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Visualizza Versione Completa : Il pantheon celtico - Cernunno



Mjollnir
20-10-03, 15:44
anche Cernunnus, Carnunnus

La traduzione del suo nome è "Il Dio Cornuto" da cernos=corna. Secondo alcuni studiosi questo è un soprannome dato al Dio in modo da non pronunciare il suo vero nome così da non attrarre la sua attenzione ( benigna o maligna che sia ) nel momento non appropriato. Il più delle volte viene associato al cervo maschio, all'ariete o caprone e ad una creatura con il corpo da serpente e la testa da ariete ( simbolo fallico ). Egli è il signore degli animali selvaggi, della fertilità, della salute, dell'abbondanza, della rigenerazione della vita, del sottomondo ( gli inferi ) ed è considerato il Primo Sciamano. Proprio a causa della sua connessione con il cervo e il viaggio sciamanico pare sia strettamente legato all'utilizzo sacro dell'Amanita Muscaria di cui lui è il detentore dei segreti. Il "Dio Cornuto" è una divinità strettamente legata al ciclo naturale delle stagioni, infatti egli nasce al solstizio d'inverno, muore al solstizio d'estate per poi rinascere l'anno successivo. Nelle tradizioni successive si possono ancora rintracciare tracce del suo culto nella "Caccia Selvaggia" di cui si dice egli sia il capo ( in mertio alla "caccia selvaggia", alle processioni degli spiriti e all'esercito dei morti ved. il testo di Carl Ginzburg "Storia Notturna" in cui vi è un abbondate ed esauriente sezione dedicata all'argomento ). E' da notare che la "Caccia Selvaggia" si scatenava sulla terra durante i mesi invernali, quando il Dio dimorava nel sottomondo. Anche il Dio nordico Wotan viene in molte leggende messo a capo della caccia o dell'esercito dei morti. Abbiamo sue raffigurazioni risalenti al Paleolitico ritrovate in alcune grotte in Francia e la sua rappresentazione più famosa sopra il calderone di Gundestrup ove è rappresentato come un uomo con corna da cervo attorniato da molti animali selvaggi. E' seduto con le gambe incrociate ( posizione meditativa ), regge con la mano sinistra un serpente e con la destra un Torc. É una delle divinità in assoluto più antiche e complesse del pantheon celtico, anzi la sua stessa celticità è messa in dubbio da vari studiosi.

Mjollnir
20-10-03, 15:46
http://www.djames.demon.co.uk/celtic/cernunno.gif http://www.banyen.com/IMAGES/CERNUNNO.JPG

Mjollnir
22-10-03, 19:45
tratto da : J. De Vries, La religione celtica. Jaca Book, Milano, 1982. Cap. 2, § d - Cernunno


Sull’altare di Parigi è rappresentata una figura divina; essa è seduta nella cosiddetta posizione di Budda con le gambe incrociate; sul capo porta delle corna di cervo. L’immagine porta incisa un’iscrizione (C)ernunnos/Castor (Pollux) Smert(vll)o(s). Ci sono ulteriori rappresentazioni di questa divinità, ma solo nell’altare parigino viene fatta menzione del nome. Nei monumenti di Autun e Sommerecourt questo Dio tiene in mano una ciotola verso cui si allungano 2 serpenti. Sul bassorilievo di Reims vediamo un grosso sacco da cui scaturisce una fiumana, apparentemente di monete; alla stessa sembrano bere un cervo e un toro. Talvolta Cernunnos presenta delle caratteristiche che lo assimilano a Mercurio.
Questi monumenti si trovano principalmente nella Galllia orientale a nord del Giura: quelli di + antica data provengono dall’epoca di Tiberio, I sec a.C. Si è creduto che questi monumenti in pietra calcarea risalgano ad una forma di scultura allora fiorente a Parigi.
Si deve però considerare che il dio cornuto si trova anche sul calderone di Gundestrup. Pure qui è raffigurato nella posizione del Budda ed è inoltre attorniato da 4 animali. Finora si è quasi sempre ammesso che il caldaio sia un’opera celtica originaria di qualche località situata nella zona orientale del Danubio; Drexel l’ha assegnata agli Scordisci, nella parte inferiore del Danubio. Negli ultimi anni, però – e proprio a causa dell’immagine di Cernunnos – l’opinione degli studiosi è mutata: ora si preferisce pensare alla Gallia orientale come regione di origine del caldaio. Lo confermano anche i collegamenti con le maschere di bronzo rinvenute nella Gallia nordorientale (Compiegne, Danicourt, Evreux) che si crede di riuscire a dimostrare. Però in questo caso il caldaio sarebbe un’opera del III/IV sec d.C.
Noi abbiamo dunque la possibilità di circoscrivere ad un territorio relativamente ristretto il culto del Dio Cernunnos. Si trovano tuttavia delle raffigurazioni simili molto al di fuori di questo territorio. In primo luogo bisogna richiamare l’attenzione sui disegni rupestri della Val Camonica ; questi però vengono datati in un’epoca antecendente il IV sec a.C.; essi raffigurano il Dio dalle corna di cervo ed un collare, esattamente come sull’altare parigino. Perciò Altheim nomina questo disegno rupestre come la + antica testimonianza di Cernunnos. Ricordiamo inoltre delle figure analoghe nel neolitico francese. Nella grotta di Les Trois Freres presso Montesquieu-Avantes v’è una figura intagliata nel legno semidipinta, mezzo uomo e mezzo bestia con grandi corna di cervo. Abitualmente in questo contesto si pensa ad un rito magico per la caccia: il cacciatore si è tramutato nell’animale per mezzo delle corna ed ora compie delle danze con l’intento di procurarsi una ricca preda di caccia. Però il motivo delle corna di cervo compare anche nella cultura scitica; esso è diffuso in maniera particolarmente accentuata nella parte orientale della pianura euro-asiatica. In un gruppo di tombe nella provincia cinese dello Hunan si rinvennero alcune figure lignee di uomini e di animali tutte provviste di corna di cervo. Inoltre in questo contesto può essere fatto riferimento ai singolari ornamenti a forma di corona posti sulle teste dei cavalli che sono stati riportati alla luce in un tumulo presso Pazirik nell’Altai orientalee che risalgono al V secolo a.C.
Parecchie raffigurazioni sul caldaio di Gundestrup presentano dei motivi che appaiono fortemente orientali; Vendryes pensò perfino che gli artisti celti dovessero aver avuto dei modelli che – in ultima analisi – provenivano dall’India. Ciò non sembra del tutto impossibile qualora quest’oggetto possa essere datato tanto tardi, vale a dire nel III o IV secolo. Però bisogna osservare che in questo modo non si dovrebbe assolutamente far risalire immediatamente all’oriente una figura come Cernunnos; si potrebbe piuttosto immaginare che esso appartenga ad un antichissimo substrato che si è diffuso dall’Europa occidentale fino alla Cina.

