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Visualizza Versione Completa : 29 settembre - Dedicazione di S. Michele arcangelo



Augustinus
29-09-04, 08:28
Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=21600):

San Michele, Arcangelo

29 settembre - Festa

Nel Nuovo Testamento il termine" arcangelo" è attribuito a Michele. Solo in seguito venne esteso a Gabriele e Raffaele, gli unici tre arcangeli riconosciuti dalla Chiesa, il cui nome è documentato nella Bibbia. San Michele, "chi come Dio?", è capo supremo dell'esercito celeste, degli angeli fedeli a Dio. Antico patrono della Sinagoga oggi è patrono della Chiesa Universale, che lo ha considerato sempre di aiuto nella lotta contro le forze del male.

Patronato: Malati, Radiologi, Droghieri

Etimologia: Michele = chi come Dio?, dall'ebraico

Martirologio Romano: Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente.

Martirologio tradizionale (29 settembre): Sul monte Gargano la venerabile memoria del beato Michele Arcangelo, quando al suo nome fu ivi consacrata una chiesa, misera veramente per la struttura, ma adorna di celeste virtù.

Il nome dell’arcangelo Michele, che significa “chi è come Dio ?”, è citato cinque volte nella Sacra Scrittura; tre volte nel libro di Daniele, una volta nel libro di Giuda e nell’’Apocalisse’ di s. Giovanni Evangelista e in tutte le cinque volte egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male, che nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli; esso sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra.
In altre scritture, il dragone è un angelo che aveva voluto farsi grande quanto Dio e che Dio fece scacciare, facendolo precipitare dall’alto verso il basso, insieme ai suoi angeli che lo seguivano.
Michele è stato sempre rappresentato e venerato come l’angelo-guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata in perenne lotta contro il Demonio, che continua nel mondo a spargere il male e la ribellione contro Dio.
Egli è considerato allo stesso modo nella Chiesa di Cristo, che gli ha sempre riservato fin dai tempi antichissimi, un culto e devozione particolare, considerandolo sempre presente nella lotta che si combatte e si combatterà fino alla fine del mondo, contro le forze del male che operano nel genere umano.
Dante nella sua ‘Divina Commedia’ pone il demonio (l’angelo Lucifero) in fondo all’inferno, conficcato a testa in giù al centro della terra, che si era ritirata al suo cadere, provocando il grande cratere dell’inferno dantesco. Dopo l’affermazione del cristianesimo, il culto per san Michele, che già nel mondo pagano equivaleva ad una divinità, ebbe in Oriente una diffusione enorme, ne sono testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri a lui dedicati; nel secolo IX solo a Costantinopoli, capitale del mondo bizantino, si contavano ben 15 fra santuari e monasteri; più altri 15 nei sobborghi.
Tutto l’Oriente era costellato da famosi santuari, a cui si recavano migliaia di pellegrini da ogni regione del vasto impero bizantino e come vi erano tanti luoghi di culto, così anche la sua celebrazione avveniva in tanti giorni diversi del calendario.
Perfino il grande fiume Nilo fu posto sotto la sua protezione, si pensi che la chiesa funeraria del Cremlino a Mosca in Russia, è dedicata a S. Michele. Per dirla in breve non c’è Stato orientale e nord africano, che non possegga oggetti, stele, documenti, edifici sacri, che testimoniano la grande venerazione per il santo condottiero degli angeli, che specie nei primi secoli della Chiesa, gli venne tributata.
In Occidente si hanno testimonianze di un culto, con le numerosissime chiese intitolate a volte a S. Angelo, a volte a S. Michele, come pure località e monti vennero chiamati Monte Sant’Angelo o Monte San Michele, come il celebre santuario e monastero in Normandia in Francia, il cui culto fu portato forse dai Celti sulla costa della Normandia; certo è che esso si diffuse rapidamente nel mondo Longobardo, nello Stato Carolingio e nell’Impero Romano.
In Italia sano tanti i posti dove sorgevano cappelle, oratori, grotte, chiese, colline e monti tutti intitolati all’arcangelo Michele, non si può accennarli tutti, ci fermiamo solo a due: Tancia e il Gargano.
Sul Monte Tancia, nella Sabina, vi era una grotta già usata per un culto pagano, che verso il VII secolo, fu dedicata dai Longobardi a S. Michele; in breve fu costruito un santuario che raggiunse gran fama, parallela a quella del Monte Gargano, che comunque era più antico.
La celebrazione religiosa era all’8 maggio, data praticata poi nella Sabina, nel Reatino, nel Ducato Romano e ovunque fosse estesa l’influenza della badia benedettina di Farfa, a cui i Longobardi di Spoleto, avevano donato quel santuario.
Ma il più celebre santuario italiano dedicato a S. Michele, è quello in Puglia sul Monte Gargano; esso ha una storia che inizia nel 490, quando era papa Gelasio I; la leggenda racconta che casualmente un certo Elvio Emanuele, signore del Monte Gargano (Foggia) aveva smarrito il più bel toro della sua mandria, ritrovandolo dentro una caverna inaccessibile.
Visto l’impossibilità di recuperarlo, decise di ucciderlo con una freccia del suo arco; ma la freccia inspiegabilmente invece di colpire il toro, girò su sé stessa colpendo il tiratore ad un occhio. Meravigliato e ferito, il signorotto si recò dal suo vescovo s. Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (odierna Manfredonia) e raccontò il fatto prodigioso.
Il presule indisse tre giorni di preghiere e di penitenza; dopodiché s. Michele apparve all’ingresso della grotta e rivelò al vescovo: “Io sono l’arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini…Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la grotta al culto cristiano”.
Ma il santo vescovo non diede seguito alla richiesta dell’arcangelo, perché sul monte persisteva il culto pagano; due anni dopo, nel 492 Siponto era assediata dalle orde del re barbaro Odoacre (434-493); ormai allo stremo, il vescovo e il popolo si riunirono in preghiera, durante una tregua, e qui riapparve l’arcangelo al vescovo s. Lorenzo, promettendo loro la vittoria, infatti durante la battaglia si alzò una tempesta di sabbia e grandine che si rovesciò sui barbari invasori, che spaventati fuggirono.
Tutta la città con il vescovo, salì sul monte in processione di ringraziamento; ma ancora una volta il vescovo non volle entrare nella grotta. Per questa sua esitazione che non si spiegava, s. Lorenzo Maiorano si recò a Roma dal papa Gelasio I (490-496), il quale gli ordinò di entrare nella grotta insieme ai vescovi della Puglia, dopo un digiuno di penitenza.
Recatosi i tre vescovi alla grotta per la dedicazione, riapparve loro per la terza volta l’arcangelo, annunziando che la cerimonia non era più necessaria, perché la consacrazione era già avvenuta con la sua presenza. La leggenda racconta che quando i vescovi entrarono nella grotta, trovarono un altare coperto da un panno rosso con sopra una croce di cristallo e impressa su un masso l’impronta di un piede infantile, che la tradizione popolare attribuisce a s. Michele.
Il vescovo san Lorenzo fece costruire all’ingresso della grotta, una chiesa dedicata a s. Michele e inaugurata il 29 settembre 493; la Sacra Grotta è invece rimasta sempre come un luogo di culto mai consacrato da vescovi e nei secoli divenne celebre con il titolo di “Celeste Basilica”.
Attorno alla chiesa e alla grotta è cresciuta nel tempo la cittadina di Monte Sant’Angelo nel Gargano. I Longobardi che avevano fondato nel secolo VI il Ducato di Benevento, vinsero i feroci nemici delle coste italiane, i saraceni, proprio nei pressi di Siponto, l’8 maggio 663, avendo attribuito la vittoria alla protezione celeste di s. Michele, essi presero a diffondere come prima accennato, il culto per l’arcangelo in tutta Italia, erigendogli chiese, effigiandolo su stendardi e monete e instaurando la festa dell’8 maggio dappertutto.
Intanto la Sacra Grotta diventò per tutti i secoli successivi, una delle mete più frequentate dai pellegrini cristiani, diventando insieme a Gerusalemme, Roma, Loreto e S. Giacomo di Compostella, i poli sacri dall’Alto Medioevo in poi.
Sul Gargano giunsero in pellegrinaggio papi, sovrani, futuri santi. Sul portale dell’atrio superiore della basilica, che non è possibile descrivere qui, vi è un’iscrizione latina che ammonisce: “che questo è un luogo impressionante. Qui è la casa di Dio e la porta del Cielo”.
Il santuario e la Sacra Grotta sono pieni di opere d’arte, di devozione e di voto, che testimoniano lo scorrere millenario dei pellegrini e su tutto campeggia nell’oscurità la statua in marmo bianco di S. Michele, opera del Sansovino, datata 1507.
L’arcangelo è comparso lungo i secoli altre volte, sia pure non come sul Gargano, che rimane il centro del suo culto, ed il popolo cristiano lo celebra ovunque con sagre, fiere, processioni, pellegrinaggi e non c’è Paese europeo che non abbia un’abbazia, chiesa, cattedrale, ecc. che lo ricordi alla venerazione dei fedeli.
Apparendo ad una devota portoghese Antonia de Astonac, l’arcangelo promise la sua continua assistenza, sia in vita che in purgatorio e inoltre l’accompagnamento alla S. Comunione da parte di un angelo di ciascuno dei nove cori celesti, se avessero recitato prima della Messa la corona angelica che gli rivelò.
I cori sono: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù, Principati, Arcangeli ed Angeli. La sua festa liturgica principale in Occidente è iscritta nel Martirologio Romano al 29 settembte e nella riforma del calendario liturgico del 1970, è accomunato agli altri due arcangeli più conosciuti, Gabriele e Raffaele nello stesso giorno, mentre l’altro arcangelo a volte nominato nei sacri testi, Uriele non gode di un culto proprio.
Per la sua caratteristica di “guerriero celeste” s. Michele è patrono degli spadaccini, dei maestri d’armi; poi dei doratori, dei commercianti, di tutti i mestieri che usano la bilancia, i farmacisti, pasticcieri, droghieri, merciai; fabbricanti di tinozze, inoltre è patrono dei radiologi e della Polizia.
È patrono principale delle città italiane di Cuneo, Caltanissetta, Monte Sant’Angelo, Sant’Angelo dei Lombardi, compatrono di Caserta.
Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S. Angelo a Roma, che come è noto era diventata una fortezza in difesa del Pontefice; protettore del popolo cristiano, così come un tempo lo era dei pellegrini medievali, che lo invocavano nei santuari ed oratori a lui dedicati, disseminati lungo le strade che conducevano alle mete dei pellegrinaggi, per avere protezione contro le malattie, lo scoraggiamento e le imboscate dei banditi.
Per quanto riguarda la sua raffigurazione nell’arte in generale, è delle più vaste; ogni scuola pittorica in Oriente e in Occidente, lo ha quasi sempre raffigurato armato in atto di combattere il demonio.
Sul Monte Athos nel convento di Dionisio del 1547, i tre principale arcangeli sono così raffigurati, Raffaele in abito ecclesiastico, Michele da guerriero e Gabriele in pacifica posa e rappresentano i poteri religioso, militare e civile.

Autore: Antonio Borrelli

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Augustinus
29-09-04, 08:32
In festo S. Michaelis, sermo I, l‑5. PL 183, 447‑450.

Celebriamo oggi, fratelli carissimi, la festa dei santi angeli, e voi reclamate da me il sermone capitolare, dovuto per questa solennità. Ma, povero vermiciattolo che sono, come potrei mettermi a parlare degli spiriti angelici? Credo per fede intangibile che essi godono la presenza e la visione di Dio e sono invasi da sconfinata beatitudine nel contemplare quelle cose che occhio non vide. ne orecchio udì, ne mai entrarono in cuore di uomo (1 Cor 2,9). Ma può un semplice mortale parlare di questo argomento ad altri mortali? lo per il primo non ho la più pallida idea di quelle realtà che d'altronde neppure voi sareste in grado di udire.

Le parole mi salgono, si, traboccanti dal cuore, eppure farei meglio a tacere, visto che mi mancano i concetti adeguati per trattare degli angeli. Se il nostro animo è incapace di cogliere qualcosa della fulgida gloria di cui gli angeli godono in se stessi, meglio in Dio, diremo tuttavia qualche parola della grazia della carità che dimostrano verso di noi uomini. Gli spiriti celesti brillano per mirabile dignità e per amorevole condiscendenza. E' ovvio che la loro gloria supera la nostra povera comprensione. Leghiamoci allora più stretti alla loro misericordia. Sappiamo infatti con assoluta certezza che questi famigliari di Dio, cittadini del cielo e principi del paradiso, traboccano di carità.

Nel libro di Daniele leggiamo una descrizione degli angeli davanti al trono di Dio: Mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano (Dn 7, 10). Pensate che sia cosa indegna per gli angeli il fatto di servire? Considerate allora il Creatore, il re degli angeli, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti (Mt 20, 28). Nessuno degli angeli sdegnerà di essere servitore, quando colui che essi servono con ardore indicibile e felicità totale li ha lui stesso preceduti in tale ministero. Il salmista, parlando a Dio di suo Figlio, diceva: L'hai fatto poco meno degli angeli (Sal 8, 6). Era perciò conveniente che colui che supera gli angeli per dignità, li superasse anche in umiltà. Il Figlio si è abbassato sotto gli angeli, perché ha voluto prestare un servizio inferiore al loro; è però ben superiore agli angeli in quanto possiede per eredità un nome più eccellente del loro.

Gli angeli ci amano, perché Cristo ci ha amati. Vi è noto, fratelli, quel proverbio che dice: "Chi mi ama, ama il mio cane". Non siamo noi, o angeli beati, i cagnolini di quel Signore che avvolgete di tanto affetto? Proprio cagnolini, desiderosi di sfamarsi delle briciole che cadono dalla mensa dei loro angelici padroni, dalla vostra mensa appunto. Ho usato quest'immagine, fratelli, per aumentare in voi la fiducia verso gli angeli. Dobbiamo invocarli con amore in ogni nostra necessità, ci deve stare a cuore di vivere santamente in loro presenza; e poi ogni giorno di più cercheremo di conciliarci il loro favore, di cattivarcene la benevolenza, pregandoli di mostrarsi clementi con noi.

Lasciate, fratelli carissimi, che vi indichi un ventaglio di motivi, per cui gli angeli sono solleciti della nostra povertà. Sappiamo che l'anima umana, dotata di ragione e capace di beatitudine, è legata da un vincolo di parentela con la natura angelica. Potreste mai, angeli santi, sdegnare di visitarci, contro il precetto della carità, sebbene siamo precipitati in un estremo abbassamento? Non apparteniamo forse tutti alla medesima famiglia? Se amate, ‑ come di fatto amate ‑ la bellezza della casa di Dio, manifestate il vostro zelo a queste pietre vive e razionali che siamo noi, le uniche a poter contribuire alla costruzione della Gerusalemme celeste.

Sono tre i motivi, fratelli, che come funi tirano verso di noi, dall'alto del cielo, la sovreminente carità degli angeli. Essi vengono a consolarci, a visitarci, a darci aiuto a motivo di Dio, di noi e di se stessi. A motivo di Dio, gli angeli ci visitano, in modo da imitare la sconfinata misericordia divina. A motivo di noi, gli angeli vengono a consolarci, perché hanno compassione di chi ha una certa somiglianza con loro. A motivo di se stessi, infine, gli angeli accorrono in nostro aiuto, perché sperano di reclutare fra di noi gli uomini necessari per colmare i vuoti delle loro schiere. Infatti la lode che va resa alla maestà divina, alla fine dei tempi, spetta sia agli angeli sia agli uomini. Fin d'ora gli angeli celebrano le primizie di quella lode, che li riempie di altissimo diletto. Ma noi, gli uomini, siamo ancora come piccini che succhiano il latte, anche se un giorno completeremo e renderemo perfetta quella lode di gloria. Gli angeli perciò ci attendono con impazienza, incalzati come sono dalla brama dell'ultimo giorno.

Considerate gli angeli, fratelli carissimi, e pensate quanto ci deve stare a cuore di essere degni della loro amicizia. Vi rendete conto che vita dobbiamo vivere alla loro presenza, per non offendere la santità di quegli sguardi purissimi? Guai a noi, se con il peccato o per trascuratezza ci rendessimo indegni agli occhi degli angeli di ricevere la loro visita e di godere la loro vicinanza. In quel caso, non ci resterebbe che piangere e lamentarci con il profeta, dicendo: Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe. i miei vicini stanno a distanza (Sal 37, 12). Sarebbe proprio un peccato se quelli che devono proteggerci con la loro presenza si allontanassero da noi, quando invece possono difenderci dal nemico e respingerne gli attacchi.

Abbiamo un bisogno estremo dell'assistenza amica degli angeli; allora, guardiamoci bene dall'offenderli, ma impegniamoci a fondo in quegli atteggiamenti che li affascinano. Quali sono dunque le virtù che apprezzano e si rallegrano di vedere in noi? La sobrietà, la castità, la povertà volontaria, la nostalgia assidua per il cielo, le preghiere intrise di compunzione e di vigile affetto. Ma in priorità, questi messaggeri di pace si aspettano da noi la pace e la concordia. Che cosa potrebbe allietarli di più? Quando trovano fra noi pace e concordia, che sono preludio e abbozzo della città celeste, sembra loro di ammirare una nuova Gerusalemme. Tutte le parti della città santa sono perfettamente saldate tra loro. La stessa compattezza deve regnare nei nostri pensieri e nei nostri discorsi: non ci siano fra di noi divisioni, ma restiamo uniti in un solo corpo nel Cristo Gesù, mostrandoci membra gli uni degli altri.

Augustinus
29-09-04, 08:36
In festo S. Michaelis archangeli, concio II, 2‑5.8. Mediolani, 1760, t. 11, 698‑701.704.

In questo passo evangelico Gesù afferma: In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Con questa frase il Signore sembra voler dire: "State discutendo per sapere chi sarà il più grande nel Regno; io invece vi invito a fare ogni sforzo semplicemente per entrarvi, giacché queste dispute vi allontanano dalla patria celeste: soltanto l'umiltà può darvene l'accesso". Dopo aver condannato l'ambizione, Gesù risolve il quesito, sentenziando: Chiunque diventerà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel regno dei cieli. Spesso il Signore, quando vuole insegnare una cosa, usa accennarne un'altra. Ricordate quando parlava del tempio e alludeva al suo corpo? Anche qui si direbbe che non parli di quel bambino, ma di se stesso, che, Signore di tutti, si è fatto come bambino per noi. Chiunque perciò vuole entrare nel Regno deve conformarsi a Cristo; quanto più gli sarà simile, tanto più grande sarà nel Regno. La Vergine Maria fu certamente colei che è stata più simile a Cristo, per cui ora è la più grande nel regno dei cieli, giacché si fece piccola come suo Figlio. Cristo infatti, pur essendo di natura divina. spoglio sé stesso, assumendo la condizione di servo (Fil 1 2, 7); e Maria, la Madre di Dio, si e abbassata, facendosi serva dell'artefice della nostra salvezza. Non ha forse cantato: Il Signore ha guardato l'umiltà della sua serva; d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata (Lc 1, 48)? Infatti tutte le generazioni, in cielo e sulla terra, la proclamano beata, perché ella è davvero al di sopra di tutte le creature.

Colui che si è abbassato in tutto, ha coinvolto con se anche ogni realtà in un capovolgimento radicale, come sta scritto: Ancora un po' di tempo e io scuoterò il cielo e la terra. E verrà il Desiderato da tutte le genti (Ag 2, 7‑8). Scendendo dal fastigio della divinità, Cristo ha portato tutto con se e tutto si è trasformato: la povertà è diventata ricchezza, le lacrime gioia; il discredito è stima, il lavoro riposo; l'affanno è serenità, il dolore delizia; per farla breve, l'abbassamento si è cambiato in esaltazione, perché, dopo essere disceso, Gesù fu elevato. Non vi è innalzamento più grande di una profonda umiltà per amore di Dio. Avviene allora che le ricchezze del cielo sono promesse alla povertà, la gioia al pianto, la sazietà alla fame, il riposo alla fatica, la gloria alla persecuzione. E' questo il paradosso annunziato da Cristo: chi scenderà più in basso, sarà colui che raggiungerà l'esaltazione più prestigiosa. Quanto le vie del Signore sono misteriose e velate agli sguardi dei mortali!

La promessa di essere innalzati in dignità balena davanti a chi è davvero umile. Gli autentici grandi sono quelli che affondano nella consapevolezza di essere nulla; coloro che con cuore semplice si stimano i servi di tutti, gli ultimi. Essi sanno portare continuamente la croce di Cristo nel proprio corpo. Perciò il Signore li esalterà come ha esaltato questo piccolo, e darà anche a loro un nome sopra ogni nome Saranno chiamati figli di Dio e lo saranno, perché avranno preso l'ultimo posto tra i figli di Adamo. Ma quanto è terribile la parola del vangelo: Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo (Gv 6, 60)? Voi conosce te, fratelli, la natura e le abitudini dei fanciulli; sapete quanto essi sono innocenti, semplici, puri, veri, umili. Il Signore ce lo proclama: Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Che terribile sentenza che parola spaventosa! Sospingimi, o Dio, con il turbine del tuo Spirito, ve so questa infanzia originaria; non posso contare sulle mie forze per simile conversione, giacché essa è l'opera della destra dell'Altissimo. Il Signore non dice: "Se non vi farete come piccoli", ma la traduzione letterale suona così: "Se non sarete fatti come piccoli". Da un altro, non da noi deve essere attuato questo ritorno alla fanciullezza. Non è solo opera della nostra libertà, ma soprattutto dono della grazia divina. Sembra un programma difficilissimo, eppure la nostra fiducia non si affloscerà, se ancorata in Dio. A lui nulla è impossibile.

I fanciulli hanno un tale valore per Dio, che egli li ha affidati uno per uno agli angeli i quali vedono sempre la faccia del Padre che e nei cieli. Dio deve proprio avere un'altissima stima della dignità delle nostre anime se manda un angelo a ognuna, perché la protegga e vegli su di essa con cura e sollecitudine, come su una perla preziosa o su un tesoro di incalcolabile valore. Difatti il Signore ha dato il suo sangue e la sua vita per ognuna delle nostre anime. Non giudichiamo quindi gli uomini dalla povertà del loro esteriore: questa tenda caduca che è il corpo. Fissiamo invece lo sguardo sulla realtà spirituale che ci inabita, cosi nobile da irradiare l'immagine divina. Pensiamo che il nostro spirito è compagno degli angeli, cittadino della Gerusalemme celeste, anzi figlio di Dio. Se per un momento abita la tenda mortale durante la lotta, ben presto ne uscirà, per ricevere il premio che non ha fine.

