Visualizza Versione Completa : 22 novembre - S. Cecilia, vergine e martire, patrona della musica
Augustinus
22-11-03, 18:18
Quest'oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di una grande martire cristiana: S. Cecilia. Questa santa è considerata la patrona della musica (non a caso, nell'iconografia è rappresentata accompagnata da strumenti musicali). E' poco noto, ma questa venerazione della Santa risale ad un passo della
Passio Sanctae Caeciliae, anomima, composta presumibilmente nel secoli V e VI d. C.e pubblicata dall'umanista milanese Bonino Mombrizio (1424-1500). Ebbene, vi si legge che, mentre i parenti ed amici erano intenti a prepararle il talamo delle nozze, "cantibus organis illa in corde suo Domine decantabat ...".
Sulla base di una traduzione ed interpretazione per assonanza, si è avvicinata la figura di Cecilia alla musica, facendone la principale patrona.
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Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=25350):
Santa Cecilia Vergine e martire
22 novembre - Memoria
sec. II-III
Cecilia è una delle sette donne martiri di cui si fa menzione nel Canone Romano. Ad essa è dedicata una basilica in Trastevere a Roma (sec.IV). Il suo culto si diffuse dovunque prendendo l'avvio da una 'Passione' nella quale viene esaltata come modello di vergine cristiana. Più tardiva è l'interpretazione del suo ruolo di ispiratrice e patrona della musica e del canto sacro. (Mess. Rom.)
Al momento della revisione del caledario dei santi tra i titolari delle basiliche romane solo la memoria di santa Cecilia è rimasta alla data tradizionale. Degli altri molti sono stati soppressi perché mancavano dati o anche indizi storici riguardo il loro culto. Anche riguardo a Cecilia, venerata come martire e onorata come patrona dei musicisti, è difficile reperire dati storici completi ma a sostenerne l'importanza è la certezza storica dell'antichità del suo culto. Due i fatti accertati: il «titolo» basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all'anno 313, cioè all'età di Costantino; la festa della santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell'anno 545. Sembra inoltre che Cecilia venne sepolta nelle Catacombe di San Callisto, in un posto d'onore, accanto alla cosiddetta «Cripta dei Papi», trasferita poi da Pasquale I nella cripta della basilica trasteverina. La famosa «Passio», un testo più letterario che storico, attribuisce a Cecilia una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa. (Avvenire)
Patronato: Musicisti, Cantanti
Etimologia: Cecilia = dal nome di famiglia romana
Emblema: Giglio, Organo, Liuto, Palma
Martirologio Romano: Memoria di santa Cecilia, vergine e martire, che si tramanda abbia conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere.
Martirologio tradizionale (22 novembre): Santa Cecilia, Vergine e Martire, la quale, imporporata del proprio sangue, passò allo Sposo celeste il sedici Settembre.
(16 settembre): Così pure a Roma il natale di santa Cecilia, Vergine e Martire, che convertì alla fede di Cristo il suo sposo Valeriano ed il fratello di lui Tiburzio, e li eccitò al martirio. Almachio, Prefetto della città, dopo il loro martirio la fece imprigionare e con gloriosa passione, superato il fuoco, la fece uccidere colla spada, al tempo dell'Imperatore Marco Aurelio Severo Alessandro. La sua festa si celebra il ventidue Novembre.
Tutti i fondatori, uomini e donne, dei " titoli " delle basiliche romane sono stati soppressi nel Calendario universale della Chiesa, perché non si può affermare che siano stati Martiri o confessori della fede, ma soltanto persone benefiche che hanno donato alla Chiesa le case o i palazzi diventati più tardi basiliche.
Soltanto il nome di Santa Cecilia è restato alla data tradizionale.
Moltissimi antichi Martiri, che presentavano gravi difficoltà storiche, sono stati anch'essi soppressi in occasione della revisione del Calendario. Non perché si possa affermare che tali Santi non siano esistiti, ma perché la loro esistenza non è suffragata da prove storiche abbastanza consistenti e convincenti.
Soltanto la memoria di Santa Cecilia è stata conservata, per quanto anche la sua figura presenti simili gravi difficoltà storiche.
Si dice - ma è soltanto un " si dice " - che questa doppia eccezione nei confronti di Santa Cecilia, sia do-vuta a una particolare insistenza, in occasione del Concilio ecumenico Vaticano Il, del Papa Giovanni XXIII.
Ed è certo che, senza il nome di Santa Cecilia, venerata come Martire e onorata come patrona dei musicisti, il Calendario sarebbe risultato un po' più povero, mentre il rigore storico non avrebbe guadagnato un gran che. Perché due fatti almeno sono certi ed eloquenti: che il " titolo " basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all'anno 313, cioè all'età di Costantino. E che la festa della Santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell'anno 545.
Altra circostanza non priva di significato è che Cecilia venne sepolta nelle Catacombe di San Callisto, in un posto d'onore, accanto alla cosiddetta " Cripta dei Papi ". Più tardi, il Papa Pasquale I, grande devoto della Santa, ne trasferì il corpo nella cripta della basilica trasteverina.
Alla fine del '500, il sarcofago venne aperto, e il corpo della Santa apparve in eccezionale stato di conservazione, avvolto in un abito di seta e d'oro. Il Maderna scolpì allora la celebre statua in marmo, a fedele riproduzione - così si disse - dell'aspetto e della posizione del corpo dell'antica Martire.
Tutto il resto è opinabile, sul conto della donna devota che dette il proprio nome alla basilica romana, e che probabilmente regalò alla Chiesa un fabbricato di sua proprietà; sulla fanciulla alla quale una celebre passione -che è però un testo letterario più che storico - attribuisce una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa, che tre colpi di spada non riuscirono a distaccare.
Resterebbe da spiegare come mai, dalla fine del Medioevo, la Santa Romana sia stata considerata musicista e patrona di musicisti, quale è ormai universalmente nota. Anche ciò si spiega con un passo della leggendaria Passione, in cui si dice che "mentre gli organi suonavano, ella cantava nel suo cuore soltanto per il Signore".
Nella stessa maniera, non soltanto i musicisti, ma tutte le creature dovrebbero, prima d'ogni altra cosa, dar lode a Dio datore di tutte le grazie, compresa quella dell'arte.
Fonte: Archivio Parrocchia
http://santiebeati.it/immagini/Original/25350/25350G.JPG http://www.wga.hu/art/m/maderno/cecilia.jpg http://img509.imageshack.us/img509/1369/g1madernopo2.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/dd/St_Cecilia%27s_Martyrdom.jpg Stefano Maderno, Martirio di S. Cecilia, 1600, Basilica di S. Cecilia in Trastevere, Roma
http://www.lettere.unimi.it/Spazio_Filosofico/imago/schopim/sch005.jpg Guido Reni, S. Cecilia, XVII sec.
http://img224.imageshack.us/img224/6702/ceciliazb3.jpg Jusepe Martínez, S. Cecilia, XVII sec., Museo de Bellas Artes de Zaragoza, Saragozza
http://img178.imageshack.us/img178/300/ceciliaguarino1np3.jpg Francesco Guarino, S. Cecilia, XVII-XVIII sec.
Augustinus
22-11-03, 18:57
http://www.wga.hu/art/s/strozzi/1/cecilia.jpg Bernardo Strozzi, S. Cecilia, 1620-1625, Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City
http://www.wga.hu/art/s/strozzi/1/cecilia2.jpg Bernardo Strozzi, S. Cecilia, 1623-1625, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
http://www.wga.hu//art/s/saraceni/cecilia.jpg Carlo Saraceni, S. Cecilia e l'angelo, 1610, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma
http://www.wga.hu/art/r/reni/1/cecilia.jpg
Guido Reni, S. Cecilia, 1606, Norton Simon Museum of Art, Pasadena
http://www.wga.hu/art/r/raphael/5roma/2/06cecil.jpg Raffaello Sanzio, S. Cecilia, 1514, Pinacoteca Nazionale, Bologna
http://www.wga.hu/art/p/poussin/1/05cecili.jpg http://www.museodelprado.es/uploads/tx_gbobras/P02317.jpg Nicolas Poussin, S. Cecilia, 1635 circa, Museo del Prado, Madrid
http://www.wga.hu/art/c/costa/maggior1.jpg Lorenzo Costa, La carità di S. Cecilia, 1505-1506, S. Giacomo Maggiore, Bologna
Augustinus
22-11-03, 19:04
http://www.wga.hu/art/g/gentiles/orazio/cecilia.jpg http://img68.imageshack.us/img68/1083/ah02030315ig3.jpg Orazio Gentileschi, S. Cecilia, S. Valeriano e S. Tiburzio, 1620, Pinacoteca di Brera, Milano
http://www.wga.hu/art/c/cavallio/cecilia.jpg Bernardo Cavallino, Estasi di S. Cecilia, 1645, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli
http://www.wga.hu/art/r/raggi/cecilia.jpg Antonio Raggi, Morte di S. Cecilia, 1660-1667, Sant'Agnese in Agone, Roma
http://www.allpaintings.org/d/130154-1/Anton+Raphael+Mengs+-+St_+Cecilia.jpg http://img384.imageshack.us/img384/4341/ah02030315bt9.jpg Anton Raphael Mengs, S. Cecilia, 1760-61, collezione privata
http://www.cattolicesimo.com/immsacre/cecilia.jpg http://www.wga.hu/art/r/rubens/14religi/74religi.jpg Peter Paul Rubens, S. Cecilia, c.1639-1640, Gemaldegalerie, Berlino, Germania
Augustinus
21-11-04, 12:34
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1302-1308
22 NOVEMBRE
SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE
Nobile romana.
La festa di santa Cecilia, vergine e martire, è la più popolare fra le feste che si succedono al declinare dell'anno liturgico. Cecilia appartenne ad una delle più illustri famiglie di Roma e nel secolo III fu una delle più grandi benefattrici della Chiesa, per la sua generosità e per il dono che alla Chiesa fece del suo palazzo in Trastevere. Meritò certamente per questo di essere sepolta con onore nel cimitero di san Callisto presso la cripta destinata alla sepoltura dei Papi. Ma ciò che maggiormente contribuì a farla amare dappertutto è il fatto che sul suo ricordo è nato un grazioso racconto, che ha ispirato pittori, musici, poeti e la stessa Liturgia.
Cecilia sarebbe stata costretta a sposare un giovane pagano: Valeriano. Durante il festino nuziale, rallegrata dalle melodie della musica, Cecilia nel suo cuore si univa agli Angeli per cantare le lodi di Dio, al quale si era consacrata. Condannata ad essere bruciata nelle terme del suo palazzo, il fuoco non la toccò e, inviato un carnefice, perché le troncasse la testa, tentò tre volte, facendole tre gravi ferite al collo, ma la lasciò ancora semiviva e l'agonia durò quattro giorni. Fu deposta nella tomba vestita della veste di broccato d'oro, che indossava nel giorno del martirio, il suo palazzo fu trasformato in basilica.
Il culto.
I fedeli non dimenticarono la giovane martire e sappiamo che già nel secolo V essi solevano raccogliersi al titolo di santa Cecilia. Nel secolo VI Cecilia era forse la santa più venerata di Roma e nel secolo nono Papa Pasquale restaurò la sua chiesa. Spiacente di non possedere reliquie della santa, il Papa vide una notte in sogno una giovane bellissima, che gli disse essere il suo corpo molto vicino alla chiesa restaurata. Fatti degli scavi si ritrovò il corpo vestito di broccato e fu collocato in un sarcofago di marmo sotto l'altare della chiesa.
Nel 1559 il cardinale Sfondrati, modificando l'altare, ritrovò il sarcofago e lo fece aprire. I presenti videro un corpo coperto di un leggero velo, che ne lasciava intravvedere le forme e sul quale scintillavano i resti della veste di broccato. Emozione e gioia a Roma furono immense, ma non si osò, per un senso di rispetto, sollevare il velo per rendersi conto delle condizioni della salma venerata. Lo scultore Maderno riprodusse nel marmo, idealizzandola, la positura della santa che evoca l'idea della verginità e del martirio. Da quella data, come canta un inno, " il corpo riposa sotto il marmo silenzioso, mentre in cielo, sul suo trono, l'anima di Cecilia canta la sua gioia e accoglie con benevolenza i nostri voti".
E i nostri voti la Chiesa rivolge a santa Cecilia, ricordando il suo nome ogni giorno nel Canone della Messa e cantandolo nelle Litanie dei Santi, in occasione delle suppliche solenni. I musici di ogni regione del mondo la venerano quale patrona, la Francia innalzò in Albi una luminosa cattedrale e nel 1866, Dom Guéranger pose sotto la protezione della santa, modello di verginità cristiana e di puro amore, il primo convento dei Benedettini della Congregazione di san Pietro di Solesmes.
Gli insegnamenti della santa.
La scarsità di notizie storiche non deve sminuire l'amore che dobbiamo serbare per i santi ai quali la Chiesa ha sempre reso un culto, ottenendo costante protezione e grazie importanti nel corso della storia.
"La Chiesa onora in santa Cecilia, diceva Dom Guéranger, tre caratteristiche, che, riunite insieme, la distinguono nella meravigliosa coorte dei santi in cielo e ne fa derivare grazie ed esempi. Le caratteristiche sono la verginità, lo zelo apostolico e il sovrumano coraggio con il quale sfidò la morte e i supplizi e di qui il triplice insegnamento che ci dà questa sola storia cristiana".
