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Giordi
18-11-09, 13:24
Foro ecclesiastico

Sul Corriere on line di ieri 11 novembre appare un articolo che riporta un provvedimento dell’arcivescovo di Firenze che si sarebbe potuto leggere, cambiato ciò che è necessario, fino almeno a metà Ottocento, e anche qualche anno più in là, a seconda del luogo d’Italia in cui si avesse avuto la fortuna di vivere.

Leggiamo: «ritengo doveroso rendere noto alla comunità parrocchiale interessata che don Roberto Berti, a seguito di processo canonico penale amministrativo, è stato riconosciuto colpevole di molestie sessuali e psicologiche su minori e, in ottemperanza a indicazioni della Congregazione per la dottrina della fe*de, ho emesso e notificato una sentenza che prevede per il sacerdote la residenza obbligata, in regime di vigilanza, in una struttura fuori dalla diocesi di Firenze per un percorso di recupero spi*rituale e psicoterapeutico». La durata di ciò che con agile eufemismo viene chiamato “programma di recupero” è fissata in otto anni. La sentenza è affissa alla bacheca, certo luogo più moderno rispetto alle antiche porte, della chiesa in cui il sacerdote era stato parroco.

Converrà ricordare a cosa corrisponde questa procedura. Si tratta di un atto che proviene dal cosiddetto “Foro ecclesiastico”, l’istituto in cui si realizza la riserva di giurisdizione, la competenza a giudicare di alcune materie (questioni matrimoniali, beneficiali o relative, come in questo caso, a sacerdoti) in capo all’ autorità ecclesiastica. Nella mia sciocca presunzione pensavo che all’Italia si fosse estesa la disciplina universalistica della giurisdizione statuale, almeno in materia penale. Credevo addirittura di ricordare che le sabaude leggi Siccardi del 1850 avessero abolito il privilegio della gerarchia cattolica di emettere sentenze di quel tipo. Invece don Berti è a residenza obbligata per ordine dell’arcivescovo. E se le parole conservano il senso in cui sono abitualmente usate, “obbligato” significa non volontario; quindi ci si può chiedere se un provvedimento di questo tipo, in vigenza di un sistema che riserva la giurisdizione penale allo Stato, realizzi un qualche reato, magari di una certa gravità. Esistono nel nostro allegro paese una o più carceri ecclesiastiche? Corredate magari di psicologi, esperti di strategie di recupero? Quanti sono gli obbligati? Chi sta alla sacra uscita per controllare che i peccatori non escano? Il nostro vigile arcivescovo ci fa anche sapere che “al termine degli otto anni la Congregazione per la dottrina della fede riesaminerà la situazione, valutando se il cammino di rigenerazione spirituale e psicologica avrà ottenuto i risultati sperati”. E se così non fosse? Berti si vedrà solo rifiutata un’altra parrocchia o dovrà rimanere ad libitum nella pia cella? E in questo caso un organo della Santa Sede si pronuncerà davvero sulla libertà personale di un cittadino italiano? O forse, per evitare le seccature che certo verranno dai soliti laicisti, don Berti avrà firmato una carta secondo la quale si sottomette liberamente al soggiorno obbligato?

So bene che esiste nel Trattato Lateranense del 1929 un articolo 23 che riconosce piena efficacia giuridica, anche a tutti gli effetti civili alle sentenze ed ai provvedimenti “emanati da autorità ecclesiastiche ed ufficialmente comunicati alle autorità civili, circa persone ecclesiastiche o religiose e concernenti materie spirituali o disciplinari”. Già il testo è abbastanza chiaro nell’escludere materie non “spirituali o disciplinari”. Inoltre quando, nel 1984, si modificò il Concordato venne data all’articolo 23 un’interpretazione ancora più restrittiva. Dunque non può essere questa la base giuridica della vicenda. A meno che le autorità civili a cui fosse stata comunicata questa sentenza non abbiano dato il loro accordo, contro la legge e il diritto internazionale. Ma in questo caso la nostra magistratura, sempre attenta alle proprie competenze, lascerebbe davvero fare? Anche perchè occorrerebbe sapere molte cose: come e da chi è stata accertata la responsabilità di Berti? Qualche procura non ha esercitato l’azione penale, delegandola all’arcivescovo di Firenze? Oppure Berti è già stato giudicato, e con quale esito? O ancora siamo di fronte a una responsabilità penale ecclesiastica su fatti che non avrebbero rilevanza penale pubblica? E che si concudono sotto chiave in una privatissima e misteriosa “struttura” ? L’Italia avrebbe concesso alla Santa Sede di realizzare un formidabile colpo pubblicitario consentendole di punire da sola un delitto commesso da un cittadino italiano in Italia, delitto che avrebbe dovuto essere punito solo dallo Stato italiano? Tanto per dimostrare la ben nota inflessibilità ecclesiastica nei confronti di reati di questo tipo?

