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Vassilij
25-07-02, 12:21
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gif

Quali sono gli orientamenti ideali e reali del Pri oggidì?

Conosco la sua storia, dalle idee mazziniane quali l'unione di capitale e lavoro, all'immediato dopoguerra come partito anticapitalista laico, agli anni sessanta, avvicinamento al centrosinistra e idea di partito modernizzatore, serio, affidabile, stile "socialdemocrazie nordiche"...fino agli ultimi sviluppi nel post-Spadolini, Alleanza democratica, MRE etc.......tuttavia, ultimamente "vi ho perso un pò di vista"...per cui avrei piacere di conoscere in sintesi come e cosa si propone il Pri oggi, quali le linee ideali e i principi ritenuti ancora "buoni", la sua identità insomma...dalla voce di chi repubblicano è .... (ho visto il sito e letto molti interventi però necessiterei di una "sintesi")..cosa farebbe il Pri se domani avesse il 51% dei voti? Quale idea di società?

grazie a chi mi risponderà...:)

kid
25-07-02, 12:30
Dittatura garibaldina, monumenti a Nino Bixio Saffi e Mazzini, soppressione del Vaticano, e si riprende la Dalmazia e Nizza dopo aver ricostituito le camice rosse.
Sotto l'1 per cento invece si annaspa peggio dei russi a Stalingrado! Comunque poi ti rispondo magari con più calma, intanto possono farlo gli amici.

Garibaldi
25-07-02, 13:46
La prima cosa che farei sarebbe quella di rivoluzionare la scuola pubblica improntando tutto sulla creazione di una cultura del "cittadino" per creare dei futuri buoni repubblicani socievoli ed umani disposti a vivere per il bene comune!!!!!!!!e poi capitale e azione nele stesse mani!!!!!!!!!butterei all'aria il capitalismo di frontiera di quelli che intascano i profitti e ci fanno pagare le perdite!!!!!
Ma la cooperazione senza una mentalita' sociale da vero repubblicano e d avero cittadino sarebbe impossibile da attuarsi!!!!!!!!!quindi prima di tutto scuola, educazione, ancora scuola ed ancora tanta, ma tanta educazione delle masse!!!!

la_pergola2000
25-07-02, 14:20
insegnerei ad insegnare.

Il PRI non si avvicinò al centrosinistra, ne fu un fondatore, per attirare nell'area della maggioranza il PSI di Nenni che si era attardato nell'alleanza con il PCI togliattiano di obbedienza sovietica.
Ne soffrì in dirigenti ed elettori, cioè si sacrificò per il bene comune dell'Italia. tanto è vero che alle elezioni politiche del '63 tocco il più basso livello di elettorato della sua storia.
Da quella felice intuizione ne scaturì un PRI nuovo e sempre aperto alle istanze della società.
Come avrai visto molti in questi ultimi anni si sono avvicinati al centrosinistra, quelli con più organizzazione tentarono di inglobarci, e infatti alcuni nostri dirigenti, visto che il bipolarismo comportava una perdita di posti per i partiti piccoli, fuoriuscirono per cercare collocazione in altri partiti più grossi.
Quelli non erano repubblicani, ma semplici impiegati che come tutti i dipendenti chiedevano un trasferimento verso un nuovo posto più remunerativo. ora speriamo, senza illuderci, che ci sia un'altra funzione per il PRI, la terza forza non terza via, che aveva elaborato Spadolini ci stà tutta nell'attuale bipolarismo.
Aspettando quel proporzionale che non sappiamo se verrà mai fuori dall'attuale parlamento.
Speriamo che la tua richiesta non sia stata una provocazione, perciò ti invito al prossimo congresso del PRI che si terrà il 26/27/28 ottobre in una città del centro Italia, spero. così potrai toccare con mano che cosa è il PRI oggi.
Fammi sapere se hai fatto altre domande ad altri partiti.
Ciao.

Vassilij
25-07-02, 14:50
Mi dà tanto l'idea che tu sia un pò prevenutello. Pazienza.
Chiedevo informazioni perchè mi interessa conoscere gli orientamenti attuali del Partito, di quel partito che la mia famiglia, anche se solo per parte paterna ha molto sostenuto nel passato. Mi interessa conoscere quale visione della politica e della società accomuna i repubblicani di oggi, dacchè di quelli del passato si legge sui libri di storia e di quelli del presente nulla si sa, dato l'ostracismo dei mezzi di informazione.
Le domande,se permetti, le faccio ai partiti per i quali nutro un certo interesse, e dei quali comunque so poco, non a quelli circa i quali conosco più cose degli stessi militanti. Comunque scusa se ho disturbato (anche se non mi hai risposto).

ps

i primi esperimenti di governo di centro-sinistra furono senza il pri. Secondo Governo fanfani, 1958, dc-psdi. Poi due governi monocolore, poi il quarto fanfani con dc-psdi-pri. Tralasciando le esperienze postbelliche,in relazione a quanto dicevo,ovviamente.

kid
25-07-02, 15:19
vedo di rispondere a Vassily. Ovviamente il nostro problema politico, i nostri ideali, la possibilità di realizzarli sono relativi alle nostre forze e vanno commisurate con esse. Per questo allo stato attuale delle cose, credo che il pri possa solo essere una riserva democratica, considerando che è questa la nostra tradizione e che essa comporta un patrimonio piuttosto esclusivo. Su cosa essa possa esercitarsi effettivamente è il tema principale del nostro impegno per presente e per il futuro e devo dire che Garibaldi, a spada sguainata, come suo solito, ha centrato quello che è a mio avviso, l'aspetto di maggiore rivelanza e cioè il funzionamento del sistema capitalistico. Noi siamo una forza politica profondamente radicata a questo tipo di sistema, lo conosciamo a fondo e non lo demonizziamo. Ciò ci ha consentito di valutarne i difetti e di cercare di correggerli, perchè sappiamo che esso è un motore indispensabile per gli obiettivi di benessere della società e dei suoi cittadini, ma che non va lasciato a se stesso. Il nostro compito è dunque quello di porre dei freni e delle regole certe al capitalismo per arginarne la deriva distruttiva dell'anima che lo pervade, quella della avidità. Sotto questo profilo abbiamo perseguito per anni la politica dei redditi e della concertazione. Nello stesso tempo abbiamo anche individiduato la necessità che non fosse lo Stato e la spesa dello stesso a pesare sulla struttura del Paese, limitandone le possibilità di sviluppo e di libera iniziativa privata. Per questo abbiamo perseguito unA istanza riformista, prima con il centrosinistra a cui siamo stati a fianco fino a quando la maggioranza del nostro partito ha ritenuto che questa formula politica perseguisse un obiettivo di riforme economiche e l'abbiamo lasciato, quando abbiamo ritenuto che tale compito fosse impossibile per chi pure lo aveva promosso. Questa scelta ovviamente ha aperto una crisi nel partito, perchè ci sono amici che ritengono comunque la nostra collocazione politica in maniera naturale ed imprescindibile dalla formula di centrosinistra, anche se il centrosinistra storico, al quale noi abbiamo collaborato in maniera dirimente si è spalmato, per così dire, sui due fronti della barricata e, ad occhio e croce è più di qua che di là, come a mio modo di vedere testimonia la scelta di Cisl e Uil sul patto del lavoro. Ma a parte i temi economici, nel partito si sono fronteggiate posizioni keynesiane o più liberiste a secondo dei momenti congiunturali, un caposaldo imprescindibile è stata la scelta di politica internazionale, che vede il pri come partito atlantico per eccellenza ed è solo in questa prospettiva che esso può anche avallare un ideale europeista. Sotto questo profilo, ho visto molto difficile il rapporto con l'Ulivo e mi trovo meglio con un presidente del Consiglio che non esita a ricordare il nostro legame con la libertà ottenuta grazie all'intervento statunitense durante e dopo la seconda guerra. In ogni caso, quello che vorrei rimarcare dello spirito repubblicano, che non vada mai perso, è un atteggiamento di diffidenza e di critica nei confronti del potere costituito quale che sia, perchè dei regimi si pagano più i difetti che i pregi ed un ruolo in questo senso va sempre svolto. anche perchè noi siamo tradizionalmente e convintamente una forza di minoranza che significa, proposta e movimento. Ovvio, però, e lo ribadisco che mai avessimo il 50,1% dei consensi, dittatura garibaldina, irredentismo, distruzione delle chiese e soppressione della Santa sede, invasione della Savoia e contingente armato a presidio di Gerusalemme. Vedo bene anche periodi di addestramento ricorrenti con i marins statunitensi, ai quali delegherei con me, ovviamente, i carrarini ed i forlivesi.

nuvolarossa
25-07-02, 17:50
Un saggio penetrante e conciso di Silvio Pozzani dedicato al profeta repubblicano

Gli ultimi giorni di Mazzini

C’è qualcosa di ingenuamente patetico nell’avventura siciliana di Giuseppe Mazzini dell’agosto 1870. Convinto che l’isola sia sul punto di insorgere, si imbarca, sotto falso nome, per raggiungerla, ma, arrivato a Palermo, non riesce neppure a mettere piede a terra: la polizia, avvertita dalla solita soffiata, entra subito in azione. Arrestato e trasferito su di un’altra nave, finisce ancora una volta in prigione, a Gaeta, proprio là dove Francesco di Borbone aveva combattuto l’ultima battaglia contro i Savoia. Mazzini ha sessantacinque anni e il governo ne tiene conto. Lo trattano con riguardo, mettendogli a disposizione tre stanze con vista sul mare e lui passa le giornate leggendo, conversando e soprattutto scrivendo lettere. Da questo punto di vista, non è secondo a nessuno, tanto che ci sono voluti una novantina di volumi per raccogliere le circa 40mila missive scritte nel corso della sua vita.
Il 14 ottobre, viene rilasciato. Il re, in occasione della presa di Roma, concede un'amnistia ai detenuti politici. Mazzini, che non gode di buone condizioni di salute, ha davanti a se ancora un paio d’anni di vita. Li trascorre vagando di città in città e tessendo, come sempre, la tela delle cospirazioni, in attesa di quell’insurrezione decisiva che non arriverà mai. Muore, nel marzo del 1872 a Pisa, da esule in patria, sotto falso nome: George Brown, commerciante ebreo con passaporto inglese. Ma a Genova, per i funerali, accorrono decine di migliaia di persone e le esequie si trasformano in una manifestazione imponente.
Al Mazzini del biennio 1870-1872, ha dedicato un conciso e penetrante studio Silvio Pozzani. Si tratta di un lavoro (« Cospirazione e insurrezione nell’ultima corrispondenza di Giuseppe Mazzini. 1870-1872 »); che attraverso un’analisi delle lettere scritte in quel periodo, ci restituisce l’immagine di un personaggio tormentato. Con un attivismo febbrile, Mazzini spende infatti le sue ultime energie nel vano tentativo di realizzare quei progetti politici a cui aveva dedicato tutta la sua esistenza.
Deluso per quanto successo a Roma, sottratta al papa ma «profanata» dai Savoia, è convinto che proprio dalla Città Eterna possa partire quell’imminente rivoluzione in cui continua a credere. Se non sarà Roma, sarà Genova, o la Sicilia, o l’Italia centrale: prima o poi si accenderà la scintilla che diventerà un incendio. Gli uomini pronti alla lotta non mancano: nelle sue lettere, egli non parla solo dei seguaci di Garibaldi, ma anche dell’esercito e della marina regi, dove, secondo lui, sono in molti ad attendere il momento giusto per insorgere.
L’Italia democratica e repubblicana prenderà il posto di quella che ha tradito le speranze del Risorgimento, è solo questione di tempo. Anche se poi non mancano, in altre lettere, i toni sfiduciati, con la delusione che subentra alle illusioni. Missive in cui si parla di un’Italia che dorme o che si è assopita, in cui egli non si può riconoscere: « oggi mi sento talora più esule in Italia che fuori ». Ma alla fine sono le speranze a prevalere. Non lo dimostrano solo alcune affermazioni (« L’Italia è oggi assopita: ma sorgeranno un dì o l’altro inaspettate cagioni di agitazione »), ma anche e soprattutto il suo impegno inesausto.
Si può dire che ognuna di queste lettere ne porti la traccia. Con i suoi seguaci, Mazzini è prodigo di consigli, di direttive, di ammonimenti. Li esorta al segreto, all’azione propagandistica, a preparare le armi. Solo quando il giorno prima di morire, scrive, quasi scusandosi, di aver dovuto limitare il suo impegno organizzativo a causa della « impossibilità fisica di andare innanzi come prima ». Sono le parole di un uomo che, fino all’ultimo, vive la politica come una fede e che conclude la sua esistenza in piena armonia con gli ideali a cui l’aveva dedicata.

Emanuele Luciani

Colombo da Priverno
25-07-02, 18:10
Dittatura garibaldina, monumenti a Nino Bixio Saffi e Mazzini, soppressione del Vaticano, e si riprende la Dalmazia e Nizza dopo aver ricostituito le camice rosse. Sotto l'1 per cento invece si annaspa peggio dei russi a Stalingrado! Comunque poi ti rispondo magari con più calma, intanto possono farlo gli amici.

Non arrabbiatevi, ma spero che, se questo è il programma, il Pri rimanga sotto l'1 % !
:D

nuvolarossa
25-07-02, 21:08
Costituzione della
Repubblica Romana
1849

9 FEBBRAIO - Sotto il triumvirato GIUSEPPE MAZZINI - CARLO ARMELLINI e AURELIO SAFFI, è proclamata la Repubblica Romana. La decisione è adottata con 118 voti a favore e 26 contrari.
15 FEBBRAIO è costituito il nuovo ministero presieduto da CARLO EMANUELE MUZZARELLI
1 LUGLIO - L'Assemblea Costituente di Roma dichiara decaduto il governo temporale del papa, accordando al pontefice le necessarie "guarentigie" per l'esercizio del potere spirituale e promulga la nuova costituzione.

PRINCIPI FONDAMENTALI

ART 1 - La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.

ART 2 - II regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o di casta.

ART 3 - La Repubblica con le leggi e con le istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.

ART 4 - La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli, rispetta ogni nazionalità, propugna l’italianità.

ART 5 - I Municipi hanno tutti uguali diritti. La loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello stato.

ART 6 - La più equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia con l’interesse politico dello stato, è la norma del riparto territoriale della Repubblica.

ART 7 - Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.

ART 8 - Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale.

TITOLO I

DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI

ART 1 - Sono cittadini della Repubblica:
– gli originari della Repubblica;
– coloro che hanno acquistato la cittadinanza per effetto delle leggi precedenti;
– gli italiani col domicilio di sei mesi;
– gli stranieri col domicilio di dieci anni;
– i naturalizzati con decreto del potere legislativo.

ART 2 - Si perde la cittadinanza:
– per naturalizzazione o per dimora in paese straniero con animo di non più tornare;
– per l’abbandono della patria in caso di guerra, o quando è dichiarata in pericolo;
– per accettazione di titoli conferiti dallo straniero;
– per accettazione di gradi o cariche e per servizio militare presso lo straniero, senza autorizzazione del Governo della Repubblica; l’autorizzazione è sempre presunta quando si combatte per la libertà di un popolo;
– per condanna giudiziale.

ART 3 - Le persone e le proprietà sono inviolabili.

ART 4 - Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato di giudici; né essere distolto dai suoi giudici naturali. Nessuna corte o commissione eccezionale può istituirsi sotto qualsivoglia titolo o nome. Nessuno può essere carcerato per debiti.

ART 5 - Le pene di morte o di confisca sono proscritte.

ART 6 - Il domicilio è sacro; non è permesso entrarvi che nei casi e nei modi determinati dalla legge.

ART 7 - La manifestazione del pensiero è libera; la legge ne punisce l’abuso senza alcuna censura preventiva.

ART 8 - L’insegnamento è libero. Le condizioni di moralità e capacità, per chi intende professarlo, sono determinate dalla legge.

ART 9 - Il segreto delle lettere è inviolabile.

ART 10 - Il diritto di petizione può esercitarsi individualmente o collettivamente.

ART 11 - L’associazione senza armi e senza scopo di delitto è libera.

ART 12 - Tutti i cittadini appartengono alla Guardia Nazionale nei modi e con le eccezioni fissate dalla legge.

ART 13 - Nessuno può essere costretto a perdere la proprietà delle cose, se non per causa pubblica, previa giusta indennità.

ART 14 - La legge determina le spese della Repubblica e il modo di contribuirvi. Nessuna tassa può essere imposta se non per legge, ne percetta per tempo maggiore di quello dalla legge determinato.

TITOLO II

DELL’ ORDINAMENTO POLITICO

ART 15 - Ogni potere viene dal popolo. Si esercita dall’Assemblea, dal Consolato, dall’Ordine Giudiziario.

TITOLO III DELL’ ASSEMBLEA

ART 16 - L’Assemblea è costituita dai rappresentanti del popolo.

ART 17 - Ogni cittadino, che gode i diritti civili e politici, a 21 anni è elettore, a 25 è eleggibile.

ART 18 - Non può essere rappresentante del popolo un pubblico funzionario nominato dai consoli o dai ministri.

ART 19 - Il numero dei rappresentanti è determinato in proporzione di uno ogni ventimila abitanti.

ART 20 - I comizi generali si radunano ogni 3 anni, il 21 Aprile. Il popolo vi elegge i suoi rappresentanti con voto universale, diretto e pubblico.

ART 21 - L’Assemblea si riunisce il 15 Maggio successivamente alla elezione. Si rinnova ogni 3 anni.

ART 22 - L’Assemblea si riunisce in Roma, ove non determini altrimenti, e dispone della forza armata di cui crederà aver bisogno.

ART 23 - L’Assemblea è indissolubile e permanente, salvo il diritto di aggiornarsi per quel tempo che crederà. Nell’intervallo può essere convocata d’urgenza sull’invito del presidente coi segretari, di trenta membri, o del Consolato.

ART 24 - L’Assemblea non è legale se non riunisce la metà più uno dei rappresentanti. Il numero qualunque dei presenti decreta i provvedimenti per richiamare gli assenti.

ART 25 - Le sedute dell’Assemblea sono pubbliche. Può costituirsi in comitato segreto.

ART 26 - I rappresentanti del popolo sono inviolabili per le loro opinioni emesse nell’Assemblea, restando interdetta qualunque inquisizione.

ART 27 - Ogni arresto o inquisizione contro un rappresentante è vietato, senza il permesso dell’Assemblea, salvo il caso di delitto flagrante. Nel caso dell’arresto in flagranza di delitto, l’Assemblea, che ne sarà immediatamente informata, determina la continuazione o la cessazione del processo. Questa disposizione si applica nel caso in cui un cittadino carcerato sia nominato rappresentante.

ART 28 - Ciascun rappresentante del popolo riceve un indennizzo, cui non può rinunciare.

ART 29 - L’Assemblea ha il potere legislativo: decide della pace, della guerra, dei trattati.

ART 30 - La proposta sulle leggi appartiene ai rappresentanti del Consolato.

ART 31 - Nessuna proposta ha forza di legge, se non dopo adottata, con due deliberazioni prese all’intervallo non minore di otto giorni, salvo all’Assemblea abbreviarlo in caso d’urgenza.

ART 32 - Le leggi adottate dall’Assemblea vengono senza ritardo promulgate dal Consolato in nome di Dio e del Popolo. Se il Consolato indugia, il Presidente dell’Assemblea fa la promulgazione.

TITOLO IV

DEL CONSOLATO E DEL MINISTERO

ART 33 - Tre sono i consoli. Vengono nominati da11’Assemblea a maggioranza di due terzi di suffragi. Debbono essere cittadini della Repubblica, e dell’età di 30 anni compiuti.

ART 34 - L’ufficio dei Consoli dura tre anni. Ogni anno uno dei Consoli esce d’ufficio. Le prime due volte decide la sorte fra i primi tre eletti. Nessun console può essere rieletto se non dopo tre anni dacché uscì di carica.

ART 35 - Vi sono sette Ministri di nomina del Consolato; 1° degli Affari Interni; 2° degli Affari Esteri; 3° di Guerra e Marina; 4° di Finanza; 5° di Grazia e Giustizia; 6° di Agricoltura, Commercio, Industria e Lavori Pubblici; 7° del Culto, Istruzione Pubblica, Belle Arti e Beneficenza.

ART 36 - Ai Consoli sono commesse l’esecuzione delle leggi e le relazioni internazionali.

ART 37 - Ai Consoli spetta la nomina e la revocazione di quegli impieghi che la legge non riserva ad altra autorità; ma ogni nomina o revoca deve essere fatta in Consiglio dei Ministri.

ART 38 - Gli atti dei Consoli, finché non siano contrassegnati dal Ministro incaricato dell’esecuzione, restano senza effetto. Basta la sola firma dei Consili per la nomina e la revoca dei Ministri.

ART 39 - Ogni anno, ed a qualunque dell’Assemblea, i Consoli espongono lo stato degli affari della Repubblica.

ART 40 - I Ministri hanno il diritto di parlare all’Assemblea sugli affari che li riguardano.

ART 41 - I Consoli risiedono nel loco ove si convoca l’Assemblea, ne possono uscire dal territorio della Repubblica senza una risoluzione dell’Assemblea, sotto pena di decadenza.

ART 42 - Sono alloggiati a spese della Repubblica, e ciascuno riceve un appuntamento di scudi 3.600 all’anno.

ART 43 - I Consoli ed i Ministri sono responsabili.

ART 44 - I Consoli ed i Ministri possono essere posti in stato d’accusa dall’Assemblea su proposta di dieci rappresentanti. La domanda deve essere discussa come legge.

ART 45 - Ammessa l’accusa, il Console è sospeso dalle sue funzioni, se assolto, ritorna all’esercizio delle sue funzioni, se condannato, l’Assemblea passa a nuova elezione.

TITOLO V

DEL CONSIGLIO DI STATO

ART 46 - Vi è un Consiglio di Stato composto di quindici Consiglieri nominati dall’Assemblea.

ART 47 - Esso deve essere consultato dai Consoli e dai Ministri sulle leggi da proporsi, sui regolamenti e sulle ordinanze esecutive; può esserlo sulle relazioni politiche.

ART 48 - Esso emana quei regolamenti pei quali l’Assemblea gli ha dato una speciale delega. Le altre funzioni sono determinate da una legge particolare.

TITOLO VI

DEL POTERE GIUDIZIARIO

ART 49 - I Giudici nell’esercizio delle loro funzioni non dipendono da alcun altro potere dello Stato.

ART 50 - Nominati dai Consoli ed in Consiglio dei Ministri, sono inamovibili; non possono essere promossi, né traslocati che con proprio consenso, né sospesi, degradati o destituiti se non dopo regolare procedura e sentenza.

