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Visualizza Versione Completa : Il Burattinaio Giustizialista e il Calunniato



Pieffebi
31-10-03, 16:36
dal CorSera

" Corriere della Sera del 31/10/2003


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L'assoluzione del Senatore

½Sul caso le impronte di Violante. Spero che adesso cambi idea+
Incontro con Andreotti dopo l'assoluzione: sono stato rivoltato come un pedalino. ½Il Papa si èdavvero esposto per me, quando fui condannato mi scrisse una lettera+
Massimo Franco
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½Per dare un giudizio vero su questa vicenda e sulla Dc bisognera aspettare almeno un secolo+. L'auto blindata fila silenziosa fra le strade di una Roma notturna e semideserta. La voce di Giulio Andreotti arriva come dall'aldila: sembra che stia raccontando la saga di un'altra persona, vissuta in un altro mondo. Il senatore a vita F seduto accanto all'autista, con la testa senza collo fasciata da una sciarpa bianca. Dietro, l'avvocato Giulia Bongiorno e una delle guardie del corpo se lo coccolano con gli occhi, in silenzio. Andreotti non sembra nT teso, nT arrabbiato. Soltanto la vena che pulsa, gonfia come una cicatrice, sulla tempia destra, lascia indovinare la tensione di questo personaggio condannatosi a non mostrare emozioni. Sono le 21 di giovedì 30 ottobre, giorno della resurrezione giudiziaria dell'ex presidente del Consiglio pi· inquisito, condannato e assolto d'Italia. Per la prima volta dopo dieci anni e mezzo, ieri F tornato a casa dalla moglie Livia senza l'ombra pesante di una condanna a 24 anni per omicidio. Assolto con formula piena. Niente equivoci nT ambiguita. Hanno festeggiato con le pizze portate nei contenitori di cartone dal figlio Stefano e uno dei nipoti. Intorno alla tavola, c'era tutta la famiglia. Lui ha dato due morsi ad una ½Margherita+, un bacio sulla guancia alla Marescialla, la moglie un tempo rocciosa al punto da meritarsi quel nomignolo, e oggi infragilita dalle peripezie sub8te dal marito. E poi via, ad affrontare domande e riflettori. Ma da vincitore, stavolta. ½Mi hanno rivoltato come un pedalino. Ed F stato tutto molto pesante+ dice con una punta di stanchezza. ½Fiducia l'avevo. Ma avevo anche paura di non fare a tempo. Intendo dire, come vita. Quelli dicevano: tanto ha gia settant'anni, magari muore durante il processo. E invece, eccomi+. Accenna a voltarsi con un sorriso impercettibile. ½Lo dico sempre che sono postumo di me stesso. Ne ho, di cose da raccontare sulla mia vita. Anche se spero non siano pi· di questo tipo. Voglio scrivere un libro sui testimoni. Ho molto materiale: cose inverosimili+. Allude, ma non ha una grande voglia di attaccare, polemizzare. Almeno in quel tratto di strada che lo porta dalla sua casa di corso Vittorio Emanuele al quartiere Prati, agli studi Rai di via Teulada, F fedele alla sua immagine di vecchio non indurito, ma quasi addolcito, reso pi· saggio dalla traversata crudele sotto le forche caudine dei processi. ½Non F che stia zitto perchT sono buono. Forse, sono solo superbo+ si osserva. ½Credo che il mondo sia largo. Dopo di che, se certe persone non fossero nate sarei contento+. L'unico accenno esplicito, con nome e cognome, F a Luciano Violante, oggi capo dei deputati diessini, presidente della Commissione antimafia quando nel 1993 Andreotti fu infilato nel tritacarne delle accuse. Nel novembre dello scorso anno, dopo la condanna di Andreotti a Perugia, Violante aveva detto, durissimo: ½Io su Andreotti non cambio idea+. ½Io, invece+ sussurra nel silenzio dell'auto blindata l'ex presidente del Consiglio, aggrappandosi alla maniglia dello sportello mentre sfreccia sul Lungotevere, ½spero che adesso la cambi, su di me. Ho sempre evitato di parlare di obiettivi politici del processo, anche se gli atti processuali portano le firme: impronte digitali delle mani e dei piedi. E ci sono anche quelle di Violante. Scrisse al sostituto procuratore Roberto Scarpinato per comunicargli che aveva ricevuto una lettera anonima sul delitto di Mino Pecorelli. Ma che c'entrava Scarpinato con Pecorelli? Per me, fu la conferma che c'era una piccola trama. E se non ci fossero stati loro, i miei avvocati+ aggiunge Andreotti girandosi verso Giulia Bongiorno, suo difensore insieme col professor Franco Coppi, ½sarei stato fritto+. Se li ricorda ancora, gli incubi notturni dei primi anni da imputato. Sognava di trovarsi in un ascensore senza uscite, che di colpo si bloccava nel buio. Oppure, si vedeva nelle strade della sua Roma, incapace di orientarsi. A volte, in quei sonni agitati si vedeva perfino solo, perchT si era perso la scorta. ½Per fortuna, ora di incubi cos8 non ne ho pi·, anche perchT la scorta oggi F ridotta. Ma non lo diciamo+ aggiunge semiserio. ½Con questo brigatismo che rispunta...+. Lui ricorda quello del passato. ½'Sta povera Dc che veniva definita dalle Br lo Stato Imperialista delle Multinazionali. Ma F un partito che ha avuto una storia limpida e gloriosa, e fra qualche decennio sara ancora pi· chiaro. Non parlo di me: mi basta fare il nome di Alcide De Gasperi+. Andreotti schiva ogni riferimento al futuro, alla rivincita. La sua vittoria si chiama sopravvivenza. Il resto, in questa sera di ottobre, gli appare secondario. Rimpianti? ½Credo di non potere chiedere di pi· dalla vita politica+. Treni sontuosi perduti, magari con destinazione Quirinale? ½Il pentito Tommaso Buscetta disse che nel 1992 avevano ucciso Salvo Lima per fermare me+ risponde evocando il cadavere eccellente del suo proconsole siciliano. Ma sembra che ormai gliene importi davvero poco. Quando dice: ½Politicamente, io sono in quiescienza+, appare sincero. Preferisce ricordare quella che considera una profezia. ½Madre Teresa me lo disse: sara lunga ma ne uscirai+. Ha parole riconoscenti per Giovanni Paolo II. ½Il Papa si F veramente esposto per me. E pensi+ abbassa la voce che F gia appena un soffio ½mi ha anche scritto una lettera dopo la sentenza di condanna dell'anno scorso+. Racconta la solidarieta che ricevette da un Carlo Azeglio Ciampi ½sconcertato: mi disse proprio cos8+. Squilla il cellulare. E' Francesco Cossiga che si congratula: una delle tante telefonate democristiane. Andreotti lo saluta con affetto. E ricorda il sostegno ricevuto dal mondo cattolico. ½Ma non di tipo politico, anzi: quando mi presentai qualche anno fa con Democrazia europea, in Vaticano ci fu chi mi attacc= da destra e chi da sinistra. Qualcuno temeva che togliessi voti a Silvio Berlusconi, e chi a Francesco Rutelli+. Alla fine, l'anziano Belzeb·, con le sue nostalgie scudocrociate, non li tolse praticamente a nessuno. Ma lui ricorda quell'esperienza come una medaglia alla propria coerenza democristiana. L'auto si ferma davanti ai cancelli della Rai in via Teulada. C'F l'ultima troupe televisiva da superare, prima di entrare nel salotto, per lui sempre accogliente, di Vespa e di Porta a Porta . La truccatrice lo invita a entrare in camerino ½per farsi bello+. ½Mi pare difficile+ risponde. ½Ci vorrebbe l'intero istituto per il restauro+. La sua sagoma curva fende quegli studi dov'F di casa, fra saluti deferenti. Dietro le quinte, fra tartine e bibite fresche, democristiani convertiti al berlusconismo o all'ulivismo lo accolgono come un vecchio zio. Ci sono Carlo Giovanardi, Clemente Mastella. E c'F l'avvocato Coppi, con la faccia tonda e radiosa di chi ha appena vinto la causa pi· importante della sua vita. Giulia Bongiorno continua a seguire ½il Presidente+ come un'ombra silenziosa e adorante. Loro due hanno gia brindato, al momento della notizia dell'assoluzione, nello studio del senatore a vita a palazzo Madama: un bel bicchiere di plastica pieno d'acqua frizzante. ½L'importante F poter brindare a qualcosa+ sorride la giovane avvocatessa, reduce da decine di telefonate nelle quali si sentiva chiedere se Andreotti sarebbe andato agli arresti domiciliari; o che cosa avrebbero fatto loro, i difensori, in caso di condanna. ½L'esito, checchè se ne dicesse, non era affatto scontato+ confessa. ½E infatti, la sentenza F arrivata in ritardo, rispetto a quello che ci aspettavamo+. La fama luciferina di Andreotti F dura, a morire. Anche da assolto, le vignette che lo ritraggono come un Belzebù moderno continuano. ½Lo so, oggi (ieri, ndr) ne ho viste ancora un paio. Ma c'è tanta gente che al diavolo, ormai+ dice il senatore a vita, quasi deluso ½non crede per niente+. E infila lo studio televisivo, curvo proprio come nelle vignette. Anche se mai come questa volta, in realta, da l'impressione di camminare a testa alta e con la schiena diritta. "


Saluti liberali

Pieffebi
31-10-03, 16:50
da www.giornale.it

" Violante nella bufera per il caso Andreotti

L’assoluzione di Giulio Andreotti dall’accusa di essere stato il mandante del delitto Pecorelli segna la fine del teorema Violante. E adesso sul capogruppo dei ds, all’epoca dei fatti presidente della commissione antimafia, si abbatte un ciclone di polemiche.
Intanto è il diretto interessato a togliersi qualche sassolino dalla scarpe: ''Quanto era presidente della commissione Antimafia, Violante fece una gravissima scorrettezza nei miei confronti, scorrettezza che non si era mai verificata con il predecessore Chiaromonte''.dice Giulio Andreotti ''Arrivo' una telefonata anonima che diceva che andando a un certo indirizzo si potevano avere notizie sulla morte di Pecorelli e Violante la mando' al pm di Palermo Scarpinato che Dio solo sa cosa c'entra, tanto e' vero che tre giorni dopo venne fuori il mio nome e la cosa fu mandata a Roma e infine a Perugia. Eppoi Violante mi aveva chiesto se volevo essere sentito dalla commissione. Dissi di si'. Beh , sto ancora aspettando la convocazione...''.
Il senatore a vita accusa poi il capogruppo diessino di aver ordito una trama ai suoi danni: “Gli atti processuali portano le firme: impronte digitali delle mani e dei piedi. E ci sono anche quelle di Violante. Scrisse al sostituto procuratore Roberto Scarpinato per comunicargli che aveva ricevuto una lettera anonima sul delitto di Mino Pecorelli”.
Ma oltre che dal senatore a vita attacchi all’indirizzo di Luciano Violante fioccano da varie parti.
Secondo Carlo Taormina ''Violante deve essere cacciato dalla politica per aver riempito di fango il Paese anche nel contesto internazionale''.
Duro anche il commento di Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia: ''Violante dovra' fornire qualche spiegazione e chiarire alcune vicende circostanziate che lo riguardano e che sono all'origine delle accuse rivolte al presidente Andreotti e dell'avvio di un processo contro una intera classe politica democratico cristiana. Se avra' l'onesta' e il coraggio di farlo ne verra' un bene per il suo partito e per l'intero Paese. In caso contrario - conclude Bondi - sara' quantomeno imbarazzante anche per gli amici Popolari e della Margherita continuare a essere alleati del partito di Violante''.
Nessun commento dal presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi è in visita in Cina e ha detto che del caso Andreotti perlerà al suo ritorno in Italia.


31 Ott 2003 "

Saluti liberali

Pieffebi
31-10-03, 17:12
da www.ansa.it
" DELITTO PECORELLI: ANDREOTTI, SCONFITTO CHI SCRISSE CONDANNA
ROMA - ''Sono contento. La mia miglior difesa l'ha fatta il procuratore generale...Certo, il sistema funziona. Anche se come diceva Gonella, il sistema garantisce l'indipendenza della magistratura, non dei magistrati. E forse, era migliore il codice di procedura penale prima della riforma''. Il senatore a vita Giulio Andreotti, che oggi ha ricevuto le congratulazioni di Ciampi, si dice contento per la sentenza di assoluzione emessa dalla Cassazione che ha annullato la condanna a 24 anni chiesta dalla Corte di Appello di Perugia.

''Cosa mi ha aiutato? Avere fiducia nelle istituzioni. Non potevo non averla, anche perche' io sono nato con loro. Mi ha aiutato tutta la mia famiglia. L'avvocato Coppi, che ha dato la giusta impostazione alla linea di difesa, l'avvocato Bongiorno che mi e' stata sempre vicina. E poi in questi lunghi dieci anni, tanta solidarieta'. Non mi sono mai sentito veramente isolato. Ma sul piano dello stretto diritto non sono io, non siamo noi che abbiamo vinto. Ha perso chi ha scritto quella sentenza. I Pecorelli li ho visti, durante i processi e anche prima. La sorella, soprattutto. Sono sempre stati cordialissimi. Loro lo sanno che non sono stato io''.