Il nome Cernunnos, comunque, è prettamente celtico. L’affermazione che il nome indichi il “cornuto” fu respinta già da Windisch, perchè corno in celtico non suonava cerno, ma carno. Da allora l’intepretazione oscilla. Weissberger pensa ad un termine cern, “angolo, punta sporgente”, e si domanda se il nome non si possa intepretare pressappoco come “4 punte”. Cernunnos però viene anche indicato come colui che ha la sommità come un cervo. Comunque sia, il nome è abbastanza trasparente; che sia anche particolamente antico ?
Le intepretazioni, come di solito, si contraddicono a vicenda. Ci pare poco probabile oggi voler derivare Cernunnos da un antico totemismo o voler eventualmente scorgere in lui un antico dio-cervo. Si deve stabilire cosa significasse di per sé il simbolo del corno. Se lo si considera una immagine della forza – perchè il cervo si difende con le sue corna – allora si può obiettare che tutti gli Dèi in genere sono degli esseri potenti. Bisogna piuttosto pensare che il cervo perde le corna in autunno e che esse ricrescono ancora + grandi in primavera; ciò potrebbe alludere al motivo del ringiovanimento. Esistono anche dei segni che fanno pensare alla fecondità e specialmente alla ricchezza; già il bassorilievo di Reims con il sacco, da cui sgorgano a torrenti delle monete, è una conferma in questo senso. Vi si aggiunge un rilievo a Differdange con una testa di cervo che sputa monete d’oro.
Ricapitolando vorrei esternare, in primo luogo, il mio convincimento che divinità simili, con attributi animaleschi, non danno proprio l’impressione di essere indogermaniche. Vorrei pertanto attribuirle alla popolazione originaria della Gallia le cui rappresentazioni religiose proprio primitive sono probabilmente emerse in maniera + ragguardevole nei secoli d.C. La figura mezzo uomo e mezzo bestia proveniente dall’età neolitica è un importante argomento per suffragare questa supposizione. Io parlai già di magia propiziatoria per la caccia: le danze con maschere animalesche dovrebbero aver avuto come scopo quello di mantenere una grande quantità di selvaggina. Gli animali dovevano moltiplicarsi affinché la caccia risultasse vantaggiosa. Dopo che la popolazione passò all’agricoltura, l’antico simbolo del cervo assunse un diverso significato; esso non stava + in rapporto con la moltiplicazione della selvaggina, ma caratterizzava una forza che garantiva un ricco raccolto agricolo. Nella Gallia romana notiamo inoltre come in una popolazione sempre + urbanizzata emergano nuove esigenze. La ricchezza non è + costituita in primo luogo da un raccolto abbondante: dal sacco del Dio ora rotolano fuori delle monete, e se il cervo e il toro sembrano saziarsene, noi ci sentiamo di colpo trasportati dal mondo primitivo dell’età della pietra in un altro mondo, in cui fioriva il commercio del denaro. Le raffigurazioni con la ciotola verso cui si dirigono 2 serpenti, appartengono sicuramente ad una analoga simbologia. I serpenti dispongono, come animali del mondo dei morti, di tesori che giacciono nel sottosuolo: ci si può immaginare che li trasportino in superficie e li riversino nella tazza che in questo modo diviene un vaso dell’abbondanza. Non vorrei pensare a dei presunti rapporti del dio-cervo con il mondo dei morti.

Mjollnir
22-10-03, 23:03
http://utenti.lycos.it/quirinus753/immagini/cernunnochiama.gif