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Visualizza Versione Completa : 1° gennaio - Ottava di Natale - Circoncisione del Signore



Augustinus
31-12-04, 10:16
Martirologio tradizionale (1° gennaio): Ottava della Natività di nostro Signore Gesù Cristo. Circoncisione dello stesso Signor nostro Gesù Cristo.

Augustinus
31-12-04, 10:29
Libro IV, Cap. 12, §§ 500-512

CAPITOLO 12

Quello che venne nascosto al demonio nel mistero della nascita del nostro Salvatore, e ciò che avvenne sino alla circoncisione.

500. Per tutti i mortali fu una grande fortuna e felicità la venuta nel mondo del Verbo eterno fatto uomo, mandato da Dio Padre, perché egli venne per dar vita e luce a tutti noi che vivevamo nelle tenebre e nell'ombra della morte. Se i reprobi e gli increduli inciamparono e inciampano in questa pietra angolare, cercando la loro rovina dove potevano e dovevano trovare la risurrezione alla vita eterna, ciò non fu colpa di questa pietra, ma di chi la rese pietra di scandalo inciampando in essa. Solo per l'inferno fu terribile la nascita del bambino Gesù, l'invincibile che con potenza veniva a spogliare del suo tirannico impero colui che, facendosi forte della menzogna, custodiva il suo castello con indisturbato, ma ingiusto possesso da così lungo tempo. Per detronizzare il principe del mondo e delle tenebre, fu giusto che gli venisse nascosto il mistero di questa venuta del Verbo, poiché non solo era indegno per la sua malizia di conoscere i misteri della Sapienza infinita, ma anche conveniva che la divina provvidenza facesse in modo che l'astuzia perversa di questo nemico lo accecasse e ottenebrasse, perché egli con essa aveva introdotto nel mondo l'inganno e la cecità della colpa, rovesciando tutto il genere umano di Adamo nella sua caduta.

501. Per questa disposizione divina vennero nascoste a Lucifero ed ai suoi ministri molte cose che naturalmente avrebbero potuto conoscere alla nascita di Gesù e nel corso della sua vita santissima. Infatti, se avesse conosciuto con certezza che Cristo era vero Dio, è chiaro che non gli avrebbe procurato la morte, anzi l'avrebbe impedita, come dirò a suo tempo. Del mistero della nascita, egli conobbe solo che Maria santissima, non avendo trovato alloggio da nessuna parte, aveva partorito un figlio in povertà e in una grotta abbandonata. Dopo ebbe conoscenza della circoncisione di Gesù e di altre cose, che, considerata la sua superbia, potevano più oscurargli la verità che rivelargliela. Non seppe però in che modo avvenne la nascita, né che la felice Madre restò vergine dopo il parto così come lo era prima. Ignorò gli annunci degli angeli ai giusti ed ai pastori, i loro discorsi, ed anche l'adorazione che prestarono al divino bambino. Non vide neanche la stella, né comprese la causa della venuta dei Magi e, anche se li vide mentre erano in viaggio, giudicò che ciò fosse per altri fini temporali. Nemmeno i demoni conobbero la causa del mutamento avvenuto negli elementi, negli astri e nei pianeti, anche se videro i cambiamenti che subirono. Nonostante ciò, il fine rimase loro nascosto, come anche il colloquio che i Magi ebbero con Erode, il loro ingresso nella capanna, l'adorazione che resero al bambino Gesù e i doni che offrirono. Sebbene conobbero il furore di Erode, che ancor più cercarono di aizzare, contro i bambini, non compresero allora il suo depravato intento, e perciò fomentarono la sua crudeltà. Anche se Lucifero immaginò che egli intendesse prendere di mira il Messia, ciò gli parve comunque una pazzia e si burlava di Erode, perché nel suo superbo giudizio era follia pensare che il Verbo venuto ad assoggettare il mondo, avesse fatto ciò in modo nascosto ed umile; anzi, supponeva che dovesse eseguire ciò con grandiosa potenza e maestà, dalla quale invece era lontano il divino bambino, nato da madre povera e disprezzata dagli uomini.

502. Trovandosi Lucifero in tale inganno, e avendo saputo alcune notizie riguardanti la nascita di Gesù, riunì i suoi ministri nell'inferno, e disse loro: «Non trovo ci sia da temere per ciò che abbiamo visto nel mondo, perché la donna che abbiamo tanto perseguitato ha sì partorito un figlio, ma questi è nato in condizioni di estrema povertà ed è così sconosciuto, che non hanno trovato alloggio nell'albergo. Noi ben conosciamo quanto sia distante dal potere che ha Dio e dalla sua grandezza. Se deve venire contro di noi, come ci è stato mostrato ed abbiamo compreso, non sono forze, quelle che costui ha, tali da resistere alla nostra potenza. Non vi è dunque da temere che questi sia il Messia, tanto più che vedo che lo si dovrà circoncidere come gli altri uomini, cosa che non spetta a colui che deve essere il Salvatore del mondo, mentre questi ha bisogno del rimedio per la colpa. Tutti questi segni sono contrari all'intento di una venuta di Dio nel mondo, per cui mi pare che possiamo essere sicuri che egli non è ancora venuto». I ministri del male approvarono tale giudizio del loro capo dannato, e restarono persuasi che non fosse venuto il Messia, perché tutti erano complici nella loro malizia che offuscava le loro menti. Non entrava nella vanità e superbia implacabile di Lucifero l'idea che la maestà e grandezza divina potesse umiliarsi. Dato che egli ambiva l'applauso, l'ostentazione, la venerazione e la magnificenza e che, se avesse potuto ottenere che tutte le creature lo adorassero le avrebbe obbligate a farlo, non entrava nel suo modo di ragionare il pensiero che Dio, avendo il potere di costringerle a ciò, permettesse che avvenisse l'opposto, e si assoggettasse all'umiltà che egli, satana, tanto aborriva.

503. O figli della vanità, che esempi sono questi per il nostro disinganno! Molto ci deve attirare e spronare l'umiltà di Cristo nostro bene e maestro. Se però questa non ci muove, almeno ci trattenga ed impaurisca la superbia di Lucifero. O vizio e peccato formidabile sopra ogni ponderazione umana, che accecasti in tal maniera un angelo pieno di scienza, che perfino della stessa bontà infinita di Dio non poté formarsi altro giudizio, se non quello che fece di se stesso e della sua propria malizia! Or dunque, come ragionerà l'uomo che per se stesso è ignorante, se gli si aggiungono la superbia e la colpa? O infelice e stoltissimo Lucifero! Come potesti ingannarti in una cosa tanto piena di ragione e di bellezza? Che cosa vi è di più amabile dell'umiltà e della mansuetudine unita alla maestà ed al potere? Come ignori, o vile creatura, che il non sapersi umiliare è debolezza di giudizio, e nasce da un cuore meschino? Colui che è magnanimo e veramente grande non si appaga della vanità, né sa desiderare ciò che è vile, né lo può soddisfare ciò che è apparente e fallace. È evidente che sei tenebroso e cieco di fronte alla verità e guida oscurissima dei ciechi", poiché non giungesti a conoscere che la grandezza e la bontà dell'amore divino' si manifestava ed esaltava con l'umiltà e con l'ubbidienza, sino alla morte di croce.

504. La Madre della sapienza e signora nostra osservava tutti gli abbagli e la pazzia di Lucifero nonché dei suoi ministri, e con degna ponderazione di misteri così profondi magnificava e benediceva il Signore, perché li nascondeva ai superbi e agli arroganti, e li rivelava agli umili e ai poveri, cominciando a vincere la tirannia del demonio. La pietosa Madre faceva fervorose orazioni per tutti i mortali, che per le loro colpe erano indegni di conoscere subito la luce, che era apparsa nel mondo per la loro salvezza, e presentava tutto al suo Figlio santissimo con incomparabile amore e compassione verso i peccatori. Ella trascorse in tali opere la maggior parte del tempo in cui dimorò nella grotta di Betlemme. Poiché quel luogo era scomodo e tanto esposto alle inclemenze del tempo, la grande Signora stava ancora più attenta a riparare il suo tenero e dolce bambino e, previdentissima, aveva portato con sé una mantellina, oltre alle fasce ordinarie, e con essa lo ricopriva, tenendolo continuamente sotto la sacra protezione delle sue braccia, tranne quando lo porgeva al suo sposo Giuseppe. Per renderlo più felice, volle infatti che anch'egli la aiutasse in ciò, servendo il loro Dio fatto uomo nel ruolo di padre.

505. La prima volta che il santo sposo ricevette il bambino divino nelle braccia, Maria santissima gli disse: «Sposo e rifugio mio, ricevete nelle vostre braccia il Creatore del cielo e della terra, e godete della sua amabile compagnia e dolcezza, affinché il mio Signore e Dio trovi nella vostra deferenza le sue compiacenze e delizie. Prendete il tesoro dell'eterno Padre, e partecipate del beneficio del genere umano». Parlando poi interiormente col divino bambino, gli disse: «Amore dolcissimo dell'anima mia, luce dei miei occhi, riposate nelle braccia del vostro servo ed amico Giuseppe mio sposo: scambiate con lui le vostre delizie, e per esse perdonate le mie indelicatezze. Sento vivamente la vostra mancanza anche per un solo istante, ma a chi ne è degno, desidero comunicare senza invidia il bene che con cuore sincero ricevo». Il fedelissimo sposo, riconoscendo la sua nuova fortuna, si umiliò sino a terra, e rispose: «Signora e regina del mondo, sposa mia, come io, indegno, avrò l'ardire di tenere nelle mie braccia quello stesso Dio, alla cui presenza tremano le colonne del cielo? Come questo vile verme avrà animo di accettare un favore tanto raro? Io sono polvere e cenere, ma voi, o Signora, supplite alla mia scarsezza, e chiedete all'Altezza sua che mi guardi con clemenza, e mi assista con la sua grazia».

506. Il santo sposo, fra il desiderio di ricevere il bambino Gesù ed il timore reverenziale che lo tratteneva, fece atti eroici di amore, fede, umiltà e profonda venerazione. Poi, con questo animo e con un prudentissimo tremore, s'inginocchiò e lo ricevette dalle mani della sua Madre santissima, spargendo dolcissime e copiose lacrime di gioia, tanto nuova per il fortunato santo, quanto nuovo era il favore. Il bambinello lo guardò affettuosamente e, nello stesso tempo, lo rinnovò tutto interiormente con effetti così divini che non è possibile esprimerli a parole. Il santo sposo formò nuovi cantici di lode, vedendosi arricchito con così magnifici favori e benefici. Avendo dunque il suo spirito goduto per qualche tempo degli effetti dolcissimi che provò tenendo nelle sue braccia quel medesimo Signore che nelle sue racchiude i cieli e la terra, lo restituì alla felice e fortunata madre, mentre entrambi, Maria e Giuseppe, stavano in ginocchio per darlo e per riceverlo. Con grande riverenza la prudentissima Signora lo prendeva sempre tra le braccia e lo porgeva al suo sposo, e altrettanto egli faceva, quando toccava a lui questa felice sorte. Prima di avvicinarsi a sua Maestà, la gran Regina e san Giuseppe facevano tre genuflessioni, baciando la terra con atti eroici di umiltà, culto e venerazione, ogni volta che lo ricevevano l'uno dalle braccia dell'altra.

507. Quando la divina Madre giudicò che fosse giunto il tempo di dargli il latte, con umile riverenza ne domandò il permesso al suo stesso Figlio, e ciò perché, anche se lo doveva alimentare come figlio e vero uomo, guardava a lui sia come vero Dio sia come Signore, e conosceva la distanza tra l'essere divino infinito del Figlio e il suo di semplice creatura. Poiché tale conoscenza nella prudentissima Vergine era indefettibile e continua, non avvenne mai che incorresse neppure in una minima inavvertenza. Era sempre attenta in tutto, e comprendeva ed operava con pienezza ciò che era in sommo grado sublime e perfetto. Era diligente nell'alimentare, servire e custodire il suo bambino non con affannosa sollecitudine, ma con incessante attenzione, riverenza e prudenza, al punto di suscitare nuova ammirazione negli stessi angeli, la cui conoscenza non giungeva a comprendere le opere eroiche di una così giovane donna. Come le offrirono sempre la loro assistenza in tutto il tempo in cui dimorò nella grotta della natività, così la servivano ed aiutavano in tutte le cose, che erano necessarie per onorare il bambino Gesù e la sua stessa Madre. Tutti quanti questi misteri sono così dolci ed ammirabili e talmente degni della nostra attenzione e del nostro ricordo, che non possiamo negare che la nostra stoltezza di dimenticarceli sia molto riprovevole, e che noi siamo nemici di noi stessi quando ci priviamo del loro ricordo, nonché degli effetti divini che da esso ricevono i figli fedeli e riconoscenti.

508. Tale è l'intelligenza che mi fu data della grande venerazione con cui Maria santissima e il glorioso san Giuseppe trattavano il divino bambino, e della riverenza dei cori angelici, che potrei prolungare molto questo discorso. Ma anche se così non faccio, voglio almeno confessare che, in mezzo a questa luce, mi ritrovo assai turbata e rimproverata, conoscendo la poca venerazione con la quale audacemente ho finora trattato con Dio, e le molte colpe, che quanto a questo ho commesso, mi sono state palesate. Tutti i santi angeli, che accompagnavano la Regina per assisterla in queste opere, rimasero in forma umana visibile dalla nascita di Gesù sino a quando la santa famiglia fuggì in Egitto, come poi dirò. La cura dell'umile ed amorosa Madre verso il suo bambino divino era così incessante, che soltanto quando doveva prendere qualche sostentamento lo passava dalle sue braccia alcune volte in quelle di san Giuseppe ed altre in quelle dei santi principi Michele e Gabriele, perché questi due arcangeli l'avevano pregata che, mentre essi mangiavano o san Giuseppe lavorava, lo consegnasse loro. Così, deponendolo nelle mani degli angeli, si adempiva mirabilmente ciò che disse Davide: «Sulle loro mani ti porteranno». La diligentissima Madre non dormiva, per custodire il suo figlio santissimo, sino a che era egli stesso a dirle di dormire e riposare, ed egli, in premio della sua vigilanza, le concesse un genere di sonno nuovo e più miracoloso di quello che ella sino allora aveva avuto. Pertanto, se in passato nel tempo in cui dormiva il suo cuore vegliava, senza che cessassero le rivelazioni interiori e la contemplazione divina, da questo giorno in poi il Signore aggiunse a questo un altro miracolo. La grande Signora infatti, dormendo quanto le era necessario, conservava un tale vigore nelle braccia da sostenere il bambino come se fosse stata nella veglia, e lo guardava con l'intelletto, come se lo avesse guardato con gli occhi del corpo, conoscendo così intellettualmente tutto quello che ella ed il bambino esteriormente facevano. Con questa meraviglia si compì ciò che si legge nel Cantico: Io dormo, ma il mio cuore veglia.

509. Ora, come potrei, con così brevi espressioni e così limitati termini, spiegare gli inni di lode e di gloria che la nostra celeste Regina faceva al suo Dio fatto bambino, alternandone il canto con i santi angeli, ed anche col suo sposo Giuseppe? Anche solo di questo vi sarebbe molto da scrivere, perché tali inni erano assai frequenti, ed il loro canto infatti è riservato al godimento speciale degli eletti. Solo fra i mortali fortunatissimo e privilegiato fu in ciò il fedelissimo san Giuseppe, il quale molte volte ne era reso partecipe e li intendeva. Né questo era l'unico favore, ma godeva di un altro di singolare pregio e consolazione per l'anima sua, che la prudentissima sposa gli procurava, poiché ella molte volte, parlando con lui del bambino, lo chiamava loro figlio, non perché fosse figlio naturale di Giuseppe, colui che solo era Figlio dell'eterno Padre e della sola sua Madre vergine, ma perché, nel giudizio degli uomini, era ritenuto figlio di Giuseppe. Questo favore e privilegio era per il santo d'incomparabile stima e godimento, e perciò la divina Signora sua sposaglielo rinnovava frequentemente.

