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Ichthys
13-11-03, 00:48
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LIBERTA' E CONDIZIONAMENTO

Dobbiamo renderci conto che non siamo liberi, che le nostre azioni sono condizionate, che, anche se talvolta così non ci sembra, non esercitiamo quasi mai la nostra volontà e che siamo sempre comandati da "altri". La nostra, insomma, non è una condizione di uomini, ma di burattini, di umanoidi, di robots. Come tutte le persone che fanno la volontà di qualcun altro, viviamo come ipnotizzati, nel sonno della coscienza.

Molte favole che si raccontano ai bambini, ma che in realtà andrebbero spiegate agli adulti, trattano questo argomento. Per esempio, "Cenerentola" e "La bella addormentata nel bosco" di Perrault e, soprattutto, "Pinocchio" di Collodi.
Però, anche se ci rendiamo consapevoli di tutto questo, di solito diamo la colpa ai condizionamenti esterni: la famiglia, la scuola, l'educazione, la TV, la pubblicità, il lavoro, gli incontri, gli amici, il tempo atmosferico, la salute, le circostanze, l'ambiente. In realtà, i condizionamenti più importanti si trovano al nostro interno, e sono i nostri stati d'animo, i nostri desideri, le nostre fantasie. Sono i più importanti perchè sono proprio loro a determinare le circostanze esterne che, invece, quasi sempre incolpiamo ("gli stati attirano gli eventi ").

Cosi, forse, può essere la pigrizia a farmi accendere la TV (o ad impedirmi di spegnerla) per poi esserne condizionato; o, forse, è il mio cattivo umore che mi fa litigare con quei "fastidiosi" vicini di casa; forse è la noia che mi conduce al bar o in osteria, dove incontrerò i soliti amici che mi inviteranno a bere; o, forse, è l'avidità e la sete di quadagno che mi impedisce di avere un po' di tempo libero per guardarmi intorno; o è la paura di non essere abbastanza considerato che mi fa vivere con persone sgradevoli o profittatrici; o la gelosia ad impedirmi di avere una felice vita coniugale e familiare; o le continue, inutili preoccupazioni a rovinarmi, giorno dopo giorno, la salute.

Le situazioni concrete della nostra vita, insomma, piacevoli o spiacevoli (i rapporti con gli altri, la vita familiare, la salute, il lavoro ecc.), sono il prodotto di stati interiori mutevoli, di illusori aggregati della nostra psiche che, essendo solo il frutto di fuggevoli impressioni, non hanno alcun motivo reale per esistere.

Da questo punto di vista, tutta la nostra vita è ILLUSIONE (Velo di Maya per gli Indostani), perchè è fondata sull'affascinazione. E spesso è affascinazione dolorosa, perchè la speranza si alterna alla delusione, la salute alla malattia, la ricchezza alla povertà, l'amicizia al tradimento e così via fino alla morte, senza alcuna speranza di stabilità.

Per questi motivi, la vita terrena è chiamata VALLE DI LACRIME.

Cos'è dunque la nostra vita? Un insieme di avvenimenti che non abbiamo voluto e di cui abbiamo scarsa coscienza, perchè sono prodotti non da noi, ma da AGGREGATI PSICHICI. Se vogliamo abbandonare la condizione infraumana di burattini, dobbiamo allontanarci dall'illusorio mondo dell'affascinazione ed avviare quel processo di rinnovamento interiore denominato "seconda nascita" e che porta alla formazione dell' "uomo reale". Tale processo è simboleggiato dalla rottura dell'uovo. Per questo la Pasqua, festa di rinascita e di resurrezione, si collega nella cultura occidentale alla simbologia dell'uovo. Esso racchiude nel suo guscio l'uomo nuovo in attesa di essere liberato e portato alla luce.

La simbologia dell'uovo nella tradizione occidentale è riassunta nell' uovo filosofale (o uovo alchemico), rappresentato nell'Emblema n VII dell'ATALANTA FUGIENS di Michael Maier.

