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Visualizza Versione Completa : 28 aprile - S. Luigi Maria Grignion da Montfort, Sacerdote e Fondatore



Augustinus
19-06-04, 09:22
Preghiera tratta da Il Segreto di Maria di San Luigi Maria Grignion de Montfort

Ti saluto, o Maria,

Figlia amatissima dell'eterno Padre, Madre ammirabile del divin Figlio, Sposa fedelissima dello Spirito Santo.

Ti saluto, o Maria, mia cara Madre, mia amabile maestra, mia potente Sovrana, mia gioia, mia gloria, mio cuore e mia anima!

Tu sei tutta mia per misericordia, io sono tutto tuo per giustizia, ma non lo sono ancora abbastanza.

Di nuovo mi dono interamente a Te, come tuo eterno schiavo, senza riservare nulla per me o per altri.

Se scorgi in me qualcosa che non sia ancora tuo, prendilo subito, te ne supplico, e sii la padrona assoluta della mia volontà.

Distruggi, sradica e annienta in me tutto ciò che dispiace a Dio.

Pianta, edifica e opera tutto ciò che a te piace. La luce della tua fede dissipi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà

prenda il posto del mio orgoglio; la tua sublime contemplazione allontani le distrazioni della mia instabile fantasia.

La tua continua visione di Dio riempia della sua presenza la mia memoria; la tua ardente carità dilati e infiammi

la freddezza e indifferenza del mio cuore; le tue sublimi virtù sostituiscano i miei peccati;

i tuoi meriti siano mio ornamento e perfezione davanti a Dio.

Mia carissima e amatissima Madre! Ti chiedo infine, se possibile, di offrirmi il tuo spirito

per conoscere Gesù Cristo e la sua divina Volontà; di offrirmi la tua anima per lodare e glorificare il Signore;

di offrirmi il tuo Cuore per amare Dio con amore puro e ardente come Te. Amen.

Thomas Aquinas
23-06-04, 21:29
Introduzione

1) Anima predestinata, ecco un segreto che l'Altissimo mi ha rivelato e che non ho potuto trovare in alcun libro antico o moderno. Te lo confido con l'aiuto dello Spirito Santo, a queste condizioni:
1) lo comunicherai soltanto alle persone meritevoli per orazioni, elemosine, mortificazioni, persecuzioni, zelo per la salvezza delle anime e distacco da ogni cosa;
2) te ne servirai per diventare santa e spirituale: questo segreto, infatti, si sviluppa in proporzione dell'uso che se ne fa. Sii molto attenta a non startene senza far niente, inoperosa, perché il segreto si trasformerebbe in veleno e sarebbe la tua condanna;
3) ringrazierai Dio ogni giorno della tua vita della grazia che ti ha fatto insegnandoti un segreto che non meritavi di conoscere.
Solo nella misura con la quale te ne servirai nelle azioni ordinarie potrai valutarne il pregio e l'eccellenza. All'inizio lo capirai solo imperfettamente a causa della moltitudine e della gravità dei tuoi peccati e del segreto attaccamento a te stessa.

2) Prima di seguire il vivo e naturale desiderio di conoscere la verità, recita devotamente in ginocchio l'Ave Maris Stella e il Veni Creator Spiritus, per chiedere al Signore la grazia di capire e gustare questo divino mistero.
Poiché abbiamo poco tempo, io per scrivere e tu per leggere, esporrò ogni cosa in breve.

Thomas Aquinas
23-06-04, 21:30
Prima Parte

Necessità di una vera devozione a Maria.

I. La grazia di Dio è assolutamente necessaria.

3) Anima, immagine vivente di Dio e riscattata dal sangue prezioso di Cristo, la volontà di Dio è che tu divenga santa come lui in questa vita e gloriosa come lui nell'altra.
L'acquisto della santità di Dio è tua sicura vocazione. A questo devono tendere i tuoi pensieri, parole, azioni, sofferenze, aspirazioni, altrimenti tu resisti a Dio non facendo ciò per cui ti ha creata e ti conserva.
Quale opera mirabile! La polvere mutata in luce, il fango in candore, il peccato in santità, la creatura nel Creatore e l'uomo in Dio! Opera mirabile, lo ripeto, ma difficile in se stessa e impossibile alla natura: solo Dio può riuscirvi con una grazia abbondante e straordinaria. La creazione dell'universo è un capolavoro meno grande di essa.

4) Ma come farai, o anima? Quali mezzi sceglierai per salire dove Dio ti chiama? I mezzi di salvezza e di santità sono noti a tutti, sono esposti nel Vangelo, spiegati dai maestri della vita spirituale, vissuti dai santi; essi sono necessari a quanti vogliono salvarsi e giungere alla perfezione. E sono: l'umiltà di cuore, l'orazione continua, la mortificazione universale, l'abbandono alla divina Provvidenza, la conformità alla volontà di Dio.

5) Per mettere in pratica tutti questi mezzi di salvezza e di santità sono assolutamente necessari la grazia e l'aiuto di Dio. E tale grazia - nessuno ne dubita - è data a tutti in misura più o meno grande. Dico: in misura più o meno grande, perché Dio, pur essendo infinitamente buono, non dà la sua grazia ugualmente forte a tutti, pur concedendola sufficiente a ciascuno. L'anima fedele con una grazia grande fa una grande opera, e con una grazia minore fa un'opera più piccola. Il valore e l'eccellenza della grazia concessa da Dio e corrisposta dall'anima, costituiscono il valore e l'eccellenza delle opere. Si tratta di principi incontestabili.

II. Per trovare la grazia di Dio bisogna trovare Maria.

6) Perciò, tutto si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santi; ed è proprio questo che voglio insegnarti. E ti dico che per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria.

Perché:
7) 1) Soltanto Maria ha trovato grazia davanti a Dio per sé e per ogni uomo in particolare. I patriarchi, i profeti, tutti i santi dell'Antica Legge non hanno potuto trovare questa grazia.

8) 2) Maria ha dato l'essere e la vita all'Autore di ogni grazia; per questo è chiamata Madre della grazia, Mater gratiae.

9) 3) Dio Padre, da cui come da fonte essenziale discende ogni dono perfetto e ogni grazia, dandole il proprio Figlio le ha dato tutte le grazie, tanto che - dice san Bernardo - in lui e con lui le è stata comunicata la volontà di Dio.

10) 4) Dio l'ha scelta come tesoriera, amministratrice e dispensatrice di tutte le grazie. Per questo ogni sua grazia e ogni suo dono passano per le mani di lei. E - secondo san Bernardino - per il potere che le è stato conferito, ella dà a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole le grazie dell'eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo.

11) 5) Come nell'ordine naturale ogni figlio deve avere un padre e una madre, così nell'ordine della grazia ogni vero figlio della Chiesa deve avere Dio per padre e Maria per madre. Chi si gloria di avere Dio per padre, ma non ha la tenerezza di un vero figlio per Maria, è un bugiardo che ha soltanto il demonio per padre.

12) 6) Poiché Maria ha formato il Capo dei predestinati, Gesù Cristo, ancora a lei tocca formare le membra di questo Capo, i veri cristiani, perché una madre non forma la testa senza le membra, né le membra senza la testa. Perciò, se uno vuole essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve essere formato in Maria per mezzo della grazia di Gesù Cristo, la quale si trova in lei in pienezza per essere comunicata in pienezza ai veri membri di Gesù Cristo e ai suoi veri figli.

13) 7) Lo Spirito Santo, avendo sposato Maria e avendo prodotto in lei, per mezzo di lei e da lei Gesù Cristo, questo capolavoro, il Verbo incarnato, e non avendola mai ripudiata, continua ogni giorno a produrre i predestinati in lei e per mezzo di lei, in modo misterioso ma vero.

14) 8) Maria ha ricevuto da Dio un dominio speciale sulle anime per nutrirle e per farle crescere in Dio. Sant'Agostino dice perfino che in questo mondo tutti i predestinati sono racchiusi nel seno di Maria, e vengono alla luce solo quando questa buona Madre li genera alla vita eterna. Per conseguenza, come il bimbo trae ogni nutrimento dalla propria madre, la quale proporziona il cibo alla sua debolezza, così i predestinati traggono ogni nutrimento spirituale e ogni vigore da Maria.

15) 9) A Maria Dio Padre ha detto: "In Iacob inhabita", Figlia mia, dimora in Giacobbe, cioè nei miei predestinati raffigurati da Giacobbe. A Maria Dio Figlio ha detto: "In Israel haereditare", Madre mia, prendi in eredità Israele, cioè i predestinati. Infine, a Maria lo Spirito Santo ha detto: "In electis meis mitte radices", mia Sposa fedele, poni le radici nei miei eletti. Chiunque è eletto e predestinato ha la Madonna dimorante dentro di sé, cioè nell'anima, e lascia che lei vi getti le radici di una profonda umiltà, di un'ardente carità e di ogni virtù.

16) 10) Maria è chiamata da sant'Agostino, e lo è effettivamente, forma Dei, vivo stampo di Dio. Ciò significa che soltanto in lei il Dio-uomo è stato formato al naturale, senza che abbia perduto alcun tratto della divinità; e che ancora soltanto in lei l'uomo può essere formato in Dio al naturale, quanto lo permetta la natura umana, per grazia di Gesù Cristo.
Uno scultore può riprodurre al naturale un volto oppure un ritratto in due maniere: 1) impiegando nella materia dura e informe la propria capacità, la propria forza, la propria scienza e la bontà dei propri strumenti per fare quel volto; 2) può gettare la materia nello stampo. La prima maniera è lunga e difficile, ed è soggetta a molti inconvenienti: a volte basta un colpo maldestro di scalpello o di martello per rovinare tutto il lavoro. La seconda maniera è celere, facile e dolce, quasi senza fatica e spese, se lo stampo è perfetto e riproduce al naturale, e la materia usata molto maneggevole e per nulla resistente al tocco della mano.

17) Maria è il grande stampo di Dio, realizzato dallo Spirito Santo per formare al naturale un Uomo-Dio per mezzo dell'unione ipostatica, e per formare un uomo-Dio per mezzo della grazia. A simile stampo non manca nessun lineamento della divinità. Chiunque vi è gettato e si lascia plasmare, acquista tutti i tratti di Gesù Cristo, vero Dio, in maniera dolce e proporzionata alla debolezza umana, senza tante agonie e fatiche; in maniera sicura, senza timore delle illusioni, perché il demonio non ha mai avuto né avrà accesso in Maria, santa e immacolata, senza ombra della minima macchia di peccato.

18) O anima cara, quanta differenza fra un'anima formata in Gesù Cristo con i mezzi ordinari da coloro che, come scultori, si fidano della propria bravura e si fondano sulla propria ingegnosità, e l'anima molto docile, distaccata, malleabile che, senza alcuna fiducia in se stessa, si getta in Maria e si lascia plasmare dall'operazione dello Spirito Santo! Quante macchie, difetti, ombre, illusioni, quanto di naturale e di umano c'è nella prima! E quanto pura, divina, somigliante a Gesù Cristo, è la seconda!

19) Non c'è e non ci sarà mai creatura in cui Dio sia più grande - al di fuori di se stesso e in se stesso - che nella divina Maria, non eccettuati i santi, i cherubini e i più alti serafini.
Maria è il paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, in cui il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo e compiacersi. Ha fatto un mondo per l'uomo pellegrino: è il nostro; ha fatto un mondo per l'uomo beato, il paradiso; ma ne ha fatto un altro per sé e gli ha dato il nome di Maria. Questo è un mondo sconosciuto a quasi tutti i mortali della terra e incomprensibile a tutti gli angeli e i beati del cielo, che per l'ammirazione che provano nel vedere Dio così elevato e distante da loro, così segregato e nascosto nel suo mondo, la divina Maria, gridano giorno e notte: "Santo, Santo, Santo!".

20) Felice, mille volte felice quaggiù, l'anima alla quale lo Spirito Santo rivela il segreto di Maria per conoscerlo, e alla quale apre questo giardino chiuso perché vi entri, questa fonte sigillata perché vi attinga e beva ad ampie sorsate le acque vive della grazia! In questa amabile creatura tale anima troverà solo Dio, senza creature, ma Dio nello stesso tempo infinitamente santo e sublime, infinitamente condiscendente e proporzionato alla sua debolezza. Poiché Dio è dappertutto, si può trovarlo dappertutto, perfino nell'inferno; ma non c'è luogo dove la creatura possa trovarlo più vicino a sé e più proporzionato alla propria debolezza che in Maria, perché a questo scopo vi è disceso. In ogni altro luogo è il Pane dei forti e degli angeli, ma in Maria è il Pane dei figli.

21) Non si deve pertanto immaginare, come certi falsi illuminati, che Maria, essendo creatura, costituisca un impedimento all'unione con il Creatore: non è più Maria che vive, è Gesù Cristo solo, è Dio solo che vive in lei. La sua trasformazione in Dio sorpassa quella di san Paolo e degli altri santi, quanto il cielo sorpassa in altezza la terra.
Maria è stata creata soltanto per Dio, e, lungi dal trattenere a sé un'anima, la proietta in Dio e la unisce a lui con tanta più perfezione quanto più l'anima si unisce a lei. Maria è la meravigliosa eco di Dio, e risponde: Dio! quando si grida: Maria!, e glorifica Dio quando, con santa Elisabetta, la si chiama beata. Se i falsi illuminati, tristemente ingannati dal demonio perfino nell'orazione, avessero saputo trovare Maria, e Gesù per mezzo di Maria, e Dio per mezzo di Gesù, non avrebbero fatto così terribili cadute. Quando si è trovata Maria, e per mezzo di Maria Gesù, e per mezzo di Gesù Dio Padre, si è trovato ogni bene, dicono i santi. E dicendo questo, non si eccettua niente: ogni grazia e amicizia di Dio, ogni sicurezza contro i nemici di Dio, ogni verità contro la menzogna, ogni facilità e vittoria contro le difficoltà della salvezza, ogni dolcezza e gioia nelle amarezze della vita.

22) Non si vuol dire che chi ha trovato Maria con una vera devozione sia esente da croci e sofferenze. Tutt'altro! Ne ha di più perché Maria, essendo Madre dei viventi, dà a tutti i suoi figli dei pezzi dell'Albero della vita, la croce di Gesù. Però mentre sceglie buone croci, dà loro la grazia di portarle pazientemente e perfino con gioia, di modo che le croci che dà a quelli che le appartengono sono dei canditi o croci candite più che croci amare. Oppure, anche se sentono per un po' di tempo l'amarezza del calice che bisogna necessariamente bere per essere amici di Dio, la consolazione e la gioia che questa buona Madre fa seguire alla tristezza, li animano infinitamente a portare croci ancora più pesanti e amare.

III. Una vera devozione a Maria è indispensabile.

23) La difficoltà sta dunque nel saper trovare veramente la divina Maria per trovare l'abbondanza di ogni grazia. Dio, quale signore assoluto, può comunicare da se stesso ciò che comunica ordinariamente solo attraverso Maria, e non si può negare, senza temerarietà, che talvolta lo faccia. Tuttavia, dice san Tommaso, secondo l'ordine stabilito dalla divina Sapienza, non si comunica ordinariamente agli uomini che per mezzo di Maria nell'ordine della grazia. Per salire e per unirsi a lui, bisogna servirsi dello stesso mezzo di cui si è servito per discendere a noi, per farsi uomo e per comunicarci le sue grazie. Tale mezzo è una vera devozione alla Madonna.

Thomas Aquinas
23-06-04, 21:31
Seconda Parte

In cosa consiste la vera devozione a Maria.

I. Parecchie vere devozioni alla Madonna.

24) In realtà vi sono parecchie vere devozioni alla Madonna. Non intendo parlare qui delle false.

25) La prima è quella di compiere i doveri di cristiano: evitare il peccato mortale, agire più per amore che per timore, pregare ogni tanto Maria e onorarla come Madre di Dio, senza altra speciale devozione verso di lei.

26) La seconda è quella di avere sentimenti più perfetti di stima, amore, fiducia e venerazione verso la Madonna. Tale forma di devozione induce a entrare nelle confraternite del santo Rosario, dello Scapolare, a recitare il Rosario, a onorare le sue immagini e i suoi altari, a divulgare le sue lodi e a iscriversi nelle sue congregazioni. Questa devozione è buona, santa e lodevole perché esclude il peccato; ma non è tanto perfetta né tanto efficace da distaccare le anime dalle creature e da se stesse per unirle a Gesù Cristo.

27) La terza devozione alla Madonna, conosciuta e praticata da pochissime persone, è quella che sto per rivelarti.

II. La pratica perfetta di devozione a Maria.

1) In cosa consiste.

28) Anima predestinata, essa consiste nel darsi interamente, in qualità di schiavo, a Maria e a Gesù per mezzo di Maria; e poi nel fare ogni cosa con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.
Spiego questi termini.

29) Occorre scegliere una data importante per darsi, consacrarsi e sacrificare volontariamente e per amore, senza costrizione, interamente, senza limitazioni, il corpo e l'anima, con i beni esteriori di fortuna - come la casa, la famiglia e le proprie rendite - e con quelli interiori dello spirito - i meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui occorre notare che con questa devozione si fa sacrificio a Gesù per mezzo di Maria di tutto ciò che un'anima ha di più prezioso e che nessun istituto religioso fa sacrificare, cioè del personale diritto di disporre di sé e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni. Se ne abbandona alla Vergine l'intera disposizione, perché applichi tutto secondo la sua volontà alla maggior gloria di Dio che lei sola conosce perfettamente.

30) Si mette a sua disposizione tutto il valore soddisfattorio e impetratorio delle buone opere. Perciò, dopo aver fatto tale offerta, pur senza voto, non si è più padroni del bene che si compie, e la Madonna lo può applicare sia a un'anima del purgatorio da consolare o da liberare, sia a un povero peccatore da convertire.

31) Con questa devozione si mettono nelle mani della Madonna i propri meriti, ma soltanto perché li conservi, li aumenti, li abbellisca. Infatti i meriti in ordine alla grazia santificante e alla gloria non si possono cedere agli altri.
Le si offrono invece tutte le preghiere e le buone opere in quanto impetratorie e soddisfattorie, affinché le distribuisca e le applichi a chi vorrà. Se, dopo essersi consacrati in tal modo alla Madonna, si desiderasse aiutare un'anima del purgatorio, salvare un peccatore, aiutare un nostro amico con le preghiere, le elemosine, le mortificazioni, i sacrifici, bisognerà chiederglielo umilmente e stare a quanto ella deciderà pur senza venirne a conoscenza, convinti che il valore delle azioni non potrà non essere ordinato alla maggior gloria di Dio, poiché è dispensato dalla stessa mano di cui Egli si serve per dispensare le sue grazie e i suoi doni.

32) Ho detto che questa devozione consiste nel darci a Maria in qualità di schiavi. Bisogna notare che ci sono tre forme di schiavitù.
La prima è la schiavitù di natura: gli uomini, buoni o cattivi, sono schiavi di Dio in questo modo.
La seconda è la schiavitù di costrizione: i demoni e i dannati sono schiavi di Dio in questo modo.
La terza è la schiavitù d'amore e di volontà: è quella con la quale dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, nel modo più perfetto di cui creatura possa servirsi per darsi al suo Creatore.

33) Nota inoltre la netta differenza fra servo e schiavo. Il servo esige un salario per il proprio servizio, lo schiavo no. Il servo è libero di lasciare il padrone quando vuole e lo serve per un periodo determinato; lo schiavo non può secondo giustizia abbandonare il padrone, essendogli dato per sempre. Il servo non cede al padrone il diritto di vita e di morte sulla propria persona; lo schiavo si dà completamente, di modo che il padrone potrebbe farlo morire senza incontrare noie con la giustizia.
Ma è facile vedere che lo schiavo di costrizione subisce la più stretta delle dipendenze, che non può convenire che a un uomo nei confronti del suo Creatore. Ecco perché i cristiani non hanno tali schiavi, li hanno solo i turchi e gli idolatri.

34) Felice, mille volte felice l'anima generosa che, dopo aver scosso da sé la tirannica schiavitù del demonio con il battesimo, si consacra in qualità di schiava d'amore a Gesù per mezzo di Maria!

2) Eccellenza di questa pratica.

35) Mi occorrerebbero molti doni di luce per descrivere perfettamente l'eccellenza di questa pratica. Ne accennerò solamente di sfuggita:
1) Darsi a Gesù per le mani di Maria in questo modo è imitare Dio Padre che ci ha dato il Figlio solo per mezzo di Maria, e comunica le sue grazie solo per mezzo di Maria. È imitare Dio Figlio che è venuto a noi solo per mezzo di Maria e, avendoci dato l'esempio per fare come egli ha fatto, ci ha incoraggiati ad andare a lui per lo stesso mezzo per il quale egli è venuto a noi, Maria. È imitare lo Spirito Santo che comunica le sue grazie e i suoi doni solo per mezzo di Maria. Non è forse giusto che la grazia ritorni al proprio autore - dice S. Bernardo - per lo stesso canale per il quale è venuta a noi?

36) 2) Andare a Gesù Cristo per mezzo di Maria è onorare veramente Gesù Cristo, perché è mettere in risalto la nostra indegnità di avvicinare la sua santità infinita direttamente, da soli, a causa dei nostri peccati, e il bisogno che abbiamo di Maria, sua santa Madre, quale avvocata e mediatrice presso di lui, nostro mediatore. È nello stesso tempo avvicinarsi a lui come nostro mediatore e fratello e umiliarsi davanti a lui come nostro Dio e giudice. Insomma è praticare l'umiltà che rapisce sempre il cuore di Dio.

