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Visualizza Versione Completa : Comunicazione, censura e disinformazione nell'era Berlusconi



Marco Sferini
18-04-02, 21:38
Il quotidiano on-line www.ilnuovo.it, pubblica oggi questa grave notizia:

"ROMA- Silvio Berlusconi da Bucarest fa sapere che Biagi, Santoro e Luttazzi non dovranno ripetersi nella Rai del post-Zaccaria. Insorgono i diretti interessati, insorgono le opposizioni, insorge il presidente della commissione di Vigilanza che convoca Antonio Baldassarre in Parlamento e il sindacato dei giornalisti. E nella maggioranza? Forza Italia difende il suo premier, Lega ed An, al momento, tacciono, ma l’Udc prende le distanze. Ancora una volta l’anima centrista della Casa delle Libertà vuol rifuggire dai toni troppi accesi e dalle scelte che infuocano gli animi.

”Non mi riconosco nè in Biagi, nè in Santoro, ma sono affezionato all'idea che in Tv ci siano molte opinioni a anche diverse e lontane dalle mie'', dice Marco Follini dopo le affermazione del premier sulla Rai che verrà. ''Che la Rai dell'Ulivo sia stata faziosa – prosegue - non c'è dubbio”. Ma questa costatazione per il leader del Ccd può rappresentare solo una “ragione in più per essere pluralisti come non lo sono stati loro''. E chi vuol intendere, intenda. Tuttavia le parole più dure arrivano da Giuliano Ferrara che in un editoriale che uscirà domani su il Foglio critica duramente le affermazioni del premier.

''Con le dichiarazioni di ieri – è scritto fra l’altro nell’editoriale de Il Foglio - Berlusconi ha mostrato un tratto di insofferenza e di intolleranza che non corrisponde alla sua storia di editore e al suo profilo personale, e che rischia seriamente di compromettere la sua carriera politica. Si può avere ragione degli altri, e cancellare una postazione nemica dalla quale arrivano colpi bassi fra gli applausi prevedibili delle tifoserie, ma per nessun motivo si possono travolgere le regole del gioco. Un premier ha diritto di criticare i giornalisti, ma non di comportarsi nei loro confronti come un padrone o di adottare toni correzionali". ".
____________________________________________

Queste affermazioni di Berlusconi, non condivise da una parte della "Casa delle libertà" e da Giuliano Ferrara, addirittura, sono di una gravità vergognosa!
:mad:
Ma forse agli italiani servono ancora prove della pericolosità sociale rappresentata dal signor Berlusconi e dai suoi alleati.
Opposizione netta, dura, unitaria contro il governo Berlusconi che sta cancellando la democrazia repubblicana, rendendo il Parlamento un cagnolino scodinzolante dell'esecutivo, ratificatore delle decisioni del premier, cercando di distruggere i diritti dei lavoratori e tutta la struttura pubblica e sociale del nostro Paese.
Opposizione netta, dura, unitaria per la cacciata di questo governo, per il ripristino della legalità democratica fondata nel 1948 con la Costituzione della Repubblica, patto di distensione e collaborazione civile tra comunisti-socialisti e democristiani.
Forza, Italia...che non è finita qui !

;)

Marco

www.geocities.com/prcsvcentro

www.geocities.com/rossebandiere

Il_Siso
18-04-02, 23:11
Originally posted by Marco Sferini
Il quotidiano on-line www.ilnuovo.it, pubblica oggi questa grave notizia:

"ROMA- Silvio Berlusconi da Bucarest fa sapere che Biagi, Santoro e Luttazzi non dovranno ripetersi nella Rai del post-Zaccaria. Insorgono i diretti interessati, insorgono le opposizioni, insorge il presidente della commissione di Vigilanza che convoca Antonio Baldassarre in Parlamento e il sindacato dei giornalisti. E nella maggioranza? Forza Italia difende il suo premier, Lega ed An, al momento, tacciono, ma l’Udc prende le distanze. Ancora una volta l’anima centrista della Casa delle Libertà vuol rifuggire dai toni troppi accesi e dalle scelte che infuocano gli animi.

”Non mi riconosco nè in Biagi, nè in Santoro, ma sono affezionato all'idea che in Tv ci siano molte opinioni a anche diverse e lontane dalle mie'', dice Marco Follini dopo le affermazione del premier sulla Rai che verrà. ''Che la Rai dell'Ulivo sia stata faziosa – prosegue - non c'è dubbio”. Ma questa costatazione per il leader del Ccd può rappresentare solo una “ragione in più per essere pluralisti come non lo sono stati loro''. E chi vuol intendere, intenda. Tuttavia le parole più dure arrivano da Giuliano Ferrara che in un editoriale che uscirà domani su il Foglio critica duramente le affermazioni del premier.

''Con le dichiarazioni di ieri – è scritto fra l’altro nell’editoriale de Il Foglio - Berlusconi ha mostrato un tratto di insofferenza e di intolleranza che non corrisponde alla sua storia di editore e al suo profilo personale, e che rischia seriamente di compromettere la sua carriera politica. Si può avere ragione degli altri, e cancellare una postazione nemica dalla quale arrivano colpi bassi fra gli applausi prevedibili delle tifoserie, ma per nessun motivo si possono travolgere le regole del gioco. Un premier ha diritto di criticare i giornalisti, ma non di comportarsi nei loro confronti come un padrone o di adottare toni correzionali". ".
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Queste affermazioni di Berlusconi, non condivise da una parte della "Casa delle libertà" e da Giuliano Ferrara, addirittura, sono di una gravità vergognosa!
:mad:
Ma forse agli italiani servono ancora prove della pericolosità sociale rappresentata dal signor Berlusconi e dai suoi alleati.
Opposizione netta, dura, unitaria contro il governo Berlusconi che sta cancellando la democrazia repubblicana, rendendo il Parlamento un cagnolino scodinzolante dell'esecutivo, ratificatore delle decisioni del premier, cercando di distruggere i diritti dei lavoratori e tutta la struttura pubblica e sociale del nostro Paese.
Opposizione netta, dura, unitaria per la cacciata di questo governo, per il ripristino della legalità democratica fondata nel 1948 con la Costituzione della Repubblica, patto di distensione e collaborazione civile tra comunisti-socialisti e democristiani.
Forza, Italia...che non è finita qui !

;)

Marco

www.geocities.com/prcsvcentro

www.geocities.com/rossebandiere

Marco, a mio parere hai perfettamente ragione.
C'è veramente bisogno di una opposizione dura e responsabile;
bene han fatto le opposizioni a lasciare l'aula durante le votazioni sulla legge truffa che di fatto ha abolito il conflitto d'interessi.
A mio parere potrebbe essere un buon strumento di opposizioni; prima o poi qualcuno (leggi Ciampi) si accorgera' di cosa sta capitando e, se ne ha il potere ma soprattutto l'intenzione, fermera' questo governo.
QUESTE LEGGI TRUFFA CHE SE LE VOTINO LORO!!!!
Prima o poi anche dall'estero qualcuno si domandera' perchè l'opposizione non resta in aula al momento delle votazioni...
Ma il problema è che le opposizioni non sono coese, neanche sui referendum proposti da Bertinotti.
Questo governo dovrebbe essere il miglior motivo per unirsi nelle ovvie differenze anche se a mio parere dovrebbero essere i DS a fare un passo verso sinistra e non viceversa.

Saluti.

S.P.Q.R.
25-04-02, 15:25
Nei 5 anni di governo del centro sinistra la RAI (siamo obbiettivi) non è mai stata pluralista, quindi non capisco perche adesso la sinistra vuole certe garanzie che a sua volta non aveva dato.
Se per voi la RAI era libera per me non lo era, adesso tocca voi sopportare il Berlusca, oppure quando vincete voi va tutto bene e tutto vi è dovuto e quando vincono gli altri si cerca di farli cadere con tutti i mezzi....
es Elezioni Francesi
per quanto potete considerare sbagliata la politica di Le Pen ha "vinto" con libere elezioni quindi dovete accettarle e non sempre attaccare in tutti i modi chi la pensa diversamente da voi

S.P.Q.R.
25-04-02, 15:38
Originally posted by Il_Siso


Marco, a mio parere hai perfettamente ragione.
C'è veramente bisogno di una opposizione dura e responsabile;
bene han fatto le opposizioni a lasciare l'aula durante le votazioni sulla legge truffa che di fatto ha abolito il conflitto d'interessi.
A mio parere potrebbe essere un buon strumento di opposizioni; prima o poi qualcuno (leggi Ciampi) si accorgera' di cosa sta capitando e, se ne ha il potere ma soprattutto l'intenzione, fermera' questo governo.
QUESTE LEGGI TRUFFA CHE SE LE VOTINO LORO!!!!
Prima o poi anche dall'estero qualcuno si domandera' perchè l'opposizione non resta in aula al momento delle votazioni...
Ma il problema è che le opposizioni non sono coese, neanche sui referendum proposti da Bertinotti.
Questo governo dovrebbe essere il miglior motivo per unirsi nelle ovvie differenze anche se a mio parere dovrebbero essere i DS a fare un passo verso sinistra e non viceversa.

Saluti.



Riguardo al conflitto di interessi la penso come voi cioe che sia una legge truffa, pero penso anche che la sinistra ha avuto 5 anni per farla e non mi aspetto neanche che Berlusconi si faccia una legge contro se stesso, quindi rifacendomi anche al post precedente , potevate fare le leggi quando eravate al governo al posto di manifestare e fare i girotondi adesso

Il_Siso
25-04-02, 19:08
Originally posted by S.P.Q.R.




Riguardo al conflitto di interessi la penso come voi cioe che sia una legge truffa, pero penso anche che la sinistra ha avuto 5 anni per farla e non mi aspetto neanche che Berlusconi si faccia una legge contro se stesso, quindi rifacendomi anche al post precedente , potevate fare le leggi quando eravate al governo al posto di manifestare e fare i girotondi adesso

Hai perfettamente ragione, è stato l'ennesimo errore della sinistra di governo.
Cosi' facendo ha fornito un ottimo assist a Berlusconi che ovviamente l'ha colto al volo...

Roderigo
26-04-02, 10:26
Originally posted by S.P.Q.R.
Nei 5 anni di governo del centro sinistra la RAI (siamo obbiettivi) non è mai stata pluralista, quindi non capisco perche adesso la sinistra vuole certe garanzie che a sua volta non aveva dato.
Se per voi la RAI era libera per me non lo era, adesso tocca voi sopportare il Berlusca, oppure quando vincete voi va tutto bene e tutto vi è dovuto e quando vincono gli altri si cerca di farli cadere con tutti i mezzi....
es Elezioni Francesi
per quanto potete considerare sbagliata la politica di Le Pen ha "vinto" con libere elezioni quindi dovete accettarle e non sempre attaccare in tutti i modi chi la pensa diversamente da voi
In verità, lo spazio televisivo concesso, non tanto a Rifondazione, quanto ad un punto di vista alternativo alla guerra ed al neoliberismo, era scarso nella Rai dell'Ulivo e continua ad essere scarso nella Rai di Berlusconi. Da questo punto di vista non è cambiato molto.
Tuttavia qualche differenza c'è: ora, tutta la televisione pubblica e privta è concentrata nelle mani di una sola persona, quantomeno di una sola parte politica, mentre prima, la Rai dell'Ulivo aveva come contraltare la Mediaset berlusconiana.
Inoltre, preoccupa lo stile del presidente del consiglio, il quale ritiene di poter insultare e licenziare in prima persona, giornalisti e professionisti come Biagi e Santoro. O comici come Luttazzi.
Per quanto riguarda Le Pen, è ovvio che ha vinto con libere elezioni, e quindi la sua partecipazione al secondo turno è legittima. Non è però certo, anzi il suo programma lascia prevedere il contrario, che Le Pen sia disposto a fare un uso legittimo di una sua eventuale, per quanto improbabile, vittoria definitiva.

R.

Roderigo
26-04-02, 10:30
Originally posted by S.P.Q.R.
Riguardo al conflitto di interessi la penso come voi cioe che sia una legge truffa, pero penso anche che la sinistra ha avuto 5 anni per farla e non mi aspetto neanche che Berlusconi si faccia una legge contro se stesso, quindi rifacendomi anche al post precedente , potevate fare le leggi quando eravate al governo al posto di manifestare e fare i girotondi adesso
"Quando eravete al governo"?
Se ti riferisci al Prc, questo partito non è mai stato al governo.
Ha sostenuto per due anni, dall'esterno e con molti problemi, il governo Prodi, ed è stato all'opposizione del governi D'Alema e Amato.

R.

Roderigo
21-05-02, 22:36
SIRACUSA - Scena politica

GIANFRANCO CAPITTA

Doveva essere un evento, il salto decisivo di una manifestazione importante come quella delle rappresentazioni classiche di Siracusa, dalla routine degli spettacoli estivi al grande teatro internazionale. Rimarrà invece, soprattutto e purtroppo, il primo caso di censura preventiva nel teatro dell'Italia repubblicana. Non era mai successo prima, dopo la fine del fascismo, che uno spettacolo fosse costretto ad «amputarsi» di una parte, perché non possono essere raffigurate in scena le facce del potere, nella fattispecie quelle di Berlusconi, Bossi e Fini. Avrebbero campeggiato, nello scenario del teatro greco, in quella commedia profonda e complessa che Aristofane scrisse 2400 anni fa.
Servivano a rendere immediatamente comprensibile (a un pubblico di diverse migliaia di persone ogni sera) il rapporto tra gli artisti, la loro divinità Dioniso, e la città, la polis greca che è stata fondamento della democrazia. Ma chi prende i soldi da Berlusconi, non può offenderlo sulla scena, ha detto al regista Luca Ronconi il viceministro Gianfranco Miccichè insieme al ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo, siracusana, ad una cena a casa del prefetto. E domenica sera quelle grandi cornici sono apparse vuote, spettrali e interrogative, e non hanno reso giustizia al testo di Aristofane e agli spettatori che vi assistevano. Il fatto, o meglio i fatti, sono di una gravità clamorosa, sia nel merito che nella forma che per il livello delle persone coinvolte. I politici «consigliano» di oscurare una parte di uno spettacolo prima ancora che quello spettacolo esista. Tanto meno quel «consiglio» può essere giustificato, come è stato detto dal viceministro Miccichè davanti a tutti i testimoni della cena (intellettuali stranieri ospiti del regista, ma anche l'esercito e la marina nelle persone degli invitati dal prefetto) dal fatto che «si prendono i soldi da Berlusconi» e questo dovrebbe garantire allo stesso Berlusconi una sorta di intoccabilità. Tutto il teatro e lo spettacolo italiano sono finanziati in maniera quasi totale dallo stato, che è altra cosa dal presidente del consiglio in carica, visto che i fondi sono pubblici in quanto vengono dalle tasche di tutti i cittadini.

A rendere oltre che sinistra, inquietante tutta la faccenda, non si può dimenticare che tutto questo viene influenzato fortemente dal suo avvenire in Sicilia, dove ogni imposizione assume valenze di aggressività misteriosa. Perfino il «disturbo» portato la sera di sabato alle Baccanti messe in scena dallo stesso Ronconi, oggi suonano di un'altra musica: non solo quella che veniva da un ignoto dj che presentava automobili, ma che ha costretto le stesse Baccanti a riprendere dall'inizio lo spettacolo. E' la Sicilia, d'altro canto, dove la Casa delle Libertà possiede la totalità dei parlamentari dopo lo «storico» risultato di un anno fa. Tutte cose che pesano, e molto, e che avrebbero dovuto indurre a qualche prudenza. Innanzitutto dai politici «censori», che invece sfoderano sui giornali di ieri arroganza e sarcasmo nei confronti di Ronconi. Del resto non è chiaro quanto il regista abbia ceduto personalmente all'intimidazione, e quanto abbia dovuto uniformarsi alle scelte degli altri dirigenti del Piccolo Teatro e dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico, accomunati nella produzione.

Certo non si può non notare che entrambi gli enti sono attualmente in stato di «sofferenza» politica. All'Inda sono in scadenza il presidente Walter Le Moli e tutti gli organismi, scientifici e organizzativi. Al Piccolo è stato lo stesso direttore Sergio Escobar, la settimana scorsa, a denunciare la situazione anomala per cui è stata eliminata dal consiglio di amministrazione ogni presenza dell'opposizione, e la totalità dei suoi membri sono in quota al Polo, cosa mai successa nella istituzione milanese, e certo sintomo di una situazione non sana.

Non si può non tener conto di questi due fatti, davanti al bombardamento cui la politica e la Casa delle libertà hanno sottoposto uno spettacolo e il suo autore. Stupisce semmai che da parte dell'Inda e del Piccolo, e dello stesso Ronconi, quelle «avances» siano state accettate, per ragioni di «opportunità» di andare in scena che oggi suonano, civilmente, stonate. Anche perché molti tra gli attori sostenevano di non volere accettare la decisione, e i tecnici volevano a loro volta scendere in sciopero. Uno di loro, come nella favola dei vestiti dell'imperatore, diceva con molta emozione che non sarebbe stato in grado di raccontare l'esperienza al proprio figlio. Il regista se ne è andato all'inizio dello spettacolo, gli attori sono usciti a ringraziare (avevano minacciato di non farlo) mentre Anna Maria Guarnieri indicava le cornici vuote. Unico dissenso vero quello del coro dei giovani allievi dell'Inda, che non sono voluti uscire per protesta.

Ora tutto quanto sembra rientrare: Berlusconi fa il suo ennesimo, goliardico calembour; l'Inda, a più di 24 ore dallo spettacolo, si guarda bene dal pronunciarsi; Ronconi si ritrova assieme al suo direttore Escobar addirittura a «ringraziare» Berlusconi per la libertà che torna a essere concessa agli artisti, almeno nello stretto recinto del teatro, meglio ancora se classico. Non si capisce per quale opportunità o meno visibile pressione il regista rinunci al dolore del giorno prima e alla solidarietà che aveva suscitato non solo tra attori, tecnici e stampa, ma anche in meno scontati campi politici avversi.

Resta lo sgomento e anche la paura dello spettatore: se uno o più politici possono intimidire un regista universalmente acclamato come Luca Ronconi e un'istituzione riconosciuta a livello internazionale (come cosmopolita era molto del pubblico presente) cosa potrà succedere a un artista più giovane e «indifeso»? Sarà fatto a polpette come il pesce spada a Palermo? Evidentemente il discorso è tutto da ricominciare, da parte del «potere» che ritiene impresentabile in pubblico la propria faccia (tranne che al Bagaglino), e da parte degli artisti cui si prospettano tempi grami, se non il più codino ossequio o la sparizione.

Il manifesto 21 maggio 2001
http://www.ilmanifesto.it

21-05-02, 22:48
Nell'Atene dei suoi tempi,Aristofane sbeffeggiava tutto l'establishement , a partire de socrate e dai sofisti, ai governanti, agli spartani, agli ateniesi, alla guerra del Peloponneso...Faceva tutto ciò tranquillamente, davanti ad un gran numero di persone: non essendoci la tv, certamente andavano a Teatro più cittadini ateniesi che italiani contemporanei. Eppure, a nessun governante di allora saltava in testa di intimidirlo e di protestare per la sua satira più che feroce. Ciò che è accaduto a Siracusa è davvero ridicolo.

Roderigo
18-07-02, 16:53
http://www.liberazione.it/giornale/020717/copbig.jpg

Roderigo
18-07-02, 16:57
Intervista a Renato Parascandolo, ex direttore di Raieducational
«Le frasi di Baldassarre sono offensive per gli storici»


Tonino Bucci

«Nel periodo in cui ho ricoperto la carica di direttore di Raieducational ho affidato una serie televisiva a un intellettuale di destra come Giano Accame sulla cultura fascista - al punto che il quotidiano di An mi definiva una "mosca bianca" nella Rai di Zaccaria. Ora vengo a sapere che sono stato rimosso per motivi ideologici. Ritengo molto gravi e offensive le dichiarazioni di Baldassarre che giudica "faziose" e "unilaterali" le opere prodotte in questi anni da storici e istituzioni riconosciute a livello internazionale». Così riassume Renato Parascandolo, l'ex direttore di Raieducational, sostituito dai vertici Rai con Giovanni Minoli, all'indomani del discorso che il presidente della Rai Antonio Baldassarre ha tenuto al convegno di Alleanza nazionale sulla cultura. All'attivo del settore educativo Parascandolo rivendica il raddoppio dello share - dal 2 al 4, 5% - la realizzazione in casa propria del 95% dei programmi, il mantenimento delle spese al di sotto del budget annuale, la dotazione di settemila scuole di parabole digitali, l'utilizzo integrato di diversi media - radio, televisione, internet.

La storia della Rai non è tutta lastricata d'oro, ma non si può ridurre la televisione pubblica a matrice di una cultura unilaterale. Persino la Rai di Bernabei, monocolore Dc, ha svolto una funzione pedagogica, nel senso alto del termine. Non è così?
Sicuramente c'era una censura in quella Rai per quanto riguarda i programmi di inchiesta e informazione. Ma sui programmi culturali c'era un pluralismo di idee e di persone. Dopo il '75 c'è stata la riforma della Rai, si è passati dal "latifondo" alla lottizzazione. Ma la vera crisi è avvenuta quando è diventato dominante il modello della tv commerciale. Da allora la Rai si è barcamenata tra la concorrenza sulla quantità, sull'audience e il mantenimento di un servizio pubblico. Era un'operazione difficile, perché la televisione commerciale non prevede la differenza tra quantità e qualità, non produce programmi televisivi, ma cattura spettatori per le agenzie di pubblicità. E' come un pescatore che getta un'esca per attirare i telespettatori e venderli alle agenzie pubblicitarie.

Ma è poi vero che solo ciò che si attesta sul livello medio-basso del pubblico fa audience?
Non c'è nessun nesso tra l'abbassamento della qualità e il fatto che un programma arrivi a un largo numero di telespettatori. Siccome sono gli spettatori meno colti, meno legati al mondo della produzione e del lavoro quelli che frequentano i supermercati, è evidente che il target di riferimento della tv commerciale è molto basso. Soprattutto se si tiene presente che nel nostro Paese più del trenta per cento delle persone hanno solo la quinta elementare. E poi abbiamo una scuola in gravissime condizioni.

Però Baldassare non punta alla competizione con la tv commerciale, ma ad un'operazione di politica culturale, di riscrittura della storia e di legittimazione di un revanchismo di destra. E per annunciarla ha scelto una platea non neutrale come il convegno di An sulla cultura - agitando tra l'altro la bandiera dell'innovazione e del pluralismo. Non è così?
Penso che chi fa cultura non si possa predisporre da nessuna parte politica in senso stretto. Bisogna avere rispetto per le altre culture, soprattutto se hanno la loro consistenza, la loro storia. Quello che invece non concepisco sono le passerelle d'opinione, le trasmissioni dove il pluralismo si confonde con la somma delle faziosità, in una "insalata russa". In passato io stesso ho fatto un'operazione coraggiosa che poi m'è stata più volte contestata. Un'operazione riconosciutami dalla destra. Giano Accame, intellettuale di destra, mi propose anni fa di fare una serie dedicata agli intellettuali fascisti, da Sironi a D'Annunzio, Carl Schmitt, Evola, Pirandello, Italo Balbo. Una rivisitazione ad opera di un intellettuale di destra non si era mai fatta. Ho dato la possibilità di realizzare 24 puntate, divise in due serie. Accame ha lavorato con rispetto nei miei confronti, pur sapendo che appartenevo allo schieramento opposto, e in maniera completa intervistando anche, ad esempio, Massimo Cacciari. L'operazione non aveva nulla della propaganda spicciola.

E' un terreno insidioso. Questo tipo di operazioni, però, non si risolvono solo sul terreno della pura ricerca culturale, accademica. Alla fine possono sfociare nella legittimazione di culture che negano l'identità antifascista della Repubblica italiana e della Costituzione, che cancellano il suo atto di nascita dalla lotta al nazifascismo. Non crede?
E' vero. Non bisogna cadere nel relativismo assoluto. Ognuno sarebbe legittimato a riscrivere la storia a modo suo. Per me l'aspetto più grave ed offensivo che emerge dalle parole di Baldassarre è l'accusa verso gli storici. E penso, qui, agli storici che hanno collaborato in questi anni con Raieducational. Non si può ridurre - come ha fatto Baldassarre - la storia a «storielle unilaterali e ideologiche». L'aspirazione di qualunque storico è di essere oggettivo, qualunque sia la corrente cui appartenga. O ambisce alla verità oppure che storico è? Poi si può essere faziosi nonostante se stessi, ma questo è un altro discorso. E' molto grave, quindi, l'affermazione di Baldassarre secondo cui Raieducational avrebbe prodotto una storia unilaterale e ideologica. In questi anni abbiamo prodotto opere che hanno alle spalle la ricerca di comitati scientifici di tutto riguardo, a partire dall'Accademia dei Lincei, la Treccani, l'Istituto italiano degli studi filosofici. Il risultato sono opere storiche che hanno ottenuto riconoscimenti a livello internazionale per la loro serietà. Poi vengo a sapere che il sottoscritto, direttore di Raieducational, è stato sostituito per motivi ideologici, e non di ristrutturazione organizzativa.

Liberazione 18 luglio 2002
http://www.liberazione.it

Roderigo
02-09-02, 16:23
Sandro Ruotolo, coautore di "Sciuscià": «Continueremo la nostra battaglia in piazza»
«A rischio in Rai c'è la libertà»

Castalda Musacchio

«Nessuna motivazione editoriale, è stato solo un attacco politico». Sandro Ruotolo, partner di Santoro in "Sciuscià", giornalista in Rai dal 1980, non smorza i toni della protesta. «Ormai non resta che scendere in piazza». Non si fermeranno, dunque, i giornalisti della trasmissione condotta da Santoro di cui il Cda di venerdì ha decretato la chiusura. «Saremo ovunque sarà possibile esprimere le nostre idee. L'11 settembre parteciperemo anche alla festa romana di "Liberazione" per la quale stiamo preparando una puntata speciale. La battaglia che si sta conducendo è per il rispetto della democrazia. Regime o non regime, a rischio oggi c'è la libertà». In difesa di "Sciuscià", ieri, è intervenuto anche il segretario di Rifondazione, Fausto Bertinotti: «Quello che è accaduto è un fatto molto, molto grave», ha detto. «Santoro è stato parte importante del giornalismo televisivo di questi anni, una presenza che si è sottratta a una omologazione che da tempo mostra propensione al regime».

Ripercorriamo insieme la storia della fine della trasmissione. Tutto è nato dal "diktat" di Berlusconi in Bulgaria, lanciato ad aprile, e oggi pare che anche Di Bella rischi il posto...
Il 18 aprile, sì. Ma vorrei aggiungere che Berlusconi quest'anno è intervenuto ben quattro volte su "Sciuscià", su "Satyricon" e sul "Fatto" di Biagi. Da Sofia ha lanciato il suo "diktat", ma anche da Cannes, in occasione della presentazione dei palinsesti Rai, ha ribadito quali erano le sue idee sulle trasmissioni "scomode". Con questo voglio dire che non si è trattato di esternazioni estemporanee. Anche al congresso di An intervenne per ribadire le sue disposizioni sui giornalisti "comunisti". Alla base delle sue esternazioni c'è stata da sempre una precisa strategia politica.

Vuoi dire che tutto è stato studiato a tavolino?
Credo proprio di sì. Dal "Raggio verde" della campagna elettorale la sequenza degli eventi è stata tutta "in progress". Scandita da precisi momenti "comunicativi" da parte del presidente del consiglio. Dire che quest'anno i toni della nostra trasmissione siano stati eccessivi significa non aver visto neppure una puntata di "Sciuscià". Certo, siamo giornalisti. E' ovvio che nel momento in cui viene attaccata una puntata come "Satyricon" o "il Fatto" dobbiamo renderne conto. Il nostro mestiere è raccontare cosa accade. Se ci privano anche di questo...

Quale è il tuo parere su questa Rai. C'è una grossa differenza con la gestione Zaccaria?
E' dall'80 che lavoro in Rai. Ho lavorato anche con il vostro direttore al Tg3. Debbo dire che, con tutti i suoi limiti, nella Rai dell'Ulivo, nei posti chiave c'erano uomini del Polo. La lottizzazione c'è sempre stata; ma, oggi, la politica controlla direttamente l'informazione. E' dentro la Rai. E questo non è mai accaduto.

Nessun problema dunque con l'Ulivo. Ieri, però, alla riunione del Cda, Zanda, consigliere di centrosinistra, non ha partecipato alla votazione della mozione "pro Sciuscià". Lui dice per improrogabili impegni familiari. Tu che ne pensi?
Debbo dire che sono rimasto anche io perplesso su quanto accaduto alla riunione del consiglio. So che è andato via per motivi personali. Certo, le cose sono andate come sono andate. Diciamo pure che c'è un problema di gestione anche per il centrosinistra. Certo, dei problemi di linea con l'Ulivo ci sono stati. Ma la questione dell'informazione oggi riguarda tutte le opposizioni.

Una delle accuse che vengono mosse a "Sciuscià" è che i soldi non ci sono. La trasmissione costa...
Chi gestisce un'azienda deve giustamente tenere conto dei costi ma anche dei ricavi. "Sciuscià" non è una trasmissione pagata dal canone. Avevamo un'"audience" così alta che ci hanno imposto di raddoppiare gli "spot" pubblicitari. Se proprio vogliamo fare i conti, posso dire che se "Sciuscià" costava alla Rai 300 milioni ne guadagnava 600.

Ma, allora, quale è la vera motivazione della chiusura della trasmissione. Paura dell'"autunno caldo"?
A questo punto debbo dire di sì. "Sciuscià", però, non è una trasmissione "politica". Fa solo informazione. Certo, se è in atto una protesta nazionale contro Berlusconi non possiamo non darne notizia. Non ti sembra?

E ora?
Ora scenderemo in piazza. Il 14 settembre parteciperemo alla manifestazione promossa dai girotondini. Perché crediamo che ormai il rispetto della legalità e dei diritti siano fondamentali come la difesa della democrazia. Ci rivolgeremo anche alla corte europea. A Modena, proprio oggi, Michele Santoro terrà una conferenza, perché andremo ovunque per far valere le nostre idee. Oggi, chi si batte in difesa dell'articolo 18 o per la giustizia e il rispetto della legalità, i girotondi o i movimenti hanno un unico scopo: la difesa della libertà.

Liberazione 1 settembre 2002
http://www.liberazione.it

Roderigo
02-09-02, 16:23
Sandro Ruotolo, coautore di "Sciuscià": «Continueremo la nostra battaglia in piazza»
«A rischio in Rai c'è la libertà»

Castalda Musacchio

«Nessuna motivazione editoriale, è stato solo un attacco politico». Sandro Ruotolo, partner di Santoro in "Sciuscià", giornalista in Rai dal 1980, non smorza i toni della protesta. «Ormai non resta che scendere in piazza». Non si fermeranno, dunque, i giornalisti della trasmissione condotta da Santoro di cui il Cda di venerdì ha decretato la chiusura. «Saremo ovunque sarà possibile esprimere le nostre idee. L'11 settembre parteciperemo anche alla festa romana di "Liberazione" per la quale stiamo preparando una puntata speciale. La battaglia che si sta conducendo è per il rispetto della democrazia. Regime o non regime, a rischio oggi c'è la libertà». In difesa di "Sciuscià", ieri, è intervenuto anche il segretario di Rifondazione, Fausto Bertinotti: «Quello che è accaduto è un fatto molto, molto grave», ha detto. «Santoro è stato parte importante del giornalismo televisivo di questi anni, una presenza che si è sottratta a una omologazione che da tempo mostra propensione al regime».

Ripercorriamo insieme la storia della fine della trasmissione. Tutto è nato dal "diktat" di Berlusconi in Bulgaria, lanciato ad aprile, e oggi pare che anche Di Bella rischi il posto...
Il 18 aprile, sì. Ma vorrei aggiungere che Berlusconi quest'anno è intervenuto ben quattro volte su "Sciuscià", su "Satyricon" e sul "Fatto" di Biagi. Da Sofia ha lanciato il suo "diktat", ma anche da Cannes, in occasione della presentazione dei palinsesti Rai, ha ribadito quali erano le sue idee sulle trasmissioni "scomode". Con questo voglio dire che non si è trattato di esternazioni estemporanee. Anche al congresso di An intervenne per ribadire le sue disposizioni sui giornalisti "comunisti". Alla base delle sue esternazioni c'è stata da sempre una precisa strategia politica.

