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Visualizza Versione Completa : L'Abruzzo Centro o Sud?



Berardo (POL)
24-01-04, 20:11
Alle elezioni europee il nostro Abruzzo non rientra nel collegio del Centro ma in quello del Sud. E è anche considerata del Sud anche se adesso ci siamo molto distanziati da questo e ci siamo messi a livello del Centro. Non capisco dove sta ancora il motivo per discriminare l'Abruzzo dalle altre regioni dell'Italia Centrale. Spesso quelli che dicono che l'Abruzzo non è il Centro ma è il Sud sono persone che vengono da fuori che della nostra regione ne sanno molto ben poco. Io che ne sono un abitante il Sud non lo vedo proprio. E mi sento pienamente del Centro. Infatti analizzando.

Se si intende per Sud il riferimento geografico noi siamo del Centro e ci devono accettare perché parla la cartina. Noi ci troviamo più a nord del Lazio.

Se si intende per Sud la storia, beh, su questo si basano quelli che ci considerano del Sud e non del Centro. Io lessi un articolo che diceva: "Gli Abruzzesi dicono di essere centro ma dimenticano la loro storia!". Ma io dico. Quale storia? Nell'antichità la maggioranza dei popoli Italici che viveva in Abruzzo era del ceppo Umbro, non del ceppo osco. Noi Abruzzesi siamo di stirpe Piceno - Sabina. Poi ai tempi dei Longobardi era Ducato di Spoleto. Ha fatto parte anche del territorio dei Franchi e di Arduino di Ivrea. Cose che mi sembra ci portino a essere come le altre regioni del Centro. Quelli che ci dicono di essere Sud per "la sua storia" si basano sul fatto che ha fatto parte del Regno di Napoli. Ma non è stata per colpa sua, ci si trovò perché fu venduto ai Normanni da quel porco di papa di Adriano IV, l'unico inglese e l'unico che non si è fatto i fatti suoi. Poi dal Regno dei Borboni al Regno di Napoli e al Regno delle Due Sicilie e ha seguito le vicende dell'Italia Meridionale. Ma io dico. Perché non sono considerati anche i territori di buona parte della Provincia di Latina e della Provincia di Frosinone nel Lazio che per "la sua storia" avevano fatto parte anche loro del Regno delle Due Sicilie? Perché non considerano del Sud anche buona parte della Provincia di Rieti che per "la sua storia" ha fatto parte del Regno delle Due Sicilie? Perché la provincia di Massa - Carrara non è considerata una regione a parte visto che per "la sua storia" non faceva parte del Granducato di Toscana? Perché "la sua storia" la guardano solo per discriminare noi?

Se per Sud si intende la criminalità beh ... l'Abruzzo è una delle regioni più vivibile d'Europa.

Se per Sud si intende l'economia beh ... sono rimasti indietro agli anni '40. La nostra terra il nostro Abruzzo ha avuto un grande sviluppo economico e è stata la prima regione a uscire dall'obiettivo 1. Noi abbiamo uno dei nodi autostradali migliori d'Italia, sul quale stiamo meglio dell'Umbria che di autostrade quasi non ne ha. La seconda compagnia aerea in Italia dopo la Alitalia è proprio la nostra Air One.

Poi che significa la storia pure se fosse preciso come dicono loro. Adesso è passato il tempo e noi ci siamo integrati con le altre regioni dell'Italia Centrale. Che ci considerino come regione dell'Italia Centrale e basta. Se domandano alla gente sono in tanti , nella maggiorparte , a rispondere di sentirsi del centro. Anche i nostri dialetti, forse si avvicinano ai Meridionali quelli della parte più a Sud ma sono sempre Centrali perché nemmeno il Molise che inizia a essere Sud è Sud proprio Sud. Insomma, siamo il Cuore dell'Italia, l'unica regione i cui confini anticamente erano abitati da soli Italici, e ci considerano regione non del Centro. Di passi avanti ne sono stati fatti molti, e rientriamo nel Centro in molte cose. L'Abruzzo fu accettata dall'organizzazione delle regioni dell'Italia Centrale insieme a Toscana, Umbria, Lazio e Marche. Ma si deve lavorare ancora perché in molte cose l'Abruzzo è considerato ancora non del Centro tipo le elezioni europee. Io propongo a proposito di queste di fare una petizione ai parlamentari abruzzesi per chiedere di essere del Centro. Io volevo sentire un parere vostro.

trilex
03-04-04, 10:45
.

blob21
17-07-04, 10:44
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/15-Luglio-2004/vauro.htm

Lorenzo
18-08-04, 11:39
Al di là della questione economica c'è la realtà geografica che, naturalmente, colloca l'Abruzzo fra le regioni dell'Italia centrale...

Miles Insulae

Michele64
30-08-04, 13:16
Dal punto di vista squisitamente geografico l'Abruzzo, non c'è dubbio, rientra nelle regioni dell'Italia Centrale... definire semplicemente gli abruzzesi come "meridionali" è a mio parere alquanto limitativo... essi indubbiamente hanno ben pochi punti in comune con i siciliani, dalle cui terre distano centinaia di chilometri...

Dal punto di vista etnico invece l'Abruzzo si avvicina maggiormente alle regioni del Sud... almeno nelle provincie di Teramo, Pescara e Chieti il modo di parlare della gente è più vicino a quello del Molise o della Puglia che a quello delle Marche... diverso il discorso per l'aquilano, che guarda maggiormente verso Roma...

In ogni caso, centrale o meridionale, l'Abruzzo rimane una regione bellissima...

su stori
30-08-04, 20:08
Originally posted by Michele64
.. in ogni caso ... l'Abruzzo rimane una regione bellissima... Ecco, così va bene! Perchè da quel che dicevi prima qualcuno potrebbe pensare che tu capisca qualcosa di abruzzesi, molisani, etc. etc.

Michele64
30-08-04, 20:14
Sinceramente non mi è chiaro il senso del tuo intervento...

su stori
30-08-04, 20:53
Originally posted by Michele64
... non mi è chiaro il senso ... Il senso è questo: la tua affermazione "Dal punto di vista etnico invece l'Abruzzo si avvicina maggiormente alle regioni del Sud... " non ha fondamento scientifico (ma se ne da le arie), e alla fine concludi ruffianamente dicendo l'ovvietà che l'Abruzzo è bellissimo ... e bai!

Michele64
31-08-04, 14:32
Mi dispiace, ma continuo a non capire...

FIGHTER
02-09-04, 18:19
Ragazzi questo è il forum abruzzese (e l'Abruzzo è davvero una splendida regione), ma non è carino da parte vostra discutere della nostra geografia etnica e linguistica senza basi scientifiche, e soprattutto senza essere abruzzesi o conoscere minimamente la nostra Regione.
Saluti!

