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Visualizza Versione Completa : Geneticisti e modernisti nell'Asatrù



Mjollnir
14-11-03, 01:01
La recente notizia del riconoscimento del paganesimo nordico in Danimarca ha ridestato l'interesse in vari ambienti su questa tradizione e - presso alcuni, che cercano di sminuire tale risveglio etichettandolo come folklore, pagliacciate ecc - in particolare sulla questione dell'estrazione etnico-nazionale dei fedeli.
In sostanza: bisogna essere nordico-germanici per essere autentici Asatruar o basta condividere certe idee sugli Dèi e praticare certi riti ?
É la disputa interna a tale rinascita, che vede le correnti principali dei geneticisti e dei modernisti.

Ecco un breve e chiaro sunto della questione tratto da:

M. Introvigne - P. Zoccatelli, Aspetti spirituali dei revivals celtici e tradizionali in Lombardia.

Anche se talora adottano i rituali della Wicca - si parla, in questo caso, di Wicca nordica o teutonica - le correnti Ásatrú (parola che in norreno significa letteralmente "Fedeltà agli Asi", la principale famiglia divina del pantheon nordico) e odinista (il nome è tratto da Odin, il Padre degli dei) costituiscono una tradizione autonoma che si situa nella scia della "ariosofia" dei paesi di lingua tedesca, peraltro con numerosi altri apporti. Come è stato notato, le correnti odinista e Ásatrú hanno dalla loro la possibilità di utilizzare rituali reali, che vengono dal mondo antico, e contano nelle loro fila "una concentrazione non abituale di autentici studiosi" che "contrasta in modo acuto con i metodi puramente intuitivi con i quali molte altre tradizioni neopagane sono state reinventate" (così Jeffrey Kaplan, Radical Religion in America, Syracuse University Press, Syracuse 1997, p. 70). In particolare, persone che fanno parte della comunità come Edred Thorsson e KveldúlfR Gundarsson hanno sviluppato una buona conoscenza della mitologia nordico-germanica antica. In queste correnti, molti si ispirano anche agli studi dello storico delle religioni Georges Dumézil (1898-1986), e in particolare alla sua proposta (che peraltro non ha incontrato il consenso unanime degli studiosi) di considerare gli dei del pantheon nordico-germanico come corrispondenti alla tripartizione castale in sacerdoti, guerrieri e produttori che caratterizza in genere l?ethos indo-europeo. Secondo Kaplan, la corrente può essere divisa in "modernisti" e "geneticisti"; è anche possibile distinguere fra gruppi Ásatrú e gruppi odinisti, ma il confine non è sempre evidente. I "modernisti" ritengono che gli elementi della tradizione nordico-germanica debbano essere riletti nel contesto moderno, e che sia impossibile tornare letteralmente al mondo pre-cristiano. Piuttosto, i "modernisti" operano per la creazione di un mondo post-cristiano, integrando nella loro visione soprattutto le rune e forme di magia di tipo sciamanico. Perseguendo questa integrazione, alcuni dei "modernisti" integrano pratiche che provengono dalla Wicca e da tradizioni diverse da quella strettamente nordica. Molti "modernisti" sono "universalisti", in quanto ritengono che faccia parte della comunità Ásatrú chiunque condivida certe idee e sia disponibile a praticare certi rituali, a prescindere dalla sua origine etnica. I "geneticisti", invece, ritengono che la via Ásatrú possa essere percorsa soltanto da chi condivide una certa eredità genetica. Kaplan (op. cit., pp. 80-81) insiste sul fatto che la "metagenetica" insegnata nel mondo Ásatrú da autori come Edred Thorsson e Stephen A. McNallen non è una forma di razzismo, ma riposa in gran parte su teorie di Carl Gustav Jung in tema di trasmissione culturale, e su idee esoteriche secondo cui la reincarnazione avverrebbe all?interno dello stesso lignaggio familiare, o dello stesso gruppo linguistico. Le accuse di razzismo che la corrente "modernista" rivolge ai "geneticisti" non sarebbero, pertanto, giustificate. Tuttavia, nella frangia "odinista" che si proclama, appunto, "odinista" ma non Ásatrú esistono, negli Stati Uniti, anche gruppi dichiaratamente razzisti, alcuni dei quali inneggiano al nazional-socialismo e all?antisemitismo. La maggior parte dei gruppi Ásatrú (anche di quelli che usano l?etichetta "odinista") non condivide peraltro queste idee estreme. Lo stesso culto di un ideale guerriero che si ritrova in una parte nel movimento non deve essere preso troppo alla lettera: "la violenza che emana dalla comunità odinista è stata fino a oggi ampiamente retorica" (ibid., p. 92).