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Augustinus
29-09-04, 08:38
Om. 34, 8-9; PL 76, 1250-1251

E' da sapere che il termine «angelo» denota l'ufficio, non la natura. Infatti quei santi spiriti della patria celeste sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio. Quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli.
Per questo alla Vergine Maria non viene inviato un angelo qualsiasi, ma l'arcangelo Gabriele. Era ben giusto, infatti, che per questa missione fosse inviato un angelo tra i maggiori, per recare il più grande degli annunzi.
A essi vengono attribuiti nomi particolari, perché anche dal modo di chiamarli appaia quale tipo di ministero è loro affidato. Nella santa città del cielo, resa perfetta dalla piena conoscenza che scaturisce dalla visione di Dio onnipotente, gli angeli non hanno nomi particolari, che contraddistinguano le loro persone. Ma quando vengono a noi per qualche missione, prendono anche il nome dall'ufficio che esercitano.
Così Michele significa: Chi è come Dio?, Gabriele: Fortezza di Dio, e Raffaele: Medicina di Dio.
Quando deve compiersi qualcosa che richiede grande coraggio e forza, si dice che è mandato Michele, perché si possa comprendere, dall'azione e dal nome, che nessuno può agire come Dio. L'antico avversario che bramò, nella sua superbia, di essere simile a Dio, dicendo: Salirò in cielo (cfr. Is 14, 13-14), sulle stelle di Dio innalzerò il trono, mi farò uguale all'Altissimo, alla fine del mondo sarà abbandonato a se stesso e condannato all'estremo supplizio. Orbene egli viene presentato in atto di combattere con l'arcangelo Michele, come è detto da Giovanni: «Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago» (Ap 12, 7).
A Maria è mandato Gabriele, che è chiamato Fortezza di Dio; egli veniva ad annunziare colui che si degnò di apparire nell'umiltà per debellare le potenze maligne dell'aria. Doveva dunque essere annunziato da «Fortezza di Dio» colui che veniva quale Signore degli eserciti e forte guerriero.
Raffaele, come abbiamo detto, significa Medicina di Dio. Egli infatti toccò gli occhi di Tobia, quasi in atto di medicarli, e dissipò le tenebre della sua cecità. Fu giusto dunque che venisse chiamato «Medicina di Dio» colui che venne inviato a operare guarigioni.

Augustinus
29-09-04, 12:12
http://img264.imageshack.us/img264/9411/stmichaelzd7.jpg

http://www.wga.hu/art/d/david/1/michael.jpg Gerard David, S. Michele, Kunsthistorisches Museum, Vienna

http://www.wga.hu/art/m/master/ursula/6michael.jpg Maestro della Leggenda di S. Orsola, S. Michele combatte i demoni, 1480-1500, Museum Onze-Lieve-Vrouw ter Potterie, Bruges

http://www.wga.hu/art/b/bruegel/pieter_e/05/30rebel.jpg http://www.wga.hu/art/b/bruegel/pieter_e/05/31rebel.jpg Pieter Bruegel il vecchio, S. Michele scaccia gli angeli ribelli, 1562, Musées Royaux des Beaux-Arts, Bruxelles

http://www.wga.hu/art/g/ghirland/domenico/7panel/02madonn.jpg Domenico Ghirlandaio, Madonna in trono e Santi (SS. Michele e Gabriele, Donato e Giusto), 1483, Galleria degli Uffizi, Firenze

http://www.wga.hu/art/g/ghirland/domenico/7panel/11pala1.jpg Domenico Ghirlandaio, Madonna in gloria e Santi (SS. Domenico, Michele, Giovanni Battista e Giovanni evangelista), 1490-96, Alte Pinakothek, Monaco

http://www.wga.hu/art/g/giordano/rebel_an.jpg Luca Giordano, S. Michele scaccia gli angeli ribelli, 1666, Kunsthistorisches Museum, Vienna

Augustinus
29-09-04, 12:12
http://www.wga.hu/art/i/isenbran/saints.jpg Adriaen Isenbrant, SS. Michele, Andrea e Francesco, Museum of Fine Arts, Budapest

http://www.wga.hu/art/m/memling/1early3/02last23.jpg Hans Memling, S. Michele pesa le anime (dettaglio del Giudizio Universale), 1467-71, Muzeum Narodowe, Gdansk

http://www.wga.hu/art/p/piero/francesc/altar/august1.jpg Piero della Francesca, Polittico di S. Agostino con i SS. Agostino e Michele 1460-70, Pannelli presenti in diversi musei

http://www.wga.hu/art/r/raphael/2firenze/1/25drago2.jpg Raffaello Sanzio, S. Michele ed il dragone 1505 circa, Musée du Louvre, Parigi

http://www.wga.hu/art/r/raphael/5roma/5/03satan.jpg Raffaello Sanzio, S. Michele e Satana 1518, Musée du Louvre, Parigi

http://www.wga.hu/art/s/signorel/various/8trinity.jpg Luca Signorelli, SS. Trinità con Vergine e SS. Michele, Gabriele, Agostino ed Atanasio 1510, Galleria degli Uffizi, Firenze

Augustinus
15-05-05, 11:03
Il 29 settembre 1820 Anna Katharina Emmerich così raccontava: Ebbi molte visioni meravigliose sulle apparizioni e celebrazioni del Santo Arcangelo Michele. Mi trovai in molti posti del mondo e vidi una sua chiesa in Francia, su uno scoglio del mare (monte St. Michel), divenne Patrono della Francia. Vidi poi come re Luigi, il Pio, venne aiutato a conseguire la vittoria. In seguito ad un’apparizione della Madre di Dio si era rivolto all’Arcangelo Michele, e poi per la devozione a quest’ultimo, volle imprimere la sua immagine sulla bandiera e fondò un ordine cavalleresco in suo onore. Mi apparirono una serie di immagini diverse dell’Arcangelo: una sua apparizione a Costantinopoli e qualche altra che non ricordo più. Vidi anche il miracolo della Chiesa di Michele sulle montagne del Gargano, durante una grande celebrazione: giungevano molti pellegrini stranieri con il bastone ornato e l’Angelo serviva sull’altare con gli altri. Fui poi con lui a Roma dove una chiesa era stata eretta al suo culto, credo da papa Bonifacio, in seguito all’apparizione della Madre di Dio.
Seguii l’Angelo dappertutto; si librava sopra di me, grande e maestoso, ed aveva una spada. Presso la chiesa di S. Michele c’era una contesa di moltissime persone; la maggior parte era formata da cattolici che non si distinguevano dagli altri per il modo di agire nella mischia, altri erano protestanti o membri di sette. Motivo della ressa era la S. Messa; Michele calò giù e con la sua grande spada scacciò via il grosso della mischia disperdendola; restarono ancora circa quaranta persone e così si poté celebrare facilmente la S. Messa. L’Angelo prese per il pomo il tabernacolo con il Santissimo e, librandosi in alto, lo portò via allontanandosi da quel luogo. Mi invitò a seguirlo ancora, andammo verso Oriente fino al Gange, io sempre sotto l’Angelo che volava. Poi ci dirigemmo verso settentrione. Nell’accostarci a questa regione il freddo si faceva sentire sempre più e il paesaggio diveniva più selvaggio e solitario. Giungemmo ad una immensa superficie ghiacciata. Ebbi molta paura in questo posto deserto, e molte anime da me conosciute, tra le altre quella di mia madre, vennero a incoraggiarmi e mi accompagnarono per un pezzo di strada. Arrivammo ad un mulino che dovemmo attraversare. Le anime amiche, giunte fin qui, si ritirarono. La superficie ghiacciata scricchiolava sotto i miei piedi e l’acqua, che veniva sospinta dal mulino, era calda. Questo mulino era pieno delle anime dei governanti e altri grandi illustri di tutti i tempi e paesi. Costoro scontavano la loro pena per tutte le loro mancanze sulla terra. Facevano penitenza in questo luogo macinando una quantità di rospi, serpenti e altri animali velenosi e disgustosi, come anche oro e argento, che così passati scivolavano nell’acqua e, senza più danneggiare, ritornavano sulla terraferma. Queste persone lavoravano nel mulino come mugnai e dovevano adoperarsi sempre con la scopa per spazzare da sotto la macina gli innumerevoli insetti per non essere impediti nel lavoro. Essi si alternavano nel lavoro e dovevano inoltre distruggere gli odiosi insetti per non permetterne la propagazione. Una di queste persone parlò con me, dopo aver spazzato gli insetti in modo da permetterci di attraversare il mulino. Mi spiegò, avvicinandosi, che le persone là dentro, adibite a quel lavoro dovevano scontare una pena e rimanere in questo luogo finchè la grande massa di ghiaccio non si fosse disciolta del tutto, mi disse pure che erano felici in quanto noi passando di là avremmo contribuito a far ritirare una piccola parte di questa massa di ghiaccio. Risalimmo e l’Arcangelo Michele volava sopra di me, mentre il cielo diveniva sempre più chiaro di un blu tenue. Il sole e gli altri astri mi apparivano adesso come dei volti umani. Mi guidò per tutta la terra e attraverso tutti i mondi celesti. Vidi innumerevoli giardini e la frutta con le sue caratteristiche. Spero che questi segreti mi restino ancora aperti in modo che possa trarne medicinali per guarire i devoti e la povera gente. Vidi cori di Santi e spesso, sparpagliati dappertutto, Santi con i simboli dei loro ordini religiosi e le loro caratteristiche individuali. Librando nell’aria giungemmo più in alto, in un mondo maestoso e indescrivibilmente meraviglioso che aveva le sembianze di una cupola gigantesca: la base era come un piano blu circondato da un anello di luce sul quale ce n’erano ancora altri nove. Su ognuno di questi si erigeva un trono e differenti cori di Angeli. Da ogni trono si innalzavano archi pieni di colori, frutta, pietre preziose e tutti gli infiniti doni di Dio. Questi archi tendevano verso l’alto e si intrecciavano tra di loro formando così una cupola sulla quale, in cima a tutto, c’erano tre altri scanni, oppure troni di Angeli. Al centro si trovava quello dell’Arcangelo Michele. Quest’ultimo si librava nell’aria, e depose il tabernacolo della Chiesa sulla cupola.
I tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, si libravano intorno a tre dei nove archi. Nove cori angelici stavano sotto di loro. Quattro grandi Angeli alati e splendenti si muovevano in circolo intorno ai tre Arcangeli: Raphiel, Etophiel, Emmanuel e Salatiel. Essi sono gli Elohim, i curatori e gli elargitori delle abbondanti grazie di Dio che distribuiscono nella Chiesa nelle quattro direzioni di tutto il mondo ricevendo direttamente, queste Grazie di Dio, dai tre Arcangeli. I più spirituali, tra i tre Arcangeli, apparivano Raffaele e Gabriele, perchè vestiti interamente di bianco, mentre Michele aveva un elmo con una cresta sul capo. La parte superiore del corpo era avvolta da un’armatura e cinta da legacci, la sua veste scendeva fino alle ginocchia come un grembiule increspato. In una mano aveva una lunga bacchetta con una croce e, sotto, una bandierina con l’effige di un agnello, nell’altra mano portava invece una spada fiammeggiante. Ai suoi piedi c’erano anche legacci. Più in alto, sopra questa cupola, potei vedere la Santissima Trinità rappresentata da tre figure: il Padre, come un vecchio supremo sacerdote, il quale porgeva al Figlio, alla sua destra, la sfera del mondo; il Figlio aveva la croce nell’altra mano. Alla sinistra del Padre c’era una figura alata splendente di luce. Intorno a loro sedevano, in circolo, 24 anziani su scranni. I Cherubini e i Serafini stavano con molti altri intorno al trono di Dio in permanenti canti di lode. Al centro, elevata un pò più sopra Michele, si trovava Maria circondata da innumerevoli anime luminose di Angeli e Vergini. La grazia di Gesù passava, attraverso Maria, ai tre Arcangeli. Ognuno dei tre Arcangeli irradiava tre doni divini su tre dei nove Cori degli Angeli, e questi, a loro volta, agivano di nuovo su tutta la natura e la storia. Quando il tabernacolo fu ben piazzato vidi come il medesimo, con l’aiuto della s. Vergine Maria e tutti i cieli, e con l’aiuto diligente degli Angeli si trasformava in una chiesa. Poi il tabernacolo crebbe ancora trasformandosi alla fine in una grande e splendente città piena di luci e colori, era la Gerusalemme celeste! La quale prese a scendere, attraverso un arco, lentamente e a tratti, sempre più in giù verso la terra. Non so come ciò potesse avvenire.
Improvvisamente vidi venirmi incontro tanta gente che camminava capovolta, seguendo la rotazione della terra, in un secondo momento la vidi, invece, camminare con i propri piedi, verso la nuova Gerusalemme che prendeva il posto di quella terrestre. A questo punto la visione si interruppe ed io cadendo sempre più nell’oscurità mi mossi verso casa. In un’altra immagine vidi una battaglia grandiosa svolgersi sulla terra: gli uomini sparavano dalle macchie piene di soldati, tutto il campo di battaglia era avvolto dal fumo. Grandi città si scorgevano da lontano. Poi giunse san Michele con un grande esercito di Angeli e separò i litiganti quando proprio tutto sembrava perduto. Un capo potente ebbe un incontro con san Michele e in conseguenza vidi trionfare la pace.

http://www.wga.hu/art/p/perugino/saints/certosa.jpg http://www.nationalgalleryimages.co.uk/upload/image%20database/ng/0/0/0/0/200/N-0288-01-000087-pp_550.jpg http://img221.imageshack.us/img221/2415/michael1ub3.jpg http://www.nationalgalleryimages.co.uk/upload/image%20database/ng/0/0/0/0/200/N-0288-02-000088-pp_550.jpg Pietro Perugino, Polittico della Certosa, con Madonna con Bambino e angeli, tra i SS. Michele e Raffaele arcangeli con Tobia, 1496-1500, National Gallery, Londra

Augustinus
28-09-05, 22:18
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1114-1117

29 SETTEMBRE

DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO

Oggetto della festa.

La dedicazione di S. Michele è la festa più solenne che la Chiesa celebra nel corso dell'anno in onore di questo Arcangelo, e tuttavia lo riguarda meno personalmente perché vi si onorano tutti i cori della gerarchia angelica. Nell'inno dei primi Vespri la Chiesa propone alla nostra preghiera l'oggetto della festa di oggi con le parole Rabano Mauro, abate di Fulda:

Celebriamo con le nostre lodi
Tutti i guerrieri del cielo,
Ma soprattutto il capo supremo
Della milizia celeste:
Michele che, pieno di valore,
Ha abbattuto il demonio [1].

Origine della festa.

La festa dell'otto maggio richiama il ricordo dell'apparizione al monte Gargano e nel medioevo si celebrava soltanto nell'Italia del Sud. La festa del 29 settembre è propria di Roma e segna l'anniversario della Dedicazione di una basilica oggi scomparsa, che sorgeva sulla via Salaria, a Nord-Est della città.

Il fatto della dedicazione spiega il titolo conservato alla festa nel Messale Romano: Dedicatio sancti Michaelis. Le Chiese di Francia e Germania, che nel Medioevo seguivano la liturgia romana, hanno attenuato spesso nei loro libri liturgici il titolo originario della festa, che venne presentata come festa In Natale o In Veneratione sancti Michaelis, così che dell'antico titolo non restava altro che il nome dell'Arcangelo.

L'ufficio di san Michele.

Anche l'Ufficio non poteva conservare il ricordo della dedicazione. Infatti gli antichi Uffici relativi alle dedicazioni celebravano il santo in onore del quale la chiesa era consacrata e non l'edificio materiale in cui egli era onorato; non avevano perciò niente di impersonale e rivestivano anzi un carattere molto circostanziato.

L'Ufficio di san Michele può essere considerato una delle più belle composizioni della nostra liturgia e ci fa contemplare ora il principe delle milizie celesti e capo degli angeli buoni, ora il ministro di Dio, che assiste al giudizio dell'anima di ogni defunto, ora ancora l'intermediario, che porta sull'altare della liturgia celeste le preghiere dell'umanità fedele.

L'Angelo turiferario.

I primi Vespri cominciano con l'Antifona Stetit Angelus, che deriva il testo dall'Offertorio della Messa del giorno: "Un angelo stava presso l'altare del tempio e aveva un incensiere in mano: gli diedero molto incenso e il fumo profumato si elevò fino a Dio". L'Orazione della benedizione dell'incenso alla Messa solenne designa il nome di questo angelo turiferario: "Il beato Arcangelo Michele". Il libro dell'Apocalisse dal quale son presi i testi liturgici ci spiega che i profumi, che salgono alla presenza di Dio, sono le preghiere dei giusti: "Il fumo degli aromi formato dalle preghiere dei santi salgono dalla mano dell'angelo davanti a Dio" (Ap 8,4).

Il Mediatore della Preghiera eucaristica.

È ancora Michele che presenta al Padre l'offerta del Giusto per eccellenza ed Egli infatti è designato nella misteriosa preghiera del Canone della Messa in cui la santa Chiesa chiede a Dio di portare sull'altare sublime, per mano dell'Angelo Santo, l'oblazione sacra in presenza della divina Maestà. È cosa molto sorprendente notare negli antichi testi liturgici romani che san Michele è sovente chiamato l'Angelo Santo, l'Angelo per eccellenza.

Probabilmente sotto il pontificato di Papa Gelasio fu compiuta la revisione del testo del Canone nel quale l'espressione al singolare Angeli tui fu sostituita con quella al plurale Angelorum tuorum. Proprio a quell'epoca, sul finire del V secolo, l'Angelo era apparso al vescovo di Siponto, presso il Monte Gargano.

Vocazione contemplativa degli Angeli.

Come si vede la Chiesa considera san Michele mediatore della sua preghiera liturgica; egli è posto tra l'umanità e la divinità. Dio, che dispose con ordine ammirabile le gerarchie invisibili (Colletta della Messa), impiega, per opulenza, a lodare la sua gloria il ministero degli spiriti celesti, che contemplano continuamente l'adorabile faccia del Padre (Finale del Vangelo della Messa) e, meglio che gli uomini, sanno adorare e contemplare la bellezza delle sue infinite perfezioni. Mi-Ka-El: Chi è come Dio? Il nome esprime da solo, nella sua brevità, la lode più completa, la più perfetta adorazione, la riconoscenza totale per la trascendenza divina e la più umile confessione della nullità delle creature.

Anche la Chiesa della terra invita gli spiriti a benedire il Signore, a cantarlo, a lodarlo e esaltarlo senza soste (Introito, Graduale, Communio della Messa; Antifona dei Vespri). La vocazione contemplativa degli Angeli è modello della nostra e ce lo ricorda un bellissimo prefazio del Sacramentario leoniano: "È cosa veramente degna... rendere grazie a Te, che ci insegni, che, per mezzo del tuo Apostolo, che la nostra vita è trasferita in cielo, che, con benevolenza comandi, di trasportarci in spirito là dove quelli che noi veneriamo servono e di tendere verso le altezze, che nella festa del beato Arcangelo Michele contempliamo nell'amore, per il Cristo nostro Signore".

Aiuto dell'umanità.

La Chiesa sa pure che a questi spiriti consacrati al servizio di Dio è stato affidato un ministero al fianco di coloro, che devono raccogliere l'eredità della salvezza (Ebr 1,14). Senza attendere la festa del 2 ottobre, dedicata in modo speciale agli Angeli custodi, la Chiesa già oggi chiede a san Michele e ai suoi Angeli di difenderci nei combattimenti che dobbiamo sostenere (Alleluia della Messa; Preghiera ai piedi dell'altare dopo l'ultimo Vangelo). Chiede ancora a san Michele di ricordarsi di noi e di pregare per noi il Figlio di Dio, perché nel giorno terribile del giudizio non abbiamo a perire. Nel giorno terribile del giudizio il grande Arcangelo, vessillifero della milizia celeste, difenderà la nostra causa davanti all'Altissimo (Antifona del Magnificat ai secondi Vespri) e ci farà entrare nella luce santa (Offertorio della Messa dei defunti).

Preghiera.

Da questa terra, nella lotta contro le potenze del male, possiamo rivolgere all'Arcangelo la preghiera di esorcismo che Leone XIII inserì nel rituale della Chiesa Romana:

"Principe gloriosissimo della celeste milizia, san Michele Arcangelo, difendici nel combattimento contro le forze, le potenze, i capi del mondo delle tenebre e contro lo spirito di malizia. Vieni in soccorso degli uomini, che Dio ha fatti a sua immagine e somiglianza e riscattati a duro prezzo dalla tirannia del diavolo.

La santa Chiesa ti venera come custode e patrono; Dio ti ha confidato le anime redente per portarle alla felicità celeste. Prega il Dio della pace, perché schiacci Satana sotto i nostri piedi, per strappargli il potere di tenere gli uomini in schiavitù e di nuocere alla Chiesa. Offri le nostre preghiere all'Altissimo perché sollecitamente scendano su di noi le misericordie del Signore e il dragone, l'antico serpente, chiamato Diavolo e Satana, sia precipitato, stretto in catene, nell'abisso, perché non possa più sedurre i popoli".

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NOTE

[1] Seguiamo la versione antica del Breviario monastico, non quella del Breviario Romano, ritoccata da Urbano VIII.

Augustinus
28-09-05, 23:01
http://img126.imageshack.us/img126/8252/reniexh88cat51063004tr0.jpg Guido Reni, S. Michele, 1635, Chiesa di S. Maria della Concezione (Chiesa dei Cappuccini), Roma. Secondo una tradizione riportata dal Malvasia, ma negata dallo stesso pittore, il volto del demonio avrebbe le sembianze del cardinale Pamphili, futuro pontefice con il nome di Innocenzo X, che non intratteneva buoni rapporti con la famiglia Barberini. Il dipinto, infatti, fu commissionato al Reni da Antonio Barberini, cardinale Sant’Onofrio, fratello di Urbano VIII, come riporta il Malvasia, e fu eseguito prima del 1636, anno in cui ne fu tratta un’incisione dal De Rossi. Il cardinale, che proveniva dalle file dei Cappuccini, intendeva collocarlo nella chiesa romana dell’ordine, dove si trova tutt’ora.