Michele64
03-09-04, 20:07
Fighter, vallo a dire al sedicente (o sedicenne?) "Su Stori", che con l'Abruzzo c'entra come i cavoli a merenda e si è intrufolato in questo spazio solo per provocare il sottoscritto con le sue solite idiozie...

Un caro saluto - Michele.

su stori
03-09-04, 22:16
Mah ... io non è che ho preteso di discutere su basi scientifiche la "meridionalità" dell'Abruzzo, è invece proprio il contrario: l'intervento di Michele64 asseriva che "Dal punto di vista etnico invece l'Abruzzo si avvicina maggiormente alle regioni del Sud... ", ed io ho contestato la scientificità (poi anche fighter ha parlato di basi scientifiche) della sua affermazione, dicendo (rileggete, se volete), nel rivolgermi ancora a Michele64, esattamente le seguenti parole:

... la tua affermazione "Dal punto di vista etnico invece l'Abruzzo si avvicina maggiormente alle regioni del Sud... " non ha fondamento scientifico (ma se ne da le arie), e alla fine concludi ruffianamente dicendo l'ovvietà che l'Abruzzo è bellissimo ...

Casualmente ero incappato in quella frase, ed essendo stato alcune volte in Abruzzo per motivi di lavoro (ogni volta ho pernottato in uno di quegli alberghi che stanno alla base della teleferica di Campo Imperatore, vicino a L'Aquila e a pochi chilometri dai Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso), ed avendo conosciuto vari colleghi abruzzesi ... ecco ... mi sembrava che questa "meridionalità etnica" non avesse alcun fondamento scientifico.
Poi "fighter" mi coinvolge nella frase:
"non è carino da parte vostra discutere della nostra geografia etnica e linguistica senza basi scientifiche",
mentre io intervenivo proprio criticamente rispetto alle affermazioni prive di fondamento di Michele64.
Ecco, tutto qui! Mi dispiaceva semplicemente non sottolineare la stortura antiscientifica che era stata espressa.

su stori

Michele64
04-09-04, 08:08
Io ho semplicemente espresso pacatamente il mio parere e lo confermo... in quanto alla ruffianeria, essa mi è assolutamente estranea e nella fattispecie non ci azzecca proprio nulla... personalmente la lascio volentieri a quelli come "il falchetto" (che adesso s'inventano anche i viaggi in Abruzzo)...

FIGHTER
04-09-04, 14:38
D'accordo ragazzi tutto chiarito, ora basta litigare. Al di là di tutto (e questa è la mia sensazione) io credo che l'Abruzzo appartenga per alcuni versi all'Italia centrale (geograficamente ed economicamente), ma per alcuni altri a quella meridionale (dialetticamente e tradizionalmente). Comunque non è assimilabile nè a Regioni tipo Toscana e Umbria (siamo meno libertini e più tradizionalisti, fortunatamente, ma ancora per poco), ma sicuramente di mentalità più "aperta" (e non so fino a che punto sia un bene) rispetto ai siciliani o ai pugliesi, per esempio.
Saluti

su stori
04-09-04, 17:14
Originally posted by Michele64
Io ho semplicemente espresso pacatamente il mio parere e lo confermo... è un parere appunto, totalmente privo di fondamenti sccientifici: l'affermazione contraria avrebbe lo stessa valenza sul piano scientifico
Originally posted by Michele64 in quanto alla ruffianeria ... personalmente la lascio volentieri a quelli come "il falchetto" (che adesso s'inventano anche i viaggi in Abruzzo)... e si evidenzia ulteriormente la tua cronica incapacità di seguire un percorso logico. Anzichè fondare le tue affermazioni, distribuisci insulti vari qua e là:
come fai a dire che non sono stato in Abruzzo?
Conosci il posto che ho descritto?
Io lo conosco bene, per esserci stato più volte per ragioni di lavoro (e non da semplice turista, pur essendo il posto frequentato anche dai turisti), ed ho avuto occasione di conoscere vari colleghi aquilani e di altre zone d'Abruzzo.

su stori

Michele64
06-09-04, 13:10
Su Internet ci sono certi matti che raccontano certe balle... io tutto quanto tu dici lo considero una panzana fino a prova contraria... in un contesto virtuale, nascosto comodamente dietro un nome di battaglia e sfruttando l'anonimato, cioè la forza dei cordardi, riesci purtroppo nell'intento di rompere l'anima al prossimo... in un contesto reale, ammesso e non concesso che avresti il coraggio di farti vedere, tutti ti riderebbero in faccia...

su stori
06-09-04, 13:31
Perfetto! Avevo detto che "Anzichè fondare le tue affermazioni, distribuisci insulti vari qua e là"? Bene, questo tuo ultimo messaggio conferma in pieno quella frase.

su stori

Lorenzo
16-09-04, 09:31
Ragazzi le opinioni possono comunque essere discordanti abbassiamo i toni e discutiamo con calma. Tanto una classificazione netta non si riesce a fare in nessun campo tantomeno in questo....

Miles Insulae

aguas
17-03-06, 15:24
L'Abruzzo è sicuramente una regione meridionale. Per più di un millennio è stata una realtà politicamente unificata al resto del meridione. Culturalmente l'Abruzzo è sicuramente meridionale ed, oltretutto, la cultura abruzzese-molisana è un tutt'uno. E' meridionale nel dialetto, nelle tradizioni, nei costumi tardizionali, nelle feste popolari, nella musica popolare, nella cucina ecc.

E' vero che il Regno delle Due Sicile si estendeva anche nell'odierna provincia di Rieti, fino alla Valle del Salto, nella parte meridionale delle provincie di Latina (oltre Gaeta e Sperlonga, fino a Monte San Biagio) e Frosinone (fin quasi al capoluogo). E difatti queste parti del Lazio meridionali sono culturalmente meridionali. Lo è il dialetto ciociaro-cassinate e quello gaetano, lo sono la cucina e le tradizioni.

dies irae (POL)
07-04-06, 14:57
Mi sento orgogliosamente MERIDIONALE

Hrodland
07-04-06, 15:17
Io sono abruzzese e mi sento del centro Italia, non del Sud.

dies irae (POL)
07-04-06, 21:32
Da questo dibattito si puo' affermare che l'Abruzzo e' in sostanza una regione di frontiera...sospesa tra Centro e Sud. Dunque nel risolvere l'interrogativo ogni considerazione storica, politica o geografica e' inutile.
Parlando a volte con amici, parenti e conoscenze varie emerge che e' il singolo abruzzese, nella propria persona, a deliberare l'appartenenza al Centro o Meridione.