Albino Cecina
14-11-03, 02:19
Originally posted by Mjollnir

In sostanza: bisogna essere nordico-germanici per essere autentici Asatruar o basta condividere certe idee sugli Dèi e praticare certi riti ?



Non so come la pensi tu, ma secondo me, è un falso problema. Se consideriamo le invasioni barbariche, l'area di distribuzione dei popoli germanici alla fine del movimento migratorio, e le stesse scorrerie dei Vichinghi in mezzo mondo, oggi potremmo arrivare al paradosso che persino un tunisino o un turco potrebbero legittimamente pretendere di discendere da un antenato vandalo o vichingo e sentire dentro di sè la chiamata degli Asi.

Per il resto dell'articolo, è divertente constatare come quelli del Cesnur si preoccupino di sezionare e analizzare i culti degli altri, per accertarne la fedeltà o meno al modello originale, quando loro stessi sono seguaci di una religione che non ha più niente a che fare con quella predicata dal Cristo.

Arjuna
25-11-03, 01:00
Vorrei portare la mia opinione su questo breve brano sul “ritorno” del “paganesimo” norreno.
Pur non condividendo pienamente l’idea guenoniana di trasmissione dell’influsso spirituale diretto,che comporterebbe una impossibilità di rinascita di qualsiasi forma di culto che non ha avuto una continuità storica assoluta,sono molto scettico verso un certo mondo neopagano in generale e verso queste due correnti in particolare se effettivamente quelle sono le loro posizioni.
Partendo dalla mitologia,che per me ha sempre carattere universale essendo un insieme di simboli che aiutano l’intuizione di archetipi eterni e immutabili adattati a particolari condizioni storiche,bisogna premettere che il corpus mitologico che abbiamo riguardante il paganesimo norreno riguarda principalmente ciò che c’è arrivato dall’Islanda intorno al X sec dC,in un contesto sincretista col mondo europeo-cristiano,che ha dato vita ad una straordinaria produzione poetico-mitologica che ha protetto molta parte di quei miti ma che ne ha anche influenzati alcuni con i nuovi influssi del continente.Questo non ne sminuisce certo la portata,ma la purezza è dura da trovare.
Inoltre appunto,si tratta del particolare ramo mitologico dei popoli germanici abitanti la scandinavia e in seguito l’islanda,e non è assolutamente scontato che quel ramo “religioso” sia equivalente alle mitologie,ai riti e alla vita degli altri popoli germanici,che erano un gruppo eterogeneo con evidenti affinità ma anche con notevoli differenze.
Improbabile “ricostruire” una forma religiosa,una teologia e la successiva metafisica partendo da teorie di Dumezil,autore che apprezzo molto,ma che mi sembra un po distante dall’avere autorità tale da ricostruire una religione,cosa a cui tra l’altro non aspirava.
Per quanto riguarda la corrente “modernista”,stendo un velo pietoso sugli apporti di Wicca e simili (immagino i poveri antichi guerrieri germanici che si rivoltano nelle tombe) e sulla magia runica e sciamanica,che tanto impressiona e “fa moda” riporto le parole di Odhinn nel “Hàvamàl” 144 “Tu,sai come incidere?Tu,sai come interpretare?Tu,sai come dipingere?Tu,sai come mettere alla prova?Tu,sai come chiedere?Tu,sai come immolare?Tu,sai come inviare?Tu,sai come sacrificare? Meglio non esser pregati che ricever troppi sacrifici,sempre attende il dono d’esser ricambiato”
Mi sembra evidente qui l’invito,tra l’altro frequente nel mondo norreno e non solo,a non “fare il passo più lungo della gamba” e improvvisarsi maghi e stregoni,qui nulla è un gioco,l’inefficacia di certi “giochi” è il minimo rischio.
Infine a proposito dei geneticisti,io ribalterei il problema,se è vero che i germani si sono diffusi quasi ovunque in europa,esiste da qualche parte una “razza germanica pura”,certo non nel continente,ma anche nei paesi scandinavi,ne siamo certi? E comunque,curiosa l’interpretazione animista di reincarnazione in chi si dice “Fedele agli Asi” la cui escatologia non prevede reincarnazioni bensi’ uno scontro finale (simile tra l’altro all’apocalisse cristiana).
Concludendo ripeto il mio pensiero,ciò che resta del sapere degli scaldi islandesi è molto prezioso,in vista di un percorso personale che vada oltre il simbolismo,credo inoltre che tutte le tradizioni morte in europa siano come scheggie di un quadro che lascia intravedere una profondità immensa,che è la stessa che si intravede dall’epopea romana,da ciò che conosciamo dei riti di roma come della grecia,della germania come di tutti i popoli europei,ma queste scheggie di quadro possono essere ricomposte solo in una visione d’insieme,non sincretista(in basso) ma che tenta di unire la sapienza antica verso l’alto e che non può prescindere,a mio parere,da una tradizione ancora viva,che viva in qualche parte del mondo,nonostante tutto.