La verginità.
"Nel nostro tempo, ciecamente asservito al culto della sensualità, occorre resistere con le forti lezioni della nostra fede al travolgimento cui a stento riescono a sottrarsi i figli della promessa. Dopo la caduta dell'impero romano si videro forse costumi, famiglia e società correre pericolo così grave?
Letteratura, arti, lusso, già da tempo presentano il godimento fisico come unico scopo dell'uomo e ormai nella società troviamo molti che vivono col solo intento di soddisfare i sensi. Sventurato il giorno in cui la società, per essere salvata, crederà di poter contare sulle energie dei suoi membri! L'impero romano fece l'esperienza, tentò più volte di respingere l'invasione, ma per l'infrollimento dei suoi figli, ricadde su se stesso e non si sollevò più.
Soprattutto è minacciata la famiglia. È tempo che essa pensi alla sua difesa contro il riconoscimento legale e l'incoraggiamento del divorzio, e si difenderà in un modo solo: riformando se stessa, rigenerandosi con la legge di Dio e ritornando dignitosa e cristiana. Torni in onore il matrimonio con le sue caste esigenze, cessi di essere un gioco o una speculazione, paternità e maternità siano serio dovere e non calcolo e, con la famiglia, riprenderanno dignità e vigore la città e lo Stato.
Però, se gli uomini non sapranno apprezzare l'elemento superiore, senza del quale la natura umana è soltanto rovina, cioè la continenza, il matrimonio non potrà di nuovo nobilitarsi. Non tutti sono tenuti ad abbracciarlo nella sua nozione assoluta, ma tutti devono onorarlo, se non vogliono trovarsi in balia del senso mostruoso come dice l'Apostolo (Rm 1,28). La continenza rivela all'uomo il segreto della sua dignità, che tempra l'anima a tutte le rinunce, che risana il cuore ed eleva tutto il suo essere. La continenza è il culmine della bellezza morale dell'individuo e, nello stesso tempo, la grande forza della società umana. Il mondo antico, avendone soffocato il sentimento, andò in dissoluzione e solo il Figlio della Vergine, comparso sulla terra, rinnovando e affermando questo principio salvatore, diede all'umanità nuove energie.
I figli della Chiesa, degni di questo nome, gustano questa dottrina e non ne restano stupiti, perché le parole del Salvatore e degli Apostoli loro hanno rivelato, e la storia della fede che professano in ogni sua pagina presenta loro in atto, la feconda virtù della continenza. che tutti gli stati della vita cristiana devono professare, ciascuno nella sua misura. Per essi santa Cecilia è solo un esempio di più, ma così fulgido da meritare la venerazione di tutti i tempi nella storia del cristianesimo. Quanta virtù ha ispirato Cecilia, quanto coraggio ha saputo infondere e quante debolezze ha prevenute o riparate! Tanta potenza di moralizzazione pose Dio nei suoi santi che influisce non solo attraverso la diretta imitazione delle loro virtù, ma ancora per le induzioni che ciascun fedele può trarne per il suo caso particolare".
Lo zelo apostolico.
"Il secondo carattere che si deve studiare nella vita di santa Cecilia è l'ardore dello zelo del quale resta ammirabile esempio e anche sotto questo aspetto possiamo raccogliere utili insegnamenti. Caratteristica dell'epoca nostra è l'insensibilità al male del quale non ci sentiamo personalmente responsabili, i cui risultati non ci toccano. Si è daccordo che tutto precipita, si nota il totale sfacelo e non si pensa neppure a tendere la mano al vicino, per strapparlo al naufragio. Dove saremmo, se il cuore dei primi cristiani fosse stato gelido come il nostro e non fosse stato conquiso dall'immensa pietà e dall'inesauribile amore, che loro vietò di non avere più speranza per il mondo in cui Dio li aveva collocati, perché fossero sale della terra? (Mt 5,13). Tutti allora sentivano la responsabilità del dono ricevuto. Liberi o schiavi, persone note o sconosciute, tutti erano oggetto di una dedizione senza limiti da parte di questi cuori pieni della carità di Cristo. Leggendo gli Atti degli Apostoli e le Epistole si vedrà con quale pienezza si sviluppava l'apostolato dei primi tempi e come l'ardore dello zelo durasse a lungo senza affievolirsi, tanto che i pagani dicevano: "Vedete come si amano!". Come avrebbero potuto non amarsi, se in ordine alla fede si sentivano figli gli uni degli altri?
Quanta tenerezza materna provava Cecilia per i fratelli, per il fatto di essere cristiana! Il nome di Cecilia, e con il suo molti altri, ci testimoniano che il cristianesimo conquistò il mondo, strappandolo al giogo della depravazione pagana, con questi atti di devozione agli altri che, compiuti in mille luoghi nello stesso tempo, produssero un completo rinnovamento. Imitiamo almeno in parte questi esempi cui tutto dobbiamo e vediamo di sciupare meno tempo ed eloquenza a gemere su mali già troppo noti. È meglio che ciascuno si metta all'opera e conquisti uno almeno dei suoi fratelli e il numero dei fedeli avrà già superato quello degli increduli. Lo zelo non è morto, lo sappiamo, opera anzi in molti e dà gioia e conforto alla Chiesa con i suoi frutti; ma perché deve dormire cosi profondamente in tanti cuori che Dio per lo zelo aveva preparati?".
Il coraggio.
"Basterebbe davvero a caratterizzare l'epoca il generale torpore causato dalla mollezza dei costumi; conviene aggiungere ancora un altro sentimento, che ha la stessa sorgente e basterebbe, se dovesse durare a lungo, a rendere incurabile il decadimento di una nazione. Tale sentimento è la paura che ormai si è estesa a tutti. Paura di perdere i propri beni o i propri posti, paura di rinunciare al proprio lusso o alle proprie comodità, paura infine di perdere la vita! Non occorre dire che nulla snerva di più e maggiormente danneggia il mondo di questa umiliante preoccupazione, ma soprattutto occorre dire che non è affatto cristiana. Dimentichiamo di essere soltanto pellegrini sulla terra e abbiamo spenta nel cuore la speranza dei beni futuri! Cecilia ci insegna a disfarci della paura. Quando Cecilia era viva, la vita era meno sicura di oggi e a ragione si poteva avere paura e tuttavia si era tranquilli e spesso i potenti tremavano davanti alle loro vittime.
Solo Dio sa ciò che ci attende; ma se la paura non è sostituita da un sentimento più degno dell'uomo e del cristiano, la crisi politica divorerà presto la vita dei singoli e perciò, qualsiasi cosa avvenga, è giunta l'ora di ricominciare la nostra storia. Non sarà vano l'insegnamento, se arriveremo a comprendere che con la paura i primi cristiani ci avrebbero traditi, perché la parola di vita non sarebbe giunta fino a noi, con la paura a nostra volta tradiremmo le future generazioni, che da noi attendono di ricevere il deposito ricevuto dai nostri padri" (Dom Guéranger, u. s.).
Lode allo sposo delle vergini.
"Quale nobile falange ti segue, o Signore, Sposo delle vergini! Le anime di elezione sono tua conquista e dalle loro pure labbra sale a te la lode squisita dei loro cuori ferventi. Non è possibile contarle attraverso i secoli, perché ogni generazione ne accresce il numero, da quelle che consacrano, per amore a te, la loro vita ai poveri, ai malati, ai lebbrosi, e a tutte le miserie morali, a quelle che, per amore tuo, rinunciano alle gioie della famiglia e si consacrano alle scuole cristiane, alle istituzioni benefiche o si mortificano nei chiostri.
Ecco, prime, le vergini particolarmente benemerite, perché sigillarono col sangue il loro amore sui roghi o nelle arene: Blandina, Barbara, Agata, Lucia, Agnese... e Cecilia, che in nome di tutte fece omaggio della loro fortezza e consacrò la gloria della loro virtù, a te, o Gesù, seminator casti consilii (Prima Antifona del secondo Notturno della festa), divino seminatore di casti propositi, che solo, mieti simili spighe, che solo, leghi tali manipoli!".
Preghiera alla patrona dei musici.
"Una similitudine frequente nei Padri della Chiesa fa dell'anima nostra una sinfonia, un'orchestra, Symphonialis anima. Appena la grazia l'afferra, come il soffio che sotto le dita dell'artista fa vibrare l'organo, si commuove e vibra all'unisono coi pensieri e sentimenti del Salvatore. Ecco il magnifico concerto delle anime pure, che Dio può ascoltare con compiacenza, senza che lo turbi la stonatura delle note false del peccato, né la cacofonia urtante delle bestemmie e dei tradimenti!
Degnati, o Cecilia, ricambiare il nostro omaggio, ottenendoci la costante armonia della nostra volontà con le nostre aspirazioni alla virtù e le nostre possibilità di fare il bene! Degnati convincerci che lo stato di grazia, vita normale del cristiano, non è sola astensione dal male, né avara e fredda osservanza dei comandamenti, ma un'attività piena di gioia e di entusiasmo, che sa dare alla carità e allo zelo tutte le possibilità" (Card. Grente, Oeuvres Oratoires, VIII, p. 17-20).
Preghiera per la Chiesa.
"Aggiungiamo ancora una preghiera per la santa Chiesa di cui fosti umile figlia, prima di esserne speranza e sostegno. Nella notte fitta del secolo presente, lo Sposo tarda ad apparire e nel solenne e misterioso silenzio permette alla vergine di abbandonarsi al sonno fino a quando si farà sentire l'annuncio del suo arrivo (Mt 25,5). Onoriamo il tuo riposo sulla porpora della tua vittoria, o Cecilia!
Sappiamo che non ci dimentichi, perché nel Cantico, lo Sposo dice: Dormo, ma il mio cuore vigila (Ct 5,2).
È vicina l'ora in cui lo Sposo apparirà, chiamando tutti i suoi sotto l'insegna della sua Croce e presto risuonerà il grido: Ecco lo Sposo, uscitegli incontro! (Mt 25,6). Dirai allora, o Cecilia, ai cristiani, come al fedele drappello, che, nell'opera della lotta si è stretto attorno a te: Soldati di Cristo, rigettate le opere delle tenebre, vestite le armi della luce (Atti di santa Cecilia).
La Chiesa, che pronunzia tutti i giorni il tuo nome con amore e con fede durante i santi Misteri, attende con certezza il tuo soccorso, o Cecilia! Sa che l'aiuto non le mancherà. Tu prepara la sua vittoria, elevando i cuori cristiani verso le sole realtà troppo spesso dimenticate. Quando gli uomini ripenseranno alla eternità del nostro destino, sarà assicurata salvezza e pace ai popoli.
Sii sempre, o Cecilia, le delizie dello Sposo! Saziati dell'armonia suprema di cui è sorgente. Veglierai su di noi dalla gloria del cielo e, quando giungerà la nostra ultima ora, assistici, te ne supplichiamo, per i meriti del tuo eroico martirio, assistici sul letto di morte, ricevi l'anima nostra nelle tue braccia, portala al soggiorno immortale, dove ci sarà dato comprendere, vedendo la felicità che ti circonda, il prezzo della verginità, dell'apostolato e del martirio" (Dom Guéranger, Histoire de sainte Cécile, 1849, Conclusione).
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Augustinus
22-11-04, 08:12
(Sal 32, Disc. 1, 7-8; CCL 38, 253-254)
«Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo!» (Sal 32, 2.3). Spogliatevi di ciò che è vecchio ormai; avete conosciuto il nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento nuovo, un canto nuovo. Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi. Non lo imparano se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della grazia, da ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al nuovo testamento, che è il regno dei cieli. Tutto il nostro amore ad esso sospira e canta un canto nuovo. Elevi però un canto nuovo non con la lingua, ma con la vita.
Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte (cfr. Sal 32, 3). Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a lui, ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le sue orecchie. Cantate con arte, o fratelli. Quando, davanti a un buon intenditore di musica, ti si dice: canta in modo da piacergli; tu, privo di preparazione nell'arte musicale, vieni preso da trepidazione nel cantare, perché non vorresti dispiacere al musicista; infatti quello che sfugge al profano, viene notato e criticato da un intenditore dell'arte. Orbene, chi oserebbe presentarsi a cantare con arte a Dio, che sa ben giudicare il cantore, che esamina con esattezza ogni cosa e che tutto ascolta così bene? Come potresti mostrare un'abilità così perfetta nel canto, da non offendere in nulla orecchie così perfette?
Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non andare in cerca della parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui Dio si diletti. Canta nel giubilo. Cantare con arte a Dio consiste proprio in questo: Cantare nel giubilo. Che cosa significa cantare nel giubilo? Comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore. Coloro infatti che cantano sia durante la mietitura, sia durante la vendemmia, sia durante qualche lavoro intenso, prima avvertono il piacere, suscitato dalla parole dei canti, ma, in seguito, quando l'emozione cresce, sentono che non possono più esprimerla in parole e allora si sfogano in sola modulazione di note. Questo canto lo chiamiamo «giubilo».
Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole. E verso chi è più giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso l'ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non puoi esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d'altra parte non puoi tacerlo, che cosa ti rimane se non «giubilare»? Allora il cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe. Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal 32, 3).
