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Visualizza Versione Completa : Il male è scelto dalle creature di Dio?



Ichthys
02-01-04, 23:20
Cominciamo con Agostino, che mi rifiuto di chiamarlo santo. Egli stabilì che, come l'uomo, gli angeli decaduti furono cattivi perché decisero di esserlo, abbandonando Dio e fuggendo il bene. Il "Creatore", pur conoscendo il disegno di questi angeli, non volle privarli della loro libertà di scelta, lasciando così a loro la possibilità di stabilire quale via seguire.
Gli angeli hanno pertanto la stessa libertà lasciata agli uomini e possono decidere se andare in direzione del bene o del male. Il male non ha quindi origine in Dio, ma è determinato dalle scelte degli esseri (angeli o uomini) che orientano la loro esistenza nella direzione più consona al loro stato, che resta comunque imperfetto.
Ora è mai possibile che da Dio derivino creature imperfette che potenzialmente sono inclini al male?

Teologicus
03-01-04, 00:01
Beh... aspettiamo che ci "illuminino" gli infallibili! :D

Arjuna
03-01-04, 02:47
Quello che sollevi è un gran bel problema...
Se è l'uomo a scegliere il male,vuol dire che è libero,quindi ha un attributo,la libertà, propriamente divino,se invece tutto è predeterminato il male non esiste ma è solo un'aspetto del tutto,necessario come il resto.

Ichthys
03-01-04, 19:30
Come sempre, caro Arjuna, sei molto arguto specie quando dici che se tutto è predeterminato il male non esiste, ma è solo un'aspetto del tutto, è la necessità, etc.
Purtroppo la visione cattolica è troppo incasinata e non ammette considerazioni (corrette) come le tue perché vuole dire per forza che una creatura che ha la sua radice in un essere perfetto come Dio è capace, tuttavia, di cose imperfette. Poi vuole dire, per salvaguardare il libero arbitrio, che non v'è ne predeterminazione ne predestinazione e poi aggiunge che Dio sa già tutto. Ma se sa già tutto allora da qualche parte i fatti devono essere già "scritti"! Perché dunque gettare una creatura nella sofferenza? Se tu sapessi che un tuo figlio nascerà gravemente minorato o sarà destinato ad esserlo lo faresti nascere? Io no!

Per quanto riguarda, poi, il fatto che la libertà possa essere un attributo divino, ciò non toglie che la creatura di Dio possa avere inclinazione al male utilizzando un attributo divino.
E poi i cattolici che chiamano "padre" questo loro dio dai connotati indiscutibilmente antropomorfici non hanno mai pensato che un padre degno di questo nome non lascia liberi i propri figli fino a quando non li ha educati, invece il loro dio padre genera dei figli che non educa e poi li lascia liberi... perfino un padre umano sarebbe capace di prevedere quanti guai potrebbero accadere ad un figlio che non ha nemmeno tentato di educare. Per questo dico che il loro dio padre non è nemmeno tanto assennato.

Arjuna
04-01-04, 02:02
Io credo che questo problema sia fondamentale e mi da molti grattacapi.
Da questo punto di vista il monismo (che può anche esser visto in alcune formule di filosofi del Vedanta ma secondo me meno nelle upanishad e nel Vedanta ortodosso) porta all’idea della inesistenza del male,cioè quello che noi chiamiamo male è una illusione,un accidente necessario del Tutto,cosi’ come è una illusione il bene,cosi’ come in un sogno il male e il bene che proviamo svaniscono al risveglio…ma questa eguaglianza col sogno necessita l’idea che Noi stessi siamo Dio,cioè che alla nostra morte (reale o attraverso “l’illuminazione”) realizziamo di aver avuto un sogno in cui abbiamo “immaginato tutto il male e il bene”.
Questo è per me inaccettabile,e non credo questa visione sia molto diversa da quella Guenoniana e di alcune interpretazioni del Vedanta.
Ma se interpretiamo la Manifestazione come reale,e vogliamo salvare il libero arbitrio,nascono i problemi da te sottolineati,fino a che punto l’uomo è libero?Se si,perché è abbandonato?
Tutte le tradizioni ci parlano almeno inizialmente di una situazione senza il male,in cui la volontà figlia del libero arbitrio degli uomini coincide con la volontà divina,che è sommo bene,e in cui la materia,i corpi,sono mezzi e non padroni degli uomini.La facoltà poi di scegliere il male,in ogni creatura,è necessaria perché non si parli di pedine/automi in mano divina,ma questo rompe l’unità con Dio,perché Egli non può più controllarci,crea quindi l’altro da Sé,ma è ancora Dio se non è Tutto?O Forse è Dio proprio perché potendo tutto può creare anche “altri Dèi”?
Allora si deve parlare di interazione fra volontà di Dio e volontà Nostra…ma in questo caso il confine fra Uomo e Dio diventa molto sottile..
Confesso che al di fuori delle verità di fede,non sono giunto ancora alla comprensione del Mistero.

