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Visualizza Versione Completa : Il Giallo Italiano



danielegenova
01-12-03, 15:48
Mi piacerebbe molto che in Esegesi si aprisse un dibattito sul Giallo Italiano. Ovvio, dato che sono un giallista, penserete voi. Non è vero! Il motivo è un altro. Il noir nostrano ha caratteriste uniche, tanto che si tende sempre di più a non considerare questo tipo di letteratura un genere di serie B. Ma letteratura con la elle maiuscola.
Le storie raccontate da noi rappresentano una rimappatura del territorio italiano, vista attraverso i piccoli o grandi crimini di provincia. Ogni autore, infatti, generalmente scrive della ( e dalla zona) geografica di appartenenza. Alla fine ne risultano romanzi di costume a tutti gli effetti. Con grandi sorprese. Quadretti in cui si può rileggere un'altra Italia, quella che sfugge normalmente ai media o agli interessi dei media. Interessante, no?

david777
01-12-03, 16:19
Originally posted by danielegenova
Mi piacerebbe molto che in Esegesi si aprisse un dibattito sul Giallo Italiano. Ovvio, dato che sono un giallista, penserete voi. Non è vero! Il motivo è un altro. Il noir nostrano ha caratteriste uniche, tanto che si tende sempre di più a non considerare questo tipo di letteratura un genere di serie B. Ma letteratura con la elle maiuscola.
Le storie raccontate da noi rappresentano una rimappatura del territorio italiano, vista attraverso i piccoli o grandi crimini di provincia. Ogni autore, infatti, generalmente scrive della ( e dalla zona) geografica di appartenenza. Alla fine ne risultano romanzi di costume a tutti gli effetti. Con grandi sorprese. Quadretti in cui si può rileggere un'altra Italia, quella che sfugge normalmente ai media o agli interessi dei media. Interessante, no?

Penso di non saperne nulla, ma sono in ascolto ed incuriosito.
Mi ripropongo di riprendere il filo con l'altro tuo thread "l'Uomo al Centro" dopo un tempo di riflessione, conforme al tuo consiglio.

Saluti

pcosta
01-12-03, 17:13
Andrebbe forse un po' delimitato l'ambito del genere "Giallo Italiano".
Da una parte ci sono "gialli" di grandi autori non legati al "genere", come Gadda, Buzzati, Sciascia, Eco; da un'altra ci sono autori di gran qualità come Scerbanenco, Camilleri e Lucarelli ai quali la "L" maiuscola (più o meno) non è stata negata.
Infine ci saranno - ma qui confesso la mia ignoranza - autori più di "mestiere" che scontano - come i loro cugini autori di fantascienza - l'esterofilia del lettore italiano medio.
Forse anche qualcuno costretto allo pseudonimo, come dovette fare Sergio Leone per i suoi western...

danielegenova
01-12-03, 17:46
La famiglia dei cosidetti " giallisti "italiani è molto vasta. E racchiude un universo di conoscenze, politiche, sociali, problematiche assai esteso. A chi è interessato, proporrei la splendida carellata proposta da Luca Crovi in Tutti i colori del giallo, un volume edito, se non ricordo male, da Marsilio.
Lì c'è tutto il materiale "insospettabile" che si può trovare nel romanzo giallo e a questo punto direi di costume italiano.
La cordata di nomi che ho letto nella risposta, appartengono tutti alla nostra famiglia. Tutti hanno cercato di gettare un po' di luce sui misteri della provincia, ricavandone, come ho detto prima, autentici capolavori letterari.
Il punto non è tanto di saperne qualcosa in materia. Il punto è se la materia può interessare. Il mio intento è solo quello di portare il mio piccolo contributo in questa interessantissima Esegesi. null'altro. Come dico sempre, quel che non si sa lo si può imparare. O come dice il mio carissimo amico Pinketts, l'ignoranza è una malattia dalla quale è facilissimo guarire.
Qui in Esegesi, ho trovato menti brillantissime. Solo per questo mi sono permesso di proporre questo argomento. Un caloroso saluto a tutti. daniele g. genova

pcosta
01-12-03, 18:24
L'introduzione di "Tutti i colori del Giallo" è disponibile in rete, se qualcuno vuole stuzzicarsi l'appetito:
http://www.gialloweb.net/recensioni/colorigiallo.htm

credo che la citazione di Alberto Savinio che vi è riportata, sarebbe un ottimo spunto per un... ehm... che parolaccia... dibattito; a me interessa l'argomento, ma non ti aspettare molto di più che le opinioni di un lettore occasionale.