Mjollnir
25-11-03, 02:41
Originally posted by Albino Cecina
Non so come la pensi tu, ma secondo me, è un falso problema. Se consideriamo le invasioni barbariche, l'area di distribuzione dei popoli germanici alla fine del movimento migratorio, e le stesse scorrerie dei Vichinghi in mezzo mondo, oggi potremmo arrivare al paradosso che persino un tunisino o un turco potrebbero legittimamente pretendere di discendere da un antenato vandalo o vichingo e sentire dentro di sè la chiamata degli Asi.


Caro Albino,
personalmente io ritengo valido il primo di questi 2 approci.
Mi sembra poi che le maglie delle tue considerazioni antropologiche siano un pò troppo larghe(cosa che ti accade non di rado :D ); è chiaro che nei casi estremi che hai citato la consistenza di questo retaggio è sostanzialmente virtuale. A meno che tu non voglia equiparare, ad es, l'influenza dei Visigoti in nord Africa e dei Longobardi in nord Italia...

Originally posted by Arjuna
Partendo dalla mitologia,che per me ha sempre carattere universale essendo un insieme di simboli che aiutano l?intuizione di archetipi eterni e immutabili adattati a particolari condizioni storiche,bisogna premettere che il corpus mitologico che abbiamo riguardante il paganesimo norreno riguarda principalmente ciò che c?è arrivato dall?Islanda intorno al X sec dC,in un contesto sincretista col mondo europeo-cristiano,che ha dato vita ad una straordinaria produzione poetico-mitologica che ha protetto molta parte di quei miti ma che ne ha anche influenzati alcuni con i nuovi influssi del continente.Questo non ne sminuisce certo la portata,ma la purezza è dura da trovare.

Certo, ma non dimentichiamo che il contenuto di tale "messa in prosa" era già antico all'epoca della cristianizzazione. Ovvero: materiale registrato e quindi salvato nel X secolo nella sua forma generale deriva dalla cultura orale di svariati secoli prima...
Cosa che avviene ad es anche in Irlanda.

