Otto Rahn
03-01-04, 20:00
Nel 1959 René Nelli ha pubblicato in un solo volume tutti i testi sacri di origine catara pervenutici, tradotti e commentati da lui stesso. Attualmente il libro è stato ampliato con un commento di Anne Brenon, la quale ha aggiunto un altro testo cataro ritrovato, Il rituale di Dublino, da lei tradotto.
Questo lavoro è da considerarsi di estrema importanza, perché fino ad allora le fonti utilizzate dagli storici per lo studio del catarismo erano i trattati della Santa Inquisizione, dove la dottrina catara veniva dedotta dalle confessioni dei condannati agli inquisitori.
In realtà il catarismo era poco studiato, e non interessava in quanto questione religiosa, ma essenzialmente in quanto fonte di leggende e di misteri, da cui la pubblicazione di numerosi testi, più o meno turistici, di carattere esoterico.
Nel 1953 Arno Borst ha pubblicato Die Katharer, testo che definitivamente tendeva a relativizzare la tragedia della crociata contro gli albigesi e l'azione dell'Inquisizione, presentandole come un minor male, necessario per eliminare nell'Europa cristiana il germe pericoloso di quest'eresia che minacciava l'ordine della società.
La scoperta di questi testi scritti dai catari stessi si rivelò preziosissima per quegli studiosi che negli anni '50 cominciarono a porsi delle domande riguardo alla natura esatta dell'eresia medievale. Era importante cominciare a leggere i documenti in maniera critica: il primo che si dedicò a tale impresa fu appunto René Nelli, che nel 1982 fondò con Jean Duvernoy il Centre d'Etude Cathares, con sede a Carcassonne.
Lo scopo di quest'istituzione è proprio quello di raccogliere tutti i testi esistenti sull'argomento, per permettere a chi interessato di leggerli e confrontarli.
René Nelli fu il primo a constatare, sulla base dei trattati scritti dagli stessi catari, l'origine autenticamente cristiana del catarismo, in opposizione alla tendenza generale che si limitava ancora a bollare il catarismo come un'eresia di origine manichea e bogomila, termini utilizzati naturalmente con una valenza negativa.
Jean Duvernoy diede poi, nel 1976, il proprio indispensabile contributo con la pubblicazione del testo La Religion des cathares (Privat, 1976), un trattato vasto e dettagliato che ebbe il merito di liberare il catarismo dai miti e dalle leggende, e di ridargli la sua vera identità.
I catari non ebbero mai a disposizione i testi manichei; il loro testo fondamentale fu il Nuovo Testamento: da esso trassero l'usanza del battesimo spirituale tramite l'imposizione delle mani, in esso lessero che esiste un'opposizione fondamentale tra Dio ed il mondo, interpretabile in chiave dualista.
Resta di fatto la somiglianza tra il catarismo ed il manicheismo, e soprattutto la filiazione tra il bogomilismo ed il catarismo.
Il dibattito tra coloro che vedono il catarismo come una religione di origine orientale e coloro che la considerano indubbiamente cristiana è del resto tuttora aperto.
Questo lavoro è da considerarsi di estrema importanza, perché fino ad allora le fonti utilizzate dagli storici per lo studio del catarismo erano i trattati della Santa Inquisizione, dove la dottrina catara veniva dedotta dalle confessioni dei condannati agli inquisitori.
In realtà il catarismo era poco studiato, e non interessava in quanto questione religiosa, ma essenzialmente in quanto fonte di leggende e di misteri, da cui la pubblicazione di numerosi testi, più o meno turistici, di carattere esoterico.
Nel 1953 Arno Borst ha pubblicato Die Katharer, testo che definitivamente tendeva a relativizzare la tragedia della crociata contro gli albigesi e l'azione dell'Inquisizione, presentandole come un minor male, necessario per eliminare nell'Europa cristiana il germe pericoloso di quest'eresia che minacciava l'ordine della società.
La scoperta di questi testi scritti dai catari stessi si rivelò preziosissima per quegli studiosi che negli anni '50 cominciarono a porsi delle domande riguardo alla natura esatta dell'eresia medievale. Era importante cominciare a leggere i documenti in maniera critica: il primo che si dedicò a tale impresa fu appunto René Nelli, che nel 1982 fondò con Jean Duvernoy il Centre d'Etude Cathares, con sede a Carcassonne.
Lo scopo di quest'istituzione è proprio quello di raccogliere tutti i testi esistenti sull'argomento, per permettere a chi interessato di leggerli e confrontarli.
René Nelli fu il primo a constatare, sulla base dei trattati scritti dagli stessi catari, l'origine autenticamente cristiana del catarismo, in opposizione alla tendenza generale che si limitava ancora a bollare il catarismo come un'eresia di origine manichea e bogomila, termini utilizzati naturalmente con una valenza negativa.
Jean Duvernoy diede poi, nel 1976, il proprio indispensabile contributo con la pubblicazione del testo La Religion des cathares (Privat, 1976), un trattato vasto e dettagliato che ebbe il merito di liberare il catarismo dai miti e dalle leggende, e di ridargli la sua vera identità.
I catari non ebbero mai a disposizione i testi manichei; il loro testo fondamentale fu il Nuovo Testamento: da esso trassero l'usanza del battesimo spirituale tramite l'imposizione delle mani, in esso lessero che esiste un'opposizione fondamentale tra Dio ed il mondo, interpretabile in chiave dualista.
Resta di fatto la somiglianza tra il catarismo ed il manicheismo, e soprattutto la filiazione tra il bogomilismo ed il catarismo.
Il dibattito tra coloro che vedono il catarismo come una religione di origine orientale e coloro che la considerano indubbiamente cristiana è del resto tuttora aperto.