Augustinus
29-09-05, 09:20
http://www.wga.hu/art/d/delacroi/5/505delac.jpg Eugène Delacroix, S. Michele abbatte il demonio, 1854-61, Saint-Sulpice, Parigi

http://www.wga.hu/art/f/floris/frans/rebellio.jpg Frans Floris, La caduta degli angeli ribelli, 1554, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten, Antwerp

http://www.wga.hu/art/j/juan/1/michael.jpg Juan De Flandes, SS. Michele e Francesco, 1505-09, Metropolitan Museum of Art, New York

http://www.wga.hu/art/p/perugino/madonna/m_glory.jpg Pietro Perugino, Madonna in gloria con Bambino e Santi (SS. Michele, Caterina d'Alessandria, Apollonia e Giovanni evangelista), 1495-96, Pinacoteca Nazionale, Bologna

http://www.wga.hu/art/b/beccafum/71rebel.jpg Domenico Beccafumi, Caduta degli angeli ribelli, 1524 circa, Pinacoteca Nazionale, Siena

http://www.wga.hu/art/b/beccafum/72rebel.jpg Domenico Beccafumi, Caduta degli angeli ribelli, 1528 circa, San Niccolo al Carmine, Siena

Augustinus
24-03-06, 12:02
SS. Angeli custodi (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=122874)

S. Raffaele arcangelo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=418503)

S. Gabriele arcangelo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=418502)

Natale del Signore (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=149208)

S. Giovanna d'Arco (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=169963)

Apparizione di S. Michele arcangelo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=252828)

Augustinus
28-09-06, 21:03
http://img81.imageshack.us/img81/5754/san20michele20arcangeloyn6.jpg

http://www.wga.hu/art/g/giampiet/madonna.jpg Giampietrino, Madonna con Bambino tra i SS. Michele e Girolamo, 1530 circa, Museum of Fine Arts, Budapest

http://img222.imageshack.us/img222/6121/mbacoos24cristobalvelacobosanmiguelarcangellgyu6.j pg Cristobal Vela Cobo, S. Michele arcangelo, 1631 circa, Museo delle belle arti, Cordoba

http://img222.imageshack.us/img222/2489/74770pr6.jpg Tintoretto (e aiuti), Madonna col Bambino e arcangeli in lotta contro Satana, XVI sec., Palazzo Roverella, Rovigo

http://img81.imageshack.us/img81/1016/michele1zt8.jpg Ambito del Rubens, S. Michele espelle Lucifero dal Paradiso, 1622, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

http://img227.imageshack.us/img227/6135/michele2fq0.jpg Corrado Giaquinto, S. Michele arcangelo sconfigge Lucifero, 1720-25, Pinacoteca Vaticana, Roma

http://img213.imageshack.us/img213/1724/michele3mj3.jpg Francisco Bayeu y Subías, S. Michele, 1754-55, Chiesa parroicchiale dei SS. Filippo e Giacomo minore, Saragozza

http://img505.imageshack.us/img505/5051/michele4br1wi0.jpg Nicolás Enríquez, Incoronazione della Vergine con i SS. Michele e Giuseppe, 1770 circa

Augustinus
28-09-06, 21:11
http://img467.imageshack.us/img467/9017/chonaeag2.png

Nella tradizione religiosa russa l'arcangelo Michele è sentito come "l'arcistratega", il condottiero delle schiere celesti nella lotta contro le forze del male.
Patrono di Kiev, "madre delle città russe", san Michele è raffigurato sulle armature e sugli stemmi della dinastia di Rjurik; lo zar Ivan il Terribile affermava che l'immagine di Michele arcangelo sulle insegne era "il miglior auspicio di vittoria sugli infedeli".
In questa icona è raffigurato uno dei miracoli di Michele, invocato come saldo difensore nella lotta contro le forze del male.
Narra la tradizione che i pagani volevano distruggere la chiesetta costruita da Antipa, un eremita, in onore dell'arcangelo e a questo scopo convogliarono verso di essa le acque di un fiume in piena, perché la travolgessero. L'arcangelo però, venendo in soccorso del santo monaco, fendette con il suo scettro la terra aprendovi un abisso in cui precipitarono le acque.
La composizione è canonica, anche se resa con un gusto descrittivo della natura e dei particolari architettonici ormai vicino alla tradizione occidentale. Una particolarità insolita è data dalla presenza, a sinistra nell'icona dei santi genitori della Madre di Dio, Gioacchino e Anna, che non hanno niente a che vedere con il soggetto dell'icona.
Forse l'iconografo voleva rappresentare in questo modo i santi patroni dei committenti dell'icona e accomunarli nella venerazione dell'arcangelo.

http://img374.imageshack.us/img374/2885/ib303hn9.jpg http://img178.imageshack.us/img178/9673/ib1286hg3.jpg http://www.iconsexplained.com/iec/pics/400_archangel_michael_miracle_khony.jpg

http://img83.imageshack.us/img83/7466/k1010z2xw2.jpg

http://img374.imageshack.us/img374/4858/ib1282iv1.jpg

Augustinus
29-09-06, 08:19
http://img213.imageshack.us/img213/5730/gallery3angel10mq1.jpg

http://www.wga.hu/art/z/zucchi/miracle.jpg Jacopo Zucchi, Processione di S. Gregorio Magno e miracolo di S. Michele che rimette la spada nel fodero facendo cessare la peste, 1580, Musei Vaticani, Città del Vaticano, Roma

http://img295.imageshack.us/img295/6179/michele5sl5.jpg Francesco Granacci, Vergine della cintola tra S. Tommaso apostolo e S. Michele, XVI sec., Galleria dell'Accademia, Firenze

http://img295.imageshack.us/img295/2165/l640siraniis4.jpg Giovanni Andrea Sirani, S. Michele Arcangelo sconfigge Satana, copia da opera di Guido Reni, 1630 circa, Bob Jones University Museum and Gallery, Greenville, South Carolina

http://img178.imageshack.us/img178/4754/michele6yl0wz7.jpg Bartolomeo Caravoglia, Vergine con Bambino tra i SS. Michele Arcangelo, Filippo Neri, Francesco di Sales e Giovanni Battista, Duomo, Torino

Augustinus
28-09-07, 16:49
St. Michael the Archangel

(Hebrew "Who is like God?").

St. Michael is one of the principal angels; his name was the war-cry of the good angels in the battle fought in heaven against the enemy and his followers. Four times his name is recorded in Scripture:

(1) Daniel 10:13 sqq., Gabriel says to Daniel, when he asks God to permit the Jews to return to Jerusalem: "The Angel [D.V. prince] of the kingdom of the Persians resisted me . . . and, behold Michael, one of the chief princes, came to help me . . . and none is my helper in all these things, but Michael your prince";

(2) Daniel 12, the Angel speaking of the end of the world and the Antichrist says: "At that time shall Michael rise up, the great prince, who standeth for the children of thy people."

(3) In the Catholic Epistle of St. Jude: "When Michael the Archangel, disputing with the devil, contended about the body of Moses", etc. St. Jude alludes to an ancient Jewish tradition of a dispute between Michael and Satan over the body of Moses, an account of which is also found in the apocryphal book on the assumption of Moses (Origen, "De principiis", III, 2, 2). St. Michael concealed the tomb of Moses; Satan, however, by disclosing it, tried to seduce the Jewish people to the sin of hero-worship. St. Michael also guards the body of Eve, according to the "Revelation of Moses" ("Apocryphal Gospels", etc., ed. A. Walker, Edinburgh, p. 647).

(4) Apocalypse 12:7, "And there was a great battle in heaven, Michael and his angels fought with the dragon." St. John speaks of the great conflict at the end of time, which reflects also the battle in heaven at the beginning of time. According to the Fathers there is often question of St. Michael in Scripture where his name is not mentioned. They say he was the cherub who stood at the gate of paradise, "to keep the way of the tree of life" (Genesis 3:24), the angel through whom God published the Decalogue to his chosen people, the angel who stood in the way against Balaam (Numbers 22:22 sqq.), the angel who routed the army of Sennacherib (2 Kings 19:35).

Following these Scriptural passages, Christian tradition gives to St. Michael four offices:

- To fight against Satan.
- To rescue the souls of the faithful from the power of the enemy, especially at the hour of death.
- To be the champion of God's people, the Jews in the Old Law, the Christians in the New Testament; therefore he was the patron of the Church, and of the orders of knights during the Middle Ages.
- To call away from earth and bring men's souls to judgment ("signifer S. Michael repraesentet eas in lucam sanctam", Offert. Miss Defunct. "Constituit eum principem super animas suscipiendas", Antiph. off. Cf. "Hermas", Pastor, I, 3, Simil. VIII, 3).

Regarding his rank in the celestial hierarchy opinions vary; St. Basil (Hom. de angelis) and other Greek Fathers, also Salmeron, Bellarmine, etc., place St. Michael over all the angels; they say he is called "archangel" because he is the prince of the other angels; others (cf. P. Bonaventura, op. cit.) believe that he is the prince of the seraphim, the first of the nine angelic orders. But, according to St. Thomas (Summa Ia.113.3) he is the prince of the last and lowest choir, the angels. The Roman Liturgy seems to follow the Greek Fathers; it calls him "Princeps militiae coelestis quem honorificant angelorum cives". The hymn of the Mozarabic Breviary places St. Michael even above the Twenty-four Elders. The Greek Liturgy styles him Archistrategos, "highest general" (cf. Menaea, 8 Nov. and 6 Sept.).

VENERATION

It would have been natural to St. Michael, the champion of the Jewish people, to be the champion also of Christians, giving victory in war to his clients. The early Christians, however, regarded some of the martyrs as their military patrons: St. George, St. Theodore, St. Demetrius, St. Sergius, St. Procopius, St. Mercurius, etc.; but to St. Michael they gave the care of their sick. At the place where he was first venerated, in Phrygia, his prestige as angelic healer obscured his interposition in military affairs. It was from early times the centre of the true cult of the holy angels, particularly of St. Michael. Tradition relates that St. Michael in the earliest ages caused a medicinal spring to spout at Chairotopa near Colossae, where all the sick who bathed there, invoking the Blessed Trinity and St. Michael, were cured.

Still more famous are the springs which St. Michael is said to have drawn from the rock at Colossae (Chonae, the present Khonas, on the Lycus). The pagans directed a stream against the sanctuary of St. Michael to destroy it, but the archangel split the rock by lightning to give a new bed to the stream, and sanctified forever the waters which came from the gorge. The Greeks claim that this apparition took place about the middle of the first century and celebrate a feast in commemoration of it on 6 September (Analecta Bolland., VIII, 285-328). Also at Pythia in Bithynia and elsewhere in Asia the hot springs were dedicated to St. Michael.

At Constantinople likewise, St. Michael was the great heavenly physician. His principal sanctuary, the Michaelion, was at Sosthenion, some fifty miles south of Constantinople; there the archangel is said to have appeared to the Emperor Constantine. The sick slept in this church at night to wait for a manifestation of St. Michael; his feast was kept there 9 June. Another famous church was within the walls of the city, at the thermal baths of the Emperor Arcadius; there the synaxis of the archangel was celebrated 8 November. This feast spread over the entire Greek Church, and the Syrian, Armenian, and Coptic Churches adopted it also; it is now the principal feast of St. Michael in the Orient. It may have originated in Phrygia, but its station at Constantinople was the Thermae of Arcadius (Martinow, "Annus Graeco-slavicus", 8 Nov.). Other feasts of St. Michael at Constantinople were: 27 October, in the "Promotu" church; 18 June, in the Church of St. Julian at the Forum; and 10 December, at Athaea.

The Christians of Egypt placed their life-giving river, the Nile, under the protection of St. Michael; they adopted the Greek feast and kept it 12 November; on the twelfth of every month they celebrate a special commemoration of the archangel, but 12 June, when the river commences to rise, they keep as a holiday of obligation the feast of St. Michael "for the rising of the Nile", euche eis ten symmetron anabasin ton potamion hydaton.

At Rome the Leonine Sacramentary (sixth century) has the "Natale Basilicae Angeli via Salaria", 30 September; of the five Masses for the feast three mention St. Michael. The Gelasian Sacramentary (seventh century) gives the feast "S. Michaelis Archangeli", and the Gregorian Sacramentary (eighth century), "Dedicatio Basilionis S. Angeli Michaelis", 29 Sept. A manuscript also here adds "via Salaria" (Ebner, "Miss. Rom. Iter Italicum", 127). This church of the Via Salaria was six miles to the north of the city; in the ninth century it was called Basilica Archangeli in Septimo (Armellini, "Chiese di Roma", p. 85). It disappeared a thousand years ago. At Rome also the part of heavenly physician was given to St. Michael. According to an (apocryphal?) legend of the tenth century he appeared over the Moles Hadriani (Castel di S. Angelo), in 950, during the procession which St. Gregory held against the pestilence, putting an end to the plague. Boniface IV (608-15) built on the Moles Hadriani in honour of him, a church, which was styled St. Michaelis inter nubes (in summitate circi).

Well known is the apparition of St. Michael (a. 494 or 530-40), as related in the Roman Breviary, 8 May, at his renowned sanctuary on Monte Gargano, where his original glory as patron in war was restored to him. To his intercession the Lombards of Sipontum (Manfredonia) attributed their victory over the Greek Neapolitans, 8 May, 663. In commemoration of this victory the church of Sipontum instituted a special feast in honour of the archangel, on 8 May, which has spread over the entire Latin Church and is now called (since the time of Pius V) "Apparitio S. Michaelis", although it originally did not commemorate the apparition, but the victory.

In Normandy St. Michael is the patron of mariners in his famous sanctuary at Mont-Saint-Michel in the Diocese of Coutances. He is said to have appeared there, in 708, to St. Aubert, Bishop of Avranches. In Normandy his feast "S. Michaelis in periculo maris" or "in Monte Tumba" was universally celebrated on 18 Oct., the anniversary of the dedication of the first church, 16 Oct., 710; the feast is now confined to the Diocese of Coutances. In Germany, after its evangelization, St. Michael replaced for the Christians the pagan god Wotan, to whom many mountains were sacred, hence the numerous mountain chapels of St. Michael all over Germany.

The hymns of the Roman Office are said to have been composed by St. Rabanus Maurus of Fulda (d. 856). In art St. Michael is represented as an angelic warrior, fully armed with helmet, sword, and shield (often the shield bears the Latin inscription: Quis ut Deus), standing over the dragon, whom he sometimes pierces with a lance. He also holds a pair of scales in which he weighs the souls of the departed (cf. Rock, "The Church of Our Fathers", III, 160), or the book of life, to show that he takes part in the judgment. His feast (29 September) in the Middle Ages was celebrated as a holy day of obligation, but along with several other feasts it was gradually abolished since the eighteenth century (see FEASTS). Michaelmas Day, in England and other countries, is one of the regular quarter-days for settling rents and accounts; but it is no longer remarkable for the hospitality with which it was formerly celebrated. Stubble-geese being esteemed in perfection about this time, most families had one dressed on Michaelmas Day. In some parishes (Isle of Skye) they had a procession on this day and baked a cake, called St. Michael's bannock.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. X, New York, 1911 (http://www.newadvent.org/cathen/10275b.htm)

Augustinus
28-09-07, 17:00
Angels

(Latin angelus; Greek aggelos; from the Hebrew for "one going" or "one sent"; messenger). The word is used in Hebrew to denote indifferently either a divine or human messenger. The Septuagint renders it by aggelos which also has both significations. The Latin version, however, distinguishes the divine or spirit-messenger from the human, rendering the original in the one case by angelus and in the other by legatus or more generally by nuntius. In a few passages the Latin version is misleading, the word angelus being used where nuntius would have better expressed the meaning, e.g. Isaiah 18:2; 33:3, 6.

It is with the spirit-messenger alone that we are here concerned. We have to discuss

- the meaning of the term in the Bible,
- the offices of the angels,
- the names assigned to the angels,
- the distinction between good and evil spirits,
- the divisions of the angelic choirs,
- the question of angelic appearances, and
- the development of the scriptural idea of angels.

The angels are represented throughout the Bible as a body of spiritual beings intermediate between God and men: "You have made him (man) a little less than the angels" (Psalm 8:6). They, equally with man, are created beings; "praise ye Him, all His angels: praise ye Him, all His hosts . . . for He spoke and they were made. He commanded and they were created" (Psalm 148:2, 5; Colossians 1:16-17). That the angels were created was laid down in the Fourth Lateran Council (1215). The decree "Firmiter" against the Albigenses declared both the fact that they were created and that men were created after them. This decree was repeated by the Vatican Council, "Dei Filius". We mention it here because the words: "He that liveth for ever created all things together" (Ecclesiasticus 18:1) have been held to prove a simultaneous creation of all things; but it is generally conceded that "together" (simul) may here mean "equally", in the sense that all things were "alike" created. They are spirits; the writer of the Epistle to the Hebrews says: "Are they not all ministering spirits, sent to minister to them who shall receive the inheritance of salvation?" (Hebrews 1:14).

Attendants at God's throne

It is as messengers that they most often figure in the Bible, but, as St. Augustine, and after him St. Gregory, expresses it: angelus est nomen officii ("angel is the name of the office") and expresses neither their essential nature nor their essential function, viz.: that of attendants upon God's throne in that court of heaven of which Daniel has left us a vivid picture:

I behold till thrones were placed, and the Ancient of Days sat: His garment was white as snow, and the hair of His head like clean wool: His throne like flames of fire: the wheels of it like a burning fire. A swift stream of fire issued forth from before Him: thousands of thousands ministered to Him, and ten thousand times a hundred thousand stood before Him: the judgment sat and the books were opened. (Daniel 7:9-10; cf. also Psalm 96:7; Psalm 102:20; Isaiah 6, etc.)

This function of the angelic host is expressed by the word "assistance" (Job 1:6; 2:1), and our Lord refers to it as their perpetual occupation (Matthew 18:10). More than once we are told of seven angels whose special function it is thus to "stand before God's throne" (Tobit 12:15; Revelation 8:2-5). The same thought may be intended by "the angel of His presence" (Isaiah 63:9) an expression which also occurs in the pseudo-epigraphical "Testaments of the Twelve Patriarchs".

God's messengers to mankind

But these glimpses of life beyond the veil are only occasional. The angels of the Bible generally appear in the role of God's messengers to mankind. They are His instruments by whom He communicates His will to men, and in Jacob's vision they are depicted as ascending and descending the ladder which stretches from earth to heaven while the Eternal Father gazes upon the wanderer below. It was an angel who found Agar in the wilderness (Genesis 16); angels drew Lot out of Sodom; an angel announces to Gideon that he is to save his people; an angel foretells the birth of Samson (Judges 13), and the angel Gabriel instructs Daniel (Daniel 8:16), though he is not called an angel in either of these passages, but "the man Gabriel" (9:21). The same heavenly spirit announced the birth of St. John the Baptist and the Incarnation of the Redeemer, while tradition ascribes to him both the message to the shepherds (Luke 2:9), and the most glorious mission of all, that of strengthening the King of Angels in His Agony (Luke 22:43). The spiritual nature of the angels is manifested very clearly in the account which Zacharias gives of the revelations bestowed upon him by the ministry of an angel. The prophet depicts the angel as speaking "in him". He seems to imply that he was conscious of an interior voice which was not that of God but of His messenger. The Massoretic text, the Septuagint, and the Vulgate all agree in thus describing the communications made by the angel to the prophet. It is a pity that the "Revised Version" should, in apparent defiance of the above-named texts, obscure this trait by persistently giving the rendering: "the angel that talked with me: instead of "within me" (cf. Zechariah 1:9, 13, 14; 2:3; 4:5; 5:10).

Such appearances of angels generally last only so long as the delivery of their message requires, but frequently their mission is prolonged, and they are represented as the constituted guardians of the nations at some particular crisis, e.g. during the Exodus (Exodus 14:19; Baruch 6:6). Similarly it is the common view of the Fathers that by "the prince of the Kingdom of the Persians" (Dan., x, 13; x, 21) we are to understand the angel to whom was entrusted the spiritual care of that kingdom, and we may perhaps see in the "man of Macedonia" who appeared to St. Paul at Troas, the guardian angel of that country (Acts 16:9). The Septuagint (Deuteronomy 32:8), has preserved for us a fragment of information on this head, though it is difficult to gauge its exact meaning: "When the Most High divided the nations, when He scattered the children of Adam, He established the bounds of the nations according to the number of the angels of God". How large a part the ministry of angels played, not merely in Hebrew theology, but in the religious ideas of other nations as well, appears from the expression "like to an angel of God". It is three times used of David (2 Samuel 14:17, 20; 14:27) and once by Achis of Geth (1 Samuel 29:9). It is even applied by Esther to Assuerus (Esther 15:16), and St. Stephen's face is said to have looked "like the face of an angel" as he stood before the Sanhedrin (Acts 6:15).

Personal guardians

Throughout the Bible we find it repeatedly implied that each individual soul has its tutelary angel. Thus Abraham, when sending his steward to seek a wife for Isaac, says: "He will send His angel before thee" (Genesis 24:7). The words of the ninetieth Psalm which the devil quoted to our Lord (Matthew 4:6) are well known, and Judith accounts for her heroic deed by saying: "As the Lord liveth, His angel hath been my keeper" (xiii, 20). These passages and many like them (Genesis 16:6-32; Hosea 12:4; 1 Kings 19:5; Acts 12:7; Psalm 33:8), though they will not of themselves demonstrate the doctrine that every individual has his appointed guardian angel, receive their complement in our Saviour's words: "See that you despise not one of these little ones; for I say to you that their angels in Heaven always see the face of My Father Who is in Heaven" (Matthew 18:10), words which illustrate the remark of St. Augustine: "What lies hidden in the Old Testament, is made manifest in the New". Indeed, the book of Tobias seems intended to teach this truth more than any other, and St. Jerome in his commentary on the above words of our Lord says: "The dignity of a soul is so great, that each has a guardian angel from its birth." The general doctrine that the angels are our appointed guardians is considered to be a point of faith, but that each individual member of the human race has his own individual guardian angel is not of faith (de fide); the view has, however, such strong support from the Doctors of the Church that it would be rash to deny it (cf. St. Jerome, supra). Peter the Lombard (Sentences, lib. II, dist. xi) was inclined to think that one angel had charge of several individual human beings. St. Bernard's beautiful homilies (11-14) on the ninetieth Psalm breathe the spirit of the Church without however deciding the question. The Bible represents the angels not only as our guardians, but also as actually interceding for us. "The angel Raphael (Tob., xii, 12) says: "I offered thy prayer to the Lord" (cf. Job, v, 1 (Septuagint), and 33:23 (Vulgate); Apocalypse 8:4). The Catholic cult of the angels is thus thoroughly scriptural. Perhaps the earliest explicit declaration of it is to be found in St. Ambrose's words: "We should pray to the angels who are given to us as guardians" (De Viduis, ix); (cf. St. Aug., Contra Faustum, xx, 21). An undue cult of angels was reprobated by St. Paul (Colossians 2:18), and that such a tendency long remained in the same district is evidenced by Canon 35 of the Synod of Laodicea.

As Divine Agents Governing The World

The foregoing passages, especially those relating to the angels who have charge of various districts, enable us to understand the practically unanimous view of the Fathers that it is the angels who put into execution God's law regarding the physical world. The Semitic belief in genii and in spirits which cause good or evil is well known, and traces of it are to be found in the Bible. Thus the pestilence which devastated Israel for David's sin in numbering the people is attributed to an angel whom David is said to have actually seen (2 Samuel 24:15-17), and more explicitly, I Par., xxi, 14-18). Even the wind rustling in the tree-tops was regarded as an angel (2 Samuel 5:23, 24; 1 Chronicles 14:14, 15). This is more explicitly stated with regard to the pool of Probatica (John 5:1-4), though these is some doubt about the text; in that passage the disturbance of the water is said to be due to the periodic visits of an angel. The Semites clearly felt that all the orderly harmony of the universe, as well as interruptions of that harmony, were due to God as their originator, but were carried out by His ministers. This view is strongly marked in the "Book of Jubilees" where the heavenly host of good and evil angels is every interfering in the material universe. Maimonides (Directorium Perplexorum, iv and vi) is quoted by St. Thomas Aquinas (Summa Theol., I:1:3) as holding that the Bible frequently terms the powers of nature angels, since they manifest the omnipotence of God (cf. St. Jerome, In Mich., vi, 1, 2; P. L., iv, col. 1206).

