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Visualizza Versione Completa : Forbidden Siren



Nirvana
17-04-04, 14:03
PROLOGO
Provincia di Hanuda, Giappone: 33 omicidi. Avvennero all’epoca della guerra, in un piccolo villaggio senza nome, confinante con la cittadina di Hanuda. Le autorità attribuirono il bagno di sangue ad un giovane affetto da turbe psichiche che massacrò i 33 abitanti del villaggio, impugnando una katana e usando altre armi. Alcuni corpi non furono mai più ritrovati.
Il 2 Agosto 1976, Hanuda fu colpita da un terremoto. Numerose case furono distrutte e molte persone date per disperse dopo la catastrofe. I loro cadaveri non furono mai rinvenuti. Tuttavia, l’elemento insolito del terremoto è che non fu previsto dalla strumentazione degli scienziati, il che non sarebbe dovuto accadere per un cataclisma di simili proporzioni. Inoltre, le indagini del Governo sull'accaduto vennero classificate in modo insolito. A causa di tutti questi strani fattori, cui si aggiunsero molte dicerie, furono sviluppate diverse teorie intorno a quanto accadde realmente nel 1976. Una in particolare cerca di spiegare il mancato ritrovamento dei cadaveri, che ammontano a 31: una cifra considerevole per un piccolo villaggio come Hanuda. Secondo tale teoria, i credenti di Hanuda erano dediti ad una sorta di idolatria demoniaca, incentrata su misteriosi riti di sangue tenutisi ogni venti/trent'anni. Uno di questi rituali si svolse proprio nel 1976: il demone si manifestò tramite la possessione. Il terremoto fu la punizione per aver superato la barriera che separa il mondo materiale dalla "dimensione alterna", dimora dei demoni. Gli abitanti del villaggio furono massacrati dal demone. Per quanto bizzarra può sembrare, alcuni teologi la ritengono la spiegazione più plausibile, dato che il villaggio di Hanuda si basa sulla fede in un dio primitivo e vi si praticano rituali di cui si sa poco. Secondo un'altra agghiacciante versione, gli abitanti del villaggio sopravvissuti al terremoto si cibarono dei cadaveri in una cerimonia (alcuni dicono per sopravvivere), incolpando i deceduti della catastrofe naturale. Si sostiene che gli abitanti del villaggio mangiarono persino gli investigatori; questo spiegherebbe la strana classificazione dei file del Governo sull'accaduto. Tuttavia, si tratta per lo più di dicerie e congetture.
Hanuda, presente: un terremoto di discrete proporzioni ha colpito la piccola provincia, causando frane e smottamenti. Dieci persone di età e ceto sociale differenti sono forse gli unici sopravvissuti. I corsi d’acqua si tingono misteriosamente di vermiglio ed una fitta foschia avvolge la zona. Buio, pioggia e nebbia. Ed il suono di una sirena…