37) 3) Consacrarsi così a Gesù per mezzo di Maria, è mettere nelle mani di Maria le nostre buone opere che, anche se sembrano buone, sono molto spesso macchiate e indegne dello sguardo e dell'accettazione di Dio davanti al quale le stelle non sono pure.
Ah! Preghiamo questa buona Madre e Signora affinché, dopo aver accolto la nostra povera offerta, la purifichi, santifichi, elevi e abbellisca fino a renderla degna di Dio. Tutti i guadagni della nostra anima sono meno davanti a Dio, il Padre di famiglia, per guadagnare la sua amicizia e la sua grazia, della mela bacata di un povero contadino affittuario di sua maestà, davanti al re, per pagare l'affitto. Che farebbe il pover'uomo se fosse avveduto e se fosse ben accolto presso la regina? Non le darebbe la sua mela? Amica del povero contadino e rispettosa verso il re, ella toglierebbe alla mela il bacato e il guasto, e la metterebbe su di un vassoio d'oro circondata di fiori. E il re non l'accetterebbe con gioia dalle mani della regina che vuol bene a questo contadino? "Modicum quid offerre desideras? manibus Mariae tradere cura, si non vis sustinere repulsam". "Desideri offrire a Dio qualche piccola cosa? - dice san Bernardo - procura di presentarla per le mani di Maria, se non vuoi ricevere un rifiuto".

38) Tutto quello che facciamo è piccola cosa! Mettiamolo allora nelle mani di Maria con questa devozione. Quando ci saremo dati realmente a lei, tanto quanto ci si può donare, spogliandoci di tutto in suo onore, ella sarà infinitamente più generosa verso di noi, ci darà per un uovo un bue (pour un oeuf un boeuf). Si comunicherà a noi interamente, con i suoi meriti e le sue virtù; metterà la nostra offerta sul vassoio d'oro della sua carità e come Rebecca fece con Giacobbe ci rivestirà degli splendidi abiti di suo Figlio primogenito e unigenito, Gesù Cristo, cioè dei suoi meriti che ha a disposizione. Così, quali suoi domestici e schiavi, dopo esserci spogliati di tutto per onorarla, avremo vestiti doppi: "Omnes domestici eius vestiti sunt duplicibus": vestiti, ornamenti, profumi, meriti e virtù di Gesù e di Maria nell'anima di uno schiavo di Gesù e di Maria spogliato di se stesso e fedele nella sua spoliazione.

39) 4) Darsi in questo modo alla Madonna è esercitare la carità verso il prossimo nel più alto grado possibile, poiché farsi volontariamente suo schiavo è darle quello che si ha di più caro affinché ne possa disporre liberamente in favore dei vivi e dei morti.

40) 5) Con questa devozione si mettono al sicuro le proprie grazie, i meriti e le virtù, perché si costituisce Maria depositaria di tutto, dicendole: "Mia cara Signora, prendi, eccoti quanto ho fatto di bene con la grazia di tuo Figlio. Io non sono capace di custodirlo perché sono debole e incostante, perché grande è il numero e la perfidia dei miei nemici che mi assalgono giorno e notte. Ahimè! ogni giorno si vedono cadere nel fango i cedri del Libano, e mutarsi in uccelli notturni le aquile che si elevavano fino al sole, e cadere mille giusti alla sinistra e diecimila alla destra. Perciò, o potente, potentissima regina, custodisci ogni mio bene perché non me lo rubino, sostienimi perché non cada! Ti affido in deposito quanto possiedo: Depositum custodi. - Scio cui credidi. So bene chi sei, per questo mi affido completamente a te. Sei fedele a Dio e agli uomini, e non permetterai che si perda niente di quanto ti affido. Tu sei potente, e nulla ti può nuocere, né rapire quanto tieni nelle tue mani!". "Ipsam sequens non devias; ipsam rogans non desperas; ipsam cogitans non erras; ipsa tenente, non corruis; ipsa protegente, non metuis; ipsa duce, non fatigaris; ipsa propitia, pervenis" (San Bernardo, Inter flores, cap. 135). E altrove: "Detinet Filium ne percutiat; detinet diabolum ne noceat; detinet virtutes ne fugiant; detinet merita ne pereant; detinet gratiam ne effluat". Sono parole di S. Bernardo, ed esprimono in sostanza quanto ho appena detto. Se ci fosse solo questo motivo per indurmi a questa devozione, cioè il mezzo di conservarmi e crescere nella grazia di Dio, dovrei far fuoco e fiamme per essa!

41) 6) Questa devozione rende l'anima veramente libera della libertà dei figli di Dio. Siccome è per amore di Maria che ci si riduce in volontaria schiavitù, questa cara Signora, in segno di riconoscenza, allarga e dilata il nostro cuore e ci fa camminare a passi da gigante sulla via dei comandamenti di Dio. Scaccia la noia, la tristezza e lo scrupolo. Fu questa la devozione insegnata da nostro Signore a suor Agnese di Langeac, morta in fama di santità, come un sicuro mezzo per liberarsi dalle grandi pene e perplessità in cui si trovava. Le disse infatti: "Renditi schiava di mia Madre, e mettiti la catenina!". Fatto ciò, tutte le sue pene scomparvero all'istante.

42) Per legittimare questa devozione bisognerebbe riportare qui tutte le bolle e indulgenze dei papi, le circolari dei vescovi, in suo favore, le confraternite erette in suo onore, l'esempio di molti santi e di grandi personaggi che l'hanno praticata; ma tacerò tutto questo.

3) Sua formula interiore e suo spirito.

43) Ho detto poi che questa devozione consiste nel fare tutte le cose con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.

44) Non basta donarsi una volta a Maria in qualità di schiavo; non basta nemmeno farlo ogni mese e ogni settimana; sarebbe una devozione troppo fugace e non eleverebbe l'anima alla perfezione cui è capace di portare. Non ci sono molte difficoltà a iscriversi a una confraternita, ad abbracciare questa devozione e a dire qualche preghiera vocale tutti i giorni, come essa prescrive. La grande difficoltà è entrare nello spirito di questa devozione, che è quello di rendere l'anima interiormente dipendente e schiava della santissima Vergine e di Gesù per mezzo di lei.
Ho incontrato molte persone che con ammirevole ardore si sono poste sotto la loro santa schiavitù, solo esteriormente. Ma molto raramente ho incontrato qualcuno che ne avesse lo spirito e ancora meno che vi abbiano perseverato.

Agire con Maria.
45) 1) La pratica essenziale di questa devozione consiste nel fare tutte le azioni con Maria, cioè nel prendere la Madonna come modello perfetto delle nostre azioni.

46) Perciò, prima di iniziare a fare qualcosa, bisogna rinunciare a se stessi e ai propri punti di vista anche migliori. Bisogna annientarsi davanti a Dio come degli incapaci di ogni bene soprannaturale e di ogni azione utile alla salvezza se lasciati a se medesimi. Bisogna ricorrere alla santissima Vergine, e unirsi a lei e alle sue intenzioni anche se non conosciute. Bisogna unirsi per mezzo di Maria alle intenzioni di Gesù Cristo, cioè mettersi nelle mani della Vergine come uno strumento perché sia lei a fare in noi, di noi e per noi come meglio crede, alla maggior gloria di Gesù suo Figlio e per mezzo di lui alla gloria del Padre; in modo che non si intraprenda nulla nella vita interiore se non in dipendenza da lei.

Agire in Maria.
47) 2) Bisogna fare ogni cosa in Maria. Bisogna cioè abituarsi a poco a poco a raccogliersi dentro di sé per formarsi una piccola idea o immagine spirituale di Maria. Ella sarà per l'anima l'oratorio in cui formulare tutte le preghiere a Dio senza timore di essere respinti, la torre di Davide per mettersi al sicuro contro tutti i nemici, la lampada accesa per illuminare tutto l'interno e per ardere del divino amore, l'ostensorio sacro per vedere Dio con lei, infine il suo unico tutto presso Dio e il suo ricorso universale. Quando l'anima prega, prega in Maria. Quando riceve Gesù nella comunione, lo depone in Maria perché vi trovi le sue compiacenze. Quando agisce, lo fa in Maria. Dappertutto e in tutto farà atti di rinuncia a se stessa.

Agire per mezzo di Maria.
48) 3) Non bisogna mai andare a Gesù, nostro Signore, se non per mezzo dell'intercessione di Maria e del suo credito presso di lui, non pregandolo mai senza di lei.

Agire per Maria.
49) 4) Bisogna fare tutte le azioni per Maria. Essendo schiava di questa augusta regina, bisogna che l'anima non lavori più che per lei, a suo vantaggio, per la sua gloria come fine prossimo e per la gloria di Dio come fine ultimo. Ella deve dunque in tutto quello che fa rinunciare al suo amor proprio, che si prende quasi sempre per fine in maniera quasi impercettibile, e ripetere spesso dal profondo del cuore: "Mia cara Signora, è per te che vado qui o là, che faccio questo o quello, che soffro questa pena o questa ingiuria".

50) Guardati bene, anima predestinata, dal credere che sia più perfetto andare direttamente a Gesù, direttamente a Dio, nel tuo agire e nella tua intenzione. Se vuoi andarci senza Maria, il tuo agire, la tua intenzione sarà di poco valore; ma andandoci per mezzo di Maria, è l'agire di Maria in te, e di conseguenza sarà di altissimo valore e molto degno di Dio.

51) Inoltre, guardati bene dallo sforzarti di sentire e gustare quello che dici e fai. Parla e agisci sempre con la pura fede che Maria ha avuto sulla terra e che con l'andar del tempo ti comunicherà. Lascia alla tua regina, povera piccola schiava, la visione chiara di Dio, gli slanci, le gioie, le delizie, le ricchezze, e accontentati della pura fede, piena di apatie, distrazioni, noie e aridità. Di': "Amen, così sia, a quello che fa Maria, mia Signora, in cielo. È quello che di meglio in questo momento posso fare".

52) Infine, guardati bene dal tormentarti se non godrai subito la dolce presenza della Madonna nel tuo intimo. Questa grazia non è data a tutti. E quando Dio per grande misericordia ne favorisce un'anima, è facile perderla se l'anima non è fedele a raccogliersi spesso. Se tale disgrazia ti capitasse, ritorna dolcemente alla tua sovrana e rendile onorevole riparazione.

4) Effetti che produce nell'anima fedele.

53) L'esperienza ti insegnerà infinitamente più di quanto ti dico. E se sarai stata fedele nel poco che ti ho detto, troverai tanta ricchezza e tanta grazia in questa pratica, che ne resterai sorpresa e la tua anima si riempirà di gioia.

54) Lavoriamo dunque, cara anima, e facciamo in modo che, per mezzo di questa devozione fedelmente praticata, l'anima di Maria sia in noi per glorificare il Signore, lo spirito di Maria sia in noi per gioire in Dio suo Salvatore. Come dice Sant'Ambrogio: "Sit in singulis anima Mariae ut magnificet Dominum, sit in singulis spiritus Mariae ut exultet in Deo". E non credere che ci sia più gloria e più felicità a dimorare nel seno di Abramo, che è il paradiso, che nel seno di Maria, poiché Dio vi ha posto il suo trono. Come dice l'abate Guerrico: "Ne credideris maioris esse felicitatis habitare in sinu Abrahae, qui vocatur Paradisum, quam in sinu Mariae in quo Dominus thronum suum posuit".

55) Questa devozione, fedelmente praticata, produce una infinità di effetti nell'anima. Ma il principale dono che le anime posseggono è stabilire quaggiù la vita di Maria nell'anima, in modo che non è più l'anima che vive, ma Maria in lei, o l'anima di Maria diventa la sua anima, per così dire. Ora, quando per grazia ineffabile, ma vera, la divina Maria è regina in un'anima, che meraviglie vi opera! Siccome ella è l'artefice delle grandi meraviglie, particolarmente interiori, vi lavora in segreto, all'insaputa dell'anima stessa, che se ne venisse a conoscenza distruggerebbe la bellezza delle sue opere.

56) Poiché Maria è dappertutto Vergine feconda, ella porta nell'intimo dove si trova la purezza del cuore e del corpo, la purezza delle intenzioni e dei propositi, la fecondità delle buone opere. Anima cara, non credere che Maria, la più feconda di tutte le creature, capace perfino di produrre un Dio, resti oziosa in un'anima fedele. La farà vivere incessantemente in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lei. "Filioli mei, quos iterum parturio donec formetur Christus in vobis" (Gal 4,19), e se Gesù Cristo è il frutto di Maria in ogni anima, è particolarmente nell'anima dove lei si trova che Gesù Cristo è suo frutto e suo capolavoro.

57) Infine, Maria diviene tutto per l'anima accanto a Gesù Cristo; illumina il suo spirito con la sua pura fede, rende più profondo il suo cuore con la sua umiltà, lo dilata e lo infiamma con la sua carità, lo purifica con la sua purezza, lo nobilita e lo rende grande con la sua maternità. Ma su che cosa mi fermo? Soltanto l'esperienza insegna queste meraviglie di Maria, incredibili per la gente sapiente e orgogliosa, e perfino per i comuni devoti e devote.

58) Siccome è per mezzo di Maria che Dio è venuto al mondo la prima volta, nell'umiliazione e nell'annientamento, non si potrà dire che ancora per mezzo di Maria verrà una seconda volta, come lo attende tutta la Chiesa, per regnare dappertutto e giudicare i vivi e i morti? Chi può sapere come ciò avverrà e quando avverrà? Ma io so bene che Dio, i cui pensieri sono più distanti dai nostri che il cielo dalla terra, verrà nel tempo e nel modo meno atteso dagli uomini, anche dai più sapienti e intelligenti nella Sacra Scrittura, che è oscurissima in proposito.

59) Si deve credere, inoltre, che sul finire dei tempi, forse più presto di quanto non si pensi, Dio susciterà grandi uomini pieni di Spirito Santo e dello spirito di Maria, attraverso i quali la celeste Regina compirà grandi meraviglie nel mondo, per distruggere il peccato e stabilire il regno di Gesù Cristo, suo Figlio, su quello del mondo corrotto. Ed è per mezzo di questa devozione alla santissima Vergine, che io non faccio che tracciare e ridurre per mia incapacità, che questi santi uomini verranno a capo di tutto.

5) Pratiche esteriori.

60) Oltre la pratica interiore di questa devozione, di cui abbiamo parlato, ce ne sono di esteriori che non bisogna omettere né trascurare.

Consacrazione e sua rinnovazione.
61) La prima è quella di darsi a Gesù Cristo, in un giorno solenne, per le mani di Maria, della quale ci si fa schiavi, ricevendo la comunione e passando il giorno in preghiera. Tale consacrazione dovrà essere rinnovata almeno una volta all'anno, alla stessa data.

Offerta di un tributo alla Madonna.
62) La seconda è quella di offrire ogni anno, in quel giorno, un piccolo tributo alla Madonna per dimostrarle la propria schiavitù e la propria dipendenza; è stato sempre l'omaggio degli schiavi verso i loro padroni. Questa offerta può consistere in una mortificazione, un'elemosina, un pellegrinaggio, una preghiera. Il beato Marino, stando a quanto racconta suo fratello san Pier Damiani, si dava la disciplina pubblicamente ogni anno, nello stesso giorno, davanti a un altare della Madonna. Non si chiede né consiglia un simile fervore; ma se non si dà molto a Maria, si deve almeno offrire quello che si presenta con cuore umile e molto riconoscente.

Celebrazione speciale della festa dell'Annunciazione.
63) La terza è quella di celebrare tutti gli anni con particolare devozione la festa dell'Annunciazione, che è la festa principale di questa devozione. È stata istituita per onorare e imitare la dipendenza in cui si mise il Verbo eterno in quel giorno per nostro amore.

Recitazione della Coroncina della santissima Vergine e del Magnificat.
64) La quarta consiste nel recitare quotidianamente, ma non sotto pena di alcun peccato in caso di omissione, la Coroncina della Santissima Vergine, composta di tre Padre Nostro e di dodici Ave Maria. E nel recitare spesso il Magnificat, che è l'unico cantico che abbiamo di Maria, per ringraziare Dio dei suoi benefici e per attirarne di nuovi; soprattutto non bisogna mancare di recitarlo dopo la santa Comunione come ringraziamento, come il sapiente Gersone ritiene che facesse la Madonna stessa dopo la Comunione.

Portare la catenina.
65) La quinta è quella di portare al collo o al braccio, al piede o alla vita una catenina benedetta. Tale pratica può omettersi senza intaccare la sostanza di questa devozione, però sarebbe dannoso disprezzarla e condannarla, e pericoloso trascurarla.
Ecco i motivi che inducono a portare questo segno esteriore: 1) per garantirsi contro le funeste catene del peccato originale e attuale con cui siamo stati legati; 2) per onorare le corde e i legami amorosi con cui nostro Signore volle essere legato per renderci veramente liberi; 3) siccome si tratta di legami di carità, traham eos in vinculis caritatis, per ricordare che dobbiamo agire sempre mossi da questa virtù; 4) infine, per ricordare la nostra dipendenza da Gesù e da Maria in qualità di schiavi.
Parecchie persone illustri che s'erano fatte schiave di Gesù e di Maria stimavano tanto queste catenine che si lamentavano che non era loro consentito trascinarle pubblicamente al piede come gli schiavi dei turchi.
O catene più preziose e gloriose delle collane d'oro e pietre preziose di tutti gli imperatori, perché esse ci legano a Gesù Cristo e alla sua santa Madre e ne sono i nobili distintivi e divise!
Occorre ricordare l'opportunità che le catene, se non d'argento, siano almeno di ferro, a causa della comodità nel portarle.
Non bisogna mai lasciarle durante la vita, affinché ci possano accompagnare fino al giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per un fedele schiavo in quel giorno che le sue ossa, al suono della tromba, sorgano dalla terra ancora legate dalla catena della schiavitù! Questo solo pensiero deve fortemente animare un devoto schiavo a non lasciarle mai, per quanto possano essere scomode alla natura.

Thomas Aquinas
23-06-04, 21:31
Preghiere

Preghiere a Gesù e a Maria.

Preghiera a Gesù

66) Mio amabile Gesù, permetti che mi rivolga a te per esprimerti la riconoscenza per la grazia che mi hai fatto di consacrarmi alla tua santa Madre con la devozione di santa schiavitù. Maria è divenuta così la mia avvocata al cospetto della tua maestà e mio universale supplemento nella mia grandissima miseria. Ahimè! Signore, sono così miserabile che senza questa buona Madre sarei sicuramente perduto. Sì, Maria mi è necessaria presso di te per ogni cosa: necessaria per placarti nella tua giusta collera, perché molto ti ho offeso ogni giorno; necessaria per trattenere gli eterni castighi della tua giustizia che merito; necessaria per guardarti, per parlarti, per pregarti, per avvicinarmi a te e per piacerti; necessaria per salvare la mia anima e quella degli altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa volontà e per procurarti in tutto la maggior gloria.
Perché non posso far sapere all'universo intero la misericordia usata nei miei confronti? Tutti dovrebbero sapere che senza Maria io sarei già dannato. Perché non sono capace di ringraziarti degnamente di un così grande beneficio? Maria è in me, haec facta est mihi. Quale tesoro, quale conforto! E dopo questo dovrei non essere tutto suo? Quale ingratitudine sarebbe, mio caro Salvatore! Piuttosto che mi capiti una simile disgrazia, mandami la morte: preferisco morire che vivere senza essere tutto di Maria.
Già mille e mille volte l'ho presa per ogni mio bene con san Giovanni evangelista ai piedi della croce, e altrettante volte mi sono dato a lei. Se ancora, però, non l'ho fatto bene secondo i tuoi desideri, mio caro Gesù, lo faccio adesso come tu vuoi. E se vedi nella mia anima e nel mio corpo qualcosa che non appartiene a questa augusta regina, ti prego di strapparmela e di gettarla lontano da me, perché, non essendo di Maria, è indegna di te.

67) O Spirito Santo, concedimi tutte queste grazie, e pianta, irriga e coltiva nella mia anima l'amabile Maria, l'Albero della vera vita, affinché cresca, fiorisca e dia abbondanti frutti di vita. O Spirito Santo, donami una grande devozione e una grande inclinazione verso la tua divina Sposa, un grande appoggio sul suo seno materno e un ricorso continuo alla sua misericordia, affinché in lei tu abbia a formare in me Gesù Cristo al naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età perfetta. Amen.

Preghiera a Maria
dei suoi fedeli schiavi

68) Ave Maria, Figlia prediletta dell'eterno Padre! Ave Maria, Madre mirabile del Figlio! Ave Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo! Ave Maria, mia cara madre, mia amabile signora e potente regina! Ave mia gioia, mia gloria, mio cuore e mia anima! Tu sei tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia. E non lo sono ancora abbastanza. Perciò, ancora una volta mi dono interamente a te in qualità di eterno schiavo, senza nulla riservare per me o per altri.
Se vedi in me qualcosa che non ti appartiene, ti supplico di prenderla subito e di farti padrona assoluta di quanto sono. Distruggi, sradica e fa' scomparire in me quanto dispiace a Dio, e pianta, sviluppa e metti in opera quanto piace a te.
La luce della tua fede dissipi le tenebre del mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio orgoglio; la tua sublime contemplazione arresti le distrazioni della mia fantasia vagabonda; la tua ininterrotta visione di Dio riempia la mia memoria con la sua presenza; l'incendio di carità del tuo cuore dilati e riscaldi la tiepidezza e la freddezza del mio; le tue virtù prendano il posto dei miei peccati; i tuoi meriti siano per me decoro e supplemento davanti a Dio. Infine, mia carissima e amatissima Madre, fa', se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio con amore puro e ardente come te.

69) Non ti chiedo visioni o rivelazioni, né gusti o delizie anche soltanto spirituali. Solamente a te spetta vedere con chiarezza senza tenebre; a te gustare con pienezza senza amarezze; a te trionfare gloriosamente in cielo alla destra di tuo Figlio senza umiliazioni; a te comandare totalmente agli angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenze; infine, a te sola spetta disporre di tutti i beni di Dio, secondo la tua volontà, senza alcuna limitazione.
Ecco, divina Maria, l'ottima parte che il Signore ti ha dato e che non ti sarà mai tolta; e questo mi rende tanto felice! Quaggiù io non voglio per mia porzione se non quello che tu hai avuto, cioè: credere con fede pura senza nulla gustare o vedere; soffrire con gioia senza conforto di creature; morire continuamente a me stesso senza tregua e lavorare fortemente per te fino alla morte, come il più misero degli schiavi, senza alcun interesse. L'unica grazia che ti chiedo, per pura misericordia, è quella di poter dire, ogni giorno e momento della mia vita, tre volte Amen. Amen! a tutto quello che hai fatto sulla terra quando ci vivevi. Amen! a tutto quello che fai adesso in cielo. Amen! a tutto quello che fai nella mia anima, affinché ci sia soltanto tu a glorificare pienamente Gesù in me durante il tempo e l'eternità. Amen.