ART 51 - Per le contese civili vi è una magistratura di pace.

ART 52 - La giustizia è amministrata in nome del popolo, pubblicamente; ma il tribunale, a causa di moralità, può ordinare che la discussione sia fatta a porte chiuse.

ART 53 - Nelle cause criminali, al popolo appartiene il giudizio del fatto, ai tribunali l’applicazione della legge. La istituzione dei giudici del fatto è determinata da legge relativa.

ART 54 - Vi è un Pubblico Ministero presso i tribunali della Repubblica.

ART 55 - Un Tribunale supremo di giustizia giudica, senza che siavi luogo a gravame, i Consoli ed i Ministri messi in stato d’accusa. Il tribunale supremo si compone del presidente, di quattro giudici più anziani della cassazione, e di giudici del fatto tratti a sorte dalle liste annuali, tre per ciascuna provincia. L’Assemblea designa il magistrato che deve esercitare la funzione di Pubblico Ministero presso il Tribunale supremo. E’ d’uopo della maggioranza di due terzi di suffragi per la condanna.

TITOLO VII

DELLA FORZA PUBBLICA

ART 56 - L’ammontare della forza stipendiata di terra e di mare è determinato da una legge, e solo per una legge può essere aumentato o diminuito.

ART 57 - L’esercito si forma per arruolamento volontario e nel modo che la legge determina.

ART 58 - Nessuna truppa straniera può essere assoldata, né introdotta nel territorio della Repubblica, senza decreto dell’Assemblea.

ART 59 - I Generali sono nominati dall’Assemblea sulla proposta del Consolato.

ART 60 - La distribuzione dei corpi di linea e la forza delle interne guarnigioni sono determinate dall’Assemblea, né possono subire variazioni o traslocamento, anche momentaneo, senza il di lei consenso.

ART 61 - Nella Guardia Nazionale ogni grado è conferito per elezione.

ART 62 - Alla Guardia Nazionale è affidato principalmente il mantenimento dell’ordine interno e della Costituzione.

TITOLO VIII

DELLA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE

ART 63 - Qualunque riforma di costituzione può essere solo domandata nell’ultimo anno di legislatura da un terzo dei rappresentanti.

ART 64 - L’Assemblea delibera per due volte sulla domanda con l’intervallo di due mesi. Opinando l’Assemblea per la riforma alla maggioranza di due terzi, vengono convocati i comizi generali onde eleggere i rappresentanti per la Costituente, in ragione di uno ogni quindicimila abitanti.

ART 65 - L’Assemblea di revisione è ancora Assemblea Legislativa per tutto il tempo in cui siede, da non eccedere i tre mesi.

DISPOSIZIONI TRANSITORIE

ART 66 - Le operazioni della Costituente attuale saranno specialmente dirette alla formazione della legge elettorale e delle altre leggi organiche necessarie all’attuazione della Costituzione.

ART 67 - Con l’apertura dell’Assemblea Legislativa cessa il mandato della Costituente.

ART 68 - Le leggi e i regolamenti esistenti saranno in vigore in quanto non si oppongono alla Costituzione, e finché non saranno abrogati.

ART 69 - Tutti gli attuali impiegati hanno bisogno di conferma.


Il Presidente
G. GALLETTI

I Vice-Presidenti
A. SALICETI - E. ALLOCCATELLI

I Segretari
G. PENNACCHI - G. COCCHI
A. FABRETTI - A. ZAMBIANCHI

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tratto da
http://www.cronologia.it/storia/a1849b.htm

nuvolarossa
25-07-02, 21:20
Carissimo Lepanto,
e' ovvio che l'amico Calvin, nel rispondere al quesito iniziale posto da Vassilij, ha dato delle risposte secondo una visione pragmatica legata strettamente alle attuali forze del repubblicanesimo italiano che sono, aime', scarse e quotidianamente "accerchiate" da altre visioni del mondo, edonistiche e populiste rispetto alle nostre......e quindi piu' appetibili dalle masse popolari.

Ovviamente la parte paradossale della sua risposta era legata ad un modo "liberatorio" di intendere una realta' vista solo dietro la lente della fantasia e che difficilmente avra' modo di realizzarsi....stante il continuo dilagare di perdita di valori costante nella nostra societa'.

Piu' sopra ho editato la Costituzione della Repubblica Romana del 1849 per "dimostrarti" come i Repubblicani Italiani intesero veramente realizzare la socialita' ed il civismo delle genti e del popolo.......in quell'unica occasione che e' stata data loro dagli eventi storici.

Ebbene, se leggi la parte iniziale.......quella dei diritti fondamentali....vedrai che all'art.8 c'e' scritto....:Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale......credo che l'aver messo nella Costituzione Repubblicana una frase di questo genere sia stata la dimostrazione piu' evidente e provata della volonta' di dare la massima liberta' al popolo romano nell'esercizio delle proprie credenze salvifiche....

Spero con cio' di avere tranquilizzato i tuoi sonni che Calvin, imprudentemente, aveva turbato.

Un fraterno saluto.
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http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/index-12.html
NUVOLAROSSA website
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif

Vassilij
25-07-02, 21:52
Vi ringrazio molto..:)
ho anche letto con interesse alcuni post sul thread "Repubblicanesimo".

la_pergola2000
26-07-02, 11:28
Caro Vassilij
essere prevenuto non vuol dire essere antidemocratico, tutt'altro, tu sai meglio di me che nel web ci sono mille provocatori e mille hacker che continuamente, solo per perdere tempo, intervengono e dibattono senza un costrutto.
Comunque ti ringrazio della tua "pazienza" e siccome ti sei spiegato più diffusamente nel scondo intervento ti invito a leggere i miei interventi per il prossimo congresso che si terrà in ottobre e colgo l'occasione per rinnovarti l'invito a venire.
Avrai visto che la costituzione della repubblica romana ha in se qualcosa che va al di là della attualità, anche se è una costituzione che deriva dalla rivoluzione francese non ha in se le degradazioni sanguinarie della stessa.
Per informazione i governi Fanfani non erano di centrosinistra, ma pezzi di quadripartito, che non hanno preparato al centrosinistra, il quale è scaturito dalla elaborazione del congresso dei socialisti tedeschi nel 1959 a Bad Godesberg.
In Italia Ugo La Malfa, Lombardi ed altri elaborarono un progetto di inserimento del PSI nel governo e lo chiamarono di centrosinistra perchè conteneva nel programma alcune richieste del PSI stesso.
La risposta alla tua domanda specifica te la darò in seguito.

kid
26-07-02, 11:52
Considerando che il Pri nella sua storia non ha mai superato il 6% dei voti, per sue precise caratteristiche, io credo che anche se mai potesse avere un successo straordinario, non so dovuto a quali eccezionali circostanza di cui oggi non ci sono tracce particolari e significative, si potrebbe arrivare al più al 12% come nelle zone storiche dei momenti migliori, con punte massime del 18- 20%. Ma sono sogni. Per questo se raggiungessimo non il 51, come ha scritto Vassilij, ma il 50,01%, ripeto, furiosa dittatura garibaldina!

la_pergola2000
26-07-02, 15:04
Democrazia repubblicana : letture estive e "non"
Cari amici
il PRI non può mancare in un dibattito europeo ed italiano, in cui si vuole eliminare da parte di Blair, la stessa parola di socialdemocrazia, per trasformare l'esperienza socialdemocratica europea e portarla in una nuova tappa verso "la democrazia tout court.
Non a caso questi dibattiti, sia in europa che in Italia, avvengono subito dopo la sparizione del comunismo sia interno che internazionale, per cui hanno trovato un nuovo slancio e principalmente da parte del PCI, c'è stato un tentativo di cambiamento dapprima cambiando nome statuto, poi con la cosa due ha tentato di inglobare quante più esperienze possibili in Italia, fallendo miseramente ancora una volta.
La struttura monolitica del PCI è rimasta quasi intatta dentro ai ds, le politiche locali e nazionali , sono fatte alla maniera delle aquisizioni per conquista e non per convinzioni, quando sono stati al governo assieme a noi che davamo l'appoggio esterno, hanno governato ne più ne meno come i democristiani, dimenticando il riformismo, ma conquistando le strutture dello s tato a tutti i livelli, occupando di fatto ogni struttura possibile immaginabile.
Le acquisizioni anche da parte repubblicana, Passigli, Manzella, Bogi, De Carolis, non sono riuscite a interferire sui programmi dell'ulivo,lasciando da parte qualsiasi imput che venisse dall'area laica e riformista dell'alleanza.
C'erano stati degli inizi di cambiamento con Berlinguer, con la cosiddetta "terza via" che per il PCI di quella volta era una via equidistante fra il socialismo reale e le socialdemocrazie riformiste del Nord Europa.Craxi a sua volta passando da PROUDHOM pose l'accento sul libertarismo e volontarismo, per poi arrivare alla democrazia.
Percio si passò dalla "terza via" alla "terza forza" come disse Spadolini a Bobbio in un memorabile dibattito sulla Stampa, discussero principalmetne del partito di azione, che elaborò questa teoria nel 1944/45.
Perciò Bobbio identificava come terza forza i partiti "cerniera", i partiti ago della bilancia, cioè i partiti minori, non il partito socialista che avrebbe dovuto sostenere la seconda forza, la quale, secondo Bobbio, aveva il compito di non lasciar egemonizzare la classe operaia dal PCI.
Per cui si poteva trarre, come prima conclusione, che la terza forza poteva essere una fase tale da poter mettere in alternativa il partito di governo, la DC, perchè in quegli anni il cosiddetto bipartitismo imperfetto di fatto congelava ogni alternanza di governo nel paese.
Di fatto il paese non progediva, le riforme erano congelate.
Ora in Italia non essendoci più il paletto dell'"alternanza congelata", si dovrebbe esser più spediti nelle riforme, le nostre strutture statali, stanno diventando più che mai obsolete, la nostra struttura industriale, rischia la chiusura, quanto non la vendita alle multinazionali.
Amato e Rutelli di ritorno dal Buckingamshire, cominciano ad essere coscienti delle condizioni in cui si trova l'ulivo e dalle dichiarazioni dei dirigenti ds su Repubblica non si vede uno spiraglio di dialogo.
Non sono andati ad un incontro con Rutelli e Amato, cosa molto grave nel centrosinistra, cosa possono pensare i Bogi e i Passigli, ora, e Manzella compilatore del programma di governo di La Malfa cosa dice?
I DS dicono, perchè dobbiamo sentire Blair ventriloquo degli americani, noi le nostre elaborazioni poltiche le abbiamo fatte, i nostri passaggi verso le socialdemocrazie gli abbiamo fatti, il modello americano non ci interessa, anche se ci piace tutto
dell'America.
Per quello che riguarda il PRI, Spadolini nella "Italia dei laici", comprende un pò tutto il filone etnicamente italiano dei movimenti politici, dall'Unione Nazionale, a Salvatorelli, al filone azionista e come dice Spadolini filoni uniti in un unico gruppo che si potrebbe chiamare di "Democrazia repubblicana" con in più, non insieme, caro Lodici, il partito di Mazzini e di Cattaneo.
Mi ricordo che noi a Fano in quel periodo facemmo un manifesto, per illustrare la "terza forza" in cui quel movimento laico si riconosceva, il titolo era : "Tra i cattolici e i comunisti c'è il PRI" , se ho la possibilità di scannerizzarlo ve lo faccio vedere.
ora il ritardo di Blair, Rutelli e Amato, con l'opposizione conservatrice dei Ds, continuerebbe a pesare sul vero riformismo in Italia.
Per cui ancora una volta "La terza forza", non può che essere il PRI.
Chi potrebbe creare ancora una volta quella cerniera che potrebbe costruire la governabilità in questo paese? In futuro non ci saranno maggioranze bulgare come nelle ultime elezioni.
perciò si fà un invito agli amici di democrazia repubblicana, a mare sicilia , ai re, a tutti quelli che aderiscono in un qualche modo alla margherita di rendersi conto che con i Ds non ci si può discutere, abbiamo visto tutti che hanno perfino rifutato un incontro con Rutelli e Amato i LORO ritardi politici li faranno pagare ancora una volta a tutto il paese.
Per attuare questo programma il PRI ha bisogno di forze che siano un pò più grandi di quelle attuali, perciò si invitano tutti a lavorare in questo senso.

Ciao Vassilij

la_pergola2000
29-07-02, 20:03
Caro Vassilij
Anche oggi sui giornali si parla dei ds che non vogliono sentir parlare del "partito della democrazia" a margine dell'incontro nazionale dei dipietristi a Bellaria.tutte le cronache dicono ciò.
Addirittura Pecoraro Scanio con un brillante giro di parole mutuate dalla "gauche plurielle" sconfitta sonoramente in Francia propone un "Ulivo plurale" già sconfitto una volta in Italia.
Ora qualcuno mi tacci di propaganda come Alberich o Erasmus, queste sono le cose oggi sul tavolo.
I Ds si rifiutano ancora una volta di cancellarsi dalla sinistra, anche se per molti anzi per moltissimi la parola è diventata "sinistra".
Mi meraviglio di quelli che si autodefiniscono repubblicani, come Manzella, Bogi, Lodici, Passigli e altri, oserei dire molti dell' Ami, come possono sentirsi in quel raggruppamento che si dissocia ad ogni piè sospinto dal concetto di partito della democrazia, come sognava La Malfa, Spadolini ed altri nel passato.
Perchè a parole incensano Ugo La Malfa, autore della nota aggiuntiva, dell' "avvenire che ho voluto", citano Spadolini e dimenticano "l'Italia dei laici", " Il partito della democrazia" ecc.
Si fanno attirare contradditoriamente da sirene, perchè magari sono contro qualcuno e non sono riusciti a far digerire ai ds le tesi repubblicane e continuano a stare con loro, ma cosa osta rientrare all'interno del movimento repubblicano? cosa vuol dire oggi essere dii sinistra se la sinistra è fragorosamente all'indietro nel movimento di modernizzazione del paese? Cosa vuol dire essere di sinistra se non accettano neanche di discutere sulle proposte di Blair?
Cosa vuol dire essere di sinistra oggi accettare supinamente le tesi della socialdemocrazia non più nordica ma mediterranea?
Cosa vuol dire oggi terza via? Un ponte fra le socialdemocrazie europee e il partito dei democratici americani?
Intanto i democratici di Prodi e di Parisi sono stati già fatti fuori dalla margherita e dai ds.
Per cui il processo di ammodernamento di quell'area politica è lungo, esiste un'altra contraddizione oggi con quelli che si autodefiniscono comunisti come Rifondazione, che ad ogni piè sospinto vengono considerati alleati alle amministrative, ma alle politiche dove si gioca appunto il riformismo e il progresso del paese è tutta da vedere l'alleanza con Rifondazione.
Ciao e buona domenica.

pergola2000@yahoo.it

Anita
30-07-02, 07:53
A costoro manca l'umilta' del vero repubblicano.
L'umilta' che dovrebbe far lor dire:

"abbiamo sbagliato"
"ci siamo confusi con chi non ci meritava"
"non siamo riusciti a far germinare il seme nel terreno altrui"

E con questo riprendere a "dissodare" il terreno di casa propria, ritornando a lavorare per la costruzione del vero ed unico partito democratico della sinistra cioe' il Pri.

la_pergola2000
30-07-02, 14:01
Parafrasando una frase imprtante della nota scrittrice americana:


............ Se gli altri tradiscono il PRI non tradisce mai.


Ciao Anita.

la_pergola2000
30-07-02, 14:15
Continuo a risponderti su quello che i repubblicani oggi dibattono però tu non mi dai un segno che hai letto queste cose, comunque io continuo a spedirti le discussioni, spero che le leggerai, come vedi le risposte alle tue domande non sono semplici, ed anche le mie poche righe non sono esaurienti dei mille problemi che esistono oggi in l'Italia, perchè come tu ben saprai: Il PRI ama l'Italia e quindi è sempre, anche se piccolo, alla ricerca di una soluzione a qualsiasi problema di cui l'Italia è investita.

Consiglio nazionale
Speriamo che nel prossimo consiglio nazionale si possano gettare delle tracce di discussione per il congresso di ottobre sui vari temi sulle trasformazioni che l'Italia attende da anni.
Le varie prese di posizione, centrodestra - centrosinistra devono ormai cadere, la discussione deve essere ora solo sui programmi. Ma con quali strumenti strutturali si può procedere all'ammodernamento del paese?
Lasciando da parte le "vie" che si devono scegliere, a noi debbono interessare i programmi con cui si debba intrapprendere il rinnovamento.
Sono notizie degli ultimi giorni le socialdemocrazie cominciano a mostrare la corda, piano piano stà venendo avanti il "partito della Democrazia senza aggettivi" come diceva Spadolini, ancora ce ne sarà di strada da fare, i più progrediti sono fermi ancora alla Democrazia repubblicana.
Nel centrosinistra i ds non accettano le proposte di Blair e rimangono ingessati nelle polemiche con Cofferati.
Cofferati, come dicemmo nei numerosi interventi su di lui, rischia grosso nella sinistra, un dibattito in cui noi non dovremmo entrarci per niente.
Da qui si vede già la crisi in atto, da alcuni giorni si sono spenti i lumi sulle amministrative, c'era chi si attardava a spiegare lo 0.2 o lo 0.3, mentre un dibattito sull'alleanza di Bertinotti con l'Ulivo si è spento a poco a poco, lasciando intendere che per le politiche e per le Europee ognuno va per la sua strada.
La crisi nella cosiddetta sinistra e nel centrosinistra è evidente e salta agli occhi che tale notizia viene messa in sordina.
Per cui i repubblicani lasciando perdere ogni velleità di puro e semplice schieramento è ora che comincino a discutere sui quei temi a loro cari che sono lo sviluppo civile dell'Italia.
Ciao.


pergola2000@yahoo.it

la_pergola2000
30-07-02, 14:24
.............continua.

WELFARE
Questo è un problema molto più facile di come possa apparire agli occhi degli italiani che ogni giorno sono bombardati, riforma pensioni no, riforma pensioni si e così via.
Dobbiamo tener conto che la nostra società si è differenziata enormente in questi ultimi anni, per cui i lavoratori sono una vasta gamma di dipendenti ed ognuna con le proprie istanze le proprie organizzazioni, con cui si deve trattare, perfino le professioni liberali si sono moltiplicate, e si staccano dallo stato con le propie organizzazioni e il proprio Welfare, c'è anche l'impresa che vuol dire la sua in maniera molto più forte di una volta, sia la sinistra che la destra devono tener conto di tutte queste cose, la ridistribuzione del reddito non deve essere più pioggia come ai tempi elletorali del passato, anche l'ultimogoverno Amato ha levato i ticket sulla sanità poco prima delle elezioni dell'anno scorso, e da quest'anno si cominciano ad aver gli effetti negativi.
Lui che è stato l'autore della finanziaria del '92 da 90 mila miliardi che ha iniziato un circolo virtuoso per l'economia italiana, ora che è diventato ds, si è premurato di diventare demagogo, non vincendo peraltro le elezioni.
SE questa è propaganda?????
Bisogna perciò essere molto più coraggiosi e meno demagoghi, il PRI questo ce l'ha nel suo DNA e quindi non dovrebbe essere difficile discutere su questi temi.
ciao a tutti


pergola2000@yahoo.it

la_pergola2000
30-07-02, 14:28
Europa - sicurezza - Welfare
Questi potrebbero essere alcuni dei temi in cui il congresso potrebbe cimentarsi. Tento in poche righe di gettare qualche seme di discussione.


La tesi "+ Europa" potrebbe portare benissimo ad un interpretazione che in questi giorni, con l'euro in salita, fa pensare in grande a qualche europeista, in realtà l'Europa dovrebbe essere più flessibile, sia sul problema della clandestinità e "dell'emigrazione programmata", termine questo che dovrebbe entrare nella discussione su qualsiasi rapporto con il terzo e quarto mondo.
Gli interventi di questi giorni del Bossi sull'Europa sono puramente teorici, "+Europa" non riduce l'indipendenza nazionale, anzi ne nobilita le differenze .
L'Europa, come la vorrebbero alcuni, dovrebbe avere un sentimento antiamericano, questi giorni gioiscono pe la caduta del dollaro, non sapendo che in prima battuta l'euro ne avrebbe un forte effetto negativo.
L'Europa deve crescere con gli Stati Uniti, come nel passato, anzi ha bisogno degli Stati Uniti, come gli Stati Uniti hanno bisogno dell'Europa per mitigare il suo liberismo.


pergola2000@yahoo.it

la_pergola2000
30-07-02, 14:32
SICUREZZA
il problema della sicurezza è un vero problema, uno di quei problemi in cui il sentimento delle persone e dei popoli è più sentito e più profondo, perchè si coniuga con la paura, che è facilmente accompagnata dalla insicurezza.
E questa insicurezza potrebbe portare alla xenofobia, per poi arrivare al razzismo.
Il discriminante è sottilissimo, i partiti demagoghi e xenofobi, hanno e avranno buon gioco, ma per il PRI, da sempre portatore di valori di fratellanza universale, dovrebbe essere un tema su cui cimentarsi.
Una società multietnica come quella americana è riuscita a diventare la nazione più progredita del mondo, le cui ricchezze sono a disposizione dell'intera umanità, qualcuno potrebbe obbiettare, ma non negare, anche l'Italia si avvia con le decisoni del consiglio dei ministri di questi giorni ad aiutare parecchi paesi del terzo mondo.
Il PRI potrebbe portare in più la proposta di avviare alla democrazia quei popoli governati da dittatori sanguinari, nascita di nuove repubbliche alleate dell'Europa, come già in parte avviene con le ex colonie francesi e inglesi.


pergola2000@yahoo.it

la_pergola2000
30-07-02, 14:47
Come avrai letto ti ho inviato alcuni interventi che ho fatto il messe di giugno, dove invitavo i repubblicani del consiglio nazionale a discutere su vari temi, da inserire nel programma di discussioni per il prossimo congresso di ottobre. Spero di essere stato esauriente anche se nel web è difficile parlare di tutto e bisogna rispondere sulle generali.
Le mie proposte sono sintetiche, in guisa (?) di appunti, ma credo che possano essere indicative per dimostrare come si debba muovere il PRI, aggiungo un ultimo intervento sull'articolo di Giorgio La Malfa sul Corriere sui problemi che potrebbe portare un eccesso di capitalismo.
Per spiegarci, mitigare l'eccessivo liberismo, cosa che non è accettata dai repubblicani in quanto in economia sono liberaldemocratici.

