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Giordi
27-10-09, 11:05
Polemica per la «selezione dei gemelli» in parti multipli. «Il medico deve poter scegliere gli embrioni»
MARCO ACCOSSATO
TORINO

Bisogna cambiare al più presto la legge». Sulla fecondazione assistita la professoressa Tullia Todros, direttore del dipartimento di Ostetricia e Neonatologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino, non ha dubbi: la sentenza della Corte Costituzionale che nel maggio scorso ha dichiarato illegittima la norma che prevede un unico e contemporaneo impianto di embrioni «è un risultato importante ma non sufficiente». Finché non sarà legge, appunto.

Dopo i casi delle quattro donne che nell’ospedale torinese hanno deciso di sopprimere uno dei tre feti di una gravidanza trigemina (in un caso la tecnica ha eliminato tutti e tre i feti) si riaccende una polemica mai sopita. «Soltanto se verrà confermata la libertà del medico di decidere quanti embrioni trasferire, in base all’età e alle condizioni della donna, riusciremo a limitare il rischio di gravidanze multiple non volute. Ho l’impressione - aggiunge la professoressa Todros - che non ci sia una buona informazione, o una sufficiente comunicazione, nei confronti delle coppie che chiedono di sottoporsi alla riproduzione assistita».

Nel principale ospedale ginecologico del Piemonte la minaccia di qualcuno fra il personale medico e infermieristico di creare una nuova forma di obiezione di coscienza («Proviamo un forte senso di disagio ad accompagnare queste donne al parto») non è caduta nel vuoto. «La verità - dice Todros - è che bisognerebbe selezionare a monte queste donne: con una consulenza psicologica attenta si può valutare chi sarà in grado di affrontare esperienze e rischi di una fecondazione assistita».

L’ospedale Sant’Anna sostiene ovviamente «il diritto all’assistenza di tutte le future madri, indipendentemente dalle scelte compiute» ma giudica anche «comprensibile» la difficoltà di chi deve accompagnare queste donne al parto. «Già nel 2004, visto l’aumento delle gravidanze bi e trigemine dopo la fecondazione assistita - ricorda Todros - scrissi alla direzione sanitaria per sapere come comportarmi: chiesi se fosse possibile la soppressione di un feto in gravidanza multipla alla luce della legge 40». Risposta: «E’ consentita in caso di pericolo sia fisico sia psicologico della donna». Cosa che finora ha consentito l’eliminazione alla cieca di uno dei feti, ma che adesso torna a far discutere.

«Ogni giudizio dato dall’esterno rischia di essere una presunzione ideologica», è il commento di Silvio Viale, il ginecologo che proprio al Sant’Anna sperimentò la Ru486: «Viste dall’interno le situazioni di queste donne sono sempre più complicate di come possano apparire. Non mi scandalizza una richiesta di embrio-riduzione, mi colpisce di più che ci siano colleghi, infermieri o ostetriche che non se la sentono di assistere queste donne, come se fosse una colpa». Viale ricorda che «la scelta di sopprimere uno dei feti non richiederebbe in realtà neppure la consulenza psichiatrica perché rientra nei confini della legge 194». La differenza, semmai, «è che con la legge 40 il legislatore ha fatto una scelta opposta alla 194: la fecondazione assistita è autorizzata anche nel privato, e noi sappiamo quale grande pressione ci sia da parte delle donne che vogliono una gravidanza perché ritengono ingiusto non poter avere un figlio».

Alessandro Di Gregorio, direttore di uno dei centri di tecniche di riproduzione assistita più noti d’Italia, sostiene che qualcosa, finalmente, sta cambiando: «Dopo la sentenza della Consulta che ha definito incostituzionale il trattamento con tre soli ovociti, si è ritornati a poterli utilizzare in rapporto all’età. Purtroppo ciò non è stato recepito da molte coppie italiane che anche per questo motivo continuano a inseguire nei centri in Spagna il desiderio di un figlio».

Fecondazione: scontro sulla legge - LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200910articoli/48639girata.asp)

Huxley
13-11-09, 10:49
http://home.honolulu.hawaii.edu/~pine/book1qts/embryo-compare.jpg