Augustinus
22-11-05, 08:22
http://nga.gov.au/TheItalians/Images/LRG/161321.jpg Guido Reni, S. Cecilia, c. 1616, Gemaldegalerie, Berlino, Germania
http://www.artchive.com/artchive/g/gentileschi/gentileschi_cecilia.jpg Artemisia Gentileschi, S. Cecilia, 1620 circa, Galleria Spada, Roma
http://www.hung-art.hu/kep/o/orlai_pe/muvek/2/orlai206.jpg Petrics Orlai, S. Cecilia, 1863, Magántulajdon
http://christ.church.montreal.music.googlepages.com/MichielVanCoxcieSaintCeciliaMuseodel.jpg/MichielVanCoxcieSaintCeciliaMuseodel-full;init:.jpg http://www.museodelprado.es/uploads/tx_gbobras/P01467.jpg http://www.wga.hu/art/c/coxcie/michiel/cecilia.jpg Michiel van Coxcie, S. Cecilia, 1569, Museo del Prado, Madrid
Augustinus
21-11-07, 16:42
St. Cecilia
Virgin and martyr, patroness of church music, died at Rome.
This saint, so often glorified in the fine arts and in poetry, is one of the most venerated martyrs of Christian antiquity. The oldest historical account of St. Cecilia is found in the "Martyrologium Hieronymianum"; from this it is evident that her feast was celebrated in the Roman Church in the fourth century. Her name occurs under different dates in the above-mentioned martyrology; its mention under 11 August, the feast of the martyr Tiburtius, is evidently a later and erroneous addition, due to the fact that this Tiburtius, who was buried on the Via Labicana, was wrongly identified with Tiburtius, the brother-in-law of St. Cecilia, mentioned in the Acts of her martyrdom. Perhaps also there was another Roman martyr of the name of Cecilia buried on the Via Labicana. Under the date of 16 September Cecilia is mentioned alone, with the topographical note: "Appiâ viâ in eâdem urbe Româ natale et passio sanctæ Ceciliæ virginis (the text is to be thus corrected). This is evidently the day of the burial of the holy martyr in the Catacomb of Callistus. The feast of the saint mentioned under 22 November, on which day it is still celebrated, was kept in the church in the Trastevere quarter at Rome, dedicated to her. Its origin, therefore, is to be traced most probably to this church. The early medieval guides (Itineraria) to the burial-places of Roman martyrs point out her grave on the Via Appia, next to the crypt of the Roman bishops of the third century (De Rossi, Roma sotterranea, I, 180-181). De Rossi located the burial-place of Cecilia in the Catacomb of Callistus in a crypt immediately adjoining the crypt or chapel of the popes; an empty niche in one of the walls contained, probably, at one time the sarcophagus with the bones of the saint. Among the frescoes of a later time with which the wall of the sepulchre are adorned, the figure of a richly-dressed woman appears twice and Pope Urban, who was brought personal into close relation with the saint by the Acts of her martyrdom, is depicted once. The ancient titular church of Rome, mentioned above was built as early as the fourth century and is still preserved in the Trastevere. This church was certainly dedicated in the fifth century to the saint buried on the Via Appia; it is mentioned in the signatures of the Roman Council of 499 as "titulus sanctae Caeciliae" (Mansi, Coll, Conc. VIII, 236). Like some other ancient Christian churches of Rome, which are the gifts of the saints whose names they bear, it may be inferred that the Roman Church owes this temple to the generosity of the holy martyr herself; in support of this view it is to be noted that the property, under which the oldest part of the true Catacomb of Callistus is constructed, belonged most likely, according to De Rossi's researches, to the family of St. Cecilia (Gens Caecilia), and by donation passed into the possession of the Roman Church. Although her name is not mentioned in the earliest (fourth century) list of feasts (Depositio martyrum), the fact that in the "Sacramentarium Leoniam", a collection of masses completed about the end of the fifth century, are found no less than five different masses in honour of St. Cecilia testifies to the great veneration in which the saint was at that time held in the Roman Church ["Sacram. Leon.", ed. Muratori, in "Opera" (Arezzo, 1771), XIII, I, 737, sqq.].
About the middle of the fifth century originated Acts of the martyrdom of St. Cecilia which have been transmitted in numerous manuscripts; these acts were also translated into Greek. They were utilized in the prefaces of the above-mentioned masses of the "Sacramentarium Leonianum". They inform us, that Cecilia, a virgin of a senatorial family and a Christian from her infancy, was given in marriage by her parents to a noble pagan youth Valerianus. When, after the celebration of the marriage, the couple had retired to the wedding-chamber, Cecilia told Valerianus that she was betrothed to an angel who jealously guarded her body; therefore Valerianus must take care not to violate her virginity. Valerianus wished to see the angel, whereupon Cecilia sent him to the third milestone on the Via Appia where he should meet Bishop (Pope) Urbanus. Valerianus obeyed, was baptized by the pope, and returned a Christian to Cecilia. An angel then appeared to the two and crowned them with roses and lilies. When Tiburtius, the brother of Valerianus, came to them, he too was won over to Christianity. As zealous children of the Faith both brothers distributed rich alms and buried the bodies of the confessors who had died for Christ. The prefect, Turcius Almachius, condemned them to death; an officer of the prefect, Maximus, appointed to execute this sentence, was himself converted and suffered martyrdom with the two brothers. Their remains were buried in one tomb by Cecilia. And now Cecilia herself was sought by the officers of the prefect. Before she was taken prisoner, she arranged that her house should be preserved as a place of worship for the Roman Church. After a glorious profession of faith, she was condemned to be suffocated in the bath of her own house. But as she remained unhurt in the overheated room, the prefect had her decapitated in that place. The executioner let his sword fall three times without separating the head from the trunk, and fled, leaving the virgin bathed in her own blood. She lived three days, made dispositions in favour of the poor, and provided that after her death her house should be dedicated as a church. Urbanus buried her among the bishops and the confessors, i.e. in the Catacomb of Callistus.
In this shape the whole story has no historical value; it is a pious romance, like so many others compiled in the fifth and sixth century. The existence of the aforesaid martyrs, however, is a historical fact. The relation between St. Cecilia and Valerianus, Tiburtius, and Maximus, mentioned in the Acts, has perhaps some historical foundation. These three saints were buried in the Catacomb of Praetextatus on the Via Appia, where their tombs are mentioned in the ancient pilgrim Itineraria. In the "Martyrologium Hieronymianum" their feast is set down under 14 April with the note: "Romae via Appia in cimiterio Prætextati"; and the octave under 21 April, with the comment: "Rome in cimiterio Calesti via Appia". In the opinion of Duchesne the octave was celebrated in the Catacomb of Callistus, because St. Cecilia was buried there. If, therefore, this second notice in the martyrology is older than the aforesaid Acts, and the latter did not give rise to this second feast, it follows that before the Acts were written this group of saints in Rome was brought into relation with St. Cecilia. The time when Cecilia suffered martyrdom is not known. From the mention of Urbanus nothing can be concluded as to the time of composition of the Acts; the author without any authority, simply introduced the confessor of this name (buried in the Catacomb of Praetextatus) on account of the nearness of his tomb to those of the other martyrs and identified him with the pope of the same name. The author of the "Liber Pontificalis" used the Acts for his notice of Urbanus. The Acts offer no other indication of the time of the martyrdom. Venantius Fortunatus (Miscellanea, 1, 20; 8,6) and Ado (Martyrology, 22 November) place the death of the saint in the reign of Marcus Aurelius and Commodus (about 177), and De Rossi tried to prove this view as historically the surest one. In other Western sources of the early Middle Ages and in the Greek "Synaxaria" this martyrdom is placed in the persecution of Diocletian. P.A. Kirsch tried to locate it in the time of Alexander Severus (229-230); Aubé, in the persecution of Decius (249-250); Kellner, in that of Julian the Apostate (362). None of these opinion is sufficiently established, as neither the Acts nor the other sources offer the requisite chronological evidence. The only sure time-indication is the position of the tomb in the Catacomb of Callistus, in the immediate proximity of the very ancient crypt of the popes, in which Urbanus probably, and surely Pontianus and Anterus were buried. The earliest part of this catacomb dates at all events from the end of the second century; from that time, therefore, to the middle of the third century is the period left open for the martyrdom of St. Cecilia.
Her church in the Trastevere quarter of Rome was rebuilt by Paschal I (817-824), on which occasion the pope wished to transfer thither her relics; at first, however, he could not find them and believed that they had been stolen by the Lombards. In a vision he saw St. Cecilia, who exhorted him to continue his search, as he had already been very near to her, i.e. near her grave. He therefore renewed his quest; and soon the body of the martyr, draped in costly stuffs of gold brocade and with the cloths soaked in her blood at her feet, was actually found in the Catacomb of Prætextatus. They may have been transported thither from the Catacomb of Callistus to save them from earlier depredations of the Lombards in the vicinity of Rome. The relics of St. Cecilia with those of Valerianus, Tiburtius, and Maximus, also those of Popes Urbanus and Lucius, were taken up by Pope Paschal, and reburied under the high altar of St. Cecilia in Trastevere. The monks of a convent founded in the neighbourhood by the same pope were charged with the duty of singing the daily Office in this basilica. From this time the veneration of the holy martyr continued to spread, and numerous churches were dedicated to her. During the restoration of the church in the year 1599 Cardinal Sfondrato had the high altar examined and found under it the sarcophagi, with the relics of the saints, that Pope Paschal had transported thither. Recent excavations beneath the church, executed at the instigation and expense of Cardinal Rampolla, disclosed remains of Roman buildings, which have remained accessible. A richly adorned underground chapel was built beneath the middle aisle, and in it a latticed window, opening over the altar, allows a view of the receptacles in which the bones of the saints repose. In a side chapel of the church there have long been shown the remains of the bath in which, according to the Acts, Cecilia was put to death.
The oldest representations of St. Cecilia show her in the attitude usual for martyrs in the Christian art of the earlier centuries, either with the crown of martyrdom in her hand (e.g. at S. Apollinare Nuovo in Ravenna, in a sixth-century mosaic) or in the attitude of prayer, as an Orans (e.g. the two sixth and seventh-century pictures in her crypt). In the apse of her church in Trastevere is still preserved the mosaic made under Pope Paschal, wherein she is represented in rich garments as patroness of the pope. Medieval pictures of the saint are very frequent; since the fourteenth and fifteenth centuries she is given the organ as an attribute, or is represented as playing on the organ, evidently to express what was often attributed to her in panegyrics and poems based on the Acts, viz., that while the musicians played at her nuptials she sang in her heart to God only ("cantantibus organis illa in corde suo soi domino decantabat"); possibly the cantantibus organis was erroneously interpreted of Cecilia herself as the organist. In this way the saint was brought into closer relation with music. When the Academy of Music was founded at Rome (1584) she was made patroness of the institute, whereupon her veneration as patroness of church music in general became still more universal; today Cecilian societies (musical associations) exist everywhere. The organ is now her ordinary attribute; with it Cecilia was represented by Raphael in a famous picture preserved at Bologna. In another magnificent masterpiece, the marble statute beneath the high altar of the above-mentioned church of St. Cecilia at Rome, Carlo Maderna represented her lying prostrate, just as she had received the death-blow from the executioner's hand. Her feast is celebrated in the Latin and the Greek Church on 22 November. In the "Martyrologium Hieronymainum" are commemorated other martyrs of this name, but of none of them is there any exact historical information. One suffered martyrdom in Carthage with Dativus in 304.