Andreotti sottolinea inoltre: ''Il complotto contro di me c'e' stato, certo. Ci sono due milioni di pagine processuali che mi riguardano e li' rimangono le impronte digitali di chi ha tramato. I nomi? Niente nomi. Mi faccio i fatti miei e non nutro rancore. Quando era presidente della commissione Antimafia, Violante fece una gravissima scorrettezza nei miei confronti, scorrettezza che non si era mai verificata con il predecessore Chiaromonte. Arrivo' una telefonata anonima che diceva che andando a un certo indirizzo si potevano avere notizie sulla morte di Pecorelli e Violante la mando' al pm di Palermo Scarpinato che Dio solo sa cosa c'entra, tanto e' vero che tre giorni dopo venne fuori il mio nome e la cosa fu mandata a Roma e poi a Perugia. Eppoi Violante mi aveva chiesto se volevo essere sentito dalla commissione. Dissi di si'. Beh, sto ancora aspettando la convocazione ...''.
31/10/2003 12:58 "


Shalom

Pieffebi
01-11-03, 13:47
da www.ilnuovo.it

" Violante ribatte: "Nessuna trama contro Andreotti"


In una lettera al Corriere della Sera l'esponente Ds risponde alle accuse del senatore a vita. E spiega perché scrisse alla Procura di Palermo.


MILANO - "Caro direttore, nell'intervista data a Massimo Franco e pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, il senatore Giulio Andreotti sostiene: Scrisse (Violante) al sostituto procuratore Roberto Scarpinato per comunicargli che aveva ricevuto una lettera anonima sul delitto di Mino Pecorelli. Ma che c'entrava Scarpinato con Pecorelli? Per me fu la conferma che c'era una piccola trama". Luciano Violante,
presidente dei deputati Ds alla Camera, spiega, con una lettera al Corriere della Sera, le proprie scelte.

"Il 5 aprile 1993, ero presidente della Commissione Antimafia, ricevetti in ufficio una telefonata anonima relativa all'omicidio Pecorelli. Informai il dott. Michele Coiro, mio interlocutore a Roma nella sua qualità di capo della Direzione distrettuale antimafia, per chiedergli se agli uffici romani, che allora indagavano su quell'omicidio, interessava avere una comunicazione formale della telefonata che mi era pervenuta. Il
magistrato si riservò di valutare la cosa. Mi richiamò alcuni minuti dopo informandomi che non era necessario inviargli una nota scritta ma che forse la notizia poteva interessare anche la Procura di Palermo".

"Effettivamente un'agenzia del 28 marzo - ricorda Violante - aveva comunicato che anche quella Procura indagava sull'omicidio Pecorelli. Cercai il procuratore della Repubblica a Palermo, dott. Giancarlo Caselli, che però era fuori sede. Un funzionario della Procura mi informò che potevo parlare con il dott. Scarpinato. Ebbi con questo magistrato la stessa conversazione che avevo avuto con il dott. Coiro, ma il dott. Scarpinato mi disse che preferiva avere una comunicazione formale. Di qui l'invio della mia lettera. Il testo della lettera era il seguente: "La informo che stamane alle ore 9.20 mi ha telefonato una persona, con accento che sembrava torinese, la quale mi ha detto che in via Tacito, sede di O.P. , ci sarebbe un tale Patrizio, braccio destro di Mino Pecorelli, il quale possiederebbe la copertina del numero di O.P. che non fu mai stampato a causa dell'omicidio del suo direttore. Sulla copertina ci sarebbero sei nomi leggendo i quali si comprenderebbe chi possiede oggi i documenti di Pecorelli, che sarebbero contenuti in una valigetta. La persona, che non ha voluto rivelarmi la propria identità, richiamerebbe la prossima settimana per dare ulteriori notizie"".

"Nessuna trama, quindi - conclude Violante - Anche in quell'occasione, come per tutte quelle analoghe, ho trasmesso all'Autorità Giudiziaria, nel quadro della leale cooperazione tra poteri dello Stato, le notizie di cui la Commissione era venuta in possesso".

(1 NOVEMBRE 2003, ORE 9:50)
"

Come il calamaro sul serio....... una nuvola d'inchiostro....e via.....


Saluti liberali

Pieffebi
01-11-03, 15:58
Come era prevedibile, dopo la sentenza della Cassazione che cestina la condanna di Perugia pronunciata contro il Senatore a Vita Giulio Andreotti, questo ultimo ricorrerà alla stessa Suprema Corte anche per la prima parte della sentenza di Appello di Palermo, altrettanto risibile, contraddittoria e infondata.

Ma ora facciamo un po' di cronologia:

- il 5 aprile 1993 il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, "onorevole" Luciano Violante, ex magistrato, invia una lettera (dice a seguito di una TELEFONATA :D anonima) a Roberto Scarpinato, pubblico ministero di Palermo, relativamente al caso Pecorelli. Tre giorni prima "arriva agli atti" il nome di Andreotti;

- il 6 aprile 1993 (ma quarda che sincronismo....) è approvata la relazione della Commissione Violante in cui si fa espresso cenno alla "funzione di Andreotti nei rapporti tra mafia e politica". Gli si attribuisce la funzione di "cerniera" fra Cosa Nostra e "il sistema politico dominante" (ossia quello che ha impedito ai comunisti di ridurre l'Italia a un satellite dell'URSS, con dispiacere del partito di Violante e di tanti suoi compagni di strada.....). Una condanna anticipata (altro che Telekom Serbia.....) con interferenza rispetto al potere giudiziario che sarà via via smentita dalle SENTENZE DEFINITIVE della magistratura, e che presto troverà la sua conclusione finale con il ricorso per Cassazione contro le contraddizioni di talune affermazione dei giudici d'appello palermitani....

- nell'aprile 1993 il criminale mafioso Tommaso Buscetta, divenuto "collaboratore di giustizia" accusa il Senatore Andreotti di essere il mandante dell'assassinio del giornalista Pecorelli

- nel marzo 1995 il senatore Andreotti è rinviato a giudizio con l'accusa di associazione mafiosa (poi...."concorso esterno in associazione mafiosa" .....con l'invenzione di una nuova fattispecie di appartenenza alla criminalità organizzata);


Saluti liberali

MrBojangles
01-11-03, 16:06
Pecorelli: un colpo di pistola
24 anni di inutili processi
Assolto in primo grado, condannato in appello
Giulio Andreotti, adesso, è fuori per sempre dalla vicenda


PERUGIA - Carmine, Mino per chi lo conosceva bene, Pecorelli venne ucciso a Roma il 20 marzo del 1979. Un killer gli sparò contro quattro colpi di pistola calibro 7.65 poco dopo che il giornalista aveva lasciato la redazione di Op.

Alle 20.40 il delitto viene segnalato alla sala operativa dell' Arma da Ciro Formuso, carabiniere ausiliario di passaggio in via Orazio dove il giornalista aveva lasciato la sua autovettura. La procura di Roma avvia un' inchiesta a carico di ignoti affidata al magistrato di turno, dottor Mauro, ed a Domenico Sica. Nell' indagine vengono coinvolti Massimo Carminati, Licio Gelli, Antonio Viezzer, Cristiano e Valerio Fioravanti.

Il 15 novembre del 1991 il giudice istruttore Francesco Monastero proscioglie tutti gli indagati per non avere commesso il fatto.

Il 26 novembre del '92 Tommaso Buscetta riferisce ai pm di Palermo di avere appreso da Stefano Bontade, nel 1980, e da Gaetano Badalamenti, due anni dopo, che l' omicidio Pecorelli era stato eseguito da loro due su richiesta dei cugini Salvo.

Il 6 aprile 1993 Buscetta, in Florida, ancora davanti ai magistrati siciliani, sostiene che Badalamenti (il quale nega però la circostanza) gli avrebbe parlato anche di un interessamento di Andreotti al delitto. Due giorni dopo il verbale del pentito viene inviato dai pm siciliani a quelli di Roma che il 14 aprile iscrivono Andreotti nel registro delle notizie di reato.

Il 29 luglio il Senato concede l' autorizzazione a procedere per l'ex presidente del Consiglio. In base alle dichiarazioni di Buscetta il pm Giovanni Salvi indaga anche Gaetano Badalamenti e Giuseppe Calò.

Nell'agosto '93 le dichiarazioni dei pentiti della banda della Magliana, in particolare quelle di Vittorio Carnovale, coinvolgono l' allora pm romano Claudio Vitalone.

Il 17 dicembre 1993 l'inchiesta arriva alla procura di Perugia, competente ad indagare sui magistrati romani. Nel capoluogo umbro Vitalone viene ufficialmente iscritto nel registro delle notizie di reato.
In base alle accuse dei pentiti Fabiola Moretti ed Antonio Mancini il 7 gennaio 1995 i pm umbri indagano Michelangelo La Barbera e chiedono la riapertura dell' inchiesta su Carminati.

Il 20 luglio 1995 l'allora procuratore capo Nicola Restivo e i sostituti Fausto Cardella e Alessandro Cannevale depositano la richiesta di rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio, per Andreotti, Vitalone, Badalamenti, Calò, La Barbera e Carminati.
Quest'ultimo chiede e ottiene di essere processato con il rito immediato, saltando così l'udienza preliminare.

Il 5 novembre '95 il gip Sergio Materia rinvia a giudizio gli altri cinque imputati.

L'11 aprile del 1996 comincia formalmente il processo. A presiedere la Corte d' assise è Paolo Nannarone che però risulta incompatibile in base alla sentenza della Corte costituzionale sul doppio ruolo dei giudici. Lo sostituisce Giancarlo Orzella, e il 6 giugno '96 il processo entra nel vivo.

Il 30 aprile '99 i pm chiedono l'ergastolo per tutti gli imputati.

Il 4 agosto cominciano a parlare le parti civili e le difese.

Il 24 settembre '99 tutti gli imputati vengono assolti per non avere commesso il fatto". Il primo agosto del 2000 vengono depositate le motivazioni di quella sentenza.

Il 2 dicembre la procura di Perugia presenta appello contro tutte la assoluzioni.

Il 13 maggio 2002 comincia il processo d'appello.

Il 19 settembre i pm Alessandro Cannevale e Sergio Matteini Chiari chiedono la condanna di tutti gli imputati a 24 anni di reclusione.

Il 17 novembre la Corte emette la sua sentenza. I giudici riformano parzialmente la decisione di primo grado condannando a 24 anni di reclusione Andreotti e Badalamenti. Confermate invece le assoluzioni di Vitalone, Calò, La Barbera e Carminati.

Il 13 febbraio 2003 vengono depositate le motivazioni di quella sentenza.

Il 26 marzo i difensori di Andreotti presentano ricorso in Cassazione contro la condanna e lo stesso fanno il giorno dopo i legali di Badalamenti. Il primo aprile è invece la procura generale di Perugia a rivolgersi ai Supremi giudici contro l'assoluzione di Vitalone, Calò, La Barbera e Carminati.

Il 29 ottobre comincia l'udienza davanti alle Sezioni unite della Cassazione e il pg chiede l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna per Andreotti e Badalamenti, cioè la loro assoluzione definitiva, nonchè il rigetto del ricorso della procura generale di Perugia contro il proscioglimento degli altri quattro imputati.

Oggi l'annullamento, senza rinvio, della sentenza di secondo grado emessa dai magistrati di Perugia, che sancisce l' estraneità di Andreotti e Badalamenti al delitto.

(30 ottobre 2003)

Pieffebi
01-11-03, 16:24
" Caso Pecorelli: dopo l’assoluzione, il senatore a vita interviene e accusa il capogruppo Ds alla Camera
Andreotti: «Violante fu scorretto»
Telefonata di Ciampi e lettera di Pera: «Si chiude un’epoca feroce, apriamo una nuova stagione»





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ROMA



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Il sassolino che Giulio Andreotti si è tolto dalle scarpe tirandolo a Luciano Violante (accusato di «scorrettezza») provoca una valanga di polemiche sul capogruppo dei Ds alla Camera, messo sotto accusa da Forza Italia e difeso a spada tratta dal suo partito. Mentre Violante finisce sotto tiro, Andreotti si gode la vittoria e riceve cori unanimi di complimenti e felicitazioni, a cominciare da una telefonata del Capo dello Stato, seguita in serata da una del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, per conto di Berlusconi impegnato in Cina. Ma le considerazioni più significative sono probabilmente quelle del presidente del Senato, Marcello Pera. In una lettera ad Andreotti, Pera scrive che il «calvario» del senatore è stato anche frutto di «un’epoca feroce» in cui la giustizia è stata «arma politica» con tanto di accuse, delazioni, insinuazioni gratuite o infondate. E «certi magistrati» sono stati «partecipi attivi della volontà di processare un sistema», con i pentiti «ascoltati come oracoli e usati come prove regine » Un’epoca che va chiusa definitivamente aprendo «una stagione virtuosa» di rapporti fra politica e magistratura. Se le considerazioni di Pera sono sul piano istituzionale, su quello politico lo scontro si concentra su Violante, che peraltro preferisce non rispondere ad Andreotti che lo accusa di essere stato scorretto da presidente della Commissione Antimafia, quando cominciò la storia chiusa giovedì dalla Cassazione. Il cerino acceso da Andreotti ha dato fuoco alle polveri di Forza Italia. Il compito di attaccante è stato anche stavolta assunto dal coordinatore, Sandro Bondi, che invita Violante a fornire «spiegazioni» su «alcune vicende circostanziate» che sono «all’origine delle accuse» ad Andreotti. Anche il capogruppo al Senato, Renato Schifani, parla di una «verità su Violante» che ora deve venire fuori. Queste accuse sono, per i Ds, una autentica «aggressione». Lo ha detto per primo Gavino Angius, capogruppo al Senato, e lo ha poi ribadito dall’America Latina il segretario Piero Fassino nell’esprimere solidarietà a Violante. L’assoluzione di Andreotti è una buona notizia per l’Italia, ha detto Fassino, e non può giustificare «campagne di odio» o strumentalizzazioni montate su di essa. Se i Ds si attestano a difesa di Violante, dalla Margherita non arrivano nè accuse nè difese. Rutelli preferisce sottolineare la differenza fra chi rispetta le leggi e chi le «smantella per fini personali». Ma per Rutelli resta vero che «per molti anni» c’è stato un intreccio fra potere politico e mafia, e che oggi si rischia un «ritorno di tangentopoli». Gli ex Dc, compatti sull’uno e sull’altro fronte ad applaudire il senatore a vita, si tengono in prevalenza fuori dallo scontro su Violante. Il segretario dell’Udc, Marco Follini, preferisce un discorso generale, parlando di un processo basato su un’accusa «surreale», e della necessità di riflettere sulla giustizia e sui suoi rapporti con la politica; ma senza dimenticare, avverte Follini, che «la questione morale esiste» e non può essere cancellata dalla giusta esigenza che la giustizia non invada il campo politico. "


Ottimo Follini.


