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Visualizza Versione Completa : 13 dicembre - S. Lucia, vergine e martire



Augustinus
13-12-03, 11:23
Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=25550):

Santa Lucia, Vergine e martire

13 dicembre - Memoria

Siracusa, III secolo - Siracusa, 13 dicembre 304

Santa Lucia, dal nome evocatore di 'luce', martirizzata probabilmente a Siracusa sotto Diocleziano (c. 304), fa parte delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Il suo culto universalmente diffuso è già testimoniato dal sec. V. Un'antifona tratta dal racconto della sua passione la saluta come "sponsa Christi". (Mess. Rom.)

La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all'anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un'epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un'altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d'arte a lei ispirate. (Avvenire)

Patronato: Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le carestie

Etimologia: Lucia = luminosa, splendente, dal latino

Emblema: Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo, fiamma o lampada

Martirologio Romano: Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.

Martirologio tradizionale (13 dicembre): A Siracusa, in Sicilia, il natale di santa Lucia, Vergine e Martire, nella persecuzione di Diocleziano. Questa nobile Vergine, mentre volevano trascinarla uomini abbominevoli, ai quali, per ordine di Pascasio Consolare, era stata consegnata perché dal popolo si facesse oltraggio alla castità di lei, non poté essere smossa da loro in alcun modo, né con funi aggiunte, né con moltissime coppie di buoi; però in seguito, essendo riuscita illesa dalla pece, dalla resina e dall'olio bollente, finalmente, percossa colla spada nella gola compì il martirio.

Diocleziano, imperatore dal 284 al 305, tenta l’impresa gigantesca di riordinare l’Impero romano con ampie riforme e istituendo il “comando a quattro” o tetrarchia: due imperatori detti Augusti e due “vice” detti Cesari, da obbedire e anche da venerare, come le divinità della tradizione pagana. E’ un problema di ordine. E’ ragion di Stato: e impone di colpire i non allineati, quelli che non obbediscono, manichei prima e cristiani dopo, vittime di una persecuzione durissima, l’ultima.
Ne muore, decapitata, anche questa giovane siracusana, Lucia, che già nel Martirologio geronimiano (risalente alla fine del Quinto secolo) è commemorata il 13 dicembre, data della sua morte nel 304, secondo la tradizione accolta dalla Chiesa.
Chi è Lucia? C’è poco di sicuro, tra abbondanti narrazioni leggendarie, nei due racconti del martirio: uno in latino e l’altro in greco, che ha maggior credito tra gli studiosi anche perché più antico. Vi leggiamo che Lucia, di famiglia aristocratica, subisce il martirio per ordine del governatore Pascasio. Nel luogo della sua morte, i cristiani di Siracusa "dedicarono a lei un tempio, nel quale i fedeli accorrono alle reliquie". Il culto, dunque, comincia subito. E prosegue nel tempo: infatti papa Gregorio Magno (590-604) inserisce già il suo nome nel Canone della Messa, indicandola alla venerazione di tutta la Chiesa.
Ma il documento più emozionante su Lucia è emerso dalle catacombe di San Giovanni a Siracusa (la città più ricca di catacombe dopo Roma): consiste in un’iscrizione funebre in greco, dedicata a una giovane sposa di nome Euskia che, "vissuta buona e pura, morì nella festa della mia santa Lucia, per la quale non vi è elogio condegno". Secondo Biagio Pace, il grande storico della Sicilia (1889-1955), il testo è della fine del IV secolo, quello che ai suoi inizi vide la grande persecuzione; e "non solo convalida la personalità storica della vergine siracusana, ma anche la bontà della tradizione cronologica relativa al suo martirio".
Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace toglie momentaneamente agli Arabi la Sicilia orientale, con Siracusa, e fa portare a Costantinopoli il corpo di Lucia. Quando poi la capitale imperiale viene occupata dai crociati (1204) il doge Enrico Dandolo ordina di portarlo a Venezia (con altra “preda bellica”, tra cui i famosi quattro cavalli di bronzo). E qui il corpo si trova tuttora, mentre Siracusa conserva di lei piccole reliquie.
Ma l’affetto per Lucia in terra siciliana resta tenacissimo dopo sedici secoli, e si manifesta pubblicamente con due feste annuali in suo onore: quella canonica del 13 dicembre, e quella siracusana e siciliana di maggio, che adempie un voto formulato nel 1646, durante una grave carestia che aveva colpito la città natale della santa.

Autore: Domenico Agasso

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Sempre dallo stesso sito ALTRA BIOGRAFIA:

Le fonti sulla vita di S.Lucia sono la Passio latina ed il più antico Martyrion greco, detto Codice Papadopulo. S.Lucia nacque a Siracusa sul finire del III secolo da una nobile famiglia cristiana: rimasta orfana di padre sin da bambina, fu educata con dedizione dalla madre Eutichia, dalla quale apprese le verità del cristianesimo. Lucia, fanciulla bella, intelligente e virtuosa, meditava assiduamente le S.Scritture e si recava ai riti cristiani nelle catacombe di Siracusa: spinta dal suo amore per Gesù e dall’esempio delle prime vergini martiri, decise di consacrarsi a Dio con voto di perpetua verginità. La madre soffriva da molti anni di un flusso di sangue ritenuto incurabile dopo innumerevoli e costosi tentativi dei migliori medici. Lucia, che si prendeva cura di lei, un giorno le suggerì d’andare in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro della vergine e martire S.Agata per implorare il miracolo della guarigione. La madre acconsentì e vi si recarono insieme: lì, durante la Messa, fu letto l’episodio del Vangelo in cui un’emorroissa guarì toccando la veste di Gesù. Ispirata da quelle parole, Lucia disse alla madre: “Se credi in ciò che è stato appena proclamato, crederai anche che S.Agata, che ha patito per Cristo, abbia confidente accesso al Suo tribunale. Tocca con fede il suo sepolcro, se vuoi, e sarai guarita”. Allora Lucia ebbe in apparizione S.Agata che le disse: “Sorella mia Lucia, vergine devota a Dio, perché chiedi a me ciò che puoi tu stessa ottenere per tua madre? Ecco che ella è già guarita per la tua fede. Con la tua verginità tu hai costruito un santuario gradito a Dio, ed io ti dico che come grazie a me è sublimata la città di Catania, così per te avrà decoro dal Signore Gesù Cristo la città di Siracusa”. Dopo quella visione, Lucia esclamò alla madre: “Per l’intercessione della Sua Sposa Agata, Gesù ti ha guarita”, e sùbito Eutichia constatò di essere del tutto risanata. Lucia continuò: “A questo punto desidero che tu non mi parli più di sposo terreno, perché da tempo mi sono consacrata a Gesù. Piuttosto dammi quello che avevi pensato come mia dote perché possa distribuirlo ai poveri”. Eutichia: “Se non ti rincresce, farai dei beni miei e di tuo padre l’uso che vorrai dopo la mia morte”. Lucia: “La tua offerta non è la più gradita a Gesù. Dona adesso, a Lui nei poveri, ciò di cui dovrai forzatamente disfarti nella tomba”. Eutichia fu convinta, e da quel momento Lucia donò tutte le sue ricchezze ai poveri e si fece povera per Cristo. Ma un giovane innamorato di lei si vendicò del suo rifiuto alle nozze denunciandola come cristiana: vigeva la feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Lucia fu arrestata e condotta dinanzi al prefetto di Siracusa, di nome Pascasio, che le ordinò di sacrificare agli dèi. Ma Lucia disse: “Sacrificio puro presso Dio è curare chi soffre. Ho donato a Dio tutte le mie sostanze, e poiché ora non ho più nulla da offrire, offro in sacrificio me stessa”. Pascasio: “Di’ tali sciocchezze agli stolti come te. Io eseguo gli ordini degli imperatori”. Lucia: “Tu osservi i comandi degli imperatori ed io i comandamenti del mio Dio; tu temi gli imperatori ed io il mio Dio; tu vuoi piacere agli imperatori ed io al mio Dio; tu non disobbedisci agli imperatori ed io come potrei disobbedire al mio Dio? Fai ciò che vuoi: anch’io agirò secondo il mio cuore”. Pascasio: “Tu hai dissipato i tuoi beni con uomini dissoluti”. Lucia: “Io ho riposto al sicuro il mio patrimonio ed il mio corpo non ha conosciuto l’impurità”. Pascasio: “Tu sei la disonestà in persona”. Lucia: “La disonestà siete voi, di cui l’Apostolo dice: corrompete le anime degli uomini affinchè fornifichino contro Dio vivente e servano al diavolo ed ai suoi angeli che sono nella corruzione. Anteponendo i piaceri effimeri ai beni eterni, perdete l’eterna beatitudine”. Pascasio: “Queste parole cesseranno quando inizieranno i tormenti”. Lucia: “E’ impossibile far cessare le parole di Dio”. Pascasio: “Tu dunque sei Dio?”. Lucia: “Io sono serva del Dio eterno, che ha detto: quando sarete condotti davanti ai potenti non preoccupatevi di cosa dire perché non sarete voi a parlare ma lo Spirito Santo che è in voi”. Pascasio: “In te c’è lo Spirito Santo?”. Lucia: “L’Apostolo dice: coloro che vivono castamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo dimora in essi”. Pascasio: “Allora ti farò condurre in un luogo infame dove sarai costretta a vivere nel disonore, così lo Spirito Santo fuggirà da te”. Lucia: “Il corpo non viene deturpato se non dal consenso dell’anima: anche se tu mettessi nelle mie mani l’incenso per un sacrificio, Dio sa la mia intenzione. Egli scruta le coscienze ed aborrisce il violentatore della purezza. Se tu comandi che io subisca violenza contro la mia volontà, la mia castità meriterà una doppia corona”. Pascasio: “Se non mi obbedisci t’infliggerò crudelissime torture”. Lucia: “Tu non potrai mai convincermi a peccare: sono pronta ad ogni tortura”. Allora Pascasio ordinò di farla condurre in un postribolo perché le fosse fatta violenza, ma lo Spirito Santo la rese immobile: invano i soldati la spingevano cadendo sfiniti a terra, invano la trascinavano legata a mani e piedi o trainata da molti buoi. Pensandola una strega, Pascasio la fece cospargere d’urina ed i maghi iniziarono ad invocare gli dèi. Pascasio infuriato le disse: “Lucia, quali sono le tue arti magiche?”. Lucia: “Queste non sono arti magiche: è la potenza di Dio”. Pascasio: “Perché pur tirandoti a forza in mille non ti sei mossa?”. Lucia: “Anche se tu ne aggiungessi altre migliaia, si avvererebbe in me la Parola di Dio: cadranno mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, ma nessuno potrà accostarsi a te”. Pascasio era disperato, e Lucia gli disse: “Misero Pascasio, perché ti affliggi, impallidisci, ti struggi? Hai avuto la prova che sono tempio di Dio: credi anche tu in Lui”. Pascasio allora le fece accendere attorno un rogo, ma le fiamme la lasciarono illesa. E Lucia: “Ho pregato il mio Signore Gesù Cristo affinchè questo fuoco non mi molestasse, perché dare ai credenti il coraggio del martirio ed i non credenti l’accecamento della loro superbia”. Gli amici di Pascasio, per farla tacere, le conficcarono un pugnale in gola. Ma prima di morire Lucia riuscì a dire questa profezia: “Vi annuncio che presto sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano decadranno. E come la città di Catania venera come protettrice S.Agata, così anche voi onorerete me per grazia del Signore nostro Gesù Cristo osservando di cuore i Suoi comandamenti”. Poi s’inginocchiò, ricevette l’Eucarestia e spirò: era il 13 dicembre 304. Nello stesso luogo dove subì il martirio ebbe sepoltura e nel 313 fu edificato un santuario per accogliere il continuo flusso di pellegrini giunti per venerare le sue reliquie ottenendo numerose grazie per sua intercessione. Nel 1039 il suo corpo fu portato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli e nella quarta crociata del 1204 dal doge Enrico Dandolo a Venezia, dove si venera tuttora. Il patrocinio di S.Lucia si è manifestato tante volte sia a Siracusa, salvata in più momenti della sua storia (carestie, terremoti, guerre), che in altre città, come Belpasso (presso Catania) e Brescia: per l’ennesima liberazione attribuita alla sua intercessione da una grave carestia, nel 1646 fu istituita a Siracusa una festa solenne in suo onore che si celebra tuttora la prima domenica di maggio, oltre a quella del 13 dicembre.

Culto

Fin dall’antichità il suo culto si è diffuso universalmente e si è tramandato sino ad oggi. La testimonianza più antica è un’epigrafe marmorea in greco risalente al IV sec., rinvenuta nel 1894 nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma. Nel 384 S.Orso le dedicò una chiesa a Ravenna. Papa Onorio I ne dedicò una a Roma. S. Gregorio Magno compose l’Ufficio e la Messa di S.Lucia, inserì il suo nome nel Canone Romano e le consacrò una cappella nella basilica di S.Pietro. Compare nel Martirologio Gerominiano, nel Sacramentario Gelasiano di S.Gallo, nel Breviario Gallo-Siculo, nel Canone di Milano e Ravenna. S.Adelmo le dedicò un poema. S.Tommaso d’Aquino la citò nella Summa Teologiae. S.Giovanni Damasceno compose l’Ufficio greco in suo onore. Tra i suoi devoti vi sono pure S. Caterina da Siena, S.Leone Magno, S.Ambrogio e Dante, che la elogiò nella Divina Commedia. In tutto il mondo le sono dedicate numerose chiese, si venerano sue reliquie, vi si ispirano opere d’arte. Nel nord Italia è popolarissima la tradizione di S.Lucia che ogni anno porta i doni natalizi ai bambini. In Svezia è molto venerata persino dalla Chiesa luterana, che le riserva un grande onore ed addirittura un rito liturgico.

Autore: Carlo Fatuzzo

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http://cgfa.sunsite.dk/c/cossa2.jpg http://www.wga.hu/art/c/cossa/griffoni/grif_05.jpg Francesco Del Cossa, S. Lucia (Polittico Griffoni), 1470, National Gallery of Art, Washington

http://www.cattolicesimo.com/immsacre/tie.jpg http://www.wga.hu/art/t/tiepolo/gianbatt/3_1740s/09s_lucy.jpg Giambattista Tiepolo, L'ultima Comunione di S. Lucia, 1747-48, Chiesa dei Santi Apostoli, Venezia

http://cgfa.sunsite.dk/veronese/verones3.jpg Paolo Veronese, S. Lucia con un benefattore, 1580

Augustinus
13-12-03, 11:33
Su S. Lucia posto questo studio che è certamente uno dei più completi ed informati, sebbene risalente a metà degli anni '60.

Augustinus

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ANTONIO NIERO

SANTA LUCIA VERGINE E MARTIRE

PREMESSA
LA FAMIGLIA DI LUCIA
LA GIOVINEZZA
LA PERSECUZIONE DI DIOCLEZIANO
IL DIALOGO CON PASCASIO
IL MARTIRIO
STORIA DEL SUO CULTO
ICONOGRAFIA DELLA SANTA
STORIA DELLE SUE RELIQUIE
INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA

PREMESSA

Numerosi sono i devoti che vengono a peregrinare fino alle Reliquie della Santa Siracusana. Alcuni giungono persino dal Nord-Europa, altri dall’America.
Ma spesso la pietà non si appaga nel visitare l’Urna o nel recitare delle preci. Vuol conoscere da vicino la Santa protettrice degli occhi.
Esaurita la « Vita di S. Lucia » del compianto prof. don Enrico Lacchin (valoroso docente di storia dell’arte nel Seminario Patriarcale), s’è pensato di prepararne una di nuova, che pur nella brevità tenesse conto degli studi più recenti compiuti dall’agiografia.
La non lieve fatica venne generosamente portata a termine dal carissimo prof. don Antonio Niero (insegnante nel Seminario).
Una piccola ricerca nel nostro archivio parrocchiale diede modo di inserire nel testo alcune stampe illustrative.
Possa ora questo piccolo libro sulla vita di S. Lucia correre nelle mani di molti per accendere nei cuori quella luce soprannaturale di cui la nostra Martire era mirabilmente dotata.