Vuoi dire che tutto è stato studiato a tavolino?
Credo proprio di sì. Dal "Raggio verde" della campagna elettorale la sequenza degli eventi è stata tutta "in progress". Scandita da precisi momenti "comunicativi" da parte del presidente del consiglio. Dire che quest'anno i toni della nostra trasmissione siano stati eccessivi significa non aver visto neppure una puntata di "Sciuscià". Certo, siamo giornalisti. E' ovvio che nel momento in cui viene attaccata una puntata come "Satyricon" o "il Fatto" dobbiamo renderne conto. Il nostro mestiere è raccontare cosa accade. Se ci privano anche di questo...

Quale è il tuo parere su questa Rai. C'è una grossa differenza con la gestione Zaccaria?
E' dall'80 che lavoro in Rai. Ho lavorato anche con il vostro direttore al Tg3. Debbo dire che, con tutti i suoi limiti, nella Rai dell'Ulivo, nei posti chiave c'erano uomini del Polo. La lottizzazione c'è sempre stata; ma, oggi, la politica controlla direttamente l'informazione. E' dentro la Rai. E questo non è mai accaduto.

Nessun problema dunque con l'Ulivo. Ieri, però, alla riunione del Cda, Zanda, consigliere di centrosinistra, non ha partecipato alla votazione della mozione "pro Sciuscià". Lui dice per improrogabili impegni familiari. Tu che ne pensi?
Debbo dire che sono rimasto anche io perplesso su quanto accaduto alla riunione del consiglio. So che è andato via per motivi personali. Certo, le cose sono andate come sono andate. Diciamo pure che c'è un problema di gestione anche per il centrosinistra. Certo, dei problemi di linea con l'Ulivo ci sono stati. Ma la questione dell'informazione oggi riguarda tutte le opposizioni.

Una delle accuse che vengono mosse a "Sciuscià" è che i soldi non ci sono. La trasmissione costa...
Chi gestisce un'azienda deve giustamente tenere conto dei costi ma anche dei ricavi. "Sciuscià" non è una trasmissione pagata dal canone. Avevamo un'"audience" così alta che ci hanno imposto di raddoppiare gli "spot" pubblicitari. Se proprio vogliamo fare i conti, posso dire che se "Sciuscià" costava alla Rai 300 milioni ne guadagnava 600.

Ma, allora, quale è la vera motivazione della chiusura della trasmissione. Paura dell'"autunno caldo"?
A questo punto debbo dire di sì. "Sciuscià", però, non è una trasmissione "politica". Fa solo informazione. Certo, se è in atto una protesta nazionale contro Berlusconi non possiamo non darne notizia. Non ti sembra?

E ora?
Ora scenderemo in piazza. Il 14 settembre parteciperemo alla manifestazione promossa dai girotondini. Perché crediamo che ormai il rispetto della legalità e dei diritti siano fondamentali come la difesa della democrazia. Ci rivolgeremo anche alla corte europea. A Modena, proprio oggi, Michele Santoro terrà una conferenza, perché andremo ovunque per far valere le nostre idee. Oggi, chi si batte in difesa dell'articolo 18 o per la giustizia e il rispetto della legalità, i girotondi o i movimenti hanno un unico scopo: la difesa della libertà.

Liberazione 1 settembre 2002
http://www.liberazione.it

Allanim
02-09-02, 16:42
uhmm...San Toro: per caso si sta parlando di quel Tizio cacciato dalla RAI ULIVISTA dei Professori [ricordo il bellissimo "Michele Chi?" di Enzo Siciliano..] e per questo COSTRETTO a trasmigrare in Fininvest?! No, non può essere la stessa persona anche perché a quei tempi non ricordo alcun giro-tonto in difesa della democrazia...
p.s. A rischio la libertà?!
Ma per favore, come se i cittadini non fossero a conoscenza di tutte le epurazioni fatte da Zaccaria [v.Minoli]...
La democ-RAZZIA ULIVISTA...!

Allanim
02-09-02, 16:42
uhmm...San Toro: per caso si sta parlando di quel Tizio cacciato dalla RAI ULIVISTA dei Professori [ricordo il bellissimo "Michele Chi?" di Enzo Siciliano..] e per questo COSTRETTO a trasmigrare in Fininvest?! No, non può essere la stessa persona anche perché a quei tempi non ricordo alcun giro-tonto in difesa della democrazia...
p.s. A rischio la libertà?!
Ma per favore, come se i cittadini non fossero a conoscenza di tutte le epurazioni fatte da Zaccaria [v.Minoli]...
La democ-RAZZIA ULIVISTA...!

Roderigo
02-09-02, 16:51
La RAI ulivista era tutt'altro che perfetta, soprattutto a nostro danno. Tuttavia, la situazione non era semplicemente opposta a quella attuale. In essa il Polo manteneva alcune sue importanti posizioni. Si pensi Mimun al TG2 o Vespa conduttore di Porta a Porta. Inoltre, a quella RAI faceva da contrappeso Mediaset. Oggi, chi fa da contrappeso a "RAISET"? E chi sono a sinistra gli equivalenti di Mimun e Vespa?

R.

Roderigo
02-09-02, 16:51
La RAI ulivista era tutt'altro che perfetta, soprattutto a nostro danno. Tuttavia, la situazione non era semplicemente opposta a quella attuale. In essa il Polo manteneva alcune sue importanti posizioni. Si pensi Mimun al TG2 o Vespa conduttore di Porta a Porta. Inoltre, a quella RAI faceva da contrappeso Mediaset. Oggi, chi fa da contrappeso a "RAISET"? E chi sono a sinistra gli equivalenti di Mimun e Vespa?

R.

02-09-02, 16:58
Per me è del tutto sbagliata sia l'impostazione ulivista che quella della cdl. Il principio della lottizzazione era appena giustificabile quando c'era la guerra fredda. Ora è del tutto assurdo. E' vero che la Rai non è la BBC, ma un piccolo sforzo in quella direzione andrebbe sicuramente fatto. Per esempio, durante l'era Thatcher, i films di Ken Loach venivano tranquillamente finanziati dalla BBC. Questo poteva accadere perchè, pur essendo la BBC una tv pubblica, nè il Parlamento nè tantomeno il governo, avevano e hanno il potere di fare e disfare gli organigrammi dei dirigenti. Naturalmente lì, come in tutti i Pasei civili, non esiste la possibilità, per uno che possieda tre reti televisive, di diventare capo del governo. Ma, anche qui, c'è una mancanza ulivista: avevano avuto tutto il tempo per sopperire a questa carenza della legislatura, ma hanno preferito inciuciare nella bicamerale.

02-09-02, 16:58
Per me è del tutto sbagliata sia l'impostazione ulivista che quella della cdl. Il principio della lottizzazione era appena giustificabile quando c'era la guerra fredda. Ora è del tutto assurdo. E' vero che la Rai non è la BBC, ma un piccolo sforzo in quella direzione andrebbe sicuramente fatto. Per esempio, durante l'era Thatcher, i films di Ken Loach venivano tranquillamente finanziati dalla BBC. Questo poteva accadere perchè, pur essendo la BBC una tv pubblica, nè il Parlamento nè tantomeno il governo, avevano e hanno il potere di fare e disfare gli organigrammi dei dirigenti. Naturalmente lì, come in tutti i Pasei civili, non esiste la possibilità, per uno che possieda tre reti televisive, di diventare capo del governo. Ma, anche qui, c'è una mancanza ulivista: avevano avuto tutto il tempo per sopperire a questa carenza della legislatura, ma hanno preferito inciuciare nella bicamerale.

Catilina
02-09-02, 21:00
Originally posted by Allanim
uhmm...San Toro: per caso si sta parlando di quel Tizio cacciato dalla RAI ULIVISTA dei Professori [ricordo il bellissimo "Michele Chi?" di Enzo Siciliano..] e per questo COSTRETTO a trasmigrare in Fininvest?! No, non può essere la stessa persona anche perché a quei tempi non ricordo alcun giro-tonto in difesa della democrazia...
p.s. A rischio la libertà?!
Ma per favore, come se i cittadini non fossero a conoscenza di tutte le epurazioni fatte da Zaccaria [v.Minoli]...
La democ-RAZZIA ULIVISTA...!


A me quell' impunito di Santoro alla fine piaceva, anche se ci faceva perdere 100.000 voti a botta con le sue santorate su Dell' Utri e Previti... (Eccezionale l' imitazione di Max Tortora).
Poi mi chiedo: Berlusconi & Soci hanno ormai 6 televisioni e controllano tutta l' informazione via etere. Possibile che non riescano a tollerare neppure una riserva indiana come sarebbe la prossima trasmissione di Santoro? E questa- gdr- me la chiami liberaldemocrazia? hanno così paura? Questa è autentica burbanza padronale, signora mia, l' ordine di licenziamento è arrivato direttamente dal capo durante il tour in Bulgaria qualche mese fa e il Cda ora esegue...
Per il resto, Roderigo ha ristabilito il senso delle proporzioni tra la Rai ulivista e quella forzista e nazialleata

Catilina
02-09-02, 21:00
Originally posted by Allanim
uhmm...San Toro: per caso si sta parlando di quel Tizio cacciato dalla RAI ULIVISTA dei Professori [ricordo il bellissimo "Michele Chi?" di Enzo Siciliano..] e per questo COSTRETTO a trasmigrare in Fininvest?! No, non può essere la stessa persona anche perché a quei tempi non ricordo alcun giro-tonto in difesa della democrazia...
p.s. A rischio la libertà?!
Ma per favore, come se i cittadini non fossero a conoscenza di tutte le epurazioni fatte da Zaccaria [v.Minoli]...
La democ-RAZZIA ULIVISTA...!


A me quell' impunito di Santoro alla fine piaceva, anche se ci faceva perdere 100.000 voti a botta con le sue santorate su Dell' Utri e Previti... (Eccezionale l' imitazione di Max Tortora).
Poi mi chiedo: Berlusconi & Soci hanno ormai 6 televisioni e controllano tutta l' informazione via etere. Possibile che non riescano a tollerare neppure una riserva indiana come sarebbe la prossima trasmissione di Santoro? E questa- gdr- me la chiami liberaldemocrazia? hanno così paura? Questa è autentica burbanza padronale, signora mia, l' ordine di licenziamento è arrivato direttamente dal capo durante il tour in Bulgaria qualche mese fa e il Cda ora esegue...
Per il resto, Roderigo ha ristabilito il senso delle proporzioni tra la Rai ulivista e quella forzista e nazialleata

Claude
02-09-02, 21:10
Nessun problema dunque con l'Ulivo. Ieri, però, alla riunione del Cda, Zanda, consigliere di centrosinistra, non ha partecipato alla votazione della mozione "pro Sciuscià". Lui dice per improrogabili impegni familiari



Chissà che l'Ulivo non riesca finalmente a liberarsi di Santoro....

Claude
02-09-02, 21:10
Nessun problema dunque con l'Ulivo. Ieri, però, alla riunione del Cda, Zanda, consigliere di centrosinistra, non ha partecipato alla votazione della mozione "pro Sciuscià". Lui dice per improrogabili impegni familiari



Chissà che l'Ulivo non riesca finalmente a liberarsi di Santoro....

Jan Hus
02-09-02, 22:37
Santoro non mi mancherà.

Non m'importa se è di destra o di sinistra. Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.

Jan Hus
02-09-02, 22:37
Santoro non mi mancherà.

Non m'importa se è di destra o di sinistra. Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.

Catilina
03-09-02, 08:38
Originally posted by Jan Hus
Santoro non mi mancherà.
Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.


Sì sì, guardati allora quegli esempi di imparziale televisione liberaldemocratica che sono i tg di Emilio Fede, i "Porta a Porta" di Bruno Vespa e le cose che fanno su Canale 5 Costanzo e Mentana.
Loro sì che sono ottimi professionisti al di sopra delle parti, estranei a Berlusconi. Mica come Santoro, asservito alla sinistra... Loro sì che fanno il giornalismo all' anglosassone, quello dei "fatti separati dalle opinioni"...

Catilina
03-09-02, 08:38
Originally posted by Jan Hus
Santoro non mi mancherà.
Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.


Sì sì, guardati allora quegli esempi di imparziale televisione liberaldemocratica che sono i tg di Emilio Fede, i "Porta a Porta" di Bruno Vespa e le cose che fanno su Canale 5 Costanzo e Mentana.
Loro sì che sono ottimi professionisti al di sopra delle parti, estranei a Berlusconi. Mica come Santoro, asservito alla sinistra... Loro sì che fanno il giornalismo all' anglosassone, quello dei "fatti separati dalle opinioni"...

carlo rosselli
03-09-02, 10:27
Originally posted by Jan Hus
Santoro non mi mancherà.

Non m'importa se è di destra o di sinistra. Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.

amen

carlo rosselli
03-09-02, 10:27
Originally posted by Jan Hus
Santoro non mi mancherà.

Non m'importa se è di destra o di sinistra. Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.

amen

Roderigo
03-09-02, 11:31
Anche a me non piacciono molti conduttori, ma non per questo ritengo che debbano essere esclusi dalla RAI o addirittura licenziati dal Presidente del Consiglio. Oppure riteniamo che la libertà d'informazione nel servizio pubblico valga solo per i giornalisti che non dispiacciono al governo? O alla coppia "liberale" Claude e Jan Hus?

R.

Roderigo
03-09-02, 11:31
Anche a me non piacciono molti conduttori, ma non per questo ritengo che debbano essere esclusi dalla RAI o addirittura licenziati dal Presidente del Consiglio. Oppure riteniamo che la libertà d'informazione nel servizio pubblico valga solo per i giornalisti che non dispiacciono al governo? O alla coppia "liberale" Claude e Jan Hus?

R.

Claude
03-09-02, 12:15
Originally posted by Roderigo
Anche a me non piacciono molti conduttori, ma non per questo ritengo che debbano essere esclusi dalla RAI o addirittura licenziati dal Presidente del Consiglio. Oppure riteniamo che la libertà d'informazione nel servizio pubblico valga solo per i giornalisti che non dispiacciono al governo? O alla coppia "liberale" Claude e Jan Hus?

R.
No. no, per l'amor del cielo, che Santoro venga epurato è tristissimo, ma non è quello che volevo dire.

Claude
03-09-02, 12:15
Originally posted by Roderigo
Anche a me non piacciono molti conduttori, ma non per questo ritengo che debbano essere esclusi dalla RAI o addirittura licenziati dal Presidente del Consiglio. Oppure riteniamo che la libertà d'informazione nel servizio pubblico valga solo per i giornalisti che non dispiacciono al governo? O alla coppia "liberale" Claude e Jan Hus?

R.
No. no, per l'amor del cielo, che Santoro venga epurato è tristissimo, ma non è quello che volevo dire.

03-09-02, 16:29
Io credo che, in questa discussione, ci si capisca poco fra di noi. Io, per esempio, sono convinta che Santoro non sia affatto un buon giornalista, ma un mediocre demagogo. Questo, però, non significa che io abbia stima dei vari Vespa, Costanzo ecc...che considero, tanto per usare un'espressione d'antan servi dei padroni, anzi del padrone. L'equivoco nasce tutto da che cosa si intende per giornalismo e tv pubblica: un' accozzaglia di imbonitori lottizzati o un servizio, appunto, pubblico, cioè di tutti, dove i giornalisti dovrebbero essere, cioè, i "cani da guardia" dei cittadini? In altri Paesi, non si assiste a questo indegno mercato ch si verifica ad ogni cambio di governo. Naturalmente, anche questa è una carenza dei governi ulivisti, che non hanno minimamente pensato a cambiare questa legge assurda: evidentemente la lottizzazione sta bene anche a loro.

03-09-02, 16:29
Io credo che, in questa discussione, ci si capisca poco fra di noi. Io, per esempio, sono convinta che Santoro non sia affatto un buon giornalista, ma un mediocre demagogo. Questo, però, non significa che io abbia stima dei vari Vespa, Costanzo ecc...che considero, tanto per usare un'espressione d'antan servi dei padroni, anzi del padrone. L'equivoco nasce tutto da che cosa si intende per giornalismo e tv pubblica: un' accozzaglia di imbonitori lottizzati o un servizio, appunto, pubblico, cioè di tutti, dove i giornalisti dovrebbero essere, cioè, i "cani da guardia" dei cittadini? In altri Paesi, non si assiste a questo indegno mercato ch si verifica ad ogni cambio di governo. Naturalmente, anche questa è una carenza dei governi ulivisti, che non hanno minimamente pensato a cambiare questa legge assurda: evidentemente la lottizzazione sta bene anche a loro.

Roderigo
03-09-02, 18:18
Gabriella, sei d'accordo oppure no, con questo appello?

L'APPELLO
«Diciamo no alle ingerenze»

Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org): «La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià». Primi firmatari: Federico Orlando, Fulvio Abbate, Don Vinicio Albanesi, Lucia Annunziata, Luciana e Giorgio Alpi, Stefano Balassone, Riccardo Barenghi, Alessandro Benevenuti, Nancy Brilli, Marco Bonini, Giulietto Chiesa, Don Luigi Ciotti, Daria Colombo, Furio Colombo, Stefano Corradino, Fiammetta Cucurnia, Sandro Curzi, Nando Dalla Chiesa, Giuliana De Sio, Fulvio Fammoni, Fabio Fazio, Sabrina Ferilli, Paolo Flores D'Arcais, Giuseppe D'Avanzo, Dario Fo, Carla Fracci, Carlo Freccero, Tommaso Fulfaro, Vittorio Emiliani, Aldo Gandolfi, Alessandro Galante Garrone, Enrico Ghezzi, Angelo Giacobelli, Paul Ginsborg, Remo Girone, Giuseppe Giulietti, Peter Gomez Giancarlo Governi, Alice, Davide e Pina Grassi, Tano Grasso, Angelo Guglielmi, Gabriele Muccino, Sabina Guzzanti, Francesco La Licata, Maddalena Lambertucci, Gad Lerner, Luciano Ligabue, Roberto Mastroianni, Beppe Melegatti, Marina Minicucci, Mario Monicelli, Roberto Natale, Francesco Pardi, Nicola Piovani, Andrea Purgatori, Amanda Sandrelli, Stefania Sandrelli, Paolo Serventi Longhi, Giovanni Soldati, Franca Rame, Nino Rizzo Nervo, Blas Roca Rey, Giorgio Santelli, Piero Scaramucci, Paolo Sylos Labini, Luca Sofri, Gino Strada, Nicola Tranfaglia, Marco Travaglio, Vincenzo Vita, Vauro, Saverio Vertone, Roberto Zaccaria, Victoria Zinny.

Roderigo
03-09-02, 18:18
Gabriella, sei d'accordo oppure no, con questo appello?

L'APPELLO
«Diciamo no alle ingerenze»

Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org): «La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià». Primi firmatari: Federico Orlando, Fulvio Abbate, Don Vinicio Albanesi, Lucia Annunziata, Luciana e Giorgio Alpi, Stefano Balassone, Riccardo Barenghi, Alessandro Benevenuti, Nancy Brilli, Marco Bonini, Giulietto Chiesa, Don Luigi Ciotti, Daria Colombo, Furio Colombo, Stefano Corradino, Fiammetta Cucurnia, Sandro Curzi, Nando Dalla Chiesa, Giuliana De Sio, Fulvio Fammoni, Fabio Fazio, Sabrina Ferilli, Paolo Flores D'Arcais, Giuseppe D'Avanzo, Dario Fo, Carla Fracci, Carlo Freccero, Tommaso Fulfaro, Vittorio Emiliani, Aldo Gandolfi, Alessandro Galante Garrone, Enrico Ghezzi, Angelo Giacobelli, Paul Ginsborg, Remo Girone, Giuseppe Giulietti, Peter Gomez Giancarlo Governi, Alice, Davide e Pina Grassi, Tano Grasso, Angelo Guglielmi, Gabriele Muccino, Sabina Guzzanti, Francesco La Licata, Maddalena Lambertucci, Gad Lerner, Luciano Ligabue, Roberto Mastroianni, Beppe Melegatti, Marina Minicucci, Mario Monicelli, Roberto Natale, Francesco Pardi, Nicola Piovani, Andrea Purgatori, Amanda Sandrelli, Stefania Sandrelli, Paolo Serventi Longhi, Giovanni Soldati, Franca Rame, Nino Rizzo Nervo, Blas Roca Rey, Giorgio Santelli, Piero Scaramucci, Paolo Sylos Labini, Luca Sofri, Gino Strada, Nicola Tranfaglia, Marco Travaglio, Vincenzo Vita, Vauro, Saverio Vertone, Roberto Zaccaria, Victoria Zinny.

Jan Hus
03-09-02, 21:56
Originally posted by gdr
Io, per esempio, sono convinta che Santoro non sia affatto un buon giornalista, ma un mediocre demagogo. Questo, però, non significa che io abbia stima dei vari Vespa, Costanzo ecc...che considero, tanto per usare un'espressione d'antan servi dei padroni, anzi del padrone. L'equivoco nasce tutto da che cosa si intende per giornalismo e tv pubblica: un' accozzaglia di imbonitori lottizzati o un servizio, appunto, pubblico, cioè di tutti, dove i giornalisti dovrebbero essere, cioè, i "cani da guardia" dei cittadini?

Perfetto.

Con questo rispondo anche a Catilina.

Tra parentesi, non guardo i telegiornali; non per snobismo, ma perché li trovo di pessimo livello.

Jan Hus
03-09-02, 21:56
Originally posted by gdr
Io, per esempio, sono convinta che Santoro non sia affatto un buon giornalista, ma un mediocre demagogo. Questo, però, non significa che io abbia stima dei vari Vespa, Costanzo ecc...che considero, tanto per usare un'espressione d'antan servi dei padroni, anzi del padrone. L'equivoco nasce tutto da che cosa si intende per giornalismo e tv pubblica: un' accozzaglia di imbonitori lottizzati o un servizio, appunto, pubblico, cioè di tutti, dove i giornalisti dovrebbero essere, cioè, i "cani da guardia" dei cittadini?

Perfetto.

Con questo rispondo anche a Catilina.

Tra parentesi, non guardo i telegiornali; non per snobismo, ma perché li trovo di pessimo livello.

Jan Hus
03-09-02, 21:58
Originally posted by Roderigo
Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org): «La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià».

Il mio parere non è stato chiesto, ma io non sono d'accordo con quest'appello.

Jan Hus
03-09-02, 21:58
Originally posted by Roderigo
Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org): «La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià».

Il mio parere non è stato chiesto, ma io non sono d'accordo con quest'appello.

04-09-02, 11:28
Originally posted by Roderigo
Gabriella, sei d'accordo oppure no, con questo appello?

L'APPELLO
«Diciamo no alle ingerenze»

Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org): «La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià».

Questo appello sarebbe stato molto più credibile se tutta questa gente avesse fatto la stessa ammuina in seguito alla defenestrazione di Gad Lerner dal Tg 1, sotto un governo ulivista. Dal punto di vista giornalistico, Lerner, a Santoro, nun se o' vede proprio. Naturalmente sono contraria alle epurazioni, in più fatte da un Berlusconi con la faccia di bronzo, data la sua assoluta predominanza nei mass media. Ripeto, però, mi sarebbe piaciuto che queste persone che hanno firmato avessero affrontato, contestualmente, i due problemi fondamentali che i governi ulivisti si sono guardati bene dal risolvere e che sono alla radice di tutto questo:

a) Conflitto di interessi

b) Riforma del servizio pubblico radiotelevisivo e fine della lottizzazione.

04-09-02, 11:28
Originally posted by Roderigo
Gabriella, sei d'accordo oppure no, con questo appello?

L'APPELLO
«Diciamo no alle ingerenze»

Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org): «La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià».

Questo appello sarebbe stato molto più credibile se tutta questa gente avesse fatto la stessa ammuina in seguito alla defenestrazione di Gad Lerner dal Tg 1, sotto un governo ulivista. Dal punto di vista giornalistico, Lerner, a Santoro, nun se o' vede proprio. Naturalmente sono contraria alle epurazioni, in più fatte da un Berlusconi con la faccia di bronzo, data la sua assoluta predominanza nei mass media. Ripeto, però, mi sarebbe piaciuto che queste persone che hanno firmato avessero affrontato, contestualmente, i due problemi fondamentali che i governi ulivisti si sono guardati bene dal risolvere e che sono alla radice di tutto questo:

a) Conflitto di interessi

b) Riforma del servizio pubblico radiotelevisivo e fine della lottizzazione.

Roderigo
04-09-02, 11:56
Originally posted by Jan Hus
Il mio parere non è stato chiesto, ma io non sono d'accordo con quest'appello.
Il tuo parere è sempre gradito, come dimostra il successo di attenzioni che riscuoti su questo forum. :D
Non ti è stato richiesto perchè la tua posizione era già chiarissima.
Non sei ambiguo come Gabriella. :)

R.

Roderigo
04-09-02, 11:56
Originally posted by Jan Hus
Il mio parere non è stato chiesto, ma io non sono d'accordo con quest'appello.
Il tuo parere è sempre gradito, come dimostra il successo di attenzioni che riscuoti su questo forum. :D
Non ti è stato richiesto perchè la tua posizione era già chiarissima.
Non sei ambiguo come Gabriella. :)

R.

04-09-02, 12:03
Originally posted by Roderigo

Il tuo parere è sempre gradito, come dimostra il successo di attenzioni che riscuoti su questo forum. :D
Non ti è stato richiesto perchè la tua posizione era già chiarissima.
Non sei ambiguo come Gabriella. :)

R.

Io non sono affatto ambigua. Provo fastidio, anzi, per l'ambiguità altrui. Quella, cioè, di chi firma appelli che eludono i problemi reali. ;)

04-09-02, 12:03
Originally posted by Roderigo

Il tuo parere è sempre gradito, come dimostra il successo di attenzioni che riscuoti su questo forum. :D
Non ti è stato richiesto perchè la tua posizione era già chiarissima.
Non sei ambiguo come Gabriella. :)

R.

Io non sono affatto ambigua. Provo fastidio, anzi, per l'ambiguità altrui. Quella, cioè, di chi firma appelli che eludono i problemi reali. ;)

Roderigo
04-09-02, 12:09
Originally posted by gdr
Io non sono affatto ambigua. Provo fastidio, anzi, per l'ambiguità altrui. Quella, cioè, di chi firma appelli che eludono i problemi reali. ;)
In tal caso, puoi dire che NO, l'appello non lo firmi. Così non saresti ambigua. O meglio, non sarebbe ambigua la tua posizione, che finora è stata paragonabile a quella di chi, di fronte alla richiesta immediata di un aumento salariale, risponde filosofando sulla ingiustizia della esistenza del lavoro salariato ed evocando un sistema diverso, dove non sia più necessario richiedere aumenti, poichè questo sarebbe il problema reale.

R.

Roderigo
04-09-02, 12:09
Originally posted by gdr
Io non sono affatto ambigua. Provo fastidio, anzi, per l'ambiguità altrui. Quella, cioè, di chi firma appelli che eludono i problemi reali. ;)
In tal caso, puoi dire che NO, l'appello non lo firmi. Così non saresti ambigua. O meglio, non sarebbe ambigua la tua posizione, che finora è stata paragonabile a quella di chi, di fronte alla richiesta immediata di un aumento salariale, risponde filosofando sulla ingiustizia della esistenza del lavoro salariato ed evocando un sistema diverso, dove non sia più necessario richiedere aumenti, poichè questo sarebbe il problema reale.

R.

04-09-02, 12:22
Originally posted by Roderigo

In tal caso, puoi dire che NO, l'appello non lo firmi. Così non saresti ambigua. O meglio, non sarebbe ambigua la tua posizione, che finora è stata paragonabile a quella di chi, di fronte alla richiesta immediata di un aumento salariale, risponde filosofando sulla ingiustizia della esistenza del lavoro salariato ed evocando un sistema diverso, dove non sia più necessario richiedere aumenti, poichè questo sarebbe il problema reale.

R.

Infatti, credo che non lo firmerei. Provo fastidio per questi "professionisti dell'appello". Uno di quelli, fra questi, che mi dà più fastidio è Citto Maselli: costui fa dei films che sono una ciofeca, però si erge a difensore del cinema italiano e mendica sovvenzioni. Mi spieghi perchè lo Stato dovrebbe finanziare, con le tasse di tutti i cittadini, dei films che sono una schifezza, solo per compiacere il compagno Maselli? Un conto è finanziare un film di Silvio Soldini, un conto è finanziare Maselli. Ma tutto questo non conta, di fronte al fatto che Maselli è di sinistra. Ebbene, esistono anche cazzate di sinistra. Allo stesso modo, Santoro è un giornalista di pessima qualità, Gad Lerner è un bravo giornalista.

04-09-02, 12:22
Originally posted by Roderigo

In tal caso, puoi dire che NO, l'appello non lo firmi. Così non saresti ambigua. O meglio, non sarebbe ambigua la tua posizione, che finora è stata paragonabile a quella di chi, di fronte alla richiesta immediata di un aumento salariale, risponde filosofando sulla ingiustizia della esistenza del lavoro salariato ed evocando un sistema diverso, dove non sia più necessario richiedere aumenti, poichè questo sarebbe il problema reale.

R.

Infatti, credo che non lo firmerei. Provo fastidio per questi "professionisti dell'appello". Uno di quelli, fra questi, che mi dà più fastidio è Citto Maselli: costui fa dei films che sono una ciofeca, però si erge a difensore del cinema italiano e mendica sovvenzioni. Mi spieghi perchè lo Stato dovrebbe finanziare, con le tasse di tutti i cittadini, dei films che sono una schifezza, solo per compiacere il compagno Maselli? Un conto è finanziare un film di Silvio Soldini, un conto è finanziare Maselli. Ma tutto questo non conta, di fronte al fatto che Maselli è di sinistra. Ebbene, esistono anche cazzate di sinistra. Allo stesso modo, Santoro è un giornalista di pessima qualità, Gad Lerner è un bravo giornalista.

Roderigo
04-09-02, 12:27
Originally posted by gdr
Questo appello sarebbe stato molto più credibile se tutta questa gente avesse fatto la stessa ammuina in seguito alla defenestrazione di Gad Lerner dal Tg 1, sotto un governo ulivista. Dal punto di vista giornalistico, Lerner, a Santoro, nun se o' vede proprio.
Tra i firmatari dell'appello c'è anche Gad Lerner.


Originally posted by gdr
b) Riforma del servizio pubblico radiotelevisivo e fine della lottizzazione.
La lottizzazione è già finita.

R.

Roderigo
04-09-02, 12:27
Originally posted by gdr
Questo appello sarebbe stato molto più credibile se tutta questa gente avesse fatto la stessa ammuina in seguito alla defenestrazione di Gad Lerner dal Tg 1, sotto un governo ulivista. Dal punto di vista giornalistico, Lerner, a Santoro, nun se o' vede proprio.
Tra i firmatari dell'appello c'è anche Gad Lerner.


Originally posted by gdr
b) Riforma del servizio pubblico radiotelevisivo e fine della lottizzazione.
La lottizzazione è già finita.

R.

04-09-02, 12:31
Originally posted by Roderigo

Tra i firmatari dell'appello c'è anche Gad Lerner.

Perchè è un signore

La lottizzazione è già finita.

Salvo ricominciare al prossimo governo ulivista
R.

04-09-02, 12:31
Originally posted by Roderigo

Tra i firmatari dell'appello c'è anche Gad Lerner.

Perchè è un signore

La lottizzazione è già finita.

Salvo ricominciare al prossimo governo ulivista
R.

Roderigo
04-09-02, 12:35
Originally posted by gdr
Infatti, credo che non lo firmerei. Provo fastidio per questi "professionisti dell'appello".
Io provo più fastidio per le epurazioni ordinate in diretta televisiva dal presidente del consiglio. Per coloro a cui stanno antipatici Biagi e Santoro, possono anche andar bene, secondo la logica per cui il fine giustifica i mezzi (molto liberale), ma il governo può agire lo stesso potere nei confronti di chiunque. Se i grandi giornalisti vengono colpiti così, quelli minori che margini di autonomia possono avere? Quale potere intimidatorio e ricattatorio ha su tutti i giornalisti della pubblica informazione, un simile provvedimento?
E in cosa consiste l'efficacia immediata della tua reazione? In niente. E come se tu dicessi, "licenziateli pure, anche così"


Originally posted by gdr
Allo stesso modo, Santoro è un giornalista di pessima qualità, Gad Lerner è un bravo giornalista.
Non so su cosa si basino i tuoi giudizi sul giornalismo di Santoro. In ogni caso non è questo il punto. Vedi sopra.