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

510. Figlia mia, ti vedo santamente invidiosa della felicità delle mie opere, nonché di quelle del mio sposo e dei miei angeli, stando in compagnia del mio Figlio santissimo, perché noi l'avevamo sotto gli occhi come tu vorresti averlo, se fosse possibile. Ora voglio consolarti, indirizzando il tuo affetto a ciò che devi e puoi operare secondo la tua condizione, per conseguire nel grado possibile la felicità che vai considerando in noi e che ti rapisce il cuore. Considera dunque, o carissima, quel tanto che ti fu dato di conoscere delle differenti vie, per cui Dio conduce nella sua Chiesa le anime, che egli ama e cerca con paterno affetto. Tu hai potuto acquistare questa conoscenza mediante l'esperienza di tante chiamate e della luce particolare che hai ricevuto, poiché sempre alle porte del tuo cuore hai trovato il Signore, che bussava ed aspettava tanto tempo, sollecitandoti con replicati favori e altissima dottrina, sia per insegnarti ed assicurarti che la sua benignità ti ha disposta e destinata allo stretto vincolo del suo amore e dei suoi intimi colloqui, sia perché tu con attentissima cura acquisti la grande purezza che si richiede per questa vocazione.

511. Tu non ignori affatto, poiché te lo insegna la fede, che Dio si trova in ogni luogo per essenza, presenza e potenza della sua divinità, e che a lui sono manifesti tutti i tuoi pensieri, nonché i tuoi desideri e gemiti, senza che gliene resti nascosto alcuno. Oltre ad essere ciò tanto vero, se tu t'impegnerai, da serva fedele, per conservare la grazia che ricevi per mezzo dei santi sacramenti e per altri canali divinamente disposti, il Signore starà con te in un altro modo di speciale assistenza, con la quale ti amerà e accarezzerà come sua sposa diletta. Ora, conoscendo tutto questo, se pur lo comprendi, dimmi che ti resta ancora da invidiare e desiderare, mentre ottieni il compimento dei tuoi desideri e dei tuoi sospiri? Ciò che ti rimane da fare, e che io voglio da te, è che così, santamente invidiosa, ti adoperi ad imitare la conversazione e le qualità degli angeli, nonché la purezza del mio sposo ed a copiare in te la forma della mia vita per quanto ti sarà possibile, affinché tu ti renda degna abitazione dell'Altissimo. Nel mettere in pratica questo insegnamento devi esercitare tutto quello sforzo, quella brama o santa invidia per cui avresti voluto ritrovarti con noi a vedere e adorare il mio Figlio santissimo nella sua nascita ed infanzia, perché se mi imiterai, puoi stare sicura che avrai me per tua maestra e rifugio, ed il Signore nell'anima tua con stabile possesso. In tal modo rassicurata, gli puoi parlare deliziandoti con lui e abbracciandolo come colei che lo ha con sé, poiché appunto per comunicare queste delizie alle anime pure egli prese carne umana e si fece bambino. Sebbene bambino però, sempre lo devi considerare come grande e come Dio, in modo che le carezze siano accompagnate da rispetto e l'amore dal timore santo, perché l'uno gli è dovuto e dell'altro egli si compiace per la sua immensa bontà e magnifica misericordia.

512. Devi mantenerti continuamente in questa conversazione col Signore e senza intervalli di tiepidezza che lo disgustino, perché la tua occupazione legittima e perenne deve consistere nell'amare e lodare il suo essere infinito. Quanto a tutto il rimanente, voglio che tu ne usi molto di sfuggita, così che le cose visibili e terrene ti trovino per trattenerti solo un momento in esse. Tu devi considerarti sempre di passaggio, e che non hai altra cosa a cui attendere di cuore, fuori del sommo e vero Bene che cerchi. Devi imitare solamente me, e solo per Dio devi vivere; tutto il resto non deve esistere per te, né tu per esso. Voglio però che i beni e i doni che ricevi, tu li dispensi e comunichi a beneficio dei tuoi prossimi con l'ordine della carità perfetta, poiché essa non si estingue per questo, anzi ancor più cresce. In ciò devi osservare il modo che si addice alla tua condizione e al tuo stato, come altre volte ti ho detto ed insegnato.

Augustinus
31-12-04, 10:33
Libro IV, Cap. 13, §§ 513-529

CAPITOLO 13

Maria santissima conosce la volontà del Signore che il suo Figlio unigenito sia circonciso, e ne parla con san Giuseppe; viene dal cielo il nome santissimo di Gesù.

513. Appena la prudentissima Vergine si trovò madre per l'incarnazione del Verbo nel suo grembo, incominciò a riflettere tra sé circa le tribolazioni e le pene che il suo Figlio dolcissimo veniva a patire. Poiché la sua conoscenza delle Scritture era molto profonda, comprendeva con essa tutti i misteri che queste contenevano, per cui andava prevedendo e calcolando con incomparabile compassione quanto egli doveva soffrire per la redenzione degli uomini. Questo dolore previsto e meditato con tanta sapienza fu un prolungato martirio della mansuetissima Madre dell'Agnello che doveva essere sacrificato. Tuttavia, quanto al mistero della circoncisione che doveva avere luogo dopo la nascita, la divina Signora non aveva ricevuto alcun ordine e non conosceva affatto la volontà dell'eterno Padre. Stando in tale incertezza, la compassione muoveva gli affetti e animava la dolce voce della tenera ed amorosissima Madre. Ella considerava con la propria prudenza che il suo Figlio santissimo veniva ad onorare la sua legge, dandole valore con l'osservarla e confermandola con l'adempimento, che inoltre veniva a patire per gli uomini, che il suo ardentissimo amore non ricusava il dolore della circoncisione e che anche per altri fini avrebbe potuto essere conveniente l'accettarla.

514. D'altra parte l'amore e la compassione materna la spingevano a risparmiare, se possibile, al suo dolcissimo piccolo questa pena, anche perché la circoncisione serviva per purificare dal peccato originale, da cui il bambino Dio era del tutto libero, non avendolo contratto in Adamo. In sospeso tra l'amore per il suo Figlio santissimo e l'ubbidienza all'eterno Padre, la prudentissima Signora fece molti atti eroici di virtù, di cui sua Maestà si compiacque in modo incomparabile. Avrebbe potuto liberarsi da questo dubbio domandando subito al Signore ciò che doveva fare, ma, essendo tanto prudente ed umile, si tratteneva. Non interrogò neppure i suoi angeli, perché con ammirabile sapienza soleva attendere il tempo opportuno e conveniente, prefissato dalla divina Provvidenza in tutto, e non si affrettava mai con ansia o curiosità ad indagare qualcosa in modo soprannaturale e straordinario, soprattutto quando ciò doveva servire per alleviarle qualche pena. Quando si presentava una questione grave e dubbia, che potesse dare occasione di qualche offesa al Signore, o un caso urgente per il bene delle creature, in cui fosse necessario conoscere la volontà divina, ella domandava prima licenza di supplicarlo che le rivelasse il suo compiacimento e beneplacito.

515. Ciò non è contrario a quello che ho già scritto in precedenza, cioè che Maria santissima non faceva niente senza interrogare sua Maestà. Questa consultazione per conoscere la volontà divina, infatti, non avveniva investigando con desiderio di una rivelazione straordinaria, perché in ciò aveva grande riserbo e prudenza, e in casi rari la domandava. Ciò che ella praticava era piuttosto il consultare senza nuova rivelazione la luce abituale e soprannaturale dello Spirito Santo, che la guidava ed indirizzava in tutte le sue azioni; sollevando qui la vista interiore, conosceva in essa la maggiore perfezione e santità nelle opere e nelle azioni comuni. Sebbene, infatti, sia vero che la Regina del cielo aveva diverse ragioni e come speciale diritto di chiedere al Signore in qualsiasi modo quale fosse la sua volontà, tuttavia, poiché era esempio di santità e discrezione, non si valeva di questo potere se non nei casi in cui così conveniva. Negli altri si regolava adempiendo letteralmente ciò che disse Davide: Come gli occhi della schiava, alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noia. Questa luce ordinaria, però, nella Signora del mondo era maggiore che in tutti i mortali presi insieme; e, attraverso di essa, la volontà divina domandava il suo «fiat».

516. Il mistero della circoncisione era particolare ed unico; esso richiedeva, perciò, un'illuminazione speciale del Signore, che la prudente Madre attendeva nel tempo opportuno. Intanto, interpellando la legge, che la ordinava, diceva fra sé: «O legge comune, sei retta e santa, ma molto dura per il mio cuore, se lo devi ferire in colui che ne è la vita ed il vero Signore! Che tu sia inflessibile per purificare dalla colpa chi ne è infetto, è giusto; ma che tu debba usare la tua forza sull'innocente senza macchia sembra eccesso di rigore, se non ti sostiene il suo amore! Oh, se piacesse al mio diletto evitare questa prova! Ma come la ricuserà chi viene a cercare le pene, ad abbracciare la croce e ad adempiere e portare a compimento la legge? O strumento crudele, quanto meglio faresti se scaricassi il colpo sulla mia vita e non sul Signore che me l'ha data! Figlio mio, dolce amore e luce della mia anima, com'è possibile che così presto spargiate quel sangue che vale più del cielo e della terra? Il mio tormento di amore mi spinge ad evitare il vostro e ad esimervi dalla legge comune, che come suo autore non vi comprende. Il desiderio di adempiere questa legge, però, mi obbliga a consegnarvi al suo rigore, se voi, dolce mia vita, non commutate la vostra pena nella mia, disponendo che la patisca io al vostro posto. Vi ho dato io, Signore mio, la natura umana di Adamo, ma senza macchia di colpa; per questo la vostra onnipotenza mi ha dispensata dalla comune legge di contrarla. In quanto poi siete Figlio dell'eterno Padre ed impronta della sua sostanza per l'eterna generazione, siete infinitamente distante dal peccato. Come dunque, Signore mio, volete assoggettarvi alla legge della sua riparazione? Eppure io vedo, Figlio mio, che, essendo voi maestro e redentore degli uomini, dovete confermare l'insegnamento con l'esempio e non perderete neppure un iota o un segno in questo. O eterno Padre, se è possibile, adesso il coltello perda il suo acume e la carne la sua sensibilità. Tutto il dolore si riversi su questo vile vermiciattolo. Il vostro Figlio unigenito adempia la legge, ma sia io sola a sentire la dolorosa pena di essa. O crudele ed inumana colpa, che così presto eserciti la tua asprezza su chi non ti ha potuto commettere! O figli di Adamo, aborrite e temete il peccato, poiché per suo rimedio è necessario che sparga sangue e patisca lo stesso Dio e Signore».

517. La pietosa Madre univa questo dolore alla gioia di vedere nato, e tra le sue braccia, l'Unigenito del Padre. Così passò i giorni che trascorsero fino alla circoncisione. Era partecipe di tale dolore il castissimo sposo Giuseppe, perché solo con lui parlò del mistero, sebbene le parole fossero poche per la compassione e per le lacrime di entrambi. Prima che fossero compiuti gli otto giorni dalla nascita, però, la prudentissima Regina, alla presenza del Signore, parlò con sua Maestà del suo dubbio e gli disse: «Altissimo re, Padre del mio Signore, ecco la vostra schiava con il vero sacrificio e con la vera ostia tra le mani. Il mio gemito e la sua causa non sono nascosti alla vostra sapienza. Fatemi conoscere, Signore, la vostra volontà divina in ordine a ciò che devo fare con il Figlio vostro e mio, per adempiere la legge. Se, patendo io i dolori derivanti dalla sua durezza ed anche altri maggiori, posso riscattare il mio dolcissimo bambino e Dio vero, ecco il mio cuore pronto ad abbracciarli; ed eccolo ugualmente disposto a non risparmiarlo, se per vostra volontà deve essere circonciso».

518. L'Altissimo le rispose: «Figlia e colomba mia, non si affligga il tuo cuore perché devi sottoporre tuo Figlio al coltello ed al dolore della circoncisione, poiché io l'ho inviato al mondo per dare ad esso esempio e per mettere fine alla legge di Mosè adempiendola interamente. Se l'abito dell'umanità, che tu gli hai dato come madre, deve essere rotto con la ferita della sua carne e nel tempo stesso della tua anima, egli soffre anche nell'onore, essendo Figlio mio per eterna generazione, impronta della mia sostanza, uguale a me in natura, maestà e gloria; io, infatti, lo sottopongo alla legge ed al mistero che toglie il peccato, senza manifestare agli uomini che egli non ha né può avere colpa. Già sai, figlia mia, che per questa e per altre tribolazioni maggiori mi devi consegnare il tuo e mio Unigenito. Lascia, dunque, che sparga il suo sangue e mi dia le primizie della salvezza eterna degli uomini».

519. La divina Signora si conformò a questo decreto dell'eterno Padre, come collaboratrice della nostra salvezza, con tale pienezza di santità che non può essere spiegata con ragionamento umano. Gli offrì subito con rassegnata ubbidienza e con ardentissimo amore il suo Figlio unigenito e disse: «Signore e Dio altissimo, vi offro la vittima e l'ostia del sacrificio a voi gradito insieme a tutto il mio cuore, benché pieno di compassione e di dolore nel considerare come gli uomini abbiano offeso la vostra bontà infinita a tal punto da rendere necessario che ne sia data soddisfazione da una persona che sia Dio. Eternamente vi lodo, perché guardate la creatura con infinito amore, non risparmiando il vostro medesimo Figlio per redimerla. Io, che per vostra degnazione sono Madre sua, devo più di tutti i mortali e delle altre creature abbandonarmi alla vostra volontà; così, vi offro il mansuetissimo Agnello che deve togliere i peccati dal mondo con la sua innocenza. Se, però, è possibile che l'acume di questo coltello si moderi sul mio dolce bambino aumentando nel mio cuore, il vostro braccio può operare ciò».

520. Maria santissima uscì da questa preghiera e, senza manifestare a san Giuseppe ciò che in essa aveva inteso, con rara prudenza e con parole dolcissime lo preparò a disporre la circoncisione del bambino Dio. Come consultandolo e domandando il suo parere, gli disse che, avvicinandosi già il tempo stabilito dalla legge per la circoncisione` del divino neonato, sembrava necessario eseguirla, perché non avevano ordine di fare il contrario. Aggiunse che entrambi dovevano all'Altissimo più che tutte le creature insieme e, perciò, erano tenuti ad essere più puntuali nell'adempiere i suoi precetti, più disposti nel patire per suo amore in riconoscenza di un debito tanto incomparabile e più solleciti nel servire il suo Figlio santissimo, conformandosi in tutto al suo divino beneplacito. A queste ragioni il santissimo sposo rispose con somma venerazione e grande sapienza, dicendo che, non avendo saputo niente in contrario dal Signore, si conformava in tutto alla volontà divina manifestata con la legge comune e che il Verbo incarnato, sebbene come Dio non fosse soggetto alla legge, essendo vestito dell'umanità ed in tutto perfettissimo maestro e redentore, avrebbe gradito adempierla come gli altri uomini. Poi, domandò alla sua Sposa divina come le piaceva eseguire la circoncisione.