Frenare il capitalismo
Giorgio La Malfa in una intervista sul Corriere di ieri, ha proposto di ragionare sul capitalismo prossimo venturo, frenandolo, perchè se si mette il turbo ad una economia l'aumento di velocità porterebbe ad un incontrollato sviluppo.
Parole coraggiose e profetiche.
Un argomento questo che potrà sicuramente animare il dibattito al prossimo congresso di ottobre.
Dopo il libro di Dahrendorff "Oltre la democrazia" il PRI potrebbe sicuramente gettare il seme per oltrepassare la democrazia come la conosciamo noi e andare verso un discorso di pacificazione universale,con la distribuzione del reddito in maniera globale da parte dei paesi ricchi.
Molti passi avanti deve fare la democrazia nel mondo, specialmente nei paesi del terzo e quarto mondo, e non è detto che le cosiddette "democrazie avanzate" non possano non rivedere il loro modello di sviluppo, non in senso negativo come lo vedono gli antiglobal, ma in senso positivo, tale che dovrebbe sempre produrre reddito altrimenti non si avrebbero mezzi per distribuirlo nel mondo.
A Galgary, dopo Genova, si è iniziato il discorso della distribuzione, ma secondo me accanto alla distribuzione e alla cancellazione del debito, bisognerebbe fare anche opera di avanzamento della democrazia in quei paesi del terzo e quarto mondo che potrebbero beneficiare di questi programmi.
Ecco questi potrebbero essere dei temi per il prossimo congresso.
Ciao a tutti.


Ciao Vassilij e fai sapere se condividi quete osservazioni.

la_pergola2000
06-08-02, 15:10
il vassilij non risponde prima fa domande - poi si ritrae - poi risponde impettito - poi ammutolisce - vuoi vedere che non era vassilij - vuoi vedere che ..........
Caro vassilij riprendi la tua identità di libero pensatore, in quanto libero dovresti rispondere, e se non rispondi vuol dire che non sei libero.
Se non rispondi vuol dire che non sei neanche cittadino del mondo, perchè cosa ci vai a fare nel mondo senza discutere e conoscere, il mondo non è solo la Tasmania, o l'isola di Wight, il mondo è anche il tuo vicino di casa, il tuo professore, il tuo barbiere, la tua vivacità deve essere confrontata altrimenti rimane velleitaria, e purtroppo rimarrai sempre bambino e non potrai mai crescere.

Ciao e buone vacanze.http://www.ossimoro.it/pics/faro.gif

nuvolarossa
06-08-02, 15:21
Caro La Pergola, ti prego, non essere sempre cosi' prevenuto nei confronti di chi scrive sulle nostre pagine.....probabilmente Vassilij non scrive solo per il fatto che se ne e' in vacanza chissa' dove...beato lui.
Uno che scrive oltre 600 messaggi (come Vassilij) non credo che abbia problemi a rispondere alle nostre divagazioni politiche.
Tra l'altro ho verificato che e' dal 27 luglio che non interviene su alcun Forum (circa dieci giorni)....quindi, secondo me, o e' in vacanza o gli si e' criccato il p.c.

la_pergola2000
07-08-02, 14:17
Grazie, non è prevenzione ma attenzione alle provocazioni.

nuvolarossa
15-09-03, 23:12
La Nota Politica
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Il Paese del parla-parla

Quando la ragione rischia di affondare per le troppe parole

L'Italia è diventata il Paese del "parla-parla". Nessuno riesce più a fare un ragionamento sui problemi e sulle soluzioni necessarie per farci uscire da una crisi che, per la verità, pervade tutta l'Europa.

Il "parla-parla" nel profondo Sud significa parlare di tutto sul niente o quasi.

Ieri abbiamo avuto il Presidente del Consiglio con le sue uscite davvero "spensierate" sul fascismo, poi l'ex ministro degli Esteri Lamberto Dini ci fa sapere che lo Stato d'Israele è uno Stato terrorista.

Su Telekom Serbia, il Senatore Calvi ci comunica che nessun politico è citato nelle carte pervenute dalla Svizzera, mentre gli Onorevoli Consolo e Taormina ci fanno sapere che vi è citato almeno il nome di un importante politico. Solo per citare i casi più eclatanti.

L'opposizione cosiddetta di sinistra sostiene, rispondendo a Berlusconi, che non si possono sabotare i fantasmi. Ma il cittadino, pur se attento lettore di giornali o ascoltatore di telegiornali, ci può capire qualcosa in un Paese dove si gareggia a chi le spara più grosse?

I repubblicani, che sono il partito della ragione, vogliono e debbono ragionare sui problemi senza inutili fragori. E non si dilettano a cogliere le occasioni per inserirsi nelle polemiche che il "parla-parla" moltiplica in questa stagione come le farfalle a primavera.

Malgrado la modestissima dimensione elettorale le loro ragioni le fanno valere, com'è dimostrato, nelle sedi appropriate dove molti dei loro suggerimenti vengono recepiti.

Lavorare per il bene del proprio Paese con coscienza, perseveranza e pazienza. E' questa la linea tracciata dalla nostra storia. Non è quella di ricercare la visibilità ad ogni costo. Essa verrà da sola al momento opportuno e siamo certi che sarà finalmente chiarificatrice anche della nostra "sofferta" collocazione nell'attuale confuso bipolarismo.

E nel nostro rapporto con Forza Italia dobbiamo prendere ad esempio ciò che Ugo La Malfa sosteneva il 30 giugno del 1954 a proposito del rapporto con la DC: "Non possiamo chiedere alla Dc di avere un esatto giudizio del problema democratico del nostro Paese. Ma se noi democratici laici, mostriamo per primi di non avere esatto giudizio e di non fare nulla per creare un giusto rapporto di forze, quello che oggi è evitabile non sarà evitabile domani".

Roma, 15 settembre 2002 (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
28-10-03, 23:40
Quali opportunità per il Pri/Raccogliere adesioni tra le nuove classi dirigenti

Rafforzare il partito della ragione e del buon senso

di Carlo Bassi

Cos'è il Pri oggi? E cosa dovrebbe e potrebbe essere? Chi sono i Repubblicani ?…E soprattutto come potremo dare una risposta nuova a tutti coloro, e sono tanti, che per cultura, etica , efficienza, senso di responsabilità sono repubblicani senza sapere di esserlo?

Da quando il Segretario Nazionale, Francesco Nucara, mi ha offerto la possibilità di impegnarmi per il partito questi sono gli interrogativi principali che mi sono posto.

Interrogativi che sono diventati ancor più impegnativi dopo aver iniziato ad incontrare alcuni amici e dirigenti del Pri a livello regionale.

In Puglia così come in Calabria e poi in Romagna ho visto un partito sicuramente vivo; ho incontrato passione vera e belle persone ma non ho mai sentito, nemmeno una volta, porsi questi interrogativi.

Eppure sono interrogativi vitali per il Pri. E' vitale capire se il Pri ha risposte utili per questa società o una parte di essa, se può rappresentare un riferimento per la classe dirigente di oggi e di domani , se può rappresentare un'alternativa, un indirizzo, una opportunità, una soluzione.

Certo non dimentico che per poter comunicare bisogna esistere ed essere visibili…Non dimentico che questo è ancora oggi il nostro grande problema. Ma è anche vero che sapere chi siamo, sapere quali risposte dare e soprattutto individuare a chi doverle dare, può servire ad essere più visibili, o quantomeno a farsi riconoscere.

Perché, come ho scritto prima, ci sono più repubblicani al di fuori dalle nostre sedi di partito e del Parlamento di quanto noi stessi abbiamo probabilmente percezione, di quanto ancora se ne può contare alle elezioni e soprattutto, di quanto essi stessi siano coscienti di esserlo.

E questa è una opportunità straordinaria che ci si presenta. Forse unica.

Dobbiamo perciò coglierla rapidamente. Come?

Guardando bene il nostro Paese. Senza commettere però l'errore di utilizzare lenti di ingrandimento per studiare "frammenti" troppo locali e nemmeno ponendosi troppo in alto a fotografare fenomeni d'insieme.

Sforzandoci poi di trovare risposte adeguate . Risposte da Partito Repubblicano!

E allora proviamo a guardare questo nostro Paese.

Il Nord rimane il motore economico. Eppure il modello su cui è basato sta denunciando limiti strutturali e producendo forme di rigetto.

Il rigetto sentito da sempre più manager impegnati nella grande impresa, nell'industria, nella finanza e nei servizi. Rigetto per un modello economico che vede le imprese da loro dirette "avvitarsi" attorno ad un approccio speculativo, basato sul risultato finanziario a breve, non utile a costruire, e spesso fine a se stesso (cioè utile per pochi).

L'impresa non più intesa come un patrimonio (sia del singolo che della collettività) attorno al quale costruire il proprio futuro e contemporaneamente quello della famiglia, della comunità, del territorio e poi del Paese.

L'approccio pressoché speculativo ha così prodotto il totale annullamento del ruolo anche "sociale" della classe dirigente e l'annullamento di qualsiasi cultura di impresa.

Le aziende, e quindi le persone che le guidano, sono dei mezzi e non più un fine. Dei mezzi utili per la Borsa e per la Finanza e poi per gli Investitori.

Investitori che non sono il proprietario o l'imprenditore che rischia e che rinnova ma Fondi d'investimento, Fondi pensione, Assicurazioni e Banche che nulla sanno della realtà delle aziende e poco del mercato.

Le parole investimento ed innovazione sono equiparate a voci di spesa e non soluzioni necessarie a garantire il futuro dell'impresa, la crescita delle opportunità e dell'occupazione.

E così accade che oggi il periodo medio di permanenza in un'azienda di un manager non superi i tre anni e che nelle imprese si ipotizzino piani di "sviluppo" con l'orizzonte di uno, massimo due anni. Accade che ci siano sempre più dirigenti demotivati e "stanchi" ancor giovani. Ma soprattutto senza speranza.

E così l'impresa italiana declina.

Limiti strutturali sta oggi dimostrando ad esempio la realtà imprenditoriale del Nordest. Quel Nordest del miracoloso sistema "delle piccole imprese = grandi esportazioni"

Quel Nordest dalla più bassa scolarizzazione d' Italia e dal più alto livello occupazionale

In questo caso il problema è che la competitività basata sul basso costo del lavoro - garantito soprattutto dal modello "d'impresa familiare" (padre, madre e figli contemporaneamente imprenditori e "operai"), che permetteva ad un intero territorio di esportare ovunque nel mondo, non regge più nel momento in cui si affacciano sul mercato Paesi e popoli molto più "feroci" sulla competizioni basata sul basso costo del lavoro quali Cina, India ed Est europeo.

Allora il confronto competitivo dovrebbe "giocarsi" sulla capacità di innovazione e di sviluppo del prodotto.

Ma per far questo è necessaria una classe imprenditoriale e dirigente diversa: preparata, istruita, laureata e necessariamente già "allenata" alla competizione basata sulla qualità del prodotto e dell'innovazione . Nel Nordest dei giovani che hanno lasciato e lasciano la scuola a diciassette anni per lavorare nell'azienda del padre tutto ciò è difficile da trovare.

E allora risulta più facile chiedere l'applicazione di dazi doganali. E così l'impresa italiana declina.

Scendendo verso il centro del Paese, in Emilia – Romagna, Marche e Umbria , ritroviamo alcune delle condizioni sopra descritte (il modello di "impresa – famiglia" diffuso in molti distretti produttivi, che si scontra con le nuove regole del mercato imposte dai paesi emergenti) in un contesto sociale sicuramente più efficiente e favorevole.

Un modello sociale divenuto per molti modello di riferimento anche se è evidentemente troppo "fenomeno locale" (cioè favorito da condizioni specifiche presenti storicamente in quel territorio) per essere inteso come modello esportabile nel resto del Paese al punto da farne una bandiera di partito.

Ed il rischio in questo caso è di non accorgersi di dar vita ad una forma di "localismo" un po' elitario che pone chi sta da questa parte a chiudersi in un atteggiamento di "altezzoso" privilegio.

Un errore probabilmente commesso dalla sinistra che queste Regioni ha governato e governa senza saper poi spiegare perché non sia capace di riprodurre lo stesso modello e gli stessi risultati al di fuori dei confini locali, fino a livello di governo nazionale.

Per cui quando un uomo con le stesse profonde radici nel territorio si è candidato a Sindaco di Bologna, ha vinto le elezioni senza dover necessariamente essere di sinistra.

Arrivando al Sud potremmo conoscere il vero futuro del nostro Paese.

Il Sud è la nostra vera risorsa. Non domani, ma oggi.

Perché sforna sempre più giovani laureati pronti a confrontarsi con il resto del mondo senza pregiudizi e senza porre pre - condizioni di privilegio . Una potenziale classe dirigente "geneticamente" preparata al confronto più duro.

Perché è uno dei territori più ricchi al mondo dove sviluppare uno dei comparti produttivi con più alti margini di crescita : il turismo.

Perché è e sarà un passaggio obbligato di tutto il Sud e l'Oriente del mondo verso l'Occidente e dell'Occidente verso il Sud e l'Oriente. Un passaggio di uomini, merci, lavoro, idee, consumi e nuovi consumatori.

Il Sud dove ad ogni iniziativa tesa a riproporre condizioni di legalità (comunque primo obiettivo) bisognerebbe sempre affiancare progetti di sviluppo che tengano conto delle tre opportunità sopra citate.

E allora il Pri? Chi è? E cosa rappresenta per tutti coloro che sono protagonisti di queste particolari condizioni espresse dal nostro Paese?

Condizioni che vedono coinvolti come principali attori tipologie diverse di classe dirigente. Diverse a seconda del territorio ma sempre e comunque classe dirigente.

Cioè quel settore del Paese che storicamente si identificava con il Partito repubblicano.

Quella classe dirigente che oggi attende risposte, senza sapere da chi può riceverle. Quella classe dirigente che oggi è smarrita è ha bisogno di una iniezione di fiducia e di orgoglio.

C'è chi gliele può dare? Non può essere il Pri? Non possiamo essere noi?

Anche solo dimostrare di aver compreso tali condizioni porrebbe il nostro partito in una condizione di maggiore attenzione. Riproporrebbe il Pri come il partito della Ragione per tutta quella classe dirigente che nel Paese convive , subisce e comunque si scontra con le condizioni sopra descritte.

Ma il passaggio successivo, e cioè lo sforzo di trovare e proporre risposte, darebbe al Partito e a tutti i repubblicani un ruolo di riferimento e soprattutto gli consentirebbe di individuare e farsi individuare dai tanti repubblicani inconsapevoli.

Ne farebbe subito il partito della Ragione e del Buonsenso. Due ingredienti - di cui oggi si sente particolarmente bisogno - che sono patrimonio storico del Pri.

La Ragione di chi è in grado di analizzare lo stato delle cose senza pregiudizi ideologici ed il Buonsenso che è la prima condizione per elaborare soluzioni .

Se nel Nord il Pri iniziasse a dialogare con la classe dirigente facendola riflettere sul valore del patrimonio rappresentato dalle imprese , sul valore dell'innovazione e sul valore del ruolo sociale di chi ha la responsabilità di dirigere le imprese; se facesse intendere di condividere il disagio per un modello economico arido sia per il futuro delle imprese che per gli uomini chiamate a dirigerle; se si facesse interprete di una volontà di riscatto che potrebbe dare slancio alla costruzione di un nuovo modello economico e sociale. Tutto ciò rappresenterebbe la novità di un partito che, al di fuori degli schieramenti, sa proporsi con la ragione ed il buon senso

Se nel centro del Paese il Pri si proponesse come laboratorio attorno al quale coinvolgere le migliori risorse del territorio ( imprenditori e dirigenti) con l'intento di elaborare insieme – sulla base delle proprie esperienze - modelli di sviluppo applicabili anche al di fuori dei confini regionali, darebbe valore più ampio al primato di queste Regioni.

E anche in questo caso rappresenterebbe la novità di un Partito che, avendo individuato un percorso diverso dagli attuali schieramenti, sa proporsi con la ragione ed il buon senso

Se nel Sud si facesse primo interlocutore soprattutto di quelle generazioni di giovani, culturalmente preparati ad essere futura classe dirigente, per condividere soluzioni che producano progetti utili ad approfittare delle tre principali opportunità che il sud oggi ha; se il Pri avesse questa sensibilità e soprattutto l'avessero quegli uomini e donne, quelle belle persone dalla passione vera, dall'intelligenza vivace che ho iniziato a conoscere, avremmo probabilmente ridotto la distanza tra noi e coloro che stentano e faticano a riconoscerci. Avremo un modo migliore per farci notare ed ascoltare.

Perché alla fine un rapido consenso lo si può anche conquistare avendo tanti mezzi e riempiendoli di qualsiasi cosa da comunicare.

Altra cosa è ragionare, condividere, spiegare e comunicare.
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)
tratto dal sito web del
http://www.pri.it/immagini/titsx.gif (http://www.pri.it)

nuvolarossa
30-10-03, 00:22
Catanzaro: nuove adesioni di consiglieri provinciali e comunali/Nella lettera inviata al segretario nazionale i motivi della scelta

"Condividiamo la linea e la storia del Pri"

CATANZARO - Continua in Calabria dietro l'impulso del segretario nazionale Nucara e con la guida del segretario regionale Vincenzo Mazzei l'azione di rafforzamento del Pri che sta diventando in Calabria sempre più il punto di riferimento di quanti voglio continuare in un partito di sicure tradizioni democratiche e aperto agli apporti della società, la loro battaglia politica e il loro impegno di amministratori.

Maurizio Siniscalco, consigliere provinciale di Catanzaro ha chiesto di aderire al Pri assieme a due consiglieri comunali di Girifalco Eugenio Tedesco e Giovanni Cairo.

Nei giorni scorsi avevamo dato notizia sulla Voce dell'adesione a Crotone di Silvano Caravetta già consigliere provinciale ed attualmente assessore al turismo nel comune di Santa Severina.

Il segretario regionale Mazzei presenterà oggi in una Conferenza stampa a Catanzaro i nuovi aderenti al Pri che in una lettera inviata al segretario nazionale chiedono l'iscrizione al Pri di cui dicono "condividiamo la linea politica, le finalità e l'importante ruolo svolto nella storia democratica del Paese."

Con l'adesione dei due consiglieri comunali di Girifalco e quella del consigliere provinciale si estende la presenza repubblicana nelle autonomie locali di Catanzaro. La decisione del consigliere provinciale Siniscalco di aderire al Pri rafforza la presenza repubblicana all'ente Provincia che già contava sul qualificato apporto di Caterina Salerno, assessore all Cultura della Giunta provinciale di centro-destra presieduta dal presidente Michele Traversa.
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
30-10-03, 00:27
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI372.jpg

nuvolarossa
14-11-03, 20:33
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI376.gif Gioia Tauro (RC): un giovane Consigliere comunale aderisce al Pri

GIOIA TAURO (Reggio Calabria) - Il segretario della sezione di Gioia Tauro Domenico Strangi (RC) ha annunciato, con grande soddisfazione, la formale adesione al Pri del consigliere comunale in carica Francesco Giovinazzo, appartenente alla coalizione CCD/Alleanza Libera. La prima positiva conseguenza che ne scaturisce è la ricostituzione a Gioia Tauro del gruppo consiliare repubblicano ormai assente da troppi anni. Strangi ha tenuto infine a sottolineare il ruolo svolto dal consigliere provinciale Vincenzo Ruggiero per il buon esito dell'operazione e a mettere in risalto la giovane età (19 anni) e le potenzialità del neo consigliere repubblicano. (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
28-11-03, 18:52
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gif

Cosenza/Michelangelo Spataro aderisce al P.R.I.

COSENZA - Michelangelo Spataro, ex consigliere comunale attualmente componente il Cda della Fincalabria e amministratore delegato di Tesi ha aderito al P.R.I.
L'adesione e' stata salutata positivamente, in un incontro a Roma, dal Segretario Nazionale Francesco Nucara, dal responsabile nazionale dell'organizzazione Alessandro Fabiano e dal Segretario regionale Vincenzo Mazzei. (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa/index.php)

nuvolarossa
13-12-03, 01:02
Numerose adesioni consentono il ritorno del Pri

Rafforzata la coalizione di centro

SAN NICOLA LA STRADA (Caserta) - Nostalgici repubblicani pronti a sorridere e rivivere il passato: approda il Partito Repubblicano Italiano a San Nicola La Strada e la presidenza, nonché il coordinamento e la delega provinciale sono stati offerti a Luciano Caiazza, ex berlusconiano che orgoglioso rende nota la notizia così esordendo: "Sono soddisfatto ed euforico per la proposta che mi è stata fatta, anche perché il neo partito raggruppa molti dei più noti nostalgici repubblicani, dei socialisti e tutti quanti oggi non si sentono più rappresentati da Forza Italia o da altri partiti locali, che a causa soprattutto delle persone da cui sono rappresentati rischiano di perdere quota e uomini in continuazione". Mentre parla degli altri, in verità Luciano Caiazza parla anche di se stesso, al cui proposito afferma: "Io sono stato al fianco di Pasquale Delli Paoli alle scorse elezioni, ma poi mi ha profondamente deluso, per questo ho scelto di tirarmi fuori dal partito berlusconiano e quindi, aderirò con piacere ed entusiasmo ai repubblicani, seppure non è certo che potrò accettare la carica di coordinatore locale, né la delega provinciale". Un altro partito, quindi, approda a San Nicola La Strada, per contrastare l'amministrazione di Angelo Pascariello o forse per attirarlo verso di sé. Lo stesso Caiazza, comunque, afferma: "Andremo a braccetto con l'Unione di centro e con tutta la Casa delle Libertà, anche perché ci tengo a sottolineare che se Delli Paoli non è più il leader da cui mi sento rappresentato, io mi sento sempre appartenente alla CdL, con la quale noi repubblicani manterremo sempre un colloquio aperto e sereno per costruire un futuro insieme, e soprattutto per contrastare gli operati amministrativi che non consideriamo giusti per la collettività". Svela inoltre che ci sono almeno quindici ex forzisti che passeranno nel giro di pochi giorni con il neo partito costituito e non trascura qualche piccolo cenno alla storia politica sannicolese, ricordando che anche Vincenzo Lanzante, padre di Ovidio Lanzante (ex assessore alle Finanze, oggi coordinatore di Collegio dell'Udc), era un repubblicano. Tutto lascia pensare che accanto all'Udeur e all'Udc, fiorisce un altro scaglione della politica centrista, quella del Pri, il cui coordinatore è Michele Vagliviello.

