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Visualizza Versione Completa : Un fenomeno curioso: conversioni all'ebraismo



Mjollnir
22-02-04, 00:17
http://www.raffaellocortina.it/immagini/867-9.jpg

Trevisan Semi E. - Parfitt T.
Ebrei per scelta. Movimenti di conversione all'ebraismo
Raffaello Cortina Editore, 2004

Nota dell'editore:

Il libro

Si può diventare ebrei ? In genere si pensa che non esista un proselitismo ebraico: o lo si è o non lo si è. Invece ci sono stati veri e propri movimenti missionari ebraici. E soprattutto, in Sud-Africa come nei quartieri neri di Harlem, in Estremo Oriente come in Zimbabwe o nelle Puglie, numerosi gruppi si sono "convertiti" all'ebraismo. Ebrei per scelta mostra la complessità e il fascino di questo fenomeno, seguendo le tracce di gruppi sparsi in tutto il mondo. Un testo attraente anche per un pubblico non specialistico, sia per l'argomento, raramente trattato, sia per le situazioni singolari che fa incontrare.

Gli autori

Emanuela Trevisan Semi è professore di Lingua e letteratura ebraica moderna e contemporanea all'Università di Ca' Foscari a Venezia e si occupa delle problematiche che hanno per oggetto l'identità ebraica in epoca contemporanea.
Tudor Parfitt è professore in Modern Jewish Studies alla School of African and Oriental Studies di Londra e ha pubblicato saggi sui movimenti giudaizzanti contemporanei.

Dal sito www.raffaellocortina.it

Mi piacerebbe capire a cosa si riferisce l'accenno alla Puglia...ci furono in passato conversioni in massa ? Chi ne sa qualcosa ?

Albino Cecina
03-03-04, 01:51
Si tratta di San Nicandro Garganico
http://www.morasha.it/zehut/rds07_culturafolklorica.html

nhmem
27-03-04, 18:42
Originally posted by Mjollnir
http://www.raffaellocortina.it/immagini/867-9.jpg

Trevisan Semi E. - Parfitt T.
Ebrei per scelta. Movimenti di conversione all'ebraismo
Raffaello Cortina Editore, 2004


Recensione odierna (27/03/2004) apparsa su ttL, tuttoLibritempolibero supplemento de La Stampa pag. 6:

Ebrei, fra tribù perdute e conversioni

27/3/2004



OGNI storia è un centellinare di vite che le parole possono soltanto evocare con l'approssimazione della memoria. La storia ebraica, con i suoi numeri modesti e le sue peregrinazioni, è più che mai il racconto di anime inafferrabili, disperse a quei quattro angoli del mondo che nella lingua della Bibbia sono detti ruchot, venti. Folate arbitrarie, imprevedibili come il destino. Come, ad esempio, ciò che accadde a Babilonia millenni fa, quando le tribù d'Israele e di Giuda - i due regni ebraici dell'epoca - vennero deportate laggiù e vissero la prima, fuggevole Diaspora. Dall'esilio di Babilonia soltanto due delle dodici tribù tornarono, e ben presto, alla propria terra. La sorte delle altre resta un mistero coronato dall'attesa, perché chissà mai che in qualche angolo della terra non rispuntino questi fratelli dispersi. Hillel Halkin, un grande traduttore dall'ebraico nonché girovago delle parole, è andato di recente a cercarle, le dieci tribù. Ne è uscito un racconto avvincente e commosso, intitolato Across the Sabbath River. In search of a lost tribe of Israel (Houghton Mifflin Company). Tudor Parfitt è invece docente di storia dell'ebraismo alla School of Oriental and African Studies di Londra: a lui si deve uno studio su Le dieci tribù perdute di Israele. Storia di un mito appena pubblicato in italiano da Newton Compton (pp. 234, e14,90, peccato per un apparato critico adeguato in italiano in modo un poco approssimativo). Lo stesso studioso ha curato insieme a Emanuela Trevisan Semi, docente di Lingua e letteratura ebraica moderna e contemporanea all'Università di Venezia, un volume intitolato Ebrei per scelta. Movimenti di conversione all'ebraismo, e pubblicato dall'editore Cortina. Perché entro una storia errante per antonomasia, la geografia non è l'unico spazio attraverso il quale si muovono le vite. C'è anche la fede, ci sono i moti del cuore e gli impulsi del sentimento. Pochi sanno, infatti, che ebrei non solo si nasce, ma lo si diventa anche. Non in virtù di una folgorazione simultanea, di un gesto simbolico che cancella il passato e spalanca la porta del futuro: la conversione all'ebraismo - peraltro vietata per secoli e millenni, quando era considerata la peggiore delle apostasie - è invece un lungo processo di "acquisizione" di identità, di immedesimazione nella storia già vissuta e di assunzione di impegno. Al gher ("proselita", "straniero" appellativo con cui è chiamato il patriarca Abramo) è chiesto di rispettare i precetti, mantenere viva la catena della tradizione, restare fedele al destino d'Israele. Tudor Parfitt ed Emanuela Trevisan Semi raccontano alcuni casi di queste moderne conversioni all'ebraismo, come la comunità di San Nicandro in Puglia che, guidata da Donato Manduzio, si convertì ufficialmente nel 1946 e poco dopo emigrò in Israele: una storia non meno mitica di quella delle tribù perdute, eppure tangibile e vicina. E non dissimile da altre, come quella dei Lemba, una tribù africana ebraicizzante. Non mancano anche storie dalla direzione opposta: il passato d'Israele pullula di conversioni coatte, di fughe precipitose per non ricevere il battesimo. Ma ci sono anche battesimi voluti davvero, come quello del rabbino di Roma Eugenio Zolli alla fine dell'ultima guerra, che destò non poco scandalo. Ora le edizioni San Paolo pubblicano sue pagine autobiografiche (Prima dell'alba. Autobiografia autorizzata, pp. 284, e16), da cui emerge in fondo un uomo troppo piccolo per eventi così grandi. elena.loewenthal@lastampa.it
TERRE PROMESSE
Elena Loewenthal

Otto Rahn
27-03-04, 22:04
http://www.alchemica.it/libri/2376.jpg

La tredicesima tribù. Storia dei cazari, dal Medioevo all'Olocausto ebraico


Arthur Koestler


Un grande scrittore sulle tracce della tredicesima tribù d’Israele: dai fasti del regno cazaro alla drammatica storia degli ebrei dell’Europa orientale.

«ll libro di Koestler è tanto piacevole da leggere quanto provocatorio. Ma nulla potrebbe essere più stimolante dell’abilità, dell’eleganza e dell’erudizione con cui l’autore padroneggia i fatti e sviluppa le ipotesi.»
– «The New York Times»


Tra il V e il XII secolo il leggendario popolo dei cazari domina un ampio territorio compreso tra il mar Nero e il mar Caspio. È una civiltà fiorente e un regno prospero, capace di presidiare una zona da sempre strategicamente cruciale come quella tra il Caucaso e il Volga, respingendo i nomadi delle steppe, convivendo con i cristiani del vicino impero bizantino e frenando l’espansionismo dei musulmani del califfato arabo (in uno sforzo che contribuì a impedire l’eventualità, all’epoca tutt’altro che remota, di una progressiva islamizzazione dell’Europa orientale). Intorno all’VIII secolo, all’apice delle fortune dell’impero, i cazari, originariamente di stirpe turca, abbandonano lo sciamanesimo per abbracciare la religione ebraica: una conversione avvolta dal mistero e in parte dimenticata che induce Arthur Koestler, sulle tracce della mitica tredicesima tribù d’Israele, a condurci in un’affascinante cavalcata storica che prende le mosse dalle origini della storia giudaica per arrivare fino al tragico sterminio antisemita del Novecento.
In un affresco che rivela il passo narrativo del romanziere e una lucidità argomentativa frutto di un’ampia documentazione, il grande scrittore d’origine ungherese ripercorre la storia di quest’antica potenza orientale dagli albori alla resa finale di fronte alle orde mongoliche di Gengis Kahn calate dai confini cinesi agli inizi del XIII secolo; e porta così alla luce un’ipotesi di consapevole forza provocatoria che collega la migrazione dei cazari convertiti verso le terre polacche all’inizio dell’avventura degli ebrei in Europa orientale. Non è forse possibile, si chiede infatti l’autore, che consistenti nuclei di ebrei di origine turca, e non semitica, si siano trasferiti in Russia, Polonia, Lituania, dove in seguito si avrà la più forte concentrazione ebraica al mondo? E allora non bisognerebbe aggiungere che il più alto tributo di sangue pagato alla follia della soluzione finale pianificata da Hitler sarebbe stato versato proprio da quella tredicesima tribù che non veniva dalle rive del Giordano (come vuole la tradizione biblica), ma proprio da quelle terre caucasiche che i nazisti consideravano i luoghi originari della presunta «razza ariana»?
È così che all’interno della trascinante ricostruzione storica emerge progressivamente il chiaro bersaglio polemico di Koestler, e cioè quel complesso di pregiudizi e false credenze che sorreggono il mito razzista: come la storia e gli uomini possano essere vittime di malintesi capaci di generare lo sterminio di un popolo intero.

Nato a Budapest nel 1905, Arthur Koestler studiò a Vienna dove la famiglia si rifugiò per sfuggire alle persecuzioni antisemite e divenne corrispondente in Medio Oriente per alcuni giornali tedeschi. Trasferitosi a Berlino, nel 1931 entrò nel partito comunista che abbandonò poi nel 1938. Durante la guerra civile spagnola fu catturato e imprigionato dai franchisti. Nel 1939 fu internato in un campo di detenzione francese. Dopo il rilascio, ottenuto grazie all’intervento del governo inglese, entrò nella legione straniera per raggiungere in seguito l’esercito britannico. Inviato in Palestina nel dopoguerra per conto di alcuni periodici, si trasferì in Inghilterra, dove morì nel 1981. Romanziere di fama mondiale e saggista prolifico, tra i suoi libri di maggiore successo ricordiamo in particolare il celebre Buio a mezzogiorno.

nhmem
29-03-04, 18:26
Originally posted by Otto Rahn
http://www.alchemica.it/libri/2376.jpg

La tredicesima tribù. Storia dei cazari, dal Medioevo all'Olocausto ebraico


Arthur Koestler


:) Ti ringrazio Otto della segnalazione. Conoscevo l'argomento e il libro ma a settembre un virus aveva distrutto l'hard disk del mio PC ed avevo perso quanto avevo archiviato in proposito.;)

Otto Rahn
29-03-04, 23:20
Prego carissimo :)
Sono arrivato nella lettura oltre metà libro; devo dire che é veramente interessante

saluti