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Visualizza Versione Completa : Ricordando Alcide De Gasperi



Colombo da Priverno
19-08-04, 14:14
http://santiebeati.it/immagini/Original/92035/92035.JPG

Il 19 agosto di cinquanta anni fa si spegneva Alcide De Gasperi, fulgido esempio di politico cristiano. Forse nella nostra storia politica e civile non riusciremo ad avere una figura come quella del Presidente De Gasperi. Uomo mite, ma forte nelle sue convinzioni e nella sua fede, fu l'artefice della ricostruzione italiana. Stimato all'estero e anche dai più acerrimi nemici oggi purtroppo non viene ricordato a sufficienza. "Se i popoli e le repubbliche non fossero ingrati, ci sarebbe un busto di De Gasperi in tutte le piazze della Penisola e delle isole" (Jean d'Hospital). Vogliamo con questo thread rendere omaggio a questo grande statista, al grande credente, e quindi al grande uomo che fu De Gasperi.

Colombo da Priverno
19-08-04, 17:24
http://santiebeati.it/immagini/Original/92035/92035F.JPG

"Dirsi cristiani nel settore dell'attività politica non significa aver il diritto di menar vanto di privilegi in confronto di altri, ma implica il dovere di sentirsi vincolati, in modo più particolare, da un profondo senso di fraternità civica, di moralità e di giustizia verso i deboli e più poveri.

Alcide De Gasperi

Cipriano (POL)
19-08-04, 19:27
Come possiamo definire il comportamento di de Gasperi verso il suo Re, Umberto II?

Dreyer
19-08-04, 19:29
Ho aperto su De Gasperi un 3d sul forum CdL.

Vi pregherei di postare anche lì i vostri interventi di qualunque segno, per poterne discutere in un unico posto.

grazie.

Cipriano (POL)
19-08-04, 19:38
Possiamo parlare anche qui...

Cipriano (POL)
22-08-04, 13:31
Come mai nessuno ha tentato una risposta alla mia domanda?

Augustinus
22-08-04, 13:33
Originally posted by Cipriano
Come mai nessuno ha tentato una risposta alla mia domanda?

Chiedilo allo storico Dreyer ... !!!! :D

Cipriano (POL)
22-08-04, 13:37
Ognuno di noi comunque potrebbe avere un'opinione al riguardo, vero?

Colombo da Priverno
22-08-04, 17:43
Nei rapporti con Umberto II e nella vicenda referendaria De Gasperi fu sempre corretto. Cito Giulio Andreotti, che nel suo "De Gasperi visto da vicino", riporta delle parole di De Gasperi ad Umberto II nelle convulse giornate post referendarie: "Senta, le parlo come in sacramento. A me personalmente non importa nulla: io posso sparire domani stesso dalla scena politica dello Stato. Ho due sole cose che mi stanno a cuore e che ho sempre difeso: l'unità morale e l'unità territoriale. Sono entrambe in pericolo. Non faccia un passo falso. Danneggerebbe oltretutto la dinastia che sinora si è comportata in modo da potere, in un eventuale domani, aspirare a tornare."
Sempre Andreotti racconta che molto tempo dopo incontrando Umberto di Savoia a Parigi, gli sentì dire cose bellissime su De Gasperi.

Augustinus
22-08-04, 18:28
Non so esprimere un giudizio complessivo su De Gasperi.
Certamente però non posso non notare alcuni nei, gravissimi. I suoi rapporti col Papa di allora, il Venerabile Pio XII, non furono buoni.
Nel 1951, Pio XII era in rapporti freddi con il capo della Dc, gli negò anche a giugno l’udienza privatissima per il trentesimo anniversario del matrimonio e per la professione religiosa di sua figlia, suor Lucia. De Gasperi ne soffrì e parlò di «umiliazione»: così si espresse all’ambasciatore Mameli che gli aveva riferito il responso della Santa Sede e aggiunse: “Come presidente del consiglio e ministro degli esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, mi impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla segreteria di Stato un chiarimento”.
Ma il Papa aveva una vista più lunga della sua ... . Allo stesso Pontefice sarebbero, in seguito, assai dispiaciute le chiare affermazioni di De Gasperi sulla laicità della politica: «Il credente agisce come cittadino nello spirito e nella lettera della Costituzione, ed impegna se stesso, la sua categoria, la sua classe, il suo partito, non la Chiesa», e La Civiltà Cattolica riceverà dal Papa l’ordine di replicare.
Questa mancata sottomissione al Vicario di Cristo costituisce una sua gravissima colpa, anche sul piano personale, che non mi fanno propendere per un giudizio troppo positivo.
Quanto alla sua azione di politica estera, nutro qualche perplessità. Infatti, egli accettò sin troppo supinamente delle condizioni di asservimento dell'Italia agli Stati Uniti, a dir poco umilianti ed inaccettabili, di cui oggi se ne sente gravemente il peso e l'eredità storica ... ;)

