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Visualizza Versione Completa : 06.01.2005 : il derby



Nirvana
06-01-05, 21:44
Olimpico sorvegliato speciale dalle forze dell'ordine in vista del derby di questa sera. Servizi di vigilanza sono stati avviati da ieri sera. I dispositivi di prevenzione sono stati messi in atto da polizia, carabinieri e guardia di finanza per monitorare le due tifoserie che, assicurano gli addetti ai lavori, si stanno comportando benissimo. Il grosso delle forze di polizia scendera' pero' in campo dalle 15 ispezionando l'area dell'Olimpico. Controlli anche nei punti nevralgici della capitale.(ANSAweb).

Nirvana
06-01-05, 21:44
Due tifosi sono stati accoltellati ai glutei poco prima dell'apertura dei cancelli sul lungotevere davanti al ministero degli Esteri. I due sono stati soccorsi dalla polizia e portati in un vicino ospedale dove sono stati medicati. Qualche piccolo problema si e' verificato nella zona della Curva Sud all'apertura dei cancelli. Molti tifosi, impazienti di entrare, hanno cominciato a spingere. Ne e' sorto qualche battibecco. La polizia e' intervenuta subito evitando che la lite degenerasse. (ANSAweb).

Nirvana
06-01-05, 21:46
Lazio (4-4-2): Peruzzi – Oddo, Talamonti, Giannichedda, E.Filippini – A.Filippini, Liverani, Dabo, Cesar – Rocchi, Di Canio

Roma (3-4-3): Pelizzoli – Mexes, Dellas, Ferrari – Panucci, De Rossi, Perrotta, Cufrè – Mancini, Totti, Cassano

Spalti gremiti, numerosi striscioni di reciproco sfottò: insomma, c'è clima da derby. Ovviamente giocando in casa la Lazio, i tifosi biancocelesti sono numericamente superiori

Consueto calore dalle due curve, che hanno devoluto parte dei soldi per le coreografie alle popolazioni colpite dal maremoto

Danny
06-01-05, 21:56
PLAGIO!!!!!!!:D

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?postid=1743093#post1743093
:cool:

Nirvana
06-01-05, 23:32
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Nirvana
06-01-05, 23:32
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Nirvana
06-01-05, 23:33
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Nirvana
06-01-05, 23:33
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Nirvana
06-01-05, 23:33
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Nirvana
06-01-05, 23:34
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Nirvana
06-01-05, 23:42
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Nirvana
06-01-05, 23:43
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Nirvana
06-01-05, 23:43
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Nirvana
06-01-05, 23:43
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Nirvana
06-01-05, 23:45
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Nirvana
06-01-05, 23:45
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Nirvana
06-01-05, 23:45
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Nirvana
07-01-05, 00:34
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Nirvana
07-01-05, 15:16
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Nirvana
07-01-05, 15:18
Di Canio: accusa e difesa
"E quando Totti ci purgò?"

Molte discussioni nel dopoderby. Nel mirino delle criticheil fantasista laziale.
Dellas: "Non si è comportato da uomo"

Dellas voleva ricordargli che "un uomo non si comporta così"; Cassano, forse, voleva dirgli cose anche più pesanti. Paolo Di Canio ha mandato tutti a quel paese e ha continuato a vivere in pieno "trance" agonistico e in totale libertà comportamentale il suo derby, il derby di cui è stato indiscusso protagonista e che, forse, ha cominciato a vincere in settimana con una sottile azione psicologica che ha minato la sicurezza di Totti e compagni.

Un derby vissuto pericolosamente sull'orlo di tante diverse crisi di nervi: quella di Di Canio fondata sull'incontenibile gioia della rivincita, quella di Totti stordito dall'asfissiante e cattivissimo pressing laziale prima ancora che dal petardo, quella delle tifoserie che hanno rischiato di degenerare prima, durante e dopo la partita ma che, alla fine hanno chiuso il derby senza gravi conseguenze. Ma gli strascichi polemici ci sono e ci saranno, almeno fino ala partita di ritorno, quando la Roma potrà provare a vendicarsi.

Resta il fatto che l'esultanza di Di Canio sotto la curva Sud e l'atteggiamento tenuto in campo per tutta la partita non è proprio andato giù ai giocatori della Roma. A dirlo apertamente è Traianos Dellas, che in occasione della sostituzione è anche andato a parlare con il laziale: "Bisogna dimostrare di essere grandi uomini oltre ad essere grandi giocatori - le parole del greco - e Di Canio stasera non ha dimostrato di essere un grande uomo".