Dunque per arrivare ad una conclusione occorre focalizzarsi sul senso d'apparteneza insito nella personalita' di ciascuno di noi.

dies irae (POL)
22-04-06, 05:52
Cmq approfondendo il dilemma emergono differenze anche a seconda della posizione geografica....vastesi, lancianesi, tutto il basso teatino e buona parte dell'aquilano si ritengono meridlionali...mentre gia' a teramo e provincia vi e' maggior attaccamento al centro e si dice che da pescara in giu' inizia "Terronia"...

In conclusione nello stabilire se l'Abruzzo e' sud o centro si rischia di cadere nella pura retorica....ripeto...cio' che conta e' la mentalita' di ciascun abruzzese...conscio di abitare in una "terra di frontiera"...

Tizius MCMLXVI
23-04-06, 18:01
SUD


ORGOGLIOSAMENTE MERIDIONALI


:-01#44:-01#44:-01#44:-01#44:-01#44:-01#44

Mirage
03-05-06, 14:44
abruzzo bellissima regione, abruzzesi splendida gente : non è nè sud, nè nord, nè centro

Mirage
03-05-06, 14:46
comunque il regno delle due sicilie era una bella nazione e gli abruzzesi erano fieri di farne parte tanto vero che furono i più eroici resistenti contro gli invasori del nord .... a civitella del tronto la resistenza fu eroica e commovente

Mirage
03-05-06, 14:48
W L'abruzzo - W Civitella Del Tronto -

Mirage
03-05-06, 14:49
Viva Il Parco Nazionale D'abruzzo

dies irae (POL)
04-05-06, 23:51
Viva Vasto Provincia...

Tizius MCMLXVI
17-05-06, 21:26
A proposito di province, ma che fine ha fatto l'idea di fare una provincia Avezzano-Sulmona di parecchi anni fa?

aguas
24-05-06, 11:47
Un particolare storico: le regioni dell'ex Regno delle Due Sicilie dove più forte fu la resistenza filoborbonica furono la Basilicata e l'Abruzzo, in particolare tra il cicolano e Avezzano

Four Moors (POL)
03-06-06, 20:41
Un particolare storico: le regioni dell'ex Regno delle Due Sicilie dove più forte fu la resistenza filoborbonica furono la Basilicata e l'Abruzzo, in particolare tra il cicolano e Avezzano

potrei avere qualche referenza bibliografica rispetto all'affermazione evidenziata?

aguas
08-06-06, 22:16
http://www.librerianeapolis.it/pages/catalogs/brig_disp.html


Bartolini Carlo
Il Brigantaggio nello Stato Pontificio. Gli ultimi Briganti ai confini tra Lazio e Abruzzo (1865 – 1870)
Ristampa dell’edizione romana del 1897.
In 16°; pp. 149.
L'Aquila, Studio Bibliografico Polla, 2001
Euro 10,00


Bianco di Saint-Jorioz Alessandro
Il Brigantaggio alla frontiera pontificia.
Le bande di briganti che operarono nella provincia aquilana dal 1860 al 1863.
Libera selezione tratta dall’opera originale milanese del 1864.
In 16°; pp. 175.
L'Aquila, Studio Bibliografico Polla, 2001.
Euro 10,00


D'Amore Fulvio
Vita e morte del brigante Bernardino Viola (1838 - 1906).
Le imprese memorabili in terra d'Abruzzo e nel Lazio.
Prefazione di Gennaro Incarnato.
In 8°; pp. V - 309; illustrato.
Napoli, Controcorrente, 2002
Euro 16,00


D’Amore Fulvio
Viva Francesco II. Morte a Vittorio Emanuele!
Insorgenze popolari e briganti in Abruzzo, Lazio e Molise durante la conquista del Sud.
1860 – 1861.
Prefazione di Gennaro Incoronato.
In 8°; pp. 457; alcune tavole a colori ed in b/n.
Napoli, Controcorrente, 2004
Euro 26,00


D'Hauteroche Remy
La Mia guerra contro i briganti in Abruzzo.
Ristampa anastatica, 1806.
Traduzione ed introduzione di Maria C. Nicolai
L'Aquila, Studio Bibliografico Polla, 1996.


Di Prospero Pasquale
Dove osarono I Briganti.
Le vicende di Colaiuda, Viola, Zeppetella e di altri ribelli in Abruzzo e nel Lazio.
Prefazione di Lorenzo Del Boca.
In 8°; pp. 271; alcune tavole a colori.
Napoli, Controcorrente, 2004-10-11 Euro 16,00


Lugini Domenico
Reazioni e Brigantaggio nel Cicolano dopo l'Unità d'Italia (1860 -1867).
Estratto da “Memorie storiche della regione Equicola ora Cicolano”, Rieti, Tip. Petrongari Pietro, 1907.
In 16°; pp. 133.
L'Aquila, Studio Bibliografico Polla, 1997.


Torres Luigi
Tre carabinieri a caccia di briganti nell'Abruzzo postunitario (1860 - 1870).
Chiaffredo Bergia, Deodato Camosso e Stefano De Giovannini.
L'Aquila, Studio Bibliografico Polla, 2001
Euro 10,00

aguas
08-06-06, 22:18
http://www.sezionec.terremarsicane.it/storia6/ilbnm.htm

http://www.lagosalto.net/archivio-briganteviola.htm

aguas
08-06-06, 22:21
http://www.comune.fiamignano.ri.it/cultura/brigantaggio.html

"Tra le molteplici e tristi conseguenze dei moti reazionari, una delle più funeste, fu l'insorgere del brigantaggio, che per sette lunghi anni tenne in grave apprensione gli onesti e pacifici abitatori di questa nostra regione ed in un'attività veramente straordinaria le autorità politiche e militari della intera provincia".

Perseguitati dalle truppe del nuovo governo, i reazionari si diedero alla latitanza, protetti da amici e parenti e finanziati dalle ricompense che l'ex reggente Francesco II elargiva loro, nutrendo la speranza di riconquistare il suo regno. I reazionari svolgevano le mansioni più comuni durante l'inverno, come l'agricoltura, la pastorizia, o come guardie campestri presso il vicino Stato Pontificio, e si davano alla macchia in estate "per sfrenarsi ad ogni sorta di violenze, specialmente a danno di quelli che eran ritenuti o sospettati come fautori del novello regime ..." . Fra rapine, saccheggi e sequestri di persona, i briganti non agivano tuttavia indisturbati; le truppe dei Savoia battevano a tappeto l'intero territorio del Cicolano, così i briganti formavano bande dai 7 ai 15 individui al massimo "per avere più facili i movimenti, il necessario per la vita, l'appiattamento ed anche la fuga".

