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Visualizza Versione Completa : 43° Congresso ... Il Congresso ci sarà ... e in Lombardia son scintille!



antikle
24-06-02, 10:51
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


Caro pergola,
sei disinformato. Il Congresso è stato già proposto dalla Direzione Nazionale del PRI per i giorni 25-26-27 ottobre. Il prossimo Consiglio Nazionale dovrà approvare la data e decidere un sito adatto!

Come prevedevo sul sito lombardo del PRI sono cominciate le scintille! Leggete la replica dei Segretari Vannini e Torchiana a Nucara sulla questione di Buccinasco ... non è proprio leggera!

Fraterni saluti ... soprattutto al poco informato pergola!
AntiKle

** Repubblicani in EMILIA e nella ROMAGNA (1)
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Repubblicani in TOSCANA
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Una informazione sui Repubblicani alla provincia di Napoli
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.... e in Lombardia son scintille!
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Repubblicani in LIGURIA
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echiesa
24-06-02, 16:24
Infatti non mi sembra leggera, comunque......Vediamo che succede: si sono rotti le scatole del CDS??? ( o meglio, vi siete..), guerre di potere, collegi, amori, sesso, denaro... che c'è????
saluti
echiesa:fru
fa caldo oggi, scusate.....

nuvolarossa
24-06-02, 18:40
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI12.jpg

nuvolarossa
24-06-02, 19:03
sullo stesso argomento...
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=15034
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=14890

Garibaldi
25-06-02, 13:06
l'importante e' che dal Congresso non vengano fuori posizioni del tipo del triparlamento alla bossi: sud/nord/centro dove ognun fara' da se'.
Il pericolo che pavento e' che anche nel pri passi la musica che ognuno si faccia gli affari suoi.
E a quelli del pri (partito repubblicano italiano) chi ci pensera'.
Faremo anche noi come la lega carte false per avere il pri del nord, il pri del centro e il pri del sud!?!?!?!?!
Allora avra' vinto eugenio che vorra' il pri del suo quartiere!!!???

la_pergola2000
25-06-02, 14:55
Ti ringrazio delle informazioni, ma le sapevo già, comunque invece di bearti di Buccinasco, che notoriamente è l'ombellico del mondo e quindi farà saltare le alleanze del PRI nazionale, ti prego di rispondere alle sollecitazioni e al dibattito che ho iniziato su "letture estive e non", ancor prima che tu "molto gentilmente" ci volevi informare di Buccinasco e di cosa dicono i responsabili milanesi del PRI.
Intanto premetto che non intendo parlare di camere di commercio, quindi se vuoi serenamente dibattere su quei temi che possono essere oggetto di discussione al congresso di ottobre noi siamo contenti, se invece vuoi dibattere e portare al congresso i temi inerenti al comune di Buccinasco, vespasiani, sedie per anziani al parco eccetera fai pure che noi siamo contenti lo stesso. per te e per gli abitanti di Buccinasco.
Ciaaaaaaaaaoooooooo!!!!!!!!!!!

echiesa
25-06-02, 15:07
Se il PRI fosse come nel mio quartiere (8%), forse staremmo a parlare diversamente.
saluti
echiesa:fru

la_pergola2000
25-06-02, 17:04
ben detto
però ci sarebbero più aspiranti alle presidenze delle camere di commercio.
Nel tempo del suo massimo splendore cioè "era Spadolini", il PRI di Milano e provincia non so se aveva 1600 iscritti, alla faccia dello "zio" e di quanti altri folleggiavano nel PRI milanese.

G. Oberdan
25-06-02, 17:10
io questa impellenza, questa urgenza, questa profonda necessità di fare un nuovo Congresso Nazionale non la vedo.

Ottobre è tra pochissimo, quindi dovranno correre per organizzarlo (a meno che non sia già pronto). Non si poteva aspettare gennaio?

Poi io non vedo, ripeto, un bisogno così urgente di farlo.

O meglio lovedo ma... non mi piace se fosse solo quello...

kid
25-06-02, 17:17
Qual'è il motivo che vedi e che non ti piace caro Oberdan? Illuminami, ti prego, che con il caldo non capisco più niente.

echiesa
25-06-02, 17:20
IO LO SO, MA NON LO DICO. IL CALDO MI FA DIVENTARE DISPETTOSO
saluti
echiesa:fru

la_pergola2000
25-06-02, 17:35
Mi piace sempre di più Buccinasco
mi ricordo che al congresso di Assago quando parlò Giorgio La Malfa i corridoi si svuotarono per sentirlo in sala.
Restai da solo nel corridoio a parlare con un repubblicano romagnolo con il fiocco, se vi ricordate, e alcuni giornalisti democristiani della Rai.
Chissà dove sono oggi quelli che scattarono per sentire La Malfa.
Ciao.

lucifero
25-06-02, 18:03
Originally posted by G. Oberdan
Non si poteva aspettare gennaio?

A gennaio non vengono male?
:rolleyes:

G. Oberdan
25-06-02, 23:15
Caro Calvin,
ho letto la lettera di Vannini e Torchiana sul Sito della Federazione Regionale Lombarda. (http://www.prilombardia.it)

Devo essere sincero. A parte il "Caso Buccinasco" in sé, non mi sento di archiviare la sua lettera senza nemmeno considerarla. Mi spiego meglio. Se le regioni del Sud hanno riportato al partito molti consensi e hanno ridato quindi una boccata di ossigeno a tutti è giusto che abbiano il loro giusto peso nel Partito. Però non vorrei che questo meridionalismo desse per perse le regioni del centro nord, magari considerate al momento, per particolari situazioni, non in grado di stare ai livelli di crescita del sud. A mio parere non è più come ai tempi della prima repubblica dove un forte successo magari al sud poteva ripercuotersi anche al Nord. Almeno non così direttamente. A parte La Malfa, secondo me era il caso di lavorare un pò di più anche al nord.
Poi tu ne sai più di me e questo è solo il pensiero di un "NON" addetto ai lavori. Magari sapendo molte più cose di me vedi la realtà in tutta la sua pienezza e quindi il mio giudizio ti sembra ridicolo. Ti prego di concedermi questa attenuante. Però al momento è il mio pensiero.

PER LUCIFERO

Vengono benissimo i Congressi a gennaio ;)

antikle
25-06-02, 23:50
Cari amici,
anzitutto complimenti per il forum ... non avrei mai pensato di trovare in rete tanta passione politica e interesse per i temi repubblicani.

Il Congresso: ovviamente l'idea degli Stati Generali era una provocazione (vista la triste esperienza già prodotta dagli "amici" Repubblicani Europei ... approposito il loro sito è fermo al 2001!)

Calvin ha giustamente ribattuto che il Congresso di Bari ha di fatto tracciato una nuova linea politica. Sono daccordo. La mia perplessità era sull'utilità del nuovo ennesimo Congresso. Ma vi siete accorti che dal 1999 facciamo Congressi ogni anno! Cos'è cambiato rispetto all'anno scorso? Non si tratterà, piuttosto, di una questione di ri-equilibri di Consiglio Nazionale? Calvin, che mi sembri molto ben informato, che ne dici?

Personalmente ritengo che il Pri dovrebbe tornare ad affrontare la questione identitaria, dovrebbe ragionare intorno alla propria caratterizzazione politica e ai temi che contraddistinguono (e dovranno contraddistingere) questo piccolo partito dal resto delle forze politiche.

Il Pri non è (solo! ... non si offendano gli amici calabresi e romagnoli) un partito si struttura; occorre bucare l'opinione pubblica attraverso idee nuove e modalità di comunicazione innovative.

Ecco che allora io vedrei di buon occhio gli Stati Generali, o una Conferenza Programmatica o qualsiasi altra cosa ci costringa a ragionare su temi, idee, valori, politiche etc. partendo dai livelli locali per arrivare ad un dibattito nazionale (ingenuo e romantico? si lo so!)

A Pergola invece rispondo che se avesse letto tra le righe il doumento lombardo avrebbe capito che l'ambito di riferimento non è certo la realtà di Buccinasco!

Prolisso? vero!

Fraternamente
AntiKle

kid
26-06-02, 11:07
Sarà e vi ringrazio, che io sono molto bene informato e che vedo le cose in non so quale pienezza, ma vi giuro che non capisco proprio niente e non voglio fare il finto tonto: sono proprio tonto.
Per cui primo, vorrei capire il retropensiero di Oberdan ed Echiesa sul congresso. Secondo, il documento fra le righe dei dirigenti lombardi, vorrei che un lombardo, Antikle, per l'esattezza me lo leggesse come lo ha letto lui. Quarto perchè Oberdan traccia un parallelo che io non vedo fra Buccinasco ed il sud. Quarto, ho capito, meno male, una su quattro, solo l'idea di Antikle sugli stati generali. In questo senso, sono d'accordissimo, e mi sembra anche che il problema posta da Antikle sia il vero tema che occorra affrontare nelle sedi istituzionali del partito e al più presto.

lucifero
26-06-02, 11:21
grazie calvin, :)
la mia esternità al partito ed il fatto che non ci capissi niente di dava la sensazione forte che questo forum mostrasse solo la punta dell'iceberg.
Sono cosciente che non mostri tutto, ma di qui a non capire di che si parla...:eek: :confused:

kid
26-06-02, 11:29
Caro Lucifero, io sono tonto ma fino ad un certo punto, nel senso che ho una mia idea, ma non ci penso minimamente ad avanzarla, visto che non ho aperto io la questione congresso, fino a quando chi l'ha aperta non esplicita chiaramente la sua idea in proposito e così i tanti altri che sembrano condividere quello che non è scritto. Insomma: chiarezza, fatti, giudizi e non allusioni ma che diamine!

kid
26-06-02, 11:32
Più che con Antikle ce l'ho con il mio amico Oberdan. Oberdan mi vuoi rispondere? Cos'è che non ti piace? Mandami un messaggio privato se non vuoi parlarne sul forum. Guarda che altrimenti mi schiero con Mresicilia!

Garibaldi
26-06-02, 12:21
Mi spiegate anche a me a cosa si riferiscono le allusioni di alcuni qua esternate<???
Non vorrei che, mentre i demagoghi sinistrorsi fanno il girotondo!!qualcuno qua giochi a nascondino??!?!?!
oppure si facciano le vecchiette pettegole come quelle che stazionano sulle panchine di corso italia qua a spezia!?!??

echiesa
26-06-02, 15:46
Se vogliamo partire dal livello locale ci sto, eccome se ci sto. Così come mi sembra anche Calvin, che capisce che diverso è il livello nazionale da quello locale.
La posizione " strana" diciamo così, della Lombardia, con un appello a lavorare pure il nord mi pare interessante, ed anche Oberdan nota qualcosa. Ed onestamente non mi pare solo ed esclusivamente un appello per la " Repubblica del Nord del PRI".
Calvin, mi pare di avertelo già detto da qualche parte quello che temo e la cosa onestamente mi farebbe dispiacere, anche se potrei dire che " chi è causa del suo mal..." con quello che ne consegue. Ma giuro che mi spiacerebbe. Ma forse dalla provincia non sappiamo tutto, e le mie possono essere solo considerazioni errate.
saluti
echiesa:fru

lucifero
26-06-02, 16:18
Originally posted by calvin
vorrei capire perchè Oberdan traccia un parallelo che io non vedo fra Buccinasco ed il sud.

Nemmeno io capivo.
Non ci si riferiva al comunicato su Buccinasco, ma a quest'altro:
http://www.prilombardia.it/03_iniziative/17_6_direzione_provinciale.html

che, indubbiamente, è tosto wz

kid
26-06-02, 17:29
Bravo lucifero che lo hai scovato! Qui a Roma dormiamo. La lega ce lo dice da tempo del resto. Beh direi che il problema è venuto fuori e forse un congresso serve, non per celebrare fasti, che non ci sono, ma per romperci le ossa, tanto per cambiare. Invece che Calvin mi dovevo chiamare Disossato, oppure Osso Rotto.

kid
26-06-02, 17:31
Se si fosse indetta sul forum una prova per capire chi tra tutti noi poteva fare il dirigente di partito, direi che con questa Lucifero l'ha vinta. Echiesa ti sei perso il mio voto da segretario, voto per Lucifero!

26-06-02, 18:06
Originally posted by antikle
Caro pergola,
sei disinformato. Il Congresso è stato già proposto dalla Direzione Nazionale del PRI per i giorni 25-26-27 ottobre. Il prossimo Consiglio Nazionale dovrà approvare la data e decidere un sito adatto!

Come prevedevo sul sito lombardo del PRI sono cominciate le scintille! Leggete la replica dei Segretari Vannini e Torchiana a Nucara sulla questione di Buccinasco ... non è proprio leggera!

Fraterni saluti ... soprattutto al poco informato pergola!
AntiKle

Dai punti esclamativi AntiKle penso di aver capito chi sei...biondone
cari saluti

kid
26-06-02, 18:13
Hussita hai cambiato il logo! Che è successo? Da quando Rompi puntini puntini? Non eri sognatrice? Adesso vado a cercare. Salutoni.

26-06-02, 18:51
lo avevo già cambiato in omaggio ad angelo di centro (alleato PRI) in "voluttuosamente perbenista" ( mi aveva giudicata solo la seconda perché non mi conosce, è chiaro....)

sono stata sempre disincantata, e scettica e mistica lo avevo già usato
ciao

echiesa
26-06-02, 19:25
Scusa sai, non è che ci tenga a fare il segretario nazionale dal PRI, ma la mia affermazione circa la "Repubblica del Nord del PRI"secondo te a cosa si riferiva???
Potrò essere un zitello ( e lo sono in effetti) come dice garibaldi, ma era a quell'articolo che mi riferivo.
saluti
echiesa:fru
figurati se hussita non capiva chi era antikle!!!!!!!!

lucifero
27-06-02, 10:04
Prima cosa: appoggio echiesa nella candidatura alla segreteria politica. Gli chiedo però di nominarmi per quella organizzativa.

Seconda cosa: il partito del Nord, il partito del Sud. Ne parlo con distacco perché qui a Rieti, dicono di essere il vero centro d'Italia (Oberdan, non so se si tiene conto o no dell'Istria e Dalmazia, il che sposterebbe notevolmente il baricentro).
Mah, io non capisco mica di che si lamentino i lombardi.
Avevo già chiesto il vostro parere su questo argomento in un thread post-amministrative, a commento di una nota del partito che parlava di questo meridionalismo e lo nascondeva nel comunicato ANSA.
Io non vedo un meridionalismo nel PRI attuale; seppure il segretario è meridionale (ed il sottosegretario all'ambiente di conseguenza pure, altra questione che ho posto, insoddisfatta), c'è da dire che, mi sembra, i candidati alle politiche fossero tutti al Nord.
Né mi sembra che nelle posizioni politiche espresse autonomamente dal Pri all'interno della CdL (quali?…) si possa intravedere un meridionalismo.
Allora non è che il PRI è meridionalista, è che il meridione è diventato PRIsta, come stanno a dimostrare le sezioni, i voti, la presentazione di liste.
Perché? Una spiegazione che mi sono dato è che, dato che il consenso del Sud al PRI è venuto dopo la svolta di Bari, ed essendo tradizionalmente il popolo italiano abituato a correre in aiuto del vincitore, al Sud alcuni settori dell'elettorato abbiano colto questa occasione per rimettersi in gioco.
Perché al Sud sì ed al Nord no? Perché, non me se ne voglia, il meridionale, per storia, è più paziente e propenso ad accontentarsi delle briciole che cadono dalla tavola dei padroni che banchettano; ed indubbiamente, in questa situazione, al PRI toccano le briciole; e quindi un po' ci si accontenta delle briciole, un po' si aspetta di essere invitati a tavola.
Al Nord, invece, sono più immediati: vogliono tutto e subito, ed allora vanno direttamente alla fonte (Forza Italia).

Terza cosa: siccome tutti sapete chi è antikle e io no, non è che sia curioso (noo?), ma ditemelo un po' (in busta chiusa, cioè in privato) così poi vedremo chi ci ha azzeccato e chi millanta!!

G. Oberdan
27-06-02, 11:44
quindi ditelo anche a me magari! Comunque vorrei che Hussita, che riconosce tutti, magari si facesse anche riconoscere lei. Anche se oramai ho capito chi sia... :D :D

Giuseppe Gizzi
27-06-02, 11:48
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


Debbo purtroppo ammettere, da meridionale, che al Sud, come scrive Lucifero, vi è una tendenza più marcata verso il soccorso al carro del vincitore. Però vorrei anche aggiungere, che almeno qui in Campania, il Pri, nella nuova alleanza non cresce ma perde consensi, si vedano i casi di Nocera Inferiore, Castellamare di Stabia e Agropoli. La crescita del Pri nel Mezzogiorno è circoscritta, il che non è un male, alla Sicilia- soprattutto- ed alla Calabria. Nella stessa Puglia, regione in cui è stata massiccia l'adesione alla svolta, mi pare che si mantengano le posizioni, con un dato negativo di Brindisi, ove già dalla precedente legislatura si era in alleanza con la Cdl. Riguardo al tema del Congresso, la penso, anch'io da esterno, come altri amici: non credo che sia opportuno tenerlo a solo un anno di distanza dall'insediamento del governo Berlusconi. Piuttosto sarei per riavviare un discorso programmatico forte, con una Conferenza programmatica nazionale, aperta anche all'esterno, che ci faccia uscire dalle sterili beghe interne, così da riavvicinare al Partito, anche quelli come il sottoscritto ed altri che se ne sono allontanati a malincuore, avendo ben fisso un obiettivo, il recupero per le elezioni europee del 2004, di tutti coloro che dentro e fuori dal partito si sentono repubblicani. Fraternamente.
Giuseppe Gizzi

G. Oberdan
27-06-02, 11:57
Concordo con l'Amico Giuseppe Gizzi. L'idea di una grande conferenza programmatica magari in vista delle Europee non è niente male. Qualcuno la suggerisca a Nucara...

kid
27-06-02, 12:44
Cari amici scrivete a Nucara! C'è uno spazio apposito nel sito del partito. Meglio sicuramente dei suggeritori!

echiesa
27-06-02, 16:44
NOOOOOOOO, GIAMMAIIIIII SEGRETARIO NAZIONALE
AL LIMITE RESPONSABILE GITE E VIAGGI TURISTICI
Saluti
echiesa:fru

lucifero
27-06-02, 19:26
Originally posted by Giuseppe Gizzi
Debbo purtroppo ammettere, da meridionale, che al Sud, come scrive Lucifero, vi è una tendenza più marcata verso il soccorso al carro del vincitore.Non cambia la sostanza, giusto per puntigliosità:
a mio avviso la tendenza a correre in soccorso al vincitore è uguale in tutta Italia. A Sud, poi, ci si contenta di partecipare alla spartizione delle briciole.;)

27-06-02, 20:05
Originally posted by G. Oberdan
quindi ditelo anche a me magari! Comunque vorrei che Hussita, che riconosce tutti, magari si facesse anche riconoscere lei. Anche se oramai ho capito chi sia... :D :D

io non ghignerei, ci hai messo troppo tempo

;)

(AntiKle se ho capito bene è un collega FGR di Oberdan )

nuvolarossa
27-06-02, 21:07
questo messaggio e' di LA PERGOLA 2000
-----------------------------------------------------------------
Speriamo che il prossimo consiglio nazionale detti i temi di discussione per il congresso di ottobre.
Le ragioni della segreteria provinciale di Milano sono perfettamente condivisibili.
Non vedo cosa ci sia di scintillante in quella dichiarazione anzi sono di monito per le restanti regioni d'Italia che non hanno un senatore a cui fare riferimento.
Per me vedo un monito per le restanti regioni d'italia a lavorare di più in quanto non essendoci un senatore a rappresentarle, possono darsi da fare di più con gli alleati e possono presentare le liste in tutti i comuni dove ci siano elezioni.
Siamo usciti da poco tempo dal buio della politica cerchiamo di lavorare di più, le conferenze programmatiche le dovremo fare in tutta l'Italia a livello provinciale e regionale tale da moltiplicare la visibilità, perchè come sapete tutti la visibilità non ce la danno gli altri ma dobbiamo prendercela da soli.
Altrimenti aspettiamo sempre la manna da Roma il che non è da persone mature ne da politici accorti e propositivi.
Arrivederci a presto.

Garibaldi
28-06-02, 10:29
Originally posted by echiesa
Scusa sai, non è che ci tenga a fare il segretario nazionale dal PRI, ma la mia affermazione circa la "Repubblica del Nord del PRI"secondo te a cosa si riferiva???
Potrò essere un zitello ( e lo sono in effetti) come dice garibaldi, ma era a quell'articolo che mi riferivo.
saluti
echiesa:fru
figurati se hussita non capiva chi era antikle!!!!!!!!

carissimo eugenio, non mi sono mai permesso (dove l'hai letto?) di darti del zitello perche' non sapevo che lo eri, ma anche l'avessi saputo non mi sarei permesso di usare tale termine che, solitamente, viene adoperato in senso ironico ed offensivo.
comunque non te la prendere, ogni piede ha la sua scarpa!!?!?!?!
Ti auguro di trovare una scarpa repubblicana!??!?!

echiesa
28-06-02, 15:46
Non ti stare a preoccupare, lo sono zitello, me lo dico da solo, odio inoltre la stupida parola single.
Lo so che non l'hai adoperata in quel senso, tanto è vero che l'ho ripresa, quindi fine dell'incidente che non vi è mai stato.
saluti
echiesa:fru

antikle
05-07-02, 10:07
Cari amici,
vi consiglio di andare a vedere la lettera dei Cons. Naz. lombardi al Segretario Nazionale! E' sparata in homepage.

http://www.prilombardia.it

Hussita ... Papini?... naaa!

AntiKle

lucifero
05-07-02, 12:14
vediamo quello che ho capito e quello che non ho capito:

Quello che ho capito è che Il PRI lombardo dice:
"Qui siamo pochi, per questo non ci considerano. Da soli non ce la facciamo a crescere, allora bisogna che gli alleati ci premino con incarichi e visibilità anche quando potrebbero farne a meno.
Per questo la segreteria deve uscire dall'ambiguità ed entrare nella CdL.
Se non c'entra, noi le ci schiereremo contro anche sui commissariamenti (non strumentalmente, beninteso, ma perché non hanno una logica), mentre se ci dà ragione, la appoggiamo.
Quindi guardate che se veniamo in CN e non accettate la nostra richiesta, per voi sono cavoli.
Meglio che non ci veniamo, così rimaniamo buoni amici."

Quello che non ho capito è:
E' funzionale alla tesi, il sostenere che la CdL abbia perso perché non ha considerato il PRI?
se si vuole catturare il voto di opinione è necessario l'appoggio degli alleati per qualche incarico? Non basta avere un senatore in città?
Come si può intercettare la vasta area di consenso non imbrigliato nella rigida contrapposizione tra i due poli, se ci si rigidamente schiera con un polo?
la questione della meridionalità del PRI, che ho sempre chiesto e non ho ancora capito...
ma se queste cose non vengono dibattute in CN, dove? Ah, io sono pure più contento che si faccia via internet, ché sennò non ne saprei niente, ma...

la_pergola2000
05-07-02, 12:35
Non so se Antikle è del PRI o un fuoriuscito, o che cosa.......

Per quanto riguarda il comunicato del 10 giugno della provinciale di Milano, vorrei sapere dal PRI milanese che cosa hanno a che fare con la socialdemocrazia.
Desidererei sapere se i milanesi e i lombardi seguono il dibattito della o sulla socialdemocrazia, gli interventi di Blair ecc.
Vorrei inoltre sapere il perchè pur avendo un senatore non elaborano tesi e proposte politiche da portare al consiglio nazionale ed eventualmente al congresso nazionale. Pur condividendo la posizione politica del PRi lombardo, non vedo perchè si ritirano sull'Avventino aspettando una manna dal cielo che non può arrivare.
Amenochè qualcuno voglia giocare nel torbido ed allora non so cosa dire.
Sottrarsi al dibattito ci si allontana dalla democrazia, chi persegue tale atteggiamento si isolerà sempre di più, la discussione fa crescere le persone, l'organizzazione e il partito ne trarrà beneficio, dall'altra parte c'è una deriva inconcludente, basta vedere tutte le sigle politiche che sono sorte negli ultimi dieci anni, salvo tre o quattro, le decine di partiti e partitini sono spariti sia al nord che al sud.
La lega seguirà tra poco questo fenomeno, le decine di migliaia di voti che ha perduto alle ultime elezioni amministrative, dovrebbero far capire ai repubblicani che anche al nord c'è uno spazio elettorale libero.
Se ci dividiamo ancora sarà la fine definitiva del PRI, a meno che qualcuno voglia questo o svendere il PRI:
Saluti a tutti.
P.S. Non riesco a scrivere al PRI lombardo.

nuvolarossa
05-07-02, 13:06
LETTERA APERTA AL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PRI
ON. FRANCESCO NUCARA


Caro Segretario,

il Consiglio Nazionale di sabato 6 luglio è chiamato a convocare il terzo Congresso Nazionale straordinario consecutivo.

I repubblicani della Lombardia hanno profuso il massimo sforzo per presentare liste dell’Edera e propri candidati in occasione delle recenti elezioni amministrative, ottenendo complessivamente risultati più che soddisfacenti.

Non possiamo però esimerci dal ribadirti quanto già espresso negli ultimi mesi riguardo le grandi difficoltà nella gestione politica dell’alleanza con la CDL, rispetto alle quali è oggi imprescindibile pervenire ad un chiarimento.

Prima fra tutte la non chiarita natura dell’alleanza del PRI rispetto stessa Casa delle Libertà, ovvero se esso ne faccia parte o meno.

A riprova di questo sottolineiamo come i rappresentanti repubblicani, malgrado i tuoi ripetuti interventi presso le segreterie nazionali dei partiti della coalizione, siano stati sistematicamente esclusi dai tavoli regionali, provinciali e locali in occasione dell’ultima tornata amministrativa.

Cio’ è evidentemente da ascriversi ad una precisa scelta politica dei nostri alleati che considerano tuttora il PRI quale interlocutore politico esclusivamente laddove esso risulta determinante per la vittoria della coalizione.

Tale strategia si è peraltro rivelata perdente, non solo per la coalizione, che ha perduto importati comuni nel Centro-Nord, ma anche per il Partito che non ha certo ottenuto un risultato soddisfacente soprattutto sotto il profilo politico. Tre sono a nostro avviso gli elementi su cui soffermare l’analisi:

il marcatissimo sbilanciamento delle presenze delle liste dell’Edera a favore del Centro-Sud;
il risultato elettorale, seppur migliore rispetto agli anni passati, non ha comunque portato ad un incremento significativo delle presenze nelle Assemblee elettive
nel suo complesso tale risultato non è percepito né dall’opinione pubblica ne dalle altre forze politiche come quello di un soggetto politico nazionale, assumendo pertanto una mera valenza localistica.
Per quanto si possano comprendere le motivazioni che hanno portato alla scelta di rilanciare l’azione politica del PRI a partire dalle regioni del mezzogiorno, non possiamo non rilevare l’insufficienza di tale linea organizzativistica, ritenendo come invece risulti prioritario affrontare il sempre più grave problema della presenza politica del Partito nelle grandi città e nelle aree metropolitane del paese, non ultima delle quali quella di Milano.

La mobilitazione di un voto d’opinione, infatti, rappresenta l’elemento fondante di un soggetto politico che intercetti concretamente quella vasta area di consenso non imbrigliato nella rigida contrapposizione tra due poli, certamente presente in una società avanzata come quella italiana ma che non trova referenti politici nazionali credibili.

Un ulteriore punto che ha lasciato perplessi numerosi repubblicani lombardi è quello relativo ai commissariamenti operati tra il primo e il secondo turno delle elezioni amministrative in due realtà dove poi ha comunque vinto la coalizione di Centro Sinistra. Tale logica commissariale priva il partito dell’unica forza di trattativa in sede locale con la coalizione della CDL.

Tale vincolo può essere ritenuto comprensibile esclusivamente in presenza di un esplicito accordo nazionale che tuteli politicamente le realtà del Partito che non si trovano in condizione di essere numericamente determinanti a causa della autonoma forza elettorale della Coalizione. In caso contrario ci troveremo di fronte ad un inevitabile e progressivo sfaldamento politico ed organizzativo.

Per tutti questi motivi non riteniamo opportuno quindi partecipare ad un Consiglio Nazionale che ci troverebbe fortemente critici sulla strategia finora perseguita dai vertici nazionali, rischiando di ingenerare l’equivoco circa la collocazione del PRI, che a nostro avviso non può altro che consistere in una piena, formalmente riconosciuta, garantite e omogeneamente tutelata appartenenza alla CDL.

In questo quadro riteniamo indispensabile il recepimento delle istanze qui rappresentate prima dello svolgimento del Congresso Nazionale.

Cordialmente


Tommaso Vannini – Consigliere Nazionale PRI
Alessandro Papini – Consigliere Nazionale PRI
Sergio Borlenghi – Consigliere Nazionale PRI
Giacinto Calculli – Consigliere Nazionale PRI
Michele Procida – Consigliere Nazionale PRI
Massimo Torchiana – Segretario Provinciale PRI-Milano
Cosimo Franco – Consigliere Nazionale PRI


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tratto dal sito web:
http://www.prilombardia.it/frameset_home_page.html

echiesa
05-07-02, 15:51
Oh Oh, interessante posizione
:zg1
In pratica i nostri Amici Lombardi dicono: a livello locale manco ci sentono, ci danno qualcosa in quà ed in la e con il senatore pensano di averci già dato più che assai.Noto che la lettera non è firmata da Del Pennino.
Inoltre se dove contiamo qualcosa si dà pure l'impressione che la punizione divina colpirà chi non è daccordo siamo belli che lavati e stirati.
Carico da 11 messo sul tavolo ci si butta tutto sul Sud, ed al nord tanti saluti a casa ( non sarà che al nord il passaggio con il cds sia visto peggio rispetto al sud???).
L'unica cosa : perchè non dirlo in C.N??? Che ci sta a fare altrimenti??? E' li che si discute la vita del Partito: se si ha paura che si creino eventuali equivoci basta essere chiari. Altrimenti vuol dire che tutto va bene madama la marchesa: chi tace acconsente e chi tace sta zitto.
Cavolo, noi l'azione l'abbiamo fatta: voi in Lombardia dite" abbiamo cercato ma manco ci hanno sentito". da noi manco ci hanno cercato ed hanno chiesto il commissariamento a Berlusconi del PRI a livello nazionale. Non più tardi di ieri mattina un rappresentante del Polo mi ha ridetto: tanto siete finiti lo stesso, per le provinciali del prossimo anno non vi danno ne simbolo ne nome. E qui si conta. A milano dove non so se contate siete già belli che prigionieri. Pagati con il Sen. ed anche troppo.
Certo che se le riunioni con gli alleati della casa della libertà sono sul perchè a Messina non abbiamo nessuno in giunta è un bel successo. ma sulle posizioni da tenere sul caso Biagi ci hanno chiamato o ci siamo affidati alla fantasia?????
saluti
echiesa:fru

kid
05-07-02, 18:27
Anch'io non capisco il comportamento dei consiglieri nazionali lombardi e mi pare sbagliata la loro scelta di escludersi dal consiglio nazionale. Dobbiamo accelerare il confronto a questo punto e forse alla luce di tutto questo un congresso è opportuno. Fra l'altro la segreteria mi ha informato che il congresso nasce da una richiesta di alcuni consiglieri dell'opposizione, in particolare l'amico Collura.

nuvolarossa
10-07-02, 20:36
Gli adempimenti del Consiglio Nazionale per il 43° Congresso

Il C. N. nella riunione di sabato 6 Luglio 2002 ha approvato a maggioranza gli adempimenti statutari previsti per la celebrazione del 43° Congresso nazionale, tra cui la data del 25/26/27 ottobre, l'ordine del giorno e il Regolamento congressuale, dando mandato alla segreteria per la definizione della sede.

Ha infine provveduto a nominare, in base all'art. 57 dello Statuto Nazionale e su proposta dell'amministratore dr. Giancarlo Camerucci i nuovi Revisori dei conti nelle persone del rag. Iemma Antonio Roberto, del dott. Mazza Fabrizio, del rag. Ginesi Marco, tutti iscritti al Registro dei Revisori Contabili.

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tratto da
http://www.pri.it

nuvolarossa
12-07-02, 19:48
"Verso il 43° Congresso Nazionale del Pri": con la nota politica si apre il dibattito precongressuale per cui gli eventuali interventi spediti per e-mail all'indirizzo ufficiostampapri@yahoo.it verranno pubblicati sul Sito

nuvolarossa
13-07-02, 01:03
Verso il 43° Congresso nazionale

Il Consiglio nazionale di sabato 6 luglio si è svolto, pur nelle diverse posizioni politiche tra maggioranza e minoranza, in un clima più disteso. Sia chiaro, ciascuno ha ribadito la propria scelta e sugli adempimenti congressuali c'è stata una votazione contrapposta. Ma qualcosa ha contribuito a dare alle diverse posizioni un carattere nuovo e più costruttivo: l'elemento che ha determinato questa diversa situazione è stata sicuramente la decisione del segretario di convocare il Congresso.

La minoranza, confermata la sua contrarietà alla celebrazione del Congresso - già espressa peraltro in direzione - ha usato nel dibattito politico, aperto da una introduzione di Nucara - toni e accenti nuovi nel valutare la situazione politica e le prospettive del Pri.

Hanno influito sicuramente nelle argomentazioni della minoranza le difficoltà in cui si trovano le forze moderate e riformiste del centro-sinistra dopo il varo del Patto per l'Italia e l'accordo con la Cisl, l'Uil, la Confindustria e le altre organizzazioni sociali e produttive.

Né ci sono stati mutamenti nella linea politica della maggioranza perché Nucara ha confermato la scelta di Bari, anzi ha sottolineato la volontà della segreteria di consolidare il raccordo con le forze della Casa delle libertà, operazione già intrapresa con la partecipazione al tavolo nazionale messo in piedi per coordinare le liste e le candidature nelle recenti elezioni amministrative.

Il nuovo clima è stato quindi determinato dalla consapevolezza, comune alla maggioranza e alla minoranza, di contribuire ciascuno dalla propria posizione alla salvaguardia e al rilancio del partito, cercando di farne, come ha detto il segretario nella sua relazione "la riserva e la risorsa democratica del paese".

Questo coinvolgimento comune ha ribaltato uno schema operativo su cui dal 1994 in poi si è svolta la vita interna dei partiti: vale a dire la scissione come momento risolutivo e di sbocco di una contrapposizione politica. Questa logica "perversa" ha condizionato anche la vita del Pri, ritenuto da coloro che si preparavano ad abbandonarlo uno strumento inutile e superato.

Sempre da questa logica è nata la contrapposizione al Congresso di Bari, in cui appariva già chiara, prima ancora delle conclusioni, la volontà di una parte della minoranza di disattendere le scelte del Congresso, mettendone in discussione la stessa legittimità. Si comprende oggi e meglio come gran parte dei rilievi e delle critiche avanzate in quella sede, piuttosto che indirizzate a trovare nuovi equilibri interni, fossero veri e propri segnali di complicità politica destinati a quelle forze che all'esterno lavoravano per decretare la fine del partito.

Oggi, e questo è il punto di svolta del C.N. del 6 luglio, maggioranza e minoranza si sono sentiti accomunati non solo dal rispetto dello Statuto, ma da un "comune sentire" sulla necessità di salvaguardare l'autonomia e la sopravvivenza del Pri. Come ha dimostrato l'esperienza di questi anni le norme e le regole, quando mancano lo spirito di appartenenza e la volontà di continuare a restare nella Casa dei repubblicani che è il Pri, non servono a niente.

Le norme ed i regolamenti sono essenziali quando questa volontà c'è e servono a tutelare i diritti non solo delle minoranze, ma di ciascun iscritto. Questa tutela dei diritti deve essere accompagnata anche da doveri e dal rispetto, da parte di tutti, delle scelte della maggioranza senza pretendere sconti e deroghe.

Il Congresso non è stato pertanto convocato per indebolire e omologare le minoranze o quanti non si riconoscono nelle posizioni politiche della maggioranza, ma per discutere della situazione del Paese e di politica e trovare norme e soluzioni più adeguate a convivere in un partito che opera in un sistema bipolare e maggioritario.

E questo lavoro, con gli impegni che comporta, deve essere fatto da quanti, al di là della preferenza per uno o l'altro schieramento, vogliono tutelare il simbolo e l'identità del Pri.

P.S:

Con questa nota politica si apre di fatto il dibattito precongressuale che ci auguriamo sia ricco di proposte, idee e interventi che - spediti per e-mail all'indirizzo: ufficiostampapri@yhaoo.it - verranno pubblicati sul Sito.

Roma, 11 luglio 2002
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tratto dal sito web nazionale
http://www.pri.it
del Partito Repubblicano Italiano

nuvolarossa
14-07-02, 11:21
Per una "traccia" sul Congresso......cliccare qui sotto.:

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=157212

nuvolarossa
22-07-02, 20:51
Intervento di Eugenio Fusignani

Con la nota politica "Verso il 43° Congresso", la segreteria pare aver intrapreso un nuovo corso nell'intendere i rapporti con la minoranza interna.

Peccato che ai toni indubbiamente più distesi, e rispettosi del ruolo della minoranza e dei suoi esponenti, non corrispandano contenuti altrettanto aperti al dialogo ed al confronto.

Se da un lato, infatti, devo riconoscere che si è compiuto un discreto passo in avanti nella ricerca di quei valori comuni che consentono la convivenza di opposte visioni, dall'altro non è possibile non stigmatizzare la totale chiusura sull'unico elemento in grado di garantire questa convivenza; vale a dire quell'autonomia delle scelte locali che è l'indispensabile condizione per garantire quella "salvaguardia e rilancio del partito" per farne " la risorsa e la riserva democratica del Paese".

Se vogliamo veramente che questa "risorsa e riserva democratica" divenga tale, allora dobbiamo lavorare tutti perché il partito acquisti sempre maggior autonomia rispetto agli schieramenti nei quali si trova collocato e, contestualmente, una sempre maggiore capacità di rappresentare, in maniera autenticamente laica, i problemi del Paese e delle realtà nelle quali ci troviamo ad operare politicamente.

Se noi dovessimo, infatti, pensare a collocazioni organiche ed automatiche, decreteremmo la fine del PRI, cioè l'esatto contrario di quanto noi, attraverso i nostri comuni sforzi ed i nostri inevitabili umani errori, abbiamo cercato, e cerchiamo tuttora, di evitare.

Io sono fermamente convinto, e non è certamente una novità, che il partito non possa restare in uno schieramento come quello di centrodestra che, oltre a non garantirgli quei minimi spazi di visibilità, ne mortifica il ruolo e la storia.

Eppure questa mia radicata convinzione non mi esime dal valutare positivamente i risultati che il partito ha ottenuto, nelle recenti amministrative, laddove si è presentato con la Cdl, riconoscendone i meriti a quegli amici che, a partire dal segretario nazionale, si sono impegnati nella campagna elettorale per tenere alte le bandiere e le idee del PRI.

Per contro devo evidenziare come in molte realtà importanti, che peraltro esprimono altrettanto significative rappresentanze parlamentari, questo impegno, volutamente e colpevolmente, non lo si è profuso, arrecando così un grave danno a tutto il partito.

Anche perché se l'Edera consegue, ad esempio, un risultato positivo a Reggio Calabria nel centrodestra, questo, oltre a gratificare il mio orgoglio di partito, mi consente di aumentare la forza contrattuale del PRI anche a Ravenna, dove stiamo col centrosinistra.

Lo stesso, chiaramente, vale anche per il contrario.

Allora non si capisce perché si dovrebbe omogeneizzare una scelta, calando dall'alto una collocazione che, se ripetuta automaticamente, impedirebbe al partito di esercitare quel ruolo di "riserva democratica" che gli si vuole attribuire.

Con l'aggravante che, contestualmente, ne sarebbero sacrificate anche le prospettive autonomiste, pur consapevoli che queste non possono essere intese come mera battaglia di testimonianza, avulsa da alleanze e da schieramenti.

Un'autonomia che dovrebbe rappresentare l'obiettivo strategico di tutto il PRI e che, per realizzarsi, necessita della massima apertura politica, consentendo ai congressi locali, senza condizionamenti di nessun genere, di scegliere le alleanze amministrative sulla base di convergenze sia politiche che programmatiche, ma comunque in grado di farci meglio rappresentare quel ruolo di terza forza che dovremmo tutti voler esercitare.

Stare nel centrodestra a Roma, e nel centrosinistra o in autonomia in periferia, non è, infatti, come strumentalmente qualcuna continua sostenere, né strabismo strategico né tantomeno opportunismo politico; si tratta semplicemente della libertà di dare una prospettiva al partito ed una rappresentanza alle istanze di quella parte di società che continua a vedere nel PRI l'unico interlocutore credibile ed autorevole.

Una prospettiva che porti gli iscritti a continuare il loro impegno nelle battaglie repubblicane, ed una rappresentanza che, diversamente, troverebbe riscontri in altre formazioni o andrebbe ad ingrossare le fila degli astenuti.

Si tratta, in altre parole, dell'inevitabile necessità di ricostruire una nuova "casa comune dei repubblicani", per adeguare l'esistente, le cui fondamenta sono tuttora solide, alle nuove situazioni determinatesi a seguito delle vicende di quest'ultimo decennio.

La casa comune dei repubblicani si costruisce tutti insieme, magari anche riscrivendo regole nuove, se necessario, ma non si può pensare di costruirla unilateralmente, facendosi forza di una maggioranza che può essere riconosciuta per la gestione ordinaria, ma che diviene intollerabile sopraffazione nelle delicate questioni che riguardano il "bene comune", che in questo caso è rappresentato dalla salvaguardia della storia e dal pensiero del PRI.

Una storia ed un patrimonio di idee che, è bene ricordarlo, non appartengono solo a chi vince i congressi.

Ora, non comprendendo bene le ragioni che inducono a celebrare un congresso straordinario, dal momento che non è in discussione, a quanto pare, la linea politica uscita da quello di Bari, facciamo in modo, almeno, di non trasformare la prossima assise congressuale in una sorta di regolamento di conti, tanto interno alla maggioranza quanto nei confronti della minoranza.

Cerchiamo, quindi, di sfruttare l'occasione per creare le premesse del rilancio di una nuova autonoma capacità di elaborazione e di proposta politica del partito e, non meno importante, per gettare le basi per la costruzione di quella "nuova casa comune dei repubblicani", che non può prescindere dal riconoscimento alle federazioni locali di scegliersi le alleanze.

E non per "pretendere sconti e deroghe" ma perché gli interessi di tutti passano attraverso il riconoscimento di questo fondamentale diritto politico, peraltro sancito anche dal nostro statuto.

Spero che le posizioni della maggioranza su questo terreno possano modificarsi e che il congresso sancisca in maniera inequivocabile questo diritto.

Se questo avverrà non si tratterà né di un cedimento da parte della maggioranza, né tantomeno di una conquista da parte della minoranza, ma sarà solo e semplicemente la vittoria del PRI contro tutti coloro che (e non solo fuori dal partito) vorrebbero vederlo sparire.

Eugenio Fusignani componente della minoranza della DN del Pri

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tratto da
http://www.pri.it

nuvolarossa
29-07-02, 17:55
REGOLAMENTO CONGRESSUALE PER IL 43° CONGRESSO NAZIONALE APPROVATO DAL CONSIGLIO NAZIONALE DEL 6 LUGLIO 2002

NORME DI PARTECIPAZIONE

1. Partecipanti.

Partecipano al Congresso con voto deliberativo, i delegati eletti dalle assemblee di sezione comprese le sezioni all'estero appositamente convocate.

Qualora non siano delegati, partecipano di diritto con voto consultivo, i membri del Consiglio Nazionale uscente purché in possesso della tessera 2001-2002.

Potranno altresì essere invitati a partecipare, con voto consultivo, cittadini di particolare qualificazione culturale, tecnica e professionale, in relazione a specifici punti all'ordine del giorno.

2. Tesseramento.

In base al combinato disposto dell'art. 42, comma 1 e dell'art. 8, comma 4, il limite massimo per la rappresentanza delle sezioni in Congresso è fissato sulla base del tesseramento 2001.

Pertanto, per poter partecipare al Congresso ogni sezione deve aver effettuato il tesseramento 2001, aver restituito i "tagliandi di riscontro" debitamente firmati e pagati alla Direzione Nazionale (lire 35.000 a tagliando) entro la data del 31 dicembre 2001.

Ciascuna sezione è tenuta altresì alla restituzione dei "tagliandi di riscontro" 2002, debitamente firmati e pagati alla Direzione Nazionale entro il 15 ottobre 2002, sui quali si determinerà la rappresentanza effettiva della sezione entro il limite massimo di cui al comma 1 del presente articolo.

Le nuove sezioni costituite nell'anno in corso partecipano al Congresso se sono state costituite e ratificate almeno 90 giorni prima della data del Congresso, e la rappresentanza congressuale è determinata comunque sulla base degli iscritti risultanti 90 giorni prima della data del Congresso.

3. Elezione dei delegati.

I delegati al Congresso Nazionale vengono eletti direttamente dalle assemblee delle sezioni, con voto segreto attribuito a liste concorrenti, legate a mozioni, secondo il metodo proporzionale. Il voto è segreto per quanto riguarda i nominativi, palese per le mozioni politiche. Partecipano all'assemblea gli iscritti alla Sezione, e gli eventuali gruppi associati, in regola col tesseramento 2001.

Prima della votazione l'assemblea stabilisce le modalità di scelta dei delegati "all'interno" di ciascuna lista. L'assemblea deve altresì precisare preventivamente le modalità di designazione dei delegati supplenti.

4. Voti congressuali delle sezioni.

a) Sezioni.