521. Maria santissima rispose che, adempiendosi la legge nella sostanza, le sembrava che tutto dovesse avvenire come per la circoncisione degli altri bambini. Ella non doveva, però, lasciare e consegnare il Figlio ad un'altra persona; l'avrebbe portato e tenuto tra le sue braccia. Poiché la costituzione e la delicatezza del bambino Dio gli avrebbero fatto sentire il dolore più degli altri circoncisi, era conveniente che fosse preparata la medicina che si applicava solitamente alla ferita negli altri bambini. Inoltre, pregò san Giuseppe di procurarle subito una piccola caraffa di cristallo o di vetro in cui riporre la sacra reliquia della circoncisione del bambino Dio per conservarla presso di sé. Intanto, l'accorta Madre preparò i panni dove far cadere il sangue, che doveva cominciare ad essere versato in prezzo del nostro riscatto, in modo che non ne andasse perduta neppure una goccia e che ancora non se ne spargesse sulla terra. Preparato tutto ciò, là divina Signora dispose che san Giuseppe avvisasse e pregasse il sacerdote di venire alla grotta, affinché il bambino non uscisse di là e la circoncisione si effettuasse per mano di un ministro più conveniente e più degno di così grande ed arcano mistero.

522. Nel medesimo tempo Maria santissima e san Giuseppe parlarono del nome che dovevano imporre al bambino Dio nella circoncisione. Il santo sposo disse: «Signora mia, quando l'angelo dell'Altissimo mi rivelò questo grande mistero, mi ordinò anche che chiamassimo Gesù il vostro sacro Figlio». Rispose la vergine Madre: «Dichiarò lo stesso nome a me, quando il Verbo eterno prese carne nel mio grembo. Poiché abbiamo saputo il nome dalla bocca dell'Altissimo per mezzo degli angeli suoi ministri, è giusto che con umile riverenza veneriamo gli occulti ed imperscrutabili giudizi della sua sapienza infinita in questo santo nome e che il mio figlio e Signore si chiami Gesù. Lo indicheremo al sacerdote, affinché annoti questo nome divino nel registro degli altri bambini circoncisi».

523. Mentre la gloriosa Signora del cielo e san Giuseppe stavano in questa conversazione, scesero dalle altezze innumerevoli angeli in forma umana, con vesti bianche e risplendenti, nelle quali si scoprivano certi ricami color carne, di ammirabile bellezza. Portavano palme nelle mani e corone sulla testa, ciascuna delle quali emetteva raggi più vividi che molti soli; in comparazione con la bellezza di quei santi principi tutto ciò che è visibile e leggiadro nella natura sembra bruttezza. Ma ciò che più risaltava nella loro bellezza era uno stemma sul petto, che pareva scolpito o incastonato in esso, con sopra un cristallo, nel quale ognuno portava scritto il nome dolcissimo di Gesù; la fulgida luce di questo, che vibrava da ciascuno stemma, vinceva quella di tutti gli angeli insieme. Così, lo spettacolo di tanta moltitudine veniva ad essere così raro e singolare che non si può spiegare con parole né immaginare. Questi santi angeli si divisero in due cori nella grotta, contemplando tutti il loro re e Signore tra le braccia verginali della felicissima Madre. Venivano come capi di questo esercito i due grandi principi san Michele e san Gabriele, più risplendenti degli altri angeli, a preferenza dei quali portavano tra le mani il nome santissimo di Gesù, scritto con lettere più grandi e come in alcuni piccoli scudi di incomparabile splendore e bellezza.

524. I due principi si presentarono singolarmente alla loro Regina e le dissero: «Signora, questo è il nome di vostro Figlio, che sta scritto nella mente di Dio da tutta l'eternità; la beatissima Trinità lo ha dato al vostro unigenito e Signore nostro con la potestà di salvare il genere umano. Lo colloca sulla sede e sul trono di Davide: egli regnerà su di esso, castigherà i suoi nemici, trionfando su di loro li umilierà sino a porli a sgabello dei suoi piedi e giudicando con giustizia innalzerà i suoi amici per collocarli nella gloria alla sua destra. Tutto questo, però, deve essere operato a costo di tribolazioni e di sangue; ora lo spargerà con questo nome, perché è nome di salvatore e redentore, e queste saranno le primizie di ciò che dovrà patire per ubbidire al suo eterno Padre. Tutti noi ministri e spiriti dell'Altissimo, che qui veniamo, siamo inviati e destinati dalla santissima Trinità per servire l'Unigenito del Padre e vostro, per assistere personalmente a tutti i misteri della legge di grazia e per accompagnarlo ed aiutarlo finché salga trionfante alla Gerusalemme celeste, aprendone le porte al genere umano; dopo ciò lo godremo con speciale gloria accidentale più degli altri beati, ai quali non è stato dato questo felicissimo incarico». Il fortunatissimo sposo san Giuseppe vide ed intese tutto ciò insieme alla Regina del cielo, ma la comprensione non fu uguale in entrambi. La Madre della sapienza penetrò altissimi misteri della redenzione; san Giuseppe ne conobbe molti, ma non come la sua divina sposa. Peraltro, entrambi furono ripieni di giubilo e meraviglia e con muovi cantici glorificarono il Signore. Quello, poi, che avvenne loro in vari ed ammirabili eventi, non è possibile esprimerlo a parole e non troverei termini per manifestare il mio pensiero.

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

525. Figlia mia, voglio rinnovare in te l'insegnamento e la luce che hai ricevuto per trattare con sommo onore il tuo Signore e sposo, perché l'umiltà ed il timore riverenziale devono crescere nelle anime nella misura in cui ricevono favori più particolari e straordinari. Poiché molte di esse non hanno tale conoscenza, alcune si rendono indegne o incapaci di grandi benefici. Altre, che li ricevono, finiscono per incorrere in una pericolosa grossolanità, che molto offende il Signore; infatti, per la soavità dolce ed amorevole con la quale spesso concede loro grazie e le accarezza, tendono ad assumere un atteggiamento audace e puerilmente presuntuoso, trattando la Maestà infinita sen za la riverenza che le devono, e cominciano ad investigare con vana curiosità per vie soprannaturali ciò che è superiore al loro intelletto e non conviene loro sapere. Questo ardire nasce dal giudicare ed esercitare con ignoranza terrena un rapporto familiare con Dio, parendo loro che questo debba essere come quello che una creatura umana suole tenere con un'altra uguale a sé.

526. In questo giudizio, però, l'anima s'inganna molto, misurando il rispetto che si deve alla Maestà infinita con la familiarità e con la confidenza che l'amore umano produce tra i mortali. Nelle creature razionali la natura è uguale, benché le qualità siano differenti; con l'amore e con l'amicizia può essere dimenticata la differenza che le fa disuguali, poiché entrambi conferiscono ai rapporti umani un tratto di assoluta familiarità. L'amore per Dio, però, non deve mai dimenticare l'eccellenza inestimabile dell'oggetto infinito, perché, se esso guarda alla bontà immensa e perciò non ha misura che lo limiti, tuttavia la riverenza guarda alla maestà dell'essere divino. Come in Dio sono inseparabili la bontà e la maestà, così nella creatura non si deve separare la riverenza dall'amore. Deve sempre precedere la luce della fede divina, che manifesta all'amante l'essenza dell'oggetto da lui amato; tale luce deve risvegliare e fomentare il timore riverenziale e dare peso e misura agli affetti disuguali, che l'amore cieco e sconsiderato suole generare, quando opera senza ricordarsi dell'eccellenza e della disuguaglianza dell'amato.

527. Quando la creatura è di cuore grande ed è esercitata nel timore santo, non corre questo pericolo di dimenticarsi della riverenza dovuta all'Altissimo per la frequenza dei favori, benché siano grandi, perché non si abbandona tutta incautamente ai piaceri spirituali, né per essi perde la prudente attenzione alla suprema Maestà; anzi, la rispetta e venera tanto più quanto più la ama e conosce. Con queste anime il Signore tratta come un amico fa con un altro. Sia dunque regola inviolabile per te, figlia mia, quando godrai dei più stretti abbracci e favori dell'Altissimo, quella di stare tanto più attenta a rispettare la grandezza del suo essere infinito ed immutabile, ed a magnificarlo ed amarlo al tempo stesso. Ora, sapendo questo, conoscerai e pondererai meglio il beneficio che ricevi e non incorrerai nel pericolo e nell'audacia di quelli che con curiosa leggerezza vogliono in qualsiasi incontro, piccolo o grande, ricercare e domandare il segreto del Signore. Essi vorrebbero che la sua prudentissima provvidenza si volgesse con attenzione alla vana curiosità che li muove con qualche passione disordinata, nata non da zelo ed amore santo, ma da affetti umani e riprensibili.

528. Considera in rapporto a questo la prudenza con la quale io operavo e che mi tratteneva nei miei dubbi, anche se nel trovare grazia agli occhi del Signore nessuna creatura può uguagliarmi. Eppure, nonostante ciò e sebbene io tenessi tra le mie braccia lo stesso Dio e fossi sua vera madre, non gli chiesi mai che mi dichiarasse cosa alcuna in modo straordinario, né per saperla, né per alleggerirmi di qualche pena, né per altro fine umano; tutto ciò, infatti, sarebbe stato fragilità naturale, curiosità vana o vizio riprensibile e niente di questo poteva avere luogo in me. Quando, però, la necessità mi obbligava per la gloria del Signore o l'occasione era inevitabile, prima chiedevo a sua Maestà licenza di proporgli il mio desiderio. Sebbene si mostrasse sempre molto propizio e mi rispondesse con grande amorevolezza domandandomi che cosa volessi dalla sua misericordia, io mi annientavo ed umiliavo sino alla polvere e chiedevo solo che m'insegnasse ciò che era più gradito ai suoi occhi.

529. Figlia mia, scrivi nel tuo cuore questo insegnamento e bada di non volere mai indagare né sapere con desiderio disordinato e curioso cosa alcuna superiore alla ragione umana. Il Signore infatti non risponde a tale insipienza e, inoltre, il demonio sta assai attento a questo vizio nelle persone che conducono una vita spirituale. Come ordinariamente è lui l'autore di questa viziosa curiosità e la suscita con la sua astuzia, così con questa stessa suole rispondere mascherato da angelo di luce; ingannando gli imperfetti e gli incauti. Anche quando tali domande fossero suscitate solo dall'inclinazione naturale, non per questo si dovranno porre o si dovrà darsene pensiero; in un'attività così alta come il rapporto con il Signore, infatti, non si deve seguire il dettame della ragione mossa dalle sue passioni, poiché la natura infetta e depravata per il peccato si trova molto disordinata ed incline a movimenti privi di accordo e misura, che non è giusto ascoltare o avere come regola. Neppure per alleggerirsi dalle pene e dalle tribolazioni la creatura deve ricorrere alle rivelazioni divine. La sposa di Cristo ed il vero suo servo, infatti, non devono usare i suoi favori per fuggire dalla croce, ma per cercarla e portarla con lui e per abbandonarsi, quanto a quella che darà loro, alla sua divina disposizione. Io voglio da te tutto questo, moderando il tuo timore e piegandoti maggiormente verso l'estremo dell'amore, per allontanarti dal contrario. Da oggi in poi voglio che tu perfezioni le ragioni che ti muovono, operando in tutto per amore, che è la motivazione più perfetta. Questo non ha limitazione né modo; perciò, voglio che tu ami con eccesso e tema con moderazione quanto basti a non infrangere la legge dell'Altissimo ed a regolare con rettitudine tutte le tue azioni interiori ed esteriori. Sii in ciò diligente e sollecita, anche se ti costa molta tribolazione e pena, poiché io l'ho sofferta nel circoncidere il mio Figlio santissimo. L'ho fatto perché nelle leggi sante ci veniva dichiarata ed intimata la volontà del Signore, a cui in tutto e per tutto dobbiamo ubbidire.

Augustinus
31-12-04, 10:36
Libro IV, Cap. 14, §§ 530-539

CAPITOLO 14

Circoncidono il bambino e gli pongono nome Gesù.

530. A Betlemme, come nelle altre città d'Israele, c'era una sinagoga dove il popolo si riuniva per pregare - per questo si chiamava anche casa di orazione - e per ascoltare la legge di Mosè, che veniva letta e spiegata da un sacerdote dal pulpito a voce alta, affinché il popolo intendesse i suoi precetti. In detta sinagoga, però, non si offrivano sacrifici, perché essi erano riservati al tempio di Gerusalemme, salvo il caso particolare in cui il Signore avesse disposto altrimenti; ciò, infatti, non era lasciato alla libertà del popolo, come consta dal Deuteronomio, per evitare il pericolo dell'idolatria. Il sacerdote, che era maestro o ministro della legge, però, soleva esserlo anche della circoncisione, non per precetto obbligatorio, perché chiunque poteva circoncidere anche se non sacerdote, ma per la speciale devozione delle madri, delle quali molte erano mosse dall'idea che i loro bambini non avrebbero corso grande pericolo venendo circoncisi per mano di un sacerdote. La nostra munifica Regina non per questo timore, ma per la dignità del bambino, volle che il ministro della circoncisione fosse il sacerdote che stava in Betlemme; a tal fine questo fu chiamato dal felice sposo san Giuseppe.

531. Il sacerdote giunse alla grotta della natività, dove lo attendevano il Verbo incarnato e la sua Madre vergine, che lo teneva tra le braccia; con il sacerdote vennero altri due ministri, che erano soliti aiutarlo nell'esecuzione della circoncisione. L'orrore dell'umile luogo recò stupore e disgusto al sacerdote. La prudentissima Regina, però, gli parlò e lo ricevette con tale modestia ed affabilità che efficacemente lo costrinse a mutare il rigore dello zelo in devozione e meraviglia per il contegno e la maestà onestissima della madre, la quale, senza che egli ne conoscesse la causa, lo mosse a riverenza e rispetto di così singolare creatura. Quando il sacerdote pose gli occhi sull'aspetto della madre e del bambino che ella teneva tra le braccia, sentì nel cuore un impulso nuovo, che lo inclinò a grande tenerezza e devozione, stupefatto di ciò che vedeva tra tanta povertà ed in un luogo tanto umile e disprezzato. Quando, poi, arrivò a toccare quella carne divina del neonato Dio, fu rinnovato tutto da una virtù nascosta che lo santificò e perfezionò e, infondendogli nuova grazia, lo innalzò sino ad essere santo e molto accetto all'Altissimo.

532. Per eseguire la circoncisione con la riverenza esteriore che in quel luogo era possibile, san Giuseppe accese due candele di cera. Il sacerdote disse alla vergine Madre di appartarsi un po' e di consegnare il bambino ai ministri, affinché la vista del sacrificio non l'affliggesse. Questo comando causò qualche perplessità nella grande Signora, perché la sua umiltà e docilità la spingevano ad ubbidire al sacerdote, mentre dall'altra parte la trattenevano l'amore e la riverenza verso il suo unigenito. Per non mancare a queste due virtù, chiese con umile sottomissione al sacerdote di voler permettere, se era possibile, che ella assistesse alla circoncisione, perché l'aveva in grande venerazione e si sentiva anche il coraggio di tenere tra le braccia suo Figlio, non essendo facile in quel luogo lasciarlo ed allontanarsi; solo, lo supplicava che la circoncisione fosse fatta con tutta la pietà possibile, vista la delicatezza del bambino. Il sacerdote si disse disposto a ciò e permise che la madre stessa tenesse il bambino tra le braccia. Ella fu, perciò, il sacro altare sul quale si cominciarono a compiere le verità figurate dagli antichi sacrifici, offrendo questo, nuovo e mattutino, tra le sue braccia, affinché in tutti i modi fosse gradito all'eterno Padre.