Originally posted by Arjuna
Inoltre appunto,si tratta del particolare ramo mitologico dei popoli germanici abitanti la scandinavia e in seguito l?islanda,e non è assolutamente scontato che quel ramo ?religioso? sia equivalente alle mitologie,ai riti e alla vita degli altri popoli germanici,che erano un gruppo eterogeneo con evidenti affinità ma anche con notevoli differenze.
Improbabile ?ricostruire? una forma religiosa,una teologia e la successiva metafisica partendo da teorie di Dumezil,autore che apprezzo molto,ma che mi sembra un po distante dall?avere autorità tale da ricostruire una religione,cosa a cui tra l?altro non aspirava.

Non condivido questa riserva, in quanto sopravvaluta l'eterogeneità interna (forse ricondotta alla frammentazione politica ?). Certo che poi qualche differenza si ebbe, ma non nelle strutture e nei temi fondamentali.
Altrimenti dovremmo dire ad es che ogni tribù aveva un Dio supremo suo proprio, mentre basta scavare un attimino e constatare che si tratta di innumerevoli appellativi di Odino.
Certo che Dumezil non intese "ricostruire" una religione nel senso che ciò può avere per un neopagano, ma dal punto di vista "scientifico" io non esiterei a dire che la sua opera ci ha restituito un mondo, altrimenti probabilmente destinato all'oblio.

Originally posted by Arjuna
Concludendo ripeto il mio pensiero,ciò che resta del sapere degli scaldi islandesi è molto prezioso,in vista di un percorso personale che vada oltre il simbolismo,credo inoltre che tutte le tradizioni morte in europa siano come scheggie di un quadro che lascia intravedere una profondità immensa,che è la stessa che si intravede dall?epopea romana,da ciò che conosciamo dei riti di roma come della grecia,della germania come di tutti i popoli europei,ma queste scheggie di quadro possono essere ricomposte solo in una visione d?insieme,non sincretista(in basso) ma che tenta di unire la sapienza antica verso l?alto e che non può prescindere,a mio parere,da una tradizione ancora viva,che viva in qualche parte del mondo,nonostante tutto.

Infine, caro Arjuna, non colgo l'esito ultimo della tua riflessione. Secondo la tua visione dunque non si può andare oltre il percorso personale ? Quindi gli Europei del nord sarebbero condannati a rimanere senza una forma religiosa loro propria ? Interi gruppi umani senza una tradizione (naturalmente escludo per principio il luteranesimo) ... ?

Arjuna
25-11-03, 03:13
"Certo, ma non dimentichiamo che il contenuto di tale "messa in prosa" era già antico all'epoca della cristianizzazione. Ovvero: materiale registrato e quindi salvato nel X secolo nella sua forma generale deriva dalla cultura orale di svariati secoli prima...
Cosa che avviene ad es anche in Irlanda."

Si,come ho detto hanno salvato molto,ma una attenta analisi porta a riconoscere anche molte influenze cristiane,sia nell'edda di snorri che nei carmi dell'edda poetica,per non parlare delle saghe piu' recenti.

"Non condivido questa riserva, in quanto sopravvaluta l'eterogeneità interna (forse ricondotta alla frammentazione politica ?). Certo che poi qualche differenza si ebbe, ma non nelle strutture e nei temi fondamentali.
Altrimenti dovremmo dire ad es che ogni tribù aveva un Dio supremo suo proprio, mentre basta scavare un attimino e constatare che si tratta di innumerevoli appellativi di Odino.
Certo che Dumezil non intese "ricostruire" una religione nel senso che ciò può avere per un neopagano, ma dal punto di vista "scientifico" io non esiterei a dire che la sua opera ci ha restituito un mondo, altrimenti probabilmente destinato all'oblio."