Venezia, Chiesa dei Ss. Geremia e Lucia, 22 novembre 1965

Don Aldo Fiorin
Parroco dei Ss. Geremia e Lucia
Docente di S. Scrittura nel Seminario

LA FAMIGLIA DI LUCIA

Sul finire del III secolo (anno 281?) nacque a Siracusa S. Lucia. La città natale era famosa per essere stata fiorente centro di vita greca prima e poi d’importante commercio, intimamente legata alle vicende delle guerre puniche: conquistata da Roma nel 212 a. C. assolse una funzione notevole tra le città della provincia di Sicilia.
Diffusosi il cristianesimo in età apostolica per merito del vescovo S. Marziano, inviato a Siracusa da S. Pietro stesso secondo la tradizione, ospitò l’apostolo S. Paolo per tre giorni nel viaggio verso Roma, come testimoniano gli Atti degli Apostoli. La fede di Cristo, nonostante le varie persecuzioni, si era potuta diffondere notevolmente: quando nacque S. Lucia la colonia cristiana era assai numerosa con le sue chiese e le sue catacombe cimiteriali.
Secondo la tradizione, la famiglia della nostra santa era di nobile stirpe e ricca di possedimenti terrieri: ci è lasciato il nome della madre: Eutichia; del padre è detto che morì quando Lucia era quinquenne appena. Probabilmente egli poteva chiamarsi Lucio, data la norma romana di porre alle figliuole il nome del padre. Anche la famiglia forse era già cristiana se consideriamo il nome imposto a Lucia, tipicamente cristiano secondo qualcuno, ispirato al testo paolino « siete figli della luce ». Lucia significa senz’altro Luce per il dotto Tillemont.

LA GIOVINEZZA

Cresceva bella e buona la bimba siracusana, sotto lo sguardo vigile della madre: soprattutto era bella nella modestia del portamento, onde la madre già pensava per lei la soluzione di un felice matrimonio.
Invece Lucia aveva ben altro proposito nella sua vita: si era consacrata perennemente al Signore con voto di verginità. Neanche la madre fu a conoscenza di questo.
Soltanto un insieme di circostanze fortuite resero manifesta la sua consacrazione al Signore.
Alla vicina città di Catania, ogni anno solevano andare in folla i cristiani per venerare il corpo della vergine martire S. Agata, morta per la fede di Cristo nel 231, durante la persecuzione di Decio. I miracoli, che avvenivano presso il suo sepolcro, ne avevano diffuso la fama in tutta la Sicilia cristiana.
Il 5 febbraio del 301, festa della Santa, tra i pellegrini c’erano anche Lucia ed Eutichia sua madre.
Da oltre quarant’anni Eutichia soffriva di gravi emorragie, per le quali nessun rimedio era stato utile: ormai aveva perduto ogni speranza di guarire.
In quel giorno, durante i sacri misteri, fu letto il tratto evangelico, che narrava l’episodio dell’emoroissa: una malattia identica alla sua. Il testo evangelico fu compreso bene dalle due donne. Una fiducia insperata di poter guarire provò Eutichia e viva fede ebbe Lucia nella potenza miracolosa di S. Agata. L’emoroissa era guarita appena aveva toccato la veste del Signore: la madre di Lucia sarebbe stata risanata se invece avesse toccato il sepolcro della santa martire. Così Lucia suggerì a sua madre.
Sul far della sera, quando tutti ebbero lasciato la chiesa, le due donne rimasero nella penombra in fiduciosa preghiera accanto al sepolcro di S. Agata. Le loro parole alla Santa erano di intensa richiesta di guarigione. A lungo però non poterono pregare ché il sonno ebbe il sopravvento e Lucia si addormentò profondamente lì nella penombra della chiesa, accanto al sepolcro della martire catanese.
Nel sonno le parve di aver presente una visione nitida: schiere e schiere di angeli circondavano la vergine S. Agata, che sorrideva a Lucia e le diceva: « Lucia sorella mia, vergine di Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana».
Quando Lucia si svegliò, rivelò alla madre la visione serena e le parole risanatrici di S. Agata. Era guarita la madre. Inoltre era questo il momento opportuno .di farle conoscere il suo voto di verginità. Così in realtà fece. Nessun rammarico mostrò la donna per questo proposito santo: anzi le disse che ogni sua cosa personale, dopo la morte, le sarebbe stata lasciata.
Il momento era adatto per Lucia per suggerire alla madre propositi di maggiore perfezione, giacché manifestava così vivamente il distacco dai beni della terra; onde la consigliò di vendere tutte le sue sostanze e darle ai poveri.
Per allora Eutichia non fece alcun progetto, ma poi, ritornate, a Siracusa, Lucia riprese ancora a parlarle dell’ideale di perfetta povertà. Ben presto si decise di vendere i suoi beni e distribuire il ricavato ai poveri, seguendo gli esempi della primitiva chiesa di Gerusalemme.
Una tale elargizione se era esemplare nella fervente comunità cristiana di Siracusa, destava senz’altro lo stupore dei pagani, per i quali i beni di questo mondo erano le cose migliori della vita. Ordinariamente un gesto del genere era sintomo evidente di fede cristiana: solo i seguaci di Cristo giungevano a disprezzare i beni della terra al punto da venderli e darli ai poveri. E così pensò uno a cui molto interessavano i beni di Lucia: un giovane del quale la tradizione non ha conservato il nome e che desiderava vivamente di farla sua sposa.
Dalla madre di Lucia volle sapere perché la figliuola vendeva le vesti preziose e gli ornamenti; per quale ragione distribuiva il ricavato ai poveri, alle vedove ed ai ministri del culto cristiano. Eutichia diede una risposta evasiva, che per il momento lo rese tranquillo.
Ma in seguito il sospetto che Lucia fosse cristiana divenne certezza: visto fallire il suo desiderio di averla come sposa, poiché ella lo aveva respinto, decise di denunciarla al prefetto della città come cristiana e di conseguenza fossero applicati a lei i decreti imperiali.

LA PERSECUZIONE DI DIOCLEZIANO

Allora per la chiesa cattolica non erano tempi tranquilli: l’imperatore Diocleziano nel vano tentativo di arrestare l’inevitabile crisi dell’Impero romano stava attuando varie riforme, da quella amministrativa a quella economica, fiducioso di riportare lo Stato romano ai tempi migliori. Nel suo vasto piano di rinnovamento generale, anche la riforma religiosa doveva avere la sua importanza, come riforma delle coscienze: il culto imperiale doveva essere il veicolo di penetrazione interiore del senso della romanità e della potenza dell’impero. Approfittando di un complesso di circostanze, emanò i suoi editti di persecuzione contro i cristiani il 24 febbraio del 303. Fu la più feroce persecuzione la sua, soprattutto nelle province, dove funzionari zelantissimi la applicarono ciecamente. Lattanzio (de mort. persec. 10) ha scritto pagine celebri sulla furia di codesta persecuzione.

IL DIALOGO CON PASCASIO

A Siracusa era prefetto della città (meglio era correttore) Pascasio, succeduto da pochi mesi a Calvisiano, che nell’agosto del 303 aveva condannato a morte il vescovo S. Euplo.
Quando Lucia gli fu portata innanzi sotto l’imputazione di essere cristiana, egli le ordinò di sacrificare agli dei. Allora Lucia disse: Sacrificio puro presso Dio consiste nel visitare le vedove, gli orfani e i pellegrini, che versano nell’afflizione e nella necessità, ed è già il terzo anno da che io offro a Cristo Dio tali sacrifici erogando tutto il mio patrimonio.
Pascasio l’interruppe con senso d’ironia: Va a contare queste ciance agli stolti come te, poiché io eseguo i comandi dei Cesari e perciò non posso udire siffatte stoltezze.
Lucia disse: Tu osservi i decreti dei Cesari come anch’io curo la legge del mio Dio giorno e notte; temi pure le loro leggi, mentre io riverisco il mio Dio: tu non vuoi mancare di rispetto a quelli ed io come mai oserò di contraddire il mio Dio? Tu t’ingegni di piacere a loro ed io mi ingegno di piacere a Dio: tu dunque fa come credi ti torna comodo ed io opero secondo è grato all’animo mio.
Pascasio continuò: Tu hai prodigato le tue sostanze ad uomini vani e dissoluti.
Presso i pagani, secondo quanto testimoniano le apologie di Minucio Felice e Tertulliano, vigeva l’accusa che i cristiani praticassero riti dissoluti come si notavano in altri culti misterici. Ma Lucia subito smentisce Pascasio dicendogli: Io ho riposto al sicuro il mio patrimonio e la mia persona non ha gustato la dissolutezza.
Pascasio soggiunse: Tu sei la stessa dissolutezza in anima e corpo.
Lucia rispose: Siete voi che costituite la corruzione del mondo.
Pascasio disse: Cessi la tua loquacità; passiamo ai tormenti.
Lucia replicò: E’ impossibile porre silenzio ai detti del Signore.
Pascasio riprese: Tu adunque sei Dio?
Lucia rispose: Io sono serva del Dio eterno, poiché Egli ha detto: quando sarete dinanzi ai re ed ai principi non vi date pensiero del come o di ciò che dovete dire, poiché non siete voi che parlate ma lo Spirito Santo che parla in voi.
Pascasio disse: Dentro di te c’è adunque lo Spirito Santo?
Lucia rispose: Coloro che vivono castamente e piamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi.
Pascasio disse: Ti farò condurre in un luogo turpe e così fuggirà da te lo Spirito Santo.
Anche per piegare altre vergini cristiane il giudice romano spesso era ricorso a simili mezzi: tant’è vero che Tertulliano scriveva, con i suoi tipici giuochi di parole, che esse temevano più il lenone che il leone: la prova cioè contro la loro virtù piuttosto che le belve feroci.
Innanzi alla fermezza della santa di non piegare agli ordini di Pascasio, questi raduna della gentaglia per costringere Lucia ad obbedirgli. Ogni suo tentativo riesce vano: neppure i soldati, neppure le paia di buoi riescono a smuovere Lucia che sta immobile come una roccia (l’episodio è narrato, tra gli altri, con potenza d’arte da Lorenzo Bassano in una pala della Basilica di S. Giorgio Maggiore di Venezia).
Tutti codesti prodigi furono ritenuti da Pascasio opera di magia, onde ordina che attorno a lei si prepari il rogo e sì accenda la fiamma, secondo quanto si usava contro i sospetti di arti magiche.
Vengono tosto portate pece e resina, legname ed olio; tutto viene gettato contro la Santa. Divampano le fiamme,. ma lei non ne è toccata. Anzi dice a Pascasio: Pregherò il mio Signore perché questo fuoco non si impadronisca di me.
Pascasio non si conteneva più dall’ira. Allora alcuni dei suoi amici per impedire che fosse ancor più deriso dalla Santa e gli sforzi suoi risultassero del tutto vani, tirarono giù Lucia dal rogo perché fosse finita con la spada.

IL MARTIRIO

Lucia comprese che ormai era giunto il momento di confessare Cristo con il martirio: si pose in ginocchio pronta a ricevere il colpo mortale.
Prima però volle parlare alla gran folla che nel frattempo si era radunata attorno a lei: disse che la persecuzione contro i Cristiani stava terminando e la pace per la Chiesa era imminente con la caduta dell’imperatore Diocleziano. Ricordò loro che Siracusa l’avrebbe sempre onorata così come la vicina Catania aveva in venerazione S. Agata. Quando ebbe terminato di parlare, venne il colpo mortale che le recise il capo consacrandone la verginità con il martirio.
Era il 13 dicembre del 304, secondo quanto narra la tradizione.

STORIA DEL SUO CULTO

Deposto il suo corpo nelle catacombe, che da lei presero il nome, divenne il suo sepolcro ben presto famoso richiamando i fedeli che ne ricevevano grazie abbondanti. Fu subito la Santa per eccellenza dei siracusani. In iscrizioni greche delle catacombe siracusane, anche dopo un secolo dal martirio è detto «la nostra santa Lucia ». Soprattutto è rimasta famosa la iscrizione di Euschia venuta alla luce nel 1894 in escavi archeologici. Essa dice «Euschia la irreprensibile, vissuta buona e pura per anni circa 25, morì nella festa della mia Santa Lucia per la quale non vi ha elogio condegno: (fu) cristiana, fedele, perfetta, grata al suo marito di morta gratitudine».
All’inizio del V secolo, data dell’iscrizione, la Santa era ormai popolare: Euschia, questa donna, muore giovane nel giorno festivo della sua patrona, che nessuno può elogiare in maniera conveniente giacché ormai tutti ne conoscevano vita, virtù e prodigi. Secondo il breviario Gallo-Siculo sopra il sepolcro di S. Lucia sarebbe stata innalzata una basilica nel 310: addirittura sette anni dopo il martirio!
Se la notizia è discutibile per questa data, si può peraltro ammettere che la basilica sia stata eretta non molto tempo dopo la sua morte: comunque prima della citata iscrizione di Euschia.
Il suo culto ben presto si diffuse fuori della Sicilia stessa come documentano le stratificazioni più antiche del martirologio Geronimiano: prova ne siano l’inserzione del nome della Santa nel Canone della Messa da parte di papa S. Gregorio Magno (+ 604), la devozione in Roma stessa, dove le vennero dedicate una ventina di chiese e nell’Italia settentrionale, dove la troviamo effigiata a Ravenna in S. Apollinare Nuovo nella processione delle vergini, in Inghilterra, nella chiesa Greca, dove il Damasceno stesso compose la liturgia in onore della Santa. Dopo le scoperte geografiche del secolo XV, il suo culto si estende particolarmente nell’America Latina, nell’Africa, in alcuni luoghi dell’America del Nord. Nella devozione popolare la sua vita si arricchisce di particolari leggendari: il più famoso è quello di credere che la santa stessa si sia levata gli occhi inviandoli in un bacile di argento al giovane, che si era innamorato del loro splendore affascinante oppure, secondo la versione, accettata fra l’altro anche dall’umanista Battista Mantovano, li abbia mandati a Pascasio stesso, ma subito le siano stati rimessi con improvviso miracolo, poiché S. Raffaele sarebbe sceso da cielo a compierlo.
Non sappiamo quando sia nata la leggenda (ma è probabile di età umanistica), che presenta una particolare somiglianza con episodi consimili verificatisi nella favolistica indiana: forse si è dato il caso di omonimia con un’altra Santa, che si sarebbe tolta gli occhi per liberarsi da un’incauta persona, o meglio per un processo di etimologia popolare del nome ravvisando il rapporto: Lucia = luce, oppure come suggerisce il Delehaye, quale ex-voto di devoto guarito. Di conseguenza, in base ai principi della pietà popolare, S. Lucia fu invocata per proteggere la luce degli occhi, cioè la vista. Forse, secondo quanto insinua il dotto Garana, codesto rapporto è antichissimo, come può risultare dall’iscrizione di Euschia del IV secolo, nella quale il nome della devota nel valore di « ombrosa » può alludere ad affezione morbosa della vista. Certo nell’appendice miracolistica, annessa al racconto della traslazione veneziana del 1280 (ma giuntaci in un testo quattrocentesco), sono documentati alcuni miracoli di vista riacquistata. Una prova ulteriore è data da quanto la tradizione afferma di Dante Alighieri, almeno stando ai dati del figlio Jacopo, per cui il poeta sarebbe guarito da grave danno alla vista subito per le lagrime sparse in morte di Beatrice, dopo di aver invocato spesso S. Lucia durante il male, onde l’ha collocata nel secondo canto dell’Inferno, nel nono del Purgatorio e nel trentatreesimo del Paradiso: non più dunque in sola funzione allegorica, quanto invece come gesto di riconoscenza devota.