LA DOTTRINA DEI MOLTI

Gli Aggregati Psichici si comportano al nostro interno come se fossero dei veri e propri "personaggi psicologici", vere e proprie persone, tanti altri "noi stessi". Per il fatto di essere illusori e meccanici, di procurare in noi l'affascinazione ipnotica e, quindi, di indurci in errore, tali Aggregati sono completamente negativi. Nell'antico Egitto erano chiamati "Diavoli rossi di Seth", nel Vangelo cristiano sono chiamati "Demòni". Più genericamente, possiamo chiamarli DIFETTI. Essi, benché siano tantissimi (in numero di 987 secondo Mouravieff, vedi bibliografia), non sono infiniti; senza voler dar loro un numero preciso, possiamo semplicemente affermare che sono MOLTI.

Talvolta, la negatività degli Aggregati psichici non sembra evidente. Ciò dipende in parte dal fatto che l'umanità ha conferito con l'andar del tempo una valenza "positiva" a certi difetti, per esempio all'orgoglio e all'amor proprio; in parte, perchè gli Aggregati sono "furbi" e spesso, per apparire buoni, si vestono di altruismo e di generosità. Dietro la loro apparente bontà, tuttavia, c'è spesso la paura del giudizio degli altri, l'incapacità di dir di no, la timidezza, il senso di colpa, il vittimismo, la sottomissione, la superbia ecc. ecc.. Proprio a causa del loro innegabile pseudoruolo di affermazione individuale e sociale, nell'antico Tibet i difetti erano chiamati "VALORI".
Il nostro spazio psicologico individuale non è quindi unitario, ma molteplice e frammentato: una molteplicità di difetti (i quagrangoli nella figura sottostante) lo riempie completamente, al 100%. Questo concetto sta alla base della cosiddetta "DOTTRINA DEI MOLTI", e dev'essere perfettamente capito e sperimentato da chiunque desideri mettersi seriamente alla ricerca di se stesso.

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Uno spunto di riflessione può essere offerto dalla lettura dell'episodio dell' "indemoniato di Gerasa" (Lc 8, 2-27), da cui si deduce che i Difetti, pur essendo i principali in numero di sette, sono in realtà tantissimi, ovverosia LEGIONE. La religione cristiana chiama i sette principali difetti PECCATI CAPITALI e conferisce loro un nome ben preciso: IRA, SUPERBIA, LUSSURIA, GOLA, AVARIZIA, INVIDIA, PIGRIZIA. Resta però inteso che ognuno di essi porta dietro a sé tutta una schiera di difetti secondari il cui nome, pur non essendo precisato in alcun luogo, può essere abbastanza facilmente individuato attraverso un sincero esercizio introspettivo. Si scopre così che la SUPERBIA si collega all'amor proprio, all'intolleranza, al vittimismo, alla compiacenza, all'ironia, alla vanità; l'INVIDIA all giudizio, al pregiudizio, al confronto, al desiderio, all'autocommiserazione, alla competitività; la LUSSURIA alla lusinga, alla seduzione, al compiacimento, alla galanteria, al tradimento, alla gelosia; l'IRA alla violenza, al litigio, al rancore ecc. ecc..

Gli Aggregati, pertanto, formano degli insiemi molto complessi ed intrecciati fra loro. Tali complessi, denominati EGO, vengono ta lvolta paragonati ad un albero, che riconosce nel tronco il difetto principale, nelle foglie i difetti ad esso collegati e nelle radici i difetti nascosti, difficili o impossibili da ammettere. Altre volte i complessi egoici vengono paragonati alla LUNA ("Luna Psicologica"), che possiede una faccia illuminata (difetti visibili) ed una faccia in ombra (difetti nascosti). Per questo, ancora, si dice che L'EGO E' FORMATO DA TANTI DETTAGLI.