Colombo da Priverno
22-08-04, 22:20
Il rifiuto dell'udienza papale colpì nel profondo la sensibilità del cristiano De Gasperi, che da cinquant'anni lavorava a proprio rischio e pericolo per realizzare nella società civile i valori sociali del Vangelo, che aveva ricevuto l'incoraggiamento di 3 papi (Leone XIII, Pio X, Benedetto XV), che era stato protetto durante il ventennio fascista da Pio XI, e che contava tra i suoi migliori amici due futuri papi, Roncalli e Montini. Lo stesso Pio XII nel 1949 e nel 1950 aveva rivolto elogi al governo De Gasperi.
Come è successo a numerosi cristiani e anche a santi nel corso della storia, anche De Gasperi si è scontrato con il volto umano della Chiesa, ma non se ne è allontanato. La sua fedeltà alla Chiesa di Roma rimase immutata ed egli continuò a citare spesso, nei suoi discorsi, le encicliche di papa Pio XII, di cui ammirava l'insegnamento.
Ma quali le cause del rifiuto dell'udienza? Probabilmente le sollecitazioni di alcuni ambienti oltranzisti che De Gasperi aveva messo a tacere in occasione delle elezioni amministrative romane.
Il suddetto gruppo nel timore che il Campidoglio fosse conquistato dai comunisti voleva presentare una seconda lista oltre alla Dc che comprendeva monarchici e fascisti, rifiutati da De Gasperi. Alcune personalità vicine al pontefice appoggiarono l'iniziativa, ignorando le deleterie conseguenze politiche. De Gasperi non cedette e la seconda lista abortì. I risultati elettorali diedero ragione a De Gasperi la Dc e i partiti di centro apparentati conquistarono la maggioranza al Comune di Roma. Dunque se ostilità c'è stata, questa fu creata da altri e non certo alimentata da Pio XII il quale, appena informato bene sui fatti, fece troncare ogni manovra antidemocristiana e anti-De Gasperi. Per concludere una testimonianza di Emilio Bonomelli che in un articolo su "Cocretezza" riportò le seguenti frasi di Pio XII nel momento in cui il pontefice apprese della dipartita dello statista italiano: "Ha fatto la morte di un santo... è stato un gran cristiano, un grande uomo".

Augustinus
23-08-04, 18:54
Originally posted by antonio
la "mancata" sottomissione al Vicario di Cristo e alle pressioni, tutt'altro che spirituali e molto temporali, perche' la DC costituisse un cartello con la destra fascista a Roma..sono punti a favore del cristiano De Gasperi...cui la Chiesa stessa, nei suoi vertici, avrebbe dovuto esprimere gratitudine....
con il suo rifiuto DE Gasperi ha reso un gran servigio alla Chiesa e ai cristiani impegnati in politica.