ICONOGRAFIA DELLA SANTA

Il culto veneziano della Santa è provato tra l’altro dal Kalendarium Venetum del XI secolo, e poi nei Messali locali del secolo XV, nonché nel Memoriale Franco e Barbaresco dell’inizio del 1500, dove è considerata festa di palazzo, cioè festività civile.
Sin dal 1107 sorgeva una chiesa in suo onore all’estremità occidentale del Canal Grande, forse parrocchia nel 1182, dove poi nel 1313 riscontriamo con sicurezza il corpo della Santa. In essa esisteva la scuola a lei intitolata sin dal 1323, a cui nel 1703 fu aggiunto un sovvegno. Ma in nessun’altra chiesa veneziana notiamo scuole in suo onore, tranne a 5. Moisè, poiché qui sin dal 1313 esisteva una scuola per i ciechi, onde fu naturale il culto alla Santa patrona della vista.
Prova più vasta dell’importanza della Santa nella pietà veneziana è pure desumibile dalla sua iconografia in pale d’altare, per buona parte di origine e sviluppo post-tridentino. Così si veda a S. Marco (mosaici dei secoli XVI e XVII); nella pala con la Vergine e Santi, di Giovanni Bellini a S. Zaccaria; a S. Giovanni in Bragora in polittico di Iacobello del Fiore; in quella di S. Nicolò, del Lotto ai Carmini; a S. Giovanni Crisostomo, nella pala di Sebastiano del Piombo; a S. Martino; a S. Elisabetta del Lido; a S. Stefano nella pala dell’Immacolata, del Menescardi; a S. Giorgio Maggiore, di Leandro Bassano; ai Tolentini, del Peranda; ai SS. Apostoli, di Giambattista Tiepolo, ma soprattutto in chiesa, ora, a S. Geremia in tele della demolita chiesa di S. Lucia.
Tralascio le altre documentazioni iconografiche nei musei e raccolte private veneziane, poiché ora non sono più oggetto di culto; alla pari accenno solo al vasto repertorio iconografico nella pittura veneziana e veneta, fuori di Venezia, come, per fare un nome, in Cima da Conegliano. Nell’ambito della diocesi, si notino le storie della Santa in affresco del duomo di Caorle, navata destra, di anonimo trecentesco, e la Santa in pala di altare laterale nella chiesa di Oriago, di anonimo settecentesco; in altare laterale nella chiesa di Chirignago di anonimo neoclassico.
Il tipo iconografico, sino al periodo post-tridentino, non sempre la dà con gli occhi in mano: a volte, come in Cima, tiene la lampada verginale fra le mani (poittico di Olera; pala di Lisbona); il motivo degli occhi sul bacile di argento, sebbene sia presente anche in fase pre-tridentina, è poi costante in quella post-tridentina.

STORIA DELLE SUE RELIQUIE

Il corpo di S. Lucia rimase in Siracusa per molti secoli: dalla catacomba, dove fu sepolto, fu poi portato nella basilica eretta in suo onore, presso la quale, all’inizio del VI secolo, fu costruito un monastero. Nella minaccia araba per il suo sepolcro nell’878, dopo la conquista islamica della Sicilia, il suo corpo fu nascosto in un luogo segreto. Nel 1039, appena Maniace, generale di Bisanzio, riuscì a strappare Siracusa agli Arabi, condusse le reliquie a Costantinopoli, o come preda di guerra o, secondo l’affermazione della Cronaca del doge Andrea Dandolo, su preciso ordine degli imperatori Basilio e Costantino. Invece secondo la tradizione francese, il corpo della Santa fu levato da Siracusa nel corso del secolo VIII da Feroaldo, duca di Spoleto, dopo la conquista della città che lo recò a Corfinio, donde il vescovo di Metz lo avrebbe trasferito nella sua città episcopale. Indubbiamente qui si sviluppò un culto attorno a codèste reliquie, sebbene, viene notato giustamente, si tratti di un’altra martire siracusana, di nome Lucia e confusa per omonimia con la nostra Santa. La linea maestra della tradizione afferma che il suo corpo fu tolto da Costantinopoli nel 1204 dal doge veneziano Enrico Dandolo, dove lo aveva trovato assieme a quello di S. Agata, ed inviato a Venezia. Invece secondo una variante, documentata dal codice secentesco, o Cronaca Veniera, della Biblioteca Marciana di Venezia (It. VII, 10 (= 8607) f. 15 v.), esso sarebbe stato portato a Venezia, assieme a quello di S. Agata, nel 1026, sotto il dogado di Pietro Centranico. Non sappiamo l’origine della notizia e se derivi da una fonte anteriore, per quanto un fondato sospetto induca ad un errore meccanico di amanuense, che ha letto 1026 per 1206, cioè gli anni della traslatio ufficiale. E nella Cronaca Veniera lo si accettò, armonizzando il fatto con il doge dell’epoca. Certo è difficile una precisazione storica di codeste reliquie, esente da qualsiasi sospetto, almeno allo stato attuale delle cose; per noi è prudenza elementare prendere atto della presenza del suo corpo in Venezia sin dal 1204. Ma si noti che in Venezia esisteva già una chiesa dedicata alla martire nel 1167 e 1182, come lo provano inequivocabili documenti, per cui è probabile che la determinazione di trasferire le reliquie nelle lagune sia stata originata dalla necessità di arricchire una chiesa veneziana, come d’altronde si verificò per altri casi consimili.
Comunque a Venezia il suo corpo fu collocato nella chiesa di S. Giorgio Maggiore e determinò un flusso di pellegrinaggi, che nel giorno d’ella festa (13 dicembre) assumeva proporzioni impressionanti, nell’andirivieni di imbarcazioni. Il 13 dicembre 1279 accaddero tragici fatti. Alcuni pellegrini morirono annegati in seguito al capovolgimento delle imbarcazioni per l’insorgere di un turbine improvviso.
Il Senato, ai fini di evitare ancora consimili dolorosi incidenti, decise che il corpo della Santa fosse portato in una chiesa di città. Fu scelta la chiesa di S. Maria Annunziata o della « Nunciata » nell’estremo sestiere di Cannaregio, dove furono poste le preziose reliquie trasferite da S. Giorgio il 18 gennaio 1280 con una solenne processione.
Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a S. Lucia, nella quale le reliquie della Santa furono deposte definitivamente.
Nel 1441 papa Eugenio IV dava questa chiesa, che era piccola parrocchia, in commenda alle monache del vicino monastero del Corpus Domini; nel 1478 invece papa Sisto IV, dopo una vivace contesa tra il monastero della Nunciata e la parrocchia, che a volte assunse fasi davvero ridicole, concedeva chiesa e parrocchia alle monache del monastero della Nunciata, che avanzavano diritti contro quelle del Corpus Domini sul possesso del corpo della Santa: la lite insorta fra i due monasteri fu risolta in favore di quello della Nunciata, come si è visto: però esso doveva sborsare ogni anno 50 ducati a quello del Corpus Domini.
Nel 1579 passando per il Dominio veneto l’imperatrice Maria d’Austria, il Senato volle farle omaggio di una reliquia di S. Lucia. Con l’assistenza del patriarca Trevisan fu levata una piccola porzione di carne dal lato sinistro del corpo della Santa.
Altre reliquie della Santa si trovavano a Siracusa, recate nel 1556 da Eleonora Vega, che le ottenne a Roma dall’ambasciatore di Venezia’ così pure avvenne per alcuni frammenti di braccio sinistro, recati ivi nel 1656 da Venezia, dal cappuccino Innocenzo da Caltagirone. Reliquie ancora sono possedute a Napoli, Roma, Milano, Verona, Padova, Montegalda di Vicenza e a Venezia stessa, nelle chiese di S. Giorgio Maggiore, dei SS. Apostoli, dei Gesuiti, dei Carmini.
All’estero sono documentate a Lisbona nel 1587, con una reliquia ricevuta da Venezia; in chiese del Belgio nel 1676; a Nantes, in Francia, nel 1667. Nel 1728 una parte dell’urna fu donata a papa Benedetto XIII.
Una nuova chiesa, al posto di quella antica, fu costruita tra il 1609 e il 1611, su schemi palladiani, riecheggiante l’attuale delle Zitelle, con due torri campanarie in facciata.
Per completarla, giravano per la città alcuni incaricati dalle monache a raccogliere le offerte dei fedeli con la cassella concessa dal Magistrato della Sanità.
Il 28 luglio del 1806, in seguito alla soppressione napoleonica, chiesa e monastero furono chiusi e le monache si rifugiarono in S. Andrea della Zirada, portando con sé le reliquie della Santa. Poco dopo, non potendo rimanere lì per ragioni di spazio, con il consenso del Ministero del culto ritornavano ancora all’antica sede insieme con il corpo di S. Lucia.
Nel 1813 il convento di S. Lucia veniva donato dall’imperatore d’Austria alla b. Maddalena di Canossa, che vi abitò fino al 1846, quando si iniziarono i lavori per la stazione ferroviaria e per la demolizione del convento. Per il momento la chiesa non fu toccata. Invece nel 1860 dovendosi ampliare la stazione ferroviaria, nella stolida furia distruttiva dell’epoca, fu abbattuta anche la chiesa di S. Lucia seguendo la triste sorte di tante altre chiese veneziane. Vero è che minacciava rovina, fatiscente ormai di secoli e di umane malizie. Si sarebbe potuto ripararla e risolvere diversamente le esigenze della stazione ferroviaria. Invece presi accordi con l’Autorità Ecclesiastica, si decise di trasportare il corpo della Santa nella vicina parrocchiale di S. Geremia. Per la traslazione, avvenuta l’11 luglio 1860, intervenne il patriarca Ramazzotti con tutto il Clero e popolo della città: sette giorni rimase il sacro corpo sull’altar maggiore, poi fu posto su un altare laterale in attesa di costruire la nuova cappella. Tre anni dopo, l’11 luglio 1863, il patriarca Trevisanato la inaugurava: essa era stata costruita con il materiale del presbiterio della demolita chiesa di S. Lucia su gusti palladiani. Finalmente per la generosità di Mons. Sambo, parroco di quella Chiesa (che nel frattempo venne ad assumere la denominazione « dei Ss. Geremia e Lucia ») su disegno dell’arch. Gaetano Rossi veniva preparato alla Santa un più degno altare in broccatello di Verona con fregi di bronzo dorato. Il 15 giugno del 1930 il servo di Dio patriarca La Fontaine lo consacrava e collocava il corpo incorrotto della Santa nella nuova urna in marmo giallo ambrato, che lo sovrasta. Nel 1955 il patriarca Angelo Roncalli, poi papa Giovanni XXIII, volle che fosse data più condegna importanza alle sacre reliquie, suggerendo l’esecuzione di una maschera d’argento, curata dal parroco di allora don Aldo Da Villa.
Infine, nell’anno 1968, per iniziativa del parroco prof. don Aldo Fiorin e la generosità di benefattori, la Cappella e l’Urna sono state completamente restaurate.
E nel suo tempio ancor oggi riposa la Martire, meta venerata di tanti pellegrinaggi, con l’augurio inciso nella bianca curva absidale, che si specchia sulle acque del Canal Grande:

"LUCIA

VERGINE DI SIRACUSA

MARTIRE DI CRISTO

IN QUESTO TEMPIO

RIPOSA

ALL’ITALIA AL MONDO

IMPLORI

LUCE PACE".

INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA

Nella stesura della vita della Santa ci si è attenuti al testo della Passio del codice greco Papadoupolos, edito dal Gaetani (O. GAETANI, Vitae Sanctorum Siculorum, Palermo 1637, pp. 114-115) e ripubblicato da C. BARRECA, Santa Lucia di Siracusa. Pagine storiche, Roma 1902.
Per il suo valore critico si veda, oltre il citato Barreca: O. GARANA, S. Lucia di Siracusa. Note agiografiche, Archivio storico siciliano, I (1955), pp. 15-22, in cui sono elencati altri codici greci della Passio della Santa, finora ignoti, che possono suscitare interessanti questioni sul tipo del suo martirio.
S. COSTANZA, Un « Martyrion » inedito di S. Lucia di Siracusa, Archivio storico siracusano, III (1957), pp. 1-53 dell’estratto, il quale pubblica una recensione medita della Passio, più ampollosa della consueta e ricca di particolari romanzeschi. A pp. 5-6 nota esauriente sulle fonti della vita della Santa, con riferimento alla BHL e BHG.
Nella narrazione presentata ci si è voluto astenere da ogni valutazione critica su elementi più o meno favolosi di detta Passio: chi voglia conoscerne l’aspetto critico può consultare utilmente: S. Lucia di A. AMORE, Enciclopedia Cattolica, VII, col. 1618 e relativa bibliografia, e G. RICCIOTTI, La Era dei Martiri. Il cristianesimo da Diocleziano a Costantino, Roma, 1953, p. 177.
Tra le altre operette di divulgazione ricordo C. S. R., La Gemma di Siracusa, Catania 1913, un breve opuscolo, che dà una versione diversa del codice Papadoupolos sulla morte della Santa, riferita, secondo pure la lezione del Breviario Romano, per ferimento alla gola; nonché G. MAINO, S. Lucia vergine e martire, Bari 1950.
O. GARANA, S. Lucia, Siracusa 1958.
A. SANTELLI, Santa dei ciechi d’oggi: S. Lucia e noi, Roma 1958.
O. GARANA, Recenti studi sul martirio di S. Lucia in S. Lucia, Siracusa 1962, pp. 36-37.
G. CINQUE, S. Lucia vergine e martire, Napoli 1963.
Sull’origine del particolare biografico della enucleazione degli occhi si veda H. HERN, Een indische wedergade van der legende der heilige Lucia, in De Gids, 1917, III, pp. 531-40 e la recensione di H. DELEHAYE in Analecta Bollandiana, XXXIX (1920-1921), p. 162, nonché dello stesso Les légendes hagiographique, Bruxelles 1955, p. 44; Cinq le~ons sur la méthode hagiographique, Bruxelles 1934, p. 134.
Per le questioni connesse con il nome si veda: C. TAGLIAVINI, Un nome al giorno, Torino 1956, p. 427.
MARTIGNY, Dictionnaire des antiquités chretiennes, Parigi 1887, p. 512.
Per Pascasio, sul suo nome e problemi vari si veda:
P. ALLARD, Storia critica delle persecuzioni, IV, Firenze 1923, p. 391 e segg.
Per il 13 dicembre, giorno del martirio, si veda:
J. CARCOPINO, Salluste et le culte des Ceréres et les Numides, Revue historique, CLVIII (1928), p. 1 e segg.: secondo l’illustre studioso il 13 dicembre non sarebbe il dies natalis della Santa, ma un giorno scelto come sostituzione della festa pagana di Cerere, che cadeva il 13 dicembre. L’usanza siciliana, documentata oggi da O. GARANA, S. Lucia, Siracusa 1958, p. 89, di consumare ritualmente la « cuccia », cioè il grano nuovo cotto, nel dì della Santa, ne è una convalida.
Per la storia del culto si veda:
P. FUIANI, Profili della vita e del culto di Santa Lucia, Siracusa 1887, p. 93 e segg.
C. BARRECA, Santa Lucia, Roma 1902, p. 30 e segg.
H. DELEHAYE, Les origines des cultes des Martyrs, Bruxelles 1933, p. 310; e dello stesso, Etude sur le légendier romain. Les saints de Novembre et de Décembre, Bruxelles 1936, p. 56.
S. L. AGNELLO, Silloge di iscrizioni paleocristiane della Sicilia, Roma 1953, p. 66, dove risulta che l’epigrafe di Euschia non sarebbe in relazione (ma forse a torto) con S. Lucia.
5. L. AGNELLO, Recenti esplorazioni nelle catacombe siracusane di S. Lucia, Rivista di archeologia cristiana, XXX (1954), pp. 1-60.
Sulla lipsanologia della Santa e storia del culto a Venezia si rimanda a:
Narrazione della traslazione del corpo di S. Lucia da Siracusa a Costantinopoli e da Costantinopoli a Venezia, Venezia 1626.
F. CORNER, Ecclesiae Venetae antiquis monumentis nunc etiam primum editis illustratae ac in decades distributae, VIII, Venezia 1749, pp. 333.
E. ZANOTTO, Vita di S. Lucia vergine martire, Venezia 1861, dove è riportata la notizia, tra l’altro, di Battista Mantovano sull’estrazione degli occhi.
C. RIANT, Exuviae Sacrae Costantino politanae, I, Ginevra 1877, pp. 184-186; 263-265; lI (de reliquiis in Italiam advectis: ad Venetias), pp. 290-302.
E. LACCHIN, La vita di S. Lucia, Venezia, s. d.
G. DAMERINI, L’isola e il cenobio di S. Giorgio Maggiore, Firenze 1956, pp. 92, 92, 95.
G. IMBRIGHI, I santi nella toponomastica italiana, Roma 1957, p. 26. Secondo l’Autore, S. Lucia ha dato il nome a 45 luoghi italiani (più di ogni altra Santa), dei quali 19 in Italia meridionale, 14 nella centrale e 12 nella settentrionale. Tra questi, 8 si trovano nel Veneto, che detiene il primato relativo tra le regioni italiane.
O. GARANA, I Siracusani rinnovano, « Corriere della Sicilia », 13 dicembre 1957. Lo studioso siracusano rifà la storia delle reliquie della Santa possedute dai siracusani nonché ricorda i vari tentativi compiuti dai suoi concittadini per riavere da Venezia il corpo di S. Lucia, avanzando proposte per ottenere una reliquia insigne.
Ma soprattutto per il culto veneziano si rimanda a: G. MUSOLINO, Santa Lucia a Venezia, Venezia 1961, con ricchezza pressoché completa di particolari per le vicende storiche, per le reliquie, per l’iconografia, sino agli aspetti folcloristici, con aggiornamento bibliografico. Ora vi si aggiunga: G. TRAMONTIN, A. NIERO, G. MUSOLINO, C. CANDIANI, Culto dei santi a Venezia, Venezia 1965, in particolare: pp. 198-199 (sulla lipsanologia, di A. NIERO); 229-230 (sul culto, di G. MUSOLINO); 323 per la festività liturgica. Per altri luoghi ivi citati, si veda l’indice analitico dei santi, a p. 334.
Tuttavia per l’iconografia si aggiunga:
G. KAFTAL, Iconography o/the saints in Tuscan painting, Firenze 1952, coli. 643-646, ed ora dello stesso, I conography o/the saints in central and south italian painting, Firenze 1965, nonché Cima da Conegliano, a cura di LUIGI MENEGAZZI, Venezia 1962.
Per l’origine e sviluppo del suo culto nel Veneto si veda per il documento dell’824, R. CESSI, Documenti relativi alla storia di Venezia anteriori al Mille, I, Venezia 1940, p. 75;