Thomas Aquinas
23-06-04, 21:32
Conclusione

La cultura e la crescita dell'Albero della vita
ovvero la maniera di far vivere e regnare
Maria nelle nostre anime.

1) La Santa Schiavitù d'amore. L'Albero della vita.

70) Hai compreso, anima predestinata, per mezzo dello Spirito Santo quanto ti ho detto? Ringraziane Dio! È un segreto sconosciuto quasi a tutti. Se hai trovato il tesoro nascosto nel campo di Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi vendere tutto per comprarla, devi fare il sacrificio di te stesso nelle mani di Maria e perderti felicemente in lei per trovarvi Dio solo.
Se lo Spirito Santo ha piantato nella tua anima il vero Albero della vita, cioè la devozione che ho spiegato, devi adoperare ogni cura per coltivarlo, perché doni frutto a suo tempo. Questa devozione è il granello di senapa di cui parla il Vangelo, che sembra il più piccolo di tutti i semi, e diventa molto grande e spinge il fusto così in alto che gli uccelli del cielo, cioè i predestinati, vi fanno il loro nido e vi riposano all'ombra nel calore del sole e vi si nascondono in sicurezza dalle bestie feroci.

2) La maniera di coltivarlo.

Ecco, anima predestinata, la maniera di coltivarlo:
71) 1) Quest'albero, piantato in un cuore molto fedele, vuole crescere all'aria aperta, senza alcun appoggio umano. Quest'albero, essendo divino, vuole essere sempre senza nessuna creatura che potrebbe impedirgli di elevarsi verso il suo principio, che è Dio. Perciò non bisogna appoggiarsi sulla propria abilità umana o sui propri talenti naturali, né sul credito e l'autorità degli uomini: bisogna ricorrere a Maria e appoggiarsi sul suo aiuto.

72) 2) L'anima dentro la quale l'albero è piantato, deve essere continuamente occupata a curarlo come un buon giardiniere. Perché quest'albero, essendo vivo e dovendo produrre un frutto di vita, vuole essere coltivato e cresciuto con una continua attenzione e contemplazione dell'anima. Un'anima perfetta vi pensa continuamente e ne fa la sua principale occupazione.

73) Bisogna strappare e tagliare i cardi e le spine che potrebbero soffocare l'albero con il tempo o impedirgli di portare frutto. Cioè bisogna essere fedeli a tagliare e troncare, con la mortificazione e la violenza a se stessi, tutti i piaceri inutili e le occupazioni vane con le creature. Bisogna crocifiggere la carne, conservare il silenzio e mortificare i sensi.

74) 3) Bisogna vegliare che i bruchi non gli rechino danno. I bruchi sono l'amore di sé e delle proprie comodità, che divorano le foglie verdi e le belle speranze dell'Albero di portar frutto. Perché l'amore di sé e l'amore di Maria non vanno assolutamente d'accordo.

75) 4) Bisogna non lasciargli avvicinare le bestie. Le bestie sono i peccati, che possono far morire l'Albero della vita con il loro solo contatto. Bisogna impedire perfino che lo sfiori il loro alito, cioè i peccati veniali, che sono sempre molto pericolosi se non ce ne curiamo.

76) 5) Bisogna innaffiare continuamente quest'albero divino con comunioni, messe e altre preghiere pubbliche e private; senza di ciò l'albero cesserebbe di portare frutto.

77) 6) Bisogna non darsi pena se viene investito o scosso dal vento, perché è necessario che il vento delle tentazioni soffi per farlo cadere, e la neve e il gelo lo circondino per perderlo. In altre parole, questa devozione alla Madonna sarà necessariamente attaccata e contraddetta; ma se si persevera nel coltivarla, non c'è niente da temere.

3) Il suo frutto duraturo: Gesù Cristo.

78) Anima predestinata, se coltivi così il tuo Albero della vita appena piantato dallo Spirito Santo nella tua anima, ti assicuro che in poco tempo crescerà così alto che gli uccelli del cielo vi dimoreranno, e diventerà così perfetto che darà il suo frutto di onore e di grazia a suo tempo, cioè l'amabile e adorabile Gesù, che è sempre stato e sempre sarà l'unico frutto di Maria.
Beata l'anima nella quale Maria, l'Albero della vita, è piantata. Più beata quella in cui è cresciuta e fiorita. Beatissima quella in cui porta il suo frutto. Ma la più beata di tutte è quella che gusta e conserva il suo frutto fino alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.

Qui tenet, teneat.

Augustinus
27-04-05, 14:57
In rilievo :) :) :)

Augustinus

Caterina63
04-05-05, 23:03
Trattato della vera devozione a Maria

l'opera che ha dato a Giovanni paolo II il motto della sua vita: TOTUS TUUS

PARTE PRIMA - CAPITOLO TERZO

MARIA NEGLI ULTIMI TEMPI DELLA CHIESA

[49] Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento. Nella prima venuta di Gesù Cristo, Maria quasi scomparve, perché gli uomini, ancora poco istruiti e illuminati sulla persona di suo Figlio, non si allontanassero dalla verità, attaccandosi troppo sensibilmente e grossolanamente a lei. Così sarebbe certamente accaduto - se ella fosse stata conosciuta - a causa dell'incanto meraviglioso che Dio le aveva conferito anche nell'aspetto esteriore. Ciò è così vero che san Dionigi l'areopagita osserva che quando la vide, l'avrebbe presa per una dea a motivo delle segrete attrattive e dell'incomparabile bellezza che aveva, se la fede, nella quale era ben fermo, non gli avesse insegnato il contrario.

Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, per far conoscere, amare e servire Gesù Cristo per mezzo di lei. Non esistono più, infatti, i motivi che determinarono lo Spirito Santo a nascondere la sua sposa mentre elle viveva quaggiù e a manifestarla ben poco dopo la predicazione del Vangelo.

[50] In questi ultimi tempi 1, Dio vuole dunque rivelare e manifestare Maria, capolavoro delle sue mani

1) Perché ella quaggiù volle rimanere nascosta e si pose al di sotto della polvere con umiltà profonda, avendo ottenuto da Dio e dai suoi Apostoli ed Evangelisti di passare inosservata.

2) Perché ella è il capolavoro delle sue mani, sia quaggiù nell'ordine della grazia che in cielo nell'ordine della gloria, e Dio vuole riceverne gloria e lode in terra dai viventi.

3) Perché è l'aurora che precede e annuncia il sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo.

4) Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso.

5) Perché è il mezzo sicuro e la strada diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente. Per mezzo di lei, dunque, devono trovarlo le anime sante che devono risplendere in santità. Chi trova Maria, trova la vita 2, cioè Gesù Cristo, via, verità e vita 3. Ora non si può trovare Maria senza cercarla, né cercarla senza conoscerla; poiché non si cerca, né si desidera un oggetto sconosciuto. Bisogna dunque che Maria sia conosciuta più che mai, per la maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.

6) Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi in misericordia, in forza e in grazia.

In misericordia per ricondurre ed accogliere amorevolmente i poveri peccatori e i traviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica.

In forza, contro i nemici di Dio, gl'idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti che si ribelleranno in modo terribile per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari.

E infine deve risplendere in grazia, per animare e sostenere i prodi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo che combatteranno per i suoi interessi.

7) Da ultimo, dev'essere «terribile come schiere a vessilli spiegati» 4 di fronte al diavolo e ai suoi seguaci, soprattutto in questi ultimi tempi, perché il diavolo, ben «sapendo che gli resta poco tempo» 5, e più poco che mai, per trarre a rovina le anime, raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e i suoi attacchi. Susciterà infatti, quanto prima, crudeli persecuzioni e tenderà terribili insidie ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che egli vince più difficilmente degli altri.

2. Maria e l'ultima lotta

[51] Soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del diavolo, che andranno crescendo tutti i giorni fino al regno dell'Anticristo, deve riferirsi la prima e celebre profezia e maledizione pronunciata da Dio nel paradiso terrestre contro il serpente. È bene spiegarla qui, a gloria della Vergine santissima, a conforto dei suoi figli e a confusione del diavolo.

«Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe e la sua stirpe;
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno 6.

[52] Dio ha fatto e preparato una sola ma irriconciliabile inimicizia, che durerà ed anzi crescerà sino alla fine: l'inimicizia tra Maria, sua degna Madre, e il diavolo, tra i figli e servi della Vergine santa e i figli e seguaci di Lucifero. Pertanto la nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata, è Maria, sua santa Madre. Fin dal paradiso terrestre - quantunque ella non fosse ancora che nella sua mente — il Signore le ispirò tanto odio contro quel maledetto nemico di Dio, e le diede tanta abilità per scoprire la malizia di quell'antico serpente, tanta forza per vincere, abbattere e schiacciare quell'empio orgoglioso, che il demonio la teme, non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma, in certo qual senso, più di Dio stesso. Non già perché l'ira, l'odio e il potere di Dio non siano infinitamente maggiori di quelli della Vergine Maria, le cui perfezioni sono limitate, ma:

1) perché Satana, che è superbo, soffre infinitamente più d'essere vinto e punito da una piccola ed umile serva di Dio e l'umiltà della Vergine lo umilia più che la divina onnipotenza;

2) perché Dio ha dato a Maria un potere così grande contro i demoni, che questi molte volte furono costretti a confessare, controvoglia, per bocca degli ossessi, di temere uno solo dei suoi sospiri per qualche anima, più delle preghiere di tutti i Santi, e una sola delle sue minacce contro di essi, più di tutti gli altri loro tormenti.

[53] Ciò che Lucifero ha perduto con l'orgoglio, Maria l'ha conquistato con l'umiltà. Ciò che Eva ha dannato e perduto con la disobbedienza, Maria l'ha salvato con l'obbedienza. Eva, obbedendo al serpente, ha rovinato con se tutti i suoi figli, che abbandonò in potere del demonio. Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, ha salvato con sé tutti i suoi figli e servi, che consacrò alla sua Maestà 7.

[54] Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l'una tra Maria e il demonio, l'altra tra la stirpe della Vergine santa e la stirpe del demonio. In altre parole, Dio ha posto inimicizie, antipatie e odî segreti tra i veri figli e servi della Vergine santa e i figli e schiavi del demonio. Non si amano tra loro, non c'è intesa tra loro!

I figli di Belial 8

Gli schiavi di Satana, gli amici del mondo - che è la stessa cosa! - hanno sempre perseguitato e continueranno più che mai a perseguitare quelli e quelle che appartengono alla santissima Vergine, come un giorno Caino ed Esaù, figure dei reprobi, perseguitarono i loro rispettivi fratelli Abele e Giacobbe, figure dei predestinati.

Ma l'umile Maria riporterà sempre vittoria su quel superbo, e vittoria così grande, che riuscirà perfino a schiacciargli il capo, dove si annida il suo orgoglio. Ne svelerà sempre la malizia serpentina, ne sventerà le trame infernali, ne manderà in fumo i diabolici disegni e difenderà sino alla fine dei tempi i suoi servi fedeli da quelle unghie spietate.

Ma il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà il suo calcagno, cioè i suoi poveri schiavi e umili figli che lei susciterà per muovergli guerra. Questi saranno piccoli e poveri secondo il mondo, infimi davanti a tutti come il calcagno, calpestati e maltrattati come il calcagno lo è in confronto alle altre membra del corpo. In cambio saranno ricchi di grazia divina, che Maria comunicherà loro in abbondanza, grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori ad ogni creatura per lo zelo coraggioso, e cosi fortemente sostenuti dall'aiuto di Dio, che con l'umiltà del loro calcagno, uniti a Maria, schiacceranno il capo del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo.

3. Maria e gli ultimi apostoli

[55] Infine, Dio vuole che la sua santa Madre sia conosciuta, amata e onorata ora più che mai. Ciò accadrà sicuramente se con la grazia e la luce dello Spirito Santo, i predestinati si inoltreranno nella pratica interiore e perfetta che manifesterò loro in seguito.

Allora vedranno chiaramente - nella misura che la fede permette - questa bella stella del mare, e guidati da lei giungeranno in porto, malgrado le tempeste e i pirati.

Conosceranno le grandezze di questa sovrana, e si consacreranno interamente al suo servizio in qualità di sudditi e schiavi d'amore.

Sperimenteranno le sue dolcezze e bontà materne e l'ameranno teneramente come figli di predilezione

Conosceranno le misericordie di cui essa è ricolma e il bisogno che essi hanno di esser aiutati da lei, a lei ricorreranno in ogni cosa come a loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo.

Sapranno che Maria è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo, e si offriranno a lei anima e corpo, senza nessuna riserva, per appartenere nello stesso modo a Gesù Cristo.

[56] Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria?

Saranno fuoco ardente, ministri del Signore 9, che metteranno dappertutto il fuoco del divino amore

Saranno frecce acute nella mano potente di Maria per trafiggere i suoi nemici come frecce in mano a un eroe 10.

Saranno i figli di Levi 11, molto purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio.

Porteranno nel cuore l'oro dell'amore, l'incenso della preghiera nello Spirito e la mirra della mortificazione nel corpo. In ogni luogo saranno il buon profumo di Gesù Cristo 12 per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi mondani 13.

[57] Saranno nubi tonanti e vaganti nello spazio al minimo soffio dello Spirito Santo. Senza attaccarsi a nulla né stupirsi di nulla, né mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci. Con la spada a due tagli della parola di Dio trafiggeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell'Altissimo.

[58] Saranno veri apostoli degli ultimi tempi. Ad essi il Signore degli eserciti darà la parola e la forza per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici.

Dormiranno senza oro e argento, e, ciò che più conta, senza preoccupazioni, in mezzo agli altri sacerdoti, ecclesiastici e chierici 14. Tuttavia avranno le ali argentate della colomba per volare, con la retta intenzione della gloria di Dio e della salvezza delle anime, là dove li chiamerà lo Spirito Santo.

Lasceranno nei luoghi dove hanno predicato, soltanto l'oro della carità, che è il compimento della legge 15.

[59] Infine, sappiamo che saranno veri discepoli di Gesù Cristo secondo le orme della sua povertà, umiltà, disprezzo del mondo e carità, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo i canoni del mondo; senza preoccupazioni e senza guardare in faccia a nessuno; senza risparmiare, seguire o temere alcun mortale, per potente che sia.

Avranno in bocca la spada a due tagli della parola di Dio 16 e porteranno sulle spalle lo stendardo insanguinato della Croce, il crocifisso nella mano destra, la corona nella sinistra, i sacri nomi di Gesù e di Maria sul cuore, la modestia e la mortificazione di Gesù Cristo in tutta la loro condotta.

Ecco i grandi uomini che verranno e che Maria formerà su ordine dell'Altissimo, per estendere il suo dominio Sopra quello degli empi, idolatri e maomettani. Ma quando e come avverrà tutto questo?... Dio solo lo sa. Compito nostro è di tacere, pregare, sospirare e attendere: «Ho sperato: ho sperato nel Signore» 17.

NOTE

1. Sarà bene leggere queste pagine profetiche del Montfort, confrontandole con l'indole escatologica della Chiesa pellegrinante descritta dal Concilio Vaticano II (L.G 48-51). Per lo svolgimento dello scenario degli ultimi tempi, che prevedono il passaggio dal regno del peccato al regno di Gesù Cristo mediante l'opera dello Spirito Santo in unione con Maria, cf. PI, nn. 15-17, e lo studio citato nella nota 37 del n 47.
2. Cf. Pr 8, 35.
3. Gv 14, 6.
4. Ct 6, 3. Cf. VD 210.
5. Ap 12, 12.
6. Gen 3, 15. «Il testo ebraico, analizzando l'ostilità tra la razza del serpente e quella della donna, oppone l'uomo al diavolo e alla sua "razza", ma lascia anche intravedere la vittoria finale dell'uomo: è un primo barlume di salvezza, il protovangelo. La traduzione greca, cominciando l'ultima frase con un pronome maschile attribuisce questa vittoria non alla discendenza della donna in generale, ma a uno dei figli della donna: così è preparata l'interpretazione messianica che molti Padri espliciteranno. Con il Messia, sua madre è implicata, e l'interpretazione mariologica della traduzione latina ipsa conteret è divenuta tradizionale nella Chiesa» (La Bibbia di Gerusalemme, p. 41).
7. Cf. S. Ireneo, Adversus haereses, III, 22, 4. PG 7, 959.
8. Cf. Dt 13,14. Dal senso originario «senza utilità», a poco a poco, il termine Belial fu sentito come un nome proprio e messo in relazione con la potenza del male.
9. Sal 104,4. Eb 1,7. Il Montfort descrive gli apostoli degli ultimi tempi con parole simili a quelle in PI 6-13,17-25.
10. Sal 127,4.
11. «I Leviti, come i primogeniti che essi sostituiscono, appartengono a Jahve. Il loro statuto esprime in una prima forma l'ideale di consacrazione che si svilupperà nel cristianesimo mediante il sacerdozio e l'istituzione monastica» (Bibbia di Gerusalemme, p 264).
12. Cf. 2 Cor 2, 15-16.
13. «Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita» (2Cor 2, 15-16).
14. Sal 68, 14 (secondo la Volgata): inter medios cleros.
15. Rm 13, 10.
16. Eb 4, 12.
17 Sal 40, 2.

FONTE (http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=article&sid=250)

Fra Savonarola
05-05-05, 00:32
LETTERA AGLI AMICI DELLA CROCE

DI SAN LUIGI MARIA GRIGNION DA MONTFORT

I DUE PARTITI

Ecco, miei cari confratelli, ecco i due partiti [1] che ci si presentano tutti i giorni: quello di Gesù Cristo e quello del mondo.
A destra vi è il partito del nostro amabile Salvatore. Procede in salita, per un sentiero più che mai stretto e angusto a causa della corruzione del mondo. Gli va innanzi il buon Maestro, a piedi nudi, con il capo coronato di spine, il corpo intriso di sangue e carico d'una pesante Croce. Lo segue soltanto un pugno di persone, ma tra le più valorose. Infatti non si percepisce la sua voce così tenue fra il tumulto del mondo, o non si ha il coraggio di seguirlo nella povertà, nei dolori, nelle umiliazioni e nelle altre croci che bisogna necessariamente portare tutti i giorni della vita al suo servizio.
A sinistra c'è il partito del mondo o del demonio. Almeno a prima vista esso è molto più numeroso, splendido e brillante dell'altro. Tutto il bel mondo vi accorre e vi si accalca, essendo, la sua, una strada larga e spaziosa più che mai a motivo della moltitudine che vi passa a torrenti. E' una strada cosparsa di fiori, fiancheggiata da piaceri e divertimenti, lastricata d'oro e d'argento.
A destra, il «piccolo gregge» [2] che segue Gesù Cristo, parla solo di lacrime, di penitenza, di preghiera e di disprezzo del mondo. Si odono continuamente tra loro, parole rotte dai singhiozzi: «Soffriamo, piangiamo, digiuniamo, preghiamo, nascondiamoci, umiliamoci, facciamoci poveri, mortifichiamoci, perché chi non ha lo spirito di Gesù Cristo -e cioè lo spirito della Croce-non gli appartiene [3] e quelli che sono di Gesù Cristo hanno crocifisso la loro carne con i suoi desideri [4]. Bisogna essere conformi all'immagine di Gesù Cristo: diversamente andremo perduti». «Coraggio - vanno ancora esclamando - Coraggio! Se Dio è per noi, in noi e davanti a noi, chi sarà contro di noi?» [5]. Colui che sta in noi è più forte di chi sta nel mondo. «Un servo non è più grande del suo padrone» [6]. «Il momentaneo, leggero peso della tribolazione procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» [7]. Vi sono meno eletti di quanto non si pensi [8]. Solo i coraggiosi e i violenti conquistano il cielo a viva forza [9]. «Non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole» [10] del Vangelo e non secondo quelle del mondo. Combattiamo dunque da forti, corriamo velocemente per raggiungere il traguardo e conquistare il premio».
Con queste e simili espressioni divine gli Amici della Croce si sostengono a vicenda.
All'opposto ogni giorno i mondani, per incoraggiarsi a perseverare nella loro malizia senza scrupoli, scandiscono a gran voce: «Vita, vita! Pace, pace! Allegria, allegria! Mangiamo, beviamo, cantiamo, balliamo, giochiamo! Dio è buono e non ci ha creati per dannarci: Dio non proibisce il divertimento: non andremo perduti per questo: Via gli scrupoli! Non morirete affatto!» [11].
Cari confratelli, ricordate che il nostro buon Gesù rivolge ora il suo sguardo e la sua parola a ciascuno di voi singolarmente. Vi dice: «Ecco. Quasi tutti mi lasciano solo sulla via regale della Croce. Nella loro cecità gli idolatri si beffano della mia Croce come d'una pazzia. Gli ebrei ostinati ne fanno un motivo di scandalo, come si trattasse di una cosa orrenda [12]. Gli eretici la spezzano e l'abbattono come cosa spregevole. Ma - lo dico con le lacrime agli occhi e il cuore affranto dal dolore - i miei stessi figli che ho allevato in seno e formato alla mia scuola, le stesse membra che ho animato con il mio spirito mi hanno abbandonato e disprezzato. Sono diventati nemici della mia Croce [13]! «Forse anche voi volete andarvene» [14]. Volete anche voi abbandonarmi fuggendo la mia Croce come fanno i mondani che agiscono così da anticristi? [15]. Volete anche voi adattarvi alla mentalità di questo mondo [16], e quindi disprezzare la povertà della mia Croce per rincorrere la ricchezza? Volete evitare il dolore della mia Croce, per cercare i piaceri; odiare l'umiliazione della mia Croce, per ambire gli onori? Io ho molti falsi amici. Proclamano di volermi bene, ma in realtà mi hanno in odio, perché non amano la mia Croce. Tanti sono amici della mia tavola, pochissimi lo sono della mia Croce» [17].
In risposta a questo amoroso richiamo di Gesù, guardiamo più in alto, non lasciamoci sedurre dai nostri sensi, alla maniera di Eva. Teniamo fisso lo sguardo soltanto su Gesù crocifisso, autore e perfezionatore della nostra fede [18]; fuggiamo la concupiscenza che è del mondo corrotto [19], amiamo Gesù Cristo nel modo migliore, cioè attraverso ogni sorta di croci. Meditiamo attentamente queste meravigliose parole del nostro caro Maestro che racchiudono tutta la perfezione della vita cristiana: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» [20].