Le differenze c'erano,non solo a livello di nomi,com'e' naturale in un popolo che ha occupato spazi cosi' estesi e ha avuto contatti con cosi' tante genti diverse,le notizie sono scarse,ma dai frammenti della letteratura germanica continentale,dal poco che scrissero i latini e da cio' che successivamente si ebbe in islanda si notano differenze,anche se probabilmente anche dovute al tempo (circa mile anni!) che cmq non permettono di non riconoscere la sostanziale unità di fondo


"Infine, caro Arjuna, non colgo l'esito ultimo della tua riflessione. Secondo la tua visione dunque non si può andare oltre il percorso personale ? Quindi gli Europei del nord sarebbero condannati a rimanere senza una forma religiosa loro propria ? Interi gruppi umani senza una tradizione (naturalmente escludo per principio il luteranesimo) ... "

Nell'ultima mia riflession non parlavo dei gruppi umani del nord,ma parlavo in generale di tutti coloro che pensano ad una rinascita di forme altre di religione rispetto al cristianesimo.
Non è pensabile costruire solo sulla base di cio' che si ha riguardo la religione degli asi in islanda,ne per i frammenti di roma e cosi' via,abbiamo frammenti,ripeto,che sottendono una grande profondità ma sono tutti largamente incompleti,spesso si completano a vicenda ma soprattutto,come dimostrato anche da Dumezil,portano a capire la loro grande vicinanza al pensiero indù che è l'ultimo sopravvissuto nel mondo indoeuropeo,che non è altro che una delle forme della "filosofia perenne".
La casa,per dirlo con una metafora non si può costruire dal tetto che è il suo aspetto esoterico (i miti,i riti) ma dalle fondamenta,noi abbiamo visibili molti aspetti di questa casa,ma non possiamo conoscerne ogni parte,e rischiamo di snaturarla.
Le fondamenta sono la metafisica,sarebbe interessante dare un'occhiata alla mitologia norrena e spostare il dialogo sui principi che sono dietro la stessa,molti forse perderebbero interesse (è più bello fermarsi alle affascinanti storie degli scaldi) ma probabilmente sarebbe più utile...propongo un tema...il male nella visione che si estrae dai miti islandesi...

Albino Cecina
26-11-03, 01:52
Originally posted by Mjollnir
[QUOTE]
Caro Albino,
personalmente io ritengo valido il primo di questi 2 approci.


Ma è proprio questa la mia perplessità. Perché privilegiare esclusivamente l'appartenenza etnica a scapito della condivisione dei valori della religione germanica? Meglio un tedesco ignorante che uno spagnolo ("visigoto") asatru?

Quando dico che è un falso problema, intendo dire che non si può porre questa dicotomia: devono essere presenti entrambi gli approcci. E d'altra parte èassurdo porre limiti troppo rigidi relativi all'attuale appartenenza nazionale, proprio a causa delle volkerwanderungen (forse manca qualche dieresi). Ma su questo vedi più sotto


Mi sembra poi che le maglie delle tue considerazioni antropologiche siano un pò troppo larghe(cosa che ti accade non di rado :D );

tipo?



è chiaro che nei casi estremi che hai citato la consistenza di questo retaggio è sostanzialmente virtuale. A meno che tu non voglia equiparare, ad es, l'influenza dei Visigoti in nord Africa e dei Longobardi in nord Italia...

I Vandali, Mjollnir, i Vandali in Nordafrica...;)

Ho scritto chiaramente che il mio era un paradosso (ed anche un po' provocatorio), ma un paradosso che estremizza la realtà. Non si può circoscrivere l'Asatru agli abitanti di quattro o cinque nazioni del nord Europa: è semplicemente anti-storico, e ti faccio un esempio di casa nostra.
Normalmente quando si parla di Longobardi si pensa al Norditalia, e specialmente alla Lombardia che ne ha preso il nome. Ed è qui che ci sono alcune comunità odiniste o asatrù come vogliamo chiamarle, e una in particolare fa riferimento proprio ai Longobardi (i Winniler). Ma è vero o no che dopo la distruzione del regno longobardo d'Italia ad opera dei Franchi, continuarono a sopravvivere i due grandi ducati longobardi di Spoleto e Benevento? Ed è un fatto che il paganesimo longobardo (dunque germanico, dunque una forma di Asatrù) sopravvisse più a lungo proprio nel ducato più meridionale, quello di Benevento (cfr. la storia del noce "delle streghe" dove i longobardi sacrificavano agli Asi, e la storia del'ultimo duca pagano, che fingendo di essere cristiano, tuttavia portava sempre con sé una sacra vipera d'oro).