533. La divina Madre sciolse il suo Figlio santissimo dalle fasce in cui era avvolto e trasse dal petto una pezza bianca, che teneva pronta al calore naturale per mitigare il rigore del freddo; con tale panno prese tra le braccia il bambino, in modo che la reliquia ed il sangue della circoncisione venissero accolti in esso. Il sacerdote fece il suo ufficio e circoncise il bambino, vero Dio e vero uomo, il quale nel medesimo tempo offrì all'eterno Padre tre cose di tanto valore che ciascuna era sufficiente per la redenzione di migliaia di mondi. La prima fu l'accettare la forma di peccatore, pur essendo innocente e Figlio del Dio vivo, perché partecipava del mistero che si applicava per purificare dal peccato originale e si assoggettava alla legge cui non era tenuto. La seconda fu il dolore, poiché lo sentì come uomo vero e perfetto. La terza fu l'amore ardentissimo, con il quale incominciava a spargere il suo sangue come prezzo di riscatto per il genere umano. E rese grazie al Padre, perché gli aveva dato forma umana, nella quale patire per sua gloria ed esaltazione.

534. Il Padre accettò questa preghiera e questo sacrificio di Gesù nostro bene ed incominciò - a nostro modo d'intendere - a considerarsi soddisfatto e pagato del debito del genere umano. Il Verbo incarnato offrì queste primizie del suo sangue come pegno della sua volontà di darlo tutto per compiere la redenzione ed annullare il documento scritto del debito dei figli di Adamo. La sua santissima Madre guardava tutti gli atti interiori dell'unigenito e comprendeva con profonda sapienza questo mistero, accompagnando il suo figlio e Signore in ciò che egli andava operando, in quanto a lei spettava. Il bambino pianse come uomo vero. E anche se il male provocato dalla ferita fu molto acuto, tanto per la delicata costituzione quanto per la durezza del coltello, che era di selce, il motivo delle sue lacrime non fu tanto il dolore ed il sentimento naturale, quanto la conoscenza soprannaturale con cui vedeva l'insensibilità dei mortali, più inamovibile e dura della pietra per resistere al suo dolcissimo amore ed alla fiamma che egli veniva ad accendere nel mondo e nei cuori di quanti professano la fede. Pianse anche la tenera ed amorevole Madre, come candidissima agnella che alza il belato insieme al suo innocente agnellino. Con reciproco amore e compassione, egli si ritrasse verso la madre ed ella dolcemente lo avvicinò con carezze al suo seno verginale e raccolse la sacra reliquia e il sangue sparso, che consegnò per il momento a san Giuseppe per poter attendere al bambino Dio ed avvolgerlo nei suoi panni. Il sacerdote si meravigliò un poco delle lacrime della Madre; ma, sebbene ignorasse il mistero, gli parve che la bellezza del bambino potesse con ragione causare tanto dolore ed amore in colei che lo aveva partorito.

535. In tutte queste opere la Regina del cielo fu tanto prudente, pronta e magnanima che recò meraviglia ai cori degli angeli e diede sommo compiacimento al Creatore. In tutte rifulse la divina sapienza che la guidava, poiché in ogni opera agiva con la massima perfezione, come se avesse dovuto compiere quella sola. Si mostrò forte nel tenere il bambino nella circoncisione, diligente nel raccogliere la reliquia, compassionevole nel rattristarsi e piangere con lui sentendo il suo dolore, amorevole nell'accarezzarlo, attenta nel ripararlo, fervorosa per imitarlo nelle sue opere e sempre religiosa nel trattarlo con somma riverenza, senza interrompere questi atti e senza che l'uno turbasse l'attenzione e la perfezione dell'altro. Ammirabile spettacolo in una ragazza di quindici anni, che per gli angeli fu una specie di insegnamento e di meraviglia tutta nuova! Intanto, il sacerdote domandò che nome i genitori volessero dare al bambino circonciso e l'eccelsa Signora, sempre attenta al rispetto verso il suo sposo, disse a lui di dichiararlo. San Giuseppe con la venerazione dovuta si rivolse a lei, facendole capire che desiderava che uscisse dalla sua bocca così dolce nome. Per divina disposizione, però, dissero entrambi nello stesso momento: «Gesù è il suo nome». Il sacerdote rispose: «Molto concordi sono il padre e la madre ed è grande il nome che pongono al bambino». Quindi lo scrisse nel registro insieme agli altri. Nel farlo il sacerdote provò una grande commozione interiore, che l'obbligò a versare molte lacrime. Per questo, meravigliato di ciò che sentiva ed ignorava, disse: «Sono certo che questo bambino sarà un grande profeta del Signore. Abbiate grande cura della sua educazione e ditemi in che cosa posso sovvenire alle vostre necessità». Maria santissima e san Giuseppe risposero ringraziando umilmente il sacerdote e lo licenziarono, dopo avergli offerto delle candele ed altri oggetti.

536. Maria santissima e Giuseppe rimasero soli con il bambino; di nuovo entrambi celebrarono il mistero della circoncisione, parlandone tra sé con calde lacrime e con cantici che composero al dolce nome di Gesù, la conoscenza dei quali - come si è detto di altre meraviglie - è riservata per la gloria accidentale dei santi. La prudentissima Madre curò il bambino Dio della ferita provocata dal coltello con le medicine che si è soliti applicare agli altri; quindi, per tutto il tempo in cui durarono la cura ed il dolore, non lo depose un istante dalle sue braccia, né di giorno né di notte. Le capacità umane non bastano per spiegare la sollecitudine piena di amore della divina Madre, perché in lei l'affetto naturale fu il più grande che una madre abbia mai portato ai suoi figli e quello soprannaturale sorpassò tutti i santi e gli angeli insieme. La riverenza ed il culto che gli rendeva non si possono comparare con alcun'altra cosa creata. Queste erano le delizie che il Verbo incarnato desiderava e si prendeva con i figli degli uomini', poiché, fra i dolori che sentiva per le azioni dette sopra, il suo cuore pieno di amore provava squisito diletto nell'eminente santità della sua Madre vergine. E anche se egli si compiaceva in lei sola più che in tutti i mortali e si riposava nel suo amore, l'umile Regina procurava di alleviargli la sofferenza pure con tutti gli altri mezzi possibili. A tale fine pregò i santi angeli che lo assistevano di cantare al loro Dio incarnato, bambino e addolorato. I ministri dell'Altissimo ubbidirono alla loro Regina e signora e con voci sensibili gli cantarono con celeste armonia i cantici che ella aveva composto, da sé e con il suo sposo, in lode del nuovo e dolce nome di Gesù.

537. La divina Signora intratteneva il suo Figlio dolcissimo con questo così dolce inneggiare, in comparazione con il quale tutto quello degli uomini sarebbe una stucchevole confusione, e molto più con il diletto che gli dava l'armonia delle sue eroiche virtù, che nella sua anima santissima formavano cori di schiere, come disse lo stesso Signore e sposo nel Cantico dei Cantici. Duro è il cuore umano, e più che tardo e lento nel riconoscere ed apprezzare misteri tanto venerabili, ordinati per la sua salvezza eterna dall'immenso amore del suo Creatore e redentore. O dolce mio bene e vita dell'anima mia, che cattiva corrispondenza ti diamo per le attenzioni squisite del tuo eterno amore! O carità senza termine e misura, poiché non ti possono spegnere le grandi acque delle nostre ingratitudini tanto villane e sleali! La bontà e la santità per essenza non poté abbassarsi maggiormente per nostro amore, né usare degnazione più sublime che con il prendere forma di peccatore, applicando a se stesso, egli che era la stessa innocenza, il rimedio della colpa che non poteva toccarlo. Se gli uomini disprezzano questo esempio, se dimenticano questo beneficio, come oseranno ancora dire di avere senno? Come presumeranno e si vanteranno di essere saggi, cauti, intelligenti? Sarebbe prudenza, o uomo ingrato poiché non ti smuovono tali opere di Dio, affliggerti e piangere una così lacrimevole stoltezza e durezza di animo, vedendo che il gelo del tuo cuore non si dilegua a tanto fuoco di amore divino.

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

538. Figlia mia, voglio che consideri con attenzione il beneficio e favore che tu ricevi, poiché ti faccio conoscere la delicata sollecitudine e la devozione con cui io servivo il mio santissimo e dolcissimo Figlio nei misteri di cui hai scritto. L'Altissimo non ti concede questa luce così speciale perché tu ti diletti nel conoscerla, ma affinché mi imiti in tutto come serva fedele e perché, essendo singolare nella conoscenza dei misteri di mio Figlio, tu sia tale anche nel riconoscere con gratitudine le sue opere. Considera dunque, carissima, quanto l'amore del mio figlio e Signore sia mal corrisposto dai mortali, e poco gradito e dimenticato anche dai giusti. Ritieni tuo dovere, nella misura possibile alle tue forze, riparare a questa grave offesa amandolo, ringraziandolo e servendolo per te e per tutti coloro che non lo fanno. A tal fine devi essere sollecita come un angelo nella prontezza, fervente nello zelo, puntuale nelle occasioni; e devi in tutto e per tutto morire a ciò che è terreno, sciogliendo e rompendo le catene delle inclinazioni umane, per sollevare il volo dove il Signore ti chiama.

539. Già sai, figlia mia, quanta dolce efficacia abbia la viva memoria delle opere che il mio Figlio santissimo fece per gli uomini. Ora, anche se puoi aiutarti molto con questa illuminazione per essergli grata, affinché tu tema maggiormente d'incorrere nel pericolo della dimenticanza, ti avverto che i beati nel cielo, conoscendo alla luce divina questi misteri, si meravigliano di se stessi per la poca attenzione che vi posero mentre erano viatori. Se potessero essere capaci di pena, si rattristerebbero sommamente per la lentezza e negligenza che dimostrarono nell'apprezzare le opere della redenzione e l'imitazione di Cristo. Tutti gli angeli ed i santi, con una ponderazione nascosta ai mortali, si meravigliano della crudeltà che si è impossessata del cuore di costoro contro se stessi e contro il loro creatore e salvatore, poiché non hanno compassione di alcuno: né del Signore per ciò che pati, né di se stessi per le sofferenze che li sovrastano. Quando, però, con amarezza irrimediabile i reprobi conosceranno la loro spaventosa dimenticanza e sapranno di non avere posto attenzione alle opere di Cristo loro redentore, questa confusione e rabbia sarà per loro pena intollerabile ed essa da sola sarà un castigo superiore ad ogni immaginazione, poiché scorgeranno la grande redenzione da loro disprezzata. Ascolta, figlia, porgi l'orecchio ai miei consigli e ai miei insegnamenti di vita eterna. Distogli le tue facoltà da qualsiasi immagine ed affetto di creatura umana e rivolgi tutto il tuo cuore e la tua mente ai misteri ed ai benefici della redenzione. Abbandonati tutta ad essi; meditali, pensali, tornaci sopra e sii riconoscente per essi, come se tu fossi sola ed essi operati per te e per ciascuno degli uomini. In essi troverai la vita, la verità ed il cammino dell'eternità, seguendo il quale non potrai errare, anzi troverai la luce degli occhi e la pace.

Augustinus
31-12-04, 12:50
http://www.wga.hu/art/l/lippi/filippo/1460/6circumc.jpg Fra Filippo Lippi, Circoncisione di Gesù, 1460-65, Santo Spirito, Prato

http://www.wga.hu/art/p/pacher/wolfgang/3wolfga4.jpg Michael Pacher, Circoncisione di Gesù, pannello dell'Altare di S. Wolfgang, 1479-81, Chiesa parrocchiale, Sankt Wolfgang

http://www.wga.hu/art/s/schaufel/circumci.jpg Hans Leonhard Schaufelein, Circoncisione di Cristo, 1505-06, Christian Museum, Esztergom

http://www.wga.hu/art/t/tura/rovere/rovere_7.jpg Cosme Tura, Circoncisione, Predella del Polittico Roverella, 1474, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston

http://cgfa.sunsite.dk/g/folgoes2.jpg http://img359.imageshack.us/img359/4865/circoncisione2yp4.jpg Hugo van der Goes, Trittico con Adorazione dei Magi, Circoncisione e Strage degli innocenti, XV sec., Hermitage, San Pietroburgo

http://img60.imageshack.us/img60/4096/i05g061tm6.jpg Guercino, Circoncisione, 1646, Musée des Beaux-Arts, Lione

Augustinus
01-01-05, 20:54
Sermones in cantica XV, 4-7, in PL 183, 845-847

So qual è il nome di cui leggiamo nel profeta Isaia: I miei servi saranno chiamati con un altro nome [Is 65,15-16]. Infatti chi vorrà essere benedetto nel paese, vorrà esserlo per il Dio fedele.
O nome benedetto, sei olio sparso dovunque. Dove? Dal cielo sulla Giudea e da lì su tutta la terra; e in tutto il mondo la Chiesa esclama: Olio sparso è il tuo nome [Ct 1,3 Volgata]. Veramente sparso, perché non solo dilagò in cielo e sulla terra, ma irrorò anche gli inferi, a tal punto che nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami [Fil 2,10]: Olio sparso è il tuo nome [Ct 1,3 Volgata]. Ecco Cristo, ecco Gesù: infuso negli angeli e sparso sugli uomini, per salvare quelli che erano andati totalmente in putrefazione come bestie nel loro letame; egli, che salva uomini e bestie, in quanti modi ha moltiplicato la sua misericordia su di noi!

Quanto prezioso e quanto umile è questo nome! Umile, ma strumento di salvezza. Se non fosse stato umile, non si sarebbe lasciato spargere per me; se non fosse stato strumento di salvezza, non avrebbe potuto riscattarmi.
Io sono partecipe del suo nome e lo sono anche della sua eredità. Sono cristiano, quindi fratello di Cristo. Se sono veramente quale son chiamato, sono erede di Dio, coerede di Cristo. Quale meraviglia, se è sparso il nome dello Sposo, dal momento che egli stesso è stato sparso? Egli infatti spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo [Fil 2,7]. E infine dice: Come acqua sono versato [Sal 21,15].
La pienezza della Divinità abitando in forma umana sulla terra è stata sparsa, perché quanti siamo rivestiti di un corpo di morte fossimo ricolmi della sua pienezza e, fragranti del suo profumo di vita, esclamassimo: Olio sparso è il tuo nome [Ct 1,3 Volgata].

C'è senza dubbio una certa analogia tra l'olio e il nome dello Sposo, e non senza motivo lo Spirito Santo li ha accostati. C'è - dico - e consiste nella triplice funzione dell'olio: illumina, nutre, unge. Alimenta la fiamma, nutre il corpo, lenisce il dolore: è luce, cibo, medicina. Lo stesso possiamo dire del nome di Cristo Sposo: annunziato illumina, meditato nutre, invocato lenisce e unge.
Donde pensi che si sia diffusa in tutto il mondo una sì grande e repentina luce di fede, se non dalla predicazione del nome di Gesù? Non è forse con la luce di questo nome che Dio ci chiamò all'ammirabile sua luce? Da lui illuminati, alla sua luce vediamo la luce [Cf Sal 35,10], al punto che Paolo giustamente dice: Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore [Ef 5,8].

All'apostolo Paolo fu ordinato di portare questo nome dinanzi ai re e alle genti, e agli stessi figli di Israele; ed egli lo portava come fiaccola che illuminava la patria, e andava gridando: La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno [Rm 13,12-13]. E a tutti mostrava la fiamma sul candelabro, annunziando in ogni luogo Gesù Crocifisso.
Come brillò questa luce e come abbagliò gli occhi di tutti i presenti, quando, uscita come folgore dalla bocca di Pietro, consolidò le piante e le caviglie dello storpio e illuminò molti ciechi nello spirito! Davvero sparse fiamme quando disse: Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina! [At 3,6].