NOTE
[1] Cf Mt 6,24; Lc 16,23. Si ricordino le «due vie» indicate dalla Didachè o Dottrina dei Dodici Apostoli, e i «due vessilli» degli Esercizi ignaziani.
[2] Lc 12,32.
[3] Rm 8,9.
[4] Gal 5,24.
[5] Rm 8,31.
[6] Gv 13,16; 15,20.
[7] 2 Cor 4,17.
[8] Cf Mt 20, 16; Lc 13, 23.
[9] Cf Mt 11,12.
[10] 2 Tm 2,5.
[11] Gen 3,4.
[12] Cf 1 Cor 1,23.
[13] Cf Is 1,2; Fil 3,18.
[14] Gv 6,68.
[15] 1 Gv 2,18.
[16] Cf Rm 12,2.
[17] Imitazione di Cristo, II, c. 11, n. 1.
[18] Eb 12,2.
[19] Cf 2 Pt 1,4.
[20] Mt 16,24; Lc 9, 23.

FONTE (http://www.floscarmeli.org/modules.php?name=News&file=article&sid=382)

Augustinus
27-04-07, 20:47
In rilievo

Aug. :) :) :)

Augustinus
27-04-07, 21:15
http://www.comune.cesena.fc.it/pinacoteca/imm/Vergine_preghiera_G.jpg

http://www.montfort.sk/dokumenty/MONT.jpg

http://www.michaeljournal.org/images/Montfort3.jpg http://www.sangabrielevasto.it/immagini/sangabriele/montfort2.jpg

Augustinus
28-04-07, 14:14
San Luigi Maria Grignion da Montfort (1673-1716)

di Francesco Pappalardo

1. La formazione spirituale

Secondo dei diciotto figli di Jean-Baptiste (1647-1716), avvocato, e di Jeanne Robert de la Vizeule (1649-1718), Luigi Grignion nasce il 31 gennaio 1673 a Montfort-la-Cane, oggi Montfort-sur-Meu, in Bretagna, nella Francia nordoccidentale. La sua vita, breve secondo i normali criteri di valutazione — morirà a quarantatré anni —, s’iscrive quasi perfettamente entro i limiti cronologici (1680-1715) del periodo trattato dallo storico Paul Hazard (1878-1944) nella sua opera sulla crisi della coscienza europea, cioè l’epoca dei razionalisti e dei libertini, del deismo e del giansenismo, dell’attacco contro le credenze tradizionali, soprattutto in Francia. L’aver intuito l’esistenza di un’unità di fondo di queste correnti e tendenze è il grande merito di Montfort, che si dedicherà alla riconquista delle anime con ardente carità missionaria.

Egli riceve la prima educazione in una famiglia profondamente cristiana e manifesta molto presto attenzione alla vita interiore, vocazione all’apostolato e una tenera devozione alla Santa Vergine, espressa anche con l’aggiunta del nome di Maria a quello di Luigi in occasione della Cresima. Compie quindi gli studi umanistici e filosofici nel collegio San Tommaso Becket di Rennes, tenuto dai padri gesuiti, dove stringe amicizia con il futuro canonico Jean-Baptiste Blain (1674-1751), che ha lasciato una preziosa testimonianza di prima mano sulla sua vita, e con Claude-François Poullart des Places (1679-1709), più tardi fondatore della Congregazione dello Spirito Santo, e matura la vocazione sacerdotale.

Nell’autunno del 1692 si trasferisce a Parigi per studiare teologia alla Sorbona ed entra, grazie a una borsa di studio, nel seminario di Saint-Sulpice, vivaio del clero di Francia, distinguendosi per il rigore ascetico e per i gesti di carità, e alimentandosi alla grande scuola spirituale francese del secolo XVII, il cui inizio è fatto risalire al card. Pierre de Bérulle (1575-1629), principale artefice della Riforma cattolica in Francia. Il 5 giugno 1700, a ventisette anni, riceve l’ordinazione sacerdotale e comincia a dedicarsi al riscatto spirituale del popolo, rianimandone la fede e difendendone la pietà contro gli attacchi degli innovatori.

Nel novembre del 1701, nominato cappellano dell’ospedale di Poitiers dal vescovo diocesano, mons. Claude de La Poype de Vertrieu (1655-1732), si preoccupa di porre ordine, spirituale e materiale, in quella "povera Babilonia", stimolando riforme e dando esempi di grande abnegazione. In città conosce Marie-Louise Trichet (1684-1759), la futura beata suor Maria Luisa di Gesù, figlia del procuratore generale, con la quale fonderà le Figlie della Carità, che si dedicheranno all’istruzione dei fanciulli e all’assistenza negli ospedali. Tuttavia, un uragano furioso — scatenato dagli scettici e dai giansenisti, che mal ne sopportavano lo zelo missionario, la purezza morale e la profonda devozione mariana — si leva contro la sua predicazione fin dall’inizio. Le resistenze e le ostilità sono tali che dopo quattro anni deve lasciare l’incarico, nonostante l’affetto e la gratitudine dei malati, dimostrati anche in modo clamoroso.

Si trattiene a Poitiers ancora un anno, quindi, provando il desiderio di dedicarsi alla salvezza degl’infedeli, compie un pellegrinaggio a Roma, a piedi, per consigliarsi con il Vicario di Cristo. Papa Clemente XI (1700-1721), ricevendolo in udienza il 6 giugno 1706, lo dissuade da quel proposito, gli conferisce il titolo di Missionario Apostolico e gl’ingiunge di riprendere l’apostolato in Francia.

2. L’attività missionaria

Poiché la diocesi di Poitiers continua a essergli preclusa, Montfort si dedica alla predicazione nella nativa Bretagna e in Vandea, proseguendo la tradizione delle missioni al popolo, espressione del movimento missionario sorto agli inizi del secolo XVII e realizzato da personalità eminenti come san Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), san Giovanni Eudes (1601-1680) e il gesuita beato Giuliano Maunoir (1606-1683).

Luigi Maria Grignion è l’ultimo di questi grandi missionari e, sebbene i suoi metodi innovassero solo aspetti secondari, immette nella loro applicazione un dinamismo creativo e un ardore apostolico eccezionali. Le sue missioni sono caratterizzate dalla predicazione del catechismo e da grandi manifestazioni pubbliche di culto, soprattutto da solenni processioni, che culminano nella rinnovazione da parte dei partecipanti delle promesse battesimali e nell’innalzamento, in luogo eminente, della croce della missione. Egli dà grande importanza a queste pratiche, sia per rendere visibili le principali verità della fede e per radicare gli effetti della sua ardente predicazione, sia per prendere una posizione chiara nei confronti degli innovatori, che attaccavano proprio queste manifestazioni in nome e sotto il pretesto di una religiosità più intima e più austera. Una parte di rilievo nella sua predicazione hanno anche i canti popolari, da lui composti in gran numero e utilizzati non solo per trasmettere il messaggio cristiano e per educare le menti, ma anche per scaldare i cuori dei semplici e per scuotere quelli più induriti.

Allo scopo di perpetuare la sua opera Montfort fonda la Compagnia di Maria, una congregazione di sacerdoti, detti monfortani, votati unicamente alle missioni al popolo. Nel 1708, a Nantes, fonda anche l’associazione laicale degli Amici della Croce, alla quale indirizzerà sei anni dopo la Lettera agli Amici della Croce — l’unico scritto dato alle stampe quando era ancora in vita —, in cui condensa il suo pensiero sul significato della Croce nella vita cristiana. Nella Croce egli vede la fonte di una superiore sapienza, la sapienza cristiana, che si è incarnata ed e stata crocifissa, che insegna all’uomo a preporre la fede alla ragione orgogliosa, la retta ragione ai sensi ribelli, la morale alla volontà sregolata, l’eterno al contingente e al transitorio. Analoghe considerazioni aveva svolto nel suo primo scritto, L’amore dell’eterna Sapienza, composto a Parigi fra la fine del 1703 e l’inizio del 1704, in cui oppone la Saggezza vera e profonda, quella consistente nell’unirsi a Cristo e alla sua Croce, alla saggezza superficiale e salottiera che cominciava a dominare la cultura francese laica e, in parte, quella cattolica.

Il successo delle sue iniziative è grande, ma grandi sono anche le ostilità incontrate e le prove affrontate. Così, per esempio, il vescovo di Saint-Malo, mons. Vincenzo Francesco Desmarets (1657-1739), che simpatizza per i giansenisti, in un primo tempo gli proibisce ogni predicazione, quindi, ritirato questo drastico ordine, gli limita comunque la possibilità d’azione. Ancor più dolorosa è la prova che lo aspetta nella diocesi di Nantes, il cui vescovo, mons. Egidio de Beauveau (1653-1717), nega la benedizione al Calvario di Pontchâteau, costruito in quindici mesi grazie al concorso di una moltitudine di persone di ogni sesso, età e condizione sociale, e distrutto poco dopo per ordine di re Luigi XIV di Borbone (1638-1715), sobillato da nemici di Montfort. Il Calvario, ricostruito anni dopo, sarà distrutto una seconda volta durante la Rivoluzione francese; oggi, nuovamente ricostruito, è un centro di pietà e una meta di pellegrinaggi.

Finalmente, quasi a divina ricompensa della carità e dell’umiltà dimostrate, Luigi Maria Grignion viene chiamato nelle diocesi di Luçon e di La Rochelle dai rispettivi vescovi, mons. Jean-François de Valdèries de Lescure (1644-1723) e mons. Etienne de Champflour (1647-1724), ferventi antigiansenisti, e vi predica durante gli ultimi cinque anni di vita. In quel periodo compone Il segreto ammirabile del Santo Rosario per ribattere alle obiezioni formulate contro tale forma di devozione, per spiegare i sacri misteri e per diffonderne ulteriormente la pratica.

Consumato dalle fatiche e dalle sofferenze, nonostante una tempra straordinariamente resistente, muore il 28 aprile 1716, al suo posto di combattimento, come un autentico soldato di Cristo, predicando una missione a Saint-Laurent-sur-Sèvre.

3. San Luigi Maria attraverso i secoli

La causa di beatificazione di Luigi Maria Grignion viene introdotta nel 1838, Papa Pio IX (1846-1878) ne proclama l’eroicità delle virtù il 29 settembre 1869, Papa Leone XIII (1878-1903) lo proclama beato il 22 gennaio 1888 e Papa Pio XII (1939-1958) lo eleva alla gloria degli altari il 20 luglio 1947.

Il più alto riconoscimento della dottrina spirituale di Grignion da Montfort, che molti vorrebbero fosse dichiarato Dottore della Chiesa, è venuto da Papa Giovanni Paolo II il quale, oltre a trarre il motto del suo pontificato, Totus tuus, proprio dagli scritti del santo, nell’enciclica Redemptoris Mater, del 25 marzo 1987, lo indica come testimone e come guida della spiritualità mariana. Inoltre, il 20 luglio 1996 ha stabilito che il suo nome fosse iscritto nel Calendario generale della Chiesa, proponendone quindi la venerazione a tutti i fedeli.

Tuttavia, per oltre un secolo dopo la morte, l’influenza del "buon padre di Montfort", come il santo era chiamato comunemente dai fedeli, si manifesta soprattutto grazie alle sue fondazioni, fra cui anche quella dei Fratelli dell’Istruzione cristiana di San Gabriele, riorganizzata dal sacerdote Gabriel Deshayes (1767-1841). Queste istituzioni, inizialmente poco consistenti e oggetto di violenti attacchi da parte di giansenisti e di razionalisti nonché di persecuzioni durante la Rivoluzione francese e a opera della massonica Terza Repubblica francese, avranno nel tempo un grande sviluppo, segno del fecondo lascito spirituale del loro fondatore.

In particolare, l’opera missionaria di Montfort e dei suoi successori porrà le basi spirituali della resistenza contro-rivoluzionaria delle genti della Bretagna e della Vandea, cioè delle regioni nelle quali egli poté svolgere liberamente il suo apostolato. I sacerdoti della Compagnia furono le guide spirituali di quei coraggiosi improvvisatisi soldati per Dio, per la Francia e per il re, e i canti composti da Luigi Maria Grignion si contrapposero a quelli rivoluzionari.

Il ritrovamento fortuito, nel 1842, del manoscritto del Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, sepolto per oltre un secolo "nel silenzio d’un cofano", secondo la profetica visione del suo autore, dà inizio alla diffusione delle opere e del pensiero monfortano in tutto il mondo. Nel Trattato Montfort raccomanda che i devoti si consacrino interamente a Gesù attraverso Maria nelle forme di un’amorosa schiavitù, cioè di una dedizione di mirabile radicalità, comprendente non solo i beni materiali dell’uomo ma anche il merito delle sue buone opere e preghiere. In cambio di questa consacrazione la Vergine agisce nell’interiorità della persona in modo meraviglioso, istituendo con lei un’unione ineffabile. L’opera, insieme a Il segreto di Maria — stampato integralmente soltanto nel 1898 ma pubblicato ormai in trecentocinquanta edizioni e in venticinque lingue — e con Le glorie di Maria, di sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), rappresenta uno dei libri mariani più conosciuti e amati degli ultimi secoli, e fra quelli che più hanno alimentato la pietà cristiana.

Inoltre, gli scritti monfortani forniscono alla scuola di pensiero e d’azione della Contro-Rivoluzione cattolica del secolo XX, di cui è figura eminente il pensatore brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), una teologia della storia in cui inserire l’ascesi sociale, cioè l’apostolato mirante alla restaurazione di una civiltà cristiana. Questa scuola condivide con il santo missionario della Vandea la speranza, alimentata dalla promessa di Fatima — "Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà" —, di una grande conversione e di un tempo storico di trionfo della Chiesa cattolica. La "vera devozione" prepara gli eroi che schiacceranno la Rivoluzione, i santi missionari dei "tempi ultimi" — il cui profilo morale è tracciato da Luigi Maria Grignion nella famosa Preghiera infuocata — che lotteranno per la realizzazione del regno di Maria.

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Per approfondire: vedi Benedetta Papàsogli, Introduzione generale a san Luigi Maria Grignion da Montfort, Opere, trad. it., vol. 1, Scritti spirituali, Edizioni Monfortane, Roma 1990, pp. XXIII-LXXI — volume che raccoglie tutti gli scritti del santo, salvo i Cantici —, e Marco Tangheroni, Introduzione a Luigi Maria Grignion de Montfort, Il segreto ammirabile del Santo Rosario, trad. it., Cantagalli, Siena 1975, pp. 7-28; vedi anche Plinio Corrêa de Oliveira, La devozione mariana e l’apostolato contro-rivoluzionario, in Cristianità, anno XXIII, n. 247-248, novembre-dicembre 1995, pp. 9-15.

Fonte: Voci per un Dizionario del Pensiero Forte (http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/l_san_luigi_grignion.htm)

Augustinus
28-04-07, 14:17
San Luigi Maria Grignion Da Montfort (1673-1716)

Preghiera Infocata

Al Padre

[1] Ricordati, Signore, della comunità che ti sei acquistato nei tempi antichi (1). L'hai posseduta nel tuo spirito fin dall'eternità, quando rivolgevi a lei il pensiero. L'hai posseduta nelle tue mani, quando traevi dal nulla l'universo. L'hai posseduta nel cuore, quando il tuo amato Figlio, morendo in croce, la consacrava irrigandola con il proprio sangue e l'affidava alla sua santa Madre.

[2] Signore, realizza i tuoi progetti di misericordia. Suscita gli uomini della tua destra (2), che hai mostrato in visioni profetiche ad alcuni tuoi più grandi servi: s. Francesco di Paola, s. Vincenzo Ferreri, s. Caterina da Siena e tanti altri del secolo scorso e anche del nostro (3).

[3] Ricordati, Dio onnipotente, di questa compagnia! Impegna la forza del tuo braccio non certo affievolito (4), per farla nascere e giungere alla perfezione. Rinnova i segni e compi altri prodigi (5); fa' che sentiamo l'aiuto del tuo braccio.

Tu che puoi trarre da pietre grezze altrettanti figli di Abramo (6), pronuncia una sola parola divina e manda buoni operai alla tua messe (7) e buoni missionari alla tua Chiesa.

[4] Ricordati, Dio misericordioso, dell'amore dimostrato anticamente al tuo popolo e per lo stesso amore ricordati di questa congregazione.

Ricordati delle ripetute promesse, da te fatte per mezzo dei profeti e del tuo stesso Figlio, di esaudire le nostre giuste domande.

Ricordati delle preghiere a te rivolte dai tuoi servi e serve nel corso di tanti secoli a questo proposito. Le loro aspirazioni, le loro lacrime accorate e il loro sangue versato si presentino a te per sollecitare efficacemente la tua misericordia.

Ma ricordati soprattutto del tuo amato Figlio: guarda il volto del tuo consacrato (8). La sua agonia, il tuo turbamento, il suo gemito d'amore nel giardino degli ulivi quando disse: "Quale vantaggio dalla mia morte?" (9), il suo supplizio crudele e il suo sangue versato ti chiedono a gran voce: misericordia! Per mezzo di questa congregazione possa il regno di Cristo innalzarsi stabile sulle rovine di quello dei tuoi nemici.

[5] Ricordati, Signore, di questa comunità per compiere la tua giustizia. È tempo che tu agisca, secondo la tua promessa. Hanno violato la tua legge (10), è stato abbandonato il tuo vangelo, torrenti di iniquità dilagano sulla terra e travolgono perfino i tuoi servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole (11), l'empietà siede in trono, il tuo santuario è profanato e l'abominio è giunto nel luogo santo (12).

Signore, Dio giusto, lascerai nel tuo zelo, che tutto vada in rovina? Tutto diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerai sempre a tacere e sempre pazienterai? La tua volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il tuo regno? Non hai rivelato, già da tempo, a qualcuno dei tuoi amici un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono gli ebrei riconoscere la verità?

Tutto questo attende la Chiesa.

Tutti i santi del cielo gridano: non farai giustizia? (13). Tutti i giusti della terra implorano: Amen. Vieni, Signore! (14). Tutte le creature, anche le meno sensibili, gemono (15) sotto il peso degli innumerevoli delitti di Babilonia e invocano la tua venuta che restauri ogni cosa.

Al Figlio

[6] Ricordati, Signore Gesù, della tua comunità! Ricordati di dare a tua Madre una nuova Compagnia per rinnovare ogni cosa. Così per mezzo di Maria concluderai gli anni della grazia, che hai inaugurato per mezzo di lei. Da' figli e servi a tua Madre, altrimenti fammi morire! (16).

Per tua Madre io ti prego. Ricordati di lei che ti ha generato (17), e non mi respingere. Ricordati di chi sei figlio, ed esaudiscimi. Ricorda che cosa tua Madre è per te e tu per lei, e appaga i miei desideri.

Che cosa ti chiedo? Ti chiedo ciò che tu puoi, anzi * oso affermare * devi concedermi, quale vero Dio, cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra (18), e quale figlio esemplare che ama immensamente sua Madre.

[7] Che cosa ti chiedo? Liberos! Sacerdoti liberi secondo la tua libertà, svincolati da tutto, distaccati da padre, madre (19), fratelli, sorelle, parenti secondo la carne, amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza attaccamento alla propria volontà (20).

[8] Liberos! Uomini totalmente dedicati a te per amore e disponibili al tuo volere, uomini secondo il tuo cuore. Non deviati né trattenuti da progetti propri, realizzino tutti i tuoi disegni e abbattano tutti i tuoi nemici, come novelli Davide con in mano il bastone della Croce e la fionda del rosario (21).

[9] Liberos! Uomini simili a nubi elevate da terra e sature di celeste rugiada, pronte a volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo. I profeti hanno visto anche loro quando si chiedevano: Chi sono quelli che volano come nubi? (22). Andavano là dove lo Spirito li dirigeva (23).

[10] Liberos! Persone sempre a tua disposizione, sempre pronte a obbedirti alla chiamata dei superiori, come Samuele: Eccomi! (24), sempre pronte a correre e tutto sopportare con te e per te, come gli Apostoli: Aneliamo anche noi a morire con lui! (25).

[11] Liberos! Veri figli di Maria, tua santa Madre, concepiti e generati dal suo amore (26), da lei portati in grembo, nutriti, educati con cura, sostenuti e arricchiti di grazie.

[12] Liberos! Veri servi della santa Vergine. Come san Domenico, andranno dappertutto con la torcia luminosa e ardente del Vangelo nella bocca e il Rosario in mano. Abbaieranno come cani, incendieranno come fiaccole, rischiareranno le tenebre del mondo come il sole (27).

Avranno una vera devozione a Maria, cioè interiore e non ipocrita, esteriore e non ipercritica, saggia e non superstiziosa, affettuosa e non insensibile, costante e non instabile, santa e non presuntuosa. Per mezzo di essa schiacceranno la testa dell'antico serpente dovunque andranno, perché si realizzi pienamente la maledizione da te predetta: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa (28).

[13] È vero, gran Dio! Come tu hai predetto, il demonio tenderà grandi insidie al calcagno di questa misteriosa donna, cioè alla piccola compagnia dei suoi figli, che verranno sul finire del mondo. Ci saranno grandi inimicizie fra questa stirpe benedetta di Maria e la razza maledetta di Satana; ma si tratterà di inimicizia totalmente divina, l'unica di cui tu sei l'autore.