Sarebbe allora giusto, secondo te, negare legittimità a un eventuale gruppo di Beneventani che riscoprissero le loro radici longobarde, solo perché non sono del Norditalia?

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26-11-03, 10:27
per me il problema non esiste, l'asatru era un credo prevalentemente skandinavo, ma non era un sistema chiuso e riservato esclusivamente ai nordici.
Per il neopaganesimo, non vedo problemi, forse é impossibile (sará poi vero?) ricreare una tradizione religiosa in base ai dei frammenti, ma questo lo si puó solo affermare se si nega l'origine divina di tale tradizione.
In altre parole se gli dei esistono, si manifestano (se hanno interesse) esattamente come si manifestarono ai primi "pagani" e ad alcuni cristiani, che poi vanno in giro a dire che hanno visto la madonna o qualche fantomatico santo.
In sintesi si potrá creare una tradizione se non esattamente la stessa allora ispirata alla originaria.
Ed é perfettamente possibile!

Mjollnir
26-11-03, 13:58
In Origine Postato da Albino Cecina
Ma è proprio questa la mia perplessità. Perché privilegiare esclusivamente l'appartenenza etnica a scapito della condivisione dei valori della religione germanica? Meglio un tedesco ignorante che uno spagnolo ("visigoto") asatru?
Quando dico che è un falso problema, intendo dire che non si può porre questa dicotomia: devono essere presenti entrambi gli approcci. E d'altra parte èassurdo porre limiti troppo rigidi relativi all'attuale appartenenza nazionale, proprio a causa delle volkerwanderungen (forse manca qualche dieresi). Ma su questo vedi più sotto


Non si tratta, a mio parere, di "privilegiare" l'appartenenza etnica. Come ripeto spesso, essa non basta se le inclinazioni e scelte spirituali la contraddicono radicalmente. Tuttavia è una base necessaria che non può mancare, una condizione necessaria anche se non sufficiente. Si tende poi a dimenticare che i paganesimi sono le religioni native, etniche, quindi sono intrinsecamente legati alla sussistenza e allo sviluppo dei vari popoli in quanto tali.
Il discorso delle Völkerwanderungen deve essere mediato e contestualizzato; io penso che nella maggior parte dei casi si può ragionevolmente stabilire una certa probabilità e una certa misura delle ascendenze di cui sopra. Soprattutto - in negativo - si può calibrare una soglia oltre la quale queste ascendenze rimangono talmente labili o incerte da non poter fungere da base per una tale riscoperta.
Altrimenti, se avalliamo il principio che ogni tradizione ed ogni popolo che hanno avuto relazioni di qualunque tipo (per non dire della semplice presenza) con un determinato territorio hanno avuto la medesima importanza qualitativa, diamo il via ai fenomeni + mostruosi di sradicamento e mimetizzazione culturale.



In Origine Postato da Albino Cecina
I Vandali, Mjollnir, i Vandali in Nordafrica...;)

