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krentak the Arising!
20-08-03, 18:03
"The Passion" Antisemita?

CRISIS Magazine - e-Letter
25 luglio 2003
**********************************************

Caro amico,
sono appena stato testimone della rinascita della grande arte
cattolica nel nostro tempo.

Pochi giorni fa sono stato fortunato a far parte di un piccolo
gruppo di giornalisti, esperti e leader cristiani a Washington
DC, invitati a una prima proiezione del nuovo film di Mel
Gibson, "The Passion".

Il film è incentrato sulle ultime ore della vita di Cristo, e
il risultato è veramente stupefacente.

Gibson e la sua compagnia cinematografica, la Icon
Productions, recentemente si sono trovati sotto l'intenso
fuoco dell'Anti-Defamation League e di un gruppo di professori
del Boston College (dove altrimenti?), i quali dicono che il
film è antisemita e incoraggerà la violenza contro gli ebrei.

Tuttavia queste accuse sono basate su un primo copione del film
che non è stato neanche filmato, un copione che è stato sottratto
senza il permesso della Icon.
Dalle loro domande e critiche capziose si può notare che queste
persone non hanno visto il film.
Eppure le loro proteste lo hanno fatto apparire in tutti i
giornali, azzoppando il film prima perfino che lasciasse
il cancelletto di partenza (l'uscita non è programmata fino al
Mercoledì delle ceneri del prossimo anno).

Quindi, qual è la VERA storia dietro questo controverso nuovo
film?

Una delle condizioni per vedere il film alla proiezione è stata
quella di firmare un accordo di riservatezza, ma sono stato
autorizzato a dirvi quanto segue.

Da un punto di vista estetico, il film è bello.
La sua visuale narrativa reca le tracce di una lunga tradizione
di arte cristiana, a partire proprio dai più antichi stili
cristiani e dall'iconografia medievale fino alle immagini
pre-raffaellite.
Per quel che riguarda il casting, è favoloso: i volti degli
attori reggono il film.
Solo due sono anche star moderatamente ben note, Jim Caviezel
nei panni di Gesù e Monica Bellucci in quelli di Maria
Maddalena.
Entrambi sono straordinari nei loro ruoli, ma il volto di
Maia Morgenstern nel ruolo di Maria, la madre di Dio, rimarrà
con voi per il resto della vostra vita.
Vi fa dimenticare che state guardando un film.

La musica - una combinazione di suoni mediorientali e canti
ebraici - è ben scelta e aggiunge al dramma visibile che si
svolge davanti a voi.
Composta da Jack Lenz, la musica diviene parte del dialogo
stesso.

Molti erano preoccupati che il film fosse girato interamente
in aramaico e latino, una delle richieste di Gibson per
l'accuratezza storica (ci sono sottotitoli in inglese).
Ciò nonostante, invece di essere d'intralcio, in realtà
abbellisce il film.
Entro i primi 10 minuti ci si abitua ai suoni e poi la
realizzazione ti colpisce: stai sentendo le parole di
Gesù, Pilato, dei suoi discepoli, come furono pronunciate
originalmente.
Non ci sono delle intrepretazioni banali della parte in
inglese, perciò c'è una freschezza nelle parole che spesso
ci sfugge.
E l'aramaico è una lingua gutturale, che dà perfettamente
risalto al dramma del film.

"The Passion" di Gibson è anche profondamente cattolico.
Le immagini mariane e i temi eucaristici permeano l'intero
film.
Mia moglie Theresa ed io siamo venuti via dal film con la
sensazione che la nostra fede sia stata rivitalizzata.
Non fate un errore: questo film convertirà e eleverà
i cuori.
Una volta che l'avrete visto, non darete più per scontate le
parole: "Patì, morì e fu sepolto".

Il film è sia bello che brutale e, francamente, non facile
da vedere in alcune situazioni (specialmente la scena della
flagellazione).
Volete andarvene, ma poi vedete che Maria, Sua madre, sta
guardando... e così anche voi continuate a guardare.

E il presunto antisemitismo?
Non ho visto alcun tipo di pregiudizio antisemita nel fim.
Se mai, è stata l'indicibile brutalità dei soldati romani
che mi ha irritato.
Naturalmente questo non mi fa odiare gli italiani dei giorni
moderni.
Né odio i francesi quando vedo un film sulle brutalità
della Rivoluzione francese.
Detto semplicemente, non c'è alcuna ragione di essere
preoccupati che questo film inciti qualche specie di
campagna anti ebraica.

"The Passion" è una grande opera d'arte.
Mel Gibson ha fatto un magnifico dono alla Chiesa e a Dio.

Vi parlo all'inizo della prossima settimana,
Deal

P.S. Molte persone mi hanno chiesto di "The Da Vinci Code" -
il romanzo best-seller in voga che afferma che la Chiesa
Cattolica ha nascosto la "verità" su Gesù.
Tra le altre cose, il libro sostiene che Gesù sposò Maria
Maddalena ed ebbe figli da lei.
Questo libro è un attacco violento su tutta la scala al
Cristianesimo e condurrà molte persone fuori strada.
Nel prossimo numero di settembre di CRISIS smonteremo il
"Da Vinci Code", dimostrando il pregiudizio anticristiano
del romanziere e la ricerca scandalosamente povera.
Se conoscete chi ha letto il libro, DOVETE dargli
questo articolo.

Bellarmino
20-08-03, 18:23
Segnalo una notizia di pubblico dominio.
Mel Gibson è un fedele lefebvriano.
State facendo pubblicità al film di uno "scomunicato" anti wojtyliano.

Guelfo Nero
20-08-03, 18:29
E SUO PADRE HUTTON GIBSON è UN FEROCE SEDEVACANTISTA.
OIBO! OIBO! OIBO!

GUELFO NERO :)

Bellarmino
30-11-03, 00:29
http://www.sassiweb.it/trailerpics/

Augustinus
30-11-03, 00:43
Bellissimo film.
Qualcuno sa quando uscirà in Italia?:confused: :confused:
Cordialmente

Augustinus

Bellarmino
30-11-03, 01:04
Originally posted by Augustinus
Bellissimo film.
Qualcuno sa quando uscirà in Italia?:confused: :confused:
Cordialmente

Augustinus

All'inizio della primavera 2004, a meno che i giudei non riescano ad impedirne la programmazione...

Augustinus
30-11-03, 08:17
Originally posted by Bellarmino
All'inizio della primavera 2004, a meno che i giudei non riescano ad impedirne la programmazione...

Ed allora, quando uscirà, non mancherò di andarlo a vedere :) :) :)

Augustinus
30-11-03, 08:45
Originally posted by doddy
sembra di andare a un macello e non a un film

No, è la verità. Mel Gibson ha compiuto una ricostruzione storica molto accurata e precisa. Se a te sembra un "macello", evidentemente le scene del film ti hanno colpito e, forse, ti faranno comprendere la grandezza salvifica del Sacrificio di Cristo sul Golgota. :) :) :)
Trovo che quella di questo film sia una ricostruzione che si avvicina molto, da un punto di vista storico, alla realtà dei fatti . Altro che ricostruzioni mielose riproposte dalle emittenti e da alcuni registi negli ultimi anni! Questo film fa vivere gli ultimi momenti della Passione di Cristo quasi in presa diretta, quasi si fosse uno spettatore di quelle tragiche ore.
Insomma, a me sembra un'autentica opera d'arte cinematografica, che meiterebbe l'Oscar.
E poi sembri dimenticare il vaticinio del servo sofferente di Jahvè, tratto dal libro del profeta Isaia, laddove si parla del Servo come di agnello condotto al macello, come pecora muta dinanzi ai suoi tosatori.
Perchè non prendi in mano, dunque, la Scrittura?
Cordialità

Augustinus

Augustinus
30-11-03, 11:18
Originally posted by doddy
mamma mia come erano crimilali e carnefici i soldati romani !

Non avevano nessun rispetto per la dignita della persona umana , secondo la dignita di cui parla il papa !

Se i farisei sapevano che si trovavano di fronte a carnefici simili ,mai e poi mai avrebbero consegnato Cristo a quei demoni !
A tutto c'è un limite ,ma quelli non ebbero nessun limite .

Guarda che i farisei conoscevano bene i romani e per questo consegnarono Gesù! Ricordi le parole profetiche di Caifa, trascritte dal Vangelo di Giovanni? "E' meglio che muoia un uomo solo che perisca tutto il popolo".
I giudei, dunque, erano ben coscienti di ciò che facevano :D :D :D
Del resto, ti ricordi anche qui il Vangelo? Nel Vangelo di Giovanni, Gesù, dinanzi a Pilato, esplicitamente dice "Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande" (Gv 19, 11). Una chiara allusione che si commenta da sola.
Cordialità

Augustinus

Augustinus
30-11-03, 11:52
http://www.sassiweb.it/trailerpics/img3.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img5.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img6.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img8.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img10.jpg

Un film davvero edificante, del quale qui riproduco alcune scene davvero altamente espressive (tratte dal sito sopra segnalato dall'amico Bellarmino), che fanno comprendere la grandezza del sacrificio del Figlio di Dio, Agnello immolato senza macchia.
L'arte ha provveduto a subliminare quel tragico momento. Ma è bene ricordare, pur nella sua cruda realtà e nella durezza - per nostri occhi secolarizzati - quel grande segno d'amore che spinse Gesù a morire per noi in Croce. Tutto da lì iniziò ... La storia stessa è cambiata da quel momento. Nulla sarebbe stato più come prima ...

Augustinus

http://www.traditio.com/comment/com0211c.jpg

Augustinus
30-11-03, 11:52
http://www.sassiweb.it/trailerpics/img14.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img17.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img20.jpg

http://www.sassiweb.it/trailerpics/img21.jpg

Sùrsum corda! (POL)
30-11-03, 13:27
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=643998#post643998

Augustinus
30-11-03, 15:07
Non l'avevo notato prima. Ma l'ottimo inquadramento storico e la ricostruzione presentano un piccolo neo. Gesù si vede portare la croce intera.

http://www.traditio.com/comment/com0211c.jpg

In realtà, sappiamo dalle fonti storiche e dalla ricerche condotte anche sulla Sindone, che, con ogni probabilità, Gesù portò al Calvario soltanto il braccio orizzontale del suo patibolo (chiamato "patibulum"), essendo già piantato sul Golgota il palo verticale (stipes).

http://www.criad.unibo.it/galarico/ZETESIS/sindone/patibolo.gif

Una volta giunti sul luogo dell'esecuzione capitale, il condannato (nel nostro caso Gesù), inchiodato al patibulum, era issato e fissato allo stipes, assicurandolo o con corde o con un chiodo (ai piedi).
Sotto quest'aspetto (la salita al Golgota), onestamente, era più prossima al dato storico la ricostruzione di Zeffirelli, nel suo Gesù di Nazareth del 1977, con Gesù impersonato dall'attore Robert Powell, Maria da Olivia Hussel, e tanti altri famosi attori.
Ma ciò non toglie l'ottima qualità e fattura dell'opera cinematografica di Mel Gibson.
Spero che mi si perdonerà la mia pignoleria storica ...

Augustinus

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2415.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2421.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2446.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2454.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2486.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2494.jpg

Augustinus
30-11-03, 15:07
http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2506.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2510.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2511.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2512.jpg

http://www.qumran2.net/disegni/archivio/2517.jpg

Bellarmino
30-11-03, 16:07
Caro Augustinus, ti ringrazio per aver arricchito questo thread con tante immagini ed interessantissime informazioni.
Per quanto riguarda il dato storico, e cioè se Gesù fosse salito sul Calvario con il legno traverso legato, o con la croce intera, rammento che siamo ancora nel campo delle ipotesi, non essendoci ancora piena certezza epistemologica sulla vicenda.
Inoltre, l'iconografia cristiana ha sempre rappresentato il Salvatore mentre saliva la via del Calvario sotto il peso della croce intera; il Cireneo aiutò Gesù a risollevarsi dopo la caduta e addirittura portò il legno al posto dell'Agnello sacrificale.
Comunque poco importa, anzi, ritengo che Gibson abbia fatto benissimo a raffigurare il Salvatore dell'umanità in modo siffatto, rendendo ancor più straziante ed evocativo quel momento terribile che prelude alla morte del figlio di Dio voluta dai giudei, perfidi e deicidi.
Il messaggio è chiarissimo anche per i cristiani: se si vuol meritare il regno dei cieli ognuno porti con cristiana rassegnazione la propria croce, attraverso la quale si partecipa olisticamente con Gesù, già su questa terra.
Saluti
Bellarmino

Augustinus
30-11-03, 17:50
Originally posted by Bellarmino
Caro Augustinus, ti ringrazio per aver arricchito questo thread con tante immagini ed interessantissime informazioni.
Per quanto riguarda il dato storico, e cioè se Gesù fosse salito sul Calvario con il legno traverso legato, o con la croce intera, rammento che siamo ancora nel campo delle ipotesi, non essendoci ancora piena certezza epistemologica sulla vicenda.
Inoltre, l'iconografia cristiana ha sempre rappresentato il Salvatore mentre saliva la via del Calvario sotto il peso della croce intera; il Cireneo aiutò Gesù a risollevarsi dopo la caduta e addirittura portò il legno al posto dell'Agnello sacrificale.
Comunque poco importa, anzi, ritengo che Gibson abbia fatto benissimo a raffigurare il Salvatore dell'umanità in modo siffatto, rendendo ancor più straziante ed evocativo quel momento terribile che prelude alla morte del figlio di Dio voluta dai giudei, perfidi e deicidi.
Il messaggio è chiarissimo anche per i cristiani: se si vuol meritare il regno dei cieli ognuno porti con cristiana rassegnazione la propria croce, attraverso la quale si partecipa olisticamente con Gesù, già su questa terra.
Saluti
Bellarmino

Carissimo,
è vero, siamo nel campo delle ipotesi, anche se si tratta di un'ipotesi prossima alla certezza, dal momento che gli indiscutibili esami sulla piaga della spalla all'Uomo della Sindone avallano l'idea - suffragata anche da fonti storiche - che il Salvatore salì al Calvario portando il patibulum. Poi, da esso fu slegato, quando fu aiutato da Simone di Cirene.
Ma c'è anche una pia devozione che supporta questa tesi. Alludo alla devozione della piaga della Sacra spalla, istituita da una visione del Signore a S. Bernardo di Chiaravalle; visione in cui Gesù sembra alludere proprio a tale ricostruzione.
Ma la mia, come detto, è solo pignoleria e precisione storica. Ciò non toglie nulla alla sostanza dell'opera. E' evidente. Quindi, condivido in pieno ciò che dici. Come potrei non farlo, se sono cristiano?
Cordialità

Augustinus

Augustinus
30-11-03, 18:11
Originally posted by doddy
Guarda che è matematicamente impossibile sopravvivere e portare una croce con tutti quei tagli sulla pelle e sul corpo .
E' esagerato ! Le solite americanate !
Storicamente poi , è vero , i giudei che lo consegnarono , che sono certo non immaginavano tutti quegli eccessi da parte dei romani ,sono i piu colpevoli .
Oggi pero' debbo dedurre che tu sei certamente piu colpevole dei giudei per la morte di Cristo !

Perchè dico questo ? Perchè tu , in quanto cristiano e conoscitore di Cristo -Dio , continui a peccare e a vivvere da peccatore , come se lui non fosse venuto e come se lui tu non lo conoscessi .
Quindi tu sei piu colpevole oggi dei giudei che non lo conoscono ancora .
saluti peccatore !

caro doddy,
qui ti sbagli. I Giudei conoscevano bene la crudeltà romana. Non erano delle persone innocenti, così come conoscevano il supplizio della Croce.
Quanto poi alle frustate di Gesù ed al fatto che era "matematicamente" impossibile sopravvivere, portando la croce, con siffatte ferite, anche qui sei fuori strada. Perchè non vuoi provare??? Dato che sei così sicuro, verificalo empiricamente. Dimostralo. Provaci e vediamo se hai ragione ... . :D :D :D
Gesù subì - lo si sa dagli studi sindonici - pare almeno 120 frustate inflitte con il flagrum, che era una specie di frustino con lacci di cuoio appesantito alle estremità con palline di ferro o pezzi d'osso. Ogni frustata portava via pezzi di pelle e produceva lesioni alle carni di un uomo. Molti morivano sotto i colpi di esso, venendo scoperte addirittura le ossa. Costituiva una pena a sè. Ne parla persino Cicerone nell'orazione Contra Verre in termini drammatici.
Gesù, ancora vivo dopo questa pena, fu costretto a portare la croce (patibulum) al luogo della sua esecuzione. Ma, non facendocela, obbligarono un certo Simone di Cirene, ad aiutarlo a portare la Croce.
Giunti al Calvario, lì fu crocifisso. Sulla Croce sopravvisse circa 3 ore, tanto che Pilato se meravigliò che fosse durato così poco! Leggi i Vangeli. Non ti lasciare trasportare. Cerca soprattutto di capirli ... e di viverli. Quella di Gibson, nel suo crudo realismo, quindi, non mi pare una "americanata".
Quanto al resto, non pensavo che tu non fossi peccatore. Comunque è vero, io sono senz'altro un povero peccatore, io, con i miei peccati, sono stato la causa della morte del mio Signore, come gli altri ... tranne te (ovviamente) ... che ti ritieni giusto :D :D. Prega tu, allora, per me.
Questo mi fa venire in mente un episodio legato alla vita di Martin Lutero. Un giorno, dinanzi ai monaci agostiniani del suo convento (quando egli era ancora cattolico), disse che gli diavolo gli aveva sussurrato alle orecchie che lui era un povero peccatore. Lutero rispose al diavolo "allora prega per me" ... . Un episodio molto significativo. Anch'io dico a te "prega tu per me".

Augustinus

Shambler
30-11-03, 19:21
che sono certo non immaginavano tutti quegli eccessi da parte dei romani ,sono i piu colpevoli

non sai più che dire per fare buona impressione vero? ma quanto ti pagano per sparare certe stupidate?

Augustinus
30-11-03, 21:36
Originally posted by doddy
Io parlavo degli "eccessi" su Gesu che gli altri prigionieri non ebbero e fu una specialita tutta romana.


vabbene io posso pregare per te ,ma tu cerca di seguire il vangelo .
.... e cerca di essere coerente .

Confido che la tua preghiera, quale uomo giusto, salga prima al trono di Dio.

Augustinus

Augustinus
30-11-03, 21:39
Originally posted by doddy
shambler augustinus è un anguilla non l'hai capito ?
quando gli metti davanti un problema , lui non riposnde , ma sfugge sempre .
Oppure ti parla di un particolare secondario che non c'entra niente con la sostanza di quel che si dice .
Io i canonisti li conosco , fanno tutti cosi .
Gli poni davanti un problema preciso ; loro non lo affrontano ma da un canone escono ad un altro ed alla fine si divincolano e scappano .

Se c'è qualcuno che sfugge alla domanda, qui sei proprio tu. Shambler aveva fatto una domanda a te. E tu che fai? Metti in mezzo me che non c'entro? :D :D :D
Tanto poi per darti una risposta, sempre se leggessi il Vangelo e se ti documentassi sulle fonti storiche, sapresti che i romani e Pilato in particolare erano molto conosciuti per la loro crudeltà gratuita. Infatti, Pilato nel 36 d.C. fu rimosso dal suo incarico proprio in ragione della sua violenza e per le sue continue provocazioni (fece uccidere i samaritani sul Garizim). Di una ne hai un accenno nel Vangelo, dove i farisei, mettendo alla prova Gesù, chiesero se i Galilei che Pilato aveva fatto uccidere, durante una rivolta, fossero o no più peccatori degli altri. Ecco, dunque, il senso delle parole di Gesù, che ti ho riportato sopra!!!

Augustinus

Bellarmino
30-11-03, 23:18
Originally posted by Augustinus
Carissimo,
è vero, siamo nel campo delle ipotesi, anche se si tratta di un'ipotesi prossima alla certezza, dal momento che gli indiscutibili esami sulla piaga della spalla all'Uomo della Sindone avallano l'idea - suffragata anche da fonti storiche - che il Salvatore salì al Calvario portando il patibulum. Poi, da esso fu slegato, quando fu aiutato da Simone di Cirene.
Ma c'è anche una pia devozione che supporta questa tesi. Alludo alla devozione della piaga della Sacra spalla, istituita da una visione del Signore a S. Bernardo di Chiaravalle; visione in cui Gesù sembra alludere proprio a tale ricostruzione.
Ma la mia, come detto, è solo pignoleria e precisione storica. Ciò non toglie nulla alla sostanza dell'opera. E' evidente. Quindi, condivido in pieno ciò che dici. Come potrei non farlo, se sono cristiano?
Cordialità

Augustinus

La devozione alla quale ti riferisci, al contrario, avvalora la tesi secondo cui Cristo si caricò sulla spalla (una sola) la pesante croce, per trascinarla fino al Golgota.
La riporto per completezza:
"san Bernardo Abate di Chiaravalle domandò a Nostro Signore quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la sua Passione.
Gesù rispose: Io ebbi una piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la Croce; questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore ma non è conosciuta dagli uomini. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia che mi chiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; e a tutti quelli che per amore di essa mi onoreranno con 3 Pater, Ave e Gloria al giorno, perdonerò i peccati veniali, non ricorderò più i mortali, e non moriranno di morte subitanea, ed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine Maria e conseguiranno ancora la Grazia e la Misericordia".
Aldilà di tutto, la croce, considerato strumento vergognoso e ignobile al tempo dei romani, per mezzo di Cristo è diventata lo strumento attraverso il quale l'umanità è stata redenta agli occhi di Dio.
Mi pare giusto perciò, aldilà delle modalità d'uso che interessano soltanto la rigorosa ricerca storica, ricordarla nella sua interezza e significato intrinseco ovvero: un legno lungo verticale che punta al cielo, verso Dio e la salvezza, ed un legno corto che lo interseca orizzontalmente: simbolo dell'umanità che dopo il sacrificio dell'Agnello ha ottenuto, col riscatto del sangue del Giusto, la Redenzione.
Saluti.
Bellarmino

Sùrsum corda! (POL)
30-11-03, 23:25
Se posso,
mi pare che dire - [..] io sono senz'altro un povero peccatore, io, con i miei peccati, sono stato la causa della morte del mio Signore [..]- sia una affermazione quanto meno ambigua.

Infatti l'obiezione secondo cui Gesù è morto per i peccatori è confutabile anche solo con molto buon senso: non si può affermare che tutti i peccatori abbiano ucciso Gesù di loro mano, lo abbiano condotto da Pilato e chiesto la Sua morte. Si può certamente e solo asserire che Gesù è morto per salvare tutti gli uomini, che sono causa finale e non efficiente della Sua morte in croce.

Morendo in croce Nostro Signore redime l'umanità dal peccato originale; col battesimo poi possiamo ottenere la prima grazia santificante e le virtù soprannaturali, togliendoci appunto il peccato originale e gli attuali, se vi sono, con ogni debito di pena per essi dovuta nonchè ci imprime il carattere di cristiano e rende capaci di ricevere gli altri sacramenti.

Certamente i nostri peccati di Cristiani ci porteranno all'inferno se moriamo impenitenti...

Catechismo S.PioX (Appendice I
Brevissimi cenni di storia della Rivelazione divina ):

24. Molti credettero, e tra i primi quei dodici chiamati Apostoli o messi, che Egli scelse per fondare la sua Chiesa, di cui volle capo e fondamento Pietro. Ma gli si scatenò contro implacabile l'odio dei pontefici, dei farisei e dei dottori della Legge, invidiosi del suo potere e offesi dai suoi rimproveri agli errori e alle ipocrisie loro, e quest'odio finì per farlo condannare, Lui, l'aspettato Redentore, dal Sinedrio o supremo tribunale della nazione, e posporre al ladrone Barabba, quando il pauroso Pilato, preside romano, tentò di graziarlo per la Pasqua e salvarlo da morte.

25. Dopo gli strazi più acerbi, crocifisso sul Calvario, non lungi da Gerusalemme, tra due malfattori, Egli compì in Croce la redenzione dell'umanità peccatrice, soddisfacendo per essa all'Eterno Padre col sacrificio di se stesso; e morì perdonando e pregando per i nemici che non cessavano d'insultarlo. Fu sciolto allora il Vecchio Testamento o patto con la nazione ingrata che aveva ripudiato e ucciso Dio Redentore, il quale, nel suo stesso sangue divino, dedicò il Nuovo ed eterno Testamento.


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Daniele

Bellarmino
30-11-03, 23:26
Originally posted by Augustinus
Confido che la tua preghiera, quale uomo giusto, salga prima al trono di Dio.

Augustinus

Caro Augustinus, doddy/affus è un giudaizzante, ossia uno dei tantissimi personaggi (quest'ultimi tempi hanno visto la loro crescita esponenziale) la cui massima aspirazione è quella di mettersi al servizio, gratuitamente, dei "fratelli maggiori" (tanto per usare un'espressione assai infelice, offensiva ed inesatta).
Il giudaizzante, come il giudeo, lo saprai, è già salvo per il solo fatto di essere nato ebreo (od aspirante tale), perciò non ti meraviglino l'arroganza ed l'indice accusatore puntato su noi infimi goym, rei di non essere compartecipi della predestinazione salvifica del popolo "eletto"...
Saluti.
Bellarmino

Bellarmino
30-11-03, 23:33
:-01#04

Shambler
30-11-03, 23:41
a catechismo mi avevano spiegato la storia della trave. quanto pesa una croce intera? 4 quintali? un essere umano non sarebbe riuscito nemmeno a muovarla, a meno di non essere sansone o golia.

Shambler
30-11-03, 23:47
ma come facevano a non saperlo che sarebbe stato torturato prima di essere crocifisso, maddài.

Augustinus
01-12-03, 00:06
Originally posted by Sùrsum corda!
Se posso,
mi pare che dire - [..] io sono senz'altro un povero peccatore, io, con i miei peccati, sono stato la causa della morte del mio Signore [..]- sia una affermazione quanto meno ambigua.

Infatti l'obiezione secondo cui Gesù è morto per i peccatori è confutabile anche solo con molto buon senso: non si può affermare che tutti i peccatori abbiano ucciso Gesù di loro mano, lo abbiano condotto da Pilato e chiesto la Sua morte. Si può certamente e solo asserire che Gesù è morto per salvare tutti gli uomini, che sono causa finale e non efficiente della Sua morte in croce.

Morendo in croce Nostro Signore redime l'umanità dal peccato originale; col battesimo poi possiamo ottenere la prima grazia santificante e le virtù soprannaturali, togliendoci appunto il peccato originale e gli attuali, se vi sono, con ogni debito di pena per essi dovuta nonchè ci imprime il carattere di cristiano e rende capaci di ricevere gli altri sacramenti.

Certamente i nostri peccati di Cristiani ci porteranno all'inferno se moriamo impenitenti...

Catechismo S.PioX (Appendice I
Brevissimi cenni di storia della Rivelazione divina ):

24. Molti credettero, e tra i primi quei dodici chiamati Apostoli o messi, che Egli scelse per fondare la sua Chiesa, di cui volle capo e fondamento Pietro. Ma gli si scatenò contro implacabile l'odio dei pontefici, dei farisei e dei dottori della Legge, invidiosi del suo potere e offesi dai suoi rimproveri agli errori e alle ipocrisie loro, e quest'odio finì per farlo condannare, Lui, l'aspettato Redentore, dal Sinedrio o supremo tribunale della nazione, e posporre al ladrone Barabba, quando il pauroso Pilato, preside romano, tentò di graziarlo per la Pasqua e salvarlo da morte.

25. Dopo gli strazi più acerbi, crocifisso sul Calvario, non lungi da Gerusalemme, tra due malfattori, Egli compì in Croce la redenzione dell'umanità peccatrice, soddisfacendo per essa all'Eterno Padre col sacrificio di se stesso; e morì perdonando e pregando per i nemici che non cessavano d'insultarlo. Fu sciolto allora il Vecchio Testamento o patto con la nazione ingrata che aveva ripudiato e ucciso Dio Redentore, il quale, nel suo stesso sangue divino, dedicò il Nuovo ed eterno Testamento.


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Daniele

Caro Daniele,
in primo luogo, sei libero di intervenire quando vuoi.
Quanto poi all'espressione da me adoperata, essa va rettamente intesa. O meglio va compresa alla luce della tradizione cattolica.
Certamente Cristo non è morto direttamente per mano mia. Io non ero fisicamente presente. Ma è pienamente conforme alla fede il fatto che Egli si sia fatto carico di tutte le nostre colpe; non solo ci ha rendenti dal (solo) peccato originale. E' molto di più. E' qualcosa di più universale. Ciò emerge con chiarezza nello stesso testo biblico, ad es., della Lettera agli Ebrei, dove viene trattato il punto del sacrificio antico e del sacrificio di Cristo. Egli è la vittima pasquale, che ci redime dai nostri peccati. Attraverso i sacramenti (in special modo il Battesimo, c.d. causa strumentale, e la Penitenza) i benefici di quel sacrificio giungono a noi e ci salvano.
Se ciò è vero, lo è altrettanto il fatto che il peccato è la causa del Sacrificio della Croce. Senza di esso, non avremmo avuto la Redenzione. Ecco, perchè ho detto che io, quale peccatore, sono stato la causa della morte di Cristo ed ecco perchè trovi spesso nelle vite di Santi - l'agiografia ne è piena! - uomini e donne di Dio che si percuotevano, a volte a sangue, o si sottoponevano ad aspre e dure penitenze, proprio perchè si ritenevano "causa" della Passione e delle aspre sofferenze del Signore ed a loro modo volevano così alleviarle. Ne hai un esempio, tanto per fare dei nomi, in S. Gaspare del Bufalo, in S. Francesco d'Assisi, in Padre Pio, ecc.
Non so se sono riuscito ad esprimere il mio pensiero e se sono stato chiaro.

598. La Chiesa, per questo, nel magistero della sua fede e nella testimonianza dei suoi santi, non ha mai dimenticato che "ogni singolo peccatore è realmente causa e strumento delle. . . sofferenze" del divino Redentore [Catechismo Romano, 1, 5, 11; cf Eb 12,3 ]. Tenendo conto del fatto che i nostri peccati offendono Cristo stesso, [Cf Mt 25,45; At 9,4-5 ] la Chiesa non esita ad imputare ai cristiani la responsabilità più grave nel supplizio di Gesù, responsabilità che troppo spesso essi hanno fatto ricadere unicamente sugli Ebrei:
"E' chiaro che più gravemente colpevoli sono coloro che più spesso ricadono nel peccato. Se infatti le nostre colpe hanno tratto Cristo al supplizio della croce, coloro che si immergono nell'iniquità crocifiggono nuovamente, per quanto sta in loro, il Figlio di Dio e lo scherniscono [Cf Eb 6,6 ] con un delitto ben più grave in loro che non negli Ebrei. Questi infatti - afferma san Paolo non avrebbero crocifisso Gesù se lo avessero conosciuto come re divino [Cf 1Cor 2,8 ]. Noi cristiani, invece, pur confessando di conoscerlo, di fatto lo rinneghiamo con le nostre opere e leviamo contro di lui le nostre mani violente e peccatrici" [Catechismo Romano, 1, 5, 11].
"E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti nei vizi e nei peccati" [San Francesco d'Assisi, Admonitio, 5, 3].


Augustinus

Augustinus
01-12-03, 00:33
Il pensiero che ho sopraesposto non è mio, ma è quello costante espresso dalla Chiesa, da sempre, attraverso il Suo magistero (ad es., il Catechismo Romano) e la testimonianza dei Suoi Santi. La citazione finale è tratta dal Catechismo della Chiesa Cattolica, che qui è pienamente ossequioso della Tradizione (n. 598).
Qua, dunque, a rigore, non c'entra il documento conciliare Nostrae aetate, dal momento che, almeno su questo punto, non ha innovato in nulla la dottrina tradizionale. Questo bisogna ammetterlo in tutta tranquillità ed onestà intellettuale. Ma ciò non esclude le responsabilità di coloro che portarono a morte il Redentore, evidentemente. Solo che, se Cristo è anche il mio Redentore, evidentemente anch'io avrò contribuito alla sua morte (con i miei peccati); diversamente, dovrebbe concludersi che il sottoscritto non avrebbe bisogno di redenzione ...
Cordialmente

Augustinus

Bellarmino
01-12-03, 00:55
Originally posted by shambler
a catechismo mi avevano spiegato la storia della trave. quanto pesa una croce intera? 4 quintali? un essere umano non sarebbe riuscito nemmeno a muovarla, a meno di non essere sansone o golia.

4 quintali?!?!? :eek:
chi ha sparato una roba simile?
Vuoi dirmi che la croce era stata ricavata da un'intera quercia, magari quella dei DS, per i quali probabilmente il tuo insegnante di catechismo simpatizzava? :D
Un paio di pali incrociati peseranno al massimo 80-90 kg, o forse 1 quintale, perciò trasportabili da un essere umano non senza sforzi notevolissimi.
Ciao
B.

Bellarmino
01-12-03, 01:01
Originally posted by Augustinus
Il pensiero che ho sopraesposto non è mio, ma è quello costante espresso dalla Chiesa, da sempre, attraverso il Suo magistero (ad es., il Catechismo Romano) e la testimonianza dei Suoi Santi. La citazione finale è tratta dal Catechismo della Chiesa Cattolica, che qui è pienamente ossequioso della Tradizione (n. 598).
Qua, dunque, a rigore, non c'entra il documento conciliare Nostrae aetate, dal momento che, almeno su questo punto, non ha innovato in nulla la dottrina tradizionale. Questo bisogna ammetterlo in tutta tranquillità ed onestà intellettuale. Ma ciò non esclude le responsabilità di coloro che portarono a morte il Redentore, evidentemente. Solo che, se Cristo è anche il mio Redentore, evidentemente anch'io avrò contribuito alla sua morte (con i miei peccati); diversamente, dovrebbe concludersi che il sottoscritto non avrebbe bisogno di redenzione ...
Cordialmente

Augustinus

Ciò che affermi è corretto, tuttavia come si può insegnare che i giudei, di oggi e soprattutto di ieri, non siano colpevoli della crocifissione di Cristo com'è scritto su Nostra Aetate?
B.

Spero che quell'individuo... abbia il coraggio di non censurarmi nuovamente, dato che non ho scritto offese rivolte a niuno e non ho neppure trasgredito al regolamento di POL.

Augustinus
01-12-03, 01:26
Originally posted by Bellarmino
Ciò che affermi è corretto, tuttavia come si può insegnare che i giudei, di oggi e soprattutto di ieri, non siano colpevoli della crocifissione di Cristo com'è scritto su Nostra Aetate?
B.

Spero che quell'individuo... abbia il coraggio di non censurarmi nuovamente, dato che non ho scritto offese rivolte a niuno e non ho neppure trasgredito al regolamento di POL.

Solo una mia piccola rettifica nel titolo del post.
Quanto alla tua domanda, proverò a dare una sintetica risposta. La Chiesa cattolica (se vuoi post conciliare) ha ritenuto che non sia possibile accusare, in maniera indifferenziata, i giudei di ieri e quelli di oggi. E ciò - almeno per quanto riguarda quelli di ieri - vi erano tra gli abitanti di Gerusalemme (dove si svolse il dramma) anche pie persone, che amavano Gesù. Vi erano le pie donne (che erano giudee, indubbiamente); vi erano i discepoli (anche se fuggiti); vi era quella donna giudea anonima che, mossa da squisita bontà d'animo, asciugò il volto del Signore mentre saliva al Calvario e che la tradizione successiva ha denominato come "Veronica"; vi erano poi quelle donne che, lungo la salita al colle, seguivano il corteo piangendo ed a cui Gesù rivolse delle parole espressive e commoventi; ... . Per questo, mi pare corretto che non si imputi anche a questi ulteriori personaggi, pur giudei, la responsabilità diretta della morte di Gesù.
Qui sta il rischio di generalizzazioni: generalizzando, si addebita indistintamente e direttamente anche a questi soggetti la morte del Redentore. La responsabilità semmai è solo di quelli che l'ordirono e la vollero. La responsabilità è personale, non generale. E' vero che i Vangeli parlano di "tutto il popolo" che gridò il suo "Crucifige". Ma si tratta, qui, di un'espressione generica, che va rettamente intesa. D'altro canto se la si intendesse nel senso letterale, dovrebbe includersi in essa persino i predetti personaggi: il che sarebbe ingiusto e non veritiero.
Quanto ai giudei (i.e. ebrei) di oggi, io penso che essi non siano più colpevoli di qualsiasi altro uomo. Non si può addebitare ai figli le colpe dei padri, estendendo all'infinito, nel tempo e nello spazio, la responsabilità per la morte di Cristo. Ne è riprova il fatto che Cristo chiese perdono per i suoi uccisori (e sappiamo che la preghiera di Cristo è subito ascoltata dal Padre, giunge necessariamente al suo effetto) e S. Pietro, negli Atti, nel discorso di Pentecoste (se non ricordo male), addebitò ciò ad ignoranza degli ebrei e dei capi giudei.
Lasciamo quindi ogni giudizio sulle responsabilità a Dio stesso, vero Giudice. Io non esprimo giudizi di condanna o responsabilità.
Non so se sono riuscito a spiegarmi.
Cordialmente

Augustinus

Sùrsum corda! (POL)
01-12-03, 01:55
Stò riflettendo su quello che hai scritto Augustinus.
Sul tuo ultimo post, quando dici: "Ne è riprova il fatto che Cristo chiese perdono per i suoi uccisori (e sappiamo che la preghiera di Cristo è subito ascoltata dal Padre, giunge necessariamente al suo effetto) e S. Pietro, negli Atti, nel discorso di Pentecoste (se non ricordo male), addebitò ciò ad ignoranza degli ebrei e dei capi giudei."....azzardo a sostenere che se gli ebrei che sono stati perdonati da Gesù, non VOGLIANO farsi battezzare incorrano nelle responsabilità dei loro Padri? se oggi il giudeo non vuole il battesimo come può godere del perdono di Dio Padre chiesto da suo Figlio sulla S.Croce?

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Intendi questa parte Bellarmino?

La religione ebraica

4. Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo.

La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti.

Essa confessa che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la fede, sono inclusi nella vocazione di questo patriarca e che la salvezza ecclesiale è misteriosamente prefigurata nell'esodo del popolo eletto dalla terra di schiavitù. Per questo non può dimenticare che ha ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento per mezzo di quel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia, si è degnato di stringere l'Antica Alleanza, e che essa stessa si nutre dalla radice dell'ulivo buono su cui sono stati innestati i rami dell'ulivo selvatico che sono i gentili. La Chiesa crede, infatti, che Cristo, nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso. Inoltre la Chiesa ha sempre davanti agli occhi le parole dell'apostolo Paolo riguardo agli uomini della sua razza: « ai quali appartiene l'adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i Padri e dai quali è nato Cristo secondo la carne» (Rm 9,4-5), figlio di Maria vergine.

Essa ricorda anche che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo.

Come attesta la sacra Scrittura, Gerusalemme non ha conosciuto il tempo in cui è stata visitata; gli Ebrei in gran parte non hanno accettato il Vangelo, ed anzi non pochi si sono opposti alla sua diffusione. Tuttavia secondo l'Apostolo, gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento. Con i profeti e con lo stesso Apostolo, la Chiesa attende il giorno, che solo Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e « lo serviranno sotto uno stesso giogo » (Sof 3,9).

Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo.

E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.

E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo.

La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque. In realtà il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto e sostiene, in virtù del suo immenso amore, si è volontariamente sottomesso alla sua passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza. Il dovere della Chiesa, nella sua predicazione, è dunque di annunciare la croce di Cristo come segno dell'amore universale di Dio e come fonte di ogni grazia.

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24. Molti credettero, e tra i primi quei dodici chiamati Apostoli o messi, che Egli scelse per fondare la sua Chiesa, di cui volle capo e fondamento Pietro. Ma gli si scatenò contro implacabile l'odio dei pontefici, dei farisei e dei dottori della Legge, invidiosi del suo potere e offesi dai suoi rimproveri agli errori e alle ipocrisie loro, e quest'odio finì per farlo condannare, Lui, l'aspettato Redentore, dal Sinedrio o supremo tribunale della nazione, e posporre al ladrone Barabba, quando il pauroso Pilato, preside romano, tentò di graziarlo per la Pasqua e salvarlo da morte.

25. Dopo gli strazi più acerbi, crocifisso sul Calvario, non lungi da Gerusalemme, tra due malfattori, Egli compì in Croce la redenzione dell'umanità peccatrice, soddisfacendo per essa all'Eterno Padre col sacrificio di se stesso; e morì perdonando e pregando per i nemici che non cessavano d'insultarlo. Fu sciolto allora il Vecchio Testamento o patto con la nazione ingrata che aveva ripudiato e ucciso Dio Redentore, il quale, nel suo stesso sangue divino, dedicò il Nuovo ed eterno Testamento.

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E' difficile non vedere la (apparente?) frattura....per esempio alla domanda se esiste ancora l'Antica Alleanza con gli Ebrei e Dio, cosa si risponde? SI o NO....

....se si dice NO è difficilissimo comprendere a quale teologia si riferisca tale frase:
[..] che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo. [..]

....se si dice SI però è sempre arduo mi pare, accettare la frase del Catechismo (di S.PioX):
[..] Fu sciolto allora il Vecchio Testamento o patto con la nazione ingrata che aveva ripudiato e ucciso Dio Redentore, il quale, nel suo stesso sangue divino, dedicò il Nuovo ed eterno Testamento.
[..]


Daniele

Augustinus
01-12-03, 08:11
Originally posted by Sùrsum corda!
Stò riflettendo su quello che hai scritto Augustinus.
Sul tuo ultimo post, quando dici: "Ne è riprova il fatto che Cristo chiese perdono per i suoi uccisori (e sappiamo che la preghiera di Cristo è subito ascoltata dal Padre, giunge necessariamente al suo effetto) e S. Pietro, negli Atti, nel discorso di Pentecoste (se non ricordo male), addebitò ciò ad ignoranza degli ebrei e dei capi giudei."....azzardo a sostenere che se gli ebrei che sono stati perdonati da Gesù, non VOGLIANO farsi battezzare incorrano nelle responsabilità dei loro Padri? se oggi il giudeo non vuole il battesimo come può godere del perdono di Dio Padre chiesto da suo Figlio sulla S.Croce?

Caro Daniele,
Cristo, dall'alto della Croce, quando chiese il perdono per i suoi uccisori (nei quali erano inclusi gli esecutori materiali, cioè i romani), non vi fissò alcuna condizione. Non disse "se si faranno battezzare, allora, Padre perdonali". Disse semplicemente e genericamente "Padre perdona loro". Non era quello un perdono condizionato, quasi che si attendesse qualcosa in contraccambio. Del resto, ciò è pienamente conforme al modo di agire di Dio, che dona per puro Amore, senza richiedere un contraccambio. Dona e basta. E Cristo donò il suo perdono (per la responsabilità della sua morte) incondizionatamente, senza sottoporlo a limiti o condizioni.
La tesi che sostieni, quindi, mi pare estremamente pericolosa (dal punto di vista dottrinario), dal momento che, condotta alle sue estreme conseguenze, lascia intendere che coloro che nascono ebrei non nascono solo con la macchia del peccato originale, ma anche con un'ulteriore macchia. Il che mi sembra contrario alla fede cattolica di sempre. L'unica macchia è il peccato originale, la quale è rimossa col Battesimo. Altre macchie non vi sono. Stiamo attenti!
Se una persona, ancorchè giudea, rifiuta il Battesimo, incorre per ciò stesso nella "colpa" dei suoi padri?
A parte che, come detto sopra, non è corretto generalizzare (pena l'includere, tra gli autori e tra coloro che hanno tramato la morte di Cristo, anche le pie donne, la Madonna, Nicodemo, Giuseppe di Arimatea, ecc., in quanto giudei, cioè appartenenti alla fede ebraica), a me sembra, per quanto esposto sopra, che ciò sia da escludersi. L'ebreo di oggi, in quanto tale, non è diverso dal seguace di qualsiasi altra fede non cattolica e non è rispetto ad esso più colpevole. Non so se ho reso l'idea.
S. Pio X che tu hai citato, del resto, lungi dal generalizzare, parla di "odio dei pontefici, dei farisei e dei dottori della Legge"; non già di tutti i giudei. Apprezza le differenze!
Chi rifiuta scientemente il Battesimo, dopo aver conosciuto la Verità, chiunque esso sia, ebreo o non ebreo (i.e. seguace di altra fede non cattolica), si preclude la possibilità della salvezza eterna, rimanendo al di fuori del Corpo Mistico di Cristo (la Chiesa), in quanto "extra ecclesia nulla salus". Ma, anche in questo caso, l'ultima parola, sulla salvezza o meno della persona, spetta, infine, solo a Dio.
Spero di essermi riuscito a spiegare.
Cordialmente

Augustinus

01-12-03, 19:50
Originally posted by Bellarmino
Caro Augustinus, ti ringrazio per aver arricchito questo thread con tante immagini ed interessantissime informazioni.
Per quanto riguarda il dato storico, e cioè se Gesù fosse salito sul Calvario con il legno traverso legato, o con la croce intera, rammento che siamo ancora nel campo delle ipotesi, non essendoci ancora piena certezza epistemologica sulla vicenda.
Inoltre, l'iconografia cristiana ha sempre rappresentato il Salvatore mentre saliva la via del Calvario sotto il peso della croce intera; il Cireneo aiutò Gesù a risollevarsi dopo la caduta e addirittura portò il legno al posto dell'Agnello sacrificale.
Comunque poco importa, anzi, ritengo che Gibson abbia fatto benissimo a raffigurare il Salvatore dell'umanità in modo siffatto, rendendo ancor più straziante ed evocativo quel momento terribile che prelude alla morte del figlio di Dio voluta dai giudei, perfidi e deicidi.
Il messaggio è chiarissimo anche per i cristiani: se si vuol meritare il regno dei cieli ognuno porti con cristiana rassegnazione la propria croce, attraverso la quale si partecipa olisticamente con Gesù, già su questa terra.
Saluti
Bellarmino

La realtà è che il film di Gibson che vorrebbe rappresentare ciò che è accaduto 2000 anni fa esagerando in maniera indecorosa sugli effetti speciali e sul sangue cade miseramente nel ridicolo quando viene fatto presente questo particolare della croce.

01-12-03, 19:54
Originally posted by shambler
a catechismo mi avevano spiegato la storia della trave. quanto pesa una croce intera? 4 quintali? un essere umano non sarebbe riuscito nemmeno a muovarla, a meno di non essere sansone o golia.


Evidentemente si voleva marcare di più l'effetto speciale......

Augustinus
01-12-03, 20:15
Il film di Gibson, in tutta onestà, non mi pare che esageri. In effetti, sinora i film che si sono avuti sul tema religioso della vita di Gesù, hanno trattato il profilo della sofferenza, della Passione e Morte del Figlio dell'Uomo, in maniera "artistica", quasi idealizzandola, a tutto svantaggio della maggiore fedeltà a quell'evento storico verificatosi duemila anni fa. Qualcosa di analogo, del resto, ha compiuto la stessa arte pittorica, dove il Cristo appare di bell'aspetto e quasi subliminato dal suo martirio in Croce.
Per non parlare a volte di ricostruzioni, direi quasi irriverenti, come quella del famoso film Jesus Christ Superstar.
Io penso, quindi, che il realismo dell'opera di Mel Gibson meriti, invece, maggiore considerazione, dal momento che si è sforzato di rendere quegli eventi drammatici quasi in presa diretta, facendoli quasi assistere (e ri-vivere) personalmente al distratto spettatore. Per questo, può ritenersi l'opera di Gibson corretta, perchè ha voluto raccontare la Passione senza voler subliminare quei momenti, senza volerli idealizzare, ma nella loro cruda realtà, in aderenza anche al testo biblico ("Non ha apparenza nè bellezza per attirare i nostri sguardi ...", come recita uno dei carmi del servo sofferente di Jahvè del profeta Isaia).
Cordialità

Augustinus

01-12-03, 20:55
Ed invece considero questa operazione cinematografica volgare ed irreverente nei confronti stessi della passione di Cristo e che ha il solo scopo di cercare la polemica col mondo ebraico che deve apparire storicamente come il popolo deicida e quindi ne esalta oltre misura gli aspetti più cruenti, ma Cristo non è venuto sulla terra per portare divisione e odio tra gli uomini come taluni cattolici integralisti ci vogliono far credere ma per il motivo esattamente opposto e ha ci lasciato piena libertà di credere o meno alle sue parole.

Augustinus
01-12-03, 21:14
Originally posted by Manuel
Ed invece considero questa operazione cinematografica volgare ed irreverente nei confronti stessi della passione di Cristo e che ha il solo scopo di cercare la polemica col mondo ebraico che deve apparire storicamente come il popolo deicida e quindi ne esalta oltre misura gli aspetti più cruenti, ma Cristo non è venuto sulla terra per portare divisione e odio tra gli uomini come taluni cattolici integralisti ci vogliono far credere ma per il motivo esattamente opposto e ha ci lasciato piena libertà di credere o meno alle sue parole.

Quale polemica? Io non capisco i motivi di polemica col mondo ebraico per un evento avvenuto duemila anni fa! Gli ebrei di oggi farebbero meglio ad ammettere che la vicenda di Gesù fu trattata da loro con intolleranza ed ingiustizia.
Quanto poi al fatto che Gesù sia venuto a portare la pace ... occorre capirsi: quale pace?
Proprio nel Vangelo, si legge, anzi, "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera" (Lc 13, 51-53; Mt 10, 34-36). Cristo è segno di contraddizione "perchè siano svelati i pensieri di molti cuori" (cfr. Lc 2, 35). Ancora oggi, egli attira su di sè e sul suo Corpo Mistico (la Chiesa), consensi ed opposizioni. E ciò sarà sino alla fine, dal momento che la figura di Cristo inquieta ed interroga ogni coscienza.
Il film di Gibson ha, penso, proprio questo scopo: interrogare ed inquietare le coscienze, scuotendole dal loro tiepismo.
Cordialità

Augustinus

Augustinus
01-12-03, 21:20
Originally posted by Bellarmino
Caro Augustinus, doddy/affus è un giudaizzante, ossia uno dei tantissimi personaggi (quest'ultimi tempi hanno visto la loro crescita esponenziale) la cui massima aspirazione è quella di mettersi al servizio, gratuitamente, dei "fratelli maggiori" (tanto per usare un'espressione assai infelice, offensiva ed inesatta).
Il giudaizzante, come il giudeo, lo saprai, è già salvo per il solo fatto di essere nato ebreo (od aspirante tale), perciò non ti meraviglino l'arroganza ed l'indice accusatore puntato su noi infimi goym, rei di non essere compartecipi della predestinazione salvifica del popolo "eletto"...
Saluti.
Bellarmino

Io quella frase l'ho scritta in senso ironico. :) :) :)

Augustinus

01-12-03, 21:36
Originally posted by Augustinus
Quale polemica? Io non capisco i motivi di polemica col mondo ebraico per un evento avvenuto duemila anni fa! Gli ebrei di oggi farebbero meglio ad ammettere che la vicenda di Gesù fu trattata da loro con intolleranza ed ingiustizia.
Quanto poi al fatto che Gesù sia venuto a portare la pace ... occorre capirsi: quale pace?
Proprio nel Vangelo, si legge, anzi, "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera" (Lc 13, 51-53; Mt 10, 34-36). Cristo è segno di contraddizione "perchè siano svelati i pensieri di molti cuori" (cfr. Lc 2, 35). Ancora oggi, egli attira su di sè e sul suo Corpo Mistico (la Chiesa), consensi ed opposizioni. E ciò sarà sino alla fine, dal momento che la figura di Cristo inquieta ed interroga ogni coscienza.
Il film di Gibson ha, penso, proprio questo scopo: interrogare ed inquietare le coscienze, scuotendole dal loro tiepismo.
Cordialità

Augustinus

Cristo infatti non è venuto a portare direttamente la pace ma la parola di pace per raggiungere la salvezza eterna e agli uomini è stata data libertà di seguirlo o meno.

Augustinus
01-12-03, 21:41
Originally posted by Manuel
Cristo infatti non è venuto a portare direttamente la pace ma la parola di pace per raggiungere la salvezza eterna e agli uomini è stata data libertà di seguirlo o meno.

E allora dove sta la polemica? :) :)

01-12-03, 21:45
Originally posted by Augustinus
E allora dove sta la polemica? :) :)

La polemica è nel chi vuol far credere che Cristo sia venuto sulla terra per creare le basi della demonizzazione di un popolo, quello ebraico, considerandolo come l'unico responsabile della sua morte.

Augustinus
01-12-03, 21:52
Originally posted by Manuel
La polemica è nel chi vuol far credere che Cristo sia venuto sulla terra per creare le basi della demonizzazione di un popolo, quello ebraico, considerandolo come l'unico responsabile della sua morte.

Ma chi ha mai demonizzato un popolo?
In ogni caso, mi pare che contro il film di Gibson vi siano molti pregiudizi ingiustificati. Sarebbe bene prima di giudicarlo "antisemita" (brutta parola, fin troppo abusata, anche a sproposito, e tirata sempre fuori ...), vederlo.
Dalle immagini e dagli spezzoni di presentazione, a mio sommesso parere, comunque, emerge che Cristo fu vittima della crudeltà umana, incarnata in quel momento storico dai romani e dagli ebrei (alcuni, anche molti, non tutti, come ho detto sopra) che ne vollero la morte; crudeltà ed avversione che oggi continua contro coloro che rappresentano il Salvatore in terra.
Tutto qui. Quel film, dunque, mette, a mio avviso, in luce proprio questo.

Augustinus

01-12-03, 22:21
Originally posted by Augustinus
Ma chi ha mai demonizzato un popolo?
In ogni caso, mi pare che contro il film di Gibson vi siano molti pregiudizi ingiustificati. Sarebbe bene prima di giudicarlo "antisemita" (brutta parola, fin troppo abusata, anche a sproposito, e tirata sempre fuori ...), vederlo.
Dalle immagini e dagli spezzoni di presentazione, a mio sommesso parere, comunque, emerge che Cristo fu vittima della crudeltà umana, incarnata in quel momento storico dai romani e dagli ebrei (alcuni, anche molti, non tutti, come ho detto sopra) che ne vollero la morte; crudeltà ed avversione che oggi continua contro coloro che rappresentano il Salvatore in terra.
Tutto qui. Quel film, dunque, mette, a mio avviso, in luce proprio questo.

Augustinus

Anche qui ho dei dubbi, non è la crudeltà umana che ha portato cristo sulla croce ma il fatto che non tutti gli uomini hanno voluto credere alla sua parola, secondo me si esaltano troppo i particolari che magari non conosciamo nemmeno bene nei dettagli dimenticando quello che è il loro significato simbolico, forse sarà anche per questo motivo che vedo in maniera scettica questi film e ricostruzioni storiche su fatti narrati nella bibbia e nel vangelo.

Sùrsum corda! (POL)
01-12-03, 22:28
"Manuel
compagno libero muratore"

...cosa ci fà un compagno libero muratore nel forum Cattolici Romani :D ?

se sei anche gnostico hai fatto il pieno ;)

non vorrei essere sgarbato ma non postavi articoli su Padre Kolbe fino a tre mesi fà?

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=63519

...si capisce l'operato di Padre Kolbe se si conosce la differenza evidente tra antisemitismo biologico-razziale e antigiudaismo teologico...altrimenti prima è meglio studiare.

01-12-03, 23:17
Originally posted by Sùrsum corda!
"Manuel
compagno libero muratore"

...cosa ci fà un compagno libero muratore nel forum Cattolici Romani :D ?

se sei anche gnostico hai fatto il pieno ;)

non vorrei essere sgarbato ma non postavi articoli su Padre Kolbe fino a tre mesi fà?

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=63519

...si capisce l'operato di Padre Kolbe se si conosce la differenza evidente tra antisemitismo biologico-razziale e antigiudaismo teologico...altrimenti prima è meglio studiare.

Chissà perchè ma io l'antigiudaismo teologico non lo riesco propio a digerire, comunque non lo confondo con l'antisemitismo razzista e criminale ma lo considero sempre in maniera negativa perchè crea un motivo di scontro tra persone di diversa religione, tra cristiani ed ebrei, mentre sono per il dialogo e il rispetto reciproco tra le persone di diverse religioni.

Bellarmino
02-12-03, 01:44
Originally posted by Manuel
La realtà è che il film di Gibson che vorrebbe rappresentare ciò che è accaduto 2000 anni fa esagerando in maniera indecorosa sugli effetti speciali e sul sangue cade miseramente nel ridicolo quando viene fatto presente questo particolare della croce.

Effettivamente sì!
Gli stolti, alla vista della croce, non sanno fare altro che ridere...

Bellarmino
02-12-03, 02:30
Originally posted by Augustinus
Solo una mia piccola rettifica nel titolo del post.
Quanto alla tua domanda, proverò a dare una sintetica risposta. La Chiesa cattolica (se vuoi post conciliare) ha ritenuto che non sia possibile accusare, in maniera indifferenziata, i giudei di ieri e quelli di oggi.
Ti prego di non voler interpretare questa mia risposta con piglio polemico, tuttavia la Chiesa pre-conciliare insegnò esattamente il contrario... chi ha ragione dunque?


E ciò - almeno per quanto riguarda quelli di ieri - vi erano tra gli abitanti di Gerusalemme (dove si svolse il dramma) anche pie persone, che amavano Gesù. Vi erano le pie donne (che erano giudee, indubbiamente); vi erano i discepoli (anche se fuggiti); vi era quella donna giudea anonima che, mossa da squisita bontà d'animo, asciugò il volto del Signore mentre saliva al Calvario e che la tradizione successiva ha denominato come "Veronica"; vi erano poi quelle donne che, lungo la salita al colle, seguivano il corteo piangendo ed a cui Gesù rivolse delle parole espressive e commoventi; ...
Infatti tutti i personaggi che hai menzionato non rientrano tra gli ebrei rei di alcunché, proprio perchè riconobbero e seguirono Gesù il Salvatore, a differenza degli altri ebrei ostinati che si stracciarono le vesti e costrinsero i romani, con minacce, a giustiziare Gesù.


Per questo, mi pare corretto che non si imputi anche a questi ulteriori personaggi, pur giudei, la responsabilità diretta della morte di Gesù.
Vedi sopra


Qui sta il rischio di generalizzazioni: generalizzando, si addebita indistintamente e direttamente anche a questi soggetti la morte del Redentore. La responsabilità semmai è solo di quelli che l'ordirono e la vollero. La responsabilità è personale, non generale.
Affermi motivazioni inesatte.
La chiesa non accusò mai gli ebrei giusti di alcuna compartecipazione al deicidio (non capisco da dove tu abbia tratto questa convinzione), ma solo ed esclusivamente coloro i quali continuarono ad essere ebrei, cioè miscredenti, anche dopo la venuta di Cristo.
San Paolo lo disse chiaramente (riporto il significato, non il testo letterale): "dopo la venuta di Cristo non ha più alcun senso continuare ad essere ebrei, o greci, o romani..."
Nella frase di San Paolo, infatti, si trova la spiegazione teologica alla questione giudaica.
Dopo Cristo nessun uomo sarebbe stato diverso dall'altro od avrebbe continuato a seguire religioni false, pagane o vetero testamentarie.
Gli ebrei ostinati, oggi come allora, rifiutano di riconoscere Gesù quale Salvatore dell'umanità e Messia, promesso da Dio nell'antico Testamento.