Hierarchical organization

Though the angels who appear in the earlier works of the Old Testament are strangely impersonal and are overshadowed by the importance of the message they bring or the work they do, there are not wanting hints regarding the existence of certain ranks in the heavenly army.

After Adam's fall Paradise is guarded against our First Parents by cherubim who are clearly God's ministers, though nothing is said of their nature. Only once again do the cherubim figure in the Bible, viz., in Ezechiel's marvellous vision, where they are described at great length (Ezekiel 1), and are actually called cherub in Ezechiel 10. The Ark was guarded by two cherubim, but we are left to conjecture what they were like. It has been suggested with great probability that we have their counterpart in the winged bulls and lions guarding the Assyrian palaces, and also in the strange winged men with hawks' heads who are depicted on the walls of some of their buildings. The seraphim appear only in the vision of Isaias 6:6.

Mention has already been made of the mystic seven who stand before God, and we seem to have in them an indication of an inner cordon that surrounds the throne. The term archangel occurs only in St. Jude and 1 Thessalonians 4:15; but St. Paul has furnished us with two other lists of names of the heavenly cohorts. He tells us (Ephesians 1:21) that Christ is raised up "above all principality, and power, and virtue, and dominion"; and, writing to the Colossians (1:16), he says: "In Him were all things created in heaven and on earth, visible and invisible, whether thrones or dominations, or principalities or powers." It is to be noted that he uses two of these names of the powers of darkness when (2:15) he talks of Christ as "despoiling the principalities and powers . . . triumphing over them in Himself". And it is not a little remarkable that only two verses later he warns his readers not to be seduced into any "religion of angels". He seems to put his seal upon a certain lawful angelology, and at the same time to warn them against indulging superstition on the subject. We have a hint of such excesses in the Book of Enoch, wherein, as already stated, the angels play a quite disproportionate part. Similarly Josephus tells us (Bel. Jud., II, viii, 7) that the Essenes had to take a vow to preserve the names of the angels.

We have already seen how (Daniel 10:12-21) various districts are allotted to various angels who are termed their princes, and the same feature reappears still more markedly in the Apocalyptic "angels of the seven churches", though it is impossible to decide what is the precise signification of the term. These seven Angels of the Churches are generally regarded as being the Bishops occupying these sees. St. Gregory Nazianzen in his address to the Bishops at Constantinople twice terms them "Angels", in the language of the Apocalypse.

The treatise "De Coelesti Hierarchia", which is ascribed to St. Denis the Areopagite, and which exercised so strong an influence upon the Scholastics, treats at great length of the hierarchies and orders of the angels. It is generally conceded that this work was not due to St. Denis, but must date some centuries later. Though the doctrine it contains regarding the choirs of angels has been received in the Church with extraordinary unanimity, no proposition touching the angelic hierarchies is binding on our faith. The following passages from St. Gregory the Great (Hom. 34, In Evang.) will give us a clear idea of the view of the Church's doctors on the point:

We know on the authority of Scripture that there are nine orders of angels, viz., Angels, Archangels, Virtues, Powers, Principalities, Dominations, Throne, Cherubim and Seraphim. That there are Angels and Archangels nearly every page of the Bible tell us, and the books of the Prophets talk of Cherubim and Seraphim. St. Paul, too, writing to the Ephesians enumerates four orders when he says: 'above all Principality, and Power, and Virtue, and Domination'; and again, writing to the Colossians he says: 'whether Thrones, or Dominations, or Principalities, or Powers'. If we now join these two lists together we have five Orders, and adding Angels and Archangels, Cherubim and Seraphim, we find nine Orders of Angels.

St. Thomas (Summa Theologica I:108), following St. Denis (De Coelesti Hierarchia, vi, vii), divides the angels into three hierarchies each of which contains three orders. Their proximity to the Supreme Being serves as the basis of this division. In the first hierarchy he places the Seraphim, Cherubim, and Thrones; in the second, the Dominations, Virtues, and Powers; in the third, the Principalities, Archangels, and Angels. The only Scriptural names furnished of individual angels are Raphael, Michael, and Gabriel, names which signify their respective attributes. Apocryphal Jewish books, such as the Book of Enoch, supply those of Uriel and Jeremiel, while many are found in other apocryphal sources, like those Milton names in "Paradise Lost". (On superstitious use of such names, see above).

The number of angels

The number of the angels is frequently stated as prodigious (Daniel 7:10; Apocalypse 5:11; Psalm 67:18; Matthew 26:53). From the use of the word host (sabaoth) as a synonym for the heavenly army it is hard to resist the impression that the term "Lord of Hosts" refers to God's Supreme command of the angelic multitude (cf. Deuteronomy 33:2; 32:43; Septuagint). The Fathers see a reference to the relative numbers of men and angels in the parable of the hundred sheep (Luke 15:1-3), though this may seem fanciful. The Scholastics, again, following the treatise "De Coelesti Hierarchia" of St. Denis, regard the preponderance of numbers as a necessary perfection of the angelic host (cf. St. Thomas, Summa Theologica I:1:3).

The evil angels

The distinction of good and bad angels constantly appears in the Bible, but it is instructive to note that there is no sign of any dualism or conflict between two equal principles, one good and the other evil. The conflict depicted is rather that waged on earth between the Kingdom of God and the Kingdom of the Evil One, but the latter's inferiority is always supposed. The existence, then, of this inferior, and therefore created, spirit, has to be explained.

The gradual development of Hebrew consciousness on this point is very clearly marked in the inspired writings. The account of the fall of our First Parents (Genesis 3) is couched in such terms that it is impossible to see in it anything more than the acknowledgment of the existence of a principle of evil who was jealous of the human race. The statement (Genesis 6:1) that the "sons of God" married the daughters of men is explained of the fall of the angels, in Enoch, vi-xi, and codices, D, E F, and A of the Septuagint read frequently, for "sons of God", oi aggeloi tou theou. Unfortunately, codices B and C are defective in Genesis 6, but it is probably that they, too, read oi aggeloi in this passage, for they constantly so render the expression "sons of God"; cf. Job, i, 6; ii, 1; xxxviii, 7; but on the other hand, see Ps., ii, 1; lxxxviii, & (Septuagint). Philo, in commenting on the passage in his treatise "Quod Deus sit immutabilis", i, follows the Septuagint. For Philo's doctrine of Angels, cf. "De Vita Mosis", iii, 2, "De Somniis", VI: "De Incorrupta Manna", i; "De Sacrificis", ii; "De Lege Allegorica", I, 12; III, 73; and for the view of Genesis 6:1, cf. St. Justin, Apol., ii 5. It should moreover be noted that the Hebrew word nephilim rendered gigantes, in 6:4, may mean "fallen ones". The Fathers generally refer it to the sons of Seth, the chosen stock. In 1 Samuel 19:9, an evil spirit is said to possess Saul, though this is probably a metaphorical expression; more explicit is 1 Kings 22:19-23, where a spirit is depicted as appearing in the midst of the heavenly army and offering, at the Lord's invitation, to be a lying spirit in the mouth of Achab's false prophets. We might, with Scholastics, explain this is malum poenae, which is actually caused by God owing to man's fault. A truer exegesis would, however, dwell on the purely imaginative tone of the whole episode; it is not so much the mould in which the message is cast as the actual tenor of that message which is meant to occupy our attention.

The picture afforded us in Job 1 and 2 is equally imaginative; but Satan, perhaps the earliest individualization of the fallen Angel, is presented as an intruder who is jealous of Job. He is clearly an inferior being to the Deity and can only touch Job with God's permission. How theologic thought advanced as the sum of revelation grew appears from a comparison of 2 Samuel 24:1, with 1 Chronicles 21:1. Whereas in the former passage David's sin was said to be due to "the wrath of the Lord" which "stirred up David", in the latter we read that "Satan moved David to number Israel". In Job. iv, 18, we seem to find a definite declaration of the fall: "In His angels He found wickedness." The Septuagint of Job contains some instructive passages regarding avenging angels in whom we are perhaps to see fallen spirits, thus xxxiii, 23: "If a thousand death-dealing angels should be (against him) not one of them shall wound him"; and xxxvi, 14: "If their souls should perish in their youth (through rashness) yet their life shall be wounded by the angels"; and xxi, 15: "The riches unjustly accumulated shall be vomited up, an angel shall drag him out of his house;" cf. Prov., xvii, 11; Ps., xxxiv, 5, 6; lxxvii, 49, and especially, Ecclesiasticus, xxxix, 33, a text which, as far as can be gathered from the present state of the manuscript, was in the Hebrew original. In some of these passages, it is true, the angels may be regarded as avengers of God's justice without therefore being evil spirits. In Zach., iii, 1-3, Satan is called the adversary who pleads before the Lord against Jesus the High Priest. Isaias, xiv, and Ezech., xxviii, are for the Fathers the loci classici regarding the fall of Satan (cf. Tertull., adv. Marc., II, x); and Our Lord Himself has given colour to this view by using the imagery of the latter passage when saying to His Apostles: "I saw Satan like lightning falling from heaven" (Luke 10:18). In New Testament times the idea of the two spiritual kingdoms is clearly established. The devil is a fallen angel who in his fall has drawn multitudes of the heavenly host in his train. Our Lord terms him "the Prince of this world" (John xiv, 30); he is the tempter of the human race and tries to involve them in his fall (Matthew 25:41; 2 Peter 2:4; Ephesians 6:12; 2 Corinthians 11:14; 12:7). Christian imagery of the devil as the dragon is mainly derived from the Apocalypse (ix, 11-15; xii, 7-9), where he is termed "the angel of the bottomless pit", "the dragon", "the old serpent", etc., and is represented as having actually been in combat with Archangel Michael. The similarity between scenes such as these and the early Babylonian accounts of the struggle between Merodach and the dragon Tiamat is very striking. Whether we are to trace its origin to vague reminiscences of the mighty saurians which once people the earth is a moot question, but the curious reader may consult Bousett, "The Anti-Christ Legend" (tr. by Keane, London, 1896). The translator has prefixed to it an interesting discussion on the origin of the Babylonian Dragon-Myth.

The Term "Angel" In The Septuagint

We have had occasion to mention the Septuagint version more than once, and it may not be amiss to indicate a few passages where it is our only source of information regarding the angels. The best known passage is Is., ix, 6, where the Septuagint gives the name of the Messias, as "the Angel of great Counsel". We have already drawn attention to Job, xx, 15, where the Septuagint reads "Angel" instead of "God", and to xxxvi, 14, where there seems to be question of evil angels. In ix 7, Septuagint (B) adds: "He is the Hebrew (v, 19) say of "Behemoth": "He is the beginning of the ways of God, he that made him shall make his sword to approach him:, the Septuagint reads: "He is the beginning of God's creation, made for His Angels to mock at", and exactly the same remark is made about "Leviathan", xli, 24. We have already seen that the Septuagint generally renders the term "sons of God" by "angels", but in Deut., xxxii, 43, the Septuagint has an addition in which both terms appear: "Rejoice in Him all ye heavens, and adore Him all ye angels of God; rejoice ye nations with His people, and magnify Him all ye Sons of God." Nor does the Septuagint merely give us these additional references to angels; it sometimes enables us to correct difficult passages concerning them in the Vulgate and Massoretic text. Thus the difficult Elim of MT in Job, xli, 17, which the Vulgate renders by "angels", becomes "wild beasts" in the Septuagint version.

The early ideas as to the personality of the various angelic appearances are, as we have seen, remarkably vague. At first the angels are regarded in quite an impersonal way (Genesis 16:7). They are God's vice-regents and are often identified with the Author of their message (Genesis 48:15-16). But while we read of "the Angels of God" meeting Jacob (Genesis 32:1) we at other times read of one who is termed "the Angel of God" par excellence, e.g. Genesis 31:11. It is true that, owing to the Hebrew idiom, this may mean no more than "an angel of God", and the Septuagint renders it with or without the article at will; yet the three visitors at Mambre seem to have been of different ranks, though St. Paul (Hebrews 13:2) regarded them all as equally angels; as the story in Ge., xiii, develops, the speaker is always "the Lord". Thus in the account of the Angel of the Lord who visited Gideon (Judges 6), the visitor is alternately spoken of as "the Angel of the Lord" and as "the Lord". Similarly, in Judges 13, xiii, the Angel of the Lord appears, and both Manue and his wife exclaim: "We shall certainly die because we have seen God." This want of clearness is particularly apparent in the various accounts of the Angel of Exodus. In Judges 6, just now referred to, the Septuagint is very careful to render the Hebrew "Lord" by "the Angel of the Lord"; but in the story of the Exodus it is the Lord who goes before them in the pillar of a cloud (Exodus 13:21), and the Septuagint makes no change (cf. also Numbers 14:14, and Nehemiah 9:7-20. Yet in Exodus 14:19, their guide is termed "the Angel of God". When we turn to Exod., xxxiii, where God is angry with His people for worshipping the golden calf, it is hard not to feel that it is God Himself who has hitherto been their guide, but who now refuses to accompany them any longer. God offers an angel instead, but at Moses's petition He says (14) "My face shall go before thee", which the Septuagint reads by autos though the following verse shows that this rendering is clearly impossible, for Moses objects: "If Thou Thyself dost not go before us, bring us not out of this place." But what does God mean by "my face"? Is it possible that some angel of specially high rank is intended, as in Is., lxiii, 9 (cf. Tobias, xii, 15)? May not this be what is meant by "the angel of God" (cf. Numbers 20:16)?

That a process of evolution in theological thought accompanied the gradual unfolding of God's revelation need hardly be said, but it is especially marked in the various views entertained regarding the person of the Giver of the Law. The Massoretic text as well as the Vulgate of Exod., iii and xix-xx clearly represent the Supreme Being as appearing to Moses in the bush and on Mount Sinai; but the Septuagint version, while agreeing that it was God Himself who gave the Law, yet makes it "the angel of the Lord" who appeared in the bush. By New Testament times the Septuagint view has prevailed, and it is now not merely in the bush that the angel of the Lord, and not God Himself appears, but the angel is also the Giver of the Law (cf. Galatians 3:19; Hebrews 2:2; Acts 7:30). The person of "the angel of the Lord" finds a counterpart in the personification of Wisdom in the Sapiential books and in at least one passage (Zechariah 3:1) it seems to stand for that "Son of Man" whom Daniel (vii, 13) saw brought before "the Ancient of Days". Zacharias says: "And the Lord showed me Jesus the high priest standing before the angel of the Lord, and Satan stood on His right hand to be His adversary". Tertullian regards many of these passages as preludes to the Incarnation; as the Word of God adumbrating the sublime character in which He is one day to reveal Himself to men (cf. adv, Prax., xvi; adv. Marc., II, 27; III, 9: I, 10, 21, 22). It is possible, then, that in these confused views we can trace vague gropings after certain dogmatic truths regarding the Trinity, reminiscences perhaps of the early revelation of which the Protevangelium in Genesis 3 is but a relic. The earlier Fathers, going by the letter of the text, maintained that it was actually God Himself who appeared. he who appeared was called God and acted as God. It was not unnatural then for Tertullian, as we have already seen, to regard such manifestations in the light of preludes to the Incarnation, and most of the Eastern Fathers followed the same line of thought. It was held as recently as 1851 by Vandenbroeck, "Dissertatio Theologica de Theophaniis sub Veteri Testamento" (Louvain).

But the great Latins, St. Jerome, St. Augustine, and St. Gregory the Great, held the opposite view, and the Scholastics as a body followed them. St. Augustine (Sermo vii, de Scripturis, P. G. V) when treating of the burning bush (Exodus 3) says: "That the same person who spoke to Moses should be deemed both the Lord and an angel of the Lord, is very hard to understand. It is a question which forbids any rash assertions but rather demands careful investigation . . . Some maintain that he is called both the Lord and the angel of the Lord because he was Christ, indeed the prophet (Isaiah 9:6, Septuagint Version) clearly styles Christ the 'Angel of great Counsel.'" The saint proceeds to show that such a view is tenable though we must be careful not to fall into Arianism in stating it. He points out, however, that if we hold that it was an angel who appeared, we must explain how he came to be called "the Lord," and he proceeds to show how this might be: "Elsewhere in the Bible when a prophet speaks it is yet said to be the Lord who speaks, not of course because the prophet is the Lord but because the Lord is in the prophet; and so in the same way when the Lord condescends to speak through the mouth of a prophet or an angel, it is the same as when he speaks by a prophet or apostle, and the angel is correctly termed an angel if we consider him himself, but equally correctly is he termed 'the Lord' because God dwells in him." He concludes: "It is the name of the indweller, not of the temple." And a little further on: "It seems to me that we shall most correctly say that our forefathers recognized the Lord in the angel," and he adduces the authority of the New Testament writers who clearly so understood it and yet sometimes allowed the same confusion of terms (cf. Hebrews 2:2, and Acts 7:31-33). The saint discusses the same question even more elaborately, "In Heptateuchum," lib. vii, 54, P. G. III, 558. As an instance of how convinced some of the Fathers were in holding the opposite view, we may note Theodoret's words (In Exod.): "The whole passage (Exodus 3) shows that it was God who appeared to him. But (Moses) called Him an angel in order to let us know that it was not God the Father whom he saw -- for whose angel could the Father be? -- but the Only-begotten Son, the Angel of great Counsel" (cf. Eusebius, Hist. Eccles., I, ii, 7; St. Irenaeus, Haer., iii, 6). But the view propounded by the Latin Fathers was destined to live in the Church, and the Scholastics reduced it to a system (cf. St. Thomas, Quaest., Disp., De Potentia, vi, 8, ad 3am); and for a very good exposition of both sides of the question, cf. "Revue biblique," 1894, 232-247.

Angels In Babylonian Literature

The Bible has shown us that a belief in angels, or spirits intermediate between God and man, is a characteristic of the Semitic people. It is therefore interesting to trace this belief in the Semites of Babylonia. According to Sayce (The Religions of Ancient Egypt and Babylonia, Gifford Lectures, 1901), the engrafting of Semitic beliefs on the earliest Sumerian religion of Babylonia is marked by the entrance of angels or sukallin in their theosophy. Thus we find an interesting parallel to "the angels of the Lord" in Nebo, "the minister of Merodach" (ibid., 355). He is also termed the "angel" or interpreter of the will or Merodach (ibid., 456), and Sayce accepts Hommel's statement that it can be shown from the Minean inscriptions that primitive Semitic religion consisted of moon and star worship, the moon-god Athtar and an "angel" god standing at the head of the pantheon (ibid., 315). The Biblical conflict between the kingdoms of good and evil finds its parallel in the "spirits of heaven" or the Igigi--who constituted the "host" of which Ninip was the champion (and from who he received the title of "chief of the angels") and the "spirits of the earth", or Annuna-Ki, who dwelt in Hades (ibid. 355). The Babylonian sukalli corresponded to the spirit-messengers of the Bible; they declared their Lord's will and executed his behests (ibid., 361). Some of them appear to have been more than messengers; they were the interpreters and vicegerents of the supreme deity, thus Nebo is "the prophet of Borsippa". These angels are even termed "the sons" of the deity whose vicegerents they are; thus Ninip, at one time the messenger of En-lil, is transformed into his son just as Merodach becomes the son of Ea (ibid., 496). The Babylonian accounts of the Creation and the Flood do not contrast very favourably with the Biblical accounts, and the same must be said of the chaotic hierarchies of gods and angels which modern research has revealed. perhaps we are justified in seeing all forms of religion vestiges of a primitive nature-worship which has at times succeeded in debasing the purer revelation, and which, where that primitive revelation has not received successive increments as among the Hebrews, results in an abundant crop of weeds.

Thus the Bible certainly sanctions the idea of certain angels being in charge of special districts (cf. Dan., x, and above). This belief persists in a debased form in the Arab notion of Genii, or Jinns, who haunt particular spots. A reference to it is perhaps to be found in Genesis 32:1-2: "Jacob also went on the journey he had begun: and the angels of God met him: And when he saw then he said: These are the camps of God, and he called the name of that place Mahanaim, that is, 'Camps.' " Recent explorations in the Arab district about Petra have revealed certain precincts marked off with stones as the abiding-laces of angels, and the nomad tribes frequent them for prayer and sacrifice. These places bear a name which corresponds exactly with the "Mahanaim" of the above passage in Genesis (cf. Lagrange, Religions Semitques, 184, and Robertson Smith, Religion of the Semites, 445). Jacob's vision at Bethel (Genesis 28:12) may perhaps come under the same category. Suffice it to say that not everything in the Bible is revelation, and that the object of the inspired writings is not merely to tell us new truths but also to make clearer certain truths taught us by nature. The modern view, which tends to regard everything Babylonian as absolutely primitive and which seems to think that because critics affix a late date to the Biblical writings the religion therein contained must also be late, may be seen in Haag, "Theologie Biblique" (339). This writer sees in the Biblical angels only primitive deities debased into demi-gods by the triumphant progress of Monotheism.

Angels in the Zend-Avesta

Attempts have also been made to trace a connection between the angels of the Bible and the "great archangels" or "Amesha-Spentas" of the Zend-Avesta. That the Persian domination and the Babylonian captivity exerted a large influence upon the Hebrew conception of the angels is acknowledged in the Talmud of Jerusalem, Rosch Haschanna, 56, where it is said that the names of the angels were introduced from Babylon. It is, however, by no means clear that the angelic beings who figure so largely in the pages of the Avesta are to be referred to the older Persian Neo-Zoroastrianism of the Sassanides. If this be the case, as Darmesteter holds, we should rather reverse the position and attribute the Zoroastrian angels to the influence of the Bible and of Philo. Stress has been laid upon the similarity between the Biblical "seven who stand before God" and the seven Amesha-Spentas of the Zend-Avesta. But it must be noted that these latter are really six, the number seven is only obtained by counting "their father, Ahura-Mazda," among them as their chief. Moreover, these Zoroastrian archangels are more abstract that concrete; they are not individuals charged with weighty missions as in the Bible.

Angels in the New Testament

Hitherto we have dwelt almost exclusively on the angels of the Old Testament, whose visits and messages have been by no means rare; but when we come to the New Testament their name appears on every page and the number of references to them equals those in the Old Dispensation. It is their privilege to announce to Zachary and Mary the dawn of Redemption, and to the shepherds its actual accomplishment. Our Lord in His discourses talks of them as one who actually saw them, and who, whilst "conversing amongst men", was yet receiving the silent unseen adoration of the hosts of heaven. He describes their life in heaven (Matthew 22:30; Luke 20:36); He tell us how they form a bodyguard round Him and at a word from Him would avenge Him on His enemies (Matthew 26:53); it is the privilege of one of them to assist Him in His Agony and sweat of Blood. More than once He speaks of them as auxiliaries and witnesses at the final judgment (Matthew 16:27), which indeed they will prepare (ibid., xiii, 39-49); and lastly, they are the joyous witnesses of His triumphant Resurrection (ibid., xxviii, 2).