Deborah Carrano (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

nuvolarossa
16-12-03, 15:43
Nucara incontra i quadri del Pri della provincia di Palermo/Presenti numerosi amministratori repubblicani dei comuni

Simpatizzanti chiedono di aderire al Pri

Si è svolta a Palermo presso la sede della consociazione repubblicana un'assemblea dei quadri del partito della provincia e di numerose rappresentanze istituzionali repubblicane (Bagheria, Casteldaccia, Partinico, Cefalù, Castronovo ecc).

Ai lavori dell'assemblea hanno partecipato il segretario nazionale Francesco Nucara, il segretario regionale Pietro Currò, il responsabile dell'organizzazione Sandro Fabiano, il consigliere provinciale Caradonna e il responsabile nazionale del settore Energia e Ambiente Giovanni Pizzo.

I lavori sono stati introdotti dal segretario provinciale Calogero Colletto.

Colletto ha lamentato la scarsa coesione con le forze politiche alleate definendo i rapporti "conflittuali" e ricordando come sull'assestamento di bilancio proposto dal Presidente della Provincia di Palermo i repubblicani siano stati "costretti" a votare contro.

Colletto ha ribadito che i repubblicani palermitani non si sentono affatto figli di un dio minore. Essi sono pronti – ha continuato Colletto – a dar filo da torcere ad una classe politica palermitana assolutamente inadeguata alla risoluzione dei problemi della collettività.

Concludendo, il segretario provinciale ha ribadito l'importanza strategica dell'alleanza con la C.d.L. "ma la scelta strategica non può e non deve mettere all'angolo il PRI".

Nel suo intervento il segretario regionale Pietro Currò ha invitato il PRI siciliano a caratterizzarsi sui grandi temi e in particolare: lo sviluppo economico dell'isola, la crescita dei giovani attraverso maggiore impegno e maggiori risorse nell'Università e nella cultura, una maggiore e più efficace attenzione al mondo dei disabili troppo spesso sottovalutato quando non dimenticato del tutto.

Sono intervenuti di seguito Giulio Cangemi che ha sottolineato l'inadeguatezza politica della C.d.L. e la difficoltà al dialogo con essa e proponendo una legge di iniziativa popolare per il ritorno al proporzionale.

Tra gli interventi alcuni simpatizzanti che chiedono di militare nel PRI.

In particolare il prof. Di Pisa (responsabile provinciale SNALS) che ha voluto sottolineare come il suo desiderio di militanza è dovuto alla lettura di alcuni articoli di Giorgio La Malfa e soprattutto ai valori forti che esprime il PRI; il prof. Paterna che ha parlato del degrado della vita civile in alcuni quartieri di Palermo e della totale assenza delle Istituzioni locali.

Il giovane Salamone ha portato i saluti della FGR di Palermo chiedendo un maggiore coinvolgimento; sono poi intervenuti Consiglio, Aliberti, Mondello, Giusi Maggiore, Franco Cangemi.

Ha concluso i lavori Nucara.

Il segretario nazionale si è dichiarato più che soddisfatto della riunione.

Egli ha invitato gli amici repubblicani di Palermo a continuare sulla strada intrapresa che ha portato agli eccellenti risultati ottenuti nell'ultima tornata elettorale ponendo a base del suo intervento la prossima consultazione per le elezioni europee.

E' da quel risultato – ha detto Nucara – che sapremo se il PRI potrà continuare la propria storica battaglia e se sarà positiva "potremo ben dire che abbiamo superato la fase della sopravvivenza e acquisiremo maggiore libertà d'azione".

I risultati elettorali saranno positivi se riusciremo ad inquadrare in una strategia di interesse generale del Paese anche gli interessi del quotidiano che assillano le popolazioni del Mezzogiorno.

Nucara, concludendo, non ha escluso la celebrazione di un congresso nazionale straordinario nella primavera prossima e ha invitato tutti ad una maggiore diffusione de "La Voce Repubblicana", strumento essenziale – secondo Nucara – per diffondere idee e programmi del PRI e per conoscersi meglio tra quanti lottano per un comune ideale.
(http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/)

nuvolarossa
30-01-04, 22:28
Martinafranca (Ta): Nucara inaugura una nuova sezione

"Le elezioni europee una tappa rilevante"

MARTINAFRANCA (Taranto) - Il segretario nazionale Nucara ha inaugurato ieri la sezione del Pri a Martinafranca (Ta) alla presenza del responsabile nazionale dell'organizzazione Sandro Fabiano, del segretario regionale Girolamo Pugliese e del responsabile nazionale per le Piccole e Medie industrie Corrado Saponaro De Rinaldis.

Dopo il taglio del nastro si è svolta una riunione di iscritti e simpatizzanti nel corso della quale, dopo un'introduzione del responsabile provinciale Semeraro, il segretario della sezione Giuliani ha espresso il saluto dei repubblicani di Martinafranca, impegnati nell'azione di rilancio della presenza del Pri, che parteciperà con propri candidati alle prossime elezioni provinciali ed europee.

Ha concluso la riunione Nucara che dopo aver ringraziato i dirigenti di Martinafranca e della Puglia per il loro quotidiano impegno per la crescita del partito ha sottolineato la cultura e la storia laica del Pri, senza che questa radicata e irrinunciabile connotazione - ha precisato - costituisca la base per una contrapposizione con le altre religioni, la cui presenza viene rispettata dai repubblicani. Un rispetto - ha aggiunto - che è anche espressione di quella libertà e di quello spirito di tolleranza che sono alla base della cultura laica del Pri.

Il segretario nazionale ha poi esaminato alcuni temi politici attuali legati alla attività di governo verso il quale il Pri - ha precisato - mantiene un rapporto che anche se talvolta è "critico rimane sempre leale" ed ha messo in evidenza la rilevanza che assumono le elezioni europee che il partito affronterà con la sua lista e il suo simbolo. Nucara ha quindi concluso con parole di dura critica verso i rappresentanti dei Ds che- ha detto- rimanendo fedeli alla "mentalità mistificatrice" e alla "doppiezza comunista" di togliattiana memoria non esitano a contrabbandare per rappresentanti del Pri persone che hanno invece fatto per i loro interessi di carriera scelte che con il Pri, il suo simbolo e la sua storia non hanno niente a che fare. (www.nuvolarossa.org)

nuvolarossa
10-02-04, 23:48
Alvignano (CE): il consigliere comunale Vincenzo Santabata aderisce al Pri

ALVIGNANO (Caserta) - Gli Amici della Consociazione di Caserta tramite il responsabile politico Carmine Bevilacqua comunicano con soddisfazione la notizia dell'iscrizione al Partito nella sezione di Alvignano, di Vincenzo Santabata. Nativo di Piedimonte Matese, risiede e svolge la propria attività di imprenditore edile ad Alvignano, dove attualmente ricopre la carica di consigliere comunale e delegato dallo stesso comune nel consiglio della comunità montana di Monte Maggiore.

nuvolarossa
04-03-04, 20:30
Varazze (Sv): nuova sezione Pri

VARAZZE (Savona) - E' nato da pochi mesi, ma è già molto attivo il nuovo gruppo del Partito Repubblicano di Varazze.

Tanto da essere riuscito ad ottenere l'arrivo del Presidente Nazionale Giorgio La Malfa.

L'iniziativa di creare nella cittadina un nuovo movimento politico è partita alla fine dello scorso anno con i primi 26 iscritti, tesserati in pochi giorni. Ma nel giro di un mese l'obiettivo si è spostato verso il traguardo delle 50 unità.

Un traguardo che i responsabili del circolo varazzino contano di tagliare ufficialmente entro alcuni giorni.

I simpatizzanti che si sono avvicinati secondo le stime, avrebbero infatti già superato la cinquantina.

Il direttivo è coordinato da Giuseppe Aloni, presidente della sezione.

Intorno a lui operano il segretario Luigi Ciro Monaco e il vice segretario Giuseppe Alluto.

"Ci stiamo affacciando su uno scenario per noi nuovo spiega Aloni, intendiamo valutare le potenzialità di Varazze e studiare che cosa potremmo fare per migliorare la cittadina.

L'importante è stare attenti a ciò che vediamo e ascoltare i consigli che ci giungono".

nuvolarossa
10-03-04, 13:00
Il consigliere era già in «rotta» con il partito di Fini

Pizzuto chiude con An e passa ai Repubblicani

CANOSA (Bari) - Il consigliere comunale Michele Pizzuto, avvocato, ha sbattuto la porta in faccia al suo partito. Eletto nelle liste di Alleanza nazionale, ha deciso di aderire al gruppo del Partito repubblicano italiano. Un cambio di casacca che ha messo già a rumore la politica locale.
Pizzuto non è l'ultimo arrivato nella politica cittadina e nemmeno il più giovane degli iscritti al partito di Fini. Egli proviene da una famiglia di vecchia militanza in questo partito della destra ed è, da anni, fra i candidati al consiglio comunale più votati dall'elettorato canosino. Suo padre Paolo, come lui, ha occupato per lunghissimo tempo gli scranni dell'aula consiliare di Palazzo San Francesco. Prima il padre, quindi, con il Movimento sociale italiano, poi il figlio Michele con An.
«Dopo anni di militanza, ha dichiarato Michele Pizzuto, sono solo l'ultimo di una lunga serie di abbandoni all'interno di An, ma nonostante tutto ciò mai nessuna riflessione si è aperta all'interno del partito». Prima di Pizzuto hanno, fra gli altri, abbandonato An il dott. Roberto Leone ( ex consigliere provinciale An), Fernando Forino ( oggi consigliere comunale Fi), l'arch. Pasquale Casieri ( oggi consigliere comunale Fi), l'ins. Mariangela Petroni, Antonio Casamassima. «La crisi in cui si è sprofondati, ha aggiunto Pizzuto, mi ha portato ad individuare quelle che sono solite definirsi le «affinità elettive».

Infatti dopo aver seguito con attenzione il congresso repubblicano, svoltosi a Bari, nel quale è stata ribadita con forza la volontà di essere partecipi e protagonisti all'interno della Casa delle libertà, e dopo attenta riflessione, ho deciso di aderire al Pri, riconoscendomi in una cultura della politica fondata sulla moralità, sulla giustizia sociale, sulla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Già da tempo, unitamente al consigliere Marcovecchio ed alla segreteria della locale sezione repubblicana, si è intrapreso un confronto critico e costruttivo sulla gestione della cosa pubblica che ci ha visti convergere». Scontata la soddisfazione in casa repubblicana.
«La libera adesione di Pizzuto al nostro partito, ha affermato il segretario della locale sezione Pri, Roberto Di Scisciola, contribuirà a rendere maggiormente visibile l'azione amministrativa del partito, impegnato all'interno dell'amministrazione comunale per la realizzazione del programma votato dai cittadini».

a.buf.

nuvolarossa
13-03-04, 12:10
Una donna il presidente del circolo «Tobagi»

TRANI (Bari) - Rinnovato il direttivo del circolo culturale «Walter Tobagi» che, nonostante l'adesione di molti suoi iscritti alla sezione cittadina del Partito repubblicano, attuale forza di governo a sostegno dell'amministrazione del sindaco Giuseppe Tarantini, intende conservare la piena autonomia di associazione impegnata nel sociale. Presidente è stata nominata Lucia Paradiso, nel direttivo altre tre donne: Rosalia Laurora, Marisa Perna; Caterina Zaccagnino. Vice presidente è Francesco Parente, altri componenti Nicola Stella, Antonio Luzzi, Giuseppe Di Monaco, Nicola Paradiso, Corrado Catania, Nicola Musico, Vincenzo Di Chiano, Luciano Diomede.
n. aur. (http://www.nuvolarossa.org)

nuvolarossa
24-03-04, 20:39
Canosa di Puglia: consigliere comunale aderisce all'Edera/La decisione di Michele Pizzuto ha movimentato la politica locale

La coerenza del Pri alla base della scelta

Il consigliere comunale di Canosa di Puglia (Ba), avv. Michele Pizzuto ha sbattuto la porta in faccia al suo partito. Eletto nelle liste di Alleanza Nazionale, ha deciso di aderire al gruppo del Partito Repubblicano Italiano. Un cambio di casacca che ha messo già a rumore la politica locale.

Pizzuto non è l'ultimo arrivato nella politica cittadina e nemmeno il più giovane degli iscritti al partito di Fini . Egli proviene da una famiglia di vecchia militanza in questo partito della destra ed è, da anni, fra i candidati più votati dall'elettorato canosino. Suo padre Paolo, come lui, ha occupato per lunghissimo tempo gli scranni dell'aula consiliare di Palazzo San Francesco. Prima il padre quindi con il Movimento sociale, poi il figlio Michele con An.

"Dopo anni di militanza, ha dichiarato Michele Pizzuto, sono solo l'ultimo di una serie di abbandoni all'interno di An, ma nonostante tutto ciò mai nessuna riflessione si è aperta all'interno del partito". Prima di Pizzuto hanno, fra gli altri abbandonato An il dott. Roberto Leone (ex consigliere provinciale), Fernando Fiorino, (oggi consigliere comunale di Forza Italia), l'architetto Pasquale Casieri (oggi consigliere comunale di Forza Italia), l'ins. Mariangela Petroni, Antonio Casamassima. " La crisi in cui si è sprofondati, ha aggiunto Pizzuto, mi ha portato ad individuare quelle che sono solite definirsi le "affinità elettive".

Infatti dopo aver seguito con attenzione il congresso repubblicano, svoltosi a Bari, nel quale è stata ribadita con forza la volontà di essere partecipi e protagonisti all'interno della Casa delle Libertà, e dopo attenta riflessione, ho deciso di aderire al Pri , riconoscendomi in una cultura della politica fondata sulla moralità, sulla giustizia sociale, sulla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Già da tempo unitamente al consigliere Marcovecchio ed alla segreteria della locale sezione repubblicana, si è intrapreso un confronto critico e costruttivo sulla gestione della cosa pubblica che ci ha visti convergere". Scontata la soddisfazione in casa repubblicana.

"La libera adesione di Pizzuto al nostro partito, ha affermato il segretario della locale sezione del Pri, Roberto Di Scisciola, contribuirà a rendere maggiormente visibile l'azione amministrativa del Partito, impegnato all'interno dell'amministrazione comunale per la realizzazione del programma votato dai cittadini".

Un ulteriore motivo di soddisfazione per i repubblicani di Canosa l'adesione del nuovo consigliere comunale al gruppo Pri, dopo che pochi giorni orsono si era felicemente concluso l'iter burocratico per la intitolazione di una strada all'Onorevole Ugo La Malfa. Ora è cosa fatta.

"La Gazzetta del Mezzogiorno"

nuvolarossa
05-04-04, 19:28
Le considerazioni di un "neo repubblicano" sui motivi della sua scelta politica/La decisione conclusiva maturata in occasione di una visita ad Alba del presidente del Pri Giorgio La Malfa

Un impegno per rafforzare l'area liberaldemocratica

Pubblichiamo le considerazioni di un nuovo iscritto al Pri inviate alla redazione della "Voce".

Il 12 marzo scorso ho avuto il piacere e soprattutto l'onore di stringere personalmente la mano, per la prima volta in vita mia, a Giorgio La Malfa, venuto nella mia città, Alba, per un incontro organizzato dal PRI albese. Un incontro pubblico per discutere e parlare di un tema che ha angosciato i risparmiatori italiani negli ultimi tempi, ovvero i crac Cirio e Parmalat. In quella circostanza, ho apprezzato e condiviso le parole di La Malfa. Ho altresì avuto modo di incontrare e conoscere molti repubblicani albesi. Primo fra tutti, l'ing. Lorenzo Boretto, leader del PRI piemontese e da sempre punto di riferimento per i repubblicani di Alba. Con Boretto vi è stato, per così dire, un approfondimento della nostra conoscenza. Ci conoscevamo già prima dell'appuntamento con La Malfa del 12 marzo scorso, ma in maniera piuttosto superficiale. Insomma, se prima della venuta ad Alba di Giorgio La Malfa, ero un "quasi repubblicano", dopo, sono diventato un "repubblicano a 360° ". Quell'incontro è stato la molla finale che mi ha spinto pochi giorni fa ad iscrivermi al PRI e a divenirne un attivista entusiasta.

Da mesi seguivo le attività del Partito, in particolare attraverso il sito internet ufficiale, ma fino al 12 marzo scorso non ho mai preso la decisione finale di aderire e partecipare attivamente alla vita del PRI. Ora, eccomi con la tessera repubblicana in mano, con una bellissima e toccante immagine di Ugo La Malfa. Sono ovviamente felice di questa scelta e soprattutto sollevato. Sì, sollevato, perchè da molto tempo mi sentivo senza più un riferimento politico preciso. Chi, purtroppo, non ha alcuna passione e interesse per la politica, ovviamente non soffre più di tanto se non riesce a riconoscersi in nessun soggetto politico, ma chi, come il sottoscritto, non può trattenersi dal seguire quotidianamente gli avvenimenti politici nazionali ed internazionali, perchè mosso da una passione ideale incontrollabile, naturalmente vive male quando non si sente rappresentato da alcuna forza politica esistente, piccola o grande non importa.

Ho 29 anni e seguo la politica, praticamente dai tempi in cui ero ragazzino. Sono sempre stato liberale, laico, riformatore e di centro-destra. Come molti liberaldemocratici italiani, nel 1994 mi entusiasmai per la nascita di Forza Italia. Fui anche iscritto per qualche tempo al movimento di Silvio Berlusconi. Però, con il passare del tempo, mi accorsi che all'interno di FI, i laici riformatori, che pure avevano dato un contributo importante per la nascita del partito azzurro, non avevano spazio e visibilità necessari. La situazione è rimasta tale da allora fino ad oggi. Negli ultimi anni mi sono sempre più convinto della necessità e dell'urgenza di una presenza autonoma e organizzata dei laici liberaldemocratici all'interno della CdL. Si deve essere alleati di Forza Italia, ma rimanendo in una posizione autonoma e ben distinta, altrimenti si scompare. Benissimo ha fatto, Giorgio La Malfa, qualche anno fa, a traghettare il PRI nel centro-destra, ma altrettanto benissimo ha fatto, a tenere duro, rifiutandosi di sciogliere il Partito Repubblicano. Nonostante l'affievolirsi dell'entusiasmo iniziale, ho continuato a votare per la Casa delle Libertà, ma l'ho sempre ritenuta carente. Carente di una voce laica e liberaldemocratica. Oggi ho finalmente capito che quella presenza liberale all'interno della CdL, da me auspicata in tanti anni, è rappresentata dal Partito Repubblicano Italiano.

Dobbiamo adoperarci tutti per rendere sempre più protagonista ed incisivo questo nostro Partito, antico e niente affatto vecchio. Il PRI può e deve ambire a divenire un polo d'attrazione per tutti quei liberali che si riconoscono nella CdL, come coalizione alternativa alla sinistra, ma non nei partiti che la compongono. Sono ancora molti, quegli amici laici che non hanno punti di riferimento precisi. Ritengo che chi crede nei grandi valori dell'Umanesimo Liberale, non possa non riconoscersi nel PRI. Personalmente ho aderito al Partito Repubblicano perchè, in quanto unico credibile rappresentante della cultura laica e liberale all'interno della CdL, si muove con pragmatismo, pur non tradendo mai la propria Storia. E' il partito più antico d'Italia, ma ancora oggi riesce ad essere il partito più fresco e con idee più innovative. Il PRI è il solo partito politico italiano che, senza se e senza ma, ha costantemente guardato e guarda tuttora con attenzione alle grandi democrazie anglosassoni, in particolare agli Stati Uniti d'America e alla Gran Bretagna. Ha sempre avuto in mente un'Europa unita fermamente alleata agli USA e non pericolosamente e stupidamente contrapposta ad essi. Anche per quanto concerne l'intervento militare americano in Iraq, l'attuale presenza in quel Paese della coalizione a guida USA e la lotta al terrorismo, il PRI è sempre stato dalla parte giusta, ovvero dalla parte della democrazia e della libertà, contro le numerose menzogne dei cosiddetti pacifisti, della sinistra e di chi vorrebbe costruire un'Europa in opposizione agli Stati Uniti. Altresì il Partito Repubblicano ha sempre sostenuto giustamente la necessità per lo Stato di Israele di difendersi e anche in questo caso, contro i facili giudizi che vorrebbero far credere che i palestinesi siano solo vittime di quegli orchi degli israeliani. Apprezzo enormemente la posizione coerente del PRI in merito agli Stati Uniti, alle relazioni transatlantiche dell'Italia e dell'Europa e al conflitto israelo-palestinese. Una posizione coerente che dovrebbe essere apprezzata da ogni sincero democratico, di centro, di destra o di sinistra. Chi ama la libertà dovrebbe, come ho fatto io, aderire al PRI e contribuire a farlo crescere. Il Partito Repubblicano è oggi, una di quelle poche forze che in Italia, (nel centro-destra è l'unica), si battono per una netta separazione della politica da qualsiasi religione. Le scelte religiose ed etiche sono un fatto personale di ciascun individuo, mentre la politica deve curare l'interesse generale. Oggi più che mai, è necessaria una presenza laica, nella CdL e nel Paese, che voglia spendersi in battaglie a favore dei principali diritti individuali e civili. Del resto, per modernizzare l'Italia, oltre a liberalizzare l'economia e riformare le Istituzioni, occorre anche porre un freno alle storiche interferenze clericali nella politica nazionale.

Roberto Penna-Alba (CN)

david777
06-04-04, 01:56
Originally posted by nuvolarossa
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI372.jpg

Mi chiedo se nella metafora il principe repubblicano sia quello uscente (via ghigliottina) o quello entrante, e se Napoleone sia veramente Repubblicano. A differenza della metafora italiana, Napoleone ha edificato e non demolito la Normale di Pisa.
Non tutte le napoleonate vanno dritte, ma le metafore italiche sono veramente "pendenziose"!

Saluti

nuvolarossa
19-04-04, 20:12
Cetraro (CS): l'adesione al Pri di Vincenzo Cesareo/Le ragioni della scelta dopo l'esperienza di coordinatore del circolo di F. I.

Condivisione dei valori liberaldemocratici

CETRARO (Cosenza) - Vincenzo Cesareo in una nota spiega le ragioni politiche che lo hanno indotto ad aderire al Partito Repubblicano Italiano e di candidarsi nella lista "Pri-Liberal Sgarbi" alle prossime elezioni europee, dopo la sua clamorosa rottura con Forza Italia, di cui è stato coordinatore del circolo di Cetraro.

"Nella prossima consultazione elettorale per il parlamento europeo, scrive Cesareo, sono candidato nelle file del Partito Repubblicano Italiano a cui ho aderito e a cui sono grato per l'opportunità concessami. Tale adesione è maturata perché ho registrato una perfetta convergenza tra gli ideali liberaldemocratici in cui ho sempre creduto ed i principi che hanno ispirato nel corso degli anni la politica del Pri.