E' vero che i Vangeli parlano di "tutto il popolo" che gridò il suo "Crucifige". Ma si tratta, qui, di un'espressione generica, che va rettamente intesa. D'altro canto se la si intendesse nel senso letterale, dovrebbe includersi in essa persino i predetti personaggi: il che sarebbe ingiusto e non veritiero.
Quanto ai giudei (i.e. ebrei) di oggi, io penso che essi non siano più colpevoli di qualsiasi altro uomo. Non si può addebitare ai figli le colpe dei padri, estendendo all'infinito, nel tempo e nello spazio, la responsabilità per la morte di Cristo.

Dimentichi forse che gli ebrei gridarono sopra se stessi la propria maledizione?
La frase gridata dai giudei fu: "il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli" come si spiega?


Ne è riprova il fatto che Cristo chiese perdono per i suoi uccisori (e sappiamo che la preghiera di Cristo è subito ascoltata dal Padre, giunge necessariamente al suo effetto) e S. Pietro, negli Atti, nel discorso di Pentecoste (se non ricordo male), addebitò ciò ad ignoranza degli ebrei e dei capi giudei.

Perfino sulla croce Cristo continuò a dare l'esempio agli uomini. Con le Sue parole, Gesù, esortò gli uomini a perdonare e invocare il perdono sui propri nemici ed in ogni circostanza. Questo fu il vero significato delle ultime parole del Messia morente sulla croce.
Al contrario, Cristo, maledisse gli ebrei molto tempo prima della sua morte, appellandoli con epiteti inequivocabili, per es: "sepolcri imbiancati"; "genìa maledetta che ha sempre ucciso e rinnegato i sui profeti"; "razza di vipere"; "figli del diavolo"; “sinagoga di satana”; etc...
Da non dimenticare, inoltre, una profezia importantissima. Gesù predisse la distruzione del Tempio di Gerusalemme a cagione del peccato che di lì a poco i giudei avrebbero consumato, il deicidio.


Lasciamo quindi ogni giudizio sulle responsabilità a Dio stesso, vero Giudice. Io non esprimo giudizi di condanna o responsabilità.
Nessuno si erge nel giudicare alcuno, tuttavia, l’accusa di deicidio fu formulata dai padri della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, ed a questo giudizio il fedele deve attenersi.

Un saluto con stima e amicizia.
Bellarmino

krentak the Arising!
02-12-03, 02:42
Originally posted by Bellarmino
e costrinsero i romani, con minacce, a giustiziare Gesù.

Me li immagino proprio i valenti guerrieri Romani 'costretti' a fare qualcosa dalle 'minacce' di quattro pastori orientali.

Bellarmino
02-12-03, 03:05
Originally posted by krentak
Me li immagino proprio i valenti guerrieri Romani 'costretti' a fare qualcosa dalle 'minacce' di quattro pastori orientali.

Mi spieghi come fai a gestire un sito cattolico se non conosci neppure le scritture???
I giudei ricattarono Pilato intimandogli che, se non avesse giustiziato Gesù, essi avrebbero riferito a Cesare...
semplice, no?!
Bellarmino

Augustinus
02-12-03, 08:54
Originally posted by Bellarmino
Ti prego di non voler interpretare questa mia risposta con piglio polemico

Caro Bellarmino,
non ti preoccupare, non vedo nessun intento polemico da parte tua. Semplicemente abbiano sulla questione dei punti di vista leggermente difformi. Nulla più.
Comunque, una piccola precisazione quando "tutto il popolo" gridò "il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli", deve chiarirsi da parte mia due cose:
- quanto al termine "tutto il popolo": si tratta di un'espressione semitica per indicare una parte per il tutto;
- quanto alla formula "il suo sangue ...": anche qui si tratta di una formula semitica di ratifica di una decisione presa, presente anche in altre parti della Scrittura (cfr. At 18, 6). Comunque, anche volendola interpretare letteralmente ... beh si può dire che la responsabilità per la soppressione della vita del Giusto ricadde effettivamente su "loro ed i loro figli", allorché furono decimati nella battaglia del 70 d.C., allorchè fu distrutto il Tempio, e le cui vicende ci sono raccontate da Giuseppe Flavio. Quindi, la "punizione" per quella sorta di autoimputazione (di alcuni, pur molti, giudei), al limite, si realizzò storicamente nel 70 e non può estendersi nello spazio e nel tempo.
Gli ebrei di oggi (che si ostinano a non riconoscere in Cristo il Messia), dunque, non sono più colpevoli della morte di Cristo di quanto non lo sia io quando pecco (v. il post di sopra). Per questa ragione la Chiesa pregava per la conversione degli "increduli giudei" e prega ancor oggi perchè "il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione" (colletta n. 6 della preghiera universale del Venerdì Santo), riconoscendo il Cristo.
Con stima ed amicizia

Augustinus

krentak the Arising!
02-12-03, 12:21
Originally posted by Bellarmino
I giudei ricattarono Pilato intimandogli

Io ragiono in base alle Scritture, al Magistero ed alla Tradizione, non alle tue fantasie. Visto che il sinedrio aveva emesso una condanna a morte contro Gesù è pacifico che abbia cercato di convincere in vario modo Pilato perchè eseguisse la sentenza capitale. Ma nessuno poteva costringere il funzionario dell'Impero Romano a crocifiggere Gesù e, per quanto condizionata, si trattò di una scelta la cui responsabilità giuridica ricade interamente sul beneventano, il quale preferì trasgredire la legge (di cui doveva essere il garante e rappresentante) mandando a morte un uomo innocente, piuttosto che inimicarsi il sinedrio e la folla.

Bellarmino
02-12-03, 12:53
Originally posted by krentak
Io ragiono in base alle Scritture, al Magistero ed alla Tradizione, non alle tue fantasie. Visto che il sinedrio aveva emesso una condanna a morte contro Gesù è pacifico che abbia cercato di convincere in vario modo Pilato perchè eseguisse la sentenza capitale. Ma nessuno poteva costringere il funzionario dell'Impero Romano a crocifiggere Gesù e, per quanto condizionata, si trattò di una scelta la cui responsabilità giuridica ricade interamente sul beneventano, il quale preferì trasgredire la legge (di cui doveva essere il garante e rappresentante) mandando a morte un uomo innocente, piuttosto che inimicarsi il sinedrio e la folla.

Ma quali fantasie?! Tu stesso confermi ciò che ho scritto...
Eppoi, quando avrei detto che Pilato sarebbe immune da ogni responsabilità?
Piuttosto, dato che anche tu confermi ciò che riportano le scritture, ovvero che i giudei del sinedrio furono i responsabili della morte di Cristo, dimmi come fai a conciliare queste affermazioni con quelle di Nostra Aetate...
:-00F

Bellarmino
02-12-03, 13:22
Originally posted by Augustinus
Caro Bellarmino,
non ti preoccupare, non vedo nessun intento polemico da parte tua. Semplicemente abbiano sulla questione dei punti di vista leggermente difformi. Nulla più.
Comunque, una piccola precisazione quando "tutto il popolo" gridò "il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli", deve chiarirsi da parte mia due cose:
- quanto al termine "tutto il popolo": si tratta di un'espressione semitica per indicare una parte per il tutto;
- quanto alla formula "il suo sangue ...": anche qui si tratta di una formula semitica di ratifica di una decisione presa, presente anche in altre parti della Scrittura (cfr. At 18, 6).

Caro Augustinus, purtroppo leggo numerose imprecisioni ancorchè forzature per far quadrare il cerchio.
Potresti darmi le fonti da cui trai codeste interpretazioni letterali?
"Interpretare" in questo modo, chiarissime scritture che non lasciano adito a dubbi (si legga San Tommaso in proposito), significa inficiare con personalismi interpretativi tutto il sacro deposito della fede, pratica, questa, sulla quale si basa tutto il nuovo corso teologico post-conciliare.
I padri della Chiesa, i papi e i teologi da sempre insegnarono che i giudei sono deicidi e responsabili della morte di Cristo!
Di questo si vuol tenere conto o no?


Comunque, anche volendola interpretare letteralmente ... beh si può dire che la responsabilità per la soppressione della vita del Giusto ricadde effettivamente su "loro ed i loro figli", allorché furono decimati nella battaglia del 70 d.C., allorchè fu distrutto il Tempio, e le cui vicende ci sono raccontate da Giuseppe Flavio. Quindi, la "punizione" per quella sorta di autoimputazione (di alcuni, pur molti, giudei), al limite, si realizzò storicamente nel 70 e non può estendersi nello spazio e nel tempo.

Non è del tuo stesso avviso San Paolo, il quale dichiara che segno certo della fine dei tempi sarà il riconoscimento e la conversione, dei FIGLI (di quegli stessi padri, perciò compartecipi di ogni responsabilità) di Israele ostinati e di dura cervice, al Messia Gesù Cristo.
Con questo si sancisce la responsabilità futura di coloro i quali ostinatamente continuano ad abbracciare una religione falsa com'è oggi quella giudaica.
Più in là riporterò un post contenente l'elenco di tutti i pronunciamenti dell'autorità ecclesiale concernenti l'accusa di deicidio.


Gli ebrei di oggi (che si ostinano a non riconoscere in Cristo il Messia), dunque, non sono più colpevoli della morte di Cristo di quanto non lo sia io quando pecco (v. il post di sopra).

Anche questa è un'inesattezza.
Un conto è peccare ma essere parte del corpo mistico e salvifico di Cristo per mezzo della Sua Chiesa, altro conto è esserne ostinatamente fuori e disgiunti da Essa, come lo sono gli ebrei oggi e ieri.


Per questa ragione la Chiesa pregava per la conversione degli "increduli giudei" e prega ancor oggi perchè "il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione" (colletta n. 6 della preghiera universale del Venerdì Santo), riconoscendo il Cristo.

Hai detto bene... la Chiesa PREGAVA (oggi non lo fa più) per la conversione dei PERFIDI giudei.


Con stima ed amicizia
Augustinus

Ricambio stima e amicizia.
Bellarmino

02-12-03, 21:47
3. Perché il popolo ebreo non deve essere detto "popolo deicida e maledetto"

Il Card. Bea, per tutto il tempo del Concilio e anche dopo, si è concentrato su questo problema, perché costituiva la base indispensabile della storica riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e per aprire nuove vie di ripensamento nell’esegesi, nella storia e nello stesso linguaggio teologico.

Ecco in forma sintetica il pensiero del Cardinale, attingendo ai suoi scritti.


Un tratto delle mura di Gerusalemme
«Non v’è dubbio che la condanna e l’esecuzione di Cristo costituiscono in se stesse... un crimine di deicidio, perché Gesù è Uomo-Dio». Il problema, però, è la responsabilità soggettiva delle persone: i capi del sinedrio e parte del popolo - che chiesero la condanna - «avevano una tale chiara conoscenza?».

Qui il cardinale cita le parole che S. Pietro rivolse ai giudei di Gerusalemme: «Voi uccideste l’Autore della vita», e quasi subito aggiunge: «Ora, fratelli, io so che voi operaste per ignoranza, come anche i vostri capi» (At 3, l 5, l 7). A S. Pietro fa eco S. Paolo, nel discorso agli ebrei di Antiochia di Pisidia (At l 3,27). In questo modo i due apostoli non fanno che seguire l’esempio di mitezza datoci da Gesù stesso, che sulla croce pregava: «Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno» (Lc 23.34).

«Quanto alla colpa soggettiva - continua il cardinale - rimane sempre la questione di sapere fino a che punto gli ebrei di Gerusalemme abbiano pienamente capito e abbiano agito in piena libertà, e non accecati dalle passioni, dalle circostanze e dalle situazioni concrete». È vero che le affermazioni di Gesù intorno alla sua dignità di Figlio di Dio erano molto chiare ed esplicite. «Bisogna anche ammettere, però, che presso i suot contemporanei sussistevano grandissimi ostacoli, che costituivano, specialmente per i capi, un impedimento tale da non permettere loro di comprendere appieno le dichiarazioni di Gesù e la forza dimostrativa dei miracoli». Noi, educati da secoli nella fede cristiana, rischiamo di non renderci conto dell’incredibile difficoltà per un ebreo dei tempi di Gesù, educato al più rigido monoteismo, di capire che cosa volesse dire essere veramente "Figlio di Dio" e "una sola cosa col Padre", il Dio invisibile del Sinai in forma umana! Anche a Pietro "né carne né sangue" ma solo la rivelazione del Padre poteva renderlo comprensibile (Mt 16,17).

Sul piano storico, è certo che fu un piccolo gruppo a volere la condanna di Gesù: neppure tutti i membri del Sinedrio. E la folla che lanciò il grido brutale: «Ricada il suo sangue su noi e sopra i nostri figli» (Mt 27,25) era stata manipolata, come leggiamo nel Vangelo di Marco (Mc 15,11): «I sommi sacerdoti sobillarono la folla», quella folla che poi, seguendo Gesù al Calvario e vistolo morire, «ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava percuotendosi il petto» (Lc 23,27-48).

Non ha senso quindi attribuire responsabilità di colpa a tutti gli ebrei di Gerusalemme, e tanto meno agli ebrei di tutta la Palestina di quel tempo! Ed è ancor più assurdo il colpevolizzare gli ebrei di tutti i empi, in quanto "popolo ebreo".

Come interpretare allora le accuse, le gravi profezie di castighi, e perfino il pianto di Gesù sul destino che incombe su Gerusalemme? (Mt 21,43-46; 23,31-36; Lc 19, 43 ss.). «Senza il principio della responsabilità collettiva - scrive Mons. Carli - tutto ciò rimarrebbe un indecifrabile mistero!».

Tutti i testi che si riferiscono ai rimproveri, alle minacce, ai castighi incombenti, vengono spiegati ampiamente dal Cardinale: riguardano la gravità oggettiva della mancata accoglienza dell’Inviato del Padre, annunziato dai Profeti. E' la rivelazione della severità del giudizio di Dio su tutte le forze del male, «l'impero delle tenebre», sul "mondo", nel senso più volte affermato da Giovanni. «Anche qui, perciò, non è il fatto dell’appartenenza al popolo che caratterizza il giudizio, bensì l’agire in opposizione a Dio, ai suoi profeti, soprattutto a Gesù. Inoltre è da tener presente la tipica prospettiva profetica, secondo cui il giudizio su Gerusalemme è insieme tipo e simbolo del giudizio universale sul male e sulle potenze nemiche di Dio... E questo spiega la sua terribile realtà storica molto meglio di una supposta responsabilità o colpevolezza collettiva di tutto il popolo d’Israele per la crocifissione di Gesù». All’espressione "responsabilità collettiva" il Cardinale sostituisce, per rimanere nella mentalità biblica, la "solidarietà sociale e collettiva" nel bene e nel male: «Il fatto che il giudizio colpisce tutto il popolo suppone l’esistenza di fattori e legami sociali per cui vi è tra i capi e i membri di un popolo la comunanza di sorte nel bene e nel male, ma non propriamente una colpevolezza del popolo come tale».

krentak the Arising!
02-12-03, 22:04
Originally posted by Bellarmino
quando avrei detto che Pilato sarebbe immune da ogni responsabilità?

Se una persona è costretta a fare qualcosa, non è responsabile delle proprie azioni. Al contrario esiste una grave responsabilità anche di Pilato, sebbene di natura diversa ed inferiore rispetto a quella del sinedrio.


Originally posted by Bellarmino
ovvero che i giudei del sinedrio furono i responsabili della morte di Cristo, dimmi come fai a conciliare queste affermazioni con quelle di Nostra Aetate...

"E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo."

krentak the Arising!
02-12-03, 22:20
Originally posted by Bellarmino
I padri della Chiesa, i papi e i teologi da sempre insegnarono che i giudei sono deicidi e responsabili della morte di Cristo!

Ma figuriamoci. L'accusa di deicidio non ha mai fatto parte del Magistero, nè tantomeno della Tradizione.


Originally posted by Bellarmino
Un conto è peccare ma essere parte del corpo mistico e salvifico di Cristo per mezzo della Sua Chiesa, altro conto è esserne ostinatamente fuori e disgiunti da Essa, come lo sono gli ebrei oggi e ieri.

Anche gli scomunicati sono ostinatamente fuori e disgiunti dalla Chiesa Cattolica, in una posizione certo non privilegiata rispetto agli ebrei, anzi.


Originally posted by Bellarmino
la Chiesa PREGAVA (oggi non lo fa più) per la conversione dei PERFIDI giudei.

L'espressione "perfidi giudei" è stata eliminata dalla liturgia non perchè la Chiesa ritenga di non dover più pregare per la conversione degli ebrei, ma perchè il termine perfido ha assunto un significato completamente diverso e distorto rispetto a quello originale.

Shambler
02-12-03, 23:11
se fossi paranoico direi che l'antisemitismo del film si sostanzia nel presentare la Passione come una vicenda reale e non come un telefilm di Hercules.
se fosse ancora più paranoico potrei aggiungere che la favolizzazione della vicenda mi appare come un strategia per la sua successiva rimozione e sostituzione col noachismo .
se oltre ad essere paranoico fossi anche malfidato e carogna affermerei che i vari affus e co . queste cose le sanno benissimo .

Bellarmino
03-12-03, 12:52
Originally posted by krentak
Ma figuriamoci. L'accusa di deicidio non ha mai fatto parte del Magistero, nè tantomeno della Tradizione.
Informati prima di collezionare figuracce!
Leggiti i seguenti documenti magisteriali di condanna alla perfidia giudaica rea di deicidio:
IMPIA JUDEORUM GENS DI PAPA INNOCENZO IV
DUDUM FELICIS DI PAPA GIOVANNI XXII
CUM NIMIS ABSURDUM DI PAPA PAOLO IV
HEBRAEORUM GENS DI PAPA SAN PIO V
ANTIQUA JUDEORUM DI PAPA GREGORIO XIII
CAECA ET OBTURATA DI PAPA CLEMENTE VIII
A QUO PRIMUM DI PAPA BENEDETTO XIV


L'espressione "perfidi giudei" è stata eliminata dalla liturgia non perchè la Chiesa ritenga di non dover più pregare per la conversione degli ebrei, ma perchè il termine perfido ha assunto un significato completamente diverso e distorto rispetto a quello originale.
Balle!
Citami un documento che ne fa riferimento.

cm814
03-12-03, 16:30
:rd

krentak the Arising!
03-12-03, 18:30
Originally posted by Bellarmino
Informati prima di collezionare figuracce!

Comprendo la stizza di chi vede smentite le proprie assurde tesi. In ogni caso, ti sarei grato se mi volessi indicare ove l'accusa di deicidio venga sancita da Benedetto XIV:

http://www.totustuus.biz/users/magistero/b14aquop.htm

In ogni caso, visto che pare tu sia convinto che i papi dei secoli passati scrivessero nella lingua italiana del 2003 e non in latino, ti incollo una edificante spiegazione della origine teologica del termine "perfido" (riferito agli ebrei):

La "perfidia judaica" va precisata. Il termine perfido, perfidia ha originariamente un valore teologico preciso. Significa per-fidem, ciò che va contro la fede, violazione della fede, della vera fede universale, cioè cattolica. In origine insomma pregare per i "perfidos judaeos" è una testimonianza di amore per chi non conosce/riconosce il mistero della incarnazione. La pervasività del processo di cristianizzazione dell'Occidente porta poi ad indentificare nel malvagio chi non riconosce la bonam fidem, quella universale, ossia dell'universitas, della comunità dei credenti, quella cristiana insomma. Secondo un elementare transfert di significato, chi viola la sacralità della bona fides - il per-fidus - diviene perciò il malvagio, il cattivo. In una parola, passata in tutte le lingue romanze: perfido. Il rovesciamento è operato: la preghiera per i perfidi\non credenti diviene un invito a guardarsi dai perfidi\malvagi.

03-12-03, 18:34
02/12/2003
Gibson ha detto di no al Vaticano e il suo film The Passion non verra' proiettato in anteprima davanti a cardinali ed esperti. Dopo una trattativa durata quasi un mese, il regista ha declinato l'invito a far proiettare la sua pellicola all'Universita' Urbaniana durante il convegno 'Cristo e il cinema, organizzato dal Pontificio consiglio della cultura e dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali in occasione della settima edizione del Festival 'Tertio Millennio'.

Evidentemente sa che se giudicato da esperti il suo film verrebbe stroncato senza esitazioni dalle autorità del vaticano.

03-12-03, 18:56
La realtà è che dietro questo film non c'è nulla di sacro e positivo ma solo la voglia di riproporre lo scontro tra cattolici ed ebrei sulla passione e l'accusa di deicidio, in America hanno capito subito quelli che erano gli intenti di Gibson e le immagini del trailer ne sono la dimostrazione.

Shambler
03-12-03, 21:06
la verità è che l'unico antisemitismo è il tentivo di descrivere la Passione come un evento realmente accaduto piuttosto che una favola.
la favolizzazione della vicenda di Cristo ( c'è persino un film su Gesù con pupazzi di plastilina!) è il primo passo per la dissoluzione del cristianesimo in generico "noachismo".
nel linguaggio moderno "antisemita" indica qualcosa che risulta sgradito agli ebrei e non il contrario.

Bellarmino
04-12-03, 00:01
Originally posted by krentak
Comprendo la stizza di chi vede smentite le proprie assurde tesi. In ogni caso, ti sarei grato se mi volessi indicare ove l'accusa di deicidio venga sancita da Benedetto XIV:
Ma quale stizza!
Sei tu che inesorabilmente cassi i postati di coloro che ti fanno fare meschine figure...
Ti ho citato almeno altri 6 documenti papali che trattano del problema giudaico tout court.
Mentre tu neghi che in passato il magistero se ne sia occupato.
Per quanto riguarda Benedetto XIV, parti del testo (certamente scritto in latino, lingua da voi modernisti aborrita) sono molto eloquenti sulla natura dell'ebreo in generale. Per certi versi ciò che scrisse questo grande papa contro i giudei suona perfino peggiore dell'accusa di deicidio.
Eccone un brano:
«Ogni traffico di merci utili… è gestito dagli stessi ebrei… inoltre essi possiedono osterie, poderi, villaggi, beni per cui, diventati padroni, non solo fanno lavorare senza posa, esercitando un dominio crudele e disumano, i miseri uomini cristiani addetti ai lavori agricoli e li costringono al trasporto di pesi immani; ma anche infliggono pene: coloro che sono sottoposti alle staffilate ne riportano il corpo piagato… Inoltre gli stessi giudei, essendo dediti specialmente all’esercizio del commercio, dopo aver in tal modo accumulato una grande somma di denaro, con la smodata pratica dell’usura prosciugano le ricchezze e i patrimoni dei cristiani»...
Ebrei usurai crudeli e disumani quindi, secondo il grande pontefice.
A proposito, sul tuo portale non sono riportati gli altri documenti che ti ho citato?


La "perfidia judaica" va precisata. Il termine perfido, perfidia ha originariamente un valore teologico preciso. Significa per-fidem, ciò che va contro la fede, violazione della fede, della vera fede universale, cioè cattolica. In origine insomma pregare per i "perfidos judaeos" è una testimonianza di amore per chi non conosce/riconosce il mistero della incarnazione. La pervasività del processo di cristianizzazione dell'Occidente porta poi ad indentificare nel malvagio chi non riconosce la bonam fidem, quella universale, ossia dell'universitas, della comunità dei credenti, quella cristiana insomma. Secondo un elementare transfert di significato, chi viola la sacralità della bona fides - il per-fidus - diviene perciò il malvagio, il cattivo. In una parola, passata in tutte le lingue romanze: perfido. Il rovesciamento è operato: la preghiera per i perfidi\non credenti diviene un invito a guardarsi dai perfidi\malvagi. [/color]
A me lo vieni a dire?
Questo brano fu postato anche sul forum Tradizione Cattolica almeno 2 anni orsono.

krentak the Arising!
04-12-03, 14:42
Bellarmino : Ti ho citato almeno altri 6 documenti papali che trattano del problema giudaico tout court.

Ho recuperato quello che è possibile reperire su internet (e che, va da sè, ti smentisce senza appello). Non ti preoccupare, non appena avrò l'occasione di recarmi in biblioteca farò in modo di mostrare come anche gli altri documenti citati non contengano la definizione di un'accusa di deicidio rivolta a tutto il popolo ebreo. Stendo un velo pietoso sul fatto che l'obbligo della prova ricadrebbe su di te, ma capisco che non ti convenga cercare quei documenti. :D

Bellarmino
04-12-03, 18:40
Originally posted by krentak
Bellarmino : Ti ho citato almeno altri 6 documenti papali che trattano del problema giudaico tout court.

Ho recuperato quello che è possibile reperire su internet (e che, va da sè, ti smentisce senza appello). Non ti preoccupare, non appena avrò l'occasione di recarmi in biblioteca farò in modo di mostrare come anche gli altri documenti citati non contengano la definizione di un'accusa di deicidio rivolta a tutto il popolo ebreo. Stendo un velo pietoso sul fatto che l'obbligo della prova ricadrebbe su di te, ma capisco che non ti convenga cercare quei documenti. :D


[color=#003399]Ho recuperato quello che è possibile reperire su internet
:D Quindi la tua "cultura" religiosa e/o generale si limiterebbe alle letture reperite su internet?!...
Il velo pietoso bisognerebbe stenderlo sulla tua pochezza...
Eccoti le "prove" della responsabilità dell'uccisione di Gesù da parte degli ebrei, evidenziata nel magistero dei papi, che contraddice risolutamente Nostra Aetate:

DUDUM FELICIS, di papa Giovanni XXII
[...] Invero, quel popolo… non solo negò iniquamente che Nostro Signor Gesù Cristo, Figlio del Padre eterno… era venuto a chiamarli per farli compartecipi dell’eredità eterna… dicendo con disprezzo: Non è Dio; ma addirittura lo UCCISERO… invocando…
il suo sangue sopra di sé e sopra i loro
discendenti […]

HEBRAEORUM GENS, di S. Pio V
[...] quel popolo perfido e ingrato ha con empietà respinto il suo Redentore e LO HA UCCISO con morte vergognosa… Tuttavia la loro empietà, ammaestrata da tutte le peggiori astuzie, è giunta ad un punto tale oramai che, per la nostra comune salvezza, occorre respingere la forza di tanto male, con pronto rimedio [...]

ANTIQUA JUDEORUM, di papa Gregorio XIII
[...] peccarono ancora più gravemente ripudiando il Figlio di Dio e
COMPLOTTANDO PER UCCIDERLO in modo scellerato [...]


Impara la lezione! Sei ostinato nell'errore come i soggetti della presente.

krentak the Arising!
04-12-03, 19:46
Bellarmino : Eccoti le "prove" della responsabilità dell'uccisione di Gesù da parte degli ebrei

Essendoti infilato in un vicolo cieco, cerchi continuamente di spostare i termini della questione. Che gli ebrei (cioè il sinderio e la folla) siano i principali responsabili - ma non unici - della morte di Gesù è una verità storica, nè più nè meno del complotto dei Cesaricidi o della battaglia di Waterloo. Nei brani che ti ho costretto a riportare si riporta questo fatto storico, certo non una definizione di "popolo deicida". Il fatto che le tue poderose prove sul deicidio magisteriale si limitino ad un paio di frasette smozzicate (che non c'entrano) in due millenni è la più grande dimostrazione dell'inconsistenza delle tue tesi.

Sùrsum corda! (POL)
04-12-03, 21:49
Krentak, non hai più nulla da dire mi pare.....quelle che tu definisci frasette smozzicate sono Magistero, penso che questo tu possa riuscire a ammetterlo....

Bellarmino
04-12-03, 22:47
Originally posted by krentak
Bellarmino : Eccoti le "prove" della responsabilità dell'uccisione di Gesù da parte degli ebrei

Essendoti infilato in un vicolo cieco, cerchi continuamente di spostare i termini della questione. Che gli ebrei (cioè il sinderio e la folla) siano i principali responsabili - ma non unici - della morte di Gesù è una verità storica, nè più nè meno del complotto dei Cesaricidi o della battaglia di Waterloo. Nei brani che ti ho costretto a riportare si riporta questo fatto storico, certo non una definizione di "popolo deicida". Il fatto che le tue poderose prove sul deicidio magisteriale si limitino ad un paio di frasette smozzicate (che non c'entrano) in due millenni è la più grande dimostrazione dell'inconsistenza delle tue tesi.

La tua malafede mista a grettezza è sotto gli occhi di tutti!
Neghi anche l'evidenza...
Nei brani tratti dal magistero dei papi che ti ho riportato si insegna senza mezzi termini che gli ebrei, non altri, sono gli uccisori di Cristo (Cristo=Dio | morte di Cristo=morte di Dio, ergo Deicidio, se non lo sapessi).
La tua insipienza ancora una volta è manifesta.
Adieu!

Augustinus
04-12-03, 23:41
E' evidente che in un tema come quello qui discusso si possano avere idee contrapposte. Ma la contrapposizione - a mio modo di vedere - non è tanto religiosa, quando ideologica. Ciò in ragione della diversa formazione culturale di ognuno.
Tuttavia, ciononostante, non possiamo dimenticarci di essere cristiani. E' pur vero che, in quanto uomini, siamo inclini a sbagliare. "Tutti manchiamo in molte cose" (Gc 3, 2). Tuttavia, pur con diversi punti di vista, dobbiamo far prevalere la carità cristiana.
Invito - e tanto lo rivolgo anche a me, in primis - a prendere il caso di Evodia e Sintiche, due donne che facevano parte della Chiesa che era in Filippi. S. Paolo scrive a queste in termini fortemente esortativi: "Esorto Evodia ed esorto Sintiche ad andare d'accordo nel Signore" (Fil 4, 2).
Se Paolo incoraggiava con quelle parole le due, evidentemente tra le stesse c'era qualche screzio, forse l'una era gelosa dell'altra. Fondamentalmente, però, erano buone (e Paolo stesso le elogia: Fil 4, 3).
Una volta sorse una controversia anche tra lo stesso Paolo ed il suo compagno di viaggio, Barnaba. Mentre stavano per partire, quest'ultimo decise di unire a sè il cugino Marco; Paolo, invece, non voleva, perchè Marco, durante il suo primo viaggio, li aveva abbandonati ed era tornato a casa (At 13, 13). La Scrittura parla addirittura che vi fu una "accesa esplosione d'ira" (la traduzione italiana rende più prosaicamente "dissenso"), tanto che i due si separarono (At 15, 37-40).
Questi esempi, tratti dalla Bibbia, dimostrano come anche tra cristiani è molto comune che vi possano essere dissidi, anche ... violenti ... L'importante è che tutto si ricomponga nello spirito di carità, amando i propri fratelli in Cristo (cfr. 1 Pt 2, 17; Mt 5, 23-24).
Io penso che in tal maniera in un forum che si professa cattolico si potrà continuare a discutere nella piena libertà dei figli di Dio, anche se possono esistere dei punti di divergenza su alcuni aspetti.
Cordialmente

Augustinus

Bellarmino
05-12-03, 00:01
Caro Augustinus, a prescindere dal fatto che il sottoscritto non è mai stato animato da intenti polemici ma, al contrario, abbia solamente ritenuto doveroso ribadire gli insegnamenti tratti dal magistero della trasmissione papale, così ostinatamente ed evidentemente misconosciuti e rinnegati, nonostante l'evidenza, ti/vi chiedo:
credete voi che gli ebrei che non hanno riconosciuto Cristo ed abbiano cagionato la sua morte siano figli del diavolo, come disse Cristo stesso, oppure no?

Shambler
05-12-03, 00:14
gli ebrei non saprei ma su affus ho la mia opinione.

Augustinus
05-12-03, 00:22
Carissimo Bellarmino,
tu lo sai che non mi riferivo a te o qualcun altro in particolare. Nè ho accusato te o altri di portare avanti una discussione con un intento polemico. Non mi conosci forse? Non sai forse come mi comporto?
Ne è prova del mio atteggiamento il fatto che io non ricorro - di solito - alla censura, anche quando vengo tirato in ballo direttamente. Solo in casi estremi, quando si usa un linguaggio palesemente irriguardoso ed offensivo, mio malgrado, vi ricorro, quale estremo rimedio e, di solito, cerco di giustificare tanto mediante un pvt con il forumista da me censurato.
Il mio compito di moderatore è, dunque, quello di moderare la discussione ed i suoi toni. Nè più nè meno. Tanto più che ci troviamo in un forum cattolico, laddove deve prevalere la regola della carità, pur nella diversità di opinioni. E ciò vale per tutti i forumisti, moderatori compresi. E, quindi, in primis, per me.
Quanto alla tua domanda, io penso - almeno per quanto mi riguarda - di aver risposto in precedenza.
Quanto poi al fatto che, secondo le parole di Gesù, i giudei sarebbero figli del diavolo (Gv 8, 44), io penso che l'espressione adoperata debba essere contestualizzata e possa essere attualizzata, nel senso che, essa vada intesa anche con riguardo a tutti coloro che scientemente rifiutano la verità di Gesù. Non soltanto con riguardo ai giudei.
Con amicizia e stima

Augustinus

Bellarmino
05-12-03, 01:12
Originally posted by Augustinus
Carissimo Bellarmino,
tu lo sai che non mi riferivo a te o qualcun altro in particolare. Nè ho accusato te o altri di portare avanti una discussione con un intento polemico. Non mi conosci forse? Non sai forse come mi comporto?
Ne è prova del mio atteggiamento il fatto che io non ricorro - di solito - alla censura, anche quando vengo tirato in ballo direttamente. Solo in casi estremi, quando si usa un linguaggio palesemente irriguardoso ed offensivo, mio malgrado, vi ricorro, quale estremo rimedio e, di solito, cerco di giustificare tanto mediante un pvt con il forumista da me censurato.
Il mio compito di moderatore è, dunque, quello di moderare la discussione ed i suoi toni. Nè più nè meno. Tanto più che ci troviamo in un forum cattolico, laddove deve prevalere la regola della carità, pur nella diversità di opinioni. E ciò vale per tutti i forumisti, moderatori compresi. E, quindi, in primis, per me.
Quanto alla tua domanda, io penso - almeno per quanto mi riguarda - di aver risposto in precedenza.
Quanto poi al fatto che, secondo le parole di Gesù, i giudei sarebbero figli del diavolo (Gv 8, 44), io penso che l'espressione adoperata debba essere contestualizzata e possa essere attualizzata, nel senso che, essa vada intesa anche con riguardo a tutti coloro che scientemente rifiutano la verità di Gesù. Non soltanto con riguardo ai giudei.
Con amicizia e stima

Augustinus

Grazie del chiarimento, carissimo.
Tornando alla frase di Gesù, ti faccio notare che (lo dice San Tommaso) l'espressione "figli del diavolo" non è mai stata usata da Gesù contro nessuno, pagani o peccatori che fossero, ma fu riservata esclusivamente per i giudei.
Parola di Dio. :)
Saluti
B.

krentak the Arising!
05-12-03, 02:10
Originally posted by Bellarmino
Nei brani tratti dal magistero dei papi che ti ho riportato si insegna senza mezzi termini che gli ebrei, non altri, sono gli uccisori di Cristo

I brani del Magistero non riportano altro che quello che sappiamo tutti e cioè che gli ebrei che parteciparano alla condanna a morte di Cristo, ne sono anche gli uccisori.

Bellarmino
05-12-03, 02:17
Originally posted by krentak
I brani del Magistero non riportano altro che quello che sappiamo tutti e cioè che gli ebrei che parteciparano alla condanna a morte di Cristo, ne sono anche gli uccisori.

E' già un passo avanti... peccato che contraddica Nostra Aetate...

krentak the Arising!
05-12-03, 02:32
Originally posted by Bellarmino
E' già un passo avanti... peccato che contraddica Nostra Aetate...

Sei piuttosto lento di riflessi, visto che è un concetto che sto ripetendo da giorni. Ah, in ogni caso Nostra Aetate non solo non contraddice quanto ho scritto, ma afferma esattamente la medesima cosa:

E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.

Bellarmino
05-12-03, 03:24
Originally posted by krentak
Sei piuttosto lento di riflessi, visto che è un concetto che sto ripetendo da giorni. Ah, in ogni caso Nostra Aetate non solo non contraddice quanto ho scritto, ma afferma esattamente la medesima cosa:

E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.

Io sarò lento ma tu sei ostinato...
Quanto al passo che hai riportato è un classico esempio di ossimoro.
Nello stesso documento si legge anche:
E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura
Che fossero stati scartati (rigettati) per dare ad altri i doni che erano stati promessi loro scaturisce proprio dalle scritture... leggasi la parabola dei vignaioli perfidi.

Inoltre, San Pio V, dà degli ebrei una descrizione assai diversa, a chi credere dunque?
HEBRAEORUM GENS, di S. Pio V (1569): «Il popolo ebreo, il solo UN TEMPO ELETTO DA DIO… tanto prima superò tutti gli altri in grazia e santità, quanto poi ABBANDONATO PER LA SUA INCREDULITÀ, meritò di essere RIPROVATO, perché venuta la pienezza del tempo, quel popolo perfido e ingrato ha con empietà respinto il suo Redentore e LO HA UCCISO con morte vergognosa… Tuttavia la loro empietà, ammaestrata da tutte le peggiori astuzie, è giunta ad un punto tale oramai che, per la nostra comune salvezza, occorre respingere la forza di tanto male, con pronto rimedio. (…) Ciò che reca più danno è il fatto che, essendo dediti ai sortilegi, agli incantesimi, alle superstizioni della magia e ai malefici, INDUCONO AGLI INGANNI DI SATANA MOLTISSIME PERSONE INCAUTE E DEBOLI. Infine siamo informati… con quali inganni insidino alla vita dei cristiani».

krentak the Arising!
13-12-03, 19:43
Il film controverso
VIA LIBERA DAL VATICANO PER MEL GIBSON
Notizia del "Corriere della Sera" dell'11 Dicembre

"The Passion of Christ", il controverso film di Mel Gibson sulla passione di
Cristo, piace al Vaticano. Il film è stato visto da alcuni membri di tre tra
i più importanti organismi vaticani (tra cui la Segreteria di Stato e la
Congregazione per la Dottrina della Fede): tutti hanno espresso approvazione
e stima per il lavoro del regista americano.

Augustinus
18-12-03, 20:29
Posto dal sito del Corriere della sera e per bandire qualsiasi polemica.

Augustinus

SPETTACOLI

Secondo il Wall Street Journal,
anteprima della «Passione di Cristo»
Il Gesù di Mel Gibson visto e approvato dal Papa
Il film, accusato negli Usa, di antisemitismo
sarebbe piaciuto
a Giovanni Paolo II: «Racconta quello che è stato»

NEW YORK - Il Papa avrebbe visto il controverso film su Gesù di Mel Gibson, «La passione di Cristo», al centro di polemiche negli Usa per un presunto antisemitismo, e avrebbe dato la sua approvazione. «Racconta quello che è stato», avrebbe commentato Giovanni Paolo II con monsignor Stanislaw Dziwisz, suo segretario personale. Lo afferma il Wall Street Journal, secondo il quale il film, che uscirà negli Stati Uniti il prossimo 25 febbraio, sarebbe stato visto nell’appartamento privato con un Dvd.

DVD - Il responso del Papa sarebbe stato riferito da Dziwisz al co-produttore del film McEveety e da questi a Peggy Noonan, editorialista del Wsj (e già autrice dei discorsi per l’ex presidente Reagan). «Ufficialmente - scrive Noonan - il Vaticano ha evitato di far commenti ma Giovanni Paolo II avrebbe chiesto di vederlo». McEveety, che nelle scorse settimane era andato a Roma per mostrare la pellicola a un gruppo di prelati, avrebbe consegnato il dvd al segretario del Papa il 5 dicembre.

POTENTE - «L'ha trovato molto potente e l'approva», avrebbe riferito al produttore il segretario particolare, aggiungendo che, mentre il film si avvicinava alla fine, Giovanni Paolo II avrebbe dato il suo commento: «Racconta quello che è stato». Nei giorni scorsi in Vaticano era trapelato che alcuni prelati avevano visto «La passione di Cristo»: si sarebbe trattata di una sorta di pre-visione per un gruppo ristretto di esponenti della Santa Sede tra cui il presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali John Foley e il responsabile della Filmoteca Vaticana Enrique Planas Y Coma. La visione sarebbe avvenuta la settimana scorsa dopo il rifiuto di Gibson di far proiettare il film all'Università Urbaniana durante il convegno «Cristo e il cinema» organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura e dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

18 dicembre 2003

krentak the Arising!
21-01-04, 21:32
"La Passione" di Mel Gibson in rassegna in Vaticano

Intervista esclusiva con Padre Di Noia
della Congregazione per la Dottrina della Fede

CITTÀ DEL VATICANO, 8 dicembre 2003 (Zenit.org).

- Diversi alti ufficiali del Vaticano hanno assistito ad una
proiezione privata del film "La Passione" di Mel Gibson e ne
sono rimasti entustasti.Componenti della Segreteria di Stato
del Vaticano, del Pontificio Concilio delle Comunicazioni
Sociali, e della Congregazione per la Dottrina della Fede,
il gruppo che supervisiona le questioni dottrinali
cattoliche, hanno espresso unanime approvazione e
apprezzamento del film.
Quella che segue è un'intervista esclusiva di ZENIT ad uno
degli spettatori, il Padre Domenicano Augustine Di Noia,
sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della
Fede.

Padre Di Noia ha insegnato teologia a Washington D.C., per
20 anni e ha prestato servizio come teologo per la
Conferenza Episcopale degli Stato Uniti prima di venire a
lavorare per il cardinale Joseph Ratzinger presso la
Congregazione dottrinale, poco più di un anno fa. Il film
(http://www.passion-movie.com/) dovrebbe uscire nelle sale
nel 2004.

Q: "La Passione del Cristo" di Mel Gibson ha fatto notizia
da mesi - molto prima del periodo previsto per l'uscita
nelle sale. In qualità di spettatore, qual è la sua
impressione globale sul film?

Padre Di Noia: Guardare questo film, costituirà un'esperienza
profondamente religiosa per molti.
Per me lo è stata.
Una cinematografia eccezionale e una recitazione altrettanto
brillante, combinate con la profonda introspezione spirituale
del regista sul significato teologico della passione e morte
di Cristo - tutto ha contribuito ad una produzione di
squisita sensibilità artistica e religiosa.

Chiunque veda questo film - credente o non credente - sarà
costretto a confrontarsi con il mistero centrale della
passione di Cristo e in definitiva con il Cristianesimo
stesso: se questo è il rimedio, quale dovrà essere stato
il male?

Il Curato d'Ars sostiene che nessuno possa avere cognizione
di cosa Nostro Signore abbia sofferto per noi; per capirlo,
dovremmo conoscere tutto il male causato dal peccato, e
questo non lo potremo sapere fino al momento della nostra
morte.

Solo come una grande opera d'arte può fare, il film di Mel
Gibson ci aiuta a cogliere qualcosa che è quasi al di là
della nostra comprensione.
All'inizio, nell'Orto del Getsemani, il diavolo tenta Cristo
con la domanda inevitabile: come può qualcuno sopportare i
peccati del mondo intero?
È troppo.
Cristo quasi soccombe all'idea, ma poi prosegue con
convinzione per portare avanti esattamente questo - per
accogliere su di sé, secondo la volontà del Padre, i
peccati del mondo intero.
È davvero impressionante.

Vi è un forte senso, presente per tutto il film, del dramma
cosmico del quale siamo tutti parte. Non c'è possibilità di
rimanere neutrali, e nessuno può semplicemente restare
spettatore di questi eventi.
La posta in gioco è davvero molto alta - qualcosa che, a
parte Cristo stesso, è intuita chiaramente solo da Maria
sua madre e dal demonio sempre presente.
Gradualmente lo spettatore si unisce ai personaggi in una
progressiva comprensione di questo, mentre che l'azione si
sposta inesorabilmente dal Monte degli Ulivi verso il Monte
Calvario.


D: Il film è fedele alla narrazione della passione di Cristo
del Nuovo Testamento?

Padre Di Noia: Bisogna tener presente che vi sono quattro
racconti della passione di Cristo nel Nuovo Testamento, che
si concentrano soprattutto sul significato religioso degli
eventi.
Nel "La morte del Messia" - probabilmente il più completo ed
equilibrato racconto della Passione - Padre Raymond Brown
ha dimostrato che, pur essendovi alcune differenze tra i
Vangeli, essi sono in generale sostanzialmente univoci.

Il film di Mel Gibson non è un documentario ma un'opera di
artistica immaginazione.
Il regista ha incorporato elementi dalla Passione raccontata
da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma rimane fedele alla
struttura fondamentale comune ai quattro Vangeli.
Entro i limiti possibili in una ricostruzione immaginifica
della passione di Cristo, il film di Gibson e pienamente
fedele al Nuovo Testamento.

D: Che cosa l'ha colpita di più riguardo a questo film?

Padre Di Noia: Vuole una risposta semplice? Jim Caviezel e
Maia Morgenstern.
Il ruolo di Cristo deve essere uno dei più difficili ruoli
da interpretare.
Sono stato molto colpito dall'intensità con cui Caviezel ha
rappresentato Cristo.
Non è facile da ottenere senza manifestare una sorta di
autocoscienza intrusiva.

Caviezel - e sicuramente anche Gibson - comprendono che Gesù
è il Figlio di Dio incarnato, ed è al contempo pienamente
umano.
Ripensando al film, mi pare che Caviezel ottiene questo
principalmente mediante il suo sguardo, anche quando
guarda direttamente noi e quelli che lo circondano con il
suo occhio sano.

Caviezel rende, in modo pienamente convincente ed efficace,
il Cristo che sopporta la passione e la morte volontariamente,
in obbedienza al Padre suo, in riparazione della disobbedienza
del peccato.
Assistiamo a ciò che la Chiesa chiamerebbe la "sofferenza
volontaria" di Cristo.

Richiama le parole di San Paolo: "Come per la disobbedienza
di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così
anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti
giusti" [Romani 5:19].
E non è solo questione di obbedienza, ma è principalmente
questione di amore.
Cristo compie tutto per amore al Padre - e a noi.
Questo emerge tecnicamente in maniera lampante nell'eccezionale
interpretazione di Cristo da parte di Jim Caviezel.

Ma la Maria di Maia Morgenstern è egualmente efficace.
Mi ha ricordato qualcosa che Sant'Anselmo aveva detto in
un'omelia sulla Madre Benedetta: Senza il Figlio di Dio,
nulla potrebbe esistere; senza il Figlio di Maria, nulla
potrebbe essere redento.

Ammirando l'interpretazione della Mrogenstern, si sente
fortemente che Maria "lascia andare" il suo Figlio affinché
lui possa operare la salvezza, e unendosi alle sue sofferenze
diventa la Madre di ogni redento.


D: Alcuni hanno sostenuto che il film è eccessivamente
violento. Lei che ne pensa?

Padre Di Noia: Più che violento direi che è brutale.
Cristo è trattato in modo brutale dai soldati romani.
Ma non vi è violenza gratuita.
La sensibilità artistica all'opera è chiaramente più quella
del Grünwald e del Caravaggio, piuttosto che quella del
Beato Angelico o del Pinturrichio.

Stiamo parlando di un film, certamente, ma Gibson ha
chiaramente subito l'influenza della raffigurazione delle
sofferenze di Cristo della pittura Occidentale.
Il corpo di Cristo estremamente malridotto - graficamente
ritratto in questo film eccezionale - deve essere posto
in questo contesto di artistica rappresentazione.
Ciò che molti artisti meramente suggeriscono, Gibson ce
lo vuole mostrare.

Pienamente in linea con la Tradizione teologica cristiana,
Gibson ci rappresenta il Figlio incarnato che è capace di
sopportare ciò che una persona ordinaria non può - sia in
termini fisici che di tormento mentale.
Il corpo rovinato di Cristo deve essere contemplato
con gli occhi del profeta Isaia che descrive il Servo
sofferente sfigurato e irriconoscibile.

La bellezza fisica di Jim Caviezel serve ad accentuare
l'impatto generale della progressiva deturpazione che
Cristo subisce sotto i nostri occhi - con il terribile
risultato che, come il Servo sofferente,
"Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri
sguardi, non splendore per provare in lui diletto"
[Isaia 53:2].
Richiede gli occhi della fede per vedere che lo sfiguramento
del corpo di Cristo rappresenta lo sfiguramento spirituale e
il disordine causato dal peccato.

La raffigurazione di Gibson del Cristo flagellato - dal
quale molti spettatori potrebbero essere tentati di volgere
via lo sguardo - presenta graficamente ciò che San Paolo
disse nella seconda lettera ai Corinzi: "Colui che non aveva
conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro
favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui
giustizia di Dio" [5:21].
Quando guardiamo il corpo rovinato di Cristo in questo
film capiamo cosa significa "lo trattò da peccato".


D: Nel corso degli anni, molti registi si sono cimentati
con film su Gesù o sulla passione. Ritiene che il film di
Mel Gibson sia particolarmente originale?

Padre Di Noia: Non sono un critico cinematografico.
Saranno i critici a giudicare il film di Gibson e a
confrontarlo con ad altre grandi descrizioni della vita
e della passione di Cristo, quali quelle di Pasolini e
di Zeffirelli.
Come gli altri registi, Mel Gibson apporta la propria
sensibilità artistica all'argomento, e in questo senso
il film è assolutamente originale.

Certamente, "La passione del Cristo" è più intensamente
incentrata sulla sofferenza e la morte di Cristo che la
maggior parte di altri film del genere.
Ma, come reazione iniziale, tre cose del film di Gibson
mi colpiscono per essere alquanto particolari.

Una è la rappresentazione del diavolo, che libra sullo
sfondo, e a volte in primo piano, come una costante e
sinistra presenza minacciosa.
Non mi viene in mente un altro film che abbia ottenuto
questo effetto con tale drammatica efficacia.

Un altro elemento è la solitudine di Cristo: In qualche
modo, anche se circondato dalle folle, il film mostra
Gesù realmente da solo nel sostenere la terribile
sofferenza.

Infine, la rappresentazione dell'Ultima cena con una
serie di flashback inseriti nell'azione del film.
Quando giace sul pavimento insanguinato dopo la
flagellazione, Cristo guarda i piedi cosparsi di sangue
di uno dei soldati e i film torna in modo significativo
alla lavanda dei piedi durante l'Ultima cena.

Simili flashback nel corso della passione e crocifissione
ci riportano allo spezzare del pane e al bere dal calice.
Gli spettatori, attraverso gli occhi di Cristo, assistono
alle parole: "questo è il mio corpo" e "questo è il mio
sangue".
Il significato sacrificale e quindi eucaristico del
Calvario è raffigurato mediante questi persistenti
flashback.

Vi è una sensibilità cattolica molto efficace.
Nella recente enciclica sull'Eucaristia, il Papa Giovanni
Paolo II diche che Cristo ha istituito il memoriale della
sua passione e della sua morte prima della sua sofferenza
- anticipando il sacrificio della croce.
Nell'immaginazione artistica di Mel Gibson, Cristo
"ricorda" l'Ultima cena anche mentre pone in essere il
sacrificio che essa commemora.

Per molti cattolici che vedono queste immagini, la Messa
non sarà più la stessa.
In ogni caso, prescindento da questioni di originalità,
il film di Mel Gibson sarà indubbiamente annoverato tra
i migliori.


D: Il film "La Passione" incolpa qualcuno per ciò che è
successo a Cristo?

Padre Di Noia: Questa è una domanda interessante e molto
difficile.
Ipotizziamo di porre la domanda a qualcuno che non abbia
familiarità con racconti del Vangelo sulla passione.
Se gli si chiede: "Chi è il colpevole di ciò che è successo
a Gesù?", dopo qualche riflessione egli risponderà: "Beh,
lo sono tutti, no?".
Questa risposta mi sembra quella esatta.

Guardando "La Passione" strettamente dal punto di vista
della rappresentazione cinematografica, ciò che succede
nel film è che ciascuno dei personaggi principali
contribuisce in qualche modo al destino di Gesù: Giuda
lo tradisce; il Sinedrio lo accusa; i discepoli lo
abbandonano; Pietro lo rinnega; Erode ci gioca; Pilato
consente la sua condanna; la folla lo schernisce; i
soldati romani lo flagellano, gli infliggono ogni sorta
di dolore e infine lo crocifiggono; e il diavolo, in
qualche modo, sta dietro a tutte queste azioni.

Tra tutti i personaggi principali della storia, solo quello
di Maria è veramente senza colpa.
Il film di Gibson rende molto bene questo aspetto dei
racconti della Passione.
Nessuna persona e nessun gruppo di per sé, indipendentemente
dagli altri, è da considerare responsabile: lo sono tutti.

D: Sta dicendo che nessuno in particolare è responsabile
della passione e morte di Cristo?

Padre Di Noia: Beh, ritengo di si - certamente dal punto di
vista della rappresentazione cinematografica.
Ma anche dal punto di vista teologico, Mel Gibson ha
raffigurato in modo molto efficace questo elemento che
è centrale nella visione cristiana della passione e
morte di Cristo.

La storia racconta di come i peccati di tutte queste persone
cospirano al verificarsi la passione e morte di Cristo, e
quindi suggerisce la verità fondamentale per la quale siamo
tutti responsabili.
I loro peccati e i nostri peccati mandano Cristo sulla croce,
e lui li prende su di sé volontariamente.

È per questo che costituisce una lettura seriamente erronea
quella che vorrebbe assegnare la colpa a un personaggio o a
un gruppo, o ancor più quella che cerca di esimere qualcuno
dalla responsabilità.
Il problema, in quest'ultimo caso, è che se non sono tra i
colpevoli, come posso essere tra coloro che condividono i
benefici della croce?

Torna alla mente un verso di un canto natalizio: "As far
as the curse extends, so far does his mercy flow" ("Nella
misura in cui si estende il male, scaturisce anche la sua
grazia").
Dobbiamo renderci conto che i nostri peccati sono tra
quelli che Cristo ha preso su di sé, in modo da essere
ricompresi nella sua preghiera:
"Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno".
Auguriamoci di non essere lasciati fuori da questa
preghiera.

Il lettore cristiano è chiamato a trovare il proprio posto
nell'ambito di questa raffigurazione della redenzione.
Questo è chiaro nella lettura della Passione durante la
liturgia cattolica della Settimana Santa, quando
l'assemblea si accomuna alla folla che urla "crocifiggilo".

In modo paradossale la liturgia ci aiuta ad accogliere come
preghiera queste grida altrimenti orrende. Naturalmente
non "desideriamo" letteralmente che Cristo soffra la
crocifissione, ma sì vogliamo essere salvati dai nostri
peccati.
Dal punto di vista della fede, anche l'agghiacciante
"che il suo sangue ricada su di noi e sui nostril figli"
deve essere compreso non come una maledizione ma come
una preghiera.

Esattamente ciò di cui noi abbiamo bisogno - e che la
folla radunata davanti a Pilato inconsciamente chiedeva -
è di essere "lavati nel Sangue dell'Agnello", come
esprime l'Apocalisse.


D: Vi è stata molta polemica sul presunto antisemitismo o
antigiudaismo del film. Può condividere con ZENIT il suo
pensiero al riguardo?

Padre Di Noia: Parlando in qualità di teologo cattolico
sarei portato a condannare antisemitismo o antigiudaismo in
qualsiasi racconto della passione e morte di Cristo - e
non solo per le terribili offese che sono già state inflitte
al popolo ebreo, ma anche perché, come ho già accennato,
questo rappresenta una lettura profondamente erronea dei
racconti della passione.

Ma mi consenta di rispondere schiettamente alla sua domanda.
Non vi è assolutamente nulla di antisemitico o antigiudaico
nel film di Mel Gibson.

È deplorevole che persone che non hanno visto il film, ma
che hanno solo visto alcune bozze del copione, abbiano
dato adito all'accusa che il film "La Passione del Cristo"
fosse antisemita.
Io sono convinto che una volta che il film sarà uscito e
le persone abbiano avuto la possibilità di vederlo,
l'accusa di antisemitismo semplicemente evaporerà.

Il film non esagera né minimizza il ruolo delle autorità
giudaiche e dei procedimenti legali relativi alla condanna
di Gesù.
Ma proprio perché presenta un quadro complessivo di ciò
che potrebbe definirsi il "calcolo della colpa" nella
passione e morte di Cristo, il film tenderebbe più a
sopire l'antisemitismo negli spettatori, piuttosto
che a fomentarlo.

Da un punto di vista teologico, ciò che è ancora più
importante è che il film propone ciò che gli evangelisti
e la Chiesa hanno sempre visto con chiarezza: ciò che
Cristo esperienza nel cammino dal Getsemani al Golgota,
e oltre, sarebbe totalmente incomprensibile se si
prescindesse dall'Alleanza di Dio con Israele.

Il quadro concettuale è composto quasi interamente dalla
storia e letteratura, dai profeti e gli eroi, dalle storie
e le leggende, dai simboli, dai riti, dalle osservanze e
in definitiva dall'intera cultura ebraica.

È questa cornice che rende intelligibile e esprimibile la
necessità naturale per una soddisfazione e redenzione di
fronte al peccato umano e la decisione amorevole di Dio
di venire incontro a questa necessità.

Lungi dall'incitare all'antisemitismo o all'antigiudaismo,
il film di Gibson porterà gli spettatori ad approfondire
la loro comprensione di questo contesto indispensabile
della passione e morte del Gesù di Nazaret, del Servo
sofferente.


D: Quale sarà l'impatto del film?

Padre Di Noia: Come è noto, nella storia cristiana, i fedeli
sono stati incoraggiati a meditare sulla passione di Cristo.
La spiritualità di ogni grande santo - vengono subito alla
mente San Francesco, San Domenico, Santa Caterina da Siena
- è stata marcata da una devozione alla passione di Cristo.

Perché? Perché hanno riconosciuto che non esiste via più
sicura per far sgorgare dal cuore umano quell'amore capace
di rispondere adeguatamente all'amore di Dio che ha dato
il suo Figlio per noi.

Credo che il film di Mel Gibson muoverà le persone a questo
tipo di amore.
Il cuore dovrebbe essere di pietra per rimanere impassibile
di fronte a questo film straordinario e dall'impenetrabile
profondità dell'amore divino che esso tenta di rendere vivo
sullo schermo.

cm814
22-01-04, 10:04
..... il reverendo padre dimentica che, per giungere a questa colpa comune, sono stati effettuati tagli per circa 1/2 ora...... praticamente tutto il Vangelo di Giovanni. Che, evidentemente, è divenuto scandaloso, per motivi a me sconosciuti.

Credere che nulla di quanto accaduto poteva andare diversamente, da un lato giustifica ogni azione storica effettivamente compiuta da ogni soggetto (ma allora Giuda doveva fare quello che ha fatto? e perché il suo nome è maledetto, tanto che era meglio "che non nascesse"?), dall'altro da limiti alla Provvidenza.

Cristo sapeva di dover morire sulla croce, già all'inizio dei tempi, ma solo perchè prevede che i "suoi non lo avrebbero accolto".
Insomma, rimpiango molto la chiesa delle catacombe: t'ammazzavano, ma almeno potevi leggere il Vangelo per come è scritto, e magari col martirio ci conquistavi il Paradiso.
Ora, se uno si mettesse a credere alle cose che dicono i preti, a stento ci scapperebbe il Purgatorio. E quel "a stento" la dice lunga............

Shambler
22-01-04, 15:39
almeno Gibson si è risparmiato una revolverata.

22-01-04, 15:44
Originally posted by cm814
..... il reverendo padre dimentica che, per giungere a questa colpa comune, sono stati effettuati tagli per circa 1/2 ora...... praticamente tutto il Vangelo di Giovanni. Che, evidentemente, è divenuto scandaloso, per motivi a me sconosciuti.

Credere che nulla di quanto accaduto poteva andare diversamente, da un lato giustifica ogni azione storica effettivamente compiuta da ogni soggetto (ma allora Giuda doveva fare quello che ha fatto? e perché il suo nome è maledetto, tanto che era meglio "che non nascesse"?), dall'altro da limiti alla Provvidenza.

Cristo sapeva di dover morire sulla croce, già all'inizio dei tempi, ma solo perchè prevede che i "suoi non lo avrebbero accolto".
Insomma, rimpiango molto la chiesa delle catacombe: t'ammazzavano, ma almeno potevi leggere il Vangelo per come è scritto, e magari col martirio ci conquistavi il Paradiso.
Ora, se uno si mettesse a credere alle cose che dicono i preti, a stento ci scapperebbe il Purgatorio. E quel "a stento" la dice lunga............

Se come affermi c'è stato un simile taglio del film e di tale portata mi sembra che il giudizio positivo dell'opera sia alquanto azzardato, in questa maniera si fa passare per fessi chi ha visionato e giudicato l'opera nella sua completezza..

krentak the Arising!
22-01-04, 17:35
Originally posted by cm814
..... il reverendo padre dimentica che, per giungere a questa colpa comune, sono stati effettuati tagli per circa 1/2 ora

Donde ricavi queste notizie è un mistero, visto che non mi risulta tu abbia assistito a qualche anteprima del film, nè partecipato alla sua lavorazione. Lo comprendo tuttavia, nell'ottica dello scorno di chi favoleggiava di un Gibson sedevacantista ed invece se lo ritrova a presentare piamente il proprio lavoro di fronte al Papa.

Ludovico
23-01-04, 00:15
Originally posted by krentak
Donde ricavi queste notizie è un mistero, visto che non mi risulta tu abbia assistito a qualche anteprima del film, nè partecipato alla sua lavorazione.

Risolto il mistero:

Foxman cited Gibson’s statements at an interfaith screening of “The Passion” in Houston last month, and in the Sept. 15 issue of The New Yorker magazine. In the latter, the Oscar-winning director of “Braveheart” portrays himself as being persecuted like Jesus for making the film, and as a victim of a murderous cabal who forced him to make changes in the film that could end his career.

Foxman notes that in the magazine, Gibson regrets excising a scene in which the high priest recites the curse from the Gospel of Matthew proclaiming that the blood of Jesus is upon him and his children.

Said Gibson: “But, man, if I included that in there, they’d be coming after me at my house, they’d come kill me,” referring to the ADL and the Simon Wiesenthal Center, among other critics, correspondent Peter J. Boyer writes.

http://www.thejewishweek.com/news/newscontent.php3?artid=8445

krentak the Arising!
23-01-04, 10:30
JIM CAVIEZEL, PROTAGONISTA DEL FILM DI MEL GIBSON “LA PASSIONE DI CRISTO” IN VISITA A MEDJUGORJE

Jim Caviezel, protagonista dell’ultimo film di Mel Gibson “La passione di Cristo” ha promosso una proiezione privata della versione non definitiva di questo film il 6 dicembre a Medjugorje.
Durante quello stesso fine settimana, il film è stato visto in Vaticano anche dai membri della Segreteria di Stato, dai componenti del consiglio papale, dai mezzi di comunicazione e dai membri della congregazione per la dottrina della fede. Tutti hanno espresso il loro unanime appoggio al film.
Nell’intervista con fra Mario Knezović per a stazione radio “Mir” Medjugorje, Jim e sua moglie Kerri Caviezel hanno parlato della loro esperienza a Medjugorje e di quelle durante la realizzazione del film.
Qui di seguito una parte dell’intervista:
Jim Caviezel: “Ho sentito parlare per la prima volta di Medjugorje quando facevo la quinta o la prima media. Prima si diceva che era come le apparizioni di Fatima, Guadalupe, Lourdes, ma subito dopo si disse che il vescovo aveva dichiarato che non fossero vere. Come cattolico devoto, ho accettato quello che lui diceva. Molti anni dopo ho conosciuto mia moglie, ci siamo sposati e dopo alcuni anni lei si recò a Medjugorje. Mentre lei era lì, io ero in Irlanda a girare il film «Il conte di Monte Cristo». Mi telefonò in Irlanda; sentii la sua voce diversa, ma subito pensai: Chi sono io per interferire nella tua esperienza spirituale? Mi disse che Ivan Dragićević sarebbe venuto in Irlanda…. Sono andato con lei varie volte e una volta, durante un’apparizione, ho sentito una presenza fisica. Ivan mi ha detto due cose che mi hanno colpito molto: «Jim, l’uomo trova il tempo per quello che ama», e «l’uomo non trova il tempo per Dio perché non lo ama». Poi mi ha parlato di come pregare col cuore. Per me è stato come l’inizio di una missione: pregare sempre col cuore.
Kerri Caviezel: «Io facevo la seconda media quando il nostro sacerdote ci fece vedere un film nel quale comparivano i ragazzi durante le loro apparizioni. Ci fu detto che era tutto vero. Eravamo in una comunità cattolica mista nella quale c’erano soprattutto croati ed italiani. Mia nonna è al cento per cento croata. Non mi sembrava difficile credere. Dovevo avere quindici anni quando venni qui. Appena arrivata, mi accorsi subito che era tutto vero, per quello che provavo nel cuore. Non ho visto segni, né nulla di simile; sebbene sia stata sempre cattolica, nella confessione non ho mai provato nulla di simile a quello che ho avvertito qui. E’ stata un’incredibile guarigione!”
A proposito dell’esperienza del ruolo di Gesù Cristo nel film hanno detto:
Jim Caviezel: «Sono arrivato a questa parte attraverso Medjugorje, attraverso la Madonna. Durante la preparazione ho utilizzato tutto quello che Medjugorje mi ha insegnato. Mel Gibson ed io siamo andati a Messa insieme tutti i giorni. I giorni nei quali non potevo andare a Messa, facevo la comunione. All’epoca sentii dire che il Papa si confessava tutti i giorni e pensai che anch’io dovevo confessarmi più spesso. Non volevo che Lucifero potesse esercitare un controllo su quello che facevo. Pecchiamo con le opere, ma anche con le omissioni. Il mio peccato di omissione continuo è quello di non amare a sufficienza. Così la confessione era la preparazione all’eucarestia. Ivan Dragićević e sua moglie Laureen mi hanno dato un pezzettino di Croce. La porto sempre con me. Proprio per questo sui miei vestiti è stata realizzata una speciale tasca. Porto con me anche le reliquie di Padre Pio, S. Antonio di Padova, S. Maria Goretti e S. Denis, santo protettore degli attori. Ho anche digiunato. Leggo sempre i messaggi. Ogni giorno mi vedevano col rosario in mano.»
Kerri Caviezel: «Quando ho visto per la prima volta la croce su di lui, quando era truccato, non sembrava mio marito, ma Cristo. Hanno adattato il trucco all’immagine della Sacra Sindone di Torino, per ottenere proprio quel volto. Era così realistico che sembrava davvero di vedere il Cristo: alcuni erano pieni di rispetto, altri indifferenti ed altri ancora lo prendevano in giro. E’ accaduto ad entrambi: abbiamo capito nel nostro piccolo come poteva essere. Tutto questo ha influenzato la nostra vita; penso che Jim abbia compreso il peso del suo ruolo. Non farà mai nulla di più importante di questo nella sua vita.»

Shambler
23-01-04, 14:44
Jewish leaders screen Gibson film, criticize depiction of Jews

By The Associated Press



NEW YORK - Representatives of two Jewish groups who attended screenings of
Mel Gibson's upcoming movie "The Passion of the Christ" said it contained
offensive stereotypes about the Jewish role in the crucifixion.




The American Jewish Committee, which sent its interfaith experts to church
screenings in Florida and Illinois, said Thursday that the movie contained
"unnecessary and destructive imagery of Jews" and "represents a disturbing
setback" to relations between Jews and Christians.

Abraham Foxman, national director of the Jewish rights group Anti-Defamation
League, who has accused Gibson of holding anti-Semitic views, saw the film
for the first time Wednesday night in Florida. He said it is an "unambiguous
portrayal of Jews as being responsible for the death of Jesus."

Gibson, who directed, funded and co-scripted the film, has repeatedly denied
that his movie maligns Jews. His spokesman, Alan Nierob, did not immediately
respond to a request for comment Thursday.

Jewish groups have been worried that Gibson's script would ignore modern
teaching by the Roman Catholic Church and many other denominations that Jews
were not collectively responsible for Christ's death. The notion of Jewish
guilt fueled anti-Semitism for centuries.

An article about the film in The New Yorker magazine last September
indicated Gibson would keep a biblical verse out that upsets Jews and has
been used to justify anti-Semitism: "His blood be on us and on our
children!" (Matthew 27:25). That verse was not included in a version of the
film The Associated Press saw last month.

But Rabbi James Rudin, a longtime interfaith expert for the American Jewish
Committee, a New York-based public policy group, Rabbi David Elcott, the
organization's director of interreligious affairs, and Foxman all said the
verse was now in the film. The movie is scheduled to be released on Ash
Wednesday - Feb. 25.

"It's very disturbing that that was added," Rudin said. "It's not just
another verse from the Gospels. It's a chilling verse because I know, and
everyone knows, that that verse is the basis of blood libel."

Elcott said the movie was not anti-Semitic, but called it "inflammatory"
instead. And he said he did not anticipate any violence against Jews as a
result of the movie.

But he, Rudin and Foxman feared it would generate ill will toward Jews,
especially overseas.

"The movie undermines the sense of community that has existed between Jews
and Christians for decades," Elcott said. "This film makes it more important
than ever for like-minded Christians and Jews to reassert their dedication
to promoting interfaith harmony."

cm814
24-01-04, 19:24
Originally posted by krentak
Donde ricavi queste notizie è un mistero, visto che non mi risulta tu abbia assistito a qualche anteprima del film, nè partecipato alla sua lavorazione. Lo comprendo tuttavia, nell'ottica dello scorno di chi favoleggiava di un Gibson sedevacantista ed invece se lo ritrova a presentare piamente il proprio lavoro di fronte al Papa.

Krentak, secondo me tu hai una idea sbagliata su tutta la situazione. Ti prego di tenerti aggiornato..... no su Gibson, su di me!!!!!!!!!!!

Quanto mi possa interessare un Gibson sedevacantista è presto detto: niente. E perché non sono sedevacantista, e perchè, se lo fossi, garantisco che non lo sarei di più, avendo tra i miei commilitoni un attore.

Ti prego di non buttare benzina sul fuoco, e di non essere l'alter-ego di chi, accusandomi di essere troppo "tiepido" (eufemismo, il realtà io sarei DANNATO), mi rinfaccia il mio "modernismo".
Io sono cattolico, e l'esserlo non emplica salamalecchi......... implica due cose 1) dottrina 2) umiltà. Sapere e saper restare al proprio posto sono due cardini fondamentali.

Augustinus
27-01-04, 00:31
Per ragioni di omogeneità tematica ho pensato di unire le discussioni sul film "The Passion" di Mel Gibson. Così le stesse non andranno disperse nel Forum.
Spero che nessuno abbia nulla in contrario.
Cordialmente

Augustinus

Vincent
30-01-04, 14:15
SDa: "TTnet - Fiat Newsletter"
Data: 21 gennaio 2004 22:01:54 CET
A: "TTnet - fiat newsletter"
Oggetto: [TTnet_fiat] * (Zenit) "La Passione" di Mel Gibson in rassegna in Vaticano
************************************************** ******************
Formazione e Informazione Apologetica nel Terzo millennio
************************************************** ******************
http://www.haefely.info/mel-gibson_the-passion/mel+caviezel.jpg
Intervista esclusiva con Padre Di Noia della Congregazione per la Dottrina della Fede
CITTÀ DEL VATICANO, 8 dicembre 2003 (Zenit.org).
- Diversi alti ufficiali del Vaticano hanno assistito ad una proiezione privata del film "La Passione" di Mel Gibson e ne sono rimasti entustasti.Componenti della Segreteria di Stato del Vaticano, del Pontificio Concilio delle Comunicazioni Sociali, e della Congregazione per la Dottrina della Fede, il gruppo che supervisiona le questioni dottrinali cattoliche, hanno espresso unanime approvazione e apprezzamento del film. Quella che segue è un'intervista esclusiva di ZENIT ad uno degli spettatori, il Padre Domenicano Augustine Di Noia, sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Padre Di Noia ha insegnato teologia a Washington D.C., per 20 anni e ha prestato servizio come teologo per la Conferenza Episcopale degli Stato Uniti prima di venire a lavorare per il cardinale Joseph Ratzinger presso la Congregazione dottrinale, poco più di un anno fa. Il film (http://www.passion-movie.com/) dovrebbe uscire nelle sale nel 2004.

Q: "La Passione del Cristo" di Mel Gibson ha fatto notizia da mesi - molto prima del periodo previsto per l'uscita nelle sale. In qualità di spettatore, qual è la sua impressione globale sul film?

Padre Di Noia: Guardare questo film, costituirà un'esperienza profondamente religiosa per molti. Per me lo è stata. Una cinematografia eccezionale e una recitazione altrettanto brillante, combinate con la profonda introspezione spirituale del regista sul significato teologico della passione e morte di Cristo - tutto ha contribuito ad una produzione di squisita sensibilità artistica e religiosa.
Chiunque veda questo film - credente o non credente - sarà costretto a confrontarsi con il mistero centrale della passione di Cristo e in definitiva con il Cristianesimo stesso: se questo è il rimedio, quale dovrà essere stato il male?
Il Curato d'Ars sostiene che nessuno possa avere cognizione di cosa Nostro Signore abbia sofferto per noi; per capirlo, dovremmo conoscere tutto il male causato dal peccato, e questo non lo potremo sapere fino al momento della nostra morte.
Solo come una grande opera d'arte può fare, il film di Mel Gibson ci aiuta a cogliere qualcosa che è quasi al di là della nostra comprensione. All'inizio, nell'Orto del Getsemani, il diavolo tenta Cristo con la domanda inevitabile: come può qualcuno sopportare i peccati del mondo intero? È troppo. Cristo quasi soccombe all'idea, ma poi prosegue con convinzione per portare avanti esattamente questo - per accogliere su di sé, secondo la volontà del Padre, i peccati del mondo intero. È davvero impressionante.
Vi è un forte senso, presente per tutto il film, del dramma cosmico del quale siamo tutti parte. Non c'è possibilità di rimanere neutrali, e nessuno può semplicemente restare spettatore di questi eventi. La posta in gioco è davvero molto alta - qualcosa che, a parte Cristo stesso, è intuita chiaramente solo da Maria sua madre e dal demonio sempre presente. Gradualmente lo spettatore si unisce ai personaggi in una progressiva comprensione di questo, mentre che l'azione si sposta inesorabilmente dal Monte degli Ulivi verso il Monte Calvario.

D: Il film è fedele alla narrazione della passione di Cristo del Nuovo Testamento?

Padre Di Noia: Bisogna tener presente che vi sono quattro racconti della passione di Cristo nel Nuovo Testamento, che si concentrano soprattutto sul significato religioso degli eventi. Nel "La morte del Messia" - probabilmente il più completo ed equilibrato racconto della Passione - Padre Raymond Brown ha dimostrato che, pur essendovi alcune differenze tra i Vangeli, essi sono in generale sostanzialmente univoci.
Il film di Mel Gibson non è un documentario ma un'opera di artistica immaginazione. Il regista ha incorporato elementi dalla Passione raccontata da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma rimane fedele alla struttura fondamentale comune ai quattro Vangeli. Entro i limiti possibili in una ricostruzione immaginifica della passione di Cristo, il film di Gibson e pienamente fedele al Nuovo Testamento.

D: Che cosa l'ha colpita di più riguardo a questo film?
Padre Di Noia: Vuole una risposta semplice? Jim Caviezel e Maia Morgenstern. Il ruolo di Cristo deve essere uno dei più difficili ruoli da interpretare. Sono stato molto colpito dall'intensità con cui Caviezel ha rappresentato Cristo. Non è facile da ottenere senza manifestare una sorta di autocoscienza intrusiva.
Caviezel - e sicuramente anche Gibson - comprendono che Gesù è il Figlio di Dio incarnato, ed è al contempo pienamente umano. Ripensando al film, mi pare che Caviezel ottiene questo principalmente mediante il suo sguardo, anche quando guarda direttamente noi e quelli che lo circondano con il suo occhio sano.
Caviezel rende, in modo pienamente convincente ed efficace, il Cristo che sopporta la passione e la morte volontariamente, in obbedienza al Padre suo, in riparazione della disobbedienza del peccato. Assistiamo a ciò che la Chiesa chiamerebbe la "sofferenza volontaria" di Cristo.
Richiama le parole di San Paolo: "Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti" [Romani 5:19]. E non è solo questione di obbedienza, ma è principalmente questione di amore. Cristo compie tutto per amore al Padre - e a noi. Questo emerge tecnicamente in maniera lampante nell'eccezionale interpretazione di Cristo da parte di Jim Caviezel.
Ma la Maria di Maia Morgenstern è egualmente efficace. Mi ha ricordato qualcosa che Sant'Anselmo aveva detto in un'omelia sulla Madre Benedetta: Senza il Figlio di Dio, nulla potrebbe esistere; senza il Figlio di Maria, nulla potrebbe essere redento.
Ammirando l'interpretazione della Mrogenstern, si sente fortemente che Maria "lascia andare" il suo Figlio affinché lui possa operare la salvezza, e unendosi alle sue sofferenze diventa la Madre di ogni redento.

D: Alcuni hanno sostenuto che il film è eccessivamente violento. Lei che ne pensa?

Padre Di Noia: Più che violento direi che è brutale. Cristo è trattato in modo brutale dai soldati romani. Ma non vi è violenza gratuita. La sensibilità artistica all'opera è chiaramente più quella del Grünwald e del Caravaggio, piuttosto che quella del Beato Angelico o del Pinturrichio.
Stiamo parlando di un film, certamente, ma Gibson ha chiaramente subito l'influenza della raffigurazione delle sofferenze di Cristo della pittura Occidentale. Il corpo di Cristo estremamente malridotto - graficamente ritratto in questo film eccezionale - deve essere posto in questo contesto di artistica rappresentazione. Ciò che molti artisti meramente suggeriscono, Gibson ce lo vuole mostrare.
Pienamente in linea con la Tradizione teologica cristiana, Gibson ci rappresenta il Figlio incarnato che è capace di sopportare ciò che una persona ordinaria non può - sia in termini fisici che di tormento mentale. Il corpo rovinato di Cristo deve essere contemplato con gli occhi del profeta Isaia che descrive il Servo sofferente sfigurato e irriconoscibile.
La bellezza fisica di Jim Caviezel serve ad accentuare l'impatto generale della progressiva deturpazione che Cristo subisce sotto i nostri occhi - con il terribile risultato che, come il Servo sofferente, "Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto" [Isaia 53:2]. Richiede gli occhi della fede per vedere che lo sfiguramento del corpo di Cristo rappresenta lo sfiguramento spirituale e il disordine causato dal peccato.
La raffigurazione di Gibson del Cristo flagellato - dal quale molti spettatori potrebbero essere tentati di volgere via lo sguardo - presenta graficamente ciò che San Paolo disse nella seconda lettera ai Corinzi: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio" [5:21]. Quando guardiamo il corpo rovinato di Cristo in questo film capiamo cosa significa "lo trattò da peccato".

D: Nel corso degli anni, molti registi si sono cimentati con film su Gesù o sulla passione. Ritiene che il film di Mel Gibson sia particolarmente originale?

Padre Di Noia: Non sono un critico cinematografico. Saranno i critici a giudicare il film di Gibson e a confrontarlo con ad altre grandi descrizioni della vita e della passione di Cristo, quali quelle di Pasolini e di Zeffirelli. Come gli altri registi, Mel Gibson apporta la propria sensibilità artistica all'argomento, e in questo senso il film è assolutamente originale.
Certamente, "La passione del Cristo" è più intensamente incentrata sulla sofferenza e la morte di Cristo che la maggior parte di altri film del genere. Ma, come reazione iniziale, tre cose del film di Gibson mi colpiscono per essere alquanto particolari.
Una è la rappresentazione del diavolo, che libra sullo sfondo, e a volte in primo piano, come una costante e sinistra presenza minacciosa. Non mi viene in mente un altro film che abbia ottenuto questo effetto con tale drammatica efficacia.
Un altro elemento è la solitudine di Cristo: In qualche modo, anche se circondato dalle folle, il film mostra Gesù realmente da solo nel sostenere la terribile sofferenza.
Infine, la rappresentazione dell'Ultima cena con una serie di flashback inseriti nell'azione del film. Quando giace sul pavimento insanguinato dopo la flagellazione, Cristo guarda i piedi cosparsi di sangue di uno dei soldati e i film torna in modo significativo alla lavanda dei piedi durante l'Ultima cena.
Simili flashback nel corso della passione e crocifissione ci riportano allo spezzare del pane e al bere dal calice. Gli spettatori, attraverso gli occhi di Cristo, assistono alle parole: "questo è il mio corpo" e "questo è il mio sangue". Il significato sacrificale e quindi eucaristico del Calvario è raffigurato mediante questi persistenti flashback.
Vi è una sensibilità cattolica molto efficace. Nella recente enciclica sull'Eucaristia, il Papa Giovanni Paolo II diche che Cristo ha istituito il memoriale della sua passione e della sua morte prima della sua sofferenza - anticipando il sacrificio della croce. Nell'immaginazione artistica di Mel Gibson, Cristo "ricorda" l'Ultima cena anche mentre pone in essere il sacrificio che essa commemora.
Per molti cattolici che vedono queste immagini, la Messa non sarà più la stessa. In ogni caso, prescindento da questioni di originalità, il film di Mel Gibson sarà indubbiamente annoverato tra i migliori.

D: Il film "La Passione" incolpa qualcuno per ciò che è successo a Cristo?

Padre Di Noia: Questa è una domanda interessante e molto difficile. Ipotizziamo di porre la domanda a qualcuno che non abbia familiarità con racconti del Vangelo sulla passione. Se gli si chiede: "Chi è il colpevole di ciò che è successo a Gesù?", dopo qualche riflessione egli risponderà: "Beh, lo sono tutti, no?". Questa risposta mi sembra quella esatta.
Guardando "La Passione" strettamente dal punto di vista della rappresentazione cinematografica, ciò che succede nel film è che ciascuno dei personaggi principali contribuisce in qualche modo al destino di Gesù: Giuda lo tradisce; il Sinedrio lo accusa; i discepoli lo abbandonano; Pietro lo rinnega; Erode ci gioca; Pilato consente la sua condanna; la folla lo schernisce; i soldati romani lo flagellano, gli infliggono ogni sorta di dolore e infine lo crocifiggono; e il diavolo, in qualche modo, sta dietro a tutte queste azioni.
Tra tutti i personaggi principali della storia, solo quello di Maria è veramente senza colpa. Il film di Gibson rende molto bene questo aspetto dei racconti della Passione. Nessuna persona e nessun gruppo di per sé, indipendentemente dagli altri, è da considerare responsabile: lo sono tutti.

D: Sta dicendo che nessuno in particolare è responsabile della passione e morte di Cristo?

Padre Di Noia: Beh, ritengo di si - certamente dal punto di vista della rappresentazione cinematografica. Ma anche dal punto di vista teologico, Mel Gibson ha raffigurato in modo molto efficace questo elemento che è centrale nella visione cristiana della passione e morte di Cristo.
La storia racconta di come i peccati di tutte queste persone cospirano al verificarsi la passione e morte di Cristo, e quindi suggerisce la verità fondamentale per la quale siamo tutti responsabili. I loro peccati e i nostri peccati mandano Cristo sulla croce, e lui li prende su di sé volontariamente.
È per questo che costituisce una lettura seriamente erronea quella che vorrebbe assegnare la colpa a un personaggio o a un gruppo, o ancor più quella che cerca di esimere qualcuno dalla responsabilità. Il problema, in quest'ultimo caso, è che se non sono tra i colpevoli, come posso essere tra coloro che condividono i benefici della croce?
Torna alla mente un verso di un canto natalizio: "As far as the curse extends, so far does his mercy flow" ("Nella misura in cui si estende il male, scaturisce anche la sua grazia"). Dobbiamo renderci conto che i nostri peccati sono tra quelli che Cristo ha preso su di sé, in modo da essere ricompresi nella sua preghiera: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". Auguriamoci di non essere lasciati fuori da questa preghiera.
Il lettore cristiano è chiamato a trovare il proprio posto nell'ambito di questa raffigurazione della redenzione. Questo è chiaro nella lettura della Passione durante la liturgia cattolica della Settimana Santa, quando l'assemblea si accomuna alla folla che urla "crocifiggilo".
In modo paradossale la liturgia ci aiuta ad accogliere come preghiera queste grida altrimenti orrende. Naturalmente non "desideriamo" letteralmente che Cristo soffra la crocifissione, ma sì vogliamo essere salvati dai nostri peccati. Dal punto di vista della fede, anche l'agghiacciante "che il suo sangue ricada su di noi e sui nostril figli" deve essere compreso non come una maledizione ma come una preghiera.
Esattamente ciò di cui noi abbiamo bisogno - e che la folla radunata davanti a Pilato inconsciamente chiedeva - è di essere "lavati nel Sangue dell'Agnello", come esprime l'Apocalisse.

D: Vi è stata molta polemica sul presunto antisemitismo o antigiudaismo del film. Può condividere con ZENIT il suo pensiero al riguardo?

Padre Di Noia: Parlando in qualità di teologo cattolico sarei portato a condannare antisemitismo o antigiudaismo in qualsiasi racconto della passione e morte di Cristo - e non solo per le terribili offese che sono già state inflitte al popolo ebreo, ma anche perché, come ho già accennato, questo rappresenta una lettura profondamente erronea dei racconti della passione.
Ma mi consenta di rispondere schiettamente alla sua domanda. Non vi è assolutamente nulla di antisemitico o antigiudaico nel film di Mel Gibson.
È deplorevole che persone che non hanno visto il film, ma che hanno solo visto alcune bozze del copione, abbiano dato adito all'accusa che il film "La Passione del Cristo" fosse antisemita. Io sono convinto che una volta che il film sarà uscito e le persone abbiano avuto la possibilità di vederlo, l'accusa di antisemitismo semplicemente evaporerà.
Il film non esagera né minimizza il ruolo delle autorità giudaiche e dei procedimenti legali relativi alla condanna di Gesù. Ma proprio perché presenta un quadro complessivo di ciò che potrebbe definirsi il "calcolo della colpa" nella passione e morte di Cristo, il film tenderebbe più a sopire l'antisemitismo negli spettatori, piuttosto che a fomentarlo.
Da un punto di vista teologico, ciò che è ancora più importante è che il film propone ciò che gli evangelisti e la Chiesa hanno sempre visto con chiarezza: ciò che Cristo esperienza nel cammino dal Getsemani al Golgota, e oltre, sarebbe totalmente incomprensibile se si prescindesse dall'Alleanza di Dio con Israele.
Il quadro concettuale è composto quasi interamente dalla storia e letteratura, dai profeti e gli eroi, dalle storie e le leggende, dai simboli, dai riti, dalle osservanze e in definitiva dall'intera cultura ebraica.
È questa cornice che rende intelligibile e esprimibile la necessità naturale per una soddisfazione e redenzione di fronte al peccato umano e la decisione amorevole di Dio di venire incontro a questa necessità.
Lungi dall'incitare all'antisemitismo o all'antigiudaismo, il film di Gibson porterà gli spettatori ad approfondire la loro comprensione di questo contesto indispensabile della passione e morte del Gesù di Nazaret, del Servo sofferente.

D: Quale sarà l'impatto del film?

Padre Di Noia: Come è noto, nella storia cristiana, i fedeli sono stati incoraggiati a meditare sulla passione di Cristo. La spiritualità di ogni grande santo - vengono subito alla mente San Francesco, San Domenico, Santa Caterina da Siena - è stata marcata da una devozione alla passione di Cristo.
Perché? Perché hanno riconosciuto che non esiste via più sicura per far sgorgare dal cuore umano quell'amore capace di rispondere adeguatamente all'amore di Dio che ha dato il suo Figlio per noi.
Credo che il film di Mel Gibson muoverà le persone a questo tipo di amore. Il cuore dovrebbe essere di pietra per rimanere impassibile di fronte a questo film straordinario e dall'impenetrabile profondità dell'amore divino che esso tenta di rendere vivo sullo schermo.
TTnet - fiat newsletter
http://www.beholdtheman.com/miscpics/passion3.jpg
[

Shambler
01-02-04, 23:38
Christians Launch Effort To Counter Film's Impact
FORWARD STAFF
With the controversial film "The Passion of the Christ" set to open next month, some Christian groups are launching campaigns to counter theological errors that may exist in Mel Gibson's account of the death of Jesus, while several Roman Catholic scholars are calling on their church to outline publicly its doctrinal belief as a counterbalance to the movie.

The call from the scholars comes as the United States Conference of Catholic Bishops is set to publish a compilation of official Catholic guidelines on how to read and present the last hours of Jesus' life, which includes a repudiation of the deicide charge against the Jewish people. But several Catholic scholars who have been critical of an early script of the movie say it is not enough for the Bishops conference to disseminate the packet of Church documents through its usual channels. Instead, they say, it should be widely publicized in the media.

"We have to stand behind these teachings. We cannot just have a booklet out and say 'it's enough.'" said Sister Mary Boys, a professor at Manhattan's Union Theological Seminary and a member of an independent committee that advises the Bishops conference on Catholic-Jewish relations.

"A press conference could include why the booklet is coming out now. We want people who see the film or read about it to know the official teachings of the Catholic Church."

As an example, Boys pointed to a recent statement issued by the Evangelical Lutheran Church in America saying it views "with concern" recent reports regarding Gibson's film. The Lutheran statement also reviews the group's doctrines on the death of Jesus.

Meanwhile, an independent group of Christian scholars has put out a cautionary guide to the movie and churches and synagogues around the country are scheduling interfaith discussions on the topic. This upsurge in Christian response to the film comes ahead of its February 25 release date and follows renewed warnings by several Jewish organizational leaders that the movie portrays the Jewish people as Christ killers and could foment antisemitism. It also coincides with a seeming strategic shift among Jewish groups that are now looking to Christian officials to take the lead in opposing the film.

Sounding a similar note, several Catholic scholars are calling on the church to do more.

"I think you need some sort of press conference given everything that's going on, perhaps with Cardinal [William] Keeler to give it wider exposure," said the Rev. John Pawlikowski, another member of the committee that advises the Bishops conference. Keeler is the top Catholic official in charge of relations with American Jews.

Pawlikowski, the head of the national Council of Centers on Jewish-Christian Relations, said that during a press conference, Keeler "could give a quick synopsis of the main points."

Jewish communal leaders remain deeply distressed about the movie's release. Officials of the Anti-Defamation League and the American Jewish Committee who attended recent screenings of the film in Orlando and Chicago reported that hardly any of the problematic scenes had been excised. Instead, they said, the most incendiary scene, which had been cut from previous versions, was brought back.

The version screened in Orlando last week contains a scene in which the Jewish high priest Caiaphas declares "His blood be on us, and on our children" — a statement that appears in Matthew 27: 25. The verse, Jewish communal leaders said, had been used in the past as theological justification for violence against Jews and the charge of Jewish collective guilt for deicide — which was repudiated by the Second Vatican Council. Gibson practices a traditionalist form of Catholicism that does not recognize the Second Vatican Council reforms. He repeatedly has denied that his movie maligns Jews.

While AJCommittee officials described the film as a setback to Christian-Jewish relations, they did not seem to go as far as the ADL national director Abraham Foxman, who said that the film would strengthen and legitimize antisemitic feelings.

In fact, some observers said that AJCommittee officials themselves appeared to shift their tone or strategy regarding the film, although the officials deny this. In a recent interview with The New York Jewish Week, the AJComittee's U.S. director of interreligious affairs, David Elcott, steered clear of criticizing the film and said, "the movie is not a wonderful story or a horrendous assault." But in an AJCommittee press statement released on the same day as the article, Elcott said, "The movie undermines the sense of community that has existed between Jews and Christians for decades in its unnecessary and destructive imagery of Jews."

Orthodox Jewish leaders are expected to raise their concerns about the film at a January 29 meeting with bishops conference officials. The meeting will include members of two Jewish groups, the Orthodox Union and the Rabbinical Council of America, and will focus on a variety of issues.

Historian David Berger, who is slated to speak about the movie at the meeting, told the Forward that after the film is released, the Catholic Church should conduct a "public evaluation" based on its own guidelines for dramatic depictions of the Passion, culminating in either a repudiation or endorsement of Gibson's work. "The question that needs to be posed to Catholic authorities is whether they have been serious through the years in developing guidelines for presenting the Passion narrative," said Berger, a professor of history at Brooklyn College. "This is a test case to see if they were serious."

Eugene Fisher, associate director of the bishops' conference's Secretariat for Ecumenical and Interreligious Affairs, said that his organization would review the movie upon its release. As with all such reviews, Fisher added, the conference will take into account Catholic teachings. He said that a 128-page packet of Catholic documents recently released by the conference is being disseminated to all dioceses in the United States. The bishops conference, Fisher said, has yet to decide whether it would publicize these teachings in the press.

Among other documents, the collection includes statements from the Second Vatican Council and the bishops conference's 1988 Criteria for the Evaluation of Dramatizations of the Passion. The bishops conference, in conjunction with the National Council of Synagogues, is also releasing a video of talking points for interfaith groups. Fisher said that across the country, dioceses, synagogues and Christian and Jewish studies departments on campuses are already meeting to discuss the film.

"There is a network," he said. "Our book will help to resource these discussions."

— NACHA CATTAN

Shambler
06-02-04, 23:58
bravo Affus, cantagliela a questi edomiti. :D

Shambler
07-02-04, 17:47
quelle del velo sono le donne islamiche...

11-02-04, 22:34
Ettolitri di -sangue :eek: :eek: :eek:

Presentato a Hollywood il film evento sul martirio di Cristo
Effetti speciali e tanto sangue per le ultime 12 ore del Salvatore
La Passione secondo Mel Gibson
sangue, torture e integralismo
Ebrei critici, entusiasti i cristiani militanti. Budget da capogiro
Girato in aramaico e latino. Destinato a far discutere
dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI


La locandina del film

LOS ANGELES - Quando si riaccendono le luci in sala e l'ultimo schizzo di sangue si stacca dalla retina dove il regista Mel Gibson ha cercato di incollarlo per due ore, resta rappresa una domanda cui il film-scandalo del 2004 sulla Passione di Nostro Signore non risponde. Perché? Quali sono le ragioni, l'intento, la carità, che hanno chiamato Gibson a spendere 25 milioni di dollari per finanziare e difendere un film sulle ultime ore di Gesù raccontandole con la sensibilità poetica di un peso massimo deciso a spaccare la faccia all'avversario sul ring delle religioni?

Nella saletta privata della Fox a Hollywood intitolata a Darryl Zanuck, il produttore del "Giorno più lungo", per l'anteprima del film che andrà in distribuzione il 25 febbraio, vedo gli altri invitati restare impietriti a guardare scorrere anche i "crediti", i titoli di coda.

Sembra a tutti noi difficile alzarsi e sembra blasfemo anche dire male di un film che ha un solo, evidente obbiettivo: non tanto fare soldi, che pure farà perché già almeno 125 milioni di copie del film sono state richieste da organizzazioni cristiane militanti, ma scuotere quello che nella mente febbrile di un cattolico offeso dal "buonismo" del Concilio Vaticano II come Gibson, sono la pigrizia, l'arrendevolezza, l'ignavia del cristiano di fronte alla secolarizzazione e all'assedio di altri Taliban come lui.

Se parleremo male del film, bestemmieremo Gesù? Offenderemo i Cristiani di ogni confessione? Se non ci fosse il ricatto del "fattore Gesù", "Passion" sarebbe un qualsiasi e scontato "slash movie", tagli, ferite, torture, ecchimosi, orrori, urla, diavoli depilati e truccati da Boy George, ed effetti grand guignol, girato tra Cinecittà e la Matera dei Sassi, un'arida e magnifica Gerusalemme reinventata.
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Ma se la storia è scontata, la Storia rimane la più grande mai raccontata. Neppure Hollywood è riuscita a distruggere la fatica di Matteo, Marco, Luca e Giovanni e il miracolo della Passione è sopravvissuto anche allo spadone di Braveheart. Ma perché tanto compiacimento nel sangue? Perché anche questo è un film "post 11 settembre", un film di guerra, concepito come arma nell'arsenale del conflitto di civiltà. Quello che Bush fa con le bombe, Gibson vuol fare con la macchina da presa, propagandare, conquistare, salvare.

Questo è il senso di un film che sarebbe altrimenti inutile, dopo tante opere sulla Passione, se non fosse ideologico nell'insistenza sul male che altri infedeli, quella volta gli Ebrei e i Romani come oggi i Musulmani, inflissero al solo vero Dio e alla sola vera civiltà, a colui che dice "io sono la via, verità, la vita".

Gibson si sente il Carlo Martello del XXI secolo, chiamato alla nuova Poitiers e a salvare il mondo.
Alla vigilia del suo primo viaggio in Israele, quando chiesero a Bush che cosa avrebbe detto agli ebrei, lui rispose: "Che andrete tutti all'inferno".

Ma nel cristiano abitudinario e poco evangelizzatore che alla fine, quando trova la forza per alzarsi dopo avere subito anche una breve sequenza osé con le gambe nude e una mezza natica del bel Jim Caviezel, il Gesù risorto che esce dal sepolcro, fa nascere una struggente nostalgia. Torna la voglia del Cristo affettuoso, tranquillizzante e un po' melenso del nostro catechismo infantile con il cuore in mano, che gli evangelisti, e soprattutto l'unico di loro che lo conobbe davvero, Giovanni, ci raccontano. Il Cristo che muore nella Passione straziante secondo Matteo ma senza la vivisezione di Gibson. Il Cristo di Bach e della Messa di Mozart, non di questa colonna sonora Dolby Stereo Surround Sound Boom Boom che deve esplodere di decibel a ogni frustata sulle natiche del Nazareno per scuotere gli increduli. Mentre ettolitri di sangue sgorgano dal corpo di Caviezel, che ci ha informato di avere avuto la sua brava epifania girando il film in Lucania e a Cinecittà, luogo di ben note ed eroiche fedi religiose, torna alla mente la dissanguata tragicità del Cristo Morto del Mantegna e a quella ci si aggrappa per non affogare nel ketchup.

Maia Morgenstern (Maria)
e Monica Bellucci (Maddalena)


Eppure il film è stato spurgato e autocensurato, da Gibson, per renderlo accettabile, per rendere meno esplicito il sottotesto antisemita che corre nel suo racconto. Ha tagliato la maledizione del "suo sangue ricadrà su di voi" che fu la fonte dell'antisemitismo chiusa dal Vaticano II e respinta dalla setta cattolica alla quale Mel Gibson, australiano nato negli Usa, fu educato dal padre, ma non c'è bisogno di dirlo.

Di fronte al "gubernator" (Schwarzenegger?) come lo chiama il pestifero prete Cajafa, il Ponzio Pilato che almeno vacilla, si interroga, sospetta la vera natura del Nazareno spinto da Claudia Gerini, la moglie che lo avverte in un latino da ginnasio "sanctus est" e addirittura parla benissimo l'aramaico, la lingua dei popoli semiti in quel tempo, ci sono i forcaioli del Sinedrio che assaporano l'agonia efferata dell'agnello sacrificale e il ghigno osceno della folla urlante, l'Ebreo deforme e sanguinario, "crucifige, crucifige".

Sarebbe più rassicurante uscire dall'anteprima negli studi della Fox di Murdoch che ha accettato di distribuire il film, licenziando anche questa Passione secondo Arma Letale come la solita operazione commerciale, ma non è così. Gibson avrebbe potuto fare più soldi e più in fretta reindossando la sua espressione da folle con tendenze al martirio di "Arma letale", di "Patriot" o dell'irredentista scozzese sbudellato.

Invece a questa sua rilettura della Passione in latino e aramaico, ma con i sottotitoli misericordiosamente imposti dalla Fox per aiutare chi per caso non ricordasse bene la lingua di Aram nipote di Noè o il "rosa rosae" dei Romani, egli crede davvero.

Ci vuole salvare, Mel di Galilea, con ciascuna della frustate inferte dalla soldataglia ("Stulti!" grida il buon centurione ai suoi scherani, come se "stultus" fosse stato il massimo insulto tra i rudi legionari). Può darsi che ci riesca, e che questo sia il linguaggio visivo che deve essere usato per "scandalizzare" l'audience di oggi.

Alla gerarchia cattolica americana pare non sia dispiaciuto, anche se è apocrifa la frase attribuita a Papa Woytila, "è successo proprio così". E pazienza se qualche rabbino si offende, se all'anteprima gli invitati ebrei hanno rifiutato di partecipare, se Maria di Magdala non poteva essere bella e polposa come la Bellucci, se Cristo è il solito fusto da calendario con barbetta, baffi e riccioli nonostante questa iconografia sia postuma di secoli alla sua morte.

"Nihil sine domino" avvertono i Gesuiti, nulla accade senza la volontà di Dio e non saremo noi, miserabili spettatori peccatori, a stabilire che cosa avesse in mente Adonai permettendo a Mel Gibson di fare questo film sul suo Figliolo.


(11 febbraio 2004

Augustinus
11-02-04, 23:10
Commento vergognoso di Repubblica.
Commento tipicamente laicista, inaccettabile ... :mad: :mad: :mad:

Augustinus

Shambler
12-02-04, 00:33
"laicista " non è la parola giusta.

12-02-04, 01:22
Originally posted by Augustinus
Commento vergognoso di Repubblica.
Commento tipicamente laicista, inaccettabile ... :mad: :mad: :mad:

Augustinus

Un Laico in questi casi esprime giudizi meno prevenuti di chi magari si è fatto un'opinione prima di aver visionato l'opera e solo per le polemiche che ne sono scaturite. Il commento è apparso su repubblica è di Vitorio Zucconi sempre ironico nei suoi articoli

Augustinus
12-02-04, 08:38
Originally posted by Manuel
Un Laico in questi casi esprime giudizi meno prevenuti di chi magari si è fatto un'opinione prima di aver visionato l'opera e solo per le polemiche che ne sono scaturite. Il commento è apparso su repubblica è di Vitorio Zucconi sempre ironico nei suoi articoli

Ma guarda che i laicisti sono i primi che formulano giudizi prevenuti ... senza aver visto il film ... . I laicisti non pensare che siano "equilibrati", anzi, sono fortemente "squilibrati" verso le loro tesi ... .

Augustinus

ARI6
12-02-04, 18:32
Repubblica è il giornale che ha dato dell'integralista persino a Socci. Non penso sia da prendere in considerazione.
Il parallelo Gibson-Bush, poi, la dice lunga sulle reali finalità di una recensione così ingrata. Mancava che lo zuccone citasse Berlusconi e il quadretto era completo.

Shambler
18-02-04, 02:10
3 - Per aver prodotto un film non omologato
Mel Gibson vittima della lobby ebraica

"Rinascita", 7 maggio 2003


Un sistema di potere che si perpetua grazie ad una diffusa distribuzione di prodotti culturali di larga presa, capaci di incidere sulle coscienze e sulle mentalità grazie a creazioni "artistiche" che agiscono sulla memoria anche attraverso lo stimolo visivo estetico ed i sentimenti, non può permettersi alcun errore, lasciando spazi vuoti agli "eretici". Deve necessariamente istituire un potente sistema repressivo, basato su un organismo di controllo, (USIA) di cui ci ha ampiamente resi edotti John Kleeves grazie ai suoi articoli (vedere anche http://ilmargine.tux.nu), ed un sistema repressivo (una santa inquisizione) capace di colpire preventivamente il reprobo, spaventare, condannare al fallimento qualsiasi iniziativa non conforme ai canoni prestabiliti, atti a mettere in "giusta luce" gli "antichi padri" dell'ebraismo ed i loro eredi.
Un esempio, molto elementare, ci è stato dato dalla vicenda davvero pinocchiesca di Benigni, il quale ha potuto assaporare il successo internazionale quando ha fatto un film strappalacrime sugli ebrei perseguitati, ma quando ha tentato di cavalcare il successo proponendo un tipico prodotto della nostra cultura nazionale è stato subito messo in disparte come persona inutile ed ingombrante.
Il caso Mel Gibson probabilmente è più grave. Si tratta di un attore che ha riscosso il successo internazionale interpretando personaggi eroici che si battono per la libertà e l'indipendenza. Un caso particolare è costituito dal film di grande successo [Brave Heart], ambientato nelle guerre medievali d'indipendenza della Scozia dal potere britannico. Confesso di non avervi notato nulla di strano, ma si trattava di una mia incapacità a cogliere nel film il messaggio politico (e forse religioso). In realtà, qualsiasi prodotto cinematografico contiene un messaggio più o meno celato. Anzi, più vi è celato più penetra nelle coscienze per vie subliminali... e non è da escludersi in "Brave Heart" un'indicazione implicita alle lotte di liberazione irlandesi contro il Regno unito.
Dalle note pubblicate da "Avvenire", quotidiano che è al momento sotto i miei occhi, vengo ad apprendere che il padre di Gibson, Hutton Gibson, è un "cattolico integralista". Confesso di aver letto per la prima volta l'aggettivo integralista affibbiato ad un cattolico, ma forse siamo già su di un piano di lotta politico-religiosa che non lascia più margini di manovra, dopo le posizioni nette contro la politica di Bush e del suo entourage (morsa sarebbe meglio) ebraico pronunciate dal Papa e dopo la profluvie di libri che stanno intasando le librerie per "stigmatizzare" i "silenzi di Pio XII".
Mel Gibson starebbe producendo un film girato, pare, in Italia e con attori italiani, dal titolo "Passion", incentrato sulle ultime ore di Gesù. Sarebbe finora costato ben 25 milioni di dollari, ed è già stato definito dai detrattori, vedi caso, un "suicidio commerciale, una follia". I personaggi parlerebbero, infatti, soltanto in aramaico ed in latino. In questo film l'attore avrebbe voluto dare una visione antiebraica. Altra grave colpa di Gibson, secondo l'influente quotidiano "The Mirror", sarebbe quella di costruire vicino a Los Angeles un chiesa cattolica dal costo di 13 milioni di sterline.
Gibson ovviamente nega, ma secondo Eugene Korn, direttore della "Lega ebraica antidiffamazione", «Le presentazioni di "The Passion" contengono elementi antisemiti. Non solo contro gli ebrei che vissero allora, ma di tutti i tempi». Confesso di non capire perchè il regista-produttore abbia deciso di produrre un film parlato soltanto in aramaico ed in latino, tra l'altro escludendo l'ebraico, ma evidentemente avrà avuto le sue ragioni, e forse lo scopo recondito può essere anche quello di ristabilire certi elementi di verità storica circa l'effettiva presenza degli ebrei, almeno coloro che noi chiamiamo tali, in quella parte di Palestina ed in quell'epoca. E questa potrebbe essere la ragione del risentimento e dell'attacco dei padroni di Hollywood. (leggasi, per avere coscienza di cosa si intende per dominio sul cinema e sottoprodotti, l'essenziale testo di Gianantonio Valli: "Dietro il sogno americano" - ed. Barbarossa - 1991). Tuttavia, l'esperimento, se di esperimento si tratta, è interessante e l'idea di andarmi a vedere un film parlato in latino, mi piace non poco.
Tra l'altro, il sottoscritto per un certo periodo è stato cultore del latino parlato, lingua di non difficile apprendimento. Ogni anno si tengono a Roma corsi di latino parlato secondo il metodo usato per le lingue cosidette "vive". Sarebbe interessante iniziare proprio da questo film una lotta serrata per ottenere l'istituzione del latino come seconda lingua ufficiale (solo scritta se non parlata) dell'Unione Europea. Per i medicinali questa utilizzazione del latino è ancora in uso senza alcuno scandalo dei popoli anglofoni, che anzi sono quelli che ne fanno un uso maggiore in questo settore. Insomma, un film da correre a vedere appena uscito sui nostri schermi e da comprare appena prodotto in cassetta.

ARI6
18-02-04, 15:44
Scusa l'ignoranza, cos'è "Rinascita"?

Per quanto riguarda il film di Gibson, copio qui la lusinghiera recensione di Vittorio Messori dal Corriere della Sera di ieri.

Una Passione di violenza e di amore

Di Vittorio Messori (messori@numerica.it )

Nella saletta insonorizzata la luce si riaccende dopo due ore e sei minuti. Non siamo che una dozzina (io il solo giornalista), consapevoli di un privilegio: per invito di Mel Gibson e del produttore Steve McEveety della Icon Films il Corriere è il primo giornale in Europa a vedere sullo schermo la cassetta appena giunta da Los Angeles con la copia finalmente definitiva. Quella stessa che mercoledì prossimo sarà in duemila sale americane, in cinquecento inglesi, in altrettante australiane, quella la cui attesa ha mandato in corto circuito tutti i siti Internet e che nella prima settimana recupererà (i book-maker lo danno per certo) i 30 milioni di dollari della produzione. Il Papa stesso non ha visto che una versione provvisoria, mancante tra l' altro di parte delle musiche. Ma sì, stasera siamo i primi, gli italiani dovranno attendere sino al 7 aprile, i francesi e gli spagnoli addirittura sino a giugno. Quando finiscono di scorrere i titoli di coda, dove i nomi americani si alternano a quelli italiani, dove i ringraziamenti al Comune di Matera si affiancano a quelli per teologi e specialisti di lingue antiche, dove Rosalinda, la figlia di Celentano (il diavolo) sta accanto a un' ebrea romena (la Madonna), quando il tecnico abbassa la leva che ridà la luce, nella saletta continua il silenzio. Due donne piangono, quietamente, senza singhiozzi; il monsignore in clergyman che ho accanto è pallidissimo, gli occhi chiusi; il giovane segretario tormenta nervoso un rosario; un timido, solitario inizio di applauso si spegne subito, nell' imbarazzo. Per molti, lunghissimi minuti nessuno si alza, nessuno si muove, nessuno parla. Dunque, quanto ci annunciavano era vero: The Passion of the Christ ha colpito, l' effetto che Gibson voleva si è realizzato in noi, prime cavie. Per quanto vale, io stesso sono sconcertato e muto: per anni ho passato al vaglio, una per una, le parole del greco con cui gli evangelisti narrano quegli eventi, nessuna minuzia storica di quelle 12 ore a Gerusalemme mi è sconosciuta, ne ho tratto un libro di quattrocento pagine che Gibson stesso non ha ignorato. So tutto. O, meglio, scopro adesso che credevo di sapere: tutto cambia se quelle parole si traducono in immagini di una tale potenza da trasformarle in carne e in sangue, in segni graffianti di amore e di odio. LA SCOMMESSA - Mel lo ha detto con l' orgoglio unito all' umiltà, con il pragmatismo impastato al misticismo che forma in lui un miscuglio singolare: «Se quest' opera dovesse fallire, per cinquant' anni non ci sarà futuro per il film religioso. Qui dentro abbiamo buttato il meglio: soldi quanti ne occorrevano, prestigio, tempo, rigore, carisma di grandi attori, scienza degli eruditi, ispirazioni dei mistici, esperienza, tecnica d' avanguardia. Ci abbiamo buttato, soprattutto, la nostra certezza che valeva la pena, che ciò che successe in quelle ore riguarda ogni uomo. Con questo Ebreo avremo a che fare per sempre, tutti, dopo la morte. Se non la spuntiamo noi, chi potrà farcela? Ma la spunteremo, ne sono certo: il nostro lavoro è stato accompagnato da troppi segni che me lo confermano». In effetti sul set è avvenuto assai più di quanto non si sappia, molto resterà nel segreto delle coscienze: conversioni, liberazioni dalle droghe, riconciliazioni tra nemici, abbandono di legami adulterini, apparizioni di personaggi misteriosi, esplosioni di energie straordinarie, figuranti lucani che si inginocchiavano al passaggio dello straordinario Caviezel-Gesù, persino due folgori, una delle quali ha colpito la croce, e che non hanno ferito alcuno. E, poi, coincidenze lette come segni: la Madonna con il volto dell' attrice ebrea a nome Morgenstern che, lo si è notato solo dopo, è, in tedesco, la Stella Mattutina delle litanie del rosario. Gibson si è ricordato del monito del beato Angelico: «Per dipingere il Cristo, bisogna vivere con il Cristo». Il clima, tra i Sassi di Matera e gli studi di Cinecittà, sembra essere stato quello delle sacre rappresentazioni medioevali, dei cortei dei flagellanti davanti alle reliquie dei martiri. Un Carro di Tespi del Trecento, per il quale, ogni sera, un prete in talare nera, quella con la lunga fila di bottoni, celebrava una messa al campo, in latino, secondo il rituale di san Pio V. Proprio qui, in effetti, è la ragione vera della decisione di far parlare gli ebrei nella loro lingua popolare, l' aramaico, e i romani in un latino basso, da militari, che ferisce le orecchie di noi, vecchi liceali, abituati alle raffinatezze ciceroniane. Gibson, cattolico amante della Tradizione, è coriaceo assertore della dottrina ribadita al Concilio di Trento: la Messa è anche pasto fraterno ma è innanzitutto sacrificio di Gesù, rinnovazione incruenta della Passione. Questo è ciò che importa, non è il «capire le parole», come vogliono i nuovi liturgisti di cui Mel sbeffeggia la superficialità che gli appare blasfema. Il valore redentivo degli atti e dei gesti che hanno il vertice sul Calvario non ha bisogno di espressioni che chiunque possa capire. Questo film, per il suo autore, è una Messa: che, dunque, sia in una lingua oscura, com' è stata per tanti secoli. Se la mente non comprenderà, tanto meglio, ciò che conta è che il cuore capisca che tutto quel che è avvenuto ci redime dal peccato e ci apre le porte della salvezza. Proprio come ricorda la profezia di Isaia sul «Servo di Jahvé» che, a tutto schermo, è messa come prologo all' intera pellicola. Il prodigio, comunque, mi è sembrato verificarsi: dopo un po' , si abbandona la lettura dei sottotitoli per entrare, senza distrazioni, nelle scene - terribili e meravigliose - che bastano a se stesse. LA QUALITÀ - Sul piano tecnico, l' opera appare di una qualità altissima, tanto che i precedenti film su Gesù potranno sembrare ridotti a parenti poveri e arcaici: in Gibson, luci sapienti, fotografia magistrale, costumi straordinari, scenografie scabre e, quando necessarie, sontuose, trucco di incredibile efficacia, recitazione di grandi professionisti, sorvegliati da un regista che è anche un loro illustre collega. Soprattutto, effetti speciali talmente mirabolanti che, come ci diceva Enzo Sisti, il produttore esecutivo, resteranno segreti, a conferma dell' enigma dell' opera, dove la tecnica vuole essere a servizio della fede. Una fede nella versione più cattolica - non a caso il compiacimento del Papa e di tanti cardinali, Ratzinger non escluso - di cui The Passion è un manifesto che gronda simboli che solo un occhio esercitato discerne in pieno. Occorrerebbe un libro (due, in effetti, sono in preparazione) per aiutare lo spettatore a capire. In sintesi estrema, la «cattolicità» radicale del film sta innanzitutto nel rifiuto di ogni demitizzazione, nel prendere i vangeli come cronache precise: le cose, ci viene detto, sono andate così, proprio come la Scrittura le descrive. Il cattolicesimo sta, poi, nel riconoscimento della divinità di Gesù che convive con la sua piena umanità. Una divinità che erompe, drammaticamente, nella sovrumana capacità di quel corpo di subire una quantità di dolore come mai alcuno né prima né dopo, in espiazione di tutto il peccato del mondo. Ma la «cattolicità» radicale sta anche nell' aspetto «eucaristico», riaffermato nella sua materialità: il sangue della Passione è intrecciato di continuo al vino della Messa, la carne martoriata del corpus Christi al pane consacrato. E sta, pure, nel tono fortemente mariano: la Madre e il Diavolo (che è femmina o, forse, androgino) sono onnipresenti, l' una con il suo dolore silenzioso, l' altro - o l' altra - con il suo compiacimento maligno. Da Anna Caterina Emmerich, la veggente stigmatizzata, Gibson ha preso intuizioni straordinarie: Claudia Procula, la moglie di Pilato, che offre, piangendo, a Maria i panni per raccogliere il sangue del Figlio è tra le scene di maggior delicatezza in un film che, più che violento, è brutale. Come brutale fu, appunto, la Passione. Il Pietro disperato dopo il rinnegamento, si getta ai piedi della Vergine per ottenere perdono. Credo, comunque, che l' importanza, anche teologica, attribuita alla Madonna nonchè l' eucarestia, non spiritualizzata, non ridotta a «memoriale» ma vista nel modo più materiale, dunque cattolico (la transustanziazione), creeranno qualche disagio nelle chiese protestanti americane che, senza avere visto il film, già si sono organizzate per favorirne la diffusione. Se al martirio sono dedicate due ore, due minuti bastano per ricordare che non fu quella l' ultima parola. Dal venerdì santo alla domenica di Pasqua, alla risurrezione, che Gibson ha risolto accogliendo una particolare lettura delle parole di Giovanni: uno «svuotamento» del lenzuolo funerario, lasciando un segno sufficiente per «vedere e credere» che il suppliziato ha trionfato della morte. Antisemitismo o, almeno, antigiudaismo? Non scherziamo con parole troppo serie. A visione effettuata, penso abbiano ragione i non pochi, e autorevoli, ebrei americani che ammoniscono i loro correligionari di non condannare prima di vedere. Chiarissimo è, nel film, che ciò che grava sul Cristo e lo riduce in quello stato non è la colpa di questo o di quello, bensì tutto il peccato di tutti gli uomini, nessuno escluso. All' ostinazione nel chiedere la crocifissione da parte di Caifa (quel sadduceo collaborazionista che non rappresentava affatto il popolo ebreo, da cui era anzi detestato, il Talmud su di lui e sul suocero Anna ha parole terribili), fa più che abbondante contrappeso il sadismo inaudito dei carnefici romani; alle viltà politiche di Pilato che lo portano a violentare la sua coscienza, si oppone il coraggio del sinedrita - episodio aggiunto dal regista - che affronta il Sommo Sacerdote gridandogli che quel processo è illegale. E non è forse ebreo il Giovanni che sorregge la Madre, non è ebrea la pietosa Veronica, non è ebreo l' impetuoso Simone di Cirene, non sono ebree le donne di Gerusalemme che gridano la loro disperazione, non è ebreo Pietro che, perdonato, morirà per il Maestro? All' inizio del film, prima che il dramma si scateni, la Maddalena chiede, angosciata, alla Vergine: «Perché questa notte è così diversa da ogni altra?». «Perché - risponde Maria - tutti gli uomini erano schiavi e ora non lo saranno più». Tutti, ma proprio tutti: «giudei o gentili» che siano. Quest' opera, dice Mel Gibson amareggiato da aggressioni preventive, vuol riproporre il messaggio di un Dio che è Amore. E che Amore sarebbe se escludesse qualcuno?

Shambler
18-02-04, 22:51
http://www.menorah.it/news/article.php?id=36894&group=it.cultura.ebraica

Il film di Mel Gibson sta sollevando polevroni mai visti.
Ieri un'intera pagina di Le Monde (prego, spero non mi espellerà Nahum per
aver citato un giornale francese) era dedicata alla questione.
Veniva prima intervistato Marvin Hier, Rabbino del Centro Simon Wiesenthal.
"Un film di una violenza scioccante", dichiara.
In particolare, indica una scena di tortura che pare duri quasi un'ora.
Nel film, dice Hier, i romani sono presentati come bravi ragazzi incapaci di
prendere decisioni, che lasciano il povero Cristo (è il caso di dirlo, in
questo caso) fra le mani di ebrei assatanati di sangue.
Un articolo su Mel Gibson stesso specifica invece che il papaà del detto Mel
è noto
per aver più d'una volta espresso tesi negazioniste.
E' inoltre fondatore di una setta definita "anticonciliare".
Rifiuta cioè le riforme del concilio Vaticano II, accetta la messa solo in
latino, ecc.
Tuttavia, l'articolo dice di guardarsi dal pensare che questi siano dei
fenomeni da baraccone.
Sono state contattate diverse congregazioni (in totale più di 50 milioni di
aderenti), per promuovere il film, far loro comprare biglietti per riempire
le sale cinematografiche, e fare opera di propaganda.
Josh Baran, responsabile a suo tempo della pubblicità del film di Scorsese
(L'Ultima tentazione), dichiara: "questo film verrà usato per convertire,
evangelizzare, e portare avanti crociate".
Si prepara un putiferio.
A.

ARI6
18-02-04, 23:06
Mi dici cos'è Rinascita? :confused:

Shambler
19-02-04, 16:49
una rivista di destra, credo.

ARI6
19-02-04, 17:04
Originally posted by shambler
una rivista di destra, credo.

Thanx.

Peucezio (POL)
26-02-04, 22:52
Originally posted by shambler
http://www.menorah.it/news/article.php?id=36894&group=it.cultura.ebraica

Nel film, dice Hier, i romani sono presentati come bravi ragazzi incapaci di
prendere decisioni, che lasciano il povero Cristo (è il caso di dirlo, in
questo caso) fra le mani di ebrei assatanati di sangue.
A.

Nel linguaggio comune, chissà come mai, ci si riferisce abitualmente a Pilato e al gesto di lavarsi le mani, per indicare chi non vuole immischiarsi in una contesa ed evitare noie. Forse sarà il caso di processare immediatamente per antisemitismo chiunque venga sorpreso a usare queste locuzioni in pubblico!

06-03-04, 22:25
Ho visto il film,l'ho scaricato dalla rete, veramente ben fatto per quanto riguarda la tecnica cinematografica anche se chiaramente la ricostruzione storica è oltremodo forzata, così come immaginato da Gibson si cercò di ammazzare Gesù con una inaudita violenza prima ancora di crocefiggerlo, nel vangelo c'è scrittio che Gesù venne flagellato ma non martoriato a morte, si è esagerato non poco con gli effetti speciali.

Augustinus
06-03-04, 22:32
Originally posted by Manuel
Ho visto il film,l'ho scaricato dalla rete, veramente ben fatto per quanto riguarda la tecnica cinematografica anche se chiaramente la ricostruzione storica è oltremodo forzata, così come immaginato da Gibson si cercò di ammazzare Gesù con una inaudita violenza prima ancora di crocefiggerlo, nel vangelo c'è scrittio che Gesù venne flagellato ma non martoriato a morte, si è esagerato non poco con gli effetti speciali.

Nessuna esagerazione se consideri in cosa consisteva la flagellazione ... che sovente portava alla morte della persona per la sua crudeltà, portando allo scoperto persino le costole. E poi se consideri che, a differenza della legge ebraica (che ammetteva meno di 40 colpi), la normativa romana non aveva limiti. Conseguentemente Gesù fu flagellato ben oltre i 39 colpi (gli ebrei per rispettare il precetto si fermavano a 40 meno 1) e si pensa, secondo alcuni (padre Ricciotti), che ne abbia ricevuto circa 120. In tale condizione, dunque, Gesù si dovette trovare in una pozza di sangue. Nessuna esagerazione, quindi, nel film ... . Piuttosto c'è da riflettere su quello che N.S. subì per amor nostro.

Augustinus

06-03-04, 22:49
Nel film si vedono ripetutamente i sommi sacerdoti del sinedrio compiacersi per la sorte che avevano deciso di riservare a Gesu con Pilato nella parte di colui che non fece altro che eseguire la volontà dei giudei, probabilmente è questo il motivo per cui sono sorte delle polemiche ma. Gesù non fece altro che si rispettassero ciò che era scrito nelle profezie delle sacre scritture poi stà agli uomini credere o meno alla sua parola e al suo insegnamento.

06-03-04, 22:58
Originally posted by Augustinus
Nessuna esagerazione se consideri in cosa consisteva la flagellazione ... che sovente portava alla morte della persona per la sua crudeltà, portando allo scoperto persino le costole. E poi se consideri che, a differenza della legge ebraica (che ammetteva meno di 40 colpi), la normativa romana non aveva limiti. Conseguentemente Gesù fu flagellato ben oltre i 39 colpi (gli ebrei per rispettare il precetto si fermavano a 40 meno 1) e si pensa, secondo alcuni (padre Ricciotti), che ne abbia ricevuto circa 120. In tale condizione, dunque, Gesù si dovette trovare in una pozza di sangue. Nessuna esagerazione, quindi, nel film ... . Piuttosto c'è da riflettere su quello che N.S. subì per amor nostro.

Augustinus

La fonte più autorevole è e rimane sempre il Vangelo, le ricostruzioni arbitrarie lasciano sempre il tempo che trovano

Augustinus
07-03-04, 00:10
Originally posted by Manuel
La fonte più autorevole è e rimane sempre il Vangelo, le ricostruzioni arbitrarie lasciano sempre il tempo che trovano

Non è ricostruzione arbitraria ... ma fondata su fonti storiche certe, oltre agli stessi Vangeli. Non escluse le fonti dei Santi Padri della Chiesa. E non solo quelle.

Vincent
07-03-04, 00:30
I segni impressi sul telo della Sindone attestano con quale ferocia la giustizia romana ha voluto infliggere la sua punizione. L'impronta del corpo impressa sulla Sindone mostra sul lato dorsale un insieme di piccole ferite allineate: sono l'agghiacciante testimonianza di una flagellazione eseguita con l'antico strumento detto flagrum, oggetto costituito da un manico di legno al quale erano legate tre strisce di cuoio, appesantite alle estremità da pezzi di piombo. L'uomo, completamente svestito, fu probabilmente appeso dalle mani per meglio esporre tutte le parti del corpo. L'orientamento delle ferite fa supporre che almeno due esecutori hanno praticato la tortura.

La flagellazione era già di per sé una condanna e poteva essere eseguita fino alla morte della vittima. Il procuratore romano che aveva il potere di scegliere la modalità di esecuzione della condanna, non scelse quindi solo la crocifissione. Come prima tappa decise di fustigare il condannato sferzando almeno cento colpi di flagrum sulla sua schiena.

Dal sito: http://www.caritas-ticino.ch/riviste/elenco%20riviste/riv_9802/02-la%20sindone.htm

Augustinus
07-03-04, 09:24
La flagellazione era una pena riservata agli humiliores, perchè considerata disonorevole. S. Paolo, quando fu flagellato e fece appello ai suoi diritti quale cittadino romano, protestò al comandante della fortezza Antonia: "Vi è lecito flagellare un cittadino romano, e per di più non ancora giudicato?" (At 22, 25). Al più gli honestiores (i cittadini romani) erano colpiti sul dorso con i fasces, cioè i fasci di verghe dei littori. La flagellazione, a differenza delle semplici frustate, era una vera e propria pena a carattere pubblico, diversamente graduata in base al numero di colpi da infliggere mediante il flagellum o flagrum.
Tale strumento, che Orazio chiamava horribile flagellum, constava di un'asta di legno che fungeva da impugnatura alla cui estremità erano fissate due o tre fasce di cuoio che culminavano in nodi, ossicini o biglie metalliche (spesso di piombo ed a forma di manubri) o uncini. In questa maniera, la flagellazione si trasformava in una punizione estremamente sanguinaria, dal momento che ogni frustata apriva profonde ferite sanguinolenti.
Giuseppe Flavio racconta il caso di un Gesù Ben Ananus, il quale fu flagellato fino a mettere allo scoperto le ossa (Bell. Iud., VI, 5, 3). Altri, racconta sempre lo storico giudeo, furono fatti fustigare "fino a mettere a nudo le viscere" (Ibidem, II, 21, 5). Gli Atti dei Martiri citano, inoltre, l'ordine singolare di un giudice particolarmente sadico: "Che il suo dorso sia dilacerato dai colpi, senza posa, che sia colpito all'occipite dal piombo, così che esso si tumefaccia fino a scoppiare".
Anche gli ebrei conoscevano questa pena. Il libro del Deuteronomio, a cui sopra mi riferivo, imponeva che si dessero "non più di quaranta colpi" (Dt 25, 3). Questo per evitare che il soggetto morisse o ricevesse invalidità permanenti. Per tale ragione, onde rispettare il precetto legale, si arrestavano al 39° colpo. San Paolo racconta (2 Col 11, 24) che in cinque circostanze egli "ricevette colpi ciascuna volta 40 meno uno", il che stupisce trattandosi di un cittadino romano.
I romani, per contro, non avevano limiti prefissati, tanto che un giurista di età severiana, Ulpiano, ammetterà che "a causa della disumanità di chi doveva eseguire la pena, molti morivano sotto questo genere di flagellazione" (Institutiones, 48, 19, De poenis, 8). Persino un giurista raffinato come Ulpiano ammetteva che si trattava di una pena assai disumana.
Orbene, Gesù, nel nostro caso, fu flagellato da romani, non da ebrei. Per questo, non v'è ragione di credere che essi rispettassero la legge mosaica. Anzi, può benissimo supporsi che i flagellatori superarono abbondantemente quel limite. I Vangeli, avendo per destinatari in primo luogo dei contemporanei, non avevano bisogno di precisare di più a tal riguardo, dal momento che, all'epoca, era ben noto in cosa consistesse la flagellazione romana. I contemporanei dei Vangeli ben sapevano la crudeltà di questa pena. Siamo noi che ne abbiamo perso il ricordo. Per questo ci soccorrono fonti extraevangeliche, come ho ricordato in precedenza.

http://www.criad.unibo.it/galarico/ZETESIS/sindone/frusta.gif

Per maggiori informazioni, rinvio a http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/Texts/secondary/SMIGRA*/Flagrum.html, dove, sebbene in inglese, si potranno avere dettagli più precisi.

07-03-04, 19:22
E' chiaro che io mi riferisco a ciò che si vede nel film, come descritto e con l'inaudita violenza cui si scagliano i romani con queste fruste particolari di cuoio con biglie metalliche (quelle che si vedono nel film) nessun uomo poteva sopravvivere a più di due o tre frustate, insomma Cristo ha vissuto un calvario ma Gibson lo fa rivivere come un macello, non c'era bisogno d'esagerare in tale maniera.

Augustinus
08-03-04, 09:14
Originally posted by Manuel
E' chiaro che io mi riferisco a ciò che si vede nel film, come descritto e con l'inaudita violenza cui si scagliano i romani con queste fruste particolari di cuoio con biglie metalliche (quelle che si vedono nel film) nessun uomo poteva sopravvivere a più di due o tre frustate, insomma Cristo ha vissuto un calvario ma Gibson lo fa rivivere come un macello, non c'era bisogno d'esagerare in tale maniera.

Se lo dici tu che nessuno poteva sopravvivere a più di due - tre frustate ... . Bontà tua ... .
In effetti, Cristo visse un calvario che era un macello. Non a caso Isaia non vaticinò forse, alludendo a quel sacrificio, che Cristo doveva essere come agnello condotto al macello e come pecora muta dinanzi ai suoi tosatori?
In realtà, diciamo la verità, quel sacrificio dà fastidio. Certo, l'arte l'ha subliminato, facendo perdere molto della sua drammaticità, rendendolo quasi "bello". Ma la realtà del sacrificio - e qui sta il merito di Gibson - fu assai più terribile. Da parte di una mentalità laicista e laica si cerca di sminuire le sofferenze di Gesù, dicendo che, forse, non fu così orrendo ..., ebbe appena due-tre frustate, ecc. Il merito di Gibson è quello di aver riaperto gli occhi ai credenti, che, probabilmente, hanno dimenticato quanto Nostro Signore soffrì per noi. Del resto, le stesse ricerche sulla Sindone hanno dimostrato come Gesù versò per la nostra salvezza molto sangue.
Isaia non a caso profetò che il volto di Cristo, torturato, sarebbe stato sfigurato, e Davide cantò in un Salmo (Salmo 22) che, dinanzi a lui, i suoi carnefici avrebbero storto le labbra (dal disgusto) e scosso il capo. Meditare .... meditare queste parole.
Pensiamo per una volta alle terribili sofferenze di Cristo ... .

Augustinus
13-03-04, 14:50
ESCLUSIVA PAPABOYS: ECCO LE VISIONI DELLA PASSIONE DI GESU’ AVUTE DA SANTA ANNA CATHERINE EMMERICK CHE HANNO ISPIRATO IL FILM DI MEL GIBSON (di Giancarlo Padula) 19/02/2004 19.39.06

http://www.katholieknieuwsblad.nl/actueel/kn1845e2.jpg http://www.corazones.org/santos/z_ana_catalina_emmerich.jpg

ROMA – (19 febbraio, h.19.38) - www.papaboys.it, il portale dei “ragazzi del Papa”, pubblica in esclusiva, a puntate un documento eccezionale. Si tratta della “Dolorosa Passione di nostro Signore Gesù Cristo”, della Venerabile Anna Catherine Emmerick, che ebbe in visione tutta la vita di Gesù, con particolare riferimento alla Passione, il libro al quale, oltre ai quattro Vangeli, si è direttamente ispirato il regista Mel Gibson, in quello che rappresenta sicuramente il più grande evento cinematografico del momento, e della storia del film religioso. Non solo per la valenza di fede, ma per tutte le polemiche (siamo solo agli inizi), che vi ruotano attorno. I pro e i contro sono sulla bilancia. E mentre il mondo evangelico, soprattutto in America, si è immediatamente schierato a favore di Gibson, sostenendolo in tutti i modi, nella preghiera, nella prenotazione di biglietti, nella realizzazione di siti, nella produzione di posters, cartoline, magliette, e chi più ne ha più ne metta, il grande comparto cattolico, soprattutto per quanto riguarda i “big” sia in campo religioso che laico, ancora stanno alla finestra, fatta eccezione delle chiarissime affermazioni del regista Franco Zeffirelli, autore del famoso kolossal Gesù di Nazareth, che ha attaccato Gibson, e di Vittorio Messori, il più famoso scrittore cattolico italiano, che oltre a numerosi best sellers su temi della fede, particolarmente cristocentrici, come “Ipotesi su Gesù” e “Patì sotto Ponzio Pilato”, che si è schierato a piè pari dalla parte dell’attore-regista-produttore.

http://www.manikomio.it/images/papaboys/editoriale/passion6.jpg

“La Dolorosa Passione di nostro Signore Gesù Cristo” è un libro sostanzialmente introvabile in commercio, ma lo si può consultare nelle biblioteche soprattutto dei Padri Agostiniani, perché S. Anna Catherine Emmerick era di questo Ordine. Mistica stigmatizzata tedesca, nata a Flanske in Westfalia nel 1774 e morta a Dolmen nel 1824, di famiglia contadina entrò nelle Agostiniane di Agnetenberg (1802). Soppresso il monastero da Napoleone nel 1811, visse a casa di una pia vedova. Nel 1812 cominciarono le manifestazioni straordinarie. Una doppia croce sanguinante sul petto e, l’anno dopo, le stigmate alle mani e ai piedi. Nel 1789 gli apparve Gesù che le offrì la corona di spine, lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stigmate. Quando Anna Caterina aveva 45 anni, attirato dalla sua fama, venne a visitarla il famoso scrittore e poeta Clemens Maria Brentano, uno dei più importanti rappresentanti del Romanticismo tedesco. Appena le si presentò la veggente lo riconobbe e giorno dopo giorno cominciò a raccontare tutta la sua narrazione, dodicimila pagine che descrivono nei dettagli la vita di Gesù e di Maria. Le visioni della Emmerick erano del tutto particolari: lei si separava dal corpo dopo essere stata “chiamata” dal suo angelo custode e il suo spirito si recava in Terra santa dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento; il giorno dopo li descriveva a Brentano. Una delle ultime edizioni italiane del libro è stata a cura della L.I.C.E – R. Berruti & C di Torino, del 1937, (anche le edizioni Ancora di Milano hanno pubblicato materiale inerente a questo volume, intorno agli anni cinquanta). Nella copertina compare la dicitura: “Unica traduzione italiana di Olivia Rudella Gerevini, della 55° edizione tedesca autorizzata dalla Casa Editrice G.J. Manz di Regensburg (Baviera).

Gesù nell’Orto degli Ulivi: “Quando Gesù, dopo l’istituzione del Santissimo sacramento dell’Altare, lasciò il Cenacolo con gli undici apostoli”, si legge tra l’altro ne , “l’anima sua era già turbata e la sua tristezza andava sempre crescendo. Egli guidò i compagni, per un sentiero nascosto nella Valle di Giosafat, e di là si diresse con loro al monte degli Olivi; quando furono giunti davanti alla porta, vidi la luna non interamente piena levarsi sulla montagna. Il Signore, errando con i compagni nella valle, diceva che sarebbe ritornato in quel luogo per giudicare il mondo, ma non povero e languente come lo vedevano allora, e che in quella seconda venuta altri avrebbero tremato e gridato: I suoi discepoli non lo compresero, e cedettero, cosa che accadde loro più volte in quella notte, che la debolezza e l’esaurimento lo facessero delirare……Gesù andò a pregare nella parte più selvaggia…Gesù era molto triste e presentiva l’avvicinarsi del pericolo e i discepoli ne erano assai turbati. Egli disse allora a otto di loro di rimanere nell’orto del Getzemani: “Restate qui, disse, mentre io vado a pregare nel luogo che ho scelto”…..era indicibilmente triste, perché sentiva l’avvicinarsi dell’angoscia e della prova; Giovanni gli chiese come mai Lui, che li aveva sempre consolati, potesse essere così abbattuto: “L?anima mia è triste fino alla morte”; rispose, e, guardando intorno a sé, vide da ogni lato l’angoscia e la tentazione avvicinarsi come nubi cariche di immagini spaventevoli: “Fermatevi, vegliate con me; pregate affinché io non abbia a cadere in tentazione”…..La sua tristezza e la sua angoscia crescevano ed Egli si ritirò tutto tremante in fondo alla grotta, come uno che, perseguito da spaventoso uragano, cerchi un rifugio per pregare; ma le visioni minacciose lo seguirono anche nella grotta e si fecero ancora più distinte. Quella stretta caverna sembrava racchiudere l’orribile spettacolo di tutti i peccati commessi dalla prima caduta fino alla fine del mondo, e quello del loro castigo; perché proprio nell’Orto degli Ulivi si erano rifugiati Adamo ed Eva quando erano stati scacciati dal Paradiso e mandati raminghi sulla terra inospitale, e avevano pianto e tremato in quella stessa grotta. Ebbi allora la chiara impressione che Gesù, abbandonandosi ai dolori della Passione che stava per cominciare,e offrendosi in olocausto alla Giustizia Divina per soddisfare e riparare i peccati del mondo, facesse rientrare in qualche modo la sua divinità in seno alla Santissima Trinità, per rinchiudersi sotto l’effetto della sua carità infinita, nella sua paura, amante e innocente umanità che, armata solo dell’amore che infiammava il suo cuore di uomo, si immolava, per tutti i peccati del mondo, per tutte le angosce e tutte le sofferenze. E volendo soddisfare per l’origine e lo sviluppo di tutti i peccati e di tutti gli istinti pravi, il misericordioso Gesù, prese nel suo cuore, per amore di noi peccatori, la radice di ogni espiazione santificante, e allo scopo di soddisfare per i peccati infiniti, lasciò crescere e dilatarsi questa pena infinita come un albero dalle mille braccia, e penetrare in tutte le membra del suo sacratissimo corpo, in tutte le facoltà l’anima sua santissima. Così, abbandonato interamente alla sua umanità, implorando Iddio con tristezza e angoscia inesprimibile, cadde col viso a terra, mentre tutti i peccati del mondo gli apparivano in forme innumerevoli con tutta la loro bruttezza interiore: li prese allora tutti sopra di sè, e si offerse, nella sua preghiera, alla giustizia del Padre Celeste, in riparazione di questo spaventevole debito….”

http://www.diekommendekunst.de/assets/images/emmerick2.jpg Gabriel von Max (1840-1915), Estasi di Katharina Emmerich, 1885, Neue Pinakothek, Monaco

cesare (POL)
13-03-04, 19:10
Il rabbino capo di Gerusalemme invita a boicottare il film The Passion
Gerusalemme _ Per evitare che il filma La Passione di Mel Gibson provochi reazioni anti ebraiche, il Rabbino capo askenazita di Israele Yona Metzger ha scritto al Papa [Giovanni Paolo II], chiedendogli di prendere posizione. Nella lettera al Papa, il Rabbino capo sottolinea che ³molti spettatori potrebbero essere indotti a credere che gli ebrei siano responsabili collettivamente per la crocifissione di Cristo: il film può provocare indesiderabili risposte antisemite, sia nel breve sia nel lungo periodo². Fra le scene contestate, c¹è quella che vede degli ebrei costruire la croce. Il Rabbino capo ha anche invitato, attraverso la stampa, a boicottare il film di Gibson.
(Da Il Messaggero 28 febbraio 2004)

Le streghe son tornate, e l'assessore paga il conto
"Esultate, esultate, le streghe son tornate!" è il titolo che, parafrasando quello di un famoso film, potrebbe rendere l'idea del clima del convegno svoltosi una settimana fa, nelle sale e con il contributo della Provincia, sul tema della "Dea primordiale", divinità presentata come la vittima della più grande iniquità di tutti tempi, ovvero dell'usurpazione perpetrata da Dio, inteso come il figlio di questa Dea, ingrato, impudente e traditore. Nel tentativo si direbbe dunque quasi umanitario di aprire gli occhi a noi donne di oggi, ingannate da millenni di bieche dottrine maschiliste, i relatori di questo convegno hanno fatto a gara nel lanciare invettive contro il cristianesimo, definito non patriarcale ma "patriarcalissimo", "spietato", "spudorato", il peggiore dei monoteismi, che ha "ammorbato la cultura ellenica" operando uno "scempio della divinità femminile" e una "furbesca appropriazione indebita" ai danni della vera Dea. Il primo nemico da abbattere in questa trionfale rivisitazione neo-gnostica della storia delle religioni non è però Cristo, pur definito come "unica cloaca dei dolori del mondo", ma Maria, "sbiadita figura" di cui si deplora la "passività devastante". Diapositive varianti dalle immagini di statue di Iside a quelle dei tarocchi e dei quadri di Bosch sono state addotte a prova che i temi e i simboli del cristianesimo sono in realtà rovesciamenti di temi e simboli precedenti: la Trinità come rovesciamento del triangolo pubico femminile, le Immacolate Concezioni, al plurale, come derivanti dalle "prime cosmogonie", e perfino il Padre Nostro, come modellato su un componimento di 4 millenni prima, scritto ovviamente da una donna. Fra i relatori anche un uomo, Roberto Negrini, che il rapporto sulle sette del Ministero dell'Interno nel 1998 indica come fondatore della Fraternitas Hermetica Luciferiana. Usare il termine "strega" per questo convegno non è né una supposizione né tantomeno un'offesa, bensì una qualità presentata e rivendicata con orgoglio dalle relatrici stesse, che hanno esaltato anche il legame fra la donna e la vita - nel senso ovviamente della vita degli animali e delle piante, con cui la donna condivide "l'energia" e che è chiamata quindi a tutelare, non la vita dei semplici esseri umani. Aperto dal benvenuto dell'assessore alla cultura della Provincia Macciantelli, che ha salutato questa nuova "religiosità", quale antidoto agli integrismi e ai fanatismi di oggi, il convegno si è chiuso passando dalla spiritualità all'attivismo politico. Lidia Menapace, fondatrice del Manifesto, ha concluso la giornata mettendo in guardia contro il ritorno della maternità, "una delle insidie più velenose del patriarcato". L'appello finale: disinnescare la miccia delle mamme, "perché se per caso riescono ad annettersi le madri," ammette Menapace, "allora sì che ho paura."
(Da Avvenire del 29 febbraio 2004)

Spionaggio preventivo
Regno Unito, 20 febbraio. La Gran Bretagna spiava i delegati ONU per conto degli USA. Lo si apprende da un articolo del quotidiano The Guardian, che riporta la probabile archiviazione del procedimento a carico di Katherine Gun, ex traduttrice del GCHQ (Government Communications Headquarters), denunciata per aver violato le leggi sui segreti di Stato. La vicenda riguarda l¹attività di spionaggio che i servizi segreti britannici effettuarono su alcuni delegati delle Nazioni Unite in risposta a una precisa richiesta degli Stati Uniti, a caccia di motivi validi per giustificare la guerra in Iraq. L¹agenzia USA National Security Agency (NSA) aveva chiesto alle agenzie britanniche di pedinare funzionari di Angola, Camerun, Cile, Bulgaria, Guinea e Pakistan, membri-chiave del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ricorrendo anche a intercettazioni delle conversazioni telefoniche, sia sul posto di lavoro, sia dalle abitazioni private.
Democrazia israeliana
Israele. 26 febbraio. Israele sarà la prossima «prigione» per Mordejai Vanunu. Lo scienziato, ingegnere per undici anni del reattore nucleare di Dimona, che dichiarò nel 1986 quel che era ed è un segreto noto a tutti, e cioè che Israele possiede armi nucleari, non potrà lasciare il paese quando sarà liberato in aprile. Per lui, quindi, ci sarà una «detenzione amministrativa». Il quotidiano The Jerusalem Post ha scritto ieri che agenti segreti dello Shin Bet hanno incontrato martedì, per tre ore e mezza, Vanunu nel carcere di Shikma, nella città di Ashkelon, per appurare, «invano», scrive il giornale, i suoi intendimenti una volta recuperata la propria «libertà». Vanunu ha passato 18 anni di carcere, in isolamento, con l’accusa di essere una «spia» e un «traditore» per quelle dichiarazioni e per aver fotografato le zone più importanti del complesso dove sorgeva il reattore. Recatosi a Londra, quelle foto furono pubblicate sul London Sunday Times. Vanunu, membro di una famiglia di immigrati marocchini di religione ebraica, sostenne di aver inteso denunciare la cosa per evitare un¹ecatombe, stante i progetti sionisti espansivi di Israele e, appunto, la sua capacità nucleare. Fu rapito a Fiumicino dal Mossad, il servizio segreto israeliano, e condotto in Israele. Secondo uno dei più famigerati servizi segreti statunitensi, la CIA, Israele ha tra i 200 ed i 400 ordigni nucleari e la capacità di lanciare attacchi atomici da terra, mare ed aria.
Soldati americani sparano a prigionieri iracheni feriti
Iraq, 26 febbraio. Filmati che mostrano soldati USA mentre sparano su iracheni feriti saranno trasmessi stasera dalla rete pubblica tedesca Ard. Si tratta di crimine interdetto dalla Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra. I filmati riguardano due episodi verificatisi l¹anno scorso. Il primo a nord di Baghdad. Le riprese mostrano tre persone che si incontrano di notte e depositano a terra un oggetto, ritenuto un¹arma. L¹equipaggio di un elicottero riceve l¹ordine di sparare: due iracheni vengono uccisi, uno ferito. Un soldato domanda se deve sparare sul ferito. La risposta via radio è «Colpiscilo». Il secondo episodio vede un¹unità di marines che effettua una perquisizione. C¹è una sparatoria. Poi, silenzio. Un uomo giace ferito per la strada. Un militare USA lo inquadra nel mirino. Quindi gli spara e lo uccide, tra gli applausi e le grida di giubilo dei commilitoni. Intervistato dirà di aver provato una grande emozione, di non essere affatto pentito e di essere pronto a ripetere il gesto.
(Comunicato di Arianna Editrice - arianed@tin.it - del 2 marzo 2004, fonte: www.indipendenza.org)

Radici ebraiche per il senatore del Massachusetts. Due prozii uccisi nei campi nazisti
Vienna. Alcuni parenti di John Kerry, il più probabile candidato democratico alla Casa Bianca che da parte di padre discende da una famiglia ebrea austriaca, furono uccisi nei campi di sterminio nazisti. Lo ha rilevato ieri il quotidiano austraiaco ³Der Standard², sulla base di informazioni raccolte dall¹ ³Istituto austriaco per la ricerca familiare storica² (Ihff). Jenni e Otto, due fratelli della nonna di Kerry che si chiamava Ida Loewe, nell¹estate del 1942 furono prelevati dalla loro abitazione di Vienna e portati nel lager di Theresienstadt, dove Otto morì nel 1943, mentre Jenni fu uccisa a Treblinka. Il nonno di Kerry si chiamava Fritz Kohn ed era nato nel 1873 a Besesov (all¹epoca parte dell¹Impero austro-ungarico, oggi in Moravia, nel Nord della Repubblica Ceca), da dove la famiglia si trasferì a Vienna. Dopo il cambiamento di nome da Kohn a Kerry e la conversione al cattolicesimo il nonno di Kerry emigrò negli Stati Uniti nel 1904 con la moglie Ida. (Ansa)
(Da La Stampa 2 marzo 2004)

Situazione religiosa in Turchia
Nonostante lo stato si definisca secolare, nelle scuole primarie e secondarie, l¹istruzione religiosa islamica è obbligatoria per i musulmani e i programmi sono stabiliti dal governo. Il governo sovrintende le attività della religione islamica attraverso il Dipartimento degli affari religiosi. I 76 mila imam e i 9700 muezzin sono funzionari statali. L¹Ufficio delle fondazioni controlla invece le attività delle altre minoranze religiose e le loro proprietà. La Chiesa cattolica non ha accettato di essere sottoposta a questo ufficio, quindi non è riconosciuta come istituzione religiosa e non ha personalità giuridica. Pertanto, le proprietà ecclesiastiche sono intestate a singole persone e la Chiesa non può acquistare immobili. Per restaurare edifici e monumenti antichi, occorre l¹autorizzazione dell¹ufficio regionale per la Protezione dei beni culturali e nazionali; gli edifici religiosi che, per una prolungata assenza di sacerdoti e fedeli, non sono più utilizzati, divengono parte del patrimonio dello stato. Per legge è vietato aprire scuole religiose, sia musulmane che di altre fedi, e anche seminari, noviziati, centri vocazionali. Le funzioni religiose possono avere luogo solo in luoghi di culto autorizzati.
(Da AsiaNews del 4 marzo 2004)

Libano: giudizio positivo del Patriarca maronita al film di Mel Gibson
Beirut _ Il card. Butros Nasrallah Sfeir, Patriarca della Chiesa Maronita, ha detto che il film di Mel Gibson ³la Passione di Cristo² non è ³per nulla anti-semita². I prelato ha anche affermato che il film è ³molto legato ai fatti, molto commovente, molto doloroso². Ancora prima che venisse proiettata nelle sale americane ed europee, la pellicola è stata tacciata di antisemitismo da parte di alcuni gruppi ebraici, chiedendo che essa venga messa al bando. L¹autore e molte personalità cristiane ed ebree hanno sempre rifiutato questo giudizio. Il Patriarca libanese ha commentato il film di Gibson, dopo aver assistito a una speciale proiezione a Jounieh. ³In modo molto realistico, sono riprese le sofferenze di Cristo nelle sue ultime 12 ore di vita prima della Crocifissione², ha detto il Patriarca. A causa delle scene piene di sofferenze, il capo della Chiesa maronita consiglia la visione solo agli adulti e non ai bambini. Ma la visione del film è un passo importante di evangelizzazione: ³Ora il popolo libanese ha un¹occasione in più per vedere quanto Gesù Cristo ha sofferto e ha pagato per perdonare i peccati del genere umano².
(Da AsiaNews del 12 marzo 2004)

krentak the Arising!
29-03-04, 23:47
Nella homepage di http://www.totustuus.net sono disponibili alcune anteprime del film "The Passion".

Shambler
31-03-04, 00:01
Conosco un giovanotto ebreo, persona di ampie vedute e di buona intelligenza , che fatto il seguente ragionamento:
" il film sarà craccato dai cinesi e disponibile nelle bancarelle, i cinesi penseranno che gli ebrei sono deicidi (!!) e perseguiteranno gli ebrei".
I cinesi, capite? Un miliardo e mezzo di noti ...cattolici integralisti!
Ed era serio ,senza ironia?

31-03-04, 13:47
Originally posted by shambler
Conosco un giovanotto ebreo, persona di ampie vedute e di buona intelligenza , che fatto il seguente ragionamento:
" il film sarà craccato dai cinesi e disponibile nelle bancarelle, i cinesi penseranno che gli ebrei sono deicidi (!!) e perseguiteranno gli ebrei".
I cinesi, capite? Un miliardo e mezzo di noti ...cattolici integralisti!
Ed era serio ,senza ironia?

Veramente il film è talmente esagerato in alcuni aspetti che può anche far suscitare pensieri opposti ed incredulità.
E' un nuovo vangelo secondo Gibson.

cm814
31-03-04, 20:49
Originally posted by Manuel
Veramente il film è talmente esagerato in alcuni aspetti che può anche far suscitare pensieri opposti ed incredulità.
E' un nuovo vangelo secondo Gibson.

infatti, io ho proposto agli increduli di farsi flagellare, proprio come lo facevno i romani, con i mezzi allora utilizzati. Se è esagerato, lo scopriremo..........

:rolleyes:

31-03-04, 21:55
Originally posted by cm814
infatti, io ho proposto agli increduli di farsi flagellare, proprio come lo facevno i romani, con i mezzi allora utilizzati. Se è esagerato, lo scopriremo..........

:rolleyes:

In quella maniera e con tale violenza come descritto da Gibson stai sicuro che nessuno si rialza in piedi.

Augustinus
31-03-04, 22:04
Originally posted by Manuel
In quella maniera e con tale violenza come descritto da Gibson stai sicuro che nessuno si rialza in piedi.

Ma toglimi una curiosità: come lo fai a sapere? Quali prove puoi addurre?
Io mi rifaccio alle fonti storiche e dei Padri della Chiesa. E tu? Servono prove ... Altrimenti, se proprio insisti, beh ..., perchè non ti sottoponi alla flagellazione così come la ricevette Cristo? Così tutti i dubbi saranno fugati :D :D :D ;)

Shambler
02-04-04, 19:24
gherush92@gherush92.com
Il vergognoso documento sarà inviato alla Commissione per i diritti Umani dell'ONU e alla Commissione Europea.


“The Passion” di Mel Gibson: una bomba antisemita, un moderno autodafè


Il deicidio è una tragica minaccia per cristiani ed ebrei
“The Passion of the Christ” di Mel Gibson sembra essere la più recente e cruenta delle migliaia di opere antisemite compiute nei secoli. E’ la storia delle ultime dodici ore di Gesù raccontate dai cristiani, la rappresentazione della morte violenta inflitta dagli ebrei e della loro furia assassina, la rappresentazione del deicidio e di chi lo ha compiuto descritta nei vangeli. Il film racconta la falsa storia della cospirazione messa in atto dal sinedrio, dai sacerdoti e dai farisei per condannare a morte Gesù, l’ennesima conferma della verità cristiana, verità che di per sé, e da sempre, è una minaccia per l’ebraismo e un pericolo reale ed imminente per gli ebrei. La falsa teoria del deicidio e la calunnia della cospirazione e del complotto del popolo ebraico, artatamente ricostruite da Mel Gibson tra i vicoli e le case dei Sassi con fanatismo, enfasi mistificatoria ed esaltazione demagogica, sono l’essenza dell’antisemitismo e piuttosto che aiutare il cristianesimo o i cristiani hanno l’unica funzione di condannare gli ebrei.



La verità cristiana con la menzogna del deicidio stampata nel vangelo ha punito gli ebrei a duemila anni di assimilazioni forzate, messe e prediche coatte, rapimenti e battesimi forzati, stermini, crociate, legislazioni speciali, ghetti, pogrom, espulsioni, soluzioni finali. La verità cristiana con la menzogna del deicidio stampata nel vangelo ha fatto di cristiani ed europei dei criminali ed assassini, li ha costretti a ripetere messe e prediche coatte, li ha condotti alle crociate, li ha ridotti ad immaginare e perpetuare rapimenti e battesimi forzati, ad inventare legislazioni speciali e ghetti e a ripetere con ossessione espulsioni stermini soluzioni finali. La verità cristiana con la menzogna del deicidio è da sempre la nuova eterna minaccia per ebrei e cristiani, condannati e destinati gli uni ad essere perseguitati e gli altri a perseguitare, in un meccanismo diabolico criminale senza fine.



Non è storia nuova. Esistono innumerevoli “opere d’arte” che rappresentano la passione, la congiura degli ebrei e il deicidio, eseguite da artisti contemporanei e dei secoli passati comunemente intese e giudicate come opere cariche di allusioni, di rispondenze, di speranze, parallelismi, significati simbolici e metaforici, di innovazioni formali, spesso eseguite con eccezionale maestria e abilità tecnica. Innumerevoli gallerie di opere di pittura e scultura, biblioteche con opere letterarie e musicali, libri di scuola, enciclopedie, testi antichi e moderni ci restituiscono rappresentazioni più o meno esplicite e più o meno violente di Gesù sofferenti e flagellati ed ebrei flagellanti, Gesù condannati ed ebrei che condannano, Gesù esibiti al popolo e derisi ed ebrei che tradiscono e deridono, Gesù portacroce al calvario incoronati di spine ed ebrei che incoronano di spine, Gesù sanguinanti sulla croce ed ebrei che inchiodano e crocifiggono. Una potente macchina promozionale e propagandistica ad esclusivo danno degli ebrei e senza vantaggio per i cristiani, perché la verità cristiana universale del deicidio e della salvezza universale obbliga e vincola, oggi come ieri, gli stessi cristiani alla persecuzione e alla assimilazione degli ebrei.



Il film di Mel Gibson è un’opera d’arte come la cappella Sistina di Michelangelo? Tra i cosiddetti grandi maestri c’è chi, oltre ad insegnare come mescolare forme e colori, parole e suoni, ha saputo addestrare intere generazioni ad odiare gli ebrei e, quel che è peggio, ha saputo trasformare la menzogna raccapricciante del deicidio in delizia e godimento. La Cappella Sistina in Vaticano è un’opera antisemita di regime: le rappresentazioni tratte dall’antico testamento e dalla tradizione pagana, estrapolate dalla propria tradizione culturale e opportunamente manipolate e falsate, celebrano Gesù quale unico vero salvatore dell’umanità, cosa evidentemente non vera. La Cappella Sistina fu compiuta nei tempi in cui ebrei ed eretici erano discriminati, processati e condannati. Ebrei e cristiani vivevano separati e mentre gli uni erano reclusi nel ghetto gli altri ne celebravano e onoravano la reclusione sancita da leggi speciali e suggellata da raffinate opere d’arte. Alle belle forme di Michelangelo e alle immagini coinvolgenti di Mel Gibson è lasciato il compito di trasferire i messaggi di sofferenza di Gesù e della salvezza universale. Ma la sofferenza di Gesù cagionata dagli ebrei e la salvezza cristiana da loro sempre ricusata furono, e sono ancora, entrambe buone ragioni per le persecuzioni. Altre opere d’arte meno raffinate ma altrettanto espressive ed efficaci celebravano il programma di sterminio.



Chi ha ucciso Gesù ? Per salvarsi la pelle gli ebrei sono costretti ancora una volta a rispondere a questa domanda, riproposta da Mel Gibson, ma vecchia di duemila anni nella quale è implicita una minaccia e la loro tribolazione. Cristiani persecutori ed ebrei perseguitati continuano oggi ad essere legati gli uni agli altri dalla menzogna del deicidio. In questo sta l’orrore e l’errore del cristianesimo, che di questo tragico marchingegno è autore e responsabile. A nulla servono le infinite risposte a questa domanda, le innumerevoli disquisizioni sulle presunte reali responsabilità della condanna e della morte di Gesù, ora attribuite a tutto il popolo ebraico, ora soltanto ai contemporanei di Gesù, ora ai romani, ora al sinedrio. A nulla servono discorsi e disquisizioni quando in questa assurda domanda è implicita l’accusa folle e inconcepibile del deicidio e la realtà di milioni e milioni di vittime innocenti. Discorsi e dialoghi non strappano gli ebrei del ventunesimo secolo dalla minaccia e dal pericolo reale che rappresenta chi vuol farsi paladino della storia e della verità universale, accompagnata con scaltra maestria da immagini suadenti, panorami spettacolari e il parlare aramaico e latino. Qualcuno può non aver capito che operazioni come questa di turpe e sanguinolenta pornografia emotiva, che danno alle immagini un significato idolatrico e di redenzione, possono istigare a delinquere e scatenare azioni violente e mettere a repentaglio la vita degli ebrei, come già avvenuto in passato. Se il papa, che, riferendosi al film di Mel Gibson, forse ha detto: “it is as it was”, non si rende conto del pericolo mortifero insito in questa opera, che in sinagoga non ci venga per niente.



Accettino i cristiani, che desiderano un destino diverso da quello dei loro padri, il fatto che Gesù per gli ebrei non è figlio D-o, non è un profeta, non è un maestro, non è il messia. Accettino i cristiani il fatto che Gesù, qualora veramente nato e vissuto da ebreo, dovesse essere inevitabilmente giudicato secondo la legge ebraica per le azioni commesse. Aspirino i cristiani ad abbandonare la tragica iattura che li fa antisemiti, scelgano per sé una nuova sorte e raccontino la propria storia sciogliendo per sempre il legame di sangue che li vincola agli ebrei.



La nostra risposta al film “The Passion of the Christ” e ai suoi miracoli è l’inopportunità della prossima visita del papa al Tempio Maggiore di Roma fino a quando non avrà, urbi et orbi, definitivamente chiarito i seguenti punti che sono e restano il fondamento dell’antisemitismo antico e moderno e che sono la causa di milioni di morti e di milioni di criminali:



1. Il deicidio attribuito agli ebrei, o ad una parte di essi, è falso e rappresenta offesa e minaccia verso gli ebrei.

2. I sacrifici rituali umani attribuiti agli ebrei, o ad una parte di essi, sono falsi e rappresentano offesa e minaccia verso gli ebrei.

3. Il complotto mondiale ebraico e sionista è falso e rappresenta offesa e minaccia verso gli ebrei.

4. I protocolli dei Savi di Sion sono falsi e rappresentano offesa e minaccia verso gli ebrei.

5. La condanna dei farisei contenuta nei vangeli è falsa e rappresenta offesa e minaccia verso gli ebrei. La condanna dei farisei deve essere cancellata dai vangeli.

6. Il cristianesimo non è il verus Israel e non rappresenta alcuna continuità dell’ebraismo.

7. I testi di insegnamento scolastico e universitario, le opere letterarie, le opere d’arte di ogni genere, i trattati filosofici, scientifici, politici, economici, i testi religiosi, le enciclopedie, i media e qualunque altra opera dell’ingegno che, in parte o in tutto, presenti contenuti antisemiti deve essere rivista e corretta. In ogni caso, tali opere devono contenere esplicite note, spiegazioni e commenti, sulla falsità e sulle caratteristiche offensive, verso il popolo ebraico o sue parti, dei contenuti e delle forme di tali opere.

Nella speranza che Mel Gibson non sia beatificato, chiediamo alle Comunità Ebraiche e al rabbinato di non invitare il papa in sinagoga e di farsi carico di chiarire il punto di vista ebraico e di rispondere pubblicamente ai punti sopra elencati che minacciano costantemente la sicurezza fisica e culturale degli ebrei e dell’ebraismo in Italia, in Europa e nel mondo.


No alla visita del papa in sinagoga!
No al crocefisso in sinagoga!


UNA RISPOSTA AGLI ARTISTI AGLI SCIENZIATI AI DOCENTI E AGLI STUDENTI NEMICI DEL SAPERE E DEL DIRITTO.

Una risposta a Mel Gibson Mitzna Belin Carter Burg Aloni Veltroni Pera Savoia Nolte Segev Irving Finkelstein Faurisson D'Alema Cofferati Rossanda Asor Rosa Epifani Chomsky Romano Garaudy Benigni Gitai Strada Ratzinger per aiutarli a fare teshuvà.

Come è detto: “Tu dirai loro: Come è vero che Io vivo, dice il Signore D-o, Io non desidero la morte del malvagio, bensì che si detragga il malvagio dalla sua via e possa vivere!” (Ezechiele 33.11

cm814
02-04-04, 19:51
Ma 'sta cosa è vera???
Chi c'è sotto il nick dell'indirizzo?

Se è vera, ragazzi, 'sti ebrei mi stanno simpatici............ indovinate perché! :D ;) ;)

P.S. I sordi che sentono ma non vogliono sentire sono o in malafede o idioti! INTELLIGENTIBUS PAUCA..........

Augustinus
02-04-04, 22:54
Prefazione di Vittorio Messori

“Ci vorrebbe una guida, qualcosa come un piccolo manuale per aiutare a capire il significato di quelle dodici ore a Gerusalemme e di queste due ore di proiezione che ce le sbattono in faccia in modo tanto provocatorio”.

Questa la convinzione cui arrivammo Andrea Tornielli ed io, confrontando le impressioni dopo avere visto in anteprima il film di Mel Gibson ed averne riferito sui giornali cui collaboriamo. Uniti dalla stessa prospettiva cristiana, The Passion of the Christ ci aveva colpiti come di rado capita a chi, per il mestiere che pratica, vorrebbe farsi credere al riparo dalle emozioni. Impraticabile, qui, il distacco - con magari il pizzico di snobismo un po’ cinico - dietro cui si maschera chi, ogni giorno, ne vede, letteralmente, “di tutti i colori”. Qui, avevamo visto tradursi in immagini di un realismo brutale le parole sui cui basa la nostra fede stessa. I versetti evangelici, pur tante volte letti e magari meditati, assumevano una rilevanza sconvolgente facendosi immagini concrete, sorrette non solo dal carisma del regista ma anche da tutte le risorse della tecnica più moderna. Da credenti non inconsapevoli dei contenuti e delle dinamiche della fede, ci eravamo resi conto che, in quelle due ore, grondavano dallo schermo significati religiosi che meritavano attenzione e riflessione, ma che rischiavano di sfuggire allo spettatore. Compreso quello cattolico, anche se praticante, vista la situazione deplorevole di una catechesi ecclesiale troppo spesso attratta, oggi, più dal sociologico che dal teologico, più dall’effimero della cronaca che dal fascino dell’Eterno.

Insomma, ci sembrò che sarebbe stato proficuo se qualcuno si fosse seduto accanto allo spettatore “comune“, per aiutarlo a capire ciò che le immagini gli mostravano. Con umiltà certo, lontani dalla pretesa di avere tutto capito, di tutto saper interpretare. Ma anche consapevoli, con realismo, che qualche studio, qualche frequentazione - scontati, per chi, come noi, scriva articoli e libri su questi temi - ci consentivano la conoscenza delle fonti e degli eventi cui il regista si era ispirato.

Affrontando i rischi, le fatiche, le spese di un film come questo, Mel Gibson non si è proposto di fare “cultura” e forse, neppure “arte”: tutto, qui, anche la cultura e l’arte, è subordinato e messo al servizio di un progetto missionario, di una volontà di apostolato. Di una passion de convaincre, per usare la parola pascaliana. Questa l’anomalia di un’opera che non poteva non suscitare polemiche, tesa com’è a tentare di riannunciare Colui che (al contrario di certe attuali caricature buoniste) disse di non essere venuto a portare la pace ma la spada, non la concordia universale ma la divisione persino tra genitori e figli, tra fratello e sorella, tra marito e moglie. In fondo, le dispute che hanno accompagnato e ancor più accompagneranno questo film, anche se spesso ingiuste, settarie, aprioristiche, sono fisiologiche, direi obbligate. Sono, cioè, un segno che c’è, qui, almeno qualcosa dello spirito di quel Maestro davanti al quale gli uomini sempre si divideranno e per il quale sempre saranno in serbo l’odio e l’amore. Scrivere una piccola “guida” per accompagnare la visione della pellicola era dunque porsi nella prospettiva stessa di Gibson, era un mettersi al servizio di un’intenzione missionaria. La quale è segnata, ovviamente, dai limiti, dalle insufficienze, dai segni caratteriali di ogni impresa umana ma costituisce, comunque, un ritorno alla tensione apostolica, così carente tra i tiepidi, spesso sfiduciati, cattolici di oggi.

Comunque, mentre io mi limitavo, un po’ da velleitario, ad auspicare e ad esortare, Tornielli (e ne fui, ovviamente, felice) passava all’azione. Pur conoscendone la capacità di lavoro e l’esperienza di scrittura, restai stupito dal ritmo del suo lavoro, cominciato con la visione attenta, e più volte ripetuta, della pellicola. Il programma è poi continuato con richieste di informazioni e colloqui con alcuni dei collaboratori più stretti del regista. Una fase successiva del blitz di Andrea è consistita nella rilettura critica dalla gran massa di parole - di lode e di accusa - già dedicate a quest’opera dal media-system del mondo intero. Tutto è stato poi organizzato attorno a quei versetti in greco antico che costituiscono l’unica, vera “trama” di un film che null’altro desidera se non rendere in immagine, nel più fedele dei modi, quanto i vangeli raccontano. Anche il ricorso di Gibson alle visioni di Anna Katharina Emmerick (cui Tornielli dà giustamente rilievo), non trascina affatto il regista nel cielo evanescente del mito: al contrario, quanto è stato misticamente scorto dalla stigmatizzata tedesca serve a precisare la cronaca di quelle ore, a renderla ancor più concreta. Si discute se Giovanni Paolo II abbia davvero detto, dopo avere assistito alla proiezione: “È andata proprio così”. Sia stato o no questo il commento papale, questa è in ogni caso la convinzione di Gibson: tutto ciò che i vangeli raccontano trova riscontro in ciò che è davvero successo, cominciando dal Getsemani, sino alla tomba vuota all’alba della prima domenica della storia. I vangeli, in questo film, non sono leggenda, pastiches di simbolismo mitico giudaico-ellenistico: sono cronaca fedele. Già questa è una sfida che i church-intellectuals giudicano inammissibile, come sa chi conosca lo stato sconcertante degli studi scritturali, anche cattolici; come sa chi debba scorrere quei commentari alla Bibbia, dove la sola cosa che è obbligatorio prendere sul serio sono le note a piè di pagina del biblista teologicamente corretto.

Il frutto del lavoro di Andrea Tornielli sta nelle pagine che seguono: intenzionalmente modeste ma serie, divulgative ma fondate, credo proprio che aiuteranno (com’era nelle intenzioni) a mettere a frutto un’occasione unica. L’occasione, cioè, offerta da un uomo ancor giovane, ricco di fama, di prestigio, di denaro che - cosa del tutto anomala nell’ambiente delle grandi star del cinema - afferma e pratica la sua fede cattolica nella vita concreta. Sette figli (tra cui una suora di clausura) avuti da una sola moglie non sono consueti dalle parti di Hollywood. Né è consueta una partecipazione quotidiana alla Messa, per giunta secondo la liturgia in latino. Ma ciò che contrassegna la fede aderente alla Tradizione, così come la intende Mel, è il bisogno di parteciparla ai fratelli: da qui, il progetto missionario cui già si accennava, da qui il desiderio di farsi apostolo, sfidando il fuoco di sbarramento subito aperto da molte parti, non escluse quelle di un certo cattolicesimo che si crede “adulto” perché ha rinunciato a convertire e diffama come “proselitismo” ogni tentativo di riannunciare il kérygma.

Il “caso Gibson”, insomma, non è per niente cosa frequente nei tempi che viviamo. Come non tentare di favorire un’intenzione tanto generosa quanto rara? Sarebbe incongruo, dunque, cercare nel lavoro di Tornielli altre motivazioni che non siano di informazione esplicitamente religiosa. In fondo, c’è anche in lui la passion de convaincre. Pur consapevole che l’opera dell’attore fattosi regista non è un quinto vangelo ma solo un film, Andrea è convinto che una pellicola come questa potrà aiutare a riscoprire quei quattro libricini in cui è annunciata una Speranza che non delude.

In una prospettiva estranea alla fede, quanto, in The Passion, si vede sullo schermo rischia di apparire come una sconcertante esplosione di brutalità, come una macelleria, ritratta per giunta con un sospetto di morbosità e di sadismo. Queste pagine potranno aiutare a capire che, nella visione della fede, dietro quel sangue, dietro quelle sofferenza inaudita, c’è in realtà un mistero. Il mistero di un Uomo che ha caricato sulle sue spalle la colpa e il peccato di tutti gli uomini. E che per tutti, in questo modo terribile e al contempo sublime, ha ottenuto perdono e salvezza. Le scene impietose con cui Gibson sembra volere annichilire lo spettatore non sono di certo gratuite, nulla hanno a che vedere con un horror da spettacolo: è attraverso tanta crudeltà che si è manifestato l’Amore. Era importante che qualcuno cercasse di farlo comprendere allo spettatore, magari anche con un manualetto come quello che qui è proposto.

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cesare (POL)
03-04-04, 11:07
Terra Santa: successo strepitoso per il film di Mel Gibson

Ramallah _ Basciar ha circa sette anni, è riuscito a avere sotto le mani un cd pirata del film di Mel Gibson "La Passione di Cristo". E' ripreso dalla telecamera di una Tv araba con il sorriso di chi ha ricevuto il miglior regalo atteso da tanto tempo. Dalla porta di casa, invita amici e vicini a entrare ed a visionare il film con lui. Il cd l'ha acquistato a scuola dove, la settimana scorsa a Ramallah, sono stati masterizzate molte copie. E' il primo film nella storia della cinematografia e della storia palestinese ad essere cosi tanto richiesto da tutti. Palestinesi, musulmani e cristiani sono attratti dal film, non solo per motivi religiosi, ma semplicemente per via della campagna mediatica che lo ha accompagnato. E' l'affare commerciale del momento, lo si trova in vendita dappertutto, sulle bancarelle, nelle scuole, nei negozi di alimentari e di souvenirs al prezzo quasi concordato di quattro dollari Usa. Molti intervistati da Asianews, riferiscono di averlo visionato per "sfidare il nemico israeliano". Ali Batha è uno studente dell'Università di Berzet, ha ammesso di aver guardato il film a casa, insieme con altri amici per curiosità. Per capire i motivi dell¹ira degli ebrei, dei religiosi e dei critici. La visione iniziata per curiosità l'ha portato alla fine a dichiarare che "si tratta di un grande film storico, di una produzione cinematografica spaventosa" e ha aggiunto quasi deluso di "non aver trovato nulla che inciti l'antisemitismo".
Il film appassiona i cattolici della Terra Santa per ovvi motivi. Padre Ayad al Tawwal, del monastero di Beit Jala, ritiene che il successo del Film è dovuto in parte "al lancio avvenuto in periodi di Quaresima e sotto le festività della Pasqua cristiana". Padre Ayad come tanti altri crede che la curiosità palestinese musulmana nei confronti del film va vista nelle accuse di anti-semitismo e nella critica da parte delle comunità ebraiche. Vedendolo i palestinesi "sfidano il rifiuto ebraico"nei confronti di questo film. I giovani laici della chiesa cattolica palestinese hanno scaricato il film da un sito su internet e se lo distribuiscono fra di loro come fosse "testimonianza della sofferenza di Cristo per i nostri peccati" ha detto ad AsiaNews, Charbel Giabbur. "Vi è una certa similitudine fra la Passione di Cristo e quel che patiamo sulla nostra pelle qui, ogni giorno, del nostro interminabile calvario" ha aggiunto.
La Sala dei Congressi Culturali Internazionali di Betlemme organizza ogni giorno la proiezione del film nella propria sala. Il Film di Gibson, è stato visto anche a Gaza ed in molte altre città della Cisgiordania.
Il Presidente palestinese Yasser Arafat ha guardato il film, la settimana scorsa, in compagnia di uomini del clero cristiano e mussulmano. A fine visione Arafat ha dichiarato che "il film non contiene nulla che possa suscitare dei sentimenti anti-semitici" secondo quanto hanno riferito persone del suo entourage.

(Da Asianews del 2 aprile 2004)

Augustinus
03-04-04, 14:06
http://www.sbragia.it/images/DSCN1540.JPG

Postfazione del biblista Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana

Aveva ragione lo scrittore greco Nikos Kazantzakis quando, nel 1952, nel suo romanzo L’ultima tentazione di Cristo - divenuto nel 1988 un discusso e modesto film di Martin Scorsese - aveva ripreso le parole dal Gesù morente secondo l’evangelista Giovanni con questa annotazione: “Levò un grido di trionfo: Tutto s’è compiuto! Ma fu come se dicesse: Tutto comincia!”. È vero: l’esecuzione capitale di Gesù di Nazaret sullo sperone roccioso di Gerusalemme chiamato in aramaico Golgota, “cranio”, ha avviato una sorta di onda lunga che ha percorso i secoli investendo ancora i nostri giorni, già liquidati da alcuni come post-cristiani. Quell’evento è di sua natura paradossale, come già segnalava san Paolo, perché è in sé scandaloso e fallimentare, essendo la crocifissione il suggello giudiziario di schiavi e ribelli, eppure è glorioso e trionfale, come appunto suggerisce Kazantzakis, perché sorgente di una nuova storia religiosa e culturale.

Quanto quella condanna ancor oggi coinvolga è attestato dall’intreccio di sdegno e di entusiasmo, di rigetto e di adesione che ha generato il film di Mel Gibson. Ma la via migliore per coglierne l’anima segreta è quella di ripercorrere l’unica compiuta e coerente attestazione di quelle ore, cioè la testimonianza evangelica. E ciò che ha voluto fare - in forma limpida e immediata - un giornalista, Andrea Tornielli, in queste pagine costruite sostanzialmente secondo la tipologia, classica negli studi comparativi, della “sinossi”, ossia dello sguardo d’insieme gettato su percorsi narrativi dai colori diversi ma dal movimento affine.

Alla filigrana del film (il testo appartiene, infatti, al genere dell’instant book, cioè dell’opera confezionata attorno a un evento immediato e contingente) si associano, infatti due flussi testuali. Il primo è quello capitale dei testi evangelici che ovviamente, a loro volta, comprendono quattro itinerari specifici, con prospettive e tonalità proprie. Già Chaucer, uno dei padri della letteratura inglese, nei Racconti di Canterbury notava che “ogni evangelista che ci narra il martirio di Gesù Cristo non tutto narra a modo del suo compagno. Eppure i loro racconti sono veri e tutti si accordano nel senso, pur nelle discrepanze del racconto”.

L’altro tracciato è costituito da una delle infinite testimonianze “apocrife” che da sempre sono sbocciate attorno alle pagine sacre dei vangeli canonici, frutto spesso della fede e della spiritualità autentica ma anche non di rado della fantasia popolare. In questo caso si tratta delle visioni di una mistica agostiniana, Anna Katharina Emmerick (1774-1824), che nel suo corpo recava le stimmate della crocifissione di Cristo ai piedi e alle mani. Le sue esperienze interiori, cristallizzate nello scritto da un famoso autore tedesco, Clemens Brentano, hanno offerto a Gibson vari spunti narrativi ampi, come le epifanie diaboliche che costellano alcuni momenti della Passione o l’incrocio tra le vicende di quelle ore e il travaglio intimo della madre di Gesù, ma anche elementi minimi come il nome del centurione romano, Abenadar, di ipotetiche origini arabe.

Operazione, questa, per altro attestata nell’arte di tutti i secoli, allorché si amava introdurre nelle scene evangeliche ammiccamenti apocrifi: il più celebre, per quanto riguarda la Passione di Cristo, è appunto l’incontro con Maria o quello della Veronica. Certo è che la barra da tenere saldamente in pugno è quella che conduce lungo il fiume dei Vangeli canonici ed è ciò che Tornielli fa con finezza e rigore, rivelando accurate letture e significative capacità di sintesi. Attorno a quel pugno di capitoli si addensa, infatti, una selva bibliografica sterminata; ogni parola greca, ogni evocazione, ogni personaggio, ogni evento è stato sottoposto a complesse indagini ma anche a libere ricostruzioni. Basterebbe solo percorrere un monumentale studio (1815 pagine!) come quello dedicato alla Morte del Messia dall’esegeta americano Raymond E. Brown (ed. Queriniana 1994), testo imprescindibile per fare il punto su una ricerca instancabile dai risultati simili a un caleidoscopio.

Tornielli ha, certo, finalità ben più immediate, eppure sa muoversi con sapienza ed equilibrio, con circospezione e competenza, cercando sempre di mantenersi su un crinale delicatissimo ma decisivo, quello che corre tra storia e fede. I Vangeli, infatti, come spesso si ripete, non sono né opere storiografiche né verbali ma testimonianze per un annunzio di fede. Ma quella fede esige strutturalmente proprio un radicamento nella storia e quindi, come non è possibile cogliere in pienezza la vetta del monte della cristologia solo stando sul versante in penombra della storia, così è insufficiente collocarsi solo sul versante abbagliante della gloria pasquale, cioè della fede e della teologia. I Vangeli uniscono in sé due respiri, quello “fisico” e quello “mistico”, la “carnalità” e la “spiritualità”, perché Cristo è - come diceva san Giovanni (1, 14) - Logos, “Verbo divino” e sarx, “carne”, storia , esistenza.

Certo, il film segue prospettive più immediate, sollecita altre emozioni, provoca critiche, suggerisce riserve: lo stesso eccesso di violenza e di sofferenza contrasta con l’estrema sobrietà e asciuttezza della narrazione evangelica che, proprio in questo modo, riesce a segnalare la tragicità di quei momenti e di quegli atti. Ha fatto bene, allora, Tornielli a riportare il lettore a quella fonte unica e insostituibile, mostrandone la preziosità e la consistenza. Lungo l’itinerario che egli propone seguendo le varie tappe della Passione si riesce, allora, a comprendere - oltre ogni pur autentica commozione - il cuore del mistero cristiano. È la rivelazione della vicenda di un Dio che non si ritira dal mondo e dalla storia nell’alone dorato della sua trascendenza ma decide di entrare non come testimone bensì come partecipe della realtà umana, condividendone quella frontiera estrema che è il dolore e la morte, lasciandosi perciò ferire dal male e dal nulla.

Ma, anche in quell’estremo “svuotamento”, come lo definisce Paolo (Filippesi 2, 7), egli non cessa di essere Dio. E per questo che in finale sorge l’alba di Pasqua ed è per questo che la nostra sofferenza e il nostro morire non sono più uguali a prima perché attraversati e fecondati dalla presenza divina, salvifica e gloriosa. Cristo crocifisso è, allora, ben più di un emblema eroico o sacrificale, è il segno della suprema fraternità dell’amore salvifico di Dio con l’umanità. Ed è anche per questo che molti cercano ininterrottamente quella figura crocifissa, “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani” (1 Corinzi 1, 23). Lo fanno col fremito della speranza e della fiducia o anche solo col brivido dell’attesa. Proprio come confessava lo scrittore argentino Jorge L. Borges nel suo Cristo in Croce:

La nera barba pende sul petto.
Il volto non è il volto dei pittori.
È il volto duro, ebreo.
Non lo vedo
ma insisterò a cercarlo
fino al giorno
dei miei ultimi passi sulla terra.

http://www.hollywoodjesus.com/movie/passion2/67.jpeg

Shambler
03-04-04, 14:44
Il Vangelo secondo "Ciak"

Piera Detassis, direttore del più importante mensile italiano di cinema, guida una pattuglia di critici che ha visto in anteprima il discusso film di Mel Gibson. E che adesso si schiera: sì o no, senza vie di mezzo. Come insegna proprio Gesù: "Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno" (Matteo 37, 5)

31/3/2004

Piera Detassis: perché sì
Tocca a me cominciare e dirvi perché "sì", perché sono favorevole a La Passione. A spiegare il mio pensiero basterebbe la famosa immagine del robot con cui "Sorrisi e Canzoni" ha tolto i veli al calvario reale o presunto di Jim Caviezel. Scontata finzione sul set, vien da dire (non pensavate davvero che il povero Jim venisse crocifisso una volta al giorno?). E infatti a scuoterci non è l'idea del Cristo meccanico, ma l'impudicizia di quell'immagine, il ghigno dell'uomo che si prende gioco del Gesù sanguinante e spezzato in due, i fili elettrici che pendono dal santo costato. Una foto di guerra troppo simile a quelle che ogni giorno ci ributtano in faccia i Tg: l'odio etnico, gli attentati suicidi in Medio Oriente, la donna intrappolata tra le lamiere del treno di Madrid, un volto pietrificato nella morte e il resto del corpo chissà dove. Tutto questo è La Passione, un film a cui la critica di cinema non basta e forse non serve e a cui va stretta l'accusa di antisemitismo. Certo, un film difficile e non tutti la pensano e la penseranno come me, leggetevi i "no" di questa pagina e soprattutto il silente vignettone di Disegni pubblicato sul giornale in edicola. Ho vissuto la tortura del film come se il martirio di Cristo rimandasse al fanatismo del kamikaze e quella violenza diventasse un viaggio attualissimo nell'inferno della Palestina e di Israele di oggi, fin dentro i campi di addestramento di Al Qaeda. Guardatevi intorno: i fondamentalismi scandiscono e trasfigurano il nostro tempo, le nostre abitudini. Alla fine è tutto questo che il Cristo porta con sé sul Golgota, in una crocefissione che non ha niente di disinfettato, nessuna ferita benedetta al costato, ma sangue, tortura, dolore umanissimo, intollerabile. Un bel film? Forse no. Certamente un film con la crudezza dell'oggi, senza lifting e make-up, un atto dichiaratamente "politico" di Gibson, mai innocuo. Ma quale scandalo lo è?

Ezio Alberione: perché sì
Perché è un film sull'intreccio inestricabile di amore e dolore che ogni passione porta con sé. Perché è girato sul set dell'animo umano. Perché la crudeltà indossa una divisa e la pietà è un drappo di cui ci si spoglia. Perché Cristo vede da un occhio solo come John Ford, Jena Plissken e la macchina da presa. Perché Gibson trova in Cristo il principio estetico del sublime e dell'orrido, e la radice di ogni anticlassicismo. Perché è un film appassionato e appassionante: chi lo vede non può fare a meno di prendere posizione, rifiutandolo, amandolo, disprezzandolo. Come è successo a Cristo.

Michele Anselmi: perché sì
Non so se Gibson sia "il nuovo evangelista", come scrive Ferrara. Ma di sicuro La Passione non è "Golgota Trash", secondo la formula adottata da Roberto Cotroneo per liquidare il film. Che trovo, al contrario, potente, brutale, ispirato, pietoso. Piaccia o no, quel corpo offeso e flagellato assume tutta la sofferenza del mondo. L'insistenza non è sadismo, tanto meno (che fesseria) splatter. Vuole restituire carne e sangue alla Passione. Onore a uno strano cristiano venuto dall'Australia.

Sandro Rezoagli: perché sì
Bisogna sfrondare il film dalle sovrastrutture mediatiche e dalle letture politiche. E guardarlo con occhio innocente: apparirà per quello che è, il racconto iperrealistico della Passione, girato con lo spirito delle vie crucis di popolo e con i mezzi tecnici più sofisticati. Emozionante, travolgente. L'odore del sangue di Cristo, e non è poco.

Stefano Disegni: perché no
Non dovrebbe accadere che a un uomo chiaramente in preda a mania religiosa ossessiva, patologia ben nota ai terapeuti, sia dato il potere di fare un orrendo film in cui ci spiattella il suo grave problema, con condimento di splatter ed ebrei da propaganda nazista. Purtroppo accade. Qualcuno mi racconta che, a Los Angeles, ha accompagnato un amico e suo figlio a vedere questo, peraltro noiosissimo, delirio di Gibson. All'uscita, il ragazzino ha detto: "com'erano cattivi gli ebrei, li ammazzerei tutti". Qualcuno ci ha già pensato, tesoro.

Marco Giovannini: perché no
Come molti dei film militanti, è a senso unico, monocorde al limite dell'ottusità, molto documentaristico e poco poetico. Rivaluta, se ce n'era bisogno, L'ultima tentazione di Cristo. Il titolo avrebbe potuto essere Jesus Christ SuperMel.

Stefano Lusardi: perché no
Non abbiamo bisogno della Passione secondo Mel, specie oggi. Specchio oscuro dell'11 settembre, vede il male ovunque, offre sangue ed orrore buoni per ogni fondamentalismo, ma non regala la gioia e la speranza insite nel messaggio cristiano.

Maurizio Porro: perché no
Quello che nel film di Gibson davvero manca è qualunque accenno di spiritualità. O almeno di interiorità. O almeno il sospetto che si voglia raccontare qualcosa che appartiene alla coscienza. O almeno una punteggiatura drammatica, qualche pausa, qualche silenzio, qualche sospensione. Perchè così com'è, il trucido film si iscrive nella categoria americana horror splatter e si poteva fare anche senza la partecipazione speciale di Gesù, specie se è un robot comandato da un computer.

Giulia D'Agnolo Vallan: perché no
Tra due scioccanti meditazioni sull'esistenza di Dio e del Diavolo come L'ultima tentazione di Cristo e L'esorcista, La Passione è un oggetto molto meno rigoroso di quello che vorrebbe sembrare. Sulla carta il primo splatter religioso della storia, il film di Gibson, in realtà, tradisce le convenzioni di genere (horror) a forza di ralenti, flash back e musica; si presenta come un home movie ma è venduto da una della macchina pubblicitarie più sofisticate della storia. E, alla fine, è meno un gesto di devozione che l'ultima tappa del lavoro di un attore regista affascinato dall'esperienza sacrificale, dalla sevizia fisica del corpo (specialmente il suo). E, anche sotto quest'aspetto, non è un film per niente radicale.

Augustinus
04-04-04, 13:42
Ampi stralci dall'Introduzione a firma dell’autore


[Dopo aver trascritte all’inizio della sua Introduzione alcuni frasi virgolettate dei più disparati commenti sul film The Passion of the Christ, Tornielli osserva che “si potrebbe continuare per pagine e pagine”, “soltanto per far comprendere quanto infuocate e contrastanti siano le opinioni (talvolta espresse senza aver visto il film) di fronte alla Passione secondo Gibson.]

Le polemiche preventive, iniziate grazie al “giallo” di un copione non definitivo “trafugato” e poi finito in pagina sulla rivista statunitense The New Republic, che hanno coinvolto alcune importanti associazioni ebraiche americane, si sono trasformate in un traino eccezionale per una pellicola che si sarebbe altrimenti presentata come ostica e improbabile, essendo stata girata interamente in lingua originale (e “l’originale” di duemila anni fa significa aramaico e latino).

Tutti dicevano - e come dargli torto? - che nessuno sarebbe andato al cinema a vedere un film parlato in lingue incomprensibili e sottotitolato, senza il consueto doppiaggio. Eppure Bob Berney, l’autore del “lancio” della Passione di Cristo negli Usa, è riuscito soffiando pazientemente sul fuoco, a far sì che l’opera di Gibson (l’indimenticabile, coraggioso e un po’ svitato protagonista della serie Arma letale, l’indomito paladino della libertà scozzese nella rude epopea di Braveheart) diventasse l’evento cinematografico dell’anno. Con un’abile strategia di marketing, che meriterebbe di essere oggetto di ricerche specifiche, Berney ha diffuso su Internet, alle agenzie e ai giornali, notizie vere o verosimili per attrarre l’attenzione sul film.

L’attacco diretto e frontale dell’Anti Defamation League contro La Passione di Cristo ha contribuito a montare un caso mediatico che non ha precedenti per altre pellicole dedicate allo stesso argomento e che pure riproponevano il racconto evangelico, con l’identico coinvolgimento del sinedrio giudaico nella condanna a morte del Nazareno. Con molto anticipo rispetto all’uscita del film e senza alcuna cognizione di causa su quale sarebbe stato il prodotto finale, l’opera di Gibson è stata bollata come “antisemita”. [...]

La “vera” polemica, più che contro il film di Gibson - che si potrà criticare ampiamente per l’eccesso di realismo e di brutalità nel descrivere flagellazione e crocifissione, ma che segue fedelmente il racconto di Matteo, Marco Luca e Giovanni - sembra spostarsi sottilmente proprio sui testi che raccolgono le notizie sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù. [...]

Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione (Atti 1, 21-22).

Non tra i più colti, i più preparati, i più capaci a parlare o a predicare, quelli dalla vita più onesta. No. La condizione per i candidati ad entrare nel collegio dei primi dodici è che siano stati testimoni di quegli avvenimenti. Che abbiano visto e sentito. Che abbiano seguito Gesù, mangiato con lui, condiviso con lui l’esperienza della predicazione. Che lo abbiano incontrato dopo la resurrezione.

Non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e udito (Atti, 4, 20) dicono Pietro e Giovanni trascinati davanti al sinedrio.

Date queste premesse, bisogna a nostro avviso andare con i piedi di piombo prima di liquidare come “mitologia” le pagine dei Vangeli, che sono certamente testi di fede, ma di una fede impastata di storia e di storie umane ad ogni versetto. Bisogna almeno concedere la possibilità che quei testi contengano il racconto dei testimoni tramandato alle future generazioni di cristiani, prima di demolirli sulla base di affermazioni spesso dogmatiche e indimostrate. Tutto questo soltanto per dire che il racconto più dettagliato, solido e diffuso, il nucleo più antico e originario dei Vangeli, la Passione di Gesù, cioè l’oggetto del film di Mel Gibson, non è una “favola” che si possa così facilmente “correggere” o “riscrivere”. [...]

Ha dichiarato il rabbino americano Daniel Lapin: “Per numerosi ebrei, l’uso di ‘antisemita’ risponde a un riflesso condizionato. Si deve peraltro ricordare che tutte le fonti ebraiche classiche – come il Talmud e le opere di un’autorità del secolo XII quale fu Mosè Maimonide – concordano nell’affermare che nella morte di Gesù furono coinvolti anche gli ebrei. Nel peggiore dei casi è ambiguo - e ignorante nel migliore - negare tale complicità. Ovviamente, spero che tutti saremo pienamente d’accordo nel dire che ciò non giustifica affatto l’ostilità verso gli ebrei”.

Il Nazareno era ebreo, apparteneva alla stirpe di Davide, era considerato vicino alla corrente ebraica dei farisei (che pure critica duramente), mentre allora i capi religiosi del sinedrio appartenevano al gruppo conservatore sadduceo e collaboravano con i romani. Non si può estrapolare da questo contesto la storia di Cristo e nemmeno la vicenda della sua morte. [...]

Un’altra critica rivolta a Gibson, dopo le prime proiezioni del film, è stata quella dell’eccesso di violenza e di brutalità. Certe scene ricordano le sacre rappresentazioni medioevali, l’iconografia barocca del Cristo flagellato e crocifisso, taluni spaventosi volti dei quadri di Hieronimus Bosch. Gibson ha chiesto al direttore della fotografia Caleb Deschanel di rendere le immagini del film simili ai dipinti del grande Caravaggio, le cui tele sono caratterizzate da una luminosità «naturale», ricavata dal forte contrasto fra luce e ombra. L’autore ha scelto di servirsi, oltre che del racconto degli evangelisti, delle visioni di una mistica stimmatizzata tedesca, Anna Katharina Emmerick (un compendio della sua Passione del Signore è appena stato mandato in libreria dalla San Paolo), nata nel 1777 in un villaggio rurale nei pressi di Münster. [...] Le pagine con la trascrizione delle visioni sono ben sedicimila. Diverse autorità ecclesiastiche si sono pronunciate a favore dell’ortodossia dei racconti della Emmerick, della quale si sta concludendo il processo di beatificazione, con il riconoscimento di un miracolo a lei attribuito. Come il lettore vedrà quasi tutto ciò che nel film non si riscontra nei Vangeli, è preso dalle visioni della mistica stimmatizzata tedesca, che in particolare drammatizza ed esaspera le sofferenze patite da Cristo durante la Passione, descrivendo le torture, la terribile flagellazione, le tante cadute lungo la Via Dolorosa, lo strazio indicibile della crocifissione. [...]

Non si può dar torto a quanti, dopo la visione del film di Mel Gibson, si sono detti sconvolti per la quantità di sangue e di violenza. Bisogna però ricordare, con buona pace di chi oggi non vuole più sentire parlare di morte, di dolore e di sofferenza, che la crocifissione era il più infamante e terribile dei patiboli. Bisogna ricordare che il Nazareno non è stato “giustiziato” con un’iniezione letale o con una rivoltellata alla nuca. Certo, nel rievocare quella brutalità è utile e necessario anche comprenderne il significato e magari chiedersi chi davvero fosse quel galileo capace di sopportare volontariamente tale strazio per amore dell’umanità: questa è la vera domanda che sottende il film, molto più interessante di quella su chi ha davvero ucciso Gesù. [...]

Un merito, mi sembra, sia indubitabile dover attribuire alla Passione di Cristo secondo Gibson. L’uscita del film, il “caso” mediatico, la grande operazione di marketing, la mobilitazione e le polemiche, hanno fatto sì che per settimane - anzi per mesi - rotocalchi e giornali s’interrogassero sulla figura di Gesù, sulle circostanze della sua Passione, sul significato della sua sofferenza e della sua morte. I libri dedicati a questi argomenti conoscono un nuovo rilancio, gli studiosi e i biblisti sono contesi nei talk-show. Si parla di Gesù e non soltanto di sport, di moda o di gossip. Almeno questo, al sanguigno Mel Gibson di “Braveheart”, andrebbe riconosciuto.

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Augustinus
04-04-04, 14:00
LA VENERABILE EMMERICK: ‘CHI POTRA’ MAI RENDERE QUESTO DOLORE SPETTACOLO?’ ECCO PERCHE’ MEL GIBSON SI E’ DILUNGATO NEI PARTICOLARI

(di Giancarlo Padula ) 08/03/2004 15.48.19

ROMA – (08 marzo, h.15.38) - Continua il racconto della Venerabile Anna Caterina Emmerick: “Accanto alla casa di Pilato il tumulto e le grida non cessavano. Nuovi carnefici colpirono Gesù a scudisciate, servendosi di cinghie munite all’estremità di uncini di ferro, che ad ogni colpo, strappavano interi pezzi di carne. Ah! Chi potrà mai rendere questo terribile e doloroso spettacolo? Ma la loro rabbia infernale non era ancora soddisfatta: Gesù venne slegato e nuovamente attaccato, ma questa volta con il dorso volto alla colonna; siccome non poteva più reggersi, gli passarono delle corde sul petto, sotto le braccia e sotto le ginocchia, legandogli poi anche le mani dietro la colonna. Tutto il suo corpo si contraeva dolorosamente ad era coperto di sangue e di piaghe. Allora si precipitarono sopra di Lui come cani furiosi; uno di essi aveva una verga più flessibile, con la quale gli colpiva il viso. Il Salvatore aveva il corpo ridotto tutto una piaga: Egli guardava i suoi carnefici con gli occhi pieni di sangue e sembrava implorare grazia; ma il loro furore raddoppiava e i gemiti di Lui si facevano sempre più flebili. L’orribile flagellazione durava da tre quarti d’ora, quando uno straniero d’infima classe, parente del cieco Ctesifone guarito da Gesù, si precipitò verso il retro della colonna con un coltello a forma di falce e gridò con voce indignata: «Fermatevi! Non colpite questo innocente fino a farlo morire!». I carnefici che erano ebbri, si fermarono stupiti; egli allora recise rapidamente le corde che tenevano legato Gesù e poi fuggì perdendosi tra la folla. Gesù cadde quasi privo di sensi ai piedi della colonna, sul terreno tutto bagnato dal suo sangue, e i carnefici lo abbandonarono là per andare a bere, dopo aver richiamato dei subalterni, che erano occupati, nel corpo di guardia, a intrecciare al corona di spine. E mentre Gesù, coperto di piaghe sanguinanti, si agitava convulsamente ai piedi della colonna, vidi alcune ragazze di malavita, dall’aria sfrontata, avvicinarsi a Lui tenendosi per mano, fermandosi un momento e guardarlo con disgusto. In quel momento il dolore delle sue ferite si fece più vivo, ed Egli alzò verso di loro il suo viso ferito: le ragazze allora si allontanarono mentre i soldati e gli arcieri indirizzavano loro parole indecenti.
Vidi a più riprese, durante la flagellazione, molti angeli in pianto circondare Gesù, e udii la sua preghiera per noi peccatori salir costantemente al Padre in mezzo al grandinare dei colpi che cadevano sopra di Lui. Mentre Gesù giaceva nel suo sangue a piè della colonna, vidi un angelo presentargli qualche cosa di luminoso che lo ristorò e gli fece riprender forza. Gli arcieri tornarono, e a calci e a bastonate lo fecero rialzare, perché non avevano ancora finito. Gesù si protese strisciando per riprendere la fascia che gli cingeva i fianchi, ma quei miserabili la spingevano sempre più lontana, ridendo sfacciatamente, per cui il povero Gesù doveva torcersi sul terreno nella sua sanguinosa nudità, come un verme calpestato onde raggiungere la sua cintura e servirsene per coprire i suoi laceri lombi. Quando l’ebbero rimesso in piedi, non gli diedero il tempo di rivestirsi, ma gli gettarono solo la veste sulle spalle nude, ed Egli si serviva di quella veste per detergere il sangue che gli colava dal viso, mentre, a gran passi, veniva sospinto verso il corpo di guardia, per vie traverse. Avrebbero potuto guidarlo per una strada più diretta, perché i portici e gli edifici in faccia al foro erano aperti, tanto che si poteva vedere il passaggio sotto il quale i due ladroni e Barabba stavano imprigionati, ma vollero farlo passare invece davanti al luogo ove sedevano i Principi dei Sacerdoti, i quali gridavano: «Lo si faccia! Lo si faccia morire!» volgendo il capo con disgusto. Lo condussero allora nel cortile interno del corpo di guardia. Quando vi entrò Gesù, non c’erano soldati, ma schiavi, arcieri, furfanti, e ogni rifiuto della società. Siccome il popolo era in grande agitazione, Pilato aveva fatto venire un rinforzo di guarnigione romana dalla cittadella Antonia. Queste truppe circondavano in buon ordine il corpo di guardia: potevano parlare, ridere e beffarsi di Gesù, ma era loro proibito sciogliere le file. Con questo apparato di forze Pilato intendeva tenere il popolo in pugno: saranno stati circa un migliaio di uomini. La Santa Vergine, in estasi continua durante la flagellazione del Redentore, vide e sofferse interiormente, con amore e dolore indicibili, tutto quanto doveva soffrire il Figlio suo. Spesso gemiti sommessi prorompevano dalle sue labbra; i suoi occhi erano infiammati per il gran piangere. Essa giaceva velata tra le braccia di Maria di Heli, donna in età avanzata. Le sante amiche di Maria e di Gesù erano tutte avvolte e velate, tremanti di dolore e d’angoscia, strette intorno alla Vergine ed esalanti deboli gemiti come se stessero aspettando la loro propria condanna di morte. Maria portava una lunga veste azzurra quasi quanto il cielo, coperta di un lungo mantello di lana bianca e da un velo bianco tendente al giallo. Maddalena era tutta sconvolta e addirittura annientata dal dolore e dal pianto, e i suoi capelli, sotto il velo s’erano tutti sciolti. Quando Gesù, dopo la flagellazione, era caduto a terra a piè della colonna, vidi Claudia Procla, moglie di Pilato, inviare alla Madre di Dio un pacco di grandi teli di lino. Non so più bene se essa credesse nella liberazione di Gesù e se destinasse quei teli alla fasciatura delle ferite di lui, oppure se la pietosa pagana li inviasse per lo scopo al quale vennero poi impiegati da Maria. La Santa Vergine, riacquistati i sensi, vide il Figlio suo con le carni tutte lacerate, trascinato e sospinto dagli arcieri; egli si deterse il sangue dagli occhi con un lembo del suo vestito, per poter guardare sua Madre, ed Ella stese dolorante le mani verso di Lui, guardando poi a terra le tracce sanguinose lasciate dai suoi piedi. Ma ben presto vidi Maria e Maddalena, mentre il popolo si spostava da un’altra parte, avvicinarsi al posto dove Gesù era stato flagellato: nascoste dalle altre donne, da alcune buone persone che le circondavano, si prostrarono a terra presso la colonna e asciugarono dappertutto il sangue sacrantissimo di Gesù coni teli inviati da Claudia Procla. Giovanni non si trovava in quel momento con le pie donne, che erano quel giorno in numero di venti. Il figlio di Simeone, quello di Veronica, quello di Obed, Arama Themeni, nipote di Giuseppe di Arimatea, erano occupati nel Tempio pieni di tristezza e d’angoscia. Quando finì la flagellazione erano circa le nove del mattino”.

04-04-04, 20:34
C'è un verso del Vangelo che crea dubbi sul film di Gibson.


Mc 15, 42-47 44 Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo.


Nel film si vede Pilato impassibile ad assistere alla tortura dell'attore che interpreta Gesù tanto da far pensare che pur di non vederlo in croce come gridavano ossessionatamente i giudei preferiva vederlo morto per mano dei soldati romani, chiaro che pensare ad un Pilato stupito per la morte di un uomo prima orribilmente torturato come mostrano le immagini e poi crocefisso con chiodi nelle mani e piedi dopo un lugo calvario è inverosimile.

Augustinus
04-04-04, 22:39
Originally posted by Manuel
C'è un verso del Vangelo che crea dubbi sul film di Gibson.


Mc 15, 42-47 44 Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo.


Nel film si vede Pilato impassibile ad assistere alla tortura dell'attore che interpreta Gesù tanto da far pensare che pur di non vederlo in croce come gridavano ossessionatamente i giudei preferiva vederlo morto per mano dei soldati romani, chiaro che pensare ad un Pilato stupito per la morte di un uomo prima orribilmente torturato come mostrano le immagini e poi crocefisso con chiodi nelle mani e piedi dopo un lungo calvario è inverosimile.

Un Padre della Chiesa, Origene, nel II-III sec. d. C., descrive dei crocifissi che, "tra le più atroci sofferenze vivono l'intera notte e poi ancora l'intero giorno successivo". Un apocrifo che descrive la crocifissione dell'apostolo Andrea, racconta che egli, crocifisso con corde, abbia resistito sulla croce addirittura due giorni.
A seconda del tipo di crocifissione, cioè con chiodi o con corde, l'agonia e dunque la morte poteva subentrare dopo alcune ore oppure dopo un giorno. Il supplizio poteva essere ulteriormente prolungato collocando un piccolo sostegno sotto i piedi del condannato o sotto il bacino (rispettivamente il suppedaneum o il sedile) che lo sorreggesse.
Ciò premesso, lo stupore di Pilato era legato proprio a questo, cioè alla scarsa resistenza di Gesù sulla croce: la morte subentra dopo appena tre ore!
Tu ti domandi: come poteva un uomo flagellato così violentemente pensare che potesse resistere di più sulla croce? Se egli aveva versato molto sangue, era logico che morisse entro breve tempo e, dunque, lo stupore di Pilato sarebbe ingiustificato.
In realtà, qui sta proprio il nocciolo della questione. La flagellazione nel caso di Gesù fu sì violenta ed assai dura, ma essa non colpì gravemente organi vitali (secondo alcuni studi medico-legali di Judica-Cordiglia, la flagellazione avrebbe provocato lesioni pleuriche). I romani erano maestri in questo. Del resto, non era intenzione di Pilato ucciderlo. Lo abbiamo ascoltato oggi nel racconto della Passione secondo Luca, in cui si dice che Pilato tentò di liberare Gesù, dopo averlo "punito severamente".
Ciò spiega la ragione per la quale Pilato si stupisca di sentire che Gesù era morto. La flagellazione era una pena a se stessa, a cui non necessariamente seguiva la pena capitale. Egli l'aveva inflitta nella convinzione di accontentare i giudei e la loro bramosia di sangue. Poi avrebbe lasciato libero Gesù. Ma gli eventi, come si sa, non andarono come pensava.
Di qui, dunque, il suo stupore nel sentire che fosse morto così rapidamente. E del resto, questo può leggersi in diversa chiave: proprio a causa della flagellazione subita e della perdita copiosa di sangue, venne accelerata la morte di Gesù, che comunemente tra gli studiosi si ritiene dovuta ad una serie di concause non escluso l'infarto con rottura del miocardio. Gesù ebbe circa tre ore di agonia, vale a dire un tempo piuttosto breve per un crocifisso, e comunque più breve di quello dei due ladroni messi in croce con lui. Occorre ricordare che questi ultimi non avevano subito, a parte la fustigazione, un insieme di lesioni pari a quelle patite da Gesù.
Di qui la sua morte in appena tre ore, tanto da scuscitare la meraviglia di Pilato!
Quindi, quella flagellazione violenta lungi dal confutare, anzi avvalora la tesi sostenuta e ripresa dal film di Gibson.

05-04-04, 01:01
Agustinus le tue argomentazioni sono logiche ma io mi riferisco sempre ed esclusivamente al film Gibson, alla violenza esagerata, al sangue che scorre a fiumi e l'atmosfera che crea, poi un Pilato che in tale situazione si stupisca della morte prematura del condannato alla crocefissione non può convincere.

Augustinus
05-04-04, 07:59
Ampi stralci dal Capitolo II, riguardante il processo davanti al Sinedrio

Avevamo lasciato il film alla scena che mostra Gesù incatenato e strattonato via con brutalità dal podere ai piedi del monte degli Ulivi, dove si era rifugiato a pregare. [...]

Persino il positivista Ernest Renan, nella sua demitizzante Vita di Gesù, ammette che l’interrogatorio informale davanti ad Anna citato da Giovanni “è una forte prova del valore storico del quarto evangelo”: “È dato ben acquisito che l’autorità sacerdotale di fatto, era ancora saldamente nelle mani di Anna. È assai probabile che l’ordine di arresto sia venuto proprio da lui. Fu dunque naturale che Gesù fosse portato, subito e innanzitutto, davanti al potente personaggio”.

Ritorniamo ora al film La Passione di Cristo. Prima che Gesù faccia il suo ingresso nel Sinedrio (Gibson non divide il processo vero e proprio dall’interrogatorio informale, e dunque fa accadere tutto all’interno del tempio e di notte, senza distinguere tra la fase che avviene nella casa di Anna e Caifa, e l’udienza nell’”Aula della pietra squadrata”), lo spettatore vede una guardia del tempio piuttosto anziana che va a bussare alla porta di un’abitazione. All’uomo che viene ad aprire, svegliato nel cuore della notte, la guardia dice in aramaico: “Porta tutti quelli che puoi! Hai capito? Davanti ai sommi sacerdoti”. E fa saltare nel palmo della sua mano alcune monete, dando chiaramente ad intendere che lo speciale “servizio” verrà ricompensato. La persona svegliata dalla guardia, lo si vedrà nelle scene successive, è uno dei tre falsi testimoni convocati per accusare Gesù. In questo modo Gibson mette in luce che gli accusatori, ma anche la piccola folla che accorre ad assistere al processo, è composta innanzitutto da prezzolati. Quando l’inquadratura si sposta all’ingresso della sala del Sinedrio, lo spettatore vede un’altra guardia che controlla quanti entrano e ferma una persona incappucciata ricacciandola via. Se ne deduce un’attenzione a non coinvolgere in modo indiscriminato le “folle” della Gerusalemme di allora nei tragici avvenimenti che stanno per accadere. [...]

A proposito delle percosse che precedono la terribile e sanguinolenta flagellazione ad opera dei romani, dalle colonne del quotidiano francese Le Monde il rabbino Marvin Hier, fondatore del Centro Simon-Whiesenthal di Los Angeles ha criticato a fondo la scelta di Mel Gibson accusandolo di non essersi attenuto al Nuovo Testamento. “Quando Gesù è arrestato - ha dichiarato il rabbino nel corso dell’intervista, pubblicata nelle pagine culturali 15 febbraio 2004 - viene flagellato dagli ebrei, e questo non figura mai nei Vangeli”. Invece sia Luca, sia Marco, sia Matteo parlano degli “uomini che tenevano in guardia Gesù”, cioè delle guardie del tempio, affermando che lo percuotevano, lo schiaffeggiavano o lo prendevano a pugni. [...]

Prima che inizi l’interrogatorio, nel film Gesù intravede la madre, Maria, accompagnata da Giovanni, seminascosta tra la folla. “Per tutto il tempo in cui Gesù fu sottoposto al giudizio e alle più atroci umiliazioni - afferma la Emmerick - la Santa Vergine si tenne in continua comunicazione con lui. Ella sapeva e sentiva nella sua carne quanto succedeva al suo diletto Figlio e soffriva con lui”.

Gibson all’incrociarsi dei due sguardi, di quello della madre e di quello del figlio sofferente, introduce il primo di una lunga serie di flashback, che spezzano la tensione e il crescendo della violenza, concedendo allo spettatore qualche istante di tregua. Nel primo di questi ricordi ci viene presentata una scena familiare di Nazaret. [...]

Terminato il flashback, l’inquadratura torna per qualche istante sul Sinedrio. La Madonna sussurra: “Tutto ha inizio, Signore”.

Con un nuovo, improvviso cambio di scena, Gibson ci porta ora nella residenza di Ponzio Pilato, dove la moglie (interpretata da Claudia Gerini), si sveglia di soprassalto in preda a un incubo. È il sogno premonitore di cui parla l’evangelista Matteo e del quale parleremo diffusamente più avanti.

Si ritorna ancora nel Sinedrio, dove i sommi sacerdoti Anna e Caifa (quest’ultimo interpretato da Mattia Sbragia) iniziano a interrogare Gesù.

Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: “Io ho parlato al mondo apertamente: ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto” (Giovanni 18, 19-20). [...]

Il dialogo viene proposto alla lettera nel film, anche se lo spettatore rimane colpito dalla violenza con cui la giovane guardia percuote il Nazareno. Entrano dunque in scena i falsi testimoni che accennano alla magia che Cristo avrebbe praticato. [...]

A questo punto nel film di Gibson si vedono intervenire due sacerdoti del Sinedrio in favore di Gesù. Il primo afferma: “Questo procedimento è oltraggioso, i testimoni dicono cose senza fondamento …”. Viene duramente apostrofato da Caifa, che lo fa allontanare immediatamente dal Sinedrio. Poi interviene un secondo sacerdote, il quale protesta per essere stato convocato a quell’ora della notte. Anche lui viene fatto allontanare in malo modo.

I Vangeli non riferiscono di questi interventi di dissenso, peraltro subito soffocati da Caifa, dato che, come ha fatto notare Umberto Folena recensendo il film su Avvenire, “allora non era in voga la democrazia parlamentare”. Frutto dunque soltanto dell’invenzione di Mel Gibson, che in questo modo si è cautelato facendo capire che nemmeno tutto il Sinedrio era concorde nella condanna di Cristo? No, c’è di più.

Innanzitutto la Emmerick: “Vidi che dal consiglio erano stati esclusi tutti coloro che coltivavano buone intenzioni verso Gesù, compresi quelli che non erano suoi nemici dichiarati. Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea e gli altri membri esclusi avevano lasciato il tribunale e si erano ritirati nel tempio”. [...]

Com’era comprensibile, la parte del processo che si svolge davanti al Sinedrio è stata oggetto delle maggiori controversie, rivisitazioni e contro-visitazioni. Dal racconto evangelico (ed è quello della sua storicità e della sua aderenza ai fatti il vero nodo della questione) emerge che, seppure corretto dal punto di vista della procedura legale, il processo avvenne di fronte a giudici non certo imparziali, la cui inimicizia contro Gesù e contro i suoi insegnamenti era già stata manifestata altre volte, e che già in precedenza avevano valutato la possibilità di sbarazzarsi del Nazareno, trattenuti soltanto dalla paura di una rivolta popolare. [...]

Nonostante la sostanziale concordia della tradizione storiografica antica, molti studiosi moderni hanno tentato di ribaltare, fin dagli inizi del secolo scorso, questa impostazione, attribuendo al potere romano e non all’autorità giudaica l’iniziativa del processo. Presentando un punto di vista ebraico, per ribaltare l’odiosa e insensata accusa di “deicidio” nei confronti del popolo ebreo (accusa che purtroppo ha dolorosamente segnato secoli e secoli di cristianesimo ed è stata all’origine dell’atteggiamento sprezzante, discriminatorio e in certi casi persecutorio nei confronti degli ebrei), Chaim Cohn, nel suo Processo e morte di Gesù non solo esclude ogni responsabilità giuridica e morale delle autorità giudaiche di allora, ma arriva ad affermare che queste si sono adoperate attivamente, pur senza efficacia, per sottrarre Gesù dalle mani di Pilato. “Un tentativo, quello di Cohn - fa osservare Giuseppe Barbaglio - tanto generoso quanto velleitario, perché condotto, certo, con le migliori intenzioni ma anche con scarso senso critico nella valutazione delle fonti storiche, in primis dei Vangeli”. [...]

Due sono le scene che chiudono la prima parte del processo a Gesù. Nella prima, lo spettatore vede Maria che, accompagnata dalla Maddalena e da Giovanni, rientra nella sala del sinedrio ormai vuota. La Madonna si abbassa sul pavimento: in un’oscura stanza sottostante, in catene, c’è Gesù. Figlio e madre, sebbene separati dalle spesse lastre di pietra, sembrano avvertire l’uno il respiro dell’altra. Un segno di quanto la loro vita sia unita, un segno del profondo significato mariano del film di Gibson. I due personaggi appaiono a volte quasi un tutt’uno e nel suo corpo Maria vive insieme a Gesù la Passione.

Anche questa “visione” appartiene alla Emmerick, la quale specifica che Cristo era rinchiuso in una prigione sotterranea e afferma che la Vergine, per suo conto, ha ripercorso in quelle ore tutto il cammino del figlio, visitando uno ad uno tutti i luoghi dove si stava consumando la Passione.

La seconda scena, appena accennata, è quella che ritrae lo sguardo di Gesù in catene che incrocia quello di un falegname intento a lavorare. Sta preparando la croce, ma questo allo spettatore non appare evidente. Anche questo particolare non ha nulla a che vedere con i Vangeli, ma proviene dalle “visioni” della Emmerick: “Appena Maria si fu ripresa, insieme con le pie donne e Giovanni, ripassarono per il luogo dove si stava preparando la croce. Gli operai non riuscivano a terminarla; dovevano continuamente portare dell’altro legno, perché il tale e tal altro pezzo non serviva o si fendeva. Questo capitò affinché le diverse qualità di legno fossero combinate nel modo in cui Iddio voleva. Tra l’altro vidi che gli Angeli spingevano gli operai a ricominciare sempre di nuovo finché si compisse quanto era prestabilito”.

Appare però difficile da credere, a rigor di logica, che la croce fosse preparata con così largo anticipo rispetto alla condanna di Ponzio Pilato: in fondo il processo romano davanti all’unico uomo che aveva il potere di liberare Cristo o di condannarlo al più orribile dei patiboli, doveva ancora avvenire. La vera sentenza doveva ancora essere pronunciata. E in quel momento i capi dei sommi sacerdoti non potevano avere alcuna certezza sulle risoluzioni del prefetto romano.

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05-04-04, 21:20
05 aprile: censura 'leggera'
The Passion, senza divieti solo in Italia

fonte: Virgilio Cinema
Roma, 5 apr. (Apcom) - Il film scandalo "La passione di Cristo", dell'australiano Mel Gibson, arriverà nelle sale italiane mercoledì 7 aprile e sarà visibile da tutti, senza restrizioni.
Dato l'alto tasso di violenza contenuto nella pellicola, 126 minuti di crudeltà visiva e psicologica, l'opera più appassionata del regista australiano è stata sottoposta a restrizioni in tutti i Paesi in cui è finora uscita.

Come riportato dal sito specializzato "Internet Movie Database", i divieti applicati all'estero sono numerosi: Argentina:16 anni; Australia:MA (le persone sotto i 15 anni devono essere accompagnate da un adulto); Austria:18; Brasile:14; Canada:18A (Ontario); Finlandia: K-18; Germania: 16; Hong Kong: III (vietato ai minori di 18 anni); Irlanda: 15; Messico: C (vietato ai minori di 18 anni); Paesi Bassi: 16; Nuova Zelanda: R16; Norvegia: 15; Portogallo: M/16; Singapore: R(A) (i minori di 17 anni devono essere accompagnati da un adulto); Svezia: 15; Svizzera: 18 (cantone dei Grigioni); Regno Unito: 18; USA: R (i minori di 17 anni devono essere accompagnati da un adulto).

Nessun Paese tra quelli elencati, ha approvato la visione del film di Mel Gibson per i minori di 15 anni.

In Israele addirittura - ma i motivi sono probabilmente anche di ordine politico - la pellicola non sarà distribuita, almeno per il momento. Le case di distribuzione di Tel Aviv si sono infatti autocensurate non presentando all'organo di controllo, il Film Censorship Board israeliano, alcuna domanda di autorizzazione. "Se qualcuno farà richiesta, valuteremo" ha dichiarato al Los Angeles Times Nissim Abouloff, capo della censura.

La scelta della commissione censura italiana, di non interdire la visione del film ai minorenni non accompagnati da adulti, appare quindi tanto più stupefacente se paragonata alle restrizioni applicate dagli altri Paesi del mondo. (Justine Bellavita)

Augustinus
05-04-04, 21:35
Originally posted by Manuel
05 aprile: censura 'leggera'
The Passion, senza divieti solo in Italia

fonte: Virgilio Cinema
Roma, 5 apr. (Apcom) - Il film scandalo "La passione di Cristo", dell'australiano Mel Gibson, arriverà nelle sale italiane mercoledì 7 aprile e sarà visibile da tutti, senza restrizioni.
Dato l'alto tasso di violenza contenuto nella pellicola, 126 minuti di crudeltà visiva e psicologica, l'opera più appassionata del regista australiano è stata sottoposta a restrizioni in tutti i Paesi in cui è finora uscita.

Come riportato dal sito specializzato "Internet Movie Database", i divieti applicati all'estero sono numerosi: Argentina:16 anni; Australia:MA (le persone sotto i 15 anni devono essere accompagnate da un adulto); Austria:18; Brasile:14; Canada:18A (Ontario); Finlandia: K-18; Germania: 16; Hong Kong: III (vietato ai minori di 18 anni); Irlanda: 15; Messico: C (vietato ai minori di 18 anni); Paesi Bassi: 16; Nuova Zelanda: R16; Norvegia: 15; Portogallo: M/16; Singapore: R(A) (i minori di 17 anni devono essere accompagnati da un adulto); Svezia: 15; Svizzera: 18 (cantone dei Grigioni); Regno Unito: 18; USA: R (i minori di 17 anni devono essere accompagnati da un adulto).

Nessun Paese tra quelli elencati, ha approvato la visione del film di Mel Gibson per i minori di 15 anni.

In Israele addirittura - ma i motivi sono probabilmente anche di ordine politico - la pellicola non sarà distribuita, almeno per il momento. Le case di distribuzione di Tel Aviv si sono infatti autocensurate non presentando all'organo di controllo, il Film Censorship Board israeliano, alcuna domanda di autorizzazione. "Se qualcuno farà richiesta, valuteremo" ha dichiarato al Los Angeles Times Nissim Abouloff, capo della censura.

La scelta della commissione censura italiana, di non interdire la visione del film ai minorenni non accompagnati da adulti, appare quindi tanto più stupefacente se paragonata alle restrizioni applicate dagli altri Paesi del mondo. (Justine Bellavita)

Non vedo perchè avremmo dovuto imitare gli altri Paesi!!! Finiamola con questa piatta trasposizione ed imitazione di modelli stranieri! Io sono contrario, di regola, a forme di censura delle opere d'arte (e questa pellicola, indubbiamente, costituisce un'opera artistica, assai vibrante e vigorosa). A maggior ragione in questo caso. Le persone hanno abbastanza cervello da pensare da sè e decidere di portare i propri figli o meno a visionare il film!

06-04-04, 20:54
E siamo così giunti alla vigilia della programazzione nelle sale italiane del film più discuso della storia del cinema e che sicuramente ha avuto il merito di invitare alla riflessione sulla Passione vissuta da Gesù.

Questa è l'ultima recensione dissacrante apparsa su Repubblica in cui si critica il fatto che nel film manca la Resurrezione, ma io credo che Gibson abbia pronto il seguito della Passione.


La passione di Cristo" di Gibson esce domani in Italia
Osannato dal Vaticano, accusato di antisemitismo. E' solo brutto
Troppo sangue per una tragedia
senza Dio e senza resurrezione
di NATALIA ASPESI


Jim Claviezel
e Mel Gibson

Anche in Italia l'ha già visto una moltitudine, su invito esclusivo e quindi gratis, in quanto esperti di qualcosa, dalla Bibbia al cinema horror. In più se ne è parlato ormai così tanto che pare di conoscerlo scena per scena con tutti i pro e i contro, e il colpo finale, anche se non sanguinolento, glie l'ha dato a "Porta a Porta" una folla di chiacchieroni (quasi sempre a vanvera): e se mancava la solitamente immancabile decana della trasmissione, Alba Parietti, c'era però monsignor John Foley, con cui Vespa andava sul sicuro, avendo l'illustre e gioviale religioso già riempito i giornali di tutto il mondo con il suo plauso per la Passione secondo Mel Gibson: d'accordo con lui tutti, tranne il cauto rabbino capo di Milano Giuseppe Laras e il dubbioso critico Gian Luigi Rondi, il cui sincero amore per il buon cinema ha avuto la meglio sulla sua profonda fede cattolica.

Alla vigilia dell'invasione in più di 700 cinema, ovviamente nella settimana di Pasqua, ci si può anche chiedere se questo "snuff movie" (però finto, infatti il corpo martoriato di Gesù è di cartapesta) avrebbe suscitato tutto questo casino, apprezzamenti e insulti, ovazioni e disgusto, miracoli e indignazione, (e una quantità di miliardi) se forse lo stesso regista o i suoi amici oltranzisti cattolici, non avessero messo in giro la voce che trattavasi di opera antisemita. Proprio adesso! Nel momento storico meno adatto! Con gli islamici che si fregano le mani! E il Papa che forse acconsente! E Baget Bozzo cui nessuno ha chiesto il parere!

Costretti ad andarlo a vedere per carità di patria e ben contenti di dire la loro, si sono subito formati gli opposti estremismi, senza un minimo di freno: da una parte i cattolici integralisti con le lacrime agli occhi a dire che il film non è antisemita ma dice solo la verità sul deicidio ed è bellissimo, e dall'altra gli ebrei (e i cattolici che evitano la via Crucis in ginocchio sui sassolini acuminati, e i laici, e i liberal, e i biblisti e tutti quelli che almeno una volta hanno letto i Vangeli), a dire che è antisemita e non rispetta né la storia (Ponzio Pilato buono, quello che sterminava gli ebrei tanto da essere richiamato persino dall'imperatore Tiberio) né le Scritture ed è alla fine bruttissimo.
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Dicono che le ragazze dei college americani fanno a gara a chi resiste di più alla gragnola di torture inflitte al muto Gesù e la prima che chiude gli occhi paga pegno. Io gli occhi non li ho chiusi, perché quando a furia di frustate col gatto a nove code (preceduto da una gragnuola di bastonate) il Figlio dell'Uomo viene trasformato, come scrive il "Sunday Times", in "una pizza umana", si perde fortunatamente ogni senso di tragedia e sofferenza come fosse un cartone animato e ci si guarda attorno per vedere se gli altri spettatori invece svengono o si sono assopiti.

Però dopo più di un'ora di questo schermo schizzato di rosso, quando al povero Cristo gli mettono in testa anche la corona di spine, ovviamente ghignando, mi sono detta, qui colpi di scena non ce ne saranno, e siccome so come la storia va a finire, meglio andare a respirare una boccata d'aria anche se mefitica.

Insomma mi sono persa la Crocifissione, con chiodi piantati nelle mani e braccia disarticolate e altri litri di sangue e su croce oleografica, essendo quella d'epoca diversa, a forma di T e con seggiolino per il condannato.

A parte tutto, ci sarà una ragione, non solo estetica ma anche religiosa per cui l'arte ha risparmiato di infierire sul corpo di Gesù: e per esempio tra le migliaia di capolavori, penso al meraviglioso Ecce Homo di Antonello da Messina a Palazzo Spinola di Pellicceria a Genova, con quegli occhi spalancati e dolenti, il bianco corpo su cui splendono rare minuscole gocce di sangue e davanti a cui, mi dice la direttrice Farida Simonetti, non sono poche le persone che si commuovono e piangono.

Mel Gibson dice di essersi ispirato, per la sua truce Passione, al Caravaggio e al Mantegna, ma fa pensare invece agli artisti del tetro Rinascimento tedesco, al verdastro e contorto corpo di Cristo sulla Croce dipinto nel 1515 da Matthias Grunewald, che suscita più spavento che devozione.

E non nei Vangeli, molto sobri nel raccontare in poche righe la Passione, il forsennato Gibson deve aver trovato pane per i suoi denti, ma in certe mistiche che si ritrovavano coperte di stigmate e raccontavano che Gesù aveva loro rivelato il suo martirio in stile grand guignol, "bastonato 6. 666 volte sul corpo, 110 volte in testa... perse 28. 430 gocce di sangue...".

Quanto all'antisemitismo della Passione di Cristo, pare una esagerazione: come in tutti i film sempliciotti, soprattutto in costume, ci sono i cattivi qui rappresentati con pesanti e sontuosi costumi, lunghe barbe e sguardo obliquo (ebrei del Sinodo), folla vociante che chiede sangue (popolo stracciato ebreo) e torturatori sdentati e strabici (soldati romani).

Ma, parlando in aramaico e latino, appaiono come macchiette un po' ridicole, quindi difficili da odiare, se non sei Mel Gibson o suo papà o qualche scriteriato via di testa. Se mai resteranno delusi i credenti del tipo pacifico, post Vaticano II: perché di Gesù manca la meraviglia della parola, manca il messaggio d'amore, manca Dio, e la Resurrezione, l'evento sacro che lo fa diverso dalle migliaia di persone condannate alla crocifissione dai Romani, è sbrigata in due minuti, come un incidente casuale ancorché magico.

E poi attenzione, per questo film dimenticarsi delle parole di Gesù agli Apostoli, "Lasciate che i fanciulli vengano a me". Se potesse dire quel che pensa del film di Gibson oggi certamente raccomanderebbe: "E per favore non portateci i bambini".

Una commissione di censura punitiva, in Italia, non ha previsto nessuna limitazione. Gli pare giusto che a qualsiasi età si assista a un'orgia di sangue, a due ore di sofferenza splatter, al film più horror mai arrivato nei cinema. Forse in nome dell'Inquisizione, che somministrava santi tormenti, e innalzava i roghi nelle piazze per educare le folle, il che potrebbe ispirare un altro efferato film di Gibson.


(6 aprile 2004)

krentak the Arising!
06-04-04, 22:12
Contravvenendo allo spirito di questo forum, lascio visibile l'articolo del foglio di disinformazione chiamato Repubblica, affinchè rimanga a testimonianza dell'odio bestiale che tutti gli anticattolici e rivoluzionari provano contro questo film.

Augustinus
06-04-04, 23:21
Io somministrerei un salutare e santo tormento alla giornalista opinionista (sic!) di quel commento ed a tutti i laici(sti). Di tutti questi avrei innalzato i roghi nelle piazze per educare le folle!!! :D :D :D
Purtroppo i laici e gli atei non comprendono a fondo quale sia stata la sofferenza di N. S. Gesù Cristo. Pensano che, in fondo, non sia stata poi così terribile e terrificante.
E' vero, i Vangeli sono sobri nelle descrizioni, dal momento che si rivolgono a dei fedeli del tempo che conoscevano bene in cosa consisteva la flagellazione e la crocifissione. Di qui la loro sobrietà. Siamo noi, uomini d'oggi, che ne abbiamo perso il ricordo. Ma i contemporanei, sapevano e comprendevano le sofferenze patite dal Cristo. Ecco la ragione per la quale i Vangeli si limitano a poche pennellate. Ma queste, scavando, nascondono molti dettagli.
Questo dato fondamentale sembra sfugga (volutamente?) ai laici.
Non è un caso Seneca descriveva con tinte orribili le persone crocifisse: "un uomo crocifisso, appeso per le braccia orribilmente divaricate, il capo insaccato tra le spalle, privo di coscienza, un'immagine terribile". E lo stesso Origene descriveva la crocifissione quale una delle più atroci sofferenze che potesse infliggersi ad un uomo. A me sembra che quando convenga, per sminuire i Vangeli, i laici(sti) si rifanno accanitamente alla storia ed alle fonti extrabibliche. Ma quando queste sono imbarazzanti (come lo sono nel nostro caso, dal momento che sembrano avallare la descrizione, sia pur cruda, ma realistica, compiuta da Mel Gibson), curiosamente, diventano e si professano docenti in Sacra Scrittura, rifacendosi alla parsimonia ed alla sobrietà dei racconti evangelici.
Questo modo di procedere, usando la storia e le fonti ad usum delphini, è oltremodo disonesto quantomeno intellettualmente.
Ma di questo i laici(sti) come la Aspesi non si preoccupano. A loro interessa solo riempire carta di opinioni che a noi, francamente, non interessano. Forse la mia idea, lanciata in precedenza, di far provare ai laici(sti) i medesimi tormenti patiti da Gesù e la sua dolorosa passione, non è un'idea da scartare. Pensiamoci :D :D

07-04-04, 00:58
Originally posted by krentak
Contravvenendo allo spirito di questo forum, lascio visibile l'articolo del foglio di disinformazione chiamato Repubblica, affinchè rimanga a testimonianza dell'odio bestiale che tutti gli anticattolici e rivoluzionari provano contro questo film.

Finalmente hai capito che non si può sempre censurare quello che non piace scritto.
Comunque ora sarà più facile parlare di questo film perchè finalmente è arrivato nelle sale e chiunque potrà giudicarlo dopo averlo visto, secondo me in Italia ci saranno parecchi cattolici che avranno qualcosa da criticare a Gibson.

Augustinus
07-04-04, 08:22
Originally posted by Manuel
Finalmente hai capito che non si può sempre censurare quello che non piace scritto.
Comunque ora sarà più facile parlare di questo film perchè finalmente è arrivato nelle sale e chiunque potrà giudicarlo dopo averlo visto, secondo me in Italia ci saranno parecchi cattolici che avranno qualcosa da criticare a Gibson.

Certo, ... coloro che criticheranno il film e la sofferenza nuda che mostra sono i laici(sti) e quei cattolici all'acqua di rose che credono che la dolorosa passione di Gesù sia stata uno scherzo, non sia stata poi così terribile ... . Questi soggetti, nell'intento di irridere la Redenzione, segno supremo dell'Amore di Dio per noi, sminuiscono la sofferenza umana di Cristo, preferendo guardare solo alla Gloria della Resurrezione, dimenticando che Egli, per giungervi, dovette salire il Calvario!
Ciò, del resto, si alliena in pieno con l'ottica satanica, che fece esclamare a Cristo stesso nei Vangeli - dinanzi a un Pietro che non voleva ascoltare discorsi sulla sofferenza che doveva patire il Figlio di Dio - "lungi da me, satana!". E' la stessa ottica, in fondo. E' lo stesso modo di pensare. E' un pensiero satanico!

krentak the Arising!
07-04-04, 09:48
Le due maggiori critiche rivolte al film di Gibson sono l'antisemitismo e la violenza delle immagini. Ora, chiunque visionando la pellicola può comprendere come queste accuse siano prive di fondamento.

Tuttavia, bisogna anche ricordare come siano state proiettate opere violentemente anticattoliche come Magdalene (addrittura premiata a Venezia, se non erro) oppure il pornografico Amen, nella cui locandina la croce di Cristo viene trasformata in una svastica (a significare l'identità fra cattolici e nazisti), tutto ciò senza che nessuna Aspesi si stracciasse le vesti, anzi, i commenti di Repubblica furono entusiastici. Senza dimenticare, in ambito spazzatur-letterario, il recente Codice Da Vinci, pompato dalla critica laicista ed atea.

Per quanto concerne la violenza delle immagini, probabilmente stiamo discutendo con persone che non hanno un televisore nella propria abitazione e che non frequentano mai i cinema. Basti pensare al recente Kill Bill. Scommettiamo che se qualcuno avesse criticato la violenza del film tarantiniano sarebbe stato giudica da Aspesi e compagnia laicante un retrogrado?

La verità è che ciò che fa paura soprattutto negli ambienti atei e comunisti, ma anche tra ebrei e musulmani e, purtroppo, persino tra non pochi cristiani, è il potente slancio apostolico di questa pellicola.

cesare (POL)
07-04-04, 18:47
Interrogazione alla Camera dei Deputati presentata da Federico Bricolo (Lega Nord) martedì 30 marzo 2004

Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

- Per sapere - premesso che:

le singole scuole, nell'ambito della propria autonomia, possono promuovere iniziative complementari e integrative dell'iter formativo degli studenti che, in coerenza con le finalità istituzionali, stimolino e favoriscano la crescita personale e culturale dello studente;

rientra tra gli obiettivi specifici di apprendimento, contenuti nelle Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati nella scuola secondaria, l'approfondimento delle dimensioni e delle risonanze locali di fenomeni ed eventi di interesse e portata nazionale e sopranazionale;

il film The Passion di Mel Gibson, che uscirà nelle sale italiane il 7 aprile 2004, negli Usa ha attirato, al suo debutto, un pubblico eterogeneo di cristiani praticanti, fedeli, gruppi ecclesiali, cittadini comuni;

il film ha avuto importanti riconoscimenti sia di critica che di pubblico,battendo record di incassi inaspettati;

ad opinione degli interroganti, la visione del film, riportando fedelmente la storia della passione di Cristo secondo quanto tramandatoci dai testi sacri del Vangelo e dalla tradizione, sarà particolarmente utile per l'educazione giovanile, anche perché mette in luce la sofferenza di Cristo,modello di tutti i cristiani, vittima sacrificale offertasi per la redenzione di tutti coloro che hanno creduto e crederanno in Lui;

sarà utile inoltre a colmare il grande vuoto rappresentato dalla diffusa scarsa coscienza religiosa e assenza di valoir soprannaturali fenomeno tipico del nostro tempo;

le attività espressive e artistiche hanno dato prova,nel passato, di costituire un contributo significativo per educazione dei giovani e l'arricchimento dell'offerta formativa;

l'esperienza offerta dal cinema può significare un momento di crescita personale e un'occasione di approfondimento e di riflessione su tematiche di rilevante interesse storico e culturale :

se il Ministro ritenga di attivarsi, presso le scuole secondarie, al fine di promuovere,con gli strumenti ritenuti efficaci, la visione del film The Passion, anche favorendo dibattiti e incontri nelle scuole con ospiti ed esperti fedeli all'autentico e perenne magistero della Chiesa, per meglio approfondire con gli studenti l'importanza del tema trattato nel film nonché dei valori che ne stanno alla base.

Vincent
08-04-04, 10:49
Originally posted by cesare
Interrogazione alla Camera dei Deputati presentata da Federico Bricolo (Lega Nord) martedì 30 marzo 2004

Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

- Per sapere - premesso che:

le singole scuole, nell'ambito della propria autonomia, possono promuovere iniziative complementari e integrative dell'iter formativo degli studenti che, in coerenza con le finalità istituzionali, stimolino e favoriscano la crescita personale e culturale dello studente;

rientra tra gli obiettivi specifici di apprendimento, contenuti nelle Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati nella scuola secondaria, l'approfondimento delle dimensioni e delle risonanze locali di fenomeni ed eventi di interesse e portata nazionale e sopranazionale;

il film The Passion di Mel Gibson, che uscirà nelle sale italiane il 7 aprile 2004, negli Usa ha attirato, al suo debutto, un pubblico eterogeneo di cristiani praticanti, fedeli, gruppi ecclesiali, cittadini comuni;

il film ha avuto importanti riconoscimenti sia di critica che di pubblico,battendo record di incassi inaspettati;

ad opinione degli interroganti, la visione del film, riportando fedelmente la storia della passione di Cristo secondo quanto tramandatoci dai testi sacri del Vangelo e dalla tradizione, sarà particolarmente utile per l'educazione giovanile, anche perché mette in luce la sofferenza di Cristo,modello di tutti i cristiani, vittima sacrificale offertasi per la redenzione di tutti coloro che hanno creduto e crederanno in Lui;

sarà utile inoltre a colmare il grande vuoto rappresentato dalla diffusa scarsa coscienza religiosa e assenza di valoir soprannaturali fenomeno tipico del nostro tempo;

le attività espressive e artistiche hanno dato prova,nel passato, di costituire un contributo significativo per educazione dei giovani e l'arricchimento dell'offerta formativa;

l'esperienza offerta dal cinema può significare un momento di crescita personale e un'occasione di approfondimento e di riflessione su tematiche di rilevante interesse storico e culturale :

se il Ministro ritenga di attivarsi, presso le scuole secondarie, al fine di promuovere,con gli strumenti ritenuti efficaci, la visione del film The Passion, anche favorendo dibattiti e incontri nelle scuole con ospiti ed esperti fedeli all'autentico e perenne magistero della Chiesa, per meglio approfondire con gli studenti l'importanza del tema trattato nel film nonché dei valori che ne stanno alla base.
Non credo sia il caso. Io il film l'ho visto ed è sì bellissimo, di una bellezza e un'intensità sconvolgente,ma nonostante la violenza della flagellazione, dell'inconorazione di spine, della via crucis, della crocifissione non siano gratuite e nemmeno iperrealistiche ma piuttosto realistiche (cioè molto vicine a quello che realmente accadde nella primavera del 30 DC) il film non è adatto a un pubblico di minori e soprattutto di bambini. Tra l'altro alcune scene collaterali (che cioè non riguardano direttamente Cristo) sono acquisite direttamente dal genere horror.
Ad ogni modo il film è un'opera d'arte fortemetne ispirata che ogni cristiano adulto dovrebbe vedere. magari ne riparliamo più approfonditamente in seguito.:)

krentak the Arising!
08-04-04, 13:56
Il film "The Passion" invisibile in Israele. Ma "Haaretz" lo promuove a pieni voti

Dal 7 aprile, mercoledì santo, il film di Mel Gibson è in proiezione anche in Italia.

In Israele invece no. Non va sugli schermi. Perché è antisemita? A leggere la recensione che ne ha pubblicato "Haaretz", il più autorevole e diffuso quotidiano progressista israeliano, si direbbe proprio di no.

La recensione è uscita il 26 marzo. Ha per autore Uri Klein. Nella versione inglese si distende per più di sei cartelle ed è molto approfondita. Ma l'unico cenno alla "questione se il film sia antisemita" occupa meno di quattro righe, alla fine. Semplicemente per dire che "ogni aspetto del film è problematico, quindi non sorprende che la presentazione degli ebrei sia anch'essa problematica. Così come il film di Gibson è sintomatico di questo momento terribile della storia, così l'antisemitismo è solo un sintomo di questo terribile film".

Sarebbe tutta da leggere, la recensione di Uri Klein (cercala nel sito di "Haaretz", ma sappi che è a pagamento). Bastino qui poche citazioni:

- "Guardare 'The Passion of the Christ' è quasi come prender parte a un rituale religioso, e il fatto che il film parli lingue che pochissimi spettatori conoscono aumenta questa sensazione";

- "Gibson è riuscito a creare qualcosa di così essenziale per il momento storico nel quale viviamo che il suo successo di massa non deve sorprendere. Il film risponde a un fondamentale, vitale bisogno che è emerso sulla scia degli eventi dell'11 settembre 2001. Cerca di trasmettere un'esperienza di terrore e salvezza in un mondo che è preso in un vortice di paura e incertezza, e contiene elementi primigenii di una guerra di religione e cultura";

- "Il modo in cui Gibson dipinge le ultime ore della vita di Gesù ci fa capire che il terrore è lì, ma lì c'è anche la salvezza, e dà corpo a queste due sensazioni col massimo del realismo";

- "Il film sembra essere contemporaneamente la memoria di un evento e la descrizione di un fatto reale che si compie nello stesso momento nel quale lo guardiamo. I paesaggi, i costumi, le scene di massa [...] rafforzano la sensazione che 'The Passion of the Christ' stia accadendo allora e oggi. Nella nostra coscienza si mescola a immagioni dall'Afghanistan, dall'Iraq, dal Medio Oriente";

- "Gibson ha fatto un film per il Giorno del Giudizio, e lo spettatore prova la sensazione che il film stesso è parte del Giorno del Giudizio che incombe. Gibson non cerca di porre un'alternativa al senso di terrore che esiste oggi. [...] 'The Passion of the Christ' diventa quindi parte del problema, il suo sintomo; ma questo è anche ciò che lo rende un fenomeno così altamente significativo in questo momento storico".

Shambler
14-04-04, 00:10
http://www.ebraismoedintorni.it/ una raccolta di articoli e comunicati molto istruttivi.
da leggere con attenzione.

Augustinus
14-04-04, 00:21
Sono appena tornato dal cinema, dove ho visto il film di Mel Gibson. Il cinema era pieno. Moltissimi giovani ed alcuni sacerdoti.
Film davvero stupendo. Mi sono anche commosso dinanzi alla flagellazione ed alla crocifissione.
I miei complimenti davvero.
Un'opera che senz'altro entrerà nella storia del cinema religioso come una delle migliori.
:) :) :)

Augustinus

Augustinus
14-04-04, 00:24
Originally posted by shambler
http://www.ebraismoedintorni.it/ una raccolta di articoli e comunicati molto istruttivi.
da leggere con attenzione.

Nel leggere gli articoli (patetici per la verità), a me sembrano loro essere dei rinnegati ... :D :D :D
Non certo un Eugenio Israel Zolli!!! :) :) :)

Shambler
14-04-04, 01:04
articoli che possono contare sulla simpatia di tante persone e nn certo espressione di un gruppo minoritario.;)

Augustinus
14-04-04, 08:35
Originally posted by shambler
articoli che possono contare sulla simpatia di tante persone e nn certo espressione di un gruppo minoritario.;)

purtroppo ... :( :( :(
sebbene io sia fiducioso che, in fondo, non sia proprio così: lo prova il successo inaudito del film, che nonostante gli appelli di alcuni a non vederlo, è stato un successone! Ancora ieri sera, all'ultima proiezione del giorno, la sala del cinema nel quale mi sono recato era completamente piena!!!!

Shambler
14-04-04, 17:59
Nn mi sono spiegato: nn è minoritario fra i nostri concittadini di religione ebraica e fra gli appartenenti di quella nuova fede religiosa il cui nome inizia con la N.
Almeno cosi parmi dopo un rapido giro di consultazioni.

Shambler
14-04-04, 18:01
Ed è molto triste come situazione.

Augustinus
14-04-04, 21:53
Originally posted by Manuel
Sul mito del deicidio

di Marco Ottolenghi*

La passione e la morte di Gesù sono tra gli elementi fondamentali della religione cristiana. Purtroppo, accanto alla fede, si è sviluppato nella storia del cristianesimo il mito del deicidio a danno del popolo ebraico, che ha causato una sequenza atroce di morte e distruzione.

Quasi tutti i Padri della Chiesa contribuirono a rafforzare l'accusa del "popolo deicida" ed indussero i cristiani, con invettive feroci ed oltraggi, al disprezzo e all'odio verso il popolo ebraico, che a loro dire, un tempo prediletto da Dio, era poi diventato il popolo di Satana. Ad esempio, S. Giovanni Crisostomo scrisse che "Dio ha abbandonato gli ebrei: essi non hanno riconosciuto il Padre, hanno crocifisso il Figlio (…), la loro sinagoga ormai è la sede dei demoni e dell'idolatria".

La questione da porsi oggi, in occasione dell'arrivo in Italia del film di Mel Gibson, è se la Chiesa e i cristiani vogliano e possano liberarsi del mito del deicidio o se siano destinati a rimanerne prigionieri. La pretesa di Gibson e degli estimatori entusiasti del film, quali Vittorio Messori, di attribuire ad esso una esatta ricostruzione storica dei fatti, optando per una interpretazione letterale e semplicistica dei Vangeli, non va certamente nella direzione auspicata.
Scrive in proposito Cesare Mannucci nell'Odio antico: "i cristiani hanno il diritto religioso di crederlo [Gesù] Dio, ma non il diritto storico di attribuire questa credenza a lui e ai suoi compagni. Di conseguenza l'accusa di deicidio al popolo ebreo, o anche solo a una sua parte, può avere un significato meritevole di un'indagine psicologica, ma è un'incongruenza storica, perché nessun giudeo – dal sadduceo più codino allo zelota più fanatico – è costituzionalmente capace di vedere in un uomo, fosse pure il più grande dei profeti, il 'figlio di Dio'", cioè una sua incarnazione.

È veramente necessario, ai fini della fede cristiana, sottolineare la presunta responsabilità del popolo ebraico nell'uccisione di Gesù, leggendo i Vangeli non come un testo religioso ma come la cronaca di un giornale?
Come mai non è stata adottata per i Vangeli una lettura di tipo allegorico alla pari di quella proposta da molti esegeti cristiani riguardo alla Bibbia ebraica?
L'interpretazione letterale delle parole degli evangelisti, peraltro, conduce inevitabilmente a contraddizioni inconciliabili fra le diverse narrazioni degli stessi avvenimenti.

Per rimanere nell'ambito dei capitoli trattati nel film, la cronaca del "processo" è diversa fra Marco e Matteo rispetto a Luca, e in modo molto più profondo fra tutti e tre i sinottici rispetto a Giovanni. Le differenze sono notevoli anche riguardo alla dinamica della cattura, al momento dell'ultima cena e della crocifissione.
Nei sinottici il gruppo armato che cattura Gesù è composto esclusivamente da ebrei, in Giovanni il gruppo è misto ebraico e romano. Gibson nel film, ovviamente, sceglie la versione dei sinottici.

Nei sinottici l'ultima cena equivale al seder ebraico della prima sera di Pesach, gli interrogatori di Gesù hanno luogo durante quella notte e la crocifissione avviene nel primo giorno della festa. In Giovanni tutto ciò accade un giorno prima, non viene descritto alcun interrogatorio nella casa di Caifa e non si parla neppure di una seduta del consiglio avvenuta nel mattino.
In entrambi i casi l'ambientazione temporale non regge da un punto di vista storico: per la legge ebraica, infatti, era vietato celebrare processi capitali nei giorni di festa o nel giorno precedente una festa. Inoltre, tali processi non si potevano tenere se non alla luce del giorno.

Se pensiamo, poi, all'importanza della festa di Pesach durante il periodo del Tempio e agli innumerevoli preparativi connessi, è difficile immaginare che proprio in quei giorni l'attenzione di tutto il popolo ebraico, compresi il Sinedrio, i sacerdoti ed il sommo sacerdote, fosse rivolta non alla festa ma alla figura di Gesù.
Gibson, nonostante abbia affermato più volte che il suo è un racconto dettagliato, preciso, quasi un resoconto cronachistico dei fatti avvenuti, nel film non fa alcuna menzione della festa. Nessuna attenzione ai riti che preparavano la celebrazione della festa, come è accennato nel Vangelo di Giovanni. Nulla di tutto ciò.
Come se ciò non bastasse, nel film c'è qua e là qualche aggiunta al testo dei Vangeli. Gibson, ad esempio, fa dire a Ponzio Pilato una frase di sprezzante rimprovero a Caifa, quando questi gli consegna Gesù sanguinante dopo l'interrogatorio. Pilato dice nel film, ma questa frase non compare in nessuno dei Vangeli: "Usate sempre punire i prigionieri prima di averli giudicati?".

Il garantismo e la pietà del procuratore romano, in contrapposizione alla crudeltà dei capi del popolo ebraico, potrebbe far sorridere, se non rischiasse di diventare un altro tassello nella lunga storia dell'antisemitismo.

A differenza dei tribunali dell'Inquisizione, per i quali la tortura (il "rigoroso esame") era un elemento fondamentale, nella legge ebraica tale pratica è sconosciuta, poiché la confessione dell'imputato è irrilevante ai fini del processo: secondo il diritto ebraico non si può condannare un imputato basandosi sulla sua confessione.

Oltre alla dinamica e alla collocazione temporale del "processo", anche l'accusa principale rivolta a Gesù non regge ad una seria analisi storica.
Matteo in 26,63 scrive: "… il sommo sacerdote replicò: 'ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio'".
E Marco in 14,61: "… sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?".
Infine Luca in 22,70: "… tutti allora dissero: 'dunque tu sei il Figlio di Dio'".
Gli evangelisti ascrivono al sommo sacerdote (Luca addirittura a tutti gli ebrei presenti) un concetto che rivela la visione cristiana del messia, che è completamente diversa da quella ebraica, e gli attribuiscono un credo cristiano che allora doveva ancora nascere.
Questa è chiaramente una ricostruzione fatta a posteriori da chi ha già una consolidata fede cristiana e poca conoscenza dell'ebraismo, per il quale il messia non è e non può essere il figlio carnale di Dio.
In aggiunta, nel Discorso della Montagna, secondo Matteo (5,17) e Luca (16,16), Gesù dichiara di non essere venuto a cambiare neppure uno iota della legge ebraica. Con questa premessa, anche una possibile dichiarazione di Gesù di essere il messia non sarebbe stata vista come un'offesa o un reato punibile con la pena di morte. Per chiarire meglio questo concetto, basti pensare che ancora oggi fra gli ebrei sorgono sedicenti messia, ma fin quando loro e i loro seguaci rimangono ancorati fedelmente alla legge ebraica, non sono esclusi dall'ebraismo, ma tutt'al più sono visti con una benevola ironia.

In realtà, anche da un punto di vista strettamente teologico cristiano, il mito del deicidio non avrebbe dovuto svilupparsi e creare quelle mostruosità di cui è piena la storia delle persecuzioni antiebraiche.
Così scriveva Padre Mariano pochi anni prima del Concilio Vaticano II: "l'opinione che stiamo discutendo [il deicidio] non ha neppure alcun fondamento teologico. Si dovrebbe, per affermarlo, giungere all'assurdo teologico che Gesù, il quale ha comandato ai suoi seguaci di perdonare ai nemici, ed esige tale perdono come condizione 'sine qua non' per ottenere il perdono dei peccati …. Egli stesso per primo, avrebbe calpestato il proprio comandamento".

Nonostante i cambiamenti operati dalla Chiesa negli ultimi quarant'anni, il pregiudizio antiebraico è duro da estirpare e il film di Gibson non può che alimentare strumentalizzazioni da parte di chi ancora è prigioniero di questa ideologia dell'odio.
Un esempio sorprendente del permanere dei frutti velenosi del mito del deicidio si può trovare nell'ultimo numero del mensile Jesus.
Nella copertina, nonostante un richiamo agli articoli di critica al film di Gibson presenti all'interno, domina la foto di una ragazzina palestinese piangente e con indosso una bandana verde di Ez el din el-kassam (la cellula operativa di Hamas, responsabile della maggior parte degli attentati suicidi in Israele). Questa foto, insieme al titolo "Terrasanta senza pace – PASSIONE A BETLEMME", ripropone – forse inconsciamente – l'argomento della propaganda palestinese, che sostiene l'identificazione fra palestinesi e Gesù, come vittime del "popolo deicida".

Articolo molto discutibile, proveniente da un laico che non conosce nulla di Cristianesimo.
E' assurdo che laici si sentano in dovere di dire la propria sulla fede cristiana! Ma chi si credono di essere????
Prima approfondiscano la fede cristiana (e la corretta teologia) anche vivendola e poi ne riparlino ... . Io ho visto il film e posso annoverarmi tra gli entusiasti ... e posso pertanto dire che la ricostruzione del film è sostanzialmente fedele e realistica, non certo mielosa e melliflua, come la vorrebbero certuni.
Comunque, come detto, i pensieri dei laici non ci interessa e non interessa al nostro forum.

tigermen
17-04-04, 10:40
Scusate signori ma secondo me l'antigiudaismo nasce soprattutto nella sinistra nel confondere tra GIUDA figlio di Giacobbe con GIUDA ISCARIOTA, voi che ne pensate.

Cipriano (POL)
18-04-04, 14:58
Quello di Gibson non è un film ma un'esperienza di fede.

Augustinus
20-04-04, 22:12
Originally posted by Cipriano
Quello di Gibson non è un film ma un'esperienza di fede.

Hai ragione caro Cipriano. Condivido in pieno il tuo giudizio. E felice di risentirti dopo una lunga assenza! :) :) :)

Affus
20-04-04, 23:40
Originally posted by Augustinus
Hai ragione caro Cipriano. Condivido in pieno il tuo giudizio. E felice di risentirti dopo una lunga assenza! :) :) :)


Ho visto il DVD , un fenomeno , mi è piaciuto molto !

Shambler
21-04-04, 00:29
Ma come, un mese fa inorridivi al solo pensiero!

Affus
21-04-04, 08:17
Originally posted by shambler
Ma come, un mese fa inorridivi al solo pensiero!


non lo avevo visto .
non compare una sofferenza idealizata ,ma una crocifissione molto atteninte , realistica .

Vincent
24-04-04, 23:30
Vi posto alcune considerazioni sul film di Mel Gibson. I post saranno due: il secondo integra e corregge parzialmente alcune metafore che avevo individuato nel primo (l'ho scritto alcuni giorni dopo).
Chiaramente dato che la vostra preparazione teologica è di gran lunga maggiore della mia vi invito a fare tutte le correzioni che ritenete opportune. Grazie.

Come gran parte di noi ha ormai capito il lavoro di Gibson è ricco di allegorie, allusioni, rimandi ad altre parti del film o altre vicende narrete nei Valgeli.
Soprattutto i flashback, che tecnicamente sembrano appesantire non poco il film, di fatto sono una miniera di metafore e “links” che appalesano tutta la ricerca soprattutto teologica e che in tredici ha portato alla nascita de La Passione di Cristo e evidenziano in generale il tipo di religiosità cattolica tradizionalista di Gibson.
Io partirei ad esempio dal flaskback della bottega. La scena vede un giovane Youshua in tenuta da carpentiere che lavora a un nuovo tipo di tavolo. Il rimando, implicito ma inequivocabile, è a quella frase straziante: “lo vedi? Faccio nuove tutte le cose” pronunciata da Youshua mentre accarezzava la madre durante la Via Crucis.

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Poi la Madonna gli dice che la cena è pronta e gli ordina affettuosamente di lavarsi le mani nella ciotola. Cosa ci ricorda questa scena? E’ chiaro, Pilato che si lava le mani dalla responsabilità della crocifissione.
A quel punto Youshua fa un gesto del tutto inatteso allo spettatore: schizza la madre con l’acqua della ciotola. E’ un gesto molto divertente e mostra un Cristo simpatico e giocherellone ma la scena è in realtà di grandissima profondità e evidenzia la grande preparazione teologica di Gibson; infatti tutti i cristiani, da 2000 anni, sono battezzati con l’acqua e Yoshua stesso ha ricevuto il battesimo da Giovanni Battista. Quel gesto divertente e imperioso allo stesso tempo, simboleggia così che Myriam, madre di Youshua, è stata scelta come prima cristiana della storia.

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C’è un altro flashback che lasciato perplessi in molti: quello della lapidazione dell’adultera. Infatti vi appare la Maddalena graziata dalla folla dopo la famosa frase di Gesù (chi tra di voi è senza peccato…): ma chiaramente i conti non tornano perché Maria Maddalena non era la donna di quel passo evangelico, ma un’altra persona, una delle pie donne che secondo la tradizione, tra l’altro forse sbagliata, era una prostituta e quindi una peccatrice anch’essa.
Inoltre la scena ci mostra l’adultera (chiamiamola così per semplicità) tendere la mano verso i piedi del Messia in segno di pietà e pentimento: occhio, questa scena non vi ricorda quel passo evangelico dell’altra (l’ennesima) peccatrice che unge di oli preziosi (che sono un simbolo messianico in quanto “unto” si traduce in ebraico con “Messiah” e in greco con “Kristos”) i piedi di Youshua e poi li asciuga con i suoi capelli? In conclusione, la donna del flashback non vuol essere una donna in particolare ma è la metafora di tutte le donne (ad eccezione di Myriam che è per definizione senza peccato) a cui Gesù tende la mano e che predona.
In generale i piedi appaiono come un elemento che lega Gesù con le donne: non a caso durante la crocifissione la Madonna si avvicina a lui e gli bacia i piedi sporcandosi del suo sangue, e qua di nuovo scatta il rimando alla scena dello schizzo d’acqua.
C’è un’altra incongruenza storica che è stata rimarcata più volte: quella dei chiodi che nel film trafiggono le palme delle mani mentre i documenti storici di cui disponiamo ci dicono che essi venivano conficcati nei polsi (e così risulta anche dall’analisi della Sindone). Ebbene, anche in questo caso nulla nel film è lasciato al caso: le mani, così come i piedi sono dei simboli e addirittura delle vere protagoniste in alcune scene dell’opera e in generale nei Vangeli.
Infatti secondo la tradizione le mani sono il simbolo della potenza divina di Gesù: con le mani scacciava i demoni, con le mani guariva gli infermi, con le mani risuscitava i morti etc…
Lo sono anche nelle prime sequenze, quando Youshua prega disperato nell’orto degli olivi: in questo caso le mani innalzate al cielo sembrano essere quasi dei radar per comunicare con Adonai e quindi simboleggiano la sua intimità con il Padre e quindi la profondità della sua natura divina.
Con una mano, ricordo ancora, fa alzare l’adultera del flash-back e qui esse assumono un significato di salvezza dal peccato.
Con una mano accarezza Myriam in quella scena che ho ricordato prima della Via Crucis: in questo caso sono il simbolo dell’intimità con la Madre e quindi della profondità della sua natura umana.
Infine è con le mani che tiene la croce che qua simboleggiano la volontarietà del suo sacrificio.
Cosa significa allora incatenare le mani di Youshua come dentro quella prigione nei sotterranei del tempio? Cosa significa inchiodarle, bucarle, immobilizzarle come durante la crocifissione? E’ chiaro, facendo questo l’uomo (ben rappresentato da Mel Gibson) ha voluto non solo eliminare fisicamente a causa dei peccati l’umanità di Gesù ma anche, peccando, rimuoverne la natura divina: le mani sono quindi la massima espressione simbolica sia dell’umanità che della divinità del Cristo.

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Se torniamo poi alla sequenza dell’inchiodatura della prima mano di Youshua, quella celeberrima che ha come special guest la mano del regista che brandisce il martello ricordo un particolare importantissimo: nell’inquadratura precedente la faccia di Gesù si volta verso l’inchiodatore ed è l’unica inquadratura del film nella quale Caviezel guarda dritto la telecamera e nella quale quindi Gesù ci guarda mentre lo uccidiamo.

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Vincent
24-04-04, 23:46
Erano rimasti in sospeso alcuni punti circa l’interpretaizione simbolica dell’opera gibsoniana, con riferimento al tavolo e ai piedi di Youshua.
Partiamo dal tavolo e facciamoci alcune domande. Perché nel flashback quell’ingegnoso e sconosciuto carpentiere di Nazareth inventa un nuovo tipo di tavolo? Perché questo nuovo tavolo è più alto rispetto al normale? Perché è stato commissionato proprio da un ricco? Allora, secondo me il tavolo è la metafora di due cose: la croce e la Chiesa.
L’allusione alla croce è chiarissima in quanto il nuovo tavolo è ovviamente di legno ma è anche alto così come Yoshua crocifisso si trovava in posizione innalzata rispetto al terreno. Ma c’è un’altra allusione di cui mi sono accorto solo da poco e che è veramente toccante: ricordate cosa fa Myriam dopo la descrizione del nuovo tavolo?
Si mette in un lato e mentre Gesù sorride divertito fa una cosa che appare stranissima e autodissacrante: piega le gambe, spinge il sedere in fuori come ad immaginare di essere seduta su una delle nuove sedie adattate e poggia le mani (forse i dorsi, ma non ricordo) sul tavolo. Ricordate la scena della goccia? Qui sullo sfondo Gesù sembrava seduto su di un trono: ecco, Myriam stava profetizzando la crocifissione del figlio mimandone la posizione sulla croce.

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Perché però tavolo è realizzato per un ricco? Semplice, il ricco è forse il peccatore per antonomasia, quello destinato alla dannazione eterna (ricordate quel passo delle beatitudini? “Ma guai a voi ricchi…”) se non fosse per l’intervento salvifico del Cristo e qui io ci vedrei decisamente anche un riferimento autobiografico a Gibson stesso che certamente povero in canna non è, che dite? E’ quindi soprattutto per i ricchi e per Gibson in particolare che Youshua è morto sulla croce e che la sua Chiesa opera nel mondo: entrambe sono ben simboleggiate dalla metafora del tavolo.
Ma questo non è l’unico tavolo che si vede nel film: ce ne sono per lo meno altri due: quello dell’ultima cena e quello sul pretorio nella scena della flagellazione.
Il primo tavolo, chiaramente, simboleggia le stesse cose di quello del flashback di Nazareth: è di legno, vi si vede Youshua innalzare il pane e il vino (il nuovo tavolo era più alto) proprio mentre durante il film la croce veniva materialmente issata e quindi c’è un rimando sia alla croce che alla Chiesa e al rito dell’eucarestia in particolare.

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Poi c’è l’altro tavolo, quello posto nel pretorio: qui le scene sono più difficili da decriptare ma suppongo che anch’esso rappresenti le stesse cose.
Vi ricordate la scena nella quale il flagellatore colpisce il tavolo con un gatto a nove code togliendone un pezzo? Cosa rappresenta oltre alla flagellazione se non l’attacco, il tentativo di perseguitare e distruggere la sua Chiesa da parte degli uomini ispirati dal maligno nel corso della storia? Non a caso Satana è presente ad assistere anche a quelle scene con tra le braccia il suo delizioso pargoletto. Inoltre quel pezzo staccato del tavolo potrebbe rappresentare anche le divisioni, gli scismi, le riforme che ne hanno provocato lo smembramento.
Qui c’è un altro particolare per lo meno strano: dopo che il centurione colpisce (rovinandolo) il tavolo, colui che vi era seduto, che era presumibilmente un suo superiore, invece di rimproverarlo severamente pare essere impaurito, pare non avere la forza di rimproverarlo o punirlo come dovrebbe avvenire in ambiente militare. Non solo, il flagellatore si avvicina a lui e gli tocca la faccia ruvidamente come se si prendesse gioco di lui mentre i parigrado sghignazzano. Cosa vuol dire tutto questo? Faccio un’ipotesi ma non ne sono del tutto sicuro. Qui forse entra in gioco il tipo di religiosità gibsoniana, che come tutti sanno è un fervente cattolico tradizionalista che a Matera faceva tutti i giorni da diligente chierichetto durante le funzioni in latino e che non accetta le riforme apportate dal Concilio Vaticano II. Bene, se il tavolo è la metafora della Chiesa forse quel “capocenturione” che vi stà seduto rappresenta i Papi postconciliari che sono appunto completamente privi di autorità e di autorevolezza in quanto quelle riforme hanno provocato un pesante indebolimento dell’istituzione ecclesiale.
Non solo, il toccare la sua faccia è un rimando obbligato alla carezza del neonato mostruoso alla Celentano che rappresenta i peccatori i quali allontanandosi dal Cristo si trasformano in creature del maligno.
In questo caso questa ruvida carezza è la denuncia della implicita adesione dei vertici della Chiesa al progetto diabolico di indebolimento e distruzione delle istituzioni che sono preposti a governare.
Spero di non aver scritto troppe cavolate. Comunque, vi ricordate che Youshua prima della flagellazione viene pesantemente bastonato? Vi ricordate che dopo la bastonatura i flagellatori non sapevano quale tipo di strumento di tortura scegliere perché avevano esposta una vastissima gamma di gatti a nove code, di flagelli etc? Qui la metafora è facile: ognuno di questi strumenti rappresenta un peccato diverso, ciascuno ha una sua gravità e ciascuno capace comunque di aggredire e dare sofferenza al Messia.

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Poi c’era anche la metafora del piede che era rimasta in sospeso.
Forse di questa ho capito qualcosa. Però partiamo dall’inizio non del film e neanche del Vangelo ma dall’inizio della Bibbia. La storia la conosciamo tutti ma faccio un brevissimo riassunto: Adamo e Eva sono i primi uomini, vivono felici nel Giardino dell’Eden, non conoscono il peccato, nonostante Dio li abbia ammoniti di non cogliere il frutto dell’albero del bene e del male etc… A un certo punto un serpente che rappresenta il maligno convince Eva a coglierne un frutto; lei è convinta e ne mangia e convince anche il compagno a farlo. Immediatamente hanno vergogna delle proprie parti intime, si coprono, Dio si accorge dell’accaduto e li scaccia dal Paradiso terrestre.
Bene, cosa centra allora il piede di Youshua. Centra, centra. Vi ricordate la scena dell’orto degli olivi? Quell’orto non vi ricorda qualcosa? Vi ricordate che durante il momento di massimo tormento Satana manda a Youshua un serpente? Quel serpente non vi ricorda una vecchia conoscenza?
Bene, un attimo prima dell’arrivo delle guardie del tempio, proprio mentre la bestia stava per avvinghiarsi, Lui si alza e lo schiaccia col piede con grande forza (tanto che mi è partito mezzo timpano).

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Ecco, il piede di Youshua rappresenta il dominio sulla tentazione (di peccare) e sul maligno che l’uomo può avere solo grazie a Cristo.
Nel flashback della lapidazione, la famosa donna peccatrice che come abbiamo visto simboleggia tutte le donne, dopo l’intervento del Cristo in sua salvezza (chiaramente la salvezza non è solo fisica) cerca di allungare le mani verso i piedi di Youshua ma non li tocca. Ricordate chi invece li toccherà? Proprio sua madre, Myriam, durante la crocifissione: proprio lei infatti, secondo la tradizione cattolica ha pieno controllo sul peccato anzi, proprio per mezzo del figlio è senza peccato.
Per concludere volevo dire che sembra che Gibson praticamente ha realizzato due film: uno è quello che è guardato, scusate la metafora, alla luce della ragione o comunque in modo superficiale e distratto: quello che è quasi universalmente riconosciuto come un gran bel film (o grandissimo film) ma forse non come un capolavoro a causa data la sua tecnica non perfetta, che può piacere o non piacere, che può essere accusato di antisemitismo o di violenza, ma che è pur sempre un’opera d’arte che merita rispetto. Se però si guarda il film alla luce della fede o comunque con maggior profondità e si medita su alcune parti ci si accorge che La Passione ha in realtà un’altra dimensione, un risvolto della medaglia che lo rende forse unico nel suo genere.

Augustinus
25-04-04, 00:05
Chiedo scusa al forumista Vincent, ma ho unito il suo thread a quello già aperto su The Passion, dal momento che così si evita, su uno stesso tema, una certa dispersione di posts. :) :) :)

Augustinus

Vincent
25-04-04, 11:48
Provo a interpretare la scena della resurrezione (siate indulgenti!).

Ricapitoliamo: le mani rappresentano la profondità della natura sia umana che divina del Messia e il suo rapporto intimo sia con gli altri esseri umani sia con Dio Padre.
Ebbene, quando la pietra rotola dal sepolcro la luce vi penetra intensamente: quella luce rappresenta le nostre anime che aspirano alla Salvezza e a conoscere la Verità, ma per questo non basta che esse passino per il sepolcro che rappresenta il supermarket delle religioni o fedi o in generale spiritualità esistenti nel mondo: la nostra luce interiore deve passare obbligatoriamente attraverso i fori di quelle mani, attraverso cioè Yoshua, vero uomo e vero Dio.
Questa metafora ci ricorda anche la celeberrima frase apparentemente paradossale pronunciata da Youshua durante la sua predicazione: “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco nel regno dei cieli”: qui le metafore sono facili perché quella cruna è chiaramente la metafora delle stigmate e viceversa, per cui l’anima del ricco non convertito (ottimamente rappresentato dal Gibson di 13 anni fa) non passerà mai attraverso quella cruna o quelle stigmate e non entrerà mai nel Regno dei cieli.

Augustinus
25-04-04, 17:46
Sorprende che molta gente solo dopo l'uscita del film di Mel Gibson stia scoprendo la passione di Gesù, quasi non l'avessero mai prima considerata e meditata; colpa anche di una predicazione unilaterale e difettosa e dell'attuale liturgia che non mette bene in risalto il sacrificio della croce compiuto per la nostra redenzione dai peccati; mentre i racconti della passione si leggevano ogni anno in tutte e quattro le versioni evangeliche, la riforma liturgica postconciliare, invece di rendere la lettura della Sacra Scrittura più abbondante (SC 35/1), l'ha impoverita, accorciando e diluendo le letture bibliche in un ciclo triennale. Su molti altari (trasformati in mense) oggi manca il crocifisso. Le Vie crucis nelle chiese erano costituite da quadri completi eloquenti, a differenza di quelli scarni, spesso simbolici odierni che non aiutano la fantasia. La Via crucis poi non veniva politicizzata e trasformata in marce pacifiste, né le veniva appiccicata, com'è invece di moda, la "XV stazione", quella della Risurrezione che annulla il silenzio di attesa del Sabato Santo.

1. Come quasi tutti i film "biblici", il film di Gibson introduce elementi soggettivistici e non corrisponde in tutto ai dati obiettivi storici che si ricavano dai vangeli, dalle scienze bibliche e anche dalla sacra Sindone, che, garantita ormai da certezze scientifiche inoppugnabili, ci informa su molti particolari della passione e morte di Gesù, in piena corrispondenza coi dati risultanti dai vangeli.

2. Ancora una volta, come nelle polemiche intorno all'azione di Pio XII, si tende pretestuosamente, conformemente alla mentalità corrente, a politicizzare la passione di Cristo sviando l'attenzione su un presunto antisemitismo. La sana teologia insegna a distinguere: a) la colpa spirituale (teologica) della passione e morte di Gesù Cristo è dei peccati umani, quindi di tutto il genere umano (1Cor 15,3; 1Pt 2,24); la stessa Madonna è stata redenta da Gesù, con quella differenza che a noi la redenzione operata da Gesù viene applicata mediante la liberazione dai peccati che ci vengono rimessi nei sacramenti grazie al sacrificio di Gesù, mentre alla Madonna la redenzione è stata applicata preventivamente, nell'Immacolata Concezione, per modo di preservazione dal peccato originale e da quelli personali, sempre in virtù della grazia divina meritata da Gesù. b) Colpa (responsabilità) morale della passione e morte di Gesù Cristo è del popolo ebraico nella sua grande parte (NA 4e: le autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperati per la morte di Cristo [Gv 19,6]) che ha voluto e chiesto la sua uccisione mediante la crocifissione - san Pietro è esplicito: che voi avete crocifisso (At 4,10) - assumendosene la responsabilità con le parole: Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli (Mt 27,25). c) Colpa per così dire giuridica è da ascriversi a Ponzio Pilato, con quella riserva che egli aveva deciso di liberarlo, come attesta san Pietro (At 3,13).

3. Scrivendo per una seconda volta del film di Gibson sul settimanale diocesano "Il Popolo" di Pordenone (18 aprile 2004, p. 1 e 18), il sacerdote parroco Toni Zanette lo accosta alle rappresentazioni medievali, che piacerebbero ad una Chiesa lacrimosa e orgogliosa, sprezzante verso la liturgia del postconcilio, bisognosa di una oscurità densa nella quale sentire di nuovo sgocciolare sangue e dolore, mentre la recente riforma liturgica avrebbe ricuperato la serenità con l'accento posto sulla risurrezione di Cristo che ridona la speranza. In realtà la risurrezione di Cristo è frutto del Suo sacrificio della croce, per cui la Chiesa canta O Crux, ave, spes unica, mentre la riforma liturgica postconciliare ha messo in sordina proprio l'aspetto centrale sacrificale della redenzione e della santa messa, ribadito, invece, da Giovanni Paolo II nel capitolo I dell'enciclica Ecclesia de Eucaristia.

La passione e morte di Gesù, venuto per dare la sua vita in riscatto per molti (Mt 20,28) è stata un martirio crudele, dovuto alla ben nota atrocità della crocifissione, preceduta dal sudore di sangue, dalla flagellazione, con l'aggiunta della coronazione di spine. Sarebbe bene se molte persone conoscessero la sacra Sindone che fornisce dettagliate informazioni sulla sofferenza di Gesù, per pentirsi dei propri peccati, per i quali il nostro Signore ha subito la passione e la morte, salario del peccato (Rm 6,23) che Egli prese su di sé (Gv 1,29) in obbedienza al Padre (Fil 2,8) a nostro favore (2Cor 5,21); Egli lo fece volontariamente (Gv 10,17-18; Is 53,7/lat: Oblatus est quia ipse voluit), e per quella volontà noi siamo stati santificati (Eb 10,10). E per cercare poi in Cristo risorto la remissione dei peccati (Gv 20,23), in quanto Gesù è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Rm 4,25), di modo che grazie alla sua opera di soddisfazione alla giustizia divina per i nostri peccati questi ci vengono rimessi dalla misericordia di Dio a partire dalla risurrezione di Cristo (cfr. Gv 20,19-23). La messa tridentina tiene in equilibrio i due elementi essenziali del mistero pasquale, la morte e la risurrezione.

Proprio nell'ultime due domeniche precedenti la Settimana Santa, il 28 marzo e il 4 aprile 2004, la televisione ha trasmesso dalla chiesa di S. Marco a Milano, dove risuonò per la prima volta il Requiem di Giuseppe Verdi, il grandioso Stabat Mater di Antonín Dvorák per soli, coro ed orchestra, dalla durata di circa un'ora e mezza, che unisce una mestizia e dolore intensi con la più grande serenità, nella partecipazione al dolore della Madre di Cristo e nostra, espresso mirabilmente nella sequenza di Jacopone da Todi, presente nella messa tridentina. Il concerto fu diretto dal celebre direttore d'orchestra tedesco Wolfgang Sawallisch che tesse i più alti elogi di quella musica; ne esiste un'edizione diretta dal compianto Giuseppe Sinopoli; dopo i grandi maestri boemi Václav Talich, Václav Smetácek e Rafael Kubelík, questi ed altri hanno fatto conoscere quella geniale composizione che aiuta a meditare piamente la passione e morte del nostro Redentore, nella prospettiva della gloria eterna, grazie alla maestria e profonda fede cattolica di Dvorák, del quale scrisse una biografia anche l'arcivescovo di Praga, card. Giuseppe Beran di venerata memoria.

Nella sequenza Stabat Mater si chiede: Fac, ut portem Christi mortem, passionis fac consortem et plagas recolere. San Paolo dichiarava: io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo (Gal 6,17). San Francesco d'Assisi, stigmatizzato, quasi perdette la vista a La Verna a forza di piangere meditando assiduamente (come raccomanda poi sant'Alfonso de' Liguori) la passione di Gesù.

Oltre alla liturgia tradizionale e alla vera arte musicale fanno meditare salutarmente la passione di Gesù anche le stimmate sanguinanti, portate per cinquant'anni da san Pio da Pietrelcina (che era figlio spirituale di san Francesco d'Assisi e prediligeva san Paolo) e la Via crucis dello scultore Francesco Messina che si trova sulla collina di San Giovanni Rotondo (Padre Pio vi è raffigurato come Cireneo), dove si vedono praticarla molti gruppi di fedeli, mentre in una serie di vetrine in un corridoio dietro la tomba di Padre Pio si trova disegnata in tutti i precisi dettagli storici, ricavati dalla sacra Sindone (su cui esistono molte pubblicazioni), la passione redentrice del nostro Signore, di cui Padre Pio fu immagine vivente nel celebrare, con intensa partecipazione ed immedesimazione, il sacrificio eucaristico, nel quale si rinnova sull'altare quello della croce, e nell'amministrare nel sacramento della penitenza il perdono dei peccati che ne scaturisce.

C'è da chiedersi se si vuole esaurire tutto in una chiassosa, banale e sterile polemica che si concentra e termina in un film che ha suscitato un grande interesse e soprattutto incasso, o se si vuole entrare in un rapporto personale con Gesù Cristo, nostro Redentore, ripetendo con san Paolo: Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20).

Grazie a Dio dopo la visione del film alcuni si pentono e convertono, come il buon ladrone, il centurione e le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto (Lc 23,41.47.48). Non è un film-horror come quelli che vanno di moda oggi per compiacersi della violenza, ma un film che aiuta a riscoprire l'orrore del peccato, specie quello dell'apostasia (di cui parla il Santo Padre nell'enciclica Ecclesia in Europa, 9), con cui molti crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio (Eb 6,6). Il beato padre Marco d'Aviano OFMCap (1631-1699), si diffonde con dovizia di particolari, nel suo opuscolo Gravità del peccato mortale (9), sui patimenti di Cristo crocifisso, che ci fanno capire l'infinita gravità del peccato, e ci insegna l'Atto di dolore, per una buona confessione sacramentale.

Vincent
25-04-04, 18:13
Scusa Augustinus, volevo chiedere a te e agli altri utenti del Forum (che certamente siete più colti di me in materia) cosa pensavate della mia teoria sulle metafore presenti nel film di Gibson prese una per una, dal simbolismo legato alle mani a tutti gli altri. Ce n'è qualcuno che non vi convince oppure qualche altro che vi ha colpito particolarmente? Grazie.:)

Augustinus
29-04-04, 13:59
Lo Scandalo della Passione

The Passion of the Christ, il film di Mel Gibson, ha il merito di mettere i cristiani di fronte al fatto storico dei patimenti di Cristo in balìa del potere delle tenebre, fino alla domenica della sua gloriosa risurrezione.
La passione di Gesù non è un simbolo, è un fatto storico. La croce di cui il Figlio di Dio fu caricato non era un legno levigato come quello delle croci che solitamente si vedono nelle nostre chiese, ma una trave rozza e pesante, che fiaccava le spalle al suppliziato. E i flagellatori non erano i damerini eleganti raffigurati in qualche miniatura, ma brutali carnefici che si eccitavano alla vista del sangue. Del resto, la Sacra Sindone è il realistico referto fotografico delle torture subite da un Uomo seviziato e ucciso con efferatezza.
Cristo è morto in quel modo atroce per riscattare i peccati del mondo, tutti i peccati di tutti gli uomini, da Adamo all’ultima generazione che verrà travolta dall’Apocalisse. San Josemaría Escrivá, nel commentare il secondo mistero doloroso nel quale si contempla la flagellazione di Gesù, conclude: «Guardalo, guardalo a lungo… E poi… avrai ancora paura dell’espiazione?» (Il santo Rosario).
Il film di Mel Gibson è una grande occasione di catechesi e di preghiera. Mettendoci di fronte a quel sangue, a quelle spine, a quei chiodi, spinge alla presa di coscienza, al pentimento, alla conversione, alla riparazione: «Bambino sciocco, guarda: tutto questo… ha sofferto tutto questo per te… e per me. – Non piangi?» (Ibidem, «Quinto mistero doloroso»).
Certo, un film è sempre una rappresentazione, non è il Vangelo: ma il film di Gibson è fedele alla lettera e allo spirito del Vangelo. Il giudizio estetico è lecitamente opinabile, ma va dato atto al regista dell’impegno, dello scrupolo filologico, della nobile intenzione apologetica che ha profuso nel riproporre lo scandalo della Passione.
Le polemiche hanno accompagnato il film già durante la lavorazione, e gli si è affibbiata l’infamante accusa di «antisemitismo».
Sulle responsabilità nella condanna di Gesù la Chiesa si è pronunciata nettamente e definitivamente nella dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II: «Se le autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo (cfr Gv 19,6), tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati né come rigettati da Dio, né come maledetti […]. Gli Ebrei, in gran parte, non hanno accettato il Vangelo, ed anzi non pochi si sono opposti alla sua diffusione. Tuttavia, secondo l’Apostolo (cfr Rm 11, 28-29), gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui chiamata sono senza pentimento» (n. 4).
Del resto, già san Pietro, nel suo secondo discorso riportato dagli Atti (3, 13-19) trovava delle attenuanti: «Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi; Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».
Nel film di Gibson non c’è assolutamente nulla in contrasto con la Scrittura e con la luminosa dottrina della Chiesa. Chi lancia inopinate accuse di «antisemitismo» dovrebbe rispondere a queste domande:
1. «Caifa ha fatto bene o male a chiedere la condanna di Gesù che si qualificava come Messia?»
2. «Se tu fossi stato al suo posto, avresti condannato o assolto quel Gesù storico che affermava di essere il Cristo?»
La Chiesa cattolica ha dato risposte da duemila anni: Cristo, l’innocente, è stato condannato perché è il Messia. Il punto è questo e solo questo. E dunque, cari filosemiti, lasciate ai cristiani, e innanzitutto ai cattolici, la libertà di credere e di proclamare che Gesù Cristo, il Gesù storico che anche Mel Gibson a suo modo presenta, è veramente il Messia, colui che ha preso su di sé il peccato del mondo, per redimere il mondo. E, come san Pietro ha dichiarato ai capi del popolo e agli anziani che l’avevano incarcerato con Giovanni per aver guarito lo storpio, «questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4, 11-12).

C.C.

Berto
25-05-04, 00:54
«La Passione di Cristo» contro la gnosi
by Webmaster

http://www.kattoliko.it/leggendanera/rete/passion.htm

La pellicola cinematografica di Mel Gibson ha suscitato una pletora di reazioni inviperite. Non si tratta di un semplice film, quest'opera ha toccato vari nervi scoperti. Per quale motivo?

Nel momento storico in cui trionfa il tolstojsmo anticristiano di un Vangelo ridotto a «messaggio morale», a colto passatempo per professionisti e tecnici delle sacre scritture, Mel Gibson rilancia la Passione di Cristo. Al centro non v'è un'alienante e asettica ideologia da borghesia del terziario avanzato, ma l'uomo-Dio in carne, ossa e sangue. Un uomo-Dio che scherza con la madre, urla e patisce strazi lancinanti, trascinato ai limiti estremi della sopportazione umana. Molti habitué del luogo comune hanno visto in questo del «sadismo», dimenticando che l'empio anticristianesimo di Sade consiste nel capovolgere la direzione dell'ascesi. Per il Marquis non v'è ascesi se non al contrario, «verso il basso», infernale e sovversiva. In essa l'uomo non si eleva, ma sprofonda nel peccato cercando di trarvi l'impossibile redenzione di un Faust, in realtà per divenire schiavo del principe della menzogna in un tourbillon di istinti autodistruttivi: è il culto della morte che si cela in Sade. Come usuale nella gnosi, la via della salvezza passa per la pratica del peccato. Ha scritto Massimo Introvigne: «Barthes ha visto in de Sade un sant'Ignazio rovesciato: e in effetti il complesso della sua opera sembra costituire un vasto e organico corso di contro-esercizi spirituali. [...] La teologia infernale di de Sade è una regola per i monaci del male: e la regola, che si limita a offrire un'ascetica, apre la strada e fissa il quadro per le successive esperienze della mistica. L'ascetica della sovversione sadiana si presenta così a essere completata e raffinata da una mistica rivoluzionaria» (1). La mistica della morte di Sade troverà completamento nel desiderio di annichilimento e di lenta tortura di Leopold von Sacher-Màsoch (da qui l'accostamento nel termine «sadomasochismo»)



La violenza che cagiona la sofferenza del Cristo di Gibson in questo senso nulla ha di «sadomasochistico». Al contrario, essa sfocia nell'ascesa verticale del Signore. La cifra di quel prolungato martirio cinematografico è dunque la donazione estrema di sé nel sacrificio di salvezza, il «faccio nuove tutte le cose». Il mondo non è opera di un demiurgo malvagio, degno solo di dissolversi. La Redenzione è possibile. Il Cristo di Gibson, come nei Vangeli, sale verso il Calvario. Anche in questo caso, l'esatto contrario del «sadismo». La salita al Calvario è ascesi verticale, prototipo e modello di tutte le ascesi alla santità della storia cristiana, la via dolorosa del sacrificio di sé per ottenere il bene superiore della salvezza. V'è oggi infatti qualcosa che suoni maggiormente come «scandalo e follia» di fronte al sensismo del «mondo» dell'aspetto «penitenziale» del cristianesimo? Digiuni, penitenze, rinunce, tutto l'arsenale ascetico plurisecolare della mortificazione individuale, praticato da sempre nella Chiesa sull'esempio di Cristo, viene oggi nella migliore delle ipotesi ricacciato nelle torbide acque del «Medioevo». Ecco dunque un buon motivo per denigrare «The Passion of the Christ»: il rifiuto della Croce di Cristo. A sproposito il film è stato accusato di presentare una violenza gratuita (2). Niente di più falso. Gli autori materiali della sofferenza impartita al Figlio di Dio risultano alla fine semplici comparse. Tutti costoro quasi si dissolvono di fronte al sovrabbondare dell'amore di Cristo, a quella passione per l'uomo che lo rende capace di rialzarsi dopo ogni caduta e colpo inferto.

Cristo al centro

Quanto al preteso «antisemitismo», in questo suo aspetto anche «carnale» è invece, al contrario di quanto ripetuto senza posa da certo sciocchezzaio conformistico, un film profondamente ebraico. Non ha detto Andrè Neher che «Israele e la sua terra stanno tra loro nello stesso rapporto che lega il corpo e l'anima, e la concezione ebraica è tale da non separare né il corpo dall'anima né l'anima dal corpo»? La presunta contrapposizione tra «legalismo» giudaico e «nuova etica dell'amore» cristiana è in realtà essa stessa il portato di un'altra eresia gnosticheggiante, quella di Marcione. Ancora una volta, la propensione antinomica si manifesta nel disprezzo gnostico della legge e di tutto ciò che rammenti una parvenza di norma giuridica. L'eresia marcionita va intesa in duplice senso, ha ricordato Alain Besançon: «Il primo, in senso diretto, è il rifiuto dell'Antico Testamento, e in modo equivalente del popolo ebraico. Il secondo, per analogia, è il rifiuto dell'Antichità e della saggezza greco-latina. Almeno dalla Riforma in poi, il cristianesimo oscilla fra questi due marcionismi, ora rifiutando, in nome di un fondamentalismo biblico, l'umanesimo classico e la filosofia ora ripudiando, in nome di questi ultimi, l'eredità biblica ritenendola inumana, barbara e opposta alla civiltà» (3) Una volta per tutte in «The Passion» appare in maniera evidente che il cuore del Vangelo non è un generico florilegio di citazioni moralistiche e pie esortazioni; non è nemmeno dunque, come reputano gli «aficionados» di Tolstoj e Girard, la nonviolenza che scardina il meccanismo del capro espiatorio, o la liberazione sociale dei «dannati della terra» auspicata dagli epigoni di Leonardo Boff. Come per Vladimir Solov'ëv, v'è un unico «centro»: la persona salvifica del Cristo Redentore. La taccia di «sadismo» è dunque il riflesso condizionato di una cultura moderna che, essendo incapace di conferire significato al lato tragico dell'esistenza, è costretta a celarlo. Se il cielo è chiuso, dolore e morte cadono nel reame dell'assurdo. Per questo la violenza del film è incomprensibile a molti, risolvendosi in pura irrazionalità non incastonabile in qualche universo simbolico dotato di senso. Infatti, per metterla a tacere si è ricorso all'utilizzo di esorcismi verbali e prêt à porter lessicali. Insomma, a formule stereotipizzate («sadismo», «masochismo», «antisemitismo»), quindi pre-razionali.

La gnosi contro «The Passion»

Lo spirito gnostico ancora una volta si scandalizza dell'Incarnazione, del Dio rappresentato in forme umane. I nemici di «The Passion of the Christ» non sono gli ebrei, ma i teologi progressisti del Boston College (4). Come per l'infame leggenda nera costruita intorno a Pio XII, la polemica sul presunto antisemitismo del film di Mel Gibson è primariamente «intra moenia». I nuovi iconoclasti, i nuovi gnostici e docetisti lo hanno attaccato con rabbia e furore, temendo che potesse sottrarre la figura del Cristo dai loro conciliaboli, nei quali unico dato costante è quello di fornire sempre e invariabilmente un'immagine à la page del Figlio di Dio, secondo i desideri del «mondo». Il film quindi è in un certo senso una cartina di tornasole, come ha ben intuito Mario Palmaro sulle colonne de «il Giornale». I critici che hanno lamentato la scarsa aderenza del film di Gibson ad un preteso equilibrio «classicheggiante» - quasi tra gli evangelisti ci fosse anche Winckelmann - dei Vangeli sono gli stessi che solitamente invocano a gran voce non il trionfo dello spirito apollineo, ma il «ritorno alle origini»: lo svestimento da parte della Chiesa cattolica delle impurità costituite dalle proprie sovrastrutture classiche. Non vi poteva essere accusa meno credibile e più contraddittoria, per il suo cozzare contro la realtà: «La Passione di Cristo» è a tutti gli effetti un ritorno all'evento fondatore, perfino nella lingua parlata. E in fondo è proprio questo l'elemento più irritante. Nel cattolicesimo modernista v'è un'unica ossessione, quella di «depurare» il cristianesimo dalle escrescenze abusive dell'era costantiniana, dalle propaggini e dalle sedimentazioni storiche che ne avrebbero contaminata la primigenia purezza. «The Passion of the Christ» con sommo scorno di costoro mostra invece che nulla è cambiato di sostanziale. Se l'aspetto mariano della Chiesa di Roma è considerato retaggio pagano, quindi «impuro», da «eliminare», nel film la presenza della Madre è costante. Il suo respiro e quello del Figlio sono una cosa sola. Le scene più toccanti e significative coinvolgono la Madre e il Figlio, la Madre della Chiesa e il Capo della Chiesa. Poteva un simile azzardo restare impunito?

L'androgino, ovvero la falsificazione del bene

In quel capolavoro del Political Correctness che è stato «Jesus» di Roger Young (chi non ricorda il finale col Gesù biondo, occhi azzurri, blue jeans, che si incammina verso un avvenire di pace contornato da bambini di tutte le razze?), il diavolo assume il piglio manageriale di uno yuppie di Wall Street. In giacca e cravatta, sicuro di sé, grande manipolatore di effetti speciali pour épater le bourgeois, abbiamo qui un vero professionista del male. Non deve stupire che questa metafora trovi larga accoglienza tra le fila di certo cattolicesimo moderno. Quel demonio infatti raffigura nient'altro che la società occidentale, ed esprime l'odio decadente nei confronti della tecnica e della «falsa coscienza» del borghese. Il Satana di «Jesus» si ferma al sociologistico e al fenomenico, per contro l'androgina figura demoniaca di «The Passion of the Christ» è puramente metafisica. La schiavitù luciferina non è praticata dal «sistema» o dall'economia di mercato, ma è quella definita dalla Libertatis nuntius come «schiavitù radicale del peccato» (5). Un abisso divide i due film.



L'androgino com'è noto si rifà al Simposio di Platone, ed è una figura ricorrente nella gnosi antica. All'interno del risveglio gnostico contemporaneo, l'indistinzione tra uomo e donna riflette la non-distinzione tra bene e male, il sovvertimento dell'opera divina. Il demonio è colui che anela l'annientamento dell'opera di Dio, a cominciare dalle forme che riflettono l'opera del Creatore nella realtà creata. Se la distinzione dei sessi fa parte del piano divino, il demonio mescola le essenze. Egli, l'Anomos per eccellenza, si balocca con nomi e forme, vi gioca fino a renderle irriconoscibili, deturpando insieme ad esse anche l'immagine del Creatore. Ecco il male confondere gli animi presentandosi con voce melliflua, insinuandosi surrettiziamente nelle giunture di anima e corpo, fino ad intaccare le «radici profonde», quelle che «non gelano». É il gelo che nel film avvinghia Giuda, il «pianto e stridor di denti» di un'anima decomposta e annientata dal ghigno marcio di Satana. In un celebre passo degli «Esercizi» sant'Ignazio descrive il demonio come colui che suole presentarsi sotto forma di «angelo di luce», mentre Isaia nel Vecchio Testamento si scaglia contro i mistificatori della verità: «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro» (Is 5, 20).

Non la pensa diversamente Mel Gibson: «Credo che il diavolo sia reale, ma non credo si mostri troppo spesso con corna, fumo e coda biforcuta. Il diavolo è più intelligente di così. Il male è fascinoso, attraente. Sembra quasi normale, quasi buono. Ma non del tutto. Questo è quello che ho cercato di fare col diavolo nel film. La faccia dell'attrice è simmetrica, in un certo senso bella, ma non completamente. Per esempio, le abbiamo rasato le sopracciglia. Poi l'abbiamo ripresa quasi sempre al rallentatore, così che non la si vede battere le ciglia, il che non è normale. Nel Getsemani abbiamo fatto il doppiaggio con una voce maschile, anche se l'attrice è donna. Questo è ciò che fa il male, prendere qualcosa che è buono e travisarlo un po'». Nella scena della flagellazione Satana compare tenendo in braccio la caricatura mostruosa di un infante. «Di nuovo», incalza Gibson, «è il male che distorce ciò che è buono. Cosa c'è di più tenero e bello di una madre e un bambino? Così il Diavolo prende questo e lo distorce solo un po'. Invece di una madre e un figli normali si ha una figura androgina che tiene un "bambino" di 40 anni con i capelli di dietro» (6).

Quella che può sembrare un'ossessione del passato è in realtà un incubo del presente. Il moralismo pro-choice e il nichilismo eutanasico non fanno forse ricorso anch'essi a un Newspeak (o meglio, a un'Antilingua, come sostiene Piergiorgio Liverani), annegando la realtà in una palude di eufemismi e locuzioni nominalistiche? Il Ministero della Verità di 1984 ne è un triste e profetico esempio: «La guerra è Pace», «La libertà è la Schiavitù». Impossibile non rammentare l'«umanitarismo» di tanta retorica abortista, o la congerie di eufemismi il cui portato è l'ottundimento della percezione del male: il termine «aborto» viene declinato secondo un climax burocratizzante e asettico, fino a divenire prima «Interruzione Volontaria della Gravidanza» infine, in puro stile orwelliano, semplicemente «IVG». Una faccenda da bureau, insomma, la cui soluzione è riservata a qualche specialista della tecnica medica. Un modulo da compilare e tutto è risolto. Questa corruzione del linguaggio è allo stesso tempo sintomo e causa della «cultura del niente». «Una democrazia senza valori», ci ricorda Giovanni Paolo II, «si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia» (7). Contro questa ambiguità luciferina si erge oggi quel moderno Isaia rispondente al nome di Giovanni Paolo II, il quale dalla cattedra di Pietro ha più volte chiamato il male per nome, senza infingimenti di sorta: «L'accettazione dell'aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita. Di fronte a una così grave situazione, occorre più che mai il coraggio di guardare in faccia alla verità e di chiamare le cose con il loro nome, senza cedere a compromessi di comodo o alla tentazione di autoinganno» (8). Hollywood ci aveva abituati al sovvertimento della nozione stessa di bene e di male, ora proprio da lì si è aggiunta una voce a quella del Papa. La voce di Mel Gibson, con un film provvidenziale. Grazie Braveheart.

NOTE

(1) Massimo Introvigne, Le origini della Rivoluzione sessuale, in Cristianità, anno VII, n. 54, ottobre 1979.

(2) Un esempio al riguardo è l'editoriale di Vincenzo Marras, Non è Vangelo, in Jesus, aprile 2004.

(3) Alain Besançon, La falsification du Bien. Soloviev et Orwell, Julliard, Parigi 1985, trad. it. La falsificazione del bene. Solov'ëv e Orwell, il Mulino, Bologna 1987, pp. 64-65.

(4) Cfr. Deal Hudson, Antisemitic?, CRISIS Magazine e-Letter 25 luglio 2003.

(5) S. Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Libertatis nuntius, prefazione.

(6) Mark Moring, What's Up With the Ugly Baby?, intervista con Mel Gibson comparsa sul sito «Christianity Today». <http://www.christianitytoday.com/movies/news/040301-passion.html>

(7) Centesimus annus, n. 46.

(8) Evangelium vitae, n. 58.

Augustinus
30-05-04, 23:43
Caro Berto,
ottima analisi. I miei complimenti :) :) :)
Questo thread sta diventando sempre più bello e ricco di spunti di riflesione.
Complimenti anche a tutti coloro che vi hanno dato il loro contributo.

Augustinus

Berto
31-05-04, 20:34
Caro Augustinus,
ti ringrazio dei complimenti, ma l'articolo non è farina del mio sacco. L'ho trovato a questo indirizzo:

http://www.kattoliko.it/leggendanera/rete/passion.htm

Cari saluti
Berto

Minoretti
02-06-04, 13:58
ALMENO QUEL FILM ci fa vergognare. La impressione che io ho avuta assistendo alla proiezione di quel film, è stata di vergogna.

Si discuta nei termini che si vuole, tuttavia mi pare doveroso ricordare come tante volte Iddio ci chiede di soffrire un po' e noi facciamo delle storie. Il film se non altro, sottolinea bene di come Cristo -che noi dobbiamo alla perfezione imitare- abbia sofferto in silenzio, in silenzio.

Può darsi che a noi Iddio non chieda di andare in croce, ma se lo facesse, andiamoci e basta senza fare storie, per la salvezza di tutti, di tutti!

IO comunque la penso come la gloriosa Catherina da Siena, santa domenicana, la quale diceva che nulla immagine più che la MEDITAZIONE sulla passione di Cristo le recava conforto e l'era di edificazione...

Preghiamo, preghiamo contemplando il Cristo che ci redime. Impariamo la ascesi e la penitenza e la obbedienza.
OBBEDIENZA, senza la quale non vi è santità!!

MINORETTI

Augustinus
20-06-04, 23:33
Qualche tempo fa fu aperto questo thread dedicato al fortunato film di Mel Gibson sulla Passione di Cristo.
Come evidenziato in precedenza, tale opera cinematografica traeva spunto dalle visioni della Venerabile Anna Katharina Emmerich.
Per ricordare questa figura di mistica tedesca, posto la sua vita.

Venerabile Anna Caterina Emmerich

Dülmen (Germania) 8 settembre 1774 - 9 febbraio 1824

Anna Caterina Emmerich (Anna Katharina) nacque l’8 settembre 1774 a Flamsche, una località nei pressi di Dülmen in Vestfalia (Germania), in una famiglia molto povera di devoti contadini. Era la quinta di nove figli.

Di lei si dice che sapesse distinguere gli oggetti sacri da quelli profani, che potesse leggere nel pensiero delle persone e che avesse visioni di fatti che avvenivano nel mondo: vide per esempio dettagli della rivoluzione francese. Previde la caduta di Napoleone, dodici anni prima che avvenisse. Le sue esperienze mistiche erano spesso accompagnate da fenomeni di levitazione e bilocazione.

Anche nella sua infanzia i fenomeni soprannaturali di cui era protagonista erano per lei talmente normali che nella sua innocenza di bambina era convinta che anche tutti gli altri bambini godessero degli stessi suoi favori, per esempio pensava che anche loro potessero conversare familiarmente con il bambino Gesù, come lei faceva abitualmente. Fin dall’età di 9 anni le apparivano la Madonna con Gesù Bambino, l'angelo custode e diversi santi. Mostrava straordinari doni di conoscenza: quando gli ammalati si recavano da lei in cerca di aiuto era in grado di sapere le loro malattie e prescriveva loro rimedi che si rivelavano sempre efficaci.

Nel 1789 le apparve Gesù che le offrì la corona di spine, lei accettò ed ebbe così sulla fronte le prime stigmate. In seguito le si aprirono le ferite anche alle mani, ai piedi e al costato.

Nel 1802 entrò nel convento delle agostiniane ad Agnetenberg (Dülmen). Qui veniva considerata l'ultima dalle sue consorelle, e Suor Anna non solo non se ne lagnava ma ne era anzi contenta, perché questo le permetteva di esercitare con maggior profitto la virtù dell'umiltà. Il suo zelo era malvisto dalle anime più tiepide, che rimanevano sconcertate e infastidite dai suoi carismi e dalla sua salute cagionevole. Queste suore, nonostante le sue frequenti estasi in chiesa, nella sua cella o sul lavoro, la trattavano con una certa sufficienza e mostravano antipatia nei suoi confronti.

Malgrado la sua estrema fragilità, svolse sempre scrupolosamente e con spirito gioioso i suoi doveri. Ma dopo qualche tempo la sua salute declinò rapidamente e fu costretta a letto.

Le sue ferite, che si aprivano e sanguinavano periodicamente, furono studiate da religiosi e scienziati. Il Vicario Generale, dopo una rigorosa indagine condotta da una commissione medica, si convinse della santità della suora e dell’autenticità delle sue stigmate.

Nel 1818, quando Anna Caterina aveva 45 anni, attirato dalla sua fama, venne a visitarla il famoso scrittore e poeta Clemens Maria Brentano, uno dei più importanti rappresentanti del romanticismo tedesco. Appena le si presentò la veggente lo riconobbe, perché lo aveva già visto nelle sue visioni. Sapeva che era l'uomo scelto da Dio per raccogliere e mettere per iscritto ciò che lei vedeva. Sapeva anche che, se era vissuta fino a quel giorno, era per aspettare lui.

Brentano, che era venuto per trattenersi pochi giorni, non se ne andò più: rimase a Dülmen sei anni, per collaborare alla missione di Anna Caterina. Giorno dopo giorno, annotò ciò che lei gli narrava: dodicimila pagine che descrivono nei dettagli la vita di Gesù e di Maria Vergine.

Le visioni della Emmerich erano del tutto particolari: lei si separava dal corpo dopo essere stata "chiamata" dal suo angelo custode e il suo spirito si recava in Terra Santa dove assisteva agli episodi evangelici come se stessero avvenendo in quel momento; il giorno dopo li descriveva a Brentano. Né la monaca né il poeta erano mai stati in Terra Santa, eppure Anna Caterina ha descritto con sorprendente precisione i luoghi della vita di Gesù e della Madonna, gli abiti, le suppellettili, i paesaggi. Sulla base delle descrizioni della Emmerich è stata ritrovata a Efeso la casa dove la Vergine visse dopo la morte di Gesù. Era una casa rettangolare di pietra, a un piano solo, col tetto piatto e il focolare al centro, tra boschi al margine della città perché la Vergine desiderava vivere appartata. Il ricercatore francese Julien Dubiet, dando credito a queste visioni, andò in Asia Minore alla ricerca della casa descritta da Caterina. Dubiet effettivamente trovò i resti dell’edificio, nonostante le trasformazioni subite nel tempo, a nove chilometri a sud di Efeso, su un fianco dell'antico monte Solmisso di fronte al mare, esattamente come aveva indicato la Emmerich.

La validità delle affermazioni di Caterina venne confermata anche dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni ricercatori austriaci. Gli archeologi ebbero modo di appurare che l’edificio - almeno nelle sue fondamenta - risaliva al I secolo d.C.. Oggi davanti alla casa della Madonna, visitabile ad Efeso e custodita dai cappuccini, c'è un cartello che spiega che ciò che ne restava, cioè le mura perimetrali col focolare centrale, era stato ritrovato grazie alle visioni della monaca stigmatizzata Anna Caterina Emmerich.

Anna Caterina Emmerich morì a Dülmen il 9 febbraio 1824. Durante cinquant’anni di vita le sue visioni quotidiane avevano coperto tutto il ciclo della vita di Gesù, di Maria e in gran parte anche degli apostoli.

Sei settimane dopo la sua morte la tomba di Caterina venne riaperta. Il suo corpo venne trovato incorrotto senza alcuna traccia di decomposizione. Nel 1892 il Vescovo di Münster diede inizio al processo di beatificazione.

Brentano visse fino al 1842, dopo aver dedicato tutti gli anni che gli restavano alla stesura del suo libro "Vita di Gesù Cristo secondo le visioni della monaca Anna Caterina Emmerich". La suora aveva predetto che anche lui sarebbe morto quando il suo compito fosse terminato.

Dagli scritti di Brentano riguardanti le visioni di Caterina Emmerich vennero pubblicati, oltre al libro suddetto, anche: "La dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo le meditazioni di Anna Caterina Emmerich" (1833), "La vita della Beata Vergine Maria" (1852), "La vita di Nostro Signore" (1858-80 e 1981).


http://www.diekommendekunst.de/assets/images/emmerick2.jpg Gabriel von Max (1840-1915), Estasi di Katharina Emmerich, 1885, Neue Pinakothek, Monaco

Augustinus
18-07-04, 23:11
Dagli ANTIDOTI (http://www.rinocammilleri.it/) dello scrittore RINO CAMMILLERI

Caviezel

http://www.sankei.co.jp/mov/int/99/image/trl_caviezel.jpeg

Una delle tante coincidenze legate al film The Passion di Mel Gibson è costituita dalle iniziali del protagonista, Jim Caviezel, che sono le stesse di Jesus Christ (in inglese) o Jesus Christus (in latino). Poi c’è il fatto che al tempo del film aveva trentatré anni. Infine, è ebreo. Ma non di religione, naturalmente, perché, come ormai tutti sanno, è cattolico. Cattolico di famiglia, lui, e cattolica sua moglie, alla quale è molto legato (tanto da rifiutarsi di girare scene spinte nei suoi film). E’ diventato particolarmente devoto dopo un incontro con una delle veggenti di Medjugorje e due col papa.

Ma non è su questo che voglio intrattenervi, oggi, bensì su un’intervista da lui rilasciata al quotidiano spagnolo «ABC» e ripresa dal mensile «Studi cattolici». In essa l’attore, a un certo punto, dichiara: «Però da quando abbiamo iniziato a girare la Passione i giornali hanno cominciato a chiamarmi “il devoto cattolico Jim Caviezel”, mentre allo stesso tempo non si dice “il devoto scientologo Tom Cruise” o “il devoto ebreo” di un qualsiasi altro attore. In questa professione essere cattolici significa portare sulla schiena un bersaglio con sopra scritto: “Sparatemi”».

Già, si tratta dell’Ultimo pregiudizio accettabile, come recita il titolo di un famoso libro del sociologo americano Paul Jenkins.

Infatti, l’attore John Travolta, per esempio, è talmente “devoto” di Scientology da aver voluto produrre, dirigere e interpretare il flop Attacco alla Terra, tratto da una delle opere fantascientifiche del fondatore di Scientology, Ron Hubbard. Nel film l’attore fa la parte dell’alieno malvagio. Però questa sua «devozione» è trattata sempre in modo marginale dai media, così come accade al già citato Tom Cruise e alla sua ex moglie Nicole Kidman.

La cantante-attrice Madonna si è recentemente convertita all’ebraismo cabalistico, di cui segue con fervore le scuole. Ma nessuno lo dice, essendo, giustamente, affari suoi. Un’altra cantante-attrice, Barbra Streisand, nei suoi film ha sempre interpretato parti di ebrea militante e progressista, e in Yentl, da lei prodotto, diretto e interpretato, impersonava un’ebrea (realmente esistita) che si finge maschio per poter frequentare una scuola rabbinica. Richard Gere è buddhista «tibetano» militante e potremmo continuare con Goldie Hawn, seguace convinta di Sai Baba (tanto da inchinarsi al bacio dei piedi quando va a incontrarlo in India), Uma Thurman, figlia di un bonzo (si chiama così per via della «Aum», la sillaba mantrica che viene ripetuta durante la meditazione), e la famosa Soldato Jane che ha trasformato la sua casa in un ashram indù. L’elenco è davvero lungo e ci fermiamo qui. Però, eccoli tutti a guardare Gibson e Caviezel, cattolici, intenti a scrutare con la lente d’ingrandimento qualche loro minima, supposta, incoerenza.

Augustinus
26-09-04, 11:11
23 Giugno 2004
PAKISTAN
“The Passion” supera Titanic

Faisalabad (AsiaNews) – “The Passion ha avuto più spettatori di Ben Hur e di Titanic. È la prima volta che un film sulla fede cristiana ha avuto così spazio nei media pachistani.”. Padre Pascal, sacerdote nella parrocchia del Santo Rosario a Warispura, ha commentato così ad AsiaNews le reazioni a “The Passion of The Christ” in Pakistan, sottolineando il fatto che “molte riviste laiche hanno pubblicato diversi articoli sul film e un buon numero di musulmani è andato a vederlo”.

Il film è uscito durante il mese di aprile: “L’effetto della visione del film è cresciuto dall’uscita durante la quaresima” ha commentato padre Patrick, della parrocchia Warus Pura a Faisalabad. “La gente ha veramente riconosciuto la passione di Cristo e ha sentito in profondità tutto il suo dolore”.

Padre Patrick è stato colpito dal personaggio di Giuda e dal modo nel quale è stato rappresentato dopo aver ricevuto il denaro per il tradimento di Cristo: “Sembrava un uomo posseduto e si è impiccato vicino al cadavere di un animale. Una grande visualizzazione simbolica della colpa e del rammarico” ha commentato. “La Passione è un film molto bello che nutre la fede di un buon cattolico. Il film ha attirato l’attenzione di tutta la gente sulla vera fede del cristianesimo” ha commentato.

Numerosi i commenti degli spettatori sull’eccessiva violenza del film: “La sofferenza e la passione sono molto forti, toccano chiunque. Io sono stato così coinvolto che ho sentito troppo esibita la sofferenza di Gesù”, afferma padre Patrick. James Lal, direttore scolastico, afferma che nel film c’è troppa violenza e che è esagerata: “Alcune scene violente, come quella del corvo o di Giuda che si impicca, non sono presenti nella Bibbia”.

Ma il film ha infuso anche un rinnovato fervore evangelico: “Dopo aver visto questo film, sento che la mia fede è diventata ancora più forte per annunciare la morte e la resurrezione di Gesù” afferma p. Patrick. (QF)

Fonte: Asia News (http://www.asianews.it/dos.php?l=it&dos=16&art=1026)

http://images.amazon.com/images/P/B00028HBKM.01.LZZZZZZZ.jpg

Augustinus
26-09-04, 11:13
20 Marzo 2004
ITALIA
Jim Caviezel: Dietro l’immagine, un uomo di fede

Roma (AsiaNews) - Al centro della controversia che circonda il film “La Passione di Cristo” c’è un uomo sereno, che ama la recitazione e la sua fede cattolica. Jim Caviezel, 34 anni, interpreta Gesù nel colosso diretto da Mel Gibson. Ora è nella Città Eterna con la sua famiglia, per ottenere la benedizione del Santo Padre.

Per Jim, interpretare questo ruolo non è stato facile, ma, come per qualsiasi altro film, ha prima sentito dentro di sé come una “vocazione”. Trasportarla sullo schermo, ha detto, “è stata una vera esperienza spirituale”. Domenica sera, invitati da p. Thomas Williams, del movimento cattolico dei Legionari di Cristo, Jim e la sua famiglia, di fede cattolica, hanno partecipato alla S. Messa in inglese nella Chiesa di San Giovanni Battista de’ Fiorentini, con gli studenti di alcune università pontificie di Roma.

Al termine del rito religioso, l’attore si è fermato a pregare, mentre un piccolo gruppo di fan e cattolici aspettavano fuori per incontrarlo.

All’uscita, Jim, oltre ad intrattenersi con gli studenti e altre persone, rimasti colpiti dalla sua modestia, ha risposto anche alla domanda sul come abbia fatto a conciliare la recitazione con le sue convinzioni religiose. Oltre a ribadire di aver già parlato a diverse conferenze cattoliche, ha precisato che egli è in primo luogo un attore, non un oratore pubblico, e continuerà a ricostruire quella cultura nel suo ambito di lavoro. Ha inoltre sostenuto che c’è un forte bisogno che i giovani di oggi affrontino il flagello dell’aborto nel mondo (soprattutto negli Stati Uniti) e si impegnino a favore della dignità della vita. Ha infine sottolineato l’importanza di combattere il male con la forza del rosario.

“Possiamo farci una foto con te?”, ha chiesto qualcuno dei giovani più coraggiosi. “Si”, ha detto con un raro sorriso, “ma ognuna ti costerà un rosario!”, ha aggiunto, trasformando la sua fama in “profitto” spirituale.

È noto che Jim Cavezial evita qualsiasi ruolo che comprometta i suoi valori morali e si rifiuta di nominare Dio invano in qualsiasi copione. Durante le riprese di “La Passione di Cristo”, Jim ha sofferto per le proprie ferite mentre rappresentava le sofferenze del Signore. Egli ha resistito al dolore e all’assideramento durante le ore delle riprese, mentre stava appeso per ore sulla croce, senza protezione dalle intemperie dell’inverno. Due volte è stato colpito durante dalla frusta durante la scena della flagellazione di Gesù alla colonna. Si è slogato la spalla destra nella scena in cui Cristo stesso si sloga la sua mentre i soldati gli tirano la mano per inchiodarla alla croce. E’ stato inoltre colpito sul set da un fulmine, senza però riportare gravi danni. Oltre a questo, Jim ha accettato le critiche che ha ricevuto da Hollywood e le domande costanti sulle ragioni del film, come una sua condivisione dell’agonia redentrice di Cristo. Nell’interpretare quel ruolo, Caviezel ha spesso detto a se stesso: “Non voglio che la gente veda me, ma che veda invece solo Gesù”. Per raggiungere questo scopo, ha spiegato Caviezel all’agenzia Zenit, “ho cominciato con la recita del rosario, a cui è seguita la confessione e poi la Messa, ogni giorno, ed ogni volta dopo avevo preso l’Eucarestia, mi sono sentito maggiormente nei panni di Cristo”.

Nonostante continuino in tutto il mondo le controversie sul film, la drammatizzazione di Mel Gibson della crocifissione di Gesù è stata un grande successo al botteghino per l’industria cinematografica, avendo incassato 264 milioni di dollari negli Stati Uniti e in Canada dopo soli 19 giorni dall’uscita nelle sale cinematografiche. “Se La Passione continua su questa strada, è probabile che superi negli incassi Star Wars (461 milioni di dollari) ed anche Titanic (600,8 milioni di dollari) e diventare così il record di incassi di tutti i tempi”, ha detto Paul Dergarabedian della Exhibitor Relations Inc., che si occupa dei risultati dei film al botteghino.

Fonte: Asia News (http://www.asianews.it/view_p.php?l=it&art=513)

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Augustinus
09-02-05, 18:19
Circa un anno fa usciva negli USA questo bellissimo film.
Riporto dunque all'interesse dei forumisti questo bel thread, segnalando anche - vista l'occasione della pima festa liturgica della Beata A. K. Emmerick - il link (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=144918) all'apposito thread su questa mistica.

Augustinus :) :) :)

Augustinus
09-02-05, 18:22
9 Febbraio 2005
FILIPPINE
Mons. Capalla: The Passion, strumento per vivere bene la Quaresima

Il presidente dei vescovi filippini: Il film di Gibson è un potente aiuto per evocare il dolore causato dal peccato.

Manila (AsiaNews) – Le pratiche penitenziali della Quaresima devono aiutare i cattolici a “comprendere la malizia del peccato” per arrivare a “pentirsi e evocare” quel dolore che porta alla confessione. Lo scrive mons. Fernando Capalla, arcivescovo di Davao e presidente della Conferenza episcopale filippina, nel messaggio per la Quaresima che inizia oggi.

Il vescovo sottolinea i duplice effetto che la Quaresima può produrre: “la trasformazione della vita personale” e il “rinnovamento della società”. Ma entrambi gli effetti partono da un “risveglio” che è appunto il pentimento. Per giungere a questo oltre ai gesti abituali - come la via crucis, la preghiera, la meditazione delle Scrittura, le mortificazioni e il digiuno –, mons. Capalla invita i fedeli a “vedere di nuovo e ancora una volta” il film La Passione di Cristo di Mel Gibson. Anche se è “fragile una rappresentazione umana della sofferenza di Cristo”, il film di Gibson resta – secondo mons. Capalla - “un potente aiuto per suscitare la tristezza” causata dal peccato e che conduce alla confessione sacramentale.

Ma il periodo in preparazione alla Pasqua - sottolinea mons. Capalla - deve anche condurre a “sperimentare la misericordia e il perdono di Dio”: “Il Signore ha abbracciato i nostri peccati nel suo corpo sofferente. E anche se il peccato lo ha portato alla morte, egli lo ha sconfitto risorgendo a nuova vita”.

Solo sull’esempio di Gesù – conclude il vescovo – è possibile “privarci di quei piaceri che indeboliscono lo spirito, e preferire Dio sopra tutto e tutti”. In questo modo si diventa “un altro Cristo, una nuova creazione: questo è ciò che ci insegna la Pasqua e ciò a cui deve portarci la Quaresima”. (LF)

Fonte: Asia News (http://www.asianews.it/view_p.php?l=it&art=2538)

Augustinus
09-02-05, 18:33
http://www.thepassionofthechrist.com/desktopsv2/1280x1024/images/desktop2.jpg

Augustinus
14-02-05, 16:44
Gibson proietta «The Passion» davanti alla veggente di Fatima

LA STORIA

Messori Vittorio

Lo si è saputo solo grazie all' indiscrezione di un piccolo giornale della provincia portoghese. Mel Gibson aveva fatto di tutto perché la cosa restasse segreta e per non essere così sospettato di pubblicità indebita. Ma la sua notorietà è ormai troppo grande per passare inosservato. Così, la notizia è trapelata: la 96enne Lucia dos Santos (in religione suor Maria Dolores) e le sue consorelle carmelitane del monastero di Coimbra, in Portogallo, hanno voluto iniziare gli esercizi spirituali con la proiezione di The Passion, una cui copia in dvd è stata portata dall' attore-regista e dalla moglie, Robin Moore. Assieme al film, Gibson recava un assegno di molte decine di migliaia di dollari, per aiutare i monasteri di clausura nel mondo, ridotti spesso a un' indigenza che confina con la miseria. La visita e l' insolita proiezione (Gibson stesso aveva con sé uno schermo portatile) non sono state facili e per realizzarle è stata necessaria una lunga trafila di autorizzazioni. La clausura dell' ultima veggente vivente di Fatima è protetta rigorosamente, anche per volontà della religiosa che desidera vivere nel nascondimento e nella contemplazione, al riparo dalla curiosità spesso morbosa da cui è circondata da decenni. Per incontrarla (naturalmente solo dietro la doppia grata del parlatorio del monastero) non basta il permesso della Superiora della comunità e neanche quello del vescovo locale, ma occorre un nulla osta del cardinal Joseph Ratzinger, Prefetto dell' ex Sant' Uffizio. È lo stesso porporato che ha steso il commento teologico quando il Papa decise finalmente di rendere pubblico il celeberrimo Terzo Segreto, quarant' anni dopo la data che suor Lucia stessa aveva indicata per suggerimento (disse) dall' Alto. Le difficoltà, comunque, sono state superate anche per il desiderio esplicito della veggente che era rimasta impressionata dal fatto che Giovanni Paolo II stesso (con cui ha un rapporto affettuoso e dal quale, si dice, è talvolta consultata) aveva voluto visionare una copia ancora incompleta di The Passion, commentando, alla fine: «È andata proprio così». Mel Gibson, come si sa, è un cattolico militante per la difesa della Tradizione e dell' ortodossia, appoggia il movimento(singolarmente forte e vasto negli Stati Uniti) per il ritorno alla messa in latino, secondo la liturgia detta di San Pio V, ed è un frequentatore devoto di pellegrinaggi ai santuari mariani. Così, si è saputo che questa non è stata la sua prima visita a Coimbra: già nel 2003, nel pieno della lavorazione del film, si era presentato al monastero in compagnia di Jim Caviezel, l' attore - di origine ebraica - chiamato al compito arduo di interpretare il Gesù sofferente. Un ruolo, disse, la cui responsabilità lo spaventava e per il quale, quindi, desiderava aiuto spirituale. Lo stesso timore reverenziale impedì a Gibson di assegnarsi nel film una parte, per quanto piccola, e volle solo che la camera inquadrasse le sue mani che configgevano il primo chiodo nel palmo di Gesù. Intese anche così ribadire la sua fede nel valore redentivo di quella Passione. Gibson e Caviezel quella volta, per mancanza di autorizzazioni, non avevano potuto vedere suor Lucia ma avevano pregato la Superiora, madre Celina, di chiederle speciali orazioni per il buon esito di un lavoro che voleva essere esplicitamente opera di apostolato. Un progetto così provocatoriamente «cattolico» e giudicato tanto anacronistico, anche per la scelta di far parlare gli attori in latino ed aramaico, che le maggiori agenzie sia americane che europee si rifiutarono di distribuirlo. Salvo poi ricredersi rapidamente, quando nella prima settimana, e nelle poche sale disponibili, The Passion recuperò i 25 milioni di dollari della produzione e cominciò una scalata impressionante che lo ha portato ormai ad un incasso dieci volte superiore all' investimento. Nel frattempo, si sono spente le polemiche per il temuto carattere antisemita di una pellicola la cui visione ha traumatizzato molti ma ha anche tranquillizzato altri. Il successo continua ora in cassetta e in dvd: sono ormai poche, nel mondo, le parrocchie cattoliche (molte anche quelle protestanti) che non dispongano di una copia per la formazione e l' evangelizzazione, e sono sorte organizzazioni per la diffusione militante. È significativo che le austere claustrali del monastero di Coimbra abbiano voluto aprire i loro esercizi spirituali con questa proiezione, commentata dallo stesso regista nel più insolito dei cineforum: da dietro la grata, Gibson seguiva il film sullo schermo montato nel parlatorio delle monache, con suor Lucia seduta sulla sedia speciale cui la costringe l' artrosi. Non si conoscono i commenti della religiosa, ormai quasi centenaria. Se ce ne sono stati, devono essere stati i più preziosi per l' artista, ben consapevole che le apparizioni di Fatima sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa, che gli altri due veggenti sono già stati beatificati, che Giovanni Paolo II stesso ha legato la sua sorte ai «segreti» di questa apparizione. E che, dunque, Lucia dos Santos è (almeno per i cattolici come Gibson) la sola persona al mondo che ha visto con i suoi occhi, e per più volte, quella Madonna che egli ha tentato di rappresentare sullo schermo. messori@numerica.it

Fonte: Corriere della Sera, 11.2.2005, pag. 6

Augustinus
20-03-05, 18:55
In rilievo per tutta la settimana Santa :) :) :)

uva bianca
21-03-05, 17:34
18 Marzo 2005
Pakistan: dalla Passione di Cristo l'impegno a combattere le ingiustizie sociali
di Qaiser Felix

Faisalabad (AsiaNews) – Il rapporto tra la Passione di Cristo e la situazione attuale dei cristiani in Pakistan è il tema su cui hanno riflettuto alcuni insegnanti di Faisalabad in occasione di un seminario di preparazione alla Pasqua. Il fine è stato elaborare alcune proposte per incoraggiare i giovani a combattere ingiustizia e discriminazione.

L’incontro svoltosi nella città pakistana il 13 marzo scorso ha avuto come momento centrale la visione del film di Mel Gibson, “The Passion of Christ”.

Il seminario si è aperto con preghiere e canti. James Lal, coordinatore dell’incontro, ha invitato a riflettere sugli ostacoli frapposti all’opera di Gesù dalle autorità politiche e religiose del suo tempo. Lal ha ricordato che Gesù predicava la Parola di Dio nei templi, nelle sinagoghe, nelle case e per le strade. Era amato dalla gente semplice, ma osteggiato dalle autorità che lo vedevano come una minaccia alla stabilità sociale e religiosa. “Non compresero Gesù e le sue parole – ha detto Lal – i loro occhi e le loro menti erano chiusi e così lo crocifissero”.

Subito dopo questa introduzione i partecipanti hanno assistito alla proiezione della pellicola di Gibson, spunto per un dibattito, che mirava a trovare i paralleli tra figure evangeliche come Ponzio Pilato e Giuda iscariota e la società pakistana ed a proporre attività con le quali aiutare gli studenti a riconoscere e combattere povertà e ingiustizia sociale.

Tra gli spunti proposti: studiare le cause della povertà; assicurare sostegno alle famiglie dei villaggi incoraggiandole a mandare i figli a scuola, soprattutto le ragazze; spronare i giovani a crescere fisicamente, mentalmente e moralmente attraverso il dialogo sull’attualità e i problemi sociali.

tratto da Asianews.it (http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=2807)

francesca
21-03-05, 21:28
Salve,
questo è il mio primo messaggio nel sito di cattolici romani, e colgo l'occasione per complimentarmi su quello che è il reportege del film " the passion"; le immagini spesso parlano più di un film. Contemplare la passione di Cristo attraverso il messaggio di una immagine imprime in noi l'essenza della sofferenza che Gesù ha patito nella passione fino alla morte di croce.
L'amore perfetto che si dona ai peccatori e a coloro che lo hanno ucciso, ci insegna a perdonare e ad amare il prossimo come Egli ci ha insegnato.

Un saluto
in Gesù e Maria
Francesca

Augustinus
21-03-05, 23:41
Originally posted by francesca
Salve,
questo è il mio primo messaggio nel sito di cattolici romani, e colgo l'occasione per complimentarmi su quello che è il reportege del film " the passion"; le immagini spesso parlano più di un film. Contemplare la passione di Cristo attraverso il messaggio di una immagine imprime in noi l'essenza della sofferenza che Gesù ha patito nella passione fino alla morte di croce.
L'amore perfetto che si dona ai peccatori e a coloro che lo hanno ucciso, ci insegna a perdonare e ad amare il prossimo come Egli ci ha insegnato.

Un saluto
in Gesù e Maria
Francesca

Grazie, Francesca. E benvenuta tra noi :) :) :)

uva bianca
22-03-05, 10:29
Sì, sì, benvenuta

:hk

uva bianca
22-03-05, 19:33
21 Marzo 2005
Pakistan, folla di cattolici per la messa delle Palme
I fedeli invitati alla preghiera e a vedere il film "The Passion" di Gibson.
di Qaisir Felix

Faisalabad (AsiaNews) – Centinaia di cattolici hanno partecipato alla messa della domenica delle palme nella parrocchia di Waris pura, la più grande della diocesi di Faisalabad. Bambini, giovani, uomini e donne hanno preso parte alla processione con i rami di ulivo, cantando inni e canzoni religiose: numerose strade di quartieri cristiani sono stati addobbati con palme e fiori. I fedeli hanno poi partecipato alla messa nella chiesa del Santo Rosario: molti sono rimasti all’esterno della chiesa che era stracolma di gente.

La stessa grande partecipazione si è verificata in molte altre chiese cristiane e cattoliche del paese.

Nel corso della sua omelia padre Patrick, domenicano, parroco della chiesa del Rosario, ha invitato i presenti a ricordare durante questa settimana santa “il dolore e sofferenza che Gesù ha patito” accettando la crocifissione “per i nostri peccati in vista della nostra salvezza e della vita eterna”. “Non dobbiamo rigettare Cristo come fece la gente del suo tempo” ha rimarcato p. Patrick “ma invece siamo chiamati ad abbracciarlo con tutto il cuore e con più devozione”. Questo – secondo il religioso – comporta il “prendersi cura della gente che intorno a noi soffre e vive nella sofferenza e nel bisogno”.

Il celebrante ha inoltre invitato i fedeli a vedere il film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson: “Si tratta” ha sottolineato il sacerdote “di un film che descrive molto bene il dolore e l’agonia di Gesù nelle sue ore finali, prima della sua crocifissione”.

“Questo è il tempo” ha concluso il religioso domenicano “di lasciarci lacerare come Cristo ha fatto sulla croce: per questo seguiamo l’esempio dei santi che hanno affrontato con coraggio tutte le difficoltà per testimoniare Gesù”.

È noto che i cristiani in Pakistan cristiani (il 2,5% della popolazione, circa 3milioni 800mila). vivono una situazione difficile: da una parte soffrono le violenze degli estremisti islamici, dall’altra non sono aiutati dalle autorità pubbliche che anzi hanno avvallato una legge sulla blasfemia che spesso è uno strumento nelle mani dei fondamentalisti.

I cattolici pakistani (1.288.000) stanno vivendo con grande fervore il tempo della quaresima: ogni venerdì la celebrazione della via crucis attrae molti più fedeli delle celebrazioni normali, e parecchi di loro osservano la pratica del digiuno.

tratto da
Asianews.it (http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=2830)

uva bianca
25-03-05, 14:46
2005-03-23

Dietro le quinte de “La Passione di Cristo”

Intervista con padre John Bartunek sul film di Mel Gibson

NEW YORK, mercoledì, 23 marzo 2005 (ZENIT.org).- Un religioso che ha trascorso quasi due anni sul set de “La Passione di Cristo” ha scritto un’analisi spirituale del film di Mel Gibson.

Padre John Bartunek, della Congregazione dei Legionari di Cristo, autore di “Inside the Passion” (http://www.insidethepassion.com/) (“Dentro la Passione”), ha condiviso con ZENIT i vari livelli di significato e di abilità artistica del film.

Perché scrivere un libro sulla spiritualità che c’è dietro un film? Sembra un argomento singolare...
Padre Bartunek: In realtà il film stesso è un evento singolare, se si considera la nostra cultura moderna. Milioni di persone l’hanno visto e si sono commosse. Il libro aiuta la gente a capire il perché.
Cosa ha reso questo film unico? In primo luogo il soggetto; in seconda istanza l’abilità artistica. Il libro unisce i due aspetti: concilia il background teologico, spirituale e storico e cerca di spiegare il motivo per il quale Mel Gibson ha compiuto certe scelte artistiche e perché sono state così efficaci.
E’ come visitare la Basilica di San Pietro a Roma. Milioni di turisti visitano questo splendido monumento e rimangono tutti colpiti, impressionati, ma quell’esperienza emozionale può diventare molto più profonda se si ha la possibilità di visitare la basilica con qualcuno che conosce la storia del luogo, il simbolismo dell’arte e le intenzioni di chi l’ha costruita. “Inside the Passion” fornisce una visita simile del film.

Com’è finito sul set di un film?
Padre Bartunek: Sono arrivato per la prima volta sul set accompagnando un seminarista. Un suo amico, che è anche un caro amico di Jim Caviezel, l’attore che ha interpretato il ruolo di Gesù, stava visitando Roma e ci ha invitati ad andare con lui sul set.
In seguito siamo diventati amici della gente che lavorava al film, dato che sui set cinematografici ci sono molti tempi morti. E’ stato un progetto affascinante, al punto che qualsiasi altra cosa aveniva in modo naturale.

Com’era una giornata-tipo mentre si girava il film? Si viveva un “regime spirituale”?
Padre Bartunek: Non sono sicuro che ci sia stata una giornata-tipo. E non sono sicuro del fatto che la realizzazione, da un punto di vista tecnico, sia stato molto diversa da quella di altri film.
In linea di massima si cominciava a lavorare presto. La troupe tecnica doveva iniziare a preparare il set, i costumi e il trucco nelle prime ore del mattino. Quando la luce era buona si girava.
Il film non è stato girato in ordine cronologico. E’ stato un po’ come comporre un mosaico, una tessera per volta, senza un ordine preciso.
Si girava una scena qui, un’altra lì, e poi un’altra completamente slegata dalle precedenti. Gli attori dovevano essere pronti a cambiarsi senza perdere un attimo di tempo. Se non giravano si preparavano a farlo o analizzavano il lavoro del giorno precedente.
A livello spirituale non c’è stato un programma prestabilito. Jim Caviezel riceveva la Comunione ogni giorno; passava gran parte delle lunghe ore necessarie al trucco recitando il rosario. Mel andava a Messa appena possibile e trascorreva molto tempo in preghiera.
Lavorare a questo film ha amplificato la loro vita spirituale, non c’è dubbio. Ha avuto un effetto simile anche sugli altri cattolici che lavoravano al progetto. Le reazioni dei non credenti e delle persone di altre religioni sono state diverse. Non penso, comunque, che ci sia stato qualcuno che non sia cambiato dopo questo film.

Cosa permette di sperimentare il suo libro?
Padre Bartunek: Il libro trasporta i lettori sul set de “La Passione di Cristo” con me, che agisco come una specie di guida turistica.
Si è parlato e discusso molto sul film di Mel Gibson, ma finora la discussione non ha affrontato un punto di vista fondamentale, quello del regista.
Da quando ho avuto la fortuna di essere coinvolto nella produzione del film e di accompagnare Mel durante tutto il lavoro, ho potuto trascorrere delle ore da solo con lui e fargli domande che nessun altro gli ha posto. Le idee che sono uscite fuori da questa esperienza mostrano livelli sorprendenti di significato e di abilità artistica. E’ per questo che ho parlato a Mel dell’idea di scrivere un libro.
La gente che ha amato il film vuole saperne di più; vogliono sapere com’è stato realizzato, perché ha avuto un riscontro simile. “Inside the Passion” fornisce quella prospettiva, come afferma Mel nell’introduzione.

Il suo libro aiuterà la gente che sente di aver avuto un’esperienza profonda del film a sperimentarla in modo ancora più approfondito? Ci faccia un esempio.
Padre Bartunek: Mentre stavo lavorando al libro lo facevo leggere a varie persone per vedere le loro reazioni, e queste persone avevano visto la prima versione del film. L’ho dato ad altri registi cinematografici, a cattolici, a cristiani non cattolici, ad agnostici, a persone di ogni tipo.
Le reazioni sono state piuttosto uniformi. Dopo aver letto il libro volevano tutti vedere di nuovo il film. Erano estremamente affascinati, com’era accaduto a me, per i tanti livelli di significato e di abilità artistica presenti in un’esperienza cinematografica così efficace.
Un esempio è il personaggio di Giuda e l’incontro che ha con Gesù sotto il ponte dopo che Gesù è stato arrestato. La mia prima reazione a quella scena è stata negativa – sembrava un trucco hollywoodiano a buon mercato. C’è tuttavia una ragione specifica per cui Mel l’ha inserita: scoprirla ha fatto diventare quella scena una delle mie preferite.

Descriverebbe il libro come profondamente meditativo?
Padre Bartunek: “Inside the Passion” è meditativo nella misura in cui lo è stato il film. Alcune persone hanno letto il libro mentre guardavano il DVD del film.
Leggono una parte del libro che descrive cos’è accaduto in una scena particolare e perché, e poi vanno a vedere quella scena sul DVD e la guardano meglio, scoprendo cose che non avevano visto prima, cose che sorprendono ed affascinano. E’ un complemento davvero efficace al film, che valorizza l’esperienza che si ha dell’opera.

Questo è l’unico libro autorizzato su “La Passione”. Perché pensa che Mel Gibson abbia acconsentito a che lei raccontasse questa storia?
Padre Bartunek: Sì, è l’unico libro autorizzato sul film. Nell’introduzione Mel stesso spiega perché ha approvato questo progetto.
La gente si pone talmente tante domande sul film! Persone che l’hanno amato, persone che ne sono state confuse, che l’hanno odiato – tutti hanno domande. E tutti danno molte risposte.
Il libro dissipa la confusione e getta una nuova luce sulle risposte a queste domande.

Ci conduca con lei nella sua scena preferita del film e ci descriva perché la colpisce.
Padre Bartunek: Uno dei motivi per i quali ho deciso di scrivere il libro è stato perché avevo molte scene preferite. Non riuscirei a condensare quelle esperienze in una riga o due.
Uno degli aspetti che mi ha stupito di più è stato scoprire il vero motivo della comparsa del corvo che scende sul ladrone mentre è sulla croce. Mi ha lasciato sbalordito.
Una delle scene più affascinanti, dal mio punto di vista, è la prima, nel giardino del Getsemani. Succedono tante cose in quel luogo e tutti i motivi delle scelte di Mel sono sorprendenti.
In generale, credo che le mie scene preferite siano i flashback, come si inseriscono nella Passione e perché Mel ha scelto di includere proprio quelli. Alcuni di essi sono stati aggiunti all’ultimo minuto. E’ affascinante scoprirne il motivo.

tratto da agenzia Zenit (http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=4021)

uva bianca
30-03-05, 20:34
Gli integralisti Cattolici:"Mel Gibson ha tradito"

QUI (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=157557)

uva bianca
31-03-05, 15:59
31 Marzo 2005
Fondamentalisti indù feriscono cristiani mentre si proietta “The Passion”

L’ideologia estremista indù penetra pure tra le file del partito laico del Congress: anche nel Maharashtra in via di approvazione una legge anti-conversione.

Kochi (AsiaNews) – Una folla di fondamentalisti indù ha assalito alcuni fedeli cristiani che assistevano alla proiezione del film La Passione di Cristo nella Kanai Church, la più antica chiesa dello stato del Kerala (India sudoccidentale). Bilancio dell’attacco: un cristiano gravemente ferito e molti altri – fra i quali anche donne e bambini – picchiati.

Il fatto è avvenuto alla vigilia di Pasqua nella regione di Chalakud Taluna, dove 25 militanti del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) – l’ala paramilitare del Bharatiya Janata Party (BJP) – hanno interrotto la visione del film di Mel Gibson e assalito i cristiani presenti, uno dei quali, Gorge Kutty, è stato ferito in modo grave.

I membri della Kanai Church sono i seguaci di Canai Thoma, emigrato dalla Persia in Kerala nel 425 d.C.

Parlando con AsiaNews, John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union, ha dichiarato che “è probabile che questi attacchi contro i cristiani siano una tattica dei fondamentalisti indù di screditare il Congress Party”, al potere in Kerala. Il presidente dello stato, Oomen Chandy, è un cristiano.

Intanto cresce la preoccupazione dei cristiani e della Chiesa anche nel Maharashtra, lo stato più secolarizzato dell’India, dove il governo - anche qui di marca Congress - sta per varare una legge anti-conversione.

Il ministro dell’Interno Sidharam Mhetre ha dichiarato che a breve sarà approvata una norma sui cambiamenti di religione modellata su quella del Tamil Nadu. La norma prevede, tra l’altro, che chiunque voglia mutare la propria religione debba consegnare un affidavit alle autorità pubbliche. Attivisti per i diritti umani hanno spesso denunciato che grazie alle norme anticonversione i fondamentalisti perseguitano i non indù. Dopo mesi di proteste delle organizzazioni che difendono la libertà religiosa e di una vasta parte dell’opinione pubblica, a maggio scorso il presidente del Tamil Nadu aveva ritirato la legge.

Dolphy D’Souza, presidente della Bombay Catholic Sabha (BCS), un ente cattolico di Mumbai, ha definito “una vergogna” la proposta del governo Congress del Maharasthra. “Siamo angosciati dalle dichiarazioni di Mhetre” afferma D’Souza “che si discostano da quanto dichiarato dal capo di stato, secondo il quale non c’è nessun bisogno di legge del genere”. “Se il governo del Maharasthra pensa di attuare una legge contro la popolazione – fa sapere D’Souza – il BCS lancerà una campagna con altre organizzazioni” per contrastare l’approvazione della norma anticonversioni. (NC-LF)

tratto da Asianews.it (http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=2902)

uva bianca
28-04-05, 18:34
28 Aprile 2005

Per la Pasqua ortodossa russa, “The Passion” trasmesso in tv

Mosca (AsiaNews) – Il 30 aprile prossimo, vigilia della Pasqua ortodossa, i russi potranno vedere in televisione il film “The Passion of the Christ” di Mel Gibson. La pellicola verrà trasmessa dall’emittente Rossiva.

Per gli ortodossi la Pasqua è in assoluto la “Festa delle feste”, secondo l’espressione di s. Gregorio Nazianzeno. La preparazione inizia 7 settimane prima della solennità e si protrae fino alla Pentecoste. La data è fissata secondo il calendario giuliano, che è si differenzia da quello gregoriano di circa 13 giorni indietro.

La Quaresima è molto severa: oltre alla carne sono proibiti i latticini e le uova. Durante la Settimana santa (detta la Grande settimana) i fedeli continuano a pregare e digiunare fino alla domenica di Pasqua. Ogni giorno di questa settimana viene chiamato “Grande”.

La domenica delle Palme ricorda la resurrezione di Lazzaro, come pegno di quella di Gesù Cristo; il grande Lunedì si ricorda Giuseppe l'ebreo tradito dai fratelli; il Martedì si ricorda la cacciata dei farisei dal tempio e la profezia della distruzione del tempio stesso; il Mercoledì Gesù è cosparso di balsamo dalla peccatrice nella casa di Simone il lebbroso; il Giovedì si ricorda al mattino il tradimento di Giuda e la lavanda dei piedi, mentre la sera si svolge il mistero eucaristico e inizia il racconto della Passione. Il Venerdì è giorno di lutto: si leggono i vangeli della passione e morte del Signore e si compie una lunga processione con l’icona del Cristo morto. Questa viene poi posta ai piedi dell’altare per l’adorazione dei fedeli. Il Sabato Gesù viene sepolto. Le funzioni cominciano dal mattino presto e continuano fino alla fine del giorno. La Pasqua - quest’anno il primo maggio - inizia alla mezzanotte o alle 3 del mattino con la massima solennità. I canti e le preghiere sono scritti quasi tutti dai santi dei primi secoli della Chiesa.

Durante questi 7 giorni nelle chiese si benedicono uova e colombe, i tipici alimenti pasquali.

La scorsa domenica delle palme è stato inaugurato un particolare progetto internet. Come è noto nell’antica Russia nei giorni della Grande settimana era permesso a chiunque volesse di suonare le campane. In seguito alla persecuzione della Chiesa durante il regime sovietico, questa tradizione è andata perduta e ora solo una piccola minoranza può farlo.

Per 6 giorni - fino a Pasqua - i campanari di Arcanghel hanno deciso di riprendere questa tradizione. E’ stato quindi attivato un sito internet dove si possono trovare tutte le informazioni su questa antica arte: imparare le tecniche, riprodurre una partitura e dialogare con veri campanari in un forum. (MA)


tratto da asianews.it (http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=3162)

Augustinus
28-04-05, 19:33
Grande ed indimenticabile film. Altro che le patacche buoniste delle fiction odierne! ;)

http://www.mymovies.it/filmclub/2004/02/015/locandina.jpg

Augustinus
23-04-06, 13:38
Dopo la lunga contemplazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo - non si può altro che chiamare così il film di Gibson - il regista cattolico offre allo spettatore anche l'interpretazione della resurrezione di Gesù. Si tratta di pochi, intensi e significativi fotogrammi.
La sceneggiatura della resurrezione è sempre rischiosissima, perché nessuno era presente il mattino di Pasqua dentro il santo sepolcro e quindi non è possibile ricostruire con esattezza ciò che è avvenuto.
Tuttavia, come ha detto Giovanni Paolo II qualche anno fa, "non si può interpretare la Resurrezione di Gesù astraendo dall'ordine fisico" (Udienza generale del 25 gennaio 1989). La resurrezione non è solo un'affermazione di fede, ma è anche un evento storico, che ha il suo "terminus a quo" ben radicato nella storia: il corpo inanimato di Gesù - unito alla divinità - che giaceva, avvolto nei lini funebri, in una tomba. A questo corpo, in un certo istante del tempo proprio della storia umana, si è riunita l'anima: ci troviamo anche - sebbene non solo - nell'ordine fisico, quindi in qualcosa di rappresentabile, qualcosa che si può cercare di rappresentare con verosimiglianza storica e non solo simbolicamente.
Ma come rappresentare ciò che nessuno ha mai visto? Gibson ci offre una scena in cui le bende si afflosciano su se stesse e un uomo cammina con ben visibili ancora il segno delle ferite della passione. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto si tratta di vangelo puro: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho" (Lc 24,38-39) "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!" (Gv 20,27)
Per quanto riguarda invece le bende che si afflosciano, Gibson segue una traduzione di Gv 20, 6-8 meno nota ma grammaticalmente ben fondata.
Confrontiamo il testo della CEI, a cui siamo abituati, con un'altra possibilità di traduzione:

Bibbia CEI: " Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Altra possibilità: "... e osservò i pannilini giacenti (appiattiti) e il sudario, che era stato posto sul capo di Lui, non afflosciato indistintamente insieme ai pannilini (oppure: giacente, non un tutt'uno coi pannilini, ma per conto suo), rimasto riavvolto nella stessa ubicazione (in cui era stato avvolto). Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette".

Vediamo la differenza tra le due traduzioni. Sul capo di Gesù era stato messo un sudario (infatti il volto di Gesù era molto sfigurato); secondo la prima e più comune traduzione Giovanni e Pietro vedono il sudario ripiegato in un luogo a parte rispetto alla sindone; invece, secondo l'altra ipotesi, i due apostoli vedono i panni riavvolti su se stessi e, all'interno della sindone, nella stessa ubicazione in cui era stato avvolto (cioè in corrispondenza del capo di Gesù), il sudario.
Questo rinvenimento esclude l'ipotesi del furto del cadavere di Gesù, già sospettato da Maria Maddalena (Gv 20,2: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!"); infatti sarebbe stato impossibile ricomporre artificialmente i lini in maniera tale da lasciare ripiegato il sudario all'interno della sindone, e per giunta in corrispondenza del volto.
Il ritrovamento dei lini ripiegati su se stessi in questo modo - proprio perché cosa impossibile a ricostruirsi artificialmente -, fece sì che Pietre e Giovanni credessero alla resurrezione ed escludessero l'ipotesi di furto, avanzata molto ragionevolmente da Maria Maddalena e temuta dai discepoli: che cosa ci sarebbe stato di meglio per il Sinedrio che far rubare il Corpo di Gesù e - una volta che gli apostoli avessero ritrovato il sepolcro vuoto e avessero detto "È risorto" - mostrare il cadavere dicendo "Eccolo qui il vostro risorto!"
Da un punto di vista puramente grammaticale, forse non ci sono prove decisive per scegliere la seconda traduzione rispetto alla più consueta (sono entrambe possibili). Ma la coerenza interna del racconto (il timore del furto che viene escluso e il fatto di credere dopo aver visto i lini ripiegati) propende nettamente a favore di questa seconda ipotesi: solo questa infatti dà ragione del fatto che, storicamente - tutto d'un tratto -, svanisce dal cuore degli apostoli la paura del ragionevolmente temuto furto del cadavere; e ciò coincide con l'impossibilità da parte del sinedrio di produrre il corpo di Gesù.
E mentre le menti dei primi compagni del Signore sono liberate dal timore del furto del corpo del loro Maestro, il sinedrio spiazzato è costretto a "montare" quella "diceria" che "si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi" (Mt 28,16), ovvero il furto del cadavere da parte dei discepoli.
Non e pensabile a un furto con destrezza (una guardia armata romana non può non accorgersi della manomissione del sepolcro: ci sarebbe voluta l'anestesia totale dei soldati): non c'è traccia poi di colluttazione o di furto con violenza (ogni minimo indizio in questo senso sarebbe stato un argomento a favore del sinedrio).
Il sinedrio spiazzato si è trovato costretto a formulare la ridicola accusa del furto: ai soldati della guardia non conveniva raccontare della resurrezione o di fatti misteriosi, rischiando così la pena di morte (sarebbe stato facile accusare i soldati: "Eravate ubriachi e così vi siete inventati la storia della resurrezione...". Conveniva loro piuttosto accettare la di essere corrotti, perché, se fossero stati processati, avrebbero rischiato la condanna a morte: era meno rischioso tacere e non essere processati. Anche al Sinedrio non conveniva far processare i soldati, per evitare che al processo questi parlassero di resurrezione, con gran clamore tra il popolo. Se era stato facile far condannare Gesù perché era ebreo, sarebbe stato difficile far condannare dei soldati romani. I responsabili morali dell'uccisione di Gesù furono dunque costretti a scegliere la soluzione meno clamorosa, il silenzio accompagnato dalla calunnia.
Le bende funebri di Gesù, perfettamente intatte e ripiegate, confortano la nostra fede e smentiscono ogni falsità sulla resurrezione del nostro Salvatore: Mel Gibson non è solo dunque il regista della Passione di Cristo, ma anche della Sua credibilissima Resurrezione.

Fonte: Flos carmeli (http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=article&sid=554)

Augustinus
29-03-07, 18:31
http://www.aciprensa.com/imagesint/14.jpg

Augustinus
29-03-07, 18:33
Passion of Christ (http://www.aciprensa.com/reportajes/passion.htm) (in spagnolo)

pfjodor
02-04-07, 10:31
è un film che può piacere o no, ma di sicuro non può lasciar indifferenti.
io credo che questo sia una qualità unica di questo film, suscitare lo scandalo
capacità di smuovere lo spettatore e sbloccarlo dalle proprie convinzioni o presunte certezze.

l'ho rivisto di recente questa pellicola di gibson, e mentre la volta scorsa (3anni fa), mi aveva suscitato ripugnanza e direi fastidio, questa volta invece mi ha commosso per davvero.
son passati 3 anni nel mezzo, e molte cose che prima non sapevo ora le so, o almeno credo di saperle.

cordialmente

Augustinus
05-04-07, 22:08
I segreti della Passione di Cristo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=93182&referrerid=10150)

Augustinus
17-09-07, 00:14
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Holuxar
28-03-20, 01:40
«La Passione di Cristo» di Mel Gibson è stato un ottimo film, pare che debba uscire il seguito per Pasqua...
PER NON DIMENTICARE - in attesa del VENERDì SANTO ormai prossimo - l'unico VERO OLOCAUSTO: la PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO...
Il primo e peggiore degli omicidi rituali anti-cristiani ebraici...
Rimosso e giustificato da decenni da coloro che si spacciano per "Vicari di Cristo" mentre sono degli "anticristi in Vaticano" come li definirono all'epoca Mons. Marcel Lefebvre e Mons. De Castro Mayer...
Tutto ciò "grazie" ai sommi impostori falsi "papi" della setta conciliabolare del "Vaticano II" ed alla "gerarchia" in comunione con loro; una pseudo-"chiesa" che, da Roncalli o almeno da Montini in poi fino a Ratzinger e Bergoglio, in realtà è la diabolica contraffazione della vera Santa Romana Chiesa!!
L'omicidio rituale ebraico è - perlomeno in singoli casi ormai ben documentati - una realtà storica appurata, altro che "mito" (da loro inteso nel senso di "invenzione" e "fandonia") come vogliono far credere i vari Massimo Introvigne (un personaggio che in passato ha pubblicato anche buoni ed interessanti libri ed articoli ma a dir poco ambiguo, sul quale pesa un forte e fondato sospetto di appartenenza a qualche loggia massonica e persino di partecipazione attiva a "messe nere", v. vecchi articoli della rivista "Sodalitium" sulla questione) e soci che a volte pretendono pure di spacciarsi per "cattolici" persino "tradizionalisti" eh...
Leggetevi libri seri su questo tema, scritti persino da alcuni studiosi di origine ebraica, non le panzane neo-moderniste e vaticano-secondiste dei servi e dei venduti alla giudeo-massoneria...
Onore ad Ariel Toaff per aver scritto «Pasque di sangue – Ebrei d'Europa e omicidi rituali», a Domenico Savino e a Don Curzio Nitoglia per aver scritto altri libri fondamentali sul tema ed allo stimato prof. Franco Damiani, sperando che dopo tanti anni legga ancora il forum "Tradizione Cattolica - Sede Vacante", che ha sempre avuto il coraggio di difendere la vera dottrina teologicamente antigiudaica della Santa Romana Chiesa anche pubblicamente...

I veri e legittimi Pontefici Romani fino a Pio XII hanno sempre condannato il giudaismo deicida talmudico-cabalistico e riconosciuto la veridicità, almeno nei casi accertati come quello del Beato Simonino da Trento ed alcuni altri analoghi, degli omicidi rituali ebraici...

Il Sito/blog ufficiale dedicato al BEATO SIMONINO DA TRENTO:




https://sansimoninotrento.wordpress.com/
"San Simonino da Trento
Sito ufficiale del Comitato san Simonino"


https://sansimoninotrento.files.wordpress.com/2020/03/sansimonino.jpg?w=640



https://sansimoninotrento.files.wordpress.com/2020/03/sansimonino.jpg?w=640





24 MARZO 2020: SAN GABRIELE ARCANGELO E BEATO SIMONINO DA TRENTO…




https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda

Preghiera a San Simonino da Trento (24.3).
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1558-preghiera-a-san-simonino-da-trento-24-3.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/san-simonino-da-trento.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/omicidio-rituale.html
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/2120-sul-delitto-rituale-storia-e-critica-di-mons-umberto-benigni.html
Un altro Santo che i modernisti, al soldo della perfidia dei neo-farisei, hanno tentato di cancellare e di rimpiazzare con moderni personaggi esempio di eresia e di menzogna.
NOZIONI SULLA VICENDA E SUL CULTO DI SAN SIMONINO DA TRENTO»
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/1561-nozioni-sulla-vicenda-e-sul-culto-di-san-simonino-da-trento.html

https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/





https://www.facebook.com/donugo.casasanpiox/
«24 marzo: “A Trento la passione di san Simeóne fanciullo, crudelissimamente trucidato dai Giudèi, il quale poi rifulse per molti miracoli” (dal Martirologio Romano).
L'urna in argento, ottone e cristallo che conteneva le reliquie del martire nella chiesa dei ss. Pietro e Paolo a Trento, prima dell'occultamento del corpo da parte della Curia».



https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/s960x960/90727823_10219150767617921_644245901853851648_o.jp g?_nc_cat=110&_nc_sid=8024bb&_nc_ohc=x_SwgOfmBO4AX8z8277&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&_nc_tp=7&oh=325df8a4cb6ed5de375fae92a77c09e2&oe=5EA411D8



https://www.facebook.com/donugo.casasanpiox/
«Ugo Carandino Hanno nascosto il corpo. Penso sia stato tumulato al cimitero. Ma il corpo di san Lorenzino è ancora nell'urna.
Mirko Tura anche qui a Marostica, lo stesso scempio per il Beato Lorenzino»





La conferenza su SAN SIMONINO DA TRENTO ed il BEATO LORENZINO DA MAROSTICA prevista per il 3 aprile 2020 è stata rinviata a data da destinarsi:




Il culto al martire San Simonino da Trento - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/culto-al-martire-san-simonino-trento/)
«Il culto al martire San Simonino da Trento 24 marzo 2020
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 28/20 del 24 marzo 2020, San Simonino
Il culto al martire San Simonino da Trento
La conferenza in programma a Trento il 3 aprile 2020 dal titolo “L’invenzione del colpevole e l’occultamento dell’innocente. I casi di San Simonino di Trento e del Beato Lorenzino da Marostica: quando il politicamente corretto cancella la storia” è stata rinviata».
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2020/03/SAM_1857.png



http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2020/03/SAM_1857.png




http://www.sansimonino.eu
https://sansimoninotrento.wordpress.com/2020/02/20/conferenza-loccultamento-dellinnocente-3-04-2020/
https://sansimoninotrento.wordpress.com/2020/02/20/conferenza-loccultamento-dellinnocente-3-04-2020/
«Comitato San Simonino
Venerdì 3 aprile 2020 alle ore 20,00 presso la sala riunioni Verruca, via Verruca 1, a TRENTO (quartiere Piedicastello), conferenza pubblica:
L’INVENZIONE DEL COLPEVOLE E L’OCCULTAMENTO DELL’INNOCENTE
I casi di San Simonino di Trento e del Beato Lorenzino da Marostica: quando il politicamente corretto cancella la storia.
Relatori:
--- Don Francesco Ricossa, direttore di Sodalitium: "San Simonino: un processo ben ¬documentato".
--- Stefano Zulian, storico: "Beato Lorenzino: i Sossio, la famiglia e un beato che non doveva esistere".
Moderatrice:
Elisabetta Cardinali, direttrice de "La Voce del Trentino".
La conferenza è rinviata a data da destinarsi
Presso sala Riunioni Verruca via Verruca, 1 TRENTO quartiere Piedicastello
Scarica qui il volantino della conferenza»
https://sansimoninotrento.files.wordpress.com/2020/02/simonino2020conftnw.pdf
https://sansimoninotrento.wordpress.com/2017/03/23/testi-liturgici-su-san-simone-da-trento/







https://www.radiospada.org
http://www.edizioniradiospada.com/
https://it-it.facebook.com/radiospadasocial/

"24 MARZO 2020: SAN GABRIELE ARCANGELO"


“24 marzo 2020: l'omaggio di Radio Spada al Beato Simonino da Trento, martire, vittima di omicidio rituale. Ci protegga dal virus dei corpi e da quello delle anime.
Per approfondimenti:"
https://www.radiospada.org/2013/11/e-se-fosse-tutto-vero-la-storia-del-beato-simonino-di-trento/
https://www.radiospada.org/2014/03/il-beato-simonino-da-trento-una-conferenza-a-milano/
https://www.radiospada.org/tag/omicidio-rituale-ebraico/
https://www.radiospada.org/2019/12/larcidiocesi-di-trento-sponsorizza-mostra-sulla-fake-news-cit-di-s-simonino/
https://www.radiospada.org/2019/12/plauso-della-sen-segre-alla-mostra-del-museo-diocesano-tridentino-su-e-contro-il-santo-simonino/
https://www.radiospada.org/tag/simonino-da-trento/



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https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»



https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/s960x960/90792088_2435128623255112_3163095305851764736_o.jp g?_nc_cat=110&_nc_sid=110474&_nc_ohc=_ILU9mo6_ZgAX-5I1iJ&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&_nc_tp=7&oh=548c2d99c9b89d6253036e632098c393&oe=5EA551B5





OREMUS ET PRO PERFIDIS JUDAEIS, UT DEUS ET DOMINUS NOSTER AUFERAT VELAMEN DE CORDIBUS EORUM: UT ET IPSI AGNOSCANT JESUM CHRISTUM DOMINUM NOSTRUM. AMEN.

Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
28-03-20, 03:41
«La Passione di Cristo / The Passion of the Christ» di Mel Gibson del 2004 è stato un ottimo film che (oltre ad aver contribuito alla mia personale conversione al Cristianesimo e Cattolicesimo Romano) ha mostrato la realtà storica conforme ai Vangeli; pare che uscirà il seguito/sequel per Pasqua 2020, almeno all'inizio era prevista tale data, o più probabilmente ormai per Pasqua 2021 e sarà intitolato:
«La passione di Cristo: Resurrezione / The Passion of the Christ: Resurrection»...




https://www.agerecontra.it/2020/01/la-resurrezione-di-cristo-il-nuovo-film-di-mel-gibson/
"La Resurrezione di Cristo: il nuovo film di Mel Gibson 13 GENNAIO 2020 DA STAFF "CHRISTUS REX"
Un film che descrive minuziosamente l’angoscia provata dai discepoli di Cristo nei tre giorni che vanno dalla Crocifissione alla Resurrezione. «La Passione di Cristo 2: Resurrezione», il nuovo film di Mel Gibson, continuazione de «La Passione di Cristo», sarà proiettato al cinema solo per la prossima Settimana Santa. Anche il precedente film è uscito durante la Settimana Santa, registrando un incasso a livello internazionale pari a 611.899.420 dollari. Pure per questo motivo, il regista deciso di fare allo stesso modo col nuovo film.
IL CAST
Compariranno sul grande schermo, gli stessi attori, impegnati nel cast principale de «La Passione…», ovvero: Jim Caviezel (nel ruolo di Gesù), Maia Morgenstern, Christo Jivkov e Francesco De Vito.
CURIOSITÀ SUL FILM
Per la prima volta nella storia del cinema, vengono rappresentati i tre giorni successivi alla morte di Cristo. Il nuovo episodio comincia là dove era finito il primo, ovvero con la sepoltura di Cristo, narrando quindi momento per momento i tre giorni della morte di Cristo.
Tra gli altri episodi narrati, anche gli intrighi del palazzo di Erode e la Domenica della Resurrezione a Gerusalemme. Inoltre, il regista non ha dimenticato tematiche forti come: il potere, l’avidità e l’ambizione di alcuni dei personaggi coinvolti nella crocifissione come Ponzio Pilato, Caifa e Giuda."
https://vocecontrocorrente.it/la-resurrezione-di-cristo-il-nuovo-film-di-mel-gibson/?utm_source=Filippa&utm_medium=Filippa&utm_campaign=Filippa


https://www.agerecontra.it/2014/09/hutton-gibson/


https://promariana.wordpress.com/tag/hutton-gibson/




Nel frattempo si legga o rilegga lo speciale dedicato a "THE PASSION" di MEL GIBSON sul vecchio numero 57 di "SODALITIUM":




http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/57.pdf
«Dossier sul film “La Passione”.
Editoriale
DOSSIER sul film “La Passione”
Qualche riflessione sul film “La Passione di Cristo”
Una recensione del film “La passione di Cristo”
“La Passione” è conforme alla Scrittura…
Il film di Mel Gibson e la divinità di Gesù
Per saperne di più»


http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/57.jpg




ONORE A MEL GIBSON (preghiamo e speriamo che si penta e riprenda dai suoi tanti errori e vizi a livello personale!) ED ANCHE A SUO PADRE HUTTON - vecchissimo ultracentenario (Peekskill, 26 agosto 1918) nonché cattolico integrale "sedevacantista" della prima ora, buon amico del compianto comandante d’aviazione civile e grande scrittore italo-brasiliano Arai Daniele (San Paolo, 13 maggio 1934 - Aljustrel / Fatima, 25 novembre 2017: R.I.P.) - buon sangue non mente!!!

Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
04-04-20, 00:31
Il FILM «LA PASSIONE DI CRISTO / The Passion of the Christ» di MEL GIBSON del 2004 (v. qui il Dossier sulla rivista "SODALITIUM" n. 57 http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/57.pdf ) ha riproposto all'epoca la QUESTIONE TEOLOGICA DEL DEICIDIO...
Si ripropone nuovamente anche l'altra controversa ed essenziale QUESTIONE STORICA DEGLI OMICIDI RITUALI EBRAICI oggi più che mai alla luce del caso di SAN SIMONINO (v. qui il sito ufficiale: https://sansimoninotrento.wordpress.com/ e si pensi alla recentissima nuova polemica scatenata contro il pittore Giovanni Gasparro, aggredito verbalmente ed accusato di "antisemitismo" per averne riparlato) e di tanti altri BEATI MARTIRI per così dire "DE-CANONIZZATI"; ed effettivamente di conseguenza si pone di nuovo in maniera oggettiva anche “Il problema delle canonizzazioni delle vittime degli omicidi rituali ebraici” (v. pure discussione omonima sul forum "Tradizionalismo" ed "Omicidio rituale e caso Ariel Toaff" sul forum "Tradizione Cattolica - Sede Vacante") e l'unico modo per risolverlo alla luce del Magistero della Chiesa è concludere che quelli venuti dopo Papa Pio XII NON erano/sono veri e legittimi Pontefici Romani, considerando appunto che tutti veri e legittimi Pontefici Romani fino a Pio XII incluso hanno sempre condannato il giudaismo deicida talmudico-cabalistico e riconosciuto la veridicità, almeno nei casi accertati come quello del Beato Simonino da Trento e diversi altri analoghi, degli omicidi rituali ebraici; insomma si deve constatare che, anche per tanti altri motivi teologico-dottrinali su questioni connesse ed analoghe, ha ragione il “sedevacantismo”...
Riguardo alla dottrina cattolica sull’infallibilità del Papa e della Chiesa in generale inclusa la beatificazione e soprattutto la canonizzazione dei Santi (confermata inequivocabilmente nella formula stessa) cfr. quanto provato e riportato dalla rivista dell'I.M.B.C. “Sodalitium” sul n. 56 un po' ovunque (numero speciale sul “sedevacantismo”), sul n. 55 nell'articolo sulla “canonizzazione” di Mons. Escrivá de Balaguer, sul n. 54, pp. 4-5, sul n. 51 da p. 5, sul n. 41, p. 66, ecc.




http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/41.pdf
"L’Infallibilità della Chiesa pag. 57"

http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/51.pdf
"L’infallibità del Papa pag. 5"

http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/54.pdf
"L’infallibilità del Papa e la Canonizzazione dei Santi pag. 4"

http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/55.pdf
«La “canonizzazione” di Mons. Escrivá de Balaguer. Breve nota di Sodalitium.
Il 6 ottobre 2002, in Piazza san Pietro, Giovanni Paolo II ha canonizzato Mons. Josemaria Escrivá de Balaguer.
Sodalitium ha già esposto la dottrina cattolica sull’infallibilità del Papa nella canonizzazione dei Santi (n. 54, pp. 4-5, e anche n. 41, p. 66), infallibilità che è bene espressa nella formula stessa di canonizzazione (…)»

http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/56.pdf
«Risposta al numero speciale de “La Tradizione cattolica” sul sedevacantismo»




Riporto anche il mio lungo intervento in questa discussione sul forum "cattolici" sul presunto "mito dell'omicidio rituale" ove confuto i "negazionisti" vari:


https://forum.termometropolitico.it/337999-storia-libro-sul-mito-dell-omicidio-rituale-5.html


LA QUESTIONE TEOLOGICA DEL DEICIDIO E LA QUESTIONE STORICA DEGLI OMICIDI RITUALI EBRAICI SONO in un certo senso STRETTAMENTE COLLEGATE, non a caso ormai si tende a negare entrambi sia in ambito anti-cattolico che pseudo-cattolico; ma il VANGELO ed il MAGISTERO DELLA CHIESA si sono ben espressi in maniera definitiva e nessun “aggiornamento” o “revisione” renderà MAI “falso” ciò che è VERO sia teologicamente che storicamente…
Le CANONIZZAZIONI tra l’altro sono INFALLIBILI secondo la dottrina cattolica ed anche le BEATIFICAZIONI con tanto di CULTO PUBBLICO APPROVATO; negare valore a queste ultime, seppur magari non è eresia vera e propria, è comunque TEMERARIO dal punto di vista dottrinario-teologico.
Quindi come minimo è un grave peccato osare insinuare che dei BEATI MARTIRI in realtà non sarebbero tali!!!
La doppiamente negazionista “nuova chiesa” del “concilio vaticano II” quindi dovrebbe avere almeno l’onestà di cambiare nome senza più pretendere di spacciarsi per la SANTA ROMANA CHIESA in quanto ne è la contraffazione e NON la “continuazione”, così come un “forum cattolico” che evidentemente la segue nell’apostasia della vera fede…Senza mettere in dubbio la "buona fede" di nessuno in "foro interno", ma purtroppo il foro esterno basta ed avanza ed in base a quello si deve giudicare.
Ecco la posta in gioco: la credibilità della Chiesa stessa e della sua dottrina!!!

L’accusa davvero calunniosa, vergognosa e scandalosa è quella rivolta alla Chiesa di essersi inventata falsi martiri di inesistenti omicidi rituali!!
Provo a rispondere in dettaglio su tutte le varie questioni ed obiezioni, però ovviamente se continui a censurarmi non vale e non ci sto più...
Perché finisci per distorcere e stravolgere il mio discorso, togliendo quello che ti fa comodo e facendo perdere senso a delle frasi che scrivo.
Dimostrerò ad "emv" e ai lettori che non sono io ad aver calunniato i "papi" e "teologi" vaticano-secondisti, il dott. Massimo Introvigne, ecc. ma sono loro a calunniare la Chiesa!!

Il 24 MARZO 2020 è stata la festa di SAN GABRIELE ARCANGELO e del BEATO SIMONINO DA TRENTO (il martirologio lo commemorava come Santo Martire fino al 1965, come provava la foto che hai volutamente tolto, ed i martiri non possono sparire da un momento all’altro solo perché divenuti scomodi ed ingombranti per volgari interessi politici ed ideologici!!): un cattolico li deve onorare entrambi!!
È offensiva la tua frase sulle mie “gerarchie valoriali”, come se dare il giusto tributo ad un fanciullo martire che ha compiuto miracoli riconosciuti dalla Chiesa e dalla popolazione trentina e ricordarne la memoria togliesse qualcosa all’Arcangelo San Gabriele!!
Ho dedicato più spazio a Simonino che all’Arcangelo Gabriele in questa discussione perché sennò sarei andato fuori tema, sull’Arcangelo Gabriele ho postato in altre discussione dedicate a lui!!
Oltre alla preghiera contro i “perfidi giudei” (approvata dalla Chiesa e da tutti i Papi fino a Pio XII), hai cancellato tutti i riferimenti al “Centro Studi Federici”, hai tolto pure alcune frasi di Carlo Di Pietro e di Don Ugo Carandino sul Beato Simonino da Trento e contro i neo-modernisti che occupano il Vaticano e troncato la mia frase sul prof. Franco Damiani, col risultato che, oltre che erronea dal punto di vista della punteggiatura, sembra sconnessa e priva di senso!!

L’articolo di apertura di questa discussione pubblicizzava un libro del prof. Massimo Introvigne (quello si vergognoso!!) ed io ho doverosamente precisato le gravi ambiguità di tale personaggio (e definirlo solo “ambiguo” è già un complimento eh!!), indicando i forti e fondati sospetti su certe sue frequentazioni massoniche e persino sataniste (ho solo sbagliato a scrivere che ha partecipato “attivamente” ad alcune “messe nere”, chiedo scusa, dovevo scrivere al contrario “passivamente” cioè come spettatore e lui questo l’ha ammesso pubblicamente in varie interviste, quindi nessuna calunnia da parte mia o di altri che hanno segnalato la notizia), che ci sono state realmente anche se lui le giustifica adducendo i motivi di studio e di ricerca necessari per poter scrivere i suoi libri…
Il dott. Massimo Introvigne era legato all’associazione italiana “Alleanza Cattolica” (fino al 2016 ne è stato il reggente vicario), a sua volta facente riferimento alla brasiliana T.F.P. (“Tradizione, Famiglia, Proprietà”) fondata dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira; essa fu sostenuta pure per quasi un trentennio da Mons. De Castro Mayer (vescovo di Campos che fu “scomunicato” con Mons. Lefebvre nel 1988) il quale poi ne prese esplicitamente le distanze denunciandola come una setta segreta millenarista (cfr. pure il testo di C. A. Agnoli e P. Taufer: T.F.P. La Maschera e il volto, Edizioni Adveniat. S. Giustina di Rimini nel quale si denunciano anche i rapporti della T.F.P. con la massoneria americana, in chiave anticomunista).
I fatti acclarati riguardo il dott. Massimo Introvigne sono i seguenti: ha assistito a Torino ad alcuni riti satanici, cioè a “messe nere”, col permesso dei satanisti “razionalisti” torinesi stessi (membri della “chiesa di satana” locale collegata a quella californiana e statunitense, seguaci di Aleister Crowley ed Anton Szandor La Vey, il cui pensiero neo-gnostico era caratterizzato da un miscuglio di ateismo, illuminismo e pseudo-misticismo con riferimenti magici, neo-pagani e demonologici) che l’hanno accettato come osservatore esterno, ha partecipato ad incontri del “Gruppo di Tebe” svoltisi nella sede del Grand’Oriente di Francia (il “Groupe de Thèbes” aveva lo scopo di fare incontrare, a porte chiuse, studiosi dell'esoterismo e dirigenti di movimenti esoterici), aveva una collaborazione fissa con la rivista para-massonica“Ars Regia” collegata ad ambienti esoterico-massonici ed anzi apparteneva al suo comitato scientifico; inoltre da alcuni decenni attraverso il CESNUR (il “Centro Studi sulle Nuove Religioni”) cerca di sdoganare le peggiori e più strambe e pericolose sette tipo i “Testimoni di Geova”, “Scientology” e così via (ed osa inserire l’Istituto Mater Boni Consilii tra di esse!!) facendone l’avvocato d’ufficio ed infine ha scritto parecchi libri in cui cerca di scagionare almeno parzialmente giudaismo e massoneria dalle accuse dei “complottisti” (inclusi moltissimi Papi, Santi e Teologi cattolici!!) negando l’esistenza storica degli omicidi rituali ebraici e di quelli massonici, ecc.
Aggiunciamoci pure che Massimo Introvigne nel 2016 è giunto al punto di difendere apertamente la pseudo-artista pornografa ed occultista stregonesca di origine serba (ed ebraica dato il cognome?! Di sicuro si rifà alla tradizione esoterica cabalistica ed è amica di Hillary Clinton) con cittadinanza statunitese Marina Abramovic!!
Per citare infine una “curiosa coincidenza” assai inquietante: il libro «Satanism: a social history» (Brill) pubblicato in lingua inglese da Massimo Introvigne, sociologo e direttore del CESNUR, ha proprio il numero evocativo di 666 pagine!!
Un “curriculum” di “ambiguità” niente male per un “cattolico” dichiarato (oggi fedelissimo di Bergoglio e soci vaticano-secondisti, dopo una gioventù da “lefebvriano”, guarda caso) eh!!
Avere qualche dubbio sulla sua effettiva “buona fede” e scrivere che ci sono forti e fondati sospetti su di lui, e su altri suoi compari, non mi sembra una calunnia né un’infondata accusa…
Per chi volesse approfondire il tema scottante delle nefaste influenze ed infiltrazioni esoterico-massoniche e “cristianiste” (o “teocon”, più correttamente “theocon”) negli ambienti cattolici (dietro una maschera “tradizionalista” da “neo-crociati medievaleggianti”, la quale in realtà in pratica è servita a giustificare e ad appoggiare con entusiasmo le guerre anti-islamiche post-2001 e le invasioni occidentaliste-mondialiste israelo-statunitensi nei vari paesi), segnalo le varie fonti principali:

Luigi Copertino, Spaghetticons. La deriva neoconservatrice della destra cattolica italiana, Il Cerchio, Rimini 2008.
Vari scritti, sia libri che articoli sul suo blog, di Don Curzio Nitoglia.
La rivista ed il sito “Sodalitium” dell’“Istituto Mater Boni Consilii”.
Il sito di Miguel Martinez (un non-cattolico nato a Città del Messico ma cresciuto in Italia, di padre messicano e di madre statunitense, in gioventù membro di “Ordine Nuovo” e di “Nuova Acropoli” ispirata alla medium ed occultista russa Helena Blavatsky ma poi ha lasciato l’organizzazione nel 1990 denunciandola come “una struttura iniziatica per adepti neonazista”. Su di lui cfr. Ugo Maria Tassinari, Fascisteria, Castelvecchi, Roma 2000, pag 299-302. Ora scrive soprattutto di questioni politiche, sociali, ecc. e lo segnalo esclusivamente per la sua valida documentazione sui “cristianisti” e sugli “atei devoti” che strumentalizzano politicamente il Cattolicesimo).
Sulla "credibilità cattolica" (altro che "calunnie"!!) di MASSIMO INTROVIGNE V. QUI:





http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/35.pdf
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/38.pdf
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/39.pdf
http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/55.pdf
«Massimo Introvigne e Roberto De Mattei. Documenti»


Massimo Introvigne e la Massoneria (http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/sod1.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/sod1.htm
«Massimo Introvigne e la Massoneria Da Sodalitium n. 35, novembre 1993, pp. 13-18».
Introvigne: dalle messe nere alla Gran Loggia (http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/sod2.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/sod2.htm
«Introvigne: dalle messe nere alla Gran Loggia Da Sodalitium n. 38, pp. 44-47».
La 'smentita' di Massimo Introvigne (http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/sod3.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/sod3.htm
«La "smentita" di Massimo Introvigne Da Sodalitium n. 39, pp. 20-28».

Introvigne e CESNUR - Storia segreta di un apologeta dei culti (http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it00.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it00.htm
«Massimo Introvigne, il CESNUR e l'organizzazione di destra brasiliana, "Tradizione, Famiglia e Proprietà" (T.F.P.)
Il documento che segue tratta un'organizzazione con sede in Italia, il CESNUR, che si presenta come un centro obiettivo di studi sui culti (sètte o "nuovi movimenti religiosi"), fondato dal sociologo Massimo Introvigne. In realtà, Introvigne non è laureato in sociologia, ma è un procuratore legale esperto di brevetti; né il CESNUR è un centro obiettivo di studi: l'organizzazione è strettamente associata a un'altra organizzazione denominata "Alleanza Cattolica". L'ideologia di quest'ultima si basa interamente sugli insegnamenti di Plinio Corrêa de Oliveira, un estremista brasiliano e sedicente "profeta", promotore di una "crociata" contro la riforma agraria e il "comunismo", che chiede apertamente l'instaurazione di un regime mondiale "cristiano" basato sulla repressione e su una gerarchia di tipo medievale.
Questa "crociata" si chiama Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP).
(…) Si consiglia in particolare la lettura del dossier "Tradizione Famiglia Proprietà - Associazione cattolica o setta millenarista?", disponibile sempre su questo sito.
(…) Introvigne si vanta di aver "tenuto lezioni o coordinato corsi - fra gli altri - per il Critical Incidents Response Group dell'FBI e per esperti di sicurezza israeliani" (Quarta di copertina di Massimo Introvigne, Osama bin Laden. Apocalisse sull'Occidente, Elledici, Leumann (Torino) 2001).
(…) La TFP ha un volto pseudomedievale, che suscita un certo scandalo a "sinistra", ma che serve per raccogliere entusiasmi giovanili a "destra". Per quanto pittoresco, non è a nostro avviso l'aspetto più pericoloso di questa organizzazione.
Il vero volto della TFP, e delle sue consorelle italiane, è quello di un'organizzazione entusiasta della globalizzazione capitalista, pronta ad allearsi con qualunque fondamentalista protestante o "ateo radicale" sostenga il diritto dell'Occidente di saccheggiare il resto del mondo.
In questo senso, la TFP è uno dei principali fautori di ciò che abbiamo chiamato la cultura dei "cristianisti" o "teocon", le persone per cui il cristianesimo non è una via di salvezza, ma è la bandiera politica dell'imperialismo occidentale.
(…) Il testo che presentiamo qui è particolarmente interessante, perché non proviene da ambienti di sinistra, prevedibilmente critici verso un movimento che ha fatto dell'anticomunismo la propria priorità, ma da ambienti cattolici tradizionalisti, quindi antropologicamente vicini alla TFP e ad Alleanza Cattolica.
Ambienti che cercavano una "associazione cattolica" e hanno invece trovato, come leggiamo nel titolo, una "setta millenarista", la cui prima preoccupazione è salvaguardare le ricchezze dei latifondisti. (…) Sulla TFP, si veda anche:
la sezione di questo sito dedicata al CESNUR, la lobby di Massimo Introvigne».

Massimo Introvigne, fondatore del CESNUR (http://www.kelebekler.com/cesnur/ita.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/ita.htm

TFP - una setta estremista in Italia (http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/tfp01.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/txt/tfp01.htm

Alcuni strani amici di Introvigne (http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it20.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/storia/it20.htm

Introvigne definisce di nuovo terroristi i suoi critici (http://www.kelebekler.com/cesnur/cass/indexit.htm)
http://www.kelebekler.com/cesnur/cass/indexit.htm
“Per chi non avesse seguito la vicenda è necessaria una breve presentazione: Massimo Introvigne, avvocato torinese, è fondatore e direttore del CESNUR, il "Centro Studi sulle Nuove Religioni". E' inoltre uno dei dirigenti di una organizzazione di destra chiamata "Alleanza Cattolica", il cui scopo dichiarato è creare una "élite controrivoluzionaria" e ridare piena gloria alla Cristianità medievale secondo gli scritti dell'autoproclamato "profeta" brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira, noto anche come "Il crociato del XX° secolo". Sebbene ammirino l'Inquisizione, queste persone sono state accusate, abbastanza comprensibilmente, di essere una "setta" - tra gli altri dalla Conferenza Episcopale Brasiliana - così tendono ad assumere una linea molto apologetica nei confronti di gruppi che, più o meno giustamente, sono stati oggetto di accuse simili: questi gruppi spaziano dall'Opus Dei a Scientology.
Tempo fa pubblicammo documenti che rivelavano qualcosa della natura del CESNUR, tratti da varie fonti (principalmente materiale del CESNUR e di Alleanza Cattolica, o di autori di destra vicini a Introvigne)”.


http://www.maurizioblondet.it/introvigne-riabilita-la-abramovic-papa-francesco-giuda/
«INTROVIGNE RIABILITA LA ABRAMOVIC. E ‘PAPA FRANCESCO’, GIUDA.
(…) Il lettore che ha avuto la pazienza di seguirmi fin qui avrà notato, spero, la consonanze: Introvigne assolve la strega Abramovic, “Francesco” , riabilita Giuda. Entrambi lo fanno con atletiche arrampicate sugli specchi e sofismi subdoli. Entrambi, hanno uno scopo obliquo e non dichiarato: Francesco insultare ancora una volta i cardinali a cui non vuol rispondere onestamente e direttamente; Introvigne, proteggere “le elites” dai “populisti” che ne minacciano il potere occulto. E’ lo stesso Introvigne che difende “Francesco” dai suoi critici “tradizionalisti”, stilandone liste per esporli al ludibrio di Repubblica, La Stampa e simili alleati di El Papa. E’ proprio vero: Dio li fa e poi li accoppia. Solo che forse in questo caso, Dio c’entra poco. Maurizio Blondet (16 dicembre 2016)»


http://doncurzionitoglia.net/2016/12/17/introvigne-abramovic-papa-giuda/
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2016/12/17/introvigne-abramovic-papa-giuda/

La contro (http://www.doncurzionitoglia.com/ControChiesa.htm)
http://www.doncurzionitoglia.com/ControChiesa.htm
“La «giudeo-massoneria» non esiste? Don Curzio Nitoglia”
La «giudeo - massoneria» non esiste? (http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=6557&Itemid=100021)
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/category/massimo-introvigne/
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2016/12/17/introvigne-abramovic-papa-giuda/

Infiltrazioni, influenze e confusioni - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/infiltrazioni-influenze-e-confusioni/)

Chiesa e post concilio: Danilo Quinto. Fratelli Muratori (http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/12/danilo-quinto-fratelli-muratori.html)





LIBRI ED ARTICOLI SULL'OMICIDIO RITUALE EBRAICO:




Domenico Savino, Omicidio rituale ebraico. Storia di un’accusa, Effedieffe, Proceno di Viterbo 2008.
https://www.effedieffeshop.com/product.php~idx~~~1434~~Omicidio+rituale+ebraico+_ +Storia+di+un_accusa~.html
https://www.effedieffeshop.com/pimages/Omicidio-rituale-ebraico-Storia-di-un-accusa-extra-big-1314-086.jpg

IL MITO DELL (http://www.doncurzionitoglia.com/MitOmicidioRituale.htm)


"PASQUE DI SANGUE"
http://antimassoneria.altervista.org/wp-content/uploads/2016/02/pasque-di-sangue.pdf
"Contro il negazionismo (di Introvigne e Nirenstein) Siro Mazza - don Curzio Nitoglia 13/02/2007"


Don Curzio Nitoglia, L’omicidio rituale ebraico. La secolare accusa del sangue: tesi e documenti a confronto, Editore Effepi, Genova 2007.

l'omicidio rituale (http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/massoneria/articoli/pagine_articoli/l_omicidio_rituale.htm)
“Articolo estratto dalla rivista Sodalitium, Anno IX, nº 29, marzo 1992 (pagg. 35-51)”.

L'omicidio rituale massonico - Una testimonianza di San Daniele Comboni - Articolo di Don Curzio Nitoglia (http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1814_Nitoglia_Omicidio_rituale_massonico.html)
“L’OMICIDIO RITUALE MASSONICO. Una testimonianza di San Daniele Comboni di Don Curzio Nitoglia
(...) Per l’omicidio rituale ebraico cfr. ARIEL TOAFF, Pasque di Sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali, Il Mulino, Bologna 2007.”


https://www.radiospada.org/2020/03/lassemblea-che-condanno-il-messia-la-storia-del-sinedrio-che-decreto-la-pena-di-morte-di-gesu/
“Il libro del quale intendo parlare e che vi voglio raccomandare risponde abbondantemente a queste mie esigenze: L’assemblea che condannò Gesù Cristo. Storia del Sinedrio che decretò la pena di morte di Gesù pubblicato nel 1877 ( e ripubblicato dalla Libreria Editrice Fiorentina nel 2006). (…) fu scritto da due interessantissime e dimenticate figure, i fratelli Agostino e Giuseppe Lémann (gemelli), francesi di origine ebraica, grandi conoscitori della loro cultura di origine, in seguito convertiti al cattolicesimo, diventati amici del Beato Pio IX e consulenti del Concilio Vaticano I”.

https://www.radiospada.org/2020/03/giovanni-gasparro-sotto-attacco-la-solidarieta-di-radio-spada
«Si riaccende la polemica su san Simonino di Trento.
Mentre la Archidiocesi di Trento degrada il martirio di quello che fu il miracoloso patrono di Trento a “fake news” (vedi qui e qui), non paga di averne nel 1965 abrogato il culto e occultato la spoglia; il giovane ma brillante pittore cattolico Giovanni Gasparro ha egregiamente prodotto la squisita tela “Martirio di San Simonino da Trento, per omicidio rituale ebraico“, pubblicata sulla pagina Facebook dell’artista il 24 marzo scorso, nella festa del Santo fanciullo “crudelissimamente trucidato dai Giudei, il quale poi rifulse per molti miracoli”.
L’opera non è sfuggita ai guardiani della pretesa ortodossia storica che, vindici del sempre insorgente presunto antisemitismo, è caduta in una col suo autore sotto gli strali del Sito Ufficiale della Comunità Ebraica di Milano, del Times of Israel, del Jerusalem Post, dell’ Anti-Defamation League, el Simon Wiesenthal Center (che ha scritto anche alla Segreteria di Stato per reclamare provvedimenti, vedi qui) e di altri.
Sconcertante per un cattolico, al di là della negazione per partito preso di fatti storici – rimandiamo a nostri precedenti approfondimenti sul tema (vedi qui e qui) – l’ossessivo richiamarsi da parte di costoro a Nostra Aetate, il documento del Vaticano II che sancisce l’inizio del dialogo giudaico-cristiano: dei non cattolici non si appellerebbero mai a un documento di un Concilio ecumenico della Chiesa … se non fosse notorio che quel documento uscì dalla mente di Jules Marx Isaac, storico e membro della Massoneria, che accusava i cristiani di aver fomentato secoli di antisemitismo soprattutto attraverso quei falsi storici che secondo lui sarebbero i Vangeli (vedi qui per approfondenti).
Non ci attendiamo che la gerarchia ecclesiastica difenda questo coraggioso pittore che pone il suo talento a servizio della Religione Cattolica e dei suoi Santi: per la tendenza giudaizzante che la caratterizza da molto, troppo tempo, come ha ottimamente messo in luce Don Curzio Nitoglia nel suo saggio Non abbiamo fratelli maggiori pubblicato dalle nostre Edizioni.
Noi, da parte nostra, esprimiamo a Giovanni Gasparro, cui va il merito di aver onorato un Santo contro cui si scagliano ancora gli eredi di coloro che consideravano una fake news persino la Resurrezione di quel Nazareno che avevano ucciso sulla croce, tutta la nostra solidarietà umana e cristiana e gli formuliamo i più fervidi auguri e le più copiose benedizioni celesti, auspice l’intercessione del miracolosissimo santo Simonino.
Il Presidente di Radio Spada
Il Consiglio Direttivo
La Redazione»





Da quanto provato sopra mi pare che il "mito" sia quello dei negazionisti dell'omicidio rituale e che non ci sia alcuna "calunnia" contro di loro ma casomai di quelli contro la Chiesa; denunciare il fatto che ci siano studiosi “cattolici” come il dott. Massimo Introvigne che fanno probabilmente il doppio gioco, in collusione con le logge massoniche e partecipando in passato persino a “messe nere” (lo ammise lui in persona eh, giustificandosi con presunte ragioni di studio e di ricerca per poter scrivere “Indagine sul satanismo”, come se in tal caso fosse cattolicamente lecito!!), cercando di far deviare i loro lettori dall’ortodossia dottrinale sarebbe contro le “regole”?! No, direi di NO.
Mi rendo ben conto della serietà di certe cose, altro che giocarci, ed è un dovere denunciare le ambiguità pericolose di tutto un’ambiente c.d. “teo-conservatore” che è pesantemente influenzato dal millenarismo gioachimita e politicamente colluso con forze anticattoliche statunitensi, israeliane ed ebraiche internazionali nonché con settori e settari di “destra” della massoneria!!
Mettere in guardia da persone ambigue e falsi amici del Cattolicesimo – quando ci sono evidenti e fondati sospetti che la persona stessa alimenta con continue ambiguità e complicità di pubblico dominio che durano da decenni ormai - è un dovere, una necessità!!
Perché sennò certi fedeli rischiano di riporre la loro fiducia su persone che denotano scarsa onestà intellettuale e per giunta dalle frequentazioni pericolose!!
Il prof. Massimo Introvigne getta fango sulla Chiesa scrivendo alcuni libri ed articoli (come quelli pubblicizzati in questa vergognosa discussione, a tal proposito proporrei di cambiare titolo!!) che offendono la memoria di Beati Martiri facendo credere che siano morti per altri motivi, e non perché trucidati con brutale ferocia, inoltre ridicolizzano i Papi ed i fedeli del passato che riconoscevano l’esistenza dell’omicidio rituale ebraico; riguardo alle accuse che ho riportato, non le ho date per certe e comunque non si tratta di calunnie dato che le sue collusioni massoniche sono provate dal fatto che ha collaborato con varie logge e la rivista “Ars Regia”, ha ammesso di essere stato tra i fondatori del “Gruppo di Tebe” ed è legato al ramo italiano della settaria associazione brasiliana T.F.P.!!
L’unica vergogna è il doppiogiochismo ed servilismo di Massimo Introvigne verso la lobby ebraica che lo spinge a far credere che l’infanticidio ed i sacrifici umani praticati da certi gruppi askenaziti siano “una calunnia e menzogna antisemita”; mentre uno storico ebreo dotato di onestà intellettuale come Ariel Toaff, figlio dell’ex rabbino capo di Roma Elio Toaff, ha riaperto la questione in generale (sul fatto che, almeno nell’ambito di alcuni gruppi di fanatici ashkenaziti di area germanico-mitteleuropea, come quelli trentini che appartenevano proprio a quella dell’ebraismo askenazita, siano stati compiuti effettivamente omicidi rituali) e proprio il caso di San Simonino in particolare.
Cfr. Ariel Toaff, Pasque di sangue: Ebrei d’Europa e omicidi rituali, Il Mulino, Bologna 2007, in particolare pp. 66-94.
La prima edizione poi è stata ritirata dalle librerie in seguito alle proteste e nella seconda ha dovuto operare delle modifiche, solo per evitare il linciaggio mediatico della suddetta lobby!!

Bisogna mettere in guardia i cattolici dalle infiltrazioni massoniche, esoteriche e persino gnostico-luciferine non solo negli ambienti “ufficiali” vaticano-secondisti (le peggiori di tutti, ma là ormai c’è poco da fare, hanno il controllo pressocchè totale delle posizione di vertice) ma pure in quelli “tradizionalisti”.
Del resto, lo stesso Renè Guénon scriveva da infiltrato su riviste cattoliche anti-massoniche e pure Julius Evola ha scritto contro la massoneria e collaborato con cattolici, quindi si sanno mascherare bene da tantissimi decenni.
Purtroppo in Francia ad es. diversi “guenoniani” si erano infiltrati fra le file dei “lefebvriani” della “Fraternità San Pio X” e ve ne sono alcuni anche in certe frange di “sedevacantisti” eterodossi estremi con “vescovi vaganti” e derive settarie negli Usa od in altre parti del mondo.
Come scrisse il prof. Franco Damiani in una vecchia discussione forumistica:


«Le vie dell'esoterismo anticristiano, si sa, sono infinite.
Anche Guénon, anche Evola, anche de Maistre erano “di destra”. Forse ancor più pericolosi di certi di “sinistra”.
Con Carlo Alberto Agnoli rifiutiamo le stupide distinzioni di “destra” e “sinistra” in nome dell'unica che conti: quella tra bene e male, tra Verità ed errore, tra Cristo e Anticristo».


L’unico Cattolicesimo integrale e genuino per me nei tempi attuali è quello “sedevacantista”, esatto, perché non sono così schizofrenico da credere in una “chiesa” che si contraddice dottrinalmente ed osa smentire pure il suo Fondatore oltre che se stessa sputando sul proprio glorioso passato nonché sui suoi Santi e Beati Martiri che in certi casi vengono opportunamente “de-canonizzati” perché l’ideologia mondana e la lobby ebraica così esigono nel nome del “dialogo interreligioso”!!
E non riesco neanche a sdoppiare la mia personalità e mentalità tra un forum e l’altro, pensa un po’, penso e scrivo da “sedevacantista” in tutti quanti indifferentemente!!
Ovviamente rispetto e stima anche per tutti quei cattolici “non-sedevacantisti” che malgrado tutto hanno ancora la vera fede e la difendono, seppur io ritenga che sbagliano su alcune importanti questioni.
Quali sarebbero i “cattolici normali”, quelli che mettono NOSTRO SIGNORE ed il DIO TRINITARIO nello stesso pantheon insieme al G.A.D.U. dei massoni deisti e cabalisti, a giove/zeus, alla dea kalì e alla grande madre terra, a pachamama e a tanti altri idoli (magari pure il diavolo in persona, sennò è “discriminazione religiosa” verso i satanisti che hanno “diritto” anche loro alla “libertà di culto e coscienza”!!) perché tanto secondo loro “adoriamo tutti lo stesso Dio semplicemente con nomi diversi” eh?!?!
Il punto è che quelli sono “cattolici” ANORMALI, resi tali dai sommi impostori che occupano il Vaticano predicando imperterriti una nuova e falsa religione che NON è più la medesima in cui si credeva universalmente fino a Pio XII!!
E la negazione dell’esistenza dell’omicidio rituale è una logica conseguenza di ciò, tutt’altro che indifferente per la fede dato che diversi BEATI MARTIRI che compivano MIRACOLI ed erano oggetto di CULTO PUBBLICO sono stati “de-canonizzati” (per così dire, cosa inaudita e blasfema) solo per fare un favore alla lobby ebraica!!
E non si venga a raccontare la ridicola favoletta che non ci sarebbero conseguenze che riguardano direttamente la fede eh!!
“Il problema delle canonizzazioni delle vittime degli omicidi rituali ebraici” (titolo di una discussione su “Tradizionalismo”) si pone oggettivamente (e si risolve solo constatando la Sede Vacante e l’illegittimità dei “papi” novatori che hanno osato praticare le “de-canonizzazioni) perché vi è l’infallibilità del Papa nella canonizzazioni; quindi lo spudorato che afferma che San Simonino ed altri fanciulli uccisi sarebbero “falsi martiri” e non vittime di omicidio rituale ebraico nega un dogma di fede ecclesiastica o come minimo sostiene una posizione temeraria!!
Tra un po’, dopo averli già ampiamenti falsati con interpretazioni di comodo, arriveranno persino a cancellare direttamente interi passi del Vangelo perché non sono accomodanti verso i giudei e mal si accordano con la neo-religione vaticano-secondista!!
Già si è rinnegata la dottrina sul Deicidio e sulla cessazione della Vecchia Alleanza dopo l’Incarnazione, la morte e la Resurrezione di NSGC…
Magari si dirà esplicitamente - già lo si dice in maniera implicita - che NSGC non è Dio ma solo un uomo e che non è mai morto in Croce, bensì è scappato od è stato sostituito da un sosia, esattamente come ritengono settari vari, ebrei ed islamici, “fratelli nella fede” monoteista-mondialista degli “anticristi in Vaticano”, come giustamente li definivano Mons. Marcel Lefebvre e Mons. De Castro Mayer…
E milioni di “cattolici” si adatteranno pure a questi ulteriori “aggiornamenti”, magari per “ragioni di prudenza” (sic!!) ed “ossequio all’autorità” con la scusa che tanto “non sono dogmi” e “non riguardano direttamente la fede” eh…

Prima del 1965 il Martirologio Romano, a proposito di san Simonino, ricordava ai fedeli che ogni anno, il 24 marzo, si celebrava a Trento: “La passione di san Simone, fanciullo trucidato crudelmente dai Giudei, autore di molti miracoli”.
San Simonino faceva e fa miracoli hai capito?! Mentre gli impostori vaticano-secondisti lo negano!!
Ma secondo te ciò non riguarderebbe la fede, vergognati a scrivere questo!!
Fino al 1965 la Chiesa cattolica, da oltre cinquecento anni, considerava beato e martire Simonino di Trento, un bambino di Trento vittima di un’atroce morte per mano giudaica, ed altri quattro fanciulli come Dominguito del Val, Cristobal di Toledo, Andrea di Rinn, Lorenzino di Marostica: «crudelissimamente trucidati dai giudei» (“Martirologio romano”) tramite omicidio rituale.
Invece successivamente molti prelati, con legami sospetti, si sono sforzati di occultare o proibire il culto che la Chiesa tributava ai cinque beati; la chiesa locale trentina nel 1965 ha abolito il culto di san Simonino (vittima nel 1475 di un omicidio rituale ebraico) con la decisiva “Notificazione” del 28 ottobre 1965 ispirata da Monsignor Iginio Rogger e con cui l’arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, su spinta anche della “Sede Apostolica” (usurpata), disponeva una “prudente rimozione” del culto autorizzato ancora nel 1588 da Sisto V.
Quindi la Chiesa ed i Papi fino a Pio XII vengono accusati di diffondere accuse infondate e fandonie, il che è scandaloso.

E come la mettiamo con le canonizzazioni dei diversi martiri (Varnerio di Oberwesel, Guglielmo di Norwich, Niño de La Guardia, Andrea di Rinn e Simonino di Trento, ecc.) degli omicidi rituali giudaici in questione che sono stati vergognosamente “de-canonizzati” esclusivamente per volgari ragioni di “ecumenismo” e “dialogo interreligioso” cioè di cedimento alle pressioni del giudaismo anticristiano che esigeva la negazione aprioristica dell’esistenza degli omicidi rituali ebraici?!?!
Il percorso di “revisione” è stato mondanamente influenzato dal clima di apertura al “dialogo interreligioso” favorito dal “Concilio Vaticano II”; come già detto sopra, l’arcidiocesi di Trento fu tra le più attive in quel senso con monsignor Iginio Rogger e l’arcivescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi che soppressero il culto pubblico al beato martire Simonino; ma come hanno osato?!
La “revisione” fatta nel 1965 è INACCETTABILE perché si fonda sulla MENZOGNA e la CALUNNIA ANTI-CATTOLICA!!
Togliendo il culto pubblico a SIMONINO ed altri 4 BEATI si dichiara pubblicamente che un MARTIRE INNOCENTE in realtà non lo sarebbe, quindi, oltre a commettere un grave torto contro la vittima, si insinua che la CHIESA avrebbe sbagliato ed insegnato il falso in passato per tanti secoli!!
Questo è il VERO PROBLEMA: che per “discolpare” tutti gli ebrei di ogni epoca a tutti i costi, escludendo a priori la possibilità stessa di omicidi rituali, si ACCUSANO i PAPI fino a PIO XII e la CHIESA STESSA di “FALSO STORICO”!!
Questo è ciò che fanno i “papi” dal CV2 in poi, studiosi come Massimo Introvigne e soci: la VERGOGNA è questa!!
Ma ti rendi conto della gravità di ciò oppure no?!
Evidentemente no, perché per voi fallibilisti la Chiesa non è un’istituzione divina ma meramente umana, infatti dici: “chi se ne frega per la nostra fede??”…
Fai finta di non capire che qui c’è in gioco la CREDIBILITà della CHIESA e di conseguenza la FEDE!!
SE i Papi e la Chiesa in passato avessero “sbagliato” a beatificare dei martiri che oggi si racconta non lo siano, potrebbe farlo sempre e non sarebbero credibili le beatificazioni e canonizzazioni ufficiali!!
Ma lo capisci o no che quegli impostori seminano il dubbio, anzi negano la realtà storica, per far perdere la fede?!
La fede cattolica NON dipende certo dalla dimostrazione di omicidi rituali MA dato che a quei beati martiri è stato concesso il CULTO PUBBLICO bisogna riconoscere ciò come VERO.

Riguardo agli OMICIDI RITUALI ANCHE NON-EBRAICI (siano essi attribuibili a PAGANI, "CRISTIANI" ERETICI, MASSONI, SATANISTI o a CRIMINALI in genere) compiuti nella STORIA nessun problema, che si parli anche di quelli!!
L’omicidio rituale è sempre esistito in varie forme in tutti i continenti sin dall’epoca arcaica pre-cristiana (società pagane euro-mediterranee e del vicino-medio oriente che successivamente influenzarono anche la popolazione ebraica la quale più volte nella storia cedette all’idolatria delle genti vicine e ne prese i costumi degenerati tra i quali certi sacrifici umani, se ne parla e lo si denuncia ampiamente anche nel Vecchio Testamento, tuttora in certe zone dell’America c.d. latina e dell’Africa subsahariana da parte di alcune tribù o da parte della “mafia nigeriana” che l’ha esportata) ed è ancora praticato da singoli serial killer (o dai gruppi che ci stavano dietro) nonchè in associazioni criminali di matrice occultistico-satanica presenti anche in Italia ed un po’ ovunque.
Ad es. Italia ne hanno scritto in dettaglio vari studiosi ed esperti di cronaca nera e criminologia (alcuni morti o forse ‘suicidati’ in circostanze assai ‘strane’ e misteriose, per non dire altro…), il ricercatore Giuseppe Cosco (1950 - 2002), l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi (1939 - 2005), la giornalista Gabriella Pasquali Carlizzi (1947 - 2010) e poi l’avvocato Paolo Franceschetti tra gli altri.
Autori certamente non attendibili su tutto, anzi criticabili su varie cose e tacciabili di “complottismo” (accusa comunque spesso strumentale utilizzata ad hoc dal “sistema” mass-mediatico per criminalizzare i “dissidenti” e screditare le loro ricerche “alternative”), ma sostanzialmente seri in quell’ambito.
Quelli di “Jack lo squartatore” (probabile membro della “Golden Dawn”) erano omicidi rituali, come quelli attribuiti al “mostro di Firenze” ad es. per citare due celebri fatti di cronaca nera (ma ve ne sono a bizzeffe, anche recenti); ne ha scritto in dettaglio proprio il compianto criminologo, grafologo e scrittore investigativo Giuseppe Cosco (1950-2002) collaboratore del “Centro Culturale San Giorgio”, v. qui:




http://cosco-giuseppe.tripod.com/

JACK LO SQUARTATORE (http://cosco-giuseppe.tripod.com/esoterismo/jack_lo_squartatore.htm)
“Jack lo Squartatore e il Mostro di Firenze: inquietanti analogie”

http://antimassoneria.altervista.org/wp-content/uploads/2016/02/Cosco-analisi-criminologica.pdf
“Giuseppe Cosco ANALISI CRIMINOLOGICA DEI DELITTI DI FIRENZE Prefazione del vicequestore dott. Roberto Coppola dirigente della sezione di polizia giudiziaria di Catanzaro, Edizioni La Biblioteca di Babele Edizioni La Biblioteca di Babele Modica (RG) 2002 Modica (RG) 2002 Questo saggio di Giuseppe Cosco è stato pubblicato, con la prefazione del vicequestore dott. Roberto Coppola dirigente della sezione di polizia giudiziaria di Catanzaro, sulla rivista Teologica (Edizioni Segno di Udine), n.36, di gennaio-febbraio 2002”.
https://kupdf.net/download/giuseppe-cosco-segreti-e-misteri_58d28aa8dc0d604f7ac3463f_pdf

https://www.telegraph.co.uk/news/uknews/12010573/Was-Titanic-inquiry-scuppered-by-the-Freemasons.html

https://neovitruvian.wordpress.com/2015/12/02/jack-lo-squartatore-era-un-massone-che-commetteva-omicidi-rituali/

-Cos'è la Massoneria?- | Non Praevalebunt (http://antimassoneria.altervista.org/)
http://antimassoneria.altervista.org/

http://www.centrosangiorgio.com





Rispondo infine alle altre tue obiezioni.
I membri delle sette gnostiche manichee, albigesi, catare, ecc. dall’antichità al medioevo ed altre successive tuttora esistenti (come quelle protestanti) con un involucro esterno cristiano infatti NON erano/sono veri cristiani!!
Un “occultismo” cristiano è nettamente contrario al Cristianesimo; un occultismo ebraico invece NO, poiché una “ortodossia” ebraica NON esiste quindi anche l’omicido rituale è perfettamente coerente coi presupposti di quella falsa religione!!
Ti sfugge giusto questo “piccolo” dettaglio…
L’Ebraismo come ogni altra religione è composta da numerose correnti e sette, giusto; ma TUTTE sono DEVIATE perché hanno in comune l’ANTI-CRISTIANESIMO!!
Saranno pure state sette eretiche e devianti dall’ebraismo ufficiale, ma cambia poco perché TUTTO l’ebraismo post-cristiano NEGA NSGC, quella è la base comune!!
Altro che “frutto di sette e deviazioni”, ci sono distinzioni ovvio come ci sono tra le molteplici logge all’interno della massoneria, ma tutto l’ebraismo attuale è settario e deviante in se stesso!!
Un “ebraismo buono” – esattamente come una “massoneria buona” - NON ESISTE!!
Questo sembra che te lo dimentichi eh!!
Fra un po’ arriverai anche tu a scrivere che la P2 di Licio Gelli e soci era “massoneria deviata” da tener ben distinta da tanti “bravi ed onesti massoni cittadini esemplari”, come si legge e si sente dire abitualmente in giro!!
Di fatto già sembri condividere la mentalità massonica, mi spiace doverlo dire ma è così.
La cosa triste è che ragioni esattamente come tutti gli “ecumenisti”, per te va bene qualunque religione, vuoi la “pace come la dà il mondo”!!
Per te la Verità e Cristo sono “cose divisive e pieno di spirito contro qualcuno” (cit.) evidentemente!!
Tu dici che “dovremmo pensare a cose veramente importanti e che ci uniscano” (cit.), benissimo, e quali se non Cristo e la Verità?!

Eugenio Zolli, il famoso rabbino capo di Roma convertito, ha mai parlato di omicidi rituali?!
Non lo so, non mi sono posto il problema, forse ne avrà parlato in qualche suo libro od articolo oppure no.
Don Curzio Nitoglia avrà fatto qualche accenno nei suoi tanti libri ed articoli ma non mi ricordo dei passi precisi.
In ogni caso, ne hanno parlato molti altri EBREI CONVERTITI AL CATTOLICESIMO, TESTIMONI CREDIBILI mi sembra.
Riguardo a Zolli non è quello l’importante, l’essenziale è ha abbandonato il giudaismo anche lui e si è CONVERTITO alla VERA RELIGIONE!
Se oggi fosse vivo avrebbe il coraggio di scagliarsi contro gli impostori che stanno in Vaticano esattamente come ce l’ha avuto per staccarsi dalla sua comunità che l’ha rinnegato e tenuto per morto dopo la sua conversione!!
Francamente un cattolico integralmente tale NON può accettare compromessi né tanto meno essere unito a chi NEGA la Verità: ha l’obbligo di essere NON “UNA CUM” i falsari della sua FEDE!!



Riguardo alla questione del Deicidio si veda pure «La Passione di Cristo / The Passion of the Christ» di Mel Gibson del 2004 che è stato un ottimo film che (oltre ad aver contribuito alla mia personale conversione al Cristianesimo e Cattolicesimo Romano) ha mostrato la realtà storica conforme ai Vangeli.
Pare che uscirà il seguito/sequel per Pasqua 2021: «La passione di Cristo: Resurrezione / The Passion of the Christ: Resurrection»; nel frattempo si legga o rilegga lo speciale dedicato a "THE PASSION" di MEL GIBSON su "SODALITIUM":



http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/57.pdf
«Dossier sul film “La Passione” Dossier sul film “La Passione”.
Editoriale
DOSSIER sul film “La Passione”
Qualche riflessione sul film “La Passione di Cristo”
Una recensione del film “La passione di Cristo”
“La Passione” è conforme alla Scrittura…
Il film di Mel Gibson e la divinità di Gesù
Per saperne di più»


http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/57.jpg



PER NON DIMENTICARE - in attesa del VENERDì SANTO ormai prossimo - l'unico VERO OLOCAUSTO: la PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO...
Il primo e peggiore degli omicidi rituali anti-cristiani ebraici...
Il Deicidio rimosso e giustificato da decenni da coloro che si spacciano per "Vicari di Cristo" mentre sono degli "anticristi in Vaticano" come li definirono all'epoca Mons. Marcel Lefebvre e Mons. De Castro Mayer...
Tutto ciò a partire dalla dichiarazione "Nostra Aetate" (28 ottobre 1965) del "concilio Vaticano II" secondo la quale:

"(...) E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo(...)"!!

Siamo di fronte ad una colossale falsificazione operata dai sommi impostori falsi "papi" della setta conciliabolare del "Vaticano II" e dalla "gerarchia" in comunione con loro; una pseudo-"chiesa" che, da Roncalli o almeno da Montini in poi fino a Ratzinger e Bergoglio, in realtà è la diabolica contraffazione della vera Santa Romana Chiesa!!
L'omicidio rituale ebraico è - perlomeno in singoli casi ormai ben documentati - una realtà storica appurata, altro che "mito" (da loro inteso nel senso di "invenzione" e "fandonia") come vogliono far credere i vari Massimo Introvigne (un personaggio che in passato ha pubblicato anche buoni ed interessanti libri ed articoli ma a dir poco ambiguo, sul quale pesa un forte e fondato sospetto di appartenenza a qualche loggia massonica e persino di partecipazione passiva a "messe nere", v. vecchi articoli della rivista "Sodalitium" sulla questione sopra segnalati) e soci che a volte pretendono pure di spacciarsi per "cattolici" persino "tradizionalisti" eh...
Leggetevi libri seri su questo tema, scritti persino da alcuni studiosi di origine ebraica, non le panzane neo-moderniste e vaticano-secondiste dei servi e dei venduti alla giudeo-massoneria...
Onore ad Ariel Toaff per aver scritto «Pasque di sangue – Ebrei d'Europa e omicidi rituali», a Domenico Savino e a Don Curzio Nitoglia per aver scritto altri libri fondamentali sul tema ed allo stimato prof. Franco Damiani, sperando che dopo tanti anni legga ancora il forum "Tradizione Cattolica - Sede Vacante", che ha sempre avuto il coraggio di difendere la vera dottrina teologicamente antigiudaica della Santa Romana Chiesa anche pubblicamente...
PREGHIAMO PER LA CONVERSIONE DEGLI EBREI A N.S.G.C.

OREMUS ET PRO PERFIDIS JUDAEIS, UT DEUS ET DOMINUS NOSTER AUFERAT VELAMEN DE CORDIBUS EORUM: UT ET IPSI AGNOSCANT JESUM CHRISTUM DOMINUM NOSTRUM. AMEN.

Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!