It is easy for skeptical minds to see in these angelic hosts the mere play of Hebrew fancy and the rank growth of superstition, but do not the records of the angels who figure in the Bible supply a most natural and harmonious progression? In the opening page of the sacred story of the Jewish nation is chose out from amongst others as the depositary of God's promise; as the people from whose stock He would one day raise up a Redeemer. The angels appear in the course of this chosen people's history, now as God's messengers, now as that people's guides; at one time they are the bestowers of God's law, at another they actually prefigure the Redeemer Whose divine purpose they are helping to mature. They converse with His prophets, with David and Elias, with Daniel and Zacharias; they slay the hosts camped against Israel, they serve as guides to God's servants, and the last prophet, Malachi, bears a name of peculiar significance; "the Angel of Jehovah." He seems to sum up in his very name the previous "ministry by the hands of angels", as though God would thus recall the old-time glories of the Exodus and Sinai. The Septuagint, indeed, seems not to know his name as that of an individual prophet and its rendering of the opening verse of his prophecy is peculiarly solemn: "The burden of the Word of the Lord of Israel by the hand of His angel; lay it up in your hearts." All this loving ministry on the part of the angels is solely for the sake of the Saviour, on Whose face they desire to look. Hence when the fullness of time was arrived it is they who bring the glad message, and sing "Gloria in excelsis Deo". They guide the newborn King of Angels in His hurried flight into Egypt, and minister to Him in the desert. His second coming and the dire events that must precede that, are revealed to His chosen servant in the island of Patmos, It is a question of revelation again, and consequently its ministers and messengers of old appear once more in the sacred story and the record of God's revealing love ends fittingly almost as it had begun: "I, Jesus, have sent My angel to testify to you these things in the churches" (Revelation 22:16). It is easy for the student to trace the influence of surrounding nations and of other religions in the Biblical account of the angels. Indeed it is needful and instructive to do so, but it would be wrong to shut our eyes to the higher line of development which we have shown and which brings out so strikingly the marvellous unity and harmony of the whole divine story of the Bible. (See also ANGELS IN EARLY CHRISTIAN ART.)

Bibliography

In addition to works mentioned above, see St. Thomas, Summa Theol., I, QQ. 50-54 and 106-114; Suarez De Angelis, lib. i-iv.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. I, New York, 1907 (http://www.newadvent.org/cathen/01476d.htm)

Augustinus
28-09-07, 17:04
Early Christian Representations of Angels

Angels were seldom represented in Christian art before Constantine. The oldest fresco in which an angel appears is the Annunciation scene (second century) of the cemetery of St. Priscilla. A third-century painting of the same subject was discovered by Wilpert in the cemetery of Sts. Peter and Marcellinus; in both representations the Archangel Gabriel is depicted in human form, robed in tunic and pallium. The "Good Angel" (angelus bonus) of the fourth-century syncretistic fresco representing the judgment of Vibia is also depicted in human form, dressed as a sacred personage. The winged angel, for which abundant scriptural references could be adduced, does not appear in pre-Constantinian Christian art, for the reason, probably, that such figures might too readily recall certain favourite subjects of classic art. Another fact worthy of note in this regard is that angels in this first period of Christian art are never represented unless historically necessary, as in the Annunciation scene referred to -- and not always even then. In a third-century fresco of the Hebrew children in the furnace, for instance, in the cemetery of St. Priscilla, a dove takes the place of the angel, while a fourth-century representation of the same subject, in the coemeterium majus, substitutes the hand of God for the heavenly messenger.

From the reign of Constantine a new type of angel, with wings, appears in Christian art. The four angels with spears on the ciborium of the Lateran Basilica (Lib. Pont., I, 172) were probably of this order. This innovation was evidently suggested by the "Victories", and similar figures of classic art; but the danger of idolatrous suggestion in such figures was now remote, and historic art, which gradually replaced symbolic, demanded angels with wings. Certain Gnostic sculptures seem to mark the transition from the classic Victory to the winged angel (Cabrol, Dict. d'Arch. Chret., col. 2116 sqq). The oldest existing examples of winged angels are seen in some bas-reliefs of Carthage and a representation on ivory of St. Michael, both attributed to the fourth century. The latter, part of a diptych in the British Museum, shows the Archangel Michael standing on the upper steps of an architectonically adorned doorway, with a staff in one hand and a globe surmounted by a cross in the other. The figure is admirably executed.

A second development in the artistic conception of angels is marked in the Annunciation scene (fifth century) depicted on the triumphal arch of St. Mary Major's. Unlike the same subject in the catacombs, the Angel Gabriel is soaring through the air towards Mary, who is seated in the midst of attendant winged angels. From the fifth century angels became a favourite subject in Christian art, no longer merely as figures demanded to complete a historical scene, but very often as attendants on Our Lord and the Blessed Virgin. The mosaic of St. Mary Major's mentioned above, as well as two mosaics of St. Apollinare Nuovo and St. Vitale (sixth century), Ravenna, are examples of angels in this character. The Archangels Michael and Gabriel dressed in the military chlamys and bearing military standards inscribed with the word Agios (holy) are represented in mosaics at St. Apollinare in Classe, Ravenna. The Hierarchia coelestis of pseudo-Dionysius exercised an important influence on the artistic conception of angels from the sixth century. Prior to that time, it is true, a distinction was made between different categories of the angelic host, but now the relations of angels to God were represented in the East after the manner of the various grades of court functionaries rendering their homage to the Emperor.

Cults of Angels

Early Christian literature, like early Christian art, contains few references to angels. This fact is easily accounted for by the circumstances of the time, for with the popular belief in a multitude of deities it was necessary to lay particular emphasis on the unity of God. An official cult in honour of the angels in the first centuries of Christianity would have made imminent the danger of their being regarded as inferior divinities. Witness the vagaries of Gnosticism. Still, there is sufficient evidence to show that the relations of angels to God were not excluded from Christian teaching. Justin Martyr (Apol., I, vi) states that the "host of good angels" was held in the greatest veneration, and his contemporary, Athenagoras, refers to the duties of angels "whom God appointed to their several posts, to occupy themselves about the elements, and the heavens, and the world" (Legatio, x). In the fourth century we find Eusebius of Caesarea distinguishing accurately between the cult rendered to angels and the worship paid to God (Demonstratio evang., III, 3), and St. Ambrose recommended prayers to them. From the fifth century, churches were frequently dedicated to the angels; Umbria was especially noted in this respect, and in the East churches erected in honour of St. Michael were numerous. In the most ancient litanies the Archangels Michael and Gabriel are invoked after the persons of the Trinity and immediately before the Blessed Virgin.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. I, New York, 1907 (http://www.newadvent.org/cathen/01485a.htm)

Augustinus
29-09-08, 07:16
http://collection.aucklandartgallery.govt.nz/collection/images/display/M1982/M1982_1_2_583.jpg Jacques Callot, S. Michele arcangelo, 1630-36, Auckland Art Gallery, Auckland, Nuova Zelanda

codino
29-09-08, 10:34
http://uvoc.org/St_Michael/St_Michael_Pic.jpg

codino
29-09-08, 10:36
http://www.bta.it/img/a0/09/bta00936.jpg

Albrecht Dürer San Michele che uccide il drago

Augustinus
30-09-08, 12:39
DIE 29 SEPTEMBRIS

IN DEDICATIONE S. MICHAËLIS ARCHANGELI

Duplex I classis

Introitus

Ps. 102, 20

BENEDÍCITE Dóminum, omnes Angeli ejus: poténtes virtúte, qui fácitis verbum ejus, ad audiéndam vocem sermónum ejus. Ps. ibid., 1. Bénedic, ánima mea, Dómino: et ómnia, quae intra me sunt, nómini sancto ejus. V/. Glória Patri. Benedícite.

Oratio

DEUS, qui, miro órdine, Angelórum ministéria hominúmque dispénsas: concéde propítius; ut, a quibus tibi ministrántibus in caelo semper assístitur, ab his in terra vita nostra muniátur. Per Dóminum.

Léctio libri Apocalýpsis beáti Joánnis Apóstoli.

Apoc. 1, 1-5

IN DIÉBUS illis: Significávit Deus quae opórtet fíeri cito, mittens per Angelum suum servo suo Joánni, qui testimónium perhíbuit verbo Dei, et testimónium Jesu Christi, quaecúmque vidit. Beátus qui legit et audit verba prophetíae hujus: et servat ea, quae in ea scripta sunt: tempus enim prope est. Joánnes septem ecclésiis, quae sunt in Asia. Grátia vobis, et pax ab eo, qui est, et qui erat, et qui ventúrus est: et a septem spirítibus, qui in conspéctu throni ejus sunt: et a Jesu Christo, qui est testis fidélis, primogénitus mortuórum, et princeps regum terrae, qui diléxit nos, et lavit nos a peccátis nostris in sánguine suo.

Graduale. Ps. 102, 20 et 1. Benedícite Dóminum, omnes Angeli ejus: poténtes virtúte, qui fácitis verbum ejus. V/. Bénedic, ánima mea, Dóminum, et ómnia interióra mea nomen sanctum ejus.

Allelúja , allelúja. V/. Sancte Míchaël Archángele, defénde nos in praélio: ut non pereámus in treméndo judício. Allelúja.

http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum.

Matth. 18, 1-10

IN ILLO témpore: Accessérunt discípuli ad Jesum dicéntes: Quis, putas, major est in regno caelórum ? Et ádvocans Jesus párvulum státuit eum in médio eórum, et dixit: Amen dico vobis, nisi convérsi fuéritis, et efficiámini sicut párvuli, non intrábitis in regnum caelórum. Quicúmque ergo humiliáverit se sicut párvulus iste, hic est major in regno caelórum. Et qui suscéperit unum párvulum talem in nómine meo, me súscipit. Qui autem scandalizáverit unum de pusíllis istis, qui in me credunt, éxpedit ei, ut suspendátur mola asinária in collo ejus, et demergátur in profúndum maris. Vae mundo a scándalis. Necésse est enim ut véniant scándala: verúmtamen vae hómini illi, per quem scándalum venit. Si autem manus tua, vel pes tuus scandalízat te, abscíde eum, et prójice abs te: bonum tibi est ad vitam íngredi débilem vel claudum, quam duas manus, vel duos pedes habéntem, mitti in ignem aetérnum. Et si óculus tuus scandalízat te, érue eum, et prójice abs te: bonum tibi est cum uno óculo in vitam intráre, quam duos óculos habéntem mitti in gehénnam ignis. Vidéte ne contemnátis unum ex his pusíllis: dico enim vobis quia Angeli eórum in caelis semper vident fáciem Patris mei, qui in caelis est.

Credo.

Offertorium. Apoc. 8, 3 et 4. Stetit Angelus juxta aram templi, habens thuríbulum áureum in manu sua, et data sunt ei incénsa multa: et ascéndit fumus arómatum in conspéctu Dei, allelúja.

Secreta

HÓSTIAS tibi, Dómine, laudis offérimus, supplíciter deprecántes: ut eásdem, angélico pro nobis interveniénte suffrágio, et placátus accípias, et ad salútem nostram proveníre concédas. Per Dóminum.

Communio. Dan. 3, 58. Benedícite, omnes Angeli Dómini, Dóminum: hymnum dícite, et superexaltáte eum in saécula.

Postcommunio

BEÁTI Archángeli tui Michaélis intercessióne suffúlti: súpplices te, Dómine, deprecámur; ut, quod ore proséquimur, contingámus et mente. Per Dóminum.

¶ In Missis votivis omnia ut supra, sed post Septuagesimam dicitur:

Graduale. Ps. 148, 1-2. Laudáte Dóminum de cælis : laudáte eum in excélsis. V/. Laudáte eum, omnes Angeli ejus: laudáte eum, omnes virtútes ejus.

Tractus. Ps. 102, 20. Benedícite Dóminum, omnes Angeli ejus: poténtes virtúte, qui fácitis verbum ejus. V/. Ibid., 21-22. Benedícite Dómino, omnes virtútes ejus : minístri ejus, qui fácitis voluntátem ejus. V/. Benedícite Dómino, ómnia opera ejus: in omni loco dominatiónis ejus, bénedic ánima mea Dómino.

Tempore autem Paschali Missa dicitur ut in ejus Apparitione, die 8 Maji.

FONTE (http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/pt/oa.htm#b2y)

Holuxar
29-09-16, 18:21
29 settembre 2016: San Michele Arcangelo… Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio!







(http://www.sodalitium.biz/)Sodalitium - Sito ufficiale dell'Istituto Mater Boni Consilii (http://www.sodalitium.biz/)
http://www.sodalitium.biz/
San Michele Arcangelo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/2140-2/)
“29 settembre, San Michele Arcangelo.
Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Così sia.”


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/Archangel-Michael-versus-Angels-217x300.jpg







"Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore (https://www.facebook.com/carlomariadipietro/?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf)
Preghiera al Santo del giorno
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Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen
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Dedicazione di S. Michele Arcangelo, 29 settembre (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm
Dedicaz. di S. Michele (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
“29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO
L'anno liturgico di dom Prosper Guéranger”



Radio Spada (https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf)
“29 settembre 2016: Dedicazione di San Michele Arcangelo.
Oggetto della festa.
La dedicazione di S. Michele è la festa più solenne che la Chiesa celebra nel corso dell'anno in onore di questo Arcangelo, e tuttavia lo riguarda meno personalmente perché vi si onorano tutti i cori della gerarchia angelica. Nell'inno dei primi Vespri la Chiesa propone alla nostra preghiera l'oggetto della festa di oggi con le parole Rabano Mauro, abate di Fulda:
Celebriamo con le nostre lodi
Tutti i guerrieri del cielo,
Ma soprattutto il capo supremo
Della milizia celeste:
Michele che, pieno di valore,
Ha abbattuto il demonio [1].
Origine della festa.
La festa dell'otto maggio richiama il ricordo dell'apparizione al monte Gargano e nel medioevo si celebrava soltanto nell'Italia del Sud. La festa del 29 settembre è propria di Roma e segna l'anniversario della Dedicazione di una basilica oggi scomparsa, che sorgeva sulla via Salaria, a Nord-Est della città.
Il fatto della dedicazione spiega il titolo conservato alla festa nel Messale Romano: Dedicatio sancti Michaelis. Le Chiese di Francia e Germania, che nel Medioevo seguivano la liturgia romana, hanno attenuato spesso nei loro libri liturgici il titolo originario della festa, che venne presentata come festa In Natale o In Veneratione sancti Michaelis, così che dell'antico titolo non restava altro che il nome dell'Arcangelo.
L'ufficio di san Michele.
Anche l'Ufficio non poteva conservare il ricordo della dedicazione. Infatti gli antichi Uffici relativi alle dedicazioni celebravano il santo in onore del quale la chiesa era consacrata e non l'edificio materiale in cui egli era onorato; non avevano perciò niente di impersonale e rivestivano anzi un carattere molto circostanziato.
L'Ufficio di san Michele può essere considerato una delle più belle composizioni della nostra liturgia e ci fa contemplare ora il principe delle milizie celesti e capo degli angeli buoni, ora il ministro di Dio, che assiste al giudizio dell'anima di ogni defunto, ora ancora l'intermediario, che porta sull'altare della liturgia celeste le preghiere dell'umanità fedele.
L'Angelo turiferario.
I primi Vespri cominciano con l'Antifona Stetit Angelus, che deriva il testo dall'Offertorio della Messa del giorno: "Un angelo stava presso l'altare del tempio e aveva un incensiere in mano: gli diedero molto incenso e il fumo profumato si elevò fino a Dio". L'Orazione della benedizione dell'incenso alla Messa solenne designa il nome di questo angelo turiferario: "Il beato Arcangelo Michele". Il libro dell'Apocalisse dal quale son presi i testi liturgici ci spiega che i profumi, che salgono alla presenza di Dio, sono le preghiere dei giusti: "Il fumo degli aromi formato dalle preghiere dei santi salgono dalla mano dell'angelo davanti a Dio" (Ap 8,4).
Il Mediatore della Preghiera eucaristica.
È ancora Michele che presenta al Padre l'offerta del Giusto per eccellenza ed Egli infatti è designato nella misteriosa preghiera del Canone della Messa in cui la santa Chiesa chiede a Dio di portare sull'altare sublime, per mano dell'Angelo Santo, l'oblazione sacra in presenza della divina Maestà. È cosa molto sorprendente notare negli antichi testi liturgici romani che san Michele è sovente chiamato l'Angelo Santo, l'Angelo per eccellenza.
Probabilmente sotto il pontificato di Papa Gelasio fu compiuta la revisione del testo del Canone nel quale l'espressione al singolare Angeli tui fu sostituita con quella al plurale Angelorum tuorum. Proprio a quell'epoca, sul finire del V secolo, l'Angelo era apparso al vescovo di Siponto, presso il Monte Gargano.
Vocazione contemplativa degli Angeli.
Come si vede la Chiesa considera san Michele mediatore della sua preghiera liturgica; egli è posto tra l'umanità e la divinità. Dio, che dispose con ordine ammirabile le gerarchie invisibili (Colletta della Messa), impiega, per opulenza, a lodare la sua gloria il ministero degli spiriti celesti, che contemplano continuamente l'adorabile faccia del Padre (Finale del Vangelo della Messa) e, meglio che gli uomini, sanno adorare e contemplare la bellezza delle sue infinite perfezioni. Mi-Ka-El: Chi è come Dio? Il nome esprime da solo, nella sua brevità, la lode più completa, la più perfetta adorazione, la riconoscenza totale per la trascendenza divina e la più umile confessione della nullità delle creature.
Anche la Chiesa della terra invita gli spiriti a benedire il Signore, a cantarlo, a lodarlo e esaltarlo senza soste (Introito, Graduale, Communio della Messa; Antifona dei Vespri). La vocazione contemplativa degli Angeli è modello della nostra e ce lo ricorda un bellissimo prefazio del Sacramentario leoniano: "È cosa veramente degna... rendere grazie a Te, che ci insegni, che, per mezzo del tuo Apostolo, che la nostra vita è trasferita in cielo, che, con benevolenza comandi, di trasportarci in spirito là dove quelli che noi veneriamo servono e di tendere verso le altezze, che nella festa del beato Arcangelo Michele contempliamo nell'amore, per il Cristo nostro Signore".
Aiuto dell'umanità.
La Chiesa sa pure che a questi spiriti consacrati al servizio di Dio è stato affidato un ministero al fianco di coloro, che devono raccogliere l'eredità della salvezza (Ebr 1,14). Senza attendere la festa del 2 ottobre, dedicata in modo speciale agli Angeli custodi, la Chiesa già oggi chiede a san Michele e ai suoi Angeli di difenderci nei combattimenti che dobbiamo sostenere (Alleluia della Messa; Preghiera ai piedi dell'altare dopo l'ultimo Vangelo). Chiede ancora a san Michele di ricordarsi di noi e di pregare per noi il Figlio di Dio, perché nel giorno terribile del giudizio non abbiamo a perire. Nel giorno terribile del giudizio il grande Arcangelo, vessillifero della milizia celeste, difenderà la nostra causa davanti all'Altissimo (Antifona del Magnificat ai secondi Vespri) e ci farà entrare nella luce santa (Offertorio della Messa dei defunti).
Preghiera.
Da questa terra, nella lotta contro le potenze del male, possiamo rivolgere all'Arcangelo la preghiera di esorcismo che Leone XIII inserì nel rituale della Chiesa Romana:
"Principe gloriosissimo della celeste milizia, san Michele Arcangelo, difendici nel combattimento contro le forze, le potenze, i capi del mondo delle tenebre e contro lo spirito di malizia. Vieni in soccorso degli uomini, che Dio ha fatti a sua immagine e somiglianza e riscattati a duro prezzo dalla tirannia del diavolo.
La santa Chiesa ti venera come custode e patrono; Dio ti ha confidato le anime redente per portarle alla felicità celeste. Prega il Dio della pace, perché schiacci Satana sotto i nostri piedi, per strappargli il potere di tenere gli uomini in schiavitù e di nuocere alla Chiesa. Offri le nostre preghiere all'Altissimo perché sollecitamente scendano su di noi le misericordie del Signore e il dragone, l'antico serpente, chiamato Diavolo e Satana, sia precipitato, stretto in catene, nell'abisso, perché non possa più sedurre i popoli".
[1] Seguiamo la versione antica del Breviario monastico, non quella del Breviario Romano, ritoccata da Urbano VIII.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1114-1117.”