Dellas poi spiega cosa è andato a dire all'avversario mentre lo stesso Di Canio veniva sostituito: "Sono andato a dirgli che a me non interessa nè il nome nè tanto meno il passato. Perchè bisogna avere rispetto per i tifosi".

Ma il portiere Pelizzoli non drammatizza su Di Canio: "La sua esultanza? Fa parte del gioco. Non so cosa ci sia successo, loro erano più convinti di noi e abbiamo giocato male. I gol li devo rivedere".

Di Canio, ovviamente, ha fatto il giro delle trasmissioni sportive della serata. Alla Domenica Sportiva si sono levate diverse critiche (Agnolin, Morace) sul suo atteggiamento. Fascetti gli ha consigliato di stare attento nei prossimi giorni: "Occhio, che potrebbe volare qualche treppiede" gli ha detto, riferendosi al caso Dal Bosco-Berlusconi. Lui ha assunto un atteggiamento piuttosto sprezzante: "Stronzate" ha detto. E poi: "Non sopporto questi salottini...".

Si è parlato molto della polemica a distanza con Francesco Totti: "Ha cominciato lui, ma gli sfottò si danno e si prendono, l'importante è non andare mai oltre i limiti della decenza. Io avrei esagerato? Quando Totti ha mostrato la maglietta 'Vi ho purgato ancora' andava tutto bene, era una cosa simpatica, se invece io gioisco con il cuore vado oltre...". Per Di Canio la Lazio ha giocato "una grandissima partita, nei momenti difficili abbiamo tirato fuori l'orgoglio e giocato anche un bel calcio. Durante la sosta abbiamo lavorato in modo serio. Sono orgoglioso di come ha reagito la squadra". Una settimana speciale per Di Canio ("da settimana ho subito di tutto ma non faccio del vittimismo"), una rivincita anche per chi lo dava per "vecchio": "Ma io - replica in tono quasi di sfida - ho deciso che giocherò un altro anno e mezzo".

E Gigi Buffon, portiere della Juve, sdrammatizza e lo difende: "Di Canio non ha fatto nulla di grave. Ha esultato, ma in un derby queste cose ci stanno - ha aggiunto il portiere juventino - Cosa dovrei dire io quando Totti ci ha fatto quattro con la mano. Bisognerebbe vivere certe partite con serenità, ma non mi sembra che ci sia stato nulla di grave". Poi aggiunge: "E' vero, i giocatori devono comportarsibene in campo. Ma anche sugli spalti la gente deve imparare. Non ho capito: un uomo di 40 anni può andare allo stadio e comportarsi come un pazzo. E noi...".

Ma la Roma accusa la Lazio di troppi falli ed eccessiva grinta. "Io invece - commenta Papadopulo - dico che Dondarini ha arbitrato bene, ma a volte nei nostri confronti è stato troppo severo, soprattutto verso i Filippini, che dovevano in qualche modo arrangiarsi. Loro entrano sempre con impeto, però in maniera corretta. Per fortuna loro due hanno saputo gestirsi al meglio dopo essere stati ammoniti".

Gigi Del Neri non nasconde la delusione per il comportamento della sua Roma, ma sottolinea anche gli eccessi della Lazio. "La partita è stata troppo nervosa - spiega - e con troppi falli. La Lazio ha vinto meritatamente ma avrebbe dovuto comportarsi in modo diverso: loro erano troppo aggressivi, invece ci dovrebbero essere dei limiti. Forse l'arbitro poteva, in qualche occasione, prendere decisioni diverse".

Nel dopopartita ancora rimbalzano gli echi della polemica a distanza avuta in settimana con Francesco Totti: "Ha cominciato lui, ma gli sfottò si danno e si prendono, l'importante è non andare mai oltre i limiti della decenza. Io avrei esagerato? Quando Totti ha mostrato la maglietta 'Vi ho purgato ancora' andava tutto bene, era una cosa simpatica, se invece io gioisco con il cuore vado oltre...". Per Di Canio la Lazio ha giocato "una grandissima partita, nei momenti difficili abbiamo tirato fuori l'orgoglio e giocato anche un bel calcio. Durante la sosta abbiamo lavorato in modo serio. Sono orgoglioso di come ha reagito la squadra". Una settimana speciale per Di Canio ("da settimana ho subito di tutto ma non faccio del vittimismo"), una rivincita anche per chi lo dava per "vecchio": "Ma io - replica in tono quasi di sfida - ho deciso che giocherò un altro anno e mezzo".