Ogni sezione ha diritto a tanti "voti congressuali" (Vc) quanti corrispondono alla somma del numero dei suoi iscritti 2001 (Is) per l'elezione dei delegati e del voto elettorale Ve di competenza della sezione:

Vc = Is + Ve

Prima limitazione. Il numero Is non può in ogni caso superare ai soli fini congressuali il numero dei voti (VEC) raccolti dal Partito alle elezioni ‘99 del Parlamento europeo nel comune dove la sezione o le sezioni hanno sede. E' fatta eccezione quando si possa dimostrare in modo incontrovertibile che si tratti di sezioni costituite dopo le consultazioni elettorali di riferimento. Nel caso che si debba applicare tale limitazione si pone Is = Vec.

Il voto Ve proviene dalla ripartizione del voto VEC raccolto dal Partito nel Comune alle elezioni Europee del 1999.

Il voto elettorale Ve di competenza della sezione è dato dal 20% dei voti VEC (Vec = 20% dei voti elettorali presi nel comune) moltiplicati per il numero degli iscritti convalidati alla sezione (compresi i gruppi aggregati) e diviso per il totale degli iscritti convalidati Ic del partito in tutto il comune:

Ve = 0,2*VEC*Is/Ic

Il valore Vt di una Sezione o Unione Comunale, qualunque sia il numero dei propri iscritti, non può avere una rappresentanza congressuale superiore:

- ad 1/3 dei voti elettorali conseguiti nel Comune quando esso superi i 500mila abitanti;

- al 40% dei voti elettorali conseguiti nel Comune quando esso superi i 100mila abitanti;

- al 45% dei voti elettorali conseguiti nel Comune quando esso superi i 10mila abitanti;

- al 55% dei voti elettorali conseguiti nel Comune con popolazione inferiore ai 10mila abitanti.

Ai voti congressuali attribuiti alla Sezione, si aggiungono il numero degli iscritti ai gruppi ad essa aggregati e i voti elettorali, come dianzi calcolati, di ciascun comune dove ogni gruppo è ubicato.

b) Sezioni all'estero.

In un Paese estero dove sono presenti una o più sezioni repubblicane, i voti congressuali sono calcolati come al punto A ma considerando, per i voti elettorali (Ve), il numero totale dei voti validi conseguiti nel Paese estero in cui le sezioni sono costituite.

L'Ufficio tesseramento invia ad ogni sezione (modulo A-bianco) l'indicazione del numero degli iscritti e dei voti elettorali Ve attribuiti alla sezione tenendo presente che per l'assegnazione dei voti congressuali la sezione deve aver provveduto alla regolarizzazione del tesseramento 2002 (restituzione dei tagliandi epagamento della quota di spettanza alla D.N.).

5. Numero dei delegati.

Ai soli fini del calcolo del numero dei delegati di spettanza ad una sezione (comprensivo dei gruppi aggregati) si utilizzano i voti congressuali totali Vt definiti da:

Vt = Ve + Is

dove Is è comunque soggetto alle eventuali limitazioni precedenti.

Di norma le sezioni hanno diritto ad inviare un delegato ogni 50 voti congressuali totali o frazione. Non possono essere eletti delegati che rappresentino più di 300 voti congressuali. Le sezioni possono farsi rappresentare anche da iscritti di altre sezioni della stessa Federazione regionale.

6. Delegati addizionali di minoranza.

Se la sezione ha meno di 50 voti congressuali totali o frazione, essa può eleggere un secondo delegato di minoranza qualora questa raggiunga in assemblea almeno un quinto dei voti validi, e i voti congressuali sono ripartiti con il metodo proporzionale. Analogamente se una sezione ha più di 50 e meno di 150 voti congressuali totali, e sono presenti una o più mozioni di minoranza, ciascuna di queste ottiene un delegato (aggiunto a quello o quelli, della maggioranza) purché raggiunga il 15% dei voti validi e i voti congressuali sono ripartiti con il metodo proporzionale.

7. Ripartizione dei voti congressuali fra i delegati.

I voti congressuali di spettanza a una sezione sono, in primo luogo, ripartiti in modo proporzionale ai voti validi raccolti da ciascuna delle liste presentate in assemblea e alle quali spetti, in base alle norme dei punti 5 e 6 almeno un delegato. (Di conseguenza, quando una lista di minoranza non conquisti almeno un delegato, tutti i voti congressuali spettano alla lista di maggioranza e alle altre eventuali liste che abbiano conquistato seggi).

All'interno di ciascuna lista quando ad essa spettino più delegati, i voti congressuali di sua spettanza vanno suddivisi in parti uguali fra delegati della stessa, con la possibile differenza di un'unità per arrotondamento.

8. Numero massimo di deleghe per delegato.

Ogni delegato non può ricevere più di cinque deleghe da sezioni della stessa Federazione regionale e non può superare i 300 voti congressuali.

9. Contestazioni di voti congressuali.

Il calcolo definitivo dei voti congressuali è verificato dalla commissione verifica poteri del congresso la quale decide, a maggioranza assoluta sui casi in contestazione. Qualora vi siano voti congressuali contestati e non attribuiti ad una sezione, essi vengono diminuiti in misura proporzionale per ciascun delegato della stessa.

10. Assemblee di sezione.

Le assemblee di sezione debbono essere appositamente convocate almeno 5 giorni prima della data dell'assemblea.

Le assemblee di sezione dovranno svolgersi dal 1/10/2002.

Dell'assemblea deve essere tenuto un apposito verbale; le votazioni devono seguire immediatamente alle discussioni; non è consentito tenere aperta l'urna di votazione dopo che tutti i presenti abbiano votato oppure nei giorni successivi.

Partecipano alle suddette assemblee con diritto all'elettorato attivo e passivo tutti gli iscritti in regola con il tesseramento 2001-2002.

Non sono ammesse deleghe.

11. Estratto verbale.

Un estratto verbale dell'assemblea compilato utilizzando l'apposito modulo (mod.C) inviato dalla Direzione Nazionale deve essere fatto pervenire, a cura del segretario della sezione, alla Direzione nazionale subito dopo l'assemblea oppure potrà essere consegnato direttamente all'Ufficio deleghe del Congresso.

L'Estratto Verbale, oltre ad indicare la denominazione della sezione e degli eventuali gruppi associati e la data dell'assemblea, deve riportare almeno i seguenti dati essenziali: numero delle liste presentate, numero dei votanti, numero dei voti validi espressi, numero dei voti validi ottenuti da ciascuna lista, i nomi dei delegati eletti per ciascuna lista, e i nomi dei delegati supplenti.

12. Deleghe delle sezioni.

Dopo l'assemblea ogni delegato eletto deve ritirare presso la propria sezione la delega di rappresentanza firmata dal segretario e compilata sui moduli appositi (mod. D), messi a disposizione dalla Direzione nazionale.

Le deleghe debbono essere intestate ad ogni singolo delegato; non sono ammesse deleghe cumulative.

La delega deve contenere le seguenti indicazioni essenziali: denominazione della sezione, data dell'assemblea, nome del delegato, voti ottenuti in assemblea dalla lista del delegato e totale dei voti validi (i voti congressuali spettanti a ciascun delegato saranno verificati dall'Ufficio verifica poteri del Congresso).

Il delegato deve presentare la delega al proprio arrivo al Congresso, all'ufficio deleghe entro il termine massimo delle ore 12.00 di sabato 26 ottobre 2002.

Al suo arrivo alla sede del Congresso al delegato viene rilasciata immediatamente una tessera di rappresentanza provvisoria, che dà diritto di accesso all'aula congressuale; la tessera di rappresentanza congressuale definitiva viene rilasciata soltanto dopo le decisioni della commissione verifica poteri (cfr.punto seguente).

13. Tessera di rappresentanza.

La tessera di rappresentanza congressuale viene rilasciata nominativamente ad ogni delegato dall'ufficio verifica poteri e contiene le cedole per le votazioni durante i lavori con l'indicazione dei voti congressuali di spettanza del delegato.

Per poter ritirare la tessera è necessario:

a) che il delegato sia munito della delega della sezione;

b) che il delegato fornisca un documento di riconoscimento;

c) che sia stato consegnato alla Direzione nazionale o all'Ufficio Verifica dei Poteri l'estratto verbale dell'assemblea;

d) che versi la quota di partecipazione (cfr.punto 15).

La tessera di rappresentanza deve essere ritirata entro le ore 10.00 di domenica 27 ottobre 2002 esclusivamente dal delegato effettivo o dal supplente che abbia diritto a subentrare. Quest'ultimo può ritirare la tessera fin dal primo giorno se fornisce prova che non interverrà il delegato effettivo e potrà comunque ritirarla dopo le ore 10.00 di domenica 27 ottobre 2002.

14. Trasferimento di deleghe.

Il Congresso potrà autorizzare il trasferimento della tessera di rappresentanza, dopo che questa sia stata ritirata, ad altro delegato della stessa regione.

15. Quota di partecipazione.

Per poter ritirare la tessera di rappresentanza ogni delegato deve versare all'ufficio deleghe del Congresso la tassa di partecipazione di Euro 52,00 per ogni delega rappresentata.
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tratto da
http://www.pri.it

nuvolarossa
29-07-02, 19:29
Intervento di Riccardo Bruno

Un congresso nazionale a poco più di un anno dalla svolta di Bari, può essere effettivamente la sede consona per cercare di sanare la ferita che si è aperta nel partito ed elaborare una strategia comune che ci porti oltre alla soglia della sopravvivenza.

I repubblicani non si devono dimenticare che questa sfida per la sopravvivenza iniziata nel 1993, non è ancora stata vinta e che buona parte dell'opinione pubblica nazionale ci considera una reliquia del passato.

Sono cose che terrei a mente in questo periodo di riflessione precongressuale. Noi abbiamo un compito aprioristico, particolarmente arduo, forse superiore alle nostre forze, che è quello della salvaguardia dell'identità repubblicana. Io non ho mai smesso di credere, in questi anni turbolenti, che la scuola di pensiero che si riflette nel nostro partito, sia una risorsa indispensabile per guidare questo Paese verso un futuro migliore di quello che classi politiche improvvisate e demotivate ci stanno preparando.

Guardando gli ultimi risultati elettorali, anche considerando i centri nei quali il partito ha presentato le liste ed ha raccolto molti consensi, noi siamo poca cosa rispetto al complesso dell'elettorato italiano e abbiamo anche pochi mezzi per poterci affermare oltre le cerchie di amici che ci sostengono abitualmente. I numeri, comunque li giriamo, sono tutti contro di noi, anche nelle istituzioni e negli enti dello Stato, oltre che nei consigli comunali e regionali. Qualunque altra forza politica, o quasi, ci sovrasta, se non in voti - che so il Ccd avrà solo 3 punti percentuali più di noi- sicuramente in deputati, cariche e prebende.

Noi abbiamo solo una cosa a nostro favore. Le ragioni. Le ragioni della sopravvivenza, della difesa e del rilancio dell'identità, repubblicana quelle non sono mai venute meno.

E questo proprio quando invece sono venute meno le ragioni di molte altre forze politiche, mentre, di quelle nuove che sono nate, magari le ragioni non si capiscono. Questo non significa che non abbiano ragioni per esistere i Ds, Forza Italia, la Margherita. Ne hanno di diversissime e moltissime, ma esse non hanno alla loro base ragioni legate fondamentalmente al decorso della storia nazionale tali, per cui non potessero essere quella cosa che poi sono, piuttosto che un'altra. Queste ragioni non si vedono. Tant'è che, scusate, essi stessi, non sanno mica fino in fondo, che cosa sono. Non lo sanno i Ds che ancora discutono se considerarsi socialisti, o semplicemente forza di sinistra, perché il nome socialista, per chi è stato molto a lungo nella sua vita un comunista, non è proprio una soluzione esistenziale accettabile. Ma non lo sa Forza Italia, che si riconosce in Berlusconi in quanto entità individuale, ma al suo interno è divisa da culture e da tradizioni affatto diverse, e io credo conflittuali fra di loro. Che cos'è poi la Margherita, lo lascio alla vostra fantasia dirlo e preferirei non occuparmene.

Possiamo credere che chi a stento sa quale sia veramente la sua storia, la sua natura ed il suo ideale, sia in grado di fornire una strada certa sulla quale far proseguire il corso del destino di una nazione? E' è più plausibile che si prospetti un'avventura, dalla quale poi un Paese si debba riprendere. Il fatto però che nelle vene dei repubblicani pulsi una linfa vitale e nobile non deve però trarci in inganno. Un popolo intero non si riconosce nelle sue origini più pure, anzi in genere se ne allontana. Noi repubblicani non siamo nel cuore della patria, abbiamo la patria nel cuore che è diverso. La repubblica non è repubblicana, ne ha assunto la forma al più, grazie anche al nostro contributo e la sua storia non si è ancora conclusa. Per questo la nostra parabola deve continuare. Ricordiamoci, amici che portiamo le corone del Pri alla breccia di Porta Pia e facciamo bene a portarle, per carità, ma ricordiamoci che quando i bersaglieri entrano a Roma ci entrano con i generali francesi, magari gli stessi che combatterono contro i volontari romani al Gianicolo e che Mazzini in quel momento è in galera e Garibaldi in esilio. Ricordiamoci che il Risorgimento per noi non è compiuto perché la tradizione repubblicana non prende la testa della liberazione e dell'unità d'Italia e saranno delle semplici èlite ad assicurarsi i vantaggi di questo nuovo Stato nazionale, non certo il popolo mazziniano che era stato preso a colpi di mitraglia. Poi la storia è di difficile lettura ed accade che mazziniani convinti ritengano il fascismo l'autentica possibilità di riscatto nazionale, penso a Dino Grandi, ad esempio, ma noi sappiamo che il fascismo è stato invece un drammatico e disperato elemento di ritardo della vita repubblicana. E dopo il fascismo questa repubblica di cui noi siamo stati forza di minoranza dal primo momento, si è costituita su un intreccio culturale cattolico e comunista al quale noi siamo fondamentalmente estranei ed estranei lo restiamo. Solo con un azione costante, puntuale, tenace siamo riusciti a far si che questo intreccio politico culturale anti-repubblicano- perché né il comunismo, né la chiesa cattolica sono naturalmente tradizioni repubblicane - non mettesse in ginocchio un paese che faticava a stare in piedi. Ma forse che in sessant'anni c'è stato un cambiamento tale da rasserenarci, forse che la pattuglia repubblicana, questi eredi indefessi del risorgimento sono riusciti a far trapassare nella vita democratica pienamente i loro valori, o per lo meno in una maniera sufficiente da poter dire, amici sciogliamo le righe? La semplice lettura dei giornali, la cronaca parlamentare, ma anche pochi secondi di ascolto della televisione, sul programma che preferite, fanno pensare di no, che non ci siamo proprio. Si poteva anche lasciare l'Italia agli austriaci per le attuali condizioni, se proprio devo dire come la penso. E vi confesso che la simpatia che ho sempre avuto per la Lega, nonostante mi divida da essa per lo meno l'estetica, deriva dal fatto che in fondo i leghisti pensano questo: tanto vale lasciare l'Italia agli austriaci, tanto vale farci la nostra repubblichetta del nord, perchè il risorgimento è fallito. La Lega è la testimone involontaria della necessità della nostra esistenza ed io ho difficoltà ad azzuffarmi con essa anche quando pure sarebbe giusto farlo.

Allora il problema che abbiamo di fronte sempre è quello di dove riuscire a svolgere una funzione che noi riteniamo indispensabile al Paese quando la maggior parte delle altre forze politiche nemmeno si accorge della necessità di essa, in quanto prese in questioni che davvero poco hanno di sensato. Vi faccio subito un esempio immediato: valeva la pena di tutta questa agitazione sulla riforma dell'articolo 18? Per un premio nobel dell'economia, che in fondo ci è molto vicino, Franco Modigliani, ovvio che no, che non c'era motivo di cercare la frattura nel paese. Per buona parte della sinistra e del sindacato invece si, tanto per accumulare ritardi e danni a quelli già esistenti. Possibile che siano così miopi in questo paese? Che non vedano al di là del loro interesse di corporazione? Si, sono così miopi, rassegniamoci e continuiamo a cercare di lavorare. Noi dobbiamo ripartire dal '91, dalla fine della nostra collaborazione con la formula di pentapartito. Allora aprimmo una fase nuova della vita nazionale, su un presupposto politico teso a costruire un equilibrio non previsto e non prevedibile, fondato non sui partiti, ma sulle personalità che ci apparivano di qualità tale da poter andare oltre l'area politica alla quale pure appartenevano e costruirne una nuova, squisitamente democratica. Fu un tentativo ambizioso ma che non vide mai la luce essendo subito vittima della soluzione giudiziaria. Da quel momento ad oggi la soluzione giudiziaria non è stata ancora risolta e resta il sottofondo dello scontro istituzionale che riguarda l'autonomia della magistratura dalla politica. Noi sappiamo bene cosa significa salvaguardare l'autonomia della magistratura ed il libero corso dell'inchiesta giudiziaria, ma da qui a trascurare ogni rispetto dei diversi poteri l'azione della magistratura stessa, ce ne passa.

A me è stato talmente evidente l'uso strumentale della giustizia in questi anni, il presupposto di protagonismo di alcuni giudici, per non parlare della minaccia che essi rivolgevano alla democrazia rappresentativa nei suoi liberi organismi, i partiti in quanto tali, che ritenni in qualche modo immorale una nostra alleanza con le forze politiche beneficiate da questa azione e che questa azione incoraggiavano per assicurarsi una rendita di posizione dai suoi risultati. E' stata una pagina infelice della nostra vita democratica la possibilità che si consumò di liquidare una classe politica attraverso l'azione inquirente della magistratura con il benestare di forze politiche che possedevano radici altre rispetto a questa stessa democrazia. Berlusconi ed il suo movimento, nascono nella vita politica italiana, come una reazione forte a questo autentico assalto agli strumenti della vita democratica a cui il Pri non era in grado di rispondere. Poi erano evidenti i tratti demagogici, irrazionali dei primi passi politici di Berlusconi e l'ibrido delle forze a cui si rivolgeva. Tanto che era impossibile per il Pri pensare ad un confronto costruttivo con quel movimento ai suoi inizi. Ma l'affermazione di Berlusconi a fronte dello sgretolamento del tessuto democratico, comportò nei fatti una difesa di quel sistema dall'aggressione giudiziaria e questa difesa fu la causa del suo successo e del suo legame profondo con l'elettorato, non certo dovuto al suo controllo delle televisioni o ai suoi miliardi, o magari ai suoi debiti.

Io comunque sostenni le scelte del partito che si disposero su un canone convenzionale di valutare i progetti e le proposte, come era doveroso fare per una forza politica come la nostra, in mezzo al guado, piuttosto che cercare una spiegazione delle cause sotterranee alle trasformazioni della vita politica. Oggi sono poi passati quasi dieci anni da allora ed è bene cercare di affrontare anche questi aspetti più di fondo. Ma con lo sguardo dell'attualità politica noi cogliemmo allora la fragilità e l'instabilità della coalizione di Berlusconi del '94, controversa e per certi versi pericolosa e lavorammo per costruire, ancora una volta, un equilibrio migliore. E in fondo ci riuscimmo utilizzando la forza della sinistra in una posizione subordinata all'area democratica moderata, con Dini prima e Prodi poi, su obiettivi prioritari per la tenuta del Paese, quali l'Europa e le riforme. Raggiungere l'obiettivo della moneta unica era indispensabile per non pagare i costi pesantissimi dell'esclusione. Ma non ci siamo fatti illusioni sul fatto che fosse sufficiente aver centrato la moneta unica per mettere l'Italia nelle condizioni di poter andare avanti serenamente. Anche per questo abbiamo sostenuto chi, come D'Alema, aveva dimostrato di capire la necessità riformatrice che attendeva il Paese. Mercato del lavoro, flessibilità ed anche revisione della previdenza sono stati i temi lanciati dal governo D'Alema che meritavano un appoggio, senza contare che l'impostazione politica perseguita presupponeva una chiarezza di fondo, da noi condivisa, della coalizione, per la quale essa era un insieme di forze distinte, socialiste, cattolico democratiche e laiche democratiche. Peccato che le ottime intenzioni dell'onorevole D'Alema vennero abbandonate una ad una di fronte alle prese di posizione di Cofferati e di Veltroni che cambiarono l'agenda dell'azione del governo e persino l'idea stessa della coalizione. Noi a quel punto non avevamo più niente da fare nel centrosinistra e in un sistema maggioritario come questo, siamo stati in qualche modo costretti a passare dall'altra parte, pur avendo esperito fino all'ultimo - fiducia al governo Amato - un tentativo di rilancio della coalizione su una prospettiva riformista, che non ebbe successo. Mentre si consumava il nostro distacco dal centrosinistra, ci accorgevamo dell'evoluzione positiva del centrodestra, sulle prospettive di politica estera innanzitutto, con l'adesione di Forza Italia al Ppe, ma anche sull'impegno di modernizzare l'Italia che con i suoi ritardi strutturali perdeva punti di competitività. Di più, Berlusconi ci chiese un contributo politico vero quando espresse il suo desiderio di allargare il Polo alle forze di centrosinistra, prefigurando un'ampia coalizione, tale da comprendere una destra, un centro e una sinistra, noi repubblicani, con i socialisti del nuovo Psi.

In un certo senso, per chi ama le formule e le tradizioni, vorrei ricordare che il Pri è una forza di sinistra moderna e democratica e se dunque vuole contribuire al centrosinistra, esso si allea con un centro o con una destra moderata, al limite. Ma se si allea con un'altra sinistra e con la sinistra estrema, non c'è il centrosinistra, c'è una coalizione dal sapore frontista. Il "Patto del lavoro", è una chiara dimostrazione di una politica di centrosinistra nella sua capacità di coinvolgere la Cisl e la Uil, ed è un tassello che è mancato alla politica dei governi D'Alema ed Amato i quali non osarono stringere un accordo con un sindacato allora diviso sul tema della flessibilità.

Il problema vero è che il Patto del lavoro non basta da solo a rilanciare l'economia italiana e le sue prospettive future, così come sul versante politico l'ampia coalizione che Berlusconi aveva detto di voler costruire, in effetti, non è mai nata.

Al contrario, per certi versi, Berlusconi sembra sempre più un uomo solo al comando e per quanto dimostri fantasia e sensibilità, c'è da chiedersi se questa singolare formula di governo monocratica che l'Italia sta vivendo, sia in grado di ottenere dei risultati utili e se noi siamo in grado con le nostre forze di contribuirvi. Io credo sinceramente che noi dovremo puntare ad una nuova riaggregazione delle forze politiche, fuori dal sistema maggioritario, possibilmente, e quindi incominciare a mettere in discussione i frutti di questo bipolarismo. E' un grande tema che va affrontato soprattutto se Berlusconi nonostante i suoi sforzi, non ce la facesse. Perché io riconosco al presidente del Consiglio molta buona volontà, una notevole intelligenza politica, ma una mancanza di metodo che per un sistema democratico è essenziale e di questa mancanza di metodo ci si accorge dai problemi strtturali del governo e dalla debolezza del suo partito a livello locale: Forza Italia è infatti il primo partito quasi dovunque, ma raramente riesce ad esprimere una leadership autentica come si è visto nelle passate amministrative.

In queste condizioni non comprendo come Forza Italia possa emanciparsi da Berlusconi ed escludo che senza un partito emancipato alla base, il leader di esso, per quanto prestigioso egli sia, si dimostri in grado di recepire le istanze di un Paese e di guidarlo con fermezza attraverso le tante difficoltà che si presentano. Nella debolezza di Forza Italia, un corpo enorme con una testa troppo piccola, vedo anche inscritto il futuro della parabola del presidente del Consiglio. Io non avrei fretta di vaticinare questo futuro, ma farei il possibile per cercare di far capire ai nostri alleati che così le cose non vanno e che occorre cambiare registro cominciando dallo sfruttare le risorse che mettiamo loro disposizione. Questo perché accanto alle palbabili difficoltà della maggioranza non vedo un segnale positivo, che sia uno, da parte della opposizione, caratterizzata da una deriva gauchista, francamente insopportabile e da una resa dei conti fra Ds e Margherita che non lascerà molti superstiti sul campo. Da questa parte, dove siamo collocati nazionalmente, invece ritengo che ci si possa ancora salvare, ma occorre riprendere in mano l'iniziativa. Il nostro congresso nazionale sia il primo passo in questo senso.

Riccardo Bruno-Componente della D. N.

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tratto dal sito web
http://www.pri.it

Adorno
31-07-02, 09:47
Cari amici,

In vista del prossimo congresso del PRI, mi sembra che si debba tener conto del quadro ideologico di riferimento per finire alla Politica reale. E’ insomma necessario capire prima su quali principi e d ideali si basa il PRI, per poi passare alle sue condizioni odierne e trarre delle conclusioni. Già in altro forum avevo espresso le seguenti considerazioni, che mi pare opportuno ripetere in proiezione congressuale.

A) Quadro ideologico di riferimento.

Per chi si dice repubblicano, il quadro ideologico di riferimento non può essere che il Repubblicanesimo; la cui dottrina è ben precisa e prende le mosse da un definito concetto di Libertà.
Ci sono due concetti ben distinti di Libertà, tra i quali si pone il Repubblicanesimo, vi è cioè:

1) Il concetto di Libertà positiva.

Esso si riferisce ad una interpretazione attiva di Libertà, che presuppone il coinvolgimento nella lotta per la conquista della Giustizia Sociale, della Libertà allargata a tutte le classi della società ed in definitiva all’Uguaglianza tra tutti gli uomini a prescindere dal censo, dalla razza, dalla cultura ed anche ,oserei dire, dai meriti. Da questo concetto nasce la cultura dei diritti: a tutti gli uomini uguali diritti secondo natura.
La lotta scaturisce poi dal continuo superamento dialettico del momento storico contingente in vista dell’obiettivo finale: l’Uguaglianza tra tutti gli uomini e quindi l’eliminazione delle classi nella società.
Questi sono i tipici concetti alla base del Socialismo e poi di tutta la Sinistra.

2) Il concetto di Libertà negativa.

Qui la Libertà viene interpretata come principio di non interferenza: ogni individuo dev’essere libero di portare avanti le sue iniziative senza lacci o lacciuoli da parte di chicchessia.
Naturalmente ogni iniziativa dev’essere condotta nel rispetto delle leggi vigenti nei regimi democratici.
Questo concetto sta alla base della dottrina Liberale, che prevede il progresso e lo sviluppo economico nelle mani dei privati con il controllo dello Stato, che dovrà limitare al minimo le sue interferenze.

Ora il concetto di Libertà del Repubblicanesimo prende un po’ da uno e dall’altro dei due concetti precedenti, senza identificarsi né nell’uno né nell’altro.
Il concetto di libertà del Repubblicanesimo si basa sul principio di non interferenza, accompagnato da quello della non oppressione.
Il Repubblicano cioè accetta il principio della Libertà individuale, purchè essa non causi l’oppressione degli altri consimili, ciò vale non solo per gli individui, ma vale per le aziende, le Istituzioni nei confronti dei cittadini.
Il Repubblicano ammette la bontà del conflitto sociale e quindi della divisione della società in classi e da qui sorge un distinguo tra il concetto di uguaglianza della Sinistra da quello repubblicano: per il primo l’uguaglianza va estesa a tutti senza guardare né meriti, né capacità, per il secondo invece bisogna volere l’uguaglianza delle opportunità per tutti, ma bisogna dare di più a chi merita di più, salvaguardando però i diritti umani per tutti.
Ciò anche deriva dal famoso bilanciamento tra diritti e doveri, pronunciato da Mazzini.

Quanto sopraddetto è, in estrema sintesi, la dottrina repubblicana ed ogni repubblicano dovrebbe tenerla presente, prima di prendere qualsiasi posizione.
Sbaglia il Repubblicano che abbraccia il concetto di libertà positiva, perchè lotta per un obiettivo che è delle Sinistre, cioè l’estensione di ogni diritto a tutti a prescindere dai doveri e il ribaltamento dell’ordine sociale.
Sbaglia il Repubblicano che, abbracciando il concetto di libertà negativa, difende il Liberismo sfrenato e la Globalizzazione come è adesso, perché entrambi portano l’oppressione di milioni di poveri in tutto il mondo.
Tra parentesi, si vede in questi giorni col tracollo delle Borse, che danneggia milioni di piccoli risparmiatori, a cosa porta il Liberismo con la completa deregulation…
Meditate su questi punti dottrinali, chi non vi si riconosce è meglio che cambi partito, a mio avviso.

B) La Politica reale.

Naturalmente quanto detto al punto precedente è solo la teoria, la pratica come al solito è diversa ed in questo caso diverge anche molto dai dettami dottrinari, specie se ci addentriamo nelle realtà locali.
Per definire meglio tali divergenze, possiamo riferirci a due punti: Politica condizionata da fattori storici ambientali e Politica degli interessi.

1) Politica condizionata da fattori storici ambientali.

E’ quella che deve tener conto del grado culturale, delle vicissitudini storiche dei cittadini coi quali deve entrare in contatto.
Ad esempio a Carrara, terra di rivendicazioni sociali storiche, vi è un modo errato da parte della popolazione di concepire il Repubblicanesimo.
Qui esso viene inteso come una versione moderata del Socialismo o addirittura anche come una versione del Socialismo rivista con elementi anarchici.
E’ un modo errato di concepire il Repubblicanesimo, ma è un modo tradizionale e storico, consolidato nel tempo e di cui si deve tenere conto.
Del resto persiste nei vecchi repubblicani carraresi un viscerale antifascismo, ingiustificato a quasi sessant’anni dalla caduta di Mussolini, però è una posizione storica, di cui bisogna prendere atto.
A Carrara, dove si tinge di rosso anche ciò che rosso non può essere, come ad esempio molta parte dell’imprenditoria locale ( che poi vessa gli operai tranquillamente), il PRI è visto come un partito della Sinistra.
Penso che discorsi molto simili si possano fare per la Romagna e le Marche.

2) La Politica degli interessi.

Purtroppo questa è la politica che oggi ha preso campo.
Nel PRI ed anche in altri partiti entrano persone, che non hanno alcuna motivazione ideale e si iscrivono ad un partito per sfruttare opportunità di carattere economico.
Si formano così gruppi di potere capeggiati da leaders agnostici, abili a prender voti, dietro promesse di vantaggi economici per tutti gli appartenenti al gruppo, qualora il leader riesca ad accaparrarsi una fetta di potere in qualche ente pubblico.
Così i voti di preferenza ( che io abolirei, sicuro di fare un bene per la politica e per la Democrazia) vengono indirizzati non a chi è motivato idealmente, ma a chi sa promettere di più.
E’ un malcostume diffuso; un partito non può essere considerato un ufficio di collocamento, i cittadini devono iscriversi ad un partito, perché capiscono che esso porta avanti idee e programmi in accordo ai loro principi.
La Politica però oggi è anche questa e bisogna tenerne conto.


CONCLUSIONI

Sulla scorta di quanto sopraddetto, mi sembra che il PRI abbia tutte le carte in regola per presentare la sua ideologia ai cittadini e riceverne dei consensi.
Questa ideologia rafforzata anche dalla grande fermezza ed eroismo di personaggi risorgimentali, quali il Mazzini, Cattaneo, Garibaldi, legittima il partito a presentarsi come una forza laica e liberaldemocratica, veramente rivolta al progresso sociale ed economico, al buon governo ispirato dall’amore verso la patria e verso la libertà.
Questa posizione ideologica è quella, che colloca il partito in una posizione intermedia tra i due poli contrapposti, che oggi dominano la politica italiana, cioè nella cosiddetta terza via.
Ma tale collocazione oggi non è possibile, se prima non si abolisce questa legge alettorale maggioritaria, che comprime i partiti in coalizioni alquanto eterogenee.
Purtroppo la situazione attuale italiana non permette posizioni autonome, che sarebbero brutalmente penalizzate dagli elettori, e quindi per il PRI, come per altri partiti minori il PRI deve schierarsi o nell’uno o nell’altro polo.
Non mi sembra che la sua storia e la sua ideologia lo indirizzi chiaramente verso l’Ulivo o verso la CDL, a seconda del momento politico il PRI può schierarsi con l’uno o con l’altro.
Purtuttavia ciò non è compreso, né accettato da certe enclavi repubblicane ( ad esempio quella carrarese e quella romagnola, che pure tradizionalmente sono di somma importanza nella storia del partito e spostate nella Sinistra).
D’altro canto la segreteria e la direzione nazionale hanno optato, dopo la vittoria nel congresso di Bari, per lo schieramento con la CDL, sia perché questo favoriva l’aumento di voti al Sud, sia perché era urgente garantire la sopravvivenza del partiti, forse.
E’ sorta quindi una diatriba tra la Direzione nazionale del PRI e molte realtà locali, nelle quali si opta per la coalizione di Centrosinistra in contraddizione con la politica nazionale del partito.
La segreteria nazionale non poteva pretendere, che ,dopo la decisione del congresso di Bari di schierarsi col la Cdl , tutta la base, specie quella dichiaratamente di Sinistra come a Carrara, a Ravenna ecc.., seguisse le direttive centrali; non si può improvvisamente far cambiare mentalità e idee alla base, occorre un’opera lenta di convinzione.
Perciò in questa prima fase bisognava che essa desse facoltà a certe periferie di esprimersi autonomamente, favorendo però un cambiamento di idee delle classi dirigenti locali od anche, al limite, il cambio delle classi dirigenti stesse.
I dirigenti locali nei loro discorsi e nei contatti politici non potevano e non possono ignorare il cambiamento della linea politica del partito.
Si ha un bel dire la base è di Sinistra, ma se i dirigenti col loro comportamento non favoriscono la presa in atto da parte della base del cambiamento e delle sue ragioni, anzi al contrario, come è accaduto a Carrara, si mostrano favorevoli solo ad alleanze col Centrosinistra e ribelli nei confronti della segreteria nazionale, il partito è destinato alla disgregazione ed alla fine.
Il prossimo congresso dev quindi chiarire questo punto di grave contrasto : o si fa il cosiddetto partito federale, dove è lasciata ad ogni realtà locale di cercarsi le allenze che vuole nelle elezioni amministrative, ma di votare in accordo alla direzione nazionale nelle politiche ( tuttavia , cosa alquanto teorica), oppure ciascuna parte fa un passo indietro ed in modo compatto ( enclavi comprese) il partito si schiera in accordo con le risultanze del prossimo congresso.
Quetsa seconda soluzione a me pare la migliore, perché considero il federalismo del partito l’anticamera della sua fine.

Passiamo al pratico, che riguarda i modi e le forme, coi quali il partito può attirare consensi.
Il punto è dolente, perché oggi il partito è estremamente debole: non otterrà finanziamenti, dato l’esiguo numero dei suoi elettori, non ha voce nei mass-media, non ha alcuna visibilità, ha perso anche consensi incerte aree tradizionali nel mondo dell’economia
Farsi sentire dalla gente occorre avere dei mezzi, una classe intellettuale di appoggio, una stampa favorevole ecc…
Tutte cose che mancano e che è difficile procurarsi.
Poi non dimentichiamo la politica degli interessi; vi pare possibile oggi che un giovane motivato, ambizioso ed intelligente possa iscriversi al PRI, un partito che ha in Italia sì e no una dozzina di consiglieri comunali, due parlamentari, neanche un sindaco ?
Un giovane ambizioso opterà per partiti più grandi, che sapranno garantirgli una certa carriera.
Vedo con pessimismo la ripresa di questo partito e tanto più difficile, se saremo divisi.
Alla fine, penso, esso si dissolverà in movimento di opinione laico, al modo di Cossiga, ora con l’Ulivo ora con la CDL ed avrà qualche enclave di sinistra in periferia, che sarà completamente sganciata dalla direzione nazionale.


Saluti

CATONE

Anita
31-07-02, 10:52
Concordo su molto di quanto dici ma non sulla parte finale che mi sembra piu' la lettura della sfera in chiave chiromantica che una analisi politica concreta.
Sul Congresso dobbiamo trovare una formula che non penalizzi il Partito, alla faccia di chi ci vuol male !

"Unita' nella diversita'"

Potrebbe essere questa la formula che mi sembra poi, tra l'altro, anche molto laica e democratica.

kid
31-07-02, 11:17
Il fatto che si possano avere delle diversità politiche al nostro interno sulle valutazioni e le scelte, non implica una diversità fra repubblicani. Io rifiuto nella maniera più categorica una diversità in questo senso e non mi sono mai sentito diverso da un altro repubblicano. Quando uno non condivide la linea della maggioranza si pone in una posizione di distacco dall'azione politica ed esercita il suo diritto di critica che può solo avere una funzione positiva, soprattutto quando siamo in un tragitto articolato e complesso come quello di questa fase, dove ancora dobbiamo definire il peso delle alleanze e il rapporto con i nostri interlocutori politici.

echiesa
31-07-02, 16:07
Daccordo con Calvin: che significa che la dirigenza locale debba far capire alla base che le cose sono cambiate se la stessa dirigenza non è convinta. E che siamo, al grande fratello di Orwell??? A Carrara, p.e., il PRI vive e va avanti bene: abbiamo tre consilieri comunali e presto rappresentanze in Giunta, visibilità in tutte le circoscrizioni. Con il Polo saremmo spariti, non lo dico io, lo dice la legge elettorale.In un momento come dice Calvin in cui non si sa bene che rapporti ci leghino in definitiva con la CDL se omologhiamo tutto è dare senza avere, è un legarsi mani e piedi senza avere nulla, è perdere il partito.
A Carrara non si è stati ribelli: ribelli a chi????abbiamo seguito quello che il Congresso locale ha stabilito al secondo turno. Se avessimo fatto questo al primo turno i voti sarebbero stati di più, stanne certo. Per tenere unito il partito si è scelta la strada di andare da soli, sapendo bene che avrebbe comportato perdita di consensi. Ma al secondo direi che, senza tradire gli ideali tipici della zona per quanto riguarda il repubblicanesimo, siamo riusciti a dare una visibilità al partito riconosciuta dalle livorose prese di posizione di F.I. , tanto cretine quanto politicamente errate ( chiedevano il commissariamento di Roma al Berlusconi, si sono trovati loro commissariati per idiozia) e dai patners del csn. Il prossimo congresso, e vedo che anche qui molti comnciano ad esprimere dubbi molto forti sulle attuali alleanze, dovrà stabilire che ci stiamo a fare e se ci stiamo bene con il Polo, e ribadire che a livello locale il PRI deve avere la propria autonomia per quel che riguarda appunto le realtà locali. Solo così si potrà sperare di continuare ad andare avanti. Certo, se siamo daccrdo sui condoni ben difficilmente avremmo ritorni applausi dal nostro vecchio elettorato, e sicuramente nessunop fra i giovani.
saluti
echiesa:fru

Adorno
01-08-02, 09:48
Egregi,

intanto è da vedere se, nel caso il PRI a Carrara si fosse alleato con la CDL, Conti sarebbe riuscito a fare il sindaco....
A parte questo il fatto da rimarcare è che a Carrara nessun repubblicano (eccezion fatta per qualche anima solitaria) sa e mette a pieno in pratica il Repubblicanesimo, non lo sanno nemmeno i dirigenti, che fanno continuamente discorsi socialistoidi o addirittura anarcoidi.
Questo non va bene e i dirigenti dovrebbero saperlo.
La situazione politica a Carrara è in un certo senso drammatica e demagogica: da 50 anni il potere è nelle mani dei socialcomunisti, i quali per la città hanno fatto poco, ma hanno pensato bene ad estendere le loro clientele in tutti gli enti pubblici, facendo lì assumere uomini di partito.
I repubblicani si sono accodati e, come hanno fatto adesso, hanno sempre sfruttato la loro rendita di posizione.
Ora io mi domando: non era meglio per un repubblicano volere il buon governo, volere il bene della cosa pubblica, senza badare alle poltrone??
Si dirà che la CDL non offriva uomini validi per il governo della città, ma io credo che questi uomini nelle liste CDL c'erano
( c'era,è vero, anche della magagna, come dappertutto).

La verità è che a Carrara non viviamo in regime democratico, viviamo in un regime oligarchico, dove chi comanda sono sempre quelli della setta ulivista con gli appoggi di Rifondazione ideologici e quelli interessati dei Repubblicani.

A echiesa, adesso non stiamo a battibeccarci come nell'altro forum, lasciamo spazi agli altri di esprimersi, essendo oramai note sia la mia che la tua posizione.

Saluti
CATONE

echiesa
01-08-02, 13:50
Vi erano anche uomini validi, ma mamma mia!!!!! ma secondo te hanno perso perchè??????
Poi una cosa: ma sul repubblicanesimo sai tutto te?? No, è una curiosità, dato che asserisci che persone che ci sono da anni et annorum hanno sbagliato tutto ed il depositario della verità sei tu. Sai che esistevano i repubblicani collettivisti?? I repubblicani intransigenti??I mazzininiani sociali???I mazzininiani intansigenti??
E ce ne tantissimi tipi di repubblicani, e la tesi di Viroli interessante, ma erra secondo me quando parla di similitudine fra repubblicani e liberali. Può essere, ma è una tesi sulla quale è possibile discutere a lungo. Come tutte le tesi. Per fortuna sei arrivato .
Hanno sempre sfruttato le rendite di posizione:queste sono le frasi che dicono quelli di F.I. di carrara perchè non gli è andata giù ed invece di vedrsi in casa propria guardano in casa degli altri: ma che cavolo sanno????? Ma tu sai come e perchè si entrò n giunta nel 1986??? Perchè e come si mantenne l'alleanza nel 1994???? In base a cosa???Quindi prima di riportare le voci degli avversari che non gli va giu che noi a Carrara continuiamo a vincere e loro perdono, che pensavano che grazie a qualcuno che gli aveva promesso non si sa bene a quale titolo l'appoggio del PRI loro avrebbero vinto e ci avrebbero amazzato definitivamente, rifletti.
Comunque continuo a ripetere: invece di scriverlo qui, perchè non lo dici a chi di dovere ed in faccia che è un repubblicano interessato???
saluti
echiesa:fru

Adorno
02-08-02, 09:36
caro echiesa,

prima di tutto non è vero che i candidati a Carrara della CDL erano tutti una schifezza.

Io non reputo tali Andreani, Sicari, Laquidara e alcuni altri..

E' notorio che il Centrosinistra a Carrara vince sempre anche per le vaste clientele che è riuscito a crearsi e per i favoritismi elargiti in tanti anni di potere.

In questi anni la città sì, è diventata uno schifo, sempre più emarginata, sozza, ignorante..

C'era più che una ragione per dare una scrollata a questo sistema di potere, ma se poi dietro gli sbarramenti ideologici il PRI ha visto anche le poltrone, allora....

Quando venivo in sede io ho sempre manifestato la mie opinioni davanti a tutti ed ho parlato di Repubblicanesimo, come intendevo che fosse giusto e non ho mai chiuso a Sinistra ( se non per le ultime Amministrative), come tu invece risolutamente e sempre fai verso la destra.

Non credo che sia giusto oggi interpretare il Repubblicanesimo come una corrente politica, che possa contenere tuttte le tendenze sia di sinistra che di destra, è un modo di pensare a sè, un modo che porta a collaborare anche coi Liberali, quando necessario.

Tu sei un repubblicano fissato con le bandiere rosse ed i rivoluzionamenti sociali utopici, tu non sei laico, credi nella tua fede anarcomunista e ti illudi che ciò sia Repubblicanesimo e poi vai a tirar fuori le sette massoniche di Mazzini e le società di mutuo soccorso del Risorgimento..

Va' tu a dire in faccia a La Malfa ed a Nucara quello che pensi , se hai il coraggio, vorrei veder cosa ti risponderebbero.

Ed ora ti invito a lasciar spazio agli altri di esprimersi.

saluti :mad:
CAtone

echiesa
02-08-02, 10:18
Non ti preoccupare: a La Malfa fglielo dissi già mel 1993, figurati, ed in un 'altra occasione dovette andare via mentre cominciavo a parlare, lo dissi alla platea,nessun problema.
Con Nucara non ho avuto mai contatti, se lo incontro non ti preoccupare che gli parlo.
Che io credo nella fede anarcocomunista è un tuo pensiero, io non ho ancora capito a quello che credi tu.
Certo dopo essermi preso del rifondatore da chi dal partito volva a tutti i costi il sistema maggioritario ed ora piange sul proporzionale ed oggi del'anarcocmunista è proprio simpatica. Della prima non ti incolpo perchè allora non eri nel PRI.
Non sono asslolutamente fissato con bandiere rosse etc etc, ho solo le mie idee, tutto lì.E non tiro fuori gli utopci dell'800, li ricordo e li ammiro quali miei preedecessori nel movimento.
Mazzini lo tiro fuori certo all'interno di un movimento repubblicano: e chi tiro fuori, Rosmini??
Sono tanto laico che ti dico non ho mai invitato nessuno ad andare via, al contrario di altri, che leggo invece avrebbero piacere di farlo. Io per il momento no, se ne avrò volgia me ne andrò da solo e senza inviti e con dispiacere
Continuo a dire che ai poltonisti devi dirglielo in faccia e nelle sedi opportune, non qui.
saluti
echiesa:fru

Anita
02-08-02, 11:07
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


voi due mi sembrate il gatto col topo, o meglio il cane e il gatto, o meglio ancora due dei quattro gatti che siamo rimasti.

Ma smettetela di litigare, tanto non e' che il mondo lo cambiano noi !

echiesa
02-08-02, 11:40
Anita, un bacione.
saluti
echiesa:fru

Anita
02-08-02, 11:50
:)

Adorno
02-08-02, 16:55
Cari amici,

invito tutti a partecipare a questa querelle, che sembra estesa a me e a echiesa solamente... sarebbe utile sentire le vs opinioni per estendere il dibattito. Calvin e gli altri cosa fanno ? sono al mare ? o non hanno alcun interesse su questi argomenti.

a cosa credo io? Alla Liberaldemocrazia, al riformismo laico liberale, che tenga conto però della Democrazia e dei Diritti umani.

Adesso vi invio una considerazione-appello:

CARI AMICI,

E’ MIA OPINIONE CHE NEL PROSSIMO CONGRESSO DEL PRI DI OTTOBRE SI DOVRA’ DIBATTERE A LUNGO SULLA DOTTRINA DEL REPUBBLICANESIMO, VISTO CHE C’E’ MOLTA CONFUSIONE IN MERITO.