A partire dal Marzo 1861 furono numerosi i loschi figuri che andarono ad incrementare le fila del brigantaggio: renitenti di leva, assassini in fuga, evasi di prigione, tutti comunque, perché non potessero poi ritirarsi da quelle scellerate compagnie , venivano costretti a dare prova del proprio coraggio, in genere con l'omicidio di qualcuno su cui pesava la loro vendetta. Nonostante le nefandezze compiute nelle loro scorribande, i briganti si professavano religiosi; alla sera recitavano il Rosario per guadagnarsi la protezione del Cielo, ed esibivano medaglie di immagini sacre e amuleti di ogni sorta, che reputavano in grado di renderli non soltanto invulnerabili, ma immuni da ogni pena o giustizia terrena nonché divina. Ecco le bande più famose:

• AURELIO RICCIARDI

• F.lli MICHELE e BERNARDINO PIETROPAOLI (Poggiovalle)

• FIORE SALLUSTI e GIOVANNI COLAIUTA (Barano di Tornimparte)

• DOMENICANTONIO ORFEI (Piagge di Mareri)

• F.lli SABANTONIO, ANGELO e DOMENICO DE SANCTIS
(Casaolivieri di Pescorocchiano)

• BERNARDINO VIOLA (Teglieto)

Quest'ultimo non radunò dei gregari attorno a sé, al contrario, evaso di prigione, egli stesso si unì nell'estate del 1862 alla banda dei De Sanctis divenendone poi il capo nel '63, allorchè diversi componenti vennero arrestati e fucilati. Citiamo qui di seguito alcune delle malefatte ordite dalle bande più conosciute, così che il lettore possa farsi un'idea di cosa fosse la vita quotidiana di quei briganti, tra il 1862 ed il 1867, gli anni in cui l'audacia delle azioni era anche sostenuta da una certa forza politica . Dopo i tentativi falliti di ripristinare il vecchio governo e per porre fine all'infruttuoso sperpero di denaro che serviva ad incentivare le organizzazioni reazionarie e, non da ultimo, il presidio delle truppe francesi accordatesi con quelle di Vittorio Emanuele al fine di reprimere il brigantaggio, il fenomeno stesso iniziò un rapido declino. Così perduto il loro aspetto politico, i briganti continuarono per proprio conto, cercando di allontanare il giorno della galera a vita, o peggio, della fucilazione.

1864 - "Non vi era brigante che non avesse la sua ganza e spesso con queste, che andavano a trovarli ne' loro nascondigli e tra i folti faggeti delle nostre montagne, davano sfogo alla loro libidine fra bagordi ed orgie di ogni genere. Nel tempo dei lavori campestri e specialmente della mietitura, con vera ostentazione si recavano presso i mietitori e non poche spigolatrici rimanevano vittime delle loro voglie brutali. Guardavansi con ogni scrupolo da quelli che sospettavano spie del governo e appunto uno sciagurato di questi fu la vittima immolata sull'ara della vendetta. Un tal Valentino Tocci del Sambuco, ogni qual volta gli riusciva di vedere i briganti od aveva notizia del luogo dove essi si trovavano, non mancava di andare ad avvertire la forza pubblica. I briganti venuti aconoscenza di questa sua maniera di comportarsi a danno loro, in una sera sulla montagna delle Macchiole in contrada Ospedale, ne lo rampognarono aspramente e lo minacciarono che gli avrebbero tagliato la lingua se non avesse desistito. Egli invece di far tesoro di tale avvertimento, nella mattina seguente andò a riferir tutto alla forza pubblica residente a Fiamignano; ma ben presto ne pagò il fio perché i briganti lo trassero con loro e presero a punzecchiargli ripetutamente la lingua che finirono con strappargliela, ed indi lo uccisero a colpi di stilo".

1865 - "Nell'anno seguente ritornò nel Cicolano, oltre alle due solite bande, [Orfei e Colaiuta] anche quella del Viola, e con audacia si ridette principio alle gesta brigantesche. Al 15 di agosto tutte e tre riunite piombarono sul Campolano, mentre quasi l'intera popolazione di quel villaggio trovavasi raccolta in chiesa. Il Viola e un altro entrarono in essa, ed imposto alla terrorizzata popolazione di non muoversi andarono diritti dove si trovava il Sig. Luigi Gregori e gli imposero di andar con loro. Appena fuori di chiesa, gli legarono le mani e con un colpo di fucile chiamarono a raccolta tutti gli altri compagni. Mentre il Gregori era col Viola lo pregò sommessamente di farlo rilasciar libero, promettendogli in ricompensa una buona somma di denaro; ma sdegnosamente gli rispose che voleva non il suo denaro, sì bene la sua vita. A quella terribile risposta il Gregori cercò scampo nella fuga; ma dopo breve tratto caduto a terra venne raggiunto e tartassato col calcio dei fucili, da riportarne la frattura di due costole e una larga ferita sul capo.

Negli undici giorni che lo ritennero tra i folti faggeti delle montagne di Fiamignano, solo il Viola era quegli che lo minacciava sempre di morte. Lo lasciarono libero appena che furono ad essi consegnate settemila lire pel riscatto." "Verso la metà di ottobre dello stesso anno la banda dell'Orfei sequestrò ai pressi di Collegiudeo D. Eugenio Martelli parroco di S. Paolo di Radicaro mentre, in un giorno festivo, si recava da Fiamignano a celebrar la messa nella sua parrocchia. Appena preso, lo condussero ne' boschi vicini a S. Ippolito ed a notte lo trasportarono sulla montagna dell'Aquilente. Lo ritennero per due giorni ed il suo riscatto fu ottenuto mediante lo sborso di lire tremila e quattrocento".

1866 - "Nel 1866 la banda di Domenicantonio Orfei si componeva di quattordici individui, quasi tutti disertori e renitenti di leva. Ritornarono in questi nostri luoghi ai primi di giugno e ne diedero l'annuncio con l'uccisione di Emilio De Sanctis di Collaralli che si era ricusato di restituire una certa somma di denaro ed alcuni fucili che aveva rinvenuti in una grotta delle balze di Macchiatimone, dove essi li avevano nascosti nell'anno precedente. Di nottetempo l'assalirono nella propria abitazione e, mentre tentava di fuggire, lo uccisero con un colpo di fucile. Risaputosi la loro presenza in questi nostri luoghi, un tal Angelo Alvisini di Fagge, renitente di leva militare, si presentò ad essi acciocchè lo accogliessero nella loro compagnia; gli risposero che prima doveva rendersene meritevole, dando qualche prova di coraggio, e gli proposero di uccudere due determinate persone, su cui pesava la loro vendetta.