Saluti liberali

MrBojangles
01-11-03, 16:52
Quando la Destra accusava Andreotti
all’Antimafia...

Enrico Fierro
ROMA Il regista del Grande complotto contro la Dc e Giulio Andreotti ora ha un nome e un cognome: Luciano
Violante. I vari Bondi, Cicchitto, ma anche ex liberali e democristiani ora arruolati ad Arcore e dalla memoria assai labile, fissano una data precisa, 23 settembre 1992: quello fu l’inizio della grande congiura. Quel giorno Giorgio Napoletano e Giovanni Spadolini, presidenti di Camera e Senato, nominarono Violante Presidente della Commissione Parlamentare antimafia. Insieme a 25 senatori e altrettanti deputati, il parlamentare dei Ds è chiamato ad indagare sulle nuove mafie. Ma c’è una novità di non poco conto: la legge che istituisce la Commissione impone di indagare sul nesso tra mafia e politica. Sono gli anni degli omicidi politici eccellenti e delle stragi (Lima, Capaci, l’assassinio di Ignazio Salvo) che scuotono la società e i Palazzi. E’ utile ritornare con la memoria a quel periodo, anche per chiarire alcuni ricordi oggi troppo sbiaditi. Dice, ad esempio, il senatore Andreotti: «Quando era Presidente dell’Antimafia, Violante fece una grandissima scorrettezza nei miei confronti...
Arrivò una telefonata anonima che diceva che andando ad un certo indirizzo si potevano avere notizie sulla morte di Pecorelli, e Violante la mandò al pm di Palermo Scarpinato, che Dio solo sa cosa c’entra, tanto è vero che tre giorni dopo venne fuori il mio nome e la cosa fu mandata a Roma e poi a Perugia». Fermiamoci qui, perché sul punto la polemica è antica, e già in una
intervista sul settimanale «Panorama» del 21 agosto di quest’anno, il senatore a vita solleva la questione. Sette giorni dopo, risponde Violante. «La lettera - si legge - fu da me inviata al dottor Roberto Scarpinato, sostituto procuratore a Palermo, il giorno 5
aprile 1993, mentre il processo per l’omicidio Pecorelli fu trasferito da Roma a Perugina molti mesi dopo, tra la fine del 1993 e i primi giorni del ‘94». Quel 5 aprile, ricostruisce Violante, l’allora Presidente dell’Antimafia ricevette una telefonata anonima relativa all’omicidio del direttore di «Op». Violante informò il procuratore di Roma Michele Coiro, capo della Direzione distrettuale antimafia, per chiedergli se «agli uffici romani interessava avere una comunicazione formale della telefonata che mi
era pervenuta». Dopo pochi minuti Coiro richiamò e disse che non c’era bisogno di una lettera formale, aggiungendo che la vicenda poteva interessare anche la procura di Palermo. Che stava indagando sull’omicidio Pecorelli, e la cosa era pubblica fin dal 28 marzo. Violante chiamò la procura e chiese di parlare con il procuratore Giancarlo Caselli, che in quel momento era assente,
il magistrato disponibile era Scarpinato, che preferì avere una comunicazione scritta. Cosa fatta. Aggiunge Violante nella lettera a «Panorama »: «Non sapevo e non so se queste notizie fossero “grandi”, come sostiene il senatore Andreotti, o del tutto irrilevanti. Anche in quell’occasione ho ritenuto opportuno, nel quadro della leale collaborazione con i poteri dello Stato, trasmettere
all’autorità giudiziaria le notizie di cui la Commissione era venuta in possesso».
Sostiene ancora il senatore Andreotti: «Violante mi aveva chiesto se volevo essere sentito dalla commissione. Dissi di sì, sto ancora aspettando». Anche qui le cose stanno in modo un po’ diverso. Vediamo. Si inizia a parlare della convocazione dei «politici» il 27 ottobre del ‘92, quando l’ufficio di Presidenza dell’Antimafia stabilisce il proprio programma di lavoro. I nomi sono quelli di Giulio Andreotti, Aristide Gunnella e Mario D’Acquisto. La Commissione inizia a lavorare, vengono ascoltati pentiti come Contorno, Buscetta, Mutolo, Messina, il quadro dei rapporti tra mafia e politica comincia a delinearsi. Ma il 27 marzo sull’Antimafia piomba la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Andreotti da parte dei magistrati palermitani. «A questo punto - spiega Luciano Violante in una nota del 26 ottobre 1999 -, per evitare una sorta di processo pubblico fatto da 50 parlamentari nei confronti del senatore Andreotti, confondendo i documenti di Palermo, con i documenti dell’Antimafia, decidemmo di non procedere a questa audizione, fermo restando che quei parlamentari imputati, indiziati, accusati, che ritenevano di essere sentiti dall’Antimafia potevano chiederlo e la Commissione li avrebbe sentiti. Il senatore Andreotti non ce lo chiese. Ce lo chiesero altri, per esempio il senatore Gava, che fu ascoltato».
Ma il punto vero della polemica di queste ore, dopo la sentenza della Cassazione sull’omicidio Pecorelli, è la relazione della Commissione sui rapporti tra mafia e politica, che Violante presenta al plenum il 30 marzo del ‘93. C’è un punto che fa
discutere e divide, e riguarda proprio Andreotti. Leggiamo: «E’ stata chiesta dalla Procura di Palermo l’autorizzazione
a procedere nei confronti del senatore Andreotti per il delitto di concorso in associazione per delinquere mafiosa. Sulla base dei documenti di cui dispone la Commissione, l’accertamento delle eventuali responsabilità penali di Andreotti è un atto dovuto». La formulazione, come si vede, è prudente, addirittura burocratica. Ma divide ugualmente il mondo politico e provoca le proteste della Democrazia Cristiana. Mino Martinazzoli, allora segretario Dc, riunisce i suoi, in molti sono tentati dal non voto. La Lega, in Antimafia rappresentata da Mario Borghezio, è invece favorevole alla relazione Violante. Alterio Matteoli (oggi ministro dell’Ambiente) è contrario, giudica la relazione troppo morbida nei confronti di Andreotti e della Dc: «La filosofia dei democristiani è radicata nel convincimento che i pentiti sono credibili su tutto, fuorché quando coinvolgono il senatore Andreotti». Il 6 aprile la relazione viene approvata con due soli voti contrari, quello di Matteoli e di Marco Taradash. La frase su Andreotti riscritta: «Risultano certi alla Commissione i collegamenti di Salvo Lima con uomini di Cosa Nostra. Egli era il massimo esponente in Sicilia della corrente democristiana che fa capo a Giulio Andreotti. Sulla eventuale responsabilità politica del senatore Andreotti, derivante dai suoi rapporti con Salvo Lima, dovrà pronunciarsi il Parlamento». Altro che processo e grande congiura, la Commissione parla di responsabilità politiche di Andreotti per i suoi rapporti con Lima. Quelle responsabilità politiche sulle quali nessuno, né Andreotti, né i garantisti di oggi, né il Parlamento, hanno mai inteso pronunciarsi.
Le memorie, però, sono labili. «I democristiani - dice oggi l’ex Senatore Saverio D’Amelio, membro dc della Commissione Antimafia di Violante - non difesero Andreotti».
Votò a favore di quella relazione.
Chi ha buona memoria è Clemente Mastella, che proprio a «Porta a Porta » ha ricordato il perché del voto favorevole della Dc. «Ricordi Giulio? », ha detto il leader Udeur rivolto proprio ad Andreotti, «ne parlammo anche con te». La Dc non poteva votare contro, «ci avrebbero accusati di essere conniventi con la mafia», e «utilizzammo un minimo di atteggiamento andreottiano», aggiunge Mastella. Cambiata la frase su Andreotti si poteva votare sì. La relazione era ammorbidita. Al punto che Marco Taradash, in Antimafia per il fronte antiproibizionista, non la votò. E’ una vittoria della Dc, tuonò con parole forti. «Una
larga maggioranza di unità nazionale antimafiosa, ha dimostrato che mai in questo Paese vi è stata compromissione
strutturale tra sistema dei partiti e criminalità mafiosa. La partitocrazia si autoassolve e consegna qualche testa alla storia. Tutti a favore, lupi sciacalli e gattopardi. La relazione finale individua come responsabili delle connessioni politico mafiose soltanto i morti e gli invalidi. La Sicilia e l’Italia tutta se la ridono». Oggi, Taradash ha cambiato idea:
«Violante offriva ai democristiani il capro espiatorio per salvarsi dallo sfacelo». Memoria corta ha anche Alfredo Biondi, oggi di Forza Italia, al tempo membro liberale dell’Antimafia. «Siamo di fronte ad una relazione importante che tiene conto sia della realtà politica che di quella sociale a cui la mafia è interessata». Ieri.
Oggi Biondi non ricorda («sono passati tanti anni, non so se andai a votare oppure no») e giudica: «L’Antimafia di Violante si trasformò in una tagliola giudiziaria». Biondi votò a favore di quella relazione su mafia e politica.
Chi invece già allora era convinto che c’era il complotto è l’attuale ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, ma si trattava di un complotto di segno diverso. L’obiettivo – secondo l’Msi di Fini e Matteoli – era quello di insabbiare tutto. La relazione Violante è «acqua fresca», Dc e Pds l’hanno approvata con un intento «doloso». «Dc e Pds vogliono salvare Andreotti dal processo». Parola di Matteoli: questa era la vera congiura.

Forse prima t'era "sfuggito".
Tutte le parti in grassetto sono dichiarazioni dei diretti interessati o FATTI storici.

Pieffebi
01-11-03, 17:00
Non mi è sfuggito nulla. So bene chi mostrava i cappi in Parlamento in un certo passaggio storico del crollo della "prima repubblica" e so chi faceva manifestazioni con scritto sulla maglietta, rispetto ai Parlamentari : "siete circondati". Ma so bene che le impronte digitali sulla persecuzione giudiziaria al senatore Andreotti (e in tanti altri casi) è di altri. Di segno politico opposto. Ci sono anche giustizialisti di destra (l'ho sempre detto, anche tra i pm, ove Di Pietro e Davigo non erano certo......comunisti....)

Saluti liberali

MrBojangles
01-11-03, 17:18
In origine postato da Pieffebi
Non mi è sfuggito nulla. So bene chi mostrava i cappi in Parlamento in un certo passaggio storico del crollo della "prima repubblica" e so chi faceva manifestazioni con scritto sulla maglietta, rispetto ai Parlamentari : "siete circondati". Ma so bene che le impronte digitali sulla persecuzione giudiziaria al senatore Andreotti (e in tanti altri casi) è di altri. Di segno politico opposto. Ci sono anche giustizialisti di destra (l'ho sempre detto, anche tra i pm, ove Di Pietro e Davigo non erano certo......comunisti....)

Saluti liberali

Apprezzo (forse per la prima volta) quanto hai scritto.
(E non c'è NESSUNA ironia; né sarcasmo)

Ma, a maggior ragione, dissento sul tuo "normale" atteggiamento nei confronti di chi dissente e di chi (me in primis) ti chiede di confutare FATTI, ricevendo solo opinioni e disprezzo.

Pieffebi
03-11-03, 14:25
dal quotidiano Il Giornale........