Non è solo luce il nome di Gesù, ma anche cibo. Non ti senti confortato ogni volta che affiora alla tua mente? Quale cosa nutre meglio lo spirito di colui che lo medita? Chi è che calma così il tumulto dei sensi, rinvigorisce le virtù, sviluppa le abitudini buone e oneste, e nutre i casti affetti? Arido è all'anima ogni cibo, se non è cosparso di quest’olio; insipido se non è condito con questo sale. Se scrivi, non mi sa di niente se non vi leggo Gesù. Se parli o predichi, non provo alcun gusto se non odo il nome di Gesù. Gesù è miele alla bocca, melodia all’orecchio, giubilo al cuore.
Infine, questo nome è un farmaco. Qualcuno fra di noi è triste? Il nome di Gesù gli venga in cuore e da lì gli salga sul labbro. Appena esso splende si dissipano le nuvole, torna il sereno.

Qualcuno ha commesso una colpa grave e in preda alla disperazione corre verso la morte? Basterà che invochi il nome di vita e ritroverà il gusto di vivere.
Di fronte a questo nome salvifico nessuno potrà mantenere la durezza di cuore abituale, la svogliatezza torpida, i rancori amari o il tedio che avvilisce mortalmente. Qualora la fonte delle lacrime si fosse inaridita, basterà invocare Gesù, perché subito essa riprenda a zampillare più dolce e abbondante. Chi nel pericolo è preso dal panico, se invoca questo nome potente, scaccia la paura, ritrova la fiducia. Chi, sballottato dal dubbio, non vedrà brillare fulminea la certezza invocando quel nome di luce? Non c'è nessuno che nell'ora della disgrazia, quando ormai sta per venir meno, non ritrovi il coraggio all'udire il nome che è aiuto.
Queste sono le malattie dell'anima e questa è la medicina.

La Scrittura offre la prova di quanto fin qui si è affermato: Invocami nel giorno della sventura: - canta il salmo - ti salverò e tu mi darai gloria [Sal 49,15]. Nulla come l'invocazione del nome di Gesù smonta l'ira, sgonfia la superbia, cicatrizza le piaghe dell'invidia; arresta il flusso dell'impurità e spegne l’incendio delle passioni, estingue la sete dell'avarizia, placa ogni voglia malsana.
Quando dico "Gesù", mi vedo davanti un uomo mite e umile di cuore, pieno di bontà, sobrio, casto, misericordioso, eccelso per giustizia e santità. Al tempo stesso, mi trovo alla presenza del Dio onnipotente, il quale con l'esempio mi guarisce e con l'aiuto mi fortifica.
Tutto questo mi canta dentro appena risuona al mio orecchio il nome di Gesù. Come uomo egli mi offre uno stile di vita, come Dio mi sostenta. Gli esempi sono essenze preziose, il soccorso divino ne aumenta il valore. Confeziono così un farmaco che nessun medico non potrà mai offrirmi.

Anima mia, possiedi nel flacone di un solo vocabolo la medicina efficacissima per ogni tuo male: Gesù! Consérvatelo sempre in seno, a portata di mano, in modo che pensieri e atti siano senza sosta rivolti al Signore. Lui stesso ti invita: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, egli dice, come sigillo sul tuo braccio [Ct 8,6].
Non mi dilungherò oltre: ormai hai il rimedio per sanare il tuo braccio e il tuo cuore. Sì, il nome di Gesù ti è dato per correggere le tue perversioni e perfezionare le tue incompletezze. In questo nome santissimo conserverai integri i sensi e gli affetti o li sanerai, se corrotti.

Augustinus
01-01-05, 20:56
De Circumcisione Domini Concio, 7-9. Op. Omn., Mediolani, 1760, t. II, 110-112.

Questo nome non fu stabilito dalla Madre, nemmeno dall'angelo, ma il Padre lo inventò e lo impose al proprio Figlio. E non lo chiamò giudice, vindice o custode, ma gli diede il nome di Salvatore. La Vergine ha generato Gesù, ma il nome glielo ha dato il Padre dei cieli. Il vangelo odierno sottolinea che ciò fu per volontà dello Spirito Santo: Gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo, prima di essere concepito nel grembo della madre [Lc 2,21]. Il testo sacro non dice: Come era stato fissato dall'angelo, ma come era stato chiamato dall’angelo.
L'aveva già profetizzato Isaia, dicendo: Ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà [Is 62,2]. Quasi a dire: il Signore fu il primo a trovare e imporre quel nome. Infatti Dio Padre sapeva molto bene con quale nome si dovesse chiamare il suo unico Figlio, quale nome fosse il più adeguato: appunto Gesù.
Fa’ attenzione alla spiegazione dell’angelo, il quale specifica: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.

Signore Gesù, questo tuo nome mi dà una fiducia sconfinata. Signore, sì, tu sei proprio Gesù. Riconosci il tuo nome, quello che il Padre ti ha imposto: sii Gesù per me. Io riconosco d’essere prigioniero, irretito nei lacci dei miei peccati, incatenato dalla mia cattiveria, stretto nei ferri della mia malvagità. Riconosco ciò che sono; anche tu, Gesù, riconosci ciò che sei.
Di chi sei costituito il salvatore se non degli uomini perduti, dei prigionieri? Se non vi sono dei miseri, dei condannati da liberare, di chi sarai il Salvatore? Se io ti ho rinnegato, tu però, Signore, sei fedele e non puoi rinnegare te stesso.
Fratelli miei, correte, affrettatevi a gettarvi ai piedi del Salvatore! Non abbiate nessuna paura, avvicinatevi con piena fiducia. Tenete bene in mente che egli è stato chiamato Gesù. È il Salvatore e non può respingere chi ha bisogno di salvezza. Se uno si perde, non è perché ha peccato, ma perché osò rifiutare una salvezza tanto potente, abbondante, certissima.
Abbiamo dunque fiducia, invochiamo il suo nome, perché chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato [At 2,21]. Ad una condizione, tuttavia: che lo invochiamo dal fondo di un cuore sincero.

Sei la verità, Signore, e non puoi contraddire il tuo nome. Come ti potresti chiamare Salvatore se non ti curassi di salvarci? Come ti potremmo dire misericordioso, se a chi ti chiede pietà tu infliggessi una condanna? In Dio non c'è finzione, non è possibile l'inganno. Il tuo nome, Signore, è la tua identità. Ti chiami Gesù perché sei Gesù. Peccatore, avvicinati a lui: come attesta il suo nome, egli ha la missione di salvare il suo popolo dai suoi peccati. Noi siamo corrotti, egli è colui che purifica i peccatori e santifica le anime. Perché tremare? Non c'è nessun accento aspro, nessuna nota amara, nessun tono terribile nel nome di Gesù. Egli è tutto tenerezza e mansuetudine. La Sposa del Cantico celebra il suo nome dicendolo profumo cosparso [Ct 1,3]. Balsamo quindi, non aceto; versato, non tenuto in serbo. Dolgono le piaghe dei peccati? La coscienza rimorde? Ti tormenta il ricordo delle colpe? Fatti vicino; prendi il profumo, cospargilo su di te e l'angoscia che ti sconvolge cesserà.

L'eccellenza e la dignità di questo nome si manifestano nella sua efficacia. Uno storpio giaceva presso la porta Bella. Ecco l'apostolo Pietro entrare di lì; egli disse allo sciancato: «Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava [At 3,6-8]. Che cosa è più potente o efficace di questo nome? All'udirlo i morti ritornano in vita, gli storpi camminano, i ciechi vedono e i malati sono guariti.
Soppesa l'energia di questo nome. Considera i miracoli: quelli più certi e strepitosi sono sempre stati compiuti nel nome di Gesù. Chi mai oserà pronunziare senza sacro timore un nome così santo e potente? Solo a udirlo gli angeli si inchinano, gli uomini si inginocchiano, tremano i demoni. Questo nome mette in fuga Satana, dissipa le tentazioni più violente, penetra i cieli e tutto ottiene. Ne è garante il Signore stesso che ha dichiarato: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà [Gv 16,23]. E anche: Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò [Gv 14,14].

Augustinus
01-01-05, 21:15
Disc. 3, De Hypapante, 15-18, in PG 87, III, 3297-3299

Il vecchio Simeone vide la salvezza di Dio e proruppe in azione di grazie. Portò in braccio la salvezza stessa del Padre, mediante la quale egli trasmetteva agli umani la possibilità di salvarsi e una stupenda redenzione. Poi Simeone si indirizzò alla Vergine che aveva concepito nella propria carne e messo al mondo il Redentore, e si rivolse pure a Giuseppe, stimato padre di tale Luce del mondo, e pur totalmente estraneo alla sua nascita. Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele. Per la caduta di chi serve la lettera, per la risurrezione dei figli della grazia; per la caduta di chi venera l'antico legalismo, per la risurrezione degli amici della novità evangelica; per la caduta di chi si vanta d'aver Abramo come padre secondo la carne, per la risurrezione dei figli nati al patriarca dalla fede; per la caduta di chi è paludato nella prudenza del vecchio Adamo, per la risurrezione di chi sa rivestirsi del nuovo Adamo.

E' questi, o Madre rimasta vergine, il solo che fu generato da Dio secondo la natura ed è consustanziale a Dio Padre; solo lui ha Dio per Padre, solo lui è riconosciuto come l'Unigenito; eppure si è incarnato in te, o Vergine, da te nacque come uomo. Ma anche tu che contemplasti i misteri divini più alti, e desti al mondo questo tesoro di grazia, ti sentirai trafiggere l'anima da una spada; la spada penetrerà il tuo cuore e il tuo spirito sbigottito, quando vedrai coi tuoi occhi il Figlio volontariamente appeso in croce, innalzato fra due banditi mettere a morte la morte stessa, dalla quale eravamo uccisi. Allora lo vedrai darci la vita mentre giustamente stavamo agonizzando, lo vedrai incatenare legioni di demoni e svincolare l'uomo dalle catene del peccato, con cui satana da tanto tempo lo teneva imprigionato. Sì, sarai ferita alla vista di tutto ciò, ma non rimarrai a lungo sospesa. L'anima e lo spirito ti saranno trafitti da una spada, da prove enormi e orrende, ma il dubbio svanirà. Verrà strappato dal tempo e dallo spazio, ad opera del tuo concepimento senza unione, del tuo parto verginale.

Nulla di più spaventoso di quelle prove, nulla di più difficile da credere per menti torpide. Saranno svelati i pensieri di molti, che non possono contemplare i tuoi misteri divini e abbaglianti, anzi neppure poterono vedere le potenze celesti. Perciò chi non crede a quel messaggio precipita in rovina; invece si rialza illuminato per la vita eterna chi crede al tuo Figlio, lo confessa Dio e riconosce in te, sua madre, la Madre di Dio. Così Cristo, nato da te sarà come segno di contraddizione per tutti quelli che non comprenderanno i tuoi misteri e rotoleranno in una caduta irrimediabile insieme con la pena dovuta a quel loro rifiuto di credere; costoro non contempleranno mai la risurrezione dai morti e la vita del cielo, per non aver prestato fede alla vita eterna.
Poi, Simeone indugiò; aveva visto il regno della legge, anzi il legislatore in persona venire a presentarsi secondo le prescrizioni della legge. Nessuno potrà contraddire il pensiero di Paolo: Cristo è salvezza per chi crede, caduta e rovina per ogni mente infedele.

Ecco Anna: avanza a passi stentati, come una vecchia. Il mistero la chiama, perché si compia la profezia e lei renda profetica testimonianza che il Signore ha manifestato la sua salvezza e ha rivelato la giustificazione davanti a tutti i popoli. Non c'è più la legge, venuta prima come ombra e immagine, a imporre agli umani intollerabili pesi, perché ormai la grazia è rivelata a tutti con il suo giogo dolce e il suo carico leggero. Non c'è più legge, perché tutti i profeti l'annunziano parlando di Cristo, quando egli è già lì, lui che ispirò le loro profezie e li inviò a profetizzare. Sì, Anna fu illuminata da grazia profetica e parlò a tutti coloro che aspettavano la redenzione di Israele. Radicò nei cuori la consolazione divina: il Redentore dell'umanità era giunto, il Salvatore del mondo era apparso e voleva riscattare la sua immagine, bramava apportare salvezza all'uomo, sua creatura. Infatti Cristo si chiama Gesù e Gesù significa salvatore.

Augustinus
01-01-06, 10:02
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 177-183

1° GENNAIO

CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE E OTTAVA DI NATALE

Il mistero di questo giorno.

L'ottavo giorno dalla Nascita del Salvatore è giunto; i Magi si avvicinano a Betlemme; ancora cinque giorni, e la stella a fermerà sui luogo dove riposa il Bambino divino. Oggi, il Figlio dell'Uomo deve essere circonciso, e segnare, con questo primo sacrificio della sua carne innocente, l'ottavo giorno della sua vita mortale. Oggi, gli sarà imposto un nome; e questo nome sarà quello di Gesù che vuoi dire Salvatore. I misteri riempiono questo grande giorno; accogliamoli, e onoriamoli con tutta la religione e con tutta la tenerezza dei nostri cuori.

Ma questo giorno non è soltanto consacrato a onorare, la Circoncisione di Gesù; il mistero della Circoncisione fa parte di un altro ancora maggiore, quello dell'Incarnazione e dell'Infanzia del Salvatore; mistero che non cessa di occupare la Chiesa non solo durante questa Ottava, ma anche nei quaranta giorni del Tempo di Natale. D'altra parte, l'imposizione del nome di Gesù deve essere glorificata con una solennità speciale, che presto celebreremo. Questo grande giorno fa posto ancora a un altro oggetto degno di commuovere la pietà dei fedeli. Tale oggetto è Maria, Madre di Dio. Oggi, la Chiesa celebra in modo speciale l'augusta prerogativa della divina Maternità, e conferita a una semplice creatura, cooperatrice della grande opera della salvezza degli uomini.

Un tempo la santa Romana Chiesa celebrava due messe il primo gennaio: una per l'Ottava di Natale, l'altra in onore di Maria. In seguito, le ha riunite in una sola, come pure ha unito nel resto dell'Ufficio di questo giorno le testimonianze dell'ammirazione per il Figlio alle espressioni dell'ammirazione e della sua tenera fiducia per la Madre.

Per pagare il tributo di omaggi a colei che ci ha dato l'Emmanuele, la Chiesa Greca non aspetta l'ottavo giorno dalla Nascita del Verbo fatto carne. Nella sua impazienza, consacra a Maria il giorno stesso che segue al Natale, il 26 dicembre, sotto il titolo di Sinassi della Madre di Dio, riunendo queste due solennità in una sola, di modo che onora santo Stefano solo il 27 dicembre.

La Maternità divina.

Noi figli maggiori della santa Romana Chiesa, effondiamo oggi tutto l'amore dei nostri cuori verso la Vergine Madre, e uniamoci alla felicità che essa prova per aver dato alla luce il Signore suo e nostro. Durante il sacro Tempo dell'Avvento, l'abbiamo considerata incinta della salvezza del mondo; abbiamo proclamato la suprema dignità del suo casto seno come un altro cielo offerto alla Maestà del Re dei secoli. Ora essa ha dato alla luce il Dio bambino; lo adora, ma è la Madre sua. Ha il diritto di chiamarlo suo Figlio; e lui, per quanto Dio, la chiamerà con tutta verità sua Madre.