Trovò costui ma uccise un tal Paolo Alvisini suo cugino a cui poi recise ambedue gli orecchi. Con essi in mano si ripresentò a costoro che si aggiravano nella montagna di Rocca Odorisio, ed alla loro presenza si pose ad addentarli per ostentare il suo brutale coraggio. Ma i briganti avendo ravvisato che quegli orecchi erano di un giovinetto e non di una persona adulta gli si fecero tutti intorno e gl'imposero di dire il nome dell'ucciso; invaso egli da gravissimo timore, non punto ardiva di svelarlo; ma alla fine vi fu indotto.

A quella rivelazione tutti, compresi da grandissimo orrore, lo presero a rompagnare perché avesse tolta la vita ad un povero innocente, ed Oreste Angelini gli sparò un colpo di pistola". "La sera dei ventidue dello stesso mese, mentre l'intera banda trovavasi in un procoio di pecorai nella montagna di Cornino, giunse in esso un tal Girolamo Valentini di S. Martino di Petrella Salto, guardia campestre e che dai briganti era odiato a morte, e perché ritenuto spia del governo e perché più volte si era vantato che avrebbe voluto guadagnarsi una medaglia al valor militare con l'uccisione o con la cattura di qualcuno di essi. Lo presero immediatamente, e dopo di averlo in più modi seviziato, lo condussero sulle cime di Cornino, ora a forza di spintoni ed ora trascinandolo ed ivi lo uccisero a colpi di pugnale. Il cadavere che rimase su quel posto, fu rinvenuto alcuni giorni dopo sbranato da cani" .

La resa - "Il Sig. Edoardo Felsani, delegato provinciale residente all'Aquila, desideroso di purgar la provincia dai numerosi briganti che ancora la infestavano, verso la fine dell'anzidetto agosto, si recò a Fiamignano col disegno d'introdurre l'intera banda dell'Orfei a costituirsi spontaneamente alla giustizia richiese ed ottenne la cooperazione del Sig. Francesco Mozzetti e di Bernardino Angelini padre del bandito Oreste. E questi fu appunto quegli che, riuscì ad ottenere da essi una lettera con cui chiedevano al Felsani un convegno e gli fissavano il giorno ed il luogo opportuno. Aderì al loro invito l'intrepido delegato i banditi si mostrarono abbastanza propensi a costituirsi spontaneamente alla giustizia; ma, prima di dare un tal passo, era loro desiderio di conoscere le condizioni con cui il governo li avrebbe ricevuti. Il Felsani allora inviò una sua lettera al prefetto della provincia ed avutone in risposta che esse erano: salvezza della vita; riduzione di un quarto di qualunque pena e domanda di grazia al re e che dai briganti furono accettate fermi nella promessa fatta, nel giorno e nel luogo indicati, si affidarono al Felsani si raccolsero a Fiamignano e col Felsani s'incamminarono alla volta dell'Aquila per la via della montagna di Rascino.

A Rocca di Corno trovaron presenti diverse carrozze e saliti su di esse giunsero all'Aquila; si diressero al palazzo della Prefettura, dove furono ricevuti dal prefetto istesso. La mattina seguente vennero condotti nelle carceri giudiziarie, tranne l'Orfei, l'Angelini ed il Benedetti, ai quali fu concessa una proroga nel salvacondotto, onde procurassero d'indurre il Colaiuta a presentarsi con l'intera sua banda. Furon tutti sottoposti a giudizio penale e con sentenza della Corte di Assise dell'Aquila dei 22 giugno dell'anno seguente (1867), vennero condannati ai lavori forzati a vita. Qualche giorno dopo della riportata condanna, avanzarono domanda di grazia al re, il quale, con decreto del 7 luglio dello stesso anno, commutava a tutti la pena e la riduceva. Nello stesso anno Bernardino Viola fu arrestato a Tolone dalla polizia francese e riconsegnato al governo pontificio, che lo ritenne in carcere, senza sottoporlo a giudizio penale, fino alla occupazione di Roma da parte delle armi italiane. Ricondotto nelle carceri giudiziarie dell'Aquila, dalla Corte di Assise di quella città fu condannato ai lavori forzati a vita.

E così il Cicolano si sarebbe potuto reputar libero dalle gravissime molestie ed afflizioni del brigantaggio, se la banda del Colaiuta non avesse di tanto in tanto proseguito ad infestarlo. Ma anche questa non tardò molto a rimaner disfatta, perché due renitenti alla leva che ad essa appartenevano, convinti dalle esortazioni del Felsani, si erano consegnati e gli altri finirono col separarsi. Il Colaiuta, nella primavera dell'anno seguente, venne ucciso a bruciapelo da un'audace guardia forestale. In tal modo si estingueva il funestissimo brigantaggio, che per sette lunghi anni, aveva tenuti in continue molestie tutti gli onesti e pacifici abitatori di questa nostra regione causando direttamente danni gravissimi provocando un considerevole ristagno nel commercio ed un rallentamento nell'agricoltura e nella pastorizia; perché nessuno, per poco facoltoso, poteva uscir fuori dall'abitato senza correre il rischio di cader nelle mani dei briganti e di subirne le ben note conseguenze".

aguas
08-06-06, 22:22
http://gguzzardi.interfree.it/briganti.htm

aguas
08-06-06, 22:25
http://www.villerose.net/storia_del_cicolano.htm


Nel periodo napoleonico il Cicoloano resta ancora nel Regno Napoletano e le circostrizioni amministrative sono ridotte per numero e si delineano i quattro comuni che vivono ancora. Petrella di Cicoli , Pescorocchiano, Borgocollefegato ( Borgorose ) e Mercato ( comprendente Fiamignano attuale capoluogo del comune) e con la restaurazione fa parte del secondo Abruzzo Ulteriore del distretto di Cittaducale.

Nel settembre del 1860 i quattro comuni aderiscono al Regno d' Italia, ma nell'ottobre si ha una sollevazione generale di tutti coloro che auspicano il ritorno dei Borbonici. Sembrava un fuoco di paglia ma in realtà dovette intervenire l'esercito regio e la guardia nazionale di città vicine per poter ristabilire l'ordine. Solo nell'estate dell'anno successivo fu placata la sommossa, ma restarono odii e vendette che alimentarono il triste fenomeno del brigantaggio che per circa un decennio continuerà ad insanguinare il Cicolano.

aguas
08-06-06, 22:32
http://www.concapeligna.it/PARLIAMO%20DI/briganti/home.htm

Cenomane
11-06-06, 21:53
?

Berardo (POL)
13-07-06, 22:51
Cmq approfondendo il dilemma emergono differenze anche a seconda della posizione geografica....vastesi, lancianesi, tutto il basso teatino e buona parte dell'aquilano si ritengono meridlionali...mentre gia' a teramo e provincia vi e' maggior attaccamento al centro e si dice che da pescara in giu' inizia "Terronia"...

In conclusione nello stabilire se l'Abruzzo e' sud o centro si rischia di cadere nella pura retorica....ripeto...cio' che conta e' la mentalita' di ciascun abruzzese...conscio di abitare in una "terra di frontiera"...

Questo ragionamento io l'avevo già sentito, ma a proposito delle Marche! Lì io ho sentito certi di verso Pesaro o giù di lì che dicevano che non so, pressapoco da verso Civitanova Marche, comunque penso di avere reso l'idea, iniziano a essere sud perché dicono che l'Ascolano, il Fermano o non so tendono all'Abruzzo. E se vogliamo essere pignoli penso che anche uno del Molise può dire che la parte nord è più centro perchè tende verso l'Abruzzo e la parte sud è meridione perché tende verso la Puglia. Allora sono tutti regione di frontiera? Eppure io l'Abruzzo come regione di frontiera non ce la vedo proprio, come si fa a vedere come regione di frontiera il cuore dell'Italia? Casomai Trieste è regione di frontiera, lì possiamo dire tante cose. L'Abruzzo è una regione intera. Io non ho mai pensato di spezzettarla. Sì anche io ho detto che ci sono territori che tendono verso una parte o verso un'altra, avevo detto che una parte tendeva al sud, ma solo Vasto, Lanciano non mi sembra, ma tendere non significa essere. La zona in cui c'è Oricola, Tagliacozzo, Carsoli dicono che parla un dialetto classificabile come Laziale e non Abruzzese e che è un appendice di Lazio in Abruzzo. Poi non capisco perché proprio Pescara deve essere il punto. La Provincia di Pescara io ce l'ho a 8 km e ci confino, la Provincia di Pescara fu inventata nel 1927 e noi non ci entrammo per un soffio; ci sentiamo più legati a molti comuni del Pescarese che a diversi comuni del Teramano che si trovano nella parte in sù ... se fossimo stati con la Provincia di Pescara? Se ti riferisci al fiume, beh! Allora anche la città stessa sarebbe spaccata. Poi ci sono persone di Vasto che dicono che l'Abruzzo è il Centro e persone di Teramo che dicono che si sentono del Sud. In ogni modo per me è importante che gli Abruzzesi dicano cosa si sentono e non siano gli altri a scegliere dall'alto che cosa noi dobbiamo o non dobbiamo essere; pensa che un tempo, post Unità d'Italia fino agli anni diciamo '60 e '70, per le condizioni economiche quasi ci escludevano dal Centro e ci mettevano nel Sud quasi per allontanarci, poi, quando il nostro sviluppo lo abbiamo avuto, hanno cominciato a considerarci del Centro alla pari delle altre regioni del Centro e in certi ambiti ci dicono che siamo Centro e in altri che siamo Sud; io postai questo messaggio dopo che avevo letto un sondaggio che diceva che gli Abruzzesi nella maggioranza dicevano di essere Centro ma dimenticavano la loro storia. Tuttavia come il Lazio e il Molise non sarà Centro-Nord a differenza della Toscana, dell'Umbria e della Marche ma sarà Centro-Sud, ma sempre Centro. Per me Sud proprio Sud non ci è nemmeno il Molise, che inizia a essere il Sud, ma non è Sud proprio Sud, il Sud proprio Sud è al di sotto del Molise.

dies irae (POL)
16-07-06, 18:22
Non si puo' stabilire con precisione se apparteniamo al Centro o al Sud....dipende da convinzioni personali....

Su questo punto nella popolazione abruzzese vi e' una grande divergenza di pensiero...e dunque credo opportuna la formula sintetizzante "clausola di frontiera"...

Berardo (POL)
19-07-06, 00:19
L'Abruzzo è sicuramente una regione meridionale. Per più di un millennio è stata una realtà politicamente unificata al resto del meridione. Culturalmente l'Abruzzo è sicuramente meridionale ed, oltretutto, la cultura abruzzese-molisana è un tutt'uno. E' meridionale nel dialetto, nelle tradizioni, nei costumi tardizionali, nelle feste popolari, nella musica popolare, nella cucina ecc.

E' vero che il Regno delle Due Sicile si estendeva anche nell'odierna provincia di Rieti, fino alla Valle del Salto, nella parte meridionale delle provincie di Latina (oltre Gaeta e Sperlonga, fino a Monte San Biagio) e Frosinone (fin quasi al capoluogo). E difatti queste parti del Lazio meridionali sono culturalmente meridionali. Lo è il dialetto ciociaro-cassinate e quello gaetano, lo sono la cucina e le tradizioni.

Sicuramente meridionale io non direi perché sennò non staremo qui a parlarne. Poi Adriano IV cedette l'Abruzzo ai Normanni solo nel XII secolo, che tuttavia prese il possesso solo del Molise, perché l'Abruzzo solo con gli Svevi si unì definitivamente al resto dell'ex Regno dei Normanni, poi di Napoli, poi delle Due Sicilie, quindi facendo i calcoli, oggi siamo nel XXI secolo, allora era il XII secolo, l'Unità d'Italia c'è stata nel XIX secolo, viene 6 secoli, che non sono più di un millennio. Poi il mondo non esiste mica da 1000 anni, tutto il tempo precedente? Poi i Baschi, per esempio, sono da oltre 1000 anni veramente uniti alla Spagna, ma non mi risulta che etnicamente siano spagnoli. Se vogliamo in Italia c'è l'Alto Adige che fa parte dell'Italia, ma è proprio Italia? L'Abruzzo stava nel Regno delle Due Sicilie alla stessa maniera di come l'Alto Adige oggi sta in Italia, per essere pignoli per quel caso storico sopra citato. Poi se facciamo questo ragionamento dobbiamo considerare Benevento e Pontecorvo come centrali per il fatto che erano enclavi dello Stato Ponticio all'interno del Regno delle Due Sicilie. La cultura abruzzese e quella molisana sono affini, non sono un tuttuno, beh! Ma anche la cultura dell'Ascolano, del Fermano e di parte della Provincia di Macerata è affine a quella di buona parte dell'Abruzzo, quindi dobbiamo considerare un tuttuno anche la cultura della parte sud delle Marche, così come il Ternano e la parte Sud della Provincia di Perugia, e il Reatino che hanno una cultura affine con quella di buona parte della Provincia di L'Aquila; forse la cultura della parte sud dell'Abruzzo, quella del Vastese per intenderci, è un tuttuno con quella molisana, ma io non considero sud nemmeno il Molise perché per me il Molise inizia a essere Sud, ma Sud proprio Sud è al di sotto del Molise, non in Molise. Il dialetto abruzzese, forse meglio dire i dialetti, è di transizione, non meridionale, come lo sono anche il dialetto dell'Ascolano e del Fermano; forse tu avrai visto qualche sussidiario delle Elementari, ma sono da lasciare perdere perché io ho visto diversi che dicevano ognuno cose differenti, uno diceva che i dialetti abruzzesi erano meridionali, uno che diceva che erano in parte centrali e in parte meridionali, uno che diceva giustamente di transizione e se li vogliamo vedere tutti non si arriva da nessuna parte. Qualcuno mi disse: "Il dialetto abruzzese somiglia a quello napoletano". A me sembra che il dialetto abruzzese somiglia a tutti quanti i dialetti tranne che a quello napoletano. Se vogliamo trovare un dialetto che gli somiglia tra quelli meridionali c'è quello Pugliese, quello sì che gli somiglia, anche abbastanza, ma somiglia anche al dialetto marchigiano ... e un po', anche se solo in qualche parola perché qui la somiglianza si allontana, a quello romagnolo ... la parola "Amarcord" significa "Ricordo", "io mi ricordo" e quando uscì il bellissimo film "Amarcord" di Federico Fellini tutti quanti credevano che era una parola straniera ma noi lo sapevamo perché io mi ricordo si dice "je m'arcord", oppure "a mo s'arcord", la suddivisione dei dialetti dell'Italia non è solo Nord - Sud ma anche Adriatici - Tirrenici; poi la zona di Tagliacozzo, Carsoli, Oricola parla un dialetto classificabile come Laziale e non Abruzzese, che cosa dobbiamo fare con lì, considerarla come centrale a differenza del resto della regione? Forse nelle tradizioni ti posso aiutare un po', lì c'è somiglianza, ma se vai in certi paesi delle Marche del Sud, del Lazio, dell'Umbria del Sud ci sono anche lì somiglianze con le tradizioni. Lo stesso vale con la cucina. Guardando tutte queste cose mi sembra più Centro che Sud. Tuttalpiù per conciliare le due cose possiamo dire centro - meridionale, insieme al Lazio e al Molise, differenziando così la Toscana, l'Umbria e le Marche che non sono il Centro - Sud ma sono il Centro - Nord.

Berardo (POL)
19-07-06, 00:41
Non si puo' stabilire con precisione se apparteniamo al Centro o al Sud....dipende da convinzioni personali....

Su questo punto nella popolazione abruzzese vi e' una grande divergenza di pensiero...e dunque credo opportuna la formula sintetizzante "clausola di frontiera"...

Sul fatto che sono gli Abruzzesi a dovere scegliere io sono d'accordo con te, infatti io postai questo messaggio quando avevo letto su un giornale "... gli Abruzzesi dimenticano la loro storia" perché non devono essere mica gli altri a dirci cosa dobbiamo essere. Che fa noi non siamo in grado di darci una definizione arbitrariamente?

a_larosa
07-03-08, 17:36
Sicuramente meridionale io non direi perché sennò non staremo qui a parlarne. Poi Adriano IV cedette l'Abruzzo ai Normanni solo nel XII secolo, che tuttavia prese il possesso solo del Molise, perché l'Abruzzo solo con gli Svevi si unì definitivamente al resto dell'ex Regno dei Normanni, poi di Napoli, poi delle Due Sicilie, quindi facendo i calcoli, oggi siamo nel XXI secolo, allora era il XII secolo, l'Unità d'Italia c'è stata nel XIX secolo, viene 6 secoli, che non sono più di un millennio. Poi il mondo non esiste mica da 1000 anni, tutto il tempo precedente? Poi i Baschi, per esempio, sono da oltre 1000 anni veramente uniti alla Spagna, ma non mi risulta che etnicamente siano spagnoli. Se vogliamo in Italia c'è l'Alto Adige che fa parte dell'Italia, ma è proprio Italia? L'Abruzzo stava nel Regno delle Due Sicilie alla stessa maniera di come l'Alto Adige oggi sta in Italia, per essere pignoli per quel caso storico sopra citato. Poi se facciamo questo ragionamento dobbiamo considerare Benevento e Pontecorvo come centrali per il fatto che erano enclavi dello Stato Ponticio all'interno del Regno delle Due Sicilie. La cultura abruzzese e quella molisana sono affini, non sono un tuttuno, beh! Ma anche la cultura dell'Ascolano, del Fermano e di parte della Provincia di Macerata è affine a quella di buona parte dell'Abruzzo, quindi dobbiamo considerare un tuttuno anche la cultura della parte sud delle Marche, così come il Ternano e la parte Sud della Provincia di Perugia, e il Reatino che hanno una cultura affine con quella di buona parte della Provincia di L'Aquila; forse la cultura della parte sud dell'Abruzzo, quella del Vastese per intenderci, è un tuttuno con quella molisana, ma io non considero sud nemmeno il Molise perché per me il Molise inizia a essere Sud, ma Sud proprio Sud è al di sotto del Molise, non in Molise. Il dialetto abruzzese, forse meglio dire i dialetti, è di transizione, non meridionale, come lo sono anche il dialetto dell'Ascolano e del Fermano; forse tu avrai visto qualche sussidiario delle Elementari, ma sono da lasciare perdere perché io ho visto diversi che dicevano ognuno cose differenti, uno diceva che i dialetti abruzzesi erano meridionali, uno che diceva che erano in parte centrali e in parte meridionali, uno che diceva giustamente di transizione e se li vogliamo vedere tutti non si arriva da nessuna parte. Qualcuno mi disse: "Il dialetto abruzzese somiglia a quello napoletano". A me sembra che il dialetto abruzzese somiglia a tutti quanti i dialetti tranne che a quello napoletano. Se vogliamo trovare un dialetto che gli somiglia tra quelli meridionali c'è quello Pugliese, quello sì che gli somiglia, anche abbastanza, ma somiglia anche al dialetto marchigiano ... e un po', anche se solo in qualche parola perché qui la somiglianza si allontana, a quello romagnolo ... la parola "Amarcord" significa "Ricordo", "io mi ricordo" e quando uscì il bellissimo film "Amarcord" di Federico Fellini tutti quanti credevano che era una parola straniera ma noi lo sapevamo perché io mi ricordo si dice "je m'arcord", oppure "a mo s'arcord", la suddivisione dei dialetti dell'Italia non è solo Nord - Sud ma anche Adriatici - Tirrenici; poi la zona di Tagliacozzo, Carsoli, Oricola parla un dialetto classificabile come Laziale e non Abruzzese, che cosa dobbiamo fare con lì, considerarla come centrale a differenza del resto della regione? Forse nelle tradizioni ti posso aiutare un po', lì c'è somiglianza, ma se vai in certi paesi delle Marche del Sud, del Lazio, dell'Umbria del Sud ci sono anche lì somiglianze con le tradizioni. Lo stesso vale con la cucina. Guardando tutte queste cose mi sembra più Centro che Sud. Tuttalpiù per conciliare le due cose possiamo dire centro - meridionale, insieme al Lazio e al Molise, differenziando così la Toscana, l'Umbria e le Marche che non sono il Centro - Sud ma sono il Centro - Nord.