"Il giallo italiano è assurdo per ipotesi. Prima di tutto è una imitazione e porta addosso tutte le pene di questa condizione infelicissima. Oltre a ciò manca al 'giallo' italiano, et pur cause, il romanticismo criminalesco del giallo anglosassone. Le nostre città tutt'altro che tentacolari e rinettate dal sole non 'fanno quadro' al giallo né può 'fargli ambiente' la nostra brava borghesia. Dove sono i mostri della criminalità, dove i re del delitto?".

Savinio come Virna Lisi: con quella prosa può dire ciò che vuole.

danielegenova
01-12-03, 21:01
LE PAROLE DI ALBERTO SAVINIO SUL GIALLO, PER QUEL CHE MI RIGUARDA, SI COMMENTANO DA SOLE ED EVIDENZIANO SOLTANTO LA SUA PERSONALE E INDISCUTIBILE, CIOE' SULLA QUALE NON INTENDO DISCUTERE, OPINIONE. CREDO CHE GLI FAREBBE SICURAMENTE BENE RILEGGERE IL NOIR ITALIANO E SOPRATTUTTO GLI FAREBBE MEGLIO RILEGGERSI, SE HA DETTO QUESTO.
FORSE PER LUI IL MALE, E LE RADICI DEL MALE, HANNO DIGNITA' DI PENETRARE ESCLUSIVAMENTE IL SUOLO ANGLOSASSONE.
COMUNQUE, CHIUNQUE PUO' DIRE BOIATE...
IN QUESTO SENSO, LA BOIATA IN SE' POTREBBE INTENDERSI PIù DEMOCRATICA DEL "GIALLO", NON SOGNANDOSI NEPPURE DI ESCLUDERE IL SUOLO NAZONALE.

pcosta
02-12-03, 01:01
Quando Savinio scriveva la sua opinione - erano gli anni '30 del secolo scorso - immagino che i suoi riferimenti fossero Poe, Conan Doyle, S.S. Van Dine, Edgar Wallace.
Difficile trovare nell'Italia risorgimentale - e tantomeno in quella fascista dove i delitti non esistevano nemmeno nella cronaca nera - esempi anche lontanamente accostabili ai modelli anglosassoni del "genere".
Ok, non ce l'aveva col commissario Montalbano né con Sarti Antonio e forse non era nemmeno un grande ammiratore del "giallo" in se.
Forse, fosse arrivato a leggere l'Agatha Christie dei tempi d'oro, si sarebbe ricreduto sul fatto che placide cittadine e brava borghesia non potessero costituire "ambiente" e "quadro" a gialli di gran classe.

