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hidetoshi777
14-10-09, 13:40
Oltre un miliardo soffre la fame è il livello più alto dal 1970 - esteri - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/esteri/rapporto-fao/rapporto-fao/rapporto-fao.html)

Rapporto Fao e Pam, superata la soglia: +9% nell'anno in corso
Aumento del 15,4% nei Paesi ricchi. Ma in testa resta l'Asia-Pacifico
Oltre un miliardo soffre la fame
è il livello più alto dal 1970

Oltre un miliardo soffre la fame è il livello più alto dal 1970
ROMA - La crisi economica fa crescere anche la fame nel modo. Per effetto della tempesta finanziaria che non ha risparmiato nessun mercato, le persone che soffrono la fame sono aumentate del 9% nell'anno in corso, arrivando alla vetta di 1,02 miliardi. E' quanto si legge nel rapporto pubblicato oggi dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione e dal Pam, il Programma alimentare mondiale. E' la prima volta che accade dal 1970. Nel vertice per la sicurezza alimentare di due anni fa, i capi di Stato e di governo avevano confermato l'obiettivo assunto con la Dichiarazione del Millennio di dimezzare il numero di chi ha fame entro il 2015. Oggi l'obiettivo è definitivamente archiviato.

In difficoltà i Paesi ricchi. E' nei nei Paesi ricchi che si registra un aumento degli affamati del 15,4% rispetto allo scorso anno. E' il principale risultato contenuto nell'edizione 2009 dello Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (Sofi 2009), diffuso oggi alla vigilia della Giornata mondiale dell'alimentazione. Il rapporto evidenzia che, in percentuale, è nei Paesi ricchi che aumenta di più la percentuale delle persone sottoalimentate: un aumento del 15,4%. E' di 15 milioni la quota assoluta di persone che hanno fame.

Le aree geografiche. Il record negativo di insicurezza alimentare lo mantiene la regione Asia-Pacifico, con 642 milioni di persone (+10,5%), seguita dall'Africa Subsahariana con 265 milioni (+11,8%), dall'America Latina con 53 milioni (+12,8%) e infine dal Nord ed est Africa con 42 milioni (+13,5%).

"100 milioni di persone in più". "Rispetto allo scorso anno oltre 100 milioni di donne, uomini e bambini in più, un sesto di tutta l'umanità hanno fame nel 2009 - scrivono nell'introduzione del rapporto il direttore generale della Fao, Jacques Diouf e la direttrice esecutiva del Pam Josette Sheeran - la crisi del 2006-2008 nei prezzi delle materie prime alimentari ha escluso dalla portata del reddito di queste persone tutti gli alimenti di base, e alla fine del 2008 i ribassi erano in media ancora del 17% più alti di due anni prima della crisi. Questo ha costretto molte famiglie povere a scegliere tra cure sanitarie, scuola o cibo".

Il crollo degli aiuti nei Paesi più poveri. La Fao, su dati elaborati dal Fondo monetario internazionale, stima che nel 2009 i 71 Paesi più poveri del mondo sperimenteranno una caduta degli aiuti assoluta del 25% rispetto al 2008, che terrà i fondi sempre al di sopra del livello del 2007 ma costituirà comunque un problema per gli interventi sul campo.

L'appello al prossimo vertice. Il nuovo vertice per la sicurezza alimentare è previsto a Roma dal 16 al 18 novembre prossimi. Chiaro il messaggio lanciato a capi di Stato e di governo. Serve un intervento d'emergenza, con voucher alimentari, aiuti e reti di sicurezza e welfare immediato e, a medio termine, un vero programma di sostegno all'agricoltura contadina. "In passato, nei periodi di crisi, si è sempre assistito a una riduzione degli interventi pubblici a sostegno dell'agricoltura. Ma l'unico strumento efficace per vincere la povertà - avvertono i due responsabili delle Nazioni Unite - è un settore agricolo in piena salute". Il richiamo che Diouf lancia nell'introduzione del rapporto è al Joint Statement on Global Food Security (''L'Aquila Food Security Initiative'') lanciato dal G8 della scorsa estate, come testimonianza di un impegno istituzionale a sostenere lo sviluppo agricolo che sulla carta è stato rinnovato. Le preoccupazioni tra impegni ed erogazioni, però, rimangono evidentemente tutte sul tappeto.

hidetoshi777
14-10-09, 13:41
FAO: Coldiretti, aumenta la fame nonostante prezzi grano dimezzati

(Teleborsa) - Roma, 14 ott - L'aumento della fame nel mondo avviene nonostante si sia verificato un drastico calo dei prezzi dei prodotti agricoli, con le quotazioni internazionali che sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel (0,37 dollari al chilo) del 2008 a poco più di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo), perché per effetto della speculazione i prezzi dei prodotti alimentari derivati come pane e pasta hanno continuato ad aumentare nei paesi ricchi ed in quelli poveri. E' quanto denuncia la Coldiretti nel commentare il rapporto pubblicato dalla Fao dal quale emerge che gli affamati sono cresciuti del 9% nell'anno in corso, arrivando alla vetta di 1,02 miliardi, il livello piu' alto dal 1970 e che sarà oggetto di analisi al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, a Villa d'Este a Cernobbio, sul lago di Como, dal 16 al 17 ottobre.
Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola che sono al minimo da venti anni, per le principali materie prime come latte e cereali, rimangono alti - denuncia la Coldiretti - i prezzi al consumo che rendono ancora piu' difficile la sopravvivenza del miliardo di affamati. Lo dimostra il fatto che l'andamento dei prezzi al consumo in 58 Paesi in via di sviluppo ha evidenziato che nell'80 per cento dei casi i prezzi sono piu' alti dello scorso anno.
L'emergenza alimentare - sostiene la Coldiretti - non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perche' questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e, con la chiusura delle imprese, destrutturano il sistema che non è piu' in grado di riprendersi anche in condizioni positive. Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e - precisa Coldiretti - occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero.
Alle agricolture di tutto il mondo - conclude Coldiretti - devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori perché negare tutto ciò è più distorsivo di qualsiasi aiuto di stato.

hidetoshi777
14-10-09, 13:42
La Fao: serve il doppio del cibo
L'Africa è il Continente della Fame. Nel Congo il 76% della popolazione è denutrito, nel Lesotho la metà dei bambini non mangia

Un miliardo di persone affamate, nel 2050 potrebbero triplicare
Le Ong: “Battaglia che può essere vinta, fate come in Brasile”
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Un miliardo di persone su questo pianeta hanno fame. Quasi un terzo dei bambini cresce senza cibo sufficiente. La Fao chiede un aumento della produzione di cibo del 70% di qui al 2050. Un incubo - questa è la sorpresa, insieme positiva e sconvolgente - che potrebbe essere facilmente cancellato dalla faccia della Terra. Basterebbe seguire le politiche seguite da Paesi come il Brasile e la Cina, oppure come il Ghana il Vietnam e il Malawi.

Paesi differenti, visto che abbiamo citato insieme nuove potenze mondiali in crescita impetuosa ma anche Paesi africani poverissimi. Sono i Paesi che troviamo in testa alla classifica stilata dalla Ong ActionAid International, che alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (programmata per il 16 ottobre) ha studiato cosa stanno veramente facendo 51 governi (29 di Paesi in via di sviluppo, 22 di Stati ricchi) per combattere concretamente la fame.

E scopriamo così che per dare cibo alla propria gente servono scelte politiche mirate e razionali, e non chiacchiere basate sull’ideologia: lo dimostra il buon risultato dell’Uganda, per esempio, e il trionfo (l’ennesimo) del Brasile di Lula. Mentre in fondo alla triste classifica troviamo una potenza emergente come l’India della grande crescita economica e delle decine di milioni di poveri. Stati che hanno la Bomba come il Pakistan, che fanno peggio della disastrata Cambogia o del Guatemala.

E sul versante opposto, scopriamo che tra i Paesi ricchi l’Italia fa una pessima figura: riduce l’ammontare degli aiuti e la loro efficacia e si classifica soltanto al quattordicesimo posto. Lontanissima dalla Francia, dalla Spagna e dai virtuosi Paesi scandinavi. Insomma, se si volesse, la fame non ci sarebbe più.

L’indagine di ActionAid - che ha utilizzato una sofisticata e ampia serie di indicatori per valutare le performances dei governi, ovviamente pesando nel modo giusto la realtà di Paesi «importanti» e in forte sviluppo come Cina, India, Brasile e Sud Africa - mostra con chiarezza che a fare la differenza sono «politiche statali coerenti e determinate», con aiuti consistenti diretti ai contadini più poveri e politiche sociali per i poveri, salvaguardando le produzioni rivolte al consumo interno rispetto a quelle per l’export, favorendo una più equa distribuzione delle terre.

E così il Brasile di Lula (che aveva sei anni fa lanciato il programma «Fome Zero») ha ridotto del 73% la malnutrizione infantile; la Cina ha portato ai minimi termini (9%) il numero degli affamati. Anche Paesi a basso o bassissimo reddito come il Ghana o il Malawi (in pochi anni diventato un Paese con grande eccedenze di produzione alimentare, e raccolti triplicati) ottengono grandi risultati, con governi stabili e politiche di investimento che toccano davvero i piccoli produttori.

Al contrario, la «ricca» India vede aumentare gli affamati di 30 milioni di persone, superata da Etiopia e Cambogia. E il grande Pakistan è al livello della tormentata Sierra Leone. Le cose andrebbero molto meglio se l’aiuto dalla parte ricca del mondo fosse più consistente e «stabile». Si continuano a firmare impegni per dimezzare la fame entro il 2015, ma finora l’unica cosa che si dimezzano sono i fondi per gli aiuti. E i danari promessi al G8 dell’Aquila sono rimasti tragicamente sulla carta. In questo quadro l’Italia è al quattordicesimo posto su 22, insieme alla Germania, anche se fa meglio di Giappone e Usa.

E per quanto riguarda gli aiuti allo sviluppo dopo i drastici tagli delle ultime Finanziarie il Belpaese mette a disposizione soltanto lo 0,15% del Pil, lontanissimo dallo 0,51% che dovremmo assicurare entro il 2010. «Siamo ai livelli minimi dal 1997 - accusa Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia -. Per rimettersi in carreggiata l’Italia deve rapidamente ripensare le scelte fatte dall’inizio della legislatura e aumentare le risorse destinate alla cooperazione».

La Fao: serve il doppio del cibo - LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200910articoli/48265girata.asp)

zulux
15-10-09, 00:07
...notevolissimo... credevo fosse un thread storico... invece può addirittura contribuire a configurare un aggiornamento della vecchia battaglia radicale....