Le lotte e persecuzioni che la progenie di Belial (29) muoverà ai discendenti di tua Madre, serviranno solo a far meglio risaltare quanto efficace sia la tua grazia, coraggiosa la loro virtù e potente tua Madre. A lei infatti hai affidato fin dall'inizio del mondo l'incarico di schiacciare con il calcagno e l'umile cuore la testa di quell'orgoglioso.

[14] Altrimenti fammi morire! Mio Dio, non è meglio per me morire piuttosto che vederti ogni giorno così crudelmente e impunemente offeso e trovarmi sempre più nel pericolo di venire travolto dai torrenti di iniquità che ingrossano? Preferirei mille volte la morte!

Mandami un aiuto dal cielo, o toglimi la vita!

Se non avessi la speranza che presto o tardi finirai con esaudire questo povero peccatore nell'interesse della tua gloria, come hai esaudito tanti altri (30), ti pregherei senza esitare con un profeta: Prendi la mia vita! (31) Ma la fiducia nella tua misericordia mi spinge a dichiarare con un altro profeta: Non morirò, resterò in vita e annuncerò le opere del Signore (32), fino a quando potrò esclamare con Simeone: Ora lascia, o Signore che il tuo servo vada in pace… perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza (33).

Allo Spirito Santo

[15] Spirito Santo, ricordati di generare e formare figli di Dio con Maria, tua santa e fedele sposa. Hai formato in lei e con lei il capo degli eletti, perciò con lei e in lei devi formare tutte le sue membra. Tu non generi nessuna Persona divina in seno alla divinità, ma soltanto tu formi tutte le persone divine fuori della divinità. Tutti i santi del passato e del futuro sino alla fine del mondo sono opere del tuo amore unito a quello di Maria.

[16] Il regno speciale di Dio Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un diluvio d'acqua. Il regno di Gesù Cristo è terminato con un diluvio di sangue. Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco d'amore e di giustizia (34).

[17] Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che devi accendere su tutta la terra in modo così dolce e veemente da infiammare e convertire perfino i musulmani, i pagani e gli ebrei? Nulla si sottrae al suo calore (35). Si accenda dunque questo divino fuoco, che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra (36), prima che divampi quello della tua ira che ridurrà in cenere tutta la terra.

[18] Mandi il tuo Spirito e tutti sono creati, e rinnovi la faccia della terra (37). Invia sulla terra questo Spirito tutto fuoco e crea sacerdoti tutto fuoco! Dal loro ministero sia rinnovato il volto della terra e riformata la tua Chiesa.

Ricordati della tua comunità. È una congregazione, un'assemblea, un gruppo di prescelti nel mondo e dal mondo: Io vi ho scelti dal mondo (38). È un gregge di agnelli mansueti da radunare tra tanti lupi (39), una compagnia di caste colombe e di aquile reali fra tanti corvi, uno sciame d'api fra tanti calabroni, un branco di agili cervi fra tante tartarughe, una torma di intrepidi leoni fra tante timide lepri. Signore, raccoglici di mezzo ai popoli (40), radunaci, rendici uniti, perché sia pienamente glorificato il tuo nome santo e potente.

[19] Tu hai predetto questa insigne compagnia al tuo profeta, che ne parla in termini molto oscuri e misteriosi, ma totalmente divini:

10. Una pioggia abbondante, o Dio,
mettesti a parte per la tua eredità.
Questa era esausta,
ma tu l'hai rinvigorita.

11. I tuoi animali abitarono in essa.
Nella tua bontà, o Dio,
hai provveduto al povero.

12. Il Signore darà la parola
a quelli che annunziano la lieta notizia
con grande forza.

13. Il re delle schiere
è a favore del popolo prediletto
e le donne, ornamento della casa,
già spartiscono il bottino.

14. Quando vi riposate fra le greggi
siete come colombe dalle ali argentate
e dalle piume dal color dell'oro.

15. Quando il re del cielo
sbaragliò i re di Canaan,
nevicava sul monte Selmon.

16. Montagna fertile è il Monte di Dio,
Montagna compatta e lussureggiante.

17. Perché invidiate, monti dalle alte cime,
la montagna che Dio ha scelto
per sua dimora?
Il Signore vi abiterà per sempre! (41).

[20] Che cos'è, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?

[21] Chi sono questi animali e questi poveri, che abiteranno nella tua terra e saranno nutriti dai cibi dolci che hai loro preparato? Non sono forse questi missionari poveri, abbandonati alla Provvidenza e saziati dall'abbondanza delle tue delizie? Non sono essi i misteriosi animali di cui parla Ezechiele? (42). Avranno la bontà dell'uomo, perché ameranno il prossimo con disinteresse e impegno; il coraggio del leone perché arderanno di santo sdegno e prudente zelo di fronte ai demoni figli di Babilonia; la forza del bue, perché si sobbarcheranno alle fatiche apostoliche e alla mortificazione del corpo, e infine l'agilità dell'aquila, perché contempleranno Dio.

Tali saranno i missionari che tu vuoi mandare nella tua Chiesa. Essi avranno un occhio d'uomo per il prossimo, un occhio di leone per i tuoi nemici, un occhio di bue per se stessi e un occhio d'aquila per te.

[22] Questi imitatori degli apostoli predicheranno con grande forza (43), così grande e strepitosa da scuotere tutti gli animi e i cuori dovunque si recheranno. Ad essi infatti darai la tua parola, anzi la tua lingua e sapienza, a cui nessun avversario potrà resistere (44).

[23] Come re della virtù del tuo Figlio Gesù Cristo, troverai le tue compiacenze tra questi prediletti, poiché in ogni loro missione essi avranno l'unico scopo di attribuire a te la gloria dei trofei riportati sui tuoi nemici.

[24] Per l'abbandono alla Provvidenza e la devozione a Maria, avranno le ali argentate della colomba, cioè la purezza di dottrina e di vita. Avranno anche spalle color d'oro, cioè una perfetta carità verso il prossimo per tollerarne i difetti e un grande amore a Gesù Cristo per portarne la croce.

[25] Soltanto tu, re dei cieli e re dei re, separerai dalla massa questi missionari come altrettanti re. Li renderai più bianchi della neve del Selmon, la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre.

Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui riveli tante cose mirabili, se non Maria, tua cara Sposa? Lei è la montagna che tu hai eretto sulla cima dei monti più alti (45), le sue fondamenta sono sui monti santi (46).

Beati, molto beati, i sacerdoti da te prescelti e destinati a dimorare con te su questa montagna fertile e santa. Qui essi diventeranno re per l'eternità con il distacco dalla terra e l'elevazione in Dio. Diverranno più bianchi della neve perché uniti a Maria, tua sposa totalmente bella, pura e immacolata. Saranno arricchiti della rugiada del cielo e dell'abbondanza della terra (47), di ogni benedizione temporale ed eterna di cui Maria è ricolma.

Dall'alto di questa montagna, come Mosè, con le loro ardenti preghiere scaglieranno frecce contro i nemici per abbatterli o convertirli (48). Su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte degli ulivi.

[26] Ricordati della "tua" comunità. A te solo spetta costituire questa comunità con la tua grazia. Se l'uomo per primo vi porrà mano, non se ne farà nulla; se vi metterà qualcosa di suo, rovinerà e sconvolgerà tutto. Dio grande, è compito esclusivamente tuo! Realizza quest'opera del tutto divina. Raccogli, chiama, raduna da ogni parte del tuo regno i tuoi eletti per farne un corpo d'armata contro i tuoi nemici.

[27] Guarda, Signore Dio degli eserciti! I capitani mobilitano intere compagnie, i sovrani arruolano armate numerose, i navigatori formano flotte complete, i mercanti si affollano nei mercati e nelle fiere. Quanti ladri, empi, ubriaconi e dissoluti si raggruppano in gran numero ogni giorno con tanta facilità e prontezza contro di te! Basta dare un fischio, battere un tamburo, mostrare la punta smussata di una spada, promettere un ramo secco di alloro, offrire un pezzo di terra gialla o bianca! Basta insomma prospettare una voluta di fumo d'onore, un interesse da nulla e un misero piacere animalesco... e in un istante si riuniscono i ladri, si ammassano i soldati, si congiungono i battaglioni, si assembrano i mercanti, si riempiono le case e le fiere, e si coprono la terra e il mare di una innumerevole moltitudine di perversi! Benché divisi fra loro a causa della distanza di luogo o della differenza di carattere o della diversità d'interesse, si uniscono tutti insieme fino alla morte per muoverti guerra sotto la bandiera e la guida del demonio.

[28] E quanto a te, gran Dio? Non ci sarà quasi nessuno che prenda a cuore la tua causa anche se nel servirti c'è tanta gloria, utilità e dolcezza? Perché così pochi soldati sotto la tua bandiera? Quasi nessuno griderà in mezzo ai suoi fratelli per lo zelo della tua gloria come san Michele: Chi è come Dio? (49).

Lasciami allora gridare dappertutto: Al fuoco! al fuoco! al fuoco!... Aiuto! aiuto! aiuto!... C'è fuoco nella casa di Dio! C'è fuoco nelle anime! C'è fuoco perfino nel santuario... Aiuto! stanno assassinando il nostro fratello!... Aiuto! stanno uccidendo i nostri figli!... Aiuto! stanno pugnalando il nostro buon padre!... (50).

[29] Chi sta con il Signore, venga da me! (51). Tutti i buoni sacerdoti sparsi nel mondo cristiano, sia che si trovino tuttora in pieno combattimento o si siano ritirati dalla mischia nei deserti e nelle solitudini, vengano e si uniscano a noi (52). Formiamo insieme, sotto la bandiera della croce, un esercito schierato e pronto alla battaglia, per attaccare compatti i nemici di Dio che han già dato l'allarme: suonano l'allarme, fremono (53), digrignano i denti (54), sono sempre più numerosi (55).

"Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami". Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore (56).

[30] Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano! (57). Svegliati, perché dormi, Signore? Déstati! (58). Signore, alzati! Perché fingi di dormire? Alzati con tutta la tua onnipotenza, misericordia e giustizia. Formati una compagnia scelta di guardie del corpo, per proteggere la tua casa, difendere la tua gloria e salvare le anime, affinché ci sia un solo ovile e un solo pastore (59) e tutti possano glorificarti nel tuo tempio (60). Amen.

DIO SOLO!

***

* Il testo e le note sono ripresi da: S. Luigi Maria da Montfort, Opere, Edizioni Montfortane, Roma 1990, 2a ed., vol. I: Scritti Spirituali, pp. 543-557.

(1) Sal 74, 2.

(2) Nella Bibbia, la mano destra è simbolo sia della potenza di Dio, di cui l'uomo può essere strumento, sia del favore e della benedizione che Dio concede ai suoi amici..

(3) Nel Trattato della vera devozione a Maria, nn. 47-48, il Montfort riporta le testimonianze mistiche di San Vincenzo Ferreri (+1419) e di Maria des Vallées (+1656). Anche San Francesco di Paola (+1507) parla nelle sue lettere di una congregazione di crociferi che porterà molti frutti alla Chiesa (Cf. Cornelio a Lapide, in Apoc. 17, in fine). Santa Caterina da Siena (+1380) riferisce le comunicazioni divine circa la "rinnovazione ed esaltazione della Chiesa, la quale deve avere nel tempo a venire" (Lettere, Firenze, 1940, t. III, p. 267), attraverso "la reformazione di santi e buoni pastori" (Il Dialogo, Roma, 1968, p. 33). Tra i contemporanei del Montfort è da ricordare Olier (+1657), che chiede al Signore di suscitare "persone che rinnovino l'ordine divino dei pastori" (Mémoires autobiographiques).

(4) Cf Is 59, 1.

(5) Sir 36, 6.

(6) Cf Mt 3, 9; Lc 3, 8.

(7) Mc 10, 2.

(8) Sal 84, 10.

(9) Sal 30, 10.

(10) Sal 119, 126.

(11) Cf Ger 12, 11.

(12) Cf Mt 24, 15.

(13) Cf Ap 6, 10.

(14) Ap 22, 20.

(15) Cf Rm 8, 22.

(16) Cf Gen 30, 1. Il Montfort cita a questo punto la frase latina Da Matri tuae liberos alioquin moriar (Gn 30, 1) e la commenta, insistendo sulla parola liberos che ripete sei volte all'inizio di ogni numero (dal 7 al 12). Il termine latino liber (al plurale liberos) ha un duplice significato: come aggettivo vuol dire "libero", non servo; come sostantivo vuol dire "figlio". I Romani chiamavano liberos i figli precisamente per distinguerli dai servi. Con il termine liberos la preghiera del Montfort esprime anch'essa una duplice intenzione: domanda a Dio missionari che siano "liberi" (nn. 7-10), ma che siano allo stesso tempo "figli" di Maria (nn. 11-12).

(17) Cf Lc 11, 27.

(18) Mt 28, 18.

(19) Cf Eb 7, 3. Di Melchisedec, re e sacerdote, la lettera agli Ebrei dice che "egli è senza padre, senza madre, senza genealogia" (Eb 7, 3).

(20) Cf Mc 10, 29; Lc 14, 26.

(21) In baculo cruce et in virga virgine. Cf. Nm 17, 23; 1 Sam 17, 43; S. Pier Damiani, Sermone per l'Assunzione, PL 144, 721 C.

(22) Is 60, 8; cf Trattato della vera devozione a Maria 57.

(23) Ez 1, 12.

(24) 1 Sam 3, 16.

(25) Gv 11, 16.

(26) Cf S. Agostino, La santa Verginità 6, 6, PL 40, 399: "Maria è senza alcun dubbio madre delle sue membra, che siamo noi, nel senso che ha cooperato mediante l'amore a generare alla Chiesa dei fedeli, che formano le membra di quel capo".

(27) Cf Giordano Di Sassonia, Libellus de principiis ordinis praedicatorum, ed H.C. Schebeen, Moph Roma, 1935. Si accenna qui ai presagi celesti che avrebbero preceduto la nascita di San Domenico di Gusman: "la madre sognò di portare in seno un cagnolino con una fiaccola accesa in bocca che infiammava tutto il mondo" (cf Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, c. 1825).

(28) Gen 3, 15.

(29) Cf 2 Cor 6, 15.

(30) Sal 34, 7: "Questo povero grida e il Signore lo ascolta".

(31) 1 Re 19, 4.

(32) Sal 118, 17.

(33) Lc 2, 29-30.

(34) L'immagine dei tre diluvi si trova in una rivelazione di Maria des Vallées, riportata dal Renty (ms. 3177, Bibl. Mazarine), che Montfort cita in Trattato della vera devozione a Maria 47. Il Montfort aggiunge ai tre diluvi l'idea di tre regni, rendendo più positiva la visione in negativo di Maria des Vallées. Cf S. De Fiores, Lo Spirito Santo e Maria negli ultimi tempi secondo S. Luigi Maria da Monftort, in Quaderni Monfortani, 4 (1986), pp. 3-48.

(35) Sal 19, 7.

(36) Cf Lc 12, 49.

(37) Cf Sal 104, 30. Nella precedente edizione delle Opere la preghiera che qui il Montfort esprime con le parole del salmo 104, concludeva il n. 17 della Preghiera infocata. Qui, invece, si è preferito metterla all'inizio del n. 18 a motivo del suo contenuto.

(38) Gv 15, 19.

(39) Cf Lc 10, 3.

(40) Sal 105, 47.

(41) Sal 68, 10-17. Nei numeri seguenti (20-25) il Montfort commenta il salmo 68 secondo il testo della Volgata.

Il Salmo 68 "è tra i più difficili del Salterio" (M. Sales). Il Montfort lo commenta nei numeri seguenti (20-25) attenendosi alla versione della Volgata, che offre spesso una plausibile interpretazione del testo ebraico. Per questo motivo la nostra traduzione del Salmo si discosta da quella della CEI (che rimane una delle possibili letture del testo). Più profondamente il Montfort percepisce la dinamica e i contenuti del Salmo 68. Egli "condivide con il salmista una lettura della storia della salvezza intesa quale ricerca di una dimora per parte di Dio e poi per il popolo. La storia del Dio che interviene per procurarsi una dimora si dirige ora verso Maria, Salmôn della nuova economia" (M. Zappella, Il Salmo 68 e la Preghiera infuocata. Annotazioni esegetiche, in Quaderni Montfortani, 4 (1986), p. 116.

(42) Cf Ez 1, 5-14.

(43) All'espressione virtute multa del salmo 68 il Montfort aggiunge virtute magna di At 4, 33.

(44) Cf Lc 21, 15.

(45) Is 2, 2.

(46) Sal 87, 1.

(47) Cf Gen 27, 28.

(48) Cf Es 17, 8*13.

(49) Cf S. Gregorio, Omelia 34 sul Vangelo, PL 125 1A. Il Montfort attinge direttamente da Olier, Lettres, Paris, Lecoffre, 1885, t. II, p. 576.

(50) Il Montfort prende lo spunto per gridare Al fuoco! da un testo di S. Giovanni Eudes (Lettre XXXIX, 23.7.1659, in Oeuvres complétes X, p. 432), ma con sviluppi o accentuazioni proprie.

(51) Es 32, 26.

(52) Vis unita fit fortior.

(53) Cf Sal 45, 4; 2, 1.

(54) Cf Sal 34, 14.

(55) Cf Sal 68, 5.

(56) Sal 2, 3-4.

(57) Sal 67, 1.

(58) Sal 43, 24.

(59) Gv 10, 16.

(60) Cf Sal 28, 9.

FONTE (http://www.alleanzacattolica.org/temi/preghiera/preghiera_infuocata.htm)

Augustinus
28-04-07, 14:19
Un’infinità di ottimi effetti produce nell’anima questa devozione fedelmente praticata [darsi interamente a Maria e per mezzo di lei a Gesù].

Il principale tra essi è che Maria viene a vivere nell’anima in modo che non è più l’anima che vive, ma è Maria che vive in essa e che viene a essere, per cosi dire, l’anima della stessa anima.

E quale meraviglia non opera Maria quando per una grazia veramente ineffabile viene ad essere Regina di un’anima?

È l’operatrice delle grandi meraviglie e lavora soprattutto nei cuori, e molte volte all’insaputa dell’anima stessa, poiché se questa si accorgesse di quanto avvie*ne in lei si esporrebbe al pericolo di perdere, a causa della vanità, questa sua bellezza.

Maria è la Vergine feconda, in tutte le anime in cui va a vivere fa germogliare la purezza di cuore e di corpo, la rettitudine delle intenzioni e abbondanti opere buone.

Non credere che Maria, la più feconda delle pure creature che giunse al punto di pro*durre un Dio, rimanga inoperosa in un’anima fedele.

Sarà proprio ella che farà vivere l’anima incessantemente per Gesù Cristo, e farà vivere Gesù nell’anima:

“Figlioli miei, che io di nuovo partorisco, finché non sia formato Cristo in voi” (cf Gal 2,20).

Come nel venire al mondo Gesù volle essere frutto di Maria, cosi lo è egualmente per ciascuna anima; e in quelle in cui Maria può abitare più liberamente si vede meglio come è suo frutto e capolavoro. (…)

Essendo Dio venuto al mondo, la prima volta, nell’umiltà e nel nascondimento per mezzo di Maria, non si potrebbe affermare che per mezzo di Maria verrà anche la seconda volta per regnare in tutti, come attende la Chiesa, e per giudicare i vivi e i morti?

Nessuno sa come e quando avverrà; ma so che Dio, i cui disegni si innalzano sui nostri più che il cielo sulla terra, verrà nel tempo e nel modo meno sospettato dagli uomini, compresi i più versati e competenti in Sacra Scrittura, la quale in questo punto resta molto oscura.

Io però credo anche, che negli ultimi tempi, e forse più presto di quel che si pensa, Dio susciterà grandi uomini pieni dello Spirito Santo e dello spirito di Maria per mezzo dei quali questa divina Sovrana farà grandi meraviglie sulla terra, per distruggervi il peccato e stabili*re nel mondo corrotto il regno di Gesù Cristo suo Figlio.

Diaconus
30-04-07, 18:29
Vi ringrazio tutti per il prezioso materiale che mettete a disposizione. Purtroppo sono ancora un neofita, ma spero quanto prima di poter essere anch'io utile in qualcosa

Augustinus
27-04-08, 17:37
Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/dettaglio/51100) (con modifiche):

San Luigi Maria (Grignion) da Montfort, Sacerdote

28 aprile - Memoria Facoltativa

Montfort-la-Cane (oggi Montfort-sur-Meu nel dipartimento d'Ille-et-Vilaine), Rennes, Francia, 31 gennaio 1673 - St. Laurent-sur-Sèvre, 28 aprile 1716

Luigi Maria percorse le regioni occidentali della Francia predicando il mistero della Sapienza eterna, Cristo incarnato e crocifisso, e insegnando ad andare a Gesù per mezzo di Maria. Associò sacerdoti e fratelli alla propria attività apostolica, e scrisse le regole dei Missionari della Compagnia di Maria. Fu proclamato santo da Pio XII il 20 luglio 1947. Tra i suoi scritti si ricordano il "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine" e "L'amore dell'eterna Sapienza". (Mess. Rom.)

Etimologia: Luigi = derivato da Clodoveo

Martirologio Romano: San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote, che percorse le terre della Francia occidentale proclamando il mistero della Sapienza Eterna; fondò Congregazioni, predicò e scrisse sulla croce di Cristo e sulla vera devozione a Maria Vergine e ricondusse molti a una vita di penitenza; nel villaggio di Saint-Laurent-sur-Sèvre in Francia pose, infine, termine al suo pellegrinaggio terreno.

Martirologio tradizionale (28 aprile): A Saint-Laurent-sur-Sèvres, nella diocesi di Lucon, san Luigi Maria Grignion di Montfort, Confessore, Fondatore dei Missionari della Società di Maria e delle Figlie della Sapienza, insigne per la vita apostolica, per la predicazione e per la devozione mariana, dal Papa Pio dodicesimo ascritto nel catalogo dei Santi.

