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carlomartello
15-10-09, 11:31
Il declino della cristianità sotto l'Islam. Dalla jihad alla dhimmitudine


L’autrice, Bat Ye'or, nasce a Il Cairo, in Egitto, nel 1933. Spogliata della nazionalità egiziana, emigra nel Regno Unito che gli concede asilo come rifugiata apolide. Nel 1959 la Gran Bretagna le attribuisce la nazionalità britannica grazie al matrimonio. Tra il 1958 e 1960 lavora all'Instituto di archeologia dell'University College di Londra. Nell'ottobre 1960 si trasferisce in Svizzera quale docente di scienze sociali all'Accademia di Ginevra.
Bat Ye'or è una dei pionieri nello studio e nell’interpretazione dei dhimmi e del Jihad tanto che figura quale consulente di antiterrorismo internazionale. Oltre alle varie pubblicazioni, Bat Ye'or ha pronunciato discorsi davanti al Congresso degli Stati Uniti d'America ed alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

L’ultima opera, appena uscita, è intitolata “Il declino della cristianità sotto l'Islam. Dalla jihad alla dhimmitudine”, edita da Lindau, nella collana “I leoni”.

La conquista islamica è avvenuta all'insegna del jihad e della sharfa, la guerra santa contro i non musulmani e il diritto fondato sul Corano. Quando le popolazioni di religione cristiana, ebraica e zoroastriana che abitavano lungo le rive del Mediterraneo e negli sterminati territori dell'antica Persia vennero sottomesse dagli arabi (nei secoli VII e VIII) e dai turchi (circa quattro secoli dopo), divennero, nei loro stessi territori, dhimmi, privi di diritti e oggetto di una "protezione" (dhimma) che pagavano lautamente. Ma quali forze, secolo dopo secolo, prepararono e imposero la dhimmitudine, modellandosi su un progetto politico di lungo termine teso a sconfiggere le altre religioni? Come è possibile spiegare un'espansione dell'islam così rapida e una sua penetrazione così profonda in paesi tanto diversi tra di loro e spesso sede di culture antiche e profondamente radicate? Che cosa travolse e riplasmò società evolute e articolate, sotto il profilo politico, giuridico ed economico? E perché per lungo tempo la dhimmitudine è stata rimossa o negata nei paesi occidentali? Sulla scorta di una documentazione storica cospicua, Bat Ye'or dimostra che se la dhimmitudine è stata certamente la conseguenza delle conquiste militari, è però stata soprattutto il frutto della cooperazione (in alcuni casi fattiva e consapevole, in altri fondata su tragici malintesi) di élite civili e religiose altamente civilizzate e di maggioranze poco coese e per questo motivo incapaci di reagire.

Abruzzo Liberale - Il declino della cristianità sotto l'Islam. Dalla jihad alla dhimmitudine (http://www.abruzzoliberale.it/index.php?option=com_content&task=view&id=7890&Itemid=39)

http://img515.imageshack.us/img515/5060/vav8s8syha9t.jpg

Com'è possibile spiegare una espansione dell'Islam cosi rapida e una sua penetrazione cosi profonda in paesi tanto diversi tra di loro e spesso sede di culture antiche e profondamente radicate? La conquista islamica è avvenuta all’insegna del jihd e della shar’a, la guerra santa contro i non musulmani e il diritto fondato sul Corano. Quando le popolazioni di religione cristiana, ebraica e zoroastriana che abitavano lungo le rive del Mediterraneo e negli sterminati territori dell’antica Persia vennero sottomesse dagli arabi (nei secoli VII e VIII) e dai turchi (circa quattro secoli dopo), divennero, nei loro stessi territori, dhimmi, privi di diritti e oggetto di una «protezione» (dhimma) che pagavano lautamente. Ma quali forze, secolo dopo secolo, prepararono e imposero la dhimmitudine, modellandosi su un progetto politico di lungo termine teso a sconfiggere le altre religioni? Come è possibile spiegare un’espansione dell’islm così rapida e una sua penetrazione così profonda in paesi tanto diversi tra di loro e spesso sede di culture antiche e profondamente radicate? Che cosa travolse e riplasmò società evolute e articolate, sotto il profilo politico, giuridico ed economico? E perché per lungo tempo la dhimmitudine è stata rimossa o negata nei paesi occidentali che hanno spesso preferito esaltare la presunta tolleranza dell’islm?
Sulla scorta di una documentazione storica cospicua, ancora insufficientemente nota, Bat Ye’or dimostra che se la dhimmitudine è stata certamente la conseguenza delle conquiste militari, è però stata soprattutto il frutto della cooperazione (in alcuni casi fattiva e consapevole, in altri fondata su tragici malintesi) di élite civili e religiose altamente civilizzate e di maggioranze poco coese e per questo motivo incapaci di reagire. Mentre la ummh unificava il suo enorme potenziale militare, demografico ed economico, i popoli non musulmani si dividevano in nome di settarismi ideologici o all’insegna di un pragmatismo utilitaristico che li portarono prima a una resa culturale e poi all’estinzione. Inoltre i paesi dell’Occidente, quasi sempre ostili gli uni agli altri a causa dei contrapposti interessi strategici, hanno a lungo preferito ignorare (o hanno cercato di strumentalizzare) questo inquietante fenomeno storico.
Secondo Bat Ye’or la dhimmitudine è un motore decisivo della storia anche oggi. Di fronte a un islm che ha ripreso la sua guerra, lo studio del passato serve a capire il presente, smaschera verità di comodo e pone interrogativi di inquietante attualità: stiamo forse assistendo al progressivo assoggettamento dell’Europa?