per la diocesi di Vicenza si veda:
G. MANTESE, La chiesa vicentina: panorama storico, Vicenza 1962, p. 184;
per la diocesi di Concordia:
E. DEGANI, La diocesi di Concordia, Udine 1924, pp.510, 333;
per le diocesi di Verona e Treviso si veda:
Rationes decimarum Italiae nei secoli XII e XIV. Venetia- Histria- Dalmatia, a cura di P. SELLA e G. VALE, Città del Vaticano 1941, p. XII e n. 880.

Per le regioni italiane nei secoli XII e XIV, si veda:
Rationes decimarum Italie nei secoli XIII e XIV: Tuscia, Città del Vaticano, 1932; Aemilia, ib. 1933; Aprutium-Molisium, ib. 1936; Apulia - Lucania - Calabria, ib. 1939; Sardinia, ib. 1943; Sicilia, ib. 1946; Latium, ib. 1946; Marche, ib. 1950; Umbria, ib. 1952, ai rispettivi indici di luogo.
Inoltre alcuni articoli di carattere divulgativo, ma validamente documentati, sulle vicende delle Reliquie della Santa e del suo culto, si possono leggere ne «La Custodia di Santa Lucia», periodico edito dal Tempio dei Ss. Geremia e Lucia, Venezia.

FONTE (http://digilander.libero.it/santigeremiaelucia/storiasantalucia.htm)

http://santiebeati.it/immagini/Original/25550/25550X.JPG

http://vrc.ucr.edu/luci/bluelucy.jpg

http://www.catholictradition.org/Saints/lucy.jpg

http://www.wga.hu/art/m/master/lucy/3virgin.jpg Maestro della Leggenda di S. Lucia, Vergine con Bambino e S. Lucia ed altre Sante, 1480, Sint-Jacobskerk, Bruges. S. Lucia è riconoscibile a sinistra, con il piatto e gli occhi. E' possibile poi individuare al suo fianco, con le tenaglie, S. Apollonia; S. Caterina d'Alessandria alla quale il Bambin Gesù porge l'anello sponsale; S. Maria Maddalena con il vaso di profumi; S. Agnese dall'agnello; S. Agata dalle tenaglie con il seno; S. Barbara dal disegno della torre sul suo broccato (è riconoscibile mentre stringe l'altra manina del Bambin Gesù). In atto di leggere, a sinistra, è S. Ursula o Orsola, identificabile dalla metà freccia ai suoi piedi. A destra, con la piccola Croce, è S. Margherita. Ultima a destra è S. Cunera, compagna di S. Orsola, identificata dalla culla o sgabellino che ha tra le mani.

http://img339.imageshack.us/img339/4538/mtz179pz7rj0.jpg Valentin Metzinger, S. Lucia martire, 1741, Narodna Galerija, Lubiana

http://img205.imageshack.us/img205/1569/ska1688vq0.jpg Maestro della Deposizione Figdor, Martirio di S. Lucia, 1480-1520, Rijksmuseum, Amsterdam

Augustinus
13-12-03, 12:34
http://www.wga.hu/art/b/beccafum/6st_lucy.jpg Domenico Beccafumi, S. Lucia, 1521, Pinacoteca Nazionale, Siena

http://www.wga.hu/art/c/caravagg/10/64lucy.jpg http://www.wga.hu/art/c/caravagg/10/64lucy1.jpg Caravaggio, Sepoltura di S. Lucia, 1608, Museo Bellamo, Siracusa

http://www.wga.hu/art/d/domenico/tolmezzo/stlucy.jpg Domenico Da Tolmezzo, Pala di S. Lucia, 1500 circa, Galleria d'Arte Antica, Udine

http://www.wga.hu/art/d/domenico/venezian/5predel5.jpg http://img519.imageshack.us/img519/8760/5predel5qc7.jpg Domenico Veneziano, Martirio di S. Lucia, 1445, Staatliche Museen, Berlino

http://www.ibiblio.org/wm/paint/auth/altichiero/death-st-lucy.jpg http://www.wga.hu/art/a/altichie/1stlucia.jpg Altichiero, Sepoltura del corpo di S. Lucia, 1379-84, Oratorio di San Giorgio, Padova

Augustinus
13-12-03, 20:14
http://www.wga.hu/art/l/lippi/flippino/1/06stlucy.jpg Filippino Lippi, S. Lucia, Museo dell'Opera del Duomo, Prato

http://www.wga.hu/art/l/lotto/1531-/01lucy.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9b/Lorenzo_Lotto_004.jpg Lorenzo Lotto, S. Lucia dinanzi al giudice Pascasio, 1532, Pinacoteca Civica, Iesi

http://www.wga.hu/art/s/simone/4altars/4orvieto/31madonn.jpg Simone Martini, SS. Caterina d'Alessandria e Lucia, 1320-25, Collezione Berenson, Settignano

http://img213.imageshack.us/img213/6933/rubens25ae.jpg http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.XMP.9781020.7055475/198700.JPG Peter Paul Rubens, Martirio di S. Lucia, 1620-21, Musée des beaux-arts, Quimper

http://www.wga.hu/art/c/cozzarel/agatlucy.jpg Guidoccio Cozzarelli, SS. Agata e Lucia, 1480 circa, collezione privata

Augustinus
12-12-04, 15:14
Cap. 12, 68. 74-75; 13, 77-78; PL 16, 281. 283. 285-286

Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartiene alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell'anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un'immagine fedele della Chiesa.
A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. E' questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Stà sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà, colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.
E la vergine da parte sua che cosa dice? L'ho cercato ma non l'ho trovato; l'ho chiamato ma non mi ha risposto (cfr. Ct 5, 6). Se così presto se n'è andato via, non credere che egli non sia contento di te che lo invocasti, lo pregasti, gli apristi la porta: spesso egli permette che siamo messi alla prova. Vedi che cosa dice nel vangelo alle folle che lo pregavano di non andarsene: Bisogna che io porti l'annunzio della parola di Dio anche ad altre città, poiché per questo sono stato mandato (cfr. Lc 4, 43).
Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, và a cercarlo ancora.
E' dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l`ha già insegnato se ben comprendi ciò che leggi: Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l'amato del mio cuore. L'ho stresso forte e non lo lascerò (cfr. Ct 3, 4).Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l'amore dell'anima.
Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. E' più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice. Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate. Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all'istante ti verrà incontro Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.
Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: L'ho stretto forte e non lo lascerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice (cfr. Ct 3, 4). Che cos'è la casa, la stanza di tua madre se non il santuario più intimo del tuo essere?
Custodisci questa casa, purificane l'interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa. Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.

Augustinus
12-12-04, 17:21
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 297-298

13 DICEMBRE

SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE

Il nome di Lucia si trova unito a quello di Agata, di Agnese e di Cecilia nel Canone della Messa. Nei giorni dell'Avvento, il nome di Lucia annuncia la Luce che si appressa, e consola meravigliosamente la Chiesa. Lucia è anche una delle tre glorie della Sicilia cristiana; trionfa a Siracusa come Agata brilla a Catania, e come Rosalia cosparge dei suoi profumi Palermo. Festeggiamola dunque con amore, affinché ci sia d'aiuto in questo sacro tempo, e ci introduca presso Colui il cui amore l'ha resa vittoriosa sul mondo. Comprendiamo ancora che se il Signore ha voluto che la culla del Figlio suo apparisse così circondata da una schiera di Vergini, e se non si è contentato di farvi figurare gli Apostoli, i Martiri e i Pontefici, è perché nella gioia di tale venuta i Figli della Chiesa non dimentichino di recare alla mangiatoia del Messia, insieme con la fede che lo onora come il sommo Signore, quella purezza del cuore e dei sensi che nulla potrebbe sostituire in coloro che vogliono accostarsi a Dio.

VITA. - Benché il Martirologio geronimiano non dica che fu martire, la sua festa è segnata nel Sacramentario gregoriano e in quello gelasiano e il suo nome viene pronunciato nel canone romano e in quello ambrosiano. Senza numero sono i monumenti che testimoniano la venerazione dei fedeli verso di lei. San Gregorio, nel 597, parla d'un monastero di S. Lucia a Siracusa. Numerosi templi furono consacrati in suo onore nel mondo intero. I suoi atti tuttavia hanno, secondo parecchi autori, un carattere leggendario. Santa Lucia è nominata nelle Litanie dei Santi e in quelle degli agonizzanti. È invocata per guarire la cecità e il mal d'occhi.

Ci rivolgiamo a te, o Vergine Lucia, per ottenere la grazia di vedere nella sua umiltà Colui che contempli ora nella gloria. Degnati di prenderci sotto il tuo potente patrocinio. Il nome che hai ricevuto significa Luce: sii dunque la nostra fiaccola nella notte che ci circonda. O lampada sempre risplendente della bellezza della verginità, illumina i nostri occhi; guarisci le ferite che ha prodotte in esse la concupiscenza, affinché si alzino, al di sopra della creatura, fino a quella Luce vera che risplende nelle tenebre, e che le tenebre non comprendono. Fa' che il nostro occhio purificato veda e conosca nel Bambino che sta per nascere, l'Uomo nuovo, il secondo Adamo, il modello della nostra vita rigenerata. Ricordati anche, o Vergine Lucia della santa Romana Chiesa e di tutte quelle Chiese che attingono da essa la forma del Sacrificio, poiché pronunciano ogni giorno il tuo nome all'altare, davanti all'Agnello tuo Sposo, al quale è gradito sentirlo. Spandi le tue benedizioni speciali sull'isola che ti diede la vita terrena e la palma dell'eternità. Conserva in essa l'integrità della fede, la purezza dei costumi, la prosperità temporale, e guarisci i mali che tu conosci.

Augustinus
12-12-05, 21:58
http://www.gigibeads.net/prayerbeads/saints/photos/lucy01.jpg

Augustinus
13-12-06, 08:57
S. Agata, vergine e martire (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=146267)

Link esterni:

Chiesa dei SS. Geremia e Lucia, Venezia (http://digilander.libero.it/santigeremiaelucia/)

Augustinus
12-12-07, 18:09
St. Lucy

A virgin and martyr of Syracuse in Sicily, whose feast is celebrated by Latins and Greeks alike on 13 December.

According to the traditional story, she was born of rich and noble parents about the year 283. Her father was of Roman origin, but his early death left her dependent upon her mother, whose name, Eutychia, seems to indicate that she came of Greek stock.

Like so many of the early martyrs, Lucy had consecrated her virginity to God, and she hoped to devote all her worldly goods to the service of the poor. Her mother was not so single-minded, but an occasion offered itself when Lucy could carry out her generous resolutions. The fame of the virgin-martyr Agatha, who had been executed fifty-two years before in the Decian persecution, was attracting numerous visitors to her relics at Catania, not fifty miles from Syracuse, and many miracles had been wrought through her intercession. Eutychia was therefore persuaded to make a pilgrimage to Catania, in the hope of being cured of a hæmorrhage, from which she had been suffering for several years. There she was in fact cured, and Lucy, availing herself of the opportunity, persuaded her mother to allow her to distribute a great part of her riches among the poor.

The largess stirred the greed of the unworthy youth to whom Lucy had been unwillingly betrothed, and he denounced her to Paschasius, the Governor of Sicily. It was in the year 303, during the fierce persecution of Diocletian. She was first of all condemned to suffer the shame of prostitution; but in the strength of God she stood immovable, so that they could not drag her away to the place of shame. Bundles of wood were then heaped about her and set on fire, and again God saved her. Finally, she met her death by the sword. But before she died she foretold the punishment of Paschasius and the speedy termination of the persecution, adding that Diocletian would reign no more, and Maximian would meet his end. So, strengthened with the Bread of Life, she won her crown of virginity and martyrdom.

