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Visualizza Versione Completa : Il pantheon celtico - Belenos



Mjollnir
20-10-03, 15:38
Belenos, chiamato anche Belen, Bhel, Beil Mawr (nonché Beli Mawyr eh eh eh ...)
Simboli: ruota, cinghiale, orso, cavallo.
Belenos ( "scintillante", "brillante", "splendente" ) è la divinità celtica del Sole, assimilabile al greco Apollo. Il suo culto è stato attestato in tutto il nord Italia, la Francia e parte del sud dell'Austria. E' il Dio guaritore strettamente connesso ai poteri benefici e curativi del Sole, ma non solo poiché è anche il protettore delle greggi e del bestiame. La sua consorte è Belisama. Beltane ( "fuoco di Bel" ) è la festa a lui dedicata. In questo giorno tra le molte attività vengono accesi due fuochi sacri. Attraverso al varco formato dai fuochi viene fatto passare il bestiame al fine di purificarlo dalle malattie dell'inverno. Alcuni studiosi hanno individuato nel nome di Biella un toponimo celtico che deriva proprio da Belenus oppure da Bhel. Il nome romano di Biella è Villa Bugella, ovvero la città (del Dio) (di) Belenus. Si può trovare una sua raffigurazione su una moneta di bronzo datata il primo secolo dopo cristo. E' rappresentato come una grande faccia maschile dall'aspetto regale contornata da una folta chioma, baffi e barba simili ai raggi del Sole. Sul retro della moneta è ritratto un cinghiale, animale che nella cultura celtica simboleggia il potere guerresco, la sovranità, la caccia e l'ospitalità.

Mjollnir
21-01-04, 02:36
Cesare nomina Apollo al secondo posto. Egli dice : Apollinem morbos depellere e lo considera perciò come un dio guaritore. La venerazione di questo dio, che non spicca in modo particolare nel pantheon romano, deve perciò averlo colpito in Gallia. L'esatta comprensione della divinità gallica non viene certamente favorita da questa identificazione. Difatti Apollo è un estraneo nell?Olimpo romano e non appartiene al pantheon romano originario (...).
É già sorprendente che nel 300 a.C. Ecateo di Abdera riferisca di un'isola situata di fronte alla Gallia, sulla quale veniva venerato Apollo, e dove sarebbe nato Leto. Il suo tempio avrebbe avuto una forma circolare. Questa dichiarazione si rifersice evidentemente ad un culto presente in Britannia (l'Apollo Iperboreo, NdM). Anche nelle agiografie sentiamo parlare di templi dedicatigli; c'era perfino un celeberrimum templum nella città inglese di Verolam (ora St. Albans in Herefordsh), però anche nelle Alpi si trovava un fanum Apollinis. Ad Argenton si offrivano sacrifici ad Apollo, Ercole e Diana. Ci pervengono delle notizie sul suo culto anche da Tournay ed Euze.
Un tempio è stato esplorato archoeologicamente. Presso Hochscheid si sono trovate le fondamenta di un tempio con ambulacro quasi quadrato, con una fonte in una cella. Sono state inoltre portate alla luce delle iscrizioni votive che erano dedicate deo Apollini et sancte Sirone. Un altorilievo rappresenta la dea; intorno alla sua mano destra si attorciglia un serpente, nella sinistra essa sorregge una coppa con 3 uova. La figura che in quello stesso luogo era stata dedicata ad Apollo medesimo lo rappresenta con la lira e i grifoni, dunque nella forma romana usuale. Questo tempio fu costruito nel II sec. d.C.
Nelle numerose iscrizioni votive talvolta si aggiunge ala suo nome un epiteto; frequenti fra questi sono Belenus, Borvo o Bormo e Grannus, in cui alcuni studiosi pensano si debbano scorgere delle divinità originariamente autonome, ma + tardi equiparate ad esso, cosa che però altri hanno contestato.. Comunque non si può senz'altro affermare questo quando si tratta di nomi che compaiono solo di rado e localmente. Questi sono talora difficili da interpretare, per es Amarcolitanus, Anextiomarus, Alepomaros, Cobledulitavus, Livicus, Moritsgus, Siannus, Virotutis, Vinsonnus. inaspettato è un epiteto Toutiorix, che richiama in modo sorprendente nomi come Teutates, Toutatis e perciò significa probabilmente "Dio supremo della società tribale"; veramente ciò non è conforme al suo carattere, ma si può presumere che egli, presso una determinata tribù (nel cui territorio forse si trovavano molte sorgenti di acqua minerale) sia stato elevato a tale rango. Nomi quali Maponos e Mogounus sono da intendersi proprio come un?allusione ai rapporti di Apollo con la gioventù.
Ora vogliamo discutere alcuni degli epiteti + importanti.