Non stupiamo dunque che la Chiesa esalti con tanto entusiasmo Maria e le sue grandezze. Comprendiamo al contrario che tutti gli elogi che essa può farle, tutti gli omaggi che può tributarle nel suo culto, rimangono sempre molto al di sotto di ciò che è dovuto alla Madre del Dio incarnato. Nessuno sulla terra arriverà mai a descrivere e nemmeno a comprendere quanta gloria racchiuda tale sublime prerogativa. Infatti, derivando la dignità di Maria dal fatto che è Madre di Dio, sarebbe necessario, per misurarla in tutta la sua estensione, comprendere prima la Divinità stessa. È a un Dio che Maria ha dato la natura umana; è un Dio che essa ha per Figlio; è un Dio che si è onorato, di esserle sottomesso, secondo l'umanità. Il valore di così alta dignità in una semplice creatura non può dunque essere stimato se non riavvicinandolo alla suprema perfezione del grande Dio che si degna così di mettersi sotto la sua dipendenza. Prostriamoci dunque davanti alla Maestà del Signore; e umiliamoci davanti alla suprema dignità di colei che Egli si è scelta per Madre.

Se consideriamo ora i sentimenti che tale situazione ispirava a Maria riguardo al suo divin Figlio, rimarremo ancora confusi dalla sublimità del mistero. Quel Figlio che essa allatta, che tiene fra le braccia, che stringe al cuore, lo ama perché è il frutto del suo seno; lo ama, perché è madre, e la madre ama il figlio come se stessa e più di se stessa; ma se passa a considerare la maestà infinita di Colui che si affida così al suo amore e alle sue carezze, trema e si sente quasi venir meno, fino a che il suo cuore di Madre la rassicura, al ricordo dei nove mesi che quel Bambino ha passato nel suo seno, e del sorriso filiale con il quale le sorrise nel momento in cui lo diede alla luce. Questi due grandi sentimenti, della religione e della maternità, si confondono in quel cuore su quell'unico e divino oggetto. Si può immaginare qualcosa di più sublime di questo stato di Maria Madre di Dio? e non avevamo ragione di dire che, per comprenderlo in tutta la sua realtà, bisognerebbe comprendere Dio stesso, il solo che poteva concepirlo nella sua infinita sapienza, e realizzarlo nella sua infinita potenza?

Madre di Dio! Ecco il mistero per la cui realizzazione il mondo era nell'attesa da tanti secoli; l'opera che, agli occhi di Dio, sorpassava infinitamente, come importanza, la creazione di un milione di mondi. Una creazione non è nulla per la sua potenza; egli dice, e tutte le cose sono fatte. Al contrario, perché una creatura diventasse Madre di Dio, egli ha dovuto non soltanto invertire tutte le leggi della natura col rendere feconda la verginità, ma porsi divinamente egli stesso in apporti di dipendenza, in rapporti di figliolanza riguardo alla fortunata creatura che ha scelta. Ha dovuto conferirle diritti su se stesso, accettare doveri verso di lei; in una parola, farne la Madre sua ed essere suo Figlio.

Da ciò deriva che i benefici di quella Incarnazione che dobbiamo all'amore del Verbo divino, potremo e dovremo, con giustizia, riferirli nel loro significato vero, benché inferiore, a Maria stessa. Se essa è Madre di Dio, è perché ha consentito ad esserlo. Dio si è degnato non solo di aspettare quel consenso, ma di farne dipendere la venuta del suo figlio nella carne. Come il Verbo eterno pronunciò il FIAT sul caos, e la creazione usci dal nulla per rispondergli; cosi, mettendosi Dio in ascolto, Maria pronunciò anch'essa il suo FIAT: sia fatto di me secondo la tua parola; e lo stesso Figlio di Dio ascese nel suo casto seno. Dobbiamo dunque il nostro Emmanuele dopo Dio, a Maria, la sua gloriosa Madre.

Questa necessità indispensabile d'una Madre di Dio, nel piano sublime della salvezza del mondo, doveva sconcertare gli artefici di quell'eresia che voleva distruggere la gloria del Figlio di Dio. Secondo Nestorio, Gesù non sarebbe stato che un uomo; la Madre sua non era dunque se non la madre d'un uomo: il mistero dell'Incarnazione era annullato. Di qui, l'antipatia della società cristiana contro un così odioso sistema. All'unisono, l'Oriente e l'Occidente proclamarono il Verbo fatto carne, nell'unità della persona, e Maria veramente Madre di Dio, Deipara, Theotocos, poiché ha dato alla luce Gesù Cristo. Era dunque giusto che a ricordo della grande vittoria riportata nel concilio di Efeso, e per testimoniare la tenera venerazione dei cristiani verso la Madre di Dio, si elevassero solenni monumenti che avrebbero attestato nei secoli futuri quella suprema manifestazione. Fu allora che cominciò nella Chiesa greca e latina, la pia usanza di congiungere, nella solennità di Natale, la memoria della Madre al culto del Figlio. I giorni assegnati a tale commemorazione furono differenti, ma il pensiero di religione era lo stesso.

A Roma, il santo Papa Sisto III fece decorare l'arco trionfale della Chiesa di S. Maria ad Praesepe, la meravigliosa basilica di S. Maria Maggiore, con un immenso mosaico a gloria della Madre di Dio. Quella preziosa testimonianza della fede del V secolo è giunta fino a noi; e in mezzo a tutto l'insieme sul quale figurano, nella loro misteriosa ingenuità, gli avvenimenti narrati dalle sacre Scritture e i simboli più venerabili, si può leggere ancora la nobile iscrizione con la quale il santo Pontefice dedicava quel segno della sua venerazione verso Maria, Madre di Dio, al popolo fedele: XISTUS EPISCOPUS PLEBI DEI.

Canti speciali furono composti anche a Roma per celebrare il grande mistero del Verbo fattosi uomo da Maria. Magnifici Responsori e Antifone vennero a servire d'espressione alla pietà della Chiesa e dei popoli, e hanno portato quell'espressione attraverso i secoli. Fra questi brani liturgici, vi sono delle Antifone che la Chiesa Greca canta con noi, nella sua lingua, in questi stessi giorni, e che attestano l'unità della fede come la comunità dei sentimenti, davanti al grande mistero del Verbo incarnato.

MESSA

La Stazione è a S. Maria in Trastevere. Era giusto che si glorificasse questa Basilica che fu sempre venerabile fra quelle che la pietà cattolica ha consacrate a Maria. È la più antica fra le Chiese di Roma dedicate alla santa Vergine, e fu consacrata da san Callisto, fin dal secolo III, nell'antica Taberna Meritoria, luogo celebre presso gli stessi autori pagani per la fontana d'olio che ne scaturì, sotto il regno d'Augusto, e scorse fino al Tevere. La pietà dei popoli ha voluto vedere in quell'avvenimento un simbolo del Cristo (unctus) che doveva presto nascere; e la Basilica porta ancora oggi il titolo di Fons olei [1].

EPISTOLA (Tit 2,11-15). - Carissimo: Apparve la grazia di Dio nostro Salvatore a tutti gli uomini, e ci ha insegnato a rinunziare all'empietà ed ai mondani desideri, per vivere con temperanza, giustizia e pietà in questo mondo, attendendo la beata speranza, la manifestazione gloriosa del gran Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo: il quale diede se stesso per noi, affine di riscattarci da ogni iniquità e purificarci un popolo tutto suo, zelatore di opere buone. Così insegna ed esorta: in Gesù Cristo Signor nostro.
In questo giorno, nel quale noi facciamo cominciare l'anno civile, i consigli del grande Apostolo vengono a proposito per avvertire i fedeli dell'obbligo che hanno di santificare il tempo che è loro dato. Rinunciamo ai desideri del secolo; viviamo con sobrietà con giustizia e con pietà; e nulla ci distragga dall'attesa della beatitudine che tutti speriamo. Il grande Dio e Salvatore Gesù Cristo, che appare in questi giorni nella sua misericordia per ammaestrarci, ritornerà nella sua gloria per ricompensarci. Il progredire del tempo ci avverte che il giorno si avvicina; purifichiamoci e diventiamo un popolo accetto agli occhi del Redentore, un popolo intento alle opere buone.

VANGELO (Lc 2,21). - In quel tempo: Come passarono gli otto giorni per la circoncisione del fanciullo, gli fu posto nome Gesù, com'era stato chiamato dall'Angelo prima che nel seno materno fosse concepito.
Il Bambino è circonciso; non appartiene più soltanto alla natura umana, ma diventa, per tale simbolo, membro del popolo eletto e consacrato al divino servizio. Egli si sottomette a quella cerimonia penosa, a quel segno di servitù, per compiere ogni giustizia. Riceve in cambio il nome di Gesù, nome che vuoi dire Salvatore; egli ci salverà dunque, ma ci salverà con il suo sangue. Ecco la volontà divina accettata da lui. La presenza del Verbo incarnato sulla terra ha per fine un sacrificio, e questo sacrificio comincia già. Potrebbe essere pieno e perfetto con quella sola effusione del sangue d'un Dio-Uomo; ma l'insensibilità del peccatore, del quale l'Emmanuele è venuto a conquistare l'anima, è così profonda che i suoi occhi contempleranno troppo spesso, senza che egli si commuova, l'abbondanza del sangue divino che è scorso sulla croce. Le poche gocce del sangue della circoncisione sarebbero bastate alla giustizia del Padre, ma non bastano alla miseria dell'uomo; e il cuore del divino Bambino vuole soprattutto guarire questa miseria. Per questo appunto egli viene; e amerà gli uomini fino all'eccesso, perché non vuole portare invano il nome di Gesù.

* * *
Consideriamo, in questo ottavo giorno dalla Nascita del divino Bambino, il grande mistero della Circoncisione che si opera nella sua carne. Oggi la terra vede scorrere le primizie del sangue che deve riscattarla; oggi il celeste Agnello, che deve espiare i nostri peccati, comincia a soffrire per noi. Compatiamo l'Emmanuele, che si offre con tanta dolcezza allo strumento che deve imprimergli un segno di servitù.

Maria, che ha vegliato su di lui con tanta sollecitudine, ha visto venire l'ora delle prime sofferenze del suo Figlio con una dolorosa stretta al suo cuore materno. Sente che la giustizia di Dio potrebbe fare a meno di esigere quel primo sacrificio, oppure accontentarsi del prezzo infinito che esso racchiude per la salvezza del mondo, e tuttavia, bisogna che la carne innocente del suo Figlio sia già lacerata, e che il suo sangue scorra sulle delicate membra.

Essa vede, desolata, i preparativi di quella rozza cerimonia; non può ne fuggire ne considerare il suo Figlio nelle angosce di quel primo dolore. Bisogna che oda i suoi sospiri, il suo gemito di pianto, e veda scendere le lacrime sulle sue tenere gote. "Ma mentre egli piange - dice san Bonaventura - credi tu che la Madre sua possa contenere le lacrime? Essa stessa dunque pianse. E vedendola così piangere, il Figlio suo, che stava ritto sul suo grembo, portava la manina sulla bocca e sul viso della Madre, come per farle segno di non piangere, perché Colei che egli amava teneramente, la voleva vedere cessare di piangere. Similmente da parte sua la dolce Madre, le cui viscere erano fortemente commosse dal dolore e dalle lacrime del suo Figliuolo, lo consolava con i gesti e con le parole. Infatti, siccome era molto prudente, essa intendeva bene la sua volontà, per quanto ancora non parlasse. E diceva: Figlio mio, se vuoi che io smetta di piangere, smetti anche tu, perché non posso fare a meno di piangere anch'io se piangi tu. E allora, per compassione verso la Madre, il Figlioletto cessava di singhiozzare. La Madre gli asciugava quindi gli occhi, metteva il suo viso a contatto con quello di lui, lo allattava e lo consolava in tutti i modi che poteva" [2].

Ora, che cosa renderemo noi al Salvatore delle anime nostre, per la Circoncisione che si è degnato di soffrire onde mostrarci il suo amore? Dovremo seguire il consiglio dell'Apostolo (Col 2,2) e circoncidere il nostro cuore da tutti i suoi affetti cattivi, sradicarne il peccato con tutte le sue cupidigie, vivere infine di quella vita nuova di cui Gesù Bambino ci reca dal ciclo il semplice e sublime modello. Cerchiamo di consolarlo di questo primo dolore, e rendiamoci sempre più disposti agli esempi che egli ci dà.


PREGHIAMO
O Dio, che per la feconda verginità della beata Vergine Maria hai procurato al genere umano il prezzo dell'eterna salvezza; concedici, te ne preghiamo, di sentire l'intercessione di Colei che ci offrì in dono l'autore della vita, nostro Signor Gesù Cristo.
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NOTE

[1] Fino all'VIII secolo, il primo giorno dell'anno si celebrava con una festa pagana. La Chiesa la sostituì, fra il 600 e il 657, con una festa cristiana, l'Octava Domini; era una nuova festa di Natale con uno speciale ricordo dedicato a Marla, Madre di Gesù, e la Stazione si faceva a S. Marla ad Martyres, il Pantheon d'Agrippa. Questa festa sarebbe, a giudizio di alcuni, la prima festa mariana della liturgia romana (Ephem. Liturg. t. 47, p. 430). I calendari bizantini dell'VIII e del IX secolo, e prima ancora il canone 17 del Concilio di Tours tenutosi nel 567 e il Martirologio gerominiano (fine del VI secolo) indicano, per il 1° gennaio, la festa della Circoncisione. Inoltre, nel paesi ielle Gallie si digiunava in quel giorno per distogliere i fedeli dalle feste pagane del 1° gennaio. Solo nel IX secolo la Chiesa Romana accetta la festa della Circoncisione: si ebbe allora doppio Ufficio e doppia Stazione, una delle quali a San Pietro.

[2] Meditazioni sulla Vita di Gesù Cristo, Vol. I.

Augustinus
01-01-06, 11:28
Natale del Signore (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=149208)

Maria Madre di Dio (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=144740)

Santissimo Nome di Gesù (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=313431)

Per la fine dell'Anno civile (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=394467)

Augustinus
01-01-07, 09:58
http://www.wga.hu/art/a/angelico/11/armadio8.jpg Beato Angelico, Circoncisione del Signore, 1450 circa, Armadio degli argentieri, Museo di San Marco, Firenze

http://www.wga.hu/art/a/albertin/visitat3.jpg Mariotto Albertinelli, Circoncisione del Signore, 1503, Galleria degli Uffizi, Firenze

http://www.wga.hu/art/m/master/ab/panel5.jpg Maestro del monogramma AB, Circoncisione del Signore, 1530 circa, Gemäldegalerie, Dresda

http://cgfa.dotsrc.org/signorelli/signorelli1.jpg Luca Signorelli, Circoncisione del Signore, 1490-91, National Gallery, Londra

http://img110.imageshack.us/img110/5873/circoncisionemr3.jpg Luis de Carvajal, Circoncisione del Signore, 1580 circa, Hermitage, San Pietroburgo

http://img294.imageshack.us/img294/7697/circoncisione3kv2.jpg http://img20.imageshack.us/img20/1567/circonsione4va1.jpg Seguace di Simon Bening, miniatura della Circoncisione del Signore, Libro delle ore, 1500-25, Museum Meermanno Westreenianum, L'Aja

Augustinus
31-12-07, 21:55
(Disc. 6 per il Natale 2-3, 5, in PL 54, 213-216)

L'infanzia, che il Figlio di Dio non ha ritenuto indegna della sua maestà, si sviluppò con il crescere dell'età nella piena maturità dell'uomo. Certo, compiutosi il trionfo della passione e della risurrezione, appartiene al passato tutto l'abbassamento da lui accettato per noi: tuttavia la festa d'oggi rinnova per noi i sacri inizi di Gesù, nato dalla Vergine Maria. E mentre celebriamo in adorazione la nascita del nostro Salvatore, ci troviamo a celebrare il nostro inizio: la nascita di Cristo segna l'inizio del popolo cristiano; il natale del Capo è il natale del Corpo.
Sebbene tutti i figli della Chiesa ricevano la chiamata ciascuno nel suo momento e siano distribuiti nel corso del tempo, pure tutti insieme, nati dal fonte battesimale, sono generati con Cristo in questa natività, così come con Cristo sono stati crocifissi nella passione, risuscitati nella risurrezione, collocati alla destra del Padre nell'ascensione.
Ogni credente, che in qualsiasi parte del mondo viene rigenerato in Cristo, rompe i legami con la colpa d'origine e diventa uomo nuovo con una seconda nascita. Ormai non appartiene più alla discendenza del padre secondo la carne, ma alla generazione del Salvatore che si è fatto figlio dell'uomo perché noi potessimo divenire figli di Dio. Se egli non scendesse a noi in questo abbassamento della nascita, nessuno con i propri meriti potrebbe salire a lui.
La grandezza stessa del dono ricevuto esige da noi una stima degna del suo splendore. Il beato Apostolo ce l'insegna: «Non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato» (Cor 2, 12). La sola maniera di onorarlo degnamente è di offrirgli il dono stesso ricevuto da lui.
Ora, per onorare la presente festa, che cosa possiamo trovare di più confacente, fra tutti i doni di Dio, se non la pace, quella pace che fu annunziata la prima volta dal canto degli angeli alla nascita del Signore? La pace genera i figli di Dio, nutre l'amore, crea l'unione; essa è riposo dei beati, dimora dell'eternità. Suo proprio compito e suo beneficio particolare è di unire a Dio coloro che separa dal mondo del male.
Quelli dunque che «non da sangue né da volere di carne né da volere d'uomo, ma da Dio sono nati» (Gv 1, 13), offrano al Padre i loro cuori di figli uniti nella pace. Tutti i membri della famiglia adottiva di Dio si incontrino in Cristo, primogenito della nuova creazione, il quale venne a compiere non la sua volontà, ma quella di chi l'aveva inviato.
Il Padre infatti nella sua bontà gratuita adottò come suoi eredi non quelli che si sentivano divisi da discordie e incompatibilità vicendevoli, bensì quelli che sinceramente vivevano ed amavano la loro mutua fraterna unione. Infatti quanti sono stati plasmati secondo un unico modello, devono possedere una comune omogeneità di spirito. Il Natale del Signore è il natale della pace. Lo dice l'Apostolo: «Egli è la nostra pace, egli che di due popoli ne ha fatto uno solo» (Ef 2, 14), perché, sia giudei sia pagani, «per mezzo di lui possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito» (Ef 2, 18).

Augustinus
01-01-08, 09:42
http://www.wga.hu/art/t/tintoret/3b/3ground/7circum.jpg http://www.wga.hu/art/t/tintoret/3b/3ground/7circum1.jpg Tintoretto, Circoncisione, 1587 circa, Scuola di San Rocco, Venezia

http://www.wga.hu/art/f/fabritiu/barent/circumci.jpg Barent Fabritius, Circoncisione di Gesù, collezione privata

http://www.wga.hu/art/m/marziale/circumci.jpg Marco Marziale, Circoncisione di Gesù, Museo Correr, Venezia

http://www.wga.hu/art/m/mazzolin/circumci.jpg Ludovico Mazzolino, Circoncisione di Gesù, 1520 circa, Collezione Vittorio Cini, Venezia

Augustinus
01-01-08, 09:54
Circumcision

The Hebrew, like the Greek (peritome), and the Latin (circumcisio), signifies a cutting and, specifically, the removal of the prepuce, or foreskin, from the penis. The number and variety of tribes and nations who practised it are surprising; a conservative estimate places the number that practise it in our day at two hundred millions. Herodotus says that the Egyptians, Colchians, and Ethiopians, from very early times, were circumcised; and he mentions other races, the Phoenicians and Syrians of Palestine (the Jews, as Josephus maintains), who say that they learned the use of circumcision from the Egyptians (Herod., II, 104; Jos., C. Ap., I, 22). Even some Christians circumcise their children, the Copts, for instance, and the Abyssinians, in Africa; and among the Filipinos, the same may be said of most of the Tagalos, who are Catholics. To these last, however, it is a mere ceremony without religious import. The Mohammedan Moros may have introduced it into the islands, where it remains, notwithstanding centuries of Christian influence against it (C. N. Barney, see bibliography). The Abyssinians are entirely under Jewish influence, though they profess Christianity: they observe the Jewish Sabbath, circumcise on the eighth day, and observe many other usages. (See Andree, cited below, p. 189.) Andree states also that the custom of circumcising is found in Sumatra (pp. 191, 192), the east coast of New Guinea (p. 197), and among the Samoans, who call Europeans "the uncircumcised". Even in America, circumcision was in use among the Aztec and Maya races (op. cit. 201, 202). The fact of its existence in Australia (Spencer and Gillen, Tribes of Central Australia, p. 218 sq.), and in a great part of the islands of Oceanica, not to speak of America, would seem to throw some doubt on the assertion of Herodotus that it had its origin in Egypt.

It is not easy to assign satisfactory reasons for a usage so general. Those who think it was a tribal mark, like tattooing, or the knocking out of the front teeth, should consider that such marks are usually conspicuous. Was it connected with phallic worship, and thus regarded as an offering to the deity of fertility? or was it, as some think, a substitute for human sacrifice? From the fact that the priests in Egypt were, beyond question, circumcised (G. Rawlinson -- Ancient Egypt, vol. I, p. 452), as also from the fact that the upper classes among the Aztec and Celebes tribes made use of it, we may conclude that circumcision was not looked upon as a mark of slavery or subjection, but rather of nobility and superiority. Father Lagrange holds that it had a religious significance, and that, as it is not referred to in Chaldean monuments, it was not a protosemitic practice, but may have had its origin in Arabia (Etudes sur les religions sémitiques, 1903, pp. 239-243).

Merely utilitarian motives have been assigned by many: even Philo (De Circumcisione, II, 211, ed. Mangey) gives cleanliness, freedom from disease, offspring, and purity of heart, this last the only mystical or sacramental one among the four, which Herodotus also mentions as the motive of the Egyptians, kathariotetos eineka (II, 37). Physicians prescribe circumcision in certain cases, for instance, to guard against phimosis, balanitis, and other such evils; further, Rosenzweig recommended its general adoption in the Prussian army (Zur Beschneidungsfrage, 1878). That the ceremony had some relation to initiation into manhood, at the marriageable age, seems to receive support from the custom of certain tribes of being circumcised at the age of puberty; and also from the fact that the Arabic word khatan signifies to circumcise and to be allied by marriage.

It is strange that the universal practice of circumcision among those who profess Mohammedanism is neither based upon, nor sanctioned by, the Koran. Was this silence observed by the Prophet of Islam because there was no need of prescribing what already had the force of law or, perhaps, because it did not seem to him to have any religious significance? However we explain his silence, tradition, by appealing to his authority, soon gave to the practice all the weight of his sanction. The age at which the Arabs were circumcised was, according to Josephus (Ant., I, xii, 2), thirteen years, in imitation of Ismael (Gen. xvii, 25). At present the regular time for circumcising Mohammedan children is between the ages of seven and twelve years. The Bedouin tribes too, though not scrupulous Islamites, have adhered faithfully to this usage of their forefathers. A short description of the ceremony of circumcision among the nomads of the Sinaitic peninsula may be read in the "Palestine Exploration Fund, Quarterly Statement" (Jan., 1906, p. 28). The writer says that the ceremony has "nothing religious" about it: yet, as he states, the beginning of the Koran is recited on the occasion.

The relation, if there be any, between Gentile and Jewish circumcision is an interesting subject. The clear statement of the Bible that circumcision was given to Abraham, as "a sign of the covenant" (Gen. xvii, 11), need not compel us to believe that hitherto it was unknown in the world. Like the law of clean and unclean, in food and daily life, it may be regarded as a practice of venerable antiquity that was adopted and adapted to express what it had not expressed before. The rainbow existed from the first days of rain and sunshine, for it is the result of both, but the Lord gave its future significance to Noah. The same is true of incense, sacrifice, and lustral water, which, though found very early among nations not in touch with revelation, are yet prescribed by Divine ordinance and used in Divine worship. If, therefore, we question the assertion of Herodotus, that circumcision was of Egyptian origin, and was adopted from the Egyptians by surrounding nations, and, among these, by the Syrians. (Jews) of Palestine, it is not because of theological scruples, but rather because of lack of argument. Whatever may be said about Herodotus as a witness in matters that fell under his personal observation, when he argues, his authority is only in proportion to the weight of his arguments, and these are, in many instances, mere conjectures. Artapanus, quoted by Eusebius (Præpar. Evan., IX, xxviii), goes so far as to say that the Egyptians adopted the practice of circumcision from Moses.

The illustration of the ceremony of circumcision pictured on the ruins of Karnak, is probably later than the going down of Israel into Egypt. It is given in Andree's work, pp. 187, 188 (see below); and also in Ebers, "Aegypten etc.", pp. 278-284 (see below), who, moreover, discusses the inferences to be drawn from the finding of a circumcised mummy. We may safely say, however, that up to our time the monuments of antiquity furnish no conclusive proof that circumcision was practised anywhere prior to the Biblical date, at which God made it "a sign of the covenant" between Himself and Abraham (Genesis 17:11). To the Jews it had a sacramental meaning, derived from its Divine institution and sanction. As Isaac, so their children were circumcised on the eighth day, according to the law: "An infant of eight days old shall be circumcised among you, every man child in your generations: he that is born in the house, as well as the bought servant shall be circumcised, and whosoever is not of your stock: And my covenant shall be in your flesh for a perpetual covenant. The male, whose flesh of his foreskin shall not be circumcised, that soul shall be destroyed out of his people: because he hath broken my covenant" (Genesis 17:12-14; 21:4). For some reason, not given in the text, Moses while in Madian neglected to circumcise his son, Eliezer, on which account God "would have killed him", i.e. not Eliezer, as some think, but Moses, as the passage indicates. Sephora, having taken a sharp stone, circumcised her son with it, and said, "a bloody spouse art thou to me"; whereupon the Lord "let him go" (Exodus 4:24-26). The Greek reading, "the blood of my son's circumcision has ceased to flow", is obscure. Sephora very probably meant that by what she had done she had saved the life of her husband and confirmed their marriage by the shedding of blood.

During the sojourn of forty years in the desert the law of circumcision was not observed, as the changes incident to nomadic life, in so large a community, made its observance almost impossible. When, however, the people came into the Land of Promise, the Lord said to Josue: "Make thee knives of stone, and circumcise the second time the children of Israel" (Joshua 5:2). The second time, i.e. renew the practice which had been omitted during the nomadic period. As Sephora used a stone knife, so on this occasion stone knives were used, which is a proof that the events narrated are of great antiquity. The words of the Lord to Josue, "This day have I taken away from you the reproach of Egypt", seem to refer not to circumcision, as some think, but to the disgrace of being slaves to the Egyptians, contrasted with the honour of entering into the true liberty of the children of God. Josephus interprets them in this sense: "Now the place where Joshua pitched his camp was called 'Gilgal', which denotes 'liberty', for since now they had passed over Jordan, they looked upon themselves as freed from the miseries which they had undergone from the Egyptians, and in the wilderness" (Ant., V, i, 11). Many modern scholars, however, translate Gilgal, "a rolling away", "circle" (Gesenius, s. v.), and think that the Heb. text of Josue (v, 9), "I have rolled away from you the reproach of Egypt", refers to the removal of the disgrace of uncircumcision; for at that time, they suppose, most of the Egyptians, and not a few Jews while in Egypt, were uncircumcised. The law was clear and peremptory: "The uncircumcised shall be destroyed out of his people" (Genesis 17:14); and for both Jews and strangers circumcision was a necessary preparation for eating the paschal lamb (Exodus 12:48). "i>Arel, "uncircumcised", is frequently used as a term of reproach, i.e. profane, unclean (Judges 15:18; 1 Kings 14:6, 17:36, 31:4; Isaiah 52:1; Ezekiel 28:10, 32:25, 26, etc.). The school of Shammai, therefore, was conservative, insisting on the rigorous observance of the law, while that of Hillel, was more inclined to leniency, in dealing with proselytes and strangers. Josephus, in the advice of Eleazer and Ananias to Izates, King of Adiabene, gives the views of the rigorists and the laxists in reference to the necessity of circumcision (Ant., XX, ii, 4; cf. Graetz, Geschichte d. Juden, III, pp. 172 sqq.). The rigorous doctrine was adopted by John Hyrcanus, who compelled the Idumeans to be circumcised. They received, moreover, the entire Jewish Law; so that Josephus says "they were hereafter no other than Jews" (Ant., XIII, ix, 1). Therefore, the fact that Herod was an Idumean helped him to the throne. The Itureans also were forced "to live according to the Jewish laws" (Jos., Ant., XIII, xi, 3).

Long before this, many of the Persians were circumcised and "became Jews, for the fear of the Jews had fallen upon them" (Esther 8:17, Heb. text; Josephus, Ant., XI, 6:13). The Book of Jubilees insists upon he strict observance of the law, and protests against those that "make the members of their body appear like those of the gentiles" (xv, 26, 27). During the period of Greek rule in Palestine, when those that kept the laws of Moses were put to death by the gentile tyrants (1 Maccabees 1:63; 2 Maccabees 6:10), some Jews, under Greek influence, "made themselves prepuces" and turned away from the ways and traditions of their fathers (1 Maccabees 1:15, 16; Joshua Ant., XII, 5:1). To this epispastic operation performed on the athletes to conceal the marks of circumcision St. Paul alludes, me epispastho (1 Corinthians 7:18). Therefore Jewish circumcision, in later times, tears the membrane that remains after circumcision given in the ordinary way, among the Arabs for instance, and thus defeats even the surgeon's skill.

In our day many Jews are not so zealous in keeping the law as their fathers were; nor do they think it necessary to have the "sign of the covenant" in their flesh. The ceremony is considered cruel, nor has it any sacramental import in Jewish national life. The Reform movement at Frankfort-on-the-Main, 1843, considered it an unnecessary element of Judaism. This lax doctrine could find no stronger expression than in the case of Chief Rabbi Einhorn of Mecklenburg, who in 1847 defended his having named and consecrated an uncircumcised child in the synagogue, as a child, even though uncircumcised, born of Jewish parents, enjoys all the privileges and assumes all the obligations of a Jew. (See Jewish Encyl., s. vv. Circumcision, Einhorn.)

Neither place nor minister is designated in the law of circumcision. The mother sometimes, oftener the father, circumcised the child. Later, one skilled in the operation, called a Mohel, usually a surgeon, performed it. In Josephus, Ant., XX, ii, 4, we read that Izates, the King of Adiabene, wishing to live as a Jew, "sent for a surgeon" and was circumcised, evidently at home, as in modern times also the ceremony may take place either at home or usually in the synagogue. The eighth day was prescribed, even should it be the Sabbath (see John 7:22-23). A name was given, as in Luke, i, 59, ii, 21, to commemorate the change of the patriarch's name from Abram to Abraham, when God made the covenant with him and made circumcision the sign of it (Genesis 17:5). In the ceremony, the one that holds the child is called Sandek, from the Greek synteknos, equivalent to our godfather in baptism; and as Elias was a zealous champion of the law, for which he suffered much, there is a vacant chair for him at every circumcision.

