Liberalix
30-12-04, 17:44
Dal Gazzettino:
Si può essere contemporaneamente friulanisti a Udine e triestinisti a Trieste? La risposta è un sorprendente "sì". Basta leggere gli espliciti manifesti che in questi giorni Alleanza Nazionale ha disseminato nelle strade del capoluogo regionale: il partito di Fini attacca la giunta regionale guidata da Riccardo Illy per la recente decisione di trasferire "il centro decisionale delle attività produttive da Trieste a Udine". An se la prende in particolare con l'assessore all'industria udinese Enrico Bertossi, e questo non può certo stupire in quanto l'ex leader della Camera di commercio udinese è da tempo il nemico numero uno del suo predecessore triestino Sergio Dressi.
Ma il messaggio di fondo dei manifesti è tutto politico e mira a delegittimare Riccardo Illy. Si sostiene infatti che "presidente il triestino Illy, inizia lo spostamento a Udine dei principali uffici della Regione". Tanto che il tazebao di An si conclude con una frase perentoria: "I friulani dicono: grazie Illy". Affermazione che di certo farà sorridere - o arrabbiare - gli autonomisti di casa nostra che da mesi sostengono l'esatto contrario. E sulla mancata valorizzazione della specificità del Friuli nel nascente statuto regionale sono persino riusciti a organizzare un comitato trasversale alle forze politiche. È chiaro che quanto dice An a Trieste non può star bene ad An del Friuli. A Udine il partito di Fini - lo stesso che a 70 chilometri di distanza attacca Illy "friulanista" - sostiene in modo determinante la giunta provinciale guidata dall'autonomista Marzio Strassoldo. Il quale pensa e dice l'opposto, e cioé che Illy con la sua politica neocentralista favorisce Trieste e tarpa le ali al Friuli.
A onor del vero, va detto che An da tempo è il partito meno "dogmatico" rispetto ai temi della friulanità. Nelle settimane scorse Renato Carlantoni, vice di Strassoldo in Provincia, ci ricordava che per lui il Friuli non significa soltanto marilenghe e tabelle stradali bilingui, ma anche e soprattutto infrastrutture, rapporti economici. Ciò nonostante An condivide la politica di Strassoldo e si dice pronta ad appoggiare nel 2006 una lista autonomista che porti il nome del presidente «purché si riveli un valore aggiunto per la coalizione».
Si badi bene: abbiamo parlato di An solo perché stuzzicati dalla novità dei manifesti. Ma l'impressione è che questo singolare strabismo politico riguardi tutti i partiti "nazionali". Dai Ds che nelle scorse settimane si sono dovuti impegnare per ricucire l'intesa tra le diverse componenti territoriali dopo l'attacco di Pegorer a Cecotti, alla Margherita che con il capogruppo Cristiano Degano ha più volte richiamato all'ordine Virgilio Disetti sul tema di "Udine capitale".
Qualcuno dice che i movimenti regionali sono troppo gracili per crescere. Ma i partiti nazionali, su questioni come l'identità e lo sviluppo dei diversi territori, che linea hanno?
Si può essere contemporaneamente friulanisti a Udine e triestinisti a Trieste? La risposta è un sorprendente "sì". Basta leggere gli espliciti manifesti che in questi giorni Alleanza Nazionale ha disseminato nelle strade del capoluogo regionale: il partito di Fini attacca la giunta regionale guidata da Riccardo Illy per la recente decisione di trasferire "il centro decisionale delle attività produttive da Trieste a Udine". An se la prende in particolare con l'assessore all'industria udinese Enrico Bertossi, e questo non può certo stupire in quanto l'ex leader della Camera di commercio udinese è da tempo il nemico numero uno del suo predecessore triestino Sergio Dressi.
Ma il messaggio di fondo dei manifesti è tutto politico e mira a delegittimare Riccardo Illy. Si sostiene infatti che "presidente il triestino Illy, inizia lo spostamento a Udine dei principali uffici della Regione". Tanto che il tazebao di An si conclude con una frase perentoria: "I friulani dicono: grazie Illy". Affermazione che di certo farà sorridere - o arrabbiare - gli autonomisti di casa nostra che da mesi sostengono l'esatto contrario. E sulla mancata valorizzazione della specificità del Friuli nel nascente statuto regionale sono persino riusciti a organizzare un comitato trasversale alle forze politiche. È chiaro che quanto dice An a Trieste non può star bene ad An del Friuli. A Udine il partito di Fini - lo stesso che a 70 chilometri di distanza attacca Illy "friulanista" - sostiene in modo determinante la giunta provinciale guidata dall'autonomista Marzio Strassoldo. Il quale pensa e dice l'opposto, e cioé che Illy con la sua politica neocentralista favorisce Trieste e tarpa le ali al Friuli.
A onor del vero, va detto che An da tempo è il partito meno "dogmatico" rispetto ai temi della friulanità. Nelle settimane scorse Renato Carlantoni, vice di Strassoldo in Provincia, ci ricordava che per lui il Friuli non significa soltanto marilenghe e tabelle stradali bilingui, ma anche e soprattutto infrastrutture, rapporti economici. Ciò nonostante An condivide la politica di Strassoldo e si dice pronta ad appoggiare nel 2006 una lista autonomista che porti il nome del presidente «purché si riveli un valore aggiunto per la coalizione».
Si badi bene: abbiamo parlato di An solo perché stuzzicati dalla novità dei manifesti. Ma l'impressione è che questo singolare strabismo politico riguardi tutti i partiti "nazionali". Dai Ds che nelle scorse settimane si sono dovuti impegnare per ricucire l'intesa tra le diverse componenti territoriali dopo l'attacco di Pegorer a Cecotti, alla Margherita che con il capogruppo Cristiano Degano ha più volte richiamato all'ordine Virgilio Disetti sul tema di "Udine capitale".
Qualcuno dice che i movimenti regionali sono troppo gracili per crescere. Ma i partiti nazionali, su questioni come l'identità e lo sviluppo dei diversi territori, che linea hanno?