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Visualizza Versione Completa : Biopirateria in Antartide



Davide (POL)
19-02-04, 13:27
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I ricercatori in Antartide si stanno comportando come bio-pirati, saccheggiando le ricchezze biologiche del continente prima che si possano porre in essere misure globali adeguate a tutelare la sua biodiversità: questo l'allarme lanciato da un rapporto della United Nations University (UNU) diffuso lo scorso 2 febbraio.

"Stanno avvenendo atti di biopirateria. Ma la pirateria non é illegale poiché non stanno rubando a nessuno, visto che nessuno é proprietario" dice Sam Johnston dell'Istituto di Studi Avanzati dell'UNU.


Secondo Johnston, co-autore del rapporto, i vuoti nel Sistema di Trattati per l'Antartide permettono attualmente che vengano prelevati organismi e che vengano poi brevettati e commercializzati.

Il Trattato per l'Antartide fu istituito nel 1961, allo scopo di proteggere il continente da uno sfruttamento commerciale incontrollato derivante ad esempio da attività minerarie, dalla militarizzazione, o dalla proprietà diretta da parte degli stati. Il Trattato é sottoscritto da trentanove nazioni, rappresentanti oltre l'80% della popolazione del pianeta, fra le quali il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Russia.

Insieme con vari altri trattati, esso forma oggi il Sistema dei Trattati per l'Antartide (STA).

Se da un lato le attività commerciali come le ricerche minerarie o il turismo sono vietate o accuratamente regolamentate, d'altro lato non c'è nulla per fermare le "bioprospezioni", le ricerche di organismi biologici potenzialmente redditizi.

Le spedizioni scientifiche di raccolta degli organismi sono strettamente regolate dall'STA, che comprende alcune rigide misure di protezione del delicato ecosistema antartico, e c'è una lunga tradizione di collaborazione tra scienziati, in base alla quale le ricerche vengono rese pubbliche.

L'Antartide é un luogo unico al mondo nel senso che non é posseduto da nessuno stato. Johnson osserva che "é come la Luna o Marte". Egli avverte che "i brevetti e la commercializzazione potrebbero cambiare tutto questo".

"La ricerca di profitto é completamente estranea all'STA", sostiene Joseph Stevens della Antarctic and Southern Ocean Coalition (ASOC), un gruppo di circa 230 ONG di 49 paesi, che ha lanciato l'allarme contro la crescente commercializzazione delle attività scientifiche nella regione.

"Le attività di bioprospezione potrebbero far crollare l'intero castello", dice Stevens. Secondo il rapporto dell'UNU "The International Regime For Bio-prospecting: Existing Policies And Emerging Issues For Antarctica", la regione ospita molte specie uniche di "estremofili", creature che si sono adattate alle estreme condizioni locali.

Nel rapporto si legge che le società di biotecnologie, in particolare, stanno esplorando l'area nella speranza di trovare organismi che possano essere la base per nuovi farmaci, per composti industriali, o per altre applicazioni commerciali.

Circa 92 domande di brevetto, aventi ad oggetto organismi antartici o molecole estratte da essi, sono già stati presentate negli Stati Uniti, e 62 in Europa.

Alcuni enzimi estratti da estremofili in altre regioni sono diventati prodotti con enormi fatturati nel settore dei prodotti di pulizia per le lavanderie. Un altro enzima é alla base di un prodotto da 300 milioni di dollari nell'industria della diagnostica medica e della medicina legale.

La previsione di crescita del mercato degli enzimi biotecnologici derivati dagli estremofili é, secondo il rapporto, del 15-20% l'anno, crescita che fa parte di un trend più ampio.

Le vendite annue di prodotti che utilizzano risorse genetiche basate sulle conoscenze tradizionali ammontano a 3 miliardi di dollari nell'industria cosmetica e dell'igiene personale, a 20 miliardi di dollari nel settore della medicina erboristica e a 75 miliardi di dollari per l'industria farmaceutica.

Il rapporto aggiunge che il 62% dei farmaci anti-tumorali approvati dalla FDA (Food and Drug Administration) americana sono di origine naturale o basati su prodotti naturali.

Per queste ragioni, molte società stanno acquistando in proprietà o in licenza campionari completi di materiali biologici che erano stati raccolti durante passate spedizioni in Antartide. E visto che la ricerca nella regione più fredda e difficile del pianeta é estremamente costosa, le società farmaceutiche trovano molti scienziati e molte istituzioni disponibili a firmare accordi di sfruttamento commerciale in cambio di finanziamenti alle loro ricerche.

Un contratto firmato nel 1995 fra l'Università della Tasmania e la Amrad Natural Products, una società australiana, dà ad Amrad il diritto di analizzare i microbi antartici, per verificare se essi possano essere utilizzati per sviluppare nuovi antibiotici o altri prodotti farmaceutici.

Il gigante alimentare europeo Unilever ha brevettato una proteina ricavata da batteri trovati sul fondo di un lago in Antartide, che potrebbe fermare la formazione di cristalli di ghiaccio sui gelati. Se quella proteina dovesse diventare un prodotto da miliardi di dollari, per il sistema dei trattati antartici sarebbe un incubo. "Nell'STA non c'è alcuno strumento per opporsi ad un assalto commerciale", dice Stevens.

Il sistema dei trattati antartici era stato specificamente progettato per escludere o limitare arrischiate imprese commerciali, in modo che paesi come l'Argentina o la Gran Bretagna avrebbero lasciato da parte ogni pretesa sul territorio antartico.

Il sistema é riconosciuto da molti come un modello di cooperazione internazionale. I trattati che regolamenteranno le profondità dei fondali marini, la Luna e Marte, che entreranno in vigore nel 2006, sono tutti basati sull'STA.

Johnston e Stevens concordano che sono necessarie delle norme che disciplinino le ricerche biologiche in Antartide. Secondo il rapporto dell'Università delle Nazioni Unite, queste norme dovranno essere attentamente valutate in modo che sia i profitti sia le informazioni derivanti dalla ricerca siano suddivisi per lo meno fra tutti i membri del trattato, senza soffocare le attività commerciali.

Ma Stevens ritiene che le ricerche biologiche in Antartide non debbano diventare mai oggetto di commercializzazione. "In che modo si suddividerebbero i profitti fra gli stati membri?", si domanda. "Non si é stati in grado di instaurare un sistema di ripartizione per i profitti derivanti dalla pesca in quella regione. Per la ricerca biologica sarebbe ancora più difficile".

Stevens dice che le società che vogliono cercare un futuro importante farmaco fra le specie dell'Antartide sarebbero le benvenute, ma che i risultati delle ricerche non dovrebbero essere di proprietà esclusiva. "Dovrebbero essere messi a disposizione di tutto il mondo", dice Stevens.

Stephen Leahy
InterPress Service


Per ulteriori informazioni si può leggere il rapporto della United Nations University all'indirizzo www.ias.unu.edu e consultare il sito della Antarctic and Southern Ocean Coalition www.asoc.org.
Documento originale: Bio-Pirates of the Antarctic

Traduzione di Matteo Missaglia
3 febbraio 2004
Znet / Global Economy