R.

Roderigo
04-09-02, 12:35
Originally posted by gdr
Infatti, credo che non lo firmerei. Provo fastidio per questi "professionisti dell'appello".
Io provo più fastidio per le epurazioni ordinate in diretta televisiva dal presidente del consiglio. Per coloro a cui stanno antipatici Biagi e Santoro, possono anche andar bene, secondo la logica per cui il fine giustifica i mezzi (molto liberale), ma il governo può agire lo stesso potere nei confronti di chiunque. Se i grandi giornalisti vengono colpiti così, quelli minori che margini di autonomia possono avere? Quale potere intimidatorio e ricattatorio ha su tutti i giornalisti della pubblica informazione, un simile provvedimento?
E in cosa consiste l'efficacia immediata della tua reazione? In niente. E come se tu dicessi, "licenziateli pure, anche così"


Originally posted by gdr
Allo stesso modo, Santoro è un giornalista di pessima qualità, Gad Lerner è un bravo giornalista.
Non so su cosa si basino i tuoi giudizi sul giornalismo di Santoro. In ogni caso non è questo il punto. Vedi sopra.

R.

04-09-02, 12:41
Gradirei un tuo parere su Citto Maselli.

04-09-02, 12:41
Gradirei un tuo parere su Citto Maselli.

Roderigo
04-09-02, 12:41
Originally posted by gdr
Perchè è un signore
Perchè è un signore intelligente. Che conosce la differenza tra la lottizzazione ed il latifondo. E vede il salto di qualità che rappresenta un ordine dato in TV dal presidente del consiglio contro tre giornalisti, la cui attività definisce "criminosa".


Originally posted by gdr
La lottizzazione è già finita.
Salvo ricominciare al prossimo governo ulivista
Può darsi. Non sono io che predico il voto ulivista in nome del meno peggio o del pericolo della destra.

R.

Roderigo
04-09-02, 12:41
Originally posted by gdr
Perchè è un signore
Perchè è un signore intelligente. Che conosce la differenza tra la lottizzazione ed il latifondo. E vede il salto di qualità che rappresenta un ordine dato in TV dal presidente del consiglio contro tre giornalisti, la cui attività definisce "criminosa".


Originally posted by gdr
La lottizzazione è già finita.
Salvo ricominciare al prossimo governo ulivista
Può darsi. Non sono io che predico il voto ulivista in nome del meno peggio o del pericolo della destra.

R.

Roderigo
04-09-02, 12:42
Originally posted by gdr
Gradirei un tuo parere su Citto Maselli.
Non cambio discorso.
Apri un altro topic.

R.

Roderigo
04-09-02, 12:42
Originally posted by gdr
Gradirei un tuo parere su Citto Maselli.
Non cambio discorso.
Apri un altro topic.

R.

04-09-02, 12:44
Originally posted by Roderigo

Non cambio discorso.
Apri un altro topic.

R.

Il discorso è quello: tutto si tiene.

04-09-02, 12:44
Originally posted by Roderigo

Non cambio discorso.
Apri un altro topic.

R.

Il discorso è quello: tutto si tiene.

04-09-02, 12:48
Originally posted by Roderigo

Perchè è un signore intelligente. Che conosce la differenza tra la lottizzazione ed il latifondo. E vede il salto di qualità che rappresenta un ordine dato in TV dal presidente del consiglio contro tre giornalisti, la cui attività definisce "criminosa".

Allora, a maggior ragione, l'appello doveva far riferimento a conflitto di interessi e significato del servizio pubblico

Può darsi. Non sono io che predico il voto ulivista in nome del meno peggio o del pericolo della destra.

Naturalmente Rifondazione, se ne avesse la possibilità, riempirebbe lo schermo televisivo di schifezze di Citto Maselli. Tu sai che vi ho pure votati al proporzionale. Ma, quando ce vò, ce vò
R.

04-09-02, 12:48
Originally posted by Roderigo

Perchè è un signore intelligente. Che conosce la differenza tra la lottizzazione ed il latifondo. E vede il salto di qualità che rappresenta un ordine dato in TV dal presidente del consiglio contro tre giornalisti, la cui attività definisce "criminosa".

Allora, a maggior ragione, l'appello doveva far riferimento a conflitto di interessi e significato del servizio pubblico

Può darsi. Non sono io che predico il voto ulivista in nome del meno peggio o del pericolo della destra.

Naturalmente Rifondazione, se ne avesse la possibilità, riempirebbe lo schermo televisivo di schifezze di Citto Maselli. Tu sai che vi ho pure votati al proporzionale. Ma, quando ce vò, ce vò
R.

Roderigo
04-09-02, 13:23
Originally posted by gdr
Il discorso è quello: tutto si tiene.
Diffido dei discorsi nei quali "tutto si tiene".

R.

Roderigo
04-09-02, 13:23
Originally posted by gdr
Il discorso è quello: tutto si tiene.
Diffido dei discorsi nei quali "tutto si tiene".

R.

Roderigo
04-09-02, 13:30
Originally posted by gdr
[i]Allora, a maggior ragione, l'appello doveva far riferimento a conflitto di interessi e significato del servizio pubblico [/]
Non sono d'accordo. L'appello affronta un unico problema ed immediato: la cancellazione del "Fatto" e di "Sciuscià" dai palinsesti televisivi dell'autunno, per ordine pubblico del presidente del consiglio (fatto senza precedenti nella storia della Repubblica). Il resto a dopo. Se devo mobilitarmi per una condanna a morte prevista per la prossima settimana, non mi metto a scrivere appelli per la società futura ispirata all'amore universale. Ho solo sette giorni di tempo. Questo è l'unico problema reale.

R.

Roderigo
04-09-02, 13:30
Originally posted by gdr
[i]Allora, a maggior ragione, l'appello doveva far riferimento a conflitto di interessi e significato del servizio pubblico [/]
Non sono d'accordo. L'appello affronta un unico problema ed immediato: la cancellazione del "Fatto" e di "Sciuscià" dai palinsesti televisivi dell'autunno, per ordine pubblico del presidente del consiglio (fatto senza precedenti nella storia della Repubblica). Il resto a dopo. Se devo mobilitarmi per una condanna a morte prevista per la prossima settimana, non mi metto a scrivere appelli per la società futura ispirata all'amore universale. Ho solo sette giorni di tempo. Questo è l'unico problema reale.

R.

Roderigo
04-09-02, 13:31
Originally posted by gdr
Naturalmente Rifondazione, se ne avesse la possibilità, riempirebbe lo schermo televisivo di schifezze di Citto Maselli. Tu sai che vi ho pure votati al proporzionale. Ma, quando ce vò, ce vò
Io giudico solo i fatti.
Per inquisire le intenzioni (pratica molto liberal), tu e Jan Hus, siete più che sufficienti.

R.

Roderigo
04-09-02, 13:31
Originally posted by gdr
Naturalmente Rifondazione, se ne avesse la possibilità, riempirebbe lo schermo televisivo di schifezze di Citto Maselli. Tu sai che vi ho pure votati al proporzionale. Ma, quando ce vò, ce vò
Io giudico solo i fatti.
Per inquisire le intenzioni (pratica molto liberal), tu e Jan Hus, siete più che sufficienti.

R.

Catilina
04-09-02, 16:35
Originally posted by gdr


chi firma appelli che eludono i problemi reali.

A gidier, qui il problema reale è molto semplice: se tu e Jan Hus mi fate fuori Santoro, ma contestualmente mi lasciate in onda il cardinal Vespone, Emilio Fede in Berlusconi, Costanzo, Mentana, il Gabibbo & Company dicendo che il punto non è questo, io, Roderigo e tutti gli altri della combriccola comunista che anima questo forum (e insieme a noi la metà dell' elettorato italiano) ci dovremo sorbire la televisione di regime di Raiset almeno fino al 2006 e rinunciare ad avere un minimo di contraddittorio. Cosa che prima, pur con tanti limiti, si poteva trovare zippando sui canali.
Ti sembra carino tutto ciò? Ti sembra liberaldemocratico? A me proprio no.
Per il resto, lo so che Santoro è un miliardario, anzi so anche che qualche volta ci fa perdere 100.000 voti con le sue santorate, ma oggi come oggi chi dice "Sciuscià" dice Resistenza (contro la burbanza padronale dei berlusconidi).
Oh bella ciao, gdr.

Catilina
04-09-02, 16:35
Originally posted by gdr


chi firma appelli che eludono i problemi reali.

A gidier, qui il problema reale è molto semplice: se tu e Jan Hus mi fate fuori Santoro, ma contestualmente mi lasciate in onda il cardinal Vespone, Emilio Fede in Berlusconi, Costanzo, Mentana, il Gabibbo & Company dicendo che il punto non è questo, io, Roderigo e tutti gli altri della combriccola comunista che anima questo forum (e insieme a noi la metà dell' elettorato italiano) ci dovremo sorbire la televisione di regime di Raiset almeno fino al 2006 e rinunciare ad avere un minimo di contraddittorio. Cosa che prima, pur con tanti limiti, si poteva trovare zippando sui canali.
Ti sembra carino tutto ciò? Ti sembra liberaldemocratico? A me proprio no.
Per il resto, lo so che Santoro è un miliardario, anzi so anche che qualche volta ci fa perdere 100.000 voti con le sue santorate, ma oggi come oggi chi dice "Sciuscià" dice Resistenza (contro la burbanza padronale dei berlusconidi).
Oh bella ciao, gdr.

yurj
04-09-02, 17:05
Originally posted by Jan Hus
Santoro non mi mancherà.

Non m'importa se è di destra o di sinistra. Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.

Si, infatti si vedeva continuamente Fiamma Nirenstein, troppo faziosa.

yurj
04-09-02, 17:05
Originally posted by Jan Hus
Santoro non mi mancherà.

Non m'importa se è di destra o di sinistra. Il suo è un pessimo programma di pessima informazione, in cui la demagogia la fa da padrone; un autentico esempio di televisione spazzatura.

Si, infatti si vedeva continuamente Fiamma Nirenstein, troppo faziosa.

yurj
04-09-02, 17:08
Originally posted by gdr


Questo appello sarebbe stato molto più credibile se tutta questa gente avesse fatto la stessa ammuina in seguito alla defenestrazione di Gad Lerner dal Tg 1, sotto un governo ulivista. Dal punto di vista giornalistico, Lerner, a Santoro, nun se o' vede proprio.

Scusa, ma quali inchieste o articoli di Lerner puoi citare a memoria? :confused:

E quali sarebbero i bravi giornalisti in Italia?

yurj
04-09-02, 17:08
Originally posted by gdr


Questo appello sarebbe stato molto più credibile se tutta questa gente avesse fatto la stessa ammuina in seguito alla defenestrazione di Gad Lerner dal Tg 1, sotto un governo ulivista. Dal punto di vista giornalistico, Lerner, a Santoro, nun se o' vede proprio.

Scusa, ma quali inchieste o articoli di Lerner puoi citare a memoria? :confused:

E quali sarebbero i bravi giornalisti in Italia?

04-09-02, 17:09
Originally posted by Catilina


A gidier, qui il problema reale è molto semplice: se tu e Jan Hus mi fate fuori Santoro, ma contestualmente mi lasciate in onda il cardinal Vespone, Emilio Fede in Berlusconi, Costanzo, Mentana, il Gabibbo & Company dicendo che il punto non è questo, io, Roderigo e tutti gli altri della combriccola comunista che anima questo forum (e insieme a noi la metà dell' elettorato italiano) ci dovremo sorbire la televisione di regime di Raiset almeno fino al 2006 e rinunciare ad avere un minimo di contraddittorio. Cosa che prima, pur con tanti limiti, si poteva trovare zippando sui canali.
Ti sembra carino tutto ciò? Ti sembra liberaldemocratico? A me proprio no.
Per il resto, lo so che Santoro è un miliardario, anzi so anche che qualche volta ci fa perdere 100.000 voti con le sue santorate, ma oggi come oggi chi dice "Sciuscià" dice Resistenza (contro la burbanza padronale dei berlusconidi).
Oh bella ciao, gdr.
Guarda che io li faccio fuori tutti: l'untuoso Vespa, il piduista Costanzo, il servo sciocco Fede, l'ipocrita Mentana e tutti quei cialtroni che si spacciano per giornalisti. In maniera incruenta: con il telecomando.

04-09-02, 17:09
Originally posted by Catilina


A gidier, qui il problema reale è molto semplice: se tu e Jan Hus mi fate fuori Santoro, ma contestualmente mi lasciate in onda il cardinal Vespone, Emilio Fede in Berlusconi, Costanzo, Mentana, il Gabibbo & Company dicendo che il punto non è questo, io, Roderigo e tutti gli altri della combriccola comunista che anima questo forum (e insieme a noi la metà dell' elettorato italiano) ci dovremo sorbire la televisione di regime di Raiset almeno fino al 2006 e rinunciare ad avere un minimo di contraddittorio. Cosa che prima, pur con tanti limiti, si poteva trovare zippando sui canali.
Ti sembra carino tutto ciò? Ti sembra liberaldemocratico? A me proprio no.
Per il resto, lo so che Santoro è un miliardario, anzi so anche che qualche volta ci fa perdere 100.000 voti con le sue santorate, ma oggi come oggi chi dice "Sciuscià" dice Resistenza (contro la burbanza padronale dei berlusconidi).
Oh bella ciao, gdr.
Guarda che io li faccio fuori tutti: l'untuoso Vespa, il piduista Costanzo, il servo sciocco Fede, l'ipocrita Mentana e tutti quei cialtroni che si spacciano per giornalisti. In maniera incruenta: con il telecomando.

04-09-02, 17:40
Originally posted by yurj


Scusa, ma quali inchieste o articoli di Lerner puoi citare a memoria? :confused:

E quali sarebbero i bravi giornalisti in Italia?

Alla fine degli anni ottanta, credo, Lerner fece un'ottima inchiesta sulla classe operaia e sulle sue modificazioni, credo per l'Espresso, ma potrei sbagliarmi. E' stato fra i primi a capire il fenomeno Lega. Nella conduzione televisiva dei suoi talk show, non ha mai fatto colui che intervista sè stesso, ma l'intervistatore. Non fa interviste in ginocchio a nessuno e le sue sono sempre domande "imbarazzanti" per l'interlocutore, chiunque esso sia, ed è giusto così. Infine, non permette agli intervistati di sgusciare e di fare i furbi, ma li incalza. Se insistono, toglie loro la parola, senza timori reverenziali nei confronti di nessuno.

Di bravi giornalisti, in Italia, ve ne sono pochissimi. Oltre a Lerner, c'era Montanelli, che è morto, Marco Travaglio, allievo di Montanelli, Camilla Cederna, anche lei scomparsa, e la Paganelli, quella che fa "Report",(credo si dica così) in televisione.

04-09-02, 17:40
Originally posted by yurj


Scusa, ma quali inchieste o articoli di Lerner puoi citare a memoria? :confused:

E quali sarebbero i bravi giornalisti in Italia?

Alla fine degli anni ottanta, credo, Lerner fece un'ottima inchiesta sulla classe operaia e sulle sue modificazioni, credo per l'Espresso, ma potrei sbagliarmi. E' stato fra i primi a capire il fenomeno Lega. Nella conduzione televisiva dei suoi talk show, non ha mai fatto colui che intervista sè stesso, ma l'intervistatore. Non fa interviste in ginocchio a nessuno e le sue sono sempre domande "imbarazzanti" per l'interlocutore, chiunque esso sia, ed è giusto così. Infine, non permette agli intervistati di sgusciare e di fare i furbi, ma li incalza. Se insistono, toglie loro la parola, senza timori reverenziali nei confronti di nessuno.

Di bravi giornalisti, in Italia, ve ne sono pochissimi. Oltre a Lerner, c'era Montanelli, che è morto, Marco Travaglio, allievo di Montanelli, Camilla Cederna, anche lei scomparsa, e la Paganelli, quella che fa "Report",(credo si dica così) in televisione.

Catilina
04-09-02, 18:12
Originally posted by gdr

Guarda che io li faccio fuori tutti con il telecomando.

Tu, ma gli altri 50 milioni e passa di Italiani che fanno? Ma questo è aristocraticismo! E così dove va a finire la liberaldemocrazia che si fonda sul confronto-scontro di opinioni?

Catilina
04-09-02, 18:12
Originally posted by gdr

Guarda che io li faccio fuori tutti con il telecomando.

Tu, ma gli altri 50 milioni e passa di Italiani che fanno? Ma questo è aristocraticismo! E così dove va a finire la liberaldemocrazia che si fonda sul confronto-scontro di opinioni?

Roderigo
04-09-02, 18:20
Conoscevo qualcuno il quale considerando lo stato sociale parte integrante del capitalismo, riteneva la demolizione dello stato sociale come l'inizio dell'abbattimento del capitalismo.
Allo stesso modo, se tutti i giornalisti televisivi sono da far fuori, perchè ... (chissà perchè), il siluramento berlusconiano di Biagi e Santoro può essere visto come l'inizio di un opera meritoria.

R.

Roderigo
04-09-02, 18:20
Conoscevo qualcuno il quale considerando lo stato sociale parte integrante del capitalismo, riteneva la demolizione dello stato sociale come l'inizio dell'abbattimento del capitalismo.
Allo stesso modo, se tutti i giornalisti televisivi sono da far fuori, perchè ... (chissà perchè), il siluramento berlusconiano di Biagi e Santoro può essere visto come l'inizio di un opera meritoria.

R.

Roderigo
04-09-02, 18:34
Originally posted by gdr
Alla fine degli anni ottanta, credo, Lerner fece un'ottima inchiesta sulla classe operaia e sulle sue modificazioni, credo per l'Espresso, ma potrei sbagliarmi. E' stato fra i primi a capire il fenomeno Lega. Nella conduzione televisiva dei suoi talk show, non ha mai fatto colui che intervista sè stesso, ma l'intervistatore. Non fa interviste in ginocchio a nessuno e le sue sono sempre domande "imbarazzanti" per l'interlocutore, chiunque esso sia, ed è giusto così. Infine, non permette agli intervistati di sgusciare e di fare i furbi, ma li incalza. Se insistono, toglie loro la parola, senza timori reverenziali nei confronti di nessuno.
Di bravi giornalisti, in Italia, ve ne sono pochissimi. Oltre a Lerner, c'era Montanelli, che è morto, Marco Travaglio, allievo di Montanelli, Camilla Cederna, anche lei scomparsa, e la Paganelli, quella che fa "Report",(credo si dica così) in televisione.
Emilio Fede fece ottime inchieste sull'industria alimentare ed è oggi l'unico giornalista capace di condurre un telegiornale senza leggere nel gobbo. E' indubbiamente un grande professionista. L'uso che poi fa delle proprie qualità professionali sono un'altro discorso. Stesso discorso per Montanelli. Era un reazionario, ma lo stesso un grande giornalista. Tuttavia, cosa c'entra questo? Di cosa stiamo parlando? Forse, Biagi e Santoro vengono silurati perchè non sono bravi giornalisti? Quando la Nato bombardava la Jugoslavia, in tutto il panorama televisivo vi era solo una trasmissione condotta da un punto di vista non filo-americano. E non era quella di Gad Lerner. Quando vi sono scioperi e rinnovi contruattuali, vi è una sola trasmissione che affronta il problema anche da un punto di vista sindacale, e non è quella di Gad Lerner, che di operai, appunto non si occupa più dalla fine degli anni '80. Che piaccio o no, l'unico giornalista alternativo in TV è Michele Santoro, per questo ad ogni cambio di governo, la sua posizione è sempre precaria. Non certo per i tuoi "giudizi professionali". La differenza rispetto al passato - e qui la forma è sostanza - è che oggi, questo viene esplicitamente dichiarato in diretta TV dallo stesso presidente del consiglio.

R.

Roderigo
04-09-02, 18:34
Originally posted by gdr
Alla fine degli anni ottanta, credo, Lerner fece un'ottima inchiesta sulla classe operaia e sulle sue modificazioni, credo per l'Espresso, ma potrei sbagliarmi. E' stato fra i primi a capire il fenomeno Lega. Nella conduzione televisiva dei suoi talk show, non ha mai fatto colui che intervista sè stesso, ma l'intervistatore. Non fa interviste in ginocchio a nessuno e le sue sono sempre domande "imbarazzanti" per l'interlocutore, chiunque esso sia, ed è giusto così. Infine, non permette agli intervistati di sgusciare e di fare i furbi, ma li incalza. Se insistono, toglie loro la parola, senza timori reverenziali nei confronti di nessuno.
Di bravi giornalisti, in Italia, ve ne sono pochissimi. Oltre a Lerner, c'era Montanelli, che è morto, Marco Travaglio, allievo di Montanelli, Camilla Cederna, anche lei scomparsa, e la Paganelli, quella che fa "Report",(credo si dica così) in televisione.
Emilio Fede fece ottime inchieste sull'industria alimentare ed è oggi l'unico giornalista capace di condurre un telegiornale senza leggere nel gobbo. E' indubbiamente un grande professionista. L'uso che poi fa delle proprie qualità professionali sono un'altro discorso. Stesso discorso per Montanelli. Era un reazionario, ma lo stesso un grande giornalista. Tuttavia, cosa c'entra questo? Di cosa stiamo parlando? Forse, Biagi e Santoro vengono silurati perchè non sono bravi giornalisti? Quando la Nato bombardava la Jugoslavia, in tutto il panorama televisivo vi era solo una trasmissione condotta da un punto di vista non filo-americano. E non era quella di Gad Lerner. Quando vi sono scioperi e rinnovi contruattuali, vi è una sola trasmissione che affronta il problema anche da un punto di vista sindacale, e non è quella di Gad Lerner, che di operai, appunto non si occupa più dalla fine degli anni '80. Che piaccio o no, l'unico giornalista alternativo in TV è Michele Santoro, per questo ad ogni cambio di governo, la sua posizione è sempre precaria. Non certo per i tuoi "giudizi professionali". La differenza rispetto al passato - e qui la forma è sostanza - è che oggi, questo viene esplicitamente dichiarato in diretta TV dallo stesso presidente del consiglio.

R.

Jan Hus
04-09-02, 22:34
Originally posted by gdr
Infatti, credo che non lo firmerei. Provo fastidio per questi "professionisti dell'appello".

:):):)


Originally posted by gdr
Uno di quelli, fra questi, che mi dà più fastidio è Citto Maselli: costui fa dei films che sono una ciofeca, però si erge a difensore del cinema italiano e mendica sovvenzioni. Mi spieghi perchè lo Stato dovrebbe finanziare, con le tasse di tutti i cittadini, dei films che sono una schifezza, solo per compiacere il compagno Maselli? Un conto è finanziare un film di Silvio Soldini, un conto è finanziare Maselli. Ma tutto questo non conta, di fronte al fatto che Maselli è di sinistra. Ebbene, esistono anche cazzate di sinistra.

:-0003p:-0003p:-0003p

Su Maselli mi hai letto nel pensiero!!!

Jan Hus
04-09-02, 22:34
Originally posted by gdr
Infatti, credo che non lo firmerei. Provo fastidio per questi "professionisti dell'appello".

:):):)


Originally posted by gdr
Uno di quelli, fra questi, che mi dà più fastidio è Citto Maselli: costui fa dei films che sono una ciofeca, però si erge a difensore del cinema italiano e mendica sovvenzioni. Mi spieghi perchè lo Stato dovrebbe finanziare, con le tasse di tutti i cittadini, dei films che sono una schifezza, solo per compiacere il compagno Maselli? Un conto è finanziare un film di Silvio Soldini, un conto è finanziare Maselli. Ma tutto questo non conta, di fronte al fatto che Maselli è di sinistra. Ebbene, esistono anche cazzate di sinistra.

:-0003p:-0003p:-0003p

Su Maselli mi hai letto nel pensiero!!!

Jan Hus
04-09-02, 22:38
Il punto è che Santoro, alla RAI, non ci sarebbe mai neanche dovuto entrare.

Costanzo, Fede e gran parte dei giornalisti della Mediaset fanno schifo; tuttavia, la Mediaset è una televisione privata, e ci lavora chi va bene a chi la possiede.

La RAI, invece, è una televisione di stato, e la sua esistenza in quanto tale si giustifica in quanto rende un servizio pubblico.

I programmi di Santoro sono un disservizio pseudopubblico.

Diverso il discorso su Biagi.

Jan Hus
04-09-02, 22:38
Il punto è che Santoro, alla RAI, non ci sarebbe mai neanche dovuto entrare.

Costanzo, Fede e gran parte dei giornalisti della Mediaset fanno schifo; tuttavia, la Mediaset è una televisione privata, e ci lavora chi va bene a chi la possiede.

La RAI, invece, è una televisione di stato, e la sua esistenza in quanto tale si giustifica in quanto rende un servizio pubblico.

I programmi di Santoro sono un disservizio pseudopubblico.

Diverso il discorso su Biagi.

yurj
05-09-02, 09:33
Originally posted by Jan Hus
Il punto è che Santoro, alla RAI, non ci sarebbe mai neanche dovuto entrare.

Costanzo, Fede e gran parte dei giornalisti della Mediaset fanno schifo; tuttavia, la Mediaset è una televisione privata, e ci lavora chi va bene a chi la possiede.

La RAI, invece, è una televisione di stato, e la sua esistenza in quanto tale si giustifica in quanto rende un servizio pubblico.

I programmi di Santoro sono un disservizio pseudopubblico.

Diverso il discorso su Biagi.

Ha parlato mister nessuno, quello che vorrebbe la Bonino al posto di Santoro.. ma va... :D

yurj
05-09-02, 09:33
Originally posted by Jan Hus
Il punto è che Santoro, alla RAI, non ci sarebbe mai neanche dovuto entrare.

Costanzo, Fede e gran parte dei giornalisti della Mediaset fanno schifo; tuttavia, la Mediaset è una televisione privata, e ci lavora chi va bene a chi la possiede.

La RAI, invece, è una televisione di stato, e la sua esistenza in quanto tale si giustifica in quanto rende un servizio pubblico.

I programmi di Santoro sono un disservizio pseudopubblico.

Diverso il discorso su Biagi.

Ha parlato mister nessuno, quello che vorrebbe la Bonino al posto di Santoro.. ma va... :D

Roderigo
05-09-02, 11:46
Il sito di Sciuscià

http://www.sciuscia.rai.it/2000/2002_06_10_copertina_home_03.jpg

http://www.sciuscia.rai.it/home

Roderigo
05-09-02, 11:46
Il sito di Sciuscià

http://www.sciuscia.rai.it/2000/2002_06_10_copertina_home_03.jpg

http://www.sciuscia.rai.it/home

05-09-02, 13:11
Originally posted by Jan Hus
Il punto è che Santoro, alla RAI, non ci sarebbe mai neanche dovuto entrare.


Naturalmente lo stesso discorso va fatto per Vespa: io vedrei molto meglio una campagna per la cacciata di Vespa, piuttosto che quella per il reintegro di Santoro. Vespa ha un modo davvero osceno di fare informazione.

Costanzo, Fede e gran parte dei giornalisti della Mediaset fanno schifo; tuttavia, la Mediaset è una televisione privata, e ci lavora chi va bene a chi la possiede.

Questo è vero. Però non bisogna dimenticare che, in un Paese decente, nessuno potrebbe possedere tre tv e fare anche il capo di governo.

La RAI, invece, è una televisione di stato, e la sua esistenza in quanto tale si giustifica in quanto rende un servizio pubblico.

I programmi di Santoro sono un disservizio pseudopubblico.

Diverso il discorso su Biagi

D'accordissimo. Anzi, fare la campagna per entrambi, significa confondere le acque fra buona e cattiva informazione.

05-09-02, 13:11
Originally posted by Jan Hus
Il punto è che Santoro, alla RAI, non ci sarebbe mai neanche dovuto entrare.


Naturalmente lo stesso discorso va fatto per Vespa: io vedrei molto meglio una campagna per la cacciata di Vespa, piuttosto che quella per il reintegro di Santoro. Vespa ha un modo davvero osceno di fare informazione.

Costanzo, Fede e gran parte dei giornalisti della Mediaset fanno schifo; tuttavia, la Mediaset è una televisione privata, e ci lavora chi va bene a chi la possiede.

Questo è vero. Però non bisogna dimenticare che, in un Paese decente, nessuno potrebbe possedere tre tv e fare anche il capo di governo.

La RAI, invece, è una televisione di stato, e la sua esistenza in quanto tale si giustifica in quanto rende un servizio pubblico.

I programmi di Santoro sono un disservizio pseudopubblico.

Diverso il discorso su Biagi

D'accordissimo. Anzi, fare la campagna per entrambi, significa confondere le acque fra buona e cattiva informazione.

Roderigo
05-09-02, 13:30
Originally posted by gdr
Naturalmente lo stesso discorso va fatto per Vespa: io vedrei molto meglio una campagna per la cacciata di Vespa, piuttosto che quella per il reintegro di Santoro. Vespa ha un modo davvero osceno di fare informazione.
Ci manca solo la par condicio delle epurazioni.


Originally posted by gdr
D'accordissimo. Anzi, fare la campagna per entrambi, significa confondere le acque fra buona e cattiva informazione.
Non esiste solo la "cattiva informazione". Esiste anche la cattiva critica all'informazione. E' quella che viene espressa in modo gratuito, senza argomenti a suo sostegno. E' una cosa non sostanzialmente diversa dall'insulto. Una cosa di pessimo gusto se rivolta nei confronti di un giornalista vittima di censura ed epureazione.

R.

Roderigo
05-09-02, 13:30
Originally posted by gdr
Naturalmente lo stesso discorso va fatto per Vespa: io vedrei molto meglio una campagna per la cacciata di Vespa, piuttosto che quella per il reintegro di Santoro. Vespa ha un modo davvero osceno di fare informazione.
Ci manca solo la par condicio delle epurazioni.


Originally posted by gdr
D'accordissimo. Anzi, fare la campagna per entrambi, significa confondere le acque fra buona e cattiva informazione.
Non esiste solo la "cattiva informazione". Esiste anche la cattiva critica all'informazione. E' quella che viene espressa in modo gratuito, senza argomenti a suo sostegno. E' una cosa non sostanzialmente diversa dall'insulto. Una cosa di pessimo gusto se rivolta nei confronti di un giornalista vittima di censura ed epureazione.

R.

yurj
05-09-02, 13:51
Originally posted by Roderigo

Ci manca solo la par condicio delle epurazioni.


Non esiste solo la "cattiva informazione". Esiste anche la cattiva critica all'informazione.

R.

Che si accompagna sovente alla "cattiva" critica del cinema.

yurj
05-09-02, 13:51
Originally posted by Roderigo

Ci manca solo la par condicio delle epurazioni.


Non esiste solo la "cattiva informazione". Esiste anche la cattiva critica all'informazione.

R.

Che si accompagna sovente alla "cattiva" critica del cinema.

05-09-02, 13:58
Originally posted by Roderigo

Ci manca solo la par condicio delle epurazioni.

Allora teniamoci questi tromboni lottizzati. Non protestiamo, però, quando Vespa fa le sceneggiate con la scrivania, il notaio e il contratto per gli italiani


Non esiste solo la "cattiva informazione". Esiste anche la cattiva critica all'informazione. E' quella che viene espressa in modo gratuito, senza argomenti a suo sostegno. E' una cosa non sostanzialmente diversa dall'insulto. Una cosa di pessimo gusto se rivolta nei confronti di un giornalista vittima di censura ed epureazione.
A me pare di aver chiarito cos' è un buon giornalista conduttore, nel post in cui parlavo del modo di condurre le trasmissioni da parte di Gad Lerner: Santoro è l'esatto opposto. Inoltre, non e vero che Lerner non si occupi di operai e contratti: alle sue trasmissioni ho visto più delegati Fiom che in quelle di Vespa e Santoro. Ma erano soprattutto operai "veri", come anche ho visto immigrati, senza casa, musulmani, disoccupati, leghisti di base...a cui finalmente è stata data la parola, messi alla pari con i dirigenti politici, senza nessun timore reverenziale nei confronti di questi ultimi.
R.