L’ELOGIO DELLA (A)NORMALITA’
Chi di voi conosce Keiichiro Toyama? Riformulo la domanda: chi di voi conosce Silent Hill? Alla persona in questione, creatore del primo disturbante episodio della collina silente, è da attribuire la paternità di questo nuovo titolo, prodotto e distribuito da Sony. Allora Forbidden Siren è simile a Silent Hill? - direte voi - La risposta è No. E se vi state chiedendo se ci sono similitudini con Resident Evil, la risposta è di nuovo un secco e categorico “no”. La virtù sta nel mezzo, dicevano gli antichi, ed è proprio lì la perfetta ubicazione di Forbidden Siren, un nuovo survival horror dalla forte connotazione stealth ed assolutamente atipico per molti fattori, in primis per il tipo di paura indotta. Procediamo con ordine…
La trama, inizialmente sconnessa, coinvolgerà dieci persone, apperentemente estranee alle vicende avvenute nel villaggio di Hanuda. Gli eventi si dipaneranno nell’arco dei tre giorni successivi al terremoto, permettendo al giocatore di usare in ordine apparentemente casuale ciascuno dei protagonisti, portando a termine piccole ma impegnative missioni, perlopiù basate sul raggiungimento di locazioni più sicure o il ritrovamento di oggetti. Un fattore non trascurabile, che contribuisce ad aumentare sensibilmente il coinvolgimento emotivo del giocatore, è la scelta dei protagonisti. Infatti, una caratteristica positiva di Siren è il proporre, come protagonisti della storia, archetipi di “anti-eroe”. Scelta coraggiosa e per nulla condivisa dalla maggioranza dei giochi, che non esitano a proporci personaggi principali permeati dai retaggi dell’immaginario collettivo degli anni ’80 dove, ad ogni costo, bisogna propinare il tipo “cool” con look gradevole ed accattivante, sempre con la situazione sotto controllo. I dieci poveri disgraziati incappati nell’orrore di Hanuda sprizzeranno normalità da tutti i pori, sia per estetica sia per reazioni, rendendo l’incubo offerto ancora più terreno.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENE
La tipologia di nemici adottata in Forbidden Siren è alquanto singolare: gli Shibito. Dimenticatevi gli zombie stupidotti di George A. Romero visti nella pellicola “La notte dei morti viventi” o anche in Resident Evil, in grado di deambulare in malo modo e senza meta, pronti ad attaccare con estrema lentezza il primo essere vivente. Signori, qui si fa sul serio. Erroneamente definiti zombie, gli Shibito sono normalissimi esseri umani (alterati nell’estetica e nei sensi) posseduti da spiriti maligni e contraddistinti dalla migliore IA mai apparsa in un videogame, una totale libertà d’azione ed un discreto arsenale, composto da armi bianche e da fuoco. Il loro unico scopo è braccare, ponendo il giocatore in un perenne stato di disagio e tensione, correndo, aprendo o forzando porte, attaccando in gruppi, arrampicandosi ovunque, attaccando silenziosamente alle spalle, sparandoci in lontananza con fucili e venendoci a stanare anche nel luogo apparentemente più sicuro. Ah, dimenticavo… Gli Shibito non possono essere uccisi in nessun modo, ma solo messi “fuori gioco” per un lasso di tempo casuale che va da uno a tre minuti, dopo i quali ritorneranno più attivi e vigili che mai.
Ad inasprire la sensazione di generale inadeguatezza vi è la totale assenza di indicatori della salute o di medipack e per di più avremo un armamentario di fortuna: attizzatoi, martelli, piedi di porco o vecchie ed imprecise armi da fuoco, rare da reperire e dalle pochissime munizioni. La mappa, immancabile compagna di viaggio, sarà statica, mostrando solo la planimetria e non l’ubicazione di personaggi o obbiettivi, relegando al giocatore l’arduo compito di orientarsi nella giusta direzione. A sferrare il colpo di grazia al povero giocatore ci pensa l’uso strategico della torcia: una vera lama a doppio taglio. Molti di voi ricorderanno la torcia di Silent Hill ed il potere che aveva, in grado di attirare più facilmente i mostri col suo fascio di luce; Tale consiglio era opportunamente vanificato dalla possibilità di schivare i propri nemici con relativa facilità o di sopprimerli direttamente con una delle armi in dotazione. Dimenticate tutto questo perché per ogni Shibito, una torcia accesa vuol dire persona sospetta da controllare: dimenticate anche di seminarli perché sarà estremamente difficile.

L’unico vero asso a nostra disposizione sarà il sightjack: la possibilità, comune a tutti i protagonisti, di poter vedere attraverso gli occhi degli Shibito, in visuale soggettiva. Per attivarlo basterà schiacciare L2, mentre con la leva analogica di sinistra ci si potrà “sintonizzare” con la loro mente: cosa più facile a dirsi che a farsi, dato che alcune frequenze saranno volutamente vicine, richiedendo molta precisione. Lungi dall’esser una mera caratteristica del gioco, il sightjack è il perno portante dell’intero gameplay, l’unico appiglio a cui sostenersi saldamente per farsi largo tra i propri persecutori. Immaginate di trovarvi nei caliginosi corridoi di una scuola, il silenzio cede il passo a sporadici e confusi mugugni: armati di sola torcia ed alla ricerca disperata di una via di fuga, decidete di usare il sighjack per poi scoprire che il tanto temuto Shibito vi sta osservando ed è proprio alle vostre spalle, in procinto di aggredirvi… Nessuno rimarrebbe impassibile dinanzi a tali momenti, ed è proprio questo il target di Forbidden Siren: la paura non salterà addosso come da clichè dei classici film horror, ma vi sguscerà lentamente alle spalle, senza farsene accorgere e vi travolgerà completamente, mutandosi nel terrore di essere braccati. Questa caratteristica, se da un lato incoraggia i giocatori amanti della sfida, a progredire nella storia, tuttavia potrebbe fungere da deterrente per gli utenti in cerca di un titolo notevolmente più accessibile. A conferma di quanto detto vi è un’effettiva laboriosità della struttura stessa del gioco: capiterà più volte di dover rigiocare una missione per compiere obbiettivi secondari, apparentemente inutili ma fondamentali per gli altri personaggi della storia.

ESTHETICALLY CORRECT
Col passare degli anni la serie Silent Hill è divenuta il benchmark dei videogame horror, spingendo la Konami ad aumentare, di volta in volta, il budget offerto al team di sviluppo. Il risultato, visibile già dal terzo capitolo, è un motore grafico straordinario, capace di offrire un risultato finale senza pari. Pur avendo in comune lo stesso padre, l’ultima creatura di Keiichiro Toyama è in tutto e per tutto un opera differente. Mentre Silent Hill assume sempre di più le fattezze da colossal cinematografico, Forbidden Siren ostenta un look volutamente più terreno, quasi a basso costo, al punto tale da rievocare l’oramai classico dell’horror Ringu, del maestro Hideo Nakata.
Graficamente parlando, Siren non può essere considerato un prodotto di altissima qualità, soprattutto se paragonato alle ultime produzioni. Tuttavia, il titolo Sony si difende bene, usando la riuscitissima atmosfera generale come punta di diamante, unitamente ad un motore grafico in grado di gestire ogni situazione offerta senza batter ciglio. I modelli dei personaggi sono composti da un buon numero di poligoni, rivestiti da texture belle nitide ed animati in maniera fluida e convincente. Passando in modalità soggettiva si nota qualche piccolo difetto (fogliame bitmap, texture dei muri di qualità media, scalettature), ma mai al punto tale da rovinare il quadro complessivo. I personaggi rispecchiano fedelmente la realtà, con texturizzazioni complete del volto degli attori e motion capture, per un effetto finale incredibile.

La sezione audio è la cornice perfetta per la suggestiva tela dipinta da Toyama. Lungi dal voler replicare le impareggiabili atmosfere di Silent Hill, composte dal genio Akira Yamaoka, il pacchetto sonoro di Siren insiste su un uso magistrale del silenzio e degli effetti ambientali. Le musiche, spesso basate da un uso “poco invasivo” di strumenti musicali, si sposano perfettamente con l’azione di gioco, immergendo l’utente nel vivo del gioco. Il parco suoni è estremamente limpido, vario e ben campionato, raggiungendo ottimi picchi con i mugugni e le urla degli Shibito, in preda a vere scariche emotive una volta avvistatoci.

ZERO COMPROMESSI
Siren è un gioco che mette davvero tensione ed angoscia, ma questo è un discorso che lascia il tempo che trova: la percezione della paura è una condizione prettamente soggettiva ed è possibile che il giocatore, non entrando nella mentalità giusta, resti indifferente dinanzi alla sirena di Sony, più di ogni altro titolo horror. Non ci sono chiavi di lettura o particolari accortenze: in Siren si muore, ed anche spesso. La perseveranza è la qualità più richiesta per affrontare questa avventura fin troppo impegnativa, ma che in cambio saprà donare momenti videoludici unici. Il gioco non è esente da difetti (eccessiva difficoltà, ai limiti dell’avvilimento), ma l’ago della bilancia pende troppo dal lato dei “pro” per poter fare i pignoli. Pertanto, se quel che cercate è una succursale di Silent Hill, Resident Evil o Project Zero, rimarrete fortemente delusi perché Forbidden Siren è un taglio secco con la “vecchia” generazione dei survival horror, nessun compromesso: o lo si amerà o lo si odierà. A voi la scelta.


Versione: Pal
Dialoghi: Italiani
Testi: Italiani
Casa : SCEI
Sviluppatore :SCEI
Genere : Survival Horror
Giocatori : 1
Periferiche: Dual Shock 2,Memory Card
Online game: No


da :http://www.consolenetwork.it