravami che intorno alla fronte del nostro augusto Pontefice risplendesse l’aureola dei Santi e dei Martiri. Ognuno aveva coscienza che stesse per compiersi alcun che di straordinario. Giunto all’ultimo gradino dopo essersi curvato a baciare la Croce che segna la traccia del Sangue del Salvatore, il Santo Padre, levando le braccia come Mosè alla vista della terra di Canaan, rivolse questa preghiera al Dio degli eserciti: «O tu, gran Dio, mio Salvatore, tu di cui io sono il servo dei servi, tu di cui io sono l’umile rappresentante, ti supplico, per questo prezioso Sangue, caduto al tuo divin Figlio in questi luoghi stessi, e del quale io sono il supremo dispensatore; ti supplico, pei tormenti, pel supplizio del tuo divin Figlio che salì volontariamente questa scala di obbrobrio, per offrirsi in olocausto dinanzi a Cesare, dinanzi a quel popolo che lo insultava e pel quale andava a morire sopra una croce infame , oh! ti prego, abbi pietà del tuo popolo e della tua Chiesa, tua diletta figlia. Sospendi il tuo corruccio, la tua giusta ira. Non permettere a mani infami di venire a contaminare la tua dimora. Perdona al mio popolo, che è tuo, che ha fatta rossa del suo sangue questa terra benedetta. E se una vittima si richiede, o mio Dio! prendi il tuo indegno servo, il tuo indegno rappresentante! Pietà, mio Dio! pietà, te ne prego; mi checché avvenga, sia fatta la tua santa volontà!». Noi tutti piangevamo. Mai più non assisterò ad una scena tanto sublime e straziante ad un tempo. Aspettai il Santo Padre sulla porta, e, avendo fatto schierare i miei in ordine di battaglia, pregai il Pontefice di benedirci... Le donne del popolo gli afferravano le mani, sì avvinghiavano alla sua sottana, gridando: «Coraggio, Santo Padre coraggio!» (Da: Pio IX ad Imola e Roma. Memorie inedite di Francesco Minocchieri, pubblicate ed illustrate a cura di Antomaria Bonetti, Napoli 1892, Stab. Tip. Librario di A. & Salv. Festa, pagg.178-185).”

“Il 19 settembre 1846, circa alle tre del pomeriggio, su una montagna vicina al villaggio di La Salette (Diocesi di Grenoble), la Vergine Santissima si degnava apparire a Mélanie Calvat e Maximin Giraud.”





https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c0/La_Salette.jpg/1024px-La_Salette.jpg


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c0/La_Salette.jpg/1024px-La_Salette.jpg



https://escogitur.files.wordpress.com/2013/04/lasalette.gif


https://escogitur.files.wordpress.com/2013/04/lasalette.gif

“Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventerà la sede dell'Anticristo (cfr. seconda lettera ai Tessalonicesi 2,4).”



https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1633
Ranieri Cossettini, Roma, l'apostasia e l’abominio della desolazione, Edizioni Segno, Tavagnacco (Udine) 2017.
https://www.edizionisegno.it/img.aspx?s=300&img=%2Fpublic%2Fcopertine%2FRoma%2Ejpg


https://www.edizionisegno.it/img.aspx?s=300&img=%2Fpublic%2Fcopertine%2FRoma%2Ejpg




https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
FATIMA 2017: IL 3º SEGRETO SEMPRE PIÙ CHIARO (http://fatima-2017.blogspot.com/2017/03/il-3-segreto-sempre-piu-chiaro.html)


“IL SEGRETO DE LA SALETTE (5/95)
IL SEGRETO DE LA SALETTE (5/95) (http://www.unavox.it/013b.htm)
Attualità del messaggio della Santa Vergine IL SEGRETO DE LA SALETTE (5/95)
Il 19 settembre 1846, a Melania Calvat e a Massimo Giraud apparve la Madre di Dio.”


https://novusordowatch.org/we-had-been-warned/
"We Had Been Warned: Catholic Prophecies & Predictions of our Dark Times."



:: Corsia dei Servi :: La Chiesa del Vaticano II è occupata da una loggia massonica (http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1574)
“(…) Sono convinto che si scoprirà poco a poco che il Vaticano II ha a che fare con una loggia massonica! Né più né meno. Lo si scoprirà, forse, di qui a breve. Verranno pubblicati dei nomi con le appartenenze massoniche, con i gradi di massoneria, con le appartenenze alle logge!...
Non può essere altrimenti! Eseguono alla perfezione il lavoro delle logge massoniche per non essere, almeno, dei sostenitori delle logge massoniche.
Non è possibile, non è possibile! E tutto ciò si verifica in ogni settore. Non è possibile che il Papa, ispirato dallo Spirito Santo e sostenuto dallo Spirito Santo per bocca di Nostro Signore Gesù Cristo, possa fare una cosa del genere. In questo, sono d’accordo con voi, non è possibile, è incompatibile.
(…) in realtà, non è possibile che un Papa possa fare questo! Dunque, non è Papa! Beh, il ragionamento non fa una piega! Il ragionamento non fa una piega! (…)
A questo proposito, ci sono state delle apparizioni che lo hanno detto, e queste apparizioni sono state riconosciute dalla Santa Sede! Parliamo di Fatima! Parliamo di La Salette! Hanno detto che il demonio sarebbe salito sino al gradino più alto della Chiesa!
Io non ne so nulla, non so se il gradino più alto si riferisce al Segretario di Stato e si ferma lì, o se va ben oltre e arriva fino al Papa! Io non ne so nulla. Fino a colui che si dice Papa… io non lo so. E voi lo sapete, non è una cosa impossibile. E i teologi hanno studiato il problema. I teologi hanno studiato il problema per sapere se sia una cosa possibile, per esempio, che una papa possa essere eretico, quindi scomunicato, quindi tutti i suoi atti illegittimi e invalidi.
E se, per ipotesi, - io non so nulla, di nuovo non mi fate dire cose che non dico, io non lo so! – ma alla fine, premesso che lo si scopra, si scoprisse pian pianino la sua appartenenza alla massoneria... Immaginate che il Papa sia stato iscritto ad una loggia massonica prima della sua elezione! Era già scomunicato! Scomunicato, quindi la sua elezione è invalida! Non può essere Papa! E noi avremmo, nel frattempo, un Papa che non è Papa! Sono cose possibili! (…)
Mons. Marcel Lefebre - Febbraio 1976, traduzione di chiesaepostconcilio.blogspot.it”

:: Corsia dei Servi :: Il pensiero di Mons. Lefebvre che si evince dalle sue parole, non dalle interpretazioni altrui (http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1628)
“[…] Perché, ancora una volta, chi è il Papa, se non colui che ci dà i tesori della Tradizione e il tesoro del Deposito della Fede e la vita soprannaturale per mezzo dei sacramenti e del Sacrificio della Messa? […] Se accadesse che il Papa non fosse più il servitore della verità, non sarebbe più Papa. […]
Mons. Marcel Lefebvre - Omelia nella S. Messa celebrata a Lille, in Francia, il 29 agosto 1976”

Conferenza di Mons. Marcel Lefebvre, ai seminaristi di Ecône, 8 giugno 1978 - La contro-Chiesa conciliare: contraffazione della Chiesa cattolica (http://www.unavox.it/Documenti/Doc0999_Conferenza_Lefebvre_seminaristi_1978.html)
“Conferenza di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre Fondatore della Fraternità San Pio X ai seminaristi di Ecône 8 giugno 1978
- estratti -
La contro-Chiesa conciliare: contraffazione della Chiesa cattolica […]
Con quale Chiesa abbiamo a che fare? – vorrei sapere – se ho a che fare con la Chiesa cattolica, o se ho a che fare con un’altra Chiesa, con una contro-Chiesa, con una contraffazione della Chiesa.
Ora, io credo sinceramente che noi abbiamo a che fare con una contraffazione della Chiesa e non con la Chiesa cattolica. Perché? Perché essi non insegnano più la fede cattolica. Essi non difendono più la fede cattolica. Non solo non insegnano più la fede cattolica e non difendono più la fede cattolica, ma insegnano altra cosa, essi immischiano la Chiesa in qualcosa di diverso della Chiesa cattolica.
Questa non è più la Chiesa cattolica. Costoro sono seduti sulla sede dei loro predecessori, tutti questi cardinali che sono nelle congregazioni e tutti questi segretari che sono in queste congregazioni o alla Segreteria di Stato, sono seduti dov’erano i loro predecessori, ma non continuano il lavoro dei loro predecessori. Essi non hanno più la stessa fede, né la stessa dottrina, né la stessa morale dei loro predecessori. Allora, non è più possibile. E principalmente, il loro grande errore è l’ecumenismo. Essi insegnano un ecumenismo che è contrario alla fede cattolica. […]
Io penso che si può, che si debba anche credere che la Chiesa è occupata. Essa è occupata da questa contro-Chiesa. Da questa contro-Chiesa che conosciamo bene e che i papi conoscevano perfettamente e che i papi hanno condannato nel corso dei secoli. Fino ad oggi per quattro secoli la Chiesa non ha cessato di condannare questa contro-Chiesa che è nata soprattutto col protestantesimo, che si è sviluppata col protestantesimo e che è all’origine di tutti gli errori moderni, e che ha distrutto ogni filosofia e che ci ha portato a tutti questi errori che conosciamo e che i papi hanno condannato: liberalismo, socialismo, comunismo, modernismo, sillogismo e che so io. E noi ne moriamo. I papi hanno fatto di tutto per condannare tutto questo. Ed ecco che oggi coloro che sono assisi sui seggi di quelli che hanno condannato queste cose, ecco che oggi sono d’accordo praticamente con questo liberalismo e con questo ecumenismo. Ebbene, noi non possiamo accettarlo.
E più le cose si chiariscono, più noi ci accorgiamo che questo programma che è stato elaborato nelle logge massoniche – tutto questo programma, tutti questi errori sono stati elaborati nelle logge massoniche – ebbene, ci accorgiamo molto lentamente e con precisione sempre più grande che in Vaticano vi è molto semplicemente una loggia massonica. E che oggi, quando ci si trova davanti un segretario di congregazione o un cardinale, che sono seduti sul seggio o negli uffici in cui si trovavano dei santi cardinali, cardinali che avevano la fede cattolica e che difendevano la fede cattolica della Chiesa e che erano uomini di Chiesa, ebbene ci si trova davanti un massone! E allora, siamo forse davanti alla stessa cosa? Eppure richiedono la stessa obbedienza.
Certo, una volta ci si chiedeva di obbedire alla fede, ci si faceva fare il giuramento antimodernista, ci si faceva fare la professione di fede, ma oggi, questa gente, quale fede ci chiede di professare? Non è più la stessa. Ma ecco che si chiede sempre: obbedienza, obbedienza, obbedienza! Ah! Sì, ma anche se fosse… Obbedienza alla Chiesa, si! Obbedienza a ciò che la Chiesa ha sempre comandato, sì! Obbedienza alla fede della Chiesa, sì! Ma obbedienza alla Massoneria, no! E questo, voi lo sapete è sicuro!
Ultimamente, mi hanno portato dei documenti che sembrano del tutto veridici, dei documenti che mostrano della corrispondenza tra Bugnini e il gran maestro della Massoneria su tutta la riforma liturgica; nei quali il gran maestro della Massoneria chiede a Bugnini di applicare la riforma del famoso Rorca, il prete apostata che aveva predetto già tutto ciò che si doveva fare e che aveva già previsto tutto quello che si doveva fare quando il Vaticano sarebbe stato occupato della Massoneria: - Ecco cosa bisogna fare. E allora, adesso il gran maestro della Massoneria chiede a Bugnini di applicarlo!
[…] Noi siamo i più obbedienti alla Chiesa e a tutto ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, ha sempre voluto, ma non a degli uomini che lavorano alla distruzione della Chiesa dall’interno della Chiesa. Il nemico è all’interno della Chiesa. Il Papa Pio X l’aveva annunciato. La Salette l’aveva annunciato. Fatima l’ha annunciato. Tutto è stato annunciato in maniera pubblica. Si sapeva che il nemico si sarebbe introdotto all’interno della Chiesa. Ebbene, lo è! Lo è! […]
noi non vogliamo seguire questi orientamenti massonici dell’ecumenismo e tutti questi nuovi orientamenti che sono stati forgiati nelle logge massoniche. […]
E’ una loggia massonica che è arrivata a penetrare all’interno del Vaticano e che dirige tutto, e che evidentemente non ci può vedere. E’ chiaro, è evidente. Noi siamo di ostacolo al loro piano, al loro piano di distruzione del sacerdozio, di distruzione della Messa, di distruzione della liturgia. E’ evidente! […]”

Omelia di Mons. Marcel Lefebvre a Ecône, 30 giugno 1988, Santa Messa per le consacrazioni episcopali (http://www.unavox.it/Documenti/Doc0256_Omelia_Lefebvre_30.6.1988.html)
“Omelia di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre Fondatore della Fraternità San Pio X nella Santa Messa per la consacrazione dei quattro nuovi vescovi della Fraternità Ecône, 30 giugno 1988
(…) E poi conoscete bene le apparizioni de La Salette, in cui la Madonna dice che Roma perderà la Fede, che a Roma vi sarà un’eclisse. Capite cosa questo possa significare da parte della Santissima Vergine. E infine il segreto di Fatima, che è ancora più vicino a noi. Senza dubbio il terzo segreto di Fatima doveva far delle allusioni a queste tenebre che hanno invaso Roma, queste tenebre che invadono il mondo a partire dal concilio. (…)”

“Mgr LEFEBVRE L'Église est occupée par une loge maçonnique”
https://www.youtube.com/watch?v=XSuBwJ4xuns
“Mons. Marcel Lefebvre denunzia l'apostasia di Roma”
https://www.youtube.com/watch?v=UqGpHKbSNmk




http://www.cmri.org/ital-index.html

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio, tratta di messaggi subliminali, rock satanico, occultismo, massoneria"
http://www.centrosangiorgio.com/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.agerecontra.it/
https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

https://www.facebook.com/fidecatholica/

http://www.traditionalmass.org/

https://novusordowatch.org/

": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

https://www.truerestoration.org/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/article-21635162.html


https://militesvirginismariae.wordpress.com/



“Louis-Hubert Remy
Pour La Salette lire le dossier du Cardinal Lepidi :
http://www.a-c-r-f.com/documents/R_P_A-LEPIDI_La-Salette_20p.pdf
http://www.a-c-r-f.com/documents/Canioni-Maurice_La-Salette.pdf ”


http://ddata.over-blog.com/xxxyyy/0/46/19/78/Divers/D-fense-du-secret-de-la-Salette.PDF
“«CES PAGES ONT ETE ECRITES POUR LA PURE VERITÉ» L'APPARITION DE LA TRES SAINTE VIERGE SUR LA SAINTE MONTAGNE DE LA SALETTE LE SAMEDI 19 SEPTEMBRE 1846 Simple Réimpression du Texte Intégral publié par Mélanie avec l'Imprimatur de Sa Gr. Mgr SauveurLouis, Comte ZOLA, évêque de Leccè, en 1879, suivi de quelques pièces justificatives. Le Tout Publié avec l'IMPRIMATUR du R. P. A. LEPIDI, O. P., Maître du Sacré-Palais, Assistant Perpétuel de la Congrégation de l'Index, Délivré à Rome le 6 Juin 1922.”


http://catholicapedia.net/Documents/annonyme/eglise-eclipsee.pdf


http://www.chire.fr/I-Grande-33298-l-eglise-est-eclipsee.net.jpg


http://www.chire.fr/I-Grande-33298-l-eglise-est-eclipsee.net.jpg


http://wordpress.catholicapedia.net/
"L’ÉGLISE EST ÉCLIPSÉE
https://i1.wp.com/catholicapedia.net/images/350px-EgliseEclipsee.jpg


https://i1.wp.com/catholicapedia.net/images/350px-EgliseEclipsee.jpg


Mgr Marcel Lefebvre a vu le début de l'éclipse ; il ne l'a pas comprise.
L'Église Éclipsée
Dans cette conférence, il parle à ses séminaristes d'une nouvelle "église" qui n'est pas l'Église catholique."


La Salette : vérités et mensonges, conséquences contemporaines | Le CatholicaPedia Blog (http://wordpress.catholicapedia.net/la-salette-verites-et-mensonges-consequences-contemporaines/)
“(…) L’abbé Paladino, dans sa brochure La Voix n°28/29, mettra en évidence l’opportunisme de l’abbé Ricossa : « D’abord, notre article n’avait pas pour but de démontrer que le Secret avait été approuvé par l’Église, mais seulement de dire que ce Secret illustre la situation actuelle comme l’abbé Ricossa lui-même l’avait écrit à l’époque. Est-il discourtois de remarquer qu’à notre connaissance ce dernier n’adhérait pas à la thèse de Cassiciacum en 1986 tandis qu’en 1999 il en est devenu l’un des principaux défenseurs ? Or, en 1986 l’abbé Ricossa était favorable au Secret et depuis 1999 il y est opposé. On peut légitimement se demander si ce n’est pas l’adoption de la thèse guérardienne qui est la vraie raison de son changement d’attitude. Il est vrai qu’il s’est déjà défendu de cette accusation mais on ne peut nier que le Secret de la Salette ne s’accorde pas vraiment avec la thèse de Cassiciacum.» (…)”


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Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“19 Septembre 1846 : apparitions de La Salette (France).”
19 septembre : Saint Janvier, Évêque et Martyr (? 305) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/19-septembre-saint-janvier)
“19 Septembre : Saint Janvier, Évêque et Martyr († 305).”
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Sancte Januari, ora pro nobis!!!
NOSTRA SIGNORA DI LA SALETTE , PREGATE PER NOI!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!