This beautiful story cannot unfortunately be accepted without criticism. The details may be only a repetition of similar accounts of a virgin martyr's life and death. Moreover, the prophecy was not realized, if it required that Maximian should die immediately after the termination of his reign. Paschasius, also, is a strange name for a pagan to bear. However, since there is no other evidence by which the story may be tested, it can only be suggested that the facts peculiar to the saint's story deserve special notice. Among these, the place and time of her death can hardly be questioned; for the rest, the most notable are her connexion with St. Agatha and the miraculous cure of Eutychia, and it is to be hoped that these have not been introduced by the pious compiler of the saint's story or a popular instinct to link together two national saints. The story, such as we have given it, is to be traced back to the Acta, and these probably belong to the fifth century. Though they cannot be regarded as accurate, there can be no doubt of the great veneration that was shown to St. Lucy by the early church. She is one of those few female saints whose names occur in the canon of St. Gregory, and there are special prayers and antiphons for her in his "Sacramentary" and "Antiphonary". She is also commemorated in the ancient Roman Martyrology. St. Aldhelm (d. 709) is the first writer who uses her Acts to give a full account of her life and death. This he does in prose in the "Tractatus de Laudibus Virginitatis" (Tract. xliii, P. L., LXXXIX, 142) and again, in verse, in the poem "De Laudibus Virginum" (P. L., LXXXIX, 266). Following him, the Venerable Bede inserts the story in his Martyrology.

With regard to her relics, Sigebert (1030-1112), a monk of Gembloux, in his "sermo de Sancta Lucia", says that he body lay undisturbed in Sicily for 400 years, before Faroald, Duke of Spoleto, captured the island and transferred the saint's body to Corfinium in Italy. Thence it was removed by the Emperor Otho I, 972, to Metz and deposited in the church of St. Vincent. And it was from this shrine that an arm of the saint was taken to the monastery of Luitburg in the Diocese of Spires--an incident celebrated by Sigebert himself in verse.

The subsequent history of the relics is not clear. On their capture of Constantinople in 1204, the French found some of the relics in that city, and the Doge of Venice secured them for the monastery of St. George at Venice. In the year 1513 the Venetians presented to Louis XII of France the head of the saint, which he deposited in the cathedral church of Bourges. Another account, however, states that the head was brought to Bourges from Rome whither it had been transferred during the time when the relics rested in Corfinium.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. IX, New York, 1910 (http://www.newadvent.org/cathen/09414a.htm)

UgoDePayens
12-12-07, 18:17
Questa dalle mie parti sarà la notte più attesa dell'anno, da parte dei bambini :D

Augustinus
13-12-07, 08:49
http://www.wga.hu/art/l/lotto/1527-30/09nichol.jpg Lorenzo Lotto, S. Nicola di Bari in gloria tra i SS. Giovanni Battista e Lucia, 1527-29, Chiesa dei Carmini, Venezia

http://www.wga.hu/art/o/oggiono/resurrec.jpg Marco D'Oggiono, Resurrezione di Cristo tra i SS. Leonardo e Lucia, 1491-94, Staatliche Museen, Berlino

http://www.wga.hu/art/s/sebastia/crisosto.jpg http://img179.imageshack.us/img179/435/piombosebastianodelsangsr4.jpg Sebastiano Del Piombo, Pala di S. Giovanni Crisostomo (S. Giovanni Crisostomo tra SS. Caterina, Maddalena, Lucia, Giovanni evangelista, Giovanni Battista e Teodoro), 1509-11, Chiesa di San Giovanni Crisostomo, Venezia

http://www.wga.hu/art/v/vanni_f/madchild.jpg Francesco Vanni, Madonna con Bambino e S. Lucia, 1600 circa, collezione privata

http://www.wga.hu/art/v/veronese/05_1580s/04stlucy.jpg Paolo Veronese, Ultima comunione e martirio di S. Lucia, 1582 circa, National Gallery of Art, Washington

http://www.insecula.com/Photosnew/00/00/10/03/ME0000100343_3.jpg Pietro Perugino, S. Lucia, 1505, Metropolitan Museum of Art, New York

Augustinus
13-12-07, 09:10
http://www.insecula.com/Photos/00/00/10/39/ME0000103993_3.jpg Giovanni di Bartolommeo Cristiani, S. Lucia in trono e sei angeli, 1367-98, Metropolitan Museum of Art, New York

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bb/Santa_Lucia_-_Quirizio_da_Murano.jpg http://img111.imageshack.us/img111/821/quiriziomg3.jpg Quirizio da Murano, S. Lucia e storia della sua vita, Pinacoteca dell'Accademia Concordi, Rovigo

http://images.artnet.com/artwork_images_990_217173_guido-reni.jpg http://www.cattolicesimo.com/immsacre/lady4.jpg Guido Reni, Vergine con Bambino o Madonna della Neve tra le SS. Lucia e Maria Maddalena, 1623-24, Galleria degli Uffizi, Firenze

http://img241.imageshack.us/img241/6003/foto14mj3mj4.jpg Leandro Bassano, S. Lucia trascinata invano al martirio rimane immobile per prodigio divino, 1596, Chiesa di S. Giorgio Maggiore, Venezia

http://img337.imageshack.us/img337/7140/kuciabissu8.jpg Luca Giordano, S. Lucia condotta al martirio, 1659, Museo di Capodimonte, Napoli

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/mariominniti/opere/02.jpg Mario Minniti, Martirio di S. Lucia, XVII sec., Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa

Augustinus
13-12-07, 09:32
http://www.santaluciaextra.it/immagini/2lucia.jpg

http://www.joyceimages.com/images/S.%20Lucia%202.JPG

http://www.joyceimages.com/images/HC%20Eyes%20Dish.JPG

Augustinus
13-12-07, 22:09
Saint Lucy's Day

http://fivepennynicole.com/wp-content/uploads/2007/11/lucia_1908_by_carl_larsson.jpg Carl Larsson, Processione di S. Lucia, 1908

Saint Lucy's Day (Sankta Lucia, also known as Saint Lucia's Day) is the Church feast day dedicated to St. Lucy and is observed on December 13. It retains traditional forms of celebration mainly in Scandinavia, parts of the United States and southern Europe. It is celebrated in Sweden, Denmark, Estonia, Norway, Finland, Italy, Bosnia, Iceland, and Croatia. In the United States, people in areas of Minnesota and other states with Scandinavian roots continue to celebrate the holiday, often centered around church events. Before the reform of the Gregorian calendar in the 16th century, St. Lucy's Day fell close to the winter solstice on the Northern Hemisphere.

In traditional celebrations, Saint Lucy comes as a young woman with lights and sweets. It is one of the few saint days observed in Scandinavia.

Celebration

In Scandinavia

In Sweden, Denmark, Estonia, Norway and Finland, Lucy (called Lucia)it is venerated on December 13 in a ceremony where a girl or a boy is elected to portray Lucia. Wearing a white gown with a red sash and a crown of candles on her head, she walks at the head of a procession of women, each holding a candle. The candles symbolize the fire that refused to take St. Lucia's life when she was sentenced to be burned. The women sing a Lucia song while entering the room, to the melody of the traditional Neapolitan song Santa Lucia; the Italian lyrics describe the view from Santa Lucia in Naples, the various Scandinavian lyrics are fashioned for the occasion, describing the light with which Lucia overcomes the darkness. Each Scandinavian country has lyrics in their native tongues. After finishing this song, the procession sings Christmas carols or more songs about Lucia. A similar version occurs in Scandinavian communities and churches in the United States.

When the Scandinavian countries were Catholic, the night of Lucia was celebrated just as many other saints' days were. The tradition continued after the Reformation in the 1520s and 1530s. According to the Julian calendar[citation needed], the night of Lucia was the longest night of the year. This is likely to be the reason why the tradition has lived on in the Nordic countries in particular, as the nights in November and December are very dark and long before the snow has fallen, and the idea of light overcoming darkness is thus appealing.

Sweden

Some trace the “re-birth” of the Lucia celebrations in Sweden to the tradition in German Protestant families of having girls dressed as angelic Christ children, handing out Christmas presents. The Swedish variant of this white-dressed Kindchen Jesus, or Christkind, was called Kinken Jes, and started to appear in upper-class families in the 1700s on Christmas Eve with a candle-wreath in her hair, handing out candy and cakes to the children. Another theory claims that the Lucia celebration evolved from old Swedish traditions of “star boys” and white-dressed angels singing Christmas carols at different events during Advent and Christmas. In either case, the current tradition of having a white-dressed woman with candles in her hair appearing on the morning of the Lucia day started in the area around Lake Vänern in the late 1700s and spread slowly to other parts of the country during the 1800s.

In the Lucia procession in the home depicted by Carl Larsson in 1908, the oldest daughter brings coffee and St. Lucia buns to her parents while wearing a candle-wreath and singing a Lucia song. Other daughters may help, dressed in the same kind of white robe and carrying a candle in one hand, but only the oldest daughter wears the candle-wreath.

The modern tradition of having public processions in the Swedish cities started in 1927 when a newspaper in Stockholm elected an official Lucia for Stockholm that year. The initiative was then followed around the country through the local press. Today most cities in Sweden appoint a Lucia every year. Schools elect a Lucia and her maids among the students and a national Lucia is elected on national television from regional winners. The regional Lucias will visit shopping malls, old people's homes and churches, singing and handing out ginger snaps.

There are now also boys in the procession, playing different roles associated with Christmas. Some may be dressed in the same kind of white robe, but with a coneshaped hat decorated with golden stars, called stjärngossar (star boys); some may be dressed up as "tomtenissar" (Santa's little helpers), carrying lanterns; and some may be dressed up as gingerbread men. They participate in the singing and also have a song or two of their own, usually Staffan Stalledräng, which tells the story about Saint Stephen, the first Christian martyr, caring for his five horses.

A traditional kind of bun, Lussekatt (St. Lucia Bun), made with saffron, is normally eaten on this day.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0b/Saffron_bun_20051213_001.jpg Lucia bun, made with saffron

Although St. Lucia's Day is not an official holiday in Sweden, it is a popular occasion in Sweden. The Lucia evening and night is a notoriously noisy time. High school students often celebrate by partying all through the night. At many universities, students hold big formal dinner parties since this is the last chance to celebrate together before most students go home to their families for Christmas.

The Swedish lyrics to the Neapolitan song Santa Lucia have traditionally been either Natten går tunga fjät (The Night walks with heavy steps) or Sankta Lucia, ljusklara hägring (Saint Lucy, Bright Illusion). There is also a modern version with easier text for children: Ute är mörkt och kallt (Outside it's dark and cold).

Denmark

In Denmark, the Day of Lucia (Luciadag) was first celebrated on December 13, 1944. The tradition was directly imported from Sweden by initiative of Franz Wend, secretary of Föreningen Norden, as an attempt "to bring light in a time of darkness”. Implicitly it was meant as a passive protest against German occupation during the Second World War but it has been a tradition ever since.

Although the tradition is imported from Sweden, it differs somewhat in that the celebration has always been strongly centered on Christianity and it is a yearly local event in most churches in conjunction with Christmas. Schools and kindergartens also use the occasion to mark the event as a special day for children on one of the final days before the Christmas holidays, but it does not have much impact anywhere else in society.

There are also a number of additional historical traditions connected with the celebration, which are not widely observed. The night before candles are lit and all electrical lights are turned off, and on the Sunday closest to December 13 Danes traditionally attend church.

The Danish versions of the Neapolitan song clearly reflect its close connection to Christianity. The best known version is Holger Lissners version from 1982, Sankta Lucia.

In Italy

St. Lucia is the patron saint of the city of Syracuse [Sicily) [1] where she was born. The main celebration occurs on the 13th of December and in May. St. Lucy is also popular among children in some regions of North-Eastern Italy, namely Trentino, East Lombardy (Bergamo, Brescia, Cremona and Mantua), some parts of Veneto, (Verona), some parts of Emilia Romagna, (Piacenza, Parma and Reggio Emilia), and all Friuli, where she brings gifts to good children and coal to bad ones. Children are asked to leave some food for Lucia (a sandwich, or anything else available at the moment) and for the flying donkey that helps her carry gifts (flour, sugar, or salt), but they must not see Santa Lucia delivering gifts or she will throw ashes in their eyes, temporarily blinding them. In Sicily and among the Sicilian diaspora, cuccìa is eaten in memory of Saint Lucy's miraculous averting of famine.

United States

In the Evangelical Lutheran Church in America (ELCA), which is the successor church to hundreds of Scandinavian and German Lutheran congregations, St. Lucia is treated as a commemoration on December 13th, in which red vestments are worn. Usually, the Sunday in Advent closest to December 13th is set aside for St. Lucia, in which the traditional Scandinavian procession is observed.

Pre-Christian Practices and Sources

There is evidence that practices associated with St. Lucy's Day, including the name itself, predate the adoption of Christianity by the Nordic peoples. The pre-Christian holiday of Yule, or jól, was celebrated in Scandinavia and Northern Europe. The winter solstice (longest night of winter darkness) was the mid-point between the equinoxes, and the long season of cold and dark brought about many practices that remain today. Although, from old times, the jól season was a time for feasting, drinking, gift-giving, family gatherings and jolly companionship with good neighbours, it was also a season of uneasiness and fear of the dark forces. There was the Lussi, and the scariest night of all, Lussinatta (Lussi Night). Little help is to be found in the modern concept of Santa Lucia to explain Lussi [1]. Popular tradition was rooted in a different custom and belief than the Christian St. Lucia.

The belief in Lussi was strongly connected to the carrying out of the work tasks. Again and again the lore prescribes that such and such work must be finished, or else the Lussi will come to punish. Lussi is conceived of as a woman, usually with evil traits, like a feminine demon. Such a spirit is also found in mid- and southern European mythologies [1] and given the name of darkness, like Lucia die dunkle (the dark Lucia). Her contrast is Lucia die helle (the fair Lucia), a Christian take-over which is associated with Saint Lucia.

The old date for the Lussi Night is December 13th, regarded as the longest night of the year and associated with the solstice. That was carried over into the new era. Between Lussi night and jól all kinds of trolls were thought to be out and about. It was particularly dangerous to be out during Lussi Night. Children who had done mischief had to take special care, because Lussi could come down through the chimney and take them[1]. The lore also tells about a whole Lussi group traveling past: the Lussiferda [1]. They were named as in a verse: Lisle-Ståli and Store-Ståli, Ståli Knapen and Tromli Harebakka, Sisill and Surill, Hektetryni and Botill. The Lussiferda could take people away, just like the Oskoreia or Jólaskreia could. This is another company of spirits (vetter), riding horses, which around yule-tide journey through air and over land and water, leaving eeriness and discomfort. Although not mentioned in any sources, it is very tempting to look at Father Christmas’ journey with his reindeer as a commercial relic inspired by such popular superstition.

The Saint Lucia tradition, then, is another example of Christianisation of pagan beliefs and customs. This Swedish tradition, which seems to have spread throughout the Western world, is probably an old culture-loan from Germany and explains the use of lights (Lucia from latin lux = light). Lucia adorned with the lights resembles the Christkindchen (Christ Child), who in certain parts of Germany wanders about in the community and entertains the children. This child is usually a costumed girl carrying a crown of lights. The name Saint Lucy given to this light procession tradition comes from the Italian saint who suffered a martyr’s death under the Roman Emperor Diocletian in Syracuse, Sicily around 300 AD, and whose memory was already celebrated by about 400 AD. In one of the stories associated with her legend, she was working to help Christians hiding in the catacombs. In order to bring with her as much food and drink as possible, she needed to have her hands free. She solved this problem by making a wreath to wear on her head on to which she attached lights. Thus she managed to see in the darkness of the catacombs.

There are traces of the legends of Saint Lucia even in the Nordic countries in the Middle Ages, and her day of remembrance is also December 13th (just like the Lussi). Yet another name is relevant here, namely Lucifer. His name has the same etymological background (the name literally means "light-bringer"). Once he was an angel of light, then he was dethroned and became the Prince of Darkness. Lussi was also conceived of as Adam’s first wife, and the ancestor of all fairies, goblins, little people – a Lilith-figure.

As with many other holidays and entities already in place in Europe before Christianity - e.g. Halloween (Samhain), Easter (Oester), Christmas (Yule), St. Brigit (Bride), Lussi and the practices of Jol were co-opted by the Christian church or popularly celebrated in a Christian context.