Lungo il nome: Luigi Maria Grignion de Montfort. E breve la vita: 43 anni. Questo bretone di buona famiglia e di buoni studi diventa sacerdote nel 1700 (l’anno del Giubileo alluvionato, con la basilica di San Pietro impraticabile). Vorrebbe andare missionario in Canada, ma lo mandano a Poitiers. Con la sua preparazione dottrinale e col parlare attraente, si fa presto una fama: parla molto bene, ma meglio ancora agisce, assistendo le vittime di malattie ripugnanti. Però l’idea della missione non lo abbandona, sicché, lasciando perdere i superiori, va a sentire il Papa. Questo significa un viaggio Poitiers-Roma e ritorno, sempre a piedi, con una sosta a Loreto. Ma Clemente XI gli dice che l’urgenza del momento è predicare ai francesi, scossi dall’aspra battaglia dottrinale ingaggiata dai giansenisti contro Roma. Lui riprende allora a parlare in città e nelle campagne; quando è necessario affronta i dotti giansenisti con discorsi ugualmente dotti. Ma dà poi la sua misura vera nel tradurre la dottrina in linguaggio quotidiano e campagnolo, nell’accostarla alla sensibilità popolare, colpita dalla coerenza intrepida dell’esempio, quando lo si vede intento a pulire e medicare i malati, fraternamente. Le opere accompagnano la sua parola, e questa diffonde una religiosità della fiducia, spingendo a confidare in Gesù come amico, prima di temerlo come giudice. E a Gesù egli associa Maria, appassionatamente. Ma anche lucidamente. Ossia con distacco rigoroso da certa devozione mariana soggetta talora a eccessi inaccettabili (alimentati anche da scritti cosiddetti mariani, e di fatto ricolmi di "cattiva dottrina in cattiva posa", come dirà nel XX secolo il mariologo René Laurentin). Per lui, la Madre di Gesù è una creatura che può ammaestrare i cristiani di ogni tempo semplicemente con le poche parole che ha detto agli amici di Gesù, alla festa nuziale di Cana: "Fate quello che vi dirà". Questo insegnano di fatto i suoi scritti e la sua predicazione, col calore e con le immagini del tempo, e sempre con l’accompagnamento di forti esortazioni alla pratica del Rosario. Questo si legge sul suo Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, che resterà inedito per 130 anni; pubblicato nel 1842, diventerà uno dei testi fondamentali della pietà mariana. (Nel XX secolo sarà la lettura quotidiana del cardinale Stefan Wyszynski, primate di Polonia, prigioniero del regime comunista polacco). Nel 1712-13 padre Grignion fonda una comunità maschile di missionari per l’evangelizzazione: la Compagnia di Maria. Questi religiosi, chiamati poi abitualmente Monfortani, estenderanno via via la loro attività in Europa, America e Africa. Ma lui vedrà solo gli inizi, morendo pochi anni dopo la fondazione. Fu beatificato da Leone XIII il 22 gennaio 1888. Il 20 luglio 1947, Pio XII lo proclamerà santo.

Autore: Domenico Agasso

http://santiebeati.it/immagini/Original/51100/51100D.JPG

Augustinus
27-04-08, 17:42
http://www.heiligenlexikon.de/Fotos/Ludwig_Maria_Grignion_de_Montfort1.jpg http://www.saintpetersbasilica.org/Statues/Founders/LouisdeMontfort/St%20Louis%20de%20Montfort-FounderSaint.jpg http://www.saintpetersbasilica.org/Statues/Founders/LouisdeMontfort/StLouisdeMontfort-FounderStatue.jpg http://www.saintpetersbasilica.org/Statues/Founders/LouisdeMontfort/St%20Louis%20de%20Montfort-StatueStPeters.jpg http://www.saintpetersbasilica.org/Statues/Founders/LouisdeMontfort/St%20Louis%20de%20Montfort-area.jpg http://www.saintpetersbasilica.org/Statues/Founders/LouisdeMontfort/LeftNave-Pier1-2.jpg Giacomo Parisini, S. Louis de Montfort, 1948, Basilica di S. Pietro, Città del Vaticano, Roma

Augustinus
27-04-08, 22:52
St. Louis-Marie Grignion de Montfort

Missionary in Brittany and Vendee; born at Montfort, 31 January, 1673; died at Saint Laurent sur Sevre, 28 April, 1716.

From his childhood, he was indefatigably devoted to prayer before the Blessed Sacrament, and, when from his twelfth year he was sent as a day pupil to the Jesuit college at Rennes, he never failed to visit the church before and after class. He joined a society of young men who during holidays ministered to the poor and to the incurables in the hospitals, and read for them edifying books during their meals. At the age of nineteen, he went on foot to Paris to follow the course in theology, gave away on the journey all his money to the poor, exchanged clothing with them, and made a vow to subsist thenceforth only on alms. He was ordained priest at the age of twenty-seven, and for some time fulfilled the duties of chaplain in a hospital. In 1705, when he was thirty-two, he found his true vocation, and thereafter devoted himself to preaching to the people. During seventeen years he preached the Gospel in countless towns and villages. As an orator he was highly gifted, his language being simple but replete with fire and divine love. His whole life was conspicuous for virtues difficult for modern degeneracy to comprehend: constant prayer, love of the poor, poverty carried to an unheard-of degree, joy in humiliations and persecutions.

The following two instances will illustrate his success. He once gave a mission for the soldiers of the garrison at La Rochelle, and moved by his words, the men wept, and cried aloud for the forgiveness of their sins. In the procession which terminated this mission, an officer walked at the head, barefooted and carrying a banner, and the soldiers, also barefooted, followed, carrying in one hand a crucifix, in the other a rosary, and singing hymns.

Grignion's extraordinary influence was especially apparent in the matter of the calvary at Pontchateau. When he announced his determination of building a monumental calvary on a neighbouring hill, the idea was enthusiastically received by the inhabitants. For fifteen months between two and four hundred peasants worked daily without recompense, and the task had just been completed, when the king commanded that the whole should be demolished, and the land restored to its former condition. The Jansenists had convinced the Governor of Brittany that a fortress capable of affording aid to persons in revolt was being erected, and for several months five hundred peasants, watched by a company of soldiers, were compelled to carry out the work of destruction. Father de Montfort was not disturbed on receiving this humiliating news, exclaiming only: "Blessed be God!".

This was by no means the only trial to which Grignion was subjected. It often happened that the Jansenists, irritated by his success, secure by their intrigues his banishment form the district, in which he was giving a mission. At La Rochelle some wretches put poison into his cup of broth, and, despite the antidote which he swallowed, his health was always impaired. On another occasion, some malefactors hid in a narrow street with the intention of assassinating him, but he had a presentiment of danger and escaped by going by another street. A year before his death, Father de Montfort founded two congregations -- the Sisters of Wisdom, who were to devote themselves to hospital work and the instruction of poor girls, and the Company of Mary, composed of missionaries. He had long cherished these projects but circumstances had hindered their execution, and, humanly speaking, the work appeared to have failed at his death, since these congregations numbered respectively only four sisters and two priests with a few brothers. But the blessed founder, who had on several occasions shown himself possessed of the gift of prophecy, knew that the tree would grow. At the beginning of the twentieth century the Sisters of Wisdom numbered five thousand, and were spread throughout every country; they possessed forty-four houses, and gave instruction to 60,000 children. After the death of its founder, the Company of Mary was governed for 39 years by Father Mulot. He had at first refused to join de Montfort in his missionary labours. "I cannot become a missionary", said he, "for I have been paralysed on one side for years; I have an affection of the lungs which scarcely allows me to breathe, and am indeed so ill that I have no rest day or night." But the holy man, impelled by a sudden inspiration, replied, "As soon as you begin to preach you will be completely cured." And the event justified the prediction. Grignion de Montfort was beatified by Leo XIII in 1888.

[Note: Louis de Montfort was canonized by Pius XII in 1947].

Bibliography

CRUIKSHANK, Blessed Grignion, etc. (London, 1892); JAC, Vie, etc. (Paris, 1903); LAVEILLE, Vic, etc. (Paris, 1907).

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. IX, New York, 1910 (http://www.newadvent.org/cathen/09384a.htm)

Augustinus
27-04-08, 22:55
Daughters of Wisdom

(LES FILLES DE LA SAGESSE).

Founded at Poitiers by Blessed Louis-Marie Grignion de Montfort in 1703. While he was temporary chaplain of the hospital of Poitiers in 1707, he associated into a little community some pious but variously afflicted girls, and gave them a rule of life, the main points of which have been retained in the Rule of the Daughters of Wisdom. In their meeting-room, called by Montfort La Sagesse (wisdom), he placed a large wooden cross, to indicate that true wisdom is in the "foolishness" of the cross. This community of poor, crippled, blind, and sickly girls was destined, under God's providence, to give a solid religious training to Louise Trichet, known in religion as Sister Marie-Louise of Jesus. When de Montfort judged her sufficiently advanced in virtue, he gave her a new religious habit, which has been minutely copied by the Daughters of Wisdom. It consists of an ashen-gray woollen dress and a black cape worn over the habit. Their coif and neckerchief are of white linen. They wear slippers instead of shoes. Ten years she alone wore the much-ridiculed dress. In 1712 a companion was given to Marie-Louise in the person of Catharine Brunet (Sister Conception). In 1715, at the request of the Bishop of La Rochelle, de Montfort called upon his spiritual daughters to teach the children of the poor in that city. Henceforth the congregation was both hospitaller and teaching. The founder appointed Sister Marie-Louise superioress of the congregation. On 22 Aug., 1715, Montfort gave the habit of Wisdom to Sister Ste Croix and Sister Incarnation.

The congregation strives to acquire heavenly wisdom by imitating the Incarnate Wisdom, Jesus Christ. The means for imitating Christ is a special devotion to the Blessed Virgin. De Montfort calls it "True Devotion" or "Holy Bondage of Mary", because it mainly consists (1) in consecrating themselves entirely to Our Lady and (2) in serving her lovingly as a slave. The saint, with his keen perception of Mary's greatness and our own unworthiness, preferred the appellation "slave or bondman" to "child or servant of Mary". Once consecrated to Mary, the sisters perform all their actions in the spirit inculcated in de Montfort's "Treatise of the True Devotion to the Blessed Virgin". When he died in 1716, the community numbered only four sisters. In 1720 the site of their mother-house was acquired at Saint-Laurent-sur-Sevre, where he was laid to rest. Henceforth the life of Marie-Louise was to be a series of travels necessitated by new foundations and by visits to all her communities; in 1750 there were already thirty. She died on 27 April, 1759. Under her successor, Sister Anastasie (1759-68), lay sisters were admitted into the congregation. They wear a black habit, a brown kerchief on weekdays, and a white one on Sundays. When in the chapel or out of the convent they wear a black cape. The lay sisters are over 700. Art. 26 of the first part of the constitution provides that both lay and choir sisters, at the end of five years probation, be sent to the mother-house (at Saint-Laurent-sur-Sèvre, La Vendée, France), where they remain about two months preparing themselves for their perpetual vows.

On 31 Jan., 1794, twenty-six sisters, who had remained in the convent at Saint-Laurent-sur-Sevre, were fastened two and two like criminals. One was hacked to pieces; another slain in her sick-bed, and her corpse dragged through the village. The others were thrown into a squalid prison at Nantes, where eight of them died of starvation. One sister was put to death at Coron; another was wounded by a sabre-cut, and left for dead; two were massacred at Longeron, and two more on the road to Le Mans. Of those imprisoned there, four died of exhaustion. At Poitiers three sisters were exhibited in a public square and the inscription "Harbourers of fanatic priests" placed above their heads. They spent eight months in prison at Le Brouage; they were forced, in the cold winter months, to uproot with their hands the grass that grew between the paving-stones of the streets. At Nantes two sisters were guillotined. At Rennes the heads of Sister Véronique and Jouin fell under the guillotine. Three others, meanwhile exhibited with an iron collar (carcan) around their necks, when apprised of the execution of their companions, and threatened with a similar fate, simply replied: "God's holy Will be done". At La Cuille Sister St. Emily was subjected to revolting maltreatment. Sister St. Eugenie's fortitude astonished the Revolutionary Committee of La Rochelle. "Enough, gentlemen, my last word is this: the guillotine seems set up for good. Take me there. An oath against my conscience you will never get from me." On being promised personal safety, she besought her judges not to be separated from her companions. She was imprisoned at Bruges. At Rochefort-en-Terre Sister Mechtilde died of fright at seeing the revolutionaries. Her three companions, imprisoned at Vannes, were refused even a little straw to lie on. From the prison the superioress addressed a pathetic appeal to the municipality. Relief came too late, at least for her. She died after a year's imprisonment. Her two companions were set free. Still when nurses were needed to take care of the wounded and sick soldiers in the hospital at Brest, the imprisoned sisters, 70 in number, were sent there. They were the first to resume the religious habit in 1800.

Under Napoleon the Daughters of Wisdom recovered most of their former houses, were granted 30,000 francs for building purposes, and an annuity of 12,000 francs. This was faithfully paid until 1848. It was in 1810, when Napoleon was temporarily the master of Europe, that, at his call, the Sisters of Wisdom left French soil for the first time to nurse the wounded soldiers at Antwerp. Numerous medals were bestowed on the congregation by Napoleon, and by every French Government since; Spain, Prussia, and Belgium have honoured them for nursing the wounded or plague-stricken soldiers of those countries; as a congregation they have been acknowledged in the Apostolic Brief of Leo XII in 1825; they were canonically approved, together with the Fathers of the Company of Mary, in 1853; they were placed under Cardinal Vincenze Vanntuelli as protector, and favoured by two important decrees in 1893 and 1898 securing the integrity of Montfort's institution; and they received the definitive approbation of the constitutions of Montfort's double foundation in 1904.

In 1800 the membership of the community was 260; in 1810, 509; in 1830, 710; in 1840, 1400. To-day there are 5400, distributed among 430 houses. Their principal novitiate is the mother-house. The present French Government has replaced them by lay nurses in the important naval and military hospitals of Toulon, Brest, Cherbourg, Boulogne, and others, in the state prisons, in the Maisons Centrales (prisons for women) of Cadillac and Clermont. Not less than 250 of their educational establishments have been closed. They are in charge of hospitals, insane asylums, orthopaedic institutes, orphan homes, training schools, apprentice shops, protectories, poor-houses, magdalen institutions, kindergartens, day nurseries, boarding-schools, day-schools, and parochial schools. The Asile des Vieillards, founded at Clamart (Paris) by Duchess Galiera, deserves a special mention for the uniqueness of its purpose. It is a home for aged and indigent artists, literary and scientific men, or noblemen.

In 1812 the Daughters of Wisdom took charge of the institution for deaf-mutes at La Chartreuse d'Auray. Trained by Miss Duler and by the Abbé; Sicard, the sisters made rapid progress in this new field of usefulness. They improved the methods of their masters, and, in turn, became the teachers of several other religious communities. Today the Daughters of Wisdom direct the institutes of the blind and deaf-mutes in seven departments; at La Chartreuse, Larnay, Orléans, Lille, Laon, Besançon, and Toulouse. Larnay gained world-wide renown after the publication of Louis Arnould's "Une ame en prison", in which he graphically describes the method pursued by Sister Marguerite for the education of Marie Heurtin, deaf-mute and blind from her birth. Before Sister Marguerite, Sister St. Médulle had worked on similar lines, in instructing Germaine Cambon and Marthe Obrecht. What the famous Abbé; de l'Epée considered almost impossible has been successfully accomplished by Sisters St. Medulle and Marguerite, and is zealously continued by the Daughters of Wisdom. Marie Herutin herself has been very serviceable in teaching her similarly afflicted companions. The deaf-mutes of Larnay manufacture, under the direction of their teachers, church vestments which experts have declared to rival the products of the ateliers of Paris and Toulouse. A unique religious congregation, "the Little Religious of Our Lady of the Seven Dolours", sprang from the Larnay Institute. It was founded in 1849 for the deaf-mutes of Larnay by Canon de Larnay, and approved by Cardinal Pie. Since 1898 it has been affiliated to the Daughters of Wisdom. Their rule has been approved by Pius X.

Belgium

In 1846 the Daughters of Wisdom crossed the French frontier and settled at Tournai. Of the establishments of the congregation on Belgian soil, the principal ones are located at Tournai, Antwerp, Brussels, and Malines. Holland.-In 1880 the Daughters of Wisdom made their first foundation at Schimmert, Limburg, in the Netherlands, where they have since opened a boarding-school, a novitiate for the Dutch Province, and a kindergarten. Among their other establishments in Holland are schools at Rotterdam (in 1905) and an institute for defective children at Druten.

Italy

The Hospital Sant'Andrea, Genoa, with its branches San Filippo and Coronata; houses in Rome, Turin, Gorno, Nettuno, and San Remo. The novitiate of the Italian Province at San Giorgio (Monferrato).

Switzerland

Establishments at Sonnenwyl and Bonnefontaine.

Denmark

Establishment at Roskilde, Hayti.-1871, the number of establishments today is 45, with 250 teachers and nurses.

Colombia

Houses at Villavicencio (1905), Medina (1906), and Gachala (1911).

Central Africa

In the Vicariate Apostolic of Shire, houses at Nugludi and Utale.

England

(1) Abbey House, Romsey, Hampshire (1891), 17 sisters, 80 orphan boys. (2) La Sagesse Convent, Golder's Green, London, N.W., boarding-school and day-school. (3) La Sagesse Convent, Grassendale, Liverpool, a juniorate destined to recruit English-speaking members for the congregation. The Sisters also visit the poor and take care of them in their homes. Evening school for girls; 15 sisters. (4) Our Lady of the Sacred Heart, Moorfield Convent, Preston (1905), an orphan home for girls, who are taught domestic science; also a home of retreat for ladies (21 sisters). (5) Our Lady's Convent, Gateshead-on-Tyne (1906), boarding-school and day-school, 14 sisters, 80 pupils. (6) Romsey, near de Montfort College, of the Company of Mary, one house; the sisters have charge of the kitchen, laundry, linen-room, and infirmary of the college.

Canada

(1) In Ontario: Cumming's Bridge, near Ottawa, the provincial house of the Canadian province, and a novitiate for English and French-speaking young ladies. Also, a boarding-school and the parochial schools. Other houses: Sturgeon Falls, Blind River, Cyrville, Alfred and St. Thomas Lefaivre. (2) In Quebec: Montfort (1884), Huberdeau, St. Jovite, St. Agathe des Monts, Papineauville (2 houses), Cheneville, Grenville, and two hospitals in Montreal; St. Justine, for children; St. Hélène. Also domiciliary visiting of the poor. (3) New Brunswick: Edmundston, a boarding-school and a day-school. (4) Alberta: Red Deer, Castor, and Calgary.

United States

Maine: St. Agatha, a high school, a boarding-school and day-school, and a hospital at Grand Isle; parochial schools. New York: Ozone Park, Long Island, Our Lady of Wisdom Academy, boarding-school, day school, and parochial school; 27 sisters, 80 boarders. There they admit little boys up to the age of ten. Port Jefferson, St. Charles' Home for blind, crippled, and defective children; 30 sisters, 250 inmates.

Bibliography

Blessed Louis-Marie Grignion de Montfort (London, 1892), 11, passim; Life and Select Writings of the Venerable servant of God, Louis-Marie Grignion de Montfort (London, 1870), 322-30; TEXIER, Marie-Louise de Jesus, premiere superieure de la Congregation de la Sagesse (Paris and Poitiers, 1901), 310-21; fontENEAU, Histoire de la Congregation de la Sagesse (Paris and Poitiers, 1878); ARNOULD, Une Ame en Prison (Paris, 1904); Constitution des Filles de la Sagesse (Rome, 1905); additional information from Le Bulletin Trimestriel and Lettres Circulaires of the Superior General of the Company of Mary and of the Daughters of Wisdom.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. XV, New York, 1912 (http://www.newadvent.org/cathen/15668a.htm)

Holuxar
28-04-17, 21:01
28 aprile 2017: San Paolo della Croce, confessore, San Vitale martire e San Luigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote e fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo…



Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#SANTI)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#SANTI
“San Paolo della Croce, confessore, 28 aprile.”
“San Vitale, martire, lo stesso giorno.”
“S. Luigi M. Grignion de Montfort, confes., lo stesso giorno.”




San Paolo della Croce - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-paolo-della-croce/)
http://www.sodalitium.biz/san-paolo-della-croce/
“28 aprile, San Paolo della Croce, Confessore (Ovada, 3 gennaio 1694 – Roma, 18 ottobre 1775), Fu il fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (i Passionisti), venne canonizzato da Pio IX nel 1877.
O glorioso san Paolo della Croce che, meditando la Passione di Gesù Cristo, sei salito a sì alto grado di santità in terra e di felicità in cielo, e predicandola hai offerto al mondo il rimedio più efficace per tutti i suoi mali, ottienici la grazia di tenerla sempre scolpita nel nostro cuore, perché possiamo raccogliere i medesimi frutti nel tempo e nell’eternità. Così sia.”



www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
"Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Vitale Martire, marito di santa Valéria e padre dei santi Gervàsio e Protàsio, il quale, avendo seppellito con il dovuto onore il corpo del beato Ursidno, che aveva portato via, fu preso dal Consolare Paolino, e, dopo i tormenti dell’eculeo, fu fatto gettare in una profonda fossa, e sotterrare con terra e sassi; con questo martirio passò a Cristo. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Vitale e santa Valeria sua sposa possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
#sdgcdpr”



https://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
"Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]."
"28 Avril : Saint Paul de la Croix, fondateur des Passionnistes (1694-1775)."




Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
http://www.radiospada.org
Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“28 aprile 2017: un omaggio di Radio Spada. San Luigi Maria Grignion de Montfort, confessore.”

“28 aprile 2017: San Vitale Martire.
Martirologio Romano: A Ravenna, commemorazione di san Vitale: in questo giorno, come si tramanda, sotto il suo nome fu dedicata a Dio la celebre basilica in quella città. Egli insieme ai santi martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino è da tempo immemorabile venerato per l’impavida fede tenacemente difesa.”