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In onore di San Michele Arcangelo | Radio Spada (http://www.radiospada.org/2015/09/in-onore-di-san-michele-arcangelo/)
In onore di San Michele Arcangelo | Radio Spada (http://www.radiospada.org/2015/09/in-onore-di-san-michele-arcangelo/)
“In onore di San Michele Arcangelo di Alessandro Elia
Oggi, 29 settembre, la Liturgia della Chiesa ricorda la festività di San Michele Arcangelo. Il suo nome deriva da «Mi-ka-El», che vuol dire «chi è come Dio?». Infatti nessuno è come l’Onnipotente e chiunque osi sfidarLo si fa nemico anche San Michele, che combatte coloro i quali non hanno alcun timore di Dio. Nella nostra epoca c’è grandissima urgenza dell’aiuto dell’Arcangelo, perché moltissimi uomini, anche all’interno della Chiesa, non temono l’Altissimo e perciò sono “peggio dei demoni, che almeno temono e tremano davanti a Dio” (Padre Pio).
Michele si contrappone ed è detestato da Lucifero, che è il capo degli angeli che Dio fece precipitare negli inferi poiché si ribellarono a Lui. San Michele è generale degli angeli che combattono contro il male e con il suo scudo è difensore della Fede, della Verità e della Chiesa. Egli è «capo supremo dell’esercito celeste», secondo la Sacra Scrittura, in cui è citato ben cinque volte, nel libro di Daniele, di Giuda e infine nell’Apocalisse.
Come Maria Santissima, anche San Michele ha un grande potere di intercessione ed è cosa molto buona e gradita al Signore la devozione all’Arcangelo. Non a caso nell’iconografia cattolica sia la Beata Vergine Maria che L’Arcangelo Michele sono raffigurati, a seconda delle circostanze, con il serpente o il drago rappresentante il diavolo sotto i piedi, che nel caso di san Michele, Egli è pronto a trafiggere con la sua spada.
Siccome San Michele è protettore del popolo cristiano, che infatti un tempo ne chiedeva sempre l’intercessione durante i pellegrinaggi pericolosi, vi è una sua maestosa statua sulla vetta di Castel Sant’Angelo a Roma. Inoltre, durante il Medioevo furono costruiti in suo onore la splendida abbazia di Mont Saint-Michel in Normandia, La Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano, in Piemonte e il santuario del Monte Gargano in Puglia.
Il 13 ottobre 1884, al termine della Santa Messa da lui celebrata, Il Santo Padre Leone XIII rimase immobile per qualche minuto in stato di turbamento. Subito dopo si recò nel suo studio ed è proprio in quel momento che scrisse la preziosissima preghiera, che tutti sono invitati a recitare il più possibile, rivolta a San Michele Arcangelo. Soltanto in seguito il Pontefice spiegò cosa gli successe durante la messa. Disse di aver udito Gesù e Satana e di aver avuto una spaventosa visione dell’Inferno: «ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo».
Il giorno stesso ordinò al Segretario della Sacra Congregazione dei Riti di far avere a tutti i Vescovi la supplica a San Michele che aveva appena scritto, giacché da quel momento al termine di ogni Messa doveva essere recitata la suddetta invocazione al Principe delle milizie celesti.
Tristemente, ma anche piuttosto misteriosamente, dopo il Concilio Vaticano II, tale nobilissima supplica cadde in disuso e non fu più obbligatoria al termine del Santo Sacrificio.
Di seguito la preghiera a San Michele Arcangelo di Papa Leone XIII.
Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen
Significato: San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen.”
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SAN MICHELE ARCANGELO NELLA LOTTA CONTRO IL DEMONIO | Radio Spada (http://www.radiospada.org/2014/03/san-michele-arcangelo-nella-lotta-contro-il-demonio/)
“San Michele Arcangelo lo conosciamo sin dall’Antico Testamento come colui che veglia sugli eletti (Dan. 12,1), veglia sul popolo eletto d’Israele, veglia quindi su Abramo e sulla sua discendenza, il quale era «cristiano in voto», difatti Abramo, come Gesù ricorda in Gv. 8,54-56, credeva in Lui e da ciò deriva la «stirpe», dalla fede in Cristo. San Giovanni ci riporta la risposta di Nostro Signore alle pretese dei bugiardi: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
A san Michele è assegnato pure il compito di difendere gli eletti in un momento drammatico che, come risulta dal contesto di Daniele 12 e dalla Tradizione, coincide anche con la resurrezione generale connessa con il giudizio di Dio. Dice il Signore: «Se qualcuno […] non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città» (Mt. 10,14-15). Importantissimo, quindi, il ruolo di san Michele anche alla fine dei tempi, come sostegno santo per chi vi giunge vivo.
Egli è anche Arcangelo della buona morte, ovvero assiste il moribondo affinché questi resti saldo nella fede, riceva i Sacramenti e si salvi, contro gli assalti del maligno che vuole, invece, far perdere fiducia in Dio facendo dannare l’anima della vittima di turno.
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Il terrore dei demonii: San Michele Arcangelo (http://www.edizioniradiospada.com/component/virtuemart/ecommerce/il-terrore-dei-demonii-san-michele-arcangelo-detail.html?Itemid=0)
Nel Nuovo Testamento, san Michele protegge tutti i battezzati nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, dai tremendi assalti di Satana e di tutti gli angeli decaduti.
Da Giuda 9 apprendiamo che egli è un Arcangelo, per di più veniamo informati di una tremenda lotta che ebbe con diavolo, ma i dati distintivi più importanti che emergono dallo Scritto sono la carità e l’umiltà che caratterizzano l’Arcangelo, il quale, durante la battaglia, dice al maligno: «Ti condanni il Signore!»; ci ricorda difatti la Scrittura: «non osò accusare NdA] con parole offensive». Dio giusto, Uno e Trino: «con rigore […] […] infliggerà [al diavolo ed agli uomini iniqui,NdA] la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti» (Mt. 24,51).
In Apocalisse 12,7 capiamo che ci fu una lotta in Cielo, pertanto san Michele a capo delle schiere angeliche di Dio Trinità, ricevette il compito di scacciare il drago, ovvero Lucifero che, una volta depravatosi nell’intelligenza e sfigurato nell’aspetto, divenne Satana e, con 1/3 degli angeli ormai ribelli, vennero tutti precipitati. Si legge: «[…] la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra» (Apoc. 12,4). Secondo la comune esegesi cattolica, un terzo delle stelle sarebbero gli angeli pervertitisi.
L’iconografia classica ci tramanda l’immagine di san Michele rivestito di armatura, e questo lo dobbiamo al suo essere guerriero, difensore e protettore, cavaliere celeste venerato anticamente dai nobili popoli germanici i quali usavano porre la sua effigie sui vessilli. La corona è piuttosto un elmo glorioso, talvolta sostituita con un’importante aureola, sempre e comunque a testimoniare la santità del capo dell’armata celeste di Dio, rimarcando anche la sua importanza gerarchica nella monarchia, così come accade nella Chiesa stessa, Istituzione divinamente monarchica. La bilancia, accompagnata da una lancia al posto della spada soprattutto nelle iconografie nordiche e russe, rappresenta la pesatura, ovvero l’Arcangelo presenta le anime al cospetto dell’Altissimo, il Quale pesa i meriti e le colpe, pertanto giudica giustamente: o salvando, oppure comminando la pena eterna. Dice il signore: «[…] Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno […] Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo» (Mt. 13,40).
San Michele è pure il turiferario celeste, come testimonia Apocalisse 8,3, quindi porta l’aureo turibolo, o «incensiere d’oro», delle preghiere davanti all’altare Celeste.
Siamo certi che esistono san Michele e tutti gli angeli, siano essi o buoni o cattivi, perché la Rivelazione ce lo dice. Solo che la Scrittura liberamente interpretata (il «sola Scriptura» di luterana dannata memoria) non basta, pertanto la nostra certezza viene dalla Chiesa, che ha dapprima chiarito il dato rivelato, interpretando la Scrittura tradizionalmente e secondo il principio di «convergenza dei Padri», il che esclude ogni fantasiosa esegesi arbitraria, e successivamente ha definito queste verità rivelate, pertanto dobbiamo crederle.
Dunque, come ricorda sant’Agostino nella «Lettera contro Mani», così come è la Chiesa che mi dice di credere nei Vangeli, poiché senza la Chiesa neanche sapremmo quali testi sono Sacri e quali sono fandonie, allo stesso modo dobbiamo credere a tutte quelle verità indispensabili alla salvezza: che la Chiesa definisce e ci impone all’osservanza. Diversamente sarebbe come credere che la ruota gira e si sposta, ma poi fare una macchina con i cerchioni quadrati. Ciò sarebbe contro la retta ragione.
Ad ogni anima viene dato un corpo, ogni uomo è così supportato dall’Angelo custode, che ci protegge dalle tentazioni e dalle vessazioni degli angeli decaduti o demoni. Quando l’uomo muore, non esistono anime erranti, difatti l’anima o è salva o è condannata, ma sempre «confinata». L’Angelo, è opinione teologica comune, sarà la santa compagnia di chi si è salvato, come il diavolo sarà il carnefice eterno di chi si è dannato. Non esistono, salvo rarissimi casi riconosciuti esplicitamente dalla Chiesa, manifestazioni terrene di anime dei defunti.
Estrapolato (Cf. Controsenso, Basilicata, anno V, n° 11) intervista integrale del 13 marzo 2014, Mistero (Italia 1) a Carlo Di Pietro (http://www.radiospada.org/tag/carlo-di-pietro/)”



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"Questo testo devozionale, scritto da un padre gesuita, fornisce ai lettori le principali coordinate teologiche dell'angelologia scolastica (natura e funzione degli angeli nell'economia della Salvezza), per poi soffermarsi sulla figura storica di San Michele Arcangelo e sul ruolo da esso giocato, sia nella battaglia protostorica contro gli angeli ribelli, sia nelle principali apparizioni michelite della storia (con particolare attenzione a quella del Monte Gargano e a quella di Roma)."

TITOLO: Il terrore dei demonii: San Michele Arcangelo
SOTTOTITOLO: Novena in apparecchio alla doppia festività del medesimo
CURATORI: Marcello Stanzione e Carlo Di Pietro
PRESENTAZIONE:
Questo testo devozionale, scritto da un padre gesuita, fornisce ai lettori le principali coordinate teologiche dell'angelologia scolastica (natura e funzione degli angeli nell'economia della Salvezza), per poi soffermarsi sulla figura storica di San Michele Arcangelo e sul ruolo da esso giocato, sia nella battaglia protostorica contro gli angeli ribelli, sia nelle principali apparizioni michelite della storia (con particolare attenzione a quella del Monte Gargano e a quella di Roma). Con un taglio argomentativo, lontano dalle suggestioni delle angelologie spurie e fantasiose, l'autore presenta, tramite numerose riflessioni teologiche, la figura dell'Arcangelo come quella del principale difensore della Cristianità nel corso dei secoli. La parte finale dell'opera, non priva di un certo afflato esortativo e lirico, si incentra sulle principali devozioni a San Michele. L'opera ha la prefazione di Carlo Di Pietro e Don Marcello Stanzione.
INDICE:


Introduzione
Al lettore
Ragionamento relative alla Novena
Dell’esistenza dei demonii nel mondo
Dei caratteri dei demonii
Delle infestazioni diaboliche negli uomini
Dell’infestazione diabolica con alcune persone spirituali
Esempii singolari e straordinarii dell’infestazione diabolica con alcune persone spirituali
Dell’infestazione diabolica nell’ordine fisico negli uomini
Dell’infestazione diabolica delle abitazioni e dei luoghi
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la sua sublime grandezza
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la sconfitta toccata loro per sua mano in cielo
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per le vittorie contro di loro riportate nell’antico Testamento
S. Michele Arcangelo terror de demonii per le vittorie riportate nel nuovo Testamento col legamento di Lucifero, e colla distruzione dell’idolatria
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la difesa della Chiesa di Gesù Cristo contro i loro assalti
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la difesa di ciascun dei fedeli contro le loro oppugnazioni in tempo di vita
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la difesa di ciascun de’ fedeli dalle loro tentazioni in punto di morte
S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la vittoria che riporterà su di essi negli ultimi tempi del mondo
S. Michele Arcangelo terror dei demonii pel trionfo che menerà su di loro, nel dì dell’universale giudizio
Gloria distinta di S. Michele Arcangelo in cielo pel pieno trionfo riportato sui demonii a vantaggio degli Angeli e degli uomini
Preghiere in onore di S. Michele Arcangelo
Altre preghiere in onore di S. Michele Arcangelo
Formola di elezione di S. Michele Arcangelo a special protettore
Preghiera al Santo Angelo Custode

Imprimatur per la parte riprodotta dall’edizione originale: Fr. Hieronymus Gigli Ord. Praed. S. P. A. Magister. Petrus De Villanova Castellacci Arch. Petrae, Vicesg.
PAGINE 136 formato A5
© 2013 Edizioni Radio Spada"







“Il 29 settembre 440 San Leone I Magno viene esaltato al Sommo Pontificato.”
“Il 29 settembre 855 Papa Benedetto III, già esaltato al Sommo Pontificato nel luglio dello stesso anno, viene incoronato.”
“Il 29 settembre 1850 con la Bolla "Universalis Ecclesiae" ristabilisce la gerarchia cattolica in Inghilterra.”
“Il 29 settembre 1932 con la bolla "Acerba animi" Papa Pio XI condanna nuovamente le persecuzioni laiciste in Messico.”







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Apparizione di S. Michele arcangelo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=252828)
8 maggio - Apparizione di S. Michele Arcangelo (http://forum.termometropolitico.it/427137-8-maggio-apparizione-di-s-michele-arcangelo.html)

S. Raffaele arcangelo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=418503)
24 ottobre (29 settembre) - S. Raffaele, arcangelo (http://forum.termometropolitico.it/566859-24-ottobre-29-settembre-s-raffaele-arcangelo.html)
S. Gabriele arcangelo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=418502)
24 marzo (29 settembre) - S. Gabriele arcangelo (http://forum.termometropolitico.it/566858-24-marzo-29-settembre-s-gabriele-arcangelo.html)
SS. Angeli custodi (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=122874)
2 ottobre - SS. Angeli custodi (http://forum.termometropolitico.it/314809-2-ottobre-ss-angeli-custodi.html)


https://forum.termometropolitico.it/96497-san-michele-arcangelo.html
San Michele Arcangelo (https://forum.termometropolitico.it/96497-san-michele-arcangelo.html) Di AgnusDei nel forum Cattolici
https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo.htm (https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo.html)l (https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo.html)
29 settembre - Dedicazione di S. Michele arcangelo (https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo.html)







Luca, Sursum Corda!

Holuxar
09-05-18, 00:42
8 MAGGIO 2018: Ottavo giorno di Maggio Mese Mariano, Supplica alla Madonna di Pompei; MARTEDÌ DELLE ROGAZIONI, APPARIZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO (SUL MONTE GARGANO)…



«8 maggio. Apparizione di san Michele Arcangelo.»
"Guéranger, L'anno liturgico - 8 maggio. Apparizione di san Michele Arcangelo"
Guéranger, L'anno liturgico - 8 maggio. Apparizione di san Michele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-8mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-8mag.htm

«MARTEDÌ DELLE ROGAZIONI.»
Guéranger, L'anno liturgico - Martedì delle Rogazioni (http://www.unavoce-ve.it/pg-rogazioni-mar.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-rogazioni-mar.htm

«SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI.»
SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI (http://www.unavoce-ve.it/supplica-pompei.htm)
http://www.unavoce-ve.it/supplica-pompei.htm




https://www.radiospada.org/2013/05/8-maggio-supplica-alla-madonna-di-pompei/
«Supplica alla Madonna di Pompei (da recitarsi l’8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno).
I. – O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
Salve Regina.

II. – È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.

III. – Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.
Salve Regina.

Chiediamo la benedizione a Maria.
Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.
Salve Regina.
(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)»


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Maggio mese di Maria: 8° giorno - Il Paradiso (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-8-giorno/)
http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-8-giorno/
“Maggio mese di Maria: 8° giorno. IL PARADISO.
FONTE: Maggio mese di Maria, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010.”






https://www.facebook.com/catholictradition2016/
"MARTEDÌ DELLE ROGAZIONI, 8 MAGGIO 2018.
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis."

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"APPARIZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO"







Apparizione di san Michele Arcangelo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/apparizione-san-michele-arcangelo/)
http://www.sodalitium.biz/apparizione-san-michele-arcangelo/
«8 maggio: Apparizione di San Michele Arcangelo sul monte Gargano.
Principe nobilissimo delle Gerarchie Angeliche, valoroso guerriero dell’Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli Angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli Angeli giusti, mio dilettissimo San Michele, desiderando io di essere nel numero dei vostri devoti e dei vostri servi, a voi oggi per tale mi offro, mi dono e mi consacro; pongo me stesso, la mia famiglia e quanto a me appartiene sotto la vostra potentissima protezione. è piccola l’offerta della mia servitù, essendo io un miserabile peccatore, ma voi gradite l’affetto del mio cuore, e ricordatevi che, se da oggi in avanti sono sotto il vostro Patrocinio, voi dovete in tutta la mia vita assistermi e procurarmi il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro Salvatore Gesù e la mia dolce Madre Maria, ed impetrarmi quegli aiuti che mi sono necessari per arrivare alla corona della gloria. Difendetemi sempre dai nemici dell’anima mia, specialmente nel punto estremo della mia vita. Venite allora, Principe gloriosissimo, ed assistetemi nell’ultimo combattimento; e con la vostra arma potente respingerete da me, negli abissi d’inferno, quell’Angelo prevaricatore e superbo che prostraste un dì nel combattimento in Cielo. Così sia.»
«Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.»
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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
8 mai : L'Apparition de saint Michel au Mont-Gargan (en 492) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/8-mai-lapparition-de-saint-michel-au-mont-gargan)
“8 Mai : L'Apparition de saint Michel au Mont-Gargan (en 492).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2815/2546/6784/05_08_saint_michel_mont_gargan.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2815/2546/6784/05_08_saint_michel_mont_gargan.jpg






www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
"Carlo Di Pietro - Sursum Corda
8 maggio, Apparizione di san Michele Arcangelo sul monte Gargano."
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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“8 MAGGIO 2018: APPARIZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO (SUL MONTE GARGANO).”
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“8 maggio 2018: Supplica alla Madonna di Pompei (da recitarsi l’8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno).”



"8 maggio 2018: MARTEDÌ DELLE ROGAZIONI."


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“L’8 maggio 589, nel giorno dell’apertura del Concilio Toledano III, Recaredo I, re dei Visigoti, ripudia l’eresia ariana e abbraccia l’ortodossia Cattolica assieme a tutto il suo popolo.”
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“L'8 maggio 1721 Papa Innocenzo XIII Conti viene esaltato al Sommo Pontificato.”



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Guéranger, L'anno liturgico - Martedì delle Rogazioni (http://www.unavoce-ve.it/pg-rogazioni-mar.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-rogazioni-mar.htm
"MARTEDÌ DELLE ROGAZIONI
Preghiera per i peccatori.
Oggi continuano ancora le suppliche della Chiesa, e le schiere del Signore percorrono, per la seconda volta, le vie della città ed i sentieri delle campagne. Uniamoci ad essi, e facciamo sentire anche noi quel grido che penetra fino al cielo: Kyrie, eléison! Signore, abbiate pietà! Riflettiamo al numero immenso dei peccati che si commettono ogni giorno e ogni notte, ed imploriamo misericordia. All'epoca del diluvio, "ogni mortale aveva depravato la sua via" (Gen 6,12); ma gli uomini non si preoccupavano di domandare grazia al cielo. Dice il Signore: "Venne il diluvio e spense tutti" (Lc 17,27). Se avessero pregato, se avessero fatto ammenda onorevole alla divina giustizia, la mano di Dio si sarebbe arrestata; non avrebbe rovesciato sulla terra "le cataratte del grande abisso" (Gen 8,2). Un giorno dovrà pur venire, nel quale non più le acque, ma un fuoco acceso dalla collera celeste, divamperà su questa terra che noi calpestiamo; un fuoco che brucerà fino alle radici delle montagne (Dt 32,22), e come accadde al tempo di Noè, divorerà i peccatori sorpresi nella loro effimera sicurezza.
Ma in anticipo, la santa Chiesa, oppressa dai suoi nemici, decimata dal martirio dei suoi figli, ridotta agli estremi dalle defezioni degli altri, sprovvista di qualunque appoggio terrestre, sentirà che quel giorno è vicino; poiché rara sarà la preghiera, come la fede. Vegliamo, dunque, e preghiamo, affinché questi giorni della consumazione vengano ritardati; affinché la vita cristiana, così dissanguata, riprenda un po' di vigore; e che il mondo, invecchiato, non si abbatta durante i tempi nostri. I cristiani sono ancora presenti dappertutto, ma il loro numero è visibilmente diminuito. L'eresia occupa vaste regioni, dove prima fioriva il cattolicesimo; nei paesi da essi risparmiati, l'incredulità e l'indifferenza hanno condotto la maggior parte degli uomini a non essere più cristiani che di nome, ed a trasgredire senza rimorsi anche i doveri religiosi più essenziali; in un gran numero di quelli che compiono i loro obblighi di cattolici, le verità sono diminuite (Sal 11,2), la forza della fede ha lasciato il posto alla mollezza delle convinzioni; conciliazioni impossibili sono tentate e seguite; i sentimenti e le azioni dei santi, che lo Spirito di Dio animava, gli atti e gli insegnamenti della Chiesa, sono tacciati di esagerazione e d'incompatibilità con un sedicente progresso; la ricerca degli agi è divenuto uno studio assiduo; la conquista dei beni terrestri, una nobile passione; l'indipendenza un idolo, al quale tutto si sacrifica; la sottomissione, una vergogna che bisogna fuggire o dissimulare; e, finalmente, il sensualismo, quale impura atmosfera, impregna da ogni parte una società che si direbbe abbia deciso di abolire anche il ricordo della Croce.
Sorgono da qui tanti pericoli per questa umanità che sogna condizioni diverse da quelle che Dio ha voluto imporle. Se il Vangelo è divino, come gli uomini potrebbero fare il contrario, senza provocare il cielo a lanciare sopra di essi quei flagelli che schiacciano, quando non salvano? Siamo giusti, e sappiamo riconoscere le nostre miserie di fronte alla santità suprema: i peccati della terra si moltiplicano, per numero e per intensità, in una maniera impressionante; e pertanto, nel quadro che abbiamo tracciato, non parliamo né dell'empietà forsennata, né degli insegnamenti perversi, il cui veleno circola un po' dappertutto, né dei patti con Satana che minaccia di far discendere il nostro secolo al livello di quelli pagani; né della cospirazione tenebrosa organizzata contro ogni ordine, ogni giustizia, ogni verità. Ancora una volta, uniamoci alla santa Chiesa, ed esclamiamo con lei in questi giorni: "Dalla tua collera, liberaci, o Signore!".
Preghiera per i beni della terra.
Un altro dei fini che si propongono le Rogazioni è quello di attirare la benedizione di Dio sui raccolti ed i frutti della terra; è la domanda del pane quotidiano che si tratta di presentare solennemente alla Maestà divina. "Gli occhi di tutti da te attendono e tu dai loro a suo tempo il loro cibo, allarghi la mano e colmi di favori ogni vivente" (Sal 144,15-16). Ferma su queste parole, la santa Chiesa supplica il Signore di dare anche quest'anno agli abitanti della terra il nutrimento di cui hanno bisogno. Confessa che ne sono indegni per le loro offese: riconosciamo con lei i diritti della divina giustizia sopra di noi, e scongiuriamola di lasciarsi vincere dalla misericordia. I flagelli che potrebbero arrestare improvvisamente le speranze orgogliose dell'uomo, sono nelle mani di Dio; nessuno sforzo sarebbe per lui di annientare tante belle ricerche: un turbamento dell'atmosfera sarebbe sufficiente per ridurre i popoli agli estremi. Ha un bel fare la scienza economica! bene o male deve fare i conti con Dio! Essa parla di lui raramente, ed egli sembra consentire a vedersi dimenticato; ma "non dorme affatto il custode d'Israele" (Sal 120,4). Che egli trattenga la sua mano benefica, ed i nostri lavori agricoli di cui siamo così fieri, le nostre coltivazioni, per mezzo delle quali ci vantiamo di aver reso ormai impossibile la carestia, saranno immediatamente colpite di sterilità. Una malattia, la cui origine resterà sconosciuta, si potrebbe improvvisamente abbattere sui prodotti della terra - quante volte l'abbiamo costatato - e sarebbe sufficiente per affamare i popoli, sufficiente per attirare le più terribili perturbazioni in un ordine sociale che ha voluto liberarsi dalla legge cristiana, e non ha più altra ragione di sussistere che la compassione divina.
Tuttavia, se il Signore si degnerà anche quest'anno di concedere fecondità e protezione ai raccolti che le nostre mani hanno seminato, dovremo dire, per amore della verità, che egli avrà dato il nutrimento a coloro che lo dimenticano, a coloro che lo bestemmiano, come a quelli che pensano a lui e gli rendono onore. I ciechi ed i perversi, abusando di questa longanimità, ne approfitteranno per proclamare sempre più forte l'inviolabilità delle leggi della natura; Dio tacerà ancora, e li nutrirà. Perché trattiene la sua indignazione? perché la sua Chiesa ha pregato, perché sulla terra ha riconosciuto i dieci giusti (Gen 18,32), ossia quel ristretto numero di cui si contenta nella sua adorabile bontà. Egli lascerà, dunque, parlare e scrivere i sapienti economisti che gli sarebbe così facile confondere; e, grazie a questa pazienza, avverrà che molti di essi si stancheranno di seguitare a correre così le vie dell'assurdo: una circostanza inattesa schiuderà i loro occhi, un giorno essi crederanno e pregheranno insieme a noi. Altri sprofonderanno sempre più in basso nelle loro tenebre; sfideranno la giustizia divina sino alla fine, e meriteranno che su di essi si compia il terribile oracolo: "Dio ha fatto ogni cosa per se stesso, anche l'empio per il giorno infausto" (Pr 16,4).
Per noi che ci gloriarne della semplicità della nostra fede, che attendiamo tutto da Dio e niente da noi stessi, che ci riconosciamo peccatori e indegni dei suoi doni, imploreremo, durante questi tre giorni, il pane della sua misericordia, e diremo insieme alla santa Chiesa: "Che ti degni dare e conservare i frutti della terra, ti preghiamo, ascoltaci, o Signore!". Che egli si degni ancora questa volta esaudire il grido del nostro affanno! e, tra un anno, torneremo ad indirizzargli la medesima domanda. Marciando, sotto il vessillo della croce, noi verremo di nuovo a percorrere le medesime strade, facendo risuonare nell'aria le medesime Litanie; e la nostra fiducia si fortificherà sempre più al pensiero che la santa Chiesa, in tutto il mondo cristiano, conduce i suoi figli in questo supplichevole cammino. Da quindici secoli il Signore riceve i voti dei suoi fedeli, in quest'epoca dell'anno; non vorremo essere noi, adesso, ad attenuare l'omaggio che gli è dovuto: faremo ogni sforzo per supplire, con l'ardore delle nostre preghiere, all'indifferenza ed alla mollezza che troppo spesso vi si uniscono, facendo così sparire dai nostri usi molti di quei segni di cattolicità che furono così cari ai nostri padri.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 208-211."


http://www.unavoce-ve.it/pg-8mag.htm






PRIMA APPARIZIONE DI S (http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/appaarizioni%20di%20san%20michele%20arcangelo.htm)



Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.) - San Michele sul Monte Gargano - Apparizione dell'8 Maggio (http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1713/98/lang,it/)
http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1713/98/lang,it/






AVE MARIA!!!
SAN MICHELE ARCANGELO PREGA PER NOI!!!
Luca, Sursum Corda!