La cosa mi pare talmente enorme da non potere essere vera. Ci sarà certamente una spiegazione sensata per l’intera vicenda. Quindi, di sicuro, tutti i dubbi verranno sciolti e e ogni problema si chiarirà. O quasi. Resta infatti che, per ragioni nobilissime, per chiedere perdono alla comunità, per porre rimedio allo scandalo e alle sofferenze, per mille altre ottime ragioni, l’arcivescovo di Firenze ha fatto pubblicare (e un giornale non piccolissimo ha ripreso) un testo che lascia letteralmente sgomenti. Che ci fa ritrovare in redingote e parrucca senza che neppure ce ne accorgessimo. “Agnosco stylum Romanae Curiae “, diceva quel tale, certo un po’ eretico, nel momento supremo, proprio mentre riceveva il devoto coltello nella pancia. Oggi per eliminare i concorrenti, fosse anche ciò che resta dell’Italia laica, approfittando di un caso su cui nessuno oserà mettere bocca, non è certo più necessario agire in modo tanto brutale. Basta mettersi d’accordo con lo stato-vittima o con qualche suo zelante funzionario, trasformare uno o due conventi in prigione e metterci dentro il primo prete che ne ha combinata una più grossa del solito. Lo “stylum” è sempre lo stesso, efficiente e, possiamo dirlo?, sottilmente perverso.

Il libertino ortodosso (http://illibertinortodosso.wordpress.com/)

PUPO
18-11-09, 21:50
il berti può anche ridursi allo stato laico, se vuole.....e mi auguro...
se invece accetta la punizione sono fatti suoi...
sempre ammesso che non abbia violato anche leggi italiane...

Scipione
19-11-09, 23:59
Foro ecclesiastico
Sul Corriere on line di ieri 11 novembre appare un articolo che riporta un provvedimento dell’arcivescovo di Firenze che si sarebbe potuto leggere, cambiato ciò che è necessario, fino almeno a metà Ottocento, e anche qualche anno più in là, a seconda del luogo d’Italia in cui si avesse avuto la fortuna di vivere.

Leggiamo: «ritengo doveroso rendere noto alla comunità parrocchiale interessata che don Roberto Berti, a seguito di processo canonico penale amministrativo, è stato riconosciuto colpevole di molestie sessuali e psicologiche su minori e, in ottemperanza a indicazioni della Congregazione per la dottrina della fede, ho emesso e notificato una sentenza che prevede per il sacerdote la residenza obbligata, in regime di vigilanza, in una struttura fuori dalla diocesi di Firenze per un percorso di recupero spirituale e psicoterapeutico». La durata di ciò che con agile eufemismo viene chiamato “programma di recupero” è fissata in otto anni. La sentenza è affissa alla bacheca, certo luogo più moderno rispetto alle antiche porte, della chiesa in cui il sacerdote era stato parroco.....
Forma pomposa e azzeccagarbugliosa per specificare che il suddetto sfuggirà alle leggi italiane. La chiesa si fa giustizia anche in terra: evidentemente la giustizia divina non basta più............ :giagia: :gluglu:

codino
21-11-09, 21:17
Forma pomposa e azzeccagarbugliosa per specificare che il suddetto sfuggirà alle leggi italiane. La chiesa si fa giustizia anche in terra: evidentemente la giustizia divina non basta più............ :giagia: :gluglu:

che senso ha ciò che hai scritto?

della serie: come contraddirsi in due righe...