05-09-02, 13:58
Originally posted by Roderigo

Ci manca solo la par condicio delle epurazioni.

Allora teniamoci questi tromboni lottizzati. Non protestiamo, però, quando Vespa fa le sceneggiate con la scrivania, il notaio e il contratto per gli italiani


Non esiste solo la "cattiva informazione". Esiste anche la cattiva critica all'informazione. E' quella che viene espressa in modo gratuito, senza argomenti a suo sostegno. E' una cosa non sostanzialmente diversa dall'insulto. Una cosa di pessimo gusto se rivolta nei confronti di un giornalista vittima di censura ed epureazione.
A me pare di aver chiarito cos' è un buon giornalista conduttore, nel post in cui parlavo del modo di condurre le trasmissioni da parte di Gad Lerner: Santoro è l'esatto opposto. Inoltre, non e vero che Lerner non si occupi di operai e contratti: alle sue trasmissioni ho visto più delegati Fiom che in quelle di Vespa e Santoro. Ma erano soprattutto operai "veri", come anche ho visto immigrati, senza casa, musulmani, disoccupati, leghisti di base...a cui finalmente è stata data la parola, messi alla pari con i dirigenti politici, senza nessun timore reverenziale nei confronti di questi ultimi.
R.

Roderigo
05-09-02, 14:38
Originally posted by gdr
Allora teniamoci questi tromboni lottizzati. Non protestiamo, però, quando Vespa fa le sceneggiate con la scrivania, il notaio e il contratto per gli italiani
Oggi non ci sono più "tromboni lottizzati" ma solo tromboni latifondizzati.
Il peggior giornalista è preferibile alla migliore delle epurazioni.
Sfido a trovare in tutti i forum, un mio solo post di protesta contro questo o quel giornalista. Io sono per la libertà d'informazione e non me la prendo mai con chi lavora.
Se Vespa venisse epurato allo stesso modo firmerei anche per lui. Perchè le epurazioni di carattere politico, per di più pubblicamente ordinate, sono inammissibili. Un liberale non averebbe altro da dire su questo.


Originally posted by gdr
A me pare di aver chiarito cos' è un buon giornalista conduttore, nel post in cui parlavo del modo di condurre le trasmissioni da parte di Gad Lerner: Santoro è l'esatto opposto.
A me pare proprio di no. Non hai chiarito un bel niente. Hai soltanto detto che Santoro è un demagogo. Questa non è critica, è solo un insulto, buono per compiacere Jan Hus, ma per nient'altro.


Originally posted by gdr
Inoltre, non e vero che Lerner non si occupi di operai e contratti: alle sue trasmissioni ho visto più delegati Fiom che in quelle di Vespa e Santoro. Ma erano soprattutto operai "veri", come anche ho visto immigrati, senza casa, musulmani, disoccupati, leghisti di base...a cui finalmente è stata data la parola, messi alla pari con i dirigenti politici, senza nessun timore reverenziale nei confronti di questi ultimi.
Ma cosa racconti? Ai tempi di "Pronfondo Nord". In quelle trasmissioni protagonista era, non la classe operaia, che vi faceva solo da comparsa, ma la piccola imprenditoria leghista. Invece, è proprio nelle trasmissioni di Santoro che la piazza è stata portata in televisione. Le stesse trasmissioni di Lerner, come quella citata, sono successive a Samarcanda. Per tacere poi della raffinata propaganda bellica che Lerner fece ogni sera ai tempi della guerra del Kosovo, mentre Santoro andava sul ponte di Belgrado. Solo le trasmissioni di Santoro, negli ultimi anni, hanno dato spazio ai pacifisti, ai no-global, ai palestinesi, ai lavoratori socialmente utili, agli operai in lotta per i contratti. Così sarebbe avvenuto anche in questo autunno. Sarebbe avvenuto in Sciuscià. Non nella tua BBC immaginaria.

R.

Roderigo
05-09-02, 14:38
Originally posted by gdr
Allora teniamoci questi tromboni lottizzati. Non protestiamo, però, quando Vespa fa le sceneggiate con la scrivania, il notaio e il contratto per gli italiani
Oggi non ci sono più "tromboni lottizzati" ma solo tromboni latifondizzati.
Il peggior giornalista è preferibile alla migliore delle epurazioni.
Sfido a trovare in tutti i forum, un mio solo post di protesta contro questo o quel giornalista. Io sono per la libertà d'informazione e non me la prendo mai con chi lavora.
Se Vespa venisse epurato allo stesso modo firmerei anche per lui. Perchè le epurazioni di carattere politico, per di più pubblicamente ordinate, sono inammissibili. Un liberale non averebbe altro da dire su questo.


Originally posted by gdr
A me pare di aver chiarito cos' è un buon giornalista conduttore, nel post in cui parlavo del modo di condurre le trasmissioni da parte di Gad Lerner: Santoro è l'esatto opposto.
A me pare proprio di no. Non hai chiarito un bel niente. Hai soltanto detto che Santoro è un demagogo. Questa non è critica, è solo un insulto, buono per compiacere Jan Hus, ma per nient'altro.


Originally posted by gdr
Inoltre, non e vero che Lerner non si occupi di operai e contratti: alle sue trasmissioni ho visto più delegati Fiom che in quelle di Vespa e Santoro. Ma erano soprattutto operai "veri", come anche ho visto immigrati, senza casa, musulmani, disoccupati, leghisti di base...a cui finalmente è stata data la parola, messi alla pari con i dirigenti politici, senza nessun timore reverenziale nei confronti di questi ultimi.
Ma cosa racconti? Ai tempi di "Pronfondo Nord". In quelle trasmissioni protagonista era, non la classe operaia, che vi faceva solo da comparsa, ma la piccola imprenditoria leghista. Invece, è proprio nelle trasmissioni di Santoro che la piazza è stata portata in televisione. Le stesse trasmissioni di Lerner, come quella citata, sono successive a Samarcanda. Per tacere poi della raffinata propaganda bellica che Lerner fece ogni sera ai tempi della guerra del Kosovo, mentre Santoro andava sul ponte di Belgrado. Solo le trasmissioni di Santoro, negli ultimi anni, hanno dato spazio ai pacifisti, ai no-global, ai palestinesi, ai lavoratori socialmente utili, agli operai in lotta per i contratti. Così sarebbe avvenuto anche in questo autunno. Sarebbe avvenuto in Sciuscià. Non nella tua BBC immaginaria.

R.

05-09-02, 15:43
Originally posted by Roderigo

Oggi non ci sono più "tromboni lottizzati" ma solo tromboni latifondizzati.
Il peggior giornalista è preferibile alla migliore delle epurazioni.
Sfido a trovare in tutti i forum, un mio solo post di protesta contro questo o quel giornalista. Io sono per la libertà d'informazione e non me la prendo mai con chi lavora.
Se Vespa venisse epurato allo stesso modo firmerei anche per lui. Perchè le epurazioni di carattere politico, per di più pubblicamente ordinate, sono inammissibili. Un liberale non averebbe altro da dire su questo.

Io invece non firmerei affatto, perchè Vespa non fa informazione, ma disinformatja. Mi spieghi perchè si debbano dare compensi multimiliardari e la responsabilità di una trasmissione importante a uno che fa interviste in ginocchio ai potenti e pagliacciate come quella della scrivania, con i soldi dei cittadini? Anche il più oscuro di giornalisti Rai farebbe qualcosa di più decoroso, con risparmio per le casse Rai, fra l'altro.

A me pare proprio di no. Non hai chiarito un bel niente. Hai soltanto detto che Santoro è un demagogo. Questa non è critica, è solo un insulto, buono per compiacere Jan Hus, ma per nient'altro.

Non ci posso far nulla: i miei mezzi espressivi sono limitati.


Ma cosa racconti? Ai tempi di "Pronfondo Nord". In quelle trasmissioni protagonista era, non la classe operaia, che vi faceva solo da comparsa, ma la piccola imprenditoria leghista. Invece, è proprio nelle trasmissioni di Santoro che la piazza è stata portata in televisione. Le stesse trasmissioni di Lerner, come quella citata, sono successive a Samarcanda. Per tacere poi della raffinata propaganda bellica che Lerner fece ogni sera ai tempi della guerra del Kosovo, mentre Santoro andava sul ponte di Belgrado. Solo le trasmissioni di Santoro, negli ultimi anni, hanno dato spazio ai pacifisti, ai no-global, ai palestinesi, ai lavoratori socialmente utili, agli operai in lotta per i contratti. Così sarebbe avvenuto anche in questo autunno. Sarebbe avvenuto in Sciuscià. Non nella tua BBC immaginaria.

Io sono sempre stata contraria alla guerra del kossovo, e tu lo sai. non per questo mi piacciono scene inventate di sana pianta come quella sul ponte di Belgrado: quello è teatro, non informazione.
R.

05-09-02, 15:43
Originally posted by Roderigo

Oggi non ci sono più "tromboni lottizzati" ma solo tromboni latifondizzati.
Il peggior giornalista è preferibile alla migliore delle epurazioni.
Sfido a trovare in tutti i forum, un mio solo post di protesta contro questo o quel giornalista. Io sono per la libertà d'informazione e non me la prendo mai con chi lavora.
Se Vespa venisse epurato allo stesso modo firmerei anche per lui. Perchè le epurazioni di carattere politico, per di più pubblicamente ordinate, sono inammissibili. Un liberale non averebbe altro da dire su questo.

Io invece non firmerei affatto, perchè Vespa non fa informazione, ma disinformatja. Mi spieghi perchè si debbano dare compensi multimiliardari e la responsabilità di una trasmissione importante a uno che fa interviste in ginocchio ai potenti e pagliacciate come quella della scrivania, con i soldi dei cittadini? Anche il più oscuro di giornalisti Rai farebbe qualcosa di più decoroso, con risparmio per le casse Rai, fra l'altro.

A me pare proprio di no. Non hai chiarito un bel niente. Hai soltanto detto che Santoro è un demagogo. Questa non è critica, è solo un insulto, buono per compiacere Jan Hus, ma per nient'altro.

Non ci posso far nulla: i miei mezzi espressivi sono limitati.


Ma cosa racconti? Ai tempi di "Pronfondo Nord". In quelle trasmissioni protagonista era, non la classe operaia, che vi faceva solo da comparsa, ma la piccola imprenditoria leghista. Invece, è proprio nelle trasmissioni di Santoro che la piazza è stata portata in televisione. Le stesse trasmissioni di Lerner, come quella citata, sono successive a Samarcanda. Per tacere poi della raffinata propaganda bellica che Lerner fece ogni sera ai tempi della guerra del Kosovo, mentre Santoro andava sul ponte di Belgrado. Solo le trasmissioni di Santoro, negli ultimi anni, hanno dato spazio ai pacifisti, ai no-global, ai palestinesi, ai lavoratori socialmente utili, agli operai in lotta per i contratti. Così sarebbe avvenuto anche in questo autunno. Sarebbe avvenuto in Sciuscià. Non nella tua BBC immaginaria.

Io sono sempre stata contraria alla guerra del kossovo, e tu lo sai. non per questo mi piacciono scene inventate di sana pianta come quella sul ponte di Belgrado: quello è teatro, non informazione.
R.

Roderigo
05-09-02, 16:24
Originally posted by gdr
Io invece non firmerei affatto, perchè Vespa non fa informazione, ma disinformatja. Mi spieghi perchè si debbano dare compensi multimiliardari e la responsabilità di una trasmissione importante a uno che fa interviste in ginocchio ai potenti e pagliacciate come quella della scrivania, con i soldi dei cittadini? Anche il più oscuro di giornalisti Rai farebbe qualcosa di più decoroso, con risparmio per le casse Rai, fra l'altro.
Il fine non giustifica i mezzi.
Sei liberale. Ma al fondo sei una liberale italiana.


Originally posted by gdr
Non ci posso far nulla: i miei mezzi espressivi sono limitati.
Succede, quando ad essere limitati sono gil argomenti.


Originally posted by gdr
Io sono sempre stata contraria alla guerra del kossovo, e tu lo sai. non per questo mi piacciono scene inventate di sana pianta come quella sul ponte di Belgrado: quello è teatro, non informazione.
Si vede che preferisci le scene paludate dei salotti. Quella trasmissione rappresentava il punto di vista serbo. Anche degli oppositori di Milosevic contrari alla guerra. Unica, in tutto il panorama televisivo. Fu attaccata per giorni da tutta la propaganda bellica. E lo è ancora adesso.

R.

Roderigo
05-09-02, 16:24
Originally posted by gdr
Io invece non firmerei affatto, perchè Vespa non fa informazione, ma disinformatja. Mi spieghi perchè si debbano dare compensi multimiliardari e la responsabilità di una trasmissione importante a uno che fa interviste in ginocchio ai potenti e pagliacciate come quella della scrivania, con i soldi dei cittadini? Anche il più oscuro di giornalisti Rai farebbe qualcosa di più decoroso, con risparmio per le casse Rai, fra l'altro.
Il fine non giustifica i mezzi.
Sei liberale. Ma al fondo sei una liberale italiana.


Originally posted by gdr
Non ci posso far nulla: i miei mezzi espressivi sono limitati.
Succede, quando ad essere limitati sono gil argomenti.


Originally posted by gdr
Io sono sempre stata contraria alla guerra del kossovo, e tu lo sai. non per questo mi piacciono scene inventate di sana pianta come quella sul ponte di Belgrado: quello è teatro, non informazione.
Si vede che preferisci le scene paludate dei salotti. Quella trasmissione rappresentava il punto di vista serbo. Anche degli oppositori di Milosevic contrari alla guerra. Unica, in tutto il panorama televisivo. Fu attaccata per giorni da tutta la propaganda bellica. E lo è ancora adesso.

R.

Jan Hus
06-09-02, 00:32
Dire che Santoro è un demagogo è un insulto? Per me lo è di certo; per lui e per altri forse no, altrimenti Santoro tenterebbe di fare informazione diversa.

Prendiamo la Gabanelli. Ho visto servizi che non mi sono piaciuti, che non condivido, che trovo, in parte almeno, demagogici (non chiedermi quali: non faccio le cose cercando di ricordare gli argomenti da usare nei forum). Eppure quello della Gabanelli è un programma eccellente. Se vedo "Report" penso di capire qualcosa di più. I programmi di Santoro non sono pensati per informare; sono pensati per suscitare reazioni emotive.

Tutto questo per dire che esiste un'informazione buona e una cattiva, oltre che un'informazione di sinistra e una di destra. Una televisione che si prenda sul serio come servizio pubblico deve fare informazione buona, sia essa di sinistra o di destra. Non m'interessa se sia di sinistra o di destra. La Gabanelli credo sia di sinistra, molto di sinistra. E con ciò? Al tempo stesso, ci sono ottimi opinionisti di destra (Ferrara, Foa, Montanelli, e anche altri). A me interessano prograami che mi facciano capire come stanno le cose, non programmi che mi confermino nelle mie idee e basta.

Certo, le "epurazioni" sono da condannare. Roderigo dice che lui sarebbe in disaccordo se fosse "epurato" Vespa. Questo gli fa onore, ma diciamoci la verità: quanti di coloro che si scandalizzano per Santoro si scandalizzerebbero altrettanto per Vespa, per Ferrara o per Montanelli (per quello d'antan, ovviamente)? Credo ben pochi.

Roderigo dice che il merito di Santoro è quello di aver dato voce alla "piazza". Mi soprende molto un giudizio di questo genere. Questo sarebbe un merito? Bossi non dà forse voce alla "piazza", con le sue posizioni? Borghezio, Storace, Berlusconi non danno forse voce alla "piazza"? Se voglio sentire discorsi da Bar Sport esco e ci vado (e infatti ne ho sentiti per anni). Non voglio che denaro pubblico venga sprecato per pagare qualche guitto che dia voce alla "piazza" e che, in questo modo, si sente gratificato perché è al centro dell'attenzione; come se poi quel che dice la "piazza" per definzione sia giusto.

Roderigo dice che il merito di Santoro è stato quello di aver dato voce "ai pacifisti", "ai palestinesi", e così via. Il compito di un programma d'informazione non dovrebbe essere quello di "dare voce", se non in via secondaria. Non è informazione quella che dà voce a chi ci conviene e soverchi quella di coloro che detestiamo. Santoro chiama Casarini, Caruso, o Barghouti e li fa parlare senza MAI contraddirli, senza mai metterli in difficoltà. Chiama Capucci a recitare la parte del pacifista, e non gli chiede "ma se lei è tanto pacifista, come mai trafficava in armi?". No, da Santoro Capucci dice la sua e l'unico contraddittorio consiste nello sbraitare più del proprio avversario. Questo non significa fornire al pubblico gli elementi per farsi un'opinione; significa selezionare in maniera furfantesca gli elementi da fornire al pubblico in modo che possa farsi un'opinione il più possibile simile a quella del conduttore.

No, io non spenderò un secondo del mio tempo a difendere Santoro e l'uso privatistico che egli ha fatto della televisione di stato, alzando un gran polverone sulla "piazza" e sulla "democrazia". Santoro è sempre stato un manipolatore della peggior specie. Non è diverso da Fede, tanto è vero che, a suo tempo, Santoro per la Mediaset aveva firmato tranquillamente.

E' una strana concezione della libertà quella per cui la si ritiene in pericolo solo perchè ci viene tolto il programma che ci ha dato fama e successo.

Jan Hus
06-09-02, 00:32
Dire che Santoro è un demagogo è un insulto? Per me lo è di certo; per lui e per altri forse no, altrimenti Santoro tenterebbe di fare informazione diversa.

Prendiamo la Gabanelli. Ho visto servizi che non mi sono piaciuti, che non condivido, che trovo, in parte almeno, demagogici (non chiedermi quali: non faccio le cose cercando di ricordare gli argomenti da usare nei forum). Eppure quello della Gabanelli è un programma eccellente. Se vedo "Report" penso di capire qualcosa di più. I programmi di Santoro non sono pensati per informare; sono pensati per suscitare reazioni emotive.

Tutto questo per dire che esiste un'informazione buona e una cattiva, oltre che un'informazione di sinistra e una di destra. Una televisione che si prenda sul serio come servizio pubblico deve fare informazione buona, sia essa di sinistra o di destra. Non m'interessa se sia di sinistra o di destra. La Gabanelli credo sia di sinistra, molto di sinistra. E con ciò? Al tempo stesso, ci sono ottimi opinionisti di destra (Ferrara, Foa, Montanelli, e anche altri). A me interessano prograami che mi facciano capire come stanno le cose, non programmi che mi confermino nelle mie idee e basta.

Certo, le "epurazioni" sono da condannare. Roderigo dice che lui sarebbe in disaccordo se fosse "epurato" Vespa. Questo gli fa onore, ma diciamoci la verità: quanti di coloro che si scandalizzano per Santoro si scandalizzerebbero altrettanto per Vespa, per Ferrara o per Montanelli (per quello d'antan, ovviamente)? Credo ben pochi.

Roderigo dice che il merito di Santoro è quello di aver dato voce alla "piazza". Mi soprende molto un giudizio di questo genere. Questo sarebbe un merito? Bossi non dà forse voce alla "piazza", con le sue posizioni? Borghezio, Storace, Berlusconi non danno forse voce alla "piazza"? Se voglio sentire discorsi da Bar Sport esco e ci vado (e infatti ne ho sentiti per anni). Non voglio che denaro pubblico venga sprecato per pagare qualche guitto che dia voce alla "piazza" e che, in questo modo, si sente gratificato perché è al centro dell'attenzione; come se poi quel che dice la "piazza" per definzione sia giusto.

Roderigo dice che il merito di Santoro è stato quello di aver dato voce "ai pacifisti", "ai palestinesi", e così via. Il compito di un programma d'informazione non dovrebbe essere quello di "dare voce", se non in via secondaria. Non è informazione quella che dà voce a chi ci conviene e soverchi quella di coloro che detestiamo. Santoro chiama Casarini, Caruso, o Barghouti e li fa parlare senza MAI contraddirli, senza mai metterli in difficoltà. Chiama Capucci a recitare la parte del pacifista, e non gli chiede "ma se lei è tanto pacifista, come mai trafficava in armi?". No, da Santoro Capucci dice la sua e l'unico contraddittorio consiste nello sbraitare più del proprio avversario. Questo non significa fornire al pubblico gli elementi per farsi un'opinione; significa selezionare in maniera furfantesca gli elementi da fornire al pubblico in modo che possa farsi un'opinione il più possibile simile a quella del conduttore.

No, io non spenderò un secondo del mio tempo a difendere Santoro e l'uso privatistico che egli ha fatto della televisione di stato, alzando un gran polverone sulla "piazza" e sulla "democrazia". Santoro è sempre stato un manipolatore della peggior specie. Non è diverso da Fede, tanto è vero che, a suo tempo, Santoro per la Mediaset aveva firmato tranquillamente.

E' una strana concezione della libertà quella per cui la si ritiene in pericolo solo perchè ci viene tolto il programma che ci ha dato fama e successo.

Jan Hus
06-09-02, 00:42
Dire che Santoro è un demagogo è un insulto? Per me lo è di certo; per lui e per altri forse no, altrimenti Santoro tenterebbe di fare informazione diversa.

Prendiamo la Gabanelli. Ho visto servizi che non mi sono piaciuti, che non condivido, che trovo, in parte almeno, demagogici (non chiedermi quali: non faccio le cose cercando di ricordare gli argomenti da usare nei forum). Eppure quello della Gabanelli è un programma eccellente. Se vedo "Report" penso di capire qualcosa di più. I programmi di Santoro non sono pensati per informare; sono pensati per suscitare reazioni emotive.

Tutto questo per dire che esiste un'informazione buona e una cattiva, oltre che un'informazione di sinistra e una di destra. Una televisione che si prenda sul serio come servizio pubblico deve fare informazione buona, sia essa di sinistra o di destra. Non m'interessa se sia di sinistra o di destra. La Gabanelli credo sia di sinistra, molto di sinistra. E con ciò? Al tempo stesso, ci sono ottimi opinionisti di destra (Ferrara, Foa, Montanelli, e anche altri). A me interessano prograami che mi facciano capire come stanno le cose, non programmi che mi confermino nelle mie idee e basta.

Certo, le "epurazioni" sono da condannare. Roderigo dice che lui sarebbe in disaccordo se fosse "epurato" Vespa. Questo gli fa onore, ma diciamoci la verità: quanti di coloro che si scandalizzano per Santoro si scandalizzerebbero altrettanto per Vespa, per Ferrara o per Montanelli (per quello d'antan, ovviamente)? Credo ben pochi.

Roderigo dice che il merito di Santoro è quello di aver dato voce alla "piazza". Mi soprende molto un giudizio di questo genere. Questo sarebbe un merito? Bossi non dà forse voce alla "piazza", con le sue posizioni? Borghezio, Storace, Berlusconi non danno forse voce alla "piazza"? Se voglio sentire discorsi da Bar Sport esco e ci vado (e infatti ne ho sentiti per anni). Non voglio che denaro pubblico venga sprecato per pagare qualche guitto che dia voce alla "piazza" e che, in questo modo, si sente gratificato perché è al centro dell'attenzione; come se poi quel che dice la "piazza" per definzione sia giusto.

Roderigo dice che il merito di Santoro è stato quello di aver dato voce "ai pacifisti", "ai palestinesi", e così via. Il compito di un programma d'informazione non dovrebbe essere quello di "dare voce", se non in via secondaria. Non è informazione quella che dà voce a chi ci conviene e soverchi quella di coloro che detestiamo. Santoro chiama Casarini, Caruso, o Barghouti e li fa parlare senza MAI contraddirli, senza mai metterli in difficoltà. Chiama Capucci a recitare la parte del pacifista, e non gli chiede "ma se lei è tanto pacifista, come mai trafficava in armi?". No, da Santoro Capucci dice la sua e l'unico contraddittorio consiste nello sbraitare più del proprio avversario. Questo non significa fornire al pubblico gli elementi per farsi un'opinione; significa selezionare in maniera furfantesca gli elementi da fornire al pubblico in modo che possa farsi un'opinione il più possibile simile a quella del conduttore.

No, io non spenderò un secondo del mio tempo a difendere Santoro e l'uso privatistico che egli ha fatto della televisione di stato, alzando un gran polverone sulla "piazza" e sulla "democrazia". Santoro è sempre stato un manipolatore della peggior specie. Non è diverso da Fede, tanto è vero che, a suo tempo, Santoro per la Mediaset aveva firmato tranquillamente.

E' una strana concezione della libertà quella per cui la si ritiene in pericolo solo perchè ci viene tolto il programma che ci ha dato fama e successo.

Jan Hus
06-09-02, 00:42
Dire che Santoro è un demagogo è un insulto? Per me lo è di certo; per lui e per altri forse no, altrimenti Santoro tenterebbe di fare informazione diversa.

Prendiamo la Gabanelli. Ho visto servizi che non mi sono piaciuti, che non condivido, che trovo, in parte almeno, demagogici (non chiedermi quali: non faccio le cose cercando di ricordare gli argomenti da usare nei forum). Eppure quello della Gabanelli è un programma eccellente. Se vedo "Report" penso di capire qualcosa di più. I programmi di Santoro non sono pensati per informare; sono pensati per suscitare reazioni emotive.

Tutto questo per dire che esiste un'informazione buona e una cattiva, oltre che un'informazione di sinistra e una di destra. Una televisione che si prenda sul serio come servizio pubblico deve fare informazione buona, sia essa di sinistra o di destra. Non m'interessa se sia di sinistra o di destra. La Gabanelli credo sia di sinistra, molto di sinistra. E con ciò? Al tempo stesso, ci sono ottimi opinionisti di destra (Ferrara, Foa, Montanelli, e anche altri). A me interessano prograami che mi facciano capire come stanno le cose, non programmi che mi confermino nelle mie idee e basta.

Certo, le "epurazioni" sono da condannare. Roderigo dice che lui sarebbe in disaccordo se fosse "epurato" Vespa. Questo gli fa onore, ma diciamoci la verità: quanti di coloro che si scandalizzano per Santoro si scandalizzerebbero altrettanto per Vespa, per Ferrara o per Montanelli (per quello d'antan, ovviamente)? Credo ben pochi.

Roderigo dice che il merito di Santoro è quello di aver dato voce alla "piazza". Mi soprende molto un giudizio di questo genere. Questo sarebbe un merito? Bossi non dà forse voce alla "piazza", con le sue posizioni? Borghezio, Storace, Berlusconi non danno forse voce alla "piazza"? Se voglio sentire discorsi da Bar Sport esco e ci vado (e infatti ne ho sentiti per anni). Non voglio che denaro pubblico venga sprecato per pagare qualche guitto che dia voce alla "piazza" e che, in questo modo, si sente gratificato perché è al centro dell'attenzione; come se poi quel che dice la "piazza" per definzione sia giusto.

Roderigo dice che il merito di Santoro è stato quello di aver dato voce "ai pacifisti", "ai palestinesi", e così via. Il compito di un programma d'informazione non dovrebbe essere quello di "dare voce", se non in via secondaria. Non è informazione quella che dà voce a chi ci conviene e soverchi quella di coloro che detestiamo. Santoro chiama Casarini, Caruso, o Barghouti e li fa parlare senza MAI contraddirli, senza mai metterli in difficoltà. Chiama Capucci a recitare la parte del pacifista, e non gli chiede "ma se lei è tanto pacifista, come mai trafficava in armi?". No, da Santoro Capucci dice la sua e l'unico contraddittorio consiste nello sbraitare più del proprio avversario. Questo non significa fornire al pubblico gli elementi per farsi un'opinione; significa selezionare in maniera furfantesca gli elementi da fornire al pubblico in modo che possa farsi un'opinione il più possibile simile a quella del conduttore.

No, io non spenderò un secondo del mio tempo a difendere Santoro e l'uso privatistico che egli ha fatto della televisione di stato, alzando un gran polverone sulla "piazza" e sulla "democrazia". Santoro è sempre stato un manipolatore della peggior specie. Non è diverso da Fede, tanto è vero che, a suo tempo, Santoro per la Mediaset aveva firmato tranquillamente.

E' una strana concezione della libertà quella per cui la si ritiene in pericolo solo perchè ci viene tolto il programma che ci ha dato fama e successo.

06-09-02, 12:00
Originally posted by Roderigo

Il fine non giustifica i mezzi.
Sei liberale. Ma al fondo sei una liberale italiana.


Succede, quando ad essere limitati sono gil argomenti.


Si vede che preferisci le scene paludate dei salotti. Quella trasmissione rappresentava il punto di vista serbo. Anche degli oppositori di Milosevic contrari alla guerra. Unica, in tutto il panorama televisivo. Fu attaccata per giorni da tutta la propaganda bellica. E lo è ancora adesso.

R.

Io preferisco che si racconti la verità. Quanto ai salotti, non ne frequento, a differenza di Santoro che di salotti, per di più piduisti, se ne intende. Lui, infatti, ha frequentato quello di Berlusconi e frequenta quello di Costanzo, non io.

06-09-02, 12:00
Originally posted by Roderigo

Il fine non giustifica i mezzi.
Sei liberale. Ma al fondo sei una liberale italiana.


Succede, quando ad essere limitati sono gil argomenti.


Si vede che preferisci le scene paludate dei salotti. Quella trasmissione rappresentava il punto di vista serbo. Anche degli oppositori di Milosevic contrari alla guerra. Unica, in tutto il panorama televisivo. Fu attaccata per giorni da tutta la propaganda bellica. E lo è ancora adesso.

R.

Io preferisco che si racconti la verità. Quanto ai salotti, non ne frequento, a differenza di Santoro che di salotti, per di più piduisti, se ne intende. Lui, infatti, ha frequentato quello di Berlusconi e frequenta quello di Costanzo, non io.

Roderigo
06-09-02, 12:17
Originally posted by gdr
Io preferisco che si racconti la verità. Quanto ai salotti, non ne frequento, a differenza di Santoro che di salotti, per di più piduisti, se ne intende. Lui, infatti, ha frequentato quello di Berlusconi e frequenta quello di Costanzo, non io.
Va bene, Gabriella, ti chiedo scusa anche pubblicamente, pur avendolo già fatto via pvt in termini molto più umilianti.
Però su Santoro hai torto. :)

Se mi riesce in giornata replico anche a Jan Hus (curioso che compaiano due testi uguali a distanza di dieci minuti), se no a lunedì.

R.

Roderigo
06-09-02, 12:17
Originally posted by gdr
Io preferisco che si racconti la verità. Quanto ai salotti, non ne frequento, a differenza di Santoro che di salotti, per di più piduisti, se ne intende. Lui, infatti, ha frequentato quello di Berlusconi e frequenta quello di Costanzo, non io.
Va bene, Gabriella, ti chiedo scusa anche pubblicamente, pur avendolo già fatto via pvt in termini molto più umilianti.
Però su Santoro hai torto. :)

Se mi riesce in giornata replico anche a Jan Hus (curioso che compaiano due testi uguali a distanza di dieci minuti), se no a lunedì.

R.

06-09-02, 12:24
http://www.televisione.it/fnts/televisione/immagini/278x182/gabanelli02.jpg

In una tv pubblica di un Paese civile, ci sarebbe lei al posto di Vespa o di Santoro.

06-09-02, 12:24
http://www.televisione.it/fnts/televisione/immagini/278x182/gabanelli02.jpg

In una tv pubblica di un Paese civile, ci sarebbe lei al posto di Vespa o di Santoro.

Claude
06-09-02, 14:06
Apro una parentesi. Avete mica per caso visto il progamma su Prezzolini ieri sera su raitre per rai edu? L'avete perso? Ahaiaiai....fantastico!
Una chicca, dopo che per l'ennesima volta e gli intervistati e la voce fuori campo hanno ripetuto che "in quegli anni si andava affermando L'EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA" ecco che un tipo, non mi ricordo che cosa fosse se ne esce dicendo, più o meno : " al tempo dischiararsi di destra era pericolo so bla bla, perchè si rischiava per quegli estremisti di sinistra, per capirci QUELLI CHE OGGI FANNO I GIROTONDI, che ecc ecc."
Vi risparmio tutte le amenità antiantifasciste (e io che pensavo che l'antifascismo fosse un valore anche per la destra democratica!). Ora capisco cosa intendeva dell'utri (era dell'utri vero?) quando diceva che ci si doveva contrapporre all EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA. Inutile dire che il programma era apologetico, a senso unico, però era fatto abbastanza bene, si lasciava vedere.