“28 aprile 2017: San Paolo della Croce, confessore.
San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione detta dei Chierici Scalzi della SS.ma Croce e Passione di N.S.G.C. (Passionisti). Nato ad Ovada (AL) il 3 gennaio 1694 e morto a Roma il 18 ottobre del 1775 fu iscritto nell’albo dei santi il 29 giugno del 1867. Il corpo, già sepolto nella prima cappella a sinistra della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio, fu esposto alla venerazione dei fedeli sotto l’altare del Santissimo. Dal 25 aprile del 1880 è nell’attuale urna. Questo santo accettò nel suo ordine S. Vincenzo Maria Strambi, che fu sepolto in questa chiesa, dall’otto gennaio 1824 al 12 novembre 1957, cioè fino alla sua traslazione nella chiesa di S. Filippo a Macerata.
M.R.: 28 aprile - San Paolo della Croce, Prete e Confessore, che fu Fondatore della Congregazione detta della Croce e della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, e si riposò nel Signore il 18 ottobre. Illustre per mirabile innocenza e penitenza e acceso di singolare amore verso Cristo crocifisso, dal Papa Pio nono fu ascritto nel catalogo dei Santi, e la celebrazione della sua festa venne fissata al 28 aprile.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”



Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



Luca, Sursum Corda!

Holuxar
28-04-18, 21:47
28 aprile 2018: San Paolo della Croce, confessore (Ovada, 3 gennaio 1694 – Roma, 18 ottobre 1775), San Vitale, martire a Ravenna (III o IV secolo, festeggiato assieme a santa Valeria) e San Luigi M. Grignion de Montfort, (Montfort-la-Cane, 31 gennaio 1673 – Saint-Laurent-sur-Sèvre, 28 aprile 1716), Sacerdote fondatore della Compagnia di Maria e delle Figlie della Sapienza proclamato Santo da Papa Pio XII nel 1947…



Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#SANTI)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm#SANTI
“San Paolo della Croce, confessore, 28 aprile.”
“San Vitale, martire, lo stesso giorno.”
“S. Luigi M. Grignion de Montfort, confes., lo stesso giorno.”



San Paolo della Croce - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-paolo-della-croce/)
http://www.sodalitium.biz/san-paolo-della-croce/
«28 aprile, San Paolo della Croce, Confessore (Ovada, 3 gennaio 1694 – Roma, 18 ottobre 1775), Fu il fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (i Passionisti), venne canonizzato da Pio IX nel 1877.
“San Pàolo della Croce, Prete e Confessore, che fu Fondatore della Congregazione detta della Croce e della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, e si riposò nel Signore il diciotto Ottobre”.
O glorioso san Paolo della Croce che, meditando la Passione di Gesù Cristo, sei salito a sì alto grado di santità in terra e di felicità in cielo, e predicandola hai offerto al mondo il rimedio più efficace per tutti i suoi mali, ottienici la grazia di tenerla sempre scolpita nel nostro cuore, perché possiamo raccogliere i medesimi frutti nel tempo e nell’eternità. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/paolo-della-croce-223x300.jpg


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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Vitale Martire, marito di santa Valéria e padre dei santi Gervàsio e Protàsio, il quale, avendo seppellito con il dovuto onore il corpo del beato Ursidno, che aveva portato via, fu preso dal Consolare Paolino, e, dopo i tormenti dell’eculeo, fu fatto gettare in una profonda fossa, e sotterrare con terra e sassi; con questo martirio passò a Cristo. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Vitale e santa Valeria sua sposa possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

"O Dio, che condannandoci alla morte ce ne avete occultato il momento e l’ora, fate che io, passando nella giustizia e nella santità tutti i giorni della mia vita, possa meritare di uscire da questo mondo nel Vostro Santo amore, pei meriti del nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna con Voi nell’unità dello Spirito Santo. Così sia."


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Addio al piccolo Alfie...
È in Paradiso in quanto battezzato cattolico e morto innocente, piuttosto bisogna pregare Dio ed anche lui per primo lo farà da lassù per la conversione dei suoi carnefici che hanno commesso un crimine gravissimo che grida vendetta al Cielo, beato Alfie…



"Carlo Di Pietro - Sursum Corda
#AlfieEvans #Alfie. Tra i peccati mortali sono più gravi e funesti i peccati contro lo Spirito Santo e quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio. L'omicidio volontario è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Particolarmente esecrabile è l'infanticidio. Mentre i peccati contro lo Spirito Santo sono più direttamente opposti al comandamento dell'amore di Dio; quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio sono più diretti contro il comandamento dell'amore del prossimo, che danneggiano: - o togliendogli il bene supremo (la vita, con l'omicidio volontario); - o impedendo a questo bene di propagarsi (peccato impuro contro natura); - o rendendo difficile e insopportabile la vita (oppressione dei poveri e defraudare la giusta mercede a chi lavora). Questi peccati sono odiosissimi e provocano più degli altri i castighi di Dio, che prende le difese degli innocenti, dei deboli, degli oppressi e dei perseguitati. (cfr. P. Dragone, Catechismo di San Pio X). Si dice che questi peccati "gridano vendetta al cospetto di Dio" poiché le anime dei giusti chiedono vendetta direttamente presso il Trono del Padre della giustizia. Nelle società particolarmente ostili al messaggio cristiano, come in tutti quei luoghi dove la politica e le "chiese" rigettano la Regalità Sociale di Cristo, abitualmente i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio vengono incentivati, se non addirittura imposti, dagli stessi governi: i cui rappresentanti impenitenti subiscono i castighi di Dio in questa vita, per la loro stessa superba e meschina esistenza, e dopo la vita, ricevendo l'eterna condanna alla Geenna. La vita è il maggior dono naturale che Dio ha dato all'uomo. Senza di essa non è possibile né ricevere né godere alcun altro dono. Privare il prossimo della vita con l’omicidio volontario, significa privarlo del massimo bene e fargli il massimo danno. Dio, che è l’unico padrone della vita e della morte, prende le difese delle vittime (ossia innocenti) e ne compie la vendetta. La Sacra Scrittura attesta che il sangue dell’innocente Abele ucciso da Caino invocava vendetta davanti a Dio contro l’omicida (Gn. IV, 10; Ibid.). La bestemmia, l'omicidio ed il suicidio sono atti che includono in sé tale malizia e tale ripugnanza alla legge di Dio e sono materia gravissima. Tuttavia la grazia perduta anche con l'omicidio si può riacquistare con una buona e vera confessione sacramentale. Il re Davide si rese colpevole di omicidio e di adulterio, ma quando ebbe confessato il suo peccato, pianto e fatto penitenza, ottenne il perdono da Dio (v. II Re XII, 1-13).
Alfie Evans, che adesso siete in Paradiso perché avete ricevuto il Battesimo della Chiesa Cattolica, pregate per noi e per i vostri assassini."


Il piccolo Alfie è morto: l?ospedale ha staccato il nutrimento fino al decesso « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/2018/04/il-piccolo-alfie-e-morto-lospedale-ha-staccato-il-nutrimento-fino-al-decesso/)
http://www.agerecontra.it/2018/04/il-piccolo-alfie-e-morto-lospedale-ha-staccato-il-nutrimento-fino-al-decesso/
“di Matteo Castagna
Ora qualcuno dovrà rispondere anche davanti alla giustizia terrena di questo orrore. Alfie era battezzato, che ha lottato per vivere fino alla fine. Sappiamo di avere un angelo in Cielo, che prega per questa umanità decadente e decaduta nella peggiore barbarie, tanto da far morire un bimbo di fame e di sete. Nel Vangelo di San Marco (9,42) Gesù dice: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare». In questo caso si è superato di gran lunga lo scandalo e non oso pensare alle conseguenze ed ai castighi, che ne potrebbero derivare. C’è chi gode dell’eutanasia?
Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani!
Riposa in pace, piccolo Alfie. Signore, pietà!”
https://www.newnotizie.it/wp-content/uploads/2018/04/Schermata-2018-04-24-alle-08.32.52.png




28 aprile 2018: Don Floriano Abrahamowicz oggi è stato a Cremona a benedire le tombe e pregare il rosario per le anime dei caduti e dei vinti della R.S.I. dei quali pochissimi si ricordano (v. sotto per gli articoli, le foto, il video con tutte le fonti citate e quanto ho scritto io medesimo per dettagli ulteriori); onore a lui e - piuttosto che sprecare energie col vittimismo frignone da sconfitti, con beceri propositi di vendetta fuori tempo massimo, con inutili rancori a scoppio ritardato, sfilate folcloristiche, proclami ideologici e così via - preghiamo anche noi per loro e ricordiamoli ovviamente non per fare una anacronistica apologia del fascismo, ma come opera essenziale di misericordia spirituale…

Requiem aeternam
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace.
Amen.


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https://www.cremonaoggi.it/2018/04/28/cerimonia-mussolini-saluti-romani-inni-don-ai-cattolici-non-si-nega-messa/
«(…)“Perché vietare di pregare per un defunto? Ci sono dittatori che hanno fatto meglio della democrazia. Una volta si negava la messa alle manifestazioni comuniste, oggi le si nega alle manifestazioni cattoliche. Davanti ai morti ci si inchina”. (…)
“Mi complimento”, ha poi detto don Floriano rivolgendosi ai presenti, “per questa iniziativa e per la fedeltà con la quale voi ottemperate al quarto comandamento, che fa parte di quei dieci comandamenti tanto odiati e calpestati da qualsiasi forma di Stato che si copre della parola laico. Lo Stato laico, infatti, è nemico di Gesù Cristo”. “Io”, ha proseguito don Abrahamowicz, “devo seguire le regole della Chiesa da cui è escluso chi non è battezzato, chi ha rinunciato pubblicamente alla propria fede o chi appartiene a sette. I caduti della Rsi non appartengono a nessuna di queste categorie. A me pare che sia uno Stato cattolico riconosciuto come tale”. (…)»
https://www.cremonaoggi.it/wp-content/uploads/2018/04/messa-mussolini-2018-evid-770x370.jpg
https://www.cremonaoggi.it/wp-content/uploads/2018/04/messa-mussolini-5.jpg
https://www.cremonaoggi.it/wp-content/uploads/2018/04/messua-mussolini4.jpg

"VIDEO La messa per il duce"
VIDEO La messa per il duce - La Provincia (http://www.laprovinciacr.it/video/cremona-e-il-cremonese/195023/video-la-messa-per-il-duce.html)
Messa per il duce: saluti romani, canti e inni - La Provincia (http://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/195010/messa-per-il-duce-saluti-romani-canti-e-inni.html)

https://www.doveventi.it/cremona/commemorazione-di-benito-mussolini-e-di-tutti-i-martiri-fascisti/
“Don Floriano Abrahamowicz seguace di Monsignor Lefebvre, molto probabilmente, sarà presente aCremona sabato 28 Aprile 2018, in occasione della Giornata della Nostra memoria, per benedire la tomba di Roberto Farinacci e quella dei nostri Camerati assassinati dai partigiani...”
Lettere al Direttore del 15 Aprile - La Provincia (http://www.laprovinciacr.it/lettere/il-direttore-risponde/194077/lettere-al-direttore-del-15-aprile.html)
“(…) Don Floriano Abrahamowicz, prete della tradizione, ha raccolto il nostro appello e benedirà e pregherà insieme a noi sulle tombe di Farinacci e su quella dei caduti fascisti. Gian Alberto D'Angelo (Cremona)”

https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-milano/20180417/281509341776183
“Don Floriano ha accolto volentieri l'invito di D'Angelo. «Il 28 aprile sarò a Cremona per officiare una funzione religiosa per Mussolini, Farinacci e i caduti della Rsi. Non perché sia un ammiratore del fascismo ma semplicemente perché mi sembra un atto doveroso. Un dovere che scaturisce dal quarto comandamento: onora il padre e la madre. Se mi chiamassero i comunisti per benedire il luogo dove giace Stalin, farei lo stesso. I morti sono morti».”


Don Floriano insomma ha fatto il suo dovere di sacerdote e basta, come quando ha celebrato una Santa Messa di requiem in suffragio dell’anima di Erich Priebke, il quale si era convertito al Cattolicesimo ed è morto da cattolico.
Padre Florian Abrahamowicz infatti ha ribadito anche in questa sua recente intervista a “Il Giornale” la sua posizione solo ed integralmente cattolica, anche dal punto di vista della politica:


Padre Florian, il prete oscuro che dice messa per i "cattivi" (http://www.ilgiornale.it/news/politica/padre-florian-prete-oscuro-che-dice-messa-i-cattivi-1517833.html)
«Il problema non è il Duce o il ras di Cremona, il punto è la salvezza. (...) Sappiamo dalla beata Anna Maria Taigi che Napoleone non è andato all'inferno, ma rimarrà in purgatorio fino alla fine dei tempi. Una pena pesantissima, ma non la dannazione eterna. E suor Elena Aiello, che stimo moltissimo, ci informa che pure Mussolini rimarrà in purgatorio fino alla fine del mondo. Come vede, non è solo Farinacci ad avere bisogno delle nostre preghiere. (...)
Io non ho simpatie per il fascismo, io rimpiango lo Stato Pontificio, il potere temporale della Chiesa, l'epoca di Pio IX».


Gian Alberto D’Angelo, portavoce del “Comitato onoranze caduti della Rsi”, è un signore simpatico ma purtroppo secondo me accecato dall'ideologia e dal temperamento focoso, ha esagerato coi proclami propagandisti e fatto un po’ il gioco dei nemici, definendo “banditi criminali” tutti i “partigiani” più o meno indistintamente; non è questione di “fantomatica ed unilaterale pacificazione”, ma di rendersi conto che ormai sono passati decenni e non è più tempo di rancore e vendetta (NSGC in croce perdonò e pregava per i suoi crocifissori!) né di nostalgismi folcloristici fuori luogo, soprattutto in un cimitero dove si andava ad omaggiare dei defunti…
I morti NON sono "tutti uguali" - in primis da un punto di vista cattolico - ma anche se sono nemici personali bisogna pregare per l'anima loro...
Benito Mussolini stesso perdonò i suoi nemici personali e politici a quanto pare, e cosa essenziale si è salvato l'anima...
Gian Alberto D’Angelo l’ho conosciuto di persona perché insieme ad un suo ‘camerata’ qualche domenica fa è venuto a Paese (Treviso) da don Floriano Abrahamowicz per chiedergli di andare a Cremona il 28 aprile 2018 a benedire le tombe e pregare per i caduti della R.S.I. e lui ha accettato dato che altri si sono tirati indietro per vari motivi; c’ero anche io e posso garantire che Don Floriano ha precisato molto chiaramente anche a loro di non essere fascista dato che il fascismo per certi versi era ideologicamente in contrasto col Cattolicesimo (ad es. la “statolatria pagana”, influssi più o meno massonici, ecc.), nonché troppo socialisteggiante e “di sinistra”, mentre lui è più che altro un legittimista contro-rivoluzionario “di destra” (in senso non partitico, ma meta-politico e cattolico...«alla destra del Padre»!) e si rifà esclusivamente al Magistero della Chiesa Cattolica…




https://www.SaintAmedee.ch
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https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
https://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/28-avril-saint-paul-de-la-croix
"28 Avril : Saint Paul de la Croix, fondateur des Passionnistes (1694-1775)."
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3215/2425/5866/04_28_saint_paul_de_la_croix.jpg


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San Paolo della Croce (http://www.santiebeati.it/dettaglio/29750)
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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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“28 aprile 2018: San Paolo della Croce, confessore.
San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione detta dei Chierici Scalzi della SS.ma Croce e Passione di N.S.G.C. (Passionisti). Nato ad Ovada (AL) il 3 gennaio 1694 e morto a Roma il 18 ottobre del 1775 fu iscritto nell’albo dei santi il 29 giugno del 1867. Il corpo, già sepolto nella prima cappella a sinistra della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio, fu esposto alla venerazione dei fedeli sotto l’altare del Santissimo. Dal 25 aprile del 1880 è nell’attuale urna. Questo santo accettò nel suo ordine S. Vincenzo Maria Strambi, che fu sepolto in questa chiesa, dall’otto gennaio 1824 al 12 novembre 1957, cioè fino alla sua traslazione nella chiesa di S. Filippo a Macerata.
M.R.: 28 aprile - San Paolo della Croce, Prete e Confessore, che fu Fondatore della Congregazione detta della Croce e della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, e si riposò nel Signore il 18 ottobre. Illustre per mirabile innocenza e penitenza e acceso di singolare amore verso Cristo crocifisso, dal Papa Pio nono fu ascritto nel catalogo dei Santi, e la celebrazione della sua festa venne fissata al 28 aprile.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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“[VITA EST MILITIA] Carlo Martello, Maggiordomo di palazzo
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-carlo-martello-maggiordomo-di-palazzo/
https://www.radiospada.org/2018/04/vita-est-militia-carlo-martello-maggiordomo-di-palazzo/
Nota di Radio Spada; continua oggi, festa di san Paolo della Croce, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici.”
https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/04/carlo-martello.jpg?w=959&ssl=1


https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/04/carlo-martello.jpg?w=959&ssl=1


“28 aprile 2018: San Vitale Martire.
Martirologio Romano: A Ravenna, commemorazione di san Vitale: in questo giorno, come si tramanda, sotto il suo nome fu dedicata a Dio la celebre basilica in quella città. Egli insieme ai santi martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino è da tempo immemorabile venerato per l’impavida fede tenacemente difesa.”
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“28 aprile 2018: un omaggio di Radio Spada. San Luigi Maria Grignion de Montfort, confessore.”




«Totus tuus ego sum et omnia mea Tua sunt.[...] Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor Tuum, Maria.»
«Io sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. [...] Ti accolgo come ogni mio bene. Offrimi il tuo cuore, o Maria.»
(San Luigi Maria Grignion da Montfort, Dal Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, 266).
«Ai lettori del Trattato di gran cuore impartiamo l’Apostolica Benedizione» (S. Pio X).
http://www.salpan.org/Immagini/Tvd_gr.jpg


http://www.salpan.org/Immagini/Tvd_gr.jpg





Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm



Luca, Sursum Corda!

Holuxar
28-04-19, 23:59
28 APRILE 2019: DOMENICA IN ALBIS, "QUASIMODO" OD OTTAVA DI PASQUA…



«DOMENICA "QUASIMODO" O OTTAVA DI PASQUA»
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica "Quasimodo" o Ottava di Pasqua (http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-ottava.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-ottava.htm


«San Paolo della Croce, confessore, 28 aprile»
«San Vitale, martire, lo stesso giorno»
«S. Luigi M. Grignion de Montfort, confessore, lo stesso giorno»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico (http://unavoce-ve.it/gueranger.htm)
http://unavoce-ve.it/gueranger.htm




SANTA MESSA DOMENICALE celebrata da Don Floriano Abrahamovicz alla "Domus Marcel Lefebvre" di Paese (TV) alle ore 10.30 stamattina 28 APRILE 2019: DOMENICA IN ALBIS, "QUASIMODO" OD OTTAVA DI PASQUA…


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/)
Domenica in Albis (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Domenica in Albis (Omelia)
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz »




"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/


http://www.sodalitium.biz/s-messa-ponte-buggianese/
«S. Messa a Ponte Buggianese (PT).
Lieti di essere vicini al famoso Santuario di Ponte Buggianese dedicato alla Madonna del Buon Consiglio, Patrona del nostro Istituto.
Mercoledì 1 maggio alle ore 18. Per info: 0161 839335.»

