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Wyatt Earp
23-04-04, 23:45
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A Borgaro la Sacra Corona Unita

Era ricercato dalle Procure di mezza Italia fino a quando martedì mattina della scorsa settimana gli agenti della Squadra Mobile torinese e quella brindisina si sono presentati a casa sua con tanto di ordinanza di custodia cautelare. Angelo Salvatore Del Monte, 39 anni, esponente di spicco della malavita pugliese è stato arrestato a Borgaro. Per diversi anni era riuscito a sfuggire alla giustizia rifugiandosi in un appartamentino di via Settimo, ai confini con Torino. Il latitante è accusato di essere il mandante dell'omicidio commesso a Brindisi nel 1996 ai danni di Ezio Bianchetto, esponente di una cosca rivale. Da allora di Angelo Salvatore Del Monte si erano perse le tracce anche se qualche intercettazione aveva lasciato intendere che il killer si nascondesse nel torinese. Solo dopo un lungo lavoro di indagine la Polizia gli ha chiuso le manette ai polsi. Un'operazione che certo non poteva passare inosservata. All'alba di martedì scorso decine di pattuglie hanno circondato l'abitazione del latitante il quale ha poi dovuto arrendersi subito dopo: gli inquirenti in queste ore stanno valutando la posizione di Del Monte. Stanno cercando di capire se il killer possa aver avuto anche un ruolo di primo piano nel giro di contrabbando di sigarette tra l'Italia e l'Albania. L'indagine ha portato all'arresto di 29 persone in tutta Italia; tutti criminali facenti parte della Sacra Corona Unita.


CRONACA-L'amante del boss passeggiava in città(Chivasso,Torino)

Con lui c’era una donna, Elise Marie Juarros, 24 anni, originaria di Strasburgo e domiciliata a Barcellona, arrestata per favoreggiamento. Sarebbe stata lei, incensurata, ad affittare con il proprio nome la mansarda di corso Galileo, probabilmente attraverso l'aiuto di qualche amica. Quando la sua foto è cominciata a circolare sui giornali, in tanti hanno collegato il volto a quella bellissima ragazza che tante volte si era vista seduta, all'ora dell'aperitivo, in piazza della Repubblica, in compagnia di altre amiche chivassesi. E potrebbe essere stata proprio una storia d'amore a portare in città Vincenzo Di Lauro. Il curriculum criminale del boss è da brividi: insieme al padre Paolo, tuttora latitante, è stato a capo del clan dei Di Lauro, che ha dominato la scena della camorra dal 1981 al 2000, per un periodo in alleanza con l’altra potentissima famiglia mafiosa, quella di Secondigliano (il quartiere napoletano dove la camorra è più radicata). Nel settembre del 2000, padre e figlio Di Lauro erano stati gli unici a sfuggire alla maxi operazione dei carabinieri che aveva portato all’arresto di 92 esponenti del clan. Da allora Vincenzo era entrato nella lista, stilata dal ministero degli Interni, dei 50 latitanti più pericolosi. Il papà è tra i primi 30. Lasciata la moglie e Napoli, probabilmente grazie all’appoggio di un sottobosco di conoscenti legati alla criminalità partenopea, Vincenzo si era trasferito a Chivasso, dove viveva nell’ombra, sempre rintanato con la fidanzata nella mansarda. Sul suo capo c'era un ordine di custodia cautelare emesso dal tribunale di Napoli con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. I carabinieri da 12 giorni sorvegliavano la mansarda di corso Galileo Ferraris 104, dove il boss si era rifugiato. Sono entrati in azione, sfondando la porta, solo quando hanno avuto la certezza che fosse presente in casa. Dietro all'operazione non è esclusa una soffiata di qualche famiglia rivale.

Perchè non se ne stanno a casa loro?????