Gli Aggregati psichici non coabitano in modo tranquillo all'interno dello spazio psicologico di una persona, ma ciascuno cerca di prevalere sugli altri e di imporre agli altri la propria volontà. Tutti sono in continua lotta per la supremazia e ciascuno, a turno, la ottiene, diventando per un certo tempo il re ed il signore della situazione. Questo accade perché ogni Aggregato è formato da una certa quota di ENERGIA, che però agisce in modo assolutamente inconsapevole. La volontà dell'Aggregato non è quindi in alcun modo una volontà cosciente, bensì meccanica, ripetitiva, capricciosa, caotica e priva di qualsiasi indirizzo stabile. Essa si esprime attraverso semplici dinamiche associative innescate dagli organi di senso o dal pensiero. Vedo una certa persona e subito prevale in me l'Aggregato dell'intolleranza; ne vedo un'altra e provo simpatia; sento una certa canzone a cado nella malinconia; ricevo un insulto e sono preso dal vittimismo; ricordo un buon affare compiuto e mi riempio di soddisfazione ecc. ecc..

Infine, gli Aggregati non sono rappresentati in modo uniforme all'interno della psiche: alcuni sono più estesi, altri più ristretti. Come si è visto nella figura precedente, le superfici quadrangolari non sono tutte uguali. E' evidente che gli Aggregati più estesi hanno maggiore possibilità di imporsi su quelli più ristretti, i quali possono prendere il potere più raramente, e solo di quando in quando.

(La DOTTRINA DEI MOLTI è complessa e qui ne abbiamo fatto solo qualche cenno. Ulteriori chiarimenti ed approfondimenti saranno forniti a richiesta. Per un riferimento letterario vedi H. Hesse: IL LUPO DELLA STEPPA - Mondadori).

LA PERSONALITA'

Gli Aggregati psichici entrano nello spazio psicologico di una persona, uno dopo l'altro, nei primi sette anni di vita. Essi entrano per imitazione, sul modello, cioè, degli Aggregati che già esistono nell'ambiente psicologico che circonda il bambino: la sua famiglia, i parenti, gli educatori, le prime amicizie ecc.. Attorno ai sette anni di età, la psiche del bambino è già piena, al 100%, di Aggregati psichici, e quindi di Ego, e nulla si può più fare per impedire la loro manifestazione. Comunemente si dice che il bambino ha formato la propria PERSONALITA'.

In senso morfologico possiamo quindi intendere per personalità la STRUTTURA PSICOLOGICA formata dall'insieme degli Aggregati psichici. Tale struttura è perfettamente caratterizzata in base alla frequenza con cui i singoli Aggregati si manifestano. Poichè tale frequenza è sempre diversa da individuo a individuo e dal momento che sempre diverse sono le combinazioni dei vari Aggregati tra loro, si deduce facilmente non solo che il numero degli Ego è grandissimo, ma che numerosissime sono anche le Personalità, che degli Ego sono il veicolo di manifestazione. E' pertanto praticamente impossibile, negli esseri umani, trovare due Personalità uguali.

Ogni persona ha pertanto degli Ego ben caratteristici, formati da Aggregati diversi che si combinano in modo caratteristico tra loro. Ogni Personalità evidenzia quindi un "profilo psicologico principale" (PPP), che si riconosce per la specifica frequenza con cui uno o più complessi egoici entra in azione.

Particolarmente interessante è l'efetto della combinazione di diversi Aggregati tra loro. Uno stesso Aggregato, dominante e caratteristico in due persone diverse, può esprimersi in modo differente in ciascuna. Ad esempio, un grande Aggregato del furto può caratterizzare la Personalità del grande ladro se si associa con l'Aggregato della presunzione, dell'ambizione e dell'orgoglio; caratterizza viceverso la personaltà del ladruncolo se si associa ad un Aggregato di paura o di insicurezza.
Non sempre il riconoscimento del PPP è agevole, specie in Personalità complesse.

Per il fatto di essere espressione dei difetti della psiche, la Personalità è sostanzialmente negativa. E' bene abituarsi presto a questo concetto, perchè nel linguaggio comune una "forte personalità" indica generalmente qualcosa di buono e di desiderabile.