danielegenova
02-12-03, 13:47
AI TEMPI DELLA DITTATURA FASCISTA, LA PUBBLICAZIONE DEI GIALLI MADE IN ITALY VENNE SOSPESA. NON ERA INFATTI AMMISSIBILE, SECONDO IL REGIME, CHE IN UN PAESE COME L'ITALIA CI FOSSE POSTO PER IL CRIMINE. UNA VANA E DELIRANTE OPERAZIONE DI IMMAGINE, QUINDI. PARI AL NASCONDERE LA TESTA SOTTO LA SABBIA. IN QUEL PERIODO CI FURONO AUTORI CHE USARONO UNO PSEUDONIMO AMERICANEGGIANTE, AMBIENTANDO OLTRE OCEANO I LORO TESTI. IL CHE SIGNIFICAVA CHE, NON CONOSCENDO I LUOGHI, LA CULTURA ECC. ECC. DI QUEI POSTI, IL PRODOTTO CHE NE VENIVA FUORI ERA IN QUALCHE MODO SE NON POCO CREDIBILE, ALMENO SCARSAMENTE ACCETTABILE DA UN PUNTO DI VISTA STRETTAMENTE LETTERARIO. DETTO QUESTO, TORNANDO AI NOSTRI GIORNI, OCCORRE FARE MOLTA ATTENZIONE A COMPARARE PRODOTTI LETTERARI CHE A MIO AVVISO HANNO POCO IN COMUNE, SE NON LA STUTTURA NARRATIVA. OVVEROSIA, QUANDO SI PARLA DI GIALLO NOSTRANO, SI INTENDE PROPRIO IL GENERE NATO IN ITALIA E LIMITATAMENTE A QUEST'AMBITO GEOGRAFICO ANDREBBE, SEMPRE SECONDO ME, ANALIZZATO. SOLO IN QUESTO MODO SE NE PUO' COMPRENDERE L'ALTO VALORE. L'ITALIA E L'AMERICA SONO TROPPO DISTANTI PER POTERLE COMPARARE, ANCHE IN LETTERATURA. IL CHE NON SIGNIFICA AFFATTO CHE IL NOIR ITALIANO SIA DI QUALITA' INFERIORE, SEMPLICEMENTE SI TRATTA DI UN PRODOTTO CON CARATTERISTICHE DIFFERENTI. VE LI IMMAGINATE GLI UOMINI SEI SERVIZI SEGRETI AMERICANI CHE SI MUOVONO SULL'APENNINO TOSCO EMILIANO. O UN MARESCIALLO DEI CARABINIERI A MANATTHAN? FA SOLO RIDERE IL PENSIERO. O NO? ALLORA FORSE VALE LA PENA DI CONOSCERE QUEL LEMBO D'ITALIA, LE SUE TRADIZIONI, LA SUA CULTURA ATTRAVERSO LE PAROLE DI GUCCINI E MACCHIAVELLI. O I PIROTECNICI GIOCHI DI PAROLE DEL FUNAMBOLICO ANDREA G. PINKETTS CHE, PRENDENDO A PRESTITO LA GRIGLIA STRUTTURALE DI UN NOIR, INCANTA IL LETTORE CULLANDOLO IN MANIERA STRAORDINARIA, AL RITMO DELLE ASSONANZE LINGUISTICHE, PORTANDOLO NEI MEANDRI PIù PROFONDI DELLA SUA COSCIENZA, SENZA MANCARE MAI DELLA DOVUTA IRONIA. OPPURE, S PUò FARE UNA PASSEGGIATA TRA LE ROCCE DI LIGURIA DEI MIEI ROMANZI, ASSAPORANDO IL VALORA DI COSE, AHIME' DIMENTICATE, MA NON PERDUTE IRRIMEDIABILMENTE. NON SO TU DA DOVE DIGITI, MA IL 19 DICEMBRE, ALLE 21.30, A CELLE LIGURE, ALL'AMERICAN BAR CHARLY MAX, CI SARA' LA FESTA D'INAUGURAZIONE DEL "DANIELE G. GENOVA-ANDREA G. PINKETTS" FANS CLUB. INTERVERRANNO LUCA CROVI E ANDREA CARLO CAPPI, DUE LUMINARI DEL GENERE DI CUI STIAMO PARLANDO. SAREBBE BELLO CHE TU POTESSI ESSERCI. E COMUNQUE, IN ITALIA, SONO NUMEROSE LE INIZIATIVE A QUESTO PROPOSITO. QUANDO SI DICE GIALLO, MOLTI SI IRRIGIDISCONO PROPRIO PERCHE' NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO IMMAGINANO STORIE DIVERSE DA QUELLE CHE IN REALTA' RACCONTIAMO. LA LORO MENTE SUBITO VA OLTRE OCEANO, A COSE CHE DIFFICILEMNTE SI TROVANO NEI TESTI ITALIANI. SALVO POI ESCLAMARE, DOPO UN'EVENTUALE LETTURA: ...MA IO CREDVEVO CHE. NON PENSAVO CHE.
...E INVECE Sì, RISPONDIAMO DI SOLITO NOI. SONO CONENTO CHE TI SIA PIACIUTO. E NORMALMENTE QUESTI LETTORI, PRIMA DIFFIDENTI, FINISCONO PER DIVENTARE I PIU' ACCANITI. FORSE ANCHE PERCHE'- O PROPRIO- PERCHE' CI SI RITROVANO. CI RITROVANO BRANDELLI DEL LORO QUOTIDIANO, DEL NOSTRO QUOTIDIANO. INSOMMA, PER CONTO MIO IL GIALLO ITALIANO E' UN PRODOTTO DI ALTA ELEGANZA, PIU' O MENO LA MODA ITALIANA. QUALCOSA CHE OLTRE OCEANO POSSONO TRANQUILLAMENTE INVIDIARCI. NON A CASO QUEGLI AUTORI CI STMANO MOLTO E SONO NUMEROSI GLI INCONTRI TRA LORO E NOI. GRAZIE PER NON ESSERTELA PRESA PER LA MIA VIBRATA REAZIONE ALLE PAROLE DI SAVINIO. PER GIUNTA, DI SOLITO, PREFERISCO GUARDARE AVANTI, PIU' CHE INDIETRO. VALIDA COMUNQUE LA PROVOCAZIONE CHE HAI PROPOSTO. SENZA PROVOCAZIONE NESSUN DIALOGO INTELLIGENTE E' POSSIBILE. LO RIBADISCO, MENTI BRILLANTISSIME IN ESEGESI.