Ichthys
08-01-04, 01:22
Al di la dei misteri veri, e non di quelli inventati dai cattolici, bisogna prendere atto del fatto che l'uomo non è affatto libero come vogliono far credere.
Ciascuno di noi nasce con determinati condizionamenti, positivi o negativi, sia di ordine biologico o biopatologico (ad esempio, una più spiccata avvenenza, o una malattia, o una maggiore predisposizione all'aggressività... ), sia di ordine sociale (anch'essi indipendenti dal nostro volere... Se io stesso fossi nato in un contesto differente, ad esempio in una famiglia induista o musulmana, non sarei ciò che sono oggi...)...
In altre parole, il "libero arbitrio" dell'uomo è, in realtà, fortemente limitato dalla materia, e questo crea seri conflitti con gli asseriti principi della fratellanza degli uomini e della paternità di Dio.

Vorrei dire a parte due cose sul cristianesimo gnostico e le dottrine orientali. Il cristianesimo delle origini ha molte più somiglianze con certe dottrine indiane che con la sballata teologia giudaica.
In realtà, questa sensazione di somiglianza ha una sua radice storica reale, nel senso che la religione cristiana dei primi secoli ha indubbiamente subito, soprattutto - ma non solo - per il tramite del manicheismo, una contaminazione più o meno profonda da parte delle correnti di pensiero, che si muovevano all'interno del buddismo occidentale, che in quel periodo storico era diffuso tra la Persia orientale, l'attuale Afghanistan e l'India occidentale.
Tali correnti di pensiero facevano capo soprattutto alle opere del filosofo ed apologeta Asvaghosa.
Il contatto culturale tra il cristianesimo primitivo e le religioni dell'India Occidentale, in particolare, ci è testimoniato da alcune opere gnostiche o manichee del II°-IV° secolo d. C., quali, ad esempio, gli Atti di Tomaso, che parlano esplicitamente di un viaggio dell'Apostolo, uno dei personaggi più importanti nella letteratura del cristianesimo gnostico a cui è attribuito addirittura un vangelo, proprio in quelle zone dell'India Occidentale dove le dottrine buddiste di Asvaghosa trovavano maggiore seguito.
L'analisi degli Atti di Tomaso, in particolare, ci rivela anche alcune delle forme in cui tale contaminazione è avvenuta. Tomaso, infatti, negli Atti assume un atteggiamento nei confronti della sessualità, del problema della castità e più in generale dei piaceri della vita, che ricalca fedelmente la via che il Budda di Asvaghosa indicava come necessaria per giungere alla perfetta Illuminazione.
Negli Atti di Tomaso si arriva persino a descrivere in maniera estremamente plastica, in un clima pungente carico di mistero e di una vis poetica tutta orientale, una scena in cui Tomaso, provocato dagli sguardi estremamente sensuali ed affascinanti di una danzatrice, è riuscito a resistere con decisione e forza sovrumane al fuoco della passione e a distogliere il suo sguardo dalla figura della ragazza.

Saluti

Ichthys
04-04-04, 22:29
In Originale postato da Teologicus
Beh... aspettiamo che ci "illuminino" gli infallibili! :D

I cattolici? Non hanno ancora inventato il dogma adatto!