DEGLI INSIGNI POLITOLOGI DOVREBBERO ESSERE INVITATI PER DIBATTERE SU QUESTO TEMA E PER INDIVIDUARE IN FUTURO LE VIE DA PERCORRERE PER I REPUBBLICANI.

TALE TEMA DOVREBBE ESSERE IL PRIMO PUNTO DI DISCUSSIONE IN UN CONGRESSO VERAMENTE SERIO.

SE NELLE NS DISCUSSIONI NON TROVIAMO UN ACCORDO SU COSA VOGLIA DIRE IL REPUBBLICANESIMO, E’EVIDENTE CHE NON VI E’ NESSUNA BASE SULLA QUALE PUO’ CONTINUARE A VIVERE IL PARTITO, PERCHE’ NON SI PUO’ CAPIRE SE DEVE STARSENE SEMPRE CON LA SINISTRA O SE PUO’ ANCHE FORMARE ALLEANZE COI LIBERALI.

A ME SEMBRANO LEGITTIME ED IN ACCORDO ALLA DOTTRINA ENTRAMBE LE ALLEANZE; LA SCELTA DIPENDE DAL MOMENTO POLITICO.

C’E’ CHI VEDE IL REPUBBLICANESIMO DA UNA SOLA PARTE: QUELLA CHE LO INTERPRETA SOLO COME LOTTA ALL’OPPRESSIONE O QUELLA CHE LO INTERPRETA SOLO COME LIBERTA’ DA QUALSIASI INTERFERENZA, ENTRAMBE LE INTERPRETAZIONI SONO SBAGLIATE.

LO STESSO VALE PER IL FAMOSO INSEGNAMENTO MAZZINIANO SUL BILANCIAMENTO TRA DIRITTI E DOVERI; C’E’ CHI VEDE SOLO I DIRITTI…

echiesa
02-08-02, 16:58
Appoggio il pieno la mozione Catone sul fatto che anche gli altri dicano qualcosa, ma il bacio ad Anita glielo dò solo io.
saluti
echiesa:fru
L'ultima parte la propongo, me la voto da solo e vinco all'unanimità +1

Adorno
04-08-02, 21:12
ma si potrebbe avere una foto di Anita?

saluti estivi

catone

kid
05-08-02, 10:25
ho lasciato l'asse da surf e le ragazze in delirio per le mie esibizioni sulle onde e sono qui da voi per rispondere perchè evocato. non vi dico da dove mi sto collegando perchè se mi pigliano quelli dei servizi addio a tutti!
Io la penso come Catone che le alleanze politiche non sono dettate dall'interpretazione stretta della nostra tradizione ideale, ma da ragioni contingenti legate a quelli che possono essere gli interessi della vita nazionale. Per cui non ragiono in termini di sinistra o di destra e mi chiedo se l'ulivo offriva una prospettiva utile all'Italia come mi chiedo ora se la offre l'alleanza di Berlusconi. Alla prima domanda ho risposto no, e alla seconda per ora mi mordo la lingua. Ma come si sa con il tempo e con la paglia maturano le nespole. La penso come Catone, ma la canto come Echiesa. Se Pacciardi ci da il cannone... Scusate ma le onde e le ragazze mi chiamano.

Adorno
05-08-02, 16:07
Cari amici,

vi debbo salutare: finalmente si è liberato un posto in una pensione in un luogo delizioso delle Dolomiti e ci corro con sommo piacere..
Io adoro le Dolomiti, non solo per la bellezza naturale, ma anche per l’ordine e la pulizia che contraddistinguono i loro paesi e le loro città ed inoltre per la positività e la laboriosità dei loro abitanti.
Ogni volta che ci vado e ritorno nella mia città, mi arrabbio per il disordine, la maleducazione, la sporcizia che vi regnano…

Debbo notare con rammarico che gli ultimi messaggi, compresi i miei, non sono stati all’altezza di buoni repubblicani.
Io mi scuso per avere talvolta trasceso nelle mie esposizioni, criticando malamente tanti amici, ma echiesa, si sa, mi tira per il collo in polemiche, che non sarebbe utile trascinare.

Certo le distanze tra di noi sono profonde, tanto che io ad esempio in questo momento mi sento più vicino ad un Marcello Pera ( il quale ha fatto un ottimo intervento alla commemorazione di Spadolini) che non a echiesa, anche se siamo commilitoni nello stesso partito.

Io sono un moderato, uno che si sforza di vedere le cose obiettivamente al di fuori degli schieramenti, ritengo insomma di essere un repubblicano laico che cerca di giudicare gli uomini ed il loro operato in base all’onestà degli intenti, che devono essere sempre mirati al bene pubblico.
E per questo sono stati ammirevoli Spadolini per la sua laicità e Ugo La Malfa per il suo rigore.
Io cerco sempre di non essere condizionato da ideologie di Destra o di Sinistra, io voglio il buon governo, la difesa della Democrazia e della Libertà, amo il senso della misura di tanti repubblicani, primo fra tutti Mazzini col suo bilanciamento tra diritti e doveri e l’afflato spirituale, che lo animava verso la Patria…ben lontano dal materialismo marxista.

Lo so, oggi non è facile vedere le cose obiettivamente… vi è un governo , che effettivamente sembra emanare leggi solo a favore di Berlusconi e dei suoi manutengoli e si è portati a schifare il governo e a maledire La Malfa, che ha voluto l’alleanza col Centrodestra.

Però poi vado a leggere un articolo del Corriere di Ernesto Galli Della Loggia di qualche giorno fa.
In questo articolo egli certo condanna la forzatura di FI nel far approvare la legge sulla legittima suspicione, ma condanna anche l’atteggiamento della Sinistra, che non vuole affrontare il vero problema della Giustizia italiana, che è quello dovuto alla presenza di molti giudici politicizzati.
Prova ne sia che a carico di Berlusconi e delle sue aziende ci sono in corso circa 20 procedimenti, quando non se ne conta neanche uno per tutti gli altri grossi imprenditori italiani.
C’è evidentemente un orientamento politico dei giudici aizzati dalla Sinistra, che vuole abbattere il nemico senza passare attraverso le urne.
Non è mai facile dare un giudizio obiettivo sui fatti, come dovrebbe fare un buon repubblicano non condizionato dalle ideologie: la realtà ha spesso più facce.

Mi scuso per qualche giudizio malevolo nei confronti degli amici di Carrara:
le poltrone? Ebbene, siamo sinceri, qual è l’uomo politico che non vuole la poltrona?
La discussione semmai deve vertere sul modo in cui l’uomo politico ottiene le poltrone e capisco, anche se non li approvo del tutto, i repubblicani di Carrara quando, avendo visto che il Centrodestra stava perdendo le elezioni, si sono buttati col Centrosinistra.
Un partito per vivere, ha anche bisogno di posti di potere; non mi piace ammetterlo, ma questa è la Politica.
Io, per il desiderio di cambiare l’amministrazione di Carrara ( tenuta veramente male negli ultimi decenni di governo a guida prevalente Socialcomunista), ho cercato di favorire un’alleanza del PRI col Centrodestra; un cambiamento mi sembrava veramente necessario e c’erano tutti i presupposti, dato il malcontento della popolazione; il risultato delle urne mi ha dato torto, ma io non mi sento da repubblicano di avere condotto una battaglia sbagliata.
Il Repubblicanesimo ?.. certo questo punto dottrinale va chiarito perché ci sono molti amici, che non ne capiscono molto di questi presupposti dottrinali e si fanno influenzare da ideologie provenienti da altre culture, soprattutto da Sinistra.

Il prossimo congresso dovrà chiarire molti punti e colmare le distanze tra i vari repubblicani, perché penso che al di là di tutto ci dev’essere qualcosa che ci unisce:
l’onestà intellettuale, la laicità, il rispetto per le istituzioni e la Cosa Pubblica, la solidarietà, l’amore della Patria, il senso del dovere, l’amore per la libertà e per la democrazia.

Beh! Di nuovo saluti a tutti e trascorrete buone vacanze.

CATONE

echiesa
05-08-02, 16:14
20 Km di code,autostrade piene, alberghi che straboccano, spiaggie affollatissime ed io in ufficio ad aspettare ......
Bon Voyage Catone, Bon Voyage
saluti
echiesa :fru

nuvolarossa
05-08-02, 20:49
Buone vacanze all'amico Catone.......e se trovi qualche internet point...collegati con noi

http://www.dolomititour.com/foto02g.jpg

DOLOMITI AMPEZZANE (CORTINA)

la_pergola2000
06-08-02, 14:36
ahi bella Italia!!!!!!!!!!

La repubblica è una parola che ti riempie il cuore, vuol dire libertà, vuol dire rispetto per gli altri, uguaglianza, indipendenza dagli altri..................

Jhonn Wayne - La battaglia di Alamo -

nuvolarossa
28-09-02, 22:19
A volte certe cose, a forza di viverle, ci sembrano talmente ovvie e naturali....che non ci facciamo piu' nemmeno caso.
E' talmente naturale per noi dire....43° Congresso.....che neppure piu' notiamo quel numero....43.
Per ben quarantatre volte i Repubblicani si sono democraticamente riuniti a Congresso per decidere delle loro sorti in simbiosi con gli interessi del Paese e del bene comune.
Chi altri, in Italia, puo' dire altrettanto ?
La maggior parte delle forze politiche possono parlare del 2°.....alcune del 3° o 5° congresso.....tante forze o movimenti politici sono stati "inventati" o "creati" addirittura senza Congressi....in barba ad ogni concetto democratico.....!
Ebbene cari amici, questo vorra' pur dire qualcosa......per chi conosce il gusto ed il sapore della democrazia !

nuvolarossa
30-09-02, 20:18
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI15.jpg

echiesa
30-09-02, 21:22
CALCULLI BALLA DA SOLO

SAN DONATO — Spaccatura nel centrodestra (nella foto), partito repubblicano sempre più lontano da Alleanza Nazionale e Forza Italia. Proseguono le incomprensioni tra il consigliere Giacinto Calculli, esponente del Pri, e i gruppi di centrodestra, capeggiati da Pietro Cerlesi e chiamati a fare da contraltare alla giunta di centrosinistra guidata dal neoeletto Achille Taverniti.

Iniziata nel giugno scorso, quando il repubblicano aveva avanzato la propria candidatura a vicepresidente del consiglio comunale, in contrasto con lo schieramento azzurro, che avrebbe voluto quella carica ricoperta da Luca Compagnone, la rottura tra Calculli e i suoi si è fatta via via più marcata, com'è risultato dall'ultimo consesso istituzionale. In quell'occasione infatti, l'esponente locale del partito di La Malfa non solo si è rifiutato di seguire il resto dello schieramento nell'abbandono dell'aula consigliare, ma si è astenuto dalla votazione del programma governativo presentato dal sindaco.

«Ormai sono indipendente dalle decisioni della coalizione di centrodestra, che non ha ancora digerito la mia elezione a vicepresidente del consiglio, anzi, ha assunto verso di me atteggiamenti di totale chiusura — ha commentato Calculli — Il solco tra di noi è sempre più profondo e non credo che sarò io il primo a tentare di ricucire il rapporto».

«Contro il repubblicano non abbiamo alcuna avversione o animosità — chiarisce l'azzurro Luca Squeri — quella di allontanarsi da noi è stata una sua decisione e come tale la rispettiamo. Certo è che la candidatura a vicepresidente di Calculli ha fornito alla maggioranza consigliare il pretesto per sbeffeggiare e offendere il nostro schieramento, che sull'elezione del sostituto di Oliviero Coran si era espressa diversamente».

Ancor più critico Italo Papetti, rappresentante locale di An: «Sono del tutto indifferente alle decisioni di un politico che ha da subito tradito la causa della Casa delle libertà, palesando un avvicinamento alla maggioranza. Delle sue decisioni non mi curo, anche perché il comportamento di una singola persona non compromette la compattezza e la solidità della nostra coalizione».


articolo di Alessandra Zanardi tratto da Il Giorno

:i :i



echiesa:fru

Adorno
01-10-02, 10:13
Egregi,

in tema del43° congresso, molte sono le cose da dire..quello che è certo è che il PRI dovrebbe essere molto più critico nei confronti cei suoi alleati nell'attuale compagine governativa.
Il congresso potrebbe essere anche l'occasione per affrontare tematiche molto vaste come ad esempio l'inefficacia del Liberismo senza regole, che, come oggi vediamo, ha portato il mondo alle soglie di una crisi economica generazionale, la pulizia che si deve fare nell'entourage del cavaliere, vedi caso Previti, e d'altro canto le incongruenze del Pacifismo e dei No-global, il problema di affrontare l'offensiva terroristica islamica portata a tutto l?occidente, le ambiguità dell'Europa, che esita tra non interventisti(tra i quali sono molti coloro che temono una egemonia americana nella guida del mondo) ed interventisti...
Come vedete il 43° congresso si apre in una ridda di problemi, che bisognerà discutere ed affrontare.
Noi repubblicani di Carrara, commissariati, abbiamo i ns problemi che voglio di seguito citare e che bisognerà evidenziare al Congresso.

Sono state fatte diverse analisi sul voto delle ultime elezioni amministrative, ma risulta evidente il costante spostamento a sinistra dell’elettorato carrarese.
Eppure le condizioni erano favorevoli ad un cambiamento nella guida della città, considerati gli errori delle amministrazioni di sinistra, che per lunghi anni hanno guidato la città.
Nonostante le evidenti e negative conseguenze di tali errori sul piano economico, urbanistico ed ecologico, l’elettorato ha dato ancora fiducia al Centrosinistra, segno questo di un radicato orientamento ideologico e di uno esteso clientelismo, difficili da sovvertire.
In questo contesto non ha fatto eccezione il PRI carrarese, anche se l’alleanza del PRI nazionale con la CDL favoriva un riesame delle alleanze locali.
Ancora una volta il risultato elettorale ha fatto capire che la stragrande maggioranza dei Repubblicani carraresi vuole schierarsi nel centrosinistra ed osteggia l’alleanza nazionale con la CDL.
Con ciò si allinea ai repubblicani della Emilia-Romagna e delle Marche, mettendo in evidenza che in Italia coesistono due anime del Repubblicanesimo: una incline a portare avanti la battaglia per l’uguaglianza ed i diritti e l’altra ad inquadrare le lotte sociali nel rispetto delle regole economiche e dell’interclassismo e nel richiamo al senso del dovere ed alla responsabilità per ogni categoria.
Anche se i repubblicani Apuani appartengono per tradizione alla prima delle due anime, è loro dovere non ignorare che nelle lotte sociali sono da loro richiesti il senso della misura e la salvaguardia della libertà dei vari ceti sociali nella Democrazia.
Direi che proprio questo aspetto del Repubblicanesimo, assieme alla disapprovazione dell’operato delle giunte socialcomuniste, ha mosso alcuni di noi a favorire un’apertura di dialogo con Forza Italia.
La decisa propensione dei Repubblicani carraresi per il centrosinistra ed i risultati elettorali hanno mostrato che è stato inutile tale intento, tardivo e non produttivo il Commissariamento della segreteria nazionale, commissariamento, che poi alla fine si tradurrà solo nel rispetto di certe forme, ma che non cambierà nulla in sostanza.
Stando così le cose, è necessario oggi ricompattare le varie componenti del partito: coloro che si erano pronunciati a favore di un dialogo con FI devono riconoscere che non sono attualmente possibili alleanze locali con le forze della CDL, mentre gli altri devono dare atto che le proposte di alleanza con la CDL non andavano fuori del seminato, ma erano coerenti con la storia del Repubblicanesimo e con le scelte nazionali del PRI.
Io credo poi che sia utile riconoscere che da parte di quasi tutti i repubblicani carraresi sussiste un’avversione verso il governo Berlusconi. Esso infatti è un fatto singolare nella storia italiana ed ha ben poco di liberale, pertanto risulta criticabile il suo operato. Questo fatto dovrebbe essere discusso anche nel prossimo congresso nazionale, perché tutti i Repubblicani vorrebbero che La Malfa e gli altri repubblicani, membri di questo governo, assumessero una posizione più critica nei confronti dell’azione dell’Esecutivo.
Un altro punto molto importante, da discutere al Congresso, è l’autonomia delle rappresentanze locali nella scelta dello schieramento per le elezioni amministrative; questa autonomia dev’essere richiesta con forza da tutte quelle rappresentanze operanti in comuni e province, dove non è possibile gestire il partito se non nell’ambito di alleanze con le forze del centrosinistra. E’ il caso di Carrara, di Massa e della provincia apuana, nonché della Emilia-Romagna.

Saluti
CATONE.

Garibaldi
01-10-02, 11:14
Catone ha superato <Eugenio a sinistra?!?!?!?!
Ah ahahaha??!!??!

echiesa
01-10-02, 15:20
Non supera ne a sinistra ne a destra, fa un ragionamento sereno partendo da questa realtà. Per tutti, me compreso, è arrivato il momento di un ragionamento più pacato, visto quanto scritto nella relazione.
saluti
echiesa:fru

kid
01-10-02, 15:41
al papero gli è arrivato un po di sale in zucca!

echiesa
01-10-02, 15:46
Secondo te durerà molto????
saluti
echiesa:fru

nuvolarossa
01-10-02, 18:02
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI16.jpg

nuvolarossa
02-10-02, 18:17
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI17.JPG

nuvolarossa
04-10-02, 16:40
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI18.JPG

la_pergola2000
04-10-02, 20:05
Caro Catone perchè ti risulta che nelle marche il pri segue gli Apuani e i romagnoli?
Aspetto una risposta degna del tuo nome.
Mi piace come hai impostato il discorso, pacato e aperto al dialogo.Ciao.

nuvolarossa
08-10-02, 16:42
Riepiloghiamo i threads dove si parla del Congresso----->
--------------------------------------------------------------------
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=23256&highlight=Congresso
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=15032&highlight=Congresso
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=14890&highlight=Congresso
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=24340&highlight=Congresso
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=20982&highlight=Congresso

umberto (POL)
09-10-02, 18:57
Voi parlate di SINISTRA ma vi alleate con Berlusconi, con Fini, Bossi, Rauti, Casini, tremonti.....

Che cos'hanno costoro di sinistra oltre che una poltrona da concedere???????

La sinistra è battersi per la giustizia eguale, la solidarietà, i Dititti, la Democrazia.
Cosa ne sa Tremonti di solidarietà! Bossi di eguaglianza? Rauti di Democrazia?

Cosa c'èentr al sinistra con l'americanismo ideologico di Berlusconi. Con il liberismo sfrenato. Nessuna che abbia mai cosientemente votato a sinistra può accettare Berlusconi (o Ferrara era di lotta continua, ma anche lui per una poltrona ora osanna re Silvio ogni giorno)

Cosa c'è di liberale nella statalissima ultima finanziaria.
E poi parlare di liberalismo così non vuol dire nulla, che cosa vuol dire per voi liberalismo? Berlusconi è liberale? Va bè che lui è un pò di tutto ma certo non è liberale!
IL SUO ATTEGGIAMENTO con le TELEVISIONI pubblice e private è liberale?
Il conflitto di interessi da risolversi in 100 giorni e siamo ad una anno e mezzo è liberale?

[Il manipolamento della giustizia per fuggirne le cause è liberale?
se ci sono prove contro i giudici si va in tribunale, dichiarazioni di persecuzionismo a che giovano se non ai dcriminali e alla corruzione in generale?]

Voi alla fine con chi state, con Berlusconi e la Cdl, con l'ulivo, siete una sinistra autonoma...

Solo una cosa vi chiedo, come potete mettere assieme la SINISTRA con Berlusconi.

nuvolarossa
09-10-02, 19:06
Benvenuto ad umberto sul Forum dei Repubblicani ITaliani

nuvolarossa
09-10-02, 19:14
Caro umberto,
tutti gli interrogativi che ti poni sono anche i nostri interrogativi....e non da oggi....fondamentalmente la scelta del Congresso di Bari dell'anno scorso e' stata, per il PRI, una scelta di sopravvivenza....il centro-sinistra ci snobbava...il PDS/DS cercava di assorbirci...e di farci sparire.....la scelta fu conseguente,
Ora siamo davanti ad un nuovo Congresso.....vivi e vegeti alla faccia di chi ci voleva "morti"....e vedremo il da farsi.

Un fraterno abbraccio

kid
09-10-02, 19:20
ma il suo intervento mi sembra un po' scomposto. Comunque Ferrara non è mai stato di Lotta Continua, ma un dirigente del Pci Torinese, eletto in consiglio comunale negli anni di piombo. E appena ho più tempo gli rispondo per il resto.

umberto (POL)
09-10-02, 20:29
Originally posted by calvin
ma il suo intervento mi sembra un po' scomposto. Comunque Ferrara non è mai stato di Lotta Continua, ma un dirigente del Pci Torinese, eletto in consiglio comunale negli anni di piombo. E appena ho più tempo gli rispondo per il resto.

Ferrara veniva usato dai suoi ex compagni pe partito come ariete (non scherzo) contro i cordoni della polizia.

Fidati sono di Torino.

Scusate se sono stato un pò scomposto, succede.

kid
10-10-02, 11:20
non ho ancora letto a fondo i post dell'amico Angolo di centro, ma desidero replicare ad Umberto. Su Ferrara: come egli venisse utilizzato dal Pci non è in questione, non ho detto che fosse un intellettualino ho solo detto che era un esponente del partito comunista e non di Lotta continua. Era poi anche qualcosa di più di un semplice esponente essendo la madre di Giuliano la segretaria di Togliatti e Giuliano conobbe persino Stalin da bambino in un viaggio in Russia.
Detto ciò senza nessuna intenzione polemica devo dire all'amico Umberto che la politica non si legge necessariamente sulle affinità e sugli schemi idelogici. Perchè questi possono essere contraddittori ed offrire soluzioni diverse. La sinistra per i repubblicani è sempre stata "l'altra" sinistra rispetto alla sinistra del Pci e del Psi. L'esser altro, denota diversità e conflittualità. La sinistra alla quale i repubblicani si sentono affini è quella dei democratici statunitensi, fondamentalmente, che non sono proprio il punto di riferimento ideologico della sinistra tradizionale nostrana, eccezion fatta, ovviamente, per Veltroni che era iscritto al Pci perchè ammirava JFK.
Il pri è sempre stato un partito di frontiera, governava con la democrazia cristiana, ma si batteva per l'evoluzione democratica del partito comunista. Cercò di vincolare il Psi al mondo occidentale per condizionare la dc stessa da sinistra. Aperse al Pci di Berlinguer perchè preoccupato della preponderanza e dell'arroganza socialista. Alla fine del pentapartito cercò nella Lega un interlocutore per incalzare i suoi alleati. Nel partito abbiamo poi un'anima storica legata al risorgimento e alla figura di mazzini, che poco si sposa con le vicende pratiche della vita del partito, e diviene un elemento di giudizio ideale al quale poco di quello che abbiamo fatto e facciamo può resistere.
Detto questo, noi quando Berlusconi scende in campo con Forza Italia siamo contrari e preoccupati per quello che egli può rappresentare. Abbiamo però apprezzato il ruolo di costituzionalizzazione che egli ha esercitato verso la destra, che non è più una minaccia al sistema democratico come può essere quella di Le Pen in Francia, e Rauti, ne abbiamo già discusso in questo forum, non rappresenta niente nella coalizione di governo, ma solo qualche accordo elettorale che il pri è libero di rifiutare. Ma tutti i difetti di Berlusconi ci sono evidenti, fuori dal dibattito ideologico, sono tanti e preoccupano per vari versi. Ciò non toglie che abbia assunto una posizione di politica internazionale consona alla nostra visione dei problemi, mentre non lo è quella dei verdi e dei comunisti e direi anche dei Ds, salvo che dopo l'incontro Blair Fassino, non ho più capito quale è la posizione dei ds. Detto ciò la siinistra per noi è la causa del progresso del paese, non un manifesto ideologico. Siamo usciti dall'Ulivo perchè a nostro giudizio dopo una collaborazione di cinque anni su questo fronte non passava il corso del progresso. E abbiamo cercato un'altra strada sul versante opposto. Ripeto abbiamo cercato un'altra strada per quello che il nuovo sistema politico italiano, costruito in gran parte secondo i desideri ed i voleri della sinistra, offriva. Abbiamo cercato di allargare il vecchio polo a forze eteregonee ma insediate chiaramente nella storia della sinistra democratica, quali noi ed il psi. E' passato un anno. Abbiamo un congresso, faremo un bilancio. Rapidamente, sulla questione morale - ne discuto in tanti altri spazi. Berlusconi rappresenta un'anomalia, non c'è dubbio. Ma questa anomalia si è costruita in un sistema che ha concorso a darle una tale eccezionale rilevanza, e Berlusconi ne è solo la punta più esposta, non la causa diretta. Comunque sarà interesse dei repubblicani italiani, superare e rimuovere tale anomalia senza dimenticare le ragioni per le quali essa si è formata.

G. Oberdan
10-10-02, 12:47
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


se non sbaglio a gennaio ci sarà il congresso nazionale di Forza Italia. Lo chiedo a te che sei più informato di me. Prima o dopo il nostro?

kid
10-10-02, 13:18
non so niente. Comunque il nostro congresso è la prossima settimana!

G. Oberdan
10-10-02, 14:14
Scusa! sono fuori come un terrazzo. Ho l'esame domani e non mi rinvengo dalla bocca al naso.
Mi era venuto in mente, non so come, la data del congresso di Bari

umberto (POL)
10-10-02, 18:01
Originally posted by AngelodiCentro
Completamente d'accordo con gli amici del PRI!!!!
Purtroppo c'è ancora gente come umberto che non riesce a capire che i tempi sono profondamente cambiati e continua a rimanere chiuso in un piccolo mondo dove bisogna attaccare a tutti i costi nella testa delle persone "destra" "sinistra" "bianco" e "nero", dividendo quindi il mondo in due contenitori RIDICOLI e privi di senso, tra asinelli ed elefantini, come piacerebbe tanto a Prodi. Ma il vento della storia gira da un'altra parte! In Europa la sfida principale è stata ed è ancora oggi tra Popolari e Socialisti, dove queste due forze sono accompagnate da altri movimenti come i liberali, i comunisti, i verdi e la destra democratica, che di volta in volta decidono liberamente con chi schierarsi. Oggi però, pur rimanendo attuale questo bipolarismo, si va formando una grande alleanza trasversale, tra forze di sinistra, di centro e di destra. E noi della CDL in Italia siamo stati profetici! Oggi infatti la vera alternativa è tra innovatori e conservatori, quindi la prospettiva delle forze riformiste e liberali di tutta Europa, e se si spera di tutto il mondo occidentale e democratico, è l'asse della libertà, delle grandi riforme, della solidarietà, dell'umanesimo cristiano. Questo ASSE in Italia SIAMO NOI, "l'arcobaleno democratico", come lo chiamò Berlusconi, cioè una grande alleanza di forze di SINISTRA(come il PRI :) e il Nuovo Psi) di centro come il PPE, di destra moderata come An. Ognuno mantiene la propria identità e la propria storia, ma siamo tutti uniti da un progetto comune di libertà e di cambiamento!
In Europa questo asse è proprio l'alleanza programmatica e politica nata tra Jose Maria Aznar e Tony Blair, e può creare tanto anche a livello nazionale!
La Casa delle Libertà è proprio questo, guarda ad un grande cambiamento proponendo delle grandi riforme sociali, seguendo l'economia sociale di mercato(e NON il liberismo estremo!), il solidarismo, la sussidiarietà, il primato della persona umana, la lotta alla povertà con meno tasse e più incentivi e aiuti alle piccole imprese e ai soggetti deboli della società, la cultura della vita intesa come lotta contro non solo il malessere materiale ma anche contro quello spirituale, come ha indicato Tony Blair recentemente indicando per "redistribution"(redistribuzione) non solo quella delle ricchezze economiche ma anche la lotta contro l'esclusione sociale e lo sviluppo della persona umana, promuovendo un solidarismo cristiano e prendendo quindi le distanze dal socialismo marxista e materialista.
SOCIALISTI LIBERALI, REPUBBLICANI, DEMOCRATICI CRISTIANI E DI CENTRO, POPOLARI EUROPEI, DESTRA DEMOCRATICA, FEDERALISTI, INSIEME, uniti nelle diversità, nella CASA DELLE LIBERTA'. Un progetto di grande cambiamento da realizzare insieme per cambiare l'Italia, l'Europa e tutto il mondo.
umberto, te l'ho detto, rassegnati. :D




Partitini come il Pri e il nuovo Psi (che si ricollaga ormai non alla tradizione socialista dal 1821 in poi ma solo all'età Craxiana... vecchi amici a cui Berlusconi non nega un posto) che insieme non arrivano all' 1% sono poco influenti nel bipoalrismo mondiale.

La sinistra conprende liberali tanti quanti la destra (pensa all amargherita, agli ex democratici).


Poi Berlusconi assomiglia molto più alla Tacher che a Blair, il quale sa essre amico di tutti da D'alema a Berlusconi.

Se poi volessimo fare un'altro paragone il nuovo Psi è come l'udeur nel'Ulivo, anche se quest'ultimo è il doppio.

L'alleanza tra riformisti di centro sinistra contro centro destra esiste in tutte europa,tanto che anche in inghilterra esistono ancora i conservatori.

Caro angelo di centro le tue sono solo nostalgie da Dc... in brasile per esempio c'è sato uno straordinario successo con il Pt (partito dei lavoratori) che ha messo assieme cattolici (anche perchè in Brasile sono molto più cattolici che da noi), sindacalisti alla Cofferati e anche imprese.... pensa un pò...
In Germania Scroder sarebbe una sinistra conservatrice... e presto anche l'Austria (tra un mesetto) cambierà colore a quanto dicono i sondaggi...

echiesa
10-10-02, 21:27
E daila con il solidarismo crisitano: ti vuoi mettere in mente una volta per tutte che noi REPUBBLICANI con tutto il rispetto per Cristo, i cristiani, i cattolici, i preti e le monache con il solidarismo cristiano non abbiamo nulla a che fare???Siamo altra cosa.
Poi non te lo dico più.
saluti
echiesa:fru

G. Oberdan
10-10-02, 22:55
Originally posted by umberto

Se poi volessimo fare un'altro paragone il nuovo Psi è come l'udeur nel'Ulivo, anche se quest'ultimo è il doppio.

Io non direi proprio!
Se per doppio intendi il numero di parlamentari allora ti dico che hai ragione! Mastella, nella compravendita di questo genere, è il migliore.

Ma se vai a vedere presenza sul territorio allora il Nuovo PSI fa magiare della polvere a Mastella e al suo UDEUR.

Te lo dice uno che di simpatie per il nuovo PSI ne ha proprio poche.

Alberich
11-10-02, 00:08
sei tu che hai, invece, la tipica forma mentis del crociato: annettere, annettere, annettere.

umberto (POL)
11-10-02, 18:03
Originally posted by AngelodiCentro


Le mie non sono nostalgie, non voglio tornare alla vecchia Dc, ma penso alla NUOVA DC, quella che oggi è rappresentata dal PPE in tutta Europa, cioè la prima forza politica europea. Quindi più attuale e moderno di così non si può. Poi se in altri continenti del mondo si creano altri movimenti è giusto sia così, ma non è giusto nemmeno imitarli come vorresti tu, perché ogni continente, e molto spesso ogni nazione, ha la propria storia e la propria identità, quindi è assurdo e ridicolo fare paragoni, come fai tu, tra l'Italia e il Brasile! Così come è assurdo paragonarsi agli USA, dove la democrazia si svolge in modo totalmente diverso dal nostro ed esistono solo due cartelli elettorali che hanno al loro interno tutto e il contrario di tutto. Qui in Europa invece siamo PLURALISTI, cioè le diverse forze tendono a scegliere alleanze senza contaminarsi tra di loro. E' sempre stato così ed è stato ottimo, quindi Prodi e la gente come te si rassegnino e la smettano di sognare l'America. I riformisti esistono sia a destra, al centro che a sinistra, così come i conservatori esistono in tutti gli schieramenti, quindi quello che dici è smentito dai fatti.
Quanto a Berlusconi, ha ammesso che se "essere di sinistra" vuol dire combattere contro la povertà e dare libertà a tutti allora anche lui si sente di sinistra. E dopotutto Forza Italia è un partito di centro che ha molti elettori ex PSI. E' il PPE che riesce ad essere amico di tutti, cioè riesce a dialogare sia con la sinistra riformista(Tony Blair) che con la destra moderata(Chirac), e rinunciando ad un certo estremismo liberista anglosassone che ricorda la Tatcher(questo è ribadito nel Piano di Governo della CDL).
Quanti ai voti anche qui non sei informato, visto che il Nuovo Psi oscilla intorno all'1-2% e supera l'Udeur, rimasto allo 0, non so cosa. Il PRI potrebbe aggirarsi poco sotto l'1%. Anche se ancora piccoli, sono due partiti storicamente molto importanti nella CDL e possono dare un grande contributo. Quello che secondo me manca è solo una maggiore visibilità che arricchirebbe tutti quanti con le loro idee e con dei leader più forti che si facciano conoscere a livello nazionale. Sia i repubblicani che i socialisti sono cmq due forze in crescita, che dopo tanti anni di sofferenza sono rinate e si stanno radicando di nuovo in tutto il territorio. Dai primi risultati si può dire che hanno ottime probabilità di successo e di crescita, proprio perché stanno attraendo i delusi della sinistra e costruendo le basi di una NUOVA sinistra, liberale, riformista, moderna, europea.



E no, sui numeri sbagli: i nuovo PSI tre deputati eletti, gli altri si sono affrancati arriva a stento all' 1% nazionale (elezioni 01) Il pri non si è presentato ma di certo non supera lo 0,7 circa.
L'udeur anche questo stava con la margherita ma dalle ultime amministrative per quanto amministraive si deduce uno 0.6 al nord in cresendo verso il sud per arrivare ad un 2% in campania, al 4% a Reggio Calabria.

N.B. un grande partito poteva essere il PSI ma il nuovo Psi è soltanto la ex corte di Craxi, che del socialismo (come dicono loro stssi) riconosce soltanto l'esperienza craxiana...in una storia di 2 secoli 4 anni.
Corte che si è resaferita da Craxi all'amico e debitore di sempre Berlusconi.

echiesa
11-10-02, 18:41
Originally posted by AngelodiCentro


Secondo me sei tu che sei ossessionati da preti e monache!!! :D
Infatti non sto parlando di religione ma solo di cultura e di politica.
Ho solo detto che la cultura e i principi dell'umanesimo cristiano sono condivisi anche da molti LAICI(agnostici e atei inclusi) come te. E anche il PRI è vicino a molte nostre idee, così come sono affini i socialisti cristiani tipo Tony Blair. Sei tu che non hai l'onestà di ammetterlo.

Senti un pò, monacello piceno, io ho l'onestà di ammettere ogni cosa che sia possobile ammettere, ma non l'inammettibile: ti posso assicurare che con il pensiero dell'umanesimo cristiano non abbiamo proprio un bel nulla a che fare, Se sei convinto che tutto dipenda dal cristianesimo problemi tuoi e tanti saluti, posizione nobile ed onorevole, ma non puoi con l'ansia della fraternità volerlo imporre a tutti quorum ego.Veniamo da altra zona, mi spiace per te: te l'ho già detto più volte. Poi o, se se convinto, contento te contenti tutti, che vuoi che ti dica.
saluti
echiesa:fru

echiesa
11-10-02, 21:08
Originally posted by AngelodiCentro


Non sono solo io ad esserne convinto ma sono anche molti LAICI ad ammetterlo! Non ti voglio imporre proprio nulla, è chiaro che rimaniamo due storie e culture diverse, ma questo non toglie che il solidarismo cristiano è tale e quale al vostro concetto di uguaglianza e fratellanza. Se davvero DC e PRI erano così distanti come dici non credo sarebbero stati al governo insieme per tanto tempo. Anche su questo forum molti come Nuvola, Calvin e Anita ammettono questa forte affinità di idee, che non vuol dire rinunciare alla propria autonomia come hai paura tu ma solo trovare punti in comune. Sei tu che sei orgoglioso e pauroso di perdere le tue convinzioni, senza ammettere la realtà delle cose, ma non te ne faccio una colpa, contento tu... :D

Io??? Contentissimo: si , sono proprio orgoglioso di avere le mie convinzioni e me le tengo ben strette: se qualcuno vede delle FORTI AFFINITA' buon per lui e se le tenga strette pure isso. Mai notata mia crapata accanto al nick???Con qualche crapata in più da parte di chi aveva la direzione del vapore forse non si era in queste condizoni.
saluti
echiesa:fru

echiesa
11-10-02, 21:37
Originally posted by AngelodiCentro


L'ho notato e per questo non me la prendo se non capisci o fai finta di non capire! :D Non penso che le condizioni del PRI rispetto al PPE sono diverse dai rapporti che si avevano tra DC e PRI. Le affinità c'erano prima ed esistono anche oggi. Siamo due identità diverse, ma è giusto che queste due identità, se trovano delle affinità, si incontrano e collaborano insieme. E' successo prima, succede anche oggi.

Non ti adontare, non capisco proprio, non faccio finta. :D :D :D
Ci mancherebbe pure il PPE, poi siamo a posto: per fortuna stiamo nell'ELDR .
vedo che hai messo il Se davanti a trovano affinità: ci possono essere momenti di covergenza politica, ma di idealità ne ho sempre viste proprio poche.
saluti
echiesa:fru

Alberich
12-10-02, 01:08
Ripeto: sei un crociato. Per te ci sono i buoni -che, volenti o nolenti- son cristiani, ovviamente del Cristianesimo che intendi tu. Poi ci sono i cattivi, scelti solo per motivi di schieramento. Ricorda che per giustificare le tue decisioni pontificanti sei riuscito a dire che il PCI era laicista -termine vuoto, tralatro- mente il PRI era laico. Dimenticando due cose:
-il PCI era un partito con forti tendenze clericali;
-il PRI è stato il partito maggiormente anticlericale d'italia.
Ma la storia non si studia, meglio decidere sull'asse PPE-PSE.

echiesa
12-10-02, 07:49
Chiusissimo e paurosissimo e negatore di evidenza. Mi sta benissimo.
saluti
echiesa:fru

kid
14-10-02, 11:41
Ad essere sincero io forti affinità le ho sempre sentito solo con i repubblicani. Con la Dc c'è stata storicamente la volontà di una collaborazione, con molti momenti difficili, alcuni burrascosi ed una rottura molto aspra alla fine di una lunga parabola. Alla base della quale c'era però sicuramente un'idealità comune, per lo meno al tempo di De Gasperi. Insomma il rapporto dc e pri era un rapporto di collaborazione, ma anche un rapporto conflittuale e solo la presenza dell'est europeo ha impedito una rottura scritta nelle cose. Ciò non significa che non si sarebbe poi potuto collaborare in condizioni diverse, come è avvenuto e che si siano anche intessuti rapporti di stima reciproca. Angelo di centro ha ragione però a mio avviso su due aspetti: il primo riferito alla margherita, che egli ha giustamente definito un minestrone, immangiabile fra l'altro, perchè la margherita non ha definito politico ideologicamente il suo status e vive dell'equivoco, irrisolto, tra una testa liberal e un corpo cattolico democratico. Il secondo sul fatto che il pri è anticlericale, in origine, oggi sinceramente non dovremmo esserlo più, anche se lo siamo rimasti, ma non anticristiano. Io ad esempio ho qualche dubbio, ne abbiamo discusso un'altra volta, se il dio di Mazzini fosse lo stesso di quello di Cristo, nel senso che la religiosità di Mazzini si ponesse in continuità con quella di Cristo, ma non c'era sicuramente nessuna polemica con quella forma di religione. La polemica del movimento repubblicano si muove verso le istituzioni religiose e le loro pretese sul potere temporale, non sulla fede. In particolare io mi sento vicino coloro che nutrono una profonda fede e non sopportano vederne l'esternazione nel culto. Poi ho anche dei dubbi sulla rivelazione, ma non nutro avversione per l'insegnamento di Cristo. Non sono invece convinto che si possa ritenere il figlio di Dio così come non si può ritenere altrettanto Barabba. Rifiuto la dogmatica insomma, non la storia.
Il Pci al contrario era profondamente anticristiano, perchè il comunismo comportava un'altra fede e costruì a Mosca un'altra Chiesa. Con il risultato che chi ne ha ereditato o cancellato le spoglie, fate voi, si reca impettito e computo alla canonizzazione del peggior nazifascista del mondo cattolico. Mentre gli ex militanti si interrogono se esistono differenze antropologiche tra loro ed i loro avversari, Michele Serra su Repubblica. Staliniani in pillole.

Alberich
14-10-02, 11:52
Originally posted by calvin
Ad essere sincero io forti affinità le ho sempre sentito solo con i repubblicani. Con la Dc c'è stata storicamente la volontà di una collaborazione, con molti momenti difficili, alcuni burrascosi ed una rottura molto aspra alla fine di una lunga parabola. Alla base della quale c'era però sicuramente un'idealità comune, per lo meno al tempo di De Gasperi. Insomma il rapporto dc e pri era un rapporto di collaborazione, ma anche un rapporto conflittuale e solo la presenza dell'est europeo ha impedito una rottura scritta nelle cose.

eeeh-eehm... Angeluccio, cos'è che dice ieri? Che calvin la pensava come te? :rolleyes:

Sull'anticlericalismo vorrei aggiungere una cosuccia, che forse non è chiara, vista la propaganda anti-anticlericale degli ultimi anni. Anticlericale è colui che si oppone alle ingerenze della chiesa nella vita pubblica; in questa accezione, che poi è l'unica, io mi sento di dire che i repubblicani furono e dovrebbero essere ANTICLERICALI; almeno, io lo sono, e me ne vanto senza problemi.
Sul PCI anticristiano non sono d'accordo, certamente i marxiani ortodossi sì, ma la base, e di riflesso la dirigenza, no; come dimenticare i cattolici comunisti? il loro anticristianesimo, quando c'era, sembrava di maniera, più che altro.
Le vignette contro i preti, comunque, si leggevano sull'avvenire, non sull'unità.
saluti

kid
14-10-02, 12:31
perchè volevo dire che il comunismo è anticristiano, anche se c'è chi sospetta, Bertrand Roussel, che lo sia solo per analogia. Comunque il comunismo pretende una fede che non consente altri sentimenti religiosi e costruisce una nuova morale. Nel pci ovviamente le cose sono pià complesse, ma a mio avviso il rapporto con il mondo cattolico rimase viziato da questa impostazione ideologica che ha avuto la sua influenza, comunque non si può scrivere volgarmente come pure ho scritto, e per questo mi scuso che il Pci era anticristiano. La tradizione aticristiana dell'ideologia comunista ha avuto un'influenza profonda nel Pci, nonostante le tante aperture, tattiche, strumentali, ma anche strategiche al mondo cattolico. Questo il mio pensiero. Tornando all'anticlericalismo, che Alberich puntulizza, nel senso in cui egli lo interpreta, cioè nelle ingerenze della chiesa sulla cosa pubblica, sicuramente ha ragione: siamo e restiamo anticlericali. Ma io volevo salvare il clero come potere costituito per le sue adempienze spirituali e i valori che rappresenta. Credo che i repubblicani fossero contrari anche a questo a loro tempo e oggi non dovremmo esserlo in nome delle ragioni della tolleranza e del rispetto per le opinioni altrui e i diritti di culto, che ci sono proprie. Insomma il Vaticano lo tolleriamo, non vogliamo le camice rosse a San Pietro, o no? Vero Garibaldi? le camice rosse che chiedi a che servono? Echiesa ti prego, non fare un sondaggio!

Garibaldi
14-10-02, 12:35
Per fare quella Repubblica che ancora non c'e'!!!!!!
Ma stavolta, invece di risalire da Marsala bisognerebbe discendere dalla fantomatica Padania!!!!!!!!11

kid
14-10-02, 12:37
E' che in testa ci ho solo quella canaglia di Rousseau.

kid
14-10-02, 12:54
E purtoppo per fare quella repubblica che non c'è io credo che il Vaticano non potrebbe restare in una posizione di privilegio. Mi spiace Angelo di Centro, ma mi stava lì. Quello che ci divide temo sia molto profondo, ahimè, più di quello che ci unisce. La Repubblica non c'è stata prima perchè abbiamo avuto la monarchia che ci ha portato in bocca al fascismo, e perchè il Vaticano, che è uno Stato nello Stato vedeva la sua grandezza come oscurata dalla ipotetica grandezza dello Stato italiano. Quando Elisabetta prima assume il regno di Inghilterra si costituisce la sua chiesa e questa è la condizione della grandezza dell'Inghilterra. Non c'è stato nazionale, vedi la Francia, che tollerasse un contropotere temporale spirituale, al suo interno! Il popolare europeo che ho più ammirato è stato Helmut Khol, che non aveva la chiesa in casa sua, come invece la dc qui. Salvo De Gasperi e pochi altri, quel partito guardava all' interesse della Chiesa prima che a quello nazionale. Per questa la nostra repubblica è una mezza repubblica. E la mia simpatia per Berlusconi e il mio disprezzo per D'Alema, nasce dal fatto che Berlusconi non è un democristiano, e non lo diventerà mai, può diventare invece un popolare europeo, mentre Mariano D'Alema dei democristiani ha la vocazione.

echiesa
14-10-02, 15:37
AAAAAAaa, io ad Angeluccio ho già risposto ed a sufficienza: mo godetevelo voi.
saluti
echiesa:fru

nuvolarossa
15-10-02, 19:22
http://www.frangipane.it/gennaio2001/20010129.gif

tratto da
http://www.frangipane.it/archiviox.gif (http://www.frangipane.it/archivio.htm)

nuvolarossa
16-10-02, 23:29
Mozione della minoranza di "Riscossa repubblicana"

I Repubblicani italiani riuniti a Fiuggi per il 43° congresso nazionale il 25, 26, 27 ottobre 2002

Letta la relazione del segretario nazionale non l'approvano, ritenendola inadeguata alle gravi condizioni in cui versa il partito .

A) Rilevano che le motivazioni che erano state addotte dalla maggioranza del PRI a Bari per aderire allo schieramento di centrodestra, si sono rivelate inconsistenti o sono state disattese.