Claude
06-09-02, 14:06
Apro una parentesi. Avete mica per caso visto il progamma su Prezzolini ieri sera su raitre per rai edu? L'avete perso? Ahaiaiai....fantastico!
Una chicca, dopo che per l'ennesima volta e gli intervistati e la voce fuori campo hanno ripetuto che "in quegli anni si andava affermando L'EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA" ecco che un tipo, non mi ricordo che cosa fosse se ne esce dicendo, più o meno : " al tempo dischiararsi di destra era pericolo so bla bla, perchè si rischiava per quegli estremisti di sinistra, per capirci QUELLI CHE OGGI FANNO I GIROTONDI, che ecc ecc."
Vi risparmio tutte le amenità antiantifasciste (e io che pensavo che l'antifascismo fosse un valore anche per la destra democratica!). Ora capisco cosa intendeva dell'utri (era dell'utri vero?) quando diceva che ci si doveva contrapporre all EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA. Inutile dire che il programma era apologetico, a senso unico, però era fatto abbastanza bene, si lasciava vedere.

yurj
06-09-02, 17:03
Originally posted by gdr
http://www.televisione.it/fnts/televisione/immagini/278x182/gabanelli02.jpg

In una tv pubblica di un Paese civile, ci sarebbe lei al posto di Vespa o di Santoro.

mi e' piaciuta la puntata di Report dove mostravano a Prodi come le multinazionali influenzano la commeissione europea in modo diretto e antidemocratico, con un Prodi che diceva di non saperne nulla. Beata innocenza!

yurj
06-09-02, 17:03
Originally posted by gdr
http://www.televisione.it/fnts/televisione/immagini/278x182/gabanelli02.jpg

In una tv pubblica di un Paese civile, ci sarebbe lei al posto di Vespa o di Santoro.

mi e' piaciuta la puntata di Report dove mostravano a Prodi come le multinazionali influenzano la commeissione europea in modo diretto e antidemocratico, con un Prodi che diceva di non saperne nulla. Beata innocenza!

hussita
06-09-02, 19:39
Originally posted by yurj


mi e' piaciuta la puntata di Report dove mostravano a Prodi come le multinazionali influenzano la commeissione europea in modo diretto e antidemocratico, con un Prodi che diceva di non saperne nulla. Beata innocenza!

a tal proposito si ricollega il discorso sulla corporate social responsibility in Europa (vedi post su Furio COlombo e le cattedre sponsorizzate)


incolla dal mio post in quel 3d (ovviamente le multinazionali fanno tutte lobbying a livello comunitario. bruxelles è il crocevia di questa pratica fermo restando che non c'è nulla di male nel lobbying "per se").


quanto alla mia esperienza con i prof. con cattedra "sponsor": non dico che sia il migliore dei mondi possibili...ci vorrebbe una normativa che vieti conflitti d'interesse fra società sponsor e materia del docente.
Ma è più trasparente l'attuale sistema ( taccio sull'attribuzione di borse di dottorato etc..)?

in realtà uno scandalo -avvenuto all'estero-del quale sono a conoscenza ( ma non so se il ragazzo che ha sollevato il polverone abbia già adito le vie legali) riguarda un docente - un visiting professor- che insegnava CSR (corporate social responsibility) con guest speakers TUTTI, in un modo o nel'altro legati ad una lobby che in teoria fa CSR, in realtà è un potentato per affossarla ( molti soci sono executives di multinazionali, alcune "torbiducce")....e non era (a differenza di un altro, finanziati da una società siderurgica che mai ha menzionato la società sponsor , anche perché nulla aveva a che fare con la materia) un XYZ professor. nell'ultimo caso i suoi studenti lamentavano che sarebbe stato più limpido -per assurdo- che costui si fosse chiamato ******** Professor, così tutti avrebbero saputo con chi avevano a che fare....

Meglio di tutti una normativa che permetta , che so, alla XYZ medicals-a caso- di finanziare una cattedra di storia dell'arte...certo se la XYZ medicals producesse anche vernici per restauro...o fosse una controllata della du pont...ci siamo capiti

Riflessioni ad alta voce: Quale cattedra potrebbe finanziare Mediaset per essere fuori di conflitti d'interesse? Farebbe meno danno se fossero le cattedre legate alla comunicazione...servirebbero per formare professionisti del settore ( meglio di adesso non è difficile) per bisogni interni dell'azienda piuttosto che cattedre giuridiche, dove c'è "altro" ( e tutti sappiamo il peso di quell'altro) di mezzo, non trovate?

hussita
06-09-02, 19:39
Originally posted by yurj


mi e' piaciuta la puntata di Report dove mostravano a Prodi come le multinazionali influenzano la commeissione europea in modo diretto e antidemocratico, con un Prodi che diceva di non saperne nulla. Beata innocenza!

a tal proposito si ricollega il discorso sulla corporate social responsibility in Europa (vedi post su Furio COlombo e le cattedre sponsorizzate)


incolla dal mio post in quel 3d (ovviamente le multinazionali fanno tutte lobbying a livello comunitario. bruxelles è il crocevia di questa pratica fermo restando che non c'è nulla di male nel lobbying "per se").


quanto alla mia esperienza con i prof. con cattedra "sponsor": non dico che sia il migliore dei mondi possibili...ci vorrebbe una normativa che vieti conflitti d'interesse fra società sponsor e materia del docente.
Ma è più trasparente l'attuale sistema ( taccio sull'attribuzione di borse di dottorato etc..)?

in realtà uno scandalo -avvenuto all'estero-del quale sono a conoscenza ( ma non so se il ragazzo che ha sollevato il polverone abbia già adito le vie legali) riguarda un docente - un visiting professor- che insegnava CSR (corporate social responsibility) con guest speakers TUTTI, in un modo o nel'altro legati ad una lobby che in teoria fa CSR, in realtà è un potentato per affossarla ( molti soci sono executives di multinazionali, alcune "torbiducce")....e non era (a differenza di un altro, finanziati da una società siderurgica che mai ha menzionato la società sponsor , anche perché nulla aveva a che fare con la materia) un XYZ professor. nell'ultimo caso i suoi studenti lamentavano che sarebbe stato più limpido -per assurdo- che costui si fosse chiamato ******** Professor, così tutti avrebbero saputo con chi avevano a che fare....

Meglio di tutti una normativa che permetta , che so, alla XYZ medicals-a caso- di finanziare una cattedra di storia dell'arte...certo se la XYZ medicals producesse anche vernici per restauro...o fosse una controllata della du pont...ci siamo capiti

Riflessioni ad alta voce: Quale cattedra potrebbe finanziare Mediaset per essere fuori di conflitti d'interesse? Farebbe meno danno se fossero le cattedre legate alla comunicazione...servirebbero per formare professionisti del settore ( meglio di adesso non è difficile) per bisogni interni dell'azienda piuttosto che cattedre giuridiche, dove c'è "altro" ( e tutti sappiamo il peso di quell'altro) di mezzo, non trovate?

yurj
06-09-02, 23:55
Originally posted by hussita


Riflessioni ad alta voce: Quale cattedra potrebbe finanziare Mediaset per essere fuori di conflitti d'interesse? Farebbe meno danno se fossero le cattedre legate alla comunicazione...servirebbero per formare professionisti del settore ( meglio di adesso non è difficile) per bisogni interni dell'azienda piuttosto che cattedre giuridiche, dove c'è "altro" ( e tutti sappiamo il peso di quell'altro) di mezzo, non trovate?

il conflitto di interessi si risolve col.. conflitto degli interessati :)

Mi spiego. Qualsiasi legge e' limitante, tranne quella che vorranno fare quando non ci sara' un solo Berlusconi, ma piu' di uno. Allora i tanti Berlusconi e il resto della societa' si accorgeranno che il conflitto tra gli interessati va regolato con una legge sul conflitto di interessi, alla quale ognuno degli interessati fara' appello a difesa dei propri interessi rispetto a qualcuno degli altri interessati che vuole fare i suoi interessi a danno degli altri.

Ho ripetuto volutamente molte volte "interessi" ed "interessati". Il messaggio e' volutamente criptico, per illuminati.. cronici.

yurj
06-09-02, 23:55
Originally posted by hussita


Riflessioni ad alta voce: Quale cattedra potrebbe finanziare Mediaset per essere fuori di conflitti d'interesse? Farebbe meno danno se fossero le cattedre legate alla comunicazione...servirebbero per formare professionisti del settore ( meglio di adesso non è difficile) per bisogni interni dell'azienda piuttosto che cattedre giuridiche, dove c'è "altro" ( e tutti sappiamo il peso di quell'altro) di mezzo, non trovate?

il conflitto di interessi si risolve col.. conflitto degli interessati :)

Mi spiego. Qualsiasi legge e' limitante, tranne quella che vorranno fare quando non ci sara' un solo Berlusconi, ma piu' di uno. Allora i tanti Berlusconi e il resto della societa' si accorgeranno che il conflitto tra gli interessati va regolato con una legge sul conflitto di interessi, alla quale ognuno degli interessati fara' appello a difesa dei propri interessi rispetto a qualcuno degli altri interessati che vuole fare i suoi interessi a danno degli altri.

Ho ripetuto volutamente molte volte "interessi" ed "interessati". Il messaggio e' volutamente criptico, per illuminati.. cronici.

Ambrogio
07-09-02, 10:27
A mio modesto avviso si sarebbe potuto tra la trasmissione " faziosetta " di Santoro ed aggiungere un'paltra trasmissione " faziosetta " di centro destra.

Visto da destra e visto dfa sinistra di guareschiana memoria!

E poi ce' da dire che molte volte sono proprio le trasmissioni " faziose " quelle che intressanno e divertono di piu'

Quelle obbiettivissime e equilibratissime molte volte stufano

Io comunque sono ben lontano dalle posizioni di Dario Fo' e Franca Rame ma questi due mi divertono da anni e anni.

l'importante e' che una tramissione distolga la testa dai pensieri soliti e ci dia qualche momento di distrazione mentale.

Occhio alla noia sempre imn agguato ! Meglio una trasmissione un pocop faziosa che una trasmissione che uno schiaccia il bottone e va a letto



Un saluto

Ambrogio
07-09-02, 10:27
A mio modesto avviso si sarebbe potuto tra la trasmissione " faziosetta " di Santoro ed aggiungere un'paltra trasmissione " faziosetta " di centro destra.

Visto da destra e visto dfa sinistra di guareschiana memoria!

E poi ce' da dire che molte volte sono proprio le trasmissioni " faziose " quelle che intressanno e divertono di piu'

Quelle obbiettivissime e equilibratissime molte volte stufano

Io comunque sono ben lontano dalle posizioni di Dario Fo' e Franca Rame ma questi due mi divertono da anni e anni.

l'importante e' che una tramissione distolga la testa dai pensieri soliti e ci dia qualche momento di distrazione mentale.

Occhio alla noia sempre imn agguato ! Meglio una trasmissione un pocop faziosa che una trasmissione che uno schiaccia il bottone e va a letto



Un saluto

Jan Hus
08-09-02, 00:37
Sono d'accordo con Ferruccio: la faziosità può essere stimolante.

Pensiamo ai programmi con Lerner e Ferrara sulla 7.

Tuttavia, essere faziosi è cosa diversa da essere unilaterali.

Santoro è unilaterale: si parla, che so, di Berlusconi? Allora invitiamo cinque ospiti che di Berlusconi parlano male, e a parlarne bene invitiamo due persone, possibilmente talmente sceme da screditare le posizioni che rappresentano; per di più con un contorno di pubblico di parte.

Penso tutto il male possibile di Berlusconi; ma questa non è informazione, è solo propaganda.

Jan Hus
08-09-02, 00:37
Sono d'accordo con Ferruccio: la faziosità può essere stimolante.

Pensiamo ai programmi con Lerner e Ferrara sulla 7.

Tuttavia, essere faziosi è cosa diversa da essere unilaterali.

Santoro è unilaterale: si parla, che so, di Berlusconi? Allora invitiamo cinque ospiti che di Berlusconi parlano male, e a parlarne bene invitiamo due persone, possibilmente talmente sceme da screditare le posizioni che rappresentano; per di più con un contorno di pubblico di parte.

Penso tutto il male possibile di Berlusconi; ma questa non è informazione, è solo propaganda.

Catilina
08-09-02, 07:43
"Allora c'è una cosa che tiene insieme tangentopoli, la violenza della mafia intimidatoria della mafia in Sicilia e il caso Berlusconi: sono tre fenomeni di costruzione illegale del consenso. Noi siamo leader del 50 per cento degli uomini che lavorano e che sperano all' interno di questo Paese [...] Noi chiameremo la nostra gente a ribellarci a questa situazione [...]"

Michele Santoro, Festa dell' "Unità", 1 settembre 2002

In altro thread ho difeso il diritto di "Sciuscià" all' esistenza per un principio di decenza democratica, considerato lo strapotere berlusconiano nel settore dei massmedia. Ho peraltro espresso riserve sulle conduzioni santoriane, nei contenuti e nelle forme, per i danni che arrecano oggettivamente alla Sinistra.
Leggendo l' intervento riportato in apertura, le mie riserve si sono trasformate in incazzatura. Ma come si fa? Come si fa- dico- a ridurre la politica italiana allo scontro tra il 50% di cittadini onesti che lavorano (Ulivo-Rifondazione) e il 50% di cittadini mafiosi che non lavorano (CdL)? Sono sparate come queste che rafforzano (forse) lo spirito identitario tribale della Sinistra ("noi chiameremo la nostra gente "), ma le fanno perdere la possibilità di vincere la battaglia nel Paese, criminalizzando tutti gli altri (che il 13 maggio 2001 sono risultati essere la maggioranza), i quali si rafforzano ancora di più nel loro "anticomunismo".
:( :mad:

Catilina
08-09-02, 07:43
"Allora c'è una cosa che tiene insieme tangentopoli, la violenza della mafia intimidatoria della mafia in Sicilia e il caso Berlusconi: sono tre fenomeni di costruzione illegale del consenso. Noi siamo leader del 50 per cento degli uomini che lavorano e che sperano all' interno di questo Paese [...] Noi chiameremo la nostra gente a ribellarci a questa situazione [...]"

Michele Santoro, Festa dell' "Unità", 1 settembre 2002

In altro thread ho difeso il diritto di "Sciuscià" all' esistenza per un principio di decenza democratica, considerato lo strapotere berlusconiano nel settore dei massmedia. Ho peraltro espresso riserve sulle conduzioni santoriane, nei contenuti e nelle forme, per i danni che arrecano oggettivamente alla Sinistra.
Leggendo l' intervento riportato in apertura, le mie riserve si sono trasformate in incazzatura. Ma come si fa? Come si fa- dico- a ridurre la politica italiana allo scontro tra il 50% di cittadini onesti che lavorano (Ulivo-Rifondazione) e il 50% di cittadini mafiosi che non lavorano (CdL)? Sono sparate come queste che rafforzano (forse) lo spirito identitario tribale della Sinistra ("noi chiameremo la nostra gente "), ma le fanno perdere la possibilità di vincere la battaglia nel Paese, criminalizzando tutti gli altri (che il 13 maggio 2001 sono risultati essere la maggioranza), i quali si rafforzano ancora di più nel loro "anticomunismo".
:( :mad:

Ambrogio
08-09-02, 11:50
Originally posted by Jan Hus
Sono d'accordo con Ferruccio: la faziosità può essere stimolante.

Pensiamo ai programmi con Lerner e Ferrara sulla 7.

Tuttavia, essere faziosi è cosa diversa da essere unilaterali.

Santoro è unilaterale: si parla, che so, di Berlusconi? Allora invitiamo cinque ospiti che di Berlusconi parlano male, e a parlarne bene invitiamo due persone, possibilmente talmente sceme da screditare le posizioni che rappresentano; per di più con un contorno di pubblico di parte.

Penso tutto il male possibile di Berlusconi; ma questa non è informazione, è solo propaganda.

L'abuso piu' grosso a mio modesto avviso e' stato quello di Luzzatti.Non si puo' propoinare una satira cosi' pesante sotto le elezioni.ed in una televisione pagata da tutti.Oltre al resto e' stata anche contropruducentre per chi l'ha " ordinata ".

Comunque per tutti:un poco di tolleranza.Pensate che Mussolini aveva financo tollerato il Nerone di Petrolini.Diro' di piu':il vero copyrigth era suo.L' aveva ideato Lui e poi perfezionato di sera in sera insieme a Petrolini.. L'avete mai visto ?

Un salutoi

Ambrogio
08-09-02, 11:50
Originally posted by Jan Hus
Sono d'accordo con Ferruccio: la faziosità può essere stimolante.

Pensiamo ai programmi con Lerner e Ferrara sulla 7.

Tuttavia, essere faziosi è cosa diversa da essere unilaterali.

Santoro è unilaterale: si parla, che so, di Berlusconi? Allora invitiamo cinque ospiti che di Berlusconi parlano male, e a parlarne bene invitiamo due persone, possibilmente talmente sceme da screditare le posizioni che rappresentano; per di più con un contorno di pubblico di parte.

Penso tutto il male possibile di Berlusconi; ma questa non è informazione, è solo propaganda.

L'abuso piu' grosso a mio modesto avviso e' stato quello di Luzzatti.Non si puo' propoinare una satira cosi' pesante sotto le elezioni.ed in una televisione pagata da tutti.Oltre al resto e' stata anche contropruducentre per chi l'ha " ordinata ".

Comunque per tutti:un poco di tolleranza.Pensate che Mussolini aveva financo tollerato il Nerone di Petrolini.Diro' di piu':il vero copyrigth era suo.L' aveva ideato Lui e poi perfezionato di sera in sera insieme a Petrolini.. L'avete mai visto ?

Un salutoi

yurj
09-09-02, 09:56
Originally posted by Jan Hus
Sono d'accordo con Ferruccio: la faziosità può essere stimolante.

Pensiamo ai programmi con Lerner e Ferrara sulla 7.

Tuttavia, essere faziosi è cosa diversa da essere unilaterali.

Santoro è unilaterale: si parla, che so, di Berlusconi? Allora invitiamo cinque ospiti che di Berlusconi parlano male, e a parlarne bene invitiamo due persone, possibilmente talmente sceme da screditare le posizioni che rappresentano; per di più con un contorno di pubblico di parte.

Penso tutto il male possibile di Berlusconi; ma questa non è informazione, è solo propaganda.

Ho visto il programma di ieri sera di Lerner e Ferrara e gli ospiti erano tutti a favore della guerra. Nessuno che mettesse in dubbio la tesi dell'attacco.

PURE SPAZZATURA TELEVISIVA, robetta da TV americana interventista, sembrava di assistere a una dimostrazione pratica delle tesi e analisi di un libro di Chomsky.

Gdr: Lerner? Innocuo.

yurj
09-09-02, 09:56
Originally posted by Jan Hus
Sono d'accordo con Ferruccio: la faziosità può essere stimolante.

Pensiamo ai programmi con Lerner e Ferrara sulla 7.

Tuttavia, essere faziosi è cosa diversa da essere unilaterali.

Santoro è unilaterale: si parla, che so, di Berlusconi? Allora invitiamo cinque ospiti che di Berlusconi parlano male, e a parlarne bene invitiamo due persone, possibilmente talmente sceme da screditare le posizioni che rappresentano; per di più con un contorno di pubblico di parte.

Penso tutto il male possibile di Berlusconi; ma questa non è informazione, è solo propaganda.

Ho visto il programma di ieri sera di Lerner e Ferrara e gli ospiti erano tutti a favore della guerra. Nessuno che mettesse in dubbio la tesi dell'attacco.

PURE SPAZZATURA TELEVISIVA, robetta da TV americana interventista, sembrava di assistere a una dimostrazione pratica delle tesi e analisi di un libro di Chomsky.

Gdr: Lerner? Innocuo.

Roderigo
10-09-02, 17:16
Sciuscià con Santoro alla festa nazionale di Liberazione

L'11 settembre, anniversario dell'attentato alle Twin Towers, Michele Santoro condurrà un'edizione speciale di "Sciuscià" alla Festa nazionale di Liberazione. Il titolo, <Un anno dopo>. Le modalità saranno analoghe a quelle televisive: prima la proiezione di materiali filmati, intervistre, documenti, poi la parola agli ospiti: Padre benjamin, Antonio Negri, Gennaro Migliore, rappresentati della comunità islamica in Italia saranno incalzate dalle domande di tre giornalisti (Lucia Annunziata, Lucio Caracciolo, Pier Luigi Battista). E'la trasmissione che avrebbe potuto andare in onda in Rai, se la Rai - ufficialmente nel Cda di venerdì - non avesse deciso di annullare il talk-show di Santoro dal proprio palinstesto. L'appuntamento è a Roma, Giardini di Castel sant'Angelo, ore 21.
Domani, intanto, santoro e i suoi collaboratori terranno una conferenza stampa alla festa Nazionale dell'Unità di Modena. E' in preparazione un appello perché "Sciuscià" ricominci, sottoscritto da giornalisti (Annunziata, Curzi, Colombo, Serventi Longhi) e da diverse personalità della sinistra democratica

Liberazione sabato 31 agosto
http://www.liberazione.it

Roderigo
10-09-02, 17:16
Sciuscià con Santoro alla festa nazionale di Liberazione

L'11 settembre, anniversario dell'attentato alle Twin Towers, Michele Santoro condurrà un'edizione speciale di "Sciuscià" alla Festa nazionale di Liberazione. Il titolo, <Un anno dopo>. Le modalità saranno analoghe a quelle televisive: prima la proiezione di materiali filmati, intervistre, documenti, poi la parola agli ospiti: Padre benjamin, Antonio Negri, Gennaro Migliore, rappresentati della comunità islamica in Italia saranno incalzate dalle domande di tre giornalisti (Lucia Annunziata, Lucio Caracciolo, Pier Luigi Battista). E'la trasmissione che avrebbe potuto andare in onda in Rai, se la Rai - ufficialmente nel Cda di venerdì - non avesse deciso di annullare il talk-show di Santoro dal proprio palinstesto. L'appuntamento è a Roma, Giardini di Castel sant'Angelo, ore 21.
Domani, intanto, santoro e i suoi collaboratori terranno una conferenza stampa alla festa Nazionale dell'Unità di Modena. E' in preparazione un appello perché "Sciuscià" ricominci, sottoscritto da giornalisti (Annunziata, Curzi, Colombo, Serventi Longhi) e da diverse personalità della sinistra democratica

Liberazione sabato 31 agosto
http://www.liberazione.it

Paddy Garcia (POL)
11-09-02, 01:25
Alcune informazioni su come scaricare il video "Bellaciao" sulle giornate di Genova G8. Il video fu prodotto dalla RAI ma mai trasmesso per ovvie ragioni di sconvenienza politica. L' opera di vari mediattivisti sta permettendo la sua circolazione in rete.

SITI FTP:

ftp://autistici.org/video/bellaciao
ftp://vega.ngvision.org/video/movies/BELLACIAO*
ftp://ciaby.dyndns.org/bellaciao/bellaciao.mpg
ftp://italy.indymedia.org/genoa

WIN MX:

Cercare le parole chiave: bellaciao, genovaG8

www.indymedia.it

Paddy Garcia (POL)
11-09-02, 01:25
Alcune informazioni su come scaricare il video "Bellaciao" sulle giornate di Genova G8. Il video fu prodotto dalla RAI ma mai trasmesso per ovvie ragioni di sconvenienza politica. L' opera di vari mediattivisti sta permettendo la sua circolazione in rete.

SITI FTP:

ftp://autistici.org/video/bellaciao
ftp://vega.ngvision.org/video/movies/BELLACIAO*
ftp://ciaby.dyndns.org/bellaciao/bellaciao.mpg
ftp://italy.indymedia.org/genoa

WIN MX:

Cercare le parole chiave: bellaciao, genovaG8

www.indymedia.it

Paddy Garcia (POL)
13-09-02, 19:54
http://www.sherwood.it/sherwoodcomunicazione/immagini/newedition/sciuscia.jpg

Mercoledi 11 settembre alla Festa di Liberazione, Michele Santoro ha condotto la trasmissione che avrebbe fatto in RAI. Amisnet ne ha raccolto l'audio e ve lo riproponiamo. Buon ascolto.
Ascolta (http://www.amisnet.org/audio/sciuscia.ram) - durata: 1.31 h

Paddy Garcia (POL)
13-09-02, 19:56
Cronache televisive dall'11 settembre. Michele Santoro e la sua redazione trasformano la festa di Liberazione di Roma nella piazza di "Sciuscià"
Fuori e dentro la Rai
Roberta Ronconi

«Si può fare la televisione fuori dalla televisione?». La prima domanda che Michele Santoro - ospite atteso della festa nazionale di Liberazione, con il suo speciale "Sciuscià" sull'11 settembre - ha rivolto a un pubblico a dir poco strabordante (diecimila presenze, una folla in piedi che cirdondava Castel Sant'Angelo) ci ha colto di sorpresa, come se il conduttore appena cancellato dai palinsesti della Rai, ci avesse letto nel pensiero. Stavamo infatti immaginando uno "Sciuscià" per sempre figlio delle piazze, libero finalmente dall'orrenda scatola e tornato a correre felice negli spazi della realtà. Come noi, dovevano pensarla in molti visto che, alla domanda di Santoro, si è levato un coro di "sì". E invece no - ci corregge il giornalista - la risposta da dare è "no". E ha ragione.
«Qui, questa sera, non possiamo fare televisione, ma possiamo esprimere un comune sentimento - ci dice Santoro, seduto sui gradini del palco, a suo agio e lucidamente agguerrito -. Ovvero, che la televisione è di tutti. La tv è nostra, la tv siamo anche noi, quel 50% del paese che non ha votato per Berlusconi. E la tv dovrebbe essere il contrario di quella televisione statale che ci vogliono far credere ora, quella che ha trattato l'11 settembre con una retorica senza interrogativi». Santoro non ha esitazioni. E la sua introduzione a questa puntata di "Sciuscià" fuori da ogni schema non è solo un atto d'accusa, ma soprattutto un grido d'allarme. Perché quello che è successo a lui, al suo programma, ma soprattutto - come ci tiene continuamente a dire il giornalista - al gruppo di giornalisti e tecnici di "Sciuscià", rischia di essere solo l'inizio di un processo ancora lungo e accurato di cancellazione di voci "diverse".

E' ormai un anno che Santoro grida al pericolo. In molti lo hanno preso per paranoico, preoccupato solo di veder cancellata la sua faccia dalla schermo. Invece il rischio era reale, adesso è realtà e non abbiamo ancora visto tutto. Santoro pensa quindi che sia giunto il momento per esprimere un sogno. «Quello di vedere tutta la sinistra unita bussare alla porta del presidente della Repubblica per dirgli: va bene abbiamo perso le elezioni, ma questo non può permettere a nessuno di privare il 50 per cento della popolazione del suo diritto ad essere correttamente informata».

Partono i filmati. Gli inviati del programma percorrono New York e le sue periferie a pochi giorni dall'11 settembre. Ci fanno capire che sotto le macerie di quelle Torri sono morti in molti, e molti erano ispanici, immigrati clandestini, musulmani. Sotto quelle macerie c'erano tutti. Ci mostrano ragazzi di periferia che chiedono vendetta e donne dell'alta società che chiedono vendetta e gente di strada che chiede vendetta e vecchi che chiedono vendetta. Un'unica voce dissonante: quella di una giovane studentessa palestinese, che ora nella sua classe tutti guardano in cagnesco. Poi, i filmati dall'Afghanistan dove interi villaggi sono stati distrutti dalle bombe senza nemmeno sapere perché. Non conoscono i talebani, non sanno dov'è New York, non leggono i giornali perché lì dove vivono (vivevano) non arrivano, e soprattutto perché non sanno leggere. Però li hanno bombardati.

«Gli americani hanno subìto un grande trauma e ora la cosa che domina in America è la paura». Il primo ad intervenire al dibattito di "Sciuscià" è Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica "Limes". «la dottrina Bush è semplice: prevenire - continua Caracciolo -. E, con questa futura guerra in Iraq anche tentare di ridisegnare la mappa del medio Oriente. L'attacco vero infatti è all'Arabia saudita e al suo controllo sul petrolio». «E' vero, ora la politica militare americana si basa sul "first strike" ("colpire prima") - interviene Lucia Annunziata, direttore dell'agenzia di informazione ApBiscom -. Guerra di prevenzione e senza necessità di consenso». Arriva intanto, quasi inaspettato, un altro ospite della serata, il "disobbediente" Luca Casarini che Santoro fa sedere accanto a sé sulla gradinata del palco. Magari scomodo, ma Casarini non perde in chiarezza: «Credo che siamo giunti alla seconda fase del processo di globalizzazione. La prima è stata la costituzione di grandi istituzioni sovranazionali, non elette da nessuno, e che decidono dei destini economici del mondo. Ora siamo nella seconda fase, quella della formazione di una sorta di club antiterrorismo che compatti gli schieramenti. Fondamentale allo scopo, alimentare la paura e non a caso negli scorsi mesi all'interno del Pentagono è stato istituito un ufficio propaganda con il compito di far circolare informazioni false». Diffondere informazioni distorte che alimentino il terrore e facilitino il controllo sociale, attraverso la costante diminuzione dei diritti civili. Questo dice Casarini. E dice anche un'altra cosa, ancora più importante. Ci ricorda, cioè, che il consigliere di Bush, Condoleeza Rice, prima di entrare nel governo faceva parte del consiglio di amministrazione della Exxon, multinazionale del petrolio. «Una guerra del petrolio e per il petrolio. Petrolieri i sostenitori di Bush e petroliere bin Laden», conclude Casarini. Va avanti su questa tesi, Gennaro Migliore, responsabile esteri di Rifondazione. «Sì, il petrolio, ma anche la riorganizzazione dell'intero assetto dei poteri a livello mondiale, la cancellazione dei vecchi organismi internazionali e la creazione di nuovi poteri sovra-nazionali. E soprattutto ricerca dell'impunità per tutte le violazioni. E' quello che vuole Bush e, per ottenerlo, sta chiedendo la complicità di Blair e Berlusconi, perché lo aiutino a liberarsi dei tribunali internazionali». Padre Jean Marie Benjamin, cattolico da anni attivo in Iraq ed esperto del mondo musulmano, ricorda a tutti che questa nuova guerra contro l'Iraq non solo non ha fondamento, non solo è un attacco illecito a un paese che non ha dichiarato alcun intento bellico contro l'America, ma che soprattutto andrebbe a colpire un paese «già stremato, dove ogni anno muoiono, a causa dell'embargo, migliaia di bambini e dove l'Unicef arriva solo per contare i morti».

Il pubblico applaude, partecipa, a volte fischia. Fra loro, il direttore di Liberazione Sandro Curzi, il sociologo delle comunicazioni Giovanni Cesareo, in ordine sparso tutta la redazione di Santoro a cui in molti si avvicinano per stringere le mani (Corrado Formigli, Riccardo Jacona, Maria Cuffaro, Paolo Mondani, Sandro Ruotolo e tanti tecnici, tutti in lavoro "volontario"). A metà trasmissione arriva defilato anche l'ex direttore di Raidue, Carlo Freccero, che Santoro accoglie affettuosamente con uno scherzo: «Eccoci qui, tutti e due rifugiati politici a Rifondazione». Sul palco c'è anche Vauro e le sue vignette, ma soprattutto le sue memorie, dolorose, dei giorni passati in Afghanistan assieme a Gino Strada.

Ultima vittima della serata di discussione, l'Onu. «Un organismo che è ormai una foglia di fico. Non nascondiamoci dietro una realtà che non esiste più», incalza Annunziata. Pensava di ricevere fischi, invece sono solo consensi: «E' vero, l'Onu è morta e non possiamo che dispiacercene», interviene Migliore. «La sinistra, si può dire qui, sì? - scherza ma mica tanto Annunziata -, dovrebbe cominciare però a pensare ad altri strumenti per rispondere a certe esigenze, anche di sicurezza, che arrivano dalla gente. E alzare la palla, il livello del ragionamento. Fuori dalle piccole beghe interne al nostro paese per vedere e ragionare in termini più ampi, come stiamo facendo noi qui, stasera». «E' vero - risponde Migliore -, ma io non posso non pensare a quei curdi che arrivano nel nostro paese già morti dentro un camion. Non posso non pensare che nelle nostre lotte di tutti i giorni c'è la guerra. Non posso non augurarmi che il prossimo sciopero generale per la difesa dell'art. 18, sia uno sciopero anche contro la guerra».

Finisce la serata, tra applausi e abbracci. Santoro saluta tutti e annuncia che il 14 settembre "Sciuscià" tornerà in piazza. La battaglia per il diritto all'esistenza (di "Sciuscià" e non solo, ovviamente) è appena iniziata. Tutta la redazione, conduttore in testa, la troverete sabato prossimo sotto lo striscione: "E non è finita qui".

www.liberazione.it

Paddy Garcia (POL)
13-09-02, 20:13
http://www.sciuscia.rai.it/1400/2002_04_19_vignetta_06.jpg

Roderigo
17-09-02, 16:01
E "Sciuscià" fa volare le Tv locali
Tg3 in salita

I telespettatori cominciano a muoversi. Come ha dimostrato la piazza romana di San Giovanni sabato scorso, il paese è tutt'altro che addormentato e comincia anche a rendersi conto di quello che succede sulle nostre televisioni. Da tempo sulle reti pubbliche c'è ben poco da vedere. Tra questo "poco", il Tg3 e il suo speciale di approfondimenti "Primo Piano". Gli spettatori se ne sono accorti e in questi giorni di battaglie, hanno premiato la testata diretta da Antonio Di Bella con uno share di ascolti costantemente in salita.
Ma la vera sorpresa - quella a cui varrà prestare più di un occhio, nei prossimi giorni - arriva dallo "Sciuscià" sulla piazza del 14 settembre, andato in onda in diretta su 24 reti locali. Ascolti in salita vertiginosa per tutto il gruppo di "Telelombardia" e "Europa 7". Prove tecniche di Terzo polo?

Liberazione 17 settembre 2002
http://www.liberazione.it

Roderigo
17-09-02, 16:05
L'APPELLO
«Diciamo no alle ingerenze»

Ecco il testo dell'appello lanciato dall'Associazione articolo 21 (www.articolo21liberidi.org):

«La decisione della Rai di chiudere Il fatto e Sciuscià è la realizzazione delle dichiarazioni bulgare del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Noi cittadini, in nome della libertà di espressione e di scelta e contro le ingerenze esterne che la limitano, chiediamo che la Rai rimetta in onda Il fatto e Sciuscià».

Primi firmatari: Federico Orlando, Fulvio Abbate, Don Vinicio Albanesi, Lucia Annunziata, Luciana e Giorgio Alpi, Stefano Balassone, Riccardo Barenghi, Alessandro Benevenuti, Nancy Brilli, Marco Bonini, Giulietto Chiesa, Don Luigi Ciotti, Daria Colombo, Furio Colombo, Stefano Corradino, Fiammetta Cucurnia, Sandro Curzi, Nando Dalla Chiesa, Giuliana De Sio, Fulvio Fammoni, Fabio Fazio, Sabrina Ferilli, Paolo Flores D'Arcais, Giuseppe D'Avanzo, Dario Fo, Carla Fracci, Carlo Freccero, Tommaso Fulfaro, Vittorio Emiliani, Aldo Gandolfi, Alessandro Galante Garrone, Enrico Ghezzi, Angelo Giacobelli, Paul Ginsborg, Remo Girone, Giuseppe Giulietti, Peter Gomez Giancarlo Governi, Alice, Davide e Pina Grassi, Tano Grasso, Angelo Guglielmi, Gabriele Muccino, Sabina Guzzanti, Francesco La Licata, Maddalena Lambertucci, Gad Lerner, Luciano Ligabue, Roberto Mastroianni, Beppe Melegatti, Marina Minicucci, Mario Monicelli, Roberto Natale, Francesco Pardi, Nicola Piovani, Andrea Purgatori, Amanda Sandrelli, Stefania Sandrelli, Paolo Serventi Longhi, Giovanni Soldati, Franca Rame, Nino Rizzo Nervo, Blas Roca Rey, Giorgio Santelli, Piero Scaramucci, Paolo Sylos Labini, Luca Sofri, Gino Strada, Nicola Tranfaglia, Marco Travaglio, Vincenzo Vita, Vauro, Saverio Vertone, Roberto Zaccaria, Victoria Zinny.

pietro
17-09-02, 16:12
Cos'è l'elenco di Capital ?:D

Roderigo
17-09-02, 16:29
Originally posted by pietro
Cos'è l'elenco di Capital ?:D
E' l'elenco dei firmatari di un appello contrario alla censura di "Sciuscià" e de "Il fatto".
Non usarlo come lista di proscrizione.

R.

pietro
17-09-02, 16:31
Proscrizione? Qui gli unici proscritti sono quelli che non hanno il conto in banca pari al loro....:) E sono milioni.....

Roderigo
17-09-02, 17:35
Originally posted by pietro
Proscrizione? Qui gli unici proscritti sono quelli che non hanno il conto in banca pari al loro....:) E sono milioni.....
Il solito populista.

R.

pietro
17-09-02, 17:43
Ci avrei scommesso sopra un milione che avresti risposto cosi':) Stai tranquillo che il "vippaio" pur di tornare ad incassare fara' altri appelli...a meno che qualcuno di questi tra non molto tempo non passi tra le fila del nano pelato ...Cosa gia' avvenuta in passato ma ovviamente a tutela della "liberta' d'informazione" s'intende!;)

Guarda che ogni tanto un po' di umorismo fa bene....

ciao

Roderigo
17-09-02, 18:10
Ma il tuo è umorismo nero. :D

R.

pietro
17-09-02, 18:24
Beh, visto l'elenco di nomi direi tragicomico.....

Au revoir :)

Roderigo
19-09-02, 18:20
Originally posted by Roderigo
Sandro Ruotolo, coautore di "Sciuscià": «Continueremo la nostra battaglia in piazza»
«A rischio in Rai c'è la libertà»

Castalda Musacchio

«Nessuna motivazione editoriale, è stato solo un attacco politico». Sandro Ruotolo, partner di Santoro in "Sciuscià", giornalista in Rai dal 1980, non smorza i toni della protesta. «Ormai non resta che scendere in piazza». Non si fermeranno, dunque, i giornalisti della trasmissione condotta da Santoro di cui il Cda di venerdì ha decretato la chiusura. «Saremo ovunque sarà possibile esprimere le nostre idee. L'11 settembre parteciperemo anche alla festa romana di "Liberazione" per la quale stiamo preparando una puntata speciale. La battaglia che si sta conducendo è per il rispetto della democrazia. Regime o non regime, a rischio oggi c'è la libertà». In difesa di "Sciuscià", ieri, è intervenuto anche il segretario di Rifondazione, Fausto Bertinotti: «Quello che è accaduto è un fatto molto, molto grave», ha detto. «Santoro è stato parte importante del giornalismo televisivo di questi anni, una presenza che si è sottratta a una omologazione che da tempo mostra propensione al regime».

Ripercorriamo insieme la storia della fine della trasmissione. Tutto è nato dal "diktat" di Berlusconi in Bulgaria, lanciato ad aprile, e oggi pare che anche Di Bella rischi il posto...
Il 18 aprile, sì. Ma vorrei aggiungere che Berlusconi quest'anno è intervenuto ben quattro volte su "Sciuscià", su "Satyricon" e sul "Fatto" di Biagi. Da Sofia ha lanciato il suo "diktat", ma anche da Cannes, in occasione della presentazione dei palinsesti Rai, ha ribadito quali erano le sue idee sulle trasmissioni "scomode". Con questo voglio dire che non si è trattato di esternazioni estemporanee. Anche al congresso di An intervenne per ribadire le sue disposizioni sui giornalisti "comunisti". Alla base delle sue esternazioni c'è stata da sempre una precisa strategia politica.

Vuoi dire che tutto è stato studiato a tavolino?
Credo proprio di sì. Dal "Raggio verde" della campagna elettorale la sequenza degli eventi è stata tutta "in progress". Scandita da precisi momenti "comunicativi" da parte del presidente del consiglio. Dire che quest'anno i toni della nostra trasmissione siano stati eccessivi significa non aver visto neppure una puntata di "Sciuscià". Certo, siamo giornalisti. E' ovvio che nel momento in cui viene attaccata una puntata come "Satyricon" o "il Fatto" dobbiamo renderne conto. Il nostro mestiere è raccontare cosa accade. Se ci privano anche di questo...

Quale è il tuo parere su questa Rai. C'è una grossa differenza con la gestione Zaccaria?
E' dall'80 che lavoro in Rai. Ho lavorato anche con il vostro direttore al Tg3. Debbo dire che, con tutti i suoi limiti, nella Rai dell'Ulivo, nei posti chiave c'erano uomini del Polo. La lottizzazione c'è sempre stata; ma, oggi, la politica controlla direttamente l'informazione. E' dentro la Rai. E questo non è mai accaduto.

Nessun problema dunque con l'Ulivo. Ieri, però, alla riunione del Cda, Zanda, consigliere di centrosinistra, non ha partecipato alla votazione della mozione "pro Sciuscià". Lui dice per improrogabili impegni familiari. Tu che ne pensi?
Debbo dire che sono rimasto anche io perplesso su quanto accaduto alla riunione del consiglio. So che è andato via per motivi personali. Certo, le cose sono andate come sono andate. Diciamo pure che c'è un problema di gestione anche per il centrosinistra. Certo, dei problemi di linea con l'Ulivo ci sono stati. Ma la questione dell'informazione oggi riguarda tutte le opposizioni.

Una delle accuse che vengono mosse a "Sciuscià" è che i soldi non ci sono. La trasmissione costa...
Chi gestisce un'azienda deve giustamente tenere conto dei costi ma anche dei ricavi. "Sciuscià" non è una trasmissione pagata dal canone. Avevamo un'"audience" così alta che ci hanno imposto di raddoppiare gli "spot" pubblicitari. Se proprio vogliamo fare i conti, posso dire che se "Sciuscià" costava alla Rai 300 milioni ne guadagnava 600.

Ma, allora, quale è la vera motivazione della chiusura della trasmissione. Paura dell'"autunno caldo"?
A questo punto debbo dire di sì. "Sciuscià", però, non è una trasmissione "politica". Fa solo informazione. Certo, se è in atto una protesta nazionale contro Berlusconi non possiamo non darne notizia. Non ti sembra?

E ora?
Ora scenderemo in piazza. Il 14 settembre parteciperemo alla manifestazione promossa dai girotondini. Perché crediamo che ormai il rispetto della legalità e dei diritti siano fondamentali come la difesa della democrazia. Ci rivolgeremo anche alla corte europea. A Modena, proprio oggi, Michele Santoro terrà una conferenza, perché andremo ovunque per far valere le nostre idee. Oggi, chi si batte in difesa dell'articolo 18 o per la giustizia e il rispetto della legalità, i girotondi o i movimenti hanno un unico scopo: la difesa della libertà.

Liberazione 1 settembre 2002
http://www.liberazione.it

Lettera di richiamo a Sandro Ruotolo per l'intervista al nostro giornale
Vietato farsi intervistare da "Liberazione"

CM

Il giornalista di Sciuscià: «Sono senza parole per quanto accade»
«Sono ancora senza parole. Ormai siamo arrivati al punto di non potersi più esprimere da libero cittadino. E' un diritto sacrosanto riconosciuto dall'articolo 21. Sancito dalla Costituzione: parliamo della libera espressione del pensiero». Sandro Ruotolo, braccio destro di Santoro, ha commentato con queste parole la notizia della lettera di richiamo che la Rai gli ha inviato per le dichiarazioni espresse nell'intervista rilasciata a Liberazione lo scorso primo settembre. «L'opinione espressa in quella intervista - ha detto il giornalista - è stata la stessa dichiarata da centomila persone, dal segretario della stampa della Fnsi a Sergio Cofferati, a Umberto Eco, a Dario Fo, a intellettuali e esponenti del mondo del cinema. Lungi da noi l'idea di danneggiare l'immagine dell'azienda. Proprio perché amiamo la Rai ci battiamo per la difesa del servizio pubblico. Eppure, proprio la Rai non ha ancora dato alcuna motivazione editoriale per la chiusura di "Sciuscià"». Sandro Curzi, direttore di Liberazione, appresa la notizia, ha immediatamente cercato di conferire con il direttore generale Agostino Saccà per ottenere spiegazioni. «Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta», riferisce il direttore. «Per questo abbiamo anche dovuto sospendere la trattativa avviata con i vertici Rai per la realizzazione di una videocassetta per lo "Sciuscià" speciale tenutosi proprio alla festa di Liberazione».


Liberazione 18 settembre 2002
http://www.liberazione.it

Catilina
12-11-02, 22:36
Perdono perdono perdono
(Caterina Caselli)

L' ho preso in giro, su 'sto forum, Michele; l' ho strapazzato perchè con le sue santorate su Previti e Dell' Utri ci faceva perdere 100.000 voti a botta. Oggi mi pento.
Perchè Michele si è sempre dichiarato compagno, ha cantato Bella Ciao e perciò è stato retrocesso in terza rete. E se il risultato della soppressione di Sciuscià deve essere Excalibur , l' esempio di giornalismo più squallido e filogovernativo a cui abbia mai assistito, allora grido: "Rivoglio Sciuscià!"
E pretendo le scuse dei vari liberaldemocratici lib-lab alla Jan Hus e gdr che sono venuti su 'sto forum a farci la lezione di liberaldemocrazia e di giornalismo anglosassone... ma va là...!
Il rimpiazzo di Sciuscià è infatti un pastrocchio che spazia dalla madonna di Medjugorje al Social Forum seguendo un filo nero tutto intriso dell' anticomunismo più becero.
Che balle ci raccontavano gli Jan Hus e le gdr? Che la soppressione di Sciuscià era solo il primo passo per riportare l' informazione in prima serata, con reportage, inchieste, ospiti e dibattiti senza liti in studio. Una informazione- ci raccontavano- non faziosa, dove la realtà prevalga sui luoghi comuni. Eccoci serviti!
Il nuovo conduttore, Antonio Socci, di Santoro ha solo l'arroganza e il piglio prepotente, ma non certo la capacità professionale.
Socci è stato inviato del settimanale Il Sabato , diretta emanazione di "Comunione e Liberazione", ha lavorato per 30 giorni di Andreotti e da tempo scrive per Il Giornale e Il Foglio. Hai visto chi dovevano andare a cercare Saccà e Baldassarre per non disturbare il governo Berlusconi? Un cattolico liberale amico di quel grandissimo amerikano nostrano che risponde al nome di Giuliano Ferrara.
Non stupisce, quindi, che la sua prima trasmissione si sia presentata come un delirio, con immagini e servizi montati ad arte per accostare forzatamente Social Forum e sessantottini, anche loro abbagliati, secondo Socci, come i no-global, ma più di trenta anni fa, dall' ideologia comunista che ovunque impose "regimi sanguinari e liberticidi", il tutto condito da immagini di teschi e resti umani. Socci non ha suonato, per la verità, l' inno amerikano, ma in compenso c'era il Capezzone, il radicale italo-amerikano tirapiedi di Washington, che con la sua contrita espressione accusava il povero Agnoletto di essere un estimatore del terrorismo.
L' Agnoletto tentava di difendersi, quand'ecco saltar su un' altra ospite, la Fiamma Nirenstein, che esplodeva in uno sproloquio sempre contro il povero Agnoletto, accusandolo di odiarla solo perchè era ebrea. La follia anticomunista, insomma, ha corso sull' etere per due ore abbondanti, con la giornalista "fiorentina" che vomitava addosso all' Agnoletto i suoi insulti, incurante di essere stata messa all' angolo da Vittorio per un documento ferocemente antipalestinese da lei sottoscritto.
Insomma, uno spettacolo deprimente: volgare propaganda filo-americana e filo-israeliana che i curatori hanno la pretesa di far passare come esempio di "giornalismo non fazioso"!
Che dire? Davanti a una cosa come Excalibur ,Sciuscià può essere definito come un programma pacato e super partes e, in ogni caso, se l' alternativa a Michele deve essere la celebrazione della messa liberal-confessionale di Socci, allora lasciatemi gridare: "Aridatece Santoro!"

Catilina
16-11-02, 20:56
Alla sua seconda puntata il programma di Socci ha dimezzato il pubblico. E' stato superato anche dalla prima di "W l' Italia", la nuova testata di informazione di "Stream news" legata al circuito delle più importanti emittenti private regionali e condotta da una giovanissima semisconosciuta.
Insomma, "Excalibur" è già un flop, ma Saccà esulta: "Un programma bellissimo, avrà vita eterna", perchè "temi alti come quelli trattati da Excalibur era anche scontato che segnassero una minore quantità di ascolti".

Roderigo
24-11-02, 18:04
Occorre rinazionalizzare viale Mazzini

Sergio Bellucci

Chissà se Baldassarre, Albertoni e Saccà si sono fatti convincere allo strappo sulle nomine dal Presidente del Consiglio. E chissà se in questo convincimento non abbia giocato, in qualche modo, la certezza di poter utilizzare, in caso di chiamata a rispondere dei propri atti davanti alla magistratura, la nuova legge Cirami sul legittimo sospetto. Il fatto certo è che, ignorando i richiami dei Presidenti delle Camere che li avevano nominati, i residui del primo gruppo dirigente Rai nominato nell'èra del Berlusconi-bis (ma forse sarebbe meglio dire -ter visto il mini rimpasto della Farnesina) hanno prodotto un pacchetto di nomine con una rottura preoccupante, sia sotto il profilo aziendale, sia sotto quello istituzionale. Che Berlusconi sia preoccupato degli sviluppi nell'ambito del sistema radiotelevisivo non può essere negato. La crisi della Rai evidenzia una incapacità di gestione della maggioranza di governo, proprio nel settore più delicato per gli interessi di Berlusconi e dovrebbe rappresentare, invece, il fiore all'occhiello della capacità operativa del padrone di Mediaset. La sentenza della Corte Costituzionale su Rete4 e Tele+ sembra chiudere un cerchio forse inaspettato, con un giudizio oggettivo di a-democraticità, neanche tanto implicito, dell'intero sistema della comunicazione italiana. La Corte Costituzionale, infatti, respinge la logica del rinvio invocata ad Arcore. La tesi del gruppo Mediaset, recepita dal testo Gasparri, sosteneva, infatti, che sarebbe stato inutile e assolutamente colpevolizzante una decisione di rinvio sul satellite, in una fase nella quale il sistema starebbe passando ad una tecnologia (le trasmissioni in digitale) che consentirebbe la moltiplicazione dei canali a disposizione. La sentenza non rinvia la soluzione della a-democraticità ad un futuro indefinito, ma afferma che il principale squilibrio del sistema della comunicazione italiano deve essere risolto entro i prossimi 13 mesi. In termini industriali vuol dire che Berlusconi deve cominciare a rifare i conti rinunciando, non solo alle centinai di miliardi delle vecchie lire di pubblicità che ricava dalla trasmissione di repliche di magazzino (a costo totalmente ammortizzato), ma alla rendita di posizione sul numero di canali digitali che potrà richiedere nel futuro. Ecco spiegata, allora, la stretta sulla Rai. Occorre mettere il guinzaglio al cavallo di Viale Mazzini, piazzare alla guida della società di raccolta pubblicitaria pubblica un gruppo dirigente "affidabile", dare un segnale ai centristi che la battaglia politica può riguardare tutto, ma la giustizia e la comunicazione sono campi d'azione riservati e protetti. Certo il Cavaliere afferma di non interessarsi direttamente alle vicende Rai, ma come potrebbe sostenere il contrario? Il conflitto d'interessi grava pesantemente sui palazzi romani e per Berlusconi affermare di voler dire una cosa sulla Rai equivarrebbe all'affidamento delle conclusioni del dibattito parlamentare sulla Fiat al senatore a vita Agnelli.

Per questo in queste ore si misura la veridicità delle affermazioni sull'autonomia del servizio pubblico e proprio per questo serve la chiara affermazione della necessità di un nuovo gruppo dirigente. Occorre sottrarre al potere politico i vertici del servizio pubblico. Occorre che la scelta dei nomi non sia fatta nel segreto delle stanze del Palazzo, serve che il ministro del Tesoro pensi più a reperire i fondi per garantire i servizi di cui la collettività ha bisogno e rinunci a governare l'azienda di Viale Mazzini come se fosse una sua proprietà personale. Per questo occorre un gesto di rottura dei Presidenti delle Camere, un gesto forte che rappresenti l'avvertimento di un limite invalicabile, quello dell'esistenza stessa di un servizio pubblico che possa essere definito come tale. Siano interpellati i lavoratori della Rai ad esprimere una rosa di nomi, siano chiamati le donne e gli uomini della cultura a proporre persone che siano legate a programmi espliciti che riguardino il funzionamento del servizio pubblico. È curioso, infatti, che dopo aver accettato l'incarico a dirigere la Rai pubblica, tutti gli ultimi gruppi dirigenti di Viale Mazzini abbiano dichiarato (e spesso lavorato) al processo di privatizzazione. I Presidenti delle Camere non possono non prendere atto che lo schema fin qui usato per la nomina del consiglio è uno schema logoro, che non coglie la complessità reale della nostra società. Troppe culture, troppi linguaggi risultano estranei e oscurati, le culture critiche ignorate ed emarginate favoriscono la costruzione di fossati sociali difficilmente colmabili. Occorre, in altre parole, ri-nazionalizzare la Rai, renderla per la prima volta, forse, una azienda al servizio di tutte e di tutti. C'è poco tempo, ormai. E l'abbonato lo sa.

Liberazione 23 novembre 2002
http://www.liberazione.it

kid
28-11-02, 13:42
Il contenuto dell'articolo che posti, caro Roderigo, è anche condivisibile, ma che significa poi economicamente la rinazionalizzazione? Che lo Stato mantiene i costi della Rai come azionista di riferimento. Bene se poi volete anche nazionalizzare la Fiat, mi sa, cari compagni, che non avete un'idea molto chiara dei conti Fiat, ma pazienza, attenti che invece che Berlusconi ai vertici dello Stato ci dovremo trovare, un Murdoch od un Rokfeller! Insomma qualcuno ancora più ricco che si possa permettere tutto questo ben di dio in mano pubblica! Che ne dite? Hasta il supercapitalismo sempre!

Roderigo
28-11-02, 13:57
Temo, caro Calvin, che le tue obiezioni si fondino sul presupposto che la perdita della Fiat e della Rai, siano gratis. Sarebbe come credere che per essere ricchi e star bene, basti non spendere niente.

R.

kid
28-11-02, 16:34
il mio presupposto sono le dismissioni, cioè che dove lo Stato, economicamente e politicamente, non regge, lo Stato si ritira e cerca di capitalizzare, se è possibile. Altrimenti si accolla i debiti e va a fondo. La nazionalizzazione della Fiat significherebbe non rilanciare l'automobile e recuperare i posti di lavoro, ma venir travolti da costi che pongono la Fiat fuori dal mercato e mantenere la Rai com'è, rinazionalizzarla, è un non senso e questo lo cavo da questo articolo che ha un concetto fondamentale: tenere fuori la politica e le sue pretese. Quindi, se questo è un presupposto vero e non una cosa scritta tanto per riempire la pagina, non si può ne mantenere nazionale nè rinazionalizzare.

Roderigo
28-11-02, 17:44
Originally posted by calvin
il mio presupposto sono le dismissioni, cioè che dove lo Stato, economicamente e politicamente, non regge, lo Stato si ritira e cerca di capitalizzare, se è possibile.
Ma nel caso della Fiat, ci troviamo esattamente nella situazione opposta: è il privato che non regge, neppure se assistito. Quindi la mano passa allo stato, altrimenti è la chiusura. E la perdita dell'industria nazionale dell'auto non è a costo zero.
Riguardo alla Rai, il problema non sta nel carattere pubblico, ma nel fatto di essere governata dai padroni di Mediaset.

R.

kid
28-11-02, 18:18
è vero Roderigo, e la storia e lunga, ma in questo caso gli errori sono del privato, non dello Stato, che aveva il dovere di assistere, come tu comprendi bene, una grande azienda che da lavoro a decine di migliaia di operai. Ma l'azienda Fiat e la sua dirigenza sono come tu sai un'azienda di tipo familiare che ha cercato e a volte trovato la sua competitività in base alle ambizioni, all'avidità, avrebbe detto Smith, dei membri della famiglia. La crisi Fiat sicuramente inizia con la rottura con Ghidella, che di auto ci capiva, ma si supera, fino a quando muoiono gli eredi. A quel punto la Fiat diversifica, nel senso che vuole capitalizzare e perde di competitività in tutti i sensi. In questo quadro bisogna chiedersi se lo Stato è in grado di fornire un progetto auto tale da risalire la china. Abbiamo dei maneger di Stato che possono investire su un prodotto tale da non rivelarsi fallimentare? Tu sei sicuro che lo Stato sia meglio sotto questo profilo dell'ultima gestione Agnelli? E' un po' una scommessa, sulla pelle dei lavoratori fra l'altro, perchè se il risultato fosse la skoda, beh ti assicuro che è meglio chiudere subito e cercare un'altra soluzione. Al più lo Stato si carichi di trovare una nuova sistemazione professionale ai tecnici e agli operai che perdono il posto di lavoro a medio termine, magari anche con una mobilità europea e grazie alla general motor non solo europea. Capisco che il discorso sia pesante in termini umani, ma non vedo uno spiraglio diverso. Perchè per operare con profitto sul mercato occore il privato, singolo, brutto ed avido e lo Stato deve solo preoccuparsi di fissare le regole dello stesso, ridistribuire, tutelare i lavoratori e le condizioni di lavoro, come è sacrosanto. Ma lo Stato imprenditore in prima persona, non ha i titoli, non ha gli stimoli, non ha la cultura, e temo, meno di tutto, le qualità. Sarebbe una sperimentazione inusuale che dovrebbe, visto la delicatezza della situazione, per lo meno non partire da un pesante passivo, quale è l'attuale. Per cui ha più senso in queste condizioni, chiedere alla dirigenza Fiat di uscire da alcuni settori nei quali si sono impegnati per investire nell'auto e a questa condizione garantire degli aiuti. Ma anche qui serve un'idea buona alla concorrenza, senza la quale l'automobile non la si vende se non all'esercito e alla polizia e che so alle Camere dei Deputati. E magari nel terzo mondo. In altre parole sei fritto. Sulla Rai, il discorso che la dirigenza mediaset ed il governo ne vogliono l'affossamento per semplici ragioni di competitività non farebbe una grinza se la Rai non andasse male dai tempi di Bernabei in avanti e cioè, come scrive in fondo lo stesso articolo di liberazione, da quando la politica l'ha considerata come una sua terra di conquista. Certo che se avessimo avuto una legge efficace sul conflitto di interessi, o per lo meno non ci fosse stata la commistioni di affari e di interessi che il premier può avere in questo settore, tutti saremmo più tranquilli. Ma il disastro Rai, programmi, politica, dipendenti, mi pare antecedente a Berlusconi. E poi con la nazionalizzazione oggi come oggi il governo attuale se la papperebbe anche peggio di come fa finora. Poi, insomma, se persino i cinesi si accorgono che forse la privatizzazione ed il mercato offrono dei vantaggi, forse compagni di rifondazione, una riflessione bisogna cominciare a farla. Non ho visto vostre valutazioni sul congresso del partito comunista cinese, che, diciamolo, economicamente, governa un paese un po' più sviluppato di Cuba.

Roderigo
28-11-02, 20:39
La crisi della Fiat ha la sua origine nella vittoria di Romiti nell''80. Sconfitti gli operai, la competitività è stata garantita dallo sfruttamento del lavoro e non più dall'innovazione di prodotto e di processo, perseguendo margini di profitto immediato o a breve termine.
Non esiste più il problema di stabilire se sia meglio lo stato o la famiglia Agnelli, perchè quest'ultima si ritira. Non chiede di essere salvata. Vuole svendere e passare ad altro. Quindi la scelta è tra la chiusura e l'intervento pubblico. Lo stato deve prendersi la Fiat o comunque partecipare con proprio capitale all'azionariato. Per i lavoratori, l'unico rischio è che vada bene. La loro situazione può solo migliorare. E non si tratta unicamente di migliaia di posti di lavoro, ma di un intero tessuto sociale. Pensa all'indotto, pensa ai consumi generati dall'industria dell'auto, pensa alla ricchezza prodotta. A Termini, le banche hanno giù dimezzato le operazioni, il commercio ha ridotto le entrate del 30%. Il 27% del Pil della provincia di Frosinone è prodotto da Cassino. A Torino, la Fiat è il perno economico della città. Quindi, non si tratta solo di porre rimedio alla disoccupazione con un po' di ammortizzatori sociali.

Riguardo alla Rai, d'accordo, i problemi sono iniziati prima di Berlusconi presidente, ma hanno la loro radice proprio nell'idea di competere con Fininvest e poi Mediaset sul suo proprio stesso terreno. Qui abbiamo la prova che non è vero che la concorrenza produca di per sè il miglior prodotto. Entrambe le aziende hanno fatto a gara nel proporre gli stessi programmi, gli stessi palinsesti, nelle stesse ore, per accaparrarsi sempre maggiori quote di pubblicità. Questa è stata la concorrenza. E' ovvio che in questo schema, la Rai, la televisione pubblica non serve a nulla. E' una televisione commerciale come le altre.
Rinazionalizzare significa tornare ad una funzione pubblica del sistema radio-televisivo statale. Una funzione che non può essere assolta dall'accaparramento del mercato pubblicitario.

R.

kid
29-11-02, 12:18
caro Roderico, che tra l'altro è schietta e seria, ma a parte la diversa valutazione sulla gestione Romiti della Fiat, la scelta non è ridotta fra nazionalizzare o chiudere, scusa. Intanto perchè la famiglia si vuole ritirare dall'auto ma a certe condizioni e non è detto che non le convenga ripensarci per lo meno sui tempi e sui metodi. Poi si può vendere a terzi. Io non nego la necessità di un intervento dello Stato, ci mancherebbe. Nel senso che non possiamo permetterci di perdere la principale industria italiana senza tentare niente. Dico solo che l'idea che lo Stato si sostituisca ad un gruppo industriale di tipo familiare, mi pare impossibile e se fatta, portatrice di ulteriori danni economici. Comunque non siete voi al governo e quindi questa ipotesi esiste solo dialetticamente e mi preoccupa ti assicuro molto poco. C'è chi nella Lega la sostiene e forse anche in An, ma ti ripeto a fronte dei conti si cercheranno soluzioni più realistiche e meno rischiose. Scusami Roderigo, ma noi noi siamo lo Stato sovietico sorto dalla rivoluzione che si poteva lanciare eroicamente in una nuova politica economica per ammodernare il paese. Noi dobbiamo sanare l'esistente e confrontarci con un sistema imprenditoriale piuttosto compromesso. Da colpe sue, certo ma non solo.
Sulla Rai invece secondo me alla fine non siamo mica così lontani. Purtroppo non decidiamo noi! E speriamo che tornino Curzi e Guglielmi

Roderigo
29-11-02, 18:51
Caro Calvin, noi non siamo al governo neppure in Francia ed in Germania, eppure Renault e Wolkswaghen sono state rilanciate dall'intervento pubblico.
L'azienda non dà segni di ripensamento, se non nele forma di un ulteriore prolungamento dell'agonia. Vendere a terzi, significa vendere a multinazioniali straniere, GM in testa, quindi perdere una industria nazionale, la principale industria nazionale.
Sulla Rai, condivido la tua speranza, ma non ci credo. :)

R.

kid
02-12-02, 12:20
ma l'intervento pubblico in soccorso dell'impresa va benissimo. E' rilevare la proprietà di un'azienda privata come la Fiat che non mi pare plausibile, soprattutto a fronte dei suoi debiti che ti assicuro non sono quelli che potevano avere la Volkswagen e la Renault. Sulla Rai è sicuro che non sarà così è già tanto che c'è ancora blob e Guzzanti.

Roderigo
02-12-02, 19:13
Originally posted by calvin
ma l'intervento pubblico in soccorso dell'impresa va benissimo. E' rilevare la proprietà di un'azienda privata come la Fiat che non mi pare plausibile, soprattutto a fronte dei suoi debiti che ti assicuro non sono quelli che potevano avere la Volkswagen e la Renault.
Ma l'alternativa qual'è?