http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/sport/calcio/serie_a/dopoderby/dopoderby/lapr_5643629_16320.jpg

da:http://www.repubblica.it

Nirvana
07-01-05, 15:34
Sale a tre il numero degli arresti per resistenza e lesione a pubblico ufficiale e per lancio di petardi. Tre invece le denunce a piede libero, tutte a carico di minorenni, per gli incidenti avvenuti fuori da stadio Olimpico prima e dopo il derby Lazio-Roma disputato ieri sera. Cinque i feriti, tutti guaribili in 5-10 giorni. Un ragazzo e' finito in ospedale per una coltellata ad un gluteo ed altri quattro hanno dovuto ricorrere ai soccorsi per le percosse subite prima dell'inizio del match. Tafferugli tra tifosi e forze dell'ordine si sono infine verificati fuori l'Olimpico al termine di Lazio-Roma. (ANSAweb)

Nirvana
07-01-05, 17:37
"Bello il suo saluto romano"

Polemica sul braccio teso del giocatore a fine derby
Foschi (Ds): "E' una vergogna per la città"

E Gasparri e Storace litigano sul leader biancoceleste

Il derby è finito da pochi minuti. Paolo Di Canio trascinatore dei biancocelesti si scatena. In maglietta corre sotto la curva nord. Esulta con gli ultras laziali. E' un tripudio di abbracci e urla. Di Canio si sbraccia. E uno scatto lo immortala con un braccio destro proteso al cielo. Una scena vista altre volte nel corso di questo campionato. "E' un saluto fascista, una vergogna per il calcio, per la città e per la Lazio" dice il diessino Enzo Foschi. Non sono certo un mistero le simpatia politiche di Di Canio. Nella sua vendutissima autobiografia c'è un capitolo dedicato a Benito Mussolini. Sul suo braccio fa bella mostra un tatuaggio di tre lettere: dux. Un omaggio che fa esultare Alessandra Mussolini: "Che bello quel saluto romano, mi ha affascinato tanto. Mi ha commosso e gli scriverò un biglietto di ringraziamento".

Nel frattempo intorno al nome di Di Canio si consuma una querelle politica tutta interna ad Alleanza nazionale. Le ostilità le apre il ministro romanista Maurizio Gasparri che stuzzica il governatore del Lazio Francesco Storace, di fede laziale. Oggetto, una candidatura di Di Canio alle prossime regionali. "Capisco che alla ricerca di voti ci si attacchi a tutto, e non c'è dubbio che per il bacino d'utenza di Storace, Di Canio possa portare consensi, però consiglierei di riequilibrare: per ogni laziale ci sono sette romanisti, è statisticamente provato..." dice Gasparri. Ma Storace nega tutto: "E' una bubbola che gira da tanto tempo. Di Canio è un calciatore e non credo che gli interessi fare il consigliere regionale".

da: http://www.republica.it

http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/sport/calcio/serie_a/salutocanio/salutocanio/agf_5644991_12460.jpg


in qualche modo doveva rovinarla la festa...... :D

Nirvana
07-01-05, 22:16
E' la sintesi del d.s. giallorosso Baldini che attacca il giocatore: "Pazienza per gli sfottò, ma lui è arrivato all'apologia di reato". Indagine della Federcalcio.

Le parole, ma soprattutto i gesti di Paolo Di Canio, prima, durante e dopo il derby Lazio-Roma, hanno dato avvio a un diluvio di commenti, prese di posizione da parte di chiunque si sia sentito in dovere di dire la prova. Tra questi, il direttore sportivo giallorosso, Franco Baldini, riassume forse meglio di chiunque altro, la posizione di chi ha assunto un atteggiamento critico nei confronti dello show del giocatore laziale. "Il signor Paolo Di Canio - ha dichiarato Baldini -, sul finire della partita, con i suoi atteggiamenti è riuscito a privare la propria squadra della vittoria legittimamente conseguita sul campo".

Il ds della Roma precisa meglio il suo pensiero: "La vittoria è stata della Lazio tutta, di Papadopulo in particolare, ma soprattutto era stata dello stesso Di Canio perché, oltre ad aver preparato e gestito l'evento in maniera scientifica, aveva coronato il tutto con un gesto tecnico di squisita bellezza, regalando il gol dell' 1-0 alla propria squadra. Dal gol che ha sancito il 2-1 della Lazio in poi, ci ha invece regalato tutto un repertorio di gesti e atteggiamenti che hanno consegnato al mondo un'immagine di Roma che non è certo quella che forse tutti avremmo voluto, non io almeno".