Holuxar
29-09-18, 20:00
29 SETTEMBRE 2018: DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO…



«29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO.»
Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm



San Michele Arcangelo - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-michele-arcangelo/)
http://www.sodalitium.biz/san-michele-arcangelo/
«29 settembre, San Michele Arcangelo.
“Sul monte Gargano la venerabile memoria del beato Michele Arcangelo, quando al suo nome fu ivi consacrata una chiesa, misera veramente per la struttura, ma adorna di celeste virtù”.
Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Così sia.»
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«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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“DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO
PATRONO DELLA CITTÀ E DEL REGNO DI NAPOLI
Doppio di I classe.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
Il 29 settembre era una volta consacrato a tutti gli Angeli (Introito, Orazione, Graduale, Communio); il Papa Bonifacio II, verso il 530, scelse questa data per dedicare a san Michele una chiesa nel gran circo, a Roma. La Messa, usata per la circostanza, fu quella della XVIII Domenica dopo la Pentecoste e si riferisce ad una dedicazione della Chiesa. Quella attuale è di epoca più recente. Il nome di Michele significa in ebraico: «Chi è come Dio?» e ci ricorda il combattimento che si scatenò in cielo tra «l'Arcangelo di Dio, che meritò di essere messo alla testa della milizia celeste» (preghiere per la raccomandazione dell'anima) e il demonio. Caduti noi in potere di Satana per il peccato, tocca a san Michele continuare la lotta per liberarci (Alleluia e Preghiera dopo la Messa). Egli ha vinto l'orgoglio di Satana e ci ottiene l'umiltà. Egli presiede al culto di adorazione che si rende all'Altissimo, perché offre a Dio le preghiere dei Santi, simbolizzate dall'incenso il cui fumo sale verso il cielo (Offertorio, Benedizione dell'incenso). Quando un cristiano ha abbandonato questo mondo, si prega che il vessillifero san Michele lo faccia entrare nel cielo (Offertorio della Messa da Requiem): sovente viene rappresentato con la bilancia della giustizia divina, dove sono pesate le anime. Il suo nome si trova nel Confiteor dopo quello di Maria Santissima Sempre Vergine, che è la regina degli Angeli. Angelo protettore della Sinagoga, san Michele è anche quello della Chiesa che le succedette. La liturgia attribuisce a lui la rivelazione del futuro fatta a san Giovanni nella sua Apocalisse (Epistola).
• Sermone di san Gregorio Papa.
Omelia 34 sul Vangelo, prima della metà.
Noi diciamo esserci nove ordini di Angeli, perché sappiamo positivamente per testimonianza della Sacra Scrittura che ci sono: Angeli, Arcangeli, Virtù, Potestà, Principati, Dominazioni, Troni, Cherubini, e Serafini. Che ci siano gli Angeli e gli Arcangeli lo attestano quasi tutte le pagine della Sacra Scrittura. Dei Cherubini e dei Serafini parlano di frequente, com'è noto, i libri dei profeti. Inoltre l'Apostolo Paolo enumera anche i nomi di altri quattro ordini, scrivendo così agli Efesi: «Al disopra d'ogni Principato, e Potestà, e Virtù, e Dominazione». E scrivendo ai Colossesi, dice ancora: «Sia i Troni, sia le Potestà, sia i Principati, sia le Dominazioni». Aggiungendo dunque i Troni ai quattro ordini di cui parla agli Efesini, si hanno cinque ordini; e se ad essi si aggiungono gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, si trova che esistono realmente nove ordini di Angeli.
Ora è da sapersi che il nome di Angeli designa il loro ufficio, non la loro natura. Perché se questi santi Spiriti della patria celeste sono sempre Spiriti, non possono però dirsi sempre Angeli; ed essi sono Angeli allora soltanto che annunziano qualche cosa. Onde dal Salmista si dice: «Egli fa Angeli i suoi spiriti», come se dicesse esplicitamente: Quelli che ha sempre come Spiriti li fa, quando vuole, anche Angeli. Ora quelli che annunziano cose meno importanti, sono detti Angeli; e Arcangeli quelli che annunziano i più grandi misteri. Onde è che a Maria Vergine non è mandato un Angelo qualsiasi, ma l'Arcangelo Gabriele; trattandosi qui del più grande messaggio, era ben giusto che compisse questo ministero il più grande Angelo. E per questo vengono contrassegnati con nomi particolari, che esprimano insieme gli effetti della loro operazione. Così Michele significa: Chi è come Dio? Gabriele: Fortezza di Dio, Raffaele: Medicina di Dio.
Ed ogni volta che si tratta di qualche cosa di straordinario, si dice che viene mandato Michele; affinché e il nome e l'azione stessa faccia comprendere che nessuno può far ciò che Dio fa colla sua incomparabile potenza. Così anche quell'antico nemico, che nella sua orgogliosa ambizione d'essere simile a Dio, diceva: «Salirò al cielo, innalzerò il mio trono sopra le stelle del cielo, sarò simile all'Altissimo», allorché alla fine del mondo sarà lasciato in tutta la sua forza per essere poi schiacciato nell'eterno supplizio, è rappresentato come combattente contro l'Arcangelo Michele, secondo che dice Giovanni: «S'ingaggiò battaglia coll'Arcangelo Michele». Anche a Maria si manda Gabriele, che s'intitola Fortezza di Dio; veniva infatti ad annunziare colui che per far sentire la sua forza alle potenze dell'aria, si degnò di apparire umile. Infine Raffaele significa, come s'è detto: Medicina di Dio; e infatti esso toccando gli occhi di Tobia, come per guarirlo, dissipò le tenebre della sua cecità.
SANTA MESSA
• Omelia di san Girolamo Prete.
Libro 3 Commento al cap. 18 di Matteo.
Dopo il ritrovamento dello statere, dopo il pagamento dei tributi, che significa l'improvvisa domanda degli Apostoli: «Chi è, secondo te, più grande nel regno dei cieli?». Avendo visto ch'era stato pagato lo stesso tributo per Pietro e per il Signore, dall'uguaglianza del prezzo credettero che per aver pagato quanto il Signore, Pietro fosse stato innalzato su tutti gli Apostoli; e perciò domandano chi sia più grande nel regno dei cieli. E Gesù vedendo i loro pensieri e intendendo il motivo del loro errore, vuole guarire in essi il desiderio della gloria colla gara dell'umiltà.
«Che se la tua mano o il tuo piede t'è d'inciampo troncalo e gettalo via da te». Certo è inevitabile che succedano degli scandali, ma guai all'uomo, per colpa del quale succede ciò che deve avvenire nel mondo. Quindi si deve troncare ogni affetto, rompere ogni parentela, quando c'è timore che per ragione della pietà, i credenti siano esposti agli scandali. Se c'è qualcuno, egli vuol dire, che t'è così congiunto sì come una mano, un piede, un occhio; e t'è utile e attaccato da mettere a tua disposizione la sua perspicacia, ma ti riesca d'inciampo, e per la diversità dei costumi ti trascini alla perdizione, è meglio che ti privi della sua intimità e dei suoi vantaggi materiali, affinché, mentre vuoi guadagnare parenti e amici, tu non ne abbia cagione di rovina.
«Vi dico che i loro Angeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre mio». Aveva detto di sopra, sotto la figura della mano, del piede e dell'occhio, di dover troncare tutte le parentele e amicizie, che potessero essere causa di scandalo; ora egli tempera il rigore di quella sentenza colla seguente raccomandazione, dicendo: «Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccini». Io, vuol dire, vi raccomando sì la severità, ma insegnandovi insieme di mescolarvi la dolcezza. «Perché i loro Angeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre». Grande è la dignità delle anime, tanto che ciascuna fin dal principio della sua esistenza ha un Angelo delegato alla propria custodia. Quindi leggiamo nell'Apocalisse di Giovanni: «All'Angelo di Efeso, e a quello delle altre chiese scrivi così». Anche l'Apostolo comanda alle donne di velarsi in chiesa il capo per riverenza degli Angeli.”
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/09/dedicazione-di-san-michele-arcangelo.html?m=1
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«NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEI SANTI ANGELI CUSTODI.
(23 Settembre - 1 Ottobre)
℣. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
℞. Domine, ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri.
[℣. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
℞. Signore, affrettati ad aiutarmi.
Gloria al Padre.]
Sesto giorno.
Ineffabile mio Consigliere, santo Angelo mio Custode, che colle più vive illustrazioni mi fate sempre conoscere la volontà del mio Dio e i mezzi più opportuni per adempirla, io vi saluto e vi ringrazio unitamente a tutto il coro delle Dominazioni elette da Dio a comunicarci i suoi decreti ed a somministrarci la forza di dominar le nostre passioni, e istantaneamente vi prego di sgombrare dalla mia mente tutte le importune dubbiezze e le perniciose perplessità, affinché, libero da ogni timore, secondi sempre i vostri consigli, che sono consigli di pace, di giustizia e di santità.
Angele Dei.
℣. Ora pro nobis, beate Dei Angele.
℞. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Deus, qui ineffabili providentia sanctos Angelos tuos ad nostram custodiam mittere dignaris, largire supplicibus tuis, et eorum semper protectione defendi, et æterna societate gaudere.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
℞. Amen.
[℣. Prega per noi, beato angelo di Dio.
℞. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Dio, che nell'ineffabile provvidenza, ti degni di mandare i tuoi santi Angeli a nostra custodia, concedine, ti supplichiamo, e di esser sempre difesi dalla loro protezione e di godere in eterno della loro compagnia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
℞. Amen.]»
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Santa Messa celebrata da Don Frank Sauer, ospite alla "Domus Marcel Lefebvre" di Don Floriano Abrahamowicz il quale l’ha introdotto e presentato durante l’omelia, venerdì 29 settembre 2017 per la Festa di San Michele Arcangelo:


«Festa di San Michele Arcangelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tkZfJG5FSe0
Santa Messa e benedizione della statua di San Michele Arcangelo
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
http://www.domusmarcellefebvre.it/
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php »




https://www.agerecontra.it/
https://www.agerecontra.it/?s=San+Michele
https://www.agerecontra.it/2017/09/lorazione-originale-di-papa-leone-xiii-a-san-michele-una-profezia-circa-la-futura-apostasia-a-roma/


L?ORAZIONE ORIGINALE DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE: UNA PROFEZIA CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA ? Amici di Fra Daniele (http://www.amicidifradaniele.it/sito/lorazione-originale-di-papa-leone-xiii-a-san-michele-una-profezia-circa-la-futura-apostasia-a-roma/)
“L’ORAZIONE ORIGINALE DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE: UNA PROFEZIA CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA.”
http://www.amicidifradaniele.it/sito/wp-content/uploads/2017/03/san-michele-arc_-300x185.jpg


“Orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele Arcangelo
https://www.youtube.com/watch?v=EM9_JrGlPfY
(…) Questi astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell'immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel Luogo Santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l'iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse. (…)”


https://gloria.tv/article/Va97uNwuaNp26p7BxrNxD4B6F

https://www.antoniosocci.com/lagghiacciante-visione-profetica-di-papa-leone-xiii/



https://it.wikipedia.org/wiki/Preghiera_a_san_Michele
«La preghiera a san Michele Arcangelo è un insieme di preghiere della tradizione cristiana cattolica. Il 13 ottobre 1884 papa Leone XIII avrebbe avuto una visione - al termine della Messa in Vaticano - nella quale il Maligno minacciava la Chiesa: subito dopo aveva composto la preghiera (in forma estesa), raccomandando che fosse recitata al termine di ogni messa, oltre ad inserirla nella raccolta degli esorcismi. Nel 1886, ciò divenne una legge interna alla Chiesa e la preghiera a San Michele in forma abbreviata fu inserita insieme alle Preci leonine, da recitare al termine delle messe non cantate. La preghiera continuò ad essere recitata fino al 26 settembre 1964, quando, con la riforma liturgica nata in seno al Concilio Vaticano II, l'istruzione "Inter oecumenici" n.48, § j, decretò: "...le preghiere leoniane sono soppresse".
(…) Papa Leone XIII è autore del De exorcismis et supplicationibus quibusdam, raccolta di esorcismi, fra i quali rientra l’Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos, uno dei più potenti: nella prima parte, il papa inserì la Preghiera a San Michele, invocato come "Principe gloriosissimo delle milizie celesti", come "custode e patrono della Santa Chiesa".
(…) L'esorcismo contiene la profezia, per la quale il demonio e i suoi adoratori prenderanno il controllo del papato (sede di Pietro [apostolo, primo papa] e la Cattedra della Verita' ) da un certo punto in avanti nella storia, ma senza mai riuscire a prevalere su essa.
(…) La versione del 1884 era interamente recitabile anche dai fedeli. La differenza consisteva in pochi punti distinti per i chierici e nel pronunciare anche a voce le parole del Segno della Croce, tracciato con la mano destra (ed eventuali sacramentali,nella parte della invocazione a Dio e ai Santi (omessa nella "versione light"), caratteristica ben nota e sempre presente nella preghiera di tipo esorcistico.
Testo latino riformato
(…) La preghiera fu inserita, in forma estesa, in un esorcismo che lo stesso pontefice Leone XIII fece inserire nel Rituale Romanum (…) Fino al 1964, questa forma integrale era tutta recitata privatamente dai fedeli, e al termine delle messe non cantate.

In Nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti.
Princeps gloriosissime caelestis militiae, sancte Michael Archangele, defende nos in proelio et colluctatione, quae nobis adversus principes et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritualia nequitiae, in caelestibus.
Veni in auxilium hominum, quos Deus creavit inexterminabiles, et ad imaginem similitudinis suae fecit, et a tyrannide diaboli emit pretio magno. Proeliare hodie cum beatorum Angelorum exercitu proelia Domini, sicut pugnasti contra ducem superbiae Luciferum, et angelos eius apostaticos: et non valuerunt, neque locus inventus est eorum amplius in coelo. Sed proiectus est draco ille magnus, serpens antiquus, qui vocatur diabolus et satanas, qui seducit universum orbem; et proiectus est in terram, et angeli eius cum illo missi sunt.
En antiquus inimicus et homicida vehementer erectus est. Transfiguratus in angelum lucis, cum tota malignorum spirituum caterva late circuit et invadit terram, ut in ea deleat nomen Dei et Christi eius, animasque ad aeternae gloriae coronam destinatas furetur, mactet ac perdat in sempiternum interitum.
Virus nequitiae suae, tamquam flumen immundissimum, draco maleficus transfundit in homines depravatos mente et corruptos corde; spiritum mendacii, impietatis et blasphemiae; halitumque mortiferum luxuriae, vitiorum omnium et iniquitatum.
Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia eius impias miserunt manus. Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suae; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.
Adesto itaque, Dux invictissime, populo Dei contra irrumpentes spirituales nequitias, et fac victoriam.
Te custodem et patronum sancta veneratur Ecclesia; te gloriatur defensore adversus terrestrium et infernorum nefarias potestates; tibi tradidit Dominus animas redemptorum in superna felicitate locandas. Deprecare Deum pacis, ut conterat satanam sub pedibus nostris, ne ultra valeat captivos tenere homines, et Ecclesiae nocere.
Offer nostras preces in conspectu Altissimi, ut cito anticipent nos misericordiae Domini, et apprehendas draconem, serpentem antiquum, qui est diabolus et satanas, ac ligatum mittas in abyssum, ut non seducat amplius gentes.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Gloriosissimo Principe della Milizia Celeste, Arcangelo San Michele, difendeteci in questa ardente battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia.
Venite in soccorso degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio. Combattete oggi le battaglie del Signore con tutta l'armata degli Angeli beati, come già avete combattuto contro il principe dell'orgoglio lucifero ed i suoi angeli apostati; e questi ultimi non potettero trionfare e ormai non v'è più posto per essi nei cieli. Ma è caduto questo grande dragone, questo antico serpente che si chiama lo spirito del mondo, che tende trappole a tutti. Sì, è caduto sulla terra ed i suoi angeli sono stati respinti con lui.
Ora ecco che, questo antico nemico, questo vecchio omicida, si erge di nuovo con una rinnovata rabbia. Trasfiguratosi in angelo di luce, egli nascostamente invase e circuì la terra con tutta l'orda degli spiriti maligni, per distruggere in essa il nome di Dio e del suo Cristo e per manovrare e rubarvi le anime destinate alla corona della gloria eterna, per trascinarle nell'eterna morte.
Il veleno delle sue perversioni, come un immenso fiume d'immondizia, cola da questo dragone malefico e si trasfonde in uomini di mente e spirito depravato e dal cuore corrotto; egli versa su di loro il suo spirito di menzogna, di empietà e di bestemmia ed invia loro il mortifero alito di lussuria, di tutti i vizi e di tutte le iniquità.
La Chiesa, questa Sposa dell'Agnello Immacolato, è ubriacata da nemici scaltrissimi che la colmano di amarezze e che posano le loro sacrileghe mani su tutte le sue cose più desiderabili. Laddove c'è la sede del beatissimo Pietro posta a cattedra di verità per illuminare i popoli, lì hanno stabilito il trono abominevole della loro empietà, affinché colpendo il pastore, si disperda il gregge.
Pertanto, o mai sconfitto Duce, venite incontro al popolo di Dio contro questa irruzione di perversità spirituali e sconfiggetele. Voi siete venerato dalla Santa Chiesa quale suo custode e patrono; voi, glorioso difensore contro le nefaste potestà terrene e infernali; a Voi il Signore ha affidato le anime che un giorno occuperanno le sedi celesti. Pregate, dunque, il Dio della pace a tenere schiacciato satana sotto i nostri piedi, affinché non possa continuare a tenere schiavi gli uomini e a danneggiare la Chiesa.
Presentate all'Altissimo, con le Vostre, le nostre preghiere, perché scendano presto su di noi le Sue Divine Misericordie e Voi possiate incatenare il dragone, il serpente antico satana ed incatenarlo negli abissi. Solo così non sedurrà più le anime.»





https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/25-san-michele-arcangelo-difendici-nella-lotta.html
“San Michele Arcangelo difendici nella lotta”
https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Atto di affidamento a San Michele Arcangelo;
Preghiera a San Michele Arcangelo;
Piccola Novena a San Michele Arcangelo;
Devozione a San Michele ed al Preziosissimo Sangue di Gesù;
Preghiera del Papa Leone XIII per difendere la Chiesa;
Supplica a San Michele;
Preghiera di protezione di Leone XIII.”





https://www.radiospada.org
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“29 settembre 2018: Dedicazione di San Michele Arcangelo.”
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“Il 29 settembre 440 San Leone I Magno viene esaltato al Sommo Pontificato.”

“Il 29 settembre 855 Papa Benedetto III, già esaltato al Sommo Pontificato nel luglio dello stesso anno, viene incoronato.”

“Il 29 settembre 1850 con la Bolla "Universalis Ecclesiae" ristabilisce la gerarchia cattolica in Inghilterra.”
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“Il 29 settembre 1932 con la bolla "Acerba animi" Papa Pio XI condanna nuovamente le persecuzioni laiciste in Messico.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42762860_2318595044836818_3567161946409009152_n.pn g?_nc_cat=102&oh=aef08c58ff5895a46761f029fe68dcff&oe=5C1DBC79

«In 29 settembre 1683 il beato Innocenzo XI, Sommo Pontefice, riceveva durante una solennissima Cappella Papale "in ringraziamento al Dio degli eserciti", lo stendardo del Gran Visir Kara Mustafa che Giovanni III Sobieski, Re di Polonia, aveva conquistato nella vittoriosa battaglia di Vienna del 12 settembre precedente. "Sospese il Pontefice quel trofeo nel Vaticano e ricompensò le prodezze del re polacco collo stocco e berrettone da lui benedetti" (cit. G. Moroni).»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42834663_2318699004826422_5143833656107728896_n.jp g?_nc_cat=109&oh=59c663ce3f68df41b709f28ecfa27c67&oe=5C200F3B

“Nella Festa di San Michele Arcangelo, nostro Patrono Celeste:
Sancte Michael Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum
pervagantur in mundo,
divina virtute, in infernum detrude.
Amen.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42709517_2318588101504179_8281291370161766400_n.jp g?_nc_cat=105&oh=9cb1ea39a8052d99823419fe36cbe539&oe=5C23E852

“Buona Festa di San Michele Arcangelo!”
https://www.radiospada.org/2015/09/in-onore-di-san-michele-arcangelo/





Uno straordinario romanzo (che consiglio fortissimamente di comprare e leggere, io l’ho riletto più volte) di Gianvito Armenise – cattolico integrale fedele dell’IMBC e vicino politicamente a "Forza Nuova" – che inizia con la preghiera a San Michele Arcangelo alla fine della Santa Messa:


Edizioni Tabula fati - Gianvito Armenise, Per vincere se stessi (http://www.edizionitabulafati.it/pervinceresestessi.htm)
http://www.edizionitabulafati.it/pervinceresestessi.htm
Gianvito Armenise, Per vincere se stessi, Tabula Fati, Chieti 2016.
http://www.edizionitabulafati.it/pervinceresestessi.jpg


http://www.edizionitabulafati.it/pervinceresestessi.jpg



Forza Nuova è stata fondata il 29 settembre del 1997, festa di San Michele Arcangelo, quindi oggi 29 settembre 2018 festeggia i 21 anni di fondazione, superato il ventennio forzanuovista!!!
Forza Nuova è forse l’unico movimento politico in Italia che può essere definito di Destra radicale e che alla battaglia politica, economica e sociale associa in primis quella spirituale a favore del Cattolicesimo integrale come testimoniano ad es. certe conferenze in passato con don Floriano Abrahamowicz e l’amicizia di Roberto Fiore con Matteo Castagna, Antonio Diano e la conseguente stretta collaborazione almeno a Verona con il Circolo Christus Rex…
Auguri a Forza Nuova, ai suoi militanti e a tutti coloro che si chiamano Michele; che il Santo Arcangelo interceda per loro e per tutti noi, Amen!!!