Bibliography
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Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. III, New York, 1908 (http://www.newadvent.org/cathen/03471b.htm)
Augustinus
22-11-07, 08:11
http://www.wga.hu/art/f/franchi/cecilia.jpg Antonio Franchi, Personificazione della musica (S. Cecilia), 1650 circa, collezione privata
http://www.wga.hu/art/r/romanell/cecilia.jpg Giovanni Francesco Romanelli, S. Cecilia, collezione privata
http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.CHE.972120.7055475/18100.JPG Scuola inglese, Riproduzione di S. Cecilia del Romanelli, Cheltenham Art Gallery & Museums, Gloucestershire
http://img210.imageshack.us/img210/4792/fjuxvoln3yc923i63rx6.jpg http://img81.imageshack.us/img81/7650/ceciliawx9.jpg Jacques Blanchard, S. Cecilia, XVII sec., Hermitage, San Pietroburgo
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-7.jpg Giovanni Beinaschi, S. Cecilia con gli angeli, 1680 circa
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-16.jpg Giovanni Lanfranco, S. Cecilia, 1620
http://www.geocities.com/irinagr_2000/pipe_organ/7CBJ-smaller-00132041-B.JPG Paul Delaroche, S. Cecilia, 1836, collezione privata
Augustinus
22-11-07, 08:34
http://img89.imageshack.us/img89/8167/coloml2av4.jpg http://img135.imageshack.us/img135/2925/ceciliaxou227681hivo2zb5.jpg Nicolas Colombel, S. Cecilia, Musée des Beaux-Arts, Rouen
http://www.wga.hu/art/d/domenich/cecilia.jpg http://www.insecula.com/Photos/00/00/05/77/ME0000057737_3.JPG http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.PWI.659290.7055475/89777.JPG Domenichino, S. Cecilia, 1617-18, Musée du Louvre, Parigi
http://www.insecula.com/Photos/00/00/10/30/ME0000103060_3.jpg http://collectionsonline.lacma.org/MWEBimages/eps_mm/full/AC1996_37_1.jpg http://img134.imageshack.us/img134/2972/saracenidd7.jpg Carlo Saraceni, Il martirio di S. Cecilia, 1610 circa, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles
Augustinus
22-11-07, 15:22
http://img229.imageshack.us/img229/4936/img0042lp9lv3.jpg Sebastiano Galeotti, Apoteosi di S. Cecilia, 1720-30, Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza
http://img210.imageshack.us/img210/5646/img0015mo6.jpg Charles Landelle - Frederic Weber, S. Cecilia, 1860-80, Museo Civico "Il Correggio", Correggio
http://img260.imageshack.us/img260/2935/img0015sa9.jpg Agostino Plachesi, S. Cecilia, 1754-80, Pinacoteca Comunale, Cesena
http://img252.imageshack.us/img252/2862/img0015mp7.jpg Stefano Ussi, S. Cecilia, 1852-54, Palazzo Tozzoni, Imola
http://www.insecula.com/Photos/00/00/10/38/ME0000103878_3.jpg Joshua Reynolds, S. Cecilia, 1775, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles
Augustinus
22-11-08, 14:58
http://collection.aucklandartgallery.govt.nz/collection/images/display/M1982/M1982_1_2_657.jpg Jacques Callot, S. Cecilia, 1630-36, Auckland Art Gallery, Auckland, Nuova Zelanda
Augustinus
22-11-08, 15:17
http://www.wga.hu/art/g/gramatic/cecilia.jpg http://www.modchurchunion.org/Worship/Liturgies/cecilia.jpg Antivenuto Grammatica, S. Cecilia con due angeli, 1620-1625, Kunsthistorisches Museum, Vienna
http://www.amadeusonline.net/news/gramm.jpg Antiveduto Grammatica, S. Cecilia e due angeli musicanii, 1613 ca., Musei Civici, Treviso
http://img92.imageshack.us/img92/6422/ceciliaai2.jpg Antiveduto Grammatica, S. Cecilia, XVII sec., Museo del Prado, Madrid
http://img179.imageshack.us/img179/2268/ceciliagf6.jpg Guercino, S. Cecilia, 1649, Dulwich Picture Gallery, Londra
http://img231.imageshack.us/img231/8499/roma1uf0.jpg Carlo Sellitto, S. Cecilia all’organo, 1610, Museo di Capodimonte, Napoli
http://www.latribunedelart.com/Expositions_2005/Poerson_Cecile.JPG Charles Poerson (attrib.), S. Cecilia converte S. Valeriano, suo sposo, 1640 circa, collezione privata
http://www.latribunedelart.com/Nouvelles_breves_2005/02_05/Guarino_-_Sainte_Cecile.JPG Francesco Guarino (attrib.), S. Cecilia martire, 1630-40, musée des Beaux-Arts, Grenoble
Augustinus
22-11-08, 15:19
http://img143.imageshack.us/img143/9963/set24sz0.jpg
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-1b.jpg
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-12.jpg
Augustinus
22-11-08, 15:52
La cripta di Santa Cecilia nelle catacombe di San Callisto
La misteriosa patrizia romana che incantò Maderno
di Fabrizio Bisconti
Il turista che giunge a Roma, anche per un breve periodo, non rinuncia alla visita di una delle cinque catacombe romane aperte al pubblico, dove cerca di ritrovare la suggestione e l'atmosfera del cristianesimo delle origini. Quel desiderio non viene deluso: le catacombe di Priscilla, quelle di Domitilla, quelle di San Sebastiano, quelle di Santa Agnese hanno mantenuto il fascino che avvolse i primi esploratori del Cinquecento, quando discesero in quegli oscuri labirinti, ormai spogli e privi degli arredi e dei corredi delle sepolture dei primi fratelli della fede, ma ancora ricchi di tali e tante testimonianze, da rappresentare le prove storiche più concrete ed eloquenti per ricostruire le fasi salienti dell'evoluzione e dell'organizzazione della comunità cristiana di Roma dei primi secoli.
Tra le catacombe aperte al pubblico dai responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che da oltre un secolo si preoccupano di curare il turismo religioso, ovvero il pellegrinaggio a questi sacri luoghi, le catacombe di San Callisto rappresentano il monumento più completo e complesso, sicuramente il più frequentato dai visitatori di tutto il mondo, accolti, con grande professionalità, dalla comunità salesiana, che si occupa delle visite guidate nel grande complesso della via Appia.
Tutti questi visitatori sono attratti dalla perfetta organizzazione dei sopralluoghi, che smaltisce con ordine i numerosi gruppi, senza mai trascurare le peculiarità di una visita che oscilla tra la componente storico-monumentale e quella propriamente spirituale. Ma la scelta della catacomba dipende anche dal significato storico, che riveste il cimitero ufficiale della Chiesa romana, sorto precocemente tra il secondo e il terzo miglio della via Appia, allo scadere del secondo secolo, quando venne acquisito un fazzoletto di terra di 70 metri per 30 e dove Papa Zefirino (199-217), volle il suo diacono Callisto come sovrintendente preposto alla cura del più antico nucleo catacombale di Roma.
Da quel momento, le catacombe di San Callisto vissero un processo di espansione, sino a divenire il cimitero cristiano ipogeo più ampio e profondo del suburbio romano. Qui trovarono sepoltura e culto i Pontefici e i martiri più cari alla devozione popolare: da Sisto ii, ucciso il 6 agosto del 258, insieme ai suoi quattro diaconi, mentre celebrava proprio nel complesso catacombale, al giovanissimo Tarcisio, da Calocero e Partenio a Papa Liberio.
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/273q04a1.jpg
Il cimitero ritornò alla luce grazie alle instancabili indagini archeologiche dell'archeologo romano Giovanni Battista de Rossi, che, negli anni centrali dell'Ottocento, recuperò il cuore di questo prestigioso sepolcreto, che conservava ancora la sobria, ma solenne cripta dei Papi, dove riposavano i Pontefici che si alternarono tra il 253 e il 283: Ponziano, Antero, Fabiano, Lucio, Stefano, Sisto II, Dioniso, Felice ed Eutichiano. Il grande archeologo romano condusse in quel luogo Pio IX che, alla vista di quelle antiche vestigia, si commosse sino alle lacrime.
Al tempo di Papa Damaso (366-384), la cripta dei Papi, che accoglieva la sepoltura anche di altri vescovi, fu restaurata, ampliata e monumentalizzata e venne collegata con l'adiacente cripta di Santa Cecilia, dimostrando come, a quel tempo, si era già diffuso il culto per questa misteriosa martire romana, che tanto ha fatto discutere archeologi, storici e agiografi e che ancora viene venerata e ricordata il 22 novembre, sia nella cripta callistiana, sia nella basilica trasteverina, dove si può ammirare la bella statua che il cardinale Paolo Sfondrati commissionò al giovane Stefano Maderno per riprodurre il corpo della martire, così come fu rinvenuto e come ricorda un'iscrizione incisa nella chiesa del Trastevere: "Paolo cardinale del titolo di Santa Cecilia. Ecco per te l'immagine della santa vergine Cecilia, che ho visto io giacente intatta nel suo sepolcro, e che per te ho rappresentato in questo marmo esattamente nella stessa posizione del corpo".
Ma ritorniamo nella cripta callistiana dove, tra l'altro, si conserva una fedele copia della statua del Maderno. Il pellegrino dei nostri giorni, quando viene condotto in questo ambiente, viene rapidamente ragguagliato sulla misteriosa figura della patrizia romana, proprietaria della domus dove nacque il titulus nel Trastevere, che, per il generoso gesto che la vide donatrice della sua sontuosa abitazione, fu ripagata con una sepoltura disposta nei pressi della prestigiosa cripta dei Papi. Qualche guida più audace si avventura nella ricostruzione della passio leggendaria, che ricorda le gesta della martire romana e che non si basa su fonti propriamente storiche, talché Hippolyte Delehaye, negli anni Trenta del secolo scorso, considerò la questione agiografica relativa a santa Cecilia come tra le più intricate del santorale romano.
A questo riguardo, dobbiamo, innanzi tutto, ricordare che la sua commemorazione non è illustrata né nell'importante documento rappresentato dalla Depositio martyrum, né dalla silloge epigrafica relativa agli epigrammi fatti preparare da Papa Damaso a Furio Dionisio Filocalo, né negli inni del poeta iberico Prudenzio, né negli scritti di san Girolamo, né in quelli di sant'Agostino.
Come si diceva, la fonte più ampia, ma molto tarda, è rappresentata da una passione medievale, che si ispira alla Historia persecutionis Vandalicae di Vittore di Vita (I, 10, 30), laddove l'autore rievoca l'episodio, che vede come protagonista un capo vandalo, che vuole unire in matrimonio due schiavi Martiniano e Massima. Quest'ultima, però, rivela al suo futuro sposo l'intenzione di consacrarsi e invita l'uomo e i suoi tre fratelli a ritirarsi in un monastero.
Ebbene, la passio di santa Cecilia segue un simile percorso narrativo, che vede la giovane romana come una virgo clarissima promessa sposa al pagano Valeriano. La fanciulla, nella notte delle nozze, rivela al marito di essere protetta da un angelo, che custodisce la sua illibatezza e lo invita a recarsi al terzo miglio della via Appia, dove potrà incontrare il vecchio Urbano, attorniato dai poveri e dai sepolcri di un cimitero.
Valeriano, dopo essere stato battezzato da Urbano, torna da Cecilia e la trova assistita dall'angelo che offre ai due giovani corone di rose e gigli. Su invito dell'angelo, Valeriano conduce anche suo fratello Tiburzio presso Urbano per essere battezzato. I due fratelli si preoccupano di seppellire i martiri fatti giustiziare dal prefetto della città Turcio Almachio che, istigato dall'assessore Tarquinio Lacca, condannò a morte anche Valeriano e Tiburzio. Questi vengono condotti al quarto miglio della via Appia, dove convertono Massimo che, per questo, verrà poi ucciso e deposto, dalla stessa Cecilia, in un sarcofago con la decorazione di una fenice, simbolo della risurrezione della carne, presso le tombe di Valeriano e Tiburzio.
Turcio Almachio ordinò di uccidere Cecilia condannandola a essere bruciata dalle fiamme che scaldavano i suoi bagni, ma la fanciulla sopravvisse e allora il carnefice la fece decapitare, tuttavia la martire morì solo dopo tre giorni e fu sepolta, solo dopo che i suoi beni furono utilizzati per edificare la sua domus nel Trastevere, per interessamento del vecchio Papa Urbano che, infine, con l'aiuto dei suoi diaconi, la fece seppellire nella cripta di San Callisto, tra i Papi e i martiri, dove ancora è venerata.
Nel martirologio geronimiano sono ricordate ben tre date per la commemorazione della santa e, segnatamente, il 16 settembre, il 17 novembre e il 22 novembre. Quest'ultima data risulta quella più attendibile, se nella biografia di Papa Vigilio (537-555), come ricorda il Liber Pontificalis (I, 297), il Pontefice venne arrestato da Antemio nella chiesa di Santa Cecilia X Kalendas decembris, un avvenimento da fissare, secondo Louis Duchesne, al 22 novembre del 545.
Ancora il redattore del Liber Pontificalis (II, 55-56) ricorda che il Pontefice Pasquale I (817-824) sognò che la martire Cecilia mentre lo invitava a cercare le sue spoglie sfuggite alle razzie dei longobardi di Astolfo, nel 756. Proprio in quel tempo, Pasquale I stava costruendo la basilica in Trastevere e fece collocare i corpi di Cecilia, Valeriano, Tiburzio, Massimo, Urbano e Lucio sotto l'altare, prelevandoli dal cimitero di Pretestato. Quest'ultimo particolare deve dipendere dalla confusione tra i complessi catacombali della via Appia e dal fatto che, effettivamente, Tiburzio, Valeriano, Massimo e Urbano erano sepolti nel complesso della via Appia Pignatelli.
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/273q04a2.jpg
Il 19 dicembre del 1599 il cardinale Sfondrati, titolare della basilica di Santa Cecilia in Trastevere, ordinò la ricognizione del corpo della martire, su invito di Papa Clemente VIII, che incaricò il cardinale Cesare Baronio di occuparsi personalmente della ricognizione, che impressionò tutti gli astanti. Il corpo, ancora intatto, secondo quanto ricorda l'archeologo maltese Antonio Bosio, che, però non fu testimone oculare della ricognizione, fu esposto alla pubblica venerazione, talché si poté verificare che la salma aveva mantenuto la posizione, che sarà tramandata dalla statua del Maderno.
Ma torniamo alla cripta di San Callisto, dove Giovanni Battista de Rossi rinvenne alcune iscrizioni funerarie riferibili alla gens Caecilia, che doveva essere la proprietaria di quell'area funeraria. Il cubicolo mostra molti graffiti medievali, che testimoniano un culto sorto nell'alto medioevo, sulla base di una devozione sicuramente più antica, come dimostrano le effigi della martire, rappresentate prima in mosaico e poi ad affresco in una parete della cripta. Nel lucernario dell'ambiente, alla luce dei recenti restauri, seguiti da chi scrive, è ora ben evidente, accanto alle immagini già note di Sebastiano, Quirino e Policamo, l'icona di un santo vescovo, forse Ottato di Vescera, fuggito dalla Numidia al tempo delle persecuzioni vandalo ariane.
La cripta di Santa Cecilia, sorta al momento della creazione del cimitero della via Appia, viene solamente monumentalizzata per la nascita del culto della martire romana, ma, con il passare dei secoli, diventa un importante polo cultuale dove vengono venerati molti santi della via Appia, come dimostrano i martiri dipinti, alla fine del quinto secolo, nel lucernario, di cui si è appena detto, ma anche le icone di santa Cecilia orante, da riferire al secolo Sesto, di sant'Urbano, appena più tarda, e del Cristo, di matura età medievale.
Questa interminabile storia della decorazione ci informa della forza e del significato che il culto di santa Cecilia - così ingiudicabile per quanto riguarda le sue origini - acquisisce nel tempo, tanto che il luogo della sua primitiva sepoltura diventa lo spazio privilegiato di altri culti e altre forme di devozione, che perdurano, anche ai nostri giorni, con l'interminabile pellegrinaggio alle catacombe più note di Roma.
Fonte: L'Osservatore Romano, 22.11.2008
Augustinus
22-11-08, 20:51
http://www.latribunedelart.com/Etudes/Etudes_2006/Stella_Cecile.JPG http://poirierjm.free.fr/Ste-Cecile/Jacques%20tella_rennes_musbxarts.jpg Jacques Stella, S. Cecilia all'organo con la vista sulla Villa Medici, 1626, Musée des Beaux-Arts, Rennes
http://www.latribunedelart.com/Nouvelles_breves/Breves_2006/12_06/Perrier_Cecile.JPG Guillaume Perrier, S. Cecilia all'organo, Musée des Beaux-Arts, Lione
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fa/Lelio_Orsi_003.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Lelio_Orsi_1555_SteCecile.jpg Lelio Orsi, S. Cecilia e S. Valeriano, 1555 circa, Galleria Borghese, Roma
Augustinus
23-11-08, 09:57
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-9.jpg http://img372.imageshack.us/img372/7465/ceciliahp5.jpg Kate Elizabeth Bunce, S. Cecilia, XIX sec., collezione privata
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-5.jpg http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.WGL.2796020.7055475/203793.JPG http://www.artmagick.com/images/content/strudwick/hi/strudwick17.jpg John Melhuish Strudwick, S. Cecilia, 1895-96, National Museum, Liverpool
http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.NUL.568040.7055475/37686.JPG John Melhuish Strudwick, S. Cecilia, 1897, Bennie Gray, Londra
http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-10.jpg http://images.artnet.com/picture.asp?date=19930608&catalog=LEILA-I&gallery=111548&lot=00051&filetype=2 Edward Reginald Frampton, S. Cecilia, 1905, collezione privata
Augustinus
23-11-08, 10:00
http://img361.imageshack.us/img361/4901/stceciliaburnejoneset9.jpg Edward Burne-Jones, S. Cecilia, 1868-69, Palace Green, Londra
http://farm1.static.flickr.com/94/239137505_f93614c40a_b.jpg http://www.catholictradition.org/Galleries/cecilia-17.jpg Edward Burne-Jones, S. Cecilia, vetrata della Cattedrale, Oxford
http://img212.imageshack.us/img212/7083/burnejonessiredwardcolexh4.jpg http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.MAA.0700910.7055475/186891.JPG Edward Burne-Jones, S. Cecilia, XIX sec., The Maas Gallery, Londra
http://www.geocities.com/irinagr_2000/pipe_organ/Stpaul_jp40.jpg Edward Burne - Jones, S. Cecilia ed altri santi, 1879, Basilica di S. Paolo fuori le mura, Roma
http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.BAL.172350.7055475/50092.JPG Rupert Charles Wolston Bunny, SS. Cecilia e Valeriano, 1889, Philip Bacon Collection, Brisbane
Augustinus
23-11-08, 11:21
DIE 22 NOVEMBRIS
SANCTÆ CÆCILIÆ
VIRGINIS ET MARTYRIS
Duplex
Introitus
Ps. 118, 46-47
LOQUÉBAR de testimóniis tuis in conspéctu regum, et non confundébar: et meditábar in mandátis tuis, quæ diléxi nimis. Ps. ibid., 1. Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. V/. Glória Patri. Loquébar.
Oratio
DEUS, qui nos ánnua beátæ Cæcíliae Vírginis et Mártyris tuæ sollemnitáte lætíficas: da, ut, quam venerámur offício, étiam piæ conversatiónis sequámur exémplo. Per Dóminum.
Léctio libri Sapiéntiæ
Eccli. 51, 18-17
DÓMINE, Deus meus, exaltásti super terram habitatiónem meam, et pro morte defluénte deprecáta sum. Invocávi Dóminum, Patrem Dómini mei, ut non derelínquat me in die tribulatiónis meæ, et in témpore superbórum sine adjutório. Laudábo nomen tuum assídue, et collaudábo illud in confessióne, et exaudíta est orátio mea. Et liberásti me de perditióne, et eripuísti me de témpore iníquo. Proptérea confitébor et laudem dicam tibi, Dómine, Deus noster.
Graduale. Ps. 44, 11 et 12. Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam: quia concupívit Rex spéciem tuam. V/. Ibid., 5. Spécie tua et pulchritúdine tua inténde, próspere procéde, et regna.
Allelúja, allelúja. Matth. 25, 4 et 6. Quinque prudéntes vírgines accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus: média autem nocte clamor factus est: Ecce Sponsus venit: exíte óbviam Christo Dómino. Allelúja.
http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum
Matth. 25, 1-13
IN ILLO témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Símile erit regnum cælórum decem virgínibus: quæ, accipiéntes lámpades suas, exiérunt óbviam sponso et sponsæ. Quinque autem ex eis erant fátuæ, et quinque prudéntes: sed quinque fátuæ, accéptis lampádibus, non sumpsérunt óleum secum: prudéntes vero accepérunt óleum in vasis suis cum lampádibus. Moram autem faciénte sponso, dormitavérunt omnes et dormiérunt. Média autem nocte clamor factus est: Ecce sponsus venit, exíte óbviam ei. Tunc surrexérunt omnes vírgines illæ, et ornavérunt lámpades suas. Fátuæ antem sapiéntibus dixérunt: Date nobis de óleo vestro: quia lámpades nostræ exstinguúntur. Respondérunt prudéntes, dicéntes: Ne forte non suffíciat nobis et vobis, ite pótius ad vendéntes, et émite vobis. Dum autem irent émere, venit sponsus: et quæ parátæ erant, intravérunt cum eo ad núptias, et clausa est jánua. Novíssime vero véniunt et réliquæ vírgines, dicéntes: Dómine, Dómine, áperi nobis. At ille respóndens, ait: Amen dico vobis, néscio vos. Vigiláte ítaque, quia nescítis diem neque horam.
Offertorium. Ps. 44, 15 et 16. Afferéntur Regi vírgines post eam: próximæ ejus afferéntur tibi in lætítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regi Dómino.
Secreta
HÆC hóstia, Dómine, placatiónis et laudis, quaésumus: ut, intercedénte beáta Cæcília Vírgine et Mártyre tua, nos propitiatióne tua dignos semper effíciat. Per Dóminum.
Communio. Ps. 118, 78 et 80. Confundántur supérbi, quia injúste iniquitátem fecérunt in me: ego autem in mandátis tuis exercébor, in tuis justificatiónibus, ut non confúndar.
Postcommunio
SATIÁSTI, Dómine, famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaésumus, semper interventióne nos réfove, cujus sollémnia celebrámus. Per Dóminum.
FONTE (http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/pt/bwj.htm#ccv)
Augustinus
23-11-08, 11:53
http://cgfa.sunsite.dk/waterhou/grafx/waterh16.jpg http://img167.imageshack.us/img167/7061/johnwilliamwaterhousesabh7.jpg John William Waterhouse, S. Cecilia, 1895 circa, collezione privata
http://img153.imageshack.us/img153/1548/stceciliaburnejoneswc4.jpg http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.AII.546280.7055475/79466.JPG Orazio Riminaldi, Martirio di S. Cecilia, 1630, Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze
http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.MHB.083170.7055475/68201.JPG Sebastiano Conca, S. Cecilia, XVII sec., collezione privata
http://img179.imageshack.us/img179/2159/domenichrs821cp2090603xl6.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e4/CeciliaAlms.jpg Domenichino, S. Cecilia distribuisce le proprie ricchezze, Scene dalla vita di S. Cecilia, 1612-15, Chiesa di S. Luigi dei Francesi, Roma
Augustinus
23-11-08, 12:22
http://www.wga.hu/art/d/dolci/cecilia.jpg Dolci Carlo, S. Cecilia, 1671, Gemäldegalerie, Dresda
http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.BAL.187040.7055475/37602.JPG http://img114.imageshack.us/img114/2773/emglhlv7l40v123em3fz4.jpg Carlo Dolci, S. Cecilia, 1640 circa, Hermitage, San Pietroburgo
http://img372.imageshack.us/img372/2299/ah02030315px4.jpg Orazio Gentileschi, S. Cecilia con l'Angelo, 1618-21, National Gallery of Art, Washington
http://mariannedorman.homestead.com/files/cecilia.jpg Giuseppe Bravi, Voto di castità di S. Cecilia con S. Valeriano, 1901-02, Cripta, Basilica di S. Cecilia in Trastevere, Roma
22 novembre 2016: Santa Cecilia, Vergine e Martire, patrona della musica e del canto sacro...
Solennità di Tutti i Santi ed altre ricorrenze del mese di Novembre... (https://forum.termometropolitico.it/683854-solennita-di-tutti-i-santi-ed-altre-ricorrenze-del-mese-di-novembre.html)
Santa Cecilia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/2617-2/)
http://www.sodalitium.biz/2617-2/
“22 novembre, Santa Cecilia, Vergine e Martire, patrona della musica e del canto sacro.
O nobilissima Santa Cecilia, Vergine e Martire di meriti sublimi, che fosti da Dio contraddistinta da singolari protezioni, rendici degni di te e dei benefici di Nostro Signore Gesù Cristo. Tu che hai prestato la tua arte celeste della musica alle lodi di Dio e alla sua gloria, prega per noi affinché possiamo un giorno cantare con te in Cielo l’eterno inno: Alleluja. Così sia.”
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/roma_foto41-300x225.jpg
“Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore (https://www.facebook.com/carlomariadipietro/?fref=nf)
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare Santa Cecilia, Vergine e Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa Santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, Santa Cecilia, Vergine e Martire, possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
#sdgcdpr (https://www.facebook.com/hashtag/sdgcdpr?source=feed_text&story_id=1182835738419500)
#DonneDiSuccesso (https://www.facebook.com/hashtag/donnedisuccesso?source=feed_text&story_id=1182835738419500).”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/15181543_1182835738419500_276445111839277735_n.jpg ?oh=1f7c1f7b88f947482214dbd24e5597fe&oe=58B11DBF
Radio Spada (https://www.facebook.com/radiospadasocial/?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf)
"Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com"
“22 NOVEMBRE 2016: SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-0/s526x395/15078635_1504657446230586_1085585439580754279_n.jp g?oh=6666d9512818534a1e8eed39f58c6775&oe=58B78BEA
“Il 22 novembre 498 San Simmaco, Sommo Pontefice, viene esaltato al trono di Pietro”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/15203401_1504660899563574_7099726867126997345_n.jp g?oh=e9c22cd9b81416f5f22488bd1bcac993&oe=58CCF774
22 Novembre - Santa Cecilia (http://www.preghiereperlafamiglia.it/santa-cecilia.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/santa-cecilia.htm
Guéranger, L'anno liturgico - Santa Cecilia, Vergine e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-22nov.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-22nov.htm
"22 NOVEMBRE
SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE
Nobile romana.
La festa di santa Cecilia, vergine e martire, è la più popolare fra le feste che si succedono al declinare dell'anno liturgico. Cecilia appartenne ad una delle più illustri famiglie di Roma e nel secolo III fu una delle più grandi benefattrici della Chiesa, per la sua generosità e per il dono che alla Chiesa fece del suo palazzo in Trastevere. Meritò certamente per questo di essere sepolta con onore nel cimitero di san Callisto presso la cripta destinata alla sepoltura dei Papi. Ma ciò che maggiormente contribuì a farla amare dappertutto è il fatto che sul suo ricordo è nato un grazioso racconto, che ha ispirato pittori, musici, poeti e la stessa Liturgia.
Cecilia sarebbe stata costretta a sposare un giovane pagano: Valeriano. Durante il festino nuziale, rallegrata dalle melodie della musica, Cecilia nel suo cuore si univa agli Angeli per cantare le lodi di Dio, al quale si era consacrata. Condannata ad essere bruciata nelle terme del suo palazzo, il fuoco non la toccò e, inviato un carnefice, perché le troncasse la testa, tentò tre volte, facendole tre gravi ferite al collo, ma la lasciò ancora semiviva e l'agonia durò quattro giorni. Fu deposta nella tomba vestita della veste di broccato d'oro, che indossava nel giorno del martirio, il suo palazzo fu trasformato in basilica.
Il culto.
I fedeli non dimenticarono la giovane martire e sappiamo che già nel secolo V essi solevano raccogliersi al titolo di santa Cecilia. Nel secolo VI Cecilia era forse la santa più venerata di Roma e nel secolo nono Papa Pasquale restaurò la sua chiesa. Spiacente di non possedere reliquie della santa, il Papa vide una notte in sogno una giovane bellissima, che gli disse essere il suo corpo molto vicino alla chiesa restaurata. Fatti degli scavi si ritrovò il corpo vestito di broccato e fu collocato in un sarcofago di marmo sotto l'altare della chiesa.
Nel 1559 il cardinale Sfondrati, modificando l'altare, ritrovò il sarcofago e lo fece aprire. I presenti videro un corpo coperto di un leggero velo, che ne lasciava intravvedere le forme e sul quale scintillavano i resti della veste di broccato. Emozione e gioia a Roma furono immense, ma non si osò, per un senso di rispetto, sollevare il velo per rendersi conto delle condizioni della salma venerata. Lo scultore Maderno riprodusse nel marmo, idealizzandola, la positura della santa che evoca l'idea della verginità e del martirio. Da quella data, come canta un inno, " il corpo riposa sotto il marmo silenzioso, mentre in cielo, sul suo trono, l'anima di Cecilia canta la sua gioia e accoglie con benevolenza i nostri voti".
E i nostri voti la Chiesa rivolge a santa Cecilia, ricordando il suo nome ogni giorno nel Canone della Messa e cantandolo nelle Litanie dei Santi, in occasione delle suppliche solenni. I musici di ogni regione del mondo la venerano quale patrona, la Francia innalzò in Albi una luminosa cattedrale e nel 1866, Dom Guéranger pose sotto la protezione della santa, modello di verginità cristiana e di puro amore, il primo convento dei Benedettini della Congregazione di san Pietro di Solesmes.
Gli insegnamenti della santa.
La scarsità di notizie storiche non deve sminuire l'amore che dobbiamo serbare per i santi ai quali la Chiesa ha sempre reso un culto, ottenendo costante protezione e grazie importanti nel corso della storia.
"La Chiesa onora in santa Cecilia, diceva Dom Guéranger, tre caratteristiche, che, riunite insieme, la distinguono nella meravigliosa coorte dei santi in cielo e ne fa derivare grazie ed esempi. Le caratteristiche sono la verginità, lo zelo apostolico e il sovrumano coraggio con il quale sfidò la morte e i supplizi e di qui il triplice insegnamento che ci dà questa sola storia cristiana".
La verginità.
"Nel nostro tempo, ciecamente asservito al culto della sensualità, occorre resistere con le forti lezioni della nostra fede al travolgimento cui a stento riescono a sottrarsi i figli della promessa. Dopo la caduta dell'impero romano si videro forse costumi, famiglia e società correre pericolo così grave?
Letteratura, arti, lusso, già da tempo presentano il godimento fisico come unico scopo dell'uomo e ormai nella società troviamo molti che vivono col solo intento di soddisfare i sensi. Sventurato il giorno in cui la società, per essere salvata, crederà di poter contare sulle energie dei suoi membri! L'impero romano fece l'esperienza, tentò più volte di respingere l'invasione, ma per l'infrollimento dei suoi figli, ricadde su se stesso e non si sollevò più.
Soprattutto è minacciata la famiglia. È tempo che essa pensi alla sua difesa contro il riconoscimento legale e l'incoraggiamento del divorzio, e si difenderà in un modo solo: riformando se stessa, rigenerandosi con la legge di Dio e ritornando dignitosa e cristiana. Torni in onore il matrimonio con le sue caste esigenze, cessi di essere un gioco o una speculazione, paternità e maternità siano serio dovere e non calcolo e, con la famiglia, riprenderanno dignità e vigore la città e lo Stato.
Però, se gli uomini non sapranno apprezzare l'elemento superiore, senza del quale la natura umana è soltanto rovina, cioè la continenza, il matrimonio non potrà di nuovo nobilitarsi. Non tutti sono tenuti ad abbracciarlo nella sua nozione assoluta, ma tutti devono onorarlo, se non vogliono trovarsi in balia del senso mostruosocome dice l'Apostolo (Rm 1,28). La continenza rivela all'uomo il segreto della sua dignità, che tempra l'anima a tutte le rinunce, che risana il cuore ed eleva tutto il suo essere. La continenza è il culmine della bellezza morale dell'individuo e, nello stesso tempo, la grande forza della società umana. Il mondo antico, avendone soffocato il sentimento, andò in dissoluzione e solo il Figlio della Vergine, comparso sulla terra, rinnovando e affermando questo principio salvatore, diede all'umanità nuove energie.
I figli della Chiesa, degni di questo nome, gustano questa dottrina e non ne restano stupiti, perché le parole del Salvatore e degli Apostoli loro hanno rivelato, e la storia della fede che professano in ogni sua pagina presenta loro in atto, la feconda virtù della continenza. che tutti gli stati della vita cristiana devono professare, ciascuno nella sua misura. Per essi santa Cecilia è solo un esempio di più, ma così fulgido da meritare la venerazione di tutti i tempi nella storia del cristianesimo. Quanta virtù ha ispirato Cecilia, quanto coraggio ha saputo infondere e quante debolezze ha prevenute o riparate! Tanta potenza di moralizzazione pose Dio nei suoi santi che influisce non solo attraverso la diretta imitazione delle loro virtù, ma ancora per le induzioni che ciascun fedele può trarne per il suo caso particolare".
Lo zelo apostolico.
"Il secondo carattere che si deve studiare nella vita di santa Cecilia è l'ardore dello zelo del quale resta ammirabile esempio e anche sotto questo aspetto possiamo raccogliere utili insegnamenti. Caratteristica dell'epoca nostra è l'insensibilità al male del quale non ci sentiamo personalmente responsabili, i cui risultati non ci toccano. Si è daccordo che tutto precipita, si nota il totale sfacelo e non si pensa neppure a tendere la mano al vicino, per strapparlo al naufragio. Dove saremmo, se il cuore dei primi cristiani fosse stato gelido come il nostro e non fosse stato conquiso dall'immensa pietà e dall'inesauribile amore, che loro vietò di non avere più speranza per il mondo in cui Dio li aveva collocati, perché fossero sale della terra? (Mt 5,13). Tutti allora sentivano la responsabilità del dono ricevuto. Liberi o schiavi, persone note o sconosciute, tutti erano oggetto di una dedizione senza limiti da parte di questi cuori pieni della carità di Cristo. Leggendo gli Atti degli Apostoli e le Epistole si vedrà con quale pienezza si sviluppava l'apostolato dei primi tempi e come l'ardore dello zelo durasse a lungo senza affievolirsi, tanto che i pagani dicevano: "Vedete come si amano!". Come avrebbero potuto non amarsi, se in ordine alla fede si sentivano figli gli uni degli altri?
Quanta tenerezza materna provava Cecilia per i fratelli, per il fatto di essere cristiana! Il nome di Cecilia, e con il suo molti altri, ci testimoniano che il cristianesimo conquistò il mondo, strappandolo al giogo della depravazione pagana, con questi atti di devozione agli altri che, compiuti in mille luoghi nello stesso tempo, produssero un completo rinnovamento. Imitiamo almeno in parte questi esempi cui tutto dobbiamo e vediamo di sciupare meno tempo ed eloquenza a gemere su mali già troppo noti. È meglio che ciascuno si metta all'opera e conquisti uno almeno dei suoi fratelli e il numero dei fedeli avrà già superato quello degli increduli. Lo zelo non è morto, lo sappiamo, opera anzi in molti e dà gioia e conforto alla Chiesa con i suoi frutti; ma perché deve dormire cosi profondamente in tanti cuori che Dio per lo zelo aveva preparati?".
Il coraggio.
"Basterebbe davvero a caratterizzare l'epoca il generale torpore causato dalla mollezza dei costumi; conviene aggiungere ancora un altro sentimento, che ha la stessa sorgente e basterebbe, se dovesse durare a lungo, a rendere incurabile il decadimento di una nazione. Tale sentimento è la paura che ormai si è estesa a tutti. Paura di perdere i propri beni o i propri posti, paura di rinunciare al proprio lusso o alle proprie comodità, paura infine di perdere la vita! Non occorre dire che nulla snerva di più e maggiormente danneggia il mondo di questa umiliante preoccupazione, ma soprattutto occorre dire che non è affatto cristiana. Dimentichiamo di essere soltanto pellegrini sulla terra e abbiamo spenta nel cuore la speranza dei beni futuri! Cecilia ci insegna a disfarci della paura. Quando Cecilia era viva, la vita era meno sicura di oggi e a ragione si poteva avere paura e tuttavia si era tranquilli e spesso i potenti tremavano davanti alle loro vittime.
Solo Dio sa ciò che ci attende; ma se la paura non è sostituita da un sentimento più degno dell'uomo e del cristiano, la crisi politica divorerà presto la vita dei singoli e perciò, qualsiasi cosa avvenga, è giunta l'ora di ricominciare la nostra storia. Non sarà vano l'insegnamento, se arriveremo a comprendere che con la paura i primi cristiani ci avrebbero traditi, perché la parola di vita non sarebbe giunta fino a noi, con la paura a nostra volta tradiremmo le future generazioni, che da noi attendono di ricevere il deposito ricevuto dai nostri padri" (Dom Guéranger, u. s.).
Lode allo sposo delle vergini.
"Quale nobile falange ti segue, o Signore, Sposo delle vergini! Le anime di elezione sono tua conquista e dalle loro pure labbra sale a te la lode squisita dei loro cuori ferventi. Non è possibile contarle attraverso i secoli, perché ogni generazione ne accresce il numero, da quelle che consacrano, per amore a te, la loro vita ai poveri, ai malati, ai lebbrosi, e a tutte le miserie morali, a quelle che, per amore tuo, rinunciano alle gioie della famiglia e si consacrano alle scuole cristiane, alle istituzioni benefiche o si mortificano nei chiostri.
Ecco, prime, le vergini particolarmente benemerite, perché sigillarono col sangue il loro amore sui roghi o nelle arene: Blandina, Barbara, Agata, Lucia, Agnese... e Cecilia, che in nome di tutte fece omaggio della loro fortezza e consacrò la gloria della loro virtù, a te, o Gesù, seminator casti consilii (Prima Antifona del secondo Notturno della festa), divino seminatore di casti propositi, che solo, mieti simili spighe, che solo, leghi tali manipoli!".
Preghiera alla patrona dei musici.
"Una similitudine frequente nei Padri della Chiesa fa dell'anima nostra una sinfonia, un'orchestra, Symphonialis anima. Appena la grazia l'afferra, come il soffio che sotto le dita dell'artista fa vibrare l'organo, si commuove e vibra all'unisono coi pensieri e sentimenti del Salvatore. Ecco il magnifico concerto delle anime pure, che Dio può ascoltare con compiacenza, senza che lo turbi la stonatura delle note false del peccato, né la cacofonia urtante delle bestemmie e dei tradimenti!
Degnati, o Cecilia, ricambiare il nostro omaggio, ottenendoci la costante armonia della nostra volontà con le nostre aspirazioni alla virtù e le nostre possibilità di fare il bene! Degnati convincerci che lo stato di grazia, vita normale del cristiano, non è sola astensione dal male, né avara e fredda osservanza dei comandamenti, ma un'attività piena di gioia e di entusiasmo, che sa dare alla carità e allo zelo tutte le possibilità" (Card. Grente, Oeuvres Oratoires, VIII, p. 17-20).
Preghiera per la Chiesa.
"Aggiungiamo ancora una preghiera per la santa Chiesa di cui fosti umile figlia, prima di esserne speranza e sostegno. Nella notte fitta del secolo presente, lo Sposo tarda ad apparire e nel solenne e misterioso silenzio permette alla vergine di abbandonarsi al sonno fino a quando si farà sentire l'annuncio del suo arrivo (Mt 25,5). Onoriamo il tuo riposo sulla porpora della tua vittoria, o Cecilia!
Sappiamo che non ci dimentichi, perché nel Cantico, lo Sposo dice: Dormo, ma il mio cuore vigila (Ct 5,2).
È vicina l'ora in cui lo Sposo apparirà, chiamando tutti i suoi sotto l'insegna della sua Croce e presto risuonerà il grido: Ecco lo Sposo, uscitegli incontro! (Mt 25,6). Dirai allora, o Cecilia, ai cristiani, come al fedele drappello, che, nell'opera della lotta si è stretto attorno a te: Soldati di Cristo, rigettate le opere delle tenebre, vestite le armi della luce (Atti di santa Cecilia).
La Chiesa, che pronunzia tutti i giorni il tuo nome con amore e con fede durante i santi Misteri, attende con certezza il tuo soccorso, o Cecilia! Sa che l'aiuto non le mancherà. Tu prepara la sua vittoria, elevando i cuori cristiani verso le sole realtà troppo spesso dimenticate. Quando gli uomini ripenseranno alla eternità del nostro destino, sarà assicurata salvezza e pace ai popoli.
Sii sempre, o Cecilia, le delizie dello Sposo! Saziati dell'armonia suprema di cui è sorgente. Veglierai su di noi dalla gloria del cielo e, quando giungerà la nostra ultima ora, assistici, te ne supplichiamo, per i meriti del tuo eroico martirio, assistici sul letto di morte, ricevi l'anima nostra nelle tue braccia, portala al soggiorno immortale, dove ci sarà dato comprendere, vedendo la felicità che ti circonda, il prezzo della verginità, dell'apostolato e del martirio" (Dom Guéranger, Histoire de sainte Cécile, 1849, Conclusione).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1302-1308"
https://forum.termometropolitico.it/273413-22-novembre-s-cecilia-vergine-e-martire-patrona-della-musica.html
22 novembre - S. Cecilia, vergine e martire, patrona della musica (https://forum.termometropolitico.it/273413-22-novembre-s-cecilia-vergine-e-martire-patrona-della-musica.html)
Luca, Sursum Corda!
22 NOVEMBRE 2017: SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE…
Santa Cecilia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-cecilia/)
http://www.sodalitium.biz/santa-cecilia/
“22 novembre, Santa Cecilia, Vergine e Martire, patrona della musica e del canto sacro.
O nobilissima Santa Cecilia, Vergine e Martire di meriti sublimi, che fosti da Dio contraddistinta da singolari protezioni, rendici degni di te e dei benefici di Nostro Signore Gesù Cristo. Tu che hai prestato la tua arte celeste della musica alle lodi di Dio e alla sua gloria, prega per noi affinché possiamo un giorno cantare con te in Cielo l’eterno inno: Alleluja. Così sia.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch/)
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“22 Novembre : Sainte Cécile, Vierge et Martyre († 230).”
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"Santa Cecilia, vergine e martire, 22 novembre."
Guéranger, L'anno liturgico - Santa Cecilia, Vergine e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-22nov.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-22nov.htm
“22 NOVEMBRE SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE.
Nobile romana.
La festa di santa Cecilia, vergine e martire, è la più popolare fra le feste che si succedono al declinare dell'anno liturgico. Cecilia appartenne ad una delle più illustri famiglie di Roma e nel secolo III fu una delle più grandi benefattrici della Chiesa, per la sua generosità e per il dono che alla Chiesa fece del suo palazzo in Trastevere. Meritò certamente per questo di essere sepolta con onore nel cimitero di san Callisto presso la cripta destinata alla sepoltura dei Papi. Ma ciò che maggiormente contribuì a farla amare dappertutto è il fatto che sul suo ricordo è nato un grazioso racconto, che ha ispirato pittori, musici, poeti e la stessa Liturgia.
Cecilia sarebbe stata costretta a sposare un giovane pagano: Valeriano. Durante il festino nuziale, rallegrata dalle melodie della musica, Cecilia nel suo cuore si univa agli Angeli per cantare le lodi di Dio, al quale si era consacrata. Condannata ad essere bruciata nelle terme del suo palazzo, il fuoco non la toccò e, inviato un carnefice, perché le troncasse la testa, tentò tre volte, facendole tre gravi ferite al collo, ma la lasciò ancora semiviva e l'agonia durò quattro giorni. Fu deposta nella tomba vestita della veste di broccato d'oro, che indossava nel giorno del martirio, il suo palazzo fu trasformato in basilica.
Il culto.
I fedeli non dimenticarono la giovane martire e sappiamo che già nel secolo V essi solevano raccogliersi al titolo di santa Cecilia. Nel secolo VI Cecilia era forse la santa più venerata di Roma e nel secolo nono Papa Pasquale restaurò la sua chiesa. Spiacente di non possedere reliquie della santa, il Papa vide una notte in sogno una giovane bellissima, che gli disse essere il suo corpo molto vicino alla chiesa restaurata. Fatti degli scavi si ritrovò il corpo vestito di broccato e fu collocato in un sarcofago di marmo sotto l'altare della chiesa.
Nel 1559 il cardinale Sfondrati, modificando l'altare, ritrovò il sarcofago e lo fece aprire. I presenti videro un corpo coperto di un leggero velo, che ne lasciava intravvedere le forme e sul quale scintillavano i resti della veste di broccato. Emozione e gioia a Roma furono immense, ma non si osò, per un senso di rispetto, sollevare il velo per rendersi conto delle condizioni della salma venerata. Lo scultore Maderno riprodusse nel marmo, idealizzandola, la positura della santa che evoca l'idea della verginità e del martirio. Da quella data, come canta un inno, " il corpo riposa sotto il marmo silenzioso, mentre in cielo, sul suo trono, l'anima di Cecilia canta la sua gioia e accoglie con benevolenza i nostri voti".
E i nostri voti la Chiesa rivolge a santa Cecilia, ricordando il suo nome ogni giorno nel Canone della Messa e cantandolo nelle Litanie dei Santi, in occasione delle suppliche solenni. I musici di ogni regione del mondo la venerano quale patrona, la Francia innalzò in Albi una luminosa cattedrale e nel 1866, Dom Guéranger pose sotto la protezione della santa, modello di verginità cristiana e di puro amore, il primo convento dei Benedettini della Congregazione di san Pietro di Solesmes.
Gli insegnamenti della santa.
La scarsità di notizie storiche non deve sminuire l'amore che dobbiamo serbare per i santi ai quali la Chiesa ha sempre reso un culto, ottenendo costante protezione e grazie importanti nel corso della storia.
"La Chiesa onora in santa Cecilia, diceva Dom Guéranger, tre caratteristiche, che, riunite insieme, la distinguono nella meravigliosa coorte dei santi in cielo e ne fa derivare grazie ed esempi. Le caratteristiche sono la verginità, lo zelo apostolico e il sovrumano coraggio con il quale sfidò la morte e i supplizi e di qui il triplice insegnamento che ci dà questa sola storia cristiana".
La verginità.
"Nel nostro tempo, ciecamente asservito al culto della sensualità, occorre resistere con le forti lezioni della nostra fede al travolgimento cui a stento riescono a sottrarsi i figli della promessa. Dopo la caduta dell'impero romano si videro forse costumi, famiglia e società correre pericolo così grave?
Letteratura, arti, lusso, già da tempo presentano il godimento fisico come unico scopo dell'uomo e ormai nella società troviamo molti che vivono col solo intento di soddisfare i sensi. Sventurato il giorno in cui la società, per essere salvata, crederà di poter contare sulle energie dei suoi membri! L'impero romano fece l'esperienza, tentò più volte di respingere l'invasione, ma per l'infrollimento dei suoi figli, ricadde su se stesso e non si sollevò più.
Soprattutto è minacciata la famiglia. È tempo che essa pensi alla sua difesa contro il riconoscimento legale e l'incoraggiamento del divorzio, e si difenderà in un modo solo: riformando se stessa, rigenerandosi con la legge di Dio e ritornando dignitosa e cristiana. Torni in onore il matrimonio con le sue caste esigenze, cessi di essere un gioco o una speculazione, paternità e maternità siano serio dovere e non calcolo e, con la famiglia, riprenderanno dignità e vigore la città e lo Stato.
Però, se gli uomini non sapranno apprezzare l'elemento superiore, senza del quale la natura umana è soltanto rovina, cioè la continenza, il matrimonio non potrà di nuovo nobilitarsi. Non tutti sono tenuti ad abbracciarlo nella sua nozione assoluta, ma tutti devono onorarlo, se non vogliono trovarsi in balia del senso mostruoso come dice l'Apostolo (Rm 1,28). La continenza rivela all'uomo il segreto della sua dignità, che tempra l'anima a tutte le rinunce, che risana il cuore ed eleva tutto il suo essere. La continenza è il culmine della bellezza morale dell'individuo e, nello stesso tempo, la grande forza della società umana. Il mondo antico, avendone soffocato il sentimento, andò in dissoluzione e solo il Figlio della Vergine, comparso sulla terra, rinnovando e affermando questo principio salvatore, diede all'umanità nuove energie.
I figli della Chiesa, degni di questo nome, gustano questa dottrina e non ne restano stupiti, perché le parole del Salvatore e degli Apostoli loro hanno rivelato, e la storia della fede che professano in ogni sua pagina presenta loro in atto, la feconda virtù della continenza. che tutti gli stati della vita cristiana devono professare, ciascuno nella sua misura. Per essi santa Cecilia è solo un esempio di più, ma così fulgido da meritare la venerazione di tutti i tempi nella storia del cristianesimo. Quanta virtù ha ispirato Cecilia, quanto coraggio ha saputo infondere e quante debolezze ha prevenute o riparate! Tanta potenza di moralizzazione pose Dio nei suoi santi che influisce non solo attraverso la diretta imitazione delle loro virtù, ma ancora per le induzioni che ciascun fedele può trarne per il suo caso particolare".
Lo zelo apostolico.
"Il secondo carattere che si deve studiare nella vita di santa Cecilia è l'ardore dello zelo del quale resta ammirabile esempio e anche sotto questo aspetto possiamo raccogliere utili insegnamenti. Caratteristica dell'epoca nostra è l'insensibilità al male del quale non ci sentiamo personalmente responsabili, i cui risultati non ci toccano. Si è daccordo che tutto precipita, si nota il totale sfacelo e non si pensa neppure a tendere la mano al vicino, per strapparlo al naufragio. Dove saremmo, se il cuore dei primi cristiani fosse stato gelido come il nostro e non fosse stato conquiso dall'immensa pietà e dall'inesauribile amore, che loro vietò di non avere più speranza per il mondo in cui Dio li aveva collocati, perché fossero sale della terra? (Mt 5,13). Tutti allora sentivano la responsabilità del dono ricevuto. Liberi o schiavi, persone note o sconosciute, tutti erano oggetto di una dedizione senza limiti da parte di questi cuori pieni della carità di Cristo. Leggendo gli Atti degli Apostoli e le Epistole si vedrà con quale pienezza si sviluppava l'apostolato dei primi tempi e come l'ardore dello zelo durasse a lungo senza affievolirsi, tanto che i pagani dicevano: "Vedete come si amano!". Come avrebbero potuto non amarsi, se in ordine alla fede si sentivano figli gli uni degli altri?
Quanta tenerezza materna provava Cecilia per i fratelli, per il fatto di essere cristiana! Il nome di Cecilia, e con il suo molti altri, ci testimoniano che il cristianesimo conquistò il mondo, strappandolo al giogo della depravazione pagana, con questi atti di devozione agli altri che, compiuti in mille luoghi nello stesso tempo, produssero un completo rinnovamento. Imitiamo almeno in parte questi esempi cui tutto dobbiamo e vediamo di sciupare meno tempo ed eloquenza a gemere su mali già troppo noti. È meglio che ciascuno si metta all'opera e conquisti uno almeno dei suoi fratelli e il numero dei fedeli avrà già superato quello degli increduli. Lo zelo non è morto, lo sappiamo, opera anzi in molti e dà gioia e conforto alla Chiesa con i suoi frutti; ma perché deve dormire cosi profondamente in tanti cuori che Dio per lo zelo aveva preparati?".
Il coraggio.
"Basterebbe davvero a caratterizzare l'epoca il generale torpore causato dalla mollezza dei costumi; conviene aggiungere ancora un altro sentimento, che ha la stessa sorgente e basterebbe, se dovesse durare a lungo, a rendere incurabile il decadimento di una nazione. Tale sentimento è la paura che ormai si è estesa a tutti. Paura di perdere i propri beni o i propri posti, paura di rinunciare al proprio lusso o alle proprie comodità, paura infine di perdere la vita! Non occorre dire che nulla snerva di più e maggiormente danneggia il mondo di questa umiliante preoccupazione, ma soprattutto occorre dire che non è affatto cristiana. Dimentichiamo di essere soltanto pellegrini sulla terra e abbiamo spenta nel cuore la speranza dei beni futuri! Cecilia ci insegna a disfarci della paura. Quando Cecilia era viva, la vita era meno sicura di oggi e a ragione si poteva avere paura e tuttavia si era tranquilli e spesso i potenti tremavano davanti alle loro vittime.
Solo Dio sa ciò che ci attende; ma se la paura non è sostituita da un sentimento più degno dell'uomo e del cristiano, la crisi politica divorerà presto la vita dei singoli e perciò, qualsiasi cosa avvenga, è giunta l'ora di ricominciare la nostra storia. Non sarà vano l'insegnamento, se arriveremo a comprendere che con la paura i primi cristiani ci avrebbero traditi, perché la parola di vita non sarebbe giunta fino a noi, con la paura a nostra volta tradiremmo le future generazioni, che da noi attendono di ricevere il deposito ricevuto dai nostri padri" (Dom Guéranger, u. s.).
Lode allo sposo delle vergini.
"Quale nobile falange ti segue, o Signore, Sposo delle vergini! Le anime di elezione sono tua conquista e dalle loro pure labbra sale a te la lode squisita dei loro cuori ferventi. Non è possibile contarle attraverso i secoli, perché ogni generazione ne accresce il numero, da quelle che consacrano, per amore a te, la loro vita ai poveri, ai malati, ai lebbrosi, e a tutte le miserie morali, a quelle che, per amore tuo, rinunciano alle gioie della famiglia e si consacrano alle scuole cristiane, alle istituzioni benefiche o si mortificano nei chiostri.
Ecco, prime, le vergini particolarmente benemerite, perché sigillarono col sangue il loro amore sui roghi o nelle arene: Blandina, Barbara, Agata, Lucia, Agnese... e Cecilia, che in nome di tutte fece omaggio della loro fortezza e consacrò la gloria della loro virtù, a te, o Gesù, seminator casti consilii (Prima Antifona del secondo Notturno della festa), divino seminatore di casti propositi, che solo, mieti simili spighe, che solo, leghi tali manipoli!".
Preghiera alla patrona dei musici.
"Una similitudine frequente nei Padri della Chiesa fa dell'anima nostra una sinfonia, un'orchestra, Symphonialis anima. Appena la grazia l'afferra, come il soffio che sotto le dita dell'artista fa vibrare l'organo, si commuove e vibra all'unisono coi pensieri e sentimenti del Salvatore. Ecco il magnifico concerto delle anime pure, che Dio può ascoltare con compiacenza, senza che lo turbi la stonatura delle note false del peccato, né la cacofonia urtante delle bestemmie e dei tradimenti!