Bibliography

Eriksson, Stig A. (2002). Christmas traditions and performance rituals:
a look at Christmas celebrations in a Nordic context. 2002. Applied Theater Researcher. No. 3. 6/3
Nygaard, J. (1992). Teatrets historie i Europa. bind 1. Oslo: Spillerom.
NRK radio (2002). Språkteigen. NRK radio. December

References
1. O. (1993). Vår norske jul. Oslo: Samlaget.

Fonte: wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Saint_Lucy%27s_Day)

Augustinus
13-12-07, 22:29
http://www.santaluciaextra.it/storia/affr8.jpg Domenico Macacaro, Gloria di S. Lucia, XVI-XVII sec., Parrocchia Santa Lucia Extra, Verona

Augustinus
14-12-07, 09:03
9-11, in SC 61, 90-96

Tu solo sei veramente il Signore: il tuo dominio su di noi è la nostra salvezza e il servire a te significa per noi essere da te salvati. E qual è la tua salvezza, o Signore, al quale appartiene la salvezza e la benedizione sul tuo popolo, se non ottenere da te di amarti ed essere da te amati? Perciò, Signore, hai voluto che il figlio della tua destra e l'uomo che per te hai reso forte, fosse chiamato Gesù, cioè salvatore, infatti è lui che «salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21) e «in nessun altro c'è salvezza» (At 4, 12). Egli ci ha insegnato ad amarlo, quando per primo ci ha amati fino alla morte di croce, incitandoci con l'amore e la predilezione ad amare lui, che per primo ci ha amati sino alla fine. Proprio così: ci hai amati per primo, perché noi ti amassimo; non che tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché noi non potevamo essere ciò per cui ci hai creati se non amandoti. Per questo «aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 1), del tuo Verbo, dal quale «furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera» (Sal 32, 6). Il tuo parlare per mezzo del Figlio altro non fu che porre alla luce del sole, ossia manifestare chiaramente quanto e come ci hai amati, tu che non hai risparmiato il tuo Figlio, ma lo hai dato per tutti noi, ed egli pure ci ha amati e ha dato se stesso per noi (cfr. Rm 8, 32. 37). Questa è la tua parola per noi, Signore, questo il tuo Verbo onnipotente, che mentre un profondo silenzio, cioè un'aberrazione profonda, avvolgeva tutte le cose, dal trono regale si lanciò, inflessibile oppugnatore degli errori, dolce fautore dell'amore. E quanto egli operò, quanto disse sulla terra, fino agli insulti, fino agli sputi e agli schiaffi, fino alla croce e al sepolcro, altro non fu che il tuo parlare a noi per mezzo del Figlio: incitamento e stimolo del tuo amore al nostro amore per te. Tu sapevi infatti, o Dio creatore delle anime, che quest'amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava semplicemente stimolarlo. E sapevi pure che dove c'è costrizione, non c'è più libertà; e dove non c'è libertà, non c'è nemmeno giustizia. Hai voluto dunque che ti amassimo noi che non potevamo nemmeno essere salvati con giustizia, se non ti avessimo amato, né potevamo amarti, se non ne avessimo avuto il dono da te. Veramente, Signore, come dice l'Apostolo del tuo amore e noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano. ma noi ti amiamo con l'affetto d'amore che tu ci hai infuso. Il tuo amore invece è la tua stessa bontà, o sommamente buono e sommo bene; è lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio; quegli che dall'inizio della creazione aleggia sulle acque, ossia sulle menti fluttuanti dei figli degli uomini, donandosi a tutti, tutto a sé attirando, ispirando, favorendo, allontanando ciò che è nocivo, provvedendo ciò che è utile, unendo Dio a noi e noi a Dio.

Augustinus
12-12-08, 21:03
http://collection.aucklandartgallery.govt.nz/collection/images/display/M1982/M1982_1_2_689.jpg Jacques Callot, S. Lucia, 1630-36, Auckland Art Gallery, Auckland, Nuova Zelanda

Augustinus
12-12-08, 21:26
http://storybookwoods.typepad.com/storybook_woods/images/marzullo.jpg

Augustinus
13-12-08, 08:20
http://www.galleriaroma.it/Siracusa/Monumenti/Chiese%20Aperte%20al%20culto/San%20Filippo%20Neri/Martirio-di-santa-Lucia.jpg Anonimo, Martirio di S. Lucia, XVII sec., Chiesa di S. Filippo Neri, Siracusa

http://img241.imageshack.us/img241/7673/communionandmartyrdomofkf6.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/5d/Sebastiano_Ricci_050.jpg Sebastiano Ricci, Ultima Comunione e martirio di S. Lucia, 1730, Chiesa di S. Lucia, Parma

http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.BAT.415160.7055475/58335.JPG Domenico Ghirlandaio, S. Lucia e donatore, Chiesa di Santa Maria Novella, Firenze

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e2/Francisco_de_Zurbar%C3%A1n_045.jpg http://img116.imageshack.us/img116/7338/santos43xy0.jpg Francisco de Zurbarán, S. Lucia, 1635-40, National Gallery of Art, Washington

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/XEVUYL/88-003106.jpg Francisco de Zurbarán, S. Lucia, musée des Beaux-Arts, Chartres

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/D8VWB/96-021002.jpg Federico Barocci, Vergine col Bambino in gloria tra i SS. Antonio abate e Lucia, musée du Louvre, Parigi

Augustinus
14-12-08, 10:03
DIE 11 DECEMBRIS

SANCTÆ LUCIÆ

VIRGINIS ET MATYRIS

Duplex

Introitus

Ps. 44, 8

DILEXÍSTI justítiam, et odísti iniquitátem: proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo lætítiæ præ consórtibus tuis. Ps. ibid., 2. Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. V/. Glória Patri. Dilexísti.

Oratio

EXÁUDI nos, Deus salutáris noster: ut sicut de beátæ Lúciæ Vírginis tuæ festivitáte gaudémus; ita piæ devotiónis erudiámur afféctu. Per Dóminum.

Deinde fit Commemoratio Feriæ.

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios

II Cor. 10, 17-18; 11, 1-2

FRATRES: Qui gloriátur, in Dómino gloriétur. Non enim, qui seípsum comméndat, ille probátus est; sed quem Deus comméndat. Utinam sustinerétis módicum quid insipiéntiæ meæ, sed et supportáte me: aémulor enim vos Dei æmulatióne. Despóndi enim vos uni viro vírginem castam exhibére Christo.

Graduale. Ps. 44, 8. Dilexísti justítiam, et odísti iniquitátem. V/. Proptérea unxit te Deus, Deus tuus, óleo lætítiæ.

Allelúja, allelúja. V/. Ibid., 3. Diffúsa est grátia in lábiis tuis: proptérea benedíxit te Deus in ætérnum. Allelúja.

¶ In Missis votivis, post Septuagesimam, Tractus, et Tempore Paschali Allelúja cum suis Versibus, ex Missa Dilexísti, de Communi Virginum 3° loco.

http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum

Matth. 13, 44-52

IN ILLO témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Simile est regnum cælórum thesáuro abscóndito in agro: quem qui invénit homo, abscóndit, et præ gáudio illíus vadit, et vendit univérsa, quæ habet, et emit agrum illum. Iterum símile est regnum cælórum hómini negotiatóri, quærénti bonas margarítas. Invénta autem una pretiósa margaríta, ábiit, et véndidit ómnia, quæ hábuit, et emit eam. íterum símile est regnum cælórum sagénæ, missæ in mare et ex omni génere píscium cóngregant! Quam, cum impléta esset, educéntes, et secus litus sedéntes, elegérunt bonos in vasa, malos autem foras misérunt. Sic erit in consummatióne saéculi: exíbunt Angeli, et separábunt malos de médio justórum, et mittent eos in camínum ignis: ibi erit fletus et stridor déntium. Intellexístis hæc ómnia? Dicunt ei: Etiam. Ait illis: Ideo omnis scriba doctus in regno cælórum símilis est hómini patrifamílias, qui profert de thesáuro suo nova ei vétera.

Credo, ratione Octavæ.

Offertorium. Ps. 44, 15 et 16. Afferéntur Regi vírgines post eam: próximæ ejus afferéntur tibi in lætítia et exsultatióne: adducéntur in templum Regi Dómino.

Secreta

ACCÉPTA tibi sit, Dómine, sacrátæ plebis oblátio pro tuórum honóre Sanctórum: quorum se méritis de tribulatióne percepísse cognóscit auxílium. Per Dóminum.

Deinde Commemoratio Feriæ.

Communio. Ps. 118, 161-162. Príncipes persecúti sunt me gratis, et a verbis tuis formidávit cor meum: lætábor ego super elóquia tua, quasi qui invénit spólia multa.

Postcommunio

SATIÁSTI, Dómine, famíliam tuam munéribus sacris: ejus, quaésumus, semper interventióne nos réfove, cujus sollémnia celebrámus. Per Dóminum.

Et fit Commemoratio Feriæ.

FONTE (http://www.unavoce-ve.it/mr-13dec=lat.htm)

Holuxar
13-12-15, 23:19
Domenica 13 dicembre 2015: infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione, Santa Lucia...




http://www.unavoce-ve.it/mr-13dec=lat.htm
"DIE 13 DECEMBRIS
SANCTÆ LUCIÆ
VIRGINIS ET MATYRIS"





III° d'Avvento - Santa Lucia di don Floriano (https://www.youtube.com/channel/UCgigVH1_cycHasvCb8ECH8w)
https://www.youtube.com/watch?v=KmPf_0M9ADU



LA STORIA DI SANTA LUCIA (http://digilander.libero.it/santigeremiaelucia/storiasantalucia.htm)




8 dicembre - Immacolata Concezione di Maria (https://forum.termometropolitico.it/337738-8-dicembre-immacolata-concezione-di-maria.html)
https://forum.termometropolitico.it/391703-8-dicembre-immacolata-concezione-della-beata-vergine-maria-2.html#post15012218



10 dicembre - Beata Vergine Maria di Loreto (https://forum.termometropolitico.it/333461-10-dicembre-beata-vergine-maria-di-loreto.html)




13 dicembre - S. Lucia, vergine e martire (https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire.html)
"13 dicembre - S. Lucia, vergine e martire"

https://forum.termometropolitico.it/...e-martire.html (https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire.html)
https://forum.termometropolitico.it/...martire-2.html (https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire-2.html)




http://i.ebayimg.com/00/s/NjkxWDg3Ng==/$T2eC16Z,!yME9s5qHsl,BQ4BkgFh7g~~60_57.JPG


http://santiebeati.it/immagini/Original/25550/25550X.JPG


http://santiebeati.it/immagini/Original/25550/STL01014.JPG



http://storybookwoods.typepad.com/storybook_woods/images/marzullo.jpg





http://blog.pianetadonna.it/liberofamily/wp-content/uploads/2015/12/santa-lucia-figurina-.jpg




SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=25550):
"Santa Lucia, Vergine e martire
13 dicembre - Memoria
Siracusa, III secolo - Siracusa, 13 dicembre 304
Santa Lucia, dal nome evocatore di 'luce', martirizzata probabilmente a Siracusa sotto Diocleziano (c. 304), fa parte delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Il suo culto universalmente diffuso è già testimoniato dal sec. V. Un'antifona tratta dal racconto della sua passione la saluta come "sponsa Christi". (Mess. Rom.)
La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all'anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un'epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un'altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d'arte a lei ispirate. (Avvenire)
Patronato: Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le carestie
Etimologia: Lucia = luminosa, splendente, dal latino
Emblema: Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo, fiamma o lampada
Martirologio Romano: Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.
Martirologio tradizionale (13 dicembre): A Siracusa, in Sicilia, il natale di santa Lucia, Vergine e Martire, nella persecuzione di Diocleziano. Questa nobile Vergine, mentre volevano trascinarla uomini abominevoli, ai quali, per ordine di Pascasio Consolare, era stata consegnata perché dal popolo si facesse oltraggio alla castità di lei, non poté essere smossa da loro in alcun modo, né con funi aggiunte, né con moltissime coppie di buoi; però in seguito, essendo riuscita illesa dalla pece, dalla resina e dall'olio bollente, finalmente, percossa colla spada nella gola compì il martirio.
Diocleziano, imperatore dal 284 al 305, tenta l’impresa gigantesca di riordinare l’Impero romano con ampie riforme e istituendo il “comando a quattro” o tetrarchia: due imperatori detti Augusti e due “vice” detti Cesari, da obbedire e anche da venerare, come le divinità della tradizione pagana. E’ un problema di ordine. E’ ragion di Stato: e impone di colpire i non allineati, quelli che non obbediscono, manichei prima e cristiani dopo, vittime di una persecuzione durissima, l’ultima.
Ne muore, decapitata, anche questa giovane siracusana, Lucia, che già nel Martirologio geronimiano (risalente alla fine del Quinto secolo) è commemorata il 13 dicembre, data della sua morte nel 304, secondo la tradizione accolta dalla Chiesa. (...)"



Santa Lucia, la luce cattolica che rischiara per una notte l'inverno del Nord Europa protestante (http://www.iltimone.org/33988,News.html)
“SANTA LUCIA, LA LUCE CATTOLICA CHE RISCHIARA PER UNA NOTTE L'INVERNO DEL NORD EUROPA PROTESTANTE di Sarah Numico (http://agensir.it/europa/2015/12/11/leuropa-nordica-si-affida-a-santa-lucia-simbolo-di-luce-dove-dinverno-regna-il-buio/)
Ci sono luoghi nel nord del mondo che in questo periodo dell’anno non vedono mai, o quasi mai, la luce del giorno e se la notte si dirada è solo per una manciata di ore. A illuminare le tenebre il 13 dicembre è santa Lucia, la giovane martire di origini siciliane, che nei Paesi nordici è particolarmente amata e celebrata proprio perché porta la luce in questo buio che avvolge ogni cosa.
Dalla Svezia agli altri Paesi. La “notte di Lucia” secondo il calendario giuliano coincideva con il solstizio d’inverno (che invece il calendario gregoriano colloca al 21 dicembre), la notte più lunga dell’anno, popolata nelle tradizioni nordiche di spiriti maligni, per cui non bisognava uscire di casa e si doveva concludere entro quella notte tutto il lavoro all’aperto. In quelle tenebre si sono poi confusi il folklore pagano, le storie legate al Natale che raccontavano di gnomi e troll che passavano di casa in casa per verificare che tutto fosse pronto per l’imminente nascita del Bambino Gesù, e la venerazione cattolica di Lucia, la giovane siracusana del terzo secolo martire per la sua fede in Cristo Gesù, la cui fama, chissà come, era arrivata fin dai tempi antichi nel nord dell’Europa, sopravvivendo alla riforma protestante e alla secolarizzazione. Dalla Svezia, dove la tradizione di celebrare santa Lucia è ben consolidata, si è poi diffusa ai Paesi limitrofi nel corso del XX secolo, seguendo il migrare delle comunità di origine svedese.
In Finlandia e in Norvegia. Tradizione vuole che il 13 dicembre, di primo mattino, un corteo di giovani fanciulle vestite in abiti bianchi cinti da un nastro rosso e con le candele in mano, avanzi cantando attraverso i luoghi di lavoro, le scuole, le chiese e a volte anche per le strade delle città. A guidare la processione è una giovane prescelta, la novella santa Lucia, che porta sul capo una corona di candele in modo da avere le mani libere per aiutare. Gli abiti bianchi ricordano che Lucia è morta vergine e rimandano anche all’abito bianco con cui tutti i battezzati sono rivestiti; il nastro è il segno del sangue del martirio. L’avanzare in processione simboleggia il portare la luce del cristianesimo attraverso le tenebre del mondo. A sottolineare questo aspetto è in particolare la celebrazione finlandese: ad Helsinki, per esempio, domenica Lucia verrà incoronata nella cattedrale luterana e poi uscirà dalla chiesa con il suo corteo per portare luce nel centro della città. In Norvegia il corteo ha perso molto del suo significato spirituale ed è rimasto come momento scenografico per bambini e anziani. Momenti di festa e di preghiera nel segno di Lucia si incontrano anche in altre nazioni, come ad esempio in Danimarca, Russia, Islanda.
Note napoletane fino a Stoccolma e Linköping. Un altro elemento imprescindibile di questa processione – e dell’intera giornata – è il canto. Le fanciulle avanzando intonano il motivo napoletano della barchetta e dell’astro d’argento che luccica sul mare, nelle diverse versioni linguistiche esistenti, tutte incentrate sul contrasto luce-tenebre.
Di concerti riecheggiano tutte le chiese principali, protestanti e cattoliche. Pare che a Stoccolma e a Linköping si possano ascoltare i cori migliori. Se un tempo si trattava di cori femminili, ora anche le voci maschili sono ammesse, così come anche i ragazzi sfilano nel corteo biancovestito che accompagna Lucia, per il momento sempre rappresentata da una fanciulla.
Dolci di panpepato e vin brülé. I dolcetti, infine, coronano questi rituali: dopo i canti, il corteo delle fanciulle distribuisce biscotti di panpepato (in Finlandia e Norvegia si tratta invece di pagnottelle dolci a forma di coda di gatto arrotolata con zafferano e uvetta). Consigliato anche il vin brülé. Siccome la festa quest’anno cade di domenica, le scuole hanno dovuto anticipare a venerdì 11 o a sabato 12 dicembre le celebrazioni ed è dunque previsto un lungo week end dedicato a santa Lucia, cercando e celebrando la luce: vuoi perché si è vicini al solstizio, vuoi perché ci si trova in un momento storico per vari aspetti cupo, la luce è più che mai ricercata e necessaria.”