Bat Ye’or, nata in Egitto e di nazionalità britannica, si è dedicata allo studio dello status delle comunità etnico-religiose nei paesi islamici, a cui ha dato un nome, «dhimmitudine». Tra i suoi numerosi saggi dedicati al rapporto tra l’islm e la cristianità, ricordiamo il fondamentale Eurabia. Come l’Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana, antisemita e Verso il califfato universale. Come l'Europa è diventata complice dell'espansionismo musulmano, editi entrambi da Lindau.

Il declino della cristianità sotto l'Islam. Dalla Jihad alla dhimmitudine - Ye'or Bat - Lindau Edizioni - LibreriadelSanto.it (http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788871808291/il-declino-della-cristianita-sotto-lislam-dalla-jihad-alla-dhimmitudine.html)


carlomartello

carlomartello
15-10-09, 11:33
Europa provincia dell´islam? Il pericolo si chiama dhimmitudine

Il filoislamismo del Vecchio Continente viene da lontano. Dalla particolare protezione applicata dai musulmani conquistatori ai "dhimmi" cristiani

di Sandro Magister




ROMA - Nel suo scritto sulla guerra in Iraq intitolato "La rabbia, l´orgoglio, e il dubbio" - pubblicato negli Stati Uniti e in Italia su "The Wall Street Journal" del 13 marzo e sul "Corriere della Sera" del giorno successivo - Oriana Fallaci sostiene una tesi che fa scandalo:

«L´Europa non è più l´Europa. È diventata una provincia dell´islam come la Spagna e il Portogallo ai tempi dei Mori. Ospita sedici milioni di immigrati musulmani [...]. Rigurgita di mullah, di ayatollah, di imam, di moschee, di turbanti, di barbe, di burqa, di chador, e guai a protestare. Nasconde migliaia di terroristi che i governi non riescono né a controllare né a identificare. Ergo la gente ha paura e sventolando la bandiera del pacifismo, pacifismo-uguale-antiamericanismo, si sente protetta».

Ma questa tesi non è nuova né isolata. È proposta pari pari da Enzo Bettiza, giornalista e saggista di rilievo, esperto in politica internazionale, in un capitolo del suo ultimo libro: "Viaggio nell´ignoto. Il mondo dopo l´11 settembre", edito da Mondadori nell´ottobre del 2002.

E soprattutto ha a suo sostegno gli studi di una storica dell´islam di riconosciuto valore: nome di penna Bat Ye´or, nata in Egitto, cittadina britannica, residente in Svizzera.

In una serie di saggi pubblicati in Francia e negli Stati Unit, Bat Ye´or ha ricostruito in termini nuovi rispetto agli schemi correnti la teoria e la pratica - dalle origini a oggi - della jihad islamica, o guerra santa, e soprattutto della "dhimmitudine": la condizione assegnata ai cristiani e agli ebrei dalla dottrina musulmana.

La parola araba "dhimmi" si traduce "protetti". Ed è quello che sostiene Oriana Fallaci: i cristiani d´Europa, col loro filoislamismo, cercano protezione. Anzi, vivono come già sentendosi dhimmi.