Caro Antonio,
forse non lo hai intuito: qui non è il problema delle alleanze con le c.d. destre. Qui veniva in rilievo, come cattolici, il ruolo stesso dei cattolici in politica.
Il problema di De Gasperi fu che egli incarnò un "nuovo" modello di politico cattolico, che poi ha fatto scuola in tanti. Mi riferisco al modello che vorrebbe ben distinto l'ambito dell'uomo-fedele da quello dell'uomo-politico, di talchè, per questa (artificiosa) distinzione si giunge a giustificare il varo di provvedimenti che, altrimenti, non sarebbero mai passati qualora i due ambiti fossero stati naturalmente non scissi.
Ne è espressione di quest'idea la frase sopra da me citata, a cui Pio XII ordinò alla rivista gesuita "Civiltà cattolica" di controbattere.
Quali sono le conseguenze di siffatta impostazione dei "compartimenti stagni" della politica e della religione? Semplice il varo di leggi inique, come quella sull'aborto. Guarda caso che giusto appellandosi a questa impostazione il senatore Andreotti - fedele discepolo ed interprete di De Gasperi - firmò, quale capo del Governo di allora, la legge n. 194 sull'aborto. Oggi, egli ha espresso dolore per quella decisione, ma rimane il fatto storico che quella legge porta a lettere di fuoco la sua firma. Ecco le conseguenze di detta impostazione di fondo. Ma questo, comprendi bene, porta un'altra conseguenza: la mancata testimonianza cristiana della persona, in tutti gli ambiti della sua vita e delle sue relazioni. Il cristiano, secondo quest'impostazione, non è più sale della terra e luce del mondo, ma tende a nascondere la propria identità in nome di esigenze politiche contingenti. In nome del compromesso, appunto.
Qualche esempio di De Gasperi - sebbene le parole sopra riportate siano assai illuminanti?
E' presto detto. De Gasperi firmò, quale Presidente del Consiglio, leggi elettorali che limitavano pesantemente i diritti legittimi della Chiesa, specialmente in quei tempi assai difficili. Suo fu l'inserimento di una disposizione che poneva i limiti al Clero che «abusando della proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adoperi a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli alla astensione», istituendo per tali ipotesi un reato, con gravi pene. Questo indusse la Chiesa a puntare sui c.d. comitati civici di Gedda e sul "microfono di Dio", il gesuita Padre Lombardi (che, incurante delle sanzioni penali, percorse l'Italia richiamando le popolazioni ad un risveglio politico e morale). Non a caso il Papa, dinanzi a dette disposizioni restrittive, nel discorso ai Quaresimalisti di Roma del 17 marzo 1946 protestò per tale violazione della libertà della Chiesa inferta dal Governo democristiano: «Il sacerdote cattolico - disse il Papa -non può essere semplicemente equiparato ai pubblici ufficiali o agli investiti di un pubblico potere o funzione civile o militare»; la legge elettorale, infatti, con una medesima norma colpiva tali categorie ed il Clero: «Il Sacerdote è ministro della Chiesa ed ha una missione che si estende a tutta la cerchia dei doveri religiosi e morali dei fedeli ... e può quindi essere obbligato a dare, sotto quell’aspetto, consigli o istruzioni riguardanti anche la vita pubblica. Ora è evidente che gli eventuali abusi di tale missione non possono per sé essere lasciati al giudizio dei poteri civili ...». De Gasperi accusò il colpo, e nel discorso di Torino - riportato da "Il Popolo" - del 25 marzo 1946 replicò ampiamente, e concluse col comodo ed ipocrita ripiego: «... so che se il Santo Padre ha in nome della Chiesa il diritto di stabilire le sue tesi ed Egli ha questo diritto per ragione che supera i partiti ed i momenti ... saprà anche comprendere le difficoltà in cui gli uomini cattolici si battono e vincono e possono vincere solo fino ad un certo punto. È rimasta una piccola pizzicatura per il Clero. Ma credo che i sacerdoti non ne abbiano molta paura» (Il Popolo, 26.3.1946).