Scipione
22-11-09, 19:45
che senso ha ciò che hai scritto?

della serie: come contraddirsi in due righe...
La chiesa non deve sostituirsi allo stato. Il prelato andava processato sì, ma da un tribunale della repubblica italiana. :chefico: :gluglu:

ConteMax
23-11-09, 22:48
La chiesa non deve sostituirsi allo stato. Il prelato andava processato sì, ma da un tribunale della repubblica italiana. :chefico: :gluglu:

Preti pedofili: quando c’è il diavolo sotto la tonaca - Italia - Panorama.it (http://blog.panorama.it/italia/2009/11/20/preti-pedofili-quando-ce-il-diavolo-sotto-la-tonaca/)

Su Berti l’ex Sant’Uffizio non ha avuto dubbi: accusato di molestie sessuali nei confronti di cinque minorenni, il parroco è stato condannato a 8 anni di domicilio coatto a Trento, in una casa per il recupero di preti con problemi psichici, unito al divieto assoluto di svolgere attività pastorale.
Berti era stato sollevato il 6 giugno 2008 dalla guida della sua nuova parrocchia di San Mauro a Signa, a seguito di una denuncia per molestie sessuali. In base alle norme sulla tolleranza zero varate nel 2001 dal cardinale Ratzinger (allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede), il processo canonico a carico di Berti è stato affidato all’ex Sant’Uffizio. Per più di un anno non si è saputo ufficialmente nulla. Nel frattempo venivano ascoltati a Roma il prete fiorentino e i suoi accusatori: giovani nati tra il 1977 e il 1986 che hanno riferito di aver subito le attenzioni e le molestie del parroco di Ginestra tra il 1990 e il 2001.

Ma il silenzio e la riservatezza nella quale si è svolto il processo canonico a carico di Berti sono diventati un boomerang per la curia e per le stesse vittime delle molestie. Nelle due parrocchie della periferia fiorentina si è diffusa la voce che il prete era stato prosciolto e le accuse si erano rivelate infondate. Qualcuno ha anche cominciato a dubitare della buona fede degli accusatori. Impossibile persino ricorrere all’autorità giudiziaria perché, dal punto di vista penale, i reati di molestie contestati al sacerdote risultavano già prescritti.

Insomma, per qualche mese gli innocentisti hanno avuto buon gioco a sostenere che si era trattato di una bolla di sapone, mentre i colpevolisti sono finiti sotto accusa. Da qui è nata la richiesta dell’arcivescovo di Firenze di rendere pubblica la sentenza di condanna. Il nuovo parroco di Ginestra Fiorentina, James Savarirajan, domenica 8 novembre ha affisso in bacheca il pronunciamento della Congregazione per la dottrina della fede. Tuttavia, neanche questo gesto clamoroso è bastato a mettere fine alle polemiche: mentre i colpevolisti hanno diffuso la notizia ai giornali locali, gli amici di Berti hanno accusato la curia di aver creato “scandalo “ pubblicando la sentenza.

DanielGi.
23-11-09, 23:10
Terribile quanto scritto : sembra che possa esistere una casa di recupero per preti con problemi psichici... ovviamente sotto il controllo ecclesiastico... in quel di Trento.

codino
24-11-09, 00:19
...
Impossibile persino ricorrere all’autorità giudiziaria perché, dal punto di vista penale, i reati di molestie contestati al sacerdote risultavano già prescritti.
...

beh? quindi la Chiesa, di propria iniziativa, punisce un sacerdote che poteva "farla franca"* in base alle lassive (=lassiste+lassative) leggi dell'inane stato italiota...

e invece di dire "brava Chiesa", voialtri avete pure da ridire...:sese:



*e come l'avrebbe fatta franca se si fosse trattato di un "laico"...

codino
24-11-09, 00:20
Forma pomposa e azzeccagarbugliosa per specificare che il suddetto sfuggirà alle leggi italiane. La chiesa si fa giustizia anche in terra: evidentemente la giustizia divina non basta più............ :giagia: :gluglu:

ti ha risposto ConteMarx nel post da me riportato qui sopra...