" il Giornale del 03/11/2003


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«Il giustizialismo ha portato i Ds al governo»
Il senatore ulivista Del Turco accusa l'ex presidente dell'antimafia: «Ha avvelanato la politica italiana»
Luca Telese
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Sulle responsabilità politiche dei Ds nel caso Andreotti dice cose durissime, ma le accompagna a quella che definisce "una mano tesa". Su quello che chiama "il decennio giustizialista" cita nomi e cognomi degli uomini che hanno segnato una stagione, "non per imbastire un contro processo, ma perché ognuno possa realizzare una civile autocritica". Ottoviano Del Turco, ex presidente dell'Antimafia e senatore Sdi vorrebbe che al "chi sa parli" di taglio giudiziario, si sostituisse un "chi vuole cambiare, parli" di spirito costruttivo. Il primo a parlare, dice, dovrebbe essere il suo predecessore, Luciano Violante. Non per aprire "un nuovo processo", precisa, "ma per mettere fine alla stagione dei veleni". Nel periodo in cui fii gestita dall'attuale capogruppo dei Ds alla Camera, dice il senatore socialista senza troppe perifrasi "L'Antimafia fu l'incubatore infettivo che ha avvelenato il sistema dei partiti". Su Leoluca Orlando il giudizio è severissimo: "Pochi ricordano che Alfredo Galasso, difensore della famiglia Pecorelli a Perugia, era allo stesso tempo difensore del superpentito Angelo Siino e coordinatore della Rete, un movimento eversivo che usava ogni arma possibile contro il sistema che voleva abbattere". I rapporti tra Quercia e magistrati? "Per aver definito sudamericana una riunione dei senatori Ds con Caselli fui querelato da un ambasciatore". Il senatore Guido Calvi? Del Turco è sarcastico: "Lui è un ossimoro: è l'unico avvocato giustizialista che io conosca". E i leader della Dc? " Attaccarono Andreotti sperando di salvare il loro partito, svolgendo insieme a tutti gli altri leader in commissione Antimafia il ruolo di killer politici".
Senatore Dei Turco, lei usa parole pesanti come macigni, ma non vuole che il processo Andreotti sia celebrato contro altri. Non le pare contraddittorio? "Assolutamente no. Io faccio un ragionamento politico, e dico: non c'è nulla di male se nella sinistra si apre una riflessione autocritica su errori, esasperazioni e contraddizioni del passato. Nulla di male nel riconoscere questi limiti. Tre dei più grandi leader italiani del dopoguerra hanno costruito le loro fortune politiche su un'autocritica: Togliatti apri la revisione sull'Urss con l'intervista a Nuovi argomenti, Nenni chiuse la pagina del Fronte popolare con il congresso di Venezia, Moro pose le fondamenta della sua grande stagione politica con il congresso di Napoli".
Questo per dire che i Ds dovrebbero per lei fare una "Bad Godesberg giustizialista", una revisione sugli anni Novanta?
"Ne sono convinto. La sentenza su Andreotti lascia sul campo temi duri come macigni. La cosa che mi fa diventare matto è che in questo quadro diventano quasi secondarie le responsabilità di Violante, che pure ci sono, e di cui parleremo. Capisco bene che i Ds difendano Violante a spada tratta: e' stato un pezzo cruciale della loro legittimazione sulle vie del governo".
In che senso?
"Grazie al giustizialismo e al suo legame con la politica, i post comunisti, mentre in tutto il mondo il comunismo crollava, sono andati al governo portando un leader a Palazzo Chigi. Le pare poco?".
Non sono fattispecie di reato... "Per carità: faccio un ragionamento politico. Ma mi pare difficile negare il fatto che di questa stagione Violante sia stato protagonista indiscusso. Sa cosa trovo paradossale?
Che ancora ieri il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Edmondo Bruti Liberati, abbia censurato il fatto che il presidente del Senato abbia preso atto con sollievo dell'assoluzione di Andreotti da un'accusa infamante".
La considerava un'ingerenza indebita, lei non trova? "Ingerenza? Anomala è l'idea che un senatore fosse in regime di... libertà provvisoria. Che Pera gioisca di una assoluzione è ovvio. Che nella stessa sede dica che sarebbe necessario partire da questo evento per una riflessione sugli eccessi del giustizialismo è banale. Soprattutto dopo i tanti silenzi dell'Annv.
Me ne citi uno in particolare. "Ma insomma! Cosa ha detto Bruti Liberati quando Caselli, durante il processo di Palermo, partecipava addirittura ad una assemblea al gruppo parlamentare Ds?".
Cosa si disse in quella sede?
"Ma è un fatto che non ha eguali nella storia del mondo! Una violazione plateale del più banale principio di separazione dei poteri".
Ma era al Senato, non c'entrava l'amicizia tra Violante e Caselli... "Assolutamente no: furono altri senatori a invitare Caselli, Cesare Salvi, Guido Calvi... L'intento, il più nobile del mondo, confermare l'impegno dei Ds nella lotta alla mafia, ma insomma: per aver detto che era una pratica sudamericana un ambasciatore latinoamericano mi minacciò di querela".
Chi condivise quella battaglia? "Nessuno: sono l'unico presidente dell'antimafia colpito da mozione di sfiducia. Fu fumata dall'Ulivo, la mia coalizione, e dai leghisti Borghezio e Pezzotti, scriva i nomi. Per aver detto che i pentiti non possono riscrivere la storia d'Italia!". Chi, secondo lei, dovrebbe rivedere le sue posizioni?
"Approfitto di questa intervista per un appello al direttore di Radioradicale, Massimo Bordin, che ha un archivio prezioso. Ritrasmetta le relazioni dei commissari all'Antimafia su Andreotti! Non solo i diessini, ma tutti gli altri, dissero ogni cosa, denunciarono qualunque nefandezza. Solo Taradash si sottrasse". Lei accusa anche gli ex Dc. Chi? "Non voglio fare il gioco dei nomi, ma per fortuna è tutto scritto, registrato: svolsero il ruolo di killer, gli uomini della Dc fecero quasi a gara, chi per convinzione politica, chi convinto di affondare Andreotti per salvare il proprio partito: Paolo Cabras, Clemente Mastella, ma anche il liberale Alfredo Biondi...".
Lei però dice: niente imputati. "Si, non servono: quello che mi preme è che la storia d'Italia non passi agli atti come un sordido complotto che tiene insieme la mafia, De Gasperi, il Kgb, Scelba, Pio XII. Tutto in base a teoremi: usando questi teoremi la Sicilia l'hanno governata tutti. Applicando il parametro che Orlando ha applicato ad Andreotti, alle sue due elezioni a sindaco, anche quelle dovrebbero essere inquinate da voti mafiosi".
Che lei non ami Orlando è noto... "Pochi ricordano che Alfredo Galasso, difensore della famiglia Pecorelli, era allo stesso tempo difensore del superpentito Angelo Sino e coordinatore della Rete, un movimento eversivo che usava ogni arma possibile contro il sistema che voleva abbattere. Sciascia scrisse su questo pagine memorabili".
I professionisti dell'antimafia? "Non solo, anche I Pugnalatori. La Rete fu un movimento eversivo che fra il '93 e il '96 ha contribuito alla fine del sistema politico. Giavanni Falcone, pochi lo ricordano, fu accusato da Orlando, e dovette lasciare la procura di Palermo per andare a Roma perché non applicava i metodi del sospetto ".
Ma non credo che lei voglia un'abiura da Violante, no?
"No. Violante deve ammettere un solo errore: aver mantenuto la toga da accusatore sia da magistrato che da politico. Ora non vorrei che diventasse imputato. Trovo assurdo che Roberto Centaro voglia trasformare l'Antimafia in una cura omeopatica contro il giustizialismo. Durante la presidenza Violante fu l'incubatore infettivo del virus giustizialista che ha avvelenato il sistema dei partiti. Ora non va commesso l'errore opposto".
Lei vorrebbe da lui e dagli altri diessini un "chi sa parli" che aiuti a voltare pagina?
"Vorrei un... chi vuole cambiare prenda atto dei suoi errori e volti pagina. Perche' se si continua cosi' non si va da nessuna parte".
"

Caro onorevole Del Turco...... Il signor Violante è il presidente del gruppo parlamentare Diessino alla Camera dei Deputati. Ossia è uno degli uomini più importanti ed influenti del partito EGEMONE (in tutti i sensi) dello schieramento di cui LEI fa parte. Tragga quindi da solo le uniche conclusioni possibili........... La ringraziamo comunque per la franchezza e per la sua testimonianza di esponente di quel poco di socialismo liberale che esiste in questo sfortunato Paese.

Saluti liberali

Dario
03-11-03, 14:54
In origine postato da Pieffebi
- il 6 aprile 1993 (ma quarda che sincronismo....) è approvata la relazione della Commissione Violante in cui si fa espresso cenno alla "funzione di Andreotti nei rapporti tra mafia e politica". Gli si attribuisce la funzione di "cerniera" fra Cosa Nostra e "il sistema politico dominante"...Tu, o che per te, hai dimenticato una frase, che se permetti ti preciso:
il 6 aprile 1993 (ma quarda che sincronismo....) è approvata quasi allunanimità, inclusi TUTTI i commissari DC la relazione della Commissione Violante in cui si fa espresso cenno alla "funzione di Andreotti nei rapporti tra mafia e politica". Gli si attribuisce la funzione di "cerniera" fra Cosa Nostra e "il sistema politico dominante"...

Pieffebi
03-11-03, 15:30
Spiacente, questo aspetto è stato già abbondantemente commentato....... Sei un po' distratto.

Saluti liberali

Dario
03-11-03, 15:54
In origine postato da Pieffebi
....Caro onorevole Del Turco...... Il signor Violante è il presidente del gruppo parlamentare Diessino alla Camera dei Deputati. Ossia è uno degli uomini più importanti ed influenti del partito EGEMONE (in tutti i sensi) dello schieramento di cui LEI fa parte. Tragga quindi da solo le uniche conclusioni possibili........... La ringraziamo comunque per la franchezza e per la sua testimonianza di esponente di quel poco di socialismo liberale che esiste in questo sfortunato Paese.Mi hai fatto quasi piangere, ma pazienza.

Io invece ho un altro dubbio: è vero che Violante "è uno degli uomini più importanti ed influenti" dello schieramento di cui Del Turco fa parte. Ora il fatto che Del Turco sia uno dei "signor Nessuno" del suo partito e dello schieramento, non potrebbe aver un attimino influito su questi giudizi?

In quanto poi a partiti EGEMONI, lasciamo perdere, voi avete il PADRONE EGEMONE, e dovreste avere un pò più di ritegno.

Dario
03-11-03, 16:00
In origine postato da Pieffebi
Spiacente, questo aspetto è stato già abbondantemente commentato....... Sei un po' distratto.A maggior ragione dimenticarsi la circostanza della votazione unanime è come minimo sospetto.... :D :D

Pieffebi
03-11-03, 19:36
Sì, nel governo dell'Ulivo si agiva così e peggio. Qualcuno andava a ricevere delle terroriste di ritorno dalle galere americane con mazzi di rose, e qualcun altro mandava lettere alle scuole invitando i docenti a far leggere ai giovani le opere del fondatore italiano del SUO partito, altri ancora sovietizzavano la sanità (a detta di altri ministri ulivisti e pipisti dell'epoca), altri ancora....... cestinavano le lettere che li informavano su certi affari della Telecom (ossia non tenevano conto di certi....consigli e allarmi, anche stranieri) e finanziavano un tiranno genocida nazi-comunista (ma anche uno comunista caraibico), per poi bombardarlo quando dovevano essere sdoganati da Clinton ne "l'Ulivo Mondiale"............ per non dire..............
Circa l'ignoranza..............bhe................ha poco a che fare con l'essere socialisti liberali o illiberali. Togliatti era coltissimo, in materie giuridiche, filosfiche e letterarie. Era tra i più colti dei servi di Stalin. Sarà per quello che ha ancora sezioni di partiti ulivisti intitolate a lui....... lui che prendeva i soldi e le armi di Mosca, quando a Mosca c'era baffone, e ha continuato anche dopo.....fino a farsi curare dai medici sovietici, fare le vacanze in URSS, considerare l'URSS la sua vera Patria......

Nel merito il signor Del Turco ha detto alcune cose sostanzialmente incontestabili. Sarà un ignorante in materie giuridiche, come tanti altri, compresi taluni ex magistrati (evidentemente non aggiornati) prestati alla politica......ma ha buona memoria. Certi fattacci li ha ricordati con una certa precisione.....e quelli restano.

Saluti liberali

MrBojangles
03-11-03, 20:08
In origine postato da Pieffebi
Sì, nel governo dell'Ulivo si agiva così e peggio. Qualcuno andava a ricevere delle terroriste di ritorno dalle galere americane con mazzi di rose, e qualcun altro mandava lettere alle scuole invitando i docenti a far leggere ai giovani le opere del fondatore italiano del SUO partito, altri ancora sovietizzavano la sanità (a detta di altri ministri ulivisti e pipisti dell'epoca), altri ancora....... cestinavano le lettere che li informavano su certi affari della Telecom (ossia non tenevano conto di certi....consigli e allarmi, anche stranieri) e finanziavano un tiranno genocida nazi-comunista (ma anche uno comunista caraibico), per poi bombardarlo quando dovevano essere sdoganati da Clinton ne "l'Ulivo Mondiale"............ per non dire..............
Circa l'ignoranza..............bhe................ha poco a che fare con l'essere socialisti liberali o illiberali. Togliatti era coltissimo, in materie giuridiche, filosfiche e letterarie. Era tra i più colti dei servi di Stalin. Sarà per quello che ha ancora sezioni di partiti ulivisti intitolate a lui....... lui che prendeva i soldi e le armi di Mosca, quando a Mosca c'era baffone, e ha continuato anche dopo.....fino a farsi curare dai medici sovietici, fare le vacanze in URSS, considerare l'URSS la sua vera Patria......