Reazioni da giallorosso deluso? No, Baldini argomenta ancora: "Oltre alle provocazioni e agli sfottò, ma fin lì credetemi ancora ci sto, si è arrivati addirittura ad essere offensivi verso il pubblico avversario, e qui faccio molta più fatica, ma ancor peggio istigando alla violenza e compiendo gesti che a tutt'oggi possono configurarsi come apologia di reato". E qui è davvero difficile dargli torto.

Lo sdegno di Baldini è maturato nella giornata e non è dunque uno sfogo a caldo, tanto che il ds conclude: "Ci ho pensato molto, volevo star zitto temendo che parlare potesse venir scambiato per un cercare scuse da parte della Roma, che invece non ne ha, ma qualcosa urlava in me talmente forte da non poterlo placare. La Lazio ha vinto legittimamente, molti hanno perso. Ha perso la Roma e Roma, ha perso soprattutto Di Canio, ho perso io... la speranza. E non preoccupatevi, alle repliche numerose e velenose che certamente avrò, non darò risposta. Per quanto mi riguarda, finisce qui".

Nirvana
07-01-05, 22:17
7 gennaio 2005 - L'esultanza di Paolo Di Canio durante e dopo il derby vinto dalla Lazio sulla Roma sarà oggetto di valutazione da parte dell'ufficio indagini della federcalcio. Lo ha reso noto la Figc precisando che a disposizione dell'ufficio indagini sono stati messi elementi di documentazione fotografica e che "sull'episodio sarà anche ascoltato il giocatore ai fini di valutarne l'esatta portata".

Nirvana
07-01-05, 23:36
Ammenda di 25.000 euro alla Lazio

La Lazio dovrà pagare un'ammenda di 25.000 euro per il lancio, da parte dei suoi tifosi, di bengala, fumogeni, petardi e oggetti vari, in particolare per il petardo lanciato in campo ed esploso vicino all'arbitro Dondarini e a Totti, "il quale subiva temporaneo stordimento, mentre frammenti del petardo raggiungevano il viso dell'arbitro senza ferirlo" con conseguente interruzione del gioco per quattro minuti. Alla Roma invece 10.000 euro di ammenda.

Nirvana
08-01-05, 00:40
Nessun significato politico nei miei gesti di esultanza. A precisarlo, il giorno dopo il derby capitolino che lo ha visto protagonista della vittoria della Lazio, e' Paolo Di Canio, anche alla luce delle interpretazioni che sono state date ai suoi atteggiamenti e delle critiche per qualche suo gesto. In particolare, la dichiarazione del biancoceleste suona come risposta ad Alessandra Mussolini che aveva detto di avere apprezzato 'quel saluto romano' con cui il giocatore avrebbe salutato la curva. 'Alla luce delle considerazioni espresse da qualcuno - afferma l'attaccante biancoceleste -, tra cui la signora Floriani (il cognome dell'onorevole da sposata), faccio presente che sono un giocatore professionista e vorrei sottolineare che le mie esultanze non hanno nulla a che vedere con comportamenti politici di alcun tipo, in particolar modo quelli espressi dalla signora Floriani'. (ANASweb)

Nirvana
08-01-05, 16:21
1 - CAMERATA DI CANIO, PRESENTE! (Repubblica)

l derby è finito da pochi minuti. Paolo Di Canio trascinatore dei biancocelesti si scatena. In maglietta corre sotto la curva nord. Esulta con gli ultras laziali. E' un tripudio di abbracci e urla. Di Canio si sbraccia. E uno scatto lo immortala con un braccio destro proteso al cielo. Una scena vista altre volte nel corso di questo campionato. "E' un saluto fascista, una vergogna per il calcio, per la città e per la Lazio" dice il diessino Enzo Foschi.

Non sono certo un mistero le simpatia politiche di Di Canio. Nella sua vendutissima autobiografia c'è un capitolo dedicato a Benito Mussolini. Sul suo braccio fa bella mostra un tatuaggio di tre lettere: dux. Un omaggio che fa esultare Alessandra Mussolini: "Che bello quel saluto romano, mi ha affascinato tanto. Mi ha commosso e gli scriverò un biglietto di ringraziamento". Si schiera con Di Canio anche l'ex direttore di Liberazione, il quotidiano di Rifondazione Comunista, Sandro Curzi: "Tra me e lui le idee politiche sono decisamente opposte, ma non vorrei che questo episodio servisse da pretesto per discriminarlo".