DANIELE G. GENOVA WEB SITE www.danielegenova.net

pcosta
02-12-03, 20:01
Genova per noi, che stiamo in fondo alla campagna

(così mi faccio pari per la sviolinatura delle "menti brillantissime")
Ora, naturalmente, non ho letto né il "NIDO DEI GABBIANI", né la "LA CAMPANA DI RIVARA", e nemmeno ne conoscevo l'esistenza; pure Pinketts mi risulta solo vagamente noto di nome.
Ma ho dato una sbirciatina al sito e questo "giro" di Daniele Genova, Pinketts e mettiamoci pure Federico "Creso" Basso, mi ricorda un po' quello che deve essere stato - in tutt'altro tempo - il "giro" di Lauzi, De André, Tenco e Paoli.
Sono cose, magici incontri che possono succedere solo in Liguria.
O forse è solo un’idea come un’altra, ah… la la la la...
Sfortunatamente, Celle Ligure mi rimane un po' fuori mano e poi non sono - non ancora, almeno - un vostro fan ;)
Anzi, se se s'ha da fare un dibattito, mi toccherà pure sposare la tesi di Savinio, sennò il contradditorio va a farsi friggere...

danielegenova
03-12-03, 17:06
GRAZIE PCOSTA DELL'INTERVENTO. IN QUANTO ALLA SVIOLINATA, NON CI PENSARE NEMMENO. DICO SEMPRE QUELLO CHE PENSO SUL MOMENTO. E NON ESSENDO UN COERENTE, SONO SEMPRE NELLA CONDIZIONE DI MUTARE IDEA. PER QUEL CHE RIGUARDA PINKETTS, IL SUO LIVELLO ARTISTICO E' QUELLO DI LUCARELLI. ANCHE SE RITENGO CHE PINKETTS ABBIA UNA MARCIA IN PIU'. MA E' UNA CONSIDERAZIONE DEL TUTTO PERSONALE. IN QUANTO ALL'INVITO, NON RIGUARTAVA TE IN QUANTO FANS, MA NELLA TUA EVENTUALE CONDIZIONE DI INTERESSATO ALL'ARGOMENTO. NON MI PERMETTEREI MAI DI CONSIDERARE UN MIO APPASSIONATO SE NON EGLI STESSO LO DICHIARA PIù CHE APERTAMENTE. BRUNO LAUZI SARA' CON OGNI PROBABILITA' SOCIO ONORARIO DEL CLUB. MA LA NOSTRA NON E' UNA CORDATA LIGURE, MA UN GRUPPO DI AMICI CHE SI INCONTRANO IN LIGURIA. PER QUEL CHE INERISCE SAVINIO, VA BENE CHE TU LO SPOSI (MA TI PIACCIONO I MASCHI?) OVVIAMENTE SCHERZO. SAREBBE INVECE INTERESSANTE CHE TU NON SPOSASSI LE TESI DI NESSUNO, QUINDI NEMMENO LE MIE, E CHE TI ADDENTRASSI, SEMPRE SE TI PUO' INTERESSARE L'ARGOMENTO, SVILUPPANDO TESI TUE. NON CREDI? A PRESTO. DANIELE.

pcosta
03-12-03, 23:01
L'ultimo giallo italiano che ho letto mi farebbe dar ragione a Savinio quando dice che il giallo italiano prima di tutto è una imitazione e porta addosso tutte le pene di questa condizione infelicissima.