La visibilità che doveva costituire il primo passo per il rilancio del partito è addirittura ormai inesistente. Non veniamo nemmeno invitati ai vertici di maggioranza.

Qualunque giudizio sul centro destra è anticipato da una valutazione di negatività sulla posizione personale di Berlusconi che per i suoi interessi privati non può di fatto essere obbiettivo come premier su troppe questioni importanti della vita pubblica.

Questo peraltro era il giudizio dato dal PRI al congresso di Chianciano.

La scelta di campo dei Repubblicani, prima degli schieramenti e degli stessi contenuti era sempre stata quella di privilegiare innanzitutto il rispetto dei valori morali, di etica nei comportamenti e di assoluto rispetto delle istituzioni.

In politica estera assistiamo preoccupati ad un allentamento dell'impegno per l'integrazione politica europea a fronte di rapporti bilaterali spesso in disaccordo con gli altri partner della unione .

La politica economica promessa da Berlusconi di sviluppo, di allentamento del dirigismo e di lotta all'assistenzialismo e al corporativismo si è ormai rivelata impraticabile da parte di questo governo ,che si è dimostrato gravemente inadeguato ad affrontare la complessità di una crisi globale, ma anche l'ordinarietà di problemi interni.

La finanziaria, che peraltro gode della tregua concessa all'Italia dalla UE fino al 2006, in ordine al pareggio di bilancio, presenta sgravi fiscali per le fasce più deboli, ma sottace che questi saranno vanificati dallo stato di crisi in cui verseranno gli enti locali con il tagli dei trasferimenti , riduzioni che causeranno tagli ai servizi che peggioreranno o che dovranno essere pagati dai cittadini , il tutto aggravato dal blocco delle addizionali irpef .

La annunciata rivolta degli enti locali dimostra quanto solo demagogica sia questa manovra.

Il blocco di fatto degli investimenti per le infrastrutture, la revoca di aiuti alle imprese la difficoltà di mantenere con sindacati ed imprenditori gli impegni del Patto per l'Italia hanno generato un diffuso malcontento anche delle organizzazioni di categoria e sono un altro termometro degli errori e delle improvvisazioni del centro destra.

Stanno emergendo contraddizioni nella casa delle libertà anche a proposito del federalismo: la Lega vuole un federalismo spinto ,mentre la politica del governo appare sempre più accentratrice annullando ogni forma di decentramento di funzioni e competenze.

B) Constatano , altresì, che l'opposizione in questo paese non riesce nè a darsi una linea di condotta comune né ad indicare un leader, divisa come è tra incerti riformisti come i DS di Fassino, con la Margherita sempre più esclusivamente travaso dei popolari ed una sinistra sempre più antagonista dei Verdi , dei comunisti italiani, del correntone DS, tutti tirati per la giacca da girotondisti che già litigano sul loro avvenire , con Rifondazione che li vede sempre più vicini a sé.

Clamorosa è la vicenda degli alpini in Afghanistan.

Con queste premesse il centrodestra non verrà certamente messo in difficoltà per molto tempo, pur tra le sue contraddizioni, ed il paese rischia di scivolare verso un autoritarismo paternalista e peronista .

C) Prendono atto inoltre che centro destra e centro sinistra appaiono disinteressati ad una difesa reale dello stato laico.

Sulla scuola, sulla famiglia, sulla immigrazione, sulla ricerca scientifica, sulla bioetica, i due poli appaiono sempre più spesso condizionati ugualmente dalle gerarchie ecclesiastiche.

Addirittura, in politica estera , l'episodio dei palestinesi da ospitare dopo l'assedio di Betlemme dimostra la dipendenza dalla politica vaticana verso il mondo arabo.

Sulla vicenda dei Savoia poi , il PRI ha cambiato completamente l'atteggiamento di contrarietà al loro rientro dopo l'alleanza con il centro destra, senza una spiegazione di qualche credibilità.

D) Affermano che una iniziativa Repubblicana per costituire in Italia un nucleo di una forza liberaldemocratica di tipo Europeo è, non solo una indicazione strategica per il PRI, ma una necessità per il paese, bloccato da un bipolarismo che non funziona e che mortifica le istituzioni.

La battaglia per il ritorno al proporzionale è una prima via obbligata verso le prospettive di terza forza.

L'uscita dal centrodestra e l'assunzione di una posizione autonoma è, altresì la premessa politica indispensabile.

E) Ritengono che l'elaborazione di un programma politico che aggiorni il patrimonio repubblicano da Mazzini a Ugo La Malfa ,deve assolutamente essere lo strumento essenziale per riaffermare la attualità del Repubblicanesimo come possibile alternativa politica e non solo nel nostro paese.

F) Sono convinti poi che un partito aperto che discute senza automatismi di posizioni politiche dal centro alla periferia, è lo strumento organizzativo indispensabile per far crescere quadri responsabili e motivati.

Al congresso di Bari l'allora segretario nazionale aveva garantito la piena autonomia delle strutture locali: quello che è avvenuto successivamente anche con la nuova segreteria ha ampiamente disatteso quell'impegno.

L'autonomia delle realtà locali, invece, garantita da uno statuto aggiornato e condiviso, è la premessa di una reale democrazia interna e di efficacia del confronto politico fra le diverse anime del partito.

Non possiamo sprecare l'ennesima occasione per il PRI di tentare un rilancio della scuola Repubblicana.

Difendere con miopia posizioni utilitaristiche sarebbe la fine di una grande speranza che i nostri padri hanno saputo alimentare pur di fronte a mille avversità.
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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

Adorno
17-10-02, 10:15
Egregi,

mi sento di approvare gli obiettivi illustrati nella mozione di Riscossa, ma ritengo che siano obiettivi a lungo termine.
Per il momento abbiamo il bipolarismo e non so fino a quando dobbiamo tenercelo, un bipolarismo, che non fa che danni alla politica italiana perchè non produce coalizioni con un minimo di omogeneità e soatanzialmente permette che forze toatlitarie, antidemocratiche condizionino i governi sia del centrodestra che del centrosinistra.
Ritengo che il PRI per il momento debba restare, obtorto collo, nel centrodestra ma in una posizione più critica, cercando di correggere, per quanto può, tutte le storture messe in atto dal Berlusconismo. Oltretutto un tale atteggiamento critico gli darebbe visibilità.
Nel frattempo bisognerà lavorare per formare il cosiddetto terzo polo, formato dalle forze moderate, laiche e riformiste di questo paese e per cambiare la legge elettorale; io sono per un sistema elettorale alla tedesca.
Sarà una battaglia lunga e difficile, però gli scontenti del bipolarismo ormai aumentano ogni giorno.
Queste forze moderate e riformiste si trovano in tutti i partiti ad eccezione degli estremi e non sarà difficile trovare una reale convergenza su temi programmatici.
Non credo chi il 43° congresso porterà ad un cambiamento delle alleanze, perchè il centrosinistra non è certo una coalizione invitante, divisa com'è tra massimalisti e riformisti, ciò, ripeto, non toglie che il PRI debba essere critico su tante azioni dell'attuale governo. Il Liberalismo è una cosa, il Berlusconismo ne è un'altra.
Per quanto riguarda la richiesta di autonomia da parte delle rappresentanze locali, mi sembra difficile inserirla nel nuovo statuto, perchè questo significherebbe introdurre un automatismo, che sfarinerebbe il partito in mille componenti; mi sembra però necessario dare delle deroghe alle rappresentanze operanti in regioni dove la storia e la tradizione vedono i repubblicani schierati col centrosinistra.
E' il caso della provincia apuana, della Emilia-Romagna e delle Marche.
Non si può imporre un'alleanza col centrodestra ad una base, che si è formata su principi socialdemocratici ed antifascisti.
Dal punto di vista teorico è giusto e possibile che questa base cominci ben a capire cos'è il Repubblicanesimo, ma ci vorrà molto tempo e soprattutto un' azione di convincimento paziente ed incisiva da parte dele direzione nazionale.

A tout à l'heure
CATONE

Garibaldi
17-10-02, 12:40
spero proprio che si ralizzi quanto dici tu!!!!!!!!11
Non so proprio come faranno a quagliare 'sta autonomia !11
Ma sono certo che un quadratura i congressisti la troveranno!!!!
E ricordatevi anche della lIguria a Fiuggi!!!!!!!!
Ci siamo anche noi tra gli scordati!!!!

umberto (POL)
17-10-02, 18:15
Originally posted by Catone
Egregi,

mi sento di approvare gli obiettivi illustrati nella mozione di Riscossa, ma ritengo che siano obiettivi a lungo termine.
Per il momento abbiamo il bipolarismo e non so fino a quando dobbiamo tenercelo, un bipolarismo, che non fa che danni alla politica italiana perchè non produce coalizioni con un minimo di omogeneità e soatanzialmente permette che forze toatlitarie, antidemocratiche condizionino i governi sia del centrodestra che del centrosinistra.
Ritengo che il PRI per il momento debba restare, obtorto collo, nel centrodestra ma in una posizione più critica, cercando di correggere, per quanto può, tutte le storture messe in atto dal Berlusconismo. Oltretutto un tale atteggiamento critico gli darebbe visibilità.
Nel frattempo bisognerà lavorare per formare il cosiddetto terzo polo, formato dalle forze moderate, laiche e riformiste di questo paese e per cambiare la legge elettorale; io sono per un sistema elettorale alla tedesca.
Sarà una battaglia lunga e difficile, però gli scontenti del bipolarismo ormai aumentano ogni giorno.
Queste forze moderate e riformiste si trovano in tutti i partiti ad eccezione degli estremi e non sarà difficile trovare una reale convergenza su temi programmatici.
Non credo chi il 43° congresso porterà ad un cambiamento delle alleanze, perchè il centrosinistra non è certo una coalizione invitante, divisa com'è tra massimalisti e riformisti, ciò, ripeto, non toglie che il PRI debba essere critico su tante azioni dell'attuale governo. Il Liberalismo è una cosa, il Berlusconismo ne è un'altra.
Per quanto riguarda la richiesta di autonomia da parte delle rappresentanze locali, mi sembra difficile inserirla nel nuovo statuto, perchè questo significherebbe introdurre un automatismo, che sfarinerebbe il partito in mille componenti; mi sembra però necessario dare delle deroghe alle rappresentanze operanti in regioni dove la storia e la tradizione vedono i repubblicani schierati col centrosinistra.
E' il caso della provincia apuana, della Emilia-Romagna e delle Marche.
Non si può imporre un'alleanza col centrodestra ad una base, che si è formata su principi socialdemocratici ed antifascisti.
Dal punto di vista teorico è giusto e possibile che questa base cominci ben a capire cos'è il Repubblicanesimo, ma ci vorrà molto tempo e soprattutto un' azione di convincimento paziente ed incisiva da parte dele direzione nazionale.

A tout à l'heure
CATONE



Trovo una certa confusione.

I tutto e per tutto contrari a berlusconi ma la contempo alleati per ottenere visibilità (è un pò meschio e opportunista, non trovate?).

Ma di liberalismo berlusconi non ne sa proprio un bel NIENTE (conflitto di interessi, finanziaria, informazione, giustizia...)

Poi date le contraddizioni dell'ulivo non lo appoggiate.
Ma la linea dell'ulivo è quella di Prodi, Rutelli, Fassino... non Moretti!

Comunque siete all'attesa del terzo polo.
Vana speranza almeno per i prossimi 10 anni (finchè sarà in campo berlusconi all'opposizione o al governo).
E il proporzionale alla tedesca (sbarramento al 5%) se rimanete soli non vi farebbe neppure lontanamente avvicinare al parlamento!

A me piacerebbe vedere il PRI come la storia vuole all'interno di una coalizione riformista di centrosinistra. Dove anche se esistono tradizioni di sinistra più estremista è la maggiornaza riformista ce da la linea di fondo. La linea liberale di sinistra, cioè riformista-progressista!
ECCO COSA VUOL DIRE PRENDERE DECISIONI A MAGGIORANZA!

Poi mi direte non 'è una linea nell'ulivo. E' vero e per questo dobbiamo contribuire a darla, e il pri con la sua storia può essere importante. :)

echiesa
17-10-02, 18:19
Originally posted by umberto



A me piacerebbe vedere il PRI come la storia vuole all'interno di una coalizione riformista di centrosinistra. Dove anche se esistono tradizioni di sinistra più estremista è la maggiornaza riformista ce da la linea di fondo. La linea liberale di sinistra, cioè riformista-progressista!
ECCO COSA VUOL DIRE PRENDERE DECISIONI A MAGGIORANZA!

Poi mi direte non 'è una linea nell'ulivo. E' vero e per questo dobbiamo contribuire a darla, e il pri con la sua storia può essere importante. :)

Non ci sentono da questo orecchio: è da anni che glielo sto dicendo pure io, ma ormai pensano che berlusconi li salvi e li porti tutti al 10%.
saluti
echiesa:fru

Adorno
18-10-02, 11:09
Egregi,

vedo che mi si dà del confusionario ed allora non mi sono spiegato bene.
Per me il male peggiore della politica italiana attuale è il bipolarismo, creato da questo sistema elettorale maggioritario; ma perché in Italia ci devono essere due poli, quando in Germania, in francie ed in Inghilterra si presentano alle elezioni almeno 4 poli o partiti?
Perché bisogna per forza votare per un polo della Cdl, che annovera tra le sue componenti AN e la Lega, oppure la coalizione dell’Ulivo, che comprende i massimalisti, cioè bertinotti, il Pdci, i Verdi ed i socialforum?
Nella tanto criticata prima repubblica l’Italia era governata da coalizioni, che si appoggiavano su una forza di centro (la DC) e su forze moderate della Sinistra (il PSI) e su forze laiche liberali riformiste come il PRI ed il PLI. Non è che con quest’ultima affermazione voglio ammucchiare liberali e repubblicani insieme, perchè li differemzia un diverso concetto della libertà ( liberi ma non troppo rispettosi della libertà altrui i primi).
La prima repubblica non è tanto tramontata perché erano venute meno le coalizioni suddette, ma è caduta sulla questione morale….in realtà la maggioranza degli italiani si pronuncia o vorrebbe sempre governi moderati, liberaldemocratici con aperture alla Sinistra.
Il ruolo del PRI è proprio quello di favorire queste aggregazioni e di ritornare ad un saggio equilibrio nella vita politica del paese.
Lo so che questo obiettivo è lontano, ma intanto cominciamo a lavorare per questo.
Io non vedo nenchwe l’opportunità di abbandonare subito l’alleanza con la CDL, ma vorrei che fossimo più critici nei confronti del governo soprattutto per quelle leggi antidemocratiche, che sta promulgando.
Da qui alla fine della legislatura si spera che molti passi saranno compiuti, per arrivare al definitivo abbandono di questo sistema elettorale. Berlusconi potrà essere soppiantato da una crescita delle forze di centro tra UDC e Margherita e i Ds avranno di conseguenza risolto il loro problema interno, scinderanno il loro legame ombelicale con le forze massimaliste della Sinistra e diventeranno finalmente un vero partito socialdemocratico. E allora si potrà andare alle elezioni con quattro poli: il primo di destra, il secondo di centro popolare, il terzo socialdemocratico, il quarto della sinistra postcomunista e si vedrà cosa preferiscono gli Italiani. Da discutere ovviamente il sistema elettorale, che potrebbe essere alla tedesca (proporzionale con sbarramento) oppure alla francesa, maggioritario al doppio turno.
Per me questa è la giusta strada per portare l’Italia sulla linea dei grandi stati democratici.
Non vedo ora il momento per il PRI di lasciare d’emblè la CDL, per buttarsi subito col centrosinistra, cosa facciamo i burattini? E poi ci ributtiamo in braccio ai DS, che con la Cosa 2 di D’Alema avevano cercato di fagocitare il PRI con la sua cultura e le sue tradizioni?
Lavoriamo per le elezioni del 2006, essendo più critici nei confronti del governo e differenziando la nostra linea da quella troppo berlusconiana e favorendo tutti i tentativi per cambiare il sistema elettorale.
Mi sono spiegato?

Addio
CATONE

;)

kid
18-10-02, 11:32
per l'interesse e la preoccupazione che egli mostra nei nostri confronti. Evidentemente egli comprende che i repubblicani portano poco, ma tolgono molto. Poi anch'io sarei felice di vedere il partito all'interno di una coalizione riformatrice senza eccezioni. Sicuramente questa non era l'Ulivo, dove Fassino, Prodi e Rutelli rappresentano ciascuno posizioni diverse ed in conflitto fra loro e tutti comunque sentono l'influenza dei loro animal spirit movimentisti con cui sono in contatto. Davvero non vale la pena di trovare un argomento a proposito, perchè questi tre personaggi sono perfino in contraddizione con quello che sostengono loro stessi. Faccio solo l'esempio dell'intervista di Prodi a Le monde, dove sostiene che il patto di stabilità è rigido e stupido eppure lui è il presidente di quella commissione europea che pretende che tale patto si rispetti. Non parliamo di Rutelli che ha tenuto una posizione alla Camera sulla politica internazionale corretta salvo poi l'ho ascoltato ieri sera i televisione dirsi tutto contento perchè Berlusconi aveva corretto la sua, perchè la guerra è una cosa orrenda. Insomma Rutelli era come Giovanni Berlinguer. Questa compagnia per noi è infrequentabile, abbiamo già dato, non ci interessa. Poi ciò non significa che l'attuale compagnia sia congrua. Anzi, io posso chiedere al partito il tempo della legislatura per fare l'esatto bilancio, ma un'idea ahimè me la sono già fatta e temo non cambi. Ma ricordo a tutti che il Pri ha fatto un'alleanza di legislatura, non un atto di fede. La simpatica vignetta di Franci postata da Nuvola Rossa, è sballata: Non siamo passati con il Polo. Non ci abbiamo mai pensato e mai il Polo ci ha interessato. Abbiamo esperito un alleanza con la casa delle libertà dopo averne esperito una con l'Ulivo. La prima mera insoddisfacente e se tale si mostrasse anche la seconda nel corso del tempo residuo dell'alleanza riprenderemo la nostra libertà. Il che significa concretamente che o si costruisce qualcosa di nuovo con chi ci sta, dubito Fassino, Rutellli e meno che mai Prodi. Oppure si muore da soli, che è sempre una giusta morte. Alla Hans Fallada per chi lo ha letto. Ma non moriamo certo berlusconiani.

echiesa
18-10-02, 11:51
Originally posted by calvin
. Ma non moriamo certo berlusconiani.

Speriamo di poter dire "non moriremo berlusconiani"
saluti
echiesa:fru

Alberich
18-10-02, 12:21
Un appunto a Umberto:
non citerei l'Inghilterra come esempio di multi-polarismo, se mi passi il termine. Neanche Sartori negli ultimi incredibili articoli, mi pare, è arrivato a tanto; e dire che quegli articoli mi hanno lasciato basito per gli sbagli grossolani.

la_pergola2000
18-10-02, 14:30
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


Caro alberich
come sempre sei preciso e puntuale.
Il professor Sartori, come tutti i professori, sono lucidi nell'esposizione e nella metodologia per poi fare brutte figure quando discendono nella pratica.
Comunque rimane sempre una testa pensante che può far risorgere il nostro pensiero quando stà per scemare.

Per Umberto, non ho capito se ci consiglia o vuol essere categorico e farci scoprire cosa sia l'ulivo o il centrosinistra.
Non ho capito se ci ha sollecitato nella discussione e se poi interverrà una volta che gli abbiamo risposto.
comunque vorrei sapere da Umberto se conosce qual'è la storia del PRI nel centrosinistra, fin dai primmi anni sessanta, e che posizione tenevano allora gli ex PCI, comunque è un cosa lontana non centra dirà qualcuno.
Potremo far partire l'analisi dal '94 con i progressisti PDS, che non erano ancora centrosinistra, tanto è vero che non riconoscevano ancora compiutamente l'economia di mercato e votavano contro le privatizzazioni in commissione, e potemo andar avanti.......
Continua.
Ciao

umberto (POL)
18-10-02, 17:34
Originally posted by Catone
Egregi,

vedo che mi si dà del confusionario ed allora non mi sono spiegato bene.
Per me il male peggiore della politica italiana attuale è il bipolarismo, creato da questo sistema elettorale maggioritario; ma perché in Italia ci devono essere due poli, quando in Germania, in francie ed in Inghilterra si presentano alle elezioni almeno 4 poli o partiti?
Perché bisogna per forza votare per un polo della Cdl, che annovera tra le sue componenti AN e la Lega, oppure la coalizione dell’Ulivo, che comprende i massimalisti, cioè bertinotti, il Pdci, i Verdi ed i socialforum?
Nella tanto criticata prima repubblica l’Italia era governata da coalizioni, che si appoggiavano su una forza di centro (la DC) e su forze moderate della Sinistra (il PSI) e su forze laiche liberali riformiste come il PRI ed il PLI. Non è che con quest’ultima affermazione voglio ammucchiare liberali e repubblicani insieme, perchè li differemzia un diverso concetto della libertà ( liberi ma non troppo rispettosi della libertà altrui i primi).
La prima repubblica non è tanto tramontata perché erano venute meno le coalizioni suddette, ma è caduta sulla questione morale….in realtà la maggioranza degli italiani si pronuncia o vorrebbe sempre governi moderati, liberaldemocratici con aperture alla Sinistra.
Il ruolo del PRI è proprio quello di favorire queste aggregazioni e di ritornare ad un saggio equilibrio nella vita politica del paese.
Lo so che questo obiettivo è lontano, ma intanto cominciamo a lavorare per questo.
Io non vedo nenchwe l’opportunità di abbandonare subito l’alleanza con la CDL, ma vorrei che fossimo più critici nei confronti del governo soprattutto per quelle leggi antidemocratiche, che sta promulgando.
Da qui alla fine della legislatura si spera che molti passi saranno compiuti, per arrivare al definitivo abbandono di questo sistema elettorale. Berlusconi potrà essere soppiantato da una crescita delle forze di centro tra UDC e Margherita e i Ds avranno di conseguenza risolto il loro problema interno, scinderanno il loro legame ombelicale con le forze massimaliste della Sinistra e diventeranno finalmente un vero partito socialdemocratico. E allora si potrà andare alle elezioni con quattro poli: il primo di destra, il secondo di centro popolare, il terzo socialdemocratico, il quarto della sinistra postcomunista e si vedrà cosa preferiscono gli Italiani. Da discutere ovviamente il sistema elettorale, che potrebbe essere alla tedesca (proporzionale con sbarramento) oppure alla francesa, maggioritario al doppio turno.
Per me questa è la giusta strada per portare l’Italia sulla linea dei grandi stati democratici.
Non vedo ora il momento per il PRI di lasciare d’emblè la CDL, per buttarsi subito col centrosinistra, cosa facciamo i burattini? E poi ci ributtiamo in braccio ai DS, che con la Cosa 2 di D’Alema avevano cercato di fagocitare il PRI con la sua cultura e le sue tradizioni?
Lavoriamo per le elezioni del 2006, essendo più critici nei confronti del governo e differenziando la nostra linea da quella troppo berlusconiana e favorendo tutti i tentativi per cambiare il sistema elettorale.
Mi sono spiegato?

Addio
CATONE

;)






Ti sei spiegato benissimo. Capisco quale sistema ci proponi e non voglio imporre alcuna scelta.
Solo mi pare assolutamente incoerente perseverare in questi principi e rimanere alleati di Berlusconi!
Con voi Berlusconi non c'entra nulla, si prende solo i vostri voti e poi fa le leggi che vuole lui, più che alleatiu critici mi sembrate servi perchè alla fine i vostri uomini alla camera sono iscritti al Forza italia (sbaglio o la malfa sta laggiù) e obbediscono a Elio vito e Renato Schifani (due grandi riformisti!!!!:D )
Siet alleati di "antidemocratici" come dici tu stesso... li criticate sui ounti fondanti della loro allranza ma state con loro! dov'è la coerenza! Sarebbe più sincereo dire: stiamo con loro perchè ci danno due parlamentari,o meglio ancora sqarebbe per voi essere indipendenti dai poli a livello nazionale, e a livello locale decidere per il meglio!

Poi sui Ds io credo che dopo l'ulitmo congresso la linea socialdemocratica sia ormai fondamentale, come l'iscrizione all'internazionale socialista e al PSE ormai da molti anni.
La scissione con i comunisti c'è già stata, non ce ne è assolutamente bisogno di nuove. Del resto Salvi non è comunista!
E Cofferati è un caso a parte; anche se secondo me è una risorsa indispensabile per il riformismo diessino...

Tu invochi la prima repubblica o il modello tedesco.
Ebbene per ora è impensabile, perlomeno per i prossimi 10 anni; quindi fate di necessità virtù trovate una linae coerente, con l'ulivo (io spero questo ma so che dipende anche molto dall'ulivo) con il polo (combinazione che ritengo ossimorica nella forma e nella sostanza) o da soli (che sarebbe almeno coerente con la vostra storia)

Alberich
18-10-02, 17:41
Sì, Sartori è un grande cattedratico. Una vera testa pensante. Certi scivoloni risultano ancora più incredibili proprio per questo.
Saluti -e grazie-.
m.

umberto (POL)
18-10-02, 17:43
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
Caro alberich
come sempre sei preciso e puntuale.
Il professor Sartori, come tutti i professori, sono lucidi nell'esposizione e nella metodologia per poi fare brutte figure quando discendono nella pratica.
Comunque rimane sempre una testa pensante che può far risorgere il nostro pensiero quando stà per scemare.

Per Umberto, non ho capito se ci consiglia o vuol essere categorico e farci scoprire cosa sia l'ulivo o il centrosinistra.
Non ho capito se ci ha sollecitato nella discussione e se poi interverrà una volta che gli abbiamo risposto.
comunque vorrei sapere da Umberto se conosce qual'è la storia del PRI nel centrosinistra, fin dai primmi anni sessanta, e che posizione tenevano allora gli ex PCI, comunque è un cosa lontana non centra dirà qualcuno.
Potremo far partire l'analisi dal '94 con i progressisti PDS, che non erano ancora centrosinistra, tanto è vero che non riconoscevano ancora compiutamente l'economia di mercato e votavano contro le privatizzazioni in commissione, e potemo andar avanti.......
Continua.
Ciao




Non mi importa cosa è successo nella pima repubblica (dato che ero appena nato), nè cosa è succsso nel 94, so solo che l'ulivo ha attuato la più grande campagna di privatizzazioni della storia italiana... molto più di Tremonti.
Adesso l'ulivo è il centrosinistra socialdemocratico e cristiano riformista.
Dovreste essre voi con la vostra cultura liberaldemocratica a dare nuovo impulso a questa coalizione, se Da'lema vi fagocita non fatevi fagocitare, ci sono tanti leader nell'ulivo, tante persone e tanti liberali.
Spero che troverete il vostro posto nel centrosinistra.
a me non piaciono tanto i rifondaioli ma è indispensabile anche con loro una deisitenza, facendo tutti un passo indietro.

E penso che con l'ulivo non farestre più sacrifici che con berlusconi.

Auguri per il congresso...... e continuerò a seguirvi!

echiesa
18-10-02, 18:09
[QUOTE]Originally posted by umberto
[B]

E penso che con l'ulivo non farestre più sacrifici che con berlusconi.

Ecco, questa frase mi piace proprio, ma proprio tanto.
saluti
echiesa

:fru

nuvolarossa
18-10-02, 19:00
Originally posted by umberto [i]
.............perchè alla fine i vostri uomini alla camera sono iscritti al Forza italia (sbaglio o la malfa sta laggiù) e obbediscono a Elio vito e Renato Schifani.........
------------------------------------------------------------------------------------
Caro umberto,
devo correggere questa parte del tuo messaggio col dirti che, alla Camera, il Partito Repubblicano Italiano non fa parte del gruppo di Forza Italia, in quantoche' ha partecipato a costituire un gruppo che si chiama:

gruppo misto "Liberal democratici repubblicani nuovo Psi".

Questo importante elemento politico-organizzativo "dovrebbe" comportare delle variazioni ai ragionamenti susseguenti che tu hai elaborato nel tuo intervento...venendo a mancare un legame diretto con FI da cui tu derivavi uno stato di "servile" sudditanza.

Per una eventuale tua documentazione in proposito ti rimando al thread---->

cliccare qua sotto:
Gruppo Liberaldemocratici, Repubblicani, Nuovo PSI (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=16590&highlight=parlamentare)

Un fraterno saluto

la_pergola2000
20-10-02, 21:13
Da come esponi sembra che sei un vero democratico, perciò con te la discussione diventa più sciolta e profonda.
Citavo il '94 a solo scopo di memoria storica, dovrai convenire, che quando si discute di politica si deve andare per forza indietro nella storia di ogni partito, se no cosa costruiamo? anche le tue affermazioni , i tuoi inviti si rifanno al passato altrimenti non avrebbero significato alcuno, parleremmo della nazionale o giù di lì.
Ti informo che il PRI ha partecipato all'ulivo in tutte le sue forme organiche, a livello centrale e periferico, non so se lo sai ma il partito ha perduto a destra il suo elettorato di opinione, mentre i dirigenti si sentivano di sinistra o perlomeno alcuni praticavano le amministrazion di sinistra e di centrosinistra, anche con rifondazione comunista, che come tu saprai è sempre stata nelle amministrazioni locali, anche se ha fatto cadere il governo Prodi.
Il tanto entusiasmo alle amministrative scorse non era una novità, perchè le amministrazioni uscenti erano le stesse di quelle scadute.
A livello nazionale il PRI aveva appoggiato con grande entusiasmo la candidatura di Prodi, che, come Amministratore pubblico di grandi aziende, aveva portato luci ed ombre , ma in quel momento rappresentava una candidatura credibile per i repubblicani, in quando era la sintesi del centrosinistra ed era l'uomo che poteva traghettare al governo gli ex comunisti, ed i comunisti con grande autorità.
Non ci fu un solo repubblicano che criticò quella scelta sia a livelo nazionale che locale, anche se molti dirigenti repubblicani erano già nel pds.
Tutto andò bene fino a quando i comunisti di bertinotti, non si sa per quale insofferenza interna o per crisi di rapporti con il PDS, tolsero la fiducia al governo Prodi, si rifece un governo, non le elezioni e quello fù lo sbaglio di Scalfaro e di D'Alema, probabilmente anche di Amato, grande consigliere di D'Alema.
Veltroni prese la segreteria del PDS e volle fare la cosa due, poi ds, da lì una serie di eventi portarono il pri sempre più lontano dai DS e dall'alleanza di governo fino alla beffa della richiesta di voti da parte di Amato per il suo governo per poi non riconoscere un alleato con la pari dignità come si faceva sempre dal '45 ad oggi nelle alleanze di governo e locali.
Già in precedenza a livello locale, tutta una serie di comportamenti indegni di personaggi politici democratici
avevano dissanguato il PRI dei suoi dirigenti locali, con conseguente perdita di elettorato, tu capirai che quando si è in
crisi di voti nascono anche gli accaparratori di posti, per cui all'interno del pri ci fù anche una crisi interna che si protrasse fino all'anno scorso.
Non so se tu segui la politica pratica o la politica parlata, perchè le due cose sono ben distinte, bisogna conoscere le persone che fanno politica, praticarle, vederle all'opera, gli effetti che hanno le loro decisioni, ecc. ec. ecc.
Ora ti saluto e ti auguro una buona settimana.

nuvolarossa
20-10-02, 23:46
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI31.JPG

la_pergola2000
21-10-02, 13:18
in attesa della risposta di Umberto.......
Caro red cloud non mi dispiace l'ultimo logo, prova a metterci il tricolore e vediamo l'effetto che fà.
ciao.

lucifero
21-10-02, 14:09
Originally posted by Catone

Ritengo che il PRI per il momento debba restare, obtorto collo, nel centrodestra ma in una posizione più critica, cercando di correggere, per quanto può, tutte le storture messe in atto dal Berlusconismo. Oltretutto un tale atteggiamento critico gli darebbe visibilità.
Nel frattempo bisognerà lavorare per formare il cosiddetto terzo polo

Quale sarebbe il senso di questa partecipazione critica?

il PRI per la CdelleL

Il PRI non serve a Berlusconi né come voti (quelli se li era già presi), né come idee (non mi sembra che venga tenuto in gran considerazione).
Secondo me un ruolo interno ma critico come quello che si stanno ritagliando gli ex-DC non è applicabile al PRI.
Berlusconi lo ha co-optato solo come fiore all'occhiello, non come aggancio, che so, alle gerarchie ecclesiastiche. E un fiore all'occhiello perché si dovrebbe lamentare? A meno che il capo non lo voglia usare come il ghetto di Terezin, per mostrare quanto è bravo e tollerante (vedete? Gli permetto di lamentarsi nonostante li abbia fatti sopravvivere IO).

la CdelleL per il PRI

Qual'è il vantaggio per il PRI, a continuare nell'alleanza (o ad estenderla, a questo punto, a Lega ed AN...)?
Tenere fede all'impegno? Ma se nessuno sa quale fosse e con chi; e poi penso che comportasse la visibilità che era stata promessa o ventilata, quindi è stato disatteso. Poi sai che ribaltone: 1 senatore ed un deputato!
Il sottosegretariato? Frutta? E anche fosse, il gioco vale la candela?
O qualcosa in più che si potrebbe ottenere dopo il congresso?

(Oddio, non è che il congresso serve a questo, eh? Per fare vedere al padrone del vapore quanto sono irrequieti quelli della base e quanto quindi c'è bisogno di tenerli buoni in qualche modo...)

echiesa
21-10-02, 15:34
Originally posted by lucifero


Quale sarebbe il senso di questa partecipazione critica?

il PRI per la CdelleL

Il PRI non serve a Berlusconi né come voti (quelli se li era già presi), né come idee (non mi sembra che venga tenuto in gran considerazione).
Secondo me un ruolo interno ma critico come quello che si stanno ritagliando gli ex-DC non è applicabile al PRI.
Berlusconi lo ha co-optato solo come fiore all'occhiello, non come aggancio, che so, alle gerarchie ecclesiastiche. E un fiore all'occhiello perché si dovrebbe lamentare? A meno che il capo non lo voglia usare come il ghetto di Terezin, per mostrare quanto è bravo e tollerante (vedete? Gli permetto di lamentarsi nonostante li abbia fatti sopravvivere IO).

la CdelleL per il PRI

Qual'è il vantaggio per il PRI, a continuare nell'alleanza (o ad estenderla, a questo punto, a Lega ed AN...)?
Tenere fede all'impegno? Ma se nessuno sa quale fosse e con chi; e poi penso che comportasse la visibilità che era stata promessa o ventilata, quindi è stato disatteso. Poi sai che ribaltone: 1 senatore ed un deputato!
Il sottosegretariato? Frutta? E anche fosse, il gioco vale la candela?
O qualcosa in più che si potrebbe ottenere dopo il congresso?

(Oddio, non è che il congresso serve a questo, eh? Per fare vedere al padrone del vapore quanto sono irrequieti quelli della base e quanto quindi c'è bisogno di tenerli buoni in qualche modo...)

O se fosse per fare vedere: il padrone sono io e non se ne parla più: chi è daccordo è così altrimenti fuori???? Viste le proposte per lo Statuto??
saluti
echiesa:fru

umberto (POL)
21-10-02, 17:33
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
Da come esponi sembra che sei un vero democratico, perciò con te la discussione diventa più sciolta e profonda.
Citavo il '94 a solo scopo di memoria storica, dovrai convenire, che quando si discute di politica si deve andare per forza indietro nella storia di ogni partito, se no cosa costruiamo? anche le tue affermazioni , i tuoi inviti si rifanno al passato altrimenti non avrebbero significato alcuno, parleremmo della nazionale o giù di lì.
Ti informo che il PRI ha partecipato all'ulivo in tutte le sue forme organiche, a livello centrale e periferico, non so se lo sai ma il partito ha perduto a destra il suo elettorato di opinione, mentre i dirigenti si sentivano di sinistra o perlomeno alcuni praticavano le amministrazion di sinistra e di centrosinistra, anche con rifondazione comunista, che come tu saprai è sempre stata nelle amministrazioni locali, anche se ha fatto cadere il governo Prodi.
Il tanto entusiasmo alle amministrative scorse non era una novità, perchè le amministrazioni uscenti erano le stesse di quelle scadute.
A livello nazionale il PRI aveva appoggiato con grande entusiasmo la candidatura di Prodi, che, come Amministratore pubblico di grandi aziende, aveva portato luci ed ombre , ma in quel momento rappresentava una candidatura credibile per i repubblicani, in quando era la sintesi del centrosinistra ed era l'uomo che poteva traghettare al governo gli ex comunisti, ed i comunisti con grande autorità.
Non ci fu un solo repubblicano che criticò quella scelta sia a livelo nazionale che locale, anche se molti dirigenti repubblicani erano già nel pds.
Tutto andò bene fino a quando i comunisti di bertinotti, non si sa per quale insofferenza interna o per crisi di rapporti con il PDS, tolsero la fiducia al governo Prodi, si rifece un governo, non le elezioni e quello fù lo sbaglio di Scalfaro e di D'Alema, probabilmente anche di Amato, grande consigliere di D'Alema.
Veltroni prese la segreteria del PDS e volle fare la cosa due, poi ds, da lì una serie di eventi portarono il pri sempre più lontano dai DS e dall'alleanza di governo fino alla beffa della richiesta di voti da parte di Amato per il suo governo per poi non riconoscere un alleato con la pari dignità come si faceva sempre dal '45 ad oggi nelle alleanze di governo e locali.
Già in precedenza a livello locale, tutta una serie di comportamenti indegni di personaggi politici democratici
avevano dissanguato il PRI dei suoi dirigenti locali, con conseguente perdita di elettorato, tu capirai che quando si è in
crisi di voti nascono anche gli accaparratori di posti, per cui all'interno del pri ci fù anche una crisi interna che si protrasse fino all'anno scorso.
Non so se tu segui la politica pratica o la politica parlata, perchè le due cose sono ben distinte, bisogna conoscere le persone che fanno politica, praticarle, vederle all'opera, gli effetti che hanno le loro decisioni, ecc. ec. ecc.
Ora ti saluto e ti auguro una buona settimana.




Pergola,
Finalmente qualcuno con cui discutere seriamente!
La mia memoria storica data l'età non può andare tanto indietro ma certo è importante conoscere la storia di un partito (e in questo ringrazio tutti coloro che intervengono); non volevo ovviamente cancellara secoli di storia ma far presente ch dal PCI al PDS ai DS c'è stato un cammino e ci sono ora nuove posizioni con cui confrontarsi.

Sono d'accordo con te che nel '98 saremmo dovuti andare ad elezioni e Amato non si capisce da dove saltasse fuori e come si fosse riciclato, ma la paura di vedersi vincere Berlusconi teneva ancora insieme (grazie ai vari udr-udeur, cossiga e cossutta) la "maggioranza".

So anche che purtroppo il PRI ha subito parecchie provocazioni da parte dell'ulivo.

Non capisco se però tra i colpevoli di queste provocazioni indichi Veltroni con la cosa 2 che sarebbero i Ds.
Anche se i Ds nacquero a febbraio del 98 e il governo cadde a metà inverno circa.
I Ds sono il naturale processo che ha portato a lasciarsi alle spalle "falce e martello" ed era indispensabile per approdare alla socialdemocrazia europea-PSE.

Ed hai anche ragione che la politica di cui parlo è forse solo parlata, teorica, che non si basa su fatti ma buoni principi.


Pertanto avrei una idea che non si sposta dal web:
sul sito dell'ulivo (www.ulivo.it segnato come mia homepage per fare un pò di pubblicità) spesso siamo riusciti a portare fra noi molti politici (la melandri, la bindi, berlinguer ed altri di vari partiti del centrosinistra), e se non la ritieni una cosa stupida, vorrei provare a chiedere loro le ragioni di dell'abbandono dell'ulivo da parte del PRI, SE (anche perchè dipende sia dall'ulivo come da PRI) si possa tornare indietro e come...
Non penso che siano l'oracolo di delfi ma può essere interessante

a presto
UMBERTO

umberto (POL)
21-10-02, 17:43
Originally posted by lucifero


Quale sarebbe il senso di questa partecipazione critica?

il PRI per la CdelleL

Il PRI non serve a Berlusconi né come voti (quelli se li era già presi), né come idee (non mi sembra che venga tenuto in gran considerazione).
Secondo me un ruolo interno ma critico come quello che si stanno ritagliando gli ex-DC non è applicabile al PRI.
Berlusconi lo ha co-optato solo come fiore all'occhiello, non come aggancio, che so, alle gerarchie ecclesiastiche. E un fiore all'occhiello perché si dovrebbe lamentare? A meno che il capo non lo voglia usare come il ghetto di Terezin, per mostrare quanto è bravo e tollerante (vedete? Gli permetto di lamentarsi nonostante li abbia fatti sopravvivere IO).

la CdelleL per il PRI

Qual'è il vantaggio per il PRI, a continuare nell'alleanza (o ad estenderla, a questo punto, a Lega ed AN...)?
Tenere fede all'impegno? Ma se nessuno sa quale fosse e con chi; e poi penso che comportasse la visibilità che era stata promessa o ventilata, quindi è stato disatteso. Poi sai che ribaltone: 1 senatore ed un deputato!
Il sottosegretariato? Frutta? E anche fosse, il gioco vale la candela?
O qualcosa in più che si potrebbe ottenere dopo il congresso?

(Oddio, non è che il congresso serve a questo, eh? Per fare vedere al padrone del vapore quanto sono irrequieti quelli della base e quanto quindi c'è bisogno di tenerli buoni in qualche modo...)

Scusate non voglio fare l'avvocato della cdl ma con chiunque vi alleate finchè state all'1% non avrete tanti deputati!

Anche se l'ulivo ai Verdi + SDI (2%) abbiamo dato rispettivamente 7 e nove deputati. :p

Comunque il ribaltone non conta nel parlamento ma nel PAESE, è lì che si giocano le prossime sfide. A partire dalle cospicue amministrative di primavera.( 2 regioni=aosta e friuli, 12 provincie, 10 capoluoghi e 83 comuni superiori i 15.000 abitanti).

kid
21-10-02, 18:43
e provo una sincera commozione. Berlinguer Luigi, credo sia entusiasta del fatto che ce ne siamo andati, essendo per lui dei veterolaicisti, perchè ci siamo permessi di contrastare la sua magnifica legge sulla scuola. La Melandri non sa nemmeno che esistiamo, come non sa che esiste quasi niente, poverina, è un caso disgraziato. La Bindi ci odia da sempre burberamente. Caro Umberto hai citato proprio i tre dell'Ave Maria! Li metti insieme e quasi preferisco Previti e Miccichè, tolta la morale istituzionale, fanno meno danni. Pensa tu. Sul percorso dei Ds, infine, la penso come Napoleone Colajanni, ti dice niente questo nome?
"per essere cambiati sono cambiati e se in meglio che avrei dei dubbi, per non dire in peggio". Insomma, tra noi e la sinistra c'è una frattura ideologica seria, grave come quella della guerra fredda e si chiama: riformismo. Mi pare che anche D'Alema, sua specie, se ne rende più o meno conto e un giorno si e un giorno no, Fassino. Poi questo non significa che bisogna restare con l'attuale compagnia. Ma l'ulivo ed i ds, grazie, abbiamo già dato.

umberto (POL)
21-10-02, 19:08
Originally posted by calvin
e provo una sincera commozione. Berlinguer Luigi, credo sia entusiasta del fatto che ce ne siamo andati, essendo per lui dei veterolaicisti, perchè ci siamo permessi di contrastare la sua magnifica legge sulla scuola. La Melandri non sa nemmeno che esistiamo, come non sa che esiste quasi niente, poverina, è un caso disgraziato. La Bindi ci odia da sempre burberamente. Caro Umberto hai citato proprio i tre dell'Ave Maria! Li metti insieme e quasi preferisco Previti e Miccichè, tolta la morale istituzionale, fanno meno danni. Pensa tu. Sul percorso dei Ds, infine, la penso come Napoleone Colajanni, ti dice niente questo nome?
"per essere cambiati sono cambiati e se in meglio che avrei dei dubbi, per non dire in peggio". Insomma, tra noi e la sinistra c'è una frattura ideologica seria, grave come quella della guerra fredda e si chiama: riformismo. Mi pare che anche D'Alema, sua specie, se ne rende più o meno conto e un giorno si e un giorno no, Fassino. Poi questo non significa che bisogna restare con l'attuale compagnia. Ma l'ulivo ed i ds, grazie, abbiamo già dato.

E sia: tenetevi Berusconi.

Prevedevo tanto clamore per questi nomi (comunque berlinguer non luigi, pessima riforma della scuola condivido, ma Giovanni, quello del correntone.... anche peggio? Capisco.)
Comunque abbiamo visto anche Paolo Gentiloni il sindaco di Firenze Domenici.... se vuoi trovare qualcuno con ui discutere lo trovi, se non vuoi un dibattito o lo ritieni inutile allora non inisziare proprio

Dimmi solo una cosa qual'è il politico dell'ulivo ( se c'è) che ti piace di più, e quale del polo.

Altra cosa: spiegami cos'è per te il riformismo, sai tutti si dicoo riformisti, da Prodi a Rutelli a Fassino, perfino tremonyi e Berlusconi si definiscono riformisti. L'ulivo dovrebbe essere per sua natura la "casa dei riformisti."
TRattasi dicapire cosa intendi per riformismo. :)

nuvolarossa
21-10-02, 22:35
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
in attesa della risposta di Umberto.......
Caro red cloud non mi dispiace l'ultimo logo, prova a metterci il tricolore e vediamo l'effetto che fà.
ciao.
-----------------------------------------------------------------------------------
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI32.JPG

kid
22-10-02, 10:41
E cioè un programma di governo che fosse in grado di compiere interventi strutturali per rilanciare l'economia e la competitività del Paese. Il primo punto del programma D'Alema fu indicato ancora prima della campagna elettorale del '96 nel congresso di Roma, nel quale l'allora segretario del Pds parlò esplicitamente di riforma della previdenza come primo e fondamentale capitolo della sua politica. Cofferati lasciò il congresso ed iniziò un braccio di ferro che si concluse con la capitolazione di D'Alema e la formazione del governo Amato. Diciamo comunque che alla guida del Governo D'Alema parlò di riforme in senso lato, lasciando al ministro del tesoro questa incombenza per poi non fare niente. Diciamo che amava pavoneggiarsi con Clinton e Blair, che è comunque meglio che fare i girotondi con Moretti. Dovendo scegliere certo che è meglio Berlusconi a Giovanni Berlinguer uno che sostiene che la violenza dei no global è giustificata dalla violenza del sistema. Sei di Torino ti sarei letta la Stampa che intervistava questo distinto gentiluomo prima del congresso di Pesaro.
Detto questo il governo Berlusconi è sulla stessa china del governo D'Alema, cosa che significa fallimento. A me non piace nessun politico dell'Ulivo, ne rispetto qualcuno, che so Gerardo Bianco, De Mita, ho simpatia per Bertinotti, che all'Ulivo non appartiene, ma solo perchè èpun casinaro non perchè rivuole fondare il comunismo. Nel Polo altrettanto non mi piace nessuno, forse Tabacci, però ho apprezzato Bossi tanto tempo fa, oggi mi è difficile, ma lo rispetto. Il problema che il maggioritario non l'ho voluto io, nè tantomeno il mio partito, ma l'onorevole Occhetto che grazie ad un pugno di giudici pensava che con questo sistema si sarebbe preso il paese in poco tempo. Infine qui si discute con correttezza e civilta e si esauriscono gli argomenti, se poi non si gradiscono le repliche perchè rivelano un mondo di cui si preferirebbe non sapere l'esistenza, non è un problema che mi riguarda.

kid
22-10-02, 11:02
Umberto comunque ha detto una cosa giusta, nel senso che tutti si vantano di essere riformiste, l'ulivo che in verita è una cassa da morto, per inciso lo ha detto il potente o presunto tale onorevole Zani, non io, addirittura si presenterebbe come la casa dei riformisti. Una volta i riformisti erano una cosa i conservatori erano un altra e ci si teneva ben distinti. I repubblicani non erano riformisti, nel senso che non volevano per forza le riforme come principio della loro azione politica, ma erano riformatori, ossia erano favorevoli alle riforme in senso lato senza esserne per forza obbligati. Insomma rispetto alle correnti ideologiche del secolo che hanno solcato la sinistra, quella massimalista e quella riformista, il Pri era pragmatico ed evitava diatribe ideologiche, che toccarono il ridicolo quando per esempio, per confutare Marx l'onorevole Craxi, che aveva pur ragione, si appoggiò a Proudhmne, brav'uomo per carità. Pci e Psi in realtà erano entrambi forze riformiste, una sulla materia economica, maggiore potere di controllo ai peroduttori, l'altro sulle istituzioni, ma la bandiera riformista era agitata dal Psi craxiano contro la veteroideologia del comunismo, tant'è che fino ad Occhetto incluso i programmi di quel partito evitavano di usare persino quella definizione in casi di palese comunità di intenti. D'Alema infranse quel tabù e recuperò il pensiero craxiano. Consiglio ad Umberto il libro della Mafai "Dimenticare Berlinguer" meglio dei vari saggi del nostro baffino di ferro. Poi come e più di Craxi D'Alema amava pavoneggiarsi, ma per lo meno ha infranto un tabù, anche se proprio per questo è finito in disgrazia nel suo partito e credo che verrà accantonato presto. Perchè i Ds non sono riformisti, sono con Cofferati e Giovanni Berlinguer. Una sola riforma a futura memoria compiyta dall'onorevole Craxi, ma decisiva: l'abolizione della scala mobile. Ma quanto ce ne è voluta e chissà quando ne vedremo un'altra.

umberto (POL)
22-10-02, 17:35
Originally posted by calvin
E cioè un programma di governo che fosse in grado di compiere interventi strutturali per rilanciare l'economia e la competitività del Paese. Il primo punto del programma D'Alema fu indicato ancora prima della campagna elettorale del '96 nel congresso di Roma, nel quale l'allora segretario del Pds parlò esplicitamente di riforma della previdenza come primo e fondamentale capitolo della sua politica. Cofferati lasciò il congresso ed iniziò un braccio di ferro che si concluse con la capitolazione di D'Alema e la formazione del governo Amato. Diciamo comunque che alla guida del Governo D'Alema parlò di riforme in senso lato, lasciando al ministro del tesoro questa incombenza per poi non fare niente. Diciamo che amava pavoneggiarsi con Clinton e Blair, che è comunque meglio che fare i girotondi con Moretti. Dovendo scegliere certo che è meglio Berlusconi a Giovanni Berlinguer uno che sostiene che la violenza dei no global è giustificata dalla violenza del sistema. Sei di Torino ti sarei letta la Stampa che intervistava questo distinto gentiluomo prima del congresso di Pesaro.
Detto questo il governo Berlusconi è sulla stessa china del governo D'Alema, cosa che significa fallimento. A me non piace nessun politico dell'Ulivo, ne rispetto qualcuno, che so Gerardo Bianco, De Mita, ho simpatia per Bertinotti, che all'Ulivo non appartiene, ma solo perchè èpun casinaro non perchè rivuole fondare il comunismo. Nel Polo altrettanto non mi piace nessuno, forse Tabacci, però ho apprezzato Bossi tanto tempo fa, oggi mi è difficile, ma lo rispetto. Il problema che il maggioritario non l'ho voluto io, nè tantomeno il mio partito, ma l'onorevole Occhetto che grazie ad un pugno di giudici pensava che con questo sistema si sarebbe preso il paese in poco tempo. Infine qui si discute con correttezza e civilta e si esauriscono gli argomenti, se poi non si gradiscono le repliche perchè rivelano un mondo di cui si preferirebbe non sapere l'esistenza, non è un problema che mi riguarda.

Mi riferivo alle discussione con l'ulivo non com me!


Evito di parlare del cdonnubio che paventi tra giudici rossi e occhetto.....
Solo una cosa
Follini diche che ai tempi di tangentopoli pochi rubavano e tanto sono stati perseguitati...
Le statistiche di mani pulite sono di un 70% di condannati in definitiva (molti dei quali con patteggiamento).
IL 10% assolto in prescrizione
Il 20% assolti pienamente

kid
22-10-02, 17:55
sarebbe interessante sapere per quali reati sono stati condannati questo '70%. Ossia se si tratta di violazione del finanziamento pubblico, che non è un furto, o corruzione che è un reato al livello del furto, o concussione che è peggio. Sul connubio giudici Occhetto, non intendo dire che Occhetto manovrasse i giudici, lo escluderei conoscendo Occhetto, ma che l'azione dei giudic favorì l'azione di una parte politica che seppe tutelarsi meglio, magari grazie a qualche amico, o perchè semplicemente l'opinione pubblica, forse giustamente, era indignata con gli scandali che colpivano la maggioranza del governo e non l'opposizione. E ripeto forse giustamente, nel senso che si può comprendere questo moto destato da un senso della fiducia tradita. Ma insomma ci si è ben sguazzati dentro, mi pare, ben al di là della soglia minima della giustizia e ancora ci si sguazzerebbe volentieri. Ovviamente sempre su un presupposto fondato, ma per lo meno discutibile. Non ho capito infine quale sarebbe il dibattito sul riformismo nell'Ulivo. L'Ulivo ha avuto la maggioranza per cinque anni, ha fatto tre diversi governi, ha portato un ds alla guida dell'esecutivo, la riforma che ha fatto è la bassanini, quella che autorizza lo spoil system e di cui ora si avvantaggia il centrodestra. Questo è il riformismo dell'Ulivo, la sua occasione sprecata. La prossima che le si darà sarà più probabilmente verso il massimalismo, che in fondo è più congeniale ai 2/3 dei suoi componenti.

echiesa
22-10-02, 21:22
ROZZANO — E' come se si fosse rotta una diga. Dalle dichiarazioni al vetriolo di Antonio Aloise, vicepresidente del consiglio comunale ed esponente di spicco dei Comunisti italiani, che aveva attaccato i repubblicani e la loro «incongruenza tra il livello nazionale e locale», sono passati solo pochi giorni.
Nel frattempo, Aloise è stato pubblicamente sconfessato dai suoi. Mentre, però, a sinistra la situazione sembra quantomeno ricomposta, a destra si scatena un'altra bufera. Ancora al centro, la compagine repubblicana. Questa volta ad intervenire è Paolo Ricca, consigliere di Forza Italia. «Capisco le ragioni del consigliere dei Comunisti italiani Aloise, sull'ambiguità di questa maggioranza che si mantiene con l'apporto di un partito, quello Repubblicano, che a livello nazionale, regionale e provinciale si sente a tutti gli effetti dentro la Casa delle libertà, mentre a Rozzano i suoi esponenti, pur di stare seduti su qualche poltroncina, senza neppure combinare nulla di buono, non si sentono per nulla imbarazzati», dice Ricca.
«L'assessore alle Attività produttive, Michele Procida, vicesindaco ed esponente del Pri rozzanese, ad esempio, nulla ha fatto per impedire il trasferimento della farmacia di Quinto con la conseguenza che il territorio di Rozzano si trova oggi con una farmacia in meno - continua Ricca, che poi insiste sulle elezioni del 2004 -. Anch'io sono alquanto imbarazzato, soprattutto quando il coordinamento di Forza Italia continua a registrare, nei propri uffici di viale Monza, la presenza un giorno sì e uno no, di Procida. Tutto questo per ottenere di essere il candidato sindaco di Rozzano per la Cdl, col tentativo di far passare per fessi, sia la maggioranza che la minoranza. Non accetteremo mai un candidato che governa con il centrosinistra».
«Abbiamo sentito con stupore le parole del consigliere Ricca che, evidentemente non è molto informato neppure sulla vita del suo partito - replicano Michele Procida e Massimo Torchiana, segretario provinciale del Pri -. Riteniamo doveroso precisare alcune questioni false e denigratorie. In primo luogo, Michele Procida non ha mai messo piede nella sede di Forza Italia in viale Monza per alcun motivo. Se però le parole del consigliere Ricca rappresentano la posizione ufficiale di Forza Italia, la segreteria provinciale del Pri ne prende atto. Il Pri ha scelto con chiarezza la propria collocazione politica nazionale in occasione del congresso di Bari. Manteniamo però la nostra autonomia a livello locale. Riteniamo tuttavia che oggi non vi siano le condizioni, a Rozzano, perché il Pri possa decidere qualunque alleanza per le elezioni comunali. I limiti della Cdl nella zona del Sud Milano sono evidenti a tutti; è altrettanto chiaro che senza un salto di qualità il centrodestra rozzanese è destinato a rimanere alla opposizione ancora a lungo».

di Fabio A. Massa

Come ce vonno bene!!!
saluti
echiesa
:fru

la_pergola2000
23-10-02, 14:23
...un saluto ad eugenio chiesa, speriamo che in vista dle congresso si calmi e tiri fuori la sua vera verve repubblicana.

CHI SEMINA MALE RACCOGLIE MALE
CHI SEMINA BENE RACCOGLIE BENE.

CIAO A TE ED AI CONSIGLIERI DI ROZZANO.

la_pergola2000
23-10-02, 14:55
Caro Umberto ti ringrazio della risposta e voglio fare una considerazione sul dato del 70% dei condannati.
E' un dato asfittico senza una base su cui discutere perchè manca il dato totale degli inquisiti, e il dato del diverso grado di condanna.
Potremo continuare a lungo sulle nostre discussioni, ma in pratica le cose sono bene diverse, di fronte ad un reiterato tentativo dei DS provinciali (Pesaro) di fagocitarci, di nominare ad personam personaggi repubblicani (e tu sai quanto è debole la persona umana).
Ad ogni cambio di amministrazione non venivamo neanche invitati al tavolo delle trattative, dal più piccolo comune fino alla regione Marche, la deputata Sbarbati si è presentata da sola, perchè dopo una esperienzxa di vicepresidenza della Regione non siamo neanche stati invitati al tavolo preelettorale.
Di ciò ne ho avuto sentore in tutta italia, non poco prima del congresso di Bari, ma da molto prima, dal '94 per intenderci.
Quando poi si raggiungeva una certa alleanza nascevano dei veti sulle persone, bada bene non persone di malaffare, ma persone degne che potevano prender molti voti e offuscare "forse" la leadership di qualcuno, e potrei continuare, così per quello che ne so io nelle Marche, ma ripeto ho avuto notizie di questo atteggiamento in altre parti d'Italia.
Chi non ha una rappresentanza politica amministrativa, forse me lo insegni, fa difficoltà ad inserirsi nel dibattito, noi con grandi sforzi , anche in soldi, cerchiamo di essere presenti nel dibattito politico della nostra provinca, e non abbiamo padrini, ne sezioni dei ds o dell'ulivo-Ds su cui appoggiarci, anche per non essere riconoscenti a nessuno.
Ti chiedo ancora se hai incarichi a livello politico nei ds perchè dalle informazioni che hai si vede che sei impegnato politicamente e organicamente.
Ti saluto fraternamente, perchè dimostri di essere un vero democratico, salvo quando dinieghi che non conosci la storia del passato, non vorrei che fosse un atteggiamento per non voler discutere, anch'io guardo al futuro, essendo però ben conscio di quello che è successo nel passato.
Mi sembra una cosa un pò strana perchè è un pò di tempo che da parte di una certa sinistra si sente dire che non conosce la storia del proprio partito, sarei curioso di sapere se è un atteggiamento dei giovani insegnato dai vecchi, o è proprio una ignoranza, se fosse così, ambedue le cose sarebbero gravi e bisognerebbe fare un esame di coscienza, perchè un partito che perde la propria storia o la rifiuta a tutti i costi, è una cosa molto grave, forse la ritiene impresentabile per non dare ragione a quelli che nel passato l'avevano criticata, e mettici nel novero i repubblicani, la cosa più schietta e democratica sarebbe riconoscere laicamente i propri errori e tutti insieme andare avanti, per molti della sinistra un approdo sarebbe il PRi, ma organizzativamente "purtroppo" il partito è carente.
Perciò ti invito a discutere sempre con noi e potrai trovare un dibattito serio e profondo.
Ti invito a leggere il sito www.pripesaro.it così potrai confrontare le tue e le nostre posizioni.

kid
23-10-02, 15:57
sulla Sbarbati? Non ha lasciato il pri. Detesta l'attuale coalizione, e va beh, si è candidata alle politiche contro l'Ulivo, anch'io: E' una di noi! La Sbarbati è una di noi. Luciana torna!

echiesa
23-10-02, 16:15
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
...un saluto ad eugenio chiesa, speriamo che in vista dle congresso si calmi e tiri fuori la sua vera verve repubblicana.

CHI SEMINA MALE RACCOGLIE MALE
CHI SEMINA BENE RACCOGLIE BENE.

CIAO A TE ED AI CONSIGLIERI DI ROZZANO.

E secondo te questa degli ultimi due anni che è?????Ed in Lombardia sono tutti belli schierati ed allineati, fai un pò te.
TREMATE, CHE STO PER ARRIVARE!!!!!!!!!!!
UN FANTASMA SI AGGIRA PER I SALONI DEL TEATRO DI RIETI.
NON HA MOLTI CAPELLI, FUMA E PORTA GLI OCCHIALI
ATTENTI ATTENTI
saluti
echiesa:fru

kid
23-10-02, 17:01
Che fate di bello a Rieti Echiesa? Chi semina bene, chi semina male. Caro Pergola vorrei avere le tue certezze.

echiesa
23-10-02, 17:44
Ma come, il Congresso non è a Rieti???? Cavolo, e dove ho prenotato???????
Siiiiiiii, Fiuggi, hai ragione, scusa.
Ripetiamo allora:
TREMATE CHE STO PER ARRIVARE!!!!!!!!!
UN FANTASMA SI AGGIRA PER I SALONI DEL TEATRO DI FIUGGI
NON HA MOLTI CAPELLI, FUMA E PORTA GLI OCCHIALI
ATTENTI, ATTENTI
Saluti
echiesa:fru
e mo chi glielo dice a quello dell'albergo di Rieti???

lucifero
23-10-02, 17:56
Originally posted by echiesa
e mo chi glielo dice a quello dell'albergo di Rieti???
Ti ci passo io, con una mia amichetta.
Vedo se può annullare; se proprio non fosse possibile, ti faccio mandare il conto a casa, anche per lo champagne:K

echiesa
23-10-02, 18:00
Originally posted by lucifero

Ti ci passo io, con una mia amichetta.
Vedo se può annullare; se proprio non fosse possibile, ti faccio mandare il conto a casa, anche per lo champagne:K

Ok, accc. becco ( si in effetti ce l'ho) e pure bastonato: se invece dello champagne un'acqua minerale naturale??
saluti
echiesa:fru

lucifero
23-10-02, 18:11
Originally posted by echiesa
beccoNo, non è hussita, l'amata creatura, stai tranquillo!

la_pergola2000
23-10-02, 20:32
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


da un pò di tempo è vietato fumare dappertutto salvo che nei fumoir.
Attento echiesa ti potresti beccare qualche multa.
Lucifero sei un traditore, non ho fatto in tempo a pensarlo che già mi hai fregato.
ciao a tutti.

kid
24-10-02, 11:59
Echiesa a Rieti da venerdì a domenica ad aggirarsi per un albergo deserto. Ve lo immaginate? Con la collera che gli montava per la fine del partito ed il grande tradimento. E poi lunedì a scrivere sul forum che ormai il pri era stato assorbito in Forza Italia e non esisteva più. E noi a dirgli che era così, anzi che Berlusconi è meglio di Mazzini, il Milan l'unica squadra in Europa e i Savoia dei simpaticoni! Perchè non sono stato zitto?

Garibaldi
24-10-02, 14:15
ora comincio a capire come imposta i suoi ragionamenti politici il nostro eugenio nazionale!!!!!
Comincia col prendere una cartina geografica e la gira verso il centro spostato un po' a sinistra e poi comincia a ragionare!!!!!!!11
TRaguarda il tutto di sbieco, magari abche socchiudendo l'occhio destro, quello sinistro e' suficiente!!!!e poi, come al solito, sbatte la testa contro la murata della nave!??!!?!?
Attenzione Eugenio, che quando torni a casa, se sei pasato da sinistra, devi bbligatoriamente tenere la destra?!?!?!!?non ti sbagliare!!

kid
24-10-02, 14:24
Ovviamente Garibaldi parla di Scalfari.

echiesa
24-10-02, 16:50
Originally posted by calvin
Echiesa a Rieti da venerdì a domenica ad aggirarsi per un albergo deserto. Ve lo immaginate? Con la collera che gli montava per la fine del partito ed il grande tradimento. E poi lunedì a scrivere sul forum che ormai il pri era stato assorbito in Forza Italia e non esisteva più. E noi a dirgli che era così, anzi che Berlusconi è meglio di Mazzini, il Milan l'unica squadra in Europa e i Savoia dei simpaticoni! Perchè non sono stato zitto?


:ek3 :i e chiesa a Rieti nell'albergo sbagliato.
:-00002 Giovane ed avvenente turista viene in albergo e non sa che fare.
:-00004 echiesa ci prova.
:xy echiesa ci riesce
:5 a questo punto echiesa saluta il Congresso ed i Congressisti.
saluti
echiesa:fru

nuvolarossa
25-10-02, 16:10
IL PRI di RAVENNA al CONGRESSO....

Il Pri conta in provincia di Ravenna 2178 iscritti, per un totale di 63 sezioni, di cui 47 nel capoluogo.
Alle ultime elezioni amministrative, nel maggio 2001, l'Edera ha ottenuto il 3.76 per cento dei voti in provincia e il 6.23 per cento a Ravenna città. Alla fine degli anni '60 i suffragi si attestavano rispettivamente sul 10 e il 20 per cento.
Il Pri è membro di maggioranza nell'amministrazione provinciale e nelle amministrazioni comunali di Ravenna, Bagnacavallo, Cervia, Faenza, Fusignano e Russi.
Al congresso nazionale di Fiuggi partecipano 53 delegati ravennati, in rappresentanza di 57 sezioni.

umberto (POL)
25-10-02, 17:36
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
Caro Umberto ti ringrazio della risposta e voglio fare una considerazione sul dato del 70% dei condannati.
E' un dato asfittico senza una base su cui discutere perchè manca il dato totale degli inquisiti, e il dato del diverso grado di condanna.
Potremo continuare a lungo sulle nostre discussioni, ma in pratica le cose sono bene diverse, di fronte ad un reiterato tentativo dei DS provinciali (Pesaro) di fagocitarci, di nominare ad personam personaggi repubblicani (e tu sai quanto è debole la persona umana).
Ad ogni cambio di amministrazione non venivamo neanche invitati al tavolo delle trattative, dal più piccolo comune fino alla regione Marche, la deputata Sbarbati si è presentata da sola, perchè dopo una esperienzxa di vicepresidenza della Regione non siamo neanche stati invitati al tavolo preelettorale.
Di ciò ne ho avuto sentore in tutta italia, non poco prima del congresso di Bari, ma da molto prima, dal '94 per intenderci.
Quando poi si raggiungeva una certa alleanza nascevano dei veti sulle persone, bada bene non persone di malaffare, ma persone degne che potevano prender molti voti e offuscare "forse" la leadership di qualcuno, e potrei continuare, così per quello che ne so io nelle Marche, ma ripeto ho avuto notizie di questo atteggiamento in altre parti d'Italia.
Chi non ha una rappresentanza politica amministrativa, forse me lo insegni, fa difficoltà ad inserirsi nel dibattito, noi con grandi sforzi , anche in soldi, cerchiamo di essere presenti nel dibattito politico della nostra provinca, e non abbiamo padrini, ne sezioni dei ds o dell'ulivo-Ds su cui appoggiarci, anche per non essere riconoscenti a nessuno.
Ti chiedo ancora se hai incarichi a livello politico nei ds perchè dalle informazioni che hai si vede che sei impegnato politicamente e organicamente.
Ti saluto fraternamente, perchè dimostri di essere un vero democratico, salvo quando dinieghi che non conosci la storia del passato, non vorrei che fosse un atteggiamento per non voler discutere, anch'io guardo al futuro, essendo però ben conscio di quello che è successo nel passato.
Mi sembra una cosa un pò strana perchè è un pò di tempo che da parte di una certa sinistra si sente dire che non conosce la storia del proprio partito, sarei curioso di sapere se è un atteggiamento dei giovani insegnato dai vecchi, o è proprio una ignoranza, se fosse così, ambedue le cose sarebbero gravi e bisognerebbe fare un esame di coscienza, perchè un partito che perde la propria storia o la rifiuta a tutti i costi, è una cosa molto grave, forse la ritiene impresentabile per non dare ragione a quelli che nel passato l'avevano criticata, e mettici nel novero i repubblicani, la cosa più schietta e democratica sarebbe riconoscere laicamente i propri errori e tutti insieme andare avanti, per molti della sinistra un approdo sarebbe il PRi, ma organizzativamente "purtroppo" il partito è carente.
Perciò ti invito a discutere sempre con noi e potrai trovare un dibattito serio e profondo.
Ti invito a leggere il sito www.pripesaro.it così potrai confrontare le tue e le nostre posizioni.

Odio i Pc che si spengono da soli..... ti avevo risposto ma qualcosa non ha funzionato:

Sintetizzo:

-il dato su tangentopoli arriva del "il fatto" del 30 maggio 2002 (o giugno non ricordo)

-Ti ringrazio del complimento secondo cui avrei cariche politiche nei Ds. no non ho alcuna carica anche se seguo con attenzione questo partito e il suo evolversi.

-So che avete subito tentativi di inglobamento e insofferenza a livello locale, ti chiedo anche questo no è dovuto anche all'incoerenza politica del PRI tra locale e nazionale? questo in un sistema maggioritario porta molti problemi.

-Io ho qualche difficoltà a discutere di un periodo storico (la 1 repubblica) che non conosco direttamente ma solo attraverso giornali, libri ecc.
Della prima repubblica conosco solo le linee essenziali ma non perchè qualcuno non me le abbia volutemente tenute nascoste.
E non ho alcun problema a riordare i gravi sbagli commessi dagli attuali Ds, anzi.

A presto UM

umberto (POL)
25-10-02, 17:40
A TUTTI i PRInni dopo questo congresso sarebbe interessante che ci diceste qual'è la vostra linea nazionale.

:fru :fru

nuvolarossa
25-10-02, 17:47
PRInni e' la prima volta che la vedo !!

umberto (POL)
25-10-02, 20:34
Originally posted by nuvolarossa
PRInni e' la prima volta che la vedo !!

Nuvolarossa, sai noi tra:
D'alemiani
Prodiani
Cofferatiani
Rutelliani
Bertinottiani
Girotondini-Morettiani
Dipetristi
...(e fossero solo questi!)

abbiamo dovuto dar fondo a tutta la nostra fantasia :) :(

La vita è bella perchè è varia..... anche se quella dell'Ulivo è anche troppo varia!

:D

nuvolarossa
25-10-02, 20:56
Caro Umberto,

non ti devi rammaricare piu' di tanto...delle diversita' interne dell'Ulivo (ed anche di quelle interne ai DS)......tra meno di un mese con la complicita' di Casini...tutte le varie componenti da te citate: D'alemiani, Prodiani, Cofferatiani, Rutelliani, Bertinottiani, Girotondini, Morettiani, Dipetristi ed ancora....Popolari, Democratici, Mastelliani, Verdi, Ex-vari-riciclati, Cossutiani.....etc.... avranno modo di concordare su una azione "programmatica" (sic) comune, ...quella di spellarsi le mani dagli applausi....per la visita del Papa alla Camera dei Deputati.
Sara' il Monarca della Chiesa Cattolica a coagulare e ricompattare tutte le anime monarchiche della sinistra all'italiana.....con la forza del "verbo" e lo slogan "pace agli uomini di buona volonta".

Un fraterno saluto.

umberto (POL)
25-10-02, 21:10
E' vero che la chiesa cattolica esercita tropa pressione sullo stato italiano, è innegabile che la cultura cattolica sia dappertutto.
Tuttavia nutro profondo rispetto per il papa e per il suo sincero impegno cristiano e umano.
E non sarei dispiaciuto se lo applaudissero tutti.

In fondo Giustizia (prima di tutto) e Pace sono anche i fondamenti della sinistra.

nuvolarossa
25-10-02, 21:25
Caro Umberto,

beh, anch'io porto rispetto al Papa....soprattutto perche' ha contribuito a far cadere il muro di Berlino...ed il comunismo....ma a ognuno il suo mestiere....la sua carita' la vada a mostrare nelle carceri, nei bassi napoletani, tra i disoccupati del sud..... o tra i poveri barboni emarginati del centro-nord !
Il Papa che se ne stia in Vaticano a dire messe ed a pregare per noi poveri peccatori.....solo due settimane fa... ha canonizzato uno dei piu' accaniti sostenitori del nazifascismo e di Pinochet....( fabbrica piu' Santi il Vaticano che Auto la FIAT )....l'anno scorso ha fatto beato Pio IX, accanito nemico della democrazia, assassino di patrioti repubblicani e nemico dell'Unita' d'Italia... e tutti giu' da vecchi ex-comunisti allevati nelle sagrestie.... a spellarsi le mani dagli applausi.
Ora capisco perche' alla beatificazione di Escrivà de Balaguer.... un noto catto-comunista, amante delle barche a vela ... stava in prima fila....."gratta, gratta il russo...ed uscira' il cosacco"

Alberich
26-10-02, 02:13
C'è una lettera di Bogi e firmata da altri parlamentari rivolta a Casini.


Roma, 26 settembre ’02


Caro Presidente,
sentiamo l’esigenza di manifestarti il nostro interesse all’iniziativa che hai ritenuto di prendere invitando il Pontefice a tenere una allocuzione ufficiale nella nostra Aula. E’ la prima volta nella storia parlamentare italiana, per quanto ricordiamo, che il Capo di una confessione religiosa è invitato a prendere la parola dinanzi all’Assemblea, prima espressione della sovranità popolare.
Siamo consci che lo Stato democratico che abbiamo costruito non è uno Stato etico e che nessuno voglia invocare questa trasformazione; ma è oggettivo l’interesse ad rafforzare l’etica pubblica come uno degli elementi basilari della vita sociale. Se questo è uno dei grandi problemi di questo periodo, esso passa necessariamente anche attraverso un forte scambio di riconsiderazione dell’accento etico di cui le confessioni religiose sono parte storicamente importante, anche se, ovviamente, non esclusiva. In questa ottica attendiamo con estremo interesse di ascoltare il Capo della Chiesa cattolica. Con eguale interesse siamo certi dell’importanza di ascoltare, nell’immediato futuro, le parole dei responsabili di confessioni religiose che hanno già trovato nella sottoscrizione delle intese previste dalla nostra Costituzione, il riconoscimento della loro significativa presenza nel nostro Paese.
Confidiamo che il confronto diretto con i principi etici, di cui ciascuno di questi grandi attori della scena sociale è portatore, si congiunga con le esigenze di rafforzamento dell’ethos pubblico, elemento importante di uno stato democratico e laico, che emergono nel mondo politico e sociale aldilà di ogni appartenenza religiosa.
Cordialmente
Giorgio Bogi
Enzo Bianco
Alfredo Biondi
Giorgio Benvenuto

nuvolarossa
27-10-02, 14:44
La Malfa: abbandonare i Ds è stata una scelta necessaria per sopravvivere

FIUGGI – Data per assodata la scelta di campo dell'alleanza con la Casa delle Libertà, i Repubblicani italiani ieri si sono confrontati sui modi della loro presenza nella coalizione che, ribadiscono, deve essere «leale ed autonoma». Un'autonomia che, secondo il presidente del partito Giorgio La Malfa «è pienamente garantita dalla Cdl». In un appassionato intervento, La Malfa ha spiegato che «uscire dall'alleanza con i Ds è stata una condizione di sopravvivenza per gli ideali del Pri, e per garantire l'autonomia del partito» che, per il presidente, ai repubblicani è riconosciuta nella Cdl. «La legge Cirami – ha spiegato – non mi è piaciuta e non l'ho votata, e nessuno si è permesso di dir nulla su quello che ho fatto. Nel centrosinistra, invece, si può discutere ma alla fine si deve obbedire e basta». Nella seconda giornata del congresso è intervenuta anche Anita Garibaldi, la pronipote dell'eroe dei due Mondi per dire: «Bisogna rifare l'Italia; nel nome di mio nonno il Pri deve ripartire dal Meridione». Oggi ci sarà la replica del segretario nazionale del Partito, Francesco Nucara (che ieri ha annunciato il ritorno in edicola de «La voce Repubblicana»); quindi i delegati voteranno le mozioni ed eleggeranno il nuovo consiglio nazionale.

umberto (POL)
27-10-02, 16:44
Originally posted by nuvolarossa
La Malfa: abbandonare i Ds è stata una scelta necessaria per sopravvivere

FIUGGI – Data per assodata la scelta di campo dell'alleanza con la Casa delle Libertà, i Repubblicani italiani ieri si sono confrontati sui modi della loro presenza nella coalizione che, ribadiscono, deve essere «leale ed autonoma». Un'autonomia che, secondo il presidente del partito Giorgio La Malfa «è pienamente garantita dalla Cdl». In un appassionato intervento, La Malfa ha spiegato che «uscire dall'alleanza con i Ds è stata una condizione di sopravvivenza per gli ideali del Pri, e per garantire l'autonomia del partito» che, per il presidente, ai repubblicani è riconosciuta nella Cdl. «La legge Cirami – ha spiegato – non mi è piaciuta e non l'ho votata, e nessuno si è permesso di dir nulla su quello che ho fatto. Nel centrosinistra, invece, si può discutere ma alla fine si deve obbedire e basta». Nella seconda giornata del congresso è intervenuta anche Anita Garibaldi, la pronipote dell'eroe dei due Mondi per dire: «Bisogna rifare l'Italia; nel nome di mio nonno il Pri deve ripartire dal Meridione». Oggi ci sarà la replica del segretario nazionale del Partito, Francesco Nucara (che ieri ha annunciato il ritorno in edicola de «La voce Repubblicana»); quindi i delegati voteranno le mozioni ed eleggeranno il nuovo consiglio nazionale.




Nel centrosinistra chi è che obbedicse agli ordini di scuderia??? :D :eek:

Per forza che non glie non importa nulla a Berlusconi se il PRI non vota la Cirami: sono 2 deputati e la maggioranza ne ha 100 in più dell'opposizione!
Se è per questo altri 80 deputati cdl (a acrutinio segreto) non hano votato la cirami!

Più autonomo di così il PRI non potrebbe essere, c'è un vuoto creato atorno a lui: su la stampa vi hanno concesso 5 righe per il congresso! Niente ansa, nessun articolo nè su giornali di destra nè di sinistra.
Radioradicale neppure trasmette il congresso e pochissimi sanno che ancora esiste il PRI.

Penso che la tecnica di Berlusconi sia questa: si prende i voti e vi lascia fare ciò che volete.

nuvolarossa
27-10-02, 23:30
........su la stampa vi hanno concesso 5 righe per il congresso !.......
umberto
-----------------------------------------------------------------------------------
mi spiace deluderti ma le righe sono molte di piu'....puoi contarle tu stesso.....su una parte degli articoli di questa mattina.....senza contare quelli di ieri e quelli che usciranno domattina.....

http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=84&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://62.110.253.162:80/approfondimenti/index.aspx?id=151483
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=166&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://www.gazzettadelsud.it:80/edizioni/interni/edz-in.asp?ART=006
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=40&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://www.ilmattino.it:80/hermes/20021027/NAZIONALE/SPECIALI/CECE.htm
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=250&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net:80/chan/25/2:3800581:/2002/10/27
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=133&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://www.giornaledibrescia.it:80/giornale/2002/10/26/02,INTERNO/T20.html
http://www.giornaledibrescia.it/cgi-bin/cerca.archivio?keyword=Congresso+pri

umberto (POL)
28-10-02, 00:10
Originally posted by nuvolarossa
........su la stampa vi hanno concesso 5 righe per il congresso !.......
umberto
-----------------------------------------------------------------------------------
mi spiace deluderti ma le righe sono molte di piu'....puoi contarle tu stesso.....su una parte degli articoli di questa mattina.....senza contare quelli di ieri e quelli che usciranno domattina.....

http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=84&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://62.110.253.162:80/approfondimenti/index.aspx?id=151483
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=166&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://www.gazzettadelsud.it:80/edizioni/interni/edz-in.asp?ART=006
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=40&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://www.ilmattino.it:80/hermes/20021027/NAZIONALE/SPECIALI/CECE.htm

http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=250&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net:80/chan/25/2:3800581:/2002/10/27
http://www.presstoday.com/jumptod.php?paper=133&totp=6&qlayout=PT0401QFREEIT&url=http://www.giornaledibrescia.it:80/giornale/2002/10/26/02,INTERNO/T20.html
http://www.giornaledibrescia.it/cgi-bin/cerca.archivio?keyword=Congresso+pri


Siamo a 10 righe

Comenque sui giornali nazionali (stampa corriere repubblica) o telegiornali per ora niente (fino ad oggi).
Non che la cosa mi faccia piacere.

Diciamo la verità: quasi tutti vi credono spariti tra i fiumi della prima repubblica... non puoi negarlo nuvolarossa

nuvolarossa
28-10-02, 00:50
Sono stati dati servizi (anche se non molto lunghi) anche sui telegiornali della Rai e di Mediaset.....evidentemente ti sono sfuggiti oppure non li hai seguiti......e chi ci crede spariti dallo scacchiere politico evidentemente segue la politica in modo abbastanza superficiale....senno' dovrebbe ben saperlo della nostra presenza sulle scene politiche dal 1895 (107 anni !)
Ma in Italia molti seguono la politica cosi' come seguono il calcio.....credono di essere tutti degli allenatori della Nazionale o dei Primi Ministri....ma sono semplicemente degli "ultras" da curva sud....tante grida e poco cervello!

la_pergola2000
28-10-02, 13:46
Caro Umberto dapprima chiedi consigli e poi insinui e giri attorno al PRI come un gattino innamorato.
Quello che dici è vero ci sono poche notizie sul PRI nella stampa nazionale, non pensi che noi non ce ne rammarichiamo? Ti prego di non affondare il coltello nella piaga.
Però la realtà è quella che è, sia il PRI nazionale che regionale non fanno niente per uscire sulla stampa, e d'altra parte i giornalisti fanno notare di più le divergenze che le compatibilità. perchè le liti fanno più notizia che le belle azioni e i buoni propositi.
Con due deputati senza nessun potere o quasi, cosa si può fare di più.
Ci sono anche altre cose ora vado a pranzo.
ciao.

Alberich
28-10-02, 14:04
Oggi sul Corriere e su Repubblica non c'era neppure un trafiletto. Può darsi che mi sia sfuggito, ma proprio non l'ho visto.
Però tra le lettere a Mieli si poteva leggere la firma di F.Pancrazi, di sinistra repubblicana, e quella di un amico repubblicano di Ravenna. Ci siamo, quindi, facciamoci sentire.:(

kid
28-10-02, 16:52
Tutta la stampa nazionale ha ripreso La Malfa sui Savoia. Sono commenti a margine del nostro congresso, del quale oggi si sono occupate la stampa di Torino e il Messaggero. Nei giorni precedenti anche Repubblica, Corriere della Sera, Giornale e nuovamente la Stampa. Non c'è un grande risalto è vero, ma nemmno dieici righe. La Rai ha fatto i suoi servizi. Per una forza che si dava morta neanche malissimo. Un po' di pazienza grazie.

echiesa
28-10-02, 16:54
Brutti normalizzati, dov'è la mozione finale della maggioranza??
Non l'ho vista ieri, mi piacerbbe leggerla, altrimenti non posso dare il guidizio complessivo a quanto ho partecipato.
saluti
echiesa :fru

umberto (POL)
28-10-02, 18:20
Originally posted by pergola2000@yahoo.it
Caro Umberto dapprima chiedi consigli e poi insinui e giri attorno al PRI come un gattino innamorato.
Quello che dici è vero ci sono poche notizie sul PRI nella stampa nazionale, non pensi che noi non ce ne rammarichiamo? Ti prego di non affondare il coltello nella piaga.
Però la realtà è quella che è, sia il PRI nazionale che regionale non fanno niente per uscire sulla stampa, e d'altra parte i giornalisti fanno notare di più le divergenze che le compatibilità. perchè le liti fanno più notizia che le belle azioni e i buoni propositi.
Con due deputati senza nessun potere o quasi, cosa si può fare di più.
Ci sono anche altre cose ora vado a pranzo.
ciao.


E' vero sono stato incoerente... ma è la linea del congresso che proprio non ho capito e mi ha fatto arrabbiare (anche se vorrei leggere la mozione conclusiva ma ne ho capito la direzione), comunque sta ovviamente a voi e non a me decidere.

Sui due deputati.... beh l'udeur ne ha 4 di deputati eppure gode certamente di maggiore visibilità ed è molto più al centro dell'attenzione generale!


E se il PRI si discosta dalla CDL nessuno lo nota, se lo fa mastella giù a parlare di crisi dell'ulivo (a ragione o a torto).

Non so se sia voluto (e da chi?) questo silenzio stampa tuttavia credo che l'incoerenza della linea nazionale-locale a sinistra-con berlusconi ne sia anche la causa.

Ciao


Per nuvolarossa:
lo so che quello che ti ho detto ti ha fatto arrabbiare ma senza cattiveria l'unico servizio rai che ho visto era a mezanotte Tg parlamento 5 minuti.

Non credere poi che io sottovaluti il PRI come presenza politica, dico solo che sembra "ai più" che si sia inabissato nella prima repubblica.
Diceva qualcuno prima di me su questo foum che il PRI porta poco ma toglie molto ad una coalizione, sottoscrivo appieno!
E io non seguo la politica come il calcio, anche perchè per il calcio mi fermo a quello che dicono i Tg, non mi interessa più di tanto.

E non mi piace che tu mi abbia definito allenatore ultrà con poco cervello solo perchè ho detto che si parla poco di voi e perchè decisamente deluso dalla linea (legittima) del congresso ho abbandonato la diplomazia per poche ore!

nuvolarossa
28-10-02, 18:39
Caro umberto,
il mio ragionamento non era riferito a te..... ma era "genericamente" riferito a chi non si attiva in modo interessato alla politica in maniera da capirne tutte le varie sfaccettature....a coloro cioe' che fanno della politica....uno "sport".

Un fraterno saluto.

aledima
28-10-02, 18:40
E se il PRI si discosta dalla CDL nessuno lo nota, se lo fa mastella giù a parlare di crisi dell'ulivo (a ragione o a torto).


******
Beh allora dirò di più: i Radicali non hanno alcun rappresentante in Parlamento, eppure sono più visibili di Mastella.
Quindi?
Il PRI, non a caso definito il partito della ragione, ripudia ogni massimalismo o protagonismo: ci credo che Mastella cerca di farsi notare; non ha un porgetto politico; ogni giorno minaccia di uscire dalla coalizione; pretende sempre senza dare un contributo politico programmatico preciso.
E poi aggiungo che i Repubblicani sono sempre stati scomodi....sia a destra che a sinistra: è normale che si tenti di oscurarli. La nostra identità dà molto fastidio, non fanno eccezione i signori dell'Ulivo nè tantomeno quelli della Cdl, Berlusconi in testa.
PS Rutelli non l'ho inserito perchè lui è ancora in cerca della sua identità figuriamoci se può capire quella dei repubblicani.

umberto (POL)
28-10-02, 18:54
Originally posted by aledima
E se il PRI si discosta dalla CDL nessuno lo nota, se lo fa mastella giù a parlare di crisi dell'ulivo (a ragione o a torto).


******
Beh allora dirò di più: i Radicali non hanno alcun rappresentante in Parlamento, eppure sono più visibili di Mastella.
Quindi?
Il PRI, non a caso definito il partito della ragione, ripudia ogni massimalismo o protagonismo: ci credo che Mastella cerca di farsi notare; non ha un porgetto politico; ogni giorno minaccia di uscire dalla coalizione; pretende sempre senza dare un contributo politico programmatico preciso.
E poi aggiungo che i Repubblicani sono sempre stati scomodi....sia a destra che a sinistra: è normale che si tenti di oscurarli. La nostra identità dà molto fastidio, non fanno eccezione i signori dell'Ulivo nè tantomeno quelli della Cdl, Berlusconi in testa.
PS Rutelli non l'ho inserito perchè lui è ancora in cerca della sua identità figuriamoci se può capire quella dei repubblicani.

L'identità di Rutelli è Blair...
Se poi dobbiamo parlare di programme dell'ulivo, è vero: è un buco nero che va riempito al più presto! E io speravo, ormai vanamente anche con il contributo repubblicano. Ma ormai è cngresso è fatto e non vi tedierò più su questo argomento! :)

E i personalismi continui certo non aiutano.

Ps. non penso che il contributo dei repubblicani abbia fin'ora (purtroppo) cambiato di una virgola le intenzioni di vari Schifani.

aledima
28-10-02, 19:19
Caro Umbero, scusa se mi permetto, ma credo che Rutelli non possa essere neanche un portaborse di Blair.
Blair sta dimostrando che la sinistra è un'altra cosa rispetto a quella accozzaglia di idee messe in campo dai vari Castagnetti, Pecoraro Scanio o Cossutta.

umberto (POL)
28-10-02, 19:35
Originally posted by aledima
Caro Umbero, scusa se mi permetto, ma credo che Rutelli non possa essere neanche un portaborse di Blair.
Blair sta dimostrando che la sinistra è un'altra cosa rispetto a quella accozzaglia di idee messe in campo dai vari Castagnetti, Pecoraro Scanio o Cossutta.

Rutelli vorrebbe fare della margherita quello che fa Blair dei suoi labour: un partito democratico all'americana con tendenze moderatamente progressite.

L'ulivo è ben altra cosa rispetto al partito democratico e ai laburisti inglesi: è qualcosa di inedito che assomma democratici
all'americana, socialisti alla francese, centristi di sinistra.


Tentando per vincere un'alleanza elettorale con i comunisti :(
Del resto non si può farne a meno, come Berlusconi non può fare a meno di Bossi!

lucifero
28-10-02, 23:18
mi sembra di ricordare che questo thread fosse nato per la crociata lombarda contro:
la disattenzione verso il nord
la richiesta di maggiore organicità alla cdl

Ora, a parte che la prima non ho mai capito (e nessuno mi ha mai voluto spiegare) in cosa esattamente si concreti,
non ho memoria di questa battaglie lombarde al congresso.
E a dire il vero non ricordo neppure interventi di lombardi (Del Pennino è super partes - e non solo partes). Mi sono sfuggiti?

Su entrambe ha detto qualcosa Nucara:

procediamo da sud a nord :confused:
non ci chiamano, ma anche noi non ci facciamo chiamare :eek: (forse vero, ma mi sembra una giustificazione a posteriore, del genere nondum maturam est

ma specialmente la seconda mi sembrava rivolta alla minoranza.

A voi che ve ne è parso?

nuvolarossa
30-10-02, 17:43
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


Congresso Pri: leali a Governo, ma all'occorrenza critici

Una nota del Pri sottolinea che i lavori del congresso concluso ieri a Fiuggi ''hanno confermato la scelta dell'alleanza con la Casa delle liberta''' e la linea ''sostenuta dal segretario nazionale, Francesco Nucara, e dal presidente, Giorgio La Malfa, di leale appoggio, all'occorrenza critico, al governo Berlusconi''. La lista di maggioranza, ricorda il comunicato, ha ottenuto 15.722 voti, mentre a quella di minoranza ne sono andati 8.014.
Il Pri ricorda poi che ''e' stato inoltre approvato, unitariamente alla minoranza interna, il nuovo statuto del partito che chiude la lunga diaspora repubblicana e garantisce nel sistema elettorale maggioritario vigente, rapidita' di scelte e garanzie democratiche per tutte le organizzazioni del partito''.

umberto (POL)
30-10-02, 18:15
Cosa diceva la mozione di minoranza più o meno al 35% ?

kid
31-10-02, 12:25
Rutelli vorrebbe fare della margherita un partito democrarico allamericana della Bindi e di Marini? L'ulivo assommerebbe democratici all'americana, socialisti alla francese centristi di sinistra? I centristi di sinistra sono una categoria completamente inedita nello scenario politico, chi e cosa ssarebbero? E i compagni di Giovanni Berlinguer cosa sarebbero in questo calderone? I democratici all'americana? Io conosco quello all'amatriciana, al più. E i socialisti alla francese? Ma neanche Intini. Ma che storie sono? Ci hai preso per grulli?

nuvolarossa
31-10-02, 20:08
Originally posted by umberto
Cosa diceva la mozione di minoranza più o meno al 35% ?
---------------------------------------------------------------------------
Caro UMBERTO,
Per leggere il contenuto della mozione da te richiesta clicca su questa frase (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=285254#post285254)

nuvolarossa
22-11-02, 22:52
Il testo dello Statuto del Pri approvato all'unanimità dal 43° Congresso nazionale di Fiuggi (25/27 ottobre 2002)

TITOLO I - Disposizioni generali e iscritti al partito

Art. 1 Adesione al PRI
Aderiscono al Partito Repubblicano Italiano tutti i cittadini maggiorenni che - condividendone programmi, riferimenti internazionali e orientamenti ideali - desiderano contribuire all'attività del Partito, nel rispetto della disciplina fissata dal presente Statuto.