:testone:

Giordi
24-11-09, 07:52
beh? quindi la Chiesa, di propria iniziativa, punisce un sacerdote che poteva "farla franca"* in base alle lassive (=lassiste+lassative) leggi dell'inane stato italiota...

e invece di dire "brava Chiesa", voialtri avete pure da ridire...:sese:



*e come l'avrebbe fatta franca se si fosse trattato di un "laico"...

e brava la Chiesa incorerente... che è capace di creare "scandalo" solo in determinati casi... :sofico:

Azel
24-11-09, 09:53
beh? quindi la Chiesa, di propria iniziativa, punisce un sacerdote che poteva "farla franca"* in base alle lassive (=lassiste+lassative) leggi dell'inane stato italiota...

e invece di dire "brava Chiesa", voialtri avete pure da ridire...:sese:


Se lo avesse impalato sulla pubblica piazza (in vaticano, dove possono far quel che gli pare e dove la pena di morte esisteva fino a pochi anni fa) allora un applauso lo avrebbero meritato. :sofico:

ConteMax
24-11-09, 14:12
beh? quindi la Chiesa, di propria iniziativa, punisce un sacerdote che poteva "farla franca"* in base alle lassive (=lassiste+lassative) leggi dell'inane stato italiota...

e invece di dire "brava Chiesa", voialtri avete pure da ridire...:sese:



*e come l'avrebbe fatta franca se si fosse trattato di un "laico"...

Il prete pedofilo in realtà è stato graziato anche dai suoi superiori preti.

Potevano spretarlo, lasciarlo senza stipendio, senza arte né parte, a procurarsi di che vivere cercandosi un lavoro onesto, anziché mangarie a sbafo del contribuente italiano come i suoi colleghi preti.

Così hnno fatto, per esempio con padre Gino Burresi, che la fece franca anche lui come don Berti. Se non lo hanno fatto è perché vogliono reinserirlo a pieno titolo nel clero, passata la bufera.

Quanto ai dubbi sulla curabilità di un pedofilo sogetto alla "vigilanza" dei suoi colleghi, anziché di un Centro di Salute Mentale, ho i miei dubbbi, come quelli di un tanti altri forumisti.

Il caso padre Maciel non ha insegnato nulla.

codino
24-11-09, 14:47
Se lo avesse impalato sulla pubblica piazza (in vaticano, dove possono far quel che gli pare e dove la pena di morte esisteva fino a pochi anni fa*) allora un applauso lo avrebbero meritato. :sofico:
sei in disaccordo con i tuoi amichetti, per i quali la cosa sarebbe troppo severa, a quel che leggo...

Forma pomposa e azzeccagarbugliosa per specificare che il suddetto sfuggirà alle leggi italiane. La chiesa si fa giustizia anche in terra: evidentemente la giustizia divina non basta più............ :giagia: :gluglu:


Terribile quanto scritto : sembra che possa esistere una casa di recupero per preti con problemi psichici... ovviamente sotto il controllo ecclesiastico... in quel di Trento.

* "pochi anni fa", ma sempre "più anni" che nell'ItaGLia, tua madre patria...:sofico::postridicolo:

codino
24-11-09, 14:48
Il prete pedofilo in realtà è stato graziato anche dai suoi superiori preti.

Potevano spretarlo, lasciarlo senza stipendio, senza arte né parte, a procurarsi di che vivere cercandosi un lavoro onesto, anziché mangarie a sbafo del contribuente italiano come i suoi colleghi preti.

Così hnno fatto, per esempio con padre Gino Burresi, che la fece franca anche lui come don Berti. Se non lo hanno fatto è perché vogliono reinserirlo a pieno titolo nel clero, passata la bufera.

Quanto ai dubbi sulla curabilità di un pedofilo sogetto alla "vigilanza" dei suoi colleghi, anziché di un Centro di Salute Mentale, ho i miei dubbbi, come quelli di un tanti altri forumisti.

Il caso padre Maciel non ha insegnato nulla.

sei il solito ignorante...

già il dire che i preti "mangiano a sbafo" ti qualifica per quello che sei...:sofico: