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Davide (POL)
21-02-04, 09:54
Parte a Roma la convention ecologista: 27 partiti e lista comune

«Let's have a party», ovvero facciamo una festa. Anzi, facciamo un partito. La scommessa dei verdi europei parte da Roma, nell'avvenieristica cornice dell'auditorium progettato da Renzo Piano. Trentadue formazioni ecologiste di diverso peso e consistenza elettorale, una lista comune per le prossime elezioni europee (sottoscritta da 25 partiti) e un manifesto politico. «Stiamo per fondare una terza sinistra che non è quella comunista né quella riformista. Questa terza sinistra esiste nel mondo e in Europa ed è quella verde», dichiara un radioso Pecoraro Scanio, che per l'occasione ha anche incassato il messaggio di auguri del Presidente Ciampi. In sala anche una delegazione del Prc, composta dalla parlamentare Elettra Deiana, il capogruppo alla regione Lazio Salvatore Buonadonna e Fabio Amato del dipartimento Esteri.

Un'iniziativa che si inscrive in un contesto di profondo rimescolamento delle carte in gioco per la sinistra europea ed italiana. Dal Partito della sinistra alternativa nato a Berlino, fino alle proposte nostrane di «confederazione» o di «nuova soggetttività politica», le spinte unitarie si moltiplicano, anche se in forme e modi non sempre cumulabili tra loro.

Il manifesto dei verdi europei ruota attorno a quattro parole d'ordine: salvaguardia dell'ambiente, sviluppo della democrazia e della solidarietà, rafforzamento della pace e globalizzazione dal basso. Orientamenti che rientrano nell'alveo del progressismo europeo e che trascendono la semplice connotazione ambientalista. Dall'inizio degli anni '80, quando nacque il movimento ecologista nei diversi paesi europei, le cose sono mutate di segno; soprattutto nell'ultimo decennio quando la crisi del pensiero unico e le rivolte anti maastricht hanno spinto i verdi a ricentrare la linea attorno alla "questione sociale". Ovviamente nelle diversità nazionali, con uno "zoccolo duro" nell'area nord-europea e una debolezza «storica» nell'area sud-mediterranea. Diversità di statura ma anche di prassi politica, visto che Daniel Cohn-Bendit ha invitato in conferenza stampa il collega Pecoraro Scanio ad «essere meno politicizzato e più proiettato sui temi e sulle battaglie tipiche della politica dei verdi nel mondo».

Sulla futura costituzione europea sarebbe ingeneroso parlare di egemonia franco-tedesca sulla costituenda rete eocologista comunitaria, ma non si può non notare che il manifesto rimane nel quadro giuridico tracciato dalla Convenzione Giscard: «Siamo convinti che la Convenzione si sia mossa nella direzione giusta. Ha prodotto un documento di importanza epocale, l'incubo di Nizza deve essere superato e la Costituzione approvata attraverso un referendum». Escludendo il referendum è la stessa identica posizione dell'asse Parigi-Berlino. La vocazione pacifista delle federazioni ecologiste europee appare invece sperimentata, malgrado le contraddizioni tra vertici e base: il caso di Joshka Fischer (l'"attrazione" della convention romana), che all'interno dei grunen tedeschi ha subito dure contestazioni per i suoi atteggiamenti moderati sulla questione bellica, è in tal senso emblematico. Nelle piazze del Continente la bandiera verde sfila accanto a quella arcobaleno e non è casuale la presenza di Marnie Glikman presidente dei greens americani, quelli del "radical" Nader, autentica spina nel molle fianco dei Democratici, che sferra un montante contro le politiche imperiali del suo Paese: «L'amministrazione Bush è una delle più distruttive che abbiamo mai avuto», tuona tra gli applausi.

Colpisce tuttavia in questo quadro l'assenza di riferimenti specifici ai movimenti nel documento comune: come se tra il programma e la sua realizzazione venisse escluso il passaggio fondamentale della partecipazione collettiva, il cosiddetto referente materiale. Assenza che peraltro stride con la presenza attiva, al di là delle evoluzioni del ceto politico, di molti militanti ecologisti nel "movimento dei movimenti", dalle contestazioni di Seattle fino all'ultimo Forum mondiale di Bombay.

Daniele Zaccaria
Liberazione 21 02 04___