Questo passaggio mi consente di rimanere nell'alveo del centro destra, anche se in posizione critica ed alternativa, per come ha evidenziato lo stesso Segretario Nazionale, on. Francesco Nucara, nei confronti di una giunta regionale inefficace ed inefficiente e succube della mancanza di progettualità e dialettica politica dei partiti della maggioranza. Figlio di questa terra, voglio continuare a fare politica, portare avanti le istanze che vengono dalla gente, soprattutto dalle fasce più deboli, e cercare di contribuire a colmare, attraverso iniziative di ampio respiro, il gap che ci divide dalla parte economicamente più sviluppata di questa nostra patria e dell'Europa. Mi auguro che questa scelta venga condivisa e fatta propria dagli elettori che mi hanno sempre sostenuto; sono convinto che la gente saprà riconoscere chi è stato, sta e starà sempre dalla sua parte".

nuvolarossa
03-05-04, 18:58
LAMEZIA TERME: IN 200 LASCIANO F.I. PER IL P.R.I.
(ASCA) - Lamezia Terme (CZ), 3 mag - Hanno abbandonato il
partito di Forza Italia in circa 200 per aderire al Partito
Repubblicano Italiano. Ne da' notizia, a mezzo di un
comunicato, il segretario regionale del Pri, Vincenzo
Mazzei.''L'adesione - si legge nella nota di Mazzei - e'
stata formalizzata nel corso di un incontro, durante il quale
si e' definito il percorso per avviare l'attivita' politica
del partito dell'edera a Lamezia Terme''.
''L'obiettivo primario dei repubblicani - sostiene Mazzei
- sara', essenzialmente, quello di promuovere un intenso
confronto fra le forze politiche di centrodestra per
rilanciare il ruolo essenziale di Lamezia Terme e fare pesare
adeguatamente la quarta citta' della Calabria in tutte le
scelte strategiche che si andranno a compiere ai vari livelli
per qualsiasi ipotesi di sviluppo della regione''.
Nel corso della riunione, Gennaro Mercuri e' stato eletto
coordinatore cittadino del partito, con il compito di
individuare le candidature nei cinque collegi provinciali e
preparare il congresso per l'elezione degli organi previsti
dallo statuto del partito.
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/BARBIEREDISIVIGLIA.mid

nuvolarossa
30-05-04, 19:11
Una visita «istituzionale» a Casteggio e a Voghera dove
inaugura la nuova sede del partito

La Malfa: un tour in Oltrepo pavese


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CASTEGGIO - Tour di Giorgio La Malfa in Oltrepo per sostenere la lista Pri-Sgarbi in corsa alle europee. Il leader nazionale del partito è stato accompagnato dal vice segretario regionale, il casteggiano Luca Sforzini. Venerdì mattina ha prima inaugurato la nuova sede vogherese del partito in via Cavallotti. Poi nel casteggiano, La Malfa, che è anche presidente della Commissione Finanze della Camera, ha visitato tra le altre realtà anche la Cantina Sociale. A riceverlo il presidente Vittorio Ruffinazzi «Ora si punta soprattutto ad offrire un vino di elevato livello qualitativo - ha spiegato Ruffinazzi - Per il momento i consumi hanno smesso di diminuire e si sono assestati su un discreto livello, tuttavia i produttori devono controbattere la concorrenza dei Paesi stranieri». Sollecitato da una domanda di Sforzini Ruffinazzi è poi intervenuto sulla possibile unione delle cantine. «Sarei favorevole - ha detto - poiché unendo le nostre forze si potrebbe ambire a traguardi importanti».

nuvolarossa
01-06-04, 19:48
aumenta la rappresentanza del Pri - Adesione del consigliere comunale indipendente Antonio Di Nicoli

Va proseguito un percorso comune

CANOSA DI PUGLIA - Continua ad infoltirsi la rappresentanza consiliare dei Repubblicani. Ad entrare a far parte, questa volta, del Pri è il consigliere Antonio Di Nicoli, che abbandona, così, lo stallo del gruppo indipendente.

Il passaggio definitivo permette al gruppo consiliare repubblicano di contare su tre rappresentanti, rispetto all'unico guadagnato a seguito del responso elettorale di due anni fa. A Michele Marcovecchio, nello spazio di pochi mesi, si sono aggiunti Michele Pizzuto e Antonio Di Nicoli.

Cambi che hanno, di conseguenza, modificato i rapporti di forza all'interno della coalizione amministrativa. Attualmente, infatti, i repubblicani possono contare sullo stesso numero di consiglieri di Alleanza nazionale. Di Vicoli ha così motivato l'adesione al Pri.

"All'indomani della dichiarazione di indipendenza all'interno del consiglio, avvenuta a causa di contrasti all'interno del partito di provenienza, nonchè alla luce dell'attuale frammentazione dello stesso e della non chiara collocazione politica del partito, a tutt'oggi non ancora giustificata dal segretario cittadino nonchè assessore comunale; mentre confermo il sostegno e l'appartenenza all'area di centrodestra, condividendo altresì il lavoro svolto dai consiglieri repubblicani Marcovecchio e Pizzuto, dichiaro di aderire al Pri con l'intento di proseguire in un percorso comune, teso all'affermazione del partito sia all'interno della stessa coalizione amministrativa, che all'interno del territorio della istituita sesta provincia pugliese".

nuvolarossa
05-06-04, 12:16
Si e’ riunita stamattina la Direzione dell’Unione Comunale Carrarese del P.R.I. che, all’unanimita’, ha approvato il seguente documento:

Si sono riunite il 31 maggio 2004 le Segreterie carraresi del Movimento di Nuova Repubblica e del Partito Repubblicano Italiano.
Riconoscendosi entrambe in una comune tradizione storica mazziniana che, a Carrara, nel periodo del Risorgimento, del post-Risorgimento e della Guerra di Liberazione, ha scritto pagine gloriose di liberta’ e di progresso e che nel secondo dopoguerra ha dato un contributo fondamentale alla ricostruzione della Citta’, decidono di unire assieme i propri sforzi per meglio contribuire alla soluzione dei gravi problemi socio-economici del territorio.
A tal fine il locale Movimento di N.R., ferme restando le sue autonome impostazioni di politica istituzionale, si costituisce in Sezione del P.R.I. che si intitolera’ al nome ed alla memoria di Randolfo Pacciardi.
In attesa del prossimo congresso due rappresentanti di tale Sezione saranno cooptati nella Direzione della Unione Comunale del P.R.I. alle cui scelte, in tema di alleanze locali, viene data piena adesione.

Al termine della riunione sono stati invitati a partecipare ai lavori della Direzione dell’Ucc del Pri alcuni rappresentanti della nuova Sezione … si e’ aperta una breve discussione cui hanno partecipato Franco Andrei, Roberto Fantoni, Alberto Pincione e Raso Corrado.

Al termine sono stati indicati i due nuovi membri della Direzione nelle persone di Fabio Musetti e Massimo Maggiani.

nuvolarossa
06-08-04, 20:28
Soncino (Cr): nuova sezione Pri

Nella giornata di venerdì 30 luglio dopo una serie di contatti con l'ufficio organizzazione della direzione nazionale per definire gli aspetti procedurali, si è tenuta a Soncino in provincia di Cremona una riunione costitutiva di vecchi e nuovi amici per dare vita ad una nuova sezione, nella cittadina di oltre 7 mila abitanti che è uno dei più importanti centri della provincia.

Dopo una ampia e articolata discussione sui principali argomenti politici di attualità e la articolazione delle iniziative per inserirsi nella dinamica politica-amministrativa locale, si è dato concretamente il via alla nuova sezione con la decisione di intitolarla a "Cesare Covi".

L'assemblea degli aderenti è passata quindi ad eleggere i propri organi interni chiamando alla carica di Presidente della sezione Carlo Giovanni Uberti e a quella di Segretario Bartolo Riccardi.

Grande è stata la soddisfazione della segreteria provinciale del PRI di Cremona nell'annunciare la nascita della nuova sezione, a ripagare in parte il grosso sforzo organizzativo compiuto alle recenti elezioni comunali e provinciali.

brunik
07-08-04, 14:05
Originally posted by Garibaldi
La prima cosa che farei sarebbe quella di rivoluzionare la scuola pubblica improntando tutto sulla creazione di una cultura del "cittadino" per creare dei futuri buoni repubblicani socievoli ed umani disposti a vivere per il bene comune!!!!!!!!e poi capitale e azione nele stesse mani!!!!!!!!!butterei all'aria il capitalismo di frontiera

Il Professor Garibaldi è un personaggio di "Alto Gradimento".

Ve la ricordate la trasmissione anni '70 di Arbore e Boncompagni, con il Professor Marsala ?

brunik
07-08-04, 14:08
Originally posted by nuvolarossa
Una visita «istituzionale» a Casteggio e a Voghera dove
inaugura la nuova sede del partito

La Malfa: un tour in Oltrepo pavese


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La Malfa, che è anche presidente della Commissione Finanze della Camera, ha visitato tra le altre realtà anche la Cantina Sociale. A riceverlo il presidente Vittorio Ruffinazzi «Ora si punta soprattutto ad offrire un vino di elevato livello qualitativo - ha spiegato Ruffinazzi - Per il momento i consumi hanno smesso di diminuire e si sono assestati su un discreto livello, tuttavia i produttori devono controbattere la concorrenza dei Paesi stranieri». Sollecitato da una domanda di Sforzini Ruffinazzi è poi intervenuto sulla possibile unione delle cantine. «Sarei favorevole - ha detto - poiché unendo le nostre forze si potrebbe ambire a traguardi importanti».

Deve essere stato dopo questa visita che anche La Malfa ha incominciato ad ambire a traguardi importanti, traguardi dettati dalla ragione e del buon senso: il 2-3% dei voti e 3-4 deputati.

Minimo.

Anita
09-08-04, 11:18
Dai tuoi interventi traspare e trasuda odio e invidia verso la politica repubblicana e verso i suoi uomini migliori.
Quando non si argomenta, ma si denigra solamente, significa che non si hanno elementi validi e chiare indicazioni degli scenari politici; ed allora, in un quadro confusionale che si ha in testa, si preferisce denigrare l'avvversario.
E' una tattica che premia sulla breve distanza (perche' trae a se le simpatie degli allocchi) ma non puo' essere vincente sul lungo periodo proprio perche' sono questi stessi allocchi che, stufi del solito pasto, volano su altri rami con la promessa di pasti migliori.

brunik
09-08-04, 14:25
E io che pensavo che gli allocchi fossero quelli che si erano bevuti il Partito della Bellezza al 3%, che stupido che sono.

Hey, la storia dell'invidia e del'odio che "trasuda" dai komunisti dove l'hai imparata, era scritta nel kit di Forza Italia?

Lincoln (POL)
09-08-04, 19:37
Gli allocchi non hanno bandiera,nel senso che sono dappertutto.Per esempio ci sono quelli che si erano bevuti la storiella del listone di Mortadella al 36-40%o giù di lì.:D

nuvolarossa
10-09-04, 20:11
Grazzanise (CE): Mario Cantiello, già assessore e vice sindaco, aderisce al Pri

GRAZZANISE (Caserta) - Gli amici iscritti alla sezione Giovanni Spadolini di Grazzanise e il coordinatore provinciale di Caserta Carmine Bevilacqua esprimono la loro soddisfazione per l'adesione al Partito Repubblicano di Mario Cantiello, già assessore e vice sindaco dell'importante centro casertano dal 2002 al 2004, per il quale si è subito provveduto ad inoltrare la richiesta alla Direzione Nazionale del PRI per il rilascio della tessera. I repubblicani di Grazzanise, insieme alla loro attività ed all'entusiasmo, potranno contare sull'esperienza politica e sindacale di Mario Cantiello, per riacquistare il ruolo importante nella politica comunale che fino a una decina di anni fa gli apparteneva.

nuvolarossa
13-09-04, 19:27
Trani, due consiglieri sono passati all'Edera/Il Pri ha ricomposto la maggioranza del sindaco Tarantini

Condiviso il testo di Calabrese

TRANI - La fiducia al sindaco Tarantini non è stata mai messa in discussione Sono bastate poche ore seppure notturne per ricomporre la maggioranza del sindaco Tarantini. Dopo l'accettazione da parte del Sindaco stesso del documento sottoscritto dal Segretario Provinciale del Pri Giuseppe Calabrese, dal Capogruppo consiliare Domenico Palumbo e dall'assessore di riferimento avv. Giacinta Serlenga in cui venivano sottolineate e condivise le imprescindibili linee guida indispensabili alla comune attività di governo, affinché anche i consiglieri di Alleanza Nazionale Giuseppe De Simone e Giuseppe Lauria in forte contrasto all'interno del loro partito dichiarassero la piena condivisione dei valori espressi in quel documento, che sotto forma di lettera indirizzata al Sindaco così si articolava:

"Dopo i colloqui con la S.V. illustrissima in merito alle pressanti problematiche emerse nello scenario politico amministrativo cittadino, la segreteria del Partito Repubblicano Italiano nel ribadire la fiducia e il sostegno alla Sua persona, al Suo ruolo, e al Suo programma elettorale già accettato e condiviso, evidenzia la necessità che siano elementi indispensabili della comune azione diretta anche agli enti collegati le seguenti linee guida: 1) Trasparenza, Collegialità e Partecipazione Amministrativa; costante, chiara e preventiva comunicazione sui provvedimenti amministrativi da adottarsi.

2) Pari dignita istituzionale adeguatamente e giustamente proporzionata alla rappresentatività nell'ambito della maggioranza espressione della volontà popolare.

In presenza di tali condizioni operative, la scrivente Segreteria continuerà a garantire il proprio sicuro apporto all'attività dell'Amministrazione coinvolgendo la rappresentanza consiliare e quella della Giunta."

"Finalmente in questo gruppo potrò esprimere serenamente il massimo della mia voglia di fare" afferma Lauria "potrò confrontarmi quotidianamente con chi come me crede nei valori della collegialità e della trasparenza, affinché la fiducia datami dagli elettori possa essere pienamente ripagata con l'azione incisiva rivolta al benessere ed alla crescita della città."

"Le fibrillazioni non sono mai state dettate da insulsi capricci, ma dalla volontà di un confronto democratico" afferma De Simone "nel partito di Alleanza Nazionale, quasi sempre privo di un direttivo dinamico e aperto e con a capo un segretario non scevro da condizionamenti amministrativi, le condizioni da me auspicate e in più occasioni denunciate in tutte le forme non si sono mai materializzate."

nuvolarossa
17-09-04, 21:32
Il segretario della Margherita di Rossano (Cs) Ferrari aderisce al Pri

Una conferenza stampa di Nucara e Fabiano

L'ex segretario politico della Margherita, Settimio Ferrari, ha chiesto di aderire al Partito Repubblicano Italiano.

ROSSANO (Cosenza) - Una scelta maturata in questi ultimi mesi e che è stata resa nota, con i relativi approfondimenti, nell'ambito di una conferenza stampa tenuta venerdì 17 c. a. presso un noto albergo cittadino, alla presenza del Sottosegretario al Ministero per l'Ambiente e segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara; del segretario nazionale organizzativo Alessandro Fabiano e del sub coordinatore provinciale Domenico Sia; e del Segretario di zona del Pri, Antonio Casimiro.

L'incontro con i giornalisti è stato incentrato incentrato su due temi sostanziali: valutazione della situazione politica del territorio; ingresso di Settimio Ferrari nel Pri.

Uno dei punti del dibattito ha riguardato l'esame delle prospettive politiche del partito e la ricerca di temi programmatici per il rafforzamento dell'aria laica e socialista e il raccordo con le forze radicali e liberali e il nuovo Psi. Scelte che sicuramente importanti che produrranno conseguenze dirette in sede locale e in Calabria.

nuvolarossa
21-09-04, 20:06
Piedimonte Etneo (CT): il consigliere comunale Giuseppe Pollicina aderisce al Pri

PIEDIMONTE ETNEO (Catania) - Nell'ambito di un incontro tenutosi presso la sede della segreteria provinciale del Pri, il consigliere comunale dott Giuseppe Pollicina di Piedimonte Etneo (CT), ha ufficializzato, alla presenza del segretario provinciale Francesco Zaccà, e del coordinatore di Piedimonte Etneo, Marcello Motta, la sua adesione al Pri, dopo aver espresso positive valutazioni di merito sui progetti politici promossi dal Pri sul territorio e sulle persone che tali progetti perseguono animati da fervente passione per l'impegno civile.

nuvolarossa
22-09-04, 19:20
Calabria: nuove adesioni di consiglieri al Pri di Cs/Nucara ritiene conclusa l'esperienza della giunta regionale Chiaravalloti

Negativo il giudizio sulla gestione

COSENZA - Il Partito repubblicano in Calabria continua a crescere. Negli ultimi giorni, infatti, vi sono state numerose adesioni di personaggi della società civile e di grossi esponenti di altri partiti.

In una conferenza stampa tenutasi nella provincia di Cosenza, alla presenza del Segretario nazionale del PRI on. Francesco Nucara, del responsabile organizzativo ing. Sandro Fabiano, di Domenico Sia della segreteria provinciale e di Antonio Casimiro, responsabile di zona, è stato ufficializzato il passaggio nelle file del PRI di Settimio Ferrari, proveniente dalla Margherita e di Mario Curcio, ex consigliere comunale di Rende.

"Ho la certezza di trovarmi con gli uomini giusti – ha dichiarato Ferrari - in un partito che, forte di una lunga tradizione, è, pur tuttavia, giovane nelle idee, nei programmi, nei progetti".

Successivamente, a Rende, si è svolto nel corso della serata, un incontro con i candidati alla provincia di Cosenza.

Nucara si è dichiarato soddisfatto per la forte capacità di aggregazione che il Partito sta dimostrando su tutto il territorio calabrese. Tale capacità si è dimostrata ancora più vitale dopo le elezioni europee. "Ciò significa - ha detto il Segretario – che il nostro impegno politico ci sta premiando e le nostre iniziative sono sempre più apprezzate".

Era presente all'incontro il neo consigliere regionale Vincenzo Cesareo, che ha ringraziato i repubblicani e ha ribadito la propria incondizionata disponibilità nei confronti del PRI nazionale.

Nucara ha rimarcato le posizioni politiche del Partito che privilegia i contenuti programmatici rispetto alle questioni di schieramento e, nell'indicare la linea politica da seguire in vista delle elezioni regionali della prossima primavera, ha formulato un'accurata analisi critica della politica regionale.

"Il giudizio sulla gestione Chiaravalloti – ha proseguito Nucara – è fortemente negativo. E il PRI ritiene conclusa l'esperienza di questa giunta regionale .

Una eventuale riproposizione di questa alleanza, negli stessi termini e con gli stessi uomini, costringerà il Partito a percorrere altre strade e a decidere altre alleanze."

La presenza di un nuovo consigliere regionale renderà il PRI protagonista essenziale di eventuali nuove aggregazioni e darà ancora più risalto alla voce del Partito in una Assemblea regionale ormai vicina alla conclusione del suo mandato e quindi protesa a tutelare gli interessi di bottega, in una visione tutta localistica della politica.

nuvolarossa
24-09-04, 12:07
Veiano (Vt): due consiglieri comunali aderiscono al Pri

Pubblichiamo la lettera dei due consiglieri comunali di Veiano (Vt) che aderiscono al Pri.

VEIANO (Viterbo) - "La nostra scelta di aderire al PRI è motivata oltrechè dalla serietà dimostrata nell'azione politica dall'attuale vertice del Partito e ci riferiamo in particolare al Presidente Giorgio La Malfa e al Segretario Nazionale Francesco Nucara, soprattutto per l'ispirazione liberale e la tradizione di un partito risorgimentale e laico che non si è fermato a Mazzini, ma che è andato ben oltre, con uomini come Giovanni Conte, Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini per citarne solo alcuni. Uomini di altissimo profilo e alto senso dello Stato, il cui contributo al miglioramento della nostra Italia è scritto su tutti i saggi di storia della nostra Repubblica. Riteniamo pur nel nostro piccolo - e ci impegneremo nell'azione politica con tutte le nostre energie - di poter dare un utile contributo per il miglioramento e la soluzione delle tante problematiche presenti nel territorio del nostro Comune costituendoci come Gruppo Consiliare del Partito Repubblicano Italiano, uniformandoci anche attraverso il tesseramento a quei principi ispiratori e comportamentali che sono il vanto e la tradizione dei nuovi amici repubblicani della provincia Viterbese. Siamo inoltre convinti - per citare L'On La Malfa "che i grandi sistemi democratici progrediscono per il lievito delle idee, e che le idee sono in genere un patrimonio delle minoranze". Il nostro impegno nel PRI sarà totale e siamo sicuri sarà apprezzato.

Cogliamo l'occasione per dare un saluto ai dirigenti del PRI, ai militanti e soprattutto a tutti i simpatizzanti, nei confronti del quali ci mettiamo sin da oggi a disposizione, con umiltà serietà e dedizione"

Consigliere Comunale Caterino Donati
Consigliere Comunale Gianni Donati

nuvolarossa
30-09-04, 19:28
Rimini: il consigliere verde Starnini passa al Pri

Il capogruppo dei Verdi in Consiglio Comunale a Rimini, Giulio Gherardo Starnini, nella serata di venerdì 24 settembre si è incontrato con il segretario regionale del PRI Widmer Valbonesi, esprimendogli l'intenzione di iscriversi al Partito Repubblicano.

Martedì 28 settembre il PRI di Rimini ha accolto e approvato tale richiesta.

La Segretaria regionale e la Segreteria riminese esprimono il loro compiacimento per l'adesione del consigliere, ritenendo questa adesione molto importante vista la serietà, la capacità e l'impegno con il quale il consigliere Starnini sta operando nel corso del suo mandato, in particolar modo sul fronte della difesa e della tutela urbanistica e del territorio.

Nei prossimi giorni il Direttivo del PRI di Rimini e Giulio Gherardo Starnini s'incontreranno per definire alcuni temi sui quali intervenire, proseguendo così l'impegno politico comune.

In vista c'è anche la formazione di un nuovo Coordinamento delle forze laiche presenti nel Consiglio Comunale riminese.

Widmer Valbonesi segretario regionale Pri Emilia Romagna

*

Giulio Gherardo Starnini dal 1993 al 1998 riveste come cittadino il ruolo di coordinatore della Commissione Territorio della Circoscrizione n. 6 del Comune di Rimini;

- Nel 1998 si iscrive ai Verdi Sole che Ride;

- Da febbraio 1999 a dicembre 1999 è portavoce dei Verdi del Comune di Rimini;

- Dal giugno 1999 ad oggi è in Consiglio Comunale a Rimini quale unico eletto della lista "Sole che Ride" (rieletto nel 2001 in occasione delle elezioni straordinarie riminesi dovute alla decadenza del sindaco);

- Alle elezioni provinciali del 2004, candidato come indipendente nella lista "Verdi alternativi" (agganciata ad uno schieramento laico-ambientalista costituito anche dal PRI riminese) ottiene, in soli 3 dei 12 Collegi di Rimini, quasi il doppio delle preferenze ottenute nell'ultima elezione comunale (da 170 a 330).

nuvolarossa
03-10-04, 12:36
Stelio De Carolis ritorna al “suo” Pri

FORLI’ - Stelio De Carolis, due settimane fa, ha abbandonato i Ds, ai quali aveva aderito nel 1998 e ha chiesto l’adesione al suo partito di origine: il Pri. Lo ha annunciato nella seduta della Direzione nazionale di ieri il segretario nazionale PriFrancesco Nucara. Voto favorevole al suo ingresso di tutti i membri della Dn e voto contrario, sul metodo, di Vidmer Valbonesi.De Carolis, 66 anni, deputato Pri per due legislature e senatore Ulivo dal 1996 al 2001, è originario di Fumone e residente a Meldola. Le ragioni politiche della scelta, al di là delle indiscrezioni, nei prossimi giorni.

kid
04-10-04, 16:26
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gif

leggo una dichiarazione di De Carolis sul carlino, che recita: "Ero entrato nei ds perchè credevo nel progetto di un grande partito della sinistra democratica riformista europea. Da tempo ho preso atto che questa trasformazione è fallita e dunque ne ho tratto le conseguenze: per questo rientro nel pri".

Il carlino annuncia anche il rientro di Denis Ugolini. La direzione sabato ha consentito al rientro anche di Franco de Angelis, primo dei non eletti a Milano nel '92 e consigliere comunale meneghino dall'89 al'93. Lui era dato come vicino a Forza Italia. E' rientrato anche Bruno Trezza, peraltro già candidato nelle liste europee di questa primavera.
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ANCORATU.mid

nuvolarossa
05-10-04, 21:36
Direzione nazionale del Pri: rientrano tre ex militanti

La Direzione Nazionale del Pri del 2 ottobre 2004 ha respinto le dimissioni del vice-segretario nazionale on. Italico Santoro e, nella stessa riunione, sempre su proposta del segretario Nucara, ha accolto la richiesta del senatore Stelio De Carolis, del prof. Bruno Trezza e del dott Franco De Angelis di rientrare nel Pri, partito in cui avevano militato negli anni precedenti, occupando rilevanti incarichi istituzionali e politici a livello nazionale e locale.

La decisione della D.N., scaturita al termine di un dibattito nel corso del quale sono intervenuti il presidente del Partito on. Giorgio La Malfa e numerosi esponenti della Direzione, apre una fase nuova nell'attività del Pri, segnando una svolta rispetto ad una precedente fase segnata da rotture ed abbandoni. La scelta odierna rappresenta, pertanto, un'inversione di tendenza rispetto alle scelte compiute in questi anni dal Pri per salvaguardare l'autonomia e le prospettive del partito.

Seguono brevi biografie:

Franco De Angelis, dirigente d'Azienda, Consigliere comunale e assessore al Comune di Milano negli anni 80/90.

-Vice Presidente sino al 2001 delle Ferrovie Nord.

-Consigliere nazionale e primo dei non eletti alla Camera nella lista del Pri nel 1992.

Stelio De Carolis, consigliere provinciale e regionale e segretario del Pri dell'Emilia Romagna.

-Deputato dal 1987 al ‘94 e successivamente senatore, sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, componente del Consiglio e della Direzione nazionale del Pri.

Bruno Trezza, docente di economia all'Università la Sapienza di Roma, consigliere economico del Pri a partire dagli anni ‘70, è stato consulente economico della Presidenza del Consiglio con Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini. Componente del C.N. e della Direzione è stato capolista del Pri alle ultime elezioni europee.

nuvolarossa
06-10-04, 21:50
Vitulazio (CE): Antonio Catone, Consigliere comunale, aderisce al Pri

Il Consigliere comunale ed Assessore del comune di Vitulazio Antonio Catone, con somma soddisfazione degli amici repubblicani della locale sezione, ha deciso di aderire al PRI.

Vitulazio è una operosa cittadina in provincia di Caserta che conta oltre cinquemila abitanti. E' amministrata da una giunta, espressione della lista civica che ha vinto le elezioni, di cui faceva parte Antonio Catone risultato uno dei più votati.

Il neo consigliere e assessore repubblicano caratterizza attualmente la sua attività nell'ambito delle tematiche ambientali, mentre nella vita di tutti i giorni volge la sua professione di insegnante presso l'istituto tecnico di Capua. A lui va il benvenuto del Responsabile provinciale del Pri di Caserta Carmine Bevilacqua e di tutti gli amici della provincia.

nuvolarossa
29-11-04, 22:58
La crescita del partito nelle province abruzzesi/Su impulso di Vito Taccone costituite nuove sezioni

Il ruolo e l’entusiasmo dei giovani

La crescita del PRI in Abruzzo va avanti a vele spiegate. Dopo la costituzione questa estate di nuove sezioni a Celano, Lecce nei Marsi e Pescara che si vanno ad aggiungere a quelle già esistenti (Avezzano, L’Aquila, Balsorano e Lanciano), con il termine del tesseramento 2004 si sono costituite altre nuove sezioni a Cerchio, Capistrello, Ofena, Castelvecchio Subequo - Secinaro, Trasacco, Sulmona, Pratola Peligna, Chieti, Francavilla, Teramo, Alba Adriatica.

Soddisfazione in merito da parte di Vito Taccone, segretario regionale PRI ed anche il principale fautore del rilancio del partito in Abruzzo. Dice Vito Taccone "E’ una grandissima soddisfazione vedere tanta gente interessata ad una politica seria e non a poltrone che il nostro Partito non può assicurare. Questi sono i principi di una politica sana e nell’interesse dei cittadini e del territorio. D’altro canto la mia trasparenza con tutti i collaboratori del PRI li rende partecipi di qualsiasi decisione politica e strategica e questo invoglia coloro che vogliono fare una politica vera, ma soprattutto i giovani. Nel nostro gruppo emerge chi ha le capacità, l’entusiasmo e la voglia di lavorare, non vi sono gerarchie dovute all’età, al ceto sociale, al titolo di studio o all’anzianità di iscrizione al PRI. Le nostre potenzialità di sviluppo sono enormi e alle regionali stupiremo tutti".

Antonino Zecca
Responsabile relazioni pubbliche
Pri Abruzzo

nuvolarossa
09-12-04, 19:32
Fossombrone (PU): costituita nuova sezione Pri intitolata a "Giuseppe Garibaldi"

Nei giorni scorsi presso l'abitazione del Sig.re Vitali Enzo a Fossombrone, alla presenza del Segretario Provinciale Giuseppe Gambioli, si sono riuniti un gruppo di cittadini per fondare una nuova sezione del Partito Repubblicano Italiano dal nome "Giuseppe Garibaldi" nel comune di Fossombrone.

Lo scopo principale della nascita di questa nuova sezione, sarà quello di sensibilizzare la cittadinanza fossembronese, sulle problematiche più importanti che la riguardano da vicino; in particolare quella sulla risoluzione della viabilità, dei parcheggi, la questione della sanità (la sua difesa ad oltranza ), del liceo Fossombrone-Pergola-Fano ecc.

Il PRI sarà attento a tutte quelle questioni che possono sembrare di poco interesse, ma che in realtà toccano i cittadini da vicino, e che fanno parte della loro vita quotidiana. La sezione s'impegnerà, naturalmente, su tutti i temi e le iniziative politico-programmatiche che la segreteria nazionale sta portando avanti nel quadro nazionale.

Della nuova sezione, è stata nominata Segretaria pro tempore Luzi Lucia residente a Fossombrone già candidata all'elezione provinciale, coadiuvata dal Sig.re Vitali Enzo candidato alle elezioni comunali per il PRI nel 2003.

nuvolarossa
26-04-05, 21:38
Udine: ricostituzione Pri, sezione intitolata a Randolfo Pacciardi

Nella giornata del 19aprile u. s. presso l'albergo "Ramandolo" di Udine si è tenuta un'assemblea di liberi cittadini con l'intento di ricostituire il Partito Repubblicano Italiano a livello locale, provinciale e regionale.

Dopo aver espresso giudizi molto negativi sulle esperienze amministrative in corso, compresa la conduzione della Regione da parte del governatore Illy, si è costituita una sezione composta da oltre trenta iscritti, intitolandola a Randolfo Pacciardi.

Segretario della nuova sezione è stato eletto il dott. Mauro Carnesecchi, vicesegretario il dott. Antonello Quattrocchi e un consiglio direttivo composto dall'avv. Luca Donato, dal prof. Franco Casarsa e da Carlo Sala.

E' stata anche nominata una coordinatrice del Movimento femminile repubblicano nella persona della dott.ssa D'Odorico Monica.

nuvolarossa
14-07-05, 01:38
Giorgio Amendola, 25 anni dopo/Cosa resta della sua eredità politica per la sinistra

La scelta di vita comunista e la cultura liberale

di Riccardo Bruno

E' doveroso ricordare Giorgio Amendola, nell'anniversario della scomparsa, avvenuta 25 anni fa, oggetto di un incontro e di una tavola rotonda oggi a Roma, cui partecipa Giorgio La Malfa, perché, indipendentemente dalla vicinanza o dalla lontananza con le idee politiche di una personalità quale era la sua, resta il problema di una tradizione storica nella nostra vita nazionale, che non può svanire nel nulla. Il problema che ha il nostro Paese all'indomani della sua trasfigurazione repubblicana, avvenuta con il referendum sulla legge elettorale, a seguito della quale tutti i principali partiti di massa hanno cambiato pelle, non è solo quello dell'equilibrio istituzionale, o della crisi economica, ma anche la veridicità delle proprie origini culturali.

Se la tendenza è di rimuovere le proprie culture di provenienza, non è detto che necessariamente si spostino in avanti le qualità analitiche, si migliorino le capacità di visione: piuttosto c'è il rischio che ci si muova sullo scenario della attualità politica, senza radici, senza strumenti di comprensione dell'esistente, come smarriti.

Giorgio Amendola aveva la particolarità non solo di rappresentare un'area molto particolare e ben definita del Partito comunista italiano, ma anche di rappresentare un capo d'accusa al liberalismo, essendo egli il figlio di uno degli esponenti più illustri di quel mondo, quale era Giovanni.

L'approdo comunista di Giorgio si spiega principalmente nella sua interpretazione della grande crisi del '29, cioè nella convinzione che il capitalismo non fosse in grado di risolvere i problemi di benessere e di sviluppo delle popolazioni del mondo occidentale e che le differenze sociali che il meccanismo di mercato creava, fossero invece tali da incoraggiare fenomeni di reazione violenta, quali quelli che si erano visti in Italia ed in Germania negli anni successivi.

Il figlio di Giovanni, con la sua scelta di vita, decideva di rivolgere un'accusa ai valori liberali, giudicati come inermi nei confronti del fascismo. Del resto vi è tutta una storiografia, Angelo d'Orsi ne è un emblematico esponente, che sostiene che solo il comunismo fu davvero capace di un ruolo davvero attivo nell'antifascismo.

Evocare oggi Giorgio Amendola, non è dunque tanto porre il problema della decadenza del liberalismo italiano e dell'incapacità di opporsi al fascismo, quanto piuttosto chiedersi cosa sia la memoria storica del partito che dovrebbe avere Giorgio Amendola come un suo referente ideale, se non politico. Perché se ha ragione chi come Giovanni Pellegrino sostiene nel suo libro intervista "La Guerra Civile", che "la storia del Pci nel bene e nel male sia stata completamente cancellata dalla memoria del nuovo partito", cosa che in fondo pensava anche Napoleone Colajanni, c'è da chiedersi se, così come Giorgio rimosse la figura del padre Giovanni, gli eredi politici di Giorgio abbiano a loro volta disconosciuto i loro padri.

E' poi molto difficile riferirsi a qualcuno, che merita rispetto per la sua fede e per la sua coerenza di azione, sapendo come poco solido si sia poi rivelato l'impianto stesso delle sue convinzioni. Ed è per questo che non si comprende, non lo comprende nemmeno Rutelli, come si sia risolto il rapporto fra il Pci ed i Ds, non perché non ci sia una evidente discontinuità fra quel partito e quello di oggi, ma perché non c'è chiarezza sui valori fondanti. Ma se i Ds si sono mai posti il problema di una continuità con la tradizione comunista, una continuità che poi magari si è manifestata negli uomini e nei comportamenti politici - lo storico russo Zavslavskj sostiene ad esempio che il pacifismo diessino e non solo, tenuto nella Guerra del golfo prima e in quella in Iraq poi, è una diretta discendenza dello stalinismo - resterebbe poi da capire quale continuità si potrebbe avere nei Ds con la figura di Giorgio Amendola. Eppure Amendola sarebbe ancora in grado di fornire un retroterra per chi davvero non sa come darsene uno proprio. Basta pensare alla sua intelligenza critica che lo spinse a scrivere il primo libro storiografico del Pci fuori dall'ufficialità. La "Storia del partito comunista italiano dal ‘21 al ‘46", rappresentò un pugno nello stomaco per tanti custodi dell'ortodossia marxista - leninista allora in voga. Eppure quell'opera che non troverete in vendita nella libreria di Rinascita, né nelle sezioni dei Ds, né altrove, è tale da offrire un fondamento serio alla discontinuità di cui avvertì pure il bisogno Occhetto nel '92. Perché in essa Amendola dimostra di saper guardare ai problemi come davvero sono e non come dovrebbero essere. L'opera in questione, vale la pena di un breve riferimento, viene pubblicata nel 1979, e cioè in anni in cui si idealizzava la mitica unità del Pci di "Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer". Eppure nonostante fosse questa la parola d'ordine echeggiante nelle piazze dagli attivisti del partito, Amendola non aveva remore nello spiegare come si fossero consumati negativamente i rapporti fra Gramsci ed il gruppo dirigente del partito, Togliatti in testa, con accuse molto pesanti, anche sotto il profilo morale, rivolte proprio dal fondatore del Pci a chi invece lo guidava da Mosca. Se si segue la falsariga della ricostruzione di Amendola ci sarebbe da credere che la ricostruzione di Togliatti del pensiero gramsciano è fasulla e di comodo. Ma nel '79 Amendola ha anche chiaro il decadimento della società sovietica, forse non già a livello economico – in fondo nel '76 sosteneva pubblicamente a Ravenna che l'Urss avrebbe fatto meglio degli Usa - ma certamente a livello ideale.

La domanda più inquietante che egli pone nella sua storia del Partito comunista è proprio come fosse possibile restare comunisti dopo aver conosciuto l'orrore della società sovietica. E per quanto sia evidente che questa domanda lo tormenti direttamente, egli decide di restare comunista. Forse allora per rendere più consistente la svolta del Pci in Pds, si sarebbe dunque potuto rispondere alla domanda di Amendola, dicendo che non si poteva più.

Le parole più coraggiose in tutta questa vicenda, sono giunte nel '96. Quando l'onorevole D'Alema disse in un congresso nazionale del Pds a Torino, di non avere dubbi che nel contenzioso fra Psi e Pci, fossero i primi ad avere ragione, ed i secondi, torto.

Non ci sono però state le debite conseguenze a questa ammissione. Allora il rileggere Amendola, soprattutto quello del 1977, dove si esprime ancora una forte resistenza del partito al movimentismo estremista, dimostrando la forza di "un album di famiglia" che nulla può aver a che fare con le Br e dando così una nuova vera dignità al Pci, consente di ripercorrere una visione critica ed autocritica della vita politica, spesso sacrificata in nome del dogmatismo.

E' poi probabile che restino aperti dei problemi storiografici. Ad esempio c'è da chiedersi quanto Amendola che, avrebbe voluto in partito unico della sinistra, alleato dei repubblicani, fosse un critico del compromesso storico. Perché vi sono suoi interventi, incluso il dibattito famoso svolto con Ugo La Malfa, dove egli sembra piuttosto consapevole della necessità di sfidare la Democrazia cristiana, sfilandole le alleanze, piuttosto che trovare un'intesa con essa.

nuvolarossa
22-07-05, 00:11
La Malfa illustra la strategia/Far crescere l'economia e ridare fiducia ai cittadini

Lisbona, occasione di ripresa che l'Italia non può mancare

E' possibile rendere l'economia italiana competitiva senza ricorrere agli anabolizzanti che vennero usati durante gli anni '50. Questa la domanda che si è posto il ministro per le Politiche comunitarie Giorgio La Malfa nella conferenza stampa tenuta ieri al ministero di Piazza Nicosia a Roma dove ha illustrato gli obiettivi ed i progetti del suo dicastero. Per la preparazione del piano italiano il Consiglio dei ministri ha dato vita ad un comitato, coordinato da La Malfa stesso, cui partecipano i ministri degli Esteri, dell'Economia e delle Finanze, delle Attività Produttive, del Lavoro, dell'Università e della Ricerca, dell'Ambiente, dell'Innovazione Tecnologica, della Funzione Pubblica e delle Politiche di Coesione.

Le loro decisioni avranno l'ausilio di un comitato tecnico composto dagli esperti designati dai rispettivi dicasteri e presieduto dal professor Paolo Savona, capo del Dipartimento per le Politiche Comunitarie.

‘'Dal 1992-1993 ad oggi i governi italiani hanno cercato di mantenere il deficit entro il 3%: sono 12 o 13 anni, quindi, che l'organismo italiano è a dieta. Ora siamo diventati anoressici e questo stato è destinato a continuare, se non si interviene''. Lo ha detto il ministro delle Politiche comunitarie, sottolineando che il piano italiano per l'attuazione della strategia di Lisbona è una delle leve su cui premere per tornare a crescere. ‘'Prima dell'introduzione dell'euro ricorrevamo alla svalutazione ed al debito, ora invece dobbiamo tornare a crescere limitando il ricorso alla finanza pubblica e attraverso la flessibilità dei mercati''.

La Malfa, indicato dal consiglio dei ministri come il ‘Mister Lisbona' italiano, cioè il coordinatore del piano nazionale d'azione per l'occupazione che punta ad attuare le indicazioni contenute nell'Agenda di Lisbona, si è dimostrato ottimista. Il piano per la crescita e l'occupazione italiano si concentrerà sulla promozione dell'innovazione, la formazione del capitale umano, le infrastrutture e la semplificazione, e sarà presentato alla Commissione Europea - ha spiegato Giorgio La Malfa - nella data del prossimo 15 ottobre. "Abbiamo una grande occasione per riprendere il cammino di crescita dell'economia italiana ed europea - ha affermato il ministro - Occorre restituire fiducia ai cittadini europei e per questo è necessario ripartire dall'economia. E' un periodo di difficoltà che va affrontato stimolando interventi trainanti in un clima di liberalizzazione e flessibilità, secondo una linea che sembra essere ampiamente condivisa dalle nostre parti sociali e dalla Commissione europea''.

Per l'elaborazione del piano, Mister Lisbona ha avviato una serie di colloqui con le parti sociali ed anche una consultazione telematica con 120 economisti.

"L'Italia deve fare un bagno di concorrenza, altrimenti la crisi in cui ci troviamo è destinata a durare e peggiorare. Il piano italiano deve seguire la filosofia di Blair: il centro-destra può farlo, ma il centro-sinistra è pronto ad adottare questa filosofia? Nei prossimi anni - ha detto La Malfa - il problema non sarà chi riuscirà a tenere sotto controllo i conti, ma chi riuscirà a far respirare il sistema italiano''.

E' proprio sul lavoro di progettazione di questi interventi che nei giorni scorsi si sono svolte al ministero le consultazioni con i sindacati e le principali organizzazioni di categorie e l'incontro con la delegazione dell'esecutivo Ue incaricata di seguire i progetti degli Stati membri.

Giorgio La Malfa ha ricordato che gli obiettivi della strategia di Lisbona mirano a raggiungere una crescita media annua del Pil dell'Ue pari al 3%, la piena occupazione e una spesa in Ricerca e Sviluppo pari al 3% del pil europeo. Un programma ambizioso avviato in una fase di notevole difficoltà economica per i grandi paesi dell'Ue.

"Potendo fare confronti storici, posso testimoniare che nei lavori preparatori della strategia di Lisbona, la pubblica amministrazione dispone oggi di professionalità elevate e le parti sociali impostano sul piano della concretezza le soluzioni ai numerosi problemi da affrontare", ha commentato Paolo Savona presente alla conferenza. "Tutti, dico tutti, continuano a poggiare le proprie speranze di miglioramento su un'Europa unita che si pone al fianco dei paesi per aiutarli ad uscire dalle difficoltà. Vale dire, su un'Europa unita che non appaia solo come controllore e maestro che distribuisce voti e pagelle. Dovere e impegno della ‘Struttura di missione Lisbona' – ha proseguito Savona – è non deludere queste attese. Se avremo successo, e su questo non ho dubbi, lo sapremo nella prima metà di ottobre, quando la proposta italiana verrà presentata alla Commissione di Bruxelles". Per la realizzazione dei progetti del piano nazionale per l'occupazione si farà ricorso, così come previsto nel Dpef, all'asset management. Lo ha sottolineato La Malfa, mettendo comunque in evidenza che ‘'bisognerà partire dai progetti, vedere quanto costano e poi valutare come è possibile finanziarli: vediamo se c'è qualcosa di buono, poi il finanziamento lo troviamo''. "L'Agenda di Lisbona ha fissato 24 linee guida, noi stiamo cercando di ridurle a 4-5: si tratta - ha precisato La Malfa - di ricerca ed innovazione, infrastrutture, semplificazione e liberalizzazioni. Abbiamo in mente interventi orizzontali, come possono essere gli sgravi alle imprese, e puntuali, cioè progetti specifici. Dobbiamo convincere il mondo imprenditoriale italiano che il paese può crescere, dobbiamo creare le condizioni di crescita senza usare i vecchi sistemi'', come le svalutazioni ed il ricorso alla spesa pubblica.

Il ministro ha ricordato che gli obiettivi della strategia di Lisbona mirano a raggiungere una crescita media annua del pil dell'Ue pari al 3%, la piena occupazione ed una spesa in ricerca e sviluppo pari al 3% del pil europeo. La Malfa, infine, ha sottolineato che il problema italiano sul fronte della ricerca è "che i privati investono poco. La spesa pubblica per la ricerca è in linea con l'Unione europea, la ricerca privata invece non decolla, anche perché di solito è fatta da grandi imprese. Confindustria, invece, ci ha riferito che l'84% dei suoi iscritti sono aziende con meno di 15 dipendenti''.