Nel merito il signor Del Turco ha detto alcune cose sostanzialmente incontestabili. Sarà un ignorante in materie giuridiche, come tanti altri, compresi taluni ex magistrati (evidentemente non aggiornati) prestati alla politica......ma ha buona memoria. Certi fattacci li ha ricordati con una certa precisione.....e quelli restano.

Saluti liberali

Resta da capire cosa c'entri tutto questo con l'omicidio di Pecorelli.

O stai solo facendo da "burattinaio" ai vari Michele S, svicolone, Malik e "incursori-guastatori" vari?

Pieffebi
03-11-03, 22:08
Rispondevo alle giuste critiche di un tuo compare ad un ex ministro dell'Ulivo, aggiungendo da parte mia alcune annotazione su altri ......compari suoi e vostri. Cosa c'entra con Pecorelli? Erano compari anche di Violante............. e dunque............
A proposito.....Andreotti votò la fiducia ai governi Ulivisti.
Nessun mortale è perfetto e davvero innocente fino in fondo, come dice la Scrittura.

Shalom!!!

MrBojangles
03-11-03, 22:17
In origine postato da Pieffebi
Rispondevo alle giuste critiche di un tuo compare ad un ex ministro dell'Ulivo, aggiungendo da parte mia alcune annotazione su altri ......compari suoi e vostri. Cosa c'entra con Pecorelli? Erano compari anche di Violante............. e dunque............
A proposito.....Andreotti votò la fiducia ai governi Ulivisti.
Nessun mortale è perfetto e davvero innocente fino in fondo, come dice la Scrittura.

Shalom!!!

Solo tu, strumentalmente (e mistificando come al solito) puoi definire Del Turco un "mio" (???????) compare.
Un ex socialista sodale di un pluricondannato per corruzione e riciclaggio di ruberie pubbliche.
Chissà com'è me ne viene in mente un altro, che gli era (ed è) amico.

Cè qualcosa che "ti sfugge"; qualcosa che proprio NON vuoi capire.
Io NON sto con i farabutti, i pregiudicati, i corruttori , gli evasori rei confessi, i mafiosi, gli amici dei mafiosi, i piduisti, i monopolisti, i bugiardi, etc.
Io sto con chi li vuole LONTANI dalla "cosa pubblica".
E non è certo una "bandiera" o le baggianate pseudostoricistiche che mi fanno da discrimine.
O lo sei o non lo sei.
Del "colore" non me ne può fregar di meno.

Salutami le tue "frequentazioni".

Oliviero (POL)
04-11-03, 01:31
In origine postato da MrBojangles
Solo tu, strumentalmente (e mistificando come al solito) puoi definire Del Turco un "mio" (???????) compare.
Un ex socialista sodale di un pluricondannato per corruzione e riciclaggio di ruberie pubbliche.
Chissà com'è me ne viene in mente un altro, che gli era (ed è) amico.

Cè qualcosa che "ti sfugge"; qualcosa che proprio NON vuoi capire.
Io NON sto con i farabutti, i pregiudicati, i corruttori , gli evasori rei confessi, i mafiosi, gli amici dei mafiosi, i piduisti, i monopolisti, i bugiardi, etc.
Io sto con chi li vuole LONTANI dalla "cosa pubblica".
E non è certo una "bandiera" o le baggianate pseudostoricistiche che mi fanno da discrimine.
O lo sei o non lo sei.
Del "colore" non me ne può fregar di meno.

Salutami le tue "frequentazioni".





Del Turco, Ottaviano



Senatore della Repubblica. Eletto in Abruzzo, con il recupero proporzionale, nella lista del Girasole. Del Turco fa parte del partito socialista di Enrico Boselli, alleato con il centrosinistra. è stato dirigente sindacale, vicesegretario generale della Cgil. Poi, dopo il crollo di Bettino Craxi accusato di tangenti, nel 1993 è stato eletto segretario del Psi. è stato ministro nel secondo governo Amato. Il costruttore Vincenzo Lodigiani, arrestato per tangenti nel 1993, ha dichiarato di aver dato soldi anche a Del Turco, quando era dirigente sindacale.


De Rigo, Walter

Pieffebi
04-11-03, 21:57
Dei tizi sono stati fatti condannare da Di Pietro per aver dato, fra gli altri ...........un miliardo di vecchie lire al PCI di Occhetto, Dalema, Violante e kompagni. Nessun comunista è stato punito, perchè dice Di Pietro, non si è potuto trovare la persona fisica che ha preso i soldi per il partito, e la responsabilità penale....giustamente ..........e' personale. Il compagno Greganti poi........ :D .................che favole ragazzi!!!

ma ripetiamo .........

C'è chi fa lo schizzinoso con ex comunisti come Giuliano Ferrare e altri.....e girotonda agli ordini degli ex trotzkysti (non pentiti) Flores D'arcais, Nanni Moretti e dell'ex teorico della LOTTA ARMATA compagno professor Pancho .......
De gustibus..............

dal quotidiano LIBERALDEMOCRATICO il Giornale

"
il Giornale del 04/11/2003


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«Quegli anni tra Violante, Caselli e Rognoni»
Intervista con il presidente emerito Francesco Cossiga: quell'Antimafia fu la tomba della Dc
Mario Sechi
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Ha letto l'intervista di Ottaviano Del Turco al Giornale, incontrato il rabbino di Roma, sbrigato mille telefonate, disquisito di cose sarde e perfino rimbrottato un centralinista di Palazzo Chigi che voleva passargli il sottosegretario sbagliato. Poteva non dire la sua sull'assoluzione di Andreotti e, soprattutto, sul day.after della sinistra giudiziaria e della magistratura militante? No, che non poteva. Presidente Cossiga, Del Turco ha scatenato un ciclone. Mastella vuol portarlo in tribunale.
"Do un consiglio a Clemente: lasci stare le querele. Le aule di giustizia non sono luoghi di battaglia politica. E poichè i verbali del Parlamento fanno fede, perderebbe la causa se si imbattesse in un magistrato integerrimo". [ :D ]
Del Turco ha usato la parola "killer" per i post-dc in commissione Antimafia che abbandonarono Andreotti. Forse è un po' fortina...
"Non sono d'accordo sul forte epiteto di killer. Perchè killer non erano neanche i sacerdoti del Tempio che dissero: è meglio che uno muoia per la salvezza di molti. Anche se in questo caso in molti non si sono salvati". Infatti nelle sacre scritture dell'Antimafia non ci sono i nomi di Gava e Forlani, che non si salvarono. Perchè la Dc abbandonò al suo destino Andreotti?
" Debbo lodare il coraggio dell'amico Mastella, che in una intervista di oggi mette in chiaro come fu la viltà della Dc, che si sentiva assediata che diede inizio al calvario di Andreotti. Forse se si dovesse trovare la data dell'inizio del lento suicidio di questo grande partito si potrebbe individuare nel giorno in cui i democratico-cristiani votarono a favore della relazione Violante in Commissione Antimafia o perché, come dice Clemente, assediati, o forse perché qualcuno, i "furbi" dei dirigenti di allora, credevano, dando in pasto alla "belva giudiziaria" il povero Andreotti, di ottenere la salvezza di molti altri! Come poi dolorosamente dovettero ricredersi! Altro che le picconate di Francesco Cossiga ".
Torniamo a Andreotti. lE vero che gli ha espresso solidarietà, ma forse da lei ci si aspettava qualcosa di più, visto che l'assoluzione del senatore a vita è un terremoto sulla questione giustizia.
"Ho pensato che prima fosse necessario studiare per fare il punto della situazione". Dalle carte che vorticano sulla sua scrivania sembra che lei sia già all'opera. Che cosa sono questi fogli?
"Anzitutto il discorso del capo dello Stato al Csm, poi le solite improvvide dichiarazione del vicepresidente di Palazzo de' Marescialli, Virginio Rognoni, soprannominato "il Corvo" nel mio entourage dai tempi di Palazzo Chigi. Poi, dopo aver letto l'intervento di Ciampi - volendo andare al di là delle solite apparenze di "cerchiobottismo" che in questa materia sono proprie ad ogni suo intervento - ho cercato in qualche mia vecchia lettura la chiave di interpretazione delle sue parole. Mi trovo a ondeggiare tra le favole dei fratelli Grimm e Alice nel Paese delle Meraviglie da un lato e i discorsi di Saint lust alla Convenzione, le Teorie sovietiche del diritto di Stucca- Pasukanis-Vysinskij-Strogovic e la raccolta delle mozioni, ordini del giorno e dichiarazioni di Magistratura democratica dall'altro, nonché i discorsi di fieri campioni del giustizialismo quali Caselli, Borrelli, Violante e l'inquietante Di Pietro".
Ecco, lei cita Caselli e così sembra che ce l'ha sempre con lui per l'episodio che la vide semi-imputato per la fuga di Marco Donat Cattin.
"No, con il buon Caselli non ce l'ho mai avuta. È persona troppo modesta per far risalire a lui la responsabilità dell'operazione politica, o, come la chiamava il generale Dalla Chiesa del complotto, di cui l'amico Carlo Donat Cattin ed io dovevamo essere vittime insieme alla Dc e al governo".
Complotto?
" Così lo chiamava Dalla Chiesa, cui la prematura morte impedì di farmi le rivelazioni che mi aveva promesso. Ma forse, oltre che a Caselli e a Violante, si potrebbe chiedere qualcosa al ministro dell'Interno dell'epoca, "il Corvo" (Rognoni, ndr), e al suo capo della Polizia, Coronas. In realtà si trattò di un'operazione politica, come dimostrato dalle riservate iniziative politiche assunte da mio cugino Enrico Berlinguer ". Che c'entra Berlinguer con la faccenda del figlio Ul Donat Cattin?
"Il segretario del Pci - che in un primo momento aveva fatto far propria da Tonino Tatò la tesi della provocazione contro l'ex-ministro dell'Interno del governo di solidarietà nazionale - avendo poi la segreteria del partito colto il valore politico delle iniziative dei magistrati comunisti di Torino, mi inviò un messaggio attraverso lo stesso Tatò: "Dimettiti da presidente del Consiglio e fa cadere il governo appoggiato dai socialdemocratici e dai repubblicani e noi non raccoglieremo le firme dei membri del Parlamento per la messa in stato d'accusa da parte delle due Camere ". Avendo io rifiutato, Berlinguer mi fece come ultima richiesta per non portarmi di fronte al Parlamento in seduta comune, quella di sconfessare almeno il vicesegretario del partito Donat Cattin, coautore del famoso "preambolo" che aveva sanzionato la rottura voluta da Berlinguer stesso della politica e della solidarietà nazionale".
E lei che fece?
"Mi appellai a lui "da uomo di partito di massa a uomo di partito di massa, che sanno cosa sia e debba essere la solidarietà con i compagni", e mi rispose: '"Ti comprendo...". L'indomani, il Pci diede il via alla raccolta delle firme che portarono in straziante angoscia me, che avevo dedicato gli anni centrali della mia vita alla lotta contro il terrorismo, mettendo anche a repentaglio la sicurezza mia e della mia famiglia, sul banco degli accusati come indiziato di favoreggiamento verso un terrorista. E questo mentre il mio ministro dell'Interno, "il Corvo", taceva e negava, preoccupandosi subito di farsi dare un "salvacondotto" dai suoi amici di ieri e di oggi".
Ma perché mi racconta tutto questo? "Per avvertire quel buon uomo di Ciampi di fare attenzione a quell'ambizioso del suo più diretto collaboratore nel Csm, potrebbe fare anche a lui dei brutti scherzi. Difendo invece sia Caselli che Violante ...".
Li cita in coppia e li difende. Perchè? "Certamente, i due che si vedevano con l'allora segretario torinese del Pci Giuliano Ferrara, per concordare strategie e tattiche giudiziarie contro il "terrorismo" (ma solo contro il terrorismo?), si muovevano pur sempre in quell'atmosfera di lotta politica frontale che caratterizzava dolorosamente quegli anni e in cui può trovarsi una qualche giustificazione da etica politica machiavellica dell'uso politico della giustizia, in senso giacobino e leninista . Certo, Violante è uomo di ben maggiore calibro da un punto di vista caratteriale di Giancarlo Caselli. Anzi rispetto a quest'ultimo, credo sia venuto il tempo di fare una rivelazione anche a dire il vero in contrasto con un mezzo impegno che io avevo assunto con la signora Chiaromonte. Ma spero che sia lei, Bice Chiaromonte, mia carissima amica e cui sono molto affezionato, che la figlia, mi vorranno perdonare: ma si tratta insieme di "difendere" Caselli da accuse ingiuste ed insieme di dare un'altra pennellata al ritratto intellettuale e professionale che ne ho già fatto". Di che cosa si tratta?
" Quando la Procura di Palermo diede l'avvio al procedimento penale contro Andreotti e avanzò al Senato la richiesta di autorizzazione a procedere, Caselli - con il quale per mediazione dell'indimenticabile procuratore generale della Repubblica presso la Cassazione Pratis, avevo per così dire fatto la pace, quando diventai presidente della Repubblica e me lo trovai membro del Csm - informò subito me e Gerardo Chiaromonte che lui con il processo ad Andreotti "non c'entrava affatto", ma che in realtà tutto era stato preparato da Scarpinato, Natoli e Lo Forte prima del suo arrivo a Palermo e che questi gli avevano messo sotto il naso le carte dicendogli: "Firma". Mi ricordo che Gerardo era infuriato. Concordammo sulla necessità di parlare con Caselli ed egli volle assumersi l'iniziativa, per non farmi esporre. Ma poi la sua dolorosa e improvvisa scomparsa gli impedì di andare a Palermo a parlare con il nuovo Procuratore".
Ma secondo lei è proprio andata così? "Dato il carattere di Caselli, la cosa è del tutto verosimile. Ma chi lo ha mandato a Palermo, dove la Polizia ed i suoi servizi speciali, si erano già messi a totale disposizione della locale "magistratura militante", dopo aver costretto senza motivo il probo Giammanco, da me designato su indicazione di Gio vanni Falcone quale Procuratore della Repubblica, a rinunciare? Il grande autore della strategia giudiziaria degli ultimi vent'anni, l'intelligentissimo, il coerente, il politicamente onesto con le sue idee, e non "pentito" Luciano Violante".
Nel suo libro Per carità di Patria è di volta in volta definito "pasticcio ne", "piccolo borghese", "coacervo di antichi complessi" "neofita" "ex cattolico", "comunista" e, dulcis in fundo, non possiamo dimenticare il memorabile epiteto di "piccolo Vishinsky". Sicuro di voler difendere Violante?
" Certo che lo difendo. Anzitutto, non dimentico ciò che accadde dopo il suo discorso accusatorio nel Parlamento in seduta comune contro di me (che fu poi in gran parte sconfessato dall'intervento di Ugo Spagnoli perché nel frattempo la segreteria politica del Pci aveva deciso di "alleggerire" l'attacco contro di me), e che mi fu riferito dal buon collega Erminio Pennacchini: e precisamente dopo aver terminato di parlare, nel corridoio della Camera parallelo ai "passi perduti", Violante scoppiò di fronte a lui in lacrime dicendogli: "Che cosa sono stato costretto a fare contro il migliore di voi..."".
Violante semmai costringe, non sembra mai costretto. O no?
"Non era costretto certo da autorità esterne - perché egli a differenza di Rognoni è uomo di carattere e di coraggio -, ma costretto dalla sua limpida e forte coscienza di militante comunista, che in un periodo difficile come quello, gli imponeva di ricorrere ad ogni mezzo per combattere gli avversari e specialmente quel terribilissimo avversario che era considerato Craxi, sostenitore del mio governo: anche con l'uso politico della giustizia. E dopo di me, che me la scampai, ben altre furono le vittime politiche e perfino portate a morte e affogate nel sangue dalla "belva giudiziaria". L quello che non vuole capire l'amico Silvio Berlusconi! Lui crede ancora al "complotto dei magistrati". Non ha compreso che quello che per noi liberal-democratici è stato considerato uno "strazio della giustizia", è il frutto di una particolare cultura che non hanno avuto il coraggio di contrastare né uomini della dirittura morale, ma timorosi e faziosi, quali Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone e neanche la Dc, come bene dice oggi Mastella, anzi".
Torniamo ai fogli e ai tomi sulla sua scrivania.
"Dopo attenta rilettura dei Sacri testi, ho capito che l'atmosfera psicologica e culturale nella quale si muove quel buon uomo di Ciampi è quella delle favole di Grimm e di Alice nel Paese delle Meraviglie e non quello dei discorsi di Saint Just".
Lei dice che Saint Just è "l'angelo vendicatore". A quale rivoluzione si riferisce? " Alla guerra combattuta con le armi della giustizia da parte della "magistratura militante" con la complicità della "magistratura corporativa", tipo Borrelli, Maddalena e la sinistra giustizialista. Si tratta della continuazione meno sanguinosa del disperato tentativo di vincere la guerra civile strisciante , condotta da una parte della sinistra del nostro Paese".
Ma il vicepresidente del Csm, Rognoni, tutti i giorni "invita al dialogo".
"Ma il dialogo con chi?".
Con le parti politiche che vengono invitate, secondo il rito di Palazzo de' Marescialli, a "abbassare i toni" e "rispettare le istituzioni".
"Ma che parti politiche! Con il Csm, con l'Anm e con la "magistratura militante", che lui considera giustamente nel suo insieme un "partito politico", e che anch'io considero tale pur considerandolo, a differenza di lui a carattere "sovversivo". Comunque la responsabilità maggiore di tutto quello
che sta accadendo è certamente di Silvio Berlusconi".
Perchè? In fondo Berlusconi prova a mediare: tanto che l'annunciata separazione delle carriere dei magistrati resta un annuncio.
"Perché cedendo a chi, sinceramente in buona fede, gli ha fatto credere alla possibilità di un "pactum sceleris" , tramite anche il Quirinale, con i pm e con i giudici della "magistratura militante" ai fini della cessazione della persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, ha in cambio totalmente rinunziato a portare avanti quella riforma complessiva e organica dell'ordinamento giudiziario e dei codici penali e di procedura penale nonché della ridefinizione dei rapporti tra pubblici ministeri e polizia giudiziaria che erano nelle sue "rodomontate programmatiche". E io consiglierei gli amici della Casa delle libertà, che ora sono larghi di elogi nei confronti di Andreotti e della Corte di cassazione che lo ha mandato assolto, di stare attenti! Perché nel comportamento di Forza Italia la sinistra militante ha già colto un punto debole: la differenza di comportamento.processuale tra Giulio Andreotti da un lato e Silvio Berlusconi & C. dall'altro".
Un tempo lei propose un grande dibattito in Parlamento per uscire da Tangentopoli, sull'esempio della Royal Commission inglese. Coltiva ancora la stessa idea?
"Macchè, le commissioni ormai sono pistole scariche puntate verso obiettivi impossibili. Dobbiamo chiudere con il passato e guardare al futuro".
Belle parole. Come?
"Proporre la definitiva chiusura della Guerra fredda interna con una generale amnistia dal 1946 a oggi, con la sola esclusione dei reati di strage e criminalita' organizzata. In cambio Berlusconi lasci la politica - cosa che secondo me sta cominciando a pensare e ritorni a fare la scalata alla prima posizione della classifica di Forbes quella degli uomini piu' ricchi del mondo". "