Art. 2 Riferimenti internazionali
Il PRI può realizzare collegamenti internazionali, anche permanenti, con partiti e movimenti politici che si muovono nell'ambito della tradizione liberaldemocratica.

Art. 3 Diritti e doveri degli iscritti
Gli iscritti hanno nel Partito uguali diritti e doveri. Sono elettori ed eleggibili a tutte le cariche sociali, salvo i casi di incompatibilità previsti dal presente Statuto.

Essi sono tenuti all'osservanza delle deliberazioni, delle direttive e dei regolamenti approvati dalle assemblee e dai Congressi e dagli altri organi statutariamente competenti. Ogni iscritto ha il dovere di partecipare alla vita del Partito, di ritirarne annualmente la tessera e di sostenerlo finanziariamente.

L'iscrizione al PRI è incompatibile con l'adesione o il sostegno politico-organizzativo accordato ad altro partito o a movimento che presenti liste concorrenti. L'iscritto che dovesse trovarsi in tale situazione viene dichiarato decaduto dalla Direzione Nazionale.

Art. 4 Presentazione e accettazione della domanda
L'iscrizione al Partito è individuale e si chiede presentando domanda alla sezione territorialmente competente della zona ove il richiedente ha la residenza abituale o il luogo di lavoro, oppure in mancanza alla sezione più vicina.

La domanda deve essere inviata per conoscenza alla Consociazione Locale e all’Unione Comunale, ove esista, per l’eventuale formulazione di osservazioni.

La domanda può anche essere presentata direttamente alla Direzione Nazionale attraverso gli strumenti telematici a norma dell'art. 13 comma 4 del presente Statuto.

La domanda deve essere sottoposta per l'accettazione al Direttivo della Sezione entro dieci giorni dalla presentazione e può essere respinta solo per casi di grave indegnità morale, civile o politica.

La decisione di accettazione da parte del direttivo è immediatamente esecutiva ai fini dell'iscrizione e determina l'elettorato attivo e passivo dell'iscritto, a meno che due componenti del direttivo o dieci iscritti della stessa sezione non richiedano di sottoporre la stessa all'assemblea, che - in questo solo caso - adotterà la decisione esecutiva.

Trascorsi 10 giorni senza che sia intervenuta la decisione del direttivo sezionale, l'Esecutivo della Consociazione Locale o dell'Unione Comunale, ove esista, si sostituisce nella deliberazione.

Contro una eventuale decisione negativa è ammesso il ricorso alla Direzione Nazionale, che delibera sentiti gli organi della sezione competente.

Art. 5 Ammissione in casi particolari
Quando si tratti di ex iscritti al Partito dimissionari o di ex dirigenti o esponenti di altri partiti politici, l'ammissione deliberata dagli organi sezionali non è definitiva senza la ratifica della Direzione Regionale. Quando si tratti di personalità di rilievo nazionale, la decisione è assunta dalla Direzione Nazionale.

La riammissione di ex iscritti già espulsi avviene con la procedura prevista dal comma precedente.

Art. 6 Dimissioni
Le dimissioni dal Partito si presentano per iscritto e individualmente alla sezione. Il socio dimissionario deve restituire la tessera dell'anno in corso.

Sono considerati dimissionari i soci che nel corso dell'anno non provvedono al rinnovo delle tessera.

Art. 7 Tesseramento
La Direzione Nazionale del Partito - tramite gli organi direttivi della sezione - rilascia ogni anno agli iscritti la tessera.

I nuovi iscritti hanno diritto alla tessera dell'anno in corso se la procedura di iscrizione è conclusa entro il mese di ottobre. Essi verranno calcolati al fine del computo dei voti congressuali cui ha diritto la sezione se la procedura di iscrizione è conclusa entro il 30 novembre.

L'elettorato attivo e passivo dei soci decorre dalla deliberazione che ha ratificato la loro iscrizione.

Ogni socio deve versare l'importo della tessera stabilito dal Consiglio Nazionale, nonchè i contributi obbligatori aggiuntivi di cui all'art. 48.

Ogni iscritto ha il diritto di consultare l'elenco dei soci della sezione alla quale appartiene. La richiesta va formulata, per iscritto, al segretario della stessa sezione.

Il socio non può essere iscritto contemporaneamente a più sezioni.

La Direzione Nazionale specifica le modalità per il tesseramento ed emana le relative istruzioni, sulla base di un regolamento approvato dal Consiglio Nazionale.

TITOLO II - Disposizioni comuni alle strutture del Partito

Art. 8 Competenze delle organizzazioni territoriali
I poteri e i compiti degli organi deliberativi, direttivi ed esecutivi delle sezioni, delle Unioni, delle Consociazioni, delle Federazioni regionali, sono fissati dai rispettivi regolamenti in analogia ai poteri ed ai compiti dei corrispondenti organi nazionali del Partito.

Salvo quanto previsto per le sezioni, gli organi direttivi del Partito durano in carica tre anni e sono eletti mediante presentazione di liste concorrenti, collegate a mozioni, secondo il metodo proporzionale.

Le suddette organizzazioni territoriali devono fornire agli iscritti, ed eventualmente ai simpatizzanti, ogni opportuna assistenza nella loro attività politica e nell'espletamento di funzioni pubbliche, svolte in rappresentanza o su designazione del Partito.

I regolamenti locali possono prevedere che le Direzioni delle organizzazioni relative - a maggioranza assoluta dei loro componenti con voto deliberativo - possano chiamare a far parte delle medesime, con voto consultivo, personalità (quali quelle previste dall'ultimo comma dell'art. 37) sino ad un numero pari ad un quinto dei membri elettivi delle Direzioni stesse.

Art. 9 Principi di rappresentanza
I Congressi nazionali e quelli delle strutture intermedie sono formati dai delegati eletti direttamente dalle assemblee delle sezioni, con voto segreto attribuito a liste concorrenti, legate a mozioni, secondo il metodo proporzionale. Il voto è segreto per quanto riguarda i nominativi, palese per le mozioni politiche.

Ogni sezione ha diritto ad un numero di delegati rapportati ai voti congressuali attribuiti secondo i criteri stabiliti dall'art. 33.

Per l'elezione degli organi elettivi delle Federazioni, Consociazioni, Unioni e sezioni non possono essere introdotte norme regolamentari che escludano la presentazione di liste in grado - per il numero dei voti di cui dispongono i presentatori - di ottenere l'aggiudicazione di almeno un seggio di tali organi.

Art. 10 Convocazioni in casi particolari
Ove - entro 6 mesi dal termine di durata in carica di un organo direttivo - non vengano convocati l'assemblea od il congresso competenti a rinnovarlo, alla convocazione provvede la direzione dell'organo immediatamente superiore o, in mancanza, la Direzione Nazionale.

Trascorso un anno dalla scadenza del mandato una metà degli iscritti - per la sezione - o organismi direttivi che rappresentino la metà degli iscritti nel territorio dell'organo da rinnovare, possono convocare l'assemblea od il Congresso, dandone comunicazione alla Direzione Nazionale.

Art. 11 Annullamento dei risultati di assemblee o congressi
In caso di grave violazione di norme statutarie o regolamentari, i risultati delle assemblee e dei congressi di Sezione, Unione Comunale o Consociazione possono essere annullati su istanza di qualsiasi iscritto, o d'ufficio, dalla Direzione Regionale competente per territorio a maggioranza dei componenti, previo parere in diritto del Collegio Regionali dei Probiviri.

Avverso la delibera - ovvero decorsi inutilmente sessanta giorni dall'istanza - qualsiasi interessato può ricorrere alla Direzione Nazionale, la quale decide con l'osservanza della procedura prevista dal comma seguente.

In caso di grave violazione di norme statutarie o regolamentari, i risultati del Congresso Regionale possono essere annullati, su istanza di qualsiasi iscritto o di ufficio, dalla Direzione Nazionale del Partito con maggioranza dei componenti, previo parere, in diritto, dei presidenti delle due sezioni del Collegio Nazionale dei Probiviri e della Commissione Statuto.

TITOLO III - Le strutture di base

A. Disposizioni generali

Art. 12 Strutture di base
Strutture di base del Partito sono le sezioni e, nei casi di pluralità di sezioni nello stesso comune, le Unioni Comunali.

Art. 13 Tipologia della sezione
La sezione può essere: territoriale, tematica, telematica.

La sezione territoriale partecipa a tutti i congressi di cui al presente Statuto secondo le modalità in esso previste.

La sezione tematica, costituita intorno a specifici problemi di rilevanza locale o nazionale, svolge la sua attività in piena autonomia, sia pure nell'ambito dei principi generali che caratterizzano l'azione politica del PRI. Partecipa con il suo Presidente o un suo delegato avente voto consultivo, ai congressi e agli organi del Partito, secondo il livello territoriale al quale si colloca la sua iniziativa.

Gli stessi criteri si applicano ai circoli e movimenti culturali, ricreativi, professionali, che intendono affiliarsi al PRI.

La sezione telematica è unica, prevede l'adesione diretta per via telematica alla linea nazionale del Partito e partecipa al solo Congresso Nazionale, secondo criteri e modalità che saranno definiti - nell'ambito dei principi previsti dal presente Statuto - da un apposito Regolamento predisposto dalla Direzione Nazionale e approvato dal Consiglio Nazionale.

Alla sezione telematica aderiscono anche eventuali iscritti residenti al di fuori del territorio nazionale.

La sezione territoriale

Art. 14 Compiti
La sezione territoriale costituisce l'unità organica di base per l'azione politica repubblicana e rappresenta il partito nel territorio di sua competenza.

La sezione partecipa alla vita politica ed amministrativa locale; decide in ordine ai problemi che rientrano nella sua sfera di competenza territoriale, nell'ambito dell'indirizzo politico generale del Partito; contribuisce, nei modi previsti dallo Statuto, alla determinazione dell'indirizzo politico stesso. Essa promuove l'attività di dibattito e di formazione per gli iscritti e propaganda il programma e la linea politica del Partito.

Con la sua attività e con gli strumenti organizzativi adeguati, la sezione promuove l'incontro e la collaborazione con le diverse istanze che si ricollegano alla cultura, alle ispirazioni politiche e sociali, alle tradizioni sindacali della democrazia laica; indice, almeno una volta all'anno, un'assemblea aperta a tutti i cittadini residenti nel suo territorio.

Art. 15 Costituzione
L'ambito della sezione coincide, di norma, con quello del comune.

La sezione del PRI può essere costituita con un numero di soci non inferiore a dieci. Nei comuni ove già esiste una sezione del Partito, tale numero è elevato a venti.

Per la costituzione di una sezione i promotori dovranno redigere un verbale da trasmettere alla Consociazione locale, alla Direzione regionale e alla Direzione Nazionale. In caso di mancato riconoscimento entro 15 giorni da parte della Consociazione locale delibera la Direzione regionale. In mancanza delibera entro i 15 giorni successivi la Direzione Nazionale.

Art. 16 Assemblea
Il massimo organo della sezione è l'assemblea generale. Questa approva il regolamento e fissa la denominazione ed eventualmente elegge il presidente della sezione stessa.

Gli iscritti vi partecipano con voto deliberativo. Non sono ammesse deleghe.

L'assemblea generale è sovrana, nell'ambito delle sue competenze, in materia di attività e di orientamento della sezione, elegge il Comitato direttivo e i delegati delle sezioni ai congressi. Le votazioni hanno luogo subito dopo la conclusione del dibattito. Un terzo degli iscritti all'epoca dell'ultima assemblea ha diritto di convocarla in qualsiasi tempo su un ordine del giorno determinato, con un preavviso di quindici giorni.

Art. 17 Comitato direttivo
Il Comitato direttivo della sezione dura in carica due anni e ne fanno parte, con voto consultivo, i consiglieri comunali repubblicani iscritti alla sezione ed il presidente della sezione.

Il Comitato direttivo promuove e cura l'attività politica ed organizzativa della sezione nell'ambito degli indirizzi generali del Partito e secondo le direttive dell'assemblea; convoca l'assemblea; elegge nel suo seno il Segretario (ed eventualmente un Vicesegretario) che rappresenta la sezione, ed affida ai suoi componenti incarichi specifici di lavoro e la responsabilità di particolari settori.

La convocazione del Comitato direttivo è di competenza del Segretario. Esso si riunisce, altresì, entro il termine massimo di dieci giorni, quando ne faccia richiesta motivata, con l'indicazione di uno specifico ordine del giorno, almeno un quarto dei suoi componenti.

Art. 18 Gruppi
Quando in una località si abbia un numero di soci inferiori a 10, ma non inferiore a 3, essi si costituiscono in gruppo, con le modalità previste per la costituzione della sezione.

Ai fini delle rappresentanze congressuali e del coordinamento dell'attività, il gruppo deve essere aggregato ad una sezione vicina, con decisione della Consociazione locale, sentito il gruppo stesso. Gli iscritti del gruppo designano ogni anno un delegato che li rappresenta e ne coordina l'attività ed è membro di diritto, con voto consultivo, del direttivo della sezione a cui il gruppo è aggregato.

Non hanno effetto, ai fini dei congressi, gli spostamenti di aggregazione deliberati e le nuove aggregazioni proposte dopo che essi sono stati indetti.

Un gruppo, regolarmente costituito, quando raggiunge i dieci iscritti si costituisce in sezione.

Art. 19 Scioglimento di sezione
Nei casi di gravi e ripetute violazioni statutarie o sostanziali carenze funzionali, previa formale contestazione degli addebiti, una sezione può essere sciolta, anche a seguito di denuncia di un iscritto o di un organo.

Allo scioglimento provvede la Direzione Regionale competente. Trascorsi trenta giorni dalla denuncia, in caso di mancata delibera della Direzione Regionale, provvede la Direzione Nazionale.

Il Segretario Regionale deve contestare per iscritto gli addebiti alla sezione concedendole un termine di almeno 15 giorni per la risposta. Con essa la sezione può chiedere di essere sentita, a mezzo di suo rappresentante, dalla Direzione Regionale, che dovrà aderire alla richiesta.

Dopo il termine indicato e sentita la Direzione della Consociazione competente, la Direzione Regionale, a maggioranza dei componenti, può deliberare lo scioglimento.

In tal caso nomina un commissario il quale è anche consegnatario dei beni e degli archivi ed effettua le operazioni necessarie per la ricognizione e l'eventuale rifacimento del tesseramento.

Ove esistano le condizioni il commissario ricostituisce la sezione con le modalità dell'art.15, ovvero aggrega gli iscritti che ne facciano richiesta in un gruppo.

La delibera di cui al 4° comma è esecutiva, salvo le facoltà di ricorso. La Consociazione competente può chiedere alla Direzione Nazionale la sospensione di tale esecutività.

Avverso la delibera di scioglimento è dato ricorso direttamente al Collegio Nazionale dei Probiviri nei suoi due gradi da parte di iscritti od organi interessati.

L'Unione Comunale

Art. 20 Costituzione
Nei comuni ove esistono più sezioni deve comunque essere costituita l'Unione Comunale.

Le modalità per la prima costituzione dei suoi organi, qualora le sezioni interessate non provvedano direttamente, sono fissate dalla Consociazione Locale.

Art. 21 Compiti
Compiti dell'Unione Comunale sono: la rappresentanza del Partito e la propaganda a livello del comune; la determinazione dell'indirizzo repubblicano sulle questioni di interesse locale di competenza del Consiglio comunale o connesse con l'attività di questo; la razionalizzazione delle sezioni presenti nel comune; ogni altro compito di carattere organizzativo ad essa delegato da altri organi del Partito.

Art. 22 Organi
Sono organi dell'Unione Comunale: il Congresso, la Direzione, il Segretario.

Il Congresso elegge la Direzione e questa, nel proprio seno, il segretario ed eventualmente il Comitato esecutivo.

Sono membri di diritto della Direzione dell'Unione Comunale, con voto consultivo; i consiglieri comunali; i membri dei consigli di circoscrizione; i consiglieri repubblicani della Provincia e della Regione, i parlamentari e i membri del Consiglio Nazionale del Partito iscritti in una sezione del comune.

La Direzione può nominare delle commissioni di studio per materie specifiche o gruppi di lavoro per problemi particolari, anche con la partecipazione di simpatizzanti.

Le commissioni hanno carattere consultivo e rispondono del loro operato agli organi deliberativi dell'Unione Comunale.

Tanto l'assemblea che la Direzione dell'Unione hanno facoltà di invitare alle proprie riunioni, con diritto di parola, per specifici punti all'ordine del giorno, iscritti al Partito o simpatizzanti.

L'assemblea dell'Unione Comunale è convocata ordinariamente ogni tre anni dalla Direzione e, straordinariamente, quando la stessa Direzione lo ritenga opportuno ovvero ne faccia richiesta un quarto delle sezioni che rappresentino almeno un quinto degli iscritti all'Unione Comunale.

Per la convocazione del direttivo dell'Unione si applica il disposto dell'art. 17, terzo comma.

TITOLO IV - Le strutture intermedie

A. La consociazione locale

Art. 23 Costituzione
Le Consociazioni Locali coincidono normalmente con il territorio provinciale. Nei casi in cui in una stessa provincia esistano più consociazioni, i rapporti fra le stesse saranno definiti mediante appositi regolamenti dalle Federazioni regionali.

Art. 24 Compiti
Compiti della Consociazione Locale sono: la rappresentanza del Partito nell’ambito territoriale di sua competenza con l’impegno di promuovere attività politiche, organizzative e di propaganda, nonché studi ed iniziative intese allo sviluppo sociale ed economico del territorio; il coordinamento, lo stimolo e controllo politico e amministrativo delle attività delle sezioni e il loro collegamento costante con gli organi regionali e nazionali del Partito; il riconoscimento di nuove sezioni entro i termini e con le modalità previste dall’art. 15 del presente Statuto.

Art. 25 Organi
Organi della Consociazione sono il Congresso che elegge la Direzione, la quale a sua volta elegge nel proprio seno il Segretario, che la rappresenta, e gli altri componenti del Comitato esecutivo e nomina, eventualmente, il Presidente, le commissioni consultive di studi per le materie specifiche o i gruppi di lavoro per problemi particolari.

Per la convocazione della Direzione della Consociazione si applica il disposto dell’art. 17, terzo comma.

L’esecutivo sceglie i responsabili dei settori di lavoro. Può nominare responsabili per singole zone, identificate sulla base delle caratteristiche socio-economiche e storico amministrative, nonché delle tradizioni repubblicane nella provincia e delle esigenze organizzative, propagandistiche ed elettorali del Partito.

I parlamentari e i consiglieri regionali e provinciali eletti nell’ambito territoriale di competenza della Consociazione, il Sindaco del comune capoluogo e dei comuni con oltre 20 mila abitanti iscritti al PRI, i membri del Consiglio Nazionale del Partito iscritti ad una sezione appartenente al territorio, sono membri di diritto della direzione con voto consultivo.

Possono essere invitati ai lavori della Direzione, con voto consultivo e per singoli punti all'ordine del giorno, iscritti al Partito o simpatizzanti che abbiano specifiche competenze o conoscenze in relazione agli argomenti in discussione.

Art. 26 Congresso
Il Congresso della Consociazione è convocato ordinariamente dalla direzione ogni 3 anni, e straordinariamente quando la stessa Direzione lo ritenga opportuno ovvero ne faccia richiesta un quarto delle sezioni, che rappresentino comunque almeno un quinto degli iscritti al Partito nell’ambito della Consociazione Locale.

Il Congresso approva il regolamento della Consociazione.

Ai fini della determinazione della rappresentanza si applicano criteri analoghi a quelli stabiliti per il Congresso Nazionale.

B. La federazione regionale

Art. 27 Compiti
Compiti della Federazione Regionale sono: la rappresentanza del Partito nella regione; la determinazione dell’atteggiamento repubblicano sulle questioni riguardanti l’attività dei Consigli Regionali e i problemi con questa connessi, e, in particolare, degli indirizzi di politica regionale per le organizzazioni del partito operanti nel suo ambito territoriale e per gli iscritti investiti di cariche negli organi elettivi o negli Enti della Regione, il coordinamento, ai fini della politica regionale e della presenza propagandistica ed organizzativa del Partito, dell’attività delle Consociazioni Locali; eventuali iniziative integrative delle medesime.

Art. 28 Organi
Organi della Federazione Regionale sono il Congresso regionale; la Direzione Regionale, che viene eletta dal Congresso; il Segretario regionale.

La Direzione Regionale elegge il segretario regionale, cui compete la rappresentanza del partito nella regione, un Esecutivo; eventualmente un Presidente e commissioni di studio o gruppi di lavoro per problemi di carattere regionale. L’Esecutivo regionale può affidare a propri componenti la responsabilità di settori di lavoro. Per la convocazione della Direzione Regionale si applica il disposto dell’art. 17, terzo comma.

Sono membri di diritto della Direzione Regionale, con voto consultivo, i parlamentari e i consiglieri regionali eletti nella regione; i membri del Consiglio Nazionale del Partito iscritti in una sezione della regione; i sindaci repubblicani di comuni capoluogo di provincia o con oltre 20.000 abitanti; i segretari delle Consociazioni Locali.

Art. 29 Congresso
Il Congresso Regionale è convocato ordinariamente ogni tre anni dalla Direzione, e straordinariamente quando questa lo ritenga opportuno, oppure venga richiesto da almeno un quarto delle Consociazioni Locali rappresentanti almeno un quinto degli iscritti alle sezioni nell’ambito della Federazione Regionale.

I regolamenti regionali fissano le norme di svolgimento dei congressi e di scelta dei delegati. Ai fini della determinazione della rappresentanza si applicano criteri analoghi a quelli stabiliti per il Congresso Nazionale.

TITOLO V - Gli organi nazionali

Art. 30 Organi nazionali
Sono organi nazionali del Partito: il Congresso Nazionale, il Consiglio Nazionale, la Direzione Nazionale, il Segretario politico ed eventualmente il Comitato di Segreteria, il Presidente.

A. Congresso Nazionale

Art. 31 Competenze
Il Congresso Nazionale è l’organo sovrano del partito. Definisce gli indirizzi generali della politica repubblicana.

Il Congresso esamina l’attività politica, organizzativa ed amministrativa svolta dagli organi nazionali del Partito, delibera sui programmi e sull’organizzazione generale del Partito, sui provvedimenti amministrativi e finanziari, elegge il Consiglio Nazionale, adotta le delibere previste dallo Statuto.

Art. 32 Convocazione e ordine del giorno
Il Congresso Nazionale è convocato ordinariamente non oltre tre anni dal precedente. La convocazione viene fatta, su proposta della Direzione Nazionale, dal Consiglio Nazionale, che ne stabilisce l'ordine del giorno, la data e la località.

Il Congresso dovrà essere convocato straordinariamente quando ne facciano richiesta almeno cinque Direzioni Regionali, o le Direzioni di tante Consociazioni che rappresentino comunque almeno un quinto degli iscritti.

Può essere altresì convocato straordinariamente con deliberazione motivata adottata a maggioranza assoluta dal Consiglio Nazionale, anche se la convocazione non figuri all’ordine del giorno.

Nell’ordine del giorno del Congresso dovranno essere inseriti anche gli argomenti concordemente proposti da almeno cinque Direzioni Regionali o dalle Direzioni di tante Consociazioni che rappresentino almeno un quinto degli iscritti. Tali proposte debbono pervenire alla Direzione Nazionale prima della pubblicazione dell’ordine del giorno.

L’annuncio di convocazione del Congresso ordinario deve essere dato almeno due mesi prima della data fissata per il suo svolgimento, e le relazioni debbono essere pubblicate sul sito del partito e inviate alle sezioni insieme con l’ordine del giorno, almeno un mese prima.

Al Congresso può essere decisa dalla maggioranza dei delegati anche la discussione di argomenti non iscritti all’ordine del giorno. Il Congresso sarà presieduto da un ufficio di Presidenza, eletto all’inizio dei lavori, che avrà cura di far redigere, sotto la sua responsabilità, il verbale con la trascrizione integrale delle deliberazioni.

Ove il mandato del Consiglio Nazionale sia già scaduto da 3 anni, 5 Direzioni Regionali che rappresentino la metà degli iscritti di tutto il Partito, con deliberazioni conformi delle rispettive direzioni, potranno convocare il Congresso per il rinnovo degli organi nazionali del Partito. In tal caso la convocazione dovrà essere diramata e trasmessa dal Segretario della Federazione Regionale avente maggior numero di iscritti, allegando alla convocazione copie delle conformi delibere delle Direzioni Regionali convocanti.

Art. 33 Delegati e criteri di rappresentanza
Il Congresso Nazionale è costituito dai delegati delle assemblee di sezione secondo i principi contenuti nell’art. 9.

A tutti i fini congressuali, i voti di ogni sezione sono pari alla somma data dal numero dei suoi iscritti, dal 15% dei voti elettorali riportati nell’ambito del Comune dove la sezione ha sede alle ultime consultazioni europee ed egualmente dal 10% dei voti elettorali riportati alle ultime consultazioni regionali, ove sia stata presentata la lista dell'Edera.

In ogni caso una sezione o Unione Comunale, qualunque sia il numero dei propri iscritti, non potrà avere una rappresentanza congressuale superiore:

a) al 40% dei voti elettorali riportati nel comune alle ultime consultazioni europee, quando esso superi 500 mila abitanti;

b) al 50% dei voti elettorali riportati nel comune alle ultime consultazioni europee, per i comuni superiori ai 15 mila abitanti;

c) al 60% dei voti elettorali riportati nel comune alle ultime consultazioni europee, per i comuni inferiori ai 15 mila abitanti.

Ai voti congressuali attribuiti alla sezione, si aggiungono il numero degli iscritti ai gruppi ad essa aggregati e i voti elettorali, come dinanzi calcolati, di ciascun comune dove ogni gruppo è ubicato.

Ai fini della ripartizione dei voti elettorali - come dinanzi determinati - tra le diverse sezioni facenti parte di Unione Comunale la ripartizione dei voti tra le singole sezioni viene effettuata in misura proporzionale agli iscritti.

Qualora una o più mozioni di minoranza raccolgano almeno il 15% dei voti validi, hanno diritto ad un delegato ed i voti sono ripartiti con il metodo proporzionale.

Le sezioni possono essere rappresentate anche da iscritti di altre sezioni della stessa Federazione Regionale. Un delegato può ricevere non più di cinque deleghe.

Art. 34 Membri a titolo consultivo
Partecipano al Congresso con proprio rappresentante e con diritto al voto consultivo, le sezioni tematiche e i circoli o movimenti di cui all'art. 13 comma 3 aventi rilevanza nazionale.

Il Consiglio Nazionale può altresì invitare, in relazione a specifici punti all’ordine del giorno, iscritti e simpatizzanti di particolare qualificazione culturale, tecnica e professionale sempre con voto consultivo.

Qualora non siano delegati partecipano di diritto, con voto consultivo, i membri a qualsiasi titolo del Consiglio Nazionale del Partito, gli iscritti ai gruppi parlamentari repubblicani, gli iscritti che siano stati segretari del Partito o membri del Governo.

Art. 35 Computo delle tessere
Agli effetti del Congresso Nazionale, dei Congressi Regionali, di Consociazione Locale, di Unione Comunale il tesseramento ai fini della rappresentanza è riferito alla data del 31 dicembre dell’anno precedente, se il Congresso avviene entro il 30 giugno; alla data del 30 giugno se il Congresso ha luogo successivamente.

Il tesseramento che fa testo è quello che risulta dai tagliandi di controllo pagati e pervenuti alla Direzione Nazionale entro la data prima indicata. La Direzione Nazionale entro un mese ne rilascia ricevuta alle sezioni e trasmette un riepilogo numerico alle Federazioni Regionali.

Gli iscritti la cui domanda di iscrizione sia stata regolarmente approvata sono ammessi al voto anche se non siano in possesso della tessera per causa da loro non derivante.

Le nuove sezioni costituite nell’anno in corso partecipano ai Congressi se sono state ratificate almeno 60 giorni prima della data dei Congressi, e la loro rappresentanza congressuale è determinata comunque sulla base degli iscritti risultanti 60 giorni prima della data dei Congressi.

B. Consiglio Nazionale

Art. 36 Competenze
Il Consiglio Nazionale è il massimo organo deliberativo politico del Partito, tra un Congresso Nazionale ed il successivo. Decide le linee e gli orientamenti dell’attività politica e organizzativa del Partito, in conformità all’indirizzo politico e ai deliberati del Congresso nazionale.

Elegge con votazioni separate il Segretario, il Presidente del Partito e la Direzione Nazionale, fissandone il numero dei componenti.

Nomina la Commissione Statuto e la Commissione Tesseramento. Convoca il Congresso Nazionale.

Ratifica la nomina dell’Amministratore del Partito e nomina i Revisori dei conti.

Art. 37 Composizione
Il Consiglio Nazionale si compone di un numero di membri non inferiore a 120 e non superiore a 150, definito dal Congresso Nazionale, che li elegge.

Sono membri di diritto con voto deliberativo del Consiglio Nazionale, qualora non ne facciano parte a titolo elettivo, gli iscritti che abbiano ricoperto la carica di Presidente Nazionale o Segretario Politico del Partito; sono altresì membri di diritto, con voto consultivo, qualora non ne facciano parte a titolo elettivo:

a) i segretari delle Federazioni Regionali;

b) i deputati e i senatori iscritti al PRI;

c) gli ex-parlamentari iscritti al PRI;

d) i parlamentari europei repubblicani;

e) i consiglieri regionali repubblicani;

f) il direttore responsabile del giornale ufficiale del Partito e l’amministratore del Partito;

g) tre rappresentanti della Federazione Giovanile Repubblicana;

h) tre rappresentati del Movimento Femminile Repubblicano;

i) fino a dieci rappresentanti delle sezioni tematiche e dei circoli o movimenti di cui all'art. 13, comma 3, aventi rilevanza nazionale.

Il Consiglio Nazionale, a maggioranza assoluta dei suoi componenti con voto deliberativo, può chiamare a far parte del Consiglio stesso, con voto consultivo, sino a trenta personalità della cultura e studiosi di alta competenza e qualificazione, anche non iscritti al Partito.

Il Consiglio Nazionale, su proposta della Direzione Nazionale, ha altresì facoltà di invitare a partecipare ai lavori, per singoli specifici punti dell’ordine del giorno, iscritti o simpatizzanti del Partito che, per la loro qualificazione culturale e professionale o per l’attività svolta nelle organizzazioni affiliate, siano in grado di portare un elevato contributo alla conoscenza e alle risoluzioni dei problemi in discussione.

Art.38 Mozioni e liste
Per le elezioni dei membri del Consiglio Nazionale, il Congresso Nazionale vota su liste concorrenti presentate da non meno di 20 delegati, complessivamente rappresentanti non meno di 4.000 voti congressuali. Ogni lista deve essere collegata con una mozione politica conclusiva del Congresso e non potrà contenere un numero di candidati maggiore di quello dei componenti da eleggere. Non è ammessa la candidatura in più di una lista. Ogni delegato vota la mozione e la lista collegata apportando ad essa tanti voti quanti ne rappresenta.

I posti elettivi del Consiglio Nazionale vengono ripartiti fra liste bloccate concorrenti proporzionalmente ai voti conseguiti da ciascuna. Nel caso che una lista ottenga la maggioranza assoluta dei voti espressi, ad essa verrà comunque attribuito il 55% dei posti.

Le liste sono bloccate. Pertanto:

non sono ammesse preferenze al loro interno;

le stesse non potranno contenere nominativi in numero superiore a quello da eleggere;

verranno proclamati eletti, fino alla concorrenza dei seggi spettanti alla lista, i candidati in ordine di lista.

Art. 39 Convocazioni
Il Consiglio Nazionale si riunisce ordinariamente una volta ogni quattro mesi; straordinariamente, quando lo ritenga necessario la Direzione Nazionale ovvero lo richiedano un quarto dei componenti elettivi del Consiglio o non meno di cinque Federazioni Regionali, che rappresentino, comunque, almeno un quinto degli iscritti al Partito.

In questi casi il Consiglio dovrà essere convocato entro trenta giorni dalla formulazione della richiesta da chi ne ha presieduto l'ultima seduta.

Il Consiglio Nazionale si dà un proprio regolamento interno.

Direzione Nazionale

Art. 40 Competenze
La Direzione Nazionale rende esecutive le delibere del Congresso e del Consiglio Nazionale; in conformità ad esse cura e dirige l'attività politica e sovraintende a quella organizzativa del Partito; vigila sull'esatta osservanza dello Statuto; coordina e stimola l'attività delle organizzazioni periferiche.

Vigila sull'amministrazione del Partito sulla base del regolamento per l'amministrazione approvato dal Consiglio Nazionale; coordina e controlla l'attività mediatica del Partito, in particolare del sito ufficiale e de "La Voce Repubblicana" il cui Direttore è nominato dalla Direzione Nazionale.

Le pubblicazioni nazionali, edite a nome e a cura delle organizzazioni del Partito, debbono essere autorizzate dalla Direzione Nazionale.

Nomina l’Amministratore del Partito su proposta del Segretario Politico.

Art. 41 Composizione
Il Consiglio Nazionale determina il numero dei componenti della Direzione Nazionale che deve essere compreso tra un minimo di 25 ed un massimo di 35. I membri della Direzione Nazionale vengono eletti su proposta del segretario a voto palese tra componenti del Consiglio Nazionale aventi voto deliberativo.

Fanno parte della Direzione Nazionale, a tutti gli effetti, coloro che abbiano ricoperto la carica di Segretario o di Presidente del partito e l’Amministratore in carica.

Sono membri di diritto con voto consultivo, se non ne fanno parte a titolo elettivo, un rappresentante dei deputati repubblicani al Parlamento Europeo, il Direttore Responsabile del giornale ufficiale del Partito e del sito, il Segretario della Federazione Giovanile Repubblicana e la Segretaria del Movimento Femminile Repubblicano. E facoltà della Direzione Nazionale invitare a partecipare ai propri lavori, per la trattazione di specifici argomenti, parlamentari iscritti al PRI ed esperti di particolare qualificazione che siano in grado di portare un contributo alla conoscenza dei problemi in discussione. É facoltà della Direzione Nazionale nominare tra i suoi componenti, su proposta del Segretario, uno o più vice segretari, determinandone le attribuzioni e i compiti.

La Direzione Nazionale determina altresì, su proposta del Segretario, i settori, i dipartimenti e gli uffici necessari al funzionamento politico e organizzativo del Partito attribuendone la responsabilità ad amici scelti anche al di fuori della Direzione medesima.

Art. 42 Commissioni e gruppi di studio
Presso la Direzione Nazionale sono costituite, con attribuzioni consultive, commissioni di studio per materie specifiche e possono essere formati gruppi di studio transitori per singoli problemi. Possono essere chiamati a farne parte iscritti e simpatizzanti di particolare esperienza e competenza. Le commissioni sono nominate dopo ogni Congresso dalla Direzione Nazionale e sottoposte per conferma al primo Consiglio Nazionale successivo alla nomina. Esse inviano pareri, anche di propria iniziativa, alla Direzione Nazionale che può invitarle a riferire direttamente al Consiglio Nazionale.

Le Commissioni possono eleggere nel loro seno un coordinatore e fanno capo al responsabile dell’Ufficio corrispondente della Direzione Nazionale, che interviene alle loro riunioni.

Art. 43 Adunanze
La Direzione Nazionale si riunisce di norma una volta al mese, su convocazione del Segretario politico; straordinariamente, e comunque per decisione dello stesso, su richiesta di almeno sette membri. In questo caso la riunione della Direzione deve aver luogo entro cinque giorni lavorativi dalla formulazione della richiesta.

D. Segretario Politico

Art. 44 Competenze
Il Segretario ha la rappresentanza politica del Partito; convoca e, di norma, presiede la Direzione Nazionale; dà esecuzione ai deliberati di questa; mantiene i contatti con i parlamentari, cura il lavoro di direzione politico - organizzativa del Partito. Può avvalersi a questo fine di un Comitato di Segreteria eletto, su proposta del Segretario Nazionale, dalla Direzione del Partito.

Al Segretario è devoluta la firma e la rappresentanza verso terzi relativamente agli atti impegnativi deliberati dalla Direzione.

Al Segretario e all’eventuale Comitato di Segreteria sono demandati tutti i compiti espressamente non riservati ad altri organi nazionali del Partito.

Per ragioni di funzionalità la Direzione Nazionale può delegare al Segretario Nazionale e all'eventuale Comitato di Segreteria ogni materia di propria competenza, salvo ratificarne l'operato.

Ove le competenti Direzioni locali non provvedano alla convocazione dei rispettivi congressi alle scadenze previste, provvede l’organo immediatamente superiore entro novanta giorni. Trascorso inutilmente tale termine, il Segretario Nazionale, sentito l'eventuale Comitato di Segreteria, nomina un commissario perché proceda agli adempimenti necessari con tutti i poteri relativi.

E. Presidente

Art. 45 Il Consiglio Nazionale elegge il Presidente del Partito, che ne presiede le riunioni; è membro di diritto della Direzione ed esercita le ulteriori attribuzioni fissate dal regolamento di cui all’art. 39, terzo comma.

TITOLO VI - Rapporti con il MFR e la FGR

Art. 46 Movimento Femminile Repubblicano
Il PRI sostiene la presenza politica e culturale della donna per la sua completa liberazione e per lo sviluppo civile della società. Donne iscritte al PRI e simpatizzanti, purché il numero delle aderenti non sia inferiore a venti, possono costituire circoli autonomi del Movimento Femminile Repubblicano associati al PRI, che hanno il diritto di designare una rappresentante, con voto consultivo negli organi direttivi del partito competenti per territorio. I circoli femminili eleggono un organismo di collegamento nazionale.

Il MFR designa altresì le rappresentanti di cui alla lettera h) dell’art. 37 del presente Statuto ed è rappresentato con voto consultivo nella Direzione Nazionale del Partito ai sensi dell’art. 41, terzo comma.

Art. 47 Federazione Giovanile Repubblicana
Il Partito riconosce l’autonomia politica e organizzativa alla Federazione Giovanile Repubblicana. Un proprio statuto ne disciplina l’attività, il tesseramento, gli organi.

Il Partito facilita in tutti i modi possibili, attraverso la FGR, la diffusione dell’ideologia e del programma repubblicano tra i giovani; si impegna, altresì a trasferire sul piano della propria iniziativa politica le tematiche concernenti la condizione giovanile ed i problemi politici e sociali delle nuove generazioni.

La FGR designa i propri rappresentanti nel Consiglio Nazionale di cui alla lettera g) dell'art. 37 del presente Statuto ed è rappresentata con voto consultivo nella Direzione Nazionale del Partito ai sensi dell'art. 41, terzo comma.

Una rappresentanza consultiva della Federazione Giovanile Repubblicana partecipa di diritto a tutti gli organi deliberativi e direttivi del Partito. Il Consiglio Nazionale del Partito stabilisce con propria delibera le modalità di questa partecipazione e quella reciproca del Partito negli organi della FGR. Lo Statuto della FGR dovrà prevedere un limite d’età per l’iscrizione che non potrà essere superiore ai 30 anni.

TITOLO VII - Le finanze del Partito

Art. 48 Mezzi finanziari
I mezzi finanziari per l’attività del Partito sono quelli previsti dalla legge.

Le Direzioni Regionali, di Consociazione, di Unione Comunale e le assemblee di sezione potranno fissare un contributo aggiuntivo sulla tessera per le loro necessità finanziarie che sarà riscosso - se richiesto - tramite la Direzione Nazionale.

Il contributo complessivamente fissato dalle organizzazioni periferiche non può eccedere il 50% di quello stabilito dalla Direzione Nazionale e deve essere deliberato a maggioranza dai componenti elettivi.

Le strutture nazionali e periferiche del Partito possono raccogliere contribuzioni volontarie degli iscritti nei limiti e con le modalità previste dalla legge.

Le Sezioni sono tenute a sostenere l’organo di stampa del partito sottoscrivendo un abbonamento annuo ordinario.

Le organizzazioni territoriali del Partito hanno amministrazioni separate ed autonome.

L’Amministratore Nazionale del Partito presenta una relazione sui compiti affidatigli al Consiglio Nazionale nella sua prima riunione di ogni anno, e al Congresso Nazionale nelle sue convocazioni ordinarie.

Art. 49 Revisori dei conti
I Revisori dei Conti controllano la tenuta dei libri e delle scritture e la loro rispondenza alla documentazione contabile e certificano il bilancio del Partito effettuando i controlli ad essi affidati dalla legge 18 novembre 1981, n. 659 e successive modificazioni. I Revisori dei Conti, anche singolarmente, hanno facoltà di prendere visione di atti e documenti connessi con l’amministrazione del Partito.

TITOLO VIII - Candidature elettorali e cariche pubbliche

Art. 50 Gruppi parlamentari e consiliari
I parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali e comunali e in genere coloro che ricoprono cariche pubbliche, iscritti al PRI, sono tenuti come singoli ad osservare la disciplina del Partito e devono pertanto uniformare la loro condotta al suo indirizzo generale e alle deliberazioni degli organi competenti, mantenendo un costante collegamento con gli organi corrispondenti del Partito.

Art. 51 Designazioni
Le designazioni ad incarichi di Governo nazionale sono adottate d'intesa tra la Segreteria Nazionale e i parlamentari; quelle a livello regionale e locale dall’organo direttivo competente e dal gruppo consiliare repubblicano in seduta comune.

Art. 52 Candidature
I candidati alle elezioni politiche sono indicati dalla Direzione Nazionale su proposta del Segretario, sentite le Federazioni Regionali interessate.

TITOLO IX - Incompatibilità

Art. 53 Incompatibilità
Le cariche di Segretario regionale, di Consociazione e di Unione comunale sono comunque incompatibili rispettivamente con quelle di Presidente della Regione e Assessore regionale, di Presidente del Consiglio regionale, di Presidente della Provincia e Assessore provinciale, di Sindaco e di Assessore comunale. Vi è altresì incompatibilità tra le suddette cariche di partito e la carica di Presidente o membro del Consiglio di Amministrazione di enti pubblici che siano nominati da organi elettivi e loro espressioni dello stesso livello. La carica di Segretario di Unione Comunale o di Sezione unica di comune è incompatibile con la carica di Sindaco o di Assessore comunale.

I funzionari del centro nazionale del Partito e delle sue organizzazioni territoriali o parallele non possono far parte dei rispettivi organi elettivi politici e di controllo.

Sono altresì incompatibili con le cariche di Segretario Nazionale, Regionale, di Consociazione e di Unione Comunale coloro che ricoprono incarichi a qualunque titolo retribuiti in organismi di rappresentanza imprenditoriale, professionale, sindacale, cooperativo.

Nessun iscritto può far parte contemporaneamente di più di tre organi direttivi del Partito e di più di due organi esecutivi, né ricoprire la carica di Segretario politico in più di una organizzazione. Le designazioni a cariche amministrative sono nulle se il prescelto abbia preso parte alla votazione; in tal caso la votazione viene ripetuta immediatamente.

Art. 54 Violazioni delle incompatibilità
In caso di violazione delle norme sulle incompatibilità il Collegio Nazionale dei probiviri, in seduta plenaria delle due sezioni, invita l’iscritto - a carico del quale si sia verificato il cumulo di cariche incompatibili - a dichiarare la propria opzione per la carica preferita.

In mancanza di opzione il Collegio dichiara la decadenza dell’interessato dalle cariche di Partito, a cominciare da quelle di minore rilievo politico, fino a ristabilire il rispetto delle norme sulle incompatibilità.

La procedura innanzi al Collegio dei Probiviri può essere promossa dal direttivo di un organismo di Partito, o da qualsiasi iscritto.

Art. 55 Reggenze
I Segretari regionali, di Consociazione locale e di Unione comunale, se inclusi nelle liste dei candidati al parlamento, all’atto dell’accettazione della candidatura sono sostituiti ad ogni effetto da uno o più reggenti elettivi.

La stessa norma si applica ai Segretari regionali, di Consociazione e di Unione comunale che siano inclusi nelle liste per le elezioni dei consigli territorialmente corrispondenti.

TITOLO X - Sanzioni disciplinari e Collegio dei probiviri

Art. 56 Sanzioni
Gli iscritti possono incorrere nelle seguenti sanzioni: il richiamo; la deplorazione; la sospensione dall’attività nel Partito per un periodo di tempo fino a sei mesi; l'espulsione dal Partito. La sospensione può essere comminata per attività contrastanti con le direttive degli organi del Partito che in base al presente Statuto hanno competenza a fissare l’indirizzo politico, organizzativo e amministrativo o per recidiva in fatti che già provocarono il richiamo e la deplorazione. L'espulsione può essere comminata per ripetute o gravi infrazioni alla disciplina del Partito.

Art. 57 Collegi
I Congressi di Consociazione e di Federazione regionale eleggono - fino al successivo congresso convocato per il rinnovo delle cariche - i rispettivi collegi dei probiviri, ciascuno composto di cinque membri, con voto limitato a due nominativi.

