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Visualizza Versione Completa : Premiato "Il giardino dei ciliegi"



Hieronimus
10-11-04, 23:09
Genova 2004: Cechov in francese

Applausi calorosi al teatro della Corte per 'Il giardino dei ciliegi' di Cechov con la regia di Georges Lavaudant.C'era molta attesa per l'apertura del ciclo dedicato alle compagnie straniere nell'ambito di Genova 2004.Regista di indubbia raffinatezza, Lavaudant ha riletto Cechov in perfetto equilibrio fra nostalgia e ironia. Nel suo testo d'addio,Cechov gioco' con intelligenza sui sentimenti di un gruppo di personaggi in bilico fra il passato e il presente.

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Tullio (POL)
11-11-04, 22:13
Il giardino dei ciliegi è un dramma corale: sulla scena agiscono svariati personaggi contemporaneamente o in rapida successione. Essi parlano in maniera frammentaria, senza compatibilità tra domanda e risposta, al contrario non esiste un dialogo serrato. Ogni personaggio è isolato, è chiuso in un suo “monologo”, nonostante stia parlando con altri, s’identifica in maniera diversa per idee e comportamento.Il dialogo non dice tutto; i sentimenti, spesso i pensieri non si trovano nelle parole, poiché i personaggi non riescono ad esprimersi, oppure sono sopraffatti dall’emozione. Il valore espressivo del non detto, dei silenzi, delle pause, dei gesti e dei rumori, influisce maggiormente rispetto alle battute. Tutto ciò rende il lettore libero di interpretarli, di integrare i vuoti, (ciò che la parola in sé non esprime, ma suggerisce solo mediante rapide allusioni).In tal modo si passa rapidamente da un argomento all’altro, con distinti toni e stati d’animo, accompagnati dall’andirivieni generale dei personaggi, che si disturbano ed interrompono a vicenda. Il risultato finale rivela un’atmosfera ricca d’inquietudine, anche dovuta a ragioni futili, apparentemente inspiegabili ma prevalenti. Soprattutto il testo dà l’impressione che i personaggi vogliano volutamente evitare il tema principale, creando un dialogo dispersivo disordinato e digressivo, discutendo di argomenti accessori. Čechov vuole rappresentare la vita reale con deboli vizi e modeste virtù, e per rendere la scena nel modo migliore, la costruisce ricca di particolari, battute, situazioni e pensieri confusi. Nel 4° atto la vendita del giardino non rappresenta il fatto principale: ogni personaggio imbocca strade diverse continuando la propria vita, che non cambia dopo l’infelice avvenimento nonostante tutto. La vicenda narra di un mondo, quello della casa e del giardino, ormai dimenticato nel tempo e nei ricordi, dopo il quale ci si può aspettare una vita forse migliore. Come il giardino, tutto nelle nostre vite deve finire, o perlomeno a cambiare, in modo positivo o negativo subirà comunque un mutamento, ciò accadrà anche a noi stessi. Il dramma borghese di Čechov non ritrae una situazione senza via d’uscita, quale la tragedia, né un’altra con molteplici spunti di comicità, solita nella commedia, ma allo stesso tempo rispecchia entrambe. Dipinge la vita così, esattamente com’è, imprevedibile e molte volte senza una conclusione felice, lasciando in questo modo lo spettatore, indeciso tra il riso e il pianto, senza commuoverlo, con un sorriso triste ma comprensivo.
Saluti
Tullio

Hieronimus
13-11-04, 23:23
Grazie, non nascondo che sono più che stupito dal tuo modo di commentare uno spettacolo, così potrebbe sembrare che lavori nell'ambiente... :eek: ;)

Tullio (POL)
14-11-04, 11:18
;)