Come sempre pungente, sottile, con il gusto per il paradosso e un'acuta capacità di afferare i fatti nella loro cruda essenza, il presidente emerito della repubblica Francesco Cossiga.



Saluti liberali

MrBojangles
04-11-03, 22:01
"Proporre la definitiva chiusura della Guerra fredda interna con una generale amnistia dal 1946 a oggi, con la sola esclusione dei reati di strage e criminalita' organizzata. In cambio Berlusconi lasci la politica - cosa che secondo me sta cominciando a pensare e ritorni a fare la scalata alla prima posizione della classifica di Forbes quella degli uomini piu' ricchi del mondo". "

Ma alle Bahamas.....
Ci metto la firma; ma solo se si fa la legge per la non elegibilità dei pregiudicati, degli inquisiti, degli "in attesa di sentenza definitiva" e degli evasori fiscali rei confessi.

Pieffebi
04-11-03, 23:30
E chi si candida con l'Ulivo???????

MrBojangles
04-11-03, 23:46
In origine postato da Pieffebi
E chi si candida con l'Ulivo???????

Di gente senza precedenti penali ce n'è ancora...fuori dal Parlamento.

Pieffebi
05-11-03, 20:53
Senza precedenti penali lo sono anche i criminali e i disonesti abituali..........che fino ad ora l'hanno fatta franca........... Mentre con "precedenti" vi sono anche le, non poche, vittime della malagiustizia italica e dell'inefficienza del sistema....o quelli che aspettano la conclusione definitiva dell'iter processuale per veder trionfare le proprie ragioni..........


da www.iltempo.it

" Andreotti, è scontro tra deputati


Dopo le polemiche seguite all'assoluzione del senatore a vita dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio Pecorelli, è scoppiata la bufera nell'aula di Montecitorio. Luciano Violante, chiamato pesantemente in causa nei giorni scorsi per il ruolo svolto ai tempi della sua presidenza della Commissione Antimafia, ha chiesto la parola per dare la sua versione dei fatti. «Non c'è alcun rapporto tra il lavoro dell'Antimafia di allora e i processi ad Andreotti», ha detto. Ma pochi minuti il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, fa partire un duro attacco contro l'esponente dei Ds: «Carnefice, mentitore, indegno», sono alcuni degli appellativi che gli ha rivolto. Ed è così scoppiata la bagarre.

L'INTERVENTO DI VIOLANTE. «Se un organo parlamentare ed il suo presidente avessero davvero ordito una trama per accusare di gravi illeciti penali un uomo innocente, la democrazia in sé - ha fatto notare Violante - avrebbe ricevuto un colpo gravissimo e quella commissione e quel presidente dovrebbero severamente rispondere dinanzi al paese e dinanzi alla vittima. Ma queste accuse sono false ed intendo dimostrarlo». «Si è sostenuto - ha continuato - che la relazione della Commissione Antimafia costituì 'il punto di partenza' della vicenda giudiziaria nella quale è stato coinvolto il senatore Giulio Andreotti» ma «questa illazione è priva di fondamento». Ma Violante non si è limitato alla difesa. «L'Italia ed il suo mondo politico - ha detto - non sempre sono stati tutti dalla parte giusta: una parte d'Italia e del suo mondo politico è stata con Michele Sindona, il banchiere di Cosa Nostra, e ha cercato di evitare, a spese della collettività, che egli rispondesse dei suoi crimini; un'altra parte d'Italia e del suo mondo politico stava con Giorgio Ambrosoli, Paolo Baffi, Mario Sarcinelli». E ancora: «una parte d'Italia stava con Vito Ciancimino ed un'altra parte stava con Pier Santi Mattarella».

LE ACCUSE DI BONDI. Dopo le parole dell'ex presidente della Camera è iniziato un breve dibattito. Per primo ha parlato il leader dell'Udc Marco Follini, che ha criticato duramente l'ex presidente della Camera, accusandolo di esser ancora «giustizialista». Ma è con l'intervento di Sandro Bondi che il clima si è arroventato. «Lei ha pronunciato un discorso ipocrita, falso e indegno - ha detto l'esponente forzista - e nella vita delle persone gli errori prima o poi si pagano, c'è una giustizia superiore, nella quale possono credere laici e credenti, che ci chiama personalmente a rendere conto dei nostri comportamenti, dei nostri atti, delle nostre responsabilità». Ed ancora, tra le proteste dai banchi dell'opposizione: «Deve essere chiaro che lei non è una vittima, ma un carnefice, perché le vittime sono altre, quegli uomini politici che hanno subito accuse gravissime, che hanno subito la gogna e perfino la tortura, che hanno sofferto con le loro famiglie pene fisiche e morali ingiustificate», che per Bondi si chiamano appunto Andreotti, Musotto, Carnevale, Dell'Utri.

Ultimo aggiornamento mercoledì 5 novembre 2003 ore 17.00 "


Saluti liberali

MrBojangles
05-11-03, 21:02
In origine postato da Pieffebi
Senza precedenti penali lo sono anche i criminali e i disonesti abituali..........che fino ad ora l'hanno fatta franca
Più o meno come Previti? E' per questo che è stato presentato il ddl Cirielli?
........... Mentre con "precedenti" vi sono anche le, non poche, vittime della malagiustizia italica
Se è stata malagiustizia non lo decidi tu; se le sentenze sono definitive valgono quelle.
e dell'inefficienza del sistema....
Proprio oggi c'è stata la protesta dei Magistrati che non hanno più soldi neanche per la carta per fotocopie né per la stenotipia. Il tuo governucolo ha tagliato gli stanziamenti del 50% in poco meno di tre anni ed ha legiferato per bloccarlo, l'iter processuale. Fossi in te lascerei perdere.
o quelli che aspettano la conclusione definitiva dell'iter processuale per veder trionfare le proprie ragioni..........
Come sopra

Saluti liberali [/B]

Perchè non lo riporti tutto il discorso di Violante?

Pieffebi
06-11-03, 21:07
Certo le sentenze sbagliato valgono, anche quelle comprate. Come no. Ma se valgono..... questo è naturale............ non significa che siano solo per questo eque e giuste e rappresentino la realtà dei fatti. Mai sentito parlare di errori giudiziari? Ne è stato scoperto uno di recente in Puglia......
Chi lo decide che una sentenza non è equa o giusta? Ad esempio la ricostruzione storica su basi scientifiche, o l'uso della ragione critica.....o magari, sul terreno giuridico, l'apertura di una revisione....... fondata su prove scoperte dopo o su errori manifesti rivelati dopo che la sentenza è diventata definitiva. Ma sono concetti troppo liberali per te.

dal quotidiano torinese La Stampa

"
La Stampa del 06/11/2003


--------------------------------------------------------------------------------
Non tutti nell'Ulivo hanno applaudito il discorso del parlamentare

Violante: la mia Antimafia non fu giustizialista
Il capgruppo Ds all'attacco per difendersi dalle accuse sul processo Andreotti
Maria Teresa Meli
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Tutto il suo partito è schierato sui banchi di Montecitorio, da Piero Fassino, appena rientrato dal Sudamerica, a Massimo D'Alema. E tutto il suo partito lo applaude, quando parla, ma è un uomo solo il Luciano Violante che nell'aula della Camera prende la parola per difendersi dalle accuse mossegli sul processo Andreotti. Per dire che la commissione Antimafia da lui presieduta non fu giustizialista, per sottolineare che la prima Repubblica non crollò per colpa dei magistrati, per ribadire che nella storia del nostro Paese da una parte c'erano i "buoni' e dall'altra i "cattivi". E' solo, perché al di là degli attestati di solidarietà, i diessini non gli perdonano di aver voluto quel dibattito. "Ho provato a sconsigliarlo, ma non c'è stato niente da fare", confessa a qualche collega parlamentare il segretario Fassino, allargando le braccia. E' solo, perché gli applausi non coinvolgono tutta l'opposizione. Battono le mani i deputati della Quercia, di Rifondazione comunista e del Pdci. La Margherita, eccezion fatta per Rosi Bindi e qualche altro, resta fredda. Lo stesso dicasi per lo Sdi.
Sembra essere conscio di tutto ciò, il capogruppo ds quando, da solo, entra nell'aula con i fogli del suo discorso sotto braccio. Si siede, ma poi si rialza. Sale parecchi gradini per raggiungere Chiara Moroni, la figlia del deputato socialista che si suicidò all'epoca di Tangentopoli. Le dice che nell'intervento che di lì a qualche minuto pronuncerà c'è un passaggio sul padre. Ma non troverà solidarietà nemmeno da quella giovane donna che quasi a fine seduta gli ricorderà il silenzio con cui, allora, egli accolse le parole del genitore affidate a una lettera inviata al presidente della Camera Giorgio Napolitano. Finalmente è il momento. Violante prende la parola. E mentre partono già le contestazioni dai banchi del centrodestra (dove scarseggiano i deputati, soprattutto quelli di An), inizia ricostruendo la storia della Commissione rispetto al processo Andreotti, una Commissione, dice, che non lavorò "nell'incubatore infettivo del virus giustizialista". Racconta nuovamente della telefonata anonima sui documenti di Pecorelli, nega l'eccezionalità del fatto che la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Andreotti gli fosse stata portata a casa da un ufficiale giudiziario. Quindi affronta i nodi politici della polemica di questi giorni, concedendo ben poco all'autocritica. Ma prima tira una frecciata all'indirizzo di uno dei suoi accusatori, il presidente del Senato Marcello Pera, per un articolo a favore dei magistrati scritto nel 93 sulla Stampa, in cui sosteneva che i partiti "devono retrocedere e alzare le mani".
Dopodiché, sebbene in forme implicite, lancia un atto d'accusa nei confronti di Andreotti. "L'Italia e il suo mondo politico - dice - non sono sempre stati dalla parte giusta. Una parte d'Italia e del suo mondo politico è stata con Sindona, il banchiere di Cosa nostra, uri altra parte stava con Ambrosoli, Baffi e Sarcinelli. Una parte d'Italia stava con Vito Ciancimino e un'altra parte con Piersanti Mattarella. Non siamo tutti uguali nella storia della Repubblica". E la fine della classe politica pre-Tangentopoli, osserva ancora Violante, non "è stata determinata da fattori giudiziari, ma le cause della crisi furono squisitamente politiche". Del resto, aggiunge il capogruppo della Quercia, le corruzioni c'erano, come c'erano i rapporti tra mafiosi e alcuni politici, perciò "dobbiamo riconoscere che l'intervento della magistratura in queste degenerazioni era doveroso in base alla Costituzione". Dunque, "il carattere fondamentale dell'intervento giudiziario non fu l'abuso". Il che non significa che non vennero inquisiti anche degli innocenti, che vi furono persone in buona fede che vennero trascinate in queste vicende (qui c'è l'accenno al suicidio di Moroni), che vi fu una furia giustizialista che raggiunse l'apice nella sera in cui vennero buttate la monetine a Craxi davanti all'hotel Raphael. Ed è dopo questa affermazione che buona parte dei deputati del centrodestra, borbottando contro Violante che non specifica che i contestatori erano del suo partito, abbandona l'aula.
Nonostante le contestazioni, il capogruppo ds va avanti. Cita i discorsi del Papa contro la corruzione, bolla come "una menzogna consolatoria" la teoria del complotto giudiziario e sollecita l'apertura, nell'aula di Montecitorio, "di un dibattito onesto sul anodo di uscire dallo scontro". Battono le mani diessini, rifondaroli e comunisti italiani, le muove nervosamente sul banco il capogruppo della Margherita Pierlugi Castagnetti, mentre lì vicino un altro esponente di quel partito, Enzo Carra, commenta: "Se Violante si fosse difeso così davanti a un magistrato sarebbe finito a San Vittore come accadde a me con Di Pietro".
"


Questi ...."pregiudicati" ..........Ulivisti..........

Saluti liberali

MrBojangles
06-11-03, 21:58
In origine postato da Pieffebi
Certo le sentenze sbagliate (ti ho corretto un errore di battitura) valgono, anche quelle comprate
No; quelle comprate "dovrebbero" essere punite; se non si facessero leggi ad personam.
. Come no. Ma se valgono..... questo è naturale............ non significa che siano solo per questo eque e giuste e rappresentino la realtà dei fatti. Mai sentito parlare di errori giudiziari?
Certo; ce n'è a iosa, di esempi. Ma gli errori giudiziari possono essere giudicati tali solo DOPO essere stati DIMOSTRATI; PRIMA, valgono le sentenze. Il tuo "pensiero" è la quint'essenza della deligittimazione della Magistratura.
Ne è stato scoperto uno di recente in Puglia......
Chi lo decide che una sentenza non è equa o giusta?
Lo decidono i Giudici.
Ad esempio la ricostruzione storica su basi scientifiche, o l'uso della ragione critica.....o magari, sul terreno giuridico, l'apertura di una revisione....... fondata su prove scoperte dopo o su errori manifesti rivelati dopo che la sentenza è diventata definitiva. Ma sono concetti troppo liberali per te.
Sono concetti troppo liberali per TE; che applichi l'analisi storica alla cronaca. L'OGGI lo stabilisce la legge in vigore; non gli storici.

dal quotidiano torinese La Stampa

"
La Stampa del 06/11/2003


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Non tutti nell'Ulivo hanno applaudito il discorso del parlamentare

Violante: la mia Antimafia non fu giustizialista
Il capgruppo Ds all'attacco per difendersi dalle accuse sul processo Andreotti
Maria Teresa Meli
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Tutto il suo partito è schierato sui banchi di Montecitorio, da Piero Fassino, appena rientrato dal Sudamerica, a Massimo D'Alema. E tutto il suo partito lo applaude, quando parla, ma è un uomo solo il Luciano Violante che nell'aula della Camera prende la parola per difendersi dalle accuse mossegli sul processo Andreotti. Per dire che la commissione Antimafia da lui presieduta non fu giustizialista, per sottolineare che la prima Repubblica non crollò per colpa dei magistrati, per ribadire che nella storia del nostro Paese da una parte c'erano i "buoni' e dall'altra i "cattivi". E' solo, perché al di là degli attestati di solidarietà, i diessini non gli perdonano di aver voluto quel dibattito. "Ho provato a sconsigliarlo, ma non c'è stato niente da fare", confessa a qualche collega parlamentare il segretario Fassino, allargando le braccia. E' solo, perché gli applausi non coinvolgono tutta l'opposizione. Battono le mani i deputati della Quercia, di Rifondazione comunista e del Pdci. La Margherita, eccezion fatta per Rosi Bindi e qualche altro, resta fredda. Lo stesso dicasi per lo Sdi.
Sembra essere conscio di tutto ciò, il capogruppo ds quando, da solo, entra nell'aula con i fogli del suo discorso sotto braccio. Si siede, ma poi si rialza. Sale parecchi gradini per raggiungere Chiara Moroni, la figlia del deputato socialista che si suicidò all'epoca di Tangentopoli. Le dice che nell'intervento che di lì a qualche minuto pronuncerà c'è un passaggio sul padre. Ma non troverà solidarietà nemmeno da quella giovane donna che quasi a fine seduta gli ricorderà il silenzio con cui, allora, egli accolse le parole del genitore affidate a una lettera inviata al presidente della Camera Giorgio Napolitano. Finalmente è il momento. Violante prende la parola. E mentre partono già le contestazioni dai banchi del centrodestra (dove scarseggiano i deputati, soprattutto quelli di An), inizia ricostruendo la storia della Commissione rispetto al processo Andreotti, una Commissione, dice, che non lavorò "nell'incubatore infettivo del virus giustizialista". Racconta nuovamente della telefonata anonima sui documenti di Pecorelli, nega l'eccezionalità del fatto che la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Andreotti gli fosse stata portata a casa da un ufficiale giudiziario. Quindi affronta i nodi politici della polemica di questi giorni, concedendo ben poco all'autocritica. Ma prima tira una frecciata all'indirizzo di uno dei suoi accusatori, il presidente del Senato Marcello Pera, per un articolo a favore dei magistrati scritto nel 93 sulla Stampa, in cui sosteneva che i partiti "devono retrocedere e alzare le mani".
Dopodiché, sebbene in forme implicite, lancia un atto d'accusa nei confronti di Andreotti. "L'Italia e il suo mondo politico - dice - non sono sempre stati dalla parte giusta. Una parte d'Italia e del suo mondo politico è stata con Sindona, il banchiere di Cosa nostra, uri altra parte stava con Ambrosoli, Baffi e Sarcinelli. Una parte d'Italia stava con Vito Ciancimino e un'altra parte con Piersanti Mattarella. Non siamo tutti uguali nella storia della Repubblica". E la fine della classe politica pre-Tangentopoli, osserva ancora Violante, non "è stata determinata da fattori giudiziari, ma le cause della crisi furono squisitamente politiche". Del resto, aggiunge il capogruppo della Quercia, le corruzioni c'erano, come c'erano i rapporti tra mafiosi e alcuni politici, perciò "dobbiamo riconoscere che l'intervento della magistratura in queste degenerazioni era doveroso in base alla Costituzione". Dunque, "il carattere fondamentale dell'intervento giudiziario non fu l'abuso". Il che non significa che non vennero inquisiti anche degli innocenti, che vi furono persone in buona fede che vennero trascinate in queste vicende (qui c'è l'accenno al suicidio di Moroni), che vi fu una furia giustizialista che raggiunse l'apice nella sera in cui vennero buttate la monetine a Craxi davanti all'hotel Raphael. Ed è dopo questa affermazione che buona parte dei deputati del centrodestra, borbottando contro Violante che non specifica che i contestatori erano del suo partito, abbandona l'aula.
Nonostante le contestazioni, il capogruppo ds va avanti. Cita i discorsi del Papa contro la corruzione, bolla come "una menzogna consolatoria" la teoria del complotto giudiziario e sollecita l'apertura, nell'aula di Montecitorio, "di un dibattito onesto sul anodo di uscire dallo scontro". Battono le mani diessini, rifondaroli e comunisti italiani, le muove nervosamente sul banco il capogruppo della Margherita Pierlugi Castagnetti, mentre lì vicino un altro esponente di quel partito, Enzo Carra, commenta: "Se Violante si fosse difeso così davanti a un magistrato sarebbe finito a San Vittore come accadde a me con Di Pietro".
"


Questi ...."pregiudicati" ..........Ulivisti..........

Saluti liberali [/B]

Non tutti hanno applaudito i veleni di Bondi.

Come al solito; valgono i documenti, gli atti parlamentari in questo caso.

Pieffebi
07-11-03, 20:46
.......certo che sei proprio forte...........:D ................. "gli atti parlamentari".............i "documenti".................... bla bla bla bla bla bla.............. confondi i diesse con il Sinistra-Centro. Ma hai ragione. I Diesse SONO il Sinistra-Centro. Gli altri non contano una mazza. Servono loro da sgabello e da "utili idioti".


Shalom bello

MrBojangles
07-11-03, 21:51
In origine postato da Pieffebi
.......certo che sei proprio forte...........:D ................. "gli atti parlamentari".............i "documenti".................... bla bla bla bla bla bla.............. confondi i diesse con il Sinistra-Centro. Ma hai ragione. I Diesse SONO il Sinistra-Centro. Gli altri non contano una mazza. Servono loro da sgabello e da "utili idioti".