"IO UCCIDO" mi è sembrato un po' troppo costruito a tavolino, discontinuo, con il finale che vira dal poliziesco al thrilling d'azione, scadendo un po'.
La trama aggiunge forse qualche tocco di originalità europea alle ormai inflazionate saghe dei serial killer USA, ma dei modelli americani non ha il ritmo serrato.
Qualche ingenuità stilistica e qualche eccessiva schematizzazione nei personaggi.
Il finale sarebbe da riscrivere rovesciando in qualche modo la verità svelata già a due terzi del romanzo - troppo presto - per avere almeno un colpo di scena nello stanco finale (una rilettura rovesciata di tutti gli indizi fino a portare ad un altro insospettato personaggio o alla peggio un fratello gemello...)
Insomma ho fatto fatica a finire di leggerlo; per un giallo è forse la stroncatura peggiore.

Creso
03-12-03, 23:34
Originally posted by pcosta
IO UCCIDO
Ma Faletti è uno scrittore per caso che non rientra nel novero della nouvelle vague giallistica.
Mi riservo di esprimere un contributo al dibattito più corposo.

danielegenova
04-12-03, 14:25
Pcosta, vedo che nons ei affatto digiuno di gialli. Il tuo parere su "io uccido" lo condivido in pieno. Hai beccato il giallo italiano,meno giallo italiano che è uscito negli utlimi tempi. Che altro ti posso dire? Una cosa forse, se leggerai altri gialli, dimentica leggermente lo stereotipo del giallo e gusta la narrazione. Vedrai che il giallo si trasforma in romanzo. I colpi di scena finali, nei miei libri ci sono, ad esempio. Ma potrei non piaceri per altre ragioni. Il giallo italiano, come tutte le esperienze è piena di sorprese e di cose da scoprire. Cmplimenti per il giudizio tecnico. Non fare finta di non saperne nulla di giallo. Ripeto: menti brillantissime in esegesi. a presto

daniele g. genova

pcosta
08-12-03, 18:23
Prima che il giallo canti
(Come deve essere un giallo per piacermi.)

Non sono le venti regole di S.S. Van Dine, né le dieci della "Semplice Arte del Delitto" di Chandler che servono a fare il "giallo" che piace a me; una sola è la regola aurea che contraddistingue il "giallo" preferito da un lettore pigro e amante dell'ozio come me: deve essere stereotipato senza essere noioso.
Insomma, la lettura di un buon giallo deve essere sempre incanalata in uno schema ripetitivo e consolidato che mi tranquillizza, facendomi sentire a casa, risparmiandomi lo sforzo di ambientarmi tra luoghi e personaggi sempre diversi; dietro allo stile apparentemente dimesso si deve deve celare una trama avvincente che mi accompagna al finale, con immancabile - ma non obbligatoria - sorpresa.
I thriller di taglio americano, quelli da serial killer per intenderci, mi sembrano scontati e noiosi se scritti male o stressanti se costruiti troppo bene; ve li lascio tutti.
I cosiddetti "legal thriller" rientrano invece nel mio schema preferito; non c'è nulla di più ripetitivo e stereotipato della procedura penale: o forse tutti quei Perry Mason televisivi ("obiezione, Vostro Onore") degli anni '60 hanno lasciato il segno.