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2019/04/28/omelia-della-domenica-in-albis/
"Omelia della domenica In Albis
28 Aprile 2019
L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 28 aprile 2019 – In albis – è disponibile per l’ascolto ->"



http://www.sodalitium.biz/domenica-in-albis/
«28 aprile 2019, Domenica in Albis.
Abbiamo visto, ieri, i neofiti chiudere la loro Ottava della Risurrezione. Erano stati immessi prima di noi alla partecipazione del mirabile mistero di Dio Risorto e, prima di noi, dovevano giungere al termine delle loro solennità. Questo giorno è dunque l’ottavo per noi che abbiamo celebrato di Domenica la Pasqua, senza anticiparla al Sabato sera. Ci si ricorda la gioia e la grandiosità dell’unica e solenne Domenica che ha associato tutto il mondo cristiano in un medesimo sentimento di trionfo. È il giorno della nuova luce che cancella l’antico Sabato: d’ora in avanti, sarà sacro il primo dì della settimana. È sufficiente che per ben due volte il Figlio di Dio l’abbia marcato col suggello della sua potenza. La Pasqua è, dunque, per sempre fissata di Domenica; e, come è stato già spiegato più sopra, nella “mistica del Tempo Pasquale”, ogni Domenica è, d’ora in poi, una Pasqua.»
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Catechismo di San Pio X - Della Pasqua di Risurrezione - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/della-pasqua-risurrezione/)
http://www.sodalitium.biz/della-pasqua-risurrezione/


San Paolo della Croce - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-paolo-della-croce/)
http://www.sodalitium.biz/san-paolo-della-croce/
«28 aprile, San Paolo della Croce, Confessore (Ovada, 3 gennaio 1694 – Roma, 18 ottobre 1775), Fu il fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (i Passionisti), venne canonizzato da Pio IX nel 1867.
“San Pàolo della Croce, Prete e Confessore, che fu Fondatore della Congregazione detta della Croce e della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, e si riposò nel Signore il diciotto Ottobre”.
O glorioso san Paolo della Croce che, meditando la Passione di Gesù Cristo, sei salito a sì alto grado di santità in terra e di felicità in cielo, e predicandola hai offerto al mondo il rimedio più efficace per tutti i suoi mali, ottienici la grazia di tenerla sempre scolpita nel nostro cuore, perché possiamo raccogliere i medesimi frutti nel tempo e nell’eternità. Così sia.»
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http://www.agerecontra.it/
«IL CIRCOLO “CHRISTUS REX - TRADITIO” AUGURA A TUTTI I LETTORI UNA SANTA PASQUA DI RESURREZIONE.
Come noto, il Circolo Christus Rex assiste solo alle S. Messe tradizionali in cui il sacerdote, validamente ordinato prima delle riforme conciliari o da veri vescovi cattolici, offra il Santo Sacrificio dell’altare non in comunione (non una cum) con gli eresiarchi conciliari.
In Italia, il gruppo stabile e dichiarato di sacerdoti che celebra “non una cum” è l’Istituto Mater Boni Consilii. Per le funzioni della Settimana Santa si rimanda al loro sito www.sodalitium.biz »
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http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2019/04/La-Resurrezione-di-Piero-Della-Francesca.jpg



https://www.agerecontra.it/2019/04/disponibile-il-numero-158-di-sursum-corda-5x1000/
https://www.sursumcorda.cloud/images/immagini5/158grandesursumcorda.jpg


https://www.sursumcorda.cloud/images/immagini5/158grandesursumcorda.jpg


https://www.agerecontra.it/2019/04/spiegare-la-misericordia-di-dio/
https://www.agerecontra.it/tag/sursum-corda/





https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-158.html
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Disponibile il numero 158 di Sursum Corda
Dal numero 158 di SVRSVM CORDA® del 28 aprile 2019. Indice dei contenuti:
- Comunicato numero 158. La donna rattrappita e l’uomo idropico;
- Alcune questioni conviviali;
- Preghiera a San Giorgio per vincere la battaglia (23.4);
- Papa San Pio X sulle Processioni e sulle Rogazioni;
- Preghiera a San Fedele da Sigmaringa (24.4);
- Estratto dall’Enciclopedia Cattolica sulle Rogazioni;
- Che cosa significa santificare la festa. Cosa deve fare il fedele?
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-158.html
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«Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Vitale Martire, marito di santa Valéria e padre dei santi Gervàsio e Protàsio, il quale, avendo seppellito con il dovuto onore il corpo del beato Ursidno, che aveva portato via, fu preso dal Consolare Paolino, e, dopo i tormenti dell’eculeo, fu fatto gettare in una profonda fossa, e sotterrare con terra e sassi; con questo martirio passò a Cristo. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Vitale e santa Valeria sua sposa possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»
https://www.sursumcorda.cloud/

https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/150-preghiera-di-san-pietro-canisio-per-conservare-la-vera-fede.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html
“Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/laicita-e-separazione-chiesa-stato.html
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html

https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/150-preghiera-di-san-pietro-canisio-per-conservare-la-vera-fede.html
«Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede (27.4 e 21.12).»
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/
«Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/1572-preghiera-di-san-pio-x-per-i-sacerdoti.html


https://www.sursumcorda.cloud/articoli/catechismo-san-pio-x-commentato/2156-il-fedele-ha-l-obbligo-di-comunicarsi-almeno-a-pasqua.html
«PRECETTO DELLA CONFESSIONE E COMUNIONE PASQUALE.
Ricordiamoci di adempiere al precetto della Confessione e Comunione Pasquale così come sancisce il concilio Lateranense IV del 1215.
Terzo precetto della Chiesa: "Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi almeno a Pasqua".
Atto di dolore - Mio Dio mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i vostri castighi, e molto più perché ho offeso voi, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il vostro santo aiuto di non offendervi mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonatemi.»


“Verrua Savoia: vestizione di una nuova Suora dell'Istituto Mater Boni Consilii. Nella predica don Ricossa ha ricordato che ogni vocazione (sacerdotale o religiosa) è un mistero e un miracolo della grazia.
Verrua Savoia: toma de hábito de una nueva religiosa del Instituto Mater Boni Consilii. En el sermón don Francesco Ricossa ha recordado que toda vocación (sacerdotal o religiosa) es un misterio y un milagro de la gracia.
Dalla bacheca di don Ugo Carandino Traduzione di Propaganda Católica”
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https://intuajustitia.blogspot.com/2019/04/condanne-della-chiesa-alleresia.html?m=1
“CONDANNE DELLA CHIESA ALL'ERESIA CHIAMATA «ECUMENISMO» - A cura di Carlo Di Pietro.”







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/58381445_1823429437758370_5087227155377553408_n.jp g?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=e1cdd732fde6bdc6d9ea458430001ae0&oe=5D38B518


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/58381445_1823429437758370_5087227155377553408_n.jp g?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=e1cdd732fde6bdc6d9ea458430001ae0&oe=5D38B518



https://www.facebook.com/tradidiquodetaccepi/
“L'ANGOLO PATRISTICO
• Omelia di san Gregorio Papa.
Omelia 26 sui Vangeli.
Questa lettura del Vangelo ci suscita nell'animo una prima questione: come dopo la risurrezione il corpo del Signore era vero corpo, se poté entrare dai discepoli a porte chiuse? Ma dobbiam riflettere, che l'opera divina se fosse compresa dalla ragione, sarebbe meno ammirabile, e che la fede non ha merito, se l'umana ragione le fornisce la prova di ciò che crede. Ma bisogna paragonare queste opere del nostro Redentore, che in se stesse sono assolutamente incomprensibili, con ciò ch'egli ha operato in altre circostanze: affinché si accresca la nostra fede in queste cose mirabili col ricordo di ancor più meravigliose. Così questo corpo del Signore, ch'entrò dai discepoli a porte chiuse, è quello stesso che, nella sua natività, venne al mondo senza aprire il seno della Vergine. Che meraviglia dunque se dopo essere risuscitato per vivere eternamente, egli entrò a porte chiuse, egli che, venendo per morire, uscì dal seno chiuso della Vergine?
Ma perché la fede di quelli che contemplavano questo corpo, reso visibile ai loro sguardi, rimaneva vacillante: egli mostrò subito loro le piaghe delle mani e del costato: diede a palpare quella carne colla quale egli era entrato a porte chiuse. In ciò egli fece vedere due cose meravigliose che, secondo l'umana ragione, parevano contrarie l'una all'altra: egli ci ha mostrato il suo corpo risuscitato, incorruttibile e insieme palpabile. Perché ciò che si palpa è soggetto a corrompersi: e ciò che non si può corrompere non si può palpare. Ma, cosa mirabile e incomprensibile, il nostro Redentore fece vedere, dopo la sua risurrezione, il suo corpo insieme incorruttibile e palpabile: mostrandolo incorruttibile, voleva incitarci al premio; e accordando di palparlo, rafforzare la nostra fede. Egli dunque si mostrò incorruttibile e palpabile, per dimostrare che, dopo la sua risurrezione, il suo corpo era della stessa natura di prima, ma ben altrimenti glorioso.
Disse loro: «Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi»: cioè, come Dio Padre ha mandato me, che sono Dio, così io, che sono uomo, mando voi uomini. Il Padre mandò il Figlio, decretando ch'egli s'incarnasse per redimere il genere umano. Volle cioè ch'egli venisse al mondo per patire: e tuttavia egli amava questo Figlio che mandava alla passione. Ora il Signore, dopo aver scelto gli Apostoli, li manda nel mondo, non per gustare le gioie del mondo, ma li manda, com'era stato mandato lui stesso, a soffrire. Il Figlio dunque è amato dal Padre, e tuttavia è mandato a patire: così anche i discepoli sono amati dal Signore, e tuttavia sono mandati nel mondo a patire. Con ragione quindi è detto: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi»: cioè l'amore ond'io vi amo quando vi mando tra le insidie dei persecutori è quell'istesso amore onde il Padre amò me, egli che ha voluto che venissi a soffrire la passione.
• Sermone di sant'Agostino Vescovo.
Sermone 1 nell'Ottava di Pasqua, il quale è il 157 del Tempo.
La solennità pasquale si chiude colla festa di quest'oggi, e perciò i Neofiti quest'oggi mutano abito, in modo però che il cuore custodisca sempre il candore dell'abito che depongono. Perché è il tempo pasquale, un tempo cioè di indulgenza e di perdono, nostro primo dovere si è in questa santa giornata, come l'è stato in tutti gli altri giorni della medesima solennità, di non permettere che il sollievo che si concede al corpo offuschi la purezza dell'anima: ma piuttosto astenendoci da ogni mollezza, intemperanza e licenza, vegliamo a ricrearci con moderazione e a conservare una santa purezza: affinché otteniamo con questa purezza d'animo ciò che non acquisteremo nel frattempo con l'astinenza corporale.
La nostra parola è rivolta, è vero, a tutti coloro che abbraccia la nostra sollecitudine: tuttavia quest'oggi, terminata la solennità dei misteri pasquali, ci rivolgiamo soprattutto a voi, germi nuovi di santità, rigenerati nell'acqua e nello Spirito Santo: germe pio, sciame nuovo, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mia gioia e mia corona, voi tutti che siete rinsaldati nel Signore. Vi rivolgerò le parole dell'Apostolo: «La notte è inoltrata, e il giorno si avvicina: gettate via le opere delle tenebre, e indossate le armi della luce. Camminiamo onestamente come in pieno giorno: non nelle crapule e nelle ubriachezze, non nelle morbidezze e disonestà, non nella discordia e invidia, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo» (Rom. 13:12).
«Noi abbiamo, dice S. Pietro, la parola più certa dei profeti: cui fate bene a prestare attenzione, come ad una lucerna che risplenda in luogo oscuro, finché spunti il giorno, e la stella del mattino nasca nei vostri cuori» (2Petri 1:19). «Siano pertanto cinti i vostri fianchi, e le lucerne accese nelle vostre mani: e voi siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando ritorni dalle nozze» (Luc. 12.35). Ecco si avvicinano i giorni nei quali il Signore dice: «Ancora un po', e non mi vedrete: e un altro poco, e mi vedrete» (Joann. 16:16). Questa è l'ora della quale disse: «Voi sarete nell'afflizione, ma il mondo godrà» (Joann. 16:20): parole che si riferiscono a questa vita piena di tentazioni, nella quale «pellegriniamo lontani da lui» (2Cor. 5:6). «Ma, soggiunge, vi vedrò di nuovo, e godrà il vostro cuore, e nessuno vi torrà la vostra gioia» (Joann. 16:22).
• Dai «Discorsi» di sant'Agostino, Vescovo.
(Disc. 8 nell'ottava di Pasqua 1, 4; PL 46, 838. 841)
Nuova creatura in Cristo.
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell'apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rom. 13:14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più Giudeo, né Greco; non c'è più schiavo, né libero; non c'è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal. 3:27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. È infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come
Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rom. 6:4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riserbato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l'ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l'ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all'immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col. 3:1-4).”
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“DOMENICA IN ALBIS NELL'OTTAVA DI PASQUA.
«Ma quella sera, in quel cauto ritiro degli Apostoli, non era presente Tommaso, l'uomo diffidente e sfiduciato. La sua assenza era forse una nuova manifestazione del suo carattere? Sdegnava egli perfino di discutere le affermazioni di Maria la Magdalena e di Pietro, e perciò aveva evitato di trovarsi insieme con gli altri Apostoli? Non sappiamo, e qualunque risposta sarebbe congetturale; certo è che, quando poco dopo si ritrovò con gli Apostoli ed essi gli assicurarono: Abbiamo visto il Signore, egli scrollò quasi scandalizzato la testa e sentenziò con la massima energia: Se io non vedo nelle mani di lui l'impronta dei chiodi e metto il mio dito nel posto dei chiodi e metto la mia mano nel costato di lui, non crederò! Bisognava pur essere ragionevoli! Come poteva risorgere un uomo crocifisso, ridotto a un ammasso di carni lacerate e stracciate, con i piedi e le mani traforate e il petto squarciato? L'aveva visto Maria di Magdala? Ma che fede meritava una isterica qualunque, una femmina da cui nientemeno erano usciti sette demonii? L'avevano visto gli altri Apostoli, che avevano puntato gli occhi sulle mani e sui piedi di lui? Sì, brava gente quegli Apostoli, ma avevano la testa un po' accesa e troppo facilmente s'immaginavano di vedere ciò che piace! Lui, Tommaso, era l'uomo calmo, ponderato, fatto apposta per certi casi: e in casi come quello non bastava affatto vedere - o piuttosto immaginarsi di vedere - bisognava toccare, palpare, infiggere il dito; solo questo patto egli avrebbe creduto. Il principe dei positivisti e degli ipercritici rimase incrollabile per otto giorni, e nessun ragionamento degli altri Apostoli riuscì a scuoterlo dalla sua opinione. Ma otto giorni dopo, nuovamente erano dentro i discepoli di lui (Gesù) e Tommaso con loro. Viene Gesù, essendo sbarrate le porte, e stette nel mezzo e disse: “Pace a voi!”. Poi dice a Tommaso: “Stendi il tuo dito qui e vedi le mie mani, e stendi la tua mano e metti(la) nel mio costato e non essere incredulo ma credente”. Rispose Tommaso e gli disse: “Signore mio e Iddio mio!”. Gli dice Gesù: “Perché mi hai veduto, hai creduto? Beati quei che non videro e credettero!”. Mantenne Tommaso il suo proposito di palpeggiare il corpo del risorto? Tutto c'induce a credere di no. Il positivismo e l'ipercritica di lui crollarono, come avviene sempre, non tanto per disquisizioni intellettuali quanto per mutate condizioni di spirito». (Abate Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, § 633)”
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“28 aprile 2019: DOMENICA "QUASIMODO" O OTTAVA DI PASQUA.”
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“28 aprile 2019: San Paolo della Croce, confessore.
San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione detta dei Chierici Scalzi della SS.ma Croce e Passione di N.S.G.C. (Passionisti). Nato ad Ovada (AL) il 3 gennaio 1694 e morto a Roma il 18 ottobre del 1775 fu iscritto nell’albo dei santi il 29 giugno del 1867. Il corpo, già sepolto nella prima cappella a sinistra della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio, fu esposto alla venerazione dei fedeli sotto l’altare del Santissimo. Dal 25 aprile del 1880 è nell’attuale urna. Questo santo accettò nel suo ordine S. Vincenzo Maria Strambi, che fu sepolto in questa chiesa, dall’otto gennaio 1824 al 12 novembre 1957, cioè fino alla sua traslazione nella chiesa di S. Filippo a Macerata.
M.R.: 28 aprile - San Paolo della Croce, Prete e Confessore, che fu Fondatore della Congregazione detta della Croce e della Passione di nostro Signore Gesù Cristo, e si riposò nel Signore il 18 ottobre. Illustre per mirabile innocenza e penitenza e acceso di singolare amore verso Cristo crocifisso, dal Papa Pio nono fu ascritto nel catalogo dei Santi, e la celebrazione della sua festa venne fissata al 28 aprile.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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“28 aprile 2019: San Vitale Martire.
Martirologio Romano: A Ravenna, commemorazione di san Vitale: in questo giorno, come si tramanda, sotto il suo nome fu dedicata a Dio la celebre basilica in quella città. Egli insieme ai santi martiri Valeria, Gervasio, Protasio e Ursicino è da tempo immemorabile venerato per l’impavida fede tenacemente difesa.”
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“Il 28 aprile 1738 Clemente XII pubblica la bolla “In eminenti apostolatus specula”: è la prima condanna della Massoneria.
«Noi pertanto, meditando sui gravissimi danni che per lo più tali Società o Conventicole recano non solo alla tranquillità della temporale Repubblica, ma anche alla salute spirituale delle anime, in quanto non si accordano in alcun modo né con le Leggi Civili né con quelle Canoniche; ammaestrati dalle Divine parole di vigilare giorno e notte, come servo fedele e prudente preposto alla famiglia del Signore, affinché questa razza di uomini non saccheggi la casa come ladri, né come le volpi rovini la Vigna; affinché, cioè, non corrompa i cuori dei semplici né ferisca occultamente gl'innocenti; allo scopo di chiudere la strada che, se aperta, potrebbe impunemente consentire dei delitti; [...] con sicura scienza, matura deliberazione e con la pienezza della Nostra Apostolica potestà, decretiamo doversi condannare e proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o “des Francs Maçons”, o con qualunque altro nome chiamate. Pertanto, severamente, ed in virtù di santa obbedienza, comandiamo a tutti ed ai singoli [...] che nessuno ardisca o presuma sotto qualunque pretesto o apparenza di istituire, propagare o favorire le predette Società dei Liberi Muratori o "Francs Maçons" o altrimenti denominate; di ospitarle o nasconderle nelle proprie case o altrove; di iscriversi ed aggregarsi ad esse; di procurare loro mezzi, facoltà o possibilità di convocarsi in qualche luogo; di somministrare loro qualche cosa od anche di prestare in qualunque modo consiglio, aiuto o favore, palesemente o in segreto, direttamente o indirettamente, in proprio o per altri, nonché di esortare, indurre, provocare o persuadere altri ad iscriversi o ad intervenire a simili Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole, sotto pena di scomunica per tutti i contravventori, come sopra, da incorrersi ipso facto, e senza alcuna dichiarazione, dalla quale nessuno possa essere assolto, se non in punto di morte, da altri all'infuori del Romano Pontefice pro tempore».”
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«[AI PIEDI DEL TRONO VUOTO] In memoriam: Padre Joseph Collins
https://www.radiospada.org/2019/04/ai-piedi-del-trono-vuoto-in-memoriam-padre-joseph-collins/
a cura di Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso.
È con grande tristezza e con cuore pesante che annunciamo la morte di padre Joseph Collins. P. Collins è morto oggi, 27 aprile, alle 11.54 a Albany, New York, dopo una battaglia contro il cancro. Per molti anni è stato pastore presso St. Michael Chapel & Shrine a Glenmont (New York).
Originariamente ordinato da Monsignor Marcel Lefebvre, p. Collins era stato tra i “Nove” sedevacantisti che furono espulsi dalla società di San Pio X nell’aprile del 1983, dopo aver inviato una lettera all’arcivescovo Lefebvre e al Consiglio generale della SSPX in merito a gravi problemi per quanto riguarda la teologia e le politiche interne della SSPX. Gli altri otto sacerdoti che firmarono la lettera furono i padri Clarence Kelly, Donald Sanborn, Daniel Dolan, Anthony Cekada, William Jenkins, Eugene Berry, Martin Skierka e Thomas Zapp. (L’intera storia dei “The Nine” è raccontata da tre dei chierici presenti in questa libera trasmissione di Radio restoration).
Ringraziamo padre Collins per i suoi molti anni di lavoro per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime, e preghiamo affinché Egli goda di una felice eternità con Dio.
Eterno riposo conceda a lui, O Signore, e che la luce perpetua splenda su di lui. Possa riposare in pace. Che la sua anima e le anime di tutti i fedeli defunti, per la misericordia di Dio, riposino in pace. così sia.
Fonte: Novus Ordo Watch»
https://novusordowatch.org/2019/04/father-joseph-collins-rip/


«Il sabato “in albis” nel commento storico-liturgico del Cardinale Schuster.»
https://www.radiospada.org/2019/04/il-sabato-in-albis-nel-commento-storico-liturgico-del-cardinale-schuster/


“28 aprile 2019: un omaggio di Radio Spada. San Luigi Maria Grignion de Montfort, confessore.”



«[DIFUNDE TU FE CATOLICA] SAN LUIS MARÍA GRIGNIÓN DE MONTFORT, EL APÓSTOL DE LA ESCLAVITUD MARIANA.»
https://www.radiospada.org/2019/04/difunde-tu-fe-catolica-san-luis-maria-grignion-de-montfort-el-apostol-de-la-esclavitud-mariana/
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«Totus tuus ego sum et omnia mea Tua sunt. [...] Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor Tuum, Maria.»
«Io sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. [...] Ti accolgo come ogni mio bene. Offrimi il tuo cuore, o Maria.»
(San Luigi Maria Grignion da Montfort, Dal Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, 266).
«Ai lettori del Trattato di gran cuore impartiamo l’Apostolica Benedizione» (S. Pio X).
http://www.salpan.org/Immagini/Tvd_gr.jpg


http://www.salpan.org/Immagini/Tvd_gr.jpg







www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio, tratta di messaggi subliminali, rock satanico, occultismo, massoneria"
http://www.centrosangiorgio.com/






https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


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“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
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"Sede Vacante -"
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"Le CatholicaPedia Blog | CatholicaPedia, une mémoire de la Tradition? en toute liberté"
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Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes

“Dimanche in Albis (ou de Quasimodo).”

“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Dimanche in Albis (ou de Quasimodo).
http://prieure2bethleem.org/predica/2015_04_12_avril.mp3”
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“Traité de la Vraie Dévotion à la Sainte Vierge, par Saint Louis-Marie Grignion de Monfort.”
telechargement_gratuit_des_livres_de_saint_grignio n_de_montfort (http://jesusmarie.free.fr/grignion_traite_vraie_devotion_a_la_sainte_vierge. html)
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“Les dons pour Notre-Dame de Paris ne finiront pas forcément pour Notre-Dame de Paris...
"Toutes religions confondues.".”
Notre-Dame : une partie des dons pour rénover des mosquées et des synagogues ? ? Contre-Info (http://www.contre-info.com/notre-dame-une-partie-des-dons-pour-renover-des-mosquees-et-des-synagogues)
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“Les apôtres de Notre-Dame de Paris décapités au chalumeau.
Etait-ce nécessaire ou pouvons-nous y voir un ultérieur signe ?
https://gloria.tv/video/LHxbotL89LWa3ZjZ7S6B9A9Tz”
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“Prise d'habit d'une nouvelle sœur de l'Institut Mater Boni Consilii. Deo gratias. Page de la congrégation :
http://www.sodalitium.eu/vie-religieuse/religieuses/”
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28 avril : Saint Louis-Marie Grignion de Montfort, Prêtre, Fondateur des Prêtres missionnaires de la Compagnie de Marie et des Filles de la Sagesse (1673-1716) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/28-avril-saint-louis-marie-grignion-de-montfort)
“28 avril : Saint Louis-Marie Grignion de Montfort, Prêtre, Fondateur des Prêtres missionnaires de la Compagnie de Marie et des Filles de la Sagesse (1673-1716).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/6715/5643/9068/04_28_saint_louis_marie_grignion.jpg


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SANTA DOMENICA IN ALBIS a tutti i fedeli cattolici!!!
Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!