Shalom bello

Cinquanta parlamentari
lavorarono con Violante
la commissione Antimafia del ’93

Ecco la composizione della
Commissione antimafia presieduta
da Luciano Violante.
50 parlamentari (25 senatori e 25
deputati), 16 Dc, nove Pds, sette
Psi, quattro Lega, tre Rif.Com., due
Pri, due Msi-Dn, due Misto, e uno
ciascuno per Pli, Psdi, Verdi, Lista
Pannella e Rete. - Questi i nomi dei
senatori: Carlo Ballesi (Dc), Luigi
Biscardi (Misto), Erminio Enzo Boso
(Lega), Massimo Brutti (Pds),
Ivo Butini (Dc), Paolo Cabras
(Dc), Maurizio Calvi (Psi), Sergio
Cappelli (Lega), Umberto Cappuzzo
(Dc), Salvatore Crocetta (Rif.
Com.), Achille Cutrera (Psi), Saverio
D' Amelio (Dc), Aldo De Matteo
(Dc), Giovanni Ferrara Salute
(Pri), Michele Florino (Msi), Albino
Fontana (Dc), Salvatore Frasca
(Psi), Carmine Garofalo (Pds), Salvatore
Ladu (Dc), Giorgio Postal
(Dc), Umberto Ranieri (Pds), Santi
Rapisarda (Psi), Ersilia Salvato (Rif.
Com.), Carlo Smuraglia (Pds), Grazia
Zuffa (Pds).
I deputati sono: Giovanni Acciaro
(Misto), Piero Angelini (Dc),
Giuseppe Ayala (Pri), Antonio Bargone
(Pds), Alfredo Biondi (Pli),
Mario Borghezio (Lega), Antonino
Buttitta (Psi), Francesco Cafarelli
(Dc), Carlo D' Amato (Psi), Romano
Ferrauto (Psdi), Pietro Folena
(Pds), Ombretta Fumagalli (Dc),
Alfredo Galasso (Rete), Tano Grasso
(Pds), Ferdinando Imposimato
(Pds), Altero Matteoli (Msi), Rosario
Olivo (Psi), Romeo Ricciuti
(Dc), Vito Riggio (Dc), Luigi Rossi
(Lega), Massimo Scalia (verdi), Enzo
Scotti (Dc), Enzo Sorice (Dc),
Mario Taradash (L.Pannella), Girolamo
Tripodi (Rif.Com.). A pochi
mesi dalla conclusione dei lavori,
per la Dc entrò in Commissione
Clemente Mastella.

Salutami Bondi

Pieffebi
07-11-03, 23:07
In origine postato da Pieffebi
.......certo che sei proprio forte...........:D ................. "gli atti parlamentari".............i "documenti".................... bla bla bla bla bla bla.............. confondi i diesse con il Sinistra-Centro. Ma hai ragione. I Diesse SONO il Sinistra-Centro. Gli altri non contano una mazza. Servono loro da sgabello e da "utili idioti".


Shalom bello


Bella la lista delle comparse.

Salutami il regista

MrBojangles
07-11-03, 23:41
In origine postato da Pieffebi
Bella la lista delle comparse.

Salutami il regista

Fatti; non chiacchiere....

Salutami Schifani

Pieffebi
08-11-03, 21:47
In origine postato da MrBojangles
Fatti; non chiacchiere....

Salutami Schifani


Hai una concezione dei "fatti" da "fatto". E quanto a chiacchiere....... sei quasi imbattibile.

Salutami il Burattinaio Rosso

MrBojangles
09-11-03, 03:24
In origine postato da Pieffebi
Hai una concezione dei "fatti" da "fatto". E quanto a chiacchiere....... sei quasi imbattibile.

Salutami il Burattinaio Rosso

Ma dai; la butti sui giochini di parole.
Che poi se lo faccio io mi censuri e la vinci sempre tu.

Sei forte.

Fatti NIENTE, al solito.

Dario
09-11-03, 17:54
In origine postato da MrBojangles
Cinquanta parlamentari lavorarono con Violante la commissione Antimafia del ’93

Ecco la composizione della Commissione antimafia presieduta da Luciano Violante.
50 parlamentari (25 senatori e 25 deputati), 16 Dc....Quello che PFB sa, ma che si dimentica sempre, è che i 16 parlamentari DC (per lui semplici comparse) votarono compatti CONTRO ANDREOTTI.

Smettetela buffoni. E vergognatevi di applaudire una nullità violenta come il Compagno Bondi....

MrBojangles
09-11-03, 19:38
In origine postato da Dario
Quello che PFB sa, ma che si dimentica sempre, è che i 16 parlamentari DC (per lui semplici comparse) votarono compatti CONTRO ANDREOTTI.

Smettetela buffoni. E vergognatevi di applaudire una nullità violenta come il Compagno Bondi....

Lui è un "ex" comunista; come il compagno Bondi, come il compagno Cicchitto, come il compagno Ferrara, come il compagno Adornato, come il compagno Pecorella, come....

:ronf

Pieffebi
09-11-03, 20:30
Io sono un ex trotzkysta, ed essere ex comunista non è un delitto se non nei regimi infami della dittatura rivoluzionaria del proletariato. Come quello di Cuba, che piace a Diliberto, Cossutta e Bassolino. E sicuramente non dispiace affatto a Violante.
Detto questo ...il tema dei democristiani (e non) che hanno votato la relazione famigerata promossa da Violante, in quel contesto storico (che solo gli ingnoranti o i disonesti espungono dalla corretta valutazione storica dei fatti), è stato già trattato da più parti e anche dal sottoscritto su questi stessi forum. E' assolutamente evidente che siete in assoluta mancanza di argomenti decenti, se siete costretti a ripescare dalla pattumiera queste cose, come le Travagliate "documentate" che ridicolmente riproponente ossessivamente come fossero "fatti".
Purtroppo per voi alla lunga.............la verità viene a galla. E ne verranno ben altre a galla. Io di solito mi interesso di storia e non di cronaca......ma..............

Purtroppo per voi e per il signor Violante, che mentre combatteva i politici democratici e di maggior spessore per spianare la strada a se stesso e al proprio partito della sinistretta illiberale, già servo supino di Mosca e di una ideologia criminogena, lodava persino i fucilatori repubblichini "in buona fede" dei partigiani allo scopo di aver l'appoggio persino dei giustizialisti di destra e proporsi come "credibile" e "unitario" candidato alla Presidenza della presunta SECONDA Repubblica. Come dire......Giustizialisti di tutta Italia Unitevi, e fatemi vostro nuovo Duce anche se un po' troppo........ Rosso. Sempre nel nome della "Costituzione Repubblicana" ovviamente!

Salutatemi...........

MrBojangles
09-11-03, 21:11
In origine postato da Pieffebi
Io sono un ex trotzkysta, ed essere ex comunista non è un delitto
A sentir i soloni della TUA parte (ipocriti) non è esattamente così.
se non nei regimi infami della dittatura rivoluzionaria del proletariato. Come quello di Cuba, che piace a Diliberto, Cossutta e Bassolino. E sicuramente non dispiace affatto a Violante.
Detto questo ...il tema dei democristiani (e non) che hanno votato la relazione famigerata promossa da Violante, in quel contesto storico (che solo gli ingnoranti o i disonesti espungono dalla corretta valutazione storica dei fatti), è stato già trattato da più parti e anche dal sottoscritto su questi stessi forum.
Come, quando, con quali argomenti e con quali DOCUMENTI?
E' assolutamente evidente che siete in assoluta mancanza di argomenti decenti, se siete costretti a ripescare dalla pattumiera queste cose, come le Travagliate "documentate" che ridicolmente riproponente ossessivamente come fossero "fatti".
Lo sono; inconfutabilmente. E, INFATTI, tu non li confuti; li "contesti". Ma questo lo fanno anche i "vari" Malik, Michele S. svicolone e cloni vari. CHE cambia?
Purtroppo per voi alla lunga.............la verità viene a galla. E ne verranno ben altre a galla. Io di solito mi interesso di storia e non di cronaca......ma..............
Ma???.....smettila di alludere e di montar CHIACCHIERE. Portami un contraddittorio fondato su FATTI.
Purtroppo per voi e per il signor Violante, che mentre combatteva i politici democratici e di maggior spessore per spianare la strada a se stesso e al proprio partito della sinistretta illiberale, già servo supino di Mosca e di una ideologia criminogena, lodava persino i fucilatori repubblichini "in buona fede" dei partigiani allo scopo di aver l'appoggio persino dei giustizialisti di destra e proporsi come "credibile" e "unitario" candidato alla Presidenza della presunta SECONDA Repubblica. Come dire......Giustizialisti di tutta Italia Unitevi, e fatemi vostro nuovo Duce anche se un po' troppo........ Rosso. Sempre nel nome della "Costituzione Repubblicana" ovviamente!
???????????????????????....ti sei fregato il mio Barolo Conterno????

Salutatemi........... [/B]

Noi s'aspetta che, data per data, riferimento per riferimento; tu smentisca DOCUMENTANDO.

Senno'....ciccia.

Pieffebi
09-11-03, 22:41
Non sono Travaglio, dunque non non uso la spazzatura (che tu chiami ) documenti, soprattutto quando affermo cose di dominio pubblico. Sei fissato con i documenti-spazzatura, che documentano ben altro......da quello che credi tu.
Il tuo è il solito bla...bla...bla...giustizialista.

Guarda cosa dicono anche nella sinistretta (ala cattolico pipista) al di là degli ovvi attacchi ...ai liberaldemocratici e al CentroDestra.... necessari anche per non essere lapidati dagli sfasciavetrine piazzaroli dell'ala più radicale degli alleati..... che sono democratici quanto i tuoi kompagnuzzi preferiti........


da www.avvenire.it

" BIANCO


«Tutti hanno concorso a delegittimare la Dc»

«Mi sarei aspettato qualcosa di più sulle gravi responsabilità della sinistra in quegli anni»

Da Roma Giovanni Grasso

La vicenda Andreotti? «È un bene che si sia chiusa con la piena assoluzione, anche se per l'assurdità e l'infondatezza delle accuse poteva essere chiusa molti anni fa». Gerardo Bianco, ex segretario del Ppi, per lunghi anni capogruppo e ministro della Dc, non è totalmente soddisfatto del dibattito parlamentare sulla vicenda Andreotti. E da moderato abituato a parlar chiaro, mena fendenti a sinistra e a destra. «Da Violante - spiega in questa intervista - mi sarei aspettato di più». Quanto alla destra, «non ha nessun titolo per intervenire, dato che si associò alla delegittimazione morale della Dc».
Allora cosa non le è piaciuto del discorso di Violante?
Debbo dare atto a Violante di aver fatto bene a portare la questione in Parlamento: ciò dimostra il suo senso delle istituzioni. Non entro nella ricostruzione che ha dato della vicenda giudiziaria, dove secondo me c'è ancora qualche punto da chiarire. Il vero punto debole secondo me è ancora il vecchio vizio manicheo di dividere tutti in buoni e cattivi. Certo, ci sono anche dei punti apprezzabili, come il rifiuto della teoria del "doppio Stato", che pure fu condivisa da molti. Ma mi sarei aspettato qualcosa di più sulle gravi responsabilità della sinistra in quegli anni.
A cosa si riferisce?
La sinistra cavalcò la spinta giustizialista. Ricordo i grandi errori di Botteghe Oscure: ritirare i ministri dal governo Ciampi dopo il voto sull'autorizzazione a procedere per Craxi o la furia con cui, definendo delegittimato il Parlamento, difeso da solo da Giorgio Napolitano, si volle andare alle elezioni. Certo, Fini non fu da meno. Ricordo discorsi speculari, in Parlamento, suoi e di Occhetto: erano dei veri e propri linciaggi.
Violante ricorda che la famosa relazione dell'Antimafia, in cui si parlava di possibili infiltrazioni mafiose nella Dc siciliana, fu votata anche dai democristiani.
Il nostro spirito era quello di non opporci alla ricerca della verità. Non nego che in un partito complesso come la Dc, in una realtà difficile come quella siciliana, possano esserci state delle collusioni o delle infiltrazioni. Il problema è che quell'aspetto locale diventò un teorema generale e questo teorema è stato portato nelle sedi giudiziarie e ha finito per coinvolgere non singole persone, ma tutta la Dc, come partito e come gruppo dirigente. Ricordo che con Gabriele De Rosa, allora eravamo presidenti dei gruppi parlamentari, presentammo nell'aprile del '93 un esposto alla procura di Roma contro una distorta utilizzazione dei pentiti, mettendo in luce anche le molte contraddizioni in cui erano caduti. Fummo coperti di contumelie e insulti, da sinistra come da destra. La logica era una sola: criminalizzare la Dc.
In sostanza, on. Bianco, lei dice le stesse cose che ha detto il portavoce di Forza Italia Bondi alla Camera?
No, non scherziamo. All'ex comunista Bondi si adatta bene il detto latino Natura mutat locum, non animum che si potrebbe volgarizzare con: "La volpe perde il pelo ma non il vizio". Il suo è stato un attacco personale a Violante, con lo stesso spirito fazioso e manicheo che rimproverava al Pci-Pds dell'epoca. Certi toni allontanano la ricerca della verità. Ho il sospetto che certi recenti difensori e estimatori del senatore a vita vogliano nascondere, dietro alla figura di Andreotti, cose e persone... "

Salutami i cattolici di sinistra OGGI a rimorchio di Violante

MrBojangles
10-11-03, 00:25
Gerardo Bianco???
:D

Si si; ricordo benissimo il suo intervento in aula prima del voto che CONCESSE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE.
Tu te lo ricordi? O hai bisogno di spuciare la tua "biblioteca storica"??

Gerardo Bianco era lo Schifani della corrente dorotea; trovatene un altro, va.