Il Collegio nazionale dei probiviri è composto da dodici membri eletti dal Congresso Nazionale con voto limitato a cinque nominativi.

Il Collegio nazionale, nella sua prima seduta, costituisce due sezioni - rispettivamente di sette e cinque membri - la seconda delle quali giudica in sede di appello sui ricorsi presentati avverso le decisioni rese dalla prima sezione come giudice di primo grado. I probiviri non possono ricoprire cariche nelle corrispondenti organizzazioni del Partito o cariche pubbliche allo stesso livello.

Art. 58 Compiti dei Collegi, Decisioni finali, Segretario
I Collegi dei probiviri hanno il compito di giudicare sui casi di indegnità politica e di indisciplina degli iscritti, nonché sulle impugnative di atti illegittimi ai sensi degli statuti o dei regolamenti, e di dirimere vertenze tra iscritti in funzione di "corte d’onore". I Collegi dei probiviri provinciali e regionali adottano motivate decisioni finali a maggioranza dei propri componenti. Il Collegio Nazionale dei probiviri decide a maggioranza assoluta dei propri componenti entro novanta giorni.

Le decisioni devono essere in ogni caso depositate presso la corrispondente organizzazione del Partito e inviate alla Direzione nazionale, almeno dieci giorni prima della notifica agli interessati.

Il Collegio dei probiviri sceglie, entro una rosa di nomi indicati dal Segretario politico del corrispondente livello, un segretario responsabile della custodia degli atti e documenti, il quale assiste allo svolgimento dei lavori redigendone apposito verbale.

I Collegi dei probiviri sono i soli organi abilitati a giudicare eventuali infrazioni alle normative del presente Statuto. L'iscritto che dovesse rivolgersi alle istituzioni esterne per dirimere controversie interne al Partito viene dichiarato decaduto da socio, con decisione della Direzione Nazionale.

Art. 59 Procedimento
La procedura innanzi al Collegio dei probiviri può essere promossa sia dal Direttivo di un organismo di Partito competente sia di iniziativa e con denuncia documentata di un iscritto al Partito.

In casi di particolare gravità, anche politica, l'organo direttivo che ha promosso l’azione disciplinare - deliberando a maggioranza dei suoi componenti - può sospendere l’iscritto dal Partito per un periodo di sei mesi.

Contro tale decisione può essere presentato ricorso al Collegio nazionale dei probiviri, che è tenuto a pronunciarsi entro trenta giorni.

Art. 60 Competenze
Ai Collegi delle Consociazioni sono deferiti i casi riguardanti gli iscritti nell’ambito territoriale di competenza della Consociazione. Ai Collegi regionali sono deferiti i casi riguardanti gli iscritti che siano componenti degli organi direttivi regionali o consiglieri regionali, nonché le vertenze tra iscritti di diverse Consociazioni della regione e gli appelli contro le decisioni dei Collegi di Consociazione.

Al Collegio nazionale sono deferiti i casi riguardanti gli iscritti che siano componenti del Consiglio Nazionale o parlamentari, nonché le vertenze fra iscritti a diverse Federazioni regionali, e gli appelli contro le decisioni dei Collegi regionali e tutti gli altri casi previsti dal presente Statuto.

Quando i Collegi regionali siano stati giudici di secondo grado, il ricorso al Collegio nazionale è ammesso solo per motivi inerenti alla competenza ed al rispetto delle norme statutarie relative alla contestazione degli addebiti, ai termini, alla difesa. La competenza del Collegio Nazionale si estende anche al merito quando la sanzione irrogata in secondo grado sia stata l’espulsione dal Partito.

La Direzione Nazionale, in casi di rilevante complessità e gravità, può rimettere l’esame e la decisione su qualsiasi denuncia o ricorso e la cognizione di qualsiasi fattispecie al Collegio nazionale dei Probiviri.

La stessa facoltà spetta ai Comitati esecutivi regionali e di Consociazione nei riguardi dei rispettivi Collegi.

Qualora entro 120 giorni da una denuncia o impugnativa o ricorso, il Collegio o sezione dei Probiviri che ne è investito non abbia depositato o notificato la decisione, chi li abbia proposti può adire direttamente al Collegio o sezione probivirale competente a livello immediatamente superiore.

I Collegi dei probiviri che vengano comunque a conoscenza di casi di incompatibilità morale e di rilevanti deviazioni da fondamentali principi di Partito, a carico di iscritti sottoposti alla loro competenza, sono tenuti a comunicarlo alla Direzione Nazionale e ad esaminare tali casi per gli eventuali conseguenti provvedimenti.

Art. 61 Gravami - Termini
Contro le decisioni dei Collegi probivirali ai vari livelli nonché contro quelle del Collegio nazionale prese in primo grado è ammesso ricorso entro il termine di 30 giorni dalla ricevuta comunicazione del provvedimento.

Sui ricorsi in qualsiasi grado i Collegi decideranno entro 60 giorni dalla ricezione del ricorso. Decorso inutilmente tale termine, chi abbia proposto il ricorso può adire direttamente il Collegio probivirale competente al livello immediatamente superiore.

I ricorsi ai vari livelli hanno effetto sospensivo della sanzione irrogata o della decisione impugnata.

Art. 62 Funzionamento Collegi e sostituzioni
I Collegi probivirali e le sezioni del Collegio nazionale dei probiviri eleggono ciascuno un proprio Presidente.

In caso di cessazione di un proboviro dalla carica per qualsiasi causa ed a qualsiasi livello, subentra nell’ordine il primo dei non eletti. Nel Collegio nazionale dei probiviri il subingresso avviene nella medesima sezione cui era assegnato il proboviro sostituito.

Analogamente si procede, limitatamente al singolo procedimento, in caso di astensione o ricusazione ammesse dal Collegio.

Art. 63 Diritto di difesa
Prima che siano prese in esame proposte o ricorsi che possano dar luogo ad applicazioni di sanzioni, all’interessato devono essere contestati, a cura del Collegio competente, gli addebiti e i rilievi, con l’invito a presentare le proprie giustificazioni entro un termine ragionevole.

Il Collegio può delegare ad uno dei suoi componenti sia le indagini preliminari necessarie per la formulazione degli addebiti da contestare, sia l’esecuzione dei singoli atti istruttori.

L’interessato, nel procedimento davanti a qualsiasi collegio, deve essere posto in grado di svolgere la propria difesa oralmente e per iscritto e deve essere invitato, con preavviso di almeno 10 giorni, a comparire davanti al Collegio.

Art. 64 Scioglimento di organi
I Comitati direttivi delle organizzazioni del Partito nei vari gradi sono sottoposti alla vigilanza degli organi esecutivi competenti per l’ambito territoriale più ampio e possono essere sciolti dai direttivi competenti con deliberazione adottata a maggioranza dei componenti, in caso di gravi e ripetute violazioni statutarie, di grave ed insuperabile contrasto con l’azione politica del Partito o di assoluta disfunzione. In caso di inerzia dell’organo territorialmente competente, può sostituirsi a quest’ultimo, dopo averlo inutilmente invitato a provvedere, la Direzione Nazionale del Partito; in caso d’urgenza, ai sensi dell’art. 44, può provvedere il Segretario Politico o il Comitato di Segreteria.

Ove nell’ambito del direttivo competente non si raggiunga la maggioranza qualificata in cui al comma precedente, ma quella semplice, il caso dovrà essere segnalato al Segretario Politico o al Comitato di Segreteria per i provvedimenti eventuali, ai sensi dell’art. 44, e con ratifica a maggioranza semplice da parte della Direzione Nazionale.

L’organo che ha emanato il provvedimento procede alla nomina di un Commissario o di una Commissione straordinaria, ed indice l’assemblea o il Congresso per l’elezione del nuovo Comitato direttivo, entro il termine massimo di tre mesi dalla data dello scioglimento, prorogabili di altri tre mesi con il benestare della Direzione Nazionale.

Il Commissario (o la Commissione straordinaria) esercita le funzioni dei Comitati direttivi, e deve sottoporre le domande di nuove iscrizioni alle assemblee sezionali competenti.

Avverso la delibera di scioglimento è dato ricorso di primo grado al Collegio dei probiviri dell’organo superiore a quello che ha adottato il provvedimento, e per i gradi successivi secondo le competenze previste per gli stessi.

In ogni caso ogni controversia tra organismi periferici del Partito, che non dovesse trovare soluzione entro 60 giorni viene avocata dalla Segreteria Nazionale che ne propone la soluzione alla Direzione Nazionale.

Art. 65 Dimissioni negli organi direttivi
Nel caso di dimissioni all’interno degli organi direttivi, le surroghe devono essere operate entro 15 giorni dalle riscontrate vacanze, facendo subentrare i primi dei non eletti.

Ove si dimetta contemporaneamente la maggioranza dei componenti di un organo direttivo, la Direzione dell’organo superiore attiva le procedure per il rinnovo degli organi.

In caso di inerzia di tale Direzione, provvede il Segretario Politico o il Comitato di Segreteria ai sensi del secondo comma dell’art. 64.

TITOLO XI - Disposizioni finali

Art. 66 Statuto e regolamenti
Per quanto non previsto dal presente Statuto, possono essere approvati dai congressi locali appositi regolamenti. Tali regolamenti vanno trasmessi alla Commissione Statuto e, in mancanza di rilievi, entrano in vigore 30 giorni dopo l'avvenuto deposito.

I regolamenti in nessun caso possono derogare alle disposizioni contenute nello Statuto.

I regolamenti approvati da un organismo inferiore non possono essere in contrasto con quelli approvati da un organismo superiore.

Art. 67 Convocazione dei Congressi
La convocazione dei congressi delle Federazioni Regionali, delle Consociazioni Locali e delle Unioni Comunali deve avvenire almeno un mese prima della data fissata e deve essere comunicata alla Direzione Nazionale. È facoltà della Direzione Nazionale convocare direttamente i congressi delle Federazioni, delle Consociazioni e delle Unioni, quando siano scaduti i termini statutari e gli organi immediatamente superiori non abbiano provveduto. Analoga facoltà spetta alle Direzioni di Consociazione nei riguardi delle sezioni.

Art. 68 Commissione statuto
Il Consiglio Nazionale elegge, con voto limitato a cinque nomi tra i suoi componenti, la Commissione per lo statuto del partito, composta di sette membri.

La Commissione statuto dirime gli eventuali contrasti che dovessero insorgere tra norme statutarie e norme regolamentari e tra norme regolamentari di diverso livello, applicando i criteri previsti dall'art. 66; esprime pareri agli organi del Partito su tutte le questioni attinenti allo statuto e ai regolamenti; prepara schemi di statuto e di regolamenti per le organizzazioni del Partito; suggerisce le modifiche che ritiene necessarie.

Elegge nel proprio seno un presidente.

Art. 69 Modifiche statutarie
Lo Statuto può essere modificato solo dal Congresso Nazionale. Il Congresso delibera a scrutinio segreto con la maggioranza assoluta dei suoi membri.

È peraltro in facoltà del Congresso delegare al Consiglio Nazionale il compito di elaborare modifiche allo statuto, sulla base di indicazioni e direttive precise e motivate. In tal caso le sezioni potranno, entro il termine di un mese dalla chiusura del Congresso, inviare al Consiglio Nazionale proposte circostanziate di modifiche, formulate sulla base di principi contenuti nella mozione-delega congressuale. Le proposte dovranno essere valutate e coordinate dal Consiglio Nazionale

Nessuna modifica del presente statuto, o dei regolamenti locali, può essere discussa se l’argomento non risulti iscritto all’ordine del giorno all’atto di apertura del congresso competente.

Salvo quanto derivante dall’esercizio della delega congressuale di cui ai commi precedenti, le proposte di modifica elaborate dalla Commissione Nazionale Statuto o da organi nazionali dovranno essere pubblicate sul sito del Partito contemporaneamente alla relazione del Segretario politico.

Art. 70 Controllo sul tesseramento
Al fine di assicurare la regolarità delle operazioni di tesseramento, e il loro costante controllo, il Consiglio Nazionale del Partito, nella prima sessione successiva al Congresso Nazionale, nomina con voto limitato a cinque una commissione di sette membri, che non ricevano stipendio o indennità fissa a carico del partito. La Commissione, tramite il suo Presidente, può richiedere al Segretario del Partito ogni informazione concernente il numero delle sezioni e quello degli iscritti. La Commissione riferisce ai competenti organi del Partito sulle eventuali irregolarità riscontrate.

La Direzione Nazionale è tenuta a dare attuazione alle proposte della Commissione tesseramento e a verificare che le organizzazioni periferiche si attengano, per quanto di loro competenza, alle medesime proposte. In caso di divergenza di valutazione tra la Commissione per il tesseramento e la Direzione Nazionale, la decisione è demandata al Consiglio Nazionale.

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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

nuvolarossa
05-11-04, 16:27
Pochi poliziotti - Interrogazione di Del Pennino

Il senatore repubblicano Antonio Del Pennino ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno sulla grave situazione dell’ordine pubblico in provincia di Cremona e sulle difficoltà organizzative delle forze di Polizia. «La situazione dell’ordine pubblico nella provincia di Cremona — scrive Del Pennino — desta preoccupazione in quanto, oltre alla costante presenza di attività di tipo predatorio, come furti, truffe e rapine, si registra un aumento di fenomeni criminosi legati alla pedofilia ed al traffico di sostanze stupefacenti. La provincia di Cremona è inoltre uno dei punti nevralgici del radicalismo eversivo di matrice islamica fondamentalista in Italia. A fronte di tale situazione risultano preoccupanti carenze per quel che riguarda sia le strutture che le dotazioni a disposizione dell’organico delle forze di polizia statale». Del Pennino fa presente che si è determinata un’emergenza all’Ufficio immigrazione. E chiede infine di sapere se si intenda adottare provvedimenti per una adeguata integrazione dell’organico delle forze di polizia statale e per migliorare le condizioni per lo svolgimento dell’attività di prevenzione e repressione del crimine nella provincia di Cremona.
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/RAIDEROFTHELOSTARK.mid

nuvolarossa
27-04-05, 10:18
Tornerà nelle piazze il tricolore?

Caro direttore, vorrei condividere con lei e i lettori una riflessione su quanto è accaduto in piazza del Duomo a Milano il 25 Aprile. La festa della Liberazione è una ricorrenza molto significativa e importante per tutto il popolo italiano: noi giovani, che la guerra non l’abbiamo vissuta, forse non riusciamo bene a comprendere il gesto dell’anziano partigiano che, eludendo la sorveglianza del presidente, è riuscito ad abbracciare Ciampi. In quel semplice abbraccio c’è tutta la storia d’Italia dalla metà del ‘900 ai nostri giorni:
un gesto carico di profonda stima e affetto verso il capo dello Stato che in quel momento rappresentava il passato, il presente e il futuro del nostro Paese. Ciampi nel suo discorso ha evidenziato il fatto che «le celebrazioni del 25 aprile sono occasione per meditare, tutti insieme, sui valori fondanti della nostra Patria, libera e unita, sugli ideali condivisi da tutto il nostro popolo riconciliato con se stesso nel nome della Libertà». E la grande Europa che sta nascendo è il nostro passaporto per un futuro di pace, di tranquillità e di serenità. «Parta da qui _ha esortato Ciampi _guardando al di là della vicina grande cerchia delle Alpi, un messaggio di amicizia ai popoli europei, quei popoli che, pur uniti da una comune civiltà, si erano combattuti per secoli. Oggi essi hanno ritrovato insieme, nell’Unione Europea, i benefici della pace».
E allora io mi domando: come mai la piazza non era un tricolore unico?
Come mai non c’erano bandiere dell’Unione Europea? Mostrare la bandiera della nazione in tali occasioni rappresenta un piccolo gesto carico di profonda riconoscenza verso i nostri nonni che hanno speso parte della loro vita per noi giovani. La bandiera d’Italia è il nostro simbolo e non è possibile che venga sventolata con foga e passione solo in occasione dei mondiali di calcio o per salutare l’ennesimo trionfo di Valentino Rossi.

Fulvio Giulio Visigalli
Partito Repubblicano Italiano del Lodigiano
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/ZEROMISCELLANEA3.mid

nuvolarossa
19-05-05, 10:02
Economia del Lodigiano: crisi nera?

(Caro direttore, leggo con apprensione le ultime notizie preoccupanti dal fronte della congiuntura economica italiana e il mio pensiero non può che abbracciare la nostra situazione del Lodigiano. La crisi economica, oramai definita non più “rallentamento” ma “recessione” ci induce a maggior riflessione sulle cause di tale situazione.
Molte analisi sono state elaborate e altre ne seguiranno nei prossimi giorni e le conclusioni finali di tali dossier dovranno essere attentamente valutate.
Riflettendo sulla situazione economica del Lodigiano appare chiaro che una nuova politica dei redditi attraverso il decentramento della contrattazione salariale potrebbe migliorare l’attuale struttura della contrattazione a due livelli (prevista dall’accordo del luglio 1993).
Puntando su una maggiore efficacia del secondo livello di contrattazione, cioé quello aziendale, riteniamo che il sistema economico locale possa trarre vantaggi da tale modifica.
Segnalando tuttavia evidenti ritardi nell’attuazione in Italia (molti paesi dell’Europa hanno invece avviato in questi anni processi di “decentramento controllato” della contrattazione in cui si mantiene in vita la contrattazione nazionale, ma si contemplano “clausole d’uscita”, deroghe ai minimi contrattuali capaci di tenere conto della minore produttività del lavoro in specifiche imprese o regioni, come ad esempio ampiamente avvenuto nel caso della Germania Est) il processo di determinazione dei salari in Italia non sembra tenere conto dei divari nelle condizioni del mercato del lavoro.
Alcuni studi economici hanno posto in evidenza che in Italia la “curva dei salari”, cioè la relazione fra disoccupazione e salari è piatta, anziché essere decrescente come negli altri paesi, dove i salari sono più bassi nelle regioni ad alta disoccupazione.
Questa anomalia pertanto riduce il potenziale della contrattazione a livello locale e quindi una soluzione che potrebbe sbloccare tale impasse potrebbe essere, a nostro avviso, la decontribuzione dei salari più bassi: si avrebbe, come effetto in primis, una riduzione del costo del lavoro.
Tale diminuzione potrebbe comportare, come conseguenza immediata, una maggiore convenienza per le imprese e i lavoratori a favorire il decentramento della contrattazione stessa con inevitabili ricadute positive su tutto il potenziale bacino lavorativo locale del lodigiano.
L’imprenditoria femminile, prevista dal nuovo Programma Triennale 20032005, prevede, fra gli ambiti principali dell’azione regionale, quello di “sostenere le dinamiche imprenditoriali attraverso la messa a punto di strumenti finanziari, di assistenza e di sensibilizzazione per la nascita e lo sviluppo delle imprese dei lavori autonomi e professionali, con una particolare attenzione alle strategie volte a garantire pari opportunità attraverso il sostegno allo sviluppo delle imprese femminili”.
Riteniamo, noi Repubblicani Italiani del Lodigiano, necessario aumentare il contributo (oggi fermo al 30 percento) delle spese sostenute per l`acquisizione di servizi destinati all’aumento della produttività e all’innovazione al fine di aumentare lo sviluppo di sistemi di qualità che possano incrementare indirettamente il mercato dei servizi del Lodigiano, sempre più penalizzato a causa di minori risorse destinate all’investimento e alla ricerca.
La creazione di un polo tecnologico all’avanguardia potrebbe essere la carta vincente del Lodigiano: se viene aumentata la domanda di tali servizi necessariamente si aprirà un’offerta di nuovi servizi innovativi con ricadute a cascata su tutto il sistema produttivo locale.

Fulvio Giulio Visigalli
Partito Repubblicano Italiano
del Lodigiano

nuvolarossa
22-06-05, 17:33
Ricordiamo il bicentenario di Mazzini

Caro Direttore,
oggi si celebra il bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini e noi Repubblicani della città di Codogno ci associamo alle numerose testimonianze che in questi giorni si celebrano in tutto il territorio italiano.
Mazzini è stato un grande critico della società del suo tempo ma nel contempo sostenitore dell’esigenza di perseguire un progresso che si compia nella libertà garantita e “gestita” solo da istituzioni politiche di effettiva democrazia.
Un vero processo di trasformazione sociale, secondo Mazzini, deve essere basato su alcuni strumenti fondamentali quali l’abolizione dei monopoli, i risparmi di spesa e diminuzione dell’indebita influenza del governo nelle circoscrizioni locali del territorio, nonché su una politica tributaria adeguata e una liberalizzazione degli scambi interni ed esterni coerente con lo sviluppo sociale.
Messaggio quanto mai attuale per tutta la nostra classe dirigente politica che spesso si dimentica la nobile origine del sua missione: adempiere il dovere di gestire lo Stato secondo coscienza e diligenza.
Noi Repubblicani del Lodigiano abbiamo il compito di tenere sempre viva e accesa la fiaccola dello spirito repubblicano affinché le nuove generazioni italiane (e noi trentenni siamo in prima fila) abbiano la possibilità di conoscere e diffondere lo spirito democratico dei padri della nostra Repubblica.

Paolo Cipriani
Fulvio Giulio Visigalli

Partito Repubblicano Italiano del Lodigiano
pricodogno@lycos.it

nuvolarossa
06-07-05, 19:32
Milano: Franco De Angelis eletto segretario cittadino del Pri

La Direzione Milanese del Partito Repubblicano Italiano ha eletto segretario cittadino del PRI il Dott Franco De Angelis.

Il Segretario Nazionale del PRI on. Francesco Nucara nel ribadire, a conclusione dei lavori del Consiglio Nazionale del partito, l'importanza strategica per i repubblicani di un'adeguata presenza nelle grandi aree urbane, ha invitato Franco De Angelis a predisporre un complessivo progetto di sviluppo e di iniziative politico culturali del PRI nell'area milanese.

Tale progetto sarà volto a rilanciare il dialogo con le realtà dell'area laica liberale e riformista presenti nella città, anche nella prospettiva di rafforzamento ed allargamento della "Casa delle libertà" milanese.

nuvolarossa
01-08-05, 19:33
Intervista a Antonio Del Pennino/L'esperienza referendaria e la pressione dei teocon

Portare le idee dell'Edera al centro del dibattito

"La Voce" ha intervistato il senatore del Pri Antonio Del Pennino.

Senatore Del Pennino, lei è l'unica bandiera repubblicana che il Pri ha al Senato. Quali problemi incontra nel suo lavoro parlamentare nel portare avanti le idee repubblicane, che sembrano patrimonio di tutti, ma vengono osteggiate quando si formulano atti legislativi?

Esiste nell'attività legislativa del nostro Paese una certa schizofrenia. A parole tutti dichiarano che occorre contenere la spesa pubblica di parte corrente, abbandonare la legislazione di dettaglio e gli interventi a pioggia, per affrontare i nodi strutturali del Paese. Nel concreto continua la pratica di una legislazione minore volta a rispondere a contingenti domande e a premiare interessi settoriali che ci si illude possano essere elettoralmente paganti. Ciò caratterizza, come in passato, gran parte delle forze politiche, indipendentemente dalla loro collocazione. Per questo il richiamo costante dei repubblicani a comportamenti coerenti con le intenzioni dichiarate risulta assai spesso inascoltato. Ed il peggio avviene quando nella risposta ad attese settoriali, se non addirittura corporative, si realizzano maggioranze trasversali che superano, in una logica da assalto alla diligenza, le distinzioni tra maggioranza ed opposizione. Vi è in questo una continuità fra la Prima e la Seconda Repubblica, anche se va riconosciuto che la maggior forza che il Governo ha oggi in Parlamento rispetto alle legislature che si sono succedute sino alla metà degli anni novanta, gli consente di resistere meglio alle pressioni dei singoli parlamentari.

Senatore, lei è stato presidente del Comitato per il Referendum sulla procreazione medicalmente assistita. Come ha considerato il risultato referendario: una sconfitta, una semi sconfitta, o una mezza vittoria?In fondo più di un terzo dell'elettorato che va alle urne si è espresso.

Non esito a riconoscere che il risultato del referendum sulla procreazione medicalmente assistita è stato, per chi l'aveva promosso e si era impegnato per il suo successo, francamente deludente. La partecipazione dei cittadini è stata, infatti, inferiore alle nostre meno ottimistiche previsioni. Ma più che la campagna astensionistica promossa dalle gerarchie ecclesiastiche e da molti leaders politici, oltre che da alcune delle più alte cariche dello Stato, credo abbia influito sulla scarsa partecipazione al voto la complessità dei quesiti proposti ed il fatto che quello della procreazione medicalmente assistita è un tema che non tocca direttamente tutti i cittadini, ma riguarda una esigua minoranza. Infatti, uno studio del SWG valuta inferiore al 20% la cosiddetta astensione attiva, cioè quella promossa dagli avversari del referendum.

Ma almeno, alcuni temi, sono stati portati alla ribalta…

Difatti. Ciò detto, peraltro, ritengo che al di là del risultato, il referendum abbia avuto una grande funzione: quella di portare al centro del dibattito politico temi che negli ultimi anni ne erano rimasti ai margini, quali quelli della libertà di ricerca e della laicità dello Stato. Si è sviluppato un dibattito culturale e politico di notevole spessore che è destinato a proseguire nei prossimi mesi e a diventare motivo di riflessione e materia della futura agenda politica.

Passiamo ad un altro argomento. Il Pri nelle grandi aree urbane, ed in particolare a Milano che lei rappresenta, stenta a decollare. I successi degli anni ‘80 sembrano rimasti un ricordo. Perché anche personaggi che hanno svolto ruoli importanti sono oggi disinteressati alle sorti del Pri?

I mutamenti intervenuti nel quadro politico del Paese a metà degli anni ‘90, con l'adozione di un sistema rigidamente bipolare, hanno avuto un riflesso negativo per una forza politica storicamente collocata sul crinale. Nelle grandi aree urbane ed in particolare a Milano dove il Pri raccoglieva un voto d'opinione proprio in funzione di questa sua peculiare posizione politica, indipendentemente dalla presenza di una consistente struttura organizzativa, i riflessi sono stati inevitabilmente più gravi.

E dunque…

La nuova moda bipolare ha indotto anche alcuni quadri e dirigenti a ricercare più comodi accasamenti nelle forze politiche maggiori.

Lei ha lavorato - e bene - per il ritorno all'impegno politico di Franco De Angelis ed ovviamente darà un giudizio positivo su questo ritorno, come peraltro ha fatto il segretario nazionale. Riusciremo a prenotare un'Edera a Palazzo Marino nella primavera 2006?

I limiti e le contraddizioni dell'attuale sistema bipolare, che emergono sempre più chiaramente, stanno facendo crescere nell'opinione pubblica più accorta una nuova attenzione verso le forze politiche dell'area laica e liberal democratica ed in particolare dei repubblicani, il cui contributo può essere determinante per introdurre elementi di razionalità ed equilibrio nell'improvvisato bipolarismo italiano. In questo senso dobbiamo positivamente registrare alcuni ritorni ed alcune nuove adesioni al partito, rispetto alle quali occorre la massima apertura.

Probabilmente ciò non basta…

Il problema più generale che abbiamo di fronte è quello di calare nel concreto un'azione del Pri che colga le attese e le speranze presenti nella società civile, ritrovando quella capacità di proposta politica che ci ha caratterizzato negli anni passati. In questo senso so che la nuova segreteria cittadina del Pri sta avviando un'indagine sui problemi della città da cui potranno emergere indicazioni e suggerimenti, che saranno certamente utili per agevolare una nostra rinnovata presenza amministrativa.

Cosa pensa del partito unico o partito unitario? Il Pri sarà presente alla costituente di questa nuova forma associativa con una propria rappresentanza. Ma qual è la prospettiva, secondo lei?

Il partito unico o partito unitario, così come si sta delineando, mi sembra destinato a rappresentare, nella migliore delle ipotesi, la proiezione italiana del Partito Popolare Europeo. Se non rischia addirittura di trasformarsi in uno schieramento teo-con.

E dove finiscono, allora, le forze laiche e liberali?

In questo senso temo che tale progetto non possa raccogliere in una prospettiva di unità anche i valori ed i programmi dell'umanesimo laico, liberale, repubblicano e socialista, accanto a quelli del riformismo cattolico. E ciò tanto più in una realtà come quella italiana basata su un regime concordatario e sulla presenza di un'istituzione forte extrastatuale come la Chiesa. Valuteremo gli sviluppi del cosiddetto processo costituente, ma ritengo che, anche in Italia come in Europa, Popolari e Liberaldemocratici continueranno a rappresentare storie diverse.

nuvolarossa
06-09-05, 18:12
...

nuvolarossa
09-12-05, 13:58
...

nuvolarossa
06-02-06, 20:57
Milano, intitolata sezione a Giovanni Spadolini/Una nuova casa repubblicana che è stata voluta da Carlo Bassi
Garantire la presenza nelle istituzioni

Nel corso della riunione svoltasi il 30 gennaio 2006 presso la sede di Piazza Susa, la Direzione provinciale milanese del PRI ha proceduto al riconoscimento della sezione G. Spadolini, fortemente voluta e promossa da Carlo Bassi. Dal documento di quella riunione si apprende dunque che "la Direzione Provinciale di Milano del PRI procede al riconoscimento della Sezione G. Spadolini di Milano. In conseguenza, ritenendo che il Congresso costitutivo dell'Unione Comunale non possa celebrarsi prima delle consultazioni elettorale amministrative, delibera di sottoporre tale valutazione alla Segreteria Nazionale chiedendole di indicare le procedure da seguire". Fra i resoconti di quella riunione anche un ulteriore documento, col quale "la Direzione Provinciale prende atto del processo di costituzione della Provincia di Monza e Brianza, e delibera di costituire un coordinamento territoriale per l'area di Monza e Brianza rimandando ad una riunione tra la Segreteria ed i segretari delle sezioni competenti la sua definizione". Inoltre la Direzione Provinciale milanese, come si ricava da altro documento, "ritiene che la congiuntura delle elezioni amministrative con le elezioni politiche 2006, renda indispensabile l'attuazione di una strategia elettorale comune ai due livelli elettorali, al fine di rafforzare la visibilità della presenza repubblicana sul Comune di Milano, in Provincia e in Regione Lombardia.

Per quanto concerne l'ambito nazionale, anche in virtù della nuova legge elettorale, condivide l'orientamento di un'operazione politica volta a garantire la persistenza di una rappresentanza repubblicana nelle istituzioni parlamentari, ed auspica, nel contempo, un allargamento dei quadri dirigenti e della rappresentanza politica del Partito.

Sul piano locale, considerata la peculiare natura dell'elettorato milanese di riferimento, orientato certamente da logiche di opinione piuttosto che da dinamiche di appartenenza, auspica, un impegno congiunto degli organi locali regionali e nazionali del Partito su Milano, volto a recuperare una presenza politica del PRI in Lombardia e nel Nord del Paese. Ciò nella assoluta convinzione che una reale affermazione del Partito a Milano costituisca la condizione essenziale per una sua efficace e solida presenza nazionale.

Per quanto concerne le elezioni amministrative del Comune di Milano, la Direzione Provinciale milanese del PRI, considera di imprescindibile importanza una presenza attiva del Partito Repubblicano Italiano alla prossima tornata elettorale nelle forme e nei modi che si andranno a definire in seguito agli incontri con il candidato sindaco e la coalizione di riferimento.

Per quanto concerne le elezioni amministrative degli altri Comuni della Provincia, la Direzione rinnova l'invito a tutti i segretari di sezione ad attivarsi per individuare forme, persone e modalità di partecipazione, dando priorità ai Comuni ove esista una componente repubblicana ed ai comuni superiori ai 15.000 abitanti. La Direzione delega per queste realtà l'amico Michele Procida a responsabile per la campagna elettorale in Provincia di Milano".
..............................
In risposta alle richieste degli amici milanesi, il segretario nazionale Francesco Nucara, con una lettera datata 6 febbraio 2006, ritiene che, dopo la nascita di una seconda sezione a Milano, in concomitanza con le campagne elettorali non possa essere celebrato il Congresso dell'Unione comunale. Nucara con la stessa nomina responsabile della politica del Pri milanese, fino alla celebrazione del Congresso dell'Unione (con data da definirsi) il presidente della consociazione provinciale stessa, Sergio Borlenghi.

nuvolarossa
19-02-06, 01:17
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PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO
Coordinamento Provinciale di Pavia
Pavia, 18 febbraio 2006
COMUNICATO STAMPA

È stata ricostituita la sezione pavese del Partito Repubblicano Italiano, intitolata ad Ugo La Malfa.
La Direzione Regionale ha nominato portavoce provinciale del partito Mauro Ghislandi, che sarà affiancato da Gianni Giudice per Pavia e da Elio Taverna per Voghera.

Mauro Ghislandi, 45 anni, è impiegato presso una società di telecomunicazioni. Sposato con tre figli, abita a Certosa di Pavia.

http://img101.imageshack.us/img101/6414/1116dz.jpg

I Repubblicani presenteranno una lista lombarda, collegata alla Casa delle Libertà, con lo storico simbolo dell’edera per le elezioni politiche del Senato.
Anche per le elezioni amministrative i Repubblicani pavesi presenteranno una lista col proprio simbolo, collegata alla Casa delle Libertà.

Verrà anche attivato a breve il sito internet
http://www.pri.pavia.it/

Mauro Ghislandi
Coordinatore Provinciale PRI pavese
348 0601150
mauro.ghislandi@tiscali.it
http://www.ghislo.it/

nuvolarossa
12-04-06, 20:01
Busto Arsizio: nuova sede del Partito repubblicano italiano

A Busto Arsizio è attiva sul territorio una sede del Partito Repubblicano Italiano (P.R.I.) di cui è referente il Sig. Gian Giacomo William Faillace.

La nuova sede repubblicana seguirà le direttive dell'ultimo congresso nazionale ossia seguirà una politica di collaborazione vicina e, oserei dire anche fedele, alla coalizione della Casa delle Libertà, di cui è membro integrante col Sen. Antonio Del Pennino, l'On Giorgio La Malfa e l'On. Francesco Nucara, quest'ultimo segretario nazionale del P.R.I.

Pertanto ne consegue una collaborazione anche a livello locale con il polo di centro-destra sia per le elezioni del 9 e 10 aprile sia per le prossime elezioni amministrative del 28 maggio.

Nel contempo il Partito Repubblicano Italiano sarà garante all'interno della C.d.L. dei valori laici e liberali che lo hanno sempre contraddistinto sin dalla sua nascita avvenuta il 12 aprile 1895.

Per quanto concerne la sede di Busto Arsizio questa sarà raggiungibile anche tramite internet col sito www.pribusto.it che fornisce gratuitamente oltre ai recapiti per un immediato contatto coi cittadini interessati al progetto del P.R.I. anche un giornalino (Ausonia) e servizi utili agli utenti.

Questo comunicato stampa è stato deciso e deliberato dal referente di Busto Arsizio del P.R.I Gian Giacomo William Faillace e dalla segreteria regionale del partito nella persona di Tommaso Vannini.

Pri Busto Arsizio

nuvolarossa
23-05-06, 19:22
Nucara a Milano

Francesco Nucara partecipa, mercoledì 24 maggio, ad una manifestazione a Milano alle ore 18,00, nell'ambito della campagna per le amministrative. Grand Hotel Doria, ore 18,00.

tratto da
http://www.pri.it

nuvolarossa
19-06-06, 20:47
Consultazione referendaria: le ragioni di un Sì/Semplificazione delle regole, giusto federalismo e democrazia
Necessario snellire la burocrazia

I prossimi 25 e 26 giugno si terranno le consultazioni referendarie per la più importante riforma del testo costituzionale che sia mai stata ideata nella storia della Repubblica italiana. Una riforma necessaria per il rilancio del nostro sistema democratico e dell'intero sviluppo del Paese. Una serie di novità utili per rendere più aggiornata e moderna la nostra Carta costituzionale. Ricordiamo che il referendum costituzionale è di tipo confermativo e non abrogativo. Non occorre un quorum minimo di partecipazione dell'elettorato, a differenza dei quesiti referendari ai quali gli italiani sono abituati. Andare alle urne ed esprimere il proprio consenso, è una grande occasione per una svolta democratica delle istituzioni. L'attuale riforma della Costituzione prevede una serie di importanti novità alle quali siamo chiamati a dare il nostro contributo di cittadini. La riforma velocizzerà la funzione legislativa, attualmente esercitata con il meccanismo del bicameralismo perfetto. I disegni di legge fanno la "spola" tra Camera dei deputati e Senato della Repubblica in un continuo via vai di emendamenti, ostruzionismi, ritardi inspiegabili e giochi politici delle segreterie di partito. Il bicameralismo si è trasformato in una serie di lacci e catene, che impediscono lo svolgimento snello dell'attività legislativa. Il frutto della sovranità popolare viene rimbalzato di Camera in Senato e viceversa, senza un'utilità evidente per il Paese. Occorre maggiore impulso e capacità di legiferare in tempi brevi per garantire l'attuazione delle urgenti riforme che il Paese si attende. La riforma della Costituzione prevede la diversificazione delle funzioni per i due rami del Parlamento, assegnando alla Camera il compito di scrivere le leggi di interesse nazionale, e al Senato quello di occuparsi degli affari del cosiddetto decentramento amministrativo: politiche per gli enti locali – Regioni, Province e Comuni – e una serie di ulteriori prerogative di minore rilievo. Secondo i detrattori della riforma che è stata votata all'unanimità dal governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi, ci sarebbe il rischio di un cambiamento eccessivo delle regole a scapito dell'armonia istituzionale. In realtà questo non è vero. Come al solito si tratta di una tattica – quella che il centrosinistra porta avanti da anni – per intimidire gli italiani. I poteri delle funzioni istituzionali – Parlamento, Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale – rimangono sostanzialmente rispettati e garantiti. Le funzioni di garanzia non subiscono alcun ridimensionamento, semmai una razionalizzazione nell'ottica di un testo costituzionale moderno e avanzato, non più basato esclusivamente sul compromesso, com'è stato finora. Al Presidente del Consiglio dei ministri viene assegnato un ruolo di garanzia di governabilità, ed il potere di utilizzare lo strumento legislativo con maggiore capacità di influenza sui rami del Parlamento. In realtà, fino ad oggi la figura del premier ha una oggettiva impossibilità a condurre l'attività di governo in modo celere ed efficace, perché l'eccessivo rallentamento dei lavori parlamentari ne frena l'azione programmatica. Un esecutivo più snello consentirebbe di adottare provvedimenti in modo più efficiente e consono alla situazione contingente. Inoltre, la riforma costituzionale si propone la forte riduzione del numero dei parlamentari, che rappresenta un grande traguardo nella storia della Repubblica. Per la prima volta, il "costo della politica" va verso un netto taglio, che sarà utile per rafforzare le casse dello Stato e rendere meno dispendiosa l'attività parlamentare. Il centrosinistra invece, non vuole che il numero di seggi in Parlamento subisca una riduzione, perché, in questo modo, verrebbero a mancare le opportunità per sistemare questo o quel candidato facente parte di correnti e apparentamenti politici. Maggiore è il numero di posti a disposizione, maggiore è l'interesse del centrosinistra di occuparli. Più alto è il numero di deputati e senatori e maggiori saranno gli introiti di denaro pubblico a disposizione dei politici. Occorre invece che si riparta da una condizione di umiltà e di servizio pubblico dei parlamentari. E la riforma approvata nei mesi scorsi, per la quale apporremo il nostro "Sì" nella scheda referendaria, va proprio nella direzione di restituire al popolo italiano la sovranità e il diritto ad un'esistenza dignitosa, fatta di sviluppo economico, regole chiare e semplici, federalismo e garanzie di democrazia.

Michele Procida, segretario cittadino Pri di Rozzano (MI), consigliere comunale

http://www.nuvolarossa.org/images/library/barra.jpg

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Darwin/LogoPri.gif

nuvolarossa
03-08-06, 12:37
TRADATE (Varese) - Ex primario del pronto soccorso e consigliere comunale per il partito repubblicano, si è spento ad Albenga a 87 anni
L’ultimo saluto a Carlo Taccani

Si sono svolti ieri i funerali di Carlo Taccani, 87 anni, personaggio molto conosciuto in città per la sua attività politica e umana. Primario del Pronto Soccorso all’ospedale Galmarini per diversi anni, Taccani è stato anche esponente del partito repubblicano e consigliere comunale per due legislature a cavallo degli anni ’70 e ’80. Taccani si è spento ad Albenga, in Liguria, dove si recava ogni anno per trascorrere il periodo estivo.
«Particolarissimo il mio rapporto con il professor Taccani – ricorda l’attuale vicesindaco di Tradate, Gianluigi Margutti - che ho avuto il piacere e la gioia di frequentare negli anni settanta; anni formidabili, in cui fu varata una nuova Giunta comunale che innovò rispetto al passato. Una Giunta, quella di Uslenghi, che mi adoperai moltissimo affinchè fosse costituita, e di cui Taccani fu attivo e partecipe attore. Il lavoro fu tenace e diede risultati. In amministrazione pubblica le cose cambiano, e i tempi mutano. Certe persone rimangono invece, a volte nel ricordo, come oggi Carlo Taccani. Grazie!»

tratto da
http://www3.varesenews.it/saronno_tradate/articolo.php?id=54031

nuvolarossa
17-09-06, 09:24
Riceviamo dal P.R.I. di Cremona

Egr. Sig. Direttore ,

se mi è concesso vorrei intervenire nel dibattito apertosi sulla situazione urbanistica cremonese, nel solco della tradizione repubblicana cremonese che nell’urbanistica ha sempre avuto un suo cavallo di battaglia.

L’uomo , per vivere e per svolgere le sue attività, ha bisogno dell’edilizia; l’edilizia , per sua stessa natura, produce una quantità di “vulnus” , che, sotto svariate forme, vengono inferti all’ambiente naturale ; parte di questi “vulnus” possono essere mitigati o neutralizzati con un corretto uso dell’urbanistica . Per Cremona questo non vale : da alcuni decenni l’urbanistica viene utilizzata in modo tale da amplificare i danni che l’attività edilizia porta con sé.

http://www.italiantourism.com/images/cremona.jpg

L’urbanistica cremonese - intesa in senso lato come studio e gestione dello spazio urbano in tutti i suoi risvolti - ha dato e sta dando ben magri risultati : uno sguardo anche solo fugace e superficiale evidenzia in tutta la sua gravità il degrado ed il declino subito da Cremona negli ultimi venticinque anni. Ecco alcuni esempi in ordine sparso :
piazze e giardini : piazza Stradivari già piazza Cavour , oggi ribattezzata con cruda efficacia dalla voce popolare Piazza Pelada , con annessa tettoia ( per favore basta chiamarla tensostruttura : è un’altra cosa! ) con relative polemiche e guai ed il monumento triste al sommo Antonio; giardini di Piazza Roma con il calcestre e altre amenità assortite; piazza Lodi resa squallida al limite dell’insopportabile; ecc.
gestione del traffico ( con relativo inquinamento ) che si sostanzia nella mancata soluzione di ognuno e di tutti gli anelli della catena ZTL – parcheggi corona- trasporto pubblico e privato – park di piazza Marconi – zone blu ; su questo nodo gordiano si innestano altri problemi mai affrontati decisamente come : tangenziale sud / via Giordano , passaggi a livello ferroviari , e, per non farci mancare proprio nulla , per ultimo , ma non certo per ordine di importanza ,il nodo Ipercoop/Paullese/tangenziale ;
intasamento delle residue aree vuote , pubbliche e private, lungo il perimetro delle mura , lasciando spazio o invogliando la speculazione tanto selvaggia ed insensibile a valori territoriali / paesaggistici quanto miope : a chi sono destinate le centinaia ( o migliaia) di alloggi che stanno sorgendo nella prima periferia della città? Quale può essere il ceto sociale che potrà esprimere un così forte numero di potenziali acquirenti? Quale previsione di incremento demografico e quale programmazione di edilizia abitativa sta dietro questa espansione dei vani abitativi?
soffocamento ed espulsione del piccolo commercio ( o commercio di zona ) dal centro cittadino a favore di super/ipermercati col risultato che in città è tutto un fiorire di buchi ciechi e scuri ( botteghe chiuse ) che deprimono la vita sociale e di relazione , specialmente nelle ore serali e notturne; e non saranno certo le iniziative ( pur benemerite) di animazione più o meno imposte e artificiose a risollevare le sorti di un commercio cittadino che annaspa in un contesto sempre più asfittico , privo di prospettive e di attenzioni;
mancanza di collegamento simbiotico con le realtà di attrazione presenti sul territorio : ad esempio il collegamento Fiera – città che impedisce al centro di godere dei benefici influssi che potrebbero derivare dalle molte migliaia di frequentatori attratti annualmente a Cà de Somenzi ;
mancanza di idee e proposte concrete sull’utilizzo degli enormi volumi recuperati e da recuperare ( Palazzo Pallavicino, le ex caserme, in futuro la caserma Manfredini, ecc) senza considerare l’accantonamento del progetto (benemerito) dell’acquisizione degli ex monasteri;
mancanza di proposte pubbliche ( o di accoglimento delle proposte private) sull’edilizia per studenti concepita in modo organico alle strutture universitarie esistenti e prevedibili (o auspicabili?);
L’elenco ,purtroppo, potrebbe continuare ( strutture universitarie, polo liutario, connessione con la sponda piacentina – vera periferia sud della città - , isolamento infrastrutturale, mancata valorizzazione della ferrovia ecc.) .
E’ del tutto evidente che ogni argomento, tra l’altro, risulta interconnesso, in tutto o in parte con gli altri fornendo e ricavandone soluzioni o complicazioni ulteriori.

Tutto ciò ci porta a riflettere sulle cause che ci hanno portato a questo stato di cose che, come noi repubblicani sosteniamo da vari decenni , si estrinsecano e si sostanziano in un unico ma gravissimo difetto originale : LA MANCANZA DI UN PROGETTO GENERALE DELLA CITTA’ NEL QUALE TROVINO RISPOSTE E SOLUZIONI I VARI PROBLEMI URBANISTICI . Ci verrà risposto che esistono , negli anni, i PRG di riferimento . Noi replichiamo che i Piani Regolatori sono strumenti tecnici , più o meno buoni , più o meno efficaci : quello che manca è un’idea politica globale che detti le linee guida e gli obiettivi che Cremona vuole raggiungere insieme al territorio che la circonda. Questo è ciò che è mancato in questi anni , e la stagnazione delle idee ( più o meno voluta ) ha portato al mancato sviluppo di tutte le attività cittadine con il conseguente impoverimento del tessuto sociale cremonese : speriamo vivamente che questo dibattito che si sta accendendo ponga fine a questa situazione.

Geom. Anselmo Gusperti
Segr. Prov. P.R.I. di Cremona

nuvolarossa
11-10-06, 10:37
Riceviamo da Anselmo Gusperti

Cremona , ottobre 2006

ATTUALITA’ DI MAZZINI

Sabato 23 settembre è stato, finalmente , inaugurato un busto bronzeo a Giuseppe Mazzini nel bel mezzo dei giardini pubblici di Cremona. Ci è stato chiesto, anche provocatoriamente, della necessità di tale opera : in fin dei conti l’Italia è una Repubblica da sessant’anni . Ebbene ora più che mai è necessario riscoprire lo spirito mazziniano e divulgarlo tra le giovani generazioni : il monumento si prefigge anche questo scopo.
Ora che nelle scuole la Sua figura viene trascurata, dimenticata, nascosta , e con essa i valori che Lui portava;
ora che i nostri giovani – diplomati o laureati che siano – sono dei veri pozzi di convinta ignoranza riguardo la propria storia e i propri diritti / doveri di cittadini ( l’educazione civica ) mentre Lui voleva una gioventù orgogliosa dei propri avi dal cui studio ed esempio dovesse ricavare una responsabile e partecipata vita di cittadini;
ora che i media pubblici e privati ci descrivono e ci propongono come esempio una società fondata su veline, faccendieri, intercettatori, avventurieri finanziari e non , ladri, imbroglioni e scansafatiche, furbetti, politicanti ignoranti e ignavi mentre Lui voleva una società fondata su contadini, operai, artigiani, commercianti, professionisti, imprenditori, artisti e politici ( ma questo non é il – disatteso - art. 1 della nostra Costituzione?) ;
ora che i suoi motti : Dio e Popolo – Pensiero ed azione sono degradati, offesi, dimenticati , rinnegati e traditi giornalmente mentre Lui voleva che fossero la bussola della vita dei giovani italiani;
ora che l’Italia è economicamente, socialmente e politicamente divisa e succube dei poteri stranieri, mentre Lui la voleva unita, libera e dignitosamente rappresentata nel consesso internazionale;
ora che l’Europa nasce già vecchia, piena di acciacchi , senza forza e senza voce , mentre Lui vagheggiava la Giovane Europa fatta di vigorose e sane repubbliche;
Ora……….perché sessanta anni fa la Repubblica Italiana fu proclamata , ma nella realtà, a tutt’oggi, non è ancora costruita !

Anselmo Gusperti Segr. Prov. P.R.I.

nuvolarossa
26-11-06, 10:21
Busto Arsizio - Il circolo è stato intitolato a Cipriano Facchinetti. Confermata l'alleanza con il centrodestra
Nuova sezione del Pri cittadino: Faillace è il segretario

Il giorno 22 novembre 2006 si è tenuta l’Assemblea Costituente della sezione del Partito Repubblicano Italiano di Busto Arsizio col il nome distintivo “Cipriano Facchinetti”.

Eletto il direttivo, quest’ultimo ha votato all’unanimità Gian Giacomo William Faillace alla carica di segretario politico della sezione al quale sono giunti gli auguri per un buon lavoro ed una proficua collaborazione da parte del coordinatore locale di Forza Italia, Franco Castiglioni, dalla Giunta Comunale e dall’U.D.C. cittadino per voce del Dott. Zingale.

Il segretario cittadino del P.R.I., accettando i saluti e gli auguri da parte dell’Amministrazione Comunale e da alcune forze politiche della C.d.L., ha rinnovato il rapporto di fedele alleanza alla coalizione di centro-destra offrendo la sua collaborazione esterna all’Amministrazione per lavorare il bene della città e cercando di essere un partito vicino ai problemi dei cittadini.

Venerdi 24 Novembre 2006
A cura del Pri - Sez. di Busto Arsizio
redazione@varesenews.it

tratto da http://www3.varesenews.it/

nuvolarossa
10-01-07, 12:38
Riceviamo da Anselmo Gusperti

Egr. Sig. Direttore,
approfittando della sua disponibilità vorrei portare a conoscenza della cittadinanza un imbroglio che la Finanziaria in via di approvazione sta perpetrando ai danni dei proprietari di casa ( la maggioranza dei cremonesi e degli italiani) imponendo loro il pagamento di un’imposta , diciamo così, di categoria.
In uno dei 1.364 commi della Finanziaria è contemplato un meccanismo per cui l’importo effettivamente spettante alle nuove detrazioni venga calcolato sul reddito complessivo del contribuente. In sostanza maggiore è il reddito complessivo ( da lavoro e da altra natura) minori sono le detrazioni. Nella definizione di reddito complessivo , però, entra anche la rendita relativa all’abitazione principale con relative pertinenze che, pur non direttamente tassata ai fini IRPEF, verrà inserita nella base di riferimento per il calcolo delle detrazioni. Con la conseguenza che i proprietari di “prima casa” avranno un reddito più alto e quindi meno detrazioni ( anche in termini di addizionali locali) rispetto al contribuente non proprietario.
Come si vede si tratta di una tassa occulta ed iniqua . Occulta perché , ripeto, formalmente viene mantenuta l’esenzione Irpef sull’abitazione principale, ma di fatto il proprietario avrà un monte redditi superiore a tutti gli altri contribuenti IRPEF. Iniqua perché nei fatti torna ad essere applicata una tassazione riconosciuta vessatoria da tutti : quella che colpisce un reddito non effettivo ma virtuale qual’è la rendita catastale dell’unità immobiliare in cui si abita , già peraltro colpita dall’imposizione patrimoniale dell’ICI.
Con buona pace delle promesse di aiuto alle giovani coppie e alle categorie più deboli.

Geom. A. Gusperti – Segr. Prov. PRI Cremona

nuvolarossa
14-02-07, 19:19
Riceviamo da Mauro Ghislandi

Cari amici,
il PRI lombardo ritorna su internet.
Ho registrato il dominio www.pri.lombardia.it e, non appena completate le pratiche burocratiche, il sito sarà operativo.
Parallelamente ho attivato un blog del PRI lombardo, che ha indirizzo
http://ederanet.blogspot.com/
e che è già attivo.

Nei giorni scorsi mi sono chiesto che cosa avremmo potuto inserire come primo tema sul nostro nuovo blog.
Purtroppo un triste destino ha voluto che Giorgio Medri ci lasciasse proprio poche ore prima di attivarlo.
Per questo il primo argomento che ho inserito è un tributo a Giorgio.
Il nostro segretario regionale ha scritto una commemorazione di Giorgio che ora tutti potete leggere.
E chi vuole potrà aggiungere le proprie parole a quelle, molto belle, del nostro segretario.

Per chi non avesse molta pratica con i blog, ecco una breve spiegazione di quello che è e quello che non è.
In un blog, uno o più responsabili (nel nostro caso i membri dell'esecutivo regionale) possono inserire nuovi argomenti di discussione (in termine tecnico si chiamano "post"). Il post può essere letto da tutti e tutti possono aggiungere i propri commenti. Il blog si differenzia dal forum (come quello dei repubblicani su yahoo, che alcuni già frequentano) per essere in un senso più controllato (i post li possono inserire solo i redattori, in modo che non si trattino argomenti fuori contesto) e più libero ( i commenti possono essere
inseriti da tutti, non solo da chi si è registrato sul blog).
Naturalmente, il blog ha senso se è vivo. Da qui il mio invito a tutti a fare tre cose:
1) Diffondete la conoscenza del blog a tutti coloro che possono essere interessati.
2) Inserite i vostri commenti ai temi trattati.
3) Suggeriteci nuovi argomenti da trattare.

Mauro Ghislandi

nuvolarossa
06-04-07, 18:29
Dopo l'ultimo direttivo la proposta per rispondere al progetto del Centrosinistra
Pnr propone un partito unico del Centrodestra

VARESE - Mercoledì 4 u.s. si è riunito a Varese il Comitato direttivo del Partito Repubblicano. Dopo una sospensione delle attività, al fine di verificare l’effettiva volontà dei partiti di centrodestra di procedere verso una unica formazione politica, (non pervenuta), il Partito Repubblicano ha riunito il Comitato per dare una risposta politica immediata alla nascita del Partito Democratico.

http://www3.varesenews.it/immagini_articoli/200704/montagna-prn.jpg

Il Comitato Direttivo, saluta con entusiasmo la nascita del P.D. soggetto che obbliga il centrodestra a giungere finalmente ad aggregarsi per evitare le figuracce che proprio in questi giorni appaiono sui giornali in tema di elezioni locali. Il Partito Repubblicano si pone l’obiettivo di fare da battistrada, per giungere ad una semplificazione del quadro politico, avendo come riferimento ideale il federalismo liberale e solidale, l’europeismo e lo stretto legame di amicizia con gli USA. Il Partito Repubblicano che riunisce il Comitato Direttivo sabato prossimo deciderà se presentarsi alle prossime elezioni amministrative cercando la collaborazione aggregazione con le altre forze politiche del centrodestra.

tratto da http://www3.varesenews.it/varese/

nuvolarossa
22-05-07, 18:30
Properzj non si ferma nelle sue critiche verso il Pri/L'ultima uscita riguarda l'ente provincia e in particolare quella di Monza
Le buoni ragioni di una realtà produttiva

E' apparsa, nei giorni scorsi, su "Il Cittadino" di Monza, la dichiarazione di Giacomo Properzj, ex presidente AEM ed ex presidente della provincia di Milano. Egli critica l'ente provincia ed in particolare la provincia di Monza ed il Partito repubblicano che, a suo dire, non è coerente con i suoi principi.

È significativo notare la personale coerenza di Properzj stesso che della provincia è stato presidente e la sua lealtà nei confronti del partito che gli ha consentito cariche e ruoli importanti, mentre da un anno a questa parte è fatto oggetto degli strali più velenosi proprio alla vigilia di importanti impegni politici; è proprio vero che non c'è peggior nemico di un ex amico!

Properzj ha cominciato in occasione delle amministrative di Milano dichiarando pubblicamente il proprio appoggio al candidato sindaco del centrosinistra in contrapposizione al nostro candidato al consiglio comunale De Angelis: ma fortunatamente De Angelis è stato eletto col centro destra. Ha proseguito alla vigilia del nostro congresso regionale parlando di "patate", così come poco prima del 45° congresso nazionale prevedendo – o forse augurandosi – insuccessi e rotture definitive. Al contrario è stato un congresso di rinnovata ripresa e coesione che ha, tra l'altro, sancito la nascita della agguerritissima Federazione Giovanile. Adesso intinge nuovamente la sua penna nel fiele e vuole provocare polemiche fra il PRI e gli alleati che si preparano alle elezioni amministrative di Monza.

A questo punto vorrei chiarire la posizione politica del Pri monzese sulla provincia, così come ho avuto modo di esporla agli alleati della CDL.

Il Partito repubblicano è sempre stato, storicamente, critico nei confronti dell'istituto provincia di cui aveva chiesto lo scioglimento all'indomani della legge che sanciva l'autonomia regionale – così come previsto dalla legge stessa. Ed anche oggi non può non rilevare l'enorme costo che questo ente richiede. Basterebbe sciogliere le province e ripartire le pertinenze fra regione e comuni per ripianare il deficit dello stato e venire così incontro a tante necessità dei cittadini.

Ma i partiti maggiori si sono sempre opposti.

E quindi se le province esistono e resistono, nonostante ogni tanto qualcuno ne invochi lo scioglimento, non c'è una ragione valida che non ci sia la provincia di Monza e Brianza. Questo territorio, ricco di quasi 800mila abitanti – facciamo un semplice confronto con la regione Molise con i suoi 200mila abitanti e due province - reso vivo da una grande e specifica capacità imprenditoriale e produttiva, da una specifica identità e da una forte volontà politica, merita essere riconosciuto come provincia e di scegliere autonomamente come essere amministrato. E noi repubblicani di Monza ne siamo pienamente convinti .

E l'area metropolitana, che è in discussione da trenta anni, se e quando nascerà terrà in considerazione tutte le province della grande area milanese.

Gianna Parri

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
30-07-07, 11:40
LE MILLE ED UNA...SYDNEY
di Roberto Arosio*

La cosa che lascia perplessi è che qualcuno ha gridato allo scandalo. Ancor di più sbigottiti si rimane nel momento in cui, passati pochi giorni dalla rivelazione inoppugnabile e comprovata del pasticcio australiano, delle schede elettorali compilate in garage, nessuno sembra ricordarsene più.Che la legge "459 recante disciplina per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero", non disciplinasse nulla è cosa nota, ma che la stessa legge potesse essere aggirata in maniera così grossolana francamente merita una riflessione più approfondita.Si è parlato del candidato Paolo Rajo dell’UDEUR, trovatosi a vis-a-vis con l’illecito e che ha denunciato l’accaduto, ma per un caso scoperto agli antipodi di Roma, quanti altri garage hanno "lavorato" nel Nord e Centro America, nel America Meridionale e perfino in Europa?Arrivano voci preoccupanti e purtroppo poco ascoltate dal più vicino Canada, dove il segretario politico dell’UDC, Vittorio Coco, parla espressamente di "scuole nate per insegnare a votare l’Unione" e ancora dichiarare " corrieri adibiti al trasporto di plichi contenenti schede elettorali" ed inoltre " gestori di patronati, candidati per l’Unione, colti con le mani nel sacco nell’atto di far votare schede elettorali"Sarebbe poco serio pensare che tale atto delittuoso sia monopolio della Sinistra – anche se in queste cose ha sempre dimostrato una predisposizione più viva – il vero problema sta a monte. La legge così concepita nasce con troppe zone d’ombra, il voto per corrispondenza si presta a troppi "loop holes" e permette ai furbetti di turno di manipolare l’elettore che, da una parte pensa in buona fede di aiutare il paese natio, ma dall’altra non avendone il polso si presta, sua insaputa, a questi giochetti.Ma veniamo in dettaglio alle zone oscure della succitata Legge, denunciate dagli stessi candidati nei collegi esteri.Le schede elettorali, i certificati elettorali, e le stesse buste vengono stampate in loco, non in Italia, sembra per mancanza di tempo materiale. Quindi viene facile chiedersi: chi sceglie la tipografia? Chi controlla che non vengano stampate quantità maggiori di schede? Le schede elettorali sono spedite in alcuni casi a cura delle stesse tipografie agli aventi diritto al voto. A Sydney, prove alla mano, moltissime schede sono state spedite almeno con tre giorni di ritardo, rispetto a quanto stabilito dalla legge elettorale. Lo stesso elettore doveva rispedire le schede elettorali con busta preaffrancata al Consolato che raccolte le doveva poi inviare a Roma. Il sistema di votazione è così convulso da mettere in difficoltà anche quelli più preparati e avvezzi già al voto, immaginiamo per quelle persone che hanno votato per l'Italia per la prima volta e per giunta con questo sistema assurdo (questo per l'80% dei votanti all'estero).Bene, penso che dati per un analisi più precisa di ciò che è accaduto, e quello che sicuramente accadrà in futuro ce ne siano in abbondanza, ora non resta che rimettere mano alla Legge 459, legge che i repubblicani non approvarono, di cui proposero di sospendere l’applicazione proprio perché i rischi che ho precedentemente evidenziato furono già affrontati dalla Commissione per gli Affari Costituzionali della passata legislatura, e fu solo per l’impuntatura dell’On. Tremaglia che indusse la maggioranza di allora a respingere l’emendamento sospensivo e realizzare il pasticcio di fronte al quale ci troviamo oggi.Ancora una volta, visti i risultati, i nostri alleati dovrebbero pentirsi di non aver ascoltato i consigli del PRI. E’ il momento giusto per far diventare la Legge 459 davvero una "disciplina" così come indica il testo stesso. A meno che non si voglia lasciare uno strumento pericoloso nelle mani dei "furbetti" di turno.

*Roberto Arosio - Segretario Esecutivo Regionale PRI Lombardia

tratto da http://ederanet.blogspot.com/

nuvolarossa
23-08-07, 09:19
Riceviamo da Anselmo Gusperti, Segr.Prov. P.R.I. Cremona

Partiti da asporto

Egr. Sig. Direttore,
in questa nostra società italiana che brucia tutto velocemente ed è sempre alla ricerca del nuovo a tutti i costi (avendo perso di vista i riferimenti su cui è fondata) anche la politica (?) si adegua: così, dopo il gelato e la pizza abbiamo anche i partiti da asporto. In questo periodo nascono o si apprestano a nascere nuovi partiti. Non importa in che modo e non importa le qualità che esprimono , l’importante è che siano nuovi. Il fatto che la qualità dei partiti determini la qualità della vita democratica è considerata una variabile del tutto trascurabile.
Un nuovo partito nasce (o dovrebbe nascere) qualora esistessero ragioni ideali o interessi generali che non potessero più essere rappresentati nei partiti esistenti. Non mi sembra il caso italiano, sia per varietà che per numero. Vale la pena ricordare che la nostra democrazia è “rappresentativa” degli elettori e dei loro interessi. Il fatto stesso che un partito possa essere creato per volontà di un uomo (Partito delle Libertà) o di una o più oligarchie (Partito Democratico) significa che siamo in presenza di un partito personale o di un partito assemblato meccanicamente. I partiti rappresentativi sono formazioni storiche da governare e riformare con grande cautela ed attraverso percorsi assembleari e congressuali, cioè rappresentativi, da tenersi prima, non dopo la creazione .
Da questa riflessione si ricava l’immagine dei partiti usa e getta, dei partiti da società consumistica senza valori. Cosa che però non avviene nelle democrazie a noi vicine e sempre citate ad esempio: quanti nuovi partiti sono nati dalla fine della guerra ad oggi in Inghilterra, in Germania, in Francia, negli U.S.A. o negli stati nordici ?
Forse non c’è bisogno di nuovi partiti ma di un nuovo ( nemmeno troppo) modo di interpretare la politica, la rappresentatività e la partecipazione.

A. Gusperti Segr.Prov. P.R.I. Cremona

nuvolarossa
07-09-07, 19:30
Alitalia e l’imbarazzante silenzio delle istituzioni lombarde

di Alessandro Papini

Alitalia ha scelto di puntare su Fiumicino, e abbandonare Malpensa. Nonostante dati e cifre dimostrino l’irrazionalità economica della decisione, nonostante il Nord generi circa due terzi del traffico aereo nazionale, nonostante Malpensa vanti costanti record europei di puntualità (mentre a Roma giacciono ancora migliaia di valige estive), il segreto di Pulcinella – per dirla alla Gabrio Casati del Riformista – è stato finalmente svelato: la gloriosa e tracollante compagnia di bandiera nazionale non può sostenere due HUB. E, in vista della prossima (s)vendita, invece di seguire logiche e dinamiche di mercato preferisce un’ennesima azione tutelativa a favore dei tutelati di sempre. E’ lo specchio-riflesso di un paese (dei governi e delle aziende pubbliche che esprime) bloccato, ipertrofico e ancorato a certezze superate dalla storia, incapace di intervenire in qualsiasi settore della società italiana che presenti rischi di ritorsione corporativa o anche solo impopolarità sociale. Storia già vista e vissuta, sempre a costo sociale zero (cfr. riforma mercato del lavoro, riforma universitaria, riforma delle pensioni, ecc.).
Per carità, l’insostenibilità del doppio HUB era risaputa e ben nota da anni a chiunque prestasse un minimo di civica attenzione alle cose della politica italiana e di quel suo misero e precario equilibrio di potere quotidiano che ne caratterizza la “visione strategica” di lungo periodo. Lo si sapeva almeno dal 2000, quando saltò l’accordo con KLM unica compagnia tra le europee che avrebbe potuto avere interesse a sviluppare l’aeroporto varesino. E grazie ad un’inchiesta di Panorama, venne addirittura messo nero su bianco nel 2006, allorché Maurizio Basile, Amministratore Delegato di ADR, (società di gestione di Fiumicino e Ciampino), predispose - per il Governo - un piano di rilancio di Alitalia che prevedeva, guarda caso, il riposizionamento di Alitalia su Fiumicino, “concentrando sullo scalo romano tutti i voli intercontinentali che la compagnia è in grado di operare, individuando al contempo per Malpensa un altro operatore in una logica point to point”.
Insomma un ennesimo schiaffone al Nord, cioè a quella parte del paese che più produce e più paga in termine di “solidarietà nazionale” (qui cominciano a chiamarla “spoliazione nazionale”), che però questa volta trova nelle sue istituzioni rappresentative, soprattutto Lombarde, colpevoli mancanze. Già perché la tardiva e ridicola conferenza stampa del triunvirato milanese Moratti, Penati, Formigoni a poche ore dal CdA Alitalia riflette l’inconsistenza politica di un territorio che si sta in questi giorni giocando, contro Smirne, l’assai rilevante partita dell’Expo 2015, di cui Malpensa è, evidentemente, infrastruttura fondamentale.
E se il fallimento di Malpensa è certamente il fallimento di Regione Lombardia, unica istituzione che in questi anni ha lanciato gridi di allarme ma alla prova dei fatti non ha mai saputo (alcuni sostengono voluto - per timore di perdere quote d’influenza) mettere il naso nella gestione di Linate, Orio al Serio e Montichiari. Primo imputato per la vicenda non può che essere il Comune di Milano, azionista di maggioranza di SEA (società di gestione degli aeroporti di Malpensa e Linate) e attraverso questa al 49,98% SACBO, società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio. Un silenzio spaventoso, quello dell’istituzione milanese e dei suoi sindaci (Albertini prima e Moratti poi), rotto solo dalla frettolosa conferenza stampa di settimana scorsa.
Nonostante le grida e le minacce del triumvirato lombardo, le redditizie tratte del Milano-Roma non potranno essere toccate. E il destino di Malpensa (salvo miracoli dell’ultim’ora) è segnato e punta dritto ad un rapido ridimensionamento. Qualcuno sostiene – a destra e a sinistra - che non esista una questione settentrionale. Ne riparleremo quando i cittadini lombardi, tra qualche mese, per viaggiare con Alitalia dovranno passare per Roma e poi ripercorrere la stessa tratta al contrario verso le destinazioni dell’estremo oriente o del nord america. Allora forse il finto sciopero fiscale leghista si trasformerà in qualcosa di più concreto. La corda pare già, infatti, molto tesa. E sarebbe bene che a Roma (ma anche a Milano) qualcuno cominci a rendersene conto, poiché in gioco non ci sono noccioline, ma l’unità nazionale.

Alessandro Papini - Federazione Giovanile Repubblicana - FGR - Milano

tratto da http://www.fgr-italia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=201&Itemid=1

nuvolarossa
26-10-07, 11:09
Riceviamo da Paolo Cipriani, Segreteria Prov.le Pri di Lodi

Lodi, 24 Ottobre 2007

Lodi -I Repubblicani lodigiani pur non avendo una rappresentanza in Consiglio Provinciale ritengono doveroso far sentire il loro pensiero sulla questione ambientale, che fin dai tempi della promulgazione della legge Galasso, ha sempre caratterizzato le battaglie per un ambientalismo consapevole e non ideologico.

Riteniamo che i recenti fatti che hanno coinvolto autorevoli funzionari dell’Amministrazione Provinciale debbano essere affrontati con serietà, tempestività e determinazione nell’interesse dell’Ente e di tutti i Cittadini del lodigiano.

Condividiamo l’istituzione di una Commissione d’indagine conoscitiva e chiediamo che la stessa, per avere una forte valenza politica di controllo debba essere presieduta da un esponente della minoranza.

Consideriamo che la mozione di sfiducia presentata dal consigliere Roverselli sia stato un atto di protagonismo che ha pienamente dimostrato l’inopportunità e soprattutto l’inconsistenza politica.

Riteniamo che con questa azione si sia persa l’occasione di dimostrare acume e coesione politica, che, se gestiti correttamente, avrebbero potuto mettere realmente in difficoltà la maggioranza con la possibile acquisizione di consensi trasversali.

Noi non ci permettiamo di giudicare i fatti, la giustizia farà il suo corso, e se verrà dimostrata la colpevolezza dei funzionari pubblici è giusto che essi vengano paghino in maniera esemplare.

Crediamo che la Provincia debba avere il coraggio di costituirsi parte civile per difendere i legittimi collettivi interessi che rappresenta.

Auspichiamo che l’Assessore Sanna , anziché chiedere la solidarietà degli alleati, senta almeno il dovere civico di autosospendersi dall’incarico e, se così non fosse , riteniamo che il Presidente Fellissari abbia il dovere politico di ritirarle la delega fiduciaria, assumendola ad interim, vuoi solo per l’evidente omessa vigilanza nei confronti dei propri collaboratori.

Solo così l’Amministrazione Provinciale compirebbe un atto significativo e di totale trasparenza
nei confronti dei Cittadini, liberando il pensiero da ogni possibile tentativo di copertura politica.

E’ infatti inammissibile che a distanza di 15 anni da “mani pulite”, tornino a tintinnare le manette nel nostro territorio.

Noi repubblicani continueremo a proporre le nostre idee ed a vigilare con attenzione, convinti che tante persone che hanno a cuore la salvaguardia e lo sviluppo del nostro territorio possano seguirci in queste difficili battaglie .

Paolo Cipriani - Coordinatore Provinciale Partito Repubblicano Italiano di Lodi - cell.348 4129775 - paolocipriani@yahoo.com

nuvolarossa
14-12-07, 23:07
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


Sveglia Italia…che la situazione non è buona

Queste settimane convulse e schizofreniche, che hanno caratterizzato il mondo della politica italiana, mi hanno portato a riflettere. Una riflessione, devo ammettere, a tratti sofferta ma tutto sommato utile per cercare di capire dal profondo le motivazioni del nostro impegno.
Reputo la mia analisi più figlia dello stomaco che della mente, anche perché cercare di trovare logica negli steps ai quali stiamo assistendo da parte di coloro che ritengono, indubitabilmente supportati dal consenso degli elettori, di governare non solo il nostro Paese, ma soprattutto due filosofie di società diverse e contrapposte, sia un esercizio intellettuale di difficile comprensione, e quindi è preferibile discuterne in termini di “digestione”.
Il Centro-Sinistra ha fallito su tutta la linea, anzi si è dimostrato peggio di quello che molti analisti avevano previsto. Prodi si è rivelato inadeguato al ruolo che la metà degli elettori ( poco più o poco meno ) gli aveva consegnato alle passate elezioni. La nascita del Partito Democratico, che in una democrazia matura e compiuta sarebbe stato salutato come un traguardo importante, si sta invece trasformando in una manovra verticistica ove ognuno dei partecipanti alla querelle sta cercando di riposizionarsi. Walter Veltroni con enfasi annunciò che il PD sarebbe stato un partito senza tessere, aperto ai cittadini per i cittadini. Non è vero! Prova ne sia il fatto che nonostante il romantico e teatrale scioglimento dei due partiti che costituiscono la cellula primaria dell’operazione - DS e Margherita - continuino tranquillamente la campagna per i tesseramenti ( per verificare le mie parole basta connettersi ai siti ufficiali http://www.democraticidisinistra.it/ e http://www.lamargherita.it/ ).
Non bastasse tutto questo assistiamo quotidianamente al patetico teatrino senatoriale che ci offre, non fosse per la gravità della situazione, uno spettacolo paradossale.
Una maggioranza divisa e litigiosa con due leader, uno con contratto a termine, Prodi, l’altro in pectore nominato da primarie farlocche dal risultato già scritto. Ultima, ma solo in termini di tempo, l’ufficiale dichiarazione niente meno che del Presidente della Camera Fausto Bertinotti ( terza carica dello Stato ndr ) il quale sancisce, se vogliamo con grande onestà intellettuale, la fine oggettiva dell’esperienza di questo Esecutivo.

Ma se Sparta piange, Atene non ride.

Infatti non è da meno complessa la condizione nel Centro-Destra.
Berlusconi in Piazza San Babila annuncia la nascita del Partito del Popolo ottenendo, da grande comunicatore quale è, il risultato voluto di offuscare la crescente campagna mediatica nei confronti del Partito Democratico. Ma a quale popolo Berlusconi si rivolge? Quello che crede in un movimento democratico e liberale capace di contrapporsi allo statalismo della sinistra? Quello che spera in un futuro meno oppresso dalle logiche di Palazzo? Oppure quello che, genericamente ed emotivamente cerca solo un alternativa a questo Centro-Sinistra senza distinguere le diverse realtà politiche che si muovono nell’area dell’opposizione?
Gli alleati del Centro-Destra, spiazzati dall’iniziativa estremamente efficace del leader della CdL, hanno reagito più in preda ad un’isteria irrazionale che non ad una riflessione politica. Il risultato? Gli elettori della Casa delle Libertà, confusi, assistono al tutti contro tutti.

Ora, personalmente, di quello che faranno gli altri partiti del Centro-Destra poco mi interessa, non per superficialità ma perché quello che mi tocca più sul vivo è quello che farà il Partito Repubblicano.
La Convention di Milano ha suscitato un grande interesse e soprattutto ha dato una vigorosa spinta emotiva a coloro che ancora sentono vivi i valori repubblicani, credono che gli strumenti, gli spazi per portare avanti le battaglie liberal-democratiche ci siano come ci sono sempre stati ed aderiscono con entusiasmo a tutto ciò che può servire per promuovere tali principi, ed encomiabile è l’atteggiamento della dirigenza nazionale che nonostante la generale situazione di caos, continua tenacemente a supportare ed incoraggiare tali occasioni d’incontro.

Restano aperte tante questioni, la legge elettorale, il referendum, la sostanziale impossibilità di fare previsioni, non dico a lungo, ma nemmeno a medio termine a causa del perenne e continuo mutamento del panorama politico, ma noi abbiamo l’obbligo morale, il dovere civile di essere protagonisti del cambiamento.
La diatriba sulla riforma della legge elettorale è di scarso interesse per tutti i cittadini che la mattina si recano a lavoro negli uffici, nelle fabbriche, nelle attività commerciali ed a loro dobbiamo dare risposte politiche. Non stanno svegli la notte perché non sanno se andranno a votare alla tedesca, alla francese o alla spagnola, restano svegli perché sono preoccupati per il mutuo della loro casa, la cui rata cresce in maniera esponenziale e non ne capiscono sino in fondo il motivo, non dormono perché non sanno prevedere il futuro di loro figlio che finita l’Università non sa se verrà recepito come risorsa per il Paese o come peso sociale in quanto disoccupato, sono desti perché neanche nelle loro abitazioni si sentono al sicuro.

Alcuni pensano che in questi frangenti meglio sia restare fermi ed attendere che la situazione diventi più chiara, meglio delineata. Io ritengo che, seppur con prudenza ed oculatezza, caratteristiche peculiari del nostro Partito, dobbiamo comunque essere pronti ad intercettare ed accogliere quella parte di elettorato che cercano un referente serio e defilato dalla “politica spettacolo”. Abbiamo tutti la voglia, la passione, la preparazione per essere protagonisti di questi tempi ed assumerci la responsabilità di partecipare attivamente al cambiamento.

Non resta che ricordarselo tutti i giorni e non rimane altro che lavorare perché questo si avveri.

Roberto Arosio - Segretario Esecutivo P.R.I. - Lombardia

tratto da http://ederanet.blogspot.com/2007/12/sveglia-italiache-la-situazione-non.html

nuvolarossa
14-01-08, 11:25
L'argomento è stato trattato dal senatore Del Pennino nell'incontro organizzato ieri dai Repubblicani - Suggerito anche l'accorpamento dei Comuni
«Tagliare i costi della politica? Cominciamo dagli Enti montani»

SONDRIO - (a.o.) "Sala delle acque" del Bim gremita di gente, tra cui anche il presidente della Provincia Fiorello Provera e il padrone di casa Pierangelo Bonetti e a numerosi esponenti delle varie realtà politiche presenti in Valtellina, in occasione dell'incontro organizzato dalla sezione di Sondrio del partito repubblicano su ? Riforme istituzionali e costi della politica? che ha visto la partecipazione del senatore Antonio Del Pennino, una delle massime autorità in materia e rappresentante del Pri in Lombardia. «Questo incontro - ha esordito il segretario provinciale dei repubblicani Adelino Tralli - è stato voluto per focalizzare l'attenzione dei valtellinesi su questi due argomenti a fronte della preoccupazione per il continuo aumento dei costi della politica a tutti i livelli e per quel che riguarda le riforme dal fatto che quest'anno si festeggia il 60° anniversario della Costituzione». Dopo una breve presentazione del partito repubblicano da parte del professor Carlo Mola, che ha ricordato come questa compagine abbia sempre avuto il ruolo di «coscienza critica della maggioranza», la parola è passata al senatore Del Pennino che come primo tema ha affrontato la delicata questione della legge elettorale ricordando che i costi della politica e le riforme sono due argomenti strettamente correlati. «Bisogna cercare di essere oggettivi - ha detto -. Il maggioritario e il proporzionale hanno aspetti positivi e negativi. Nella nostra condizione politica, con l'incognita sulla durata dell'attuale governo, forse la formula migliore è quella che prevede un premio di maggioranza che garantisca la governabilità ma senza sbarramento in modo da permettere la presenza di quei movimenti che hanno una base politica». Il rappresentante del Senato ha proseguito spiegando che in un'ottica di riduzione dei costi della politica un ruolo fondamentale è rappresentato dalla differenziazione delle competenze a tutti i livelli, nazionale e locale, in modo da snellire le procedure a livello legislativo. «Il mio partito ha sempre sostenuto l'abolizione delle Comunità montane - ha aggiunto Del Pennino - che erano state create per occuparsi di quei settori non gestibili dai Comuni singolarmente e che poi sono stati affidati alle Province con una sovrapposizione di competenze, e i consigli di circoscrizioni che all'inizio erano stati ideati per le grandi città e poi erano stati estesi ai grandi comuni con più di 100mila abitanti e in seguito anche a quelli con più di 30mila». Altro punto su cui ha insistito è stato quello dell'accorpamento dei Comuni, come già è avvenuto in altri Paesi europei, in modo non solo da diminuire le spese, ma anche nell'ottica di un miglioramento dei servizi ai cittadini. Alla domanda sul qualunquismo imperante Del Pennino ha risposto che «la responsabilità è data alla classe politica e che questo tema è stato strumentalizzato dalla stampa per vendere di più. Un terzo elemento è il sentimento di insoddisfazione nei confronti dei partiti e delle istituzioni».

tratto da http://www.laprovinciadisondrio.it/online/online.asp?SiglaEdizione=SO&Sezione=SONDRIO&Bassa=si&Pagina=9&IDNotizia=2780550

nuvolarossa
04-03-08, 13:33
Riceviamo da Paolo Cipriani

La commissione
Repubblicani favorevoli al Conad di Codogno

CODOGNO - Nuovo Conad a Codogno: i Repubblicani tornano a “dire sì” all’ipotesi di un supermercato in viale Dei Mulini, che tante polemiche sta sollevando nella città della Bassa. A poche ore dalla commissione comunale al territorio che questo pomeriggio (ore 17, presso l’ufficio tecnico comunale all’ex ospedale Soave) valuterà proprio la richiesta di un nuovo market della catena Conad nei terreni a fianco dell’Asm, i Repubblicani tornano a sottolineare il loro sostegno alla iniziativa. E lo fanno sulla base di motivazioni specifiche. La prima è di carattere logistico. «L’area interessata ha una elevata densità di popolazione ed è prossima alla nuova zona residenziale Pedrazzini Guaitamacchi che ospiterà oltre un migliaio di nuovi abitanti nei prossimi anni - così Paolo Cipriani, segretario cittadino del Pri, alleato del centrodestra al governo di Codogno -. Ciò nonostante, questa stessa zona è caratterizzata da una ridotta capacità commerciale, causa di un continuo “pendolarismo della spesa” che costringe i residenti a spostarsi verso altre zone della città o a rivolgersi ai centri commerciali limitrofi per ottimizzare i propri acquisti». I Repubblicani, peraltro, ben sanno che decisioni di questo tipo devono essere valutate ed approfondite coinvolgendo le categorie economiche, in difesa dell’interesse della cittadinanza senza preconcetti o preclusioni di carattere corporativo. «Possiamo capire le preoccupazioni degli operatori economici della zona - prosegue Cipriani - ma siamo fermamente convinti che coinvolgendoli ed informandoli correttamente, gli stessi avranno la possibilità di ritagliarsi degli spazi commerciali interessanti, caratterizzando la propria attività per qualità e servizio». E dunque: per il Partito repubblicano italiano «l’amministrazione comunale ha il dovere di valutare con grande attenzione la proposta di un nuovo Conad - conclude il segrtario Cipriani -, tenendone in considerazione gli aspetti socio economici, i positivi risvolti occupazionali, non dimenticando di affrontare approfonditamente gli aspetti viabilistici». Il tutto, con la consapevolezza «che l’interesse di una grande catena commerciale italiana evidenzia sicuramente l’importanza crescente della nostra città nel territorio». L’appuntemanto è per questo pomeriggio negli uffici del comune.

Luisa Luccini

articolo apparso su IL CITTADINO il 03 Febbraio 2008
http://www.italysoft.com/news/il-cittadino-di-lodi.html

nuvolarossa
29-04-08, 15:01
Riceviamo da Anselmo Gusperti

CITTADINI AL VOTO

Egr. Sig. Direttore,
fermi restando i classici valori , politici e tradizionali , fondanti la nostra democrazia, ormai riconosciuti ,metabolizzati e praticati in tutti gli strati della nostra società, i cittadini votanti , nelle ultime elezioni politiche e forse ancor di più nelle amministrative romane, hanno espresso una chiara indicazione. Il voto ha detto chiaramente che i cittadini hanno anteposto la risoluzione dei problemi pratici ( sicurezza, salari, energia,…) allo spirito di appartenenza.
Lo spirito di appartenenza ( o di avversione ) trova la sua espressione emblematica nelle ali estreme degli schieramenti : ebbene i cittadini ne hanno decretato la scomparsa , in ciò dimostrando una raggiunta maturità politica e ed una capacità di lettura della situazione molto più moderna ed avanzata dei loro rappresentanti che , anche in questa competizione elettorale, si ostinavano a parlare secondo categorie e linguaggi ormai superati : destra, sinistra, lotte, battaglie, alleanze, apparentamenti…. I cittadini ( non la gente, come sbrigativamente viene chiamata dai politici ) volevano sentire parlare di programmi, cioè di cose concrete e di come affrontare e risolvere i problemi del Paese che, finalmente si è preso coscienza, sono anche i problemi di ognuno.
In mancanza di ciò, più o meno da ambedue le parti, i cittadini hanno detto che, comunque, bisognava cambiare registro e mentalità, perché, comunque, le cose non vanno bene ; ed hanno pure attribuito delle responsabilità, dando contemporaneamente, i mezzi ai nuovi (?) eletti per cambiare, prima ancora che gli schieramenti, il modo di fare politica. E questo a tutti i livelli , politici ed amministrativi. Bisognerà che qualcuno ne tenga conto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Cremona 29 aprile 2008-04-29
A.Gusperti P.R.I. - Cremona

nuvolarossa
18-06-08, 10:20
Riceviamo da Anselmo Gusperti

LA POLITICA DI DOMANI

L’avvento della Repubblica nel ’46 ha portato alla graduale eliminazione dei due poli estremi della società d’ante guerra : la nobiltà parassitaria ed il proletariato ultra povero. Tutta la rimanente parte della società , pur con sommovimenti, scossoni, marce indietro e fughe in avanti , ecc. – come si addice ad un progressivo processo di maturazione democratico di una società - ha teso e tende ad una fusione e compenetrazione sempre maggiore rendendo sempre più difficile l’individuazione e la lettura di quelle che , un tempo , erano le classi sociali .
Tutto ciò è durato sessanta anni e dura tutt’ora. Ma i partiti nati e cresciuti nel dopoguerra erano fondati su ideologie ottocentesche che partivano proprio da presupposti sociali e politici che via via sono spariti o si sono stemperati, come detto sopra.
Questa scomposizione e ricomposizione del tessuto sociale non è stata percepita , e anzi talvolta rifiutata, dai partiti, con il risultato che, quelli più ideologicizzati sono spariti.
Oggi assistiamo alla continua nascita di partiti formati da ex rappresentanti del vecchio sistema e che, pertanto, leggono la realtà e danno risposte non in linea con le esigenze dei cittadini moderni. In altre parole la società italiana si è evoluta ma la politica non se ne è accorta. Risultato : abbiamo una società che, non sostenuta e guidata da una politica all’altezza ( il cui compito è quello di garantire la riserva etica e morale del Paese e di dettarne gli indirizzi ) ha smarrito l’orientamento e i valori antichi senza poterli sostituire con qualcosa di nuovo.
Ecco allora la necessità della nascita di un nuovo soggetto politico che tragga ispirazione e linfa dalla società moderna : democratica, liberale, laica, progressista , europea.

Cremona 18 giugno 2008
A. Gusperti

nuvolarossa
28-11-08, 12:07
Dibattito sul futuro del Pri - Alleanza politica significa partecipare con la nostra soggettività
Quella "terza forza" che è necessaria al Paese

di Antonio Del Pennino

Il problema posto dall'amico Nucara nel corso dell'ultima Direzione e riproposto nel fondo pubblicato sulla "Voce Repubblicana" del 12 novembre riguarda una questione essenziale: la possibilità di una sopravvivenza autonoma del PRI nell'attuale logica bipolare, in cui forti sono le spinte per passare addirittura ad un sistema bipartitico.

Ho già avuto modo, nel corso della Direzione, di esprimere le mie valutazioni al riguardo. Ma ritengo opportuno svilupparle sulle colonne del quotidiano del partito, per offrire a tutti gli amici alcuni, sia pur sommari, elementi di riflessione.

Le due grandi forze politiche che contrassegnano l'improvvisato bipolarismo italiano, e che dovrebbero essere i soggetti del futuro sistema bipartitico, non sono figlie – come nei paesi anglosassoni – di un processo storico nel corso del quale sono maturate realtà che si collocano nei due grandi filoni politico-culturali che hanno contrassegnato la vita dell'Occidente: quello liberale e quello riformista.

Sono invece figlie della rivoluzione mediatico-giudiziaria che agli inizi degli anni '90 ha travolto i partiti che la tradizione liberal-democratica, cattolico-liberale e socialista riformista rappresentavano, rivoluzione da cui si sono salvate solo le forze politiche eredi del fascismo e del comunismo.

Nei due principali schieramenti politici odierni sono quindi presenti ed influenti espressioni di forze, quella post-fascista e quella post-comunista, che con la tradizione liberale e con quella socialista riformista nulla hanno a che vedere.

Da un lato, vi è un blocco moderato-conservatore in cui con forze autenticamente liberali convivono, in modo prevalente, componenti clericali e post-fasciste.

Dall'altro, esiste un partito, il P.D., che, per usare un termine abusato, potremmo definire catto-comunista, in quanto in esso sono assolutamente maggioritari gli esponenti dell'ex PCI, e l'altra componente significativa è rappresentata da cattolici di sinistra, diversi dalla scuola degasperiana, mentre irrilevanti sono le presenze liberali o di estrazione socialista riformista.

A ciò va aggiunto il fatto che entrambi gli schieramenti, nel tentativo di conquistare un voto cattolico, che ormai assomiglia sempre più alle lucciole di Pasolini, sono portati a rinunciare ai principi laici, per assecondare le indicazioni di Oltre Tevere sui temi della libertà di ricerca, della sessualità, della procreazione e del fine vita.

Rispetto a queste due realtà a me sembra inevitabile la necessità di ribadire la ragione di un'autonoma presenza del PRI.

E non solo nel nome delle nostre tradizioni e della nostra storia.

Ma anche, e soprattutto, se vogliamo continuare ad esercitare un ruolo politico.

L'adesione ad uno dei due maggiori partiti, nel nostro caso il nascituro PDL, ci vedrebbe marginali: voci balbettanti in un contesto nel quale le ragioni dei repubblicani, come in genere quelle dei laici e dei liberali rimarrebbero ascoltate per cortesia, ma ignorate nella sostanza, qualora non coincidenti con quelle delle forze egemoni del nuovo partito.

Diverso è il discorso di un'alleanza politica, che allo stato non possiamo non ribadire con l'attuale coalizione di governo.

Ma alleanza politica significa partecipare con una propria soggettività alle scelte della coalizione.

In questa coalizione vi sono Ministri da Tremonti, a Brunetta, a Sacconi le cui scelte riformatrici non possono non trovare il consenso dei repubblicani. Ma, al di là di questo, vi è soprattutto il fatto che in un'alleanza politica ognuno conserva la sua libertà di giudizio e la possibilità di esprimere eventuali dissensi.

Lo scioglimento di un partito e la sua confluenza in un altro più ampio vuol dire assoggettarsi sempre e comunque alle decisioni che la nuova formazione politica compirà, anche quando fossero in contrasto con la nostra storia e la nostra coscienza.

Nel suo bel libro su "La storia dei laici" Massimo Teodori ne ha rivendicato il ruolo culturale e politico rispetto al "bipolarismo domestico tra clerico-democristiani e social-comunisti".

Oggi siamo in presenza di un "bipolarismo domestico", meno ideologico, più aggiornato, ma che egualmente non è il bipolarismo delle grandi democrazie occidentali.

Ecco perché permane l'esigenza di una terza forza, di cui il PRI deve farsi promotore. Una forza che ponga fine alla diaspora repubblicana e raccolga liberali, liberaldemocratici e liberal-socialisti, capace di rivendicare i valori e la storia dei laici e garantirne il rispetto anche in un logica di alleanze, come seppero fare Pacciardi, Sforza e Ugo La Malfa con De Gasperi.

In questa prospettiva le elezioni europee sono la prima sfida e il primo appuntamento.

tratto da http://www.pri.it/new/27%20Novembre%202008/DelPenninoFuturoPri.htm