I colloqui con le parti sociali finiranno il 25 luglio. Poi, in forma di impianto (15 pagine), il programma sarà presentato entro il 15 ottobre alla Commissione europea. "Questa strategia non andrà ad incidere sui saldi del Dpef'', ha detto Giorgio La Malfa. Presentando alla stampa il lavoro di preparazione del Piano, il ministro ha sottolineato che qualora occorrano stanziamenti ulteriori rispetto a quelli presenti del Dpef e nella futura legge finanziaria, si ricorrerà ‘'a tagli alle spese produttive, crediti fiscali, mobilizzazione del risparmio verso progetti innovativi, ed in raccordo con il Dpef c'è la possibilità di fare asset management pubblico''. L'importante, ha ribadito, è ‘'creare condizioni di crescita senza usare dosi massicce di spesa pubblica e svalutazione, ma trovare strumenti senza far ricorso alla finanza pubblica".

"Abbiamo intenzione di accelerare, dove è possibile, le iniziative che sono già partite e di individuarne di nuove'', spiega ancora Paolo Savona. In linea di massima, ‘'bisogna affrontare i problemi della liberalizzazione e della competitività in tutti i settori e poi - continua Savona - individuare, tra le varie proposte, una decina di progetti concreti che possano avere effetti stimati su reddito ed occupazione e che abbiamo dietro finanziabilità sul bilancio dello stato. Capire quali sono le disponibilità messe a disposizione dalla comunità ed, eventualmente, ricorrere alla finanza privata''.

nuvolarossa
27-07-05, 19:34
Del Pennino: sì al Dpef, ma servono le riforme

Intervento del senatore Antonio Del Pennino sul Dpef, 26 luglio 2005.

Signor Presidente, Colleghi Se-natori, abbiamo esaminato il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2006-2009, che offre al Parlamento e, attraverso di esso, all'intero Paese, il quadro delle tendenze e degli indirizzi nel quale si iscrive la manovra di bilancio per il prossimo quadriennio.

Come repubblicani ne abbiamo apprezzato, da un lato la coerenza rispetto al sentiero stretto di aggiustamento credibile e strutturale del deficit al netto delle "una tantum", in conformità alla raccomandazione all'Italia approvata dall'Ecofin il 12 luglio scorso, dall'altro la finalizzazione ad una politica di crescita economica e di perseguimento degli obiettivi del processo di Lisbona 2000.

Dobbiamo, peraltro, sottolineare alcuni aspetti che a nostro avviso sono di particolare rilevanza.

In premessa dobbiamo considerare tre dati significativi:

1) negli scorsi quattro anni la spesa per interessi della Pubblica Amministrazione è diminuita di quasi 4 punti percentuali, passando dal 6,5% al 5,1% del Pil, una diminuzione questa più importante dell'altra di pari entità realizzata nel precedente e ben più favorevole quadriennio (dall'8% del 1998 al 6,5% del 2001);

2) negli ultimi tre anni la spesa netta in conto capitale in rapporto al Pil è passata dal 3,9% al 4,4%;

3) la spesa corrente primaria è cresciuta dal 37,9% al 39,3% del Pil.

La sovrapposizione degli effetti di questi tre fattori ha consentito di mantenere l'incidenza della spesa totale sul Pil al di sotto del 50%, mentre il debito pubblico continua a diminuire lentamente, ma costantemente.

Certo, anche il tasso di disoccupazione è diminuito di oltre un punto percentuale e, quindi, di oltre il 10% del suo livello rispetto all'inizio di legislatura.

Ma ciò nonostante, non possiamo tacere il fatto che vi è un indebolimento molteplice e strutturale dell'economia reale del nostro Paese (produttività del lavoro, quota del commercio mondiale, competitività), che trova origine in una mancanza di preparazione al brusco cambio di modello strategico imposto dalla introduzione della moneta unica europea, in ogni caso preziosa per la stabile appartenenza dell'Italia all'Europa.

L'esigenza di attuare una correzione reale e non più semplicemente monetaria, esige finalmente l'adozione, da parte di tutti, di quelle politiche economiche, finanziarie e industriali che sono state proprie delle forze minoritarie, laiche e repubblicane, nella seconda metà del secolo scorso.

In questa logica, va apprezzato il fatto che alla consapevolezza del carattere strutturale dei problemi, che pervade tutto il Documento di programmazione economico-finanziaria 2006-2009, corrisponda l'indicazione di politiche per la crescita (maggiori investimenti in infrastrutture e in aree strategiche, liberalizzazione dei mercati e semplificazione amministrativa, alleggerimento del carico tributario e sostegno alle famiglie, aggiustamento strutturale dei conti pubblici).

Certo, il cosiddetto scenario Dpef mira per il prossimo quadriennio a una drastica riduzione dell'indebitamento netto e a una forte crescita dell'avanzo primario. E la combinazione di politiche economiche e industriali dispiegherà importanti e relativamente rapidi benefici sul rilancio dell'economia e della competitività del Paese, ma presenta margini molto scarni di elasticità.

Per questo crediamo che il Governo dovrà profondere ogni attenzione e cura affinché le politiche di riforma indicate, segnatamente quelle finalizzate al conseguimento degli obiettivi di Lisbona 2000 vengano intraprese e attuate con decisione.

nuvolarossa
03-08-05, 21:25
Intervista a Franco Torchia/Il ruolo e l'attività del responsabile del tesseramento del Pri

Incarico delicato, finalizzato alla crescita del partito

La "Voce" ha intervistato Franco Torchia, responsabile del tesseramento del Pri.

Torchia, nell'ultimo Consiglio nazionale del Pri è stato nominato responsabile del tesseramento. Lei è alla sua prima esperienza in un incarico nazionale del Partito.

Questo Ufficio rappresenta il punto di snodo di tutta l'organizzazione del partito e l'incarico è abbastanza delicato perché da esso dipende in gran parte la crescita del Pri. Affidandolo a me, il Segretario Nazionale Nucara ha riposto la sua massima fiducia nella mia persona.
Spero di non deluderlo.

Ha già fatto il quadro della situazione del partito?

Presto fatto. La situazione è quella che è stata presentata all'ultimo Congresso nazionale, il 44°, che si è svolto a Fiuggi dal 4 al 6 febbraio, dove hanno votato oltre 1000 delegati in rappresentanza di circa 12 mila iscritti. Negli ultimi tre anni tale cifra è rimasta sostanzialmente immutata. La nostra presenza è capillare su tutto il territorio nazionale anche se la distribuzione non è molto omogenea. Abbiamo un partito che al Nord è abbastanza debole con circa 800 iscritti. Il Centro rappresenta il punto di forza con quasi 6000 iscritti ( più della metà sono in Emilia Romagna). Il Sud invece, nel 2004, con 4500 iscritti ha vissuto un momento di crescita vertiginosa con la Calabria che li ha triplicati. Quindi abbiamo tre Regioni abbastanza forti: Romagna, Calabria, Sicilia, che da sole rappresentano il 50% del Partito.

Come pensa di assolvere a questo compito?

Qui non si tratta del disbrigo di una semplice pratica burocratica. Occorre capire perché nonostante gli sforzi posti in essere dalla segreteria nazionale, il partito in questi anni non sia riuscito ad aumentare i propri iscritti. Ma questo, ritengo, sia un problema comune a tutti i partiti che da anni ormai vivono in condizioni abbastanza difficili, a causa senza dubbio del crescente degrado della politica.
L'opinione pubblica sente l'assenza di quelle battaglie ideali che tanto hanno appassionato la mia militanza giovanile. I cittadini vivono ormai con distacco anche i problemi a loro più vicini. Il tema degli sprechi, il risanamento dei conti pubblici (grandi battaglie repubblicane), le inefficienze della pubblica amministrazione, la moralizzazione della vita pubblica non appassionano più di tanto. Sono i problemi della sicurezza, del lavoro precario, dei prezzi, che coinvolgono le persone, e, come vede, sono tutti di carattere individuale.
Se questi sono gli interessi dei cittadini, allora devono cambiare gli strumenti che la politica utilizza, occorre apportare dei cambiamenti.
I termini con i quali noi identifichiamo le strutture del nostro partito sono ormai inadeguati. Parliamo di sezione, di segretari, di direttivi. Sono tutti termini che esprimono una precisa gerarchia, una serie di regole da rispettare. Oggi l'appartenenza ad un partito è vissuta da taluni come un vincolo quasi inscindibile che la persona si porta appresso con spirito di dipendenza.
Riflettiamo un attimo sul tipo di attività che contraddistingue la giornata di un cittadino medio, coinvolto nella propria quotidianità esclusivamente da determinate situazioni: il lavoro, la famiglia, l'associazionismo, la partita a tennis, la cena con gli amici, un passaggio in discoteca o al club. Pochissimo spazio o quasi nulla per la politica.
Tentare, allora, di coagulare l'attenzione della gente su determinati problemi senza ad esempio espropriarli della loro libertà di aggregazione può significare la svolta della politica.

L'analisi è perfetta, ma come pensa di muoversi sul terreno pratico ?

Siamo già nel secondo semestre dell'anno. Nel rispetto dei tempi previsti, gli Uffici della Direzione nazionale hanno già inviato a tutte le consociazioni le nuove tessere. Tra rinnovi e nuove adesioni sono state spedite circa 3000 tessere in più con un incremento di circa il 30% rispetto all'anno precedente. Penso di inviare agli inizi di settembre una lettera a tutti i segretari di consociazione per sollecitare il pagamento delle tessere possibilmente entro la fine di ottobre.

Per il nuovo anno pensa di introdurre delle novità?

Sto lavorando ad un nuovo regolamento per il tesseramento che sottoporrò alla prima direzione utile al rientro dalle vacanze.
Ho sempre pensato che ogni singolo iscritto debba essere responsabilizzato a versare l'importo dovuto per la tessera annuale. I segretari di sezione o di consociazione, a mio avviso, devono avere soltanto un compito di coordinamento. Ovvero, quello di recuperare le somme da inviare alla Direzione nazionale. Sono sempre stato contrario al pacchetto di tessere controllato da parte dei potentati locali. Così come sono anche contrario alle iscrizioni di intere famiglie. Ovviamente non si può impedire a nessuno di iscrivere i propri parenti.
Per il prossimo anno, sarebbe mia intenzione organizzare una giornata del tesseramento da svolgersi con iniziative in tutte le federazioni regionali. Una festa che potrebbe coincidere con il 9 febbraio che è la ricorrenza della Repubblica Romana. Dico il 9 febbraio per un motivo particolare. In quella data, infatti, la federazione regionale dell'Emilia Romagna (prima regione a farlo) distribuisce le tessere ai propri iscritti. E' opportuno quindi che si faccia in tutta Italia. In questa giornata, alla quale potrà partecipare per ciascuna regione un componente della direzione nazionale, non ci si deve limitare alla sola consegna delle tessere, ma deve essere un momento politico di incontro e di rilancio del partito, anche in vista degli importanti appuntamenti elettorali di primavera.

Tutte qui le novità ?

Sto lavorando per attivare entro la fine dell'anno una nuova formula di tesseramento. Spero entro la fine di ottobre di poter presentare alla direzione nazionale la nuova tessera.
In quella sede, chiederò ai segretari regionali di svolgere alcune attività preliminari per consentire all'ufficio tesseramento di partire con il nuovo sistema già dal 1° gennaio 2006.

Di cosa si tratta ?

Ci vediamo a settembre. Auguri a tutti di buone vacanze.

nuvolarossa
05-09-06, 14:46
“Se da ragazzo tiri le molotov, un giorno occuperai una poltrona di prestigio”
Una società pericolosamente diseducativa

di Sandra Giovanna Giacomazzi

Fra una settimana rientrerò in aula per insegnare diritto ed economia nel liceo classico europeo dove insegno ormai da cinque anni. Il rientro quest’anno sarà particolarmente pesante. Non insegno la mia materia in modo asettico. Cerco di istallare nei miei studenti un po’ di amore e un minimo di rispetto per le istituzioni anche se non in modo acritico. Mi peserà perché tutti i valori che cerco di trasmettere in quelle stanze scolastiche sono stati sconfitti nell’Italia, all’esterno di quelle stanze. E non so come fare a competere con il successo di quel mondo esterno che straripa di antivalori. Quel mondo che insegna loro che: se da ragazzo tiri le molotov contro le istituzioni, un giorno puoi anche aspirare ad occupare le poltrone più prestigiose di quei palazzi. Se predichi e usi violenza antiglobalistica per le vie e nelle piazze, puoi diventare parlamentare europeo e fare i tuoi danni nelle aule di Bruxelles e Strasburgo. Se fai il disobbediente, se distruggi la proprietà privata e pubblica, se rubi nei supermercati e inciti altri a fare ugualmente, dopo aver ricevuto ospitalità nei migliori salotti televisivi, puoi sederti comodamente a Montecitorio. Se sei uno dei capi di una banda armata che ha come scopo la distruzione dello Stato, potrai, non solo essere eletto nel parlamento di quello Stato che non sei riuscito a distruggere, ma puoi anche farne da segretario. Se hai passato decenni della tua vita a predicare e lottare contro ogni regola del mercato, incitando migliaia di persone a scendere in piazza contribuendo così ad un costo al Pil ed un danno inestimabile per il tuo Paese, puoi pretendere di diventare presidente di una delle due camere, della Camera dei Deputati o del Senato, o dell’una o dell’altra, così, a caso.

http://www.cafedelasciudades.com.ar/imagenes10/antiglobal4.jpg

Se hai sprecato un pomeriggio a consultare gli spiriti per farti dire quello che sapevi già ma che non potevi dire in modo diretto e così crei tutta una messa in scena non per informare la polizia di dove si trovava il sequestrato, ma per avvertire i sequestratori che il loro nascondiglio non era più tanto nascosto; e se poi vendi i tesori di Stato ai tuoi amici a prezzi stracciati, puoi diventare presidente del consiglio. Se hai celebrato l’arrivo dei carri armati sovietici in un Paese dell’Est, condannando quel popolo ad un sistema economico che lo avrebbe portato all’arretratezza per non parlare della privazione di ogni libertà e poi dopo 50 anni ammetti il tuo torto, neanche in modo diretto ma solo in modo trasversale dando ragione a chi allora non la pensava come te, puoi diventare Presidente della Repubblica. Insomma, quando ogni tipo di giudizio immorale e comportamento deplorevole portano ad un premio, e non ad un premio qualsiasi, ma alle cariche più alte e prestigiose dello Stato, che cosa se ne fanno i miei studenti dell’insegnamento di tanti sani valori quando la realtà dei fatti insegna loro tutto il contrario.

tratto da http://www.opinione.it/

nuvolarossa
15-11-06, 19:41
SEMINARIO DI FORMAZIONE POLITICA

FIUGGI, 19 - 24 novembre 2006

Il Partito Repubblicano Italiano, insieme alla Federazione Giovanile Repubblicana, organizza, nelle giornate dal 19 al 24 p.v., un corso di formazione per giovani aderenti e simpatizzanti del PRI.
Crediamo fermamente nell'importanza di iniziative come queste, in grado di coinvolgere i giovani, di stimolarli a ragionare sui problemi del nostro Paese laicamente, cioè senza pregiudizi, senza barriere ideologiche.
Il processo che il PRI, da qualche tempo, ha intrapreso è quello di un compiuto quanto improcrastinabile ricambio generazionale. Tuttavia siamo convinti che per essere efficace il ricambio generazionale deve condursi nel modo meno improvvisato possibile e deve essere guidato da una strategia complessiva che miri ad un rilancio dell'azione politica del nostro partito.
Per queste motivazioni quell'iniziativa che tanto successo aveva riscosso due anni fa a Chianciano si rinnova quest'anno. Stavolta però l'appuntamento è a Fiuggi, domenica 19 nel tardo pomeriggio, presso l'Hotel Oxford.
Di seguito pubblichiamo il programma delle giornate di studio.

Domenica 19

Ore 18,00 - Accoglienza dei partecipanti da parte del Segretario Nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana, dott. Giovanni Postorino

Redazione breve scheda di presentazione personale

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Lunedì 20

Ore 8,30 - Saluto ViceSegretario Nazionale del PRI, dott. Corrado Saponaro De Rinaldis

Ore 9,00 - Quadro istituzionale ed organizzazione dello Stato. Il nuovo ruolo delle autonomie locali. La riforma dell'ordinamento statale. dott. Michele Eramo

Ore 11,00 - La giustizia nell'amministrazione: la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini. prof. Emidio Frascione

ore 14,00 - La politica energetica e la tutela ambientale. prof. Franco Battaglia

Ore 16,00 - Partiti politici, sindacati e gruppi di pressione (il fenomeno delle lobbies): il loro ruolo nelle moderne democrazie. sen. Antonio Del Pennino

Tavola rotonda sugli argomenti della giornata. Redazione documento di sintesi

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Martedì 21

Ore 9,00 - Strategie di comunicazione politica. dott. Giuliano Torlontano

Ore 11,00 - Principi ispiratori repubblicanesimo. on. Oscar Mammì

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Ore 15,00 - L'unione europea e la tutela della concorrenza dei mercati. avv. Alessandro Nucara

Ore 17,00 - Amministrazione ed organizzazione del Partito repubblicano. Le liste elettorali. Interverranno il dott. Giancarlo Camerucci (Amministratore PRI), il dott. Franco Torchia (responsabile del tesseramento PRI) e Sergio Ferretti (funzionario PRI)

Tavola rotonda sugli argomenti della giornata. Redazione documento di sintesi

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Mercoledì 22

Ore 9,00 - Politica industriale: le condizioni per crescere. prof. Riccardo Gallo

Ore 11,00 - Finanziaria e conti dello Stato. prof. Gianfranco Polillo

Ore 16,00 - Il declino del Sud. sen. Luigi Compagna

Tavola rotonda sugli argomenti della giornata. Redazione documento di sintesi

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Giovedì 23

Ore 9,00 - Politica e finanza. dott. Oscar Giannino

Ore 10,30 - L'Europa ed i Fondi comunitari. prof.ssa Laura Montana

Ore 12,30 - La politica economica nell'età della globalizzazione. prof. Bruno Trezza

Ore 16,00 - Analisi del quadro politico internazionale. Il nuovo ruolo dell'Oriente (Cina e India). Il mondo occidentale e la lotta contro il terrorismo. La globalizzazione e le sfide per lo sviluppo dei "Paesi poveri". Il ruolo dell'Italia. on. Giorgio La Malfa

Tavola rotonda sugli argomenti della giornata. Redazione documento di sintesi

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Venerdì 24

Ore 10,00 - Faccia a faccia con il Segretario del PRI, on. Francesco Nucara

Chiusura del Seminario: analisi e dibattito libero su tematiche d'attualità e su quanto discusso nel corso del Seminario.

Redazione scheda personale conclusiva

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tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

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nuvolarossa
10-01-07, 19:51
Prospettive repubblicane/Stimolare l'iniziativa liberaldemocratica, proporre progetti forti e chiari
La nostra terza posizione oltre gli schieramenti obbligati

di Franco Torchia*

All'indomani delle elezioni politiche il Partito sembrava essere piombato in una crisi di identità.

E' successo a noi, ma è stato così anche per gli altri partiti della Casa delle Libertà.

Le riflessioni, talvolta amare, espresse dal Segretario sulla situazione del Partito e la successiva crisi del vertice con le dimissioni del Presidente ha rischiato di trasformarsi in un de profundis per il Partito repubblicano.

Il Pri aveva bisogno di uscire dalla crisi in cui si era cacciato da solo, e Nucara si è assunto la responsabilità di una importante iniziativa che guarda lontano e che rilancia strategicamente il Partito e l'identità politica dei repubblicani. Quella che ci consentirà di ricoprire un ruolo specifico nella vita politica italiana.

La proposta di dare piena autonomia al Partito nelle alleanze locali, avendo come riferimento il Partito Liberaldemocratico Europeo in un sistema politico caratterizzato da un forte bipolarismo, non è certamente priva di incognite e di pericoli, ma ha sicuramente la forza di coagulare attorno ad essa vasti consensi all'interno del Partito ed anche fuori.

Nel Paese è già partita una nuova fase politica. Il Partito dovrà rapidamente attrezzarsi per partecipare da protagonista.

Occorre uno sforzo da parte di tutti ed una capacità di elaborazione, di aggregazione ed organizzativa quale il Partito non ha mai conosciuto.

La gente dovrà ritrovare il progetto politico dei repubblicani. Quel progetto, quella visione che parte dai programmi, dai problemi del Paese per arrivare successivamente alle alleanze.

Finita la stagione governativa, il Partito sta concentrando tutte le proprie energie e risorse sull'organizzazione, sulla elaborazione di temi politici.

In questi ultimi mesi ho visto sempre maggiore interesse attorno al Partito. Non dobbiamo di-sperdere queste energie.

Ora però, occorre dare nuovo entusiasmo ai dirigenti. Ed attorno ad un progetto liberaldemocratico avremo la possibilità di aggregare nuove risorse, quella parte dell'Italia che, come noi, non vuole dividersi tra due schieramenti e vuole essere fuori dai due poli.

Dobbiamo aprire un varco tra i due schieramenti.

Dobbiamo ragionare sui temi della società italiana, sulle riforme che da anni rimangono incompiute.

Sul risanamento dei conti pubblici che potrà portare benessere al Paese e agli italiani.

Il segretario ci sta provando. Dobbiamo essere consapevoli che la battaglia sarà lunga e dura.

Dobbiamo smetterla con la politica del giorno per giorno. Quanti di noi non ce la faranno a cogliere i risultati da protagonisti, lo faranno da spettatori. Sarà sicuramente una nuova classe dirigente a raccogliere i frutti di questa nuova strategia.

Toccherà a noi guidarli lungo il percorso.

La strategia del Partito dovrà partire dai contenuti.

Sintetizzerei tutto in una parola: parlare, parlare, parlare.

Parlare dei nostri temi, della nostra identità. Della politica estera, della politica economica, della globalizzazione.

Dobbiamo imparare ad usare il linguaggio dei giovani.

Dobbiamo diventare una Agorà.

Se l'ipotesi della via liberaldemocratica crea vasti consensi all'interno del nostro Partito, ciò significa che la tradizione non è del tutto persa. Significa che il Pri recupera una strategia mai sopita nei dirigenti repubblicani. Questo consentirà sicuramente di aprire un nuovo confronto con quelle anime repubblicane che in tutti questi anni si sono allontanate dalla casa madre.