danielegenova
09-12-03, 14:47
GRAZIE PCOSTA PER IL TUO INTERVENTO, DAVVERO SEI UN ESPERTO. QUANDO AVRAI QUALCHE OPINIONE SUI PRODOTTI NOSTRANI, FAMMELO SAPERE. A PRESTO . DANIELE G. GENOVA

pcosta
05-01-04, 20:01
Così, per il mio compleanno, un caro amico ha pensato bene di regalarmi un giallo "italiano".
Lettura gradevolissima, storia originale; interessante e mai forzata, un po' alla Simenon per l'atmosfera ma vivacizzata dall'ambientazione e da una trama mai noiosa.
C'è un pizzico di tutto, senza mai esagerare.
Anche un andamento "classico" come è nei miei gusti.
Ottimo.

http://www.stradanove.net/news/images/libri/t/treno-8017.jpg

TRENO 8017, ALESSANDRO PERISSINOTTO
Una vendetta per l'Italia

TERZO ROMANZO POLIZIESCO DELLO SCRITTORE TORINESE ALESSANDRO PERISSINOTTO, questo giallo che ha origine in uno dei tanti episodi di storia vera, dimenticati o poco conosciuti. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 1944 un treno restò bloccato in una galleria vicino a Balvano (Potenza) e cinquecento viaggiatori morirono asfissiati. La vicenda del romanzo ha inizio due anni dopo, nel 1946, a Torino. Finita la guerra, da un giorno per l'altro l'Italia si è risvegliata non più fascista, anzi, nessuno era mai stato veramente fascista. E, per dimostrarlo, chi era nella posizione di poterlo fare aveva ordinato delle epurazioni radicali: niente di meglio che accusare di fascismo gli altri, per provare di non esserlo.
E così Adelmo Baudino, torinese, ex ispettore della polizia ferroviaria, ex partigiano, si ritrova a fare il manovale. Un nome e una notizia su un giornale attraggono la sua attenzione: è stato ritrovato morto accoltellato un uomo, anche lui ferroviere, che avrebbe potuto testimoniare di un gesto patriottico compiuto da Baudino, scagionandolo. Baudino riprende le vesti di ispettore per indagare su questa morte, anche perché, nella casa dell'uomo assassinato, su una parete si leggono delle parole scritte col sangue, "Italia 3 marzo 1944 la mia vendetta per te", e viene trovato un ritaglio di giornale con la notizia di un altro ferroviere ucciso nella stessa maniera.
Sempre in quei giorni appare su "La Stampa" la notizia di un terzo ferroviere accoltellato. Troppe morti di ferrovieri uccisi in modo uguale. Baudino parte per il Sud, sulle tracce vaghe dei ferrovieri morti originari di là, senza sapere che cosa voglia vendicare lo sconosciuto assassino. Non diciamo altro, come al solito, per non rovinare la lettura, anche se a un certo punto diventa facile capire le motivazioni del colpevole, perché vale la pena, invece, di soffermarsi sul pregio che hanno questi gialli polizieschi, di ricreare l'atmosfera di un passato scomparso e di riportare alla memoria fatti dimenticati, vittime senza nome inghiottite dal buco nero della Storia.
Una Torino misera e spenta, cene affamate del dopoguerra, un personaggio triste di mezza età che vive con il ricordo dell'amore di una donna che lo ha lasciato perché lui non si è saputo decidere, con una madre che è la tipica madre italiana di figlio maschio, possessiva e ipocondriaca, che tiene il figlio prigioniero del suo affetto malato.
Non a caso Adelmo intreccia una relazione con una donna del Sud, mentre è lontano da casa. Perfettamente adeguato a questa atmosfera lo stile vecchiotto, "demodé", da gialli di una volta, con cui la storia viene raccontata, senza brividi ma con sobrietà, buon gusto e il sapore della riscoperta.
(Marilia Piccone)

danielegenova
07-01-04, 13:06
CIAO PCOSTA,

INNAZITUTTO BUON ANNO.

SONO LIETO CHE TI SIA STATO REGALATO UN GIALLO ITALIANO, MA SOPRATTUTTO SONO LIETO CHE TI SIA PIACIUTO. SPERO CHE TU NE LEGGA ALTRI CON ALTRETTANTO PIACERE. SE QUESTO ACCADRA', FORSE, ANCHE TU TI UNIRAI ALLA CORDATA DEI SOSTENITORI.

NON MI RESTA QUINDI CHE AUGURARTI ANCHE BUON COMPLEANNO.

DANIELE G. GENOVA