Nel frattempo intorno al nome di Di Canio si consuma una querelle politica tutta interna ad Alleanza nazionale. Le ostilità le apre il ministro romanista Maurizio Gasparri che stuzzica il governatore del Lazio Francesco Storace. Oggetto, una possibile candidatura di Di Canio alle prossime regionali. "Capisco che alla ricerca di voti ci si attacchi a tutto, e non c'è dubbio che per il bacino d'utenza di Storace, Di Canio possa portare consensi, però consiglierei di riequilibrare: per ogni laziale ci sono sette romanisti, è statisticamente provato..." dice Gasparri. Ma Storace nega tutto: "E' una bubbola che gira da tanto tempo. Di Canio è un calciatore e non credo che gli interessi fare il consigliere regionale".

2 - "E' UN PROVOCATORE, PAGHERÀ", "E ALLORA LA MAGLIETTA DI TOTTI?" (Repubblica)

La colonna sonora dell'esultanza laziale sono le urla di Guido De Angelis, voce storica della radiofonia biancoceleste, che accompagnano la tripletta con cui la Lazio si è aggiudica il derby con la Roma. Accendi la radio e dalle frequenze di Radio Spazio Aperto senti De Angelis che grida "gol di Di Canio! Gli abbiamo fatto male ancora una volta come 15 anni fa". Giri la manopola e trovi Mario Corsi, a capo di una delle trasmissioni radiofoniche più ascoltate dai tifosi giallorossi, che sintetizza così la sconfitta: "La Lazio ha meritato di vincere. Noi abbiamo un portiere che è una pippa ed è di Bergamo, un centrocampo di ballerine (usati anche altri termini) e un allenatore incapace". Analisi impietosa, come quella che "Marione" riserva a Di Canio: "E' un infame, fa il paladino delle curve per finta. Difende i diffidati e poi ritratta dicendo che parlava solo dei suoi amici".
Non è una sorpresa. C'è Di Canio al centro delle discussione del giorno dopo. E non poteva essere altrimenti. Bruciano ai tifosi della Roma quelle tre dita alzate in segno di gioia, quell'esultanza in faccia alla curva sud. "L'abbiamo già fatto scappare da Roma 15 anni fa (dopo il famoso dito alzato davanti alla sud ndr), lo faremo scappare ancora" avverte un rabbioso tifoso della Roma.
Sul fronte Lazio capita di sentire più volte la voce di Di Canio a fine partita: "Con questa maglia addosso non ho paura di nulla". E molte sono le voci che si levano in suo difesa: "Lo attaccano per quello che ha fatto, mentre quando Totti ci ha fatto la maglietta 'vi ho purgato ancora', erano tutti a dire che era una cosa spiritosa" si lamenta Giovanni. "Di Canio è stato due anni e mezzo nella Lazio e sembra uno che ha giocato con noi per 15 anni" dice De Angelis. Che non dimentica i gemelli Filippini, autori ieri sera, di una vigorosa prova: "Per loro serve la cittadinanza onoraria".
Sul fronte giallorosso, invece, è tempo di processi: "Del Neri ha sbagliato la formazione e non ha saputo dare grinta ai giocatori" dice Alessandro. "Non si può perdere senza lottare - accusa Marco - è stata una Roma senza carattere". E poi c'è chi, via sms, si lascia andare ai rimpinati: "Era meglio che Totti faceva scena quando l'hanno colpito con il petardo..". Fine delle trasmissioni. Fino al prossimo derby.

3 - SPORCO, BRUTTO E FASCISTA (E CELEBRATO DAL MANIFESTO)

"A’ Cragnotti, comprace Di Canio!": è questo il leit-motiv che si è sentito e si sente all'Olimpico e in molte radio romane, specie quelle che danno più spazio alla voce degli ultras e dei tifosi di Curva Nord della Lazio. Le recenti, clamorose contestazioni in casa biancoceleste - legate al momento incerto della squadra, ma rafforzate dal contrasto non recente tra la visione "moderna" del calcio di Cragnotti e il "romanticismo" degli Irriducibili - hanno trovato nell'estroso calciatore, da parecchi anni in Inghilterra, un punto di riferimento quasi naturale. Di Canio è cresciuto nelle giovanili della Lazio e in questa squadra esordì, segnando un gol decisivo in un derby capitolino, il primo che si giocava dopo molti anni. Giocatore di talento, ma anche tifoso della squadra in cui militava, fu presto suo malgrado ceduto alla Juventus.
Un beniamino del pubblico laziale, dunque, un calciatore-tifoso in un'epoca che sembra non prevedere questa parte in commedia. Ma sono solo questi i motivi che fanno oggi di Di Canio un "mito" per la Curva Nord? Cerchiamo di scoprirlo leggendo L'autobiografia del calciatore, apparsa nel 2000 in Inghilterra, dove divenne un best-seller, oggi disponibile anche in edizione italiana, sia pure - non si può tacerlo - in una pessima traduzione, per i tipi di una piccola casa editrice di Milano (Edizioni Libreria dello sport, pp. 224, 14,98 euro).
Il libro, scritto in collaborazione con il giornalista italo-inglese Gabriele Marcotti, è qualcosa di più di un semplice libro sul calcio, sia per la prima parte, che contiene un bello spaccato di vita proletaria degli anni settanta, sia per le vicende in cui si è trovato coinvolto il protagonista nella sua vita professionale, sia perché Di Canio non lesina giudizi sulla società, sulla politica e sul calcio, dimostrando di avere una visione del mondo assai discutibile, ma certo interessante. Andiamo con ordine.
Paolo Di Canio nasce nel 1968 in un "lotto" (agglomerato di case popolari) del Quarticciolo, quartiere proletario romano, periferia in cui la vita è dura, i sacrifici tanti, ma in cui non mancavano quelle tipiche forme di solidarietà e vita comunitaria che oggi sembrano scomparse.
Paolo è figlio di un operaio edile, un muratore, come dice con un orgoglio che gli fa onore, rivendicando al mestiere del padre uno status spesso misconosciuto: "Un uomo in giacca e cravatta che sta dietro una scrivania, chiama gente al telefono e vende loro prodotti finanziari è visto come rispettabile. Ma un muratore passa i propri giorni usando la sua mente, le sue arti, i suoi attrezzi e le sue nude mani per costruire qualcosa di tangibile, funzionale e spesso molto bello... C'è la credenza comune che i lavoratori manuali non usino il loro cervello... anche se sei un calciatore o un muratore, la qualità del tuo lavoro ha una diretta correlazione tra la tua intelligenza e l'etica del lavoro".
La vita di Paolo è come tante altre, al Quarticciolo come a Pietralata come a San Basilio: sei persone in due stanzette; i soldi che non bastano mai; i ragazzi che trasformano gli spazi di cemento per stendere il bucato in campi da calcio dove occorre dribblare anche i pali di ferro che tengono su le corde; il furto di una sgangherata bicicletta del fratello maggiore per sentirsi re per un giorno (il "re del Quarticciolo"), dividendo con gli amici pagnottelle e gettoni di sala-giochi ricavati dalle diecimilalire avute in cambio della "refurtiva"; il sogno di una promozione sociale che sembra per un momento trovare la strada del cinema, come in Bellissima! di Visconti, con madri ingenue e "cinematografari" con poco cuore e tanta fame di soldi.
Poi venne il calcio. Là dove migliaia di ragazzini vedono naufragare sogni e speranze coltivate in anni di allenamenti e sacrifici, i pochi che riescono diventano "re" davvero, e non per un solo giorno. Gli inizi sono difficili: il carattere di Di Canio è scontroso, quasi rissoso, impulsivo. La voglia di ribellarsi all'ingiustizia, vera o presunta che sia, l'incapacità di tacere con un pizzico di opportunismo, gli creano sempre qualche problema: sarà una costante della sua carriera. "Amo dire sempre quel che penso", afferma, ma non pare una dote apprezzata nell'ambiente. Un infortunio leggero, curato male mentre è in prestito alla Ternana, porta quasi all'amputazione di una gamba (sembra una storia alla Caro diario).
Poi la carriera prende il volo: Lazio, Juventus (con Maifredi e Trapattoni, con cui litiga furiosamente), Napoli (con Lippi, che Di Canio rifiuta di seguire di nuovo alla Juve), Milan (con Capello: "Da quel momento, più sto lontano da Capello, meglio è"). Infine, la scelta del calcio anglosassone, prima al Celtic (la formazione della pugnace minoranza cattolica di Glasgow), poi allo Sheffield Wednesday, infine al West Ham di Londra, dove resta molti anni. Cresce in bravura, ma soprattutto è sempre un idolo per i tifosi. Una carriera importante, con il limite di doversi sentire sempre protagonista e l'incapacità di convivere con quelle società nelle quali, appunto, essere protagonista è tutt'altro che facile (ma ora all'orizzonte sembra profilarsi il Manchester Utd).
"Io capisco i tifosi, capisco i loro sacrifici, capisco perché vogliono sempre tutto da chi scende in campo", dice Di Canio, che racconta anche di quando - giocatore della Lazio primavera - partiva con gli Irriducibili per seguire da ultras la prima squadra, anche in trasferta. Una esperienza che non rinnega, di cui racconta risvolti al limite della legalità, e che contribuisce a mettere a fuoco con intelligenza anche negli aspetti più inquietanti, come l'uso di droghe o la violenza. A questo proposito, però, l'episodio più curioso è quello vissuto con due amici del Quarticciolo... romanisti. Riconosciuto come giocatore della Lazio e al centro di una rissa con alcuni tifosi giallorossi, i due ragazzi che sono con lui non solo si battono al suo fianco, e lo aiutano a eclissarsi prima dell'arrivo della polizia, ma in carcere "convincono" gli assalitori a non fare il nome del calciatore, per non stroncarne la carriera: l'amicizia come valore al di là del tifo.
Per un calciatore così, che si definisce innanzitutto "uno che lotta", che non si tira indietro, nella strada, nella vita e sul campo, l'incontro con il calcio inglese è quasi un destino. E qui un mondo da scoprire, per il lettore italiano, sia pure con qualche apprezzamento esageratamente generoso verso i sudditi di Sua Maestà (in tutto il libro, scritto per il mercato inglese, un occhio al marketing è fin troppo presente). Infine, l'inferno e il paradiso. Prima, con lo Sheffield Wednesday, una lunga squalifica per aver spintonato un arbitro. Quindi, con la maglia del West Ham, la fama internazionale, e il premio della Uefa per il fair-play, per aver rinunciato a segnare un gol quasi certo per dar modo di soccorrere immediatamente il portiere avversario infortunato. Un episodio che ha fatto meritatamente il giro del mondo, un gesto istintivo che ha riportato positivamente in primo piano il personaggio.

Infine, la politica. Si sa che Di Canio è di destra, e anche di recente alcuni suoi apprezzamenti su Mussolini hanno fatto clamore. Nella sottolineatura di questo aspetto c'è molto della "maledizione Lazio" - la società forse più maltrattata dai media: tutto ciò che di negativo può riguardarla viene cucinato in ogni salsa. Per capire: il fatto che Totti abbia recentemente partecipato a un banchetto elettorale di un candidato di Alleanza Nazionale non ha provocato clamore, la notizia è apparsa senza molta evidenza su Repubblica, poi su di essa è calata una spessa e sapiente coltre di silenzio. Tornando a Di Canio, bisogna arrivare alle ultime pagine del volume per soddisfare la legittima curiosità sull'argomento.
Dopo aver speso parole positive su Martin Luther King e Bob Kennedy, ed espresso rammarico per il fatto che una società comunista sembra non poter funzionare ("sarebbe un mondo perfetto se tutti andassimo d'accordo, se fossimo tutti felici, se potessimo dividere equamente tutto e lavorassimo duramente per il bene comune. Ma questo sarebbe un mondo Comunista e... la storia ha dimostrato che questo stato di cose non funziona"), Di Canio alla fine "si svela": pur senza dirsi esplicitamente "fascista" (un omaggio conformista ai lettori inglesi?), ribadisce la sua ammirazione (anche se non incondizionata: "Ingannò le persone, le sue azioni furono vili e calcolate") per Mussolini, afferma di essere "un nazionalista e un patriota", di essere schierato a destra, pur affrettandosi a specificare che "questo non significa essere un nazi o un razzista... triste che questa parola, nazionalismo, sia diventato sinonimo di razzismo e xenofobia... il nostro governo fa poco per gli immigrati, così loro fanno semplicemente le cose a modo loro... mi piacerebbe se un immigrato potesse venire in Italia e, dopo pochi anni, dire: "Questo è il mio paese. Sono italiano"".
A condizione - aggiunge però il calciatore - che non voglia trasformare il "nostro" in un paese... musulmano! Dichiarazioni da simpatizzante di destra, spesso ingenue e confuse, anche per questo significative, se è vero che un recente sondaggio di Sciuscià ha sostenuto che il 25% dei giovani italiani dà un giudizio positivo di Mussolini. E sugli immigrati una percentuale ancora maggiore, soprattutto in quei tanti "Quarticcioli" che circondano le grandi città più o meno da presso, hanno posizioni ben più xenofobe del calciatore che da anni vive nella multietnica capitale inglese.
Nonostante i suoi giudizi storico-politici, la "veracità" di Paolo Di Canio suggerisce rispetto e simpatia. Il suo ritorno alla Lazio è un'idea altamente improbabile (quale allenatore potrebbe lasciare in panchina un Irriducibile?). Il suo "mito" presso tanti ragazzi di curva, se appare perfettamente comprensibile, è qualcosa che non ci lascia soddisfatti e tranquilli: se lui è divenuto un mito, oggi, sia pure per un settore limitato di "ragazzi di strada", è perché "c'è del marcio in Danimarca". O, per meglio dire, in tutta la nostra vecchia Europa.


