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Visualizza Versione Completa : Movimenti antirazzisti e prospettiva rivoluzionaria



oggettivista
20-04-09, 13:24
Da tempo mi interesso a quei movimenti antirazzisti che propugnano l'adozione di una politica non restrittiva nei confronti degli immigrati.
Comincio però a chiedermi se si possa affrontare questa questione prescindendo da una prospettiva rivoluzionaria.
Vorrei chiedervi se un rapporto con queste organizzazioni (coordinamenti "migranti" etc...) possa essere, per cosiddire, utile alla causa oppure se ci si debba limitare ad invitare i fratelli e le sorelle immigrate ad unirsi ai movimenti rivoluzionari riconoscendoli come l'unico strumento di emancipazione per tutti gli sfruttati ?.

oggettivista
20-04-09, 17:38
Scusate compagni. Forse sono stato poco esaustivo. Desidero sapere se credete nell'associazionismo contro il razzismo e per la libera circolazione degli immigrati oppure se ritenete che di questo si possa/debba fare a meno perchè tutti i processi di trasformazione sociale debbono necessariamente passare attraverso un preciso progetto rivoluzionario.
Ora spero di esser stato più chiaro ;)

Domenico Letizia
20-04-09, 18:19
io non so cosa pensano i compagni, penso solo che da libertarian anarcoliberale sono per l'abolizione delle frontiere, se poi nella mia proprietà devono entrare è un discorso soggettivo, ma le frontire devono essere abolite.

oggettivista
20-04-09, 19:39
io non so cosa pensano i compagni, penso solo che da libertarian anarcoliberale sono per l'abolizione delle frontiere, se poi nella mia proprietà devono entrare è un discorso soggettivo, ma le frontire devono essere abolite.

Forse mi sono espresso male. Ho riflettuto sulla risposta di Gianmaria alla mia proposta di aderire al gruppo sociale "per una società multiculturale". Gianmaria (http://forum.politicainrete.net/showpost.php?p=52955&postcount=94)ha scritto "Mi spiace, ma io sono per un mondo, immediatamente realizzabile, senza frontiere in cui le risorse naturali e artificiali sono l'eredità comune di tutta l'umanità e sono impiegate per soddisfare i bisogni di tutti nel rispetto dell'ambiente naturale". Credo che vi sia un fondo di verità in quel che ha scritto. Forse non bisognerebbe focalizzarsi su singole battaglie (antiproibizionismo, antirazzismo etc...) militando in gruppi (coordinamenti antirazzisti etc...) ma investire tutte le proprie energie e tempo per dar corpo a quel progetto di società che renderebbe immediatamente possibili tutte le conquiste sociali, civili etc.. .
Chiedo a Gianmaria di articolare meglio il suo pensiero a riguardo. Grazie ;)

Gian_Maria
22-04-09, 19:16
Forse non bisognerebbe focalizzarsi su singole battaglie (antiproibizionismo, antirazzismo etc...) militando in gruppi (coordinamenti antirazzisti etc...) ma investire tutte le proprie energie e tempo per dar corpo a quel progetto di società che renderebbe immediatamente possibili tutte le conquiste sociali, civili etc.. .
Beh, non proprio tutto il tempo e tutte le energie, dobbiamo anche studiare/lavorare e goderci l’unica vita certa di cui disponiamo, per quanto possibile. :)


Chiedo a Gianmaria di articolare meglio il suo pensiero a riguardo. Grazie ;)
Premetto che non sono bravo come Scapigliato ad articolare, quindi porta pazienza. ;)

Per risolvere un problema bisogna prima individuarne la causa, giusto? Se non si fa ciò, qualsiasi azione intrapresa molto probabilmente si rivelerà futile. Lo stesso vale per i problemi sociali e ambientali. Una volta che si è capito che la causa radice di tutti problemi sociali e ambientali è l’attuale sistema sociale per il fatto che si basa sulla proprietà privata/statale dei mezzi di produzione e sulla produzione per il profitto, ci si rende conto che il riformismo è futile e che l’unica soluzione è l’abolizione del capitalismo e la sua sostituzione con un sistema sociale più adatto all’attuale livello di sviluppo globale delle forze produttive (tecnologie), ossia un sistema sociale in cui le risorse naturali e artificiali sono l’eredità comune di tutta l’umanità e sono impiegate cooperativamente e volontariamente per produrre direttamente per i bisogni di tutti nel rispetto dell’ambiente naturale. In altre parole un atto rivoluzionario, se possibile non violento utilizzando i mezzi democratici, da parte di una vasta maggioranza consapevole e organizzata democraticamente (quindi senza leader) a partire dai paesi più sviluppati. Un cambiamento del genere, che non è paragonabile a nessuna rivoluzione precedente, non può essere assolutamente imposto da una minoranza (come crede la sinistra radicale/estrema), perché richiede che prima i lavoratori abbiano raggiunto la consapevolezza sopra menzionata. Alcuni questa consapevolezza la raggiungono da soli, ma sono pochi, i più la ottengono venendo a contatto con persone già consapevoli, attraverso la discussione e la propaganda organizzata (movimenti/gruppi/partiti). Insomma, la prossima rivoluzione, se ci sarà, sarà la logica conseguenza della presa di coscienza da parte della grande maggioranza della popolazione, non il contrario.

Prinz Eugen
22-04-09, 19:20
io non so cosa pensano i compagni, penso solo che da libertarian anarcoliberale sono per l'abolizione delle frontiere, se poi nella mia proprietà devono entrare è un discorso soggettivo, ma le frontire devono essere abolite.

Nella tua proprietà ci entreranno comunque perché avranno stabilito che non è la tua proprietà e se la prenderanno.

Tu e il tuo vicino con lo schioppo farete poca strada.