Ci si chiede a gran voce di recuperare la diaspora. Questa iniziativa del segretario lo consente e proietta il Partito verso ipotesi di nuove alleanze e confronti con altre realtà che si richiamano all'area liberaldemocratica.

Non bisogna considerarla come un allontanamento dalle posizioni che hanno portato il Pri al governo in questi cinque anni.

Lo abbiamo detto e lo confermiamo. Siamo stati leali con gli alleati della Casa delle libertà. Ci riconosciamo in molte delle iniziative che essi assumono, siamo coscienti che su alcuni temi (vedi la politica estera) le nostre idee coincidono perfettamente. Tuttavia il nostro Partito ha bisogno di uscire dal guado in cui oggi si trova la politica italiana.

Questa scelta comporterebbe per il nostro Partito un sacrificio, perché siamo coscienti che le posizioni terzaforziste in un sistema bipolare non hanno mai pagato. Saremo costretti quindi a fare un passo indietro per farne due in avanti verso la nuova direzione.

Questo ci è stato chiesto sempre a gran voce.

Lo facciamo senza timori. Lo facciamo perché è nella nostra tradizione di repubblicani.

Lo facciamo anche perché abbiamo un sogno. Quello di uscire dal sistema bipolare.

Il momento è molto delicato ed occorre operare con grande equilibrio e lungimiranza, senza perdere di vista anche quelli che potrebbero essere gli interessi immediati del Partito.

Occorre ragionare in una logica di lungo termine.

Questo significa che dobbiamo osare di più.

Dobbiamo attivare una forte iniziativa che consenta al Pri di ottimizzare i rapporti con tutte le componenti liberaldemocratiche presenti in entrambi gli schieramenti con l'obiettivo di creare una federazione laica e liberale che diventi polo di attrazione per quelle risorse che, come Nicola Rossi, si preparano ad abbandonare l'idea del partito democratico a sinistra e la federazione delle libertà nel centrodestra.

Il Congresso potrà rappresentare il momento essenziale di una discussione che potrebbe decidere di imboccare la strada in questa direzione.

Su questi temi e su queste prospettive, sarebbe opportuno che sulla "Voce Repubblicana" si aprisse un forum di discussione.

*responsabile tesseramento Pri

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
17-01-07, 21:14
Pri, una 'convention' per l'unità
Nucara propone una sola mozione e concede più autonomia sul simbolo

RAVENNA - E stata una grande festa per riunire il Pri in vista del congresso di marzo, quella organizzata l'altra sera al circolo `Fratelli Bandiera di San Pietro in Campiano ' dal segretario nazionale Francesco Nucara e da Bruno De Modena .
Una sorta di 'convention ' all'americana in salsa romagnola e calabrese : grandi edere illuminate per le strade del paese, gigantografie del segretario davanti all'ingresso, bottiglie di sangiovese personalizzate con la foto del deputato, la banda di Castelbolognese, due maiali arrivati apposta da Reggio Calabria per essere cucinati secondo la tradizione tipica dell'Aspromonte. Nucara ha curato tutto nei minimi dettagli: per far gustare un gelato di latte di mandorle ai presenti, lo ha fatto arrivare in aereo direttamente da una nota pasticceria calabrese .
L'invito è stato raccolto da tutto il partito : sono arrivati repubblicani da Brescia, dal Veneto, dalla Sardegna e da tutta la Romagna. La delegazione più numerosa era quella ravennate: Giannantonio Mingozzi, Paolo Gambi, Eugenio Fusignani, Mauro Mazzotti, LuisaBabini. Ma da Forlì sonoarrivati anche WidmerValbonesi e Lauro Biondi, da Cesena Renato Lelli, Africo Morellini e Denis Ugolini . Visto anche Gianni Ravaglia .

Francesco Nucara, a fine cena, ha fatto un brevissimo discorso sottolineando il valore dell 'amicizia e della lealtà. Ma i contatti con le varie delegazioni, in vista del congresso di marzo, c'erano già stati. «Sono convinto — ha poi dichiarato — che ci si potrà presentare con una mozione unitaria . E se qualcuno deve marcare delle posizioni politiche diverse , potrà farlo con degli ordini del giorno» .

Nucara chiederà al partito di restare nel centrodestra, pur mantenendo una posizione critica sul polo attuale, specie per alcuni estremismi di Lega e An. In chiave europea indica con decisione il traguardo del partito liberaldemocratico .
Il segretario promette maggior autonomia nell 'uso del simbolo dell'Edera alle amministrative, anche per alleanze con il centro sinistra. Sinora la sua concessione era affidata alla discrezionalità del segretario . «Sto pensando — spiega — di inserire nello statuto maggiori garanzie per il suo utilizzo».
Difficilmente però la sinistra ravennate del partito potrà accettare in toto la proposta del segretario e sembra orientata a proporre una mozione alternativa .
La convention di Nucara sottolinea invece il gelo sceso tra i repubblicani romagnoli e Giogio La Malfa. Le apparizioni locali dello storico leader si fanno sempre più rare e sempre più brevi . Nucara sembra ormai diventato il punto di riferimento del partito.

tratto da Il Resto del Carlino di Ravenna

nuvolarossa
23-01-07, 19:10
Le prospettive dei repubblicani/La funzione rilevante che assumerà il nuovo Congresso
Eredità mazziniana ed Europa: fra radici e futuro

Dopo il Consiglio Nazionale del Partito dello scorso 15 gennaio, e a seguito della presa di posizione dell'amico Torchia su "La Voce Repubblicana" dell'11 gennaio, e delle decisioni nel Consiglio Nazionale di indire il Congresso del Partito per la prossima primavera, pare che si intensifichino le iniziative per cercare di porre fine a quella diaspora che fu determinata dalla decisione che portò l'Edera Repubblicana nel congresso di Bari nel centrodestra e, di conseguenza, a partecipare al governo Berlusconi. Questa decisione non trovò l'adesione di moltissimi amici che, con il tempo, sconfortati, hanno trovato in altri movimenti politici una ritenuta più consona collocazione politica o, come moltissimi altri, si sono ritirati a vita privata pur rimanendo nell'anima e nel cuore Repubblicani per le tante battaglie sostenute per il trionfo del pensiero Mazziniano e Repubblicano.

Certamente, il prossimo Congresso dovrà segnare un momento storico del partito, che deve comprendere che quella svolta ha portato lo scompiglio tra le file degli amici; occorre una profonda disamina politica ed una iniziativa coraggiosa per porre fine alle incomprensioni che hanno quasi determinato la scomparsa nell'agone politico nazionale.

Ben venga il Congresso ma con esso, come ho detto, con un profondo esame politico, una rivisitazione dei temi politici del movimento repubblicano e mazziniano, tenendo conto dei problemi e delle esigenze derivanti da una appartenenza ad una liberaldemocrazia italiana ed europea a cui il Partito ha sempre fatto riferimento con la partecipazione al gruppo dell'Eldr, al parlamento Europeo.

Il Congresso deve altresì porre la sua attenzione a che tutte le componenti abbiano a ritrovare in esso la propria fede ed il proprio credo, certi di essere propugnatori di un pensiero che, se non ci fosse, sarebbe necessario creare e che pur essendo di una matrice storica radiata all'inizio del diciannovesimo secolo è di una modernità e di una socialità invidiabile ancora al nostro tempo.

Il Congresso dovrà affrontare tutti questi problemi facendo attenzione a che la propria decisione sappia richiamare tutti quegli amici perduti in questi ultimi tempi e sappia convincere quei repubblicani istintivi, come io li definisco, ad essere tali, e di porli di fronte al loro istintivo senso della giustizia nella libertà, nella democrazia, nell'associazionismo, che rende uguali i cittadini nello svolgimento del proprio lavoro.

Non sono solo questi i principi che fanno di un cittadino un repubblicano, ma questi sono i presupposti, il resto sta a noi: dobbiamo farci capire pubblicando un manifesto con pochi punti caratteristici e caratterizzanti del nostro storico programma che ci pone in primo piano nella difesa dei diritti del cittadino.

La Direzione è chiamata nei prossimi giorni a decidere data e località dove tenere il Congresso. Al Consiglio Nazionale, ho espresso la convinzione di tenere il Congresso a Roma: è la capitale di questa nostra cara Italia.

Il motivo di tale richiesta - so che è un sacrificio - è determinato dal fatto che Roma è il centro delle attività politiche e amministrative più significative, è la città dove il partito era considerato per i suoi principi, i suoi programmi e la sua moralità, tanto da portare in Consiglio Comunale uno o più consiglieri, e che ebbe in Ernesto Nathan il suo Sindaco mai dimenticato e dove ora, alle ultime elezioni amministrative, non si è più riusciti neppure a presentare la lista.

A Roma il Partito da un po' di anni a questa parte è praticamente scomparso, anche se i repubblicani ci sono, e sono certo che basta un "fischio, un richiamo, un appiglio", per rivederli fiduciosi a riprendere il proprio posto nella battaglia per riconquistare il posto perduto.

Il Partito di conseguenza dovrà fare un enorme sforzo politico e organizzativo pubblicando per l'occasione, per riprendere il contatto con Roma e con la cittadinanza, un manifesto di pochi punti chiari e caratterizzanti: laicismo, scuola, riforme scientifiche, riforme liberiste, riesame delle fonti di energia con il ritorno al nucleare, nuova spinta costruttiva alla Costituzione dell'Europa ed una giusta equità fiscale, con un afflato umano di libertà nella sostanza e nelle parole.

Occorre invitare al Congresso e organizzare in Campidoglio la partecipazione e la visita della Presidente e dei personaggi più rappresentativi dell'Eldr, in occasione del cinquantesimo anniversario della firma del trattato di Roma per la costituzione dell'Unione Europea. Di quella Europa che Mazzini aveva sognato: l'Europa dei popoli e non delle Nazioni, e di questo principio i repubblicani devono fare motivo di propaganda e di distinzione.

Insomma, con le discussioni politiche dobbiamo ritrovare l'orgoglio per una grande festa: la festa della riunificazione, quella riunificazione, non fittizia, sentita e sostanziale per cui "Riscossa Repubblicana" si è battuta e si batte nella speranza di ricreare, con programmi moderni, i principi sociali di una liberaldemocrazia, in cui quelli Mazziniani e Repubblicani sono un tutt'uno in un partito moderno e volto al miglioramento della società e del Paese.

Il Congresso infine non potrà dimenticare una nuova legge elettorale che dia la possibilità a tutte le formazioni politiche del Paese di essere rappresentate in Parlamento.

Rocco Casciana - Consigliere Nazionale del [b]P.R.I.

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

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nuvolarossa
26-03-07, 19:33
Riceviamo da Sergio Savoldi

45° CONGRESSO NAZIONALE DEL PRI - DOCUMENTO PRECONGRESSUALE DI RISCOSSA PER L’AUTONOMIA REPUBBLICANA

Il prossimo Congresso Nazionale del PRI che si svolgerà a Roma nei giorni 30/31 marzo e 1° aprile 2007 può rappresentare un momento di “novità” nella vita del Movimento Repubblicano se si consolideranno e si espliciteranno alcune tendenze, prese di posizione ed affermazioni che si sono manifestate negli ultimi tempi e se si confermerà un clima di dialogo e di confronto fra le varie componenti del partito.
Necessario, ovviamente è l’avvio della definizione, finalmente, di una strategia a medio - lungo termine sostenuta da aggiornamenti programmatici indispensabili ed indifferibili, e da un rinnovamento reale del partito nelle sue articolazioni.
Quali sono le indicazioni che devono essere confermate e sviluppate affinché il congresso possa rappresentare un momento di vera novità?
Esse si possono trarre dalla prima stesura della relazione del Segretario Nazionale (che evidentemente dovranno trovare conferma e sviluppo in sede congressuale) ed in alcune dichiarazioni nel corso della crisi del primo Governo Prodi.
In dettaglio:

1)Si prende atto che nella relazione del Segretario non si fa riferimento all’ esperienza del Governo Berlusconi nel quale peraltro erano presenti un ministro e un vice ministro repubblicani, esperienza giudicata negativa per il paese da parte di Riscossa;

2)Si prende atto che il Segretario ammette che fu un grave errore farsi eleggere alla Camera nelle liste di Forza Italia in presenza di liste con l’Edera al Senato;

3)Si prende atto che nelle consultazioni per la soluzione della crisi del Primo Governo Prodi la delegazione del PRI ha proposto una ipotesi di larghe intese, ipotesi non sostenuta né da Forza Italia né da An né dalla Lega;

4)Si prende atto che nell’ intervista del Segretario Nazionale al Corriere della Sera del 25.02.2007 si annunciano posizioni di marcata autonomia di giudizio rispetto al centro destra e possibili voti favorevoli dei Repubblicani a provvedimenti del governo in tema di economia e politica estera;

5)Ricordiamo poi l’incontro di una delegazione PRI a Bruxelles con il presidente dell’Eldr , gli impegni presi in tale sede di voler rappresentare l’Eldr in Italia

Questi elementi rappresentano insieme una serie di novità non irrilevanti nelle posizioni del PRI rispetto all’ alleanza di centro destra e rispetto al quadro bipolare attuale.
Tali posizioni,che , se confermate e sviluppate in sede congressuale con
indicazione che l’esperienza del PRI con il centrodestra è esaurita, non potranno che avere un’ attenzione particolare da parte di Riscossa che da tempo auspica una ripresa di iniziativa politica autonoma in funzione del superamento ormai possibile del quadro bipolare.

Con queste premesse se si confermeranno congiuntamente e compiutamente sarà possibile:

- l’avvio di un percorso di elaborazione che conduca alla ridefinizione e all’aggiornamento delle ispirazioni ideali di fondo e delle conseguenti priorità programmatiche dei Repubblicani Italiani;

- l’avvio di una profonda fase di consultazione dell’intero corpo del Partito – a partire dagli iscritti – e delle articolazioni istituzionali, economiche e sociali e dell’associazionismo nelle quali si esplica l’impegno prevalente dei Repubblicani;

- su questa base, l’avvio di un “generoso e sincero sforzo” che valuti la possibilità e le modalità della ricomposizione della “diaspora” repubblicana;

- l’avvio di un percorso che punti a ridefinire il modello e le regole interne – riscrivendo ed aggiornando gli strumenti a questo preordinati – del Partito.

A noi pare che questo sia il momento più opportuno per porsi obiettivi come quelli indicati , anche in ragione del fatto che di fronte a noi non vi sono appuntamenti elettorali nazionali a breve scadenza e perché si pone la necessità di collocare il Partito nel pieno dei probabili cambiamenti a cui è atteso l’intero sistema politico italiano.
Noi affermiamo, dunque, che il prossimo Congresso Nazionale deve aprire una sorta di “fase di transizione”, senza che, naturalmente, ciò costituisca per nessuno rinuncia alla propria visione di fondo, aprendo, tuttavia, una nuova “fase di confronto e di collaborazione”.
La mancanza, infatti, di un solido punto di riferimento nazionale rende più debole l’intera articolazione politica e sociale nella quale operano i Repubblicani.
E’ in questa direzione che intendiamo dare, partendo dal nostro punto di vista, il nostro contributo al dibattito congressuale.

Nel caso, invece, le posizioni assunte in fase precongressuale fossero disattese da arretramenti su posizioni di conferma delle alleanze con la CDL o si rivelassero strumentali ai fini del dibattito interno , Riscossa non potrà che prendere atto della ennesima occasione mancata per un reale rilancio del PRI e continuerà la sua battaglia di opposizione per riconsegnare al paese un Partito Repubblicano all’altezza delle sue migliori tradizioni di forza riformatrice democratica europea

Quali, poi, le linee di una strategia a medio lungo termine per un PRI che abbia ritrovato la sua completa autonomia?
Tratteggiamo alcuni temi che verranno poi integrati per la mozione congressuale:

Promozione in Italia di una Costituente Liberal Democratica nello schema europeo delle famiglie politiche costituito da popolari socialisti e liberal democratici.
Occorre definire un terreno preciso di agibilità politica, riconoscibile per l’elettore e ad oggi non rappresentato adeguatamente: quello laico e democratico – liberale.
Un terreno capace di dare voce anche a quell’area riformista che non si riconosce nei processi politici in atto o che condivide i nostri valori. Un terreno da costruire con altre associazioni e partiti di area, capaci di dare corpo ad una proposta forte e innovativa sui diritti civili e sull’etica sociale, ma anche sulle strategie di sviluppo economico e produttivo del Paese. Un terreno che ci restituisca una visibilità più autonoma, una posizione vigile e all’occorrenza critica nelle future alleanze strategiche e che si inquadri nel solco dell’Eldr europeo nel filone della casa liberaldemocratica europea, cui tutti i Repubblicani appartengono.

Impegno per il superamento dell’attuale sistema bipolare e relative alleanze che esso determina anche attraverso una fase di larghe intese.
Il sistema bipolare attuale ha mostrato ormai i suoi limiti in più di un’ occasione, la legge elettorale proporzionale attuale ha poi fatto scoppiare le contraddizioni che all’interno dei due poli consegnano alle ali estreme le sorti dei governi.
La complessità della tradizione politica italiana richiede un ritorno a forme di sistema proporzionale con preferenze e soglie di sbarramento ragionevoli per sintetizzare le posizioni politiche augurabilmente secondo lo schema europeo di presenza di popolari, socialisti, liberaldemocratici e, alle estreme, partiti localistici o di estrema destra e sinistra radicale.
L’ipotesi di referendum sulla legge elettorale attuale che consegnerebbe il Paese ad un bipartismo coatto deve impegnare ancor di più i Repubblicani per una ipotesi che garantisca pluralismo, rispetto di identità e governabilità.

Europa al centro della Politica Repubblicana.
Oggi il mondo è profondamente cambiato, passando dall’assetto bipolare della guerra fredda ad un multipolarismo molto più fluido e contaminato, dove gli interessi diventano sempre più trasversali e la società sempre più globalizzata. Un panorama che non si può più leggere ed interpretare con gli occhi del passato, e che richiede un profondo ripensamento delle priorità e delle strategie. Oggi occorre mettere in primo piano l’Europa. Ed è proprio su questo che dobbiamo operare: sulla costruzione di un’Europa forte; autonoma politicamente e militarmente; amica degli Stati Uniti, ma dialogante con il Medio Oriente, ferma nella difesa dello Stato di Israele, attenta a coltivare relazioni e interessi col sudest asiatico e coi Paesi in via di sviluppo; solidale col mondo povero; determinata nella lotta al terrorismo internazionale.
Un’Europa che deve ritrovare il cammino unitario, con l’approvazione definitiva della costituzione e la formazione di un governo espressione dell’assemblea generale e non dei governi degli stati membri.
Un’Europa che deve riprendere le direttrici comuni di sviluppo e innovazione definite dalla Carta di Lisbona.

Stato laico contro ogni fondamentalismo per il progresso civile.
Il mondo moderno, animato da tensioni etnico – religiose e culturali, offre ai laici un ruolo fondamentale. Quello di individuare nuovi modelli di convivenza, basati sulla tolleranza, il dialogo, i diritti civili, le pari opportunità di genere.
Solo un approccio laico alla politica può implementare il progresso civile, consentendo di leggere la realtà da un punto di vista più oggettivo, non ideologico e dottrinale, e adattandola più duttilmente ai tempi che cambiano.
Inoltre, la laicità è un presupposto basilare per incentivare la ricerca, la conoscenza, il progresso scientifico e tecnologico.
I In un Paese come il nostro, tradizionalmente condizionato dalla cultura cattolica, con spinte clericali che finiscono progressivamente per contaminare e conformare un ampio spettro del panorama politico in tutti gli schieramenti, si sta, oggi, producendo una nuova emergenza che va denunciata e che è rappresentata da una inedita, allarmante, crescente ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche nelle scelte del Parlamento Italiano, collocandosi, tale azione, oltre il Concordato.
In questo contesto grave occorre l’affermazione di una “nuova radicalità laica”, non fiaccata dalle mediazioni e capace di aprire la via di una nuova frontiera dei diritti civili.

Per uno sviluppo continuo e sostenibile: ricerca, energia e modernizzazione.
Dobbiamo recuperare lo smalto perduto sui temi che ci hanno sempre distinto: quelli legati allo sviluppo del Paese. Dobbiamo riportare l’attenzione della politica su altre due questioni basilari, tuttora trascurate, che avranno un peso determinante sul nostro prossimo futuro: l’investimento massiccio nella ricerca scientifica e tecnologica e le strategie sulla produzione energetica.
Un Paese che rinuncia alla ricerca è un paese che si candida al declino.
Un Paese che non produce energia si espone alla dipendenza politica, economica e produttiva.
Un Paese che non pianifica una strategia sull’innovazione energetica, non solo rinuncia a fornire le proprie risposte al problema dell’imminente crisi di risorse e del collasso ambientale cui stiamo andando inesorabilmente incontro, ma resterà ai margini dei prossimi equilibri mondiali. Perché sullo sviluppo delle fonti alternative al carbone e al petrolio si distribuirà la nuova geografia delle ricchezze.
Il sistema economico va aperto ad una effettiva concorrenza a cominciare dai servizi pubblici locali, per i quali, garantita la proprietà pubblica delle reti e degli impianti, deve essere prevista l’assegnazione della gestione con procedure ad evidenza pubblica.
Alle imprese va garantito il contenimento dei costi di produzione e la flessibilità dei rapporti di lavoro, ma il PRI non può, allo stesso modo, non porre al centro della propria elaborazione l’idea di un nuovo sistema di sicurezza sociale che non lasci solo il singolo lavoratore, il disoccupato e chi ha perso il posto di lavoro e non riesce a trovare una nuova occupazione: anche questo fa parte della modernizzazione.
Occorre modernizzare l’intero sistema paese, a partire, a tutti i livelli, dalla Pubblica Amministrazione, che va profondamente ristrutturata in termini di efficienza, produttività e costi.
E’, infine, necessario modernizzare anche il sistema istituzionale, affrontando anche il tema dei costi della politica e dell’amministrazione, a partire da una riforma delle autonomie locali che punti a ridurre drasticamente il numero dei Comuni Italiani

McFly
26-03-07, 22:06
A costoro manca l'umilta' del vero repubblicano.
L'umilta' che dovrebbe far lor dire:

"abbiamo sbagliato"
"ci siamo confusi con chi non ci meritava"
"non siamo riusciti a far germinare il seme nel terreno altrui"

E con questo riprendere a "dissodare" il terreno di casa propria, ritornando a lavorare per la costruzione del vero ed unico partito democratico della sinistra cioe' il Pri.


WOW!!!!!! :eek::eek::eek::eek::eek::eek::eek: