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Visualizza Versione Completa : 21 giugno - S. Luigi Gonzaga



Augustinus
21-06-04, 00:35
In onore del Santo della purezza, apro questo thread.

Augustinus

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dal sito SANTI E BEATI (http://santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=23450):

San Luigi Gonzaga, Religioso

21 giugno

Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591

Figlio del duca di Mantova, nato il 19 marzo del 1568, fin dall'infanzia il padre lo educò alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni Luigi aveva deciso che la sua strada era un'altra: quella che attraverso l'umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l'avrebbe condotto a Dio. A 12 anni ricevette la prima comunione da san Carlo Borromeo, in visita a Brescia. Decise poi di entrare nella compagnia di Gesù e per riuscirci dovette sostenere due anni di lotte contro il padre. Libero ormai di seguire Cristo, rinunciò al titolo e all'eredità ed entrò nel Collegio romano dei gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto durante l'epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. In quell'occasione, trasportando sulle spalle un moribondo, rimase contagiato e morì. Era il 1591, aveva solo 23 anni. (Avvenire)

Patronato: Giovani, Gioventù

Etimologia: Luigi = derivato da Clodoveo

Martirologio Romano: Memoria di san Luigi Gonzaga, religioso, che, nato da stirpe di principi e a tutti noto per la sua purezza, lasciato al fratello il principato avito, si unì a Roma alla Compagnia di Gesù, ma, logorato nel fisico dall’assistenza da lui data agli appestati, andò ancor giovane incontro alla morte.

Martirologio tradizionale (21 giugno): A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l'innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana.

Il matrimonio dei suoi genitori - il marchese Ferrante Gonzaga e Marta dei conti Tana di Chieri (Torino) - si è celebrato nel palazzo reale di Madrid, perché Ferrante è al servizio di re Filippo II di Spagna. Luigi è poi nato nel castello di famiglia: è il primo di sette figli, erede del titolo e naturalmente con un futuro di soldato. Perciò il padre lo porta in mezzo alla truppa già da bambino. Poi cominciano per lui i soggiorni in varie corti e gli studi.
Nel 1580, dodicenne, Luigi riceve la prima Comunione dalle mani di san Carlo Borromeo. Nel 1581 va a Madrid per due anni, come paggio di corte e studente. È di questa epoca un suo ritratto. Autore è il grande El Greco, che mostra il Luigi autentico (come pochi altri suoi ritratti), e ben diverso dal fragile piagnone raffigurato più tardi da tanta pittura per sentito dire, fuorviata dal fervore maldestro di oratori e biografi: purtroppo la sua austerità di vita (da lui contrapposta alla fiacchezza morale del gran mondo) sarà, per molto tempo, presentata come una sorta di avversione ossessiva nei confronti della donna.
In Spagna, Luigi è brillante alunno di lettere, scienza e filosofia e tiene la tradizionale dissertazione universitaria; insieme, legge testi spirituali e relazioni missionarie, si concentra nella preghiera, decide di farsi gesuita e – malgrado la contrarietà del padre – a 17 anni entra nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma, dove studia teologia e filosofia.
Nel 1589 (a 21 anni) lo mandano a Castiglione delle Stiviere per mettere pace tra suo fratello Rodolfo (al quale ha ceduto i propri diritti di primogenito) e il duca di Mantova. Obiettivo raggiunto: Luigi si muove bene anche in politica, anche se la sua salute è fragile (e le severe penitenze certamente non lo aiutano). Nel ritorno a Roma, un misterioso segnale gli annuncia vicina la morte. È il momento di staccarsi da tante cose. Ma non dalla sofferenza degli altri; non dalla lotta per difenderli. Nel 1590/91 un insieme di mali infettivi semina morte in tutta Roma, stende in 15 mesi tre Papi uno dopo l’altro (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV) e migliaia di persone. Contro la strage si batte Camillo de Lellis con alcuni confratelli, e così fa Luigi Gonzaga. Ma siccome è malato anche lui da tempo, gli si ordina di dedicarsi ai casi non contagiosi. Però lui, trovato in strada un appestato in abbandono, se lo carica in spalla, lo porta in ospedale, incaricandosi di curarlo. Poi torna a casa e pochi giorni dopo è morto, a 23 anni. "In una commovente lettera, il 10 giugno, egli prese commiato dalla madre" (L. von Pastor).
Nel 1726, papa Benedetto XIII lo proclamerà santo. Il suo corpo si trova nella chiesa di Sant’Ignazio in Roma, e il capo è custodito invece nella basilica a lui dedicata, in Castiglione delle Stiviere, suo paese natale.

Autore: Domenico Agasso

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Augustinus
21-06-04, 12:06
Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito santo e consolazioni senza fine. Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovano ancora in questa regione di morti. Ma facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi. Per parte mia avrei desiderato di trovarmici da tempo e, sinceramente, speravo di partire per esso già prima d'ora.
La carità consiste, come dice san Paolo, nel «rallegrarsi con quelli che sono nella gioia e nel piangere con quelli che sono nel pianto». Perciò, madre illustrissima, devi gioire grandemente perché, per merito tuo, Dio mi indica la vera felicità e mi libera dal timore di perderlo. Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce. Non riesco a capacitarmi come il Signore guardi alla mia piccola e breve fatica e mi premi con il riposo eterno e dal cielo mi inviti a quella felicità che io fino ad ora ho cercato con negligenza e offra a me, che assai poche lacrime ho sparso per esso, quel tesoro che è il coronamento di grandi fatiche e pianto.
O illustrissima signora, guardati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita.
La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo.
Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso. E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze. Ho preferito scriverti perché niente mi è rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre.

http://www.rotarymantovacastelli.it/img/dipinti/sancarlo_borromeo.jpg Agostino Bonisoli, San Carlo Borromeo e San Luigi Gonzaga in adorazione della Vergine con il Bambino, Ultimo decennio del secolo XVII, Mantova

http://goya.unizar.es/InfoGoya/Obrasjpg/Pintura/MM68.jpg Francisco Goya y Lucientes, San Luigi Gonzaga in meditazione, 1781-85, Museo Provincial, Saragozza

http://www.traditioninaction.org/SOD/SODimages/006Gonzaga.jpg Ritratto giovanile di S. Luigi

http://www.companysj.com/v243/gonzaga-painting.jpg http://www.cattolicesimo.com/immsacre/al1.jpg Ritratto giovanile di S. Luigi a 17 anni

http://www.slcv.edu.ph/st_aloysius.JPG

Thomas Aquinas
21-06-04, 19:13
Lunedì della XII settimana del Tempo Ordinario

SAN LUIGI GONZAGA, RELIGIOSO

I Lettura

2 Re 17,5-8.13-15.18

Dal secondo libro dei Re.

In quei giorni, Salmanassar, re d'Assiria, invase tutto il paese, andò in Samaria e l'assediò per tre anni. Nell'anno nono di Osea il re d'Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabor, fiume del Gozan, e alle città della Media.

Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore loro Dio, che li aveva fatti uscire dal paese d'Egitto, liberandoli dal potere del faraone re d'Egitto; essi avevano temuto altri dei. Avevano seguito le pratiche delle popolazioni distrutte dal Signore all'arrivo degli Israeliti e quelle introdotte dai re di Israele.

Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: «Convertitevi dalle vostre vie malvage e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo ogni legge, che io ho imposta ai vostri padri e che ho fatto dire a voi per mezzo dei miei servi, i profeti».

Ma essi non ascoltarono, anzi indurirono la nuca rendendola simile a quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore loro Dio. Rigettarono i suoi decreti e le alleanze che aveva concluse con i loro padri, e le testimonianze che aveva loro date; seguirono le vanità e diventarono anch'essi fatui, a imitazione dei popoli loro vicini, dei quali il Signore aveva comandato di non imitare i costumi.

Per questo il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dalla sua presenza e non rimase se non la sola tribù di Giuda.

Salmo

Salmo 59

Salvaci, Signore, per amore del tuo popolo.
Dio, tu ci hai respinti, ci hai dispersi;
ti sei sdegnato: ritorna a noi.
Hai scosso la terra, l'hai squarciata,
risana le sue fratture, perché crolla.
Hai inflitto al tuo popolo dure prove,
ci hai fatto bere vino da vertigini.
Nell'oppressione vieni in nostro aiuto
perché vana è la salvezza dell'uomo.
Con Dio noi faremo prodigi:
egli calpesterà i nostri nemici.

Vangelo

Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.

Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave?

Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

Augustinus
20-06-05, 08:58
In rilievo

Augustinus :) :) :)

Augustinus
20-06-06, 22:27
In rilievo

Aug. :) :) :)

Augustinus
21-06-06, 07:50
S. Stanislao Kostka (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=185506)

S. Giovanni Berchmans (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=185262)

S. Ignazio di Loyola (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=19199)

S. Roberto Bellarmino, dottore della Chiesa (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=191840)

S. Carlo Borromeo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=72531)

S. Maria Maddalena de' Pazzi (http://www.politicaonline.biz/forum/showthread.php?t=347202)

Augustinus
21-06-06, 17:08
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/df/Tiepolo_Gonzaga.jpg Giambattista Tiepolo, San Luigi Gonzaga in gloria, 1726 circa, Courtauld Gallery, Londra

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Augustinus
18-06-07, 07:16
http://franciscancards.com/platinum6/pictures/images/s/st_gonzaga.jpg

http://i14.ebayimg.com/05/i/000/ec/7f/9325_1.JPG

Augustinus
18-06-07, 07:19
http://santiebeati.it/immagini/Original/23450/23450P.JPG

Augustinus
18-06-07, 07:42
St. Aloysius Gonzaga

Born in the castle of Castiglione, 9 March, 1568; died 21 June, 1591. At eight he was placed in the court of Francesco de'Medici in Florence, where he remained for two years, going then to Mantua. At Brescia, when he was twelve, he came under the spiritual guidance of St. Charles Borromeo, and from him received First Communion. In 1581 he went with his father to Spain, and he and his brother were made pages of James, the son of Philip II. While there he formed the resolution of becoming a Jesuit, though he first thought of joining the Discalced Carmelites. He returned to Italy in 1584 after the death of the Infanta, and after much difficulty in securing his father's consent, renounced his heritage in favour of his brother, 2 November, 1585, a proceeding which required the approval of the emperor, as Castiglione was a fief of the empire. He presented himself to Father Claudius Acquaviva, who was then General of the Society, 25 November, 1585. Before the end of his novitiate, he passed a brilliant public act in philosophy, having made his philosophical and also his mathematical studies before his entrance. He had in fact distinguished himself, when in Spain, by a public examination not only in philosophy, but also in theology, at the University of Alcalá. He made his vows 25 November, 1587. Immediately after, he began his theological studies. Among his professors were Fathers Vasquez and Azor. In 1591 when in his fourth year of theology a famine and pestilence broke out in Italy. Though in delicate health, he devoted himself to the care of the sick, but on March 3 he fell ill and died 21 June, 1591. He was beatified by Gregory XV in 1621 and canonized by Benedict XIII in 1726. His remains are in the church of St. Ignazio in Rome in a magnificent urn of lapis lazuli wreathed with festoons of silver. The altar has for its centerpiece a large marble relief of the Saint by Le Gros.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. I, 1907, New York (http://www.newadvent.org/cathen/01331c.htm)

Augustinus
20-06-07, 17:41
In rilievo

Aug. :) :) :)

Diaconus
21-06-07, 02:00
SAN LUIGI GONZAGA

Per comprendere l'autentica ricchezza e la poderosa forza della persona di Luigi Gonzaga, è necessario liberarsi almeno per qualche istante da certe idee false, ed è ugualmente imperioso ricostruire il quadro storico in cui Luigi visse, conoscere qualche cosa delle grandezze e miserie della ben nota famiglia dei Gonzaga, saper leggere i documenti che ci parlano di questo primogenito del Marchese Ferrante.
Si coglie allora la sua contestazione evangelica alla società che lo circonda.

San Luigi Gonzaga nacque il 9 Marzo del 1568 a Castiglione delle Stiviere, nella regione di Mantova, nel Nord Italia.

Luigi trascorse una buona parte della fanciullezza nel castello paterno. Aveva l'abitudine di scomparire spesso e lo si ritrovava in qualche ripostiglio o fra le cataste di legno, le mani giunte nell'atto di pregare.

Luigi fu un ragazzo di intelligenza vivace ed aperta, di carattere focoso come quello di tutti i Gonzaga, costretto a vivere, fin dalla fanciullezza, fra i grandi del mondo di allora, perché egli era destinato a divenire uno di essi: Marchese Imperiale di Castiglione delle Stiviere.

Don Ferrante Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere, principe del Sacro Romano Impero, Gran Ciambellano, è in viaggio verso Madrid, assieme ad altri nobili.
Sta accompagnando l’imperatrice Maria d’Austria, figlia di Carlo V, alla corte spagnola del re Filippo II. Nomi che fanno tremare e che riempiono lunghi capitoli dei libri di storia. È l’anno 1581. Nella comitiva c’è anche un ragazzo di 13 anni, Luigi, il figlio primogenito di Ferrante Gonzaga. All’arrivo a corte, il giovane è nominato paggio di don Diego, principe ereditario delle Asturie, con grande gioia del padre che nutre nei riguardi del suo primogenito speranze di gloria. Con il suo pittoresco giustacuore e calzamaglia, Luigi è un perfetto nobile di corte. Si distingue per serietà e intelligenza.
All’occasione dimostra capacità oratorie insospettate, come quando gli viene affidato l’incarico di pronunciare il discorso ufficiale in latino davanti a Filippo II. In mezzo alle occupazioni di corte, Luigi segue un piano di studi presso l’università di Alcalà che comprende lettere, scienze, logica, filosofia, teologia e Sacre Scritture. Ma questo stimato adolescente sta vivendo una fase critica della sua giovanile esistenza. È incerto sul suo futuro e, soprattutto, sulle scelte che lo attendono.

Non condivide per nulla il mondo militaresco del padre e neppure quello fastoso, futile e godereccio delle corti. È intenzionato a rinunciare a ogni suo diritto di primogenitura, per dedicarsi a Dio. Qualcosa, al riguardo, ha già manifestato ai parenti, suscitando aspre reazioni e critiche. Don Ferrante tenta di distogliere il figlio da tale proposito mandandolo nel 1576 a Firenze, presso la corte del Granduca di Toscana, perché impari meglio la lingua italiana e le buone maniere e quindi in visita alle corti di Mantova, Parma, Torino e Ferrara. Ciò che vi trova sono ben altre realtà: il lusso e l’ipocrisia dei nobili, la corruzione degli amori illeciti, gli intrighi e le sopraffazioni dei potenti.
Il senso di disagio per quel mondo che non condivide e che percepisce prepotentemente come non suo, lo attanaglia anche presso la corte di Madrid.
Nel 1584 Luigi rientra in Italia con la famiglia e rinnova al padre il desiderio per una scelta di vita radicale.
Le mondanità, però, non esercitavano alcun fascino su di lui, e la vita sociale, per quanto fosse brillante, no lo attraeva.
A poco a poco diviene sempre più insofferente rispetto a quel mondo futile e ad esso reagisce.
Non è semplice anticonformismo; è la ribellione di chi, avendo come ideale di seguire Cristo incondizionatamente, desidera e sceglie più la povertà con Cristo povero che non la ricchezza, le offese con Cristo carico di offese che non gli onori (cf. Esercizi Spirituali, n. 167).
Durante questo tempo, la sua vita spirituale si approfondiva sempre più.

Primo segno della sua sincera vocazione fu forse la prima comunione, che gli fu amministrata nel 1580 a Castiglione da Carlo Borromeo, il futuro santo, mentre era in visita pastorale in qualità di arcivescovo metropolita.

Un giorno, mentre pregava nella Chiesa dell'Annunciazione a Firenze, capì che Gesù, per intercessione di Nostra Signora, lo chiamava alla vita religiosa e che doveva diventare gesuita.
Si rallegrò molto e capì con chiarezza, nonostante la sua tenera età, il grande dono e il privilegio che rappresentava il sacerdozio.

Gli uomini e le dame di Corte ridono di lui... ma che importa?
Ciò che egli vuole è di essere con Cristo che per primo è stato trattato come pazzo, piuttosto che essere considerato saggio e prudente nel mondo (cf. Esercizi Spirituali, n. 167).
E, in fondo in fondo, anche quel mondo lo ammira per il suo coraggio cristiano, coraggio che esso non ha.
Quanto detto basterebbe a far comprendere che Luigi non è un pusillanime e un timido che fugge la vita ed il mondo; ma si può e si deve penetrare più a fondo nella sua vita.
Sia nell'età precoce che negli anni dell'adolescenza e della giovinezza, egli aveva dato indiscutibili prove di riuscire brillantemente non solo nello studio delle lingue e della matematica (più tardi sarà così anche della filosofia e della teologia), ma anche in difficili pratiche di diplomazia.
Per questo il padre era fiero di lui e contrastava così vivamente la sua vocazione: vedeva in lui un grande erede.
Luigi era conscio di ciò e sapeva pure che il fratello minore, Rodolfo, non aveva le sue stesse qualità, cosa che la storia comproverà, richiedendo nuovi interventi dell'abile primogenito.

Sua madre, Donna Marta, era molto devota e amava suo figlio intensamente.
Avendo sempre pregato perché uno dei suoi figli si facesse religioso, la riempì di gioia la notizia della vocazione di Luigi.
Suo padre, invece, ne fu indignato, perché vedeva nel ragazzo, intelligente ed acuto, un condottiero ed un uomo di stato.
Voleva che si sposasse, che ereditasse il patrimonio familiare e desse grande onore al nome dei Gonzaga.

Mentre dunque da un lato egli sentiva la chiamata di Cristo a seguirlo nella vita religiosa, si prospettava pure alla sua mente l'altra alternativa, quella cioè del bene che, come Marchese di Castiglione delle Stiviere, egli avrebbe potuto fare non solo nei suoi feudi e per i sudditi, ma nell'alta società da cui dipendevano le sorti di tanti e tanti uomini.
Il problema non era facile da risolvere; richiedeva un acume intellettuale e spirituale non comune, una capacità di vero discernimento, specie quando persone qualificate e di Chiesa, ragionando con lui, cercavano di farlo propendere verso la soluzione che, umanamente parlando, si prospettava come la più ragionevole e avrebbe pure comportato un vero bene di altri.
Gli anni passavano e Luigi chiedeva sempre invano a suo padre il permesso di lasciare il castello e farsi gesuita.
Una volta, dopo una viva discussione per il desiderio che Luigi aveva di diventare gesuita, suo padre lo cacciò dalla sua presenza.
Credendosi ormai libero di partire, Luigi si recò ad un monastero locale con la speranza di continuare il suo viaggio verso la Compagnia di Gesù.
Molto presto però si rese conto che tale non era la volontà paterna, e con tristezza, ma sempre obbediente, ritornò al castello.

Ma il criterio ultimo per Luigi è ciò che Dio vuole e, una volta chiarito questo, nulla lo farà deflettere: né l'ira del padre, né il pensiero di dover abbandonare la mamma... tanto meno gli onori e le ricchezze.
Col tempo, tuttavia, l'intransigenza del padre si attenuò e Luigi ricevette finalmente la licenza di partire per farsi gesuita, e cedette a suo fratello Rodolfo il diritto di successione, il patrimonio ed il titolo nobiliare.
Luigi si sentì pieno di gioia e pace, ma la famiglia, i domestici e tutta la gente del castello si rattristarono nel vederlo partire, perché era molto amato da tutti.
Abbandonò tuttavia il castello per rispondere ad una chiamata più profonda che pochi potevano capire, tranne Luigi stesso e sua madre, un chiamata alla pienezza della vita per tutta l'eternità.
Proprio per questo egli sceglie la Compagnia di Gesù.
Il 25 novembre del 1585, all’età di diciassette anni, il nobile Luigi Gonzaga fa il suo ingresso nel Collegio Romano dei gesuiti, per iniziare il noviziato.
I Superiori ne ammirano l’umiltà e la disciplina.
La sua viva intelligenza, unita a una solida spiritualità, finisce per stupire anche il suo maestro, san Roberto Bellarmino, e quanti hanno il privilegio di vivergli accanto.
Nel 1587, Luigi entra definitivamente nella Compagnia andando ad abitare presso il Collegio Romano, per prepararsi a ricevere il sacerdozio.
Ama ridere e scherzare con i suoi compagni che seguono i corsi di teologia, si sottopone a ogni lavoro umiliante, si offre generosamente per la questua.

Il suo motto era "Che valore ha questo per la vita eterna?"
Amava soprattutto l'umiltà e la preghiera, essendo cosciente che la sapienza e l'amore sono frutto di un profonda preghiera contemplativa.
Luigi aveva quattro devozioni particolari.

La prima era la devozione al Santissimo Sacramento.
Divise la settimana in due parti, dedicando la prima al rendimento di grazie per l'ultima Santa Comunione, e la seconda in preparazione alla successiva.

La seconda devozione era quella per la Passione di Nostro Signore.
La vita di mortificazione che conduceva lo spinse a cercare forza e consolazione nei misteri della Passione.

La terza devozione era il suo amore ardente verso Nostra Signora.
Non si stancava mai di pensare a Lei, che era sempre stata la Regina del suo cuore e la stella che illuminava i suoi passi.

Da ultimo, era tutta speciale la sua devozione per gli angeli.
Infatti, gli unici scritti di una certa importanza che abbia lasciati trattano dei Santi Angeli Custodi e dei nove cori di angeli.

Il suo fisico, già fragile per natura e indebolito da penitenze corporali, si sta però visibilmente incrinando.
Soffre di tisi e di terribili emicranie, al punto che i Superiori, temendo una tubercolosi, lo inviano per alcuni mesi a Napoli.
Luigi rientra a Roma apparentemente guarito e nel 1588 riceve gli ordini minori.
È ormai prossimo all’ordinazione sacerdotale, ma i disegni di Dio, su di lui, sono diversi.
Nel 1590 la città di Roma è sconvolta da una terribile epidemia di peste a cui si aggiunge una di tifo esantematico.
Dappertutto si assistono a scene di orrore e morte. In pochi mesi muoiono migliaia di persone, tra le quali tre Papi, in rapida successione (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV).
I Gesuiti si impegnano a servire gli appestati nei vari ospedali della città, fino al punto di adibire a infermeria la loro stessa casa.
Luigi ottiene il permesso di dedicarsi agli ammalati nell’ospedale di San Sisto e, quindi, in quello di Santa Maria della Consolazione.
Con i piedi scalzi e una bisaccia in spalla, raccoglie i malati, li assiste amorevolmente, bussa ai palazzi dei signori in cerca di elemosine.
Uno dei testimoni, il gesuita padre Guelfucci, rivela:
“Ho veduto con li occhi propri (...) con quanta diligenza e affetto serviva alli infermi più poveri e bisognosi, col spoliarli, metterli in letto, porgergli il cibo, imboccarli, esortarli alla pazienza, istruirli per la confessione. Osservai ancora che eleggeva quelli ammalati più stomachevoli et più fuggiti dalli altri et li abbracciava et maneggiava secondo le loro necessità con prontezza et allegrezza grande”.
In quei tragici mesi un’altra luce brilla tra i vicoli bui, per portare aiuto e conforto: quella di San Camillo de Lellis, altro gigante della carità.
Un giorno Luigi si imbatte in un appestato, abbandonato in mezzo alla strada.
Se lo carica sulle spalle e lo porta all’ospedale, prestandogli le prime cure.

Nonostante che egli si prodighi instancabilmente per i poveri appestati e nulla lo trattenga dall'avvicinarli, curarli, portarli fra le sue braccia, Luigi non contrae - per quanto ci consta - il terribile morbo contagioso

Il 3 marzo, rientrato a casa, febbri altissime.
Nei giorni successivi, benché molto debole, si sforza di scendere dal letto per pregare davanti al crocifisso.
Al suo confessore, San Roberto Bellarmino, chiede se è possibile andare direttamente in paradiso senza passare attraverso il purgatorio.

Il 10 giugno scrive una commovente lettera alla madre.
È il suo commiato e il suo testamento spirituale:

“Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito santo e consolazioni senza fine.
Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovano ancora in questa regione di morti.
IMa facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi.
Per parte mia avrei desiderato di trovarmici da tempo e, sinceramente, speravo di partire per esso già prima d'ora.
La carità consiste, come dice san Paolo, nel «rallegrarsi con quelli che sono nella gioia e nel piangere con quelli che sono nel pianto».
Perciò, madre illustrissima, devi gioire grandemente perché, per merito tuo, Dio mi indica la vera felicità e mi libera dal timore di perderlo.
Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce.
Non riesco a capacitarmi come il Signore guardi alla mia piccola e breve fatica e mi premi con il riposo eterno e dal cielo mi inviti a quella felicità che io fino ad ora ho cercato con negligenza e offra a me, che assai poche lacrime ho sparso per esso, quel tesoro che é il coronamento di grandi fatiche e pianto.
Io illustrissima signora, guardati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita.
La separazione non sarà lunga.
Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie.
Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo.
Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso.
E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze.
Ho preferito scriverti perché niente mi é rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre”.

Egli muore, dopo un periodo di rapido e crescente sfinimento organico, il 21 giugno 1591, a ventitre anni, pronunciando le parole In manus tuas, Domine, committo spiritum meum, “Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito”.
Egli muore dunque a motivo della sua dedizione, della sua carità che lo ha spinto a rispondere alle grida di dolore che giungono a lui dai sofferenti, all'invito cioè di Cristo stesso che ha bisogno di sollievo e di premure in tanti e tanti ammalati: "quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me" (Mt 25,40).

Nei libri di agiografia viene narrato un piccolo, ma significativo episodio che sottolinea magnificamente la gioiosa e serena disposizione d’animo di questo tenace campione della carità.
Quando era già gesuita, un giorno, mentre era intento al gioco delle bocce, gli venne chiesto: “Luigi, che cosa faresti se tu sapessi di dover morire domani?”.
Senza scomporsi, rispose: “Continuerei a giocare”.

Beatificato il 19 ottobre 1605 da papa Paolo V, è stata proclamato santo il 31 dicembre 1726 da papa Benedetto XIII
Fu proclamato Patrono della Gioventù Cristiana dai Papi Benedetto XIII, Leone XIII e Pio XI, e in tempi più recenti, patrono delle vittime del AIDS e di o che li assistono.
Il suo corpo si trova nella chiesa di Sant’Ignazio in Roma, vicino alle stanze dove aveva abitato e studiato e il capo è custodito invece nella basilica a lui dedicata, in Castiglione delle Stiviere, suo paese natale.

Il suo compleanno si celebra il 9 marzo e la sua festa il 21 giugno - giorno di grandi celebrazioni a Roma e nel suo luogo di nascita, Castiglione delle Stiviere.

E' un giorno di devozione speciale per tutti o che hanno il privilegio di trovare in San Luigi l'amico celeste che intercede per loro e assicura loro la sua protezione, l'amico che guida i loro passi verso la santità, verso l'eterna casa nostra celeste.

Diaconus
21-06-07, 02:03
PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA

San Luigi, povero in spirito,
a te con fiducia ci rivolgiamo,
benedicendo il Padre celeste,
perché in te ci hai offerto una prova eloquente
del suo amore misericordioso.
Umile e confidente adoratore
dei disegni del Cuore divino,
ti sei spogliato sin da adolescente
di ogni onore mondano
e di ogni terrena fortuna.
Hai rivestito il cilicio della perfetta castità,
hai percorso la strada dell’obbedienza,
ti sei fatto povero per servire Iddio,
tutto a Lui offrendo per amore.

Tu, “puro di cuore”,
rendici liberi da ogni mondana schiavitù.
Non permettere che i giovani
cadano vittime dell’odio e della violenza;
non lasciare che essi cedano alle lusinghe
di facili e fallaci miraggi edonistici.
Aiutali a liberarsi da ogni sentimento torbido,
difendili dall’egoismo che acceca,
salvali dal potere del Maligno.
Rendili testimoni della purezza del cuore.

Tu, eroico apostolo della carità,
ottienici il dono della divina misericordia,
che smuova i cuori induriti dall’egoismo
e tenga desto in ciascuno l’anelito verso la santità.
Fa’ che anche l’odierna generazione
abbia il coraggio di andare contro corrente,
quando si tratta di spendere la vita,
per costruire il Regno di Cristo.
Sappia anch’essa condividere
la tua stessa passione per l’uomo,
riconoscendo in lui, chiunque egli sia,
la divina presenza di Cristo.

Con te invochiamo Maria,
la Madre del Redentore.
A Lei affidiamo l’anima e il corpo,
ogni miseria e angustia,
la vita e la morte,
perché tutto in noi,
come avvenne in te,
si compia a gloria di Dio,
che vive e regna
per tutti i secoli dei secoli.
Amen!

(Preghiera di Giovanni Paolo II a San Luigi Gonzaga
Santuario Di Castiglione delle Stiviere - Sabato, 22 Giugno 1991)

Diaconus
21-06-07, 02:05
http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073321_3.JPG http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073320_3.JPG http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073339_3.JPG http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073338_3.JPG http://www.gesuiti.it/img/second/immagini/gonzaga.jpg http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073340_3.JPG http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073341_3.JPG http://www.insecula.com/Photos/00/00/07/33/ME0000073342_3.JPG Pierre I Legros, Cappella di S. Luigi, con urna del Santo, Chiesa di S. Ignazio, Roma

Diaconus
21-06-07, 02:13
http://www.comune.bologna.it/iperbole/MuseiCivici/museicivici2000ita/nuopererestauri/immagini/corazza.gonzaga.jpg Giuseppe Corazza, S. Luigi, Museo Davia Bargellini, Bologna

Diaconus
21-06-07, 02:16
http://www.dehoniani.it/case/castigliones/foto/09.jpg S. Luigi trasporta l'appestato, Santuario S. Luigi Gonzaga, Castiglione delle Stiviere (Mn)

Diaconus
21-06-07, 02:19
http://www.sju.edu/sjupress/pages/SG_html/StAloysiusGonzagaBig.jpg

Augustinus
21-06-07, 22:07
Da dom Prosper Guéranger, L’Année Liturgique - Le Temps après la Pentecôte, Paris-Poitiers, 1903, IX ediz., t. III, p. 251-260

LE XXI JUIN.

SAINT LOUIS DE GONZAGUE, CONFESSEUR.

Oh! combien grande est la gloire de « Louis fils d'Ignace! Je ne l'aurais jamais cru, si mon Jésus ne me l'avait montrée. Je n'aurais jamais cru qu'il y eût dans le ciel de gloire aussi grande. » C'est Madeleine de Pazzi, dont nous célébrions il y a moins d'un mois la mémoire, qui s'exprime ainsi dans l'une de ses admirables extases. Des hauteurs du Carmel, d'où sa vue plonge par delà les cieux, elle révèle au monde l'éclat dont rayonne au milieu des célestes phalanges le jeune héros que nous fêtons en ce jour.

Et pourtant, la vie si courte de Louis n'avait semblé offrir aux yeux distraits du grand nombre que les préliminaires, pour ainsi dire, d'une existence brisée dans sa fleur avant d'avoir donné ses fruits. Mais Dieu ne compte pas comme les hommes, et leurs appréciations sont de peu de poids dans ses jugements. Pour ses saints mêmes, le nombre des années, les actions éclatantes, remplissent moins une vie à ses yeux que l'amour. L'utilité d'une existence humaine ne doit-elle pas s'estimer, par le fait, à la mesure de ce qu'elle produit de durable? Or, au delà du temps la charité reste seule, fixée pour jamais au degré d'accroissement que cette vie passagère a su lui donner. Peu importe donc si, sans la durée, sans les œuvres qui paraissent, l'élu de Dieu développe en lui l'amour autant et plus que tel autre dans les labeurs, si saints qu'ils soient, d'une longue carrière admirée par les hommes.

L'illustre Compagnie qui donna Louis de Gonzague à l'Eglise, doit la sainteté de ses membres et la bénédiction répandue sur leurs œuvres, à la fidélité qu'elle professa toujours pour cette importante vérité où toute vie chrétienne doit chercher sa lumière. Dès le premier siècle de son histoire, il semble que le Seigneur Jésus, non content de lui laisser prendre pour elle son nom béni, ait eu à cœur de faire en sorte qu'elle ne pût oublier jamais où résidait sa vraie force, dans la carrière militante et active entre toutes qu'il ouvrait devant elle. Les œuvres resplendissantes d'Ignace son fondateur, de François Xavier l'apôtre des Indes, de François de Borgia la noble conquête de l'humilité du Christ, manifestèrent en eux à tous les regards une merveilleuse sainteté; mais elles n'eurent point d'autre base que les vertus cachées de cet autre triumvirat glorieux où, sous l'œil de Dieu, par la seule force de l'oraison contemplative, Stanislas Kostka, Louis de Gonzague et Jean Berchmans s'élevèrent dans ce même siècle jusqu'à l'amour, et, par suite, jusqu'à la sainteté de leurs héroïques pères.

C'est encore Madeleine de Pazzi, la dépositaire des secrets de l'Epoux, qui nous révélera ce mystère. Dans le ravissement où la gloire de Louis se découvre à ses yeux, elle continue sous le souffle de l'Esprit divin: « Qui jamais expliquera, s'écrie-t-elle, le prix et la puissance des actes intérieurs? La gloire de Louis n'est si grande, que parce qu'il opérait ainsi au dedans. De l'intérieur à ce qui se voit, aucune comparaison n'est possible. Louis, tant qu'il vécut sur terre, eut l'œil attentif au regard du Verbe, et c'est pourquoi il est si grand. Louis fut un martyr inconnu: quiconque vous aime, mon Dieu, vous connaît si grand, si infiniment aimable, que ce lui est un grand martyre de reconnaître qu'il ne vous aime pas autant qu'il désire aimer, et que vous n'êtes pas aimé de vos créatures, mais offensé !... Aussi lui-même fit son martyre. Oh! combien il a aimé sur terre! c'est pourquoi, maintenant au ciel, il possède Dieu dans une souveraine plénitude d'amour. Mortel encore, il déchargeait son arc au cœur du Verbe; et maintenant qu'il est au ciel, ces flèches reposent dans son propre cœur. Car cette communication de la divinité qu'il méritait par les flèches de ses actes d'amour et d'union avec Dieu, maintenant, en toute vérité, il la possède et l'embrasse.»

Aimer Dieu, laisser sa grâce tourner notre cœur vers l'infinie beauté qui seule peut le remplir, tel est donc bien le secret de la perfection la plus haute. Et qui ne voit combien cet enseignement de la fête présente, répond au but que poursuit l'Esprit-Saint depuis sa venue dans les jours de la glorieuse Pentecôte? Ce suave et silencieux enseignement, Louis le donna partout où s'arrêtèrent ses pas durant sa courte carrière. Né pour le ciel, dans le saint baptême, avant même que de naître complètement à la terre, il fut un ange dès son berceau; la grâce, passant de lui dans les personnes qui le portaient entre leurs bras, les remplissait de sentiments célestes. A quatre ans, il suivait dans les camps le marquis son père; et quelques fautes inconscientes, qui n'avaient pas même terni son innocence, devenaient, pour toute sa vie, le point de départ d'une pénitence qu'on eût prise pour l'expiation nécessaire au plus grand des pécheurs. Il n'avait que neuf ans, lorsque, conduit à Florence pour s'y perfectionner dans l'étude de la langue italienne, il se montra l'édification de la cour du duc François où grandissait alors la future reine de France, Marie de Médicis, plus jeune que Louis de quelques années; les attraits de cette cour, la plus brillante de l'Italie, ne réussirent qu'à le détacher pour jamais du monde; ce fut alors qu'aux pieds de la miraculeuse image de l'Annonciade, il consacra à Notre-Dame sa virginité.

L'Eglise elle-même, dans la Légende, nous dira le reste de cette vie où, comme il arrive toujours chez les âmes pleinement dociles à l'Esprit-Saint, la plus céleste piété ne fit jamais tort aux devoirs de la terre. C'est parce qu'il fut véritablement le modèle en tout de la jeunesse studieuse, que Louis mérita d'en être déclaré protecteur. Intelligence d'élite, fidèle au travail comme à la prière au milieu du tumulte des villes, il se rendit maître de toutes les sciences alors exigées d'une personne de sa condition. Des négociations épineuses concernant les intérêts de ce siècle, lui furent plus d'une fois confiées; et l'on vit à quel point il eût excellé dans le gouvernement des hommes et le maniement des affaires. Là encore, il devait servir d'exemple à tant d'autres, que leurs proches ou de faux amis prétendent retenir sur le seuil de la vie religieuse par la considération du bien qu'ils sont capables de faire, du mal qu'ils pourraient empêcher: comme si le Très-Haut, pour sa part de réserve plus spéciale au milieu des nations, devait se contenter des nullités impuissantes; comme si les aptitudes de la plus riche nature ne pouvaient pas toujours se retourner vers Dieu, leur principe, d'autant mieux et plus complètement qu'elles sont plus parfaites. Ni l'Etat, ni l'Eglise, au reste, ne perdent jamais rien à cette retraite pour Dieu, à cet abandon apparent des sujets les meilleurs: si, dans l'ancienne loi, Jéhovah se montrait jaloux qu'on offrit à son autel le meilleur en toute sorte de biens, ce n'était pas pour appauvrir son peuple; qu'on le reconnaisse ou non, la principale force de la société, la source des bénédictions qui gardent le monde, résidera toujours dans ces holocaustes aimés du Seigneur.

Louis eut pour père Ferdinand de Gonzague, marquis de Castiglione délie Stivere. Gomme il se trouvait en danger de la vie, on précipita son baptême, de sorte qu'il parut naître au ciel avant de naître à la terre. Sa fidélité fut toujours telle ensuite à garder cette première grâce, qu'on le croyait confirmé dans l'innocence. Le premier usage qu'il fit de sa raison fut de s'offrir à Dieu; et chaque jour, depuis lors, le vit croître en sainteté. N'étant âgé que de neuf ans, à Florence, devant l'autel de la bienheureuse Vierge qu'il honora toujours comme sa mère, il fit vœu de perpétuelle virginité; jamais, par un insigne bienfait du Seigneur, aucun combat du corps ou de l'âme ne lui disputa cette vertu. Dès cet âge, il s'appliqua si fortement à réprimer les autres troubles intérieurs, qu'il en vint à ne pas même en éprouver la première atteinte. Il maîtrisait ses sens, surtout ses yeux; attaché comme page d'honneur à la personne de l'infant d'Espagne, presque tous les jours durant plusieurs années il eut à saluer l'impératrice Marie d'Autriche, sans avoir une seule fois pour cela remarqué ses traits; il usait de cette réserve à l'égard même de sa mère. Aussi fut-il à bon droit appelé un homme sans la chair, ou un ange dans la chair.

Non content de veiller sur ses sens, il tourmentait son corps. Il jeûnait trois fois la semaine, se contentant souvent d'un peu de pain et d'eau, quoique, à vrai dire, son jeûne alors parût plutôt perpétuel; car une once à peine de nourriture suffisait à ses repas. Souvent aussi, trois fois le jour il ensanglantait son corps par les fouets et les chaînes de fer; quelquefois, il remplaçait par ses éperons et des laisses de chiens le cilice et la discipline qui lui manquaient. Il introduisait secrètement dans son lit des morceaux de bois pour en combattre la mollesse, et aussi afin de s'éveiller plus tôt pour prier. Car il passait une grande partie de la nuit, même en hiver, n'ayant que sa chemise pour vêtement, à genoux par terre, ou, de fatigue, étendu et prosterné, dans la contemplation des choses célestes. Il demeurait ainsi immobile parfois jusqu'à trois, quatre ou cinq heures, et tant qu'il n'avait point, au moins durant une heure pleine, évité toute distraction. Cette constance lui valut une telle stabilité de son âme dans l'oraison, qu'elle ne s'égarait jamais ailleurs, et restait comme fixée en Dieu dans une extase sans fin. Ce fut enfin pour s'attacher uniquement au Seigneur, qu'après avoir triomphé de son père dans un très rude combat de trois années, il renonça en faveur de son frère aux droits qu'il possédait à la principauté de ses ancêtres, et entra à Rome dans la Société de Jésus, suivant en cela un appel du ciel qu'il avait entendu à Madrid.

Il apparut dès le noviciat comme un maître en toutes les vertus. On remarquait en lui une fidélité absolue aux moindres règles, un mépris singulier du monde, une haine de soi implacable, et, par contre, un amour de Dieu si ardent, qu'il consumait peu à peu jusqu'au corps. Pour cette raison, on lui donna l'ordre de détourner pour un temps sa pensée des choses divines; mais c'était en vain qu'il s'efforçait de fuir, où que ce fût, la rencontre de son Dieu. Il manifestait également pour le prochain une admirable charité; son zèle à soigner les maladies pestilentielles dans les hôpitaux, le fit atteindre du mal qui le consuma lentement. Il quitta cette terre pour le ciel au jour qu'il avait prédit, le onze des calendes de juillet, dans sa vingt-quatrième année; l'une de ses dernières prières avait été qu'on voulût bien le flageller encore, et le laisser mourir étendu par terre. Dieu le montra à sainte Marie-Madeleine de Pazzi dans une gloire si grande, qu'elle n'aurait pas cru qu'il y en eût une pareille au ciel; elle déclara que sa sainteté était extraordinaire, et que la charité avait fait de lui un martyr inconnu. Il fut également illustré par de nombreux et grands miracles, lesquels ayant été prouvés juridiquement, Benoît XIII inscrivit l'angélique jeune homme aux fastes des Saints, en le donnant comme modèle d'innocence et de chasteté, et comme protecteur, principalement à la jeunesse studieuse.

«La prudence de l'homme lui tient lieu de cheveux blancs, dit le Sage; la vieillesse vraiment vénérable ne s'estime point au nombre des années (1)». Et c'est pourquoi, ô Louis, vous occupez une place d'honneur parmi les anciens de votre peuple. Gloire de la Compagnie sainte au milieu de laquelle, en si peu de temps, vous remplîtes la course d'une longue existence, obtenez qu'elle continue de garder précieusement, pour elle et les autres, l'enseignement qui se dégage de votre vie d'innocence et d'amour. Le seul vrai gain de l'homme à la fin de sa carrière est la sainteté, et c'est au dedans que la sainteté s'acquiert; les œuvres du dehors n'entrent en compte,pour Dieu, que selon la pureté du souffle intérieur qui les inspire; si l'occasion fait défaut pour ces œuvres, l'homme peut y suppléer en se rapprochant du Seigneur, dans le secret de son âme, autant et plus qu'il n'eût fait par elles. Ainsi l'aviez-vous compris; et l'oraison, qui vous tenait absorbé dans ses inénarrables délices, en vint à égaler votre mérite à celui des martyrs. Aussi, de quel prix n'était pas à vos yeux ce céleste trésor de l'oraison, toujours à notre portée comme il le fut à la vôtre! Mais pour y trouver comme vous la voie abrégée de toute perfection, selon vos propres paroles, il y faut la persévérance et le soin d'éloigner de l'âme, par une répression généreuse de la nature, toute émotion qui ne serait pas de Dieu. Comment une eau bourbeuse ou agitée par les vents, reproduirait-elle l'image de celui qui se tient sur ses bords? Ainsi l'âme souillée, et celle-là même qui, sans être l'esclave des passions, n'est point maîtresse encore de toute agitation provenant de la terre, n'arrivera point au but de l'oraison qui est de reproduire en elle l'image tranquille de son Dieu.

La reproduction du grand modèle fut parfaite en vous; et l'on put constater combien la nature en ce qu'elle a de bon, loin de pâtir et de perdre, gagne au contraire à cette refonte au divin creuset. Même en ce qui touche les plus légitimes affections, vous n'aviez plus de regards du côté de la terre; mais voyant tout en Dieu, combien les sens n'étaient-ils pas dépasses dans leur infirmité menteuse, et combien aussi par là même croissait votre amour! Témoin vos suaves prévenances, ici-bas et du haut du ciel, pour l'admirable mère que vous avait donnée le Seigneur: où trouver plus de tendresse que dans les épanchements de la lettre si belle écrite par vous à cette digne mère d'un saint, dans les derniers jours de votre pèlerinage? et quelle délicatesse exquise ne vous conduisait pas à lui réserver votre premier miracle, une fois dans la gloire! Par ailleurs, l'Esprit-Saint, en vous embrasant de tous les feux de la divine charité, développait en vous pour le prochain un amour immense; caria charité est une; et on le vit bien, quand vous sacrifiâtes votre vie pour les malheureux pestiférés.

Ne cessez pas, illustre Saint, d'assister nos misères; soyez propice à tous. Conduite par le successeur de Pierre au pied de votre trône, la jeunesse surtout se réclame de votre puissant patronage. Dirigez ses pas sollicités en tant de sens contraires; que la prière et le travail pour Dieu soient sa sauvegarde; éclairez-la, lorsque s'impose à elle le choix d'un état de vie. Puissiez-vous, durant ces critiques années de l'adolescence, user pour elle largement de votre beau privilège et protéger dans vos dévots clients l'angélique vertu! Enfin, ô Louis, que ceux-là même qui ne vous auront pas imité innocent, vous suivent du moins dans la pénitence, ainsi que l'Eglise le demande au Seigneur en ce jour de votre fête.

-----------------------------------------------------------------------
NOTE

1. Sap. IV, 8.

Augustinus
21-06-08, 07:34
http://www.insecula.com/Photos/00/00/10/03/ME0000100305_3.jpg http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/WVTRLC/08-511045.jpg Guercino, La vocazione di S. Luigi Gonzaga, XVII sec., The Metropolitan Museum of Art, New York

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/7GO5/99-014962.jpg Théodor Boeyermans, I voti di S. Luigi, 1671, musée des Beaux-Arts, Nantes

Augustinus
21-06-08, 14:19
http://img517.imageshack.us/img517/9121/p1010029gt4.jpg Reliquia del teschio di S. Luigi, Santuario di S. Luigi, Castiglione delle Stiviere (MN)

Holuxar
21-06-17, 20:50
21 giugno 2017: San Luigi Gonzaga, confessore, mercoledi infra l'Ottava del Corpus Domini…




“San Luigi Gonzaga, confessore, 21 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-luigi-gonzaga.htm
"21 GIUGNO
SAN LUIGI GONZAGA
Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591
Fu tra i Santi che più si distinsero per innocenza e purezza. La Chiesa gli dà il titolo di
"giovane angelico" perchè egli, nella sua vita, assomigliò agli Angeli, nei pensieri,
negli affetti, nelle opere. Nacque da famiglia principesca, crebbe tra gli agi e fu esposto
a moltissime tentazioni nelle varie corti che frequentò ma, con la più rigida modestia
e con la più severa penitenza, seppe custodire così illibato il giglio della sua verginità
da non offuscarlo mai, neppure con un piccolo neo. Non si era ancora accostato
alla prima Comunione che già aveva consacrato a Dio la sua verginità."

"NOVENA A SAN LUIGI GONZAGA
(diffusa da San Giovanni Bosco - testo tratto da: il Giovane Provveduto)
Valida anche per la Pia pratica delle 6 Domeniche in onore di San Luigi:
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Plenaria a tutti quelli, che santificheranno sei Domeniche consecutive ad onore di Lui. Queste Domeniche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell'anno, purchè uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Questa Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."

"ORAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
I. O caro S. Luigi, che emulaste sulla terra la purezza degli Angeli del Cielo, avendo conservato fino alla morte bella e candida la stola della battesimale innocenza, per quel grande amore che portaste a tutte le virtù, e specialmente a quella che rende i giovani altrettanti angeli in carne, impetrateci da Dio una grande purità di mente, di cuore, di costumi, e la grazia di non perdere giammai la sua preziosa amicizia. Gloria.
2. O caro S. Luigi, che ben conoscendo la necessità dell'obbedienza per conseguire l'eterna salute, avete sempre riconosciuto nella volontà dei vostri superiori quella di Dio, sottoponendovi con gioia e prontezza, fate che anche noi vi imitiamo in sì bella virtù, per goderne i meriti con voi in eterno. Gloria.
3. O caro S. Luigi, che sebbene viveste sulla terra una vita da vero angelo di paradiso, pure avete voluto castigare il vostro corpo colla più austera mortificazione, ottenete a noi che abbiamo macchiato le anime nostre da molti peccati, di vincere le nostre delicatezze e di esercitare le opere di vera e sincera penitenza, col sopportare volentieri gli incomodi e i dispiaceri della vita, onde conseguire quel premio eterno, che Iddio misericordioso concede in paradiso ai veri e sinceri penitenti. Gloria."

"ATTO DI CONSACRAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
O angelico S. Luigi, noi ci affidiamo oggi alla vostra protezione e vi eleggiamo per nostro speciale protettore ed avvocato presso Dio. Prostrati ai vostri piedi risolviamo fermamente di adoperarci con tutte le nostre forze per onorarvi ed imitarvi. Da oggi innanzi, noi vogliamo far aperta professione di essere totalmente vostri, di camminare sulle vostre tracce, di imitare le vostre virtù, e specialmente la vostra angelica purità, la vostra profonda umiltà, la vostra perfetta ubbidienza e la vostra carità incomparabile. Tanto promettiamo solennemente a pie' del vostro altare in presenza di tutta la Corte Celeste. Voi però, o gran Santo, otteneteci la grazia di essere fedeli a questa promessa per tutta la nostra vita onde poterci meritare la gloria eterna. Così sia."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PER LA PUREZZA
O Luigi, Santo, di angelici costumi adorno, io indegnissimo vostro devoto, raccomando a voi singolarmente la castità del mio corpo e della mia anima. Vi prego per l’angelica vostra purezza di raccomandarmi all’Angelo immacolato Gesù Cristo ed alla sua Santissima Maria Vergine delle vergini, ed a custodirmi da ogni grave peccato.
Non permettere che io mi imbratti di macchia alcuna di impurità ma quando mi vedrete nella tentazione e nel pericolo di peccare, allontanate dal cuor mio i pensieri e gli affetti immondi e risvegliate in me la memoria dell’eternità e di Gesù Crocifisso, imprimetemi altamente nel cuore un timore santo di Dio; e riscaldatemi di amor divino, fate che, con l’imitare voi in terra, meriti con voi di godere Dio nel cielo.
Amen.
Pater, Ave e Gloria."

"Glorioso san Luigi, che conducesti una vita santa e illibata, tutta dedita
al servizio di Dio, ottienici la grazia di vincere le tentazioni del male
e di conservare sempre puro il nostro cuore.
Tu che consumasti la tua giovane vita a servizio dei fratelli ammalati di peste,
concedici di esercitare con animo generoso la carità verso tutti gli uomini
e in particolare verso coloro che soffrono."


"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
I. Angelico S. Luigi, che nonostante tu sia nato fra gli agi e le ricchezze del mondo,
con il continuo esercizio dell'orazione, del ritiro e della penitenza, non hai aspirato che ai beni del Paradiso,
ottieni a noi tutti la grazia di guardare sempre con distacco le comodità della vita presente,
al fine di assicurarci i gaudi della vita futura. Gloria al Padre...
II. Angelico S. Luigi, che nonostante tu non abbia mai perso l'innocenza battesimale,
mortificasti sempre la tua carne con i più tormentosi strumenti e con il più rigoroso digiuno,
ottieni a noi tutti la grazia di mortificare tutti i nostri sensi affinché non abbiano a causarci
la perdita del più prezioso tra i tesori, che è la grazia di Dio. Gloria al Padre...
III. Angelico S. Luigi, che piangesti con contrizione così viva le più leggere imperfezioni della tua fanciullezza,
da svenire ai piedi del confessore nell'atto di accusartene, ottieni a noi tutti la grazia di piangere con grande sincerità
le nostre colpe, e di accostarci sempre con le giuste disposizioni al Sacramento della Penitenza. Gloria al Padre...
IV. Angelico S. Luigi, che nella necessità di intrattenerti con i grandi del tuo tempo e di partecipare
ai loro mondani divertimenti, ti sei sempre trattenuto con loro con così grande riserbo
da essere da tutti indicato come un angelo in carne, ottieni a noi tutti la grazia di disprezzare il rispetto umano
e di tenere sempre una condotta che sia edificante per i fratelli. Gloria al Padre...
V. Angelico S. Luigi, che chiamato allo stato religioso, fra tutti gli ostacoli che ti opposero, ti mostrasti fermo e deciso
nel tuo santo proposito, e vi corrispondesti poi così bene da servire da modello per i più perfetti,
ottieni a noi tutti la grazia di seguire sempre con fedeltà e di corrispondere con esattezza alla chiamata divina,
Gloria al Padre...
VI. Angelico S. Luigi, che, consacrato al Signore con voto irrevocabile fin dai tuoi primi anni,
fosti così unito a Dio da non subire mai distrazione nella preghiera, da non soffrire mai tentazioni di impurità,
da essere miracolosamente conservato in vita tra i pericoli di naufragio e di incendio, e da ottenere sempre
tutto quello che chiedevi nell'orazione, ottieni a noi tutti la grazia di evitare tutto quello che potrebbe dispiacere a Dio,
affinché, costantemente protetti da Lui, resistiamo alle tentazioni del nemico e, crescendo nella strada della
giustizia, arriviamo a meritarci, con te, la gloria nel cielo. Gloria al Padre..."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PATRONO DELLA GIOVENTU'
"O San Luigi Patrono della gioventù, rendimi Angelo come sei tu"
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."




San Luigi Gonzaga - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/4493-2/)
http://www.sodalitium.biz/4493-2/
“21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia.”


Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
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“Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
“21 juin 1429 : la triple donation du Royaume de France.”
“21 juin 1791 : arrestation du Roi de France Louis XVI à Varennes.”
“21 juin 1054 : décès de Bruno d’Eguisheim-Dagsbourg, connut comme Pape sous le nom de Saint Léon IX.”
“21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591).”


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Demétria Vergine: fu figlia dei santi Martiri Flaviàno e Dafrósa e sorella della santa Vergine e Martire Bibiàna; ed ottenne, sotto Giuliano l’Apòstata, la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Demétria possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


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“21 giugno 2017: mercoledi infra l'Ottava del Corpus Domini.”
“21 giugno 2017: San Luigi Gonzaga, confessore.
Luigi Gonzaga, santo, le ceneri poste in un vaso di lapislazzuli si venerano nella cappella a lui dedicata in S. Ignazio di Loyola a Campo Marzio. Morto nel 1591 a ventitre anni, fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’Annunziata del Collegio Romano, dove ebbe varie sepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il 5 agosto del 1649.
M.R.: 21 giugno - A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l'innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”





21 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm)
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“GIORNO 21
UMILTA' DI GESU'
21° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per la gioventù maschile e femminile.
UMILTA’ DI GESÙ
Il Cuore di Gesù si presenta al mondo, non solo come modello di mitezza, ma anche di umiltà. Queste due virtù sono inseparabili, per cui chi è mite è pure umile, mentre chi è impaziente suole essere anche superbo. Impariamo da Gesù ad essere umili di cuore.
Il Redentore del mondo, Gesù Cristo, è il medico delle anime e con la sua Incarnazione volle curare le piaghe dell'umanità, specialmente la superbia, che è la radice di ogni peccato, e volle dare luminosissimi esempi d'umiltà, sino a dire: Imparate da me, che sono umile di Cuore!
Riflettiamo un po' sul gran male che è la superbia, per detestarla e per invogliarci dell'umiltà.
La superbia è la stima esagerata di se stessi; è il desiderio disordinato della propria eccellenza; è la smania di comparire e attirarsi la stima altrui; è la ricerca della lode umana; è l'idolatria della propria persona; è una febbre che non dà pace.
Dio odia la superbia e la punisce inesorabilmente. Cacciò dal Paradiso Lucifero e tanti altri Angeli, rendendoli tizzoni d'inferno, a motivo della superbia; per la stessa ragione punì Adamo ed Eva, i quali avevano mangiato il frutto proibito, sperando di divenire simili a Dio.
La persona superba è odiata da Dio ed anche dagli uomini, perchè costoro, pur essendo superbi, ammirano e sono attratti dall'umiltà.
Lo spirito del mondo è spirito di superbia, che si manifesta in mille modi.
Lo spirito del Cristianesimo invece è tutto improntato all'umiltà.
Gesù è il modello perfettissimo dell'umiltà, abbassandosi oltre ogni dire, sino a lasciare la gloria del Cielo e farsi Uomo, a vivere nel nascondimento di una povera bottega e ad abbracciare ogni sorta di umiliazione, specialmente nella Passione.
Amiamo anche noi l'umiltà, se vogliamo piacere al Sacro Cuore, e pratichiamola ogni giorno, perché ogni giorno se ne presentano le occasioni.
L'umiltà consiste nello stimarci per quello che siamo, cioè un impasto di miseria, fisica e morale, e nell'attribuire a Dio l'onore di qualche bene che in noi riscontriamo.
Se riflettiamo a ciò che realmente siamo, dovrebbe costarci poco il mantenerci umili. Abbiamo forse delle ricchezza? O le abbiamo ereditate e questo non è nostro merito; o le abbiamo acquistate, ma presto dovremo lasciarle.
Abbiamo un corpo? Ma quante miserie fisiche!... Si perde la salute; sparisce la bellezza; attende la putrefazione del cadavere.
E l'intelligenza? Oh, com'è limitata! Come sono scarse le cognizioni umane, davanti allo scibile dell'universo!
La volontà poi è inclinata al male; si vede il bene, si apprezza e tuttavia ci si appiglia al male. Oggi si detesta il peccato, domani lo si commette pazzamente.
Come possiamo insuperbirci se siamo polvere e cenere, se siamo nulla, anzi se siamo numeri negativi davanti alla Divina Giustizia?
Poiché l'umiltà è il fondamento di ogni virtù, i devoti del Sacro Cuore facciano di tutto per praticarla, poiché, come non si può piacere a Gesù se non si ha la purezza, che è l'umiltà del corpo, così non gli si può piacere senza l'umiltà, che è la purezza dello spirito.
Pratichiamo l'umiltà con noi stessi, non cercando di comparire, non brigando per guadagnarci la lode umana, respingendo subito i pensieri di orgoglio e di vana compiacenza, anzi facendo un atto d'umiltà interna ogni qual volta avvertiamo un pensiero di superbia. Si mortifichi la voglia di primeggiare.
Siamo umili con il prossimo, non disprezziamo alcuno, perché chi disprezza, dimostra di avere molta superbia. L'umile compatisce e copre i difetti altrui.
Non si trattino con alterigia gl'inferiori ed i dipendenti.
Si combatta la gelosia, che è la figlia più pericolosa della superbia.
Si accettino in silenzio le umiliazioni, senza scusarsi, quando questo non porta conseguenze. Come benedice Gesù quell'anima, che accetta un'umiliazione in silenzio, per amore suo! Lo imita nel suo silenzio davanti ai tribunali.
Quando si riceve qualche lode, si offra subito a Dio la gloria e si faccia un atto di umiltà internamente.
Si pratichi più che tutto l'umiltà nei rapporti con Dio. La superbia spirituale è pericolosa assai. Non ci si stimi più buoni degli altri, perché il Signore è il Giudice dei cuori; convinciamoci che siamo peccatori, capaci di ogni peccato, se Dio non ci sostenesse con la sua grazia. Chi sta in piedi, stia attento a non cadere! Chi ha la superbia spirituale e crede di avere molta virtù, tema di fare qualche grave caduta, perché Dio potrebbe rallentare la sua grazia e permettere che cada in umilianti colpe! Il Signore resiste ai superbi e li umilia, mentre si avvicina agli umili e li esalta.
ESEMPIO
Minaccia divina
Gli Apostoli, prima che ricevessero lo Spirito Santo, erano molto imperfetti e lasciavano a desiderare riguardo all'umiltà.
Non comprendevano gli esempi che loro dava Gesù e le lezioni d'umiltà, che sgorgavano dal suo Cuore Divino. Una volta il Maestro li chiamò a sè vicino e disse: Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano ed i grandi esercitano il potere sopra di esse. Ma tra voi non sarà così; anzi chi vorrà tra voi divenire maggiore, sia vostro ministro. E chi vorrà tra voi essere il primo, sia vostro servo, come il Figliuolo dell'Uomo, che non è venuto ad essere servito, ma a servire ed a dare la sua vita in redenzione di molti (S. Matteo, XX - 25).
Quantunque alla scuola del Maestro Divino, gli Apostoli non si distaccarono subito dallo spirito di superbia, sino a meritarne rimprovero.
Un giorno si avvicinavano alla città di Cafarnao; approfittando che Gesù era un po' scostato e pensando che non li ascoltasse, misero avanti la questione: chi di loro fosse il più grande. Ognuno portava le ragioni del proprio primato. Gesù tutto udiva e taceva, addolorato che i suoi intimi non apprezzassero ancora il suo spirito d'umiltà; ma giunti a Cafarnao ed entrati in casa, domandò loro: Di che cosa discorrevate per via?
Gli Apostoli compresero, arrossirono e tacquero.
Gesù allora si sedette, prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e dopo averlo abbracciato, disse: Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei Cieli! (Matteo, XVIII, 3). Questa è la minaccia che fa Gesù ai superbi: non ammetterli nel Paradiso.
Fioretto. Pensare alla propria nullità, richiamando alla mente il giorno in cui saremo cadaveri dentro una bara.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi il disprezzo delle vanità del mondo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



21° giorno: Cuore forte - Cuore debole (http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/)
http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/
“21° giorno: Cuore forte – Cuore debole
CUORE FORTE
La fortezza è la virtù di coloro che affrontano con coraggio difficoltà e pericoli, e anche la morte, per il servizio di Dio e il bene dei fratelli.
Un cuore forte è un cuore virile, generoso e saldo nel sopportare pesi o avversità anche gravi, non esclusa la morte violenta.
Pensiamo al cuore dei Martiri che entrano nell’arena e vanno incontro alle belve feroci per farsi sbranare, pur di non tradire la fede in Gesù che ha detto: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima» (Mt 10,28).
Il glorioso san Sebastiano, colpito dalle frecce dei carnefici, cadde ferito gravemente, ma non morì. Venne curato dai cristiani, e si riebbe; ma, lungi dal pensare a una fuga, con cuore intrepido si presentò all’imperatore Diocleziano, e gli disse, vedendolo tremare: «Tu tremi, Cesare. Perché? Temi forse che io nasconda un pugnale sotto la toga? L’unica vendetta dei cristiani è quella di pregare per i loro persecutori e assassini…».
Ma pensiamo soprattutto alla fortezza del Cuore di Gesù, il Martire divino, che si donò all’immolazione per noi, lasciandosi anche trafiggere dalla lancia di Longino. Perché Gesù si volle immolare, e che cosa lo sostenne nell’immolazione? Lo sostenne unicamente l’amore, perché solo l’amore è più forte della stessa morte (Ct 8,6).
Solo la fortezza che deriva dall’amore è intrepida, anche se non temeraria, e rende audaci nella dedizione fino al sacrificio totale. Gesù si è comportato così con noi, e la fortezza dell’amore per la nostra salvezza l’ha sostenuto nel Getsemani, sotto i flagelli, sotto la corona di spine, sotto la condanna al grido di «crocifiggilo» (Mc 15,14), sotto la croce e sulla croce, e continua a sostenerlo nell’Eucaristia come vittima che intercede instancabilmente per noi (Eb 7,25).
Ci vuole un cuore fortissimo per sostenere infedeltà e tradimenti degli amici, oltraggi e bestemmie dai beneficati.
E il Cuore di Gesù non solo sostiene, ma è pronto a perdonare, a dimenticare, a riabbracciare chi ritorna a Lui. Egli è preoccupato unicamente della salvezza dell’uomo, e chi ritorna a Lui, sentirà ripetere da Lui ciò che disse il papà del figliuol prodigo: «Questo figlio era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,24).
Quando si ama, si è così; più cresce l’amore, più non si guarda che alla persona amata. E quando sappiamo che chi ci ama e chi possiamo amare è una Persona Divina, l’amore può raggiungere una forza che supera ogni limite e ci dona i «folli per Cristo» (1Cor 4,10), capaci di ripetere ciò che diceva l’ardente san Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada?… Né morte né vita… ci potrà separare dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù Signore nostro» (Rm 8,35-39).
CUORE DEBOLE
L’uomo è creatura dal cuore debole. L’instabilità e la fragilità, l’egoismo e la viltà hanno molto spesso il dominio del cuore dell’uomo. Anche di fronte agli affetti più sacri, il cuore dell’uomo non promette che una sicurezza relativa.
Quanti affetti umani infranti dall’infedeltà coniugale; quanti impegni sacri profanati dall’abbandono della missione sacerdotale; quanti vincoli di amicizia spezzati dall’instabilità del cuore dell’uomo!
Se il cuore dell’uomo è capace di amare con dedizione senza pari, è anche capace, però, di lasciarsi sedurre da un piacere, da una soddisfazione, da un guadagno immediato.
Un giorno un papà di famiglia chiese al santo Curato d’Ars: «Posso condurre mia figlia al ballo?». «No, amico mio», rispose con decisione il Santo.
«Ma non ballerà», disse il papà. E il Santo, pronto: «Ballerà il suo cuore!».
Proprio così. Il cuore dell’uomo balla molto facilmente di fronte alla seduzione del male.
Sono molti, purtroppo, i cristiani che cedono alle sollecitazioni morbose e spesso immonde del cinema, degli spettacoli televisivi, della stampa e delle mode scandalose.
A volte basta che un amico inviti al cinema osceno o passi una rivista pornografica, e non si ha la forza di opporsi.
Si direbbe che in tanti cristiani ci sia un cuore di coniglio anziché un cuore di soldato del Regno di Dio.
E così, dove c’è un cuore di coniglio, si viene meno anche a doveri assunti con grande impegno e magari con entusiasmo. Pensiamo, ad esempio, a quanti decidono di fare fedelmente i nove primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore. Cominciano per uno, due, tre Venerdì poi un intoppo, una difficoltà che esigerebbe un atto di forza, e invece si interrompe tutto miseramente, perché non si ha il cuore forte.
Eppure la devozione al Sacro Cuore, quando è sincera, rende il cuore nostro simile al Cuore di Gesù: mite e umile, ma anche forte e coraggioso. Santa Margherita dovette avere un cuore intrepido per portare avanti la devozione al Sacro Cuore. Era donna, era sola, con poca salute, senza mezzi, chiusa in un monastero, inesperta, incompresa e malvista per la novità della devozione al Sacro Cuore. Ma l’amore supplisce a tutto. Un cuore pieno d’amore divino può tentare ogni impresa. E il Cuore di Gesù la sostenne fino alla fine, vittoriosamente.
Proposito: Impegno di fare ogni anno fedelmente i nove primi venerdì del mese.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
21-06-18, 22:38
21 GIUGNO 2018: ventunesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.it)
http://tradidiaccepi.blogspot.it
https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MESE DI GIUGNO: MESE DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“SAN LUIGI GONZAGA
Confessore.
Doppio.
Paramenti bianchi.
* Dalla «Lettera alla madre» di san Luigi Gonzaga.
(Acta SS., giugno, 5, 878)
Canterò senza fine le grazie del Signore.
Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito Santo e consolazioni senza fine. Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovavo ancora in questa regione di morti. Ma facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi. Per parte mia avrei desiderato di trovarmici da tempo e, sinceramente, speravo di partire per esso già prima d'ora.
La carità consiste, come dice san Paolo, nel «rallegrarsi con quelli che sono nella gioia e nel piangere con quelli che sono nel pianto». Perciò, madre illustrissima, devi gioire grandemente perché, per merito tuo, Dio mi indica la vera felicità e mi libera dal timore di perderlo. Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce. Non riesco a capacitarmi come il Signore guardi alla mia piccola e breve fatica e mi premi con il riposo eterno e dal cielo mi inviti a quella felicità che io fino ad ora ho cercato con negligenza e offra a me, che assai poche lacrime ho sparso per esso, quel tesoro che è il coronamento di grandi fatiche e pianto.
O illustrissima signora, guàrdati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita.
La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo.
Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso. E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze. Ho preferito scriverti perché niente mi è rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre.”
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San Luigi Gonzaga - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-luigi-gonzaga/)
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«21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia.»
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Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11) (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
320. Catechismo San Pio X
https://www.youtube.com/watch?v=j80FxJ5cdvE
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
CATECHISMO- PIO X - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/catechismo--pio-x-1.php)
Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




https://www.agerecontra.it/

http://www.centrostudifederici.org/

http://www.centrosangiorgio.com/

http://www.crisinellachiesa.it/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

“Pascendi Dominici Gregis.”
https://www.youtube.com/channel/UCo944XvpNSfgXjCViAIOOqg

“Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
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“21 juin 1429 : la triple donation du Royaume de France.”
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“21 juin 1791 : arrestation du Roi de France Louis XVI à Varennes.”

“21 juin 1054 : décès de Bruno d’Eguisheim-Dagsbourg, connut comme Pape sous le nom de Saint Léon IX.”

21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/21-juin-saint-louis-de-gonzague)
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“21 juin : Saint Louis de Gonzague, Jésuite, Confesseur (1568-1591).”
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"Heiliger Aloisius, bitte für uns!"
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“San Luigi Gonzaga, confessore, 21 giugno.”
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Demétria Vergine: fu figlia dei santi Martiri Flaviàno e Dafrósa e sorella della santa Vergine e Martire Bibiàna; ed ottenne, sotto Giuliano l’Apòstata, la corona del martirio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine e Martire, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Demétria possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”


"Magliette: Sursum Corda Maglietta San Giuseppe 2018."
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21° giorno: Cuore forte - Cuore debole (http://www.stellamatutina.eu/21-giorno-cuore-forte-cuore-debole/)
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“21° giorno: Cuore forte – Cuore debole
CUORE FORTE
La fortezza è la virtù di coloro che affrontano con coraggio difficoltà e pericoli, e anche la morte, per il servizio di Dio e il bene dei fratelli.
Un cuore forte è un cuore virile, generoso e saldo nel sopportare pesi o avversità anche gravi, non esclusa la morte violenta.
Pensiamo al cuore dei Martiri che entrano nell’arena e vanno incontro alle belve feroci per farsi sbranare, pur di non tradire la fede in Gesù che ha detto: «Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima» (Mt 10,28).
Il glorioso san Sebastiano, colpito dalle frecce dei carnefici, cadde ferito gravemente, ma non morì. Venne curato dai cristiani, e si riebbe; ma, lungi dal pensare a una fuga, con cuore intrepido si presentò all’imperatore Diocleziano, e gli disse, vedendolo tremare: «Tu tremi, Cesare. Perché? Temi forse che io nasconda un pugnale sotto la toga? L’unica vendetta dei cristiani è quella di pregare per i loro persecutori e assassini…».
Ma pensiamo soprattutto alla fortezza del Cuore di Gesù, il Martire divino, che si donò all’immolazione per noi, lasciandosi anche trafiggere dalla lancia di Longino. Perché Gesù si volle immolare, e che cosa lo sostenne nell’immolazione? Lo sostenne unicamente l’amore, perché solo l’amore è più forte della stessa morte (Ct 8,6).
Solo la fortezza che deriva dall’amore è intrepida, anche se non temeraria, e rende audaci nella dedizione fino al sacrificio totale. Gesù si è comportato così con noi, e la fortezza dell’amore per la nostra salvezza l’ha sostenuto nel Getsemani, sotto i flagelli, sotto la corona di spine, sotto la condanna al grido di «crocifiggilo» (Mc 15,14), sotto la croce e sulla croce, e continua a sostenerlo nell’Eucaristia come vittima che intercede instancabilmente per noi (Eb 7,25).
Ci vuole un cuore fortissimo per sostenere infedeltà e tradimenti degli amici, oltraggi e bestemmie dai beneficati.
E il Cuore di Gesù non solo sostiene, ma è pronto a perdonare, a dimenticare, a riabbracciare chi ritorna a Lui. Egli è preoccupato unicamente della salvezza dell’uomo, e chi ritorna a Lui, sentirà ripetere da Lui ciò che disse il papà del figliuol prodigo: «Questo figlio era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,24).
Quando si ama, si è così; più cresce l’amore, più non si guarda che alla persona amata. E quando sappiamo che chi ci ama e chi possiamo amare è una Persona Divina, l’amore può raggiungere una forza che supera ogni limite e ci dona i «folli per Cristo» (1Cor 4,10), capaci di ripetere ciò che diceva l’ardente san Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada?… Né morte né vita… ci potrà separare dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù Signore nostro» (Rm 8,35-39).
CUORE DEBOLE
L’uomo è creatura dal cuore debole. L’instabilità e la fragilità, l’egoismo e la viltà hanno molto spesso il dominio del cuore dell’uomo. Anche di fronte agli affetti più sacri, il cuore dell’uomo non promette che una sicurezza relativa.
Quanti affetti umani infranti dall’infedeltà coniugale; quanti impegni sacri profanati dall’abbandono della missione sacerdotale; quanti vincoli di amicizia spezzati dall’instabilità del cuore dell’uomo!
Se il cuore dell’uomo è capace di amare con dedizione senza pari, è anche capace, però, di lasciarsi sedurre da un piacere, da una soddisfazione, da un guadagno immediato.
Un giorno un papà di famiglia chiese al santo Curato d’Ars: «Posso condurre mia figlia al ballo?». «No, amico mio», rispose con decisione il Santo.
«Ma non ballerà», disse il papà. E il Santo, pronto: «Ballerà il suo cuore!».
Proprio così. Il cuore dell’uomo balla molto facilmente di fronte alla seduzione del male.
Sono molti, purtroppo, i cristiani che cedono alle sollecitazioni morbose e spesso immonde del cinema, degli spettacoli televisivi, della stampa e delle mode scandalose.
A volte basta che un amico inviti al cinema osceno o passi una rivista pornografica, e non si ha la forza di opporsi.
Si direbbe che in tanti cristiani ci sia un cuore di coniglio anziché un cuore di soldato del Regno di Dio.
E così, dove c’è un cuore di coniglio, si viene meno anche a doveri assunti con grande impegno e magari con entusiasmo. Pensiamo, ad esempio, a quanti decidono di fare fedelmente i nove primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore. Cominciano per uno, due, tre Venerdì poi un intoppo, una difficoltà che esigerebbe un atto di forza, e invece si interrompe tutto miseramente, perché non si ha il cuore forte.
Eppure la devozione al Sacro Cuore, quando è sincera, rende il cuore nostro simile al Cuore di Gesù: mite e umile, ma anche forte e coraggioso. Santa Margherita dovette avere un cuore intrepido per portare avanti la devozione al Sacro Cuore. Era donna, era sola, con poca salute, senza mezzi, chiusa in un monastero, inesperta, incompresa e malvista per la novità della devozione al Sacro Cuore. Ma l’amore supplisce a tutto. Un cuore pieno d’amore divino può tentare ogni impresa. E il Cuore di Gesù la sostenne fino alla fine, vittoriosamente.
Proposito: Impegno di fare ogni anno fedelmente i nove primi venerdì del mese.
FONTE: Cuore di Gesù, Cuore dell’uomo, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”



21 giugno (http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/_giugno/21-giugno.htm
“GIORNO 21
UMILTA' DI GESU'
21° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Riparare per la gioventù maschile e femminile.
UMILTA’ DI GESÙ
Il Cuore di Gesù si presenta al mondo, non solo come modello di mitezza, ma anche di umiltà. Queste due virtù sono inseparabili, per cui chi è mite è pure umile, mentre chi è impaziente suole essere anche superbo. Impariamo da Gesù ad essere umili di cuore.
Il Redentore del mondo, Gesù Cristo, è il medico delle anime e con la sua Incarnazione volle curare le piaghe dell'umanità, specialmente la superbia, che è la radice di ogni peccato, e volle dare luminosissimi esempi d'umiltà, sino a dire: Imparate da me, che sono umile di Cuore!
Riflettiamo un po' sul gran male che è la superbia, per detestarla e per invogliarci dell'umiltà.
La superbia è la stima esagerata di se stessi; è il desiderio disordinato della propria eccellenza; è la smania di comparire e attirarsi la stima altrui; è la ricerca della lode umana; è l'idolatria della propria persona; è una febbre che non dà pace.
Dio odia la superbia e la punisce inesorabilmente. Cacciò dal Paradiso Lucifero e tanti altri Angeli, rendendoli tizzoni d'inferno, a motivo della superbia; per la stessa ragione punì Adamo ed Eva, i quali avevano mangiato il frutto proibito, sperando di divenire simili a Dio.
La persona superba è odiata da Dio ed anche dagli uomini, perchè costoro, pur essendo superbi, ammirano e sono attratti dall'umiltà.
Lo spirito del mondo è spirito di superbia, che si manifesta in mille modi.
Lo spirito del Cristianesimo invece è tutto improntato all'umiltà.
Gesù è il modello perfettissimo dell'umiltà, abbassandosi oltre ogni dire, sino a lasciare la gloria del Cielo e farsi Uomo, a vivere nel nascondimento di una povera bottega e ad abbracciare ogni sorta di umiliazione, specialmente nella Passione.
Amiamo anche noi l'umiltà, se vogliamo piacere al Sacro Cuore, e pratichiamola ogni giorno, perché ogni giorno se ne presentano le occasioni.
L'umiltà consiste nello stimarci per quello che siamo, cioè un impasto di miseria, fisica e morale, e nell'attribuire a Dio l'onore di qualche bene che in noi riscontriamo.
Se riflettiamo a ciò che realmente siamo, dovrebbe costarci poco il mantenerci umili. Abbiamo forse delle ricchezza? O le abbiamo ereditate e questo non è nostro merito; o le abbiamo acquistate, ma presto dovremo lasciarle.
Abbiamo un corpo? Ma quante miserie fisiche!... Si perde la salute; sparisce la bellezza; attende la putrefazione del cadavere.
E l'intelligenza? Oh, com'è limitata! Come sono scarse le cognizioni umane, davanti allo scibile dell'universo!
La volontà poi è inclinata al male; si vede il bene, si apprezza e tuttavia ci si appiglia al male. Oggi si detesta il peccato, domani lo si commette pazzamente.
Come possiamo insuperbirci se siamo polvere e cenere, se siamo nulla, anzi se siamo numeri negativi davanti alla Divina Giustizia?
Poiché l'umiltà è il fondamento di ogni virtù, i devoti del Sacro Cuore facciano di tutto per praticarla, poiché, come non si può piacere a Gesù se non si ha la purezza, che è l'umiltà del corpo, così non gli si può piacere senza l'umiltà, che è la purezza dello spirito.
Pratichiamo l'umiltà con noi stessi, non cercando di comparire, non brigando per guadagnarci la lode umana, respingendo subito i pensieri di orgoglio e di vana compiacenza, anzi facendo un atto d'umiltà interna ogni qual volta avvertiamo un pensiero di superbia. Si mortifichi la voglia di primeggiare.
Siamo umili con il prossimo, non disprezziamo alcuno, perché chi disprezza, dimostra di avere molta superbia. L'umile compatisce e copre i difetti altrui.
Non si trattino con alterigia gl'inferiori ed i dipendenti.
Si combatta la gelosia, che è la figlia più pericolosa della superbia.
Si accettino in silenzio le umiliazioni, senza scusarsi, quando questo non porta conseguenze. Come benedice Gesù quell'anima, che accetta un'umiliazione in silenzio, per amore suo! Lo imita nel suo silenzio davanti ai tribunali.
Quando si riceve qualche lode, si offra subito a Dio la gloria e si faccia un atto di umiltà internamente.
Si pratichi più che tutto l'umiltà nei rapporti con Dio. La superbia spirituale è pericolosa assai. Non ci si stimi più buoni degli altri, perché il Signore è il Giudice dei cuori; convinciamoci che siamo peccatori, capaci di ogni peccato, se Dio non ci sostenesse con la sua grazia. Chi sta in piedi, stia attento a non cadere! Chi ha la superbia spirituale e crede di avere molta virtù, tema di fare qualche grave caduta, perché Dio potrebbe rallentare la sua grazia e permettere che cada in umilianti colpe! Il Signore resiste ai superbi e li umilia, mentre si avvicina agli umili e li esalta.
ESEMPIO
Minaccia divina
Gli Apostoli, prima che ricevessero lo Spirito Santo, erano molto imperfetti e lasciavano a desiderare riguardo all'umiltà.
Non comprendevano gli esempi che loro dava Gesù e le lezioni d'umiltà, che sgorgavano dal suo Cuore Divino. Una volta il Maestro li chiamò a sè vicino e disse: Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano ed i grandi esercitano il potere sopra di esse. Ma tra voi non sarà così; anzi chi vorrà tra voi divenire maggiore, sia vostro ministro. E chi vorrà tra voi essere il primo, sia vostro servo, come il Figliuolo dell'Uomo, che non è venuto ad essere servito, ma a servire ed a dare la sua vita in redenzione di molti (S. Matteo, XX - 25).
Quantunque alla scuola del Maestro Divino, gli Apostoli non si distaccarono subito dallo spirito di superbia, sino a meritarne rimprovero.
Un giorno si avvicinavano alla città di Cafarnao; approfittando che Gesù era un po' scostato e pensando che non li ascoltasse, misero avanti la questione: chi di loro fosse il più grande. Ognuno portava le ragioni del proprio primato. Gesù tutto udiva e taceva, addolorato che i suoi intimi non apprezzassero ancora il suo spirito d'umiltà; ma giunti a Cafarnao ed entrati in casa, domandò loro: Di che cosa discorrevate per via?
Gli Apostoli compresero, arrossirono e tacquero.
Gesù allora si sedette, prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e dopo averlo abbracciato, disse: Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei Cieli! (Matteo, XVIII, 3). Questa è la minaccia che fa Gesù ai superbi: non ammetterli nel Paradiso.
Fioretto. Pensare alla propria nullità, richiamando alla mente il giorno in cui saremo cadaveri dentro una bara.
Giaculatoria. Cuore di Gesù, dammi il disprezzo delle vanità del mondo!
(Tratto dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-" del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli).”



21 Giugno - San Luigi Gonzaga (http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-luigi-gonzaga.htm)
http://www.preghiereperlafamiglia.it/san-luigi-gonzaga.htm
"21 GIUGNO
SAN LUIGI GONZAGA
Castiglione delle Stiviere, Mantova, 9 marzo 1568 - Roma, 21 giugno 1591.
Fu tra i Santi che più si distinsero per innocenza e purezza. La Chiesa gli dà il titolo di "giovane angelico" perchè egli, nella sua vita, assomigliò agli Angeli, nei pensieri,
negli affetti, nelle opere. Nacque da famiglia principesca, crebbe tra gli agi e fu esposto a moltissime tentazioni nelle varie corti che frequentò ma, con la più rigida modestia e con la più severa penitenza, seppe custodire così illibato il giglio della sua verginità da non offuscarlo mai, neppure con un piccolo neo. Non si era ancora accostato alla prima Comunione che già aveva consacrato a Dio la sua verginità."

"NOVENA A SAN LUIGI GONZAGA
(diffusa da San Giovanni Bosco - testo tratto da: il Giovane Provveduto)
Valida anche per la Pia pratica delle 6 Domeniche in onore di San Luigi:
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Plenaria a tutti quelli, che santificheranno sei Domeniche consecutive ad onore di Lui. Queste Domeniche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell'anno, purchè uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Questa Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."

"ORAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
I. O caro S. Luigi, che emulaste sulla terra la purezza degli Angeli del Cielo, avendo conservato fino alla morte bella e candida la stola della battesimale innocenza, per quel grande amore che portaste a tutte le virtù, e specialmente a quella che rende i giovani altrettanti angeli in carne, impetrateci da Dio una grande purità di mente, di cuore, di costumi, e la grazia di non perdere giammai la sua preziosa amicizia. Gloria.
2. O caro S. Luigi, che ben conoscendo la necessità dell'obbedienza per conseguire l'eterna salute, avete sempre riconosciuto nella volontà dei vostri superiori quella di Dio, sottoponendovi con gioia e prontezza, fate che anche noi vi imitiamo in sì bella virtù, per goderne i meriti con voi in eterno. Gloria.
3. O caro S. Luigi, che sebbene viveste sulla terra una vita da vero angelo di paradiso, pure avete voluto castigare il vostro corpo colla più austera mortificazione, ottenete a noi che abbiamo macchiato le anime nostre da molti peccati, di vincere le nostre delicatezze e di esercitare le opere di vera e sincera penitenza, col sopportare volentieri gli incomodi e i dispiaceri della vita, onde conseguire quel premio eterno, che Iddio misericordioso concede in paradiso ai veri e sinceri penitenti. Gloria."

"ATTO DI CONSACRAZIONE A SAN LUIGI GONZAGA
O angelico S. Luigi, noi ci affidiamo oggi alla vostra protezione e vi eleggiamo per nostro speciale protettore ed avvocato presso Dio. Prostrati ai vostri piedi risolviamo fermamente di adoperarci con tutte le nostre forze per onorarvi ed imitarvi. Da oggi innanzi, noi vogliamo far aperta professione di essere totalmente vostri, di camminare sulle vostre tracce, di imitare le vostre virtù, e specialmente la vostra angelica purità, la vostra profonda umiltà, la vostra perfetta ubbidienza e la vostra carità incomparabile. Tanto promettiamo solennemente a pie' del vostro altare in presenza di tutta la Corte Celeste. Voi però, o gran Santo, otteneteci la grazia di essere fedeli a questa promessa per tutta la nostra vita onde poterci meritare la gloria eterna. Così sia."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PER LA PUREZZA
O Luigi, Santo, di angelici costumi adorno, io indegnissimo vostro devoto, raccomando a voi singolarmente la castità del mio corpo e della mia anima. Vi prego per l’angelica vostra purezza di raccomandarmi all’Angelo immacolato Gesù Cristo ed alla sua Santissima Maria Vergine delle vergini, ed a custodirmi da ogni grave peccato.
Non permettere che io mi imbratti di macchia alcuna di impurità ma quando mi vedrete nella tentazione e nel pericolo di peccare, allontanate dal cuor mio i pensieri e gli affetti immondi e risvegliate in me la memoria dell’eternità e di Gesù Crocifisso, imprimetemi altamente nel cuore un timore santo di Dio; e riscaldatemi di amor divino, fate che, con l’imitare voi in terra, meriti con voi di godere Dio nel cielo.
Amen.
Pater, Ave e Gloria."

"Glorioso san Luigi, che conducesti una vita santa e illibata, tutta dedita
al servizio di Dio, ottienici la grazia di vincere le tentazioni del male
e di conservare sempre puro il nostro cuore.
Tu che consumasti la tua giovane vita a servizio dei fratelli ammalati di peste,
concedici di esercitare con animo generoso la carità verso tutti gli uomini
e in particolare verso coloro che soffrono."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA
I. Angelico S. Luigi, che nonostante tu sia nato fra gli agi e le ricchezze del mondo,
con il continuo esercizio dell'orazione, del ritiro e della penitenza, non hai aspirato che ai beni del Paradiso,
ottieni a noi tutti la grazia di guardare sempre con distacco le comodità della vita presente,
al fine di assicurarci i gaudi della vita futura. Gloria al Padre...
II. Angelico S. Luigi, che nonostante tu non abbia mai perso l'innocenza battesimale,
mortificasti sempre la tua carne con i più tormentosi strumenti e con il più rigoroso digiuno,
ottieni a noi tutti la grazia di mortificare tutti i nostri sensi affinché non abbiano a causarci
la perdita del più prezioso tra i tesori, che è la grazia di Dio. Gloria al Padre...
III. Angelico S. Luigi, che piangesti con contrizione così viva le più leggere imperfezioni della tua fanciullezza,
da svenire ai piedi del confessore nell'atto di accusartene, ottieni a noi tutti la grazia di piangere con grande sincerità
le nostre colpe, e di accostarci sempre con le giuste disposizioni al Sacramento della Penitenza. Gloria al Padre...
IV. Angelico S. Luigi, che nella necessità di intrattenerti con i grandi del tuo tempo e di partecipare
ai loro mondani divertimenti, ti sei sempre trattenuto con loro con così grande riserbo
da essere da tutti indicato come un angelo in carne, ottieni a noi tutti la grazia di disprezzare il rispetto umano
e di tenere sempre una condotta che sia edificante per i fratelli. Gloria al Padre...
V. Angelico S. Luigi, che chiamato allo stato religioso, fra tutti gli ostacoli che ti opposero, ti mostrasti fermo e deciso
nel tuo santo proposito, e vi corrispondesti poi così bene da servire da modello per i più perfetti,
ottieni a noi tutti la grazia di seguire sempre con fedeltà e di corrispondere con esattezza alla chiamata divina,
Gloria al Padre...
VI. Angelico S. Luigi, che, consacrato al Signore con voto irrevocabile fin dai tuoi primi anni,
fosti così unito a Dio da non subire mai distrazione nella preghiera, da non soffrire mai tentazioni di impurità,
da essere miracolosamente conservato in vita tra i pericoli di naufragio e di incendio, e da ottenere sempre
tutto quello che chiedevi nell'orazione, ottieni a noi tutti la grazia di evitare tutto quello che potrebbe dispiacere a Dio,
affinché, costantemente protetti da Lui, resistiamo alle tentazioni del nemico e, crescendo nella strada della
giustizia, arriviamo a meritarci, con te, la gloria nel cielo. Gloria al Padre..."

"PREGHIERA A SAN LUIGI GONZAGA PATRONO DELLA GIOVENTU'
"O San Luigi Patrono della gioventù, rendimi Angelo come sei tu"
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l'ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all'anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo... a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch'io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d'immortalità, soave profumo dell'eterno bacio di Dio."





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“21 giugno 2018: San Luigi Gonzaga, confessore.
Luigi Gonzaga, santo, le ceneri poste in un vaso di lapislazzuli si venerano nella cappella a lui dedicata in S. Ignazio di Loyola a Campo Marzio. Morto nel 1591 a ventitre anni, fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726. Precedentemente era sepolto nella Chiesa dell’Annunziata del Collegio Romano, dove ebbe varie sepolture fino al definitivo trasferimento avvenuto il 5 agosto del 1649.
M.R.: 21 giugno - A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l'innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solennemente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
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“Il 21 giugno 1919, giorno della festa del purissimo san Luigi Gonzaga, nasceva Antonia Mesina, vergine di Orgosolo, prima discepola di santa Maria Goretti nella purezza e nel martirio.”
https://www.radiospada.org/2017/11/femina-virili-pectore-antonia-mesina-donna-martire-santa/
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https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/11/antonia-mesina.png?w=252&ssl=1


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COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM - ADVENIAT PER MARIAM!!!
COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Sia lode, onore e gloria al Divin Cuore di Gesù!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
22-06-20, 02:19
DOMENICA 21 GIUGNO 2020: SAN LUIGI GONZAGA, CONFESSORE; ventunesimo giorno del Mese dedicato al SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, DOMENICA NELL’OTTAVA della FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…





«DOMENICA TERZA DOPO LA PENTECOSTE»
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza dopo la Pentecoste (http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom3.htm

«VENERDÌ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE. LA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESÙ»
Guéranger, L'anno liturgico - La festa del Sacro Cuore di Gesù (http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-sacrocuore.htm




San Luigi - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-luigi/)
http://www.sodalitium.biz/san-luigi/
«21 giugno, San Luigi Gonzaga, Confessore (Castiglione delle Stiviere, 9 marzo 1568 – Roma, 21 giugno 1591).
“A Roma san Luigi Gonzaga, Chierico della Compagnia di Gesù e Confessore, chiarissimo pel disprezzo del principato e per l’innocenza della vita, il quale dal Sommo Pontefice Benedetto decimoterzo fu ascritto nel numero dei Santi e assegnato come Protettore speciale ai giovani studenti, e dal Papa Pio undecimo fu solenne¬ mente confermato e di nuovo dichiarato Patrono celeste di tutta la gioventù cristiana”.
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia. Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra. Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido. Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda. Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio. Così sia».
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Atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sacro-cuore-gesu/)
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«19 giugno 2020, festa del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai desideri vostri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia».
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"Sante Messe - Sodalitium"
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“Sodalitium - IMBC”
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“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara”
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“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”





SANTA MESSA DOMENICALE celebrata da DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ alla “DOMUS MARCEL LEFEBVRE” di PAESE (TV) stamattina DOMENICA 21 GIUGNO 2020: DOMENICA NELL’OTTAVA DELLA FESTA DEL SACRO CUORE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Domenica nell’ott. S. Cuore (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=siId4On6wOA
Domenica nell’ott. S. Cuore (Omelia)
Solennità di Corpus Domini (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=6Dl115q3BcY
Solennità di Corpus Domini (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=1eP60T39Wds
Festa della SS. Trinità (I dom. d. Pentec.) (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PcCze8MlT14
Festa della SS. Trinità (I dom. d. Pentec.) (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=HXxgkGfnE10
Martedì di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=skmprzD1LO0
Martedì di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=YgeHz1iNT78
Lunedì di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=ShVmLaaZcMY
Lunedì di Pentecoste (Omelia)
Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PyQlSF1qgtg
Domenica di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=Txw0Kv4pmEA
Domenica nell’ottava dell’Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=iSrvPyAttQo
Domenica nell’ottava dell’Ascensione (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=bXos08q8m_c
Festa dell'Ascensione (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=VNSErDRMohU
Festa dell'Ascensione (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=WexLjhcWp7I
Vigilia dell'Ascensione. S. Messa preceduta dalla processione
https://www.youtube.com/watch?v=Unq6IZKhegY
Martedi delle Rogazioni: S. Messa preceduta dalla processione.
https://www.youtube.com/watch?v=5eymLoBvcPw
Lunedi delle Rogazioni: S. Messa preceduta dalla processione.
https://www.youtube.com/watch?v=SLtt1lgF-Ag
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=P9tQCXVxcR4
V domenica dopo Pasqua (Omelia)
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tbYI76JMEl8
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UNX2Qp9foZQ
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=cOa9s9XQ_FM
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».





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Padre Enrico Agostini, Il Cuore di Gesù” (storia – teologia – pratiche – promesse), Bologna 1950; ristampa EFFEDIEFFE, Proceno 2019.


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"CLASSICI della TRADIZIONE CATTOLICA N. 22
«La Chiesa e la società non hanno più altra speranza che il Cuore di Gesù; è Lui che guarirà tutti i nostri mali. Predicate dappertutto questa devozione, essa dev’essere la salvezza del mondo» (Pio XI)
La devozione al S. Cuore è una conseguenza spontanea e necessaria del dogma centrale del Cristianesimo: Incarnazione e Redenzione.
L’essenza stessa del Cristianesimo si trova qui: Dio che si umanizza, amando l’uomo che si divinizza amando Dio in Cristo. I due amori, quello di Dio e quello dell’uomo, s’incontrano e si fondono nel Cuore di Gesù. Pertanto il culto del S. Cuore è la sintesi viva della religione cristiana, tutta fondata sull’amore, e le conferisce un carattere di vitale interiorità, che la distingue da tutte le altre.
Il Cuore di Gesù (1950) del padre E. Agostini dei Sacerdoti del S. Cuore può essere considerato il testo per eccellenza sul Sacro Cuore. Un capolavoro di pietà e di dottrina, di storia e di teologia, ma soprattutto un capolavoro di cristianesimo, insegnato e dimostrato, sulla devozione che è l’“essenza del Cristianesimo” («totius religionis summa», Pio XI), la sintesi più perfetta del dogma e della morale cristiana.
La cooperazione con Cristo è la struttura portante di tutta l’opera. Pio XII elogiò questo libro (con una lettera pubblicata ad inizio del volume, era il 25 settembre 1950) proprio per questo suo aspetto tanto distintivo ed essenziale. Ogni battezzato, insegna p. Agostini, per il fatto del suo congiungimento a Cristo Capo, si trova necessariamente associato all’azione redentrice del suo capo divino.
È un testo, oggi, di importanza fondamentale per il cattolicesimo. Mentre l’umanità, dimenticando i suoi alti destini, è caduta nella rovina e nella morte, il S. Cuore appare come la via regia preparata e rivelata da Dio, per ricondurre gli uomini dall’abisso della perdizione alla felicità eterna.
Ripartendo dalle istruzioni di Pio XI e Pio XII intorno al sacrificio eucaristico, questo libro recupera il vero significato della S. Messa e soprattutto impartisce istruzioni vitali riguardanti la cosiddetta pratica riparatoria, che è un obbligo per il cristiano, indicando il dovere che abbiamo, nell’accostarci alla SS. Eucaristia, di partecipare ad essa come vi partecipa Cristo: come sacramento della mortificazione cristiana, alimento di immolazione.
Proprio qui è racchiusa l’importanza di questo libro: attraverso lo studio del suo Cuore insegnare come passare dall’amore per Gesù alla partecipazione viva a quel Cuore.
Procedendo sotto la guida illuminata di Pio XI e di Pio XII e saldamente ancorato alla teologia di San Tommaso e alle lettere di San Paolo, il capolavoro di padre Agostini riporta al centro della vita cristiana il più grande mistero dei tempi, rendendocene partecipi, invitandoci ad una provvida corrispondenza.

(542 pagine formato 16x22,5 cm con bandelle segnalibro)

• Articolo di presentazione su EFFEDIEFFE.com

Voce dell’autore estratta dal libro:

«Oggi la Teologia deve tornare a costruire una sintesi dottrinale del Cristianesimo, in cui l’amore di Dio venga portato al centro del piano divino di salvezza. A questa sintesi non sarà affatto estranea la devozione al S. Cuore, la quale ci ha abituato ad entrare nel mistero più profondo del Verbo Incarnato, a tenerci in costante, fecondo contatto con questa fornace di amore, cui sono dovuti tutti i benefici della nostra Redenzione.
Se tutta la rivelazione divina si incentra in Gesù, e Gesù si incentra nel suo Cuore, la devozione al S. Cuore viene a trovarsi al centro del Cristianesimo. Non è una devozione, ma LA devozione alla Persona adorabile del Verbo Incarnato, la sintesi della Religione: «Totius Religionis Summa» (Pio XI).
Di qui il suo carattere di obbligatorietà: non si può essere veramente cristiani senza aver compreso e vissuto, almeno implicitamente, la devozione al S. Cuore. Questo è il pensiero costante e autorevole degli ultimi Pontefici: il culto del S. Cuore non è riservato a un gruppo di privilegiati; è un culto che «si impone a tutti». Perché? Perché ogni cristiano è membro del Corpo Mistico; quindi ogni cristiano ha la sua parte di responsabilità nella redenzione del mondo.
Non basta compatire ai dolori di Cristo, non basta riparare i mali che ne sono la causa; bisogna completare nella propria carne la Passione di Gesù Cristo, per la redenzione totale del mondo. Non basta rattristarsi per le sofferenze di Gesù; bisogna alleviarle, sopprimendo ciò che le ha prodotte ed eliminando gli ostacoli che le rendono inutilizzabili.
È Gesù che redime, è Gesù che salva; ma anche qui, come sempre, Egli vuol servirsi dei suoi cooperatori. La Chiesa ha bisogno di anime che s’immolino, come ha bisogno della S. Messa. “Completo nella mia carne quel che manca delle sofferenze di Cristo, a pro del corpo di Lui, che è la Chiesa” (Col. I, 24).
I cristiani, redentori in Cristo Redentore!».

Il padre Enrico Agostini è nato a Sopramonte (Tn) il 19 marzo 1910. Entrato nella Scuola apostolica di Albino ha fatto il noviziato ad Albisola, dove emise la sua prima professione il 24 settembre 1928. Tra Bologna e Roma ha fatto gli studi di filosofia e di teologia. Conseguì il dottorato in filosofia e la licenza in teologia e venne ordinato sacerdote a Roma il 21 luglio 1935. Fu insegnante di filosofia e teologia dal 1936 al 1952. Rettore allo Studentato di Bologna (1948-1952). Rettore della Scuola Apostolica di Trento (1956-1958). Rettore a Cristo Re a Roma (1958-1959). Incaricato dell’Apostolato della Riparazione tra il 1962 e il 1971. Direttore spirituale della Casa S. Cuore, Trento (1985-1989). Ha terminato la sua lunga vita nella casa di Bolognano il giovedì santo 5 aprile 2007.
L’opera a cui è legato il suo nome è il volume: “Il Cuore di Gesù” (storia – teologia – pratiche – promesse), Bologna 1950, ristampa EFFEDIEFFE 2019.
In te, Cor Iesu, speravi; Non confundar in aeternum!"

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https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»


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«DOMINICA INFRA OCTAVAM SACRATISSIMI CORDIS JESU QUÆ EST III POST PENTECOSTEN
(Domenica infra l'Ottava del Sacratissimo Cuore di Gesù che è la III dopo Pentecoste)
III DOMENICA DOPO PENTECOSTE
Questa domenica, che provvidenzialmente si trova tra l’ottava del Sacro Cuore di Gesù, è un inno alla Misericordia di Dio. Il demonio assale continuamente l’uomo e molte volte gli cediamo col peccato. Allora la misericordia del Buon Pastore a cui dobbiamo ricorrere nel nostro misero stato di peccatori ci viene in aiuto, si prende cura di noi, pecorelle perdute, e ci strappa dalle grinfie del Diavolo, ricollocandoci fra le sue pecorelle».


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"SACRO CUORE"
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"MESE DEL SACRO CUORE DAGLI SCRITTI DI SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE
(Imprimi potest P. Josephus Filograssi S.J. Preap. Prov. Rom., Romae, die 2 ottob. 1927; Imprimatur +Antonius M. Jannotta Episcopus Sorae, Aquini et Pontiscurvi, Sorae, 20 oct. 1927)"



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“Mese di giugno. Litanie del Sacro Cuore di Gesù”
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“Cuore Santissimo di Gesù fonte di ogni bene! --->”

«+ Cuore santissimo di Gesù, fonte di ogni bene, vi adoro, vi amo, vi ringrazio e, pentito vivamente dei miei peccati, vi presento questo povero mio cuore. Rendetelo umile, paziente, puro e in tutto conforme ai vostri desideri. Proteggetemi nei pericoli, consolatemi nelle afflizioni, concedetemi la sanità del corpo e dell’anima, soccorso nelle mie necessità spirituali e materiali, la vostra benedizione in tutte le mie opere e la grazia di una santa morte. Così sia. +»

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AL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ»
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”

“Nous passons du mois de Marie (mai) au moi du Sacré-Cœur (juin)”
“Mois de juin : mois dédié au Sacré-Coeur de NSJC. Litanies”
“Apostolat de la prière: juin 2020.
En réparation pour les lois iniques et les péchés publics contre le Règne Social du Sacré Cœur de Jésus”

«Mois de juin : mois dédié au Sacré-Coeur de NSJC
Litanies : Litanies du Sacré-c?ur (http://le-petit-sacristain.blogspot.com/2016/06/litanies-du-sacre-coeur.html)
Apostolat de la prière : juin
Pour la Propagation de la Dévotion au Sacré-Cœur
http://www.sodalitium.eu/apostolat/AP121Juin2017Billet.pdf (billet 2017) »

«Fête du Sacré-Cœur
Commentaires liturgiques de la Fête du Sacré-Cœur»
https://www.introibo.fr/Commentaires-liturgiques-de-la,986#inter1





COR JESU SACRATISSIMUM, MISERERE NOBIS!!!
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis! - Adveniat Regnum tuum!
Cuore Eucaristico di Gesù, accrescete in noi la fede, la speranza, la carità.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!