Il programma politico di Forza Nuova - " Orgoglio Nazionale dal 1997 " (http://www.forzanuova.eu/)
http://www.forzanuova.eu/
“Forza Nuova è un movimento politico fondato il 29 settembre del 1997, sotto il patrocinio di San Michele Arcangelo, da Massimo Morsello e Roberto Fiore.”

Il Circolo Christus Rex apre la sede nazionale a Verona | www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=13932)
“Invochiamo l’intercessione della Santa Vergine Maria affinché ci protegga e conservi nella perseveranza e San Michele Arcangelo perché ci dia la forza nelle tribolazioni e vivifichi sempre in tutti noi le virtù di Fede, speranza e carità che desideriamo, primariamente in noi stessi e nelle nostre famiglie, per poter poi continuare a mantenere una militanza viva e ricca di grazie per la Gloria di Dio, di cui siamo solo servitori e mezzi. Chiediamo a tutti di ricordarci nelle loro preghiere.”

“Christus Rex è un circolo cattolico di Verona, fondato nel 2007, aderente al Sedevacantismo il cui responsabile nazionale è Matteo Castagna.
Il circolo è legato a Forza Nuova grazie alla moglie di Castagna, che ne è stata anche candidata, inoltre non è raro vedere le due associazioni sfilare assieme. I membri di CR definiscono se stessi «Cattolici Apostolici Romano Integrali», si dichiarono disponibili a collaborare con partiti o movimenti non dichiaratamente ostili al Cattolicesimo e che si schierano generalmente a “destra”. Il gruppo aderisce ad una versione attualizzata del Sodalitium Pianum.”

“CONFERENZA 'DIO, PATRIA, FAMIGLIA' Forza Nuova, NPD, Christus Rex Verona, 10 aprile 2015.
Intervento di Matteo Castagna Responsabile Christus Rex.
https://www.youtube.com/watch?v=nSMlSBoH3HA”

“Don Floriano Abrahamowicz, Matteo Castagna e Andrea Giacobazzi – Presentazione del libro “Anche se non sembra”:
https://www.youtube.com/watch?v=e_Dc1x2qhnY ”
Anche se non sembra (http://www.edizioniradiospada.com/component/virtuemart/ecommerce/anche-se-non-sembra-80-detail.html?Itemid=0) ”





Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
29 septembre : Dédicace de Saint Michel Archange :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/29-septembre-dedicace-de-saint-michel-archange)
“29 Septembre : Dédicace de Saint Michel Archange.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2415/3755/7470/09_29_saint_michel_arcange.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2415/3755/7470/09_29_saint_michel_arcange.jpg


“Prière à Saint Michel Archange du Pape Léon XIII.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42310158_736486296684053_2042495135249334272_n.jpg ?_nc_cat=107&oh=e94884aee0bdfbf17604310bcffbfa44&oe=5C539B53


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42310158_736486296684053_2042495135249334272_n.jpg ?_nc_cat=107&oh=e94884aee0bdfbf17604310bcffbfa44&oe=5C539B53


"Quis ut Deus?"
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42266893_736491883350161_1607391583542444032_n.jpg ?_nc_cat=110&oh=f4de99c5528c427e1fca937d39b255b4&oe=5C2367B6


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/42266893_736491883350161_1607391583542444032_n.jpg ?_nc_cat=110&oh=f4de99c5528c427e1fca937d39b255b4&oe=5C2367B6




“29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO L'anno liturgico di dom Prosper Guéranger”
Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm






SAN MICHELE ARCANGELO PREGA PER NOI - SOPRATTUTTO PER COLORO CHE SONO STATI BATTEZZATI COL TUO STESSO SANTO NOME - ED INTERCEDI PER LA NOSTRA BUONA MORTE!!!
Ora pro nobis, Sancte Míchaël Archángele!!!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
08-10-19, 23:27
29 SETTEMBRE 2019: DOMENICA SEDICESIMA DOPO LA PENTECOSTE, DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO…



«29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO».
«Dedicazione di S. Michele Arcangelo, 29 settembre».
«Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo».
Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm


«DOMENICA SEDICESIMA DOPO LA PENTECOSTE»
http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom16.htm





SANTA MESSA DOMENICALE CELEBRATA DA DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ A PAESE (TV) OGGI 29 SETTEMBRE 2019: SAN MICHELE ARCANGELO, DOMENICA SEDICESIMA DOPO LA PENTECOSTE…


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
San Michele Arcangelo (XVI dom. p. Pentecoste)- (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=PiTVyF1405A
San Michele Arcangelo (XVI dom. p. Pentecoste)- (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=zMUbtQRLh7A
XV Domenica di Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=B2XB1kg2c7A
XV Domenica di Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=Psy7xALNE2k
15° après Pentecòte (Sermon)
https://www.youtube.com/watch?v=NCk0U9VDJek
Domenica d. Madonna Addolorata - Festa di San Pio X alla domus Marcel Lefebvre - (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=nQD0orJ6Wng
Domenica d. Madonna Addolorata - Festa di San Pio X alla domus Marcel Lefebvre - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=G7PuqwYnFPo
Natività B.V. Maria (XIII domenica d. Pentecoste)- (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=5Z9v7udCG6U
Natività B.V. Maria (XIII domenica d. Pentecoste)- (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=Y93dn88ORpk
XII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=nIk0skekqQI
XII domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=ewDURGc0UNA
XI domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=NNOE3X7h7kc
XI domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=hk75pIqAtog
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».





Per l’Anniversario della morte di Papa Pio XII (http://www.cmri.org/ital-98prog9.html)
http://www.cmri.org/ital-98prog9.html
«Per l’Anniversario della morte di Papa Pio XII di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI.
Festa di S. Michele Arcangelo 29 settembre 1998».





http://www.sodalitium.biz/san-michele-arcangelo/
«29 settembre, San Michele Arcangelo.
“Sul monte Gargano la venerabile memoria del beato Michele Arcangelo, quando al suo nome fu ivi consacrata una chiesa, misera veramente per la struttura, ma adorna di celeste virtù”.
Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Così sia».
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/michele-3-225x300.jpg
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/Archangel-Michael-versus-Angels-217x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/michele-3-225x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/Archangel-Michael-versus-Angels-217x300.jpg



SANTE MESSE CATTOLICHE CELEBRATE "NON UNA CUM" DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/category/omelie/


"Omelia del Rev. Don Francesco Ricossa del 29.09.2019, s. Michele Arcangelo
https://www.youtube.com/watch?v=tXkY6H7sbKw "


12/10/2019: "Gli amici e i nemici della regalità di Cristo" - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/12102019-gli-amici-nemici-della-regalita-cristo/)
Presentazione della giornata di Modena - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/presentazione-della-giornata-modena/)
http://www.sodalitium.biz/presentazione-della-giornata-modena/

"Gli amici e i nemici della regalità di Cristo" - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/amici-nemici-della-regalita-cristo/)
http://www.centrostudifederici.org/amici-nemici-della-regalita-cristo/
Oportet autem illum regnare - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/oportet-autem-illum-regnare/)
http://www.centrostudifederici.org/oportet-autem-illum-regnare/
«Oportet autem illum regnare 25 settembre 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 66/19 del 25 settembre 2019, San Cleofa
Oportet autem illum regnare
“E’ necessario che Cristo regni”: si avvicina l’attesa giornata di Modena per la regalità sociale di Cristo, arrivata alla XIV edizione, in programma il 12 ottobre 2019. Le giornate di Modena sono organizzate dalla rivista Sodalitium e dal Centro Studi Federici per contribuire alla formazione dottrinale del cattolico militante alla luce della Rivelazione Divina e del Magistero della Chiesa. Le giornate modenesi prevedono un seminario di studi con tre lezioni tenute da don Francesco Ricossa e un’ampia esposizione di buona stampa e di oggetti devozionali.
Programma (attenzione alla nuova sede e alla modalità del pranzo):
http://www.centrostudifederici.org/amici-nemici-della-regalita-cristo/
Presentazione della giornata: https://youtu.be/bQf_Tg2OIKI
Ricordiamo i temi delle edizioni precedenti: tutte le 39 lezioni tenute da don Francesco Ricossa si trovano nel canale YouTube di Sodalitium: https://www.youtube.com/user/sodalitium »


A proposito di una processione e di una conferenza in programma in Emilia - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/proposito-processione-conferenza-emilia/)
"Cristianesimo, Ebraismo, Islam" - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/cristianesimo-ebraismo-e-islam/)

Video della conferenza: ?Cristianesimo, Ebraismo, Islam? - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/video-della-conferenza-cristianesimo-ebraismo-islam/)
Voltaire e il cortocircuito dell?illuminismo oscurantista - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/voltaire-cortocircuito-dellilluminismo-oscurantista/)
Don Bosco e la setta valdese - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/don-bosco-la-setta-valdese/)


Comunicati importanti - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/comunicati-importanti/)
«Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 48/19 del 14 giugno 2019, San Basilio
Comunicati importanti
Qualche breve testo sulle attuali vicende della Chiesa e del “tradizionalismo”».
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/06/s-l1600-5-copia-520x390.png

Tradizionalisti senza Tradizione - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/tradizionalisti-senza-tradizione-1/)
«Tradizionalisti senza Tradizione 4 febbraio 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 10/19 del 4 febbraio 2019, Sant’Andrea Corsini
Tradizionalisti senza Tradizione
Editoriale di Opportune Importune (lettera d’informazioni della Casa San Pio X) n. 35».
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/opportune35.pdf

Per la Messa romana, contro il Novus ordo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/la-messa-romana-novus-ordo/)
«Per la Messa romana, contro il Novus ordo 6 maggio 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 36/19 del 6 maggio 2019, San Giovanni a Porta Latina
Per la Messa romana, contro il Novus ordo
“Chi si accontenta del M.P. Summorum Pontificum, che dichiara al contrario che il messale riformato da Paolo VI è il rito ordinario della Chiesa cattolica, e che ne difende a priori l’ortodossia dottrinale, ha già disertato la battaglia iniziata, 40 anni fa, dal Breve esame critico del Novus Ordo Missæ”».
https://www.sodalitium.biz/comunicato-riflessioni-sul-motu-summorum-pontificum-2/

Omelia sul Novus ordo Missae - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/omelia-sul-novus-ordo-missae/)
«Omelia sul Novus ordo Missae 5 giugno 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza.
Si può accettare la nuova messa? Si può assistere alla nuova messa?».

Giano Bifronte - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/giano-bifronte/)
«Giano Bifronte 28 maggio 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Giano Bifronte
A proposito di una processione e di una conferenza in programma in Emilia:
video dell’omelia di don Francesco Ricossa nella chiesa san Luigi Gonzaga di Albarea (FE), 26/5/2019».







https://oracolocooperatoresveritatis.files.wordpress.com/2014/11/miracoli22am.jpg


https://oracolocooperatoresveritatis.files.wordpress.com/2014/11/miracoli22am.jpg



Un assalto lungo cent'anni 1° cap- dalla visione di Leone XIII ai moniti inascoltati dei profeti di sventura (http://antimassoneria.altervista.org/un-assalto-lungo-centanni-1-cap-dalla-visione-di-leone-xiii-ai-moniti-inascoltati-dei-profeti-di-sventura/)



«Unitatis redintegratio» o desintegratio? (http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=6127&Itemid=100021)
“«Unitatis redintegratio» o desintegratio? - EFFEDIEFFE.com”






http://www.centrosangiorgio.com/armi_soprannaturali/documenti_pdf/esorcismo_italiano.pdf
ESORCISMO DI LEONE XIII CONTRO SATANA E GLI ANGELI RIBELLI (http://www.unavox.it/doc04.htm)
«EXORCISMUS IN SATANAM ET ANGELOS APOSTATICOS
Iussu Leonis Pp. XIII editus
ESORCISMO DI LEONE XIII CONTRO SATANA E GLI ANGELI RIBELLI
Pubblicato negli AAS del 1890, p. 743: http://www.vatican.va/archive/ass/documents/ASS-23-1890-91-ocr.pdf
e nel Rituale Romano de 1903, p. 227 : Saint Michel Archange (http://saintmichelarchange.free.fr/exoleon.htm)
http://www.unavox.it/PDF/Opuscoli/Esorcismo_di_Leone_XIII.pdf ».








Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.com/)
http://tradidiaccepi.blogspot.com/

https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/71584944_2077705635664081_8230225600581730304_n.jp g?_nc_cat=108&_nc_oc=AQmgbD6cqcUfifLmy3s-F9lEiZr8-fw05dtsJhJFlu8jtAt0Z7_U_nUnzZsXuGSnkaA&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=af358d2e094168d38ddcbbc84881b979&oe=5E3BB766



https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/09/dedicazione-di-san-michele-arcangelo.html?m=1



"Preghiera a San Michele Arcangelo tratta dal libro Tutto con me A.D. 1900".


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“29 settembre - Dedicazione di S. Michele arcangelo”
https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo.html
https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo-3.html
https://forum.termometropolitico.it/96497-san-michele-arcangelo.html
https://forum.termometropolitico.it/96497-san-michele-arcangelo-2.html







L?ORAZIONE ORIGINALE DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE: UNA PROFEZIA CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA ? Amici di Fra Daniele (http://www.amicidifradaniele.it/sito/lorazione-originale-di-papa-leone-xiii-a-san-michele-una-profezia-circa-la-futura-apostasia-a-roma/)

“L’ORAZIONE ORIGINALE DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE: UNA PROFEZIA CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA”
https://www.agerecontra.it/2017/09/lorazione-originale-di-papa-leone-xiii-a-san-michele-una-profezia-circa-la-futura-apostasia-a-roma/

https://www.agerecontra.it/2015/10/settimana-di-san-michele-arcangelo-e-degli-angeli-custodi/
«SETTIMANA DI SAN MICHELE ARCANGELO E DEGLI ANGELI CUSTODI».







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
San Michele Arcangelo difendici nella lotta
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/25-san-michele-arcangelo-difendici-nella-lotta.html
Atto di affidamento a San Michele Arcangelo;
Preghiera a San Michele Arcangelo;
Piccola Novena a San Michele Arcangelo;
Devozione a San Michele ed al Preziosissimo Sangue di Gesù;
Preghiera del Papa Leone XIII per difendere la Chiesa;
Supplica a San Michele;
Preghiera di protezione di Leone XIII».
“Sul sito è disponibile il numero 177 di SVRSVM CORDA® del 29 settembre 2019, San Michele Arcangelo --->
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-177.html
(...) ricorre finalmente la Festa di San Michele Arcangelo: il campione di Dio nella battaglia contro Lucifero e gli angeli ribelli (Apoc. 12, 7-8), il custode del corpo di Mosè (Giuda, 9), il difensore di Maria Santissima (Apoc. 12, 5-6); è il primo Angelo onorato dai fedeli e invocato come medico delle malattie. Il culto liturgico in Oriente si trova all’inizio del secolo IV, in Occidente qualche decennio dopo. Nel secolo VI, a Roma, il 30 settembre si celebrava l’anniversario della dedicazione della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo sulla Via Salaria, dedicazione che più tardi diede origine alla festa attuale. In questo giorno San Michele è onorato come «il principe della milizia celeste»; e perciò la liturgia intende festeggiare tutti gli Angeli. A San Michele si attribuiscono tre funzioni: a) guida e conduce le anime in cielo (Off. della Messa dei Def.) dopo averle pesate sulla bilancia della giustizia divina; b) difende la Chiesa e il popolo cristiano (All.); c) in cielo presiede il culto d’adorazione della Santissima Trinità e offre a Dio le preghiere dei Santi e dei fedeli (Off.).
Segue la preghiera che la Chiesa recita a San Michele alla fine di ogni Santa Messa:
«Sancte Míchaël Archángele, defénde nos in proélio: contra nequítias et insídias diáboli esto praesídium. Imperet illi Deus, súpplices deprecámur: tuque, Prínceps milítiae coeléstis, Sátanam aliósque spíritus malígnos, qui ad perditiónem animárum pervagántur in mundo, divina virtúte, in inférnum detrúde. Amen».
Dal n° 177 di SVRSVM CORDA® del 29 settembre 2019. Indice dei contenuti:
- Comunicato numero 177. I Sadducei e la Resurrezione; - Brevi informazioni sulla Festa di San Michele Arcangelo; - Dizionario di teologia dommatica. La Discesa (di Cristo negli Inferi); - Dizionario di teologia dommatica. La Chiesa discente; - Racconti miracolosi n° 94. San Guglielmo divide un mantello tra due poveri; - Orazione a San Firmino, Vescovo e Martire (25.9); - Orazione a San Lino, Papa e Martire (23.9); - Orazione ai Santi Cipriano e Giustina, Martiri (26.9); - Orazione dei soldati a San Firmino, Vescovo e Martire (25.9); - Preghiera alla Beata Vergine della Mercede (24.9)”. www.sursumcorda.cloud
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/71745415_2474235019279559_2926378033008869376_n.jp g?_nc_cat=111&_nc_oc=AQlmqHv8_JcnQQ0ps59YWUCzt4-LpPC6hJfyNK6KEOJ2c2AQG_UOf5XYRx6YSS88vOE&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a7fe55bd09fe1fed0706d5b158b93dc1&oe=5E3C5207


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«29 settembre 2019: Dedicazione di San Michele Arcangelo (con memoria della XVI domenica dopo Pentecoste)».
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/72489031_2934215716608078_3105697723685273600_n.jp g?_nc_cat=106&_nc_oc=AQlDP9gn6fxFMLwJ0HH10DJDEwa6AEfA-9udf2JoJC9lEehqNVgfUjcKl2MHdKnE1EQ&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=27f8ae48b4fd3985e1d5b21a4bf5bc86&oe=5DF6D0F4


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/72489031_2934215716608078_3105697723685273600_n.jp g?_nc_cat=106&_nc_oc=AQlDP9gn6fxFMLwJ0HH10DJDEwa6AEfA-9udf2JoJC9lEehqNVgfUjcKl2MHdKnE1EQ&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=27f8ae48b4fd3985e1d5b21a4bf5bc86&oe=5DF6D0F4


«Il 29 settembre 1850 papa Pio IX Mastai Ferretti ristabilisce la Gerarchia cattolica in Inghilterra con la bolla "Universalis ecclesiae"».
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/71138583_2934313823264934_4354319470538260480_n.jp g?_nc_cat=101&_nc_oc=AQkUWvIWA97WaLte0ctKwHAoPQGyuuwQZYimgDnb57u QmEbRruD8anotWIjIqtSc8jg&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=3ab2dcc01059630f26962b7a5c9fdcae&oe=5E2F2EC0


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/71138583_2934313823264934_4354319470538260480_n.jp g?_nc_cat=101&_nc_oc=AQkUWvIWA97WaLte0ctKwHAoPQGyuuwQZYimgDnb57u QmEbRruD8anotWIjIqtSc8jg&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=3ab2dcc01059630f26962b7a5c9fdcae&oe=5E2F2EC0


«Il 29 settembre 1683 il beato Innocenzo XI, Sommo Pontefice, riceveva durante una solennissima Cappella Papale "in ringraziamento al Dio degli eserciti", lo stendardo del Gran Visir Kara Mustafa che Giovanni III Sobieski, Re di Polonia, aveva conquistato nella vittoriosa battaglia di Vienna del 12 settembre precedente. "Sospese il Pontefice quel trofeo nel Vaticano e ricompensò le prodezze del re polacco collo stocco e berrettone da lui benedetti" (cit. G. Moroni)».
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/71290978_2934446836584966_8400166658936668160_n.jp g?_nc_cat=110&_nc_oc=AQmn_o_GW0cgZI-MVyqqMm4NjuZG58_BJRPMNkSHfXJ2Pr8LQq0hddgXsabyoXY47 mQ&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=c7f04f75e74432683e21afe433b7a518&oe=5E2B6044
https://www.radiospada.org/2019/08/il-beato-innocenzo-xi-e-la-vittoria-sul-turco-a-vienna/


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/71290978_2934446836584966_8400166658936668160_n.jp g?_nc_cat=110&_nc_oc=AQmn_o_GW0cgZI-MVyqqMm4NjuZG58_BJRPMNkSHfXJ2Pr8LQq0hddgXsabyoXY47 mQ&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=c7f04f75e74432683e21afe433b7a518&oe=5E2B6044



" [NUOVO UMANESIMO]"
«Che ognuno eviti qualsiasi rapporto con coloro che si nascondono sotto la maschera della tolleranza universale, del rispetto di tutte le religioni, della mania di conciliare le massime del Vangelo con quelle della Rivoluzione, Cristo con Belial, la Chiesa con lo Stato senza Dio.
Leone XIII, Custodi di quella Fede, 8 dicembre 1892».
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https://www.radiospada.org/tag/san-michele/
https://www.radiospada.org/2019/09/spadakitchen-il-dolce-medievale-di-san-michele/
“[SPADAKITCHEN] Il dolce medievale di San Michele
(…) tanti auguri di buon onomastico a chi, come me, porta il nome dell’arcangelo San Michele! Michela.”
https://www.radiospada.org/2017/08/inno-a-san-michele/
https://www.radiospada.org/2016/03/il-duce-delle-milizie-celesti-un-tributo-poetico/
https://www.radiospada.org/2015/09/in-onore-di-san-michele-arcangelo/
https://www.radiospada.org/2015/03/linno-antimassonico-dedicato-a-san-michele-arcangelo/







www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/
“Recognize-and-OBEY is the Traditional Catholic Teaching August 29, 2019.”



": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

http://www.traditionalcatholicpriest.com/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


https://moimunanblog.com




“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/




http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].
Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”


“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Seizième Dimanche après la Pentecôte : sur l'éducation chrétienne
http://prieure2bethleem.org/predica/2018_09_09.mp3”


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“Quis ut Deus?”
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“Prière à Saint Michel Archange du Pape Léon XIII”
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29 septembre : Dédicace de Saint Michel Archange :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/29-septembre-dedicace-de-saint-michel-archange)
“29 septembre : Dédicace de Saint Michel Archange”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2415/3755/7470/09_29_saint_michel_arcange.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2415/3755/7470/09_29_saint_michel_arcange.jpg





SAN MICHELE ARCANGELO PREGA PER NOI - SOPRATTUTTO PER COLORO CHE SONO STATI BATTEZZATI COL TUO STESSO SANTO NOME - ED INTERCEDI PER LA NOSTRA BUONA MORTE!!!
Ora pro nobis, Sancte Míchaël Archángele!!!
Ad majorem Dei gloriam - Per la maggior gloria di Dio!!! A.M.D.G.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!