Senza contare il fatto che egli decisamente rifiutò il riferimento a Dio ed al Cristianesimo (un problema classico sulle radici cristiane, che evidentemente non è nuovo :D :D) nella Costituzione italiana. Si è tanto parlato di questo tema, nei mesi scorsi, con riferimento alla Costituzione europea. L'attuale Sommo Pontefice sul punto è più volte intervenuto richiamando i politici cattolici a tanto ... ma evidentemente i suoi richiami sono stati vani, in quanto caduti su terreni sterili di politici ... inclini al compromesso, i quali, pur professandosi di fede cattolica, per compromessi contingenti appunto, rinnegano quella loro stessa testimonianza. Ebbene, De Gasperi si oppose decisamente all'inserimento nel testo costituzionale delle radici cristiane e di Dio, ricordando le assicurazioni da lui date «ai protestanti d’America» circa una «piena libertà, piena uguaglianza» che la Costituzione democristiana infatti accorda al Protestantesimo, cui ha concesso perfino l’uso della Radio per le trasmissioni di culto (Atti dell'Assemblea Costituente, p. 2456). Tardò solo di un anno, infatti, la risposta di Pio XII: «Ben riflettendo alle conseguenze deleterie che una Costituzione la quale, abbandonando la pietra angolare della concezione cristiana della vita, tentasse di fondarsi sull’agnosticismo morale e religioso, porterebbe in seno alla Società, e nella sua labile storia, ogni Cattolico comprenderà facilmente come ora la questione che, a preferenza di ogni altra, deve attirare la sua attenzione e spronare la sua attività consiste nell’assicurare alla generazione presente ed alle future il bene di una Legge fondamentale dello Stato che non si opponga a sani principi religiosi, e morali, ma ne tragga piuttosto vigorosa ispirazione, e ne proclami e ne persegua sapientemente le finalità. Giovi a questo riguardo ricordare che non sempre la novità delle Leggi è fonte di salute per il Popolo: sovente invece la precipitosa ricerca di radicali innovazioni è indice di oblio della propria dignità e di facile resa ad estranei influssi e non a meditate idee. Sappiano dunque i cattolici italiano che il rimanere fedeli alle migliori e provate tradizioni spirituali e giuridiche non vuol dire essere ostili alle trasformazioni sociali che meglio rispondano al bene comune: e dicano alto al loro grande ed infelice Paese che il patto onde esso vuol essere condotto ad unità e stabilità, non può cementarsi né con odî né con egoismi di classi, sì bene con la mutua e cristiana carità che tutti i cittadini affratelli in reciproco aiuto, collaborazione e rispetto». Il papa, inoltre, aveva invitato a non agire con «facile resa ad estranei influssi». Ma tant'è ...
Con questo qualche dubbio sulla "santità" di De Gasperi mi pare più che fondato. Non solo. Egli rifiutò decisamente l'impostazione cristiana in politica del Beato Toniolo, preferendo alla coerenza, tipicamente cristiana, l'opportunismo. Non a caso il celebre autore di "don Camillo" e "Peppone" (Giovanni Guareschi), proprio questo rimproverava al Capo del Governo De Gasperi.
Estremamente incoerenti mi appaiono le dichiarazioni, nel '52, dell'allora Premier (ammesso che siano autentiche): "Se il Santo Padre decide diversamente io mi ritirerò dalla vita politica. Sono cristiano, sono sul finire dei miei giorni e non sarà mai che io agisca contro la volontà del Papa. Mi ritirerò dalla vita pubblica, non potendo svolgere una azione politica con coscienza ritenuta utile alla patria e alla stessa Chiesa". Che cercasse anche con Dio il compromesso????? Come si concilia questa sua dichiarazione con i precedenti e lampanti comportamenti, che tanta sofferenza causarono a Pio XII, obbligandolo ad intervenire con amorevoli richiami?
Per questo mi appaiono assai inverosimili le parole di "lode" tessute da Pio XII alla morte dello statista (sebbene provengano da chi era direttore delle Ville pontificie, ma anche grande amico ed estimatore dello statista ... e forse per questo ... poco obiettive).
Papa Pacelli non era un Cardinale Beato Schuster, che era alieno dai meccanismi della politica (che tessè un elogio di De Gasperi alla sua morte), ma era una persona assai accorta, cresciuta nella diplomazia ... . Può darsi anche che apprezzasse l'uomo, ma non il politico ... .
Forse sarò un "romanticone", ma la mia concezione di politico autenticamente cattolico è quella del Presidente dell'Ecuador, don Gabriel Garcia Moreno (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=70943&perpage=20&pagenumber=1). Significativo, e chiudo, era quanto riportava lo stesso Bonomelli, il quale, sui rapporti tra Stato e Chiesa, sentì lo statista dire che “ci si doveva comportare come se migliaia di chilometri, e non quel breve spazio, separassero il Vaticano dal Viminale”. Ancora una volta ciò lasciava trasparire la politica del compromesso, che in futuro porterà alla fine dell'esperienza della DC (con Tangentopoli).
Ma, alla fine, lasciamo che sia Dio a dire l'ultima parola. Se è una persona di provata santità, Dio non mancherà di manifestarla, anche in via soprannaturale. Se non lo è, allra qualsiasi ricordo su questa persona sarà destinato a scomparire ... almeno dal Cristianesimo. ;)

Augustinus