R.

kid
02-12-02, 19:37
Capisco che rc faccia la sparata della nazionalizzazione della Fiat è suo diritto ed è anche ad effetto. Che smacco per gli Agnelli! Ma se Fausto fosse al posto di Marzano e tutto sommato, non sarebbe un cambio così cattivo, per quello che mi posso immaginare ci andrebbe con i piedi di piombo, perchè la situazione lui la conosce bene. Io credo che gli Agnelli siano ancora il dominus e si trovino di fronte a delle responsabilità che non vogliano affrontare, perchè non ne vedono i vantaggi, in quanto non avendo eredi perchè devono lavorare ad una situazione improba? Sono di fronte ad un fallimento, da una parte e ad un desiderio di evasione dall'altra. Credo che la famiglia voglia proprio che sia lo Stato a rilevare il più possibile, e il governo facendosi due conti forse ci pensa anche. Ad esempio Castelli ha sussurrato proprio la parolina che vi piace tanto: nazionalizziamo. E' buffo che la lega da una parte voglia la federalizzazione dello Stato e dall'altra parte nazionalizzare tutto il possibile! Ci sono o ci fanno? Oppure sanno bene che se lo Stato si carica troppo va a fondo. Ma lasciamo stare la lega. E' chiaro che noi siamo di fronte all'ipotesi di non avere più un'industria come la Fiat, perchè la Gm compra, si prende quello che le serve ed il resto lo sbaracca. Questo è il mero mercato, una logica che ci uccide. Allora bisogna vedere cosa è disposta ad investire la proprietà nell'azienda, al costo di uscire dalle differenziazioni attive che pur ha approntato, che so le assicurazioni per esempio e poi l'editoria. Ma deve saper individuare anche un gruppo dirigente capace cosa che la presidenza a Fresco e la perdita di Testore, sono esempi della direzione opposta che la famiglia ha preso. E qui temo che non ci si ritrovi, perchè nessuno ha più voglia di cimentarsi in questa impresa. Si salverà la Ferrari e forse la Lancia. Non so bene l'Alfa Romeo. Ma non è detto che chiudere non sia salutare per una nuova iniziativa di mercato, nel senso che l'esigenza di un nuovo prodotto di utilitaria si può pure avvertire. E' un percorso rivoluzionario ovviamente, molto incerto e avventuroso sul quale non posso c offrire garanzie e che può provocare , mi rendo conto, un autentico dramma sociale . Quello che è sicuro però, se l'intervento dello Stato invece avverà massiccio, non sarà a costo zero, nel senso che lo faranno in cambio delle testate editoriali del gruppo, la Stampa e quello che gli Agnelli controllano ancora di Hdp. Pensiamo anche a questo risvolto. E dubito comunque che risolva la soluzione, cioè non ci trasciniamo la crisi Fiat per un altro decennio pagandocela noi. Purtroppo le imprese tirano se ci sono le capacità di farle funzionare le volontà di reperire le qualità necessarie. Questo è il punto che mi pensare che oggi come oggi resteremo senza la Fiat. Poi vediamo cosa fa il governo che ha iniziato a tessere le fila delle trattativa e speriamo che sia io a sbagliarmi.

Roderigo
03-12-02, 21:50
Originally posted by calvin
Capisco che rc faccia la sparata della nazionalizzazione della Fiat è suo diritto ed è anche ad effetto. Che smacco per gli Agnelli! Ma se Fausto fosse al posto di Marzano e tutto sommato, non sarebbe un cambio così cattivo, per quello che mi posso immaginare ci andrebbe con i piedi di piombo, perchè la situazione lui la conosce bene.
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=34295

R.

:)

falcorosso
04-12-02, 12:27
Nazionalizzare o è disastro sociale


Il documento di Rifondazione Comunista sulla Fiat, contrapposto al deludente comportamento di una parte dell'opposizione in Parlamento, mostra che la sola via per una soluzione della crisi del gruppo che non passi per il massacro sociale consiste, appunto, nell'«allargare le lotte dagli stabilimenti al territorio» al fine «di operare una connessione tra i diversi movimenti che trovi nella lotta alla Fiat e nella prefigurazione delle alternative sia sul piano occupazionale che ambientale un punto avanzato di unificazione».
La positività del documento di Rifondazione risiede nella sua valenza non economicista, nella critica all'attuale stato della mobilità e dei trasporti, nel ruolo assegnato all'ambiente nella formulazione dei programmi di difesa e rilancio dell'occupazione. Rispetto alle possibili critiche di statalismo e massimalismo provenienti dal governo e da una parte dell'Ulivo si deve notare che la proposta di nazionalizzare la Fiat Auto è veramente il minimo accettabile. A rigor di logica è tutto il gruppo, comprese le componenti finanziarie, che per anni hanno succhiato via investimenti reali, a dover essere nazionalizzato. Del resto, come è stato scritto sullo stesso Corriere della Sera la Fiat è un conglomerato che assomiglia a delle scatole cinesi ove una società finanziaria rimanda ad un'altra. Per far ordine in questo ginepraio ed impedire fughe di soldi la logica imporrebbe la nazionalizzazione totale. Ne consegue che la proposta di Rifondazione costituisce un livello al di sotto del quale non si può scendere senza incappare nelle manovre tradizionali di ristrutturazione socialmente devastatanti. Un ulteriore elemento positivo dell'iniziativa di Rifondazione consiste nello stabilire una connessione tra lotte sociali, alternative e processi politici. Certamente la forza di tale connessione dipenderà dallo spessore del movimento che concretamente verrà costruito intorno alla questione Fiat.

Detto questo mi preme sottolineare due aspetti economici del panorama mondiale afferente all'auto che devono essere presi in considerazione nel quadro delle formulazioni di politiche alternative. Il primo concerne la dinamica globale della domanda. Essa è assolutamente atona e non presenta prospettive favorevoli ad un aumento nel tasso di utilizzo delle capacità produttive del settore. Nell'ottica capitalistica, l'unico modo in cui il settore può stabilizzarsi su livelli di capacità tali da ridurre l'impatto dei costi fissi provenienti da impianti parzialmente utilizzati è di eliminare quelli eccedentari. Ma ciò non farà che aggravare la situazione produttiva ed occupazionale nel resto dell'economia perché la "rottamazione" di capacità produttive eccdentarie riduce la domanda di beni di investimento mentre i licenziamenti riducono la domanda di beni di consumo. Di conseguenza la riduzione degli impianti superflui creerà ulteriori capacità eccedentarie - quindi possibili licenziamenti - tanto nei settori di beni di investimento quanto in quelli dei beni di consumo.

Attualmente prospettive sicure di lungo periodo di crescita della domanda di automobili provengono solo dalla Cina. In quel paese la domanda sorpassa di gran lunga la produzione - ancora limitata a seicentomila-settecentomila unità - e le importazioni. Il governo di Pechino sta progettando una rete di autostrade che apriranno il varco all'automobilizzazione del paese. E' inutile lamentarsi che i cinesi ricopiano pari pari il modello privatistico dei trasporti. La Cina non cambierà la sua rotta economica per molti anni ancora. In questo contesto possiamo star certi che il passaggio all'automobilizzazione di massa non verrà effettuato tramite le importazioni ma attraverso la produzione locale che si porrà anche obiettivi di esportazione facendo leva sul differenziale dei costi di produzione. Questo è stato il modello cinese degli ultimi vent'anni. Saranno le multinazionali dell'auto, in joint ventures con le industrie cinesi, a produrre automobili su larga scala sia per il mercato interno che per quello estero. Per darsi una regolata si consideri che il 40% del mercato Usa di frigoriferi è oggi rifornito da impianti situati in Cina. Come nel caso dei frigoriferi dobbiamo attenderci da parte delle società automobilistiche delle dismissioni nei paesi a domanda satura a favore di investimenti diretti in Cina. Quindi nei paesi saturi, alle capacità eccedentarie indotte dalla domanda stagnante si aggiungeranno le ristrutturazioni volte a trarre profitto dal mutamento della ripartizione della produzione e delle esportazioni in favore della Cina. L'orizzonte temporale della strategia cinese corrisponde più o meno ai tempi previsti dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio per la liberalizzazione della circolazione dei prodotti industriali.

La fuoriuscita pianificata e programmata dal modello di produzione fondato sull'auto diventa pertanto vitale perché questo comparto non ha un grande futuro ma continua a costituire l'asse portante della meccanica e delle industrie collegate. L'individuazione di un realistico rapporto tra trasporto privato e trasporto pubblico e di nuovi schemi di mobilità costituisce l'elemento essenziale della strategia di uscita. La questione non è più economica e tecnica ma anche e soprattutto sociale, politica e - dal lato del consumatore - financo culturale. Quest'ultima osservazione mi porta al secondo aspetto del quadro internazionale.

Le maggiori società produttrici sono perfettamente consapevoli del fatto che la crisi dell'automobile non è congiunturale. Tant'è che stanno spingendo ad un riequipaggiamento totale del parco auto attraverso l'immissione sul mercato di gipponi da turismo noti come fuori-strada o 4WD. Negli Usa tali mezzi sono classificati come camion ed hanno pertanto dei vincoli anti-inquinamento inferiori alle normali automobili. Quest'anomalia viene continuamente denunciata dalle organizzazioni ambientaliste americane le quali hanno documentato l'alleanza tra i poteri pubblici e le società produttrici volta a favorire l'espansione dei gipponi 4WD. La scelta di produrre su larga scala dei gipponi da turismo prova, da parte delle multinazionali del settore, sia la consapevolezza della crisi sia l'incapacità di innovare. Infatti le multinazionali propongono al pubblico un mezzo più caro che consuma più carburante - stimolando così l'uso dell'inquinante diesel - nonché maggiormente unfriendly (poco amichevole) sul piano dell'ecologia sia urbana che generale. L'espansione del mercato dei 4WD dimostra altresì che fintanto che l'industria dell'auto rimane all'interno di un'ottica privatistica e asociale non verrà prodotta alcuna soluzione al problema della mobilità. Per paesi come l'Italia e le sue città questi "nuovi" mezzi sono assolutamenti nocivi. Qui però interviene un fatto culturale: la disponabilità dei consumatori ad aggiungere all'auto un mezzo altamente inquinante che aggrava i problemi della congestione urbana e della mobilità in generale. In tal senso la lotta per riindirizzare, attraverso la nazionalizzazione, la Fiat deve essere accompagnata da una pubblica discussione che dovrebbe scaturire in provvedimenti legislativi volti a limitare, come si fa con i camion, l'uso dei 4WD facilitando, come già è stato detto dal Prc alla Camera, la produzione di motori ecocompatibili.

Complessivamente la lotta per la nazionalizzazione della Fiat diventa un terreno per il rilancio della pianificazione. Nel passato la pianificazione veniva concepita prevalentemente in relazione alla costruzione delle industrie meccaniche e di beni capitali. Oggi bisogna partire dal consumo, dalla sua composizione, per arrivare al rapporto tra crescita, occupazione, tempo di lavoro ed ambiente. Il mercato, mentre è utile per farci comprare lacci da scarpe marroni o neri, in questo caso non ci aiuta. Ci dà i gipponi di Scelba trasformati in 4WD! Oggi i livelli di pianificazione sono molto più ampi di quelli concepiti per l'industrializzazione industrializzante degli anni di Saraceno e Sylos-Labini. La complessità è maggiore ma l'alternativa, nel non affrontarla, è la disoccupazione ed il degrado sociale ed ambientale.




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Paddy Garcia (POL)
17-02-03, 14:35
Socci attacca, WarNews risponde
di La serva

Perché i pacifisti manifestano contro la guerra a Saddam e non contro le tante guerre che insanguinano il pianeta? La domanda se l’è posta anche il Socci di Excalibur. E dalla redazione di WarNews il giorno dopo è arrivata la risposta

Il clima non è sereno, ma spero che mi perdonerete una piccola polemica rivolta ad Antonio Socci, conduttore della trasmissione televisiva "Excalibur".

Alla conclusione della puntata di venerdì 14 febbraio, Socci, parlando di coloro che manifesteranno contro la guerra all'Iraq, li ha accusati di dimenticare tutte le altre guerre che insanguinano il pianeta.

Socci ha anche dichiarato in maniera piuttosto energica che "ci sono attualmente 77 conflitti in corso nel pianeta". Ora su questo mi permetto di chiedere al signor Socci qualche spiegazione, e mi rivolgo direttamente a lui, sperando che abbia la bontà di leggere questo articolo:

Signor Socci,
a noi, che seguiamo e monitoriamo quotidianamente le vicende delle guerre (perchè coloro che pagano il Suo stipendio ci offrono un servizio informativo piuttosto scadente su queste questioni), risulta che i conflitti attivi siano 35.

Aggiungendo qualche conflitto non propriamente definibile come guerra, possiamo arrivare a 40, forse 45. Che sono già un numero notevole, certamente impressionante e scandaloso. Le chiediamo dunque da quale fonte Lei abbia preso quel dato, che a noi sembra un po' campato per aria.

Lei ha poi citato il conflitto in atto nel Sudan, accusando i pacifisti di dimenticare la guerra che insanguina da molti anni quella zona.

Qui, sono spiacente, ma temo che Lei abbia fatto una grossa gaffe: della guerra in Sudan non ne parla quasi nessuno, non ne parlano praticamente mai i telegiornali RAI e tantomeno Mediaset. Raramente ne parlano i giornali, ma spesso in modo saltuario e superficiale, senza mai dare un quadro preciso della situazione.

Le faccio invece notare che le uniche pubblicazioni a seguire in modo costante, continuativo ed approfondito il conflitto in Sudan e le tante guerre dimenticate nel mondo sono il sito dell'agenzia MISNA e, sempre solo su Internet, il sito Warnews.it, che, indovini un po'? Sono due siti dichiaratamente pacifisti!

Dunque la Sua accusa è priva di alcun fondamento, anzi, è vero il contrario: i pacifisti sono gli unici a sentirsi in dovere di divulgare in modo costante le notizie su quelle guerre.

Mi permetto di consigliarle di visitarci all'indirizzo http://www.warnews.it e di seguire i lanci di MISNA all'indirizzo http://www.misna.org. Si accorgerà che questi pacifisti non sono per nulla "a senso unico" e che si tratta di persone piuttosto bene informate.

E non solo. La invito anche a recarsi tra la folla del corteo di Roma. Potrà capitarle di fare la conoscenza di persone che, senza alcuna finalità economica, fanno volontariato in zone di guerra.

Proprio in quelle zone di guerra che Lei ha citato, loro vanno a rischiare la vita per portare un piccolo aiuto, per raccontarne la storia al loro ritorno. Porti rispetto a queste persone, rifletta prima di parlare.

Perchè ai pacifisti non interessano le diatribe sterili e aggressive, interessa la vita e la morte di milioni di persone, la sofferenza e l'ingiustizia, in tutte ma proprio tutte le zone del mondo. Anche se, per fortuna, non sono settantasette.

Distinti saluti,

Paolo Oddone

coordinatore della redazione di warnews.it

Post scriptum: Le notizie sulla guerra in Sudan, in costante aggiornamento può trovarle qui:
http://www.warnews.it/index.cgi?action=topics&viewcat=sudan
Mi raccomando, Socci, le legga, sono impressionanti. Sarebbe il caso di farci uno speciale di Excalibur, o no?

falcorosso
17-02-03, 14:53
perchè........ sa leggere?

w il '68
17-02-03, 22:19
domanda per socci o qualcuno dei suoi estimatori:
c'è qualche gerrra, escluse quelle fatte con archi e frecce, che non siano combattute con armi americane?

Paddy Garcia (POL)
06-05-03, 01:56
Roma, 30 Aprile 2003 - Audio video completo della manifestazione svoltasi a Roma, a piazza Farnese, durante la quale Michele Santoro ha 'messo in scena' la sua trasmissione televisiva Sciuscià, con un dibattito su uno dei prossimi referendum del 15 Giugno, quello che riguarderà l'estensione dell'art.18 dei lavoratori a tutte le aziende che abbiano meno di 15 dipendenti.

Su radioradicale.it all'URL

http://www-5.radioradicale.it/servlet/VideoPublisher?cmd=viewSchedaNew&livello=s7.2.2&record=5

Skarm
20-11-03, 20:39
Dopo la trasmissione di Massimo Fini continua la campagna di disinformazione e censura Rai con la sospensione di RaiOT di Sabina Guzzanti...forse sarò io che sono disinformato, ma di entrambe le trasmissioni avevo solo "orecchiato" il fatto che ci sarebbero state, ma non ho avuto la fortuna di beccare manco
mezzo spot che me le pubblicizzasse, quindi non ne conoscevo il titolo o l'orario...ma secondo voi sono disinformato io o sono quei rottinculo in Rai che mettono "in sordina" (e secondissima serata)
i programmi che danno fastidio a quel gran pezzo di ... del
nano di Arcore?
Da quando mi hanno tolto Santoro e Biagi ammetto che la televisione la guardo molto poco...però ho comunque l'impressione che quei due programmi siano stati messi in sordina...inoltre subito dopo la prima puntata entrambi sono
stati sospesi o cancellati...
Poi ci sono coglioni con l'orchite che si lamentano perchè in "quei programmi si farebbe un uso scorretto del mezzo pubblico"...ma a quella gente io darei volentieri un sacco di calci nel culo...come se Vespa o le merde di Tg propagandistici che ci spacciano fossero un "uso corretto" dello strumento pubblico!! Soprattutto da parte dei rappresentanti di una MINORANZA (44% al Polo... ricordiamolo!) arrogante e prepotente!!
Skarm

Feric Jaggar
24-11-03, 11:15
L'ho trovato già su www.geocities.com/libreriaantagonista

Paddy Garcia (POL)
24-11-03, 17:41
Io l'ho visto su TvEmily.

Cmq il sito lo offre a pagamento mi sembra. Basta andare su Kazaaa o Overnet e già si può trovare gratis...

P.G.

Shambler
24-11-03, 21:36
con kaaza non si trova.

Skarm
24-11-03, 23:03
In origine postato da shambler
con kaaza non si trova.

Pigliati Kaaza Lite (o aggiornalo)...c'è un programmino che si chiama KazSuperNodes che ti permette di localizzare i
supernodi -che sono praticamente i pc di "collegamento" che ti permettono di sapere cosa c'è nell'area di riferimento-...cerca con quello supernodi italiani e forse c'è qualche speranza di trovarlo...
Naturalmente se lo trovi, "sharalo"!! :D
Skarm

Paddy Garcia (POL)
25-11-03, 00:07
non finisce qui
bifo - Mediascape 23.11.2003

L'ordigno è stato innescato grazie all'ultimo spazio disponibile nel sistema televisivo. Raiot è stato solo l'innesco.


Ma ora sta esplodendo fuori dallo schermo, nelle strade, nelle case, nei teatri, nella vita quotidiana. Moltiplichiamo gli strumenti antitelevisivi. Distruggiamo la macchina di produzione dell'imbecillità a mezzo di imbecillità.



Alle otto e mezzo sono andato all'Arena del sole, il teatro bolognese in cui si trasmetteva RAIOT. Niente da fare. il posto era pieno da mezz'ora e continuava ad arrivare gente in via indipendenza e si accalcavano lì davanti e andavano e venivano. La polizia si schiera per impedire che la gente forzi l'ingresso. Uno mi si avvicina e con il tono dello spacciatore mi dice se vuoi qui vicino vediamo EmiliTV che la trasmette. Sono andato anch'io con un piccolo corteo, nella sala eravamo stipati in più di cento. Cercavano di sintonizzarsi sul canale 855, ma non ci riusciva nessuno Allora qualcuno ha detto c'ho una radio ascoltiamola da radio città del capo. Ha accostato l'auricolare al microfono e tra sibili fischi e fruscii abbiamo sentito la voce di Sabina Guzzanti. Qualcuno ha detto sembra Radio londra. In un certo senso è proprio così. Riesci a ricevere una voce amica attraverso le tempeste elettromagnetiche e nonostante gli scarponi dei nazisti al potere.

Nel frattempo lo schermo televisivo continuava a schizzare da un canale all'altro, perché non si riusciva ancora a trovare la sintonia ma c'era qualcuno che non smetteva di cercarla per tutta l'ora che siamo rimasti tutti attaccati per le orecchie ad ascoltare quel che si sentiva.

Non è la prima volta che la RAI censura qualcuno che sia intellettualmente indipendente. Dario Fo e Franca Rame e Beppe Grillo furono cacciati dai tiranni dell'epoca. E poi Luttazzi e Biagi e Santoro, cacciati dal padrone di mediaset. E' già successo.

Ma questa volta sta accadendo qualcosa di nuovo. Sabina ha costruito un ordigno a più stadi, ed è nostro compito farli tutti esplodere accuratamente. Fin dallo spot di lancio à stato chiarissimo che Sabina Guzzanti aveva in mente un'azione di subvertizing la cui efficacia politica si sta ora manifestando. Il regime degli imbecilli e delle carogne ci è cascato. Ora non dobbiamo dargli tregua.

Cosa è successo? In questo paese non esiste più libertà di espressione, si dice. Ma è vero fino a un certo punto. Il potere ha occupato ogni spazio della sfera pubblica di comunicazione, prima di tutto la televisione. E' vero, in televisione possiamo vedere ormai soltanto orrendi lustrascarpi arroganti come il nazistalinista Ferrara, o viscidi leccatori di ogni culo che conti come brunovespa, ma che male c'è? La televisione non è l'unica cosa che esiste al mondo.

Esistono i teatri, le piazze, le radio, e poi anche l'etere si può occupare senza aver la licenza (come insegna Retequattro e come abbiamo imparato anche noi delle Telestreet).

Il mammasantissima ha dato ordine di chiudere la bocca a chiunque non strisci, così una dopo l'altra le persone che hanno rispetto per se stessi e per gli altri sono state cacciate. Ma Sabina ci ha insegnato che in questo modo si può mettere in moto un processo di fuoriuscita dalla scatola televisiva.

Stasera ho avuto una lezione di mcluhanismo elementare. Ho imparato che cosa vuol dire McLuhan quando parla di medium freddi e medium caldi. Noi che eravamo in quella sala ad ascoltare la radio, siamo regrediti dalla saturazione visiva all'allusività sonora (tanto più che capivamo solo metà delle frasi che la radio trasmetteva). E proprio così inizia la liberazione dalla tivu. Riducendo la saturazione e acquistando spazio per la collettività che si accalca a ritrovare il proprio spazio.

Ora bisogna continuare. RAIOT lo rivedremo nei prossimi giorni in decine di siti di Internet, le cassette della registrazione circoleranno di casa in casa, le telestreet la stanno già trasmettendo e continueranno a farlo.

I porci credono che siccome hanno in mano l'intero spettro della comunicazione televisiva allora avranno il potere sulla nostra testa. Ma la testa può imparare a sintonizzarsi su altre lunghezze d'onda. Questo è quello che Sabina Guzzanti ci ha permesso di fare.

www.rekombinant.org

Shambler
25-11-03, 01:11
e io uso kaaza lite ma niente. com e donkey ci si mette una vita.

Skarm
25-11-03, 16:51
In origine postato da shambler
e io uso kaaza lite ma niente. com e donkey ci si mette una vita.

Da Indymedia...
"Server OpenNap Fastweb
by Krogotokolok Tuesday November 25, 2003 at 09:42 AM mail:




Messo anche su server opennap fastweb... per chi avesse fastweb e non li ricorda:
tornado.homeip.net
sogni.homeip.net
martini.no-ip.org
1.42.84.33

La versione è da 400mb in avi ottima qualità... i server sono ragiungibili sia da lopster che da winmx e il file è leggibile con qualunque player.. da gmplayer a VLC...

Siete tutti dei grandi ... Ciao a presto !

Krogotokolok

2° puntata Roma !!!! :-))
by Krogotokolok Tuesday November 25, 2003 at 03:14 PM mail:




Messa in share anche la seconda di Domenica a Roma ... 840MB .. avi, quella trasmessa da EmiliTV... Ciao a tutti ! "

Se qualcuno ha Fastweb e WinMX, prego...scarichi e shari anche su Kazaa e e-Donkey...per ora su Kazaa non si trova 'na minchia!
Skarm

Sonic
28-11-03, 14:10
su winmx si trova tranquillamente sia la prima che la seconda puntata;)

Skarm
14-12-03, 10:51
Qualcuno di voi va al palalido stasera a vedere la Guzzanti?
Io penso di andarci... :)
Skarm

Paddy Garcia (POL)
14-12-03, 15:46
Me lo guardo su emlytv!

P.G.

Paddy Garcia (POL)
16-12-03, 02:16
Ciampi ferma la legge Gasparri. Berlusconi: per me non conta niente
di Vincenzo Vasile

Altro che rinvio “tecnico”. La formula pudibonda messa avanti per evitare alle più alte istituzioni di farsi eccessivamente e reciprocamente male va a pezzi alla lettura delle cinque pagine con cui Carlo Azeglio Ciampi ha chiesto al Parlamento una “nuova deliberazione” sulla legge Gasparri. Per contrappasso, proprio il ministro delle Comunicazione ha dovuto apporre la sua controfirma al documento inviato dal presidente ai due rami delle Camere che contiene una severissima requisitoria, in punto di diritto, contro le norme-cardine che avrebbero dovuto certificare e perpetuare il conflitto di interessi di Berlusconi.

È una legge – scrive Ciampi - che in alcune sue parti, “per quanto attiene al rispetto del pluralismo dell'informazione, appare non in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale”. Il fatto è che , stando alla posizione del capo dello Stato, tra quindici giorni Rete4 – il canale berlusconiano “abusivo” che godeva di un regime transitorio - dovrà essere dismessa o mandata sul satellite. Ciampi censura infatti come la legge Gasparri si proponga di aggirare il termine di chiusura di quel regime transitorio fissato nel 31 dicembre 2003 come “finale, certo e non prorogabile” dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 466 del 20 novembre 2002. Usando il bulino dei richiami alle norme e alla giurisprudenza, senza alzare il tono della voce, Ciampi è netto e “tranchant” a proposito del trucco architettato per trasformare una sedicente “legge di sistema” in un provvedimento ad personam. Non è possibile - sostiene - far slittare alle calende greche il trasferimento sul satellite di Rete4 stabilito da una sentenza della Corte costituzionale. E’ vero che il digitale terrestre è destinato a modificare la situazione esistente, portando al superamento in prospettiva delle indicazioni della Consulta, ma tale mutamento sarà consentito soltanto quando il digitale sarà una realtà. In altre parole: è vero che il provvedimento, scrive il capo dello Stato, in qualche modo, “si fa carico del problema” del pluralismo dell'informazione in un sistema “derivante dall’espansione della tecnica di trasmissione digitale terrestre”. Ma alla luce della Sentenza della Corte Costituzionale non si può accettare di usare questa prospettiva di sviluppo come una scusa per aggirare il vincolo. Ha detto la Corte: la situazione attuale non garantisce l’attuazione del pluralismo informativo, che come si sa , è per Ciampi fondamento di democrazia.

Perciò entro la fine dell’anno, o si introduce la nuova televisione digitale, che consente l’uso di un numero eccezionale di canali e una grande possibilità di scelta, oppure l’attuale duopolio-monopolio verrà colpito. Invece, l'Autorità per le comunicazioni, come è previsto dalla legge Gasparri nel suo articolo 24, ha tutto il 2004 per stabilire un'indagine sul digitale. E dodici mesi sono troppi: “Questo lasso di tempo - molto ampio rispetto alle presumibili occorrenze della verifica - si traduce di fatto in una proroga del termine finale indicato dalla Corte Costituzionale”. “Molto ampio”, quel “lasso di tempo”, scrive il presidente, tanto ampio da destare cattivi pensieri. Ma questa chiosa non è di Ciampi. Che ha affidato ai suoi consiglieri giuridici (Gaetano Gifuni e salvatore Sechi) il compito di vestire con una solida argomentazione tecnica e apparentemente asettica la sua appassionata difesa del pluralismo. E anche forse una certa indignazione nei confronti degli espedienti tartufeschi escogitati per violare i vincoli di legge.

L’altro trucco della “Gasparri” che non va giù a Ciampi è sintetizzato in un acronimo che ormai è noto anche fuori dalla cerchia degli addetti: il Sic, sistema integrato delle telecomunicazioni. "Non posso esimermi dal richiamare l'attenzione del Parlamento su altre parti della legge che - per quanto attiene al rispetto del pluralismo dell'informazione - appaiono non in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale”. Accrescendo a dismisura il “mercato di riferimento” su cui calcolare il limite del 20 per cento antitrust, inventando il Sic, si vuol forzare quei pronunciamenti: "Per quanto riguarda la concentrazione dei mezzi finanziari - scrive Ciampi - il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% (art.15, secondo comma, della legge) di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti”.

E’ un colpo al cuore all’impostazione del governo: Ciampi – a ben leggere la sua lettera alle Camere che dovrebbe guidare la riscrittura della Gasparri - non chiede aggiustamenti, ma pretende che venga tolto di mezzo il parametro statistico fasullo su cui la cosiddetta “riforma” si regge. Così come invoca attenzione per le proteste venute da tutto il mondo dell’editoria della carta stampata: il presidente della Repubblica affronta anche il nodo della raccolta pubblicitaria: “Quanto al problema della raccolta pubblicitaria si richiama la sentenza della Corte Costituzionale 231 del 1985 che, riprendendo principi affermati in precedenti decisioni, richiede che sia evitato il pericolo che la radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una libertà che la Costituzione fa oggetto di energica tutela”.

La Costituzione: argomento non propriamente “tecnico”, che proprio non va giù al furente premier che ieri ha subìto a capo chino con le labbra strette l’annuncio di Ciampi al chiuso dello studio del Torrino, e poi ha fatto buon viso e ha detto di non considerarlo un “vulnus”, annunciando così qualche piccolo lifting da effettuare correndo contro il tempo, verso una fine d’anno che sembra una tagliola.

www.unita.it

Paddy Garcia (POL)
16-12-03, 02:16
Dal sito di Repubblica


Roma, 23:26
Editoria, il testo integrale del messaggio di Ciampi

Ecco il testo integrale delle osservazioni di Ciampi sul DDL Gasparri:
"Signori Parlamentari, in data 5 dicembre 2003, mi è stata inviata per la promulgazione la legge: 'Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della Rai Radiotelevisione italiana Spa, nonché delega al Governo per l'emanazione del testo unico della radiotelevisione', approvata dalla Camera dei Deputati il 3 aprile 2003, modificata dal Senato il 22 luglio 2003, nuovamente modificata dalla Camera dei Deputati il 2 ottobre 2003 e approvata in via definitiva dal Senato il 2 dicembre 2003.

Il relativo disegno di legge era stato presentato dal Governo alla Camera dei Deputati il 25 settembre 202. Successivamente, il 20 novembre 2002, era sopraggiunta la sentenza della Corte Costituzionale n. 466, che dichiarava "la illegittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 7, della legge 31 luglio 1997, n. 249 (Istituzione della Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo), nella parte in cui non prevede la fissazione di un termine finale certo, e non prorogabile, che comunque non oltrepassi il 31 dicembre 2003, entro il quale i programmi irradiati dalle emittenti eccedenti i limiti di cui al comma 6 dello stesso articolo 3, devono essere trasmessi esclusivamente via satellite o via cavo". La data del 31 dicembre 2003 era gia stata indicata, come termine per la cessazione del regime transitorio di cui all'articolo 3, settimo comma, della legge n. 249 del 1997, dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Deliberazione n. 346 del 7 agosto 2001).

Detto articolo 3 rinvia ai limiti fissati dal sesto comma dell'articolo 2 della stessa legge n. 249, là dove si stabilisce che ad uno stesso soggetto e a soggetti controllati o collegati "non possono essere rilasciate concessioni nè autorizzazioni che consentano di irradiare più del venti per cento rispettivamente delle reti televisive o radiofoniche analogiche e dei programmi televisivi o radiofonici numerici, in ambito nazionale, trasmessi su frequenze terrestri, sulla base del piano delle frequenze".

La sentenza della Corte n. 466 del 20 novembre 2002 muove dalla considerazione della situazione di fatto allora esistente che, a suo giudizio, "non garantisce ... l'attuazione del principio del pluralismo informativo esterno, che rappresenta uno degli imperativi ineludibili emergenti dalla giurisprudenza costituzionale in materia".

Nell'ultima delle considerazioni in diritto, la Corte precisa che "la presente decisione, concernente le trasmissioni televisive in ambito nazionale su frequenze terrestri analogiche, non pregiudica il diverso futuro assetto che potrebbe derivare dalla sviluppo della tecnica di trasmissione digitale terreste, con conseguente aumento delle risorse tecniche disponibili".