http://www.preghiereperlafamiglia.it/santa-lucia.htm
"Preghiera a S. Lucia
O gloriosa martire della Cattolica Chiesa,
luce di santità ed esempio di fortezza,
pensando alle tue sublimi virtù,
nasce in me la brama di praticarle,
ma sono debole a tanto:
perciò a te mi volgo o vergine e ti prego
di ottenermi dal Sommo Bene la
costanza nell'effettuare il mio desiderio
ed una scintilla del tuo divino amore:
affinché io disprezzi, al par di te,
i vani piaceri terreni aspirando
solamente ai gaudi eterni.
Così sia."

"Preghiera a S.Lucia
(composta da papa Pio X)
O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore.
Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell'anima.
Fa, o Santa Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù.
Amen"




Radio Spada (https://www.facebook.com/rrradiospada/?fref=nf)
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“13 dicembre 2015: TERZA DOMENICA DI AVVENTO (Gaudete).
Il gaudio della Chiesa aumenta vieppiù in questa Domenica. Ella sospira sempre verso il Signore; ma sente che ormai è vicino, e crede di poter temperare l'austerità di questo periodo di penitenza con l'innocente letizia delle pompe religiose. Innanzi tutto, questa Domenica ha ricevuto il nome di Gaudete, dalla prima parola del suo Introito; ma, inoltre, vi si osservano le commoventi usanze che sono proprie della quarta Domenica di Quaresima chiamata Laetare. Alla Messa si suona l'organo; gli ornamenti sono di color rosa; il Diacono riprende la dalmatica, e il Suddiacono la tunicella; nelle Cattedrali, il Vescovo assiste, ornato della mitra preziosa. O mirabile condiscendenza della Chiesa, che sa unire così bene la severità delle credenze alla graziosa poesia delle forme liturgiche! Entriamo nel suo spirito, e rallegriamoci in questo giorno per l'avvicinarsi del Signore. Domani, i nostri sospiri riprenderanno il loro corso; poiché, per quanto egli non debba tardare, non sarà ancora venuto.
La Stazione ha luogo nella Basilica di S. Pietro in Vaticano. Questo tempio augusto che ricopre la tomba del Principe degli Apostoli, è l'asilo universale del popolo cristiano; è quindi giusto che sia testimone delle gioie come delle tristezze della Chiesa.
L'Ufficio della notte comincia con un nuovo Invitatorio, che è un grido di letizia per la Chiesa; tutti i giorni, fino alla Vigilia di Natale, essa apre i Notturni con queste belle parole:
Il Signore è ormai vicino: venite, adoriamolo.
Prendiamo ora il libro del Profeta, e leggiamo con la santa Chiesa:
Lettura del Profeta Isaia
Fiducia in Dio, Egli umilia i superbi.
Allora si canterà questo cantico nella terra di Giuda:
Città forte è la nostra;
la salvezza vi ha messo mura e baluardo.
Aprite le porte, che vi entri il popolo giusto, mantenitore della fede.
Gente di saldo cuore, conserverai la pace,
pace, perché in te è fiducia.
Abbiate fiducia nel Signore sempre, in perpetuo,
perché il Signore è rocca per secoli;
perché ha avvallati gli abitatori delle altezze,
la città sì elevata l'ha gettata giù,
l'ha gettata giù sino a terra,
l'ha rasa al suolo.
Ora la calpestano i piedi dei miseri
i passi dei tapini.
Il giusto aspetta il regno della giustizia e rimane fedele a Dio.
Piano è il cammino per il giusto,
il sentiero del giusto Tu livelli o Signore.
Sì, per la via dei tuoi giudizi noi Ti attendiamo,
al tuo Nome, al tuo ricordo va l'anelito dell'anima.
L'anima nostra a Te aspira di notte;
ancora al mattino il nostro cuore Ti ricerca.
(Is 26,1-9)
O santa Chiesa Romana, nostra roccaforte, eccoci raccolti entro le tue mura, attorno alla tomba di quel pescatore le cui ceneri ti proteggono sulla terra, mentre la sua immutabile dottrina ti illumina dall'alto del cielo. Ma se tu sei forte, è per il Signore che sta per venire. Egli è il tuo baluardo, poiché è lui che abbraccia tutti i tuoi figli nella sua misericordia; egli è la tua fortezza invincibile poiché per lui le potenze dell'inferno non prevarranno contro di te. Apri le tue porte, affinché tutti i popoli facciano ressa nella tua cinta: poiché tu sei la maestra della santità, la custode della verità. Possa l'antico errore che si oppone alla fede cessare presto, e la pace stendersi su tutto il gregge! O santa Chiesa Romana, tu hai riposto per sempre la tua speranza nel Signore; ed egli a sua volta, fedele alla promessa, ha umiliato davanti a te le alture superbe, le roccaforti dell'orgoglio. Dove sono i Cesari, che credettero di averti annegata nel tuo stesso sangue? Dove sono gli Imperatori che vollero attentare all'inviolabile verginità della tua fede? Dove i settari che ogni secolo, per così dire, ha visto accanirsi l'uno dopo l'altro intorno agli articoli della tua dottrina? Dove sono i prìncipi ingrati che tentarono di asservirti dopo che tu stessa li avevi innalzati? Dov'è l'Impero della Mezzaluna che tante volte ruggì contro di te, allorché, disarmata, ricacciavi lontano l'orgoglio delle sue conquiste? Dove sono i Riformatori che pretesero di costituire un Cristianesimo senza di te? Dove sono quei sofisti moderni, ai cui occhi non eri più che un fantasma impotente e tarlato? Dove saranno, fra un secolo, quei re tiranni della Chiesa, quei popoli che cercano la libertà fuori della verità?
Saranno passati con il rumore del torrente; e tu invece sarai sempre calma, sempre giovane, sempre senza rughe, o santa Chiesa Romana, assisa sulla pietra inamovibile. Il tuo cammino attraverso tanti secoli, sotto il sole che fuori di te illumina sole le variazioni dell'umanità. Donde ti viene questa solidità, se non da colui che è la Verità e la Giustizia? Gloria a lui in te! Ogni anno, egli ti visita; ogni anno, ti reca nuovi doni, per aiutarti a compiere il pellegrinaggio, e sino alla fine dei secoli, verrà sempre a visitarti, a rinnovarti, non solo mediante la potenza di quello sguardo con il quale rinnova Pietro, ma riempiendoti di se stesso, come riempì la Vergine gloriosa; l'oggetto del tuo più tenero amore, dopo quello che porti allo Sposo. Noi preghiamo con te, o Madre nostra, e diciamo: Vieni, Signore Gesù! Il tuo nome e il tuo ricordo sono il desiderio delle anime nostre; esse ti desiderano durante la notte, e i nostri intimi sospiri ti cercano.
MESSA
EPISTOLA (Fil 4,4-7). - Fratelli, state sempre allegri nel Signore, lo ripeto, state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa siano le vostre petizioni presentate a Dio con preghiere e suppliche unite a rendimento di grazie. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù Signor nostro.
Dobbiamo dunque rallegrarci nel Signore, poiché il Profeta e l'Apostolo concordano nell'incoraggiare i nostri desideri verso il Signore: l'uno e l'altro ci annunciano la pace. Stiamo dunque tranquilli: Il Signore è vicino; è vicino alla sua Chiesa; è vicino a ciascuna delle nostre anime. Possiamo forse restare presso un fuoco così ardente, e rimanere freddi? Non le sentiamo forse venire, attraverso tutti gli ostacoli che la sua suprema elevazione, la nostra profonda bassezza e i nostri numerosi peccati gli suscitano? Egli supera tutto. Ancora un passo, e sarà in noi. Andiamogli incontro con le preghiere, le suppliche, i rendimenti di grazie di cui parla l'Apostolo. Raddoppiamo il fervore e lo zelo per unirci alla santa Chiesa, i cui sospiri verso colui che è la sua luce e il suo amore diventano ogni giorno più ardenti.
VANGELO (Gv 1,19-28). - In quel tempo, i Giudei di Gerusalemme mandarono a Giovanni dei sacerdoti e dei leviti per domandargli: Tu chi sei? Ed egli confessò e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Sei Elia? Ed egli: No. Sei tu il profeta? No, rispose. Allora gli dissero: E chi sei, affinché possiamo rendere conto a chi ci ha mandati: che dici mai di te stesso? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate la via del Signore, come ha detto il profeta Isaia. Or quelli che erano stati inviati a lui erano dei Farisei; e l'interrogarono dicendo: Come dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro: Io battezzo coll'acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Questi è colui che verrà dopo di me, ed a cui non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Questo accadeva in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava battezzando.V
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, dice san Giovanni Battista ai messi dei Giudei. Il Signore può dunque essere vicino; può anche essere venuto, e tuttavia rimanere ancora sconosciuto a molti. Questo divino Agnello è la consolazione del santo Precursore, il quale ritiene un grande onore l'essere la mera voce che grida agli uomini di preparare le vie del Redentore. San Giovanni è in questo il tipo della Chiesa e di tutte le anime che cercano Gesù Cristo. La sua gioia è completa per l'arrivo dello Sposo; ma è circondato da uomini per i quali il Divino Salvatore è come se non ci fosse. Ora, eccoci giunti alla terza domenica del sacro tempo dell'Avvento: sono scossi tutti i cuori alla voce del grande annunzio dell'arrivo del Messia? Quelli che non vogliono amarlo come Salvatore, pensano almeno a temerlo come Giudice? Le vie storte si raddrizzano? Le colline pensano ad abbassarsi? La cupidigia e la sensualità sono state seriamente attaccate nel cuore dei cristiani? Il tempo stringe: Il Signore è vicino! Se queste righe cadessero sotto gli occhi di qualcuno di quelli che dormono invece di vegliare nell'attesa del divino Bambino, lo scongiureremmo di aprire gli occhi e di non aspettare oltre a rendersi degno d'una visita che sarà per lui, nel tempo, l'oggetto d'una grande consolazione, e che lo rassicurerà contro tutti i terrori dell'ultimo giorno. O Gesù, manda la tua grazia con maggiore abbondanza; costringili ad entrare, affinché non sia detto del popolo cristiano quello che san Giovanni diceva della Sinagoga: In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
PREGHIAMO
Deh, Signore, volgi il tuo orecchio alle nostre preghiere e con la grazia della sua venuta rischiara le tenebre della nostra mente.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 62-66.”



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“13 dicembre 2015: infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione.
Consideriamo la purissima Vergine che esce dalla sua umile dimora per andare a far visita a santa Elisabetta, sua cugina. La Chiesa onora questo Mistero il Venerdì delle quattro Tempora dell'Avvento, come si può vedere sopra, in tale giorno, nel Proprio del Tempo. Attingeremo ancora da san Bonaventura il racconto di quella sublime scena, certi che nulla sarà più gradito ai nostri lettori che sentire nuovamente la voce del dottore Serafico che sa meglio di noi rivelare alle anime pie quei meravigliosi preludi alla nascita del Salvatore.
"Quindi la Vergine, ripensando alle parole che l'Angelo le ha dette riguardo alla cugina Elisabetta, propone di andar a farle visita per congratularsi con lei, e servirla in tutto. Parte dunque da Nazareth in compagnia di Giuseppe suo sposo, verso la casa di quella pia Donna, che distava quattordici o quindici miglia circa da Gerusalemme. Né l'asprezza né la lunghezza del cammino la fanno esitare, ma va in fretta, perché non voleva apparire troppo a lungo in pubblico; e non si sente affatto affaticata in seguito alla concezione del Figlio, come capita alle altre donne, poiché il Signore Gesù non fu mai di peso alla Madre sua. Considerate come va sola con il suo Sposo la Regina del cielo e della terra, e non a cavallo ma a piedi. Non ha scorta di soldati o di cavalieri, non è accompagnata da valletti né da damigelle d'onore; ma con essa cammina la povertà, l'umiltà, la modestia e insieme l'onestà di ogni virtù. Porta inoltre con sé il Signore, il quale ha come corteo una grande e nobile compagnia, ma non quella vana e pomposa del secolo.
Ora, come fu entrata nella casa di Elisabetta, salutò quella santa Donna dicendo: Salve, sorella Elisabetta! Allora Elisabetta, trasalendo di gioia, trasportata dall'allegrezza e infiammata dallo Spirito Santo si alza ed abbraccia la Vergine con molta tenerezza; quindi, esclamando nell'eccesso della sua letizia, dice: Benedetta sei tu fra tutte le donne, e benedetto il frutto del tuo seno! E donde mi è data la fortuna che venga da me la Madre del mio Signore? Appena infatti la Vergine ebbe salutato Elisabetta, Giovanni fu nel seno della madre ripieno di Spirito Santo, e con lui ne fu ripiena anche la madre. Essa non è colmata di quella celeste infusione in preferenza del figlio, ma il figlio arricchito di quel dono supremo ne comunica la pienezza alla madre, non facendo tuttavia qualcosa nell'anima di lei, ma meritando, per lo Spirito Santo, che questo operi qualcosa in lei, poiché in lui risplendeva con maggior abbondanza la grazia dello Spirito Santo, e fu il primo a risentirla. Come dunque la cugina sentì la venuta di Maria, così pure il bambino sentì la venuta del Signore. Egli dunque sussultò, e la madre si mise a parlare profeticamente. Osserva quanto è grande la virtù delle parole della Vergine, poiché come vengono pronunciate è conferito lo Spirito Santo. E in verità essa ne era tanto ripiena che dei suoi meriti lo Spirito Santo riempiva anche gli altri. Ordunque, Maria rispose ad Elisabetta dicendo: La mia anima magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore!".
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 299-302.”