Pardon, ho invertito i 2 popoli :o



In Origine Postato da Albino Cecina
Ho scritto chiaramente che il mio era un paradosso (ed anche un po' provocatorio), ma un paradosso che estremizza la realtà. Non si può circoscrivere l'Asatru agli abitanti di quattro o cinque nazioni del nord Europa: è semplicemente anti-storico, e ti faccio un esempio di casa nostra.
Normalmente quando si parla di Longobardi si pensa al Norditalia, e specialmente alla Lombardia che ne ha preso il nome. Ed è qui che ci sono alcune comunità odiniste o asatrù come vogliamo chiamarle, e una in particolare fa riferimento proprio ai Longobardi (i Winniler). Ma è vero o no che dopo la distruzione del regno longobardo d'Italia ad opera dei Franchi, continuarono a sopravvivere i due grandi ducati longobardi di Spoleto e Benevento? Ed è un fatto che il paganesimo longobardo (dunque germanico, dunque una forma di Asatrù) sopravvisse più a lungo proprio nel ducato più meridionale, quello di Benevento (cfr. la storia del noce "delle streghe" dove i longobardi sacrificavano agli Asi, e la storia del'ultimo duca pagano, che fingendo di essere cristiano, tuttavia portava sempre con sé una sacra vipera d'oro).
Sarebbe allora giusto, secondo te, negare legittimità a un eventuale gruppo di Beneventani che riscoprissero le loro radici longobarde, solo perché non sono del Norditalia?

Vedi in questo tuo esempio manca proprio quell'opera di valutazione qualitativa e contestualizzazione di cui parlavo sopra.
In primo luogo, ad es, bisogna relativizzare il fatto della dominazione politica, che non coincide con le dinamiche culturali e religiose: il ducato come istituzione è una cosa, la temperie spirituale è un'altra. Poi, una semplice dominazione politica può essere anche opera di una esigua minoranza, che viene presto assorbita invece di assorbire e di dare forma alla situazione preesistente.
Chi mi dice poi che invece alcune persistenze cultuali derivino, più che dall'asatru, da elementi di culti mediterranei + antichi, i quali magari vengono ravvivati dalle credenze dei nuovi venuti, ma che in origine avevano altri significati ?

Mjollnir
26-11-03, 14:16
In Origine Postato da Arjuna
Nell'ultima mia riflession non parlavo dei gruppi umani del nord,ma parlavo in generale di tutti coloro che pensano ad una rinascita di forme altre di religione rispetto al cristianesimo.
Non è pensabile costruire solo sulla base di cio' che si ha riguardo la religione degli asi in islanda,ne per i frammenti di roma e cosi' via,abbiamo frammenti,ripeto,che sottendono una grande profondità ma sono tutti largamente incompleti,spesso si completano a vicenda ma soprattutto,come dimostrato anche da Dumezil,portano a capire la loro grande vicinanza al pensiero indù che è l'ultimo sopravvissuto nel mondo indoeuropeo,che non è altro che una delle forme della "filosofia perenne".
La casa,per dirlo con una metafora non si può costruire dal tetto che è il suo aspetto esoterico (i miti,i riti) ma dalle fondamenta,noi abbiamo visibili molti aspetti di questa casa,ma non possiamo conoscerne ogni parte,e rischiamo di snaturarla.
Le fondamenta sono la metafisica,sarebbe interessante dare un'occhiata alla mitologia norrena e spostare il dialogo sui principi che sono dietro la stessa,molti forse perderebbero interesse (è più bello fermarsi alle affascinanti storie degli scaldi) ma probabilmente sarebbe più utile...propongo un tema...il male nella visione che si estrae dai miti islandesi...

Stai quindi indicando come percorso risolutivo il contatto con la tradizione indiana ? A me sembra difficile anche in questo senso, visto che anch'essa ha avuto uno sviluppo autonomo non indifferente; forse questo contatto per certi versi non farebbe che complicare il quadro, invece di portare chiarezza, visti i nostri limitati mezzi.

Il problema della "ricostruzione" di una via religiosa per me va sfumato, nel senso che non tocca principalmente a noi: dal mio punto di vista è chiaro che senza una nuova manifestazione archetipica del Divino nel mondo non si può nemmeno parlare di neopaganesimo. E ciò non è pensabile se non all'avvio di un altro ciclo storico.
In un certo senso noi siamo, allora, non i primi di domani, ma ancora gli ultimi di ieri, e la nostra funzione non è quella della istituzione di nuove forme, ma quella della testimonianza.