scusa bera' ma che dici???? L' Abruzzo non stava affatto alle Duesicilie come l' Alto adige sta oggi all' Italia, tant' e' che la piu' forte opposizione all' unificazione d'Italia venne proprio dall' Abruzzo e dalla Basilicata, cio' dimostra chiaramente come pensavano e sentivano le nostre genti
aggiungi che l'ultima fortezza borbonica a cedere fu Civitella del Tronto a due passi da Teramo, quando il re se ne era gia' andato via da Gaeta e stava a Roma
tu scusa come dici ragazzo? uaglione! non ti pare molto simile al napoletan0? prova a parlare in dialetto e poi chiedi a un fiorentino di indovinare da dove vieni, pensi che ti risponda che sei veneto, lombardo emiliano?
Dai, non diciamo scemenze!

Alvise (POL)
19-03-08, 01:13
Oltre alla storia (che non ci siamo scelti noi e che ci ha portato ad essere la regione più povera, arretrata e chiusa nell'Italia del 1861) e un pò anche a certe parlate dialettali (ma sicuramente meno marcate e distinguibili dal resto dei dialetti meridionali) non mi vengono in mente altre ragioni per considerarci meridionali. Nè per ragioni socio-economiche, nè per collocazione geografica, nè per usi e costumi, nè per presenza di associazioni mafiose.
Di certo non siamo nemmeno centrali se per centrali s'intende toscani, marchigiani del nord e umbri.
Siamo fieramente abruzzesi, se bisogna x forza scegliere Centro Italia.

Berardo (POL)
01-04-08, 00:24
Veramente per dire ragazzo io dico bardasce, lu bardasce ... uaglione mi sembra più una cosa detta in esclamazioni, e per dire bambino io dico lu cetele. Io comunque non ho detto che non ha niente in comune con parlate meridionali ma io ho detto che i dialetti abruzzesi sono dialetti di transizione. I dialetti abruzzesi somigliano a quello pugliese e a quello marchigiano, sono un miscuglio tra i due. I dialetti lombardi, veneti, emiliani io non li ho nominati per niente, quelli non c'entrano con il nostro discorso, rimaniamo fino alla Romagna e non andiamo oltre, quelli sono tutti un'altra cosa. Io ho detto che la nostra è una regione adriatica e io ho citato l'esempio della parola amarcord non per volere per forza che si somiglia al dialetto romagnolo ma per dire che qualcosa in comune ci può essere pure essendo diversi i dialetti. Anche nel dialetto napoletano ci può essere qualcosa in comune ma ciò non significa che i dialetti debbano essere simili e infatti il dialetto napoletano mi sembra che in sè non ci si somiglia per niente al di fuori di qualcosa. Quando gli Abruzzesi si muovevano andavano, per la transumanza sopratutto, in Molise e in Puglia oppure nelle Marche e io ho detto che i dialetti abruzzesi sono dialetti di transizione che somigliano un po' ai dialetti pugliesi un po' ai dialetti marchigiani quindi sono dialetti di transizione tra meridionali e centrali. Riguardo ai dialetti napoletani, già ci volevano tempo per andare a Roma, dovendo passare le montagne del Gran Sasso o comunque dell'Appennino Abruzzese, sopratutto quando nevicava, figuriamoci per fare 180 km in più e considerando che da diverse parti dell'Abruzzo si doveva entrare prima nello Stato Pontificio poi si doveva tornare nel Regno delle Due Sicilie per andare a Napoli, quindi essendo minori i contatti con Napoli penso che il dialetto napoletano non si somiglia ai dialetti abruzzesi. Io penso che al dialetto napoletano gli si somigliano di più parlate di territori della Provincia di Frosinone e della Provincia di Latina che a quei tempi alcune erano Stato Pontificio che avevano più contatti con Napoli. Quando io ho detto che l'Abruzzo ci stava come l'Alto Adige oggi sta all'Italia, io non avevo detto che aveva una certa autonomia o trattenuta fiscale abbondante o bilinguismo ma che era un territorio di periferia che i fatti che riguardavano il Regno delle Due Sicilie li viveva da periferia, visto che allora la gente non si muoveva molto e l'Abruzzo era abbastanza isolato. La resistenza della fortezza a Civitella del Tronto non so se quelli che ci avevano partecipato erano per di più i soldati della fortezza ma comunque penso che era per difendere il territorio perché non si sapeva che cosa stava succedendo, si vedevano dei soldati che venivano, io ho visto un film in cui alcuni frati si credevano che sarebbero stati annessi alla Francia i territori conquistati e temevano per le conseguenze dell'ideale più che laico antireligioso che i Francesi portavano.

giovann
28-04-08, 19:31
Il dialetto di quasi tutto l'abruzzo fa parte della famiglia meridionale. Le tradizioni sono simili a quelle delle altre popolazioni meridionali, ogni zona ha la sua che somiglia alle altre. Dalla provincia di Teramo in giù iniziava il regno delle DUE SICILIE. Il brigantaggio da noi ha avuto un ruolo piuttosto rilevante. Civitella Del Tronto per ultima si è arresa ai Piemontesi che l'hanno messo in culo a noi che stavamo sotto i Borboni. Dal punto di vista geografico-climatico ogni regione d'Italia ha le sue peculiarità, ma era l'esser parte di uno stesso regno ha contribuito allo sviluppo similare di tutto il centro-sud. Intendendo per centro noi, il Molise e il basso Lazio. Poi tra noi e il Molise di differenze non ne vedo proprio...lo stesso riguardo la provincia di Ascoli Piceno. Il regno del papa era davvero vicino e di sicuro in qualche maniera ne abbiamo risentito però oltre a questo... Il maggior sviluppo economico che c'è stato in seguito non vuol dire nulla per quanto riguarda la collocazione storica.