Dagospia 07 Gennaio 2005

Nirvana
08-01-05, 19:50
A 24 ore dal derby non si placa l'eco delle polemiche. Protagonista, nel bene e nel male, Paolo Di Canio. Vale a dire, la sua esultanza, e il suo saluto romano sotto la curva nord. Il tutto mentre la lazio ha ufficializzato lo scambio Inzaghi-Bazzani.

"Di Canio? Si è trasformato in un ultrà e ha fatto male perchè è sempre un tesserato" taglia corto l'allenatore del Lecce Zeman. Ma il giocatore della Lazio trova la solidarietà del suo allenatore. Giuseppe Papadopulo, infatti, respinge qualsiasi interpretazione politica per i gesti del giocatore: "Quello di Paolo è stato un gesto spontaneo e soprattutto istintivo. Io gli darei questo valore, anche perchè credo sia il viatico migliore per recuperare veramente interesse al calcio che in questo momento è stato messo da parte e questo mi da veramente fastidio". E gli ultras della Lazio avvertono: "Se Di Canio verrà squalificato, andremo in 30 mila a manifestare sotto la Lega calcio".

Mentre Carlo Ancelotti, uno che di derby di Roma ne ha giocati diversi, non si sorprende per le polemiche del giorno dopo, ma neppure si scandalizza per gli atteggiamenti di Paolo Di Canio: "Non mi sembra che ci siano state esultanze sopra le righe, anche se capisco che per chi è dall'altra parte possono dar fastidio certi atteggiamenti".

E sull'episodio dice la sua anche Paolo Sollier, centravanti tattico del Perugia negli anni '70, militante di Avanguardia Operaia, che cominciava le partite con un saluto a pugno chiuso: "Erano altri tempi c'era solo qualche fotografia, non mille telecamere. Con l'esposizione mediatica di oggi, io avrei un differente comportamento e non rifarei il pugno chiuso...".


da Repubblica.it

Nirvana
24-01-05, 19:52
Un deferimento a testa per Roma e Lazio. Il provvedimento e' scattato per il biancoceleste Paolo Di Canio e per il direttore sportivo giallorosso Franco Baldini. Per quanto riguarda l'attaccante, il procuratore federale della Figc ha giudicato il comportamento tenuto al termine del derby Lazio-Roma del 6 gennaio e, in particolare, il saluto romano rivolto ai tifosi. Il dirigente, invece, sconta alcune dichiarazioni rilasciate alla vigilia dello stesso derby in materia di arbitri. (ANSAweb)

Nirvana
10-03-05, 23:47
Disciplinare: non confondibile con un gesto di giubilo

Diecimila euro di ammenda e l'ammonizione, nonche' una uguale sanzione alla Lazio per responsabilita' oggettiva, sono stati inflitti dalla Commissione Disciplinare a Di Canio per aver salutato con il braccio destro teso i tifosi dopo l'ultimo derby. Il giocatore aveva spiegato di essersi limitato a partecipare alla felicita' dei tifosi 'senza voler attribuire alcun significato politico al proprio gesto'. I giudici, tuttavia, hanno concluso che quel saluto non e' un confondibile con un gesto di giubilo'. L'europarlamentare di An, Romano La Russa, critica la decisione della Figc: 'invece di occuparsi dei problemi seri del nostro calcio, di societa' che falliscono, di bilanci falsi e fondi in nero, si diletta nel punire un grande giocatore come Paolo Di Canio'. La Russa propone quindi di fare una colletta per pagare l'ammenda. (ANSAweb)