Degnati, o Cecilia, ricambiare il nostro omaggio, ottenendoci la costante armonia della nostra volontà con le nostre aspirazioni alla virtù e le nostre possibilità di fare il bene! Degnati convincerci che lo stato di grazia, vita normale del cristiano, non è sola astensione dal male, né avara e fredda osservanza dei comandamenti, ma un'attività piena di gioia e di entusiasmo, che sa dare alla carità e allo zelo tutte le possibilità" (Card. Grente, Oeuvres Oratoires, VIII, p. 17-20).
Preghiera per la Chiesa.
"Aggiungiamo ancora una preghiera per la santa Chiesa di cui fosti umile figlia, prima di esserne speranza e sostegno. Nella notte fitta del secolo presente, lo Sposo tarda ad apparire e nel solenne e misterioso silenzio permette alla vergine di abbandonarsi al sonno fino a quando si farà sentire l'annuncio del suo arrivo (Mt 25,5). Onoriamo il tuo riposo sulla porpora della tua vittoria, o Cecilia!
Sappiamo che non ci dimentichi, perché nel Cantico, lo Sposo dice: Dormo, ma il mio cuore vigila (Ct 5,2).
È vicina l'ora in cui lo Sposo apparirà, chiamando tutti i suoi sotto l'insegna della sua Croce e presto risuonerà il grido: Ecco lo Sposo, uscitegli incontro! (Mt 25,6). Dirai allora, o Cecilia, ai cristiani, come al fedele drappello, che, nell'opera della lotta si è stretto attorno a te: Soldati di Cristo, rigettate le opere delle tenebre, vestite le armi della luce (Atti di santa Cecilia).
La Chiesa, che pronunzia tutti i giorni il tuo nome con amore e con fede durante i santi Misteri, attende con certezza il tuo soccorso, o Cecilia! Sa che l'aiuto non le mancherà. Tu prepara la sua vittoria, elevando i cuori cristiani verso le sole realtà troppo spesso dimenticate. Quando gli uomini ripenseranno alla eternità del nostro destino, sarà assicurata salvezza e pace ai popoli.
Sii sempre, o Cecilia, le delizie dello Sposo! Saziati dell'armonia suprema di cui è sorgente. Veglierai su di noi dalla gloria del cielo e, quando giungerà la nostra ultima ora, assistici, te ne supplichiamo, per i meriti del tuo eroico martirio, assistici sul letto di morte, ricevi l'anima nostra nelle tue braccia, portala al soggiorno immortale, dove ci sarà dato comprendere, vedendo la felicità che ti circonda, il prezzo della verginità, dell'apostolato e del martirio" (Dom Guéranger, Histoire de sainte Cécile, 1849, Conclusione).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1302-1308.”
Luca, Sursum Corda!
22 NOVEMBRE 2018: SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE…
«22 NOVEMBRE SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE.»
Guéranger, L'anno liturgico - Santa Cecilia, Vergine e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-22nov.htm)
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Santa Cecilia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-cecilia/)
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«22 novembre, Santa Cecilia, Vergine e Martire, patrona della musica e del canto sacro.
O nobilissima Santa Cecilia, Vergine e Martire di meriti sublimi, che fosti da Dio contraddistinta da singolari protezioni, rendici degni di te e dei benefici di Nostro Signore Gesù Cristo. Tu che hai prestato la tua arte celeste della musica alle lodi di Dio e alla sua gloria, prega per noi affinché possiamo un giorno cantare con te in Cielo l’eterno inno: Alleluja. Così sia.»
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"INDULGENZE PER I DEFUNTI."
"Sante Messe - Sodalitium."
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“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
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“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”
«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
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Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
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La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»
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“SANTA CECILIA
Vergine e Martire.
Doppio.
Paramenti rossi.
Guéranger, L'anno liturgico - Santa Cecilia, Vergine e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-22nov.htm)
Oggi il Martirologio ricorda santa Cecilia, dell'illustre famiglia romana dei Cecilii. La vergine romana Cecilia sposò il nobile Valeriano. Convertì alla Fede Cristiana il marito e il fratello di lui Tiburzio, che furono battezzati da Papa sant'Urbano I (222-230). Tutti patirono sotto il prefetto Almachio e furono seppelliti onorevolmente nel cimitero di Callisto.
La famosa basilica di santa Cecilia in Trastevere è una delle più venerande sia per la sua antichità come per la sua meravigliosa decorazione. Quando nel 1599, in prossimità del Giubileo del 1600, il Cardinale di Santa Cecilia, Paolo Emilio Sfondrati, fece restaurare la basilica di Trastevere, si ritrovò il sarcofago della Martire. Il corpo, lì traslato da Papa Pasquale I nell'821, era quasi del tutto integro e lo stesso Clemente VIII, allora regnante, si recò a venerarlo. A Stefano Maderno fu affidato il compito di fissare nel marmo la sacra spoglia della Santa e l’opera ancora si ammira nella confessione dell’altar maggiore. In tale basilica si compie la Stazione del Mercoledì della seconda settimana di Quaresima.
Il nome di santa Cecilia è nel Canone della Messa (II elenco). «Al suono degli strumenti musicali la Vergine Cecilia in cuor suo lodava solo il Signore» (primo responsorio del Mattutino). Per questo è considerata quale patrona della musica sacra.
• Cecilia, vergine Romana, nata da nobile famiglia, allevata fin dall'infanzia nei principi della fede cristiana, consacrò a Dio la sua verginità. Ma poi costretta a sposare Valeriano, la sera stessa delle nozze gli tenne questo discorso: Valeriano, io sono posta sotto la custodia d'un Angelo, che protegge la mia verginità; perciò non farmi niente che possa attirare su di te l'ira di Dio. Valeriano commosso a queste parole, non osò d'accostarsele; anzi aggiunse che avrebbe creduto in Cristo, se avesse veduto quest'Angelo. Cecilia avendogli risposto che ciò era impossibile, se non riceveva il battesimo, nell'ardente desiderio di veder l'Angelo, egli dichiarò che voleva essere battezzato. Quindi, dietro consiglio della Vergine, si portò da Papa Urbano, che a causa della persecuzione si teneva nascosto fra le tombe dei Martiri sulla via Appia, e da lui ricevette il battesimo.
Ritornato da Cecilia, la trovò che pregava con a lato un Angelo splendente d'un fulgore divino. A questa vista sbigottito, appena si riebbe dallo sgomento, mandò a chiamare suo fratello Tiburzio; il quale, istruito nella fede di Cristo da Cecilia, e battezzato dallo stesso Urbano, meritò anche lui di vedere quest'Angelo, che aveva visto suo fratello. Di lì a poco, tutti due sostennero coraggiosamente il martirio sotto il prefetto Almachio. Il quale poi fatta prendere subito Cecilia, le domandò dapprima dove fossero le ricchezze di Tiburzio e Valeriano.
La vergine avendogli risposto che tutti i loro beni erano stati distribuiti ai poveri, fu preso da tal furore, che la fece ricondurre in casa, ordinando che fosse bruciata nella sala da bagno. Dove, avendo passato un giorno e una notte senza che le fiamme la molestassero appunto, fu mandato un carnefice, il quale, colpitala tre volte colla scure, ma non avendole potuto troncare la testa, la lasciò mezza morta. Tre giorni dopo, il 22 Novembre, sotto l'imperatore Alessandro, ella se ne volava al cielo decorata della doppia corona del martirio e della verginità. II suo corpo fu sepolto dallo stesso Papa Urbano nel cimitero di Callisto, e della sua casa se n'è fatta una chiesa consacrata sotto il nome della medesima Cecilia. Il suo corpo e quelli dei Papi Urbano e Lucio, di Tiburzio, Valeriano e Massimo, furono poi dal Papa Pasquale I trasferiti in Roma, e riposti in questa stessa chiesa di santa Cecilia.
SANTA MESSA
- Al Vangelo.
• Omelia di san Giovanni Crisostomo.
Omelia 79 su Matteo, dopo il principio.
Perché il Salvatore in questa parabola mette in scena delle vergini e non indifferentemente delle persone qualsiasi? Aveva prima insegnato grandi cose sulla verginità, dicendo: «Ci sono degli impotenti, i quali si son resi tali da sé per il regno dei cieli»; e: «Chi è in grado di comprendere, comprenda» (Mt 19,22). Egli non ignorava, che la verginità riscuote dappertutto grande stima, essendo essa una virtù sublime di sua natura; e lo prova il fatto, che nell'antico Testamento non era osservata neanche dai più santi personaggi, e ch'egli non ne ha fatto appunto una legge nel nuovo. Egli non l'ha comandata, ma l'ha lasciata interamente alla volontà dei fedeli. Perciò anche Paolo dice: «Quanto poi alle vergini, io non ho un comando del Signore» (1 Cor 7,25); e certo lodo chi abbraccia questo stato, ma non forzo chi non lo vuole, e non ne faccio appunto una cosa di precetto.
Essendo dunque la verginità una gran cosa, e una cosa generalmente molto apprezzata, affinché non si credesse che, osservatala, si fosse fatto tutto e si potesse fare a meno delle altre virtù, propose questa parabola: per mostrarci che la verginità, ancorché accompagnata dalle altre virtù, è rigettata come l'impurità, se manca delle opere di misericordia. E giustamente egli mette sullo stesso livello l'impudico, l'inumano o chi non ha misericordia; infatti l'impudico è dominato dalla passione della carne, l'altro da quella del denaro. Non c'è poi proporzione tra la passione della carne e quella del denaro, poiché quella della carne è assai più forte e crudele. Quindi, quanto più debole è il nemico che attacca le vergini, tanto meno meritano d'essere perdonate, se si lasciano vincere. Perciò le chiama anche stolte, perché, vittoriose d'un più rude combattimento, han perduto tutto in uno più facile.
Le lampade designano qui il dono medesimo della verginità e la purità della vita; e l'olio simboleggiala beneficenza, l'elemosina, il soccorso prestato agli indigenti. «E siccome lo sposo tardava, s'appisolarono tutte, e s'addormentarono» (Mt 25,5). Egli fa intendere che deve trascorrere un tempo considerevole, per togliere ai suoi discepoli l'idea che il suo regno giungerebbe presto; perché essi così speravano: onde egli torna spesso a toglierli da questa illusione. Inoltre egli presenta la morte come un sonno. «Esse s'addormentarono» dice; «e a mezzanotte si levò un grido» (Mt 25,6); ciò per restare nella stessa parabola, ovvero per mostrare che la risurrezione generale avrà luogo durante la notte. Anche san Paolo fa menzione del grido, dicendo: «Al comando, alla voce dell'Arcangelo, al suono dell'ultima tromba egli scenderà dai cielo» (1 Tess. 4,15).”
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare Santa Cecilia, Vergine e Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa Santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, Santa Cecilia, Vergine e Martire, possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»
"22 Novembre - Santa Cecilia"
22 Novembre - Santa Cecilia (http://www.preghiereperlafamiglia.it/santa-cecilia.htm)
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“PREGHIERE a SANTA CECILIA
O nobilissima Santa Cecilia, Vergine e Martire di meriti sublimi, che fosti da Dio contraddistinta da singolari protezioni, rendici degni di te e dei benefici di Nostro Signore Gesù Cristo. Tu che hai prestato la tua arte celeste della musica alle lodi di Dio e alla sua gloria, prega per noi affinché possiamo un giorno cantare con te in Cielo l'eterno inno: Alleluja. Così sia. - Gloria al Padre…”
“O Santa Cecilia,
che hai cantato con la tua vita e il tuo martirio,
le lodi del Signore e sei venerata nella Chiesa,
quale patrona della musica e del canto,
aiutaci a testimoniare,
con la nostra voce e con la voce dei nostri strumenti,
quella gioia del cuore
che viene dal fare sempre la volontà di Dio
e dal vivere con coerenza il nostro ideale cristiano.
Aiutaci ad animare in modo degno la santa Liturgia,
da cui sgorga la vita della Chiesa,
consapevoli dell’importanza del nostro servizio.
Ti doniamo le fatiche ed anche le gioie del nostro impegno,
perché tu le ponga nelle mani di Maria Santissima,
come canto armonioso di amore per Suo Figlio Gesù.
Amen.”
“O gloriosa Santa Cecilia che non contenta di consacrare
al Signore con voto irrevocabile la vostra verginità la
preservaste ancora da ogni macchia coi più penosi
esercizi dell'esteriore penitenza, e ne ispiraste l'amore
a quel Valeriano che vi ambiva in sposa, ottenete a noi
tutti la grazia di custodire gelosamente una virtù così bella
e di affezionarci con la nostra modestia tutti quanti i nostri fratelli. Gloria…”
«Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org/ e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com/
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“Il 22 novembre 498 San Simmaco, Sommo Pontefice, viene esaltato al trono di Pietro”
«22 NOVEMBRE 2018: SANTA CECILIA, VERGINE E MARTIRE.»
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https://www.radiospada.org/2018/11/difunde-tu-fe-catolica-santa-cecilia-virgen-y-martir-por-cristo/
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"jueves, 22 de noviembre de 2018
SANTA CECILIA, Virgen y Mártir por Cristo."
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http://www.etudesantimodernistes.fr/
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/
http://oblatio-munda.over-blog.com/
https://militesvirginismariae.wordpress.com/
Ligue Saint Amédée (http://www.saintamedee.ch)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
22 novembre : Sainte Cécile, Vierge et Martyre (? 230) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/22-novembre-sainte-cecile)
“22 Novembre : Sainte Cécile, Vierge et Martyre († 230).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9415/4239/9652/11_22_sainte_cecile.jpg
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Réquiem aetérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis. Requiéscant in pace. Amen.
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!
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