Enzo Bettiza aggiunge che questo sentimento di dhimmitudine è una trappola ideata dalle moderne élite islamiste per la conquista dell´Europa e del mondo. Una trappola che già funziona: molti europei, «volenti o nolenti, consapevoli o meno, già collaborano da tempo alla propria metamorfosi in dhimmi».

Bettiza cita un saggio pubblicato nel 2002 da Bat Ye´or sulla rivista di Parigi "Commentaire", fondata da discepoli di Raymond Aron. Il saggio ha per titolo: "Ebrei e cristiani sotto l´Islam. Dhimmitudine e marcionismo". In esso, l´autrice mostra come tredici secoli di protezione/sottomissione esercitata dai musulmani sulle popolazioni infedeli hanno lasciato una traccia profonda anche nel modo con cui l´Europa di oggi si rapporta all´islam.

Tra i «servigi» di questa «dhimmitudine occulta» dell´Europa c´è il lassismo nei confronti dell´immigrazione musulmana. C´è la tolleranza dei separatismi culturali sul proprio territorio. C´è la concessione di aiuti finanziari a governi ferocemente ostili all´Occidente. C´è il discredito dello Stato d´Israele. C´è la comprensione per il terrorismo palestinese e islamista. C´è lo scudo umano offerto dai frati francescani ai guerriglieri arabi rifugiati nella basilica di Betlemme. C´è il silenzio su secoli di jihad islamica rimpiazzato dall´autoflagellazione per le crociate: «il male viene attribuito a ebrei e cristiani per non urtare la suscettibilità del mondo musulmano, che rifiuta ogni critica al suo passato di conquiste».

Insomma: «L´antico universo della dhimmitudine, con la sottomissione e il servilismo come pegni di sopravvivenza, è stato ricostituito nell´Europa contemporanea».

In più, Bat Ye´or mostra che c´è anche una dhimmitudine teologica all´origine del filoislamismo di molti cristiani che vivono in paesi arabi. Una dhimmitudine che ridà vita alla dottrina di Marcione: un eretico del secondo secolo che, per dare il massimo riconoscimento al Dio amorevole del Vangelo, negò ogni valore alla Bibbia ebraica, ritenuta espressione di un Dio ingiusto e crudele.

Oggi, questo marcionismo rivive tra i cristiani d´Oriente nella visione di un Gesù arabopalestinese e antiebraico, in tendenziale concordanza con la visione islamica della storia.

Bettiza non accetta le conclusioni di Bat Ye´or su un´Europa già in piena «sindrome dhimmi». Ma ritiene questa deriva un reale pericolo.

Mentre Oriana Fallaci la denuncia come già avvenuta. Vero o no questo giudizio, resta il fatto che l´attuale conflitto tra Europa e America sulla guerra all´Iraq nasce anche da un´esperienza di dhimmitudine che solo il Vecchio Continente ha provato. Mimetismo filoislamico come protezione.

__________


Di Bat Ye´or, due importanti saggi sul tema della dhimmitudine sono:

"Islam and Dhimmitude: Where Civilizations Collide", Dickinson University Press, 2001;

e

"Les Chrétientés d´Orient entre Jihad et Dhimmitude. VII-XX siècle", Les Editions du Cerf, Paris, 1991 ("The Decline of Eastern Christianity under Islam. From Jihad to Dhimmitude", Associated University Presses, 1996).

Europa provincia dell´islam? Il pericolo si chiama dhimmitudine (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/6926)


carlomartello

UgoDePayens
15-10-09, 13:20
Dovremmo come minimo richiedere il rispetto della reciprocità. Come i musulmani qui hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, nonostante siano immigrati, e non siano invece presenti nel Paese da generazioni immemori, così i cristiani in Arabia, in Iran, in Irak, in Sudan e in tantissime altre parti del mondo islamico DEVONO poter vivere la loro vita.

Popolare
15-10-09, 13:24
Il problema è l'Europa che non crede più nei suoi valori e nella sua identità. L'islam è solo una scusante verso la quale c'è un atteggiamento aggressivo e allo stesso tempo protettivo verso noi stessi.

codino
15-10-09, 13:29
Il problema è l'Europa che non crede più nei suoi valori e nella sua identità. L'islam è solo una scusante verso la quale c'è un atteggiamento aggressivo e allo stesso tempo protettivo verso noi stessi.

...in nome non del cristianesimo ma della santa laicità...:sese:

UgoDePayens
15-10-09, 13:30
L'islam, a dire il vero, secondo me è il grimaldello attraverso il quale una certa parte dell'Europa (quella che comanda a Bruxelles, grossomodo) vuole cancellare due millenni di storia e di civiltà, per creare qualcosa di diverso.

Popolare
15-10-09, 13:36
...in nome non del cristianesimo ma della santa laicità...:sese:

Può darsi che il problema sia proprio quello, allora non ripariamoci dietro a dei colpevoli che non esistono.

codino
15-10-09, 14:33
Può darsi che il problema sia proprio quello, allora non ripariamoci dietro a dei colpevoli che non esistono.

ma io, infatti, la penso molto diversamente da KarlHammer su questo!

Platone
15-10-09, 15:22
Il problema è l'Europa che non crede più nei suoi valori e nella sua identità. L'islam è solo una scusante verso la quale c'è un atteggiamento aggressivo e allo stesso tempo protettivo verso noi stessi.

Non si coglie la portata del fenomeno fintanto che si continua a ritenere una moda passeggera, un gusto, una semplice decisione quella di non credere più ai valori e allo spirito della tradizione..quasi si trattasse di un fatto che domani potrebbe venir meno..si perdono completamente di vista le osservasioni decisive che il pensiero critico del nostro tempo ha progressivamente avanzato contro gli Dei dell'Occidente..
L'Islam non si è mai confrontato, contrariamente alla cristianità, con le istanze 'polemiche' della modernità..dove polemos non ha nulla a che vedere con la forza bruta del guerriero, ma con la potenza concettuale del mare in tempesta..che travolge tutti gli ordinamenti immutabili che pretendono di resistere..leggi naturali, morali, sociali, economiche, scientifiche, giuridiche, canoni artistici, letterari..
L'Europa oggi si trova di fronte a pericoli immani, legati ai rapporti tra civiltà e ai mutamenti antropologici e geologici che la tecnica sta producendo.. eppure, nel momento di maggior pericolo, si trova sprovvista della capacità di poter condannarli..non può condannarli perchè ha perso fondamento la denuncia..e l'ha persa perchè tutto ciò che è stato appellato come stabile e definitivo non è più tale..sicchè l'unico criterio di giustizia, correttezza, legittimità di ogni atteggiamento pratico-teorico è sancito dalla capacità di imporsi..e la ragione si riduce alla maggior efficacia che specifiche tecniche presentano nel commisurare strumenti e scopi rispetto ad altre..
L'impossibilità di indicare cosa sia l'Europa è determinata dal crollo della verità assoluta..il venir meno di un significato unitario e assoluto è la condizione che spinge verso criteri di funzionalità e calcolo..dove è la potenza che stabilisce ciò che è vero, non viceversa..
La debolezza dell'Europa nei confronti del resto del mondo è dettata da questo stare nel guado indugiando..oscillante tra il passato e il futuro, la teoria e la prassi, lo spirito e la carne, la tradizione e la tecnica..mentre può aspettarsi di giocare un ruolo da protagonista solamente spingendo fino in fondo l'acceleratore..giacchè la fede nella scienza marca le gerarchie e muove le montagne più di quanto sia in grado di fare la fede in Gesù..
Holderlin crede che gli Dei siano semplicemente fuggiti, e si mostra fiducioso in un loro ritorno, spera che possano ritornare..Leopardi vede il processo inevitabile che, attraverso la civitas dei, sgorga nella civiltà della tecnica..

Ginny
16-10-09, 11:29
Non si coglie la portata del fenomeno fintanto che si continua a ritenere una moda passeggera, un gusto, una semplice decisione quella di non credere più ai valori e allo spirito della tradizione..quasi si trattasse di un fatto che domani potrebbe venir meno..si perdono completamente di vista le osservasioni decisive che il pensiero critico del nostro tempo ha progressivamente avanzato contro gli Dei dell'Occidente..
L'Islam non si è mai confrontato, contrariamente alla cristianità, con le istanze 'polemiche' della modernità..dove polemos non ha nulla a che vedere con la forza bruta del guerriero, ma con la potenza concettuale del mare in tempesta..che travolge tutti gli ordinamenti immutabili che pretendono di resistere..leggi naturali, morali, sociali, economiche, scientifiche, giuridiche, canoni artistici, letterari..
L'Europa oggi si trova di fronte a pericoli immani, legati ai rapporti tra civiltà e ai mutamenti antropologici e geologici che la tecnica sta producendo.. eppure, nel momento di maggior pericolo, si trova sprovvista della capacità di poter condannarli..non può condannarli perchè ha perso fondamento la denuncia..e l'ha persa perchè tutto ciò che è stato appellato come stabile e definitivo non è più tale..sicchè l'unico criterio di giustizia, correttezza, legittimità di ogni atteggiamento pratico-teorico è sancito dalla capacità di imporsi..e la ragione si riduce alla maggior efficacia che specifiche tecniche presentano nel commisurare strumenti e scopi rispetto ad altre..
L'impossibilità di indicare cosa sia l'Europa è determinata dal crollo della verità assoluta..il venir meno di un significato unitario e assoluto è la condizione che spinge verso criteri di funzionalità e calcolo..dove è la potenza che stabilisce ciò che è vero, non viceversa..
La debolezza dell'Europa nei confronti del resto del mondo è dettata da questo stare nel guado indugiando..oscillante tra il passato e il futuro, la teoria e la prassi, lo spirito e la carne, la tradizione e la tecnica..mentre può aspettarsi di giocare un ruolo da protagonista solamente spingendo fino in fondo l'acceleratore..giacchè la fede nella scienza marca le gerarchie e muove le montagne più di quanto sia in grado di fare la fede in Gesù..
Holderlin crede che gli Dei siano semplicemente fuggiti, e si mostra fiducioso in un loro ritorno, spera che possano ritornare..Leopardi vede il processo inevitabile che, attraverso la civitas dei, sgorga nella civiltà della tecnica..Ma la civiltà della tecnica crea infelicità quanto crea benessere. Non uccide ma rende più acuta la domanda di senso. Chi, come il cristianesimo, non pretenda di rifiutare il confronto ha davanti a sè un'occasione formidabile di rinascita. Confrontarsi non va inteso necessariamente come rinuncia alla propria identità, nè come ansia di omologazione. E' più un dare al medesimo edificio architetture più elastiche (che al mare in tempesta resistono molto meglio).

Platone
16-10-09, 14:44
Ma la civiltà della tecnica crea infelicità quanto crea benessere. Non uccide ma rende più acuta la domanda di senso. Chi, come il cristianesimo, non pretenda di rifiutare il confronto ha davanti a sè un'occasione formidabile di rinascita. Confrontarsi non va inteso necessariamente come rinuncia alla propria identità, nè come ansia di omologazione. E' più un dare al medesimo edificio architetture più elastiche (che al mare in tempesta resistono molto meglio).

Molti autori (penso a pensatori come Pasolini, Marcuse, Heidegger..) osservano che il tentativo di sopperire alla mancanza di senso, alle istanze di miglioramento qualitativo attraverso incrementi quantitativi siano precarie e inefficaci oltre un certo limite..e si può certo seguirli lungo questa strada..perchè riconosco senza difficoltà che l'affetto e il calore della madre in età infantile e adolescenziale producono effetti benefici incommensurabili nella psiche del bambino rispetto al al diletto provocato dai giocattoli..e un'istruzione in cui l'insegnante non si limiti a svolgere un ruolo formale, una mansione burocratica, ma sappia sedurre e affascinare i suoi allievi, come maestro ed educatore dunque, sia infinitamente più proficua per la crescita personale..
Non a caso le loro critiche si rivolgono agli effetti antropologici dell'esorbitante razionalizzazione sociale, che accelera i ritmi produttivi, deforma la percezione della vita vissuta, inibisce i rapporti intersoggettivi rendendoci più schivi, freddi, bruschi, subordina differenze ed eccessi superflui al calcolo, all'efficienza, all'omologazione, deprime gli impulsi vitali aumentando lo stress da prestazione..e gli psicanalisti fanno festa..una prospettiva alienante e solipsistica..
Ed è attraverso questa fenditura che le religioni tornano a inserirsi nell'esistenza delle masse..e così si spiega il ritorno di fiamma del ruolo sociale del cristianesimo..il rafforzamento della sua visibilità mediatica..che poi è l'occasione per strappare qualche fetta di mercato alle cure terapeutiche degli psicanalisti proponendo soluzioni alternative..:D
Se questo è il quadro nulla da obiettare..ma quando mi riferisco alla civiltà della tecnica ho la presunzione di guardare oltre lo stato attuale - embrionale - del suo sviluppo..e le critiche che Heidegger muove alla tecnica sono perfettamente comprensibili alla luce di questo stadio aurorale..
Ma quando parliamo della tecnica parliamo forse delle forze che si servono di essa per assecondare i propri scopi? Il cristianesimo, oggi, è impensabile senza il suo rapporto alla tecnica..già solo per il fatto che la comunicazione del messaggio evangelico è operata sfruttando la rete telematica, servendosi dei media..e il capitalismo non si serve forse di strumenti tecnologici sempre più sofisticati e raffinati per stimolare produttività, efficienza organizzativa e profitto, riducendo sprechi di risorse? Il controllo di uno stato non è forse ormai impensabile a prescindere dall'articolazione razionale di mezzi (burocratici, giuridici, scolastici, comunicativi, militari..)? Ma questo significa forse dire che cristianesimo, capitalismo, democrazia sono questa pianificazione efficiente dei mezzi di cui intendono servirsi? Evidentemente no..è corretto dire che ogni piccola e grande forza (la famiglia, non meno dell'impresa o della comunità internazionale) intende sfruttarli..ma non si deve allora pensare che i problemi che oggi l'uomo vive e subisce scaturiscono non dalla tecnica ma piuttosto dall'organizzazione che queste forze conferiscono alla tecnica per mantenere il proprio dominio? Fin dall'inizio dei tempi l'uomo mobilita mezzi per ottenere scopi che lo soddisfano..vuole cioè avere potenza sulle cose..si è potenti quando si è realizzati spiritualmente e interiormente non meno che possedendo capitali ingenti..in ogni caso è un'azione tecnica a garantire l'appagamento..cioè il tentativo di accorciare il rapporto tra mezzi e scopi, calcolandolo in modo adeguato..e Dio non è forse il primo grande tecnico della storia? Non produce forse il mondo, eseguendo un'azione conforme allo scopo prefisso?
Oggi ci si accorge che le forze che intendono servirsi della tecnica vanno progressivamente sottomettendosi ad essa..per autoperpetuarsi devono migliorare la qualità dei mezzi che utilizzano..che dunque tendono a diventare scopi..anche perchè i problemi generati da questi risultano sempre più risolvibili attraverso un loro ulteriore perfezionamento..così come i danni provocati dalla tecnica trovano rimedio nel suo stesso autopotenziamento..
E se lo scopo diventa la tecnica e la tecnica è creatività assoluta, non condizionata dai limiti che le forze in gioco intendono conferirle per subordinarla ai loro fini - e dunque non inquinata dagli effetti collaterali coniugati all'organizzazione specifica che tali forze le attribuiscono -, perchè pensare che essa non possa venire incontro anche alle esigenze più elevate e nobili dell'uomo (quantitative e qualitative dunque), proprie dell'anima intellettiva e non solo vegetativa o degli appetiti..sviluppando sempre più le doti dell'intelletto, la sensibilità, le abilità cognitive, musicali, artistiche, poetiche, letterarie, la bellezza del corpo, le varie forme di intelligenza, le virtù motorie, allungando la vita e riducendo la vecchiaia..dando perfino l'immortalità..cioè assicurando all'uomo quanto la filosofia aveva relegato a Dio..potenza, eternità, capacità di giudizio..dando all'uomo quanto il cristianesimo poteva solo promettere..

DanielGi.
25-10-09, 19:19
Ritorniamo alle grida di allarme che Bat Ye'or ha lanciato nei suoi libri.

Eurabia è un termine che è entrato nel linguaggio comune per indicare l'Europa sottomessa all'Islam, cioè già entrata nella dhimmiturdine.

Mi permetto di segnalarvi un articolo del Giornale del 20 Ottobre, nella cronaca milanese.

Il titolo è :
I figli dei musulmani milanesi : tredici si chiamano Jihad

All'anagrafe, viene sottolineato, in tanti hanno registrato il primogenito come Osama, il leader del terrore.

Musulmani nati in città e votati fin dal nome alla lotta, alla guerra santa contro gli infedeli ( gli italiani). Quegli infedeli che li accolgono nel nostro paese, che danno loro un'opportunità di lavoro, un'abitazione in affitto più o meno decorosa. Gli stessi infedeli mandano i figli nelle stesse scuole, prendono gli stessi mezzi pubblici .

L'anagrafe di Milano conta 107 residenti con quel nome, dieci dei quali nati dopo l'11 settembre. ma osama già prima dell'ecatombe alle Twin Towers era conosciuto ed ammirato nel mondo islamico per i macabri proclami.

L'assesore ai servizi demografici Stefano Pillitteri afferma che dare un nome del genere ad un bambino non è indice di volontà di integrarsi. In Germania hanno riconosciuto la liceità di quel nome e, aggiunge, credo che anche noi non abbiamo la facoltà di sindacare sui nomi.

Dall'anagrafe lo confermano : gli uffici hanno il dovere di registrare il nome e la facoltà di segnalarlo se si tratta di un nome "ridicolo e vergognoso".

DanielGi.
25-10-09, 19:27
Quei nomi sono indici di una scelta contraria al comune sentire della nostra civiltà.

Quindi, anche se non possono, a stretto rigore, essere definiti, ridocoli e vergognosi, sono comunque contrari al comune sentire.

Un bambino con quel nome risulta marchiato a fuoco per tutta la vita. Registrarlo con quel nome è volergli fare del male.

In un' altra città un impiegato dell'anagrafe più solerte dei milanesi ( ma saranno poi milanesi ?) ha registrato un bibmo col nome di Venerdì, ma ha, come da procedura avvertito il giudice. Ci sono stati due gradi di giudizio ed il nome venerdì, nonostante l'opposizione dei genitori è stato cancellato.

Quindi perchè i bimbi islamici che nulla hanno fatto di male debbono essere
indicati con nomi assurdi ?

carlomartello
25-10-09, 19:28
Li chiamano "Jihad" perché costituiscono i soldati dell'islam nella 'guerra dei ventri' per occupare e conquistare l'Europa.

carlomartello

Ginny
06-11-09, 11:46
E se lo scopo diventa la tecnica e la tecnica è creatività assoluta, non condizionata dai limiti che le forze in gioco intendono conferirle per subordinarla ai loro fini - e dunque non inquinata dagli effetti collaterali coniugati all'organizzazione specifica che tali forze le attribuiscono -, perchè pensare che essa non possa venire incontro anche alle esigenze più elevate e nobili dell'uomo (quantitative e qualitative dunque), proprie dell'anima intellettiva e non solo vegetativa o degli appetiti..sviluppando sempre più le doti dell'intelletto, la sensibilità, le abilità cognitive, musicali, artistiche, poetiche, letterarie, la bellezza del corpo, le varie forme di intelligenza, le virtù motorie, allungando la vita e riducendo la vecchiaia..dando perfino l'immortalità..cioè assicurando all'uomo quanto la filosofia aveva relegato a Dio..potenza, eternità, capacità di giudizio..dando all'uomo quanto il cristianesimo poteva solo promettere..Ma tu credi veramente a questo scenario da magnifiche umane sorti? :conf:

DanielGi.
24-11-09, 22:26
Visto che siamo in tema : perchè non aggiungere un altro libro a quello già segnalato all'inizio?

L'autore è Alexandre del Valle

IL TOTALITARISMO ESTREMISTA ALL'ASSALTO DELLE DEMOCRAZIE

l'EDITORE è SOLINUM EDITORE

pag. 548 €25

Huxley
25-11-09, 00:31
Ma tu credi veramente a questo scenario da magnifiche umane sorti? :conf:
Intanto la tecnica cambia il mondo, le fantasie no. E si va dal medico non dallo sciamano

Ginny
25-11-09, 12:35
Intanto la tecnica cambia il mondo, le fantasie no. E si va dal medico non dallo sciamano
Definire "fantasie" il cristianesimo è molto arrogante, e soprattutto su un forum intitolato "cattolici romani" non te lo dovresti permettere. Ti invito a dire "diversa lettura della realtà".
Circa il fatto che non cambi il mondo, ti ricordo che l'Europa è nata nei monasteri.
E infine, che l'onnipotenza della tecnica ci renderà tutti perfetti e felici è una fede che ti lascio volentieri. Io, grazie a Dio, ne ho un'altra.

Huxley
25-11-09, 12:37
Definire "fantasie" il cristianesimo è molto arrogante, e soprattutto su un forum intitolato "cattolici romani" non te lo dovresti permettere. Ti invito a dire "diversa lettura della realtà".
Circa il fatto che non cambi il mondo, ti ricordo che l'Europa è nata nei monasteri.
E infine, che l'onnipotenza della tecnica ci renderà tutti perfetti e felici è una fede che ti lascio volentieri. Io, grazie a Dio, ne ho un'altra.

Eppure ti rivolgi alla medicina per rendere più confortevole l'effimero transito su questa terra. Perchè tutto questo peso alla vita di questo mondo quando esiste l'eternità dell'altro?

Ginny
25-11-09, 12:40
Eppure ti rivolgi alla medicina per rendere più confortevole l'effimero transito su questa terra. Perchè tutto questo peso alla vita di questo mondo quando esiste l'eternità dell'altro?Perchè la vita è sacra, amico.

Huxley
25-11-09, 12:42
Perchè la vita è sacra, amico.

Bene allora spero che non la intralcerete quando oltre che sacra la renderemo anche bella attraverso le gestione biotecnologica.

Ginny
25-11-09, 12:44
Bene allora spero che non la intralcerete quando oltre che sacra la renderemo anche bella attraverso le gestione biotecnologica.Non m'interessa, io sono già uno schianto. :)

Huxley
25-11-09, 12:46
Non m'interessa, io sono già uno schianto. :)
Le nostre posizioni filosofiche (la necessità o meno di un "mondo dietro al mondo") sono determinate dalle condizioni materiali entro cui ci troviamo a muoverci. Quindi permettimi di dubitare :)

Ginny
25-11-09, 18:39
Le nostre posizioni filosofiche (la necessità o meno di un "mondo dietro al mondo") sono determinate dalle condizioni materiali entro cui ci troviamo a muoverci.
Sbagliato.....sono determinate da quanto riteniamo accettabile che il nulla sia il fondamento della realtà. Avendo io molta stima di me stessa non posso accettarlo.

Huxley
25-11-09, 18:41
Sbagliato.....sono determinate da quanto riteniamo accettabile che il nulla sia il fondamento della realtà. Avendo io molta stima di me stessa non posso accettarlo.

Qual è il problema? Bisogno di un paradiso di delizie interminabili? Vedremo di farlo qui sulla terra.

Popolare
28-11-09, 03:15
Qualcuno pensa che il decadimento del cristianesimo in Europa sia dovuto alla jihad...se in parlamento europeo c'è stata una reazione votando i partiti xenofobi, effettivamente un atteggiamento di autoprotezione c'è stato, ma se andiamo nell'esatta opposta direzione, andremo verso i partiti islamici in Europa e allora davvero rischieremmo lo scontro di civiltà. Perciò meno fantasie e più integrazione.

Guy Fawkes
03-12-09, 15:28
Qual è il problema? Bisogno di un paradiso di delizie interminabili? Vedremo di farlo qui sulla terra.

Ogni tentativo di creare un paradiso in terra ha avuto finora il solo risultato di
edificare una succursale dell'inferno.

Conoscendo la propensione dell'essere umano ad utilizzare a scopi egotistici e distruttivi ogni scoperta e progresso scientifico, anche quelli apparentemente più utili e benefici, suggerirei molta, MOLTA cautela con certe affermazioni.

DanielGi.
06-01-12, 17:03
le persecuzioni dei cristiani nei paesi islamici di questi giorni, ridanno attualità a questa discussione...

Sù.... :ciaociao:

Guy Fawkes
06-01-12, 23:32
Quello che posso dire è che i nuovi scenari sono preoccupanti: il crollo di alcuni regimi nella zona di influenza della cultura islamica ha portato ben altro che democrazia e rinnovamento, e soprattutto ha peggiorato la situazione per le minoranze religiose e culturali che in quei regimi autoritari trovavano se non altro un limite alle azioni violente delle frange musulmane più violente.

Quanto all'idea che la scienza e la tecnologia possono portare la pace sulla terra, ricordo che vi è stato già un periodo in cui si pensava qualcosa del genere: l'Illuminismo, che pensava di portare una nuova era di proserità ed armonia tramite i lumi della ragione; finì come sappiamo, con la ghigliottina, le guerre e le rivoluzioni sanguinose, i primi tentativi di genocidio e la nascita di fanatismi nazionalisti. Il Romanticismo fu in effetti una reazione culturale contro l'incapacità illuministica di comprendere la storia e la natura umana.
Affidarsi meramente alla scienza per il progresso dell'uomo avrebbe più o meno lo stesso risultato.