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(https://www.facebook.com/rrradiospada/posts/1219930371369963:0)https://www.facebook.com/rrradiospad...930371369963:0 (https://www.facebook.com/rrradiospada/posts/1219930371369963:0)
“13 DICEMBRE 2015: SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE.
Il nome di Lucia si trova unito a quello di Agata, di Agnese e di Cecilia nel Canone della Messa. Nei giorni dell'Avvento, il nome di Lucia annuncia la Luce che si appressa, e consola meravigliosamente la Chiesa. Lucia è anche una delle tre glorie della Sicilia cristiana; trionfa a Siracusa come Agata brilla a Catania, e come Rosalia cosparge dei suoi profumi Palermo. Festeggiamola dunque con amore, affinché ci sia d'aiuto in questo sacro tempo, e ci introduca presso Colui il cui amore l'ha resa vittoriosa sul mondo. Comprendiamo ancora che se il Signore ha voluto che la culla del Figlio suo apparisse così circondata da una schiera di Vergini, e se non si è contentato di farvi figurare gli Apostoli, i Martiri e i Pontefici, è perché nella gioia di tale venuta i Figli della Chiesa non dimentichino di recare alla mangiatoia del Messia, insieme con la fede che lo onora come il sommo Signore, quella purezza del cuore e dei sensi che nulla potrebbe sostituire in coloro che vogliono accostarsi a Dio.
VITA. - Benché il Martirologio geronimiano non dica che fu martire, la sua festa è segnata nel Sacramentario gregoriano e in quello gelasiano e il suo nome viene pronunciato nel canone romano e in quello ambrosiano. Senza numero sono i monumenti che testimoniano la venerazione dei fedeli verso di lei. San Gregorio, nel 597, parla d'un monastero di S. Lucia a Siracusa. Numerosi templi furono consacrati in suo onore nel mondo intero. I suoi atti tuttavia hanno, secondo parecchi autori, un carattere leggendario. Santa Lucia è nominata nelle Litanie dei Santi e in quelle degli agonizzanti. È invocata per guarire la cecità e il mal d'occhi.
Ci rivolgiamo a te, o Vergine Lucia, per ottenere la grazia di vedere nella sua umiltà Colui che contempli ora nella gloria. Degnati di prenderci sotto il tuo potente patrocinio. Il nome che hai ricevuto significa Luce: sii dunque la nostra fiaccola nella notte che ci circonda. O lampada sempre risplendente della bellezza della verginità, illumina i nostri occhi; guarisci le ferite che ha prodotte in esse la concupiscenza, affinché si alzino, al di sopra della creatura, fino a quella Luce vera che risplende nelle tenebre, e che le tenebre non comprendono. Fa' che il nostro occhio purificato veda e conosca nel Bambino che sta per nascere, l'Uomo nuovo, il secondo Adamo, il modello della nostra vita rigenerata. Ricordati anche, o Vergine Lucia della santa Romana Chiesa e di tutte quelle Chiese che attingono da essa la forma del Sacrificio, poiché pronunciano ogni giorno il tuo nome all'altare, davanti all'Agnello tuo Sposo, al quale è gradito sentirlo. Spandi le tue benedizioni speciali sull'isola che ti diede la vita terrena e la palma dell'eternità. Conserva in essa l'integrità della fede, la purezza dei costumi, la prosperità temporale, e guarisci i mali che tu conosci.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 297-298.”



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Sancta Lucía, ora pro nobis!

Luca, Sursum Corda!

Holuxar
13-12-16, 20:08
13 dicembre 2016: Santa Lucia…









Santa Lucia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-lucia/)
http://www.sodalitium.biz/santa-lucia/
“13 dicembre, Santa Lucia, Vergine e Martire (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304).
Preghiera composta da san Pio X: O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell’errore. Imploriamo altresì, per tua intercessione,il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell’anima.
Fa, o Santa Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù. Così sia.”


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/628-300x225.jpg








“13 dicembre, Santa Lucia, Vergine e Martire (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304) (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=26440)
http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=26440
13 dicembre, Santa Lucia, Vergine e Martire (Siracusa, 283 ? Siracusa, 13 dicembre 304) « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=26440)


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A lato lo storico stellone che esce dall’ arena in Piazza Brà, davanti al Municipio di Redazione

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Arriva Santa Lucia! E si festeggia soprattutto in Sicilia (era di Siracusa) e a Verona:
I banchéti de Santa Lùssìa, fiera dalle radici antichissime, ancora oggi si tiene nei giorni precedenti il 13 dicembre, giorno dedicato al culto della santa siciliana, in Piazza Brà. Nel XIII secolo, in città, in particolare tra i bimbi, era scoppiata una terribile ed incurabile epidemia di “male agli occhi”: la popolazione decise allora di chiedere la grazia a S. Lucia, con un pellegrinaggio alla chiesa di S. Agnese.Con il freddo i bambini non avevano nessuna intenzione di partecipare al pellegrinaggio. Allora i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno ,nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, tanti doni.Tutta la famiglia è coinvolta nei preparativi dell’arrivo della Santa. In ogni casa, soprattutto dove c’è un bambino, non devono mai mancare cibo e acqua per lei e il Gastaldo, fido collaboratore, e anche per l’asinello, che da sempre l’accompagnano nella sua missione notturna!Ora la chiesa di Sant’Agnese non esiste più dalla prima metà del 1800, ma l’usanza del cosiddetto “piatto di leccornie” per grandi e piccini è un’usanza popolare sempre in voga e molto sentita. I Cattolici, prima di tutto pregano la Santa, fanno un piccolo pellegrinaggio in una chiesa del centro, visitano i banchetti e tornano a casa col piatto pieno.”





III domenica d’Avvento (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=26422)
III domenica d?Avvento « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=26422)
La Santa Messa tridentina “non una cum”della III Domenica di Avvento è stata celebrata anche alle 18.00 ad Abano Terme (VI)
A cura dell‘ Oratorio Sant’Ambrogio di Milano
L’Omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 11 Dicembre 2016 – terza domenica d’Avvento – è disponibile per l’ascolto -> (http://www.davidealbertario.it/wp-content/uploads/2016/12/3-avvento-2016.mp3)
Fonte: https://oratoriosantambrogiomilano.wordpress.com/2016/12/11/omelia-della-iii-domenica-davvento/ (https://oratoriosantambrogiomilano.wordpress.com/2016/12/11/omelia-della-iii-domenica-davvento/)”
















“Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore (https://www.facebook.com/carlomariadipietro/)
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Lucia, Vergine e Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Lucia, Vergine e Martire, possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
#sdgcdpr (https://www.facebook.com/hashtag/sdgcdpr)
#DonneDiSuccesso (https://www.facebook.com/hashtag/donnedisuccesso).”



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Radio Spada (https://www.facebook.com/radiospadasocial/?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf)
"Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com"

“13 DICEMBRE 2016: SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE”


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“13 dicembre 2016: Infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione"


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13 dicembre, Santa Lucia. La chiesa a Treviso. | Radio Spada (http://www.radiospada.org/2016/12/13-dicembre-santa-lucia/)
http://www.radiospada.org/2016/12/13-dicembre-santa-lucia/
"Continua, a gran richiesta, la rubrica sull’architettura ecclesiastica a cura di dell’architetto Sterlicchio, che ringraziamo. [RS]
di Livio Sterlicchio
Treviso 1389
Passeggiando per Treviso in Via S. Vito, subito dopo il Portico della omonima Chiesa, ti imbatti in una elegante porta ad arco ogivale, posta tra due paraste con architrave in pietra ed incorniciata con mattoni faccia vista, aperta in un edificio pubblico dalla facciata anonima. Entri e ti appare l’incredibile, bellissima Chiesa di Santa Lucia: un piccolo grande gioiello dell’Arte Romanica.


https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/foto-1.jpg?resize=765%2C1024 (https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/foto-1.jpg)




https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/foto-2.jpg?resize=765%2C1024 (https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/foto-2.jpg)



https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/foto-5.jpg?resize=765%2C1024 (https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/foto-5.jpg)

(...)

Si è portati ad inginocchiarsi per ringraziare il Signore di averci, tra l’altro, donato la Vista per godere di simili bellezze, e per recitare una preghiera a Santa Lucia perché quella Vista ce la protegga."








La purificazione della Parola: analogie con l?Immacolata Concezione | Radio Spada (http://www.radiospada.org/2016/12/purificazione-parola-immacolata-concezione/)


https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2016/12/Immacolata.jpg


Immacolata. Quattro immagini da vedere sulla Vergine nella Siria assediata | Radio Spada (http://www.radiospada.org/2014/12/immacolata-tre-immagini-da-vedere-sulla-vergine-nella-siria-assediata/)






"Memorare, piissima Virgo Maria,
a saeculo non esse auditum
quemquam ad tua currentem praesidia,
tua implorantem auxilia,
tua petentem suffragia
esse derelictum.
Ego, tali animatus confidentia,
ad te, Virgo virginum Mater, curro;
ad te venio, coram te gemens, peccator, assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despicere,
sed audi propitia et exaudi.
Amen."



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MISSALE ROMANUM - Die 13 Decembris. S. Luciæ Virginis et Martyris (http://www.unavoce-ve.it/mr-13dec=lat.htm)
http://www.unavoce-ve.it/mr-13dec=lat.htm







https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire.html
https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire-2.html
13 dicembre - S. Lucia, vergine e martire (https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire.html)






Sancta Lucía, ora pro nobis!

Luca, Sursum Corda!

Holuxar
13-12-17, 22:57
13 DICEMBRE 2017: Infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione; SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE…



"MISSALE ROMANUM - Die 13 Decembris. S. Luciæ Virginis et Martyris"
MISSALE ROMANUM - Die 13 Decembris. S. Luciæ Virginis et Martyris (http://www.unavoce-ve.it/mr-13dec=lat.htm)
http://www.unavoce-ve.it/mr-13dec=lat.htm

"Santa Lucia, vergine e martire, 13 dicembre"
Guéranger, L'anno liturgico - Santa Lucia, Vergine e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-13dic.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-13dic.htm
“13 DICEMBRE: SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE.”

"Sant’Odilia, vergine e Badessa, lo stesso giorno"
Guéranger, L'anno liturgico - Sant'Odilia, Vergine e Badessa (http://www.unavoce-ve.it/pg-13dic-2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-13dic-2.htm
“LO STESSO GIORNO, 13 DICEMBRE: SANT'ODILIA, VERGINE E BADESSA.”





Santa Lucia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-lucia/)
http://www.sodalitium.biz/santa-lucia/
“13 dicembre, Santa Lucia, Vergine e Martire (Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304).
“A Siracusa, in Sicilia, il natale di santa Lucia, Vergine e Mar tire, nella persecuzione di Diocleziàno. Questa nobile Vergine, mentre volevano trascinarla uomini abbominevoli, ai quali, per ordi ne di Pascàsio Consolare, era stata consegnata perchè dal popolo si facesse oltraggio alla castità di lei, non potè essere smossa da loro in alcun modo, nè con funi aggiunte, nè con moltissime coppie di buoi; però in seguito, essendo riuscita illesa dalla pece, dalla resina e dall’olio bollente, finalmente, percossa colla spada nella gola, compì il martirio”.
Preghiera composta da san Pio X: O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell’errore. Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell’anima.
Fa, o Santa Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù. Così sia.”


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/lucia-300x247.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/lucia-300x247.jpg






Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“13 Décembre : Sainte Lucie, Vierge et Martyre († 303).”

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http://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Lucia, Vergine e Martire, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Lucia, Vergine e Martire, possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
#sdgcdpr”
+ O Santa, che dalla luce hai nome, a Te piena di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell’errore. Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell’anima. Fa, o Santa Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio, su questa terra, arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo dolce sposo Gesù. Così sia. +
(Preghiera di san Pio X a Santa Lucia).”






Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://radiospada.org/)
http://radiospada.org/
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“13 DICEMBRE 2017: SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE.”

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“13 dimembre 2017: Infra l'Ottava dell'Immacolata Concezione.
Consideriamo la purissima Vergine che esce dalla sua umile dimora per andare a far visita a santa Elisabetta, sua cugina. La Chiesa onora questo Mistero il Venerdì delle quattro Tempora dell'Avvento, come si può vedere sopra, in tale giorno, nel Proprio del Tempo. Attingeremo ancora da san Bonaventura il racconto di quella sublime scena, certi che nulla sarà più gradito ai nostri lettori che sentire nuovamente la voce del dottore Serafico che sa meglio di noi rivelare alle anime pie quei meravigliosi preludi alla nascita del Salvatore.
"Quindi la Vergine, ripensando alle parole che l'Angelo le ha dette riguardo alla cugina Elisabetta, propone di andar a farle visita per congratularsi con lei, e servirla in tutto. Parte dunque da Nazareth in compagnia di Giuseppe suo sposo, verso la casa di quella pia Donna, che distava quattordici o quindici miglia circa da Gerusalemme. Né l'asprezza né la lunghezza del cammino la fanno esitare, ma va in fretta, perché non voleva apparire troppo a lungo in pubblico; e non si sente affatto affaticata in seguito alla concezione del Figlio, come capita alle altre donne, poiché il Signore Gesù non fu mai di peso alla Madre sua. Considerate come va sola con il suo Sposo la Regina del cielo e della terra, e non a cavallo ma a piedi. Non ha scorta di soldati o di cavalieri, non è accompagnata da valletti né da damigelle d'onore; ma con essa cammina la povertà, l'umiltà, la modestia e insieme l'onestà di ogni virtù. Porta inoltre con sé il Signore, il quale ha come corteo una grande e nobile compagnia, ma non quella vana e pomposa del secolo.
Ora, come fu entrata nella casa di Elisabetta, salutò quella santa Donna dicendo: Salve, sorella Elisabetta! Allora Elisabetta, trasalendo di gioia, trasportata dall'allegrezza e infiammata dallo Spirito Santo si alza ed abbraccia la Vergine con molta tenerezza; quindi, esclamando nell'eccesso della sua letizia, dice: Benedetta sei tu fra tutte le donne, e benedetto il frutto del tuo seno! E donde mi è data la fortuna che venga da me la Madre del mio Signore? Appena infatti la Vergine ebbe salutato Elisabetta, Giovanni fu nel seno della madre ripieno di Spirito Santo, e con lui ne fu ripiena anche la madre. Essa non è colmata di quella celeste infusione in preferenza del figlio, ma il figlio arricchito di quel dono supremo ne comunica la pienezza alla madre, non facendo tuttavia qualcosa nell'anima di lei, ma meritando, per lo Spirito Santo, che questo operi qualcosa in lei, poiché in lui risplendeva con maggior abbondanza la grazia dello Spirito Santo, e fu il primo a risentirla. Come dunque la cugina sentì la venuta di Maria, così pure il bambino sentì la venuta del Signore. Egli dunque sussultò, e la madre si mise a parlare profeticamente. Osserva quanto è grande la virtù delle parole della Vergine, poiché come vengono pronunciate è conferito lo Spirito Santo. E in verità essa ne era tanto ripiena che dei suoi meriti lo Spirito Santo riempiva anche gli altri. Ordunque, Maria rispose ad Elisabetta dicendo: La mia anima magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore!".
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 299-302.”

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/24993602_1942045122491814_6598756702711511058_n.jp g?oh=7a34f4fc96ccb3c3ab59a38be312f519&oe=5ACEC9BB



“Il 13 dicembre 1124 muore Papa Callisto II dei conti di Borgogna, Sommo Pontefice.”





"Christmas - Santa Lucia Sweden
https://www.youtube.com/watch?time_continue=105&v=i2-Q_ObdE-4"





https://forum.termometropolitico.it/35733-31-dicembre-san-silvestro-papa-e-confessore-5.html#post711196
https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire.html
https://forum.termometropolitico.it/275507-13-dicembre-s-lucia-vergine-e-martire-3.html
"13 dicembre - S. Lucia, vergine e martire."




Sancta Lucía, ora pro nobis!
Luca, Sursum Corda!