Dalla sentenza - i cui contenuti essenziali sono stati richiamati dai Presidenti della Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, nelle audizioni rese alle Commissioni riunite VII E IX della Camera dei Deputati il 10 settembre 2003 - discende pertanto, che, per poter considerare maturate le condizioni del diverso futuro assetto derivante dall'espansione della tecnica di trasmissione digitale terrestre e, quindi, per poter giudicare superabile il limite temporale fissato nel dispositivo, deve necessariamente ricorrere la condizione che sia intervenuto un effettivo arricchimento del pluralismo derivante da tale disposizione.

La legge a me inviata si fa carico di questo problema. Le norme che disciplinano l'aspetto sopra considerato sono contenute nell'articolo 25, il cui primo comma stabilisce che, entro il 31 dicembre 2003, dovranno essere rese attive reti televisive digitali terrestri, ponendo, in particolare, a carico della società concessionaria del servizio pubblico (secondo comma) l'obbligo di predisporre impianti (blocchi di diffusione) che consentano il raggiungimento del cinquanta per cento della popolazione entro il 1/o gennaio 2004 e del settanta per cento entro il 1/o gennaio 2005.

L'articolo 25, terzo comma, stabilisce inoltre che "l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, entro i 12 mesi successivi al 31 dicembre 2003, svolge un esame della complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri allo scopo di accertare:
a) la quota di popolazione raggiunta dalle nuove reti digitali terresti;
b) la presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili;
c) l'effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche".

Ciò premesso, ritengo di dover formulare alcune osservazioni in merito alla compatibilità di talune disposizioni della legge in esame con la sentenzaq n. 466/2002 della Corte Costituzionale.

Una prima osservazione riguarda il temine massimo assegnato all'Autorità per effettuare detto esame: "entro i dodici mesi successivi al 31 dicembre 2003" (articolo 25, terzo comma). Questo lasso di tempo - molto ampio rispetto alle presumibili occorrenze della verifica - si traduce, di fatto, in una proroga del termine finale indicato dalla Corte Costituzionale.

Una seconda osservazione concerne i poteri riconosciuti alla Autorità: questa, entro i trenta giorni successivi al completamento dell'accertamento, invia una relazione al Governo e alle competenti Commissioni parlamentari, "nella quale verifica se sia intervenuto un effettivo ampliamento delle offerte disponibili e del pluralismo nel settore televisivo ed eventualmente formula proposte di interventi diretti a favorire l'ulteriore incremento dell'offerta dei programmi televisivi digitali terrestri e dell'accesso ai medesimi" (articolo 25, terzo comma).

Ne deriva che, se l'Autorità dovesse accertare, entro il termine assegnatole, che le suesposte condizioni (raggiungimento della prestabilita quota di popolazione da parte delle nuove reti digitali terresti; presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche) non si sono verificate, non si avrebbe alcuna conseguenza certa. La legge, infatti, non fornisce indicazioni in ordine al tipo e agli effetti dei provvedimenti che dovrebbero seguire all'eventuale esito negativo dell'accertamento.

Si consideri, inoltre, che il paragrafo 11, penultimo capoverso, delle considerazioni in diritto della sentenza n. 466, recita: "D'altro canto, la data del 31 dicembre 2003 offre margini temporali all'intervento del legislatore per determinare le modalità della definitiva cessazione del regime transitorio di cui al comma 7 dell'articolo 3 della legge n. 249 del 1997".

Ne consegue che il 1/o gennaio 2004 può essere considerato come il dies a quo non di un nuovo regime transitorio, ma dell'attuazione delle predette modalità di cessazione del regime medesimo, che devono essere determinate dal Parlamento entro il 31 dicembre 2003. Si rende, inoltre, necessario indicare il dies ad quem e, cioè, il termine di tale fase di attuazione.

Tutto ciò detto in relazione alla compatibilità delle succitate disposizioni della legge in esame con la sentenza n. 466 del 20 novembre 2002, non posso esimermi dal richiamare l'attenzione del Parlamento su altre parti della legge che - per quanto attiene al rispetto del pluralismo dell'informazione - appaiono non in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale.

Si consideri, a tale proposito, che la sentenza della Corte Costituzionale n. 826 del 1988 poneva come un imperativo la necessità di garantire "il massimo pluralismo esterno, onde soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all'informazione". E ancora, nella sentenza n. 420 del 1994, la stessa Corte sottolineava l'indispensabilità di "un'idonea disciplina che prevenga la formazione di posizioni dominanti".

Nell'ambito dei principi fissati dalla richiamata giurisprudenza della Corte Costituzionale si è mosso il messaggio da me inviato alle Camere il 23 luglio 2003. Per quanto riguarda la concentrazione dei mezzi finanziari, il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il venti per cento (articolo 15, secondo comma, della legge) di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti.

Quanto al problema della raccolta pubblicitaria, si richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 231 del 1985 che, riprendendo principio affermati in precedenti decisioni, richiede che sia evitato il pericolo "che la radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una libertà che la Costituzione fa oggetto di energica tutela".

Si rende, infine, indispensabile espungere dal testo della legge il comma 14 dell'articolo 23, che rende applicabili alla realizzazione di reti digitali terrestri le disposizioni del decreto legislativo 4 settembre 2002, numero 198, del quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale con la sentenza n. 303 del 25 settembre/1.o ottobre 2003. Per la stessa ragione, va soppresso il riferimento al predetto decreto legislativo dichiarato incostituzionale, contenuto nell'articolo 5, primo comma, lettera l) e nell'articolo 24 terzo comma.

Per i motivi innanzi illustrati chiedo, alle Camere - a norma dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione - una nuova deliberazione in ordine alla legge a me trasmessa il 5 dicembre 2003". (red)

Paddy Garcia (POL)
16-12-03, 02:17
22:09 LEGGE GASPARRI: FEDE, SORPRESO MA ABBIAMO ANCORA SPERANZE

LEGITTIMO CHE CIAMPI CHIEDA CHIARIMENTI SU DUE PASSAGGI, NON INUSUALE


Roma, 15 dic. (Adnkronos) - ''Un po' sono sorpreso, ma non eccessivamente preoccupato perche' e' assolutamente legittimo, ed e' successo altre volte, che il presidnete Ciampi rinvii all'esame delle Camere una legge, o che chieda chiarimenti come stavolta su due passaggi del Sic e del digitale''. E' questo il commento a caldo all'ADNKRONOS del direttore del Tg4 Emilio Fede, dopo il rinvio alle Camere da parte del Capo dello Stato.

Skarm
16-12-03, 03:09
Questa notizia mi sorprende davvero!
...ero convinto che Ciampi fosse il Presidente più inutile che abbiamo mai avuto ed una appendice di Arcore, ma forse non è "esattamente" così... :D
Forse alle volte il Mondo fa meno cagare di quanto uno immaginerebbe... :D
Skarm

Paddy Garcia (POL)
16-12-03, 04:19
Arturo Parisi, vicepresidente della Margherita
"E' una decisione che accogliamo con rispetto. Si dia ad essa pronto seguito prendendo a riferimento le indicazioni provenienti dai messaggi del Presidente della Repubblica e dalle sentenze della Corte Costituzionale".

Claudio Petruccioli, presidente della commissione di Vigilanza Rai
"Non sono affatto sorpreso"

Piero Fassino, segretario Ds
"E' un atto perfettamente coerente con il messaggio che il presidente Ciampi inviò alle Camere nel luglio 2002. Adesso il Parlamento deve essere messo in grado di discutere e cambiare la legge nel senso indicato dal presidente della Repubblica".

Maurizio Gasparri, ministro delle Telecomunicazioni
"Il rispetto per il Capo dello Stato impone un'attenta valutazione delle osservazioni effettuate"

Marco Rizzo, capogruppo del Pdci alla Camera
"Non vi sono parole. L'azione del Presidente della Repubblica è giusta e sacrosanta, d'altronde Ciampi aveva già richiamato l'attenzione sul pluralismo con il suo solenne messaggio alle Camere ed adesso è costretto e rinviare la legge Gasparri. A questo punto il governo deve dimettersi. Non vi è altra soluzione. La palese violazione della Costituzione e il conflitto di interessi non possono essere più ignorati dall' arroganza di questo esecutivo. Si dimettano e si torni a votare".

Francesco Cossiga, presidente Emerito
"Bene ha fatto il presidente della Repubblica a non promulgare, rinviandola alle Camere, la legge Confalonieri-Gasparri, sia per gli evidenti profili di incostituzionalità, sia perché nel merito veniva a confermare l'egemonia del duopolio Rai-Mediaset e a comprimere la funzione essenziale e insostituibile in un regime di democrazia che è e sarà sempre in via principale dei giornali e delle altre forme di informazione su carta stampata. E così il Babbo Natale del Quirinale non ha fatto per natale al cavalier Berlusconi il regalo che questi si aspettava: il via libera alla legge Confalonieri-Gasparri. Ed è anche per questo che io ritengo che Babbo Natale o la Befana faranno al presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi il regalo dell' epifania: il giudizio della Corte costituzionale favorevole alla legittimità del lodo Ciampi-Berlusconi, con la sua cascata a pioggia di immunità e prerogative. E io, per il bene del paese e suo mi permetto di consigliargli di darsi da fare per potergli fare questo regalo per la Befana".

Paolo Serventi Longhi, segretario Fnsi
"Dobbiamo essere tutti grati al presidente Ciampi. Attendiamo le motivazioni del rinvio alle Camere della Legge Gasparri, ma la decisione del Capo dello Stato, attesa con grande rispetto dai giornalisti italiani, rappresenta una grande opportunità per il Parlamento e per il Paese- Il Governo ritiri la legge, oppure la modifichi radicalmente ed apra un dibattito finalmente serio nelle Camere e con la società italiana, coinvolgendo le forze che nei Sindacati, nelle Associazioni e nei movimenti si sono opposte ad una legge illiberale ed anticostituzionale. Si trovino i giusti punti di incontro per rafforzare il pluralismo, dare a tutti i soggetti imprenditoriali la possibilità di competere ad armi pari sul mercato pubblicitario, difendere il ruolo e la credibilità della Rai. La battaglia contro i contenuti di una legge brutta e dannosa quindi continua, nel dialogo con le istituzioni e nel Paese. Lavoreremo con maggiore lena alla realizzazione degli Stati generali dell'informazione, della cultura e della società che si riuniranno a Roma venerdì 30 gennaio con lo scopo di mettere a punto una proposta alternativa alla legge rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica.

Usigrai
Anche i giornalisti del servizio pubblico ringraziano sentitamente il Presidente della Repubblica per la decisione di rinviare alle Camere la legge Gasparri. Con la sua decisione, Ciampi dà un nuovo, potente impulso all'azione in difesa del pluralismo dell'informazione, dopo il messaggio che nel luglio del 2002 aveva posto in modo limpido la questione all'attenzione delle Camere. I giornalisti della Rai chiedono ora al Parlamento "di ripensare profondamente anche le parti della legge riguardanti il servizio pubblico". "Non è infatti - afferma l'Usigrai - compatibile con la doverosa autonomia della Rai un sistema di nomina dei vertici che consegna al governo di turno un diritto di ingerenza che la Corte Costituzionale espressamente vieta". Ne è coerente con il messaggio di Ciampi sul ruolo centrale del servizio pubblico "la previsione di mettere in vendita parti della Rai a partire dal gennaio 2006. Sono i temi che i giornalisti della Rai continueranno a porre con determinazione partecipando alle iniziative del movimento che in questi mesi si è opposto alla Gasparri anche in nome di una Rai più autonoma".

Vincenzo Vita, ex sottosegretario alle Telecomunicazioni
Una grande notizia. Lo speravamo in tanti perché la legge Gasparri andava oltre ogni limite violando le regole elementari della comunicazione. Grazie Presidente. Ne escono rafforzati prosegue Vita la democrazia e il pluralismo. Vince la Costituzione Italiana e perde la subcultura del sopruso. E' sconfitta l'arroganza. Forse si può tirare un sospiro di solliev. E' augurabile, ora, davvero che l'autorevolezza del Presidente della Repubblica venga compiutamente rispettata. Qualsiasi ipotesi di decreto legge avrebbe il sapore di un oltraggio.

Giuseppe Giulietti, parlamentare ds
La decisione del Presidente della Repubblica è in assoluta sintonia con quanto il medesimo Ciampi aveva scritto nel suo messaggio alle Camere con le sentenze della Corte Costituzionale. Ci auguriamo che, nel governo e nella maggioranza, almeno questa volta si voglia prendere atto di questa decisione per riaprire una discussione seria e rigorosa sul futuro del sistema televisivo ed editoriale. Sarebbe assai triste ed eccezionale gravità istituzionale se, per l'ennesima volta, dovesse prevalere l'estremismo distruttivo del partito-azienda e di fanatici sostenitori del conflitto di interessi".

Roberto Calderoli, Lega Nord
"Quella di Ciampi di oggi è una vera discesa in campo, in un campo in cui già ci sono i girotondi. Praticamente al loro fianco. Dietro questa decisione vedo delle motivazioni più politiche che costituzionali e ciò mi conforta sul fatto di non averlo votato. La sua è una scelta politica di uno schieramento occupato dai girotondi".

Fausto Bertinotti, segretario PrC
"Mi pare la conferma più autorevole della tesi, sostenuta dagli operatori del settore e da un movimento che è venuto crescendo contro la Gasparri dalle opposizioni, sul carattere anticostituzionale di questa legge. Questa scelta del presidente della Repubblica aiuta a far considerare le istituzioni come un riferimento per il paese reale; e soprattutto dimostra tutta l'utilità di impegnarsi nella costruzione di movimenti e della partecipazione dei cittadini, attraverso la quale può affermarsi una volontà popolare di difesa della democrazia. Naturalmente la partita è solo aperta, ma averla tenuta aperta è un risultato importante per il paese.

Paolo Gentiloni, capogruppo della Margherita in Commissione di Vigilanza
"Il rinvio del ddl Gasparri dà ragione a 15 mesi di battaglie contro una legge incostituzionale, figlia del conflitto di interessi e in contrasto con le normative comunitarie. E' una decisione che onora chi l'ha presa e fa bene all'Italia. Ora la controriforma televisiva va azzerata e sostituita con un nuovo progetto capace di aumentare il grado di concorrenza, di pluralismo e di qualità del sistema. Un progetto che deve basarsi sui principi contenuti nel messaggio del Presidente Ciampi del 23 luglio 2002, nelle sentenze della Corte Costituzionale e nelle decisioni delle Autorità di Garanzia. Per questo nuovo progetto siamo pronti al dialogo e ci aspettiamo un contributo positivo specie da quei settori della maggioranza che hanno sempre criticato la Gasparri votandola solo per disciplina di coalizione".

Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi
"Il presidente della Repubblica ha operato coerentemente alla Costituzione e alle indicazioni del proprio messaggio alle Camere. Lo stop all'arroganza di una parte del centrodestra può essere salutare per ottenere finalmente una legislazione di stampo europeo su informazione pluralista e indipendente. Si lavori subito nella giusta direzione e si metta fine ad una dittatura della maggioranza contraria alle norme costituzionali".

Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai
"Ciampi si è comportato come Guglielmo Tell: ho colpito la mela sulla testa di Gasparri. I rilievi fatti dal presidente della Repubblica, tra i quali il Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni) non sono tecnici ma rappresentano il cuore della legge, come era stato sottolineato nel documento dei costituzionalisti".

Lucia Annunziata, presidente della Rai
"Rispetto la decisione del Presidente Ciampi come avrei rispettato ogni altra sua scelta".

Elio Lannutti, presidente Adusbef
"Non sono stati né impresari televisivi improvvisati quanto smemorati, né politici distratti e disattenti al pluralismo dell' informazione ed ai diritti dei cittadini a formarsi una coscienza ma la piccola ma intransigente Adusbef, ad avere impugnato al Tar del Lazio la legge Maccanico quando governava l'Ulivo dimostrando che le associazioni indipendenti dei consumatori non devono guardare al colore dei governi. Lo ricordiamo oggi e lo rivendichiamo senza malanimo né spirito vendicativo, ma con una consapevolezza di aver fatto il nostro preciso dovere in un paese che, specie in questi ultimi tempi, sembra abbia perso anche la memoria".

Dario Fo, premio nobel
"Ora dovrò fare venia con il presidente Ciampi. In teatro lo prendevo in giro perché firmava tutte le leggi...ora devo fare pubblica ammenda. Ora bisogna vedere fino a che punto le osservazioni di Ciampi non permettano di trovare scappatoie e aggiustamenti di quelli tipici da ruffiano".

Antonio Di Pietro, Italia dei Valori
"Il capo dello Stato ha riconosciuto l'incostituzionalità manifesta della legge Gasparri. Meno male che Ciampi ci ha messo una pezza". "Speriamo che ora che hanno sbattuto la testa contro il muro si rendano conto dell'abnormità della legge Gasparri e la correggano in modo tale da rispettare il dettato costituzionale e il pluralismo dell'informazione. Nel caso dovessero persistere nel varare una legge così illegittima la maggioranza parlamentare si metterebbe in contrasto con la costituzione e quindi si creerebbe un caso politico senza precedenti: la sua permanenza nel Parlamento. Alla minoranza non resterebbe altro da fare che dimettersi in massa e tornare così a nuove elezioni"

Paddy Garcia (POL)
16-12-03, 04:21
In origine postato da Skarm
Questa notizia mi sorprende davvero!
...ero convinto che Ciampi fosse il Presidente più inutile che abbiamo mai avuto ed una appendice di Arcore, ma forse non è "esattamente" così... :D
Forse alle volte il Mondo fa meno cagare di quanto uno immaginerebbe... :D
Skarm

E' vero Ciampi è divenuto un Ciompi è ha sopreso un pò tutti che come me si erano abituati male alla sua condotta filo-emanueleIII.

Ero ad un assemblea pubblica con Giulietto Chiesa quando è arriavata la notizia. C'è stata una standing ovation e Chiesa che proprio un attimo prima aveva criticato duramente Ciampi-firma-tutto, si è detto "felice di essere stato smentito".

P.G.

S.P.Q.R.
17-12-03, 02:34
Cosa ne pensate del futuro satellitare di rete 4 e di rai 3 senza plubblicita?

io male

Paddy Garcia (POL)
17-12-03, 19:41
Se rete4 è abusiva o si trova un altro editore oppure va sul satellite. E' ovvio.

Ma il decreto salva-fede è già pronto...

P.G.

Paddy Garcia (POL)
17-12-03, 22:44
> <http://www.arcoiris.tv/>
>
> Sono disponbili sul sito www.arcoiris.tv i filmati relativi alla
> manifestazione di protesta ORA BASTA tenuta a Milano il 14 dicembre
> 2003 al
> Palalido.
>
> 00)- Don Luigi Ciotti
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=229
>
> 01)- Indro Montanelli
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=232
>
> 02)- Marco Travaglio e Sabina Guzzanti
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=233
>
> 03)- Elenco degli ospiti
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=234
>
> 04)- La Famiglia Rossi canta 'Mi sono fatto da solo'
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=235
>
> 05)- Massimo Fini
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=236
>
> 06)- Serena Dandini
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=237
>
> 07)- Gino Strada
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=238
>
> 08)- Pietro Ricca
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=239
>
> 09)- Furio Colombo
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=240
>
> 10)- Elenco dei collegamenti
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=242
>
> 11)- Marco Travaglio
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=241
>
> 12)- Nando Dalla Chiesa e Lidia Ravera
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=246
>
> 13)- Corrado Guzzanti
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=247
>
> 14)- Moni Ovadia
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=230
>
> 15)- Bebo Storti
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=248
>
> 16)- MIchele Santoro
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=249
>
> 17)- Giovanni Pecora
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=250
>
> 18)- Alex Zanotelli
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=218
>
> 19)- Vittorio Agnoletto
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=251
>
> 20)- Antonio Di Pietro
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=243
>
> 21)- Giulietto Chiesa
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=244
>
> 22)- Ferruccio Iaccarino
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=245
>
> 23)- Susanna Camusso
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=252
>
> 24)- Paolo Flores d'Arcais
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=231
>
> 25)- Pancho Pardi
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=253
>
> 26)- Curzio Maltese
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=254
>
> 27)- Finale
> http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=255
>
> In più qui di seguito ci sono le interviste realizate dietro le quinte:
>
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> Intervista ad Antonio Di Pietro
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Paddy Garcia (POL)
18-12-03, 06:48
Legge Gasparri, il grande imbroglio
di Natalia Lombardo

Marchiato dal conflitto di interessi, il presidente del Consiglio non vuole firmare il decreto che dovrebbe salvare la sua Rete4 dall’invio sul satellite. E cercherà così di incastrare Gianfranco Fini, il quale a sua volta tenta di scaricare la patata bollente sulle spalle (già bruciate) del ministro Gasparri. Berlusconi farà in modo di trovare un impegno ufficiale (cosa che le vacanze natalizie alle Bermuda non sono), volare verso gli Usa o dall’amico Vladimir, pur di essere assente giustificato da Palazzo Chigi il 28 o il 30 dicembre, quando il consiglio dei ministri approverà il decreto «salva-Fede». Il testo è ancora in alto mare, Gianni Letta è al lavoro su una formula accettabile per il Quirinale (che non avrebbe pregiudiziali se ci fosse un riferimento all’impegno sulle modifiche).

Potrebbe essere un rinvio di 60 giorni per la sorte di Rete4. Attorno a Berlusconi fa muro parte della maggioranza, quella che più usa la scusa di salvare i posti di lavoro a RaiTre, per far digerire il decreto «salva Fede» all’opposizione. Dai forzisti a Gasparri, fino al direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo (amico di La Russa), che minaccia «licenziamenti» a RaiTre. Ma ieri il presidente della Commissione di Vigilanza, Claudio Petruccioli, ha smentito che nella sentenza della Consulta ci sia una contestualità di date (il 31 dicembre) fra Fede spedito sul satellite e una rete Rai senza pubblicità. La presidente della Rai, Lucia Annunziata, attacca l’«allarmismo» di Cattaneo: «Durante il dibattito sulla Gasparri non ha mai aperto bocca, perché si mobilita solo ora?».

La partita è comunque politica. A firmare il decreto, suo malgrado, dovrebbe essere Gianfranco Fini, in quanto vicepresidente del Consiglio. Più che altro un «luogotenente». Fini non sembra affatto contento di fare da «prestanome», avrebbe detto, per un atto che aggira una sentenza della Corte Costituzionale e contraddice la motivazione con cui Ciampi ha rimandato la legge alle Camere. Rischiando una seconda bocciatura dal Quirinale, tutto per un favore personale a Berlusconi. E sembra che Fini si rifiuti anche di controfirmare l’atto, cosa che spetta al premier e al ministro competente, come prevede la Costituzione. Che la vicenda irriti Fini lo si capisce dalla risposta che ha dato ieri ai giornalisti: per caso gli è venuta «voglia» in un giorno di firmare il decreto? «Da tempo ho la tessera dell'Ordine dei giornalisti, quindi non parlo contro i giornalisti. Ma chi scrive certe cose la Costituzione la conosce?». Se la legga.

Nello scarica-penna si fa strada l’ipotesi che possa firmare il decreto Gasparri, in quanto ministro competente, con una delega. Questo toglierebbe d’imbarazzo il presidente di An: ad immolarsi sull’altare della Fede sarebbe sì un ministro del suo partito, meglio quindi che sia chi ha firmato la riforma bocciata. Ma l’operazione andrebbe oltre i confini della legge n.400 sull’attività del governo e l’ordinamento della Presidenza del Consiglio: questa prevede che «in caso di assenza o impedimento temporaneo del Presidente del Consiglio dei Ministri, la supplenza spetta al vicepresidente», o a quello più anziano se non più d’uno. Quando non è nominato un vicepresidente del Consiglio, però, la «supplenza» spetta «al ministro più anziano secondo l’età». Gasparri è un quarantenne... E Fini dove va? Magari passa il Capodanno con Berlusconi?

L’intreccio giuridico complica quello politico, dove sulla Legge Gasparri si profila una resa dei conti nella verifica di governo e l’apertura di un «mercato» delle poltrone a gennaio. E certo Fini se dovrà firmare pretenderà una contropartita (i tre ministeri? secondo la battuta di corridoio a Montecitorio). La Lega attacca Ciampi e già accusa An e Udc di puntare i piedi per «avere dei ministeri» Bossi vuole solo «una Rete Rai a Milano». Berlusconi teme l’asse Ciampi-Casini e paventa un complotto Casini-Fini per scalzarlo: per bloccarlo avrebbe accettato di rivedere la legge sul sistema tv, come ha detto lo stesso Gasparri. Il premier è infastidito, infatti, dallo slancio con cui An e Udc si sono detti disponibili ad accogliere i rilievi di Ciampi (i centristi di Follini ancor di più). Eppure, racconta Gustavo Selva, di An, «Berlusconi ha parlato chiaro: se la maggioranza non è compatta si va alle elezioni anticipate». E la compattezza dovrebbe esserci nel ripresentare la legge accogliendo solo formalmente le modifiche chieste da Ciampi, «che bisogno c’è di toccare il Sic?», prosegue Selva, «la mancanza di pluralismo lo dice l’opposizione per spaccarci». Lo fa anche Ciampi?

Il «botto» di Capodanno, il crak di RaiTre è un bluff, quindi: è già stato detto e scritto, lo ripete da tempo il diessino Vincenzo Vita, e ieri il presidente della Vigilanza, Petruccioli, lo ha scritto in una relazione che smentisce Cattaneo: «Per Raitre non c'è nessuna scadenza ultimativa. Quella del 31 dicembre 2003 fissata dalla Corte Costituzionale nella sentenza del 20/11 del 2002 riguarda soltanto l'obbligo del passaggio di Rete4 - e Telepiù nero - sul satellite come prevede il comma 7 dell'art.3 della legge 249 del 1997 (legge Maccanico) che peraltro non stabilisce nessun termine certo». A parlare di una data, legata al «congruo» numero di parabole (il 50% della copertura del territorio) è solo la delibera dell’Autorità delle Comunicazioni del 7 agosto 2001; testo che, secondo Petruccioli, «è venuto meno proprio con la successiva sentenza della corte Costituzionale», che ha anche dichiarato «incostituzionale» il comma della Maccanico. Il centrodestra, Gasparri in testa, difende Cattaneo e attacca Petruccioli e Lucia Annunziata. Il costituzionalista Ottavio Grandinetti propone un salvagente per Rete4: «Potrebbe trasmettere sul digitale terrestre», del resto è già anche su quelle frequenze, oltre che sul satellitare.

www.unita.it

Paddy Garcia (POL)
18-12-03, 21:53
Fini, stoccata a Berlusconi: la firma del decreto tv spetta a lui
di red

Fini lancia una stoccata a Berlusconi: la firma del decreto salva-Rete4 spetta a lui. Un nuovo problema ad intralciare il percorso accidentato del provvedimento, su cui si acuisce lo scontro anche nella maggioranza: «Quello che è stato detto nei giorni scorsi circa la potestà di firma su un decreto legge da parte di altri rispetto al presidente del Consiglio appartiene più alle fantasie che alla realtà», ha argomentato il vicepremier, perché, ha precisato, la Costituzione non lo consente.

Resta poi il dubbio sui contenuti del provvedimento che quasi sicuramente il consiglio dei ministri approverà a fine anno. Sarà una proroga secca dei termini previsti dalla Consulta per il passaggio di Rete 4 sul satellite o recepirà alcune indicazioni contenute nel messaggio di Ciampi, cercando di condizionare il dibattito successivo? Fino a che punto, insomma, la maggioranza è disposta ad ascoltare il Capo dello Stato? «Il governo sta riflettendo sulla via migliore per raggiungere l'obiettivo che discende dalle osservazioni del Capo dello Stato - ha detto Fini - che non può essere altro che prendere atto delle obiezioni». Il dubbio, almeno secondo lui, è solo sullo strumento da utilizzare: «Non abbiamo ancora individuato il percorso più idoneo, se sarà un decreto che contiene già le modifiche o sarà di mera proroga affidando poi al parlamento il compito di ridiscutere le necessarie modifiche», ha detto.

Ma quali e quante saranno le eventuali modifiche? «Cercheremo di riesaminare la legge Gasparri dove si può – ha detto in un intervista il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - Ascolteremo profondamente i suggerimenti del capo dello Stato e poi il Parlamento accoglierà quelli che riterrà giusto accogliere». L’opposizione fiuta l’imbroglio e si defila. Anche perché Bondi cade in una gaffe imbarazzante: «Berlusconi – dice – si è disinteressato della vicenda affidando agli esperti dell’azienda di seguire la questione». E’ l’apoteosi del conflitto d’interessi. Praticamente vome dire: i funzionari Mediaset stanno facendo il decreto.

No secco alla possibilità di votare un decreto da parte di Enrico Letta, responsabile economico della Margherita: «Il decreto – spiega - è responsabilità esclusiva del governo, non certo dell'opposizione». Quindi aggiunge: «A noi il futuro di Retequattro e Rai Tre sta a cuore come a tutti, ma questo tentativo di scaricare il problema sull'opposizione mi sembra francamente comico, e temo che dimostri la scarsa disponibilità della maggioranza a discutere davvero i problemi sostanziali».

Insomma, l’ipotesi di un decreto fatto per aggirare le indicazioni del presidente della Repubblica e della corte costituzionale, salvando Fede dal passaggio sul satellite con la scusa dei licenziamenti è sempre all’ordine del giorno. Per ora la maggioranza prende tempo e, non rinunciando alle schermaglie verbali, cerca di comporre le sue lacerazioni, di trovare un punto d’intesa. E di inventarsi una via d’uscita. Ma allora quale provvedimento sarà esaminato con più urgenza dal Parlamento? Magari, di fronte all’urgenza della conversione del decreto, la maggioranza scoprirà che una legge complessiva sul sistema dell’informazione non sarà poi tanto impellente. Anche perché si potrebbe scontare con le fibrillazione da rimpasto. In ogni caso tutto è ancora da definire, tant’è che, stamattina, alla riunione delle Commissioni Trasporti e Cultura della Camera, l’atmosfera era quasi surreale: «Il ministro Gasparri non ha ritenuto di dover essere presente – denunciano i Ds - i presidenti delle commissioni ed i relatori non hanno fornito alcun elemento di valutazione sulle osservazioni di Ciampi, né alcuna indicazione sul comportamento che intendono adottare per la discussione della legge».

In Parlamento, è stato deciso stamattina, non se ne parla prima di metà gennaio. Le commissioni incaricate di riesaminare la legge Gasparri, riprenderanno i lavori fra il 13 e il 15 del prossimo mese. L’hanno comunicato i due presidenti, Romani e Adornato, entrambi di Forza Italia. Il provvedimento dovrebbe approdare in aula il 26, ed essere discusso a febbraio con il contingentamento dei tempi. «Non mi pare il caso di riesaminare per intero un provvedimento di 27 articoli – spiega Romani - Forse, invece, si possono correggere alcune distorsioni emerse nel corso del tormentato iter parlamentare del provvedimento. Io credo che il dibattito si debba concentrare soprattutto sugli articoli 15 e 25», quelli criticati da Ciampi. L’opposizione, invece, si era detta disponibile, vista l’urgenza della situazione, a riprendere i lavori già dalla prima settimana del prossimo mese.

www.unita.it

Gino Cerutti
27-12-03, 18:21
http://www.igirotondi.it/distefano.htm

Skarm
31-12-03, 03:00
Che dire?
Ê una vergogna!
E poi è anche una vergogna che a Ballarò quell'antipatico di Floris
non abbia invitato di nuovo il proprietario di Europa 7 come aveva promesso di fare...ma d'altronde Floris non è altro che un pupazzetto dalemiano come l'Annunziata...non c'è da sorprendersi
se "spinge" Europa 7 solo come occasionale cartuccia faziosa, senza pigiarci troppo per non infastidire il suo "referente politico"!
Un giornalista davvero "serio" e "indipendente" avrebbe fatto su un gran puttanaio...sospetto che forse persino Santoro avrebbe
fatto su un puttanaio, perchè Santoro era sì un fazioso (e si è "venduto" al Berlusca al tempo del passaggio a Mediaset, come tutti sanno...), ma perlomeno era "scomodo" pure a Sinistra!
Skarm