In senso dinamico, infine, possiamo definire la personalità come l'ENERGIA risultante dalla somma delle diverse quote energetiche presenti nei difetti di uno spazio psicologico. Ma a quanto ammonta l'energia di una Personalità? Per quanto possa sembrare impossibile, la sua energia è uguale a zero. L'energia della Personalità è, infatti, illusoria proprio come illusori sono gli elementi che la costituiscono. E' vero che questi ultimi, presi isolatamente o a gruppi, possiedono un'energia ben evidente, che dimostrano soprattutto quando si impossessano drammaticamente della psiche. Ma è altrettanto vero che, se facciamo la somma vettoriale di tutti gli Aggregati presenti in uno spazio psicologico, la risultante non può essere che zero, poichè essi non appartengono alla realtà, ma sono solo artefatti, fantasmi del nostro mondo interiore.

L'ESSENZA

L'uomo comune e corrente è generalmente rassegnato alla sua condizione. Pur rendendosi conto di di trascorrere la sua esistenza in modo illusorio e per lo più infelice, non fa nulla per cercare di prendere in mano la situazione e di liberarsi degli Aggregati psichici.

1) Un primo motivo è senz'altro la paura di ritrovarsi, una volta distrutti gli Aggregati, con uno spazio psicologico vuoto, privo cioè di quegli stimoli che, nel bene e nel male, danno significato all'esistenza. Generalmente, infatti, l'identificazione con l'Ego è tale da far ritenere che esso sia l'unica presenza esistente all'interno della psiche.

Se così fosse, sarebbe disperante. Nulla di reale, infatti, esisterebbe nell'uomo, ma solo un ammasso informe di Aggregati psichici.

Chi però riesce, magari solo per qualche istante, a superare il mondo dell'affascinazione e ad avere quindi di sè una visione consapevole, capisce come, non potendo l'Aggregato per il suo essere illusorio, soggettivo, mutevole, meccanico rappresentare la natura vera dell'uomo, debba esistere all'interno dello spazio psicologico individuale qualcos'altro di più vero e di più legittimo. Questo qualcosa, rappresentato dalla reale natura umana e riassumibile nei concetti di oggettività, verità, volontà , coscienza ecc., costituisce una sorta di "principio animico" o scintilla d'anima, che si definisce con il termine di ESSENZA.

Nell'Essenza ciascuno trova pertanto la capacità di esprimersi in modo reale al di là di ogni possibile condizionamento e trova anche l'orientamento stabile per affrontare le difficili esperienze nella materia densa del Mondo Fisico.

Ma perchè, allora, se l'uomo conserva in sè la sua vera natura, in pratica vive poi come se essa non ci fosse - al punto di essere tentato di negarla - e, rinunciando quasi ad ogni forma di esperienza oggettiva, ritiene di non possedere al proprio interno null'altro che gli Aggregati psichici? In altri termini, dove si è smarrita l'Essenza? Perchè non si rivela?

Tentare una risposta non èsemplice. Significa riandare all'inizio della storia dell'umanità, che parla di inganni e di paradisi perduti. La coscienza collettiva, attraverso l'elaborazione della favola e del mito, mantiene il ricordo di strane battaglie, di troni usurpati e insanguinati, di patrie dimenticate, di tesori rubati e nascosti, di lontane terra da riconquistare. Vicende che non è difficile riferire ai contenuti dello spazio psicologico, ad oscure lotte tra la parte cosciente e quella infracosciente della psiche.

Scopriamo allora che l'Essenza, nel corso della storia dell'uomo, è stata progressivamente vinta e catturata dall'Ego, che la tiene ancora saldamente prigioniera al proprio interno. Essa, che dovrebbe dimorare di diritto, unica ed indivisa, all'interno dello spazio psicologico individuale, non esiste più. Inutilmente, come Diogene, la potremmo cercare, perchè si trova, molteplice e frammentata, all'interno degli Aggregati della psiche.

La distruzione dell'Aggregato, pertanto, non deve spaventare. Ciò che si distrugge, in fondo, è soltanto un ladro e un usurpatore, un abitante abusivo del nostro mondo interiore che, nel momento stesso della sua morte, libera finalmente la particella di Essenza che teneva prigioniera. La distruzione dell'Ego non lascia dunque vuoto lo spazio psicologico, ma, al contrario, costituisce la condizione indispensabile al recupero dell'Essenza e pone la basi per la cristallizzazione dell'ANIMA.

2) Il secondo motivo che generalmente ostacola il lavoro interno è la sua apparente difficoltà. Infatti, se le cose fossero esattamente come appena descritto, potremmo dire che l'eliminazione degli Aggregati psichici, affidata unicamente alle forze instabili e soggettive degli elementi stessi da distruggere, sarebbe un'impresa destinata al fallimento.

Fortunatamente, però, come si può talvolta constatare dalla occasionale comparsa di qualche elemento consapevole, l'uomo mantiene ancora dentro di sè, non ancora caduta nelle mani dell'Ego, una piccola quota di Essenza libera, forse un 3% del totale. Questa piccola particella autocosciente costituisce il solo punto d'appoggio stabile e sicuro per poter iniziare il processo di distruzione degli Aggregati psichici. Tuttavia, si tratta ugualmente di un lavoro non facile, anzi, così difficile che la maggioranza delle persone, pur conoscendone i vantaggi, sceglie di non affrontare, preferendo piuttosto una vita di illusione e di sofferenza. Il 3% di Essenza, infatti, nonostante esista, si comporta inizialmente come se non ci fosse, poichè giace profondamente addormentato all'interno della psiche, sopraffatto dalla gran massa di Aggregati che ne impedisce la manifestazione. Riuscire a fargli spazio non è cosa da poco, perchè si tratta di andare alla ricerca di qualcosa che si è tentati di negare, e di limitare allo stesso tempo la forza e l'espressione dell' Ego, che invece appare come l'unica Realtà.

Riducendo, tuttavia, anche solo di poco l'aggressività e la presenza di qualche Aggregato psichico dentro se stessi (questo è, in fondo, il significato della disciplina ascetica), si verifica una situazione nuova e particolarmente favorevole: il 3% di Essenza diventa concretamente "presente" all'interno della psiche e comincia a manifestarsi.

Da questo primo momento di autocoscienza, sia pur precario e provvisorio (COSCIENZA SOGGETTIVA), l'eliminazione concreta degli Aggregati Psichici diventa realmente possibile. Ogni Aggregato distrutto lascia uscire la scintilla di Essenza che teneva prigioniera e questa, aggiungendosi alla parte libera, ne aumenta progressivamente la percentuale (COSCIENZA OGGETTIVA).

Da quanto fin qui esposto, possiamo dunque dire che la liberazione dello spazio psicologico, con la conseguente reintegrazione in esso dell'Essenza, consta di due momenti non necessariamente separati nel tempo:

un momento psicologico (o momento della coscienza soggettiva, detto anche momento ascetico) rivolto all' "estensione" dell'Aggregato (cioè alla frequenza della sua comparsa), che ha per obiettivo il risveglio della Coscienza e del 3% diEssenza;
un momento spirituale ed esoterico (o momento della coscienza oggettiva, detto anche momento mistico) rivolto all' "energia" dell'Aggregato (cioè alla causa stessa della sua sussistenza), finalizzato alla eliminazione totale dell'Ego attraverso le facoltà contenute nella quote, sempre crescenti, di Essenza libera e risvegliata.
Fornire le basi teorico-pratiche per la messa in pratica di tali momenti e per restituire all'uomo la sua legittima libertà è precisamente uno degli scopi degli studi gnostici.

sacher.tonino
20-11-03, 12:41
Bellissimo questo scritto.
Ma vivendo nel mondo come si fà a superare il mondo?

Ichthys
21-11-03, 00:37
Viaggiando verso l'interno fino a raggiungere il "sé".