Borvo - Bormo
il suo nome si è conservato in numerosi toponimi, dei quali Bourbon è il + noto; inoltre conosciamo Bourbon-Lancy, Bourbon-l'Archambault, Bourbonne-les-Bains. Ciò fa presumere che egli fosse un Dio delle acque termali. Anche ad Aquisgrana si venerava una tale divinità. Nel territorio dei Lingoni, nelle iscrizioni, accanto al suo nome si trova quello della Dea Damona, il cui carattere rimane ancora oscuro. L'epiteto divino è chiaro; il termine si ricollega all'irlandese berbaim latino fervere, "cuocere", per cui il nome si riferisce alle acque termali calde, bollenti. In tutti questi casi dunque Apollo è stato invocato come il dio guaritore; in Borvo e Bormo si può seplicemente scorgere un'aggiunta esplicativa. Non si può stabilire se ci sia stato un Dio gallico che portasse questo nome il quale, poi, in seguito, si sarebbe confuso con Apollo; comunque una cosa simile è certamente probabile.

Grannus
Uno dei luoghi principali del suo culto fu Aquisgrana; questo nome infatti è derivato da Aquae Granni. Nei Vosgi compare il toponimo Grand. La venerazione di questo Dio era largamente diffusa: oltre che nella Gallia di nordovest (specialmente presso i Lingoni) anche nella Bretagna, nella regione danubiana e a Roma, perfino nel letto del Reno presso Arnheim ed a Musselburg, a oriente di Edimburgo, sono state rinvenute delle iscrizioni. Notevole è un vaso di bronzo che è venuto alla luce a Vestmanland. Esso porta l'iscrizione: Apolloni Granno donum Ammilius Constans, praef. templi. ipsius..
Che questo Grannus fosse anche un dio guaritore, risulta da una informazione desunta da Cassio Dione, la quale attesta che Caracalla non poté trovare alcuna guarigione nè presso Apollo Grannus, né presso Asclepio e Serapide. Talvolta viene associato ad una dea Sirona o Dirona, che era venerata in particolar modo nella regione della Mosella superiore, però anche in altri luoghi.
Si è cercato di collegare la parola Grannus con l'irlandese grian "sole". La forma però non corrisponde: questa etimologia rimane pertanto incerta se si interpreta grian da una radice *guhrena, allora ci si può ricollegare alla radice indoeuropea *guher "bollente, caldo" , che è presente anche nell'irlandese fo-geir "riscaldato". Ma allora il termine Grannus non sarebbe da collegare di certo con il Sole, ma molto + con le sorgenti termali; il nome allora si situerebbe accanto a Borvo. L'interpretazione che sulla base di odierni usi popolari in Alvernia lo definisce quale Dio della fecondità, è pure da respingersi; si è spesso esagerato in forma indebita il ruolo delle divinità della vegetazione.

BELENOS
Questo Dio fu venerato in una zona ristretta. Tertulliano osserva che ogni provincia aveva il proprio Dio, per es Belenus presso i Norici.. Erodiano, che visse nello stesso periodo, racconta che soprattutto ad Aquileia godesse di grande stima il Dio Belen, che là veniva fatto passare per Apollo. Anche le iscrizioni confermano che egli ha avuto i suoi adoratori nei paesi alpini orientali. Ma non soltanto là: alcune iscrizioni sono state rinvenute anche nell'Italia settentrionale, e perfino nella Gallia meridionale. Sorprendente è l'informazione di Ausonio secondo cui a Bordeaux ci sarebbe stato un santuario di Belenos, però l'erudito retore avrà certamente introdotto, a questo punto, un nome straniero che suonasse un pò esotico. Il culto di Belenos sembra aver prevalso in modo particolare presso i Salii; mi pare pertanto molto discutibile che dei toponimi quali Beaune possano dimostrare che esso sia stato venerato in tutta la Gallia.
La limitazione ad una zona situata intorno alle Alpi ha fatto sorgere l'idea che Belenos, in effetti, sia stato una divinità ligure. Ciò non può essere in alcun modo probabile; del resto il Norico non è mai stato abitato dai Liguri. Perciò non v'è alcun motivo di dubitare del suo carattere celtico. Il nome può essere chiarito in modo soddisfacente partendo dal celtico. Si può ricordare l'irlandese Beltene, l'antico nome della festa di Maggio. L'elemento Bel si può situare nella radice indoeuropea +guel "splendere". Ciò però ci conduce ad un Dio solare che può essere identificato con Apollo.
Vediamo qui un esempio di come un teonimo romano poté essere adoperato per identificazioni totalmente diverse. Proprio perchè Apollo era tanto un Dio solare quanto un Dio guaritore, l'interpretatio romana ha scelto in ambedue i casi lo stesso nome. Non si può eliminare la difficoltà, concludendo che l'Apollo gallico sia stato anche un Dio della luce. Le fonti ci presentano soprattutto un Dio guaritore. Nel Norico e ad Aquileia si sentì però l'esigenza di designare col nome di Apollo anche un Dio che sarà stato associato al culto del Sole.