The Jews were proud of their descent from Abraham, but did not always "do the works of Abraham" (John 8:39). They attached so much importance to the external act, that while attending to the letter they neglected the spirit of the law. Jeremias (iv, 4; ix, 25, 26) calls their attention to the necessity of circumcision of the heart, as all important. Even in Deut., x, 16, xxx, 6, this spiritual circumcision is set forth in no uncertain language. As uncircumcision means profane, unclean, imperfect, "I am of uncircumcised lips" (Exodus 6:12), "their ears are uncircumcised" (Jeremiah 6:10), and was applied to inanimate things also, as in Lev., xix, 23, "the fruit that cometh forth shall be unclean [Hebrew uncircumcised] to you", so to circumcise the heart (Romans 2:29) means to reform the inner man, by cutting off the vices and correcting the disorders that make him displeasing in the sight of God. To leave the synagogue was to give up that which more than anything else characterized it (see Galatians 2:7-8). Yet St. Paul, while showing his freedom from the legalities of the Old Dispensation by not circumcising Titus (Galatians 2:3), wished to bury the synagogue with honour by subjecting Timothy to the law of circumcision (Acts 16:3). Even though Christ Himself, as a true son of Abraham, submitted to the law, His followers were to be children of Abraham by faith, and were to "adore the Father in spirit and in truth" (John 4:23). The Council of Jerusalem decided against the necessity of the rite, and St. Paul, in his Epistle to the Galatians, condemns the teachers that wished to make the Church of Christ only a continuation of the synagogue: "Behold, I Paul tell you, that if you be circumcised, Christ shall profit you nothing" (v, 2). Here he refers to the supposed efficacy and necessity of circumcision, rather than to the mere ceremony; for he did not consider it wrong to circumcise Timothy. It was wrong, however, for the Galatians, having been baptized, and having taken upon themselves the obligations of the law of Christ with all its privileges, to be circumcised as a necessary means of salvation, since, by going for salvation from the Church to the Synagogue, they virtually denied the sufficiency of the merits of Christ (cf. Piconio, "Trip. Exp. in Gal.," v, 2). The Apostle gives the essence of Christianity when he says: "In Christ Jesus neither circumcision availeth any thing, nor uncircumcision: but faith that worketh by charity" (Galatians 5:6). In his Epistle to the Romans, iv, he shows that Abraham was justified by faith, before circumcision was given as a sign of the covenant; so that the uncircumcision of the New Law is the continuation of the first ages of faith upon the earth. The gentile church of uncircumcision, according to St. Gregory the Great, is composed of men from the time of Abel the Just to the end of ages (Hom. xix in Evan.). St. Justin also says that as Henoch and the just of old received the spiritual circumcision, so do we receive it in the Sacrament of Baptism (Dial. cum Tryph., n. xliii).

St. Thomas holds that circumcision was a figure of baptism: this retrenches and restrains the animal man as that removed a part of his body -- which physical act indicated the spiritual effect of the sacrament (De Sac., Summa, III, Q. lxx, a. 1). He gives three reasons why the organ of generation rather than any other was to be circumcised:

Abraham was to be blessed in his seed;
The rite was to take away original sin, which comes by generation;
It was to restrain concupiscence, which is found especially in the generative organs (III, Q. lxx, a. 3).

According to his teaching, as baptism remits original sin and actual sins committed before its reception, so circumcision remitted both, but ex opere operantis, i.e. by the faith of the recipient, or, in the case of infants, by the faith of the parents. Infants that died before being circumcised could be saved, as were those who lived prior to the institution of circumcision, and as females were even after its institution, by some sign -- the parents' prayer, for instance -- expressive of faith. Adults did not receive the remission of all the temporal punishment due to sin as in baptism: -- "Adulti, quando circumcidebantur, consequebantur remissionem, non solum originalis peccati, sed etiam actualium peccatorum; non tamen ita quod liberarentur ab omni reatu p næ, Sicut in baptismo, in quo confertur copiosior gratia" (III, Q. lxx, a. 4). The main points of the teaching of the Angelic Doctor were commonly held in the Church, even before the days of St. Augustine, who with other Fathers maintained that circumcision was not a mere ceremony, but a sacramental rite. (Cf. De Civ. Dei, xvi, 27.)

Bibliography

Authorities, Patristic and Scholastic, may be found in DE AUGUSTINIS, De Re Sacram., I, par. i, art. ii, th. iii. ASHER, The Jewish Rite of Circumcision. (London, 1873); SCHECHTER, Studies in Judaism (1896), 288, 89, 343; REMONDINO, History of Circumcision (Phila. and London, 1891); ANDREE, Ethnographische Parallelen und Vergleiche (Leipzig, 1889), Beschneidung, pp. 166-213; BARNEY, Circumcision and Flagellation among the Filipinos (Carlisle, Pa., 1903); ARNOLD, Circumcision in New York Medical Jour. (Feb. 13, 1886); EBERS, Aegypten und die Bücher Moses (Leipzig, 1868); MACALESTER in HASTINGS, Dict. of the Bible, s.v.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. III, New York, 1908 (http://www.newadvent.org/cathen/03777a.htm)

Augustinus
01-01-08, 09:56
Feast of the Circumcision

As Christ wished to fulfil the law and to show His descent according to the flesh from Abraham. He, though not bound by the law, was circumcised on the eighth day (Luke 2:21), and received the sublime name expressive of His office, Jesus, i.e. Saviour. He was, as St. Paul says, "made under the law", i.e. He submitted to the Mosaic Dispensation, "that he might redeem them who were under the law: that we might receive the adoption of sons" (Galatians 4:4, 5). "The Christ, in order to fulfil all justice, was required to endure this humiliation, and bear in His body the stigma of the sins which He had taken upon Himself" (Fouard, A Life of Jesus, tr., I, 54). The circumcision took place, not in the Temple, though painters sometimes so represent it, but in some private house, where the Holy Family had found a rather late hospitality. The public ceremony in the synagogue, which is now the usage, was introduced later. Christmas was celebrated on 25 December, even in the early centuries, at least by the Western Church, whence the date was soon adopted in the East also. (See CHRISTMAS). Saint Chrysostom credits the West with the tradition, and St. Augustine speaks of it as well and long established. Consequently the Circumcision fell on the first of January. In the ages of paganism, however, the solemnization of the feast was almost impossible, on account of the orgies connected with the Saturnalian festivities, which were celebrated at the same time. Even in our own day the secular features of the opening of the New Year interfere with the religious observance of the Circumcision, and tend to make a mere holiday of that which should have the sacred character of a Holy Day. St. Augustine points out the difference between the pagan and the Christian manner of celebrating the day: pagan feasting and excesses were to be expiated by Christian fasting and prayer (P. L., XXXVIII, 1024 sqq.; Serm. cxcvii, cxcviii). The Feast of the Circumcision was kept at an early date in the Gallican Rite, as is clearly indicated in a Council of Tours (567), in which he Mass of the Circumcision is prescribed (Con. Tur., II., can. xvii in Labbe, V, 857). The feast celebrated at Rome in the seventh century was not the Circumcision as such, but the octave of Christmas. The Gelasian Sacramentary gives the title "In Octabas Domini", and prohibits the faithful from idolatry and the profanities of the season (P. L., LXXIV, 1061). The earliest Byzantine calendars (eighth and ninth centuries) give for the first of January both the Circumcision and the anniversary of St. Basil. The Feast of the Circumcision was observed in Spain before the death of St. Isidore (636), for the "Regula Monachorum", X, reads: "For it hath pleased the Fathers to appoint a holy season from the day of the Lord's birth to the day of His Circumcision" (P.L., LXXXIII, 880). It seems, therefore, that the octave was more prominent in the early centuries, and the Circumcision later.

It is to be noted also that the Blessed Virgin Mary was not forgotten in the festivities of the holy season, and the Mass in her honour was sometimes said on this day. Today, also, while in both Missal and Breviary the feast bears the title "In Circumcisione Domini et Octav Nativitatis", the prayers have special reference to the Blessed Virgin, and in the Office, the responses and antiphons set forth her privileges and extol her wonderful prerogatives. The psalms for Vespers are those appointed for her feasts, and the antiphons and hymn of Lauds keep her constantly in view. As paganism passed away the religious festivities of the Circumcision became more conspicuous and solemn; yet, even in the tenth century, Atto, Bishop of Vercelli, rebuked those who profaned the holy season by pagan dances, songs, and the lighting of lamps (P.L. CXXXIV, 43). (See also NEW YEAR'S DAY.)

Bibliography

Acta SS., Jan., I, Sermo Faustini (describing secular festivities and Christian fasts; BUTLER, The Lives of the Saints, 1 Jan.; SMITH, Dict. of Christ. Antiquities, s.v.; DUCHESNE, Les origines du culte chrét. (tr. London, 1904), 273.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. III, New York, 1908 (http://www.newadvent.org/cathen/03779a.htm)

Augustinus
01-01-08, 18:10
Istruzione sopra le feste del Signore,
della B. Vergine e dei Santi

Parte prima: Delle feste del Signore

Della Circoncisione del Signore

12. Che festa è la Circoncisione del Signore?
La Circoncisione del Signore è la festa istituita per celebrare la memoria del sangue sparso da Gesù Cristo nei primi giorni della sua vita.

13. Che cosa era la circoncisione nella legge antica?
La circoncisione nella legge antica era un rito istituito dal Signore, per contrassegnare coloro che appartenevano al popolo di Dio, e per distinguerli dalle genti infedeli.

14. Gesù Cristo era anch'Egli soggetto alla legge della circoncisione?
Gesù Cristo certamente non era soggetto alla legge della circoncisione, perché era fatta per i servi e per i peccatori; e Gesù Cristo era vero Figliuolo di Dio e autore della legge, ed era la medesima santità.

15. Perché Gesù Cristo ha voluto essere circonciso senza esservi obbligato?
Gesù Cristo ha voluto essere circonciso senza esservi obbligato, perché essendosi per amore addossato i nostri peccati, volle portarne le pene e cominciare a lavarli col sangue fino dai primi giorni della sua vita.

16. Che altro avvenne quando Gesù Cristo fu circonciso?
Quando Gesù Cristo fu circonciso gli venne imposto il nome di Gesù, come già l'Angelo aveva ordinato per parte di Dio alla santissima Vergine e a san Giuseppe.

17. Che cosa significa il nome di Gesù?
Il nome di Gesù significa Salvatore; e si diede al Figliuolo di Dio, perché veniva a salvarci e a liberarci dai nostri peccati.

18. Si deve avere grande rispetto pel nome di Gesù?
Pel nome di Gesù si deve avere grandissimo rispetto, perché questo rappresenta il nostro divin Redentore che ci ha riconciliati con Dio, e ci ha meritato alla vita eterna.

19. Che cosa dobbiamo fare per celebrare la festa della Circoncisione secondo la mente della Chiesa?
Per celebrare la festa della Circoncisione secondo la mente della Chiesa dobbiamo fare quattro cose:

adorare Gesù Cristo, ringraziarlo ed amarlo;
invocare con viva fede e con rispetto il suo santissimo Nome, e porre in esso tutta la nostra confidenza;
praticare la circoncisione spirituale, che consiste nel togliere dal cuore il peccato e ogni affetto disordinato;
consacrare a Dio tutto l'anno che incomincia, e pregarlo a darci grazia di passarlo nel suo divino servizio.

S. Pio X, Catechismo Maggiore (http://it.wikisource.org/wiki/Catechismo_Maggiore/Feste/Parte_prima/Circoncisione)

Augustinus
31-12-08, 22:05
http://collection.aucklandartgallery.govt.nz/collection/images/display/M1982/M1982_1_2_238.jpg Jacques Callot, Circoncisione del Signore, 1630-36, Auckland Art Gallery, Auckland, Nuova Zelanda

Augustinus
01-01-09, 09:27
http://img114.imageshack.us/img114/8356/incircumcisioneetoctavajv6.jpg
DIE 1 JANUARII

IN CIRCUMCISIONE DOMINI
ET OCTAVA NATIVITATIS

Duplex II classis

Statio ad S. Mariam trans Tiberim

Introitus

Is. 9, 6

PUER natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps. 97, 1. Cantáte Dómino cánticum novum: quia mirabília fecit. V/. Glória Patri. Puer.


Oratio
DEUS, qui salútis ætérnæ, beátæ Maríæ virginitáte fœcúnda, humáno géneri praémia præstitísti: tríbue, quaésumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitæ suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui tecum.


Léctio Epístolæ beati Pauli Apóstoli ad Titum
Tit. 2, 11-15

CARÍSSIME: Appáruit grátia Dei Salvatóris nostri ómnibus homínibus, erúdiens nos, ut, abnegántes impietátem et sæculária desidéria, sóbrie et juste et pie vivámus in hoc sǽculo, exspectántes beátam spem et advéntum glóriæ magni Dei et Salvatóris nostri Jesu Christi: qui dedit semetípsum pro nobis: ut nos redímeret ab omni iniquitáte, et mundáret sibi pópulum acceptábilem, sectatórem bonórum óperum. Hæc lóquere et exhortáre: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Graduale. Ps. 97, 3 et 2. Vidérunt omnes fines terræ salutáre Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. V/. Notum fecit Dóminus salutáre suum: ante conspéctum géntium revelávit justítiam suam.

Allelúja, allelúja. V/. Hebr. 1, 1-2. Multifárie olim Deus loquens pátribus in Prophétis, novíssime diébus istis locútus est nobis in Fílio. Allelúja.


http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc. 2, 21

IN ILLO témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur Puer: vocátum est nomen ejus Jesus, quod vocátum est ab Angelo, priúsquam in útero conciperétur.

Credo.

Offertorium. Ps. 88, 12 et 15. Tui sunt cæli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium præparátio sedis tuæ.


Secreta
MUNERIBUS nostris, quaésumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et cæléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi. Per Dóminum.

Præfatio et Communicántes de Nativitáte.

Communio. Ps. 97, 3. Vidérunt omnes fines terræ salutáre Dei nostri.


Postcommunio
HÆC nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genitríce María, cæléstis remédii fáciat esse consórtes. Per eúndem Dóminum.

¶ Dominica a die 2 ad 5 Januarii occurrente, si celebretur aliquod Festum quod non sit Domini, in Missa fit Commemoratio ipsius Dominicæ, ut in Vigilia Epiphaniæ, sine tamen ultimo Evangelio Dominicæ, nisi hæc in ipsam Vigiliam occurrat.

FONTE (http://www.unavoce-ve.it/mr-1jan=lat.htm)

Augustinus
01-01-09, 09:42
1 http://www.unavoce-ve.it/crux.gif Jan. Kal.
Alb. Feria 5. CIRCUMCISIO DOMINI et Octava Nativitatis, dupl. 2. cl. Statio ad S. Mariam trans Tiberim.

MISSA pr., Gloria, Credo, Praef. et Communic. de Nativ., Ite, Missa est, Ev. S. Joann. in fine.
Hodie prohib. Miss. vot. de D. N. J. C. Summ. et Aet. Sac.


******
1 http://www.unavoce-ve.it/crux-l.gif Gennaio. Calende.

Bianco. CIRCONCISIONE DEL SIGNORE e Ottava della Natività,, doppio di 2ª classe.. Stazione a S. Maria in Trastevere.

MESSA propria, Gloria, Credo, Prefazio e Communicantes di Natale, Ite, Missa est, ultimo Vangelo di san Giovanni.

Oggi è proibita la Messa di Nostro Signore Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote.

Augustinus
01-01-09, 09:54
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/ce/Jacopo_vignali_circoncisione_di_ges%C3%B9.jpg jacopo Vignali, Circoncisione del Signore, XVII sec., San Casciano Val di Pesa

http://eng.cathedral.ru/Pictures/big149297127658553.jpg C. Mussini, Circoncisione di Gesù, XIX sec. cattedrale di S. Isacco, San Pietroburgo

http://img367.imageshack.us/img367/8273/circumcisionofchrist365jn9.jpg Peter Paul Rubens, Circoncisione del Cristo, 1605 circa, Gemaldegalerie der Akademie der Bildenden Kunste, Vienna

http://img100.imageshack.us/img100/3095/circumcisionofchrist449rn5.jpg Andrea Mantegna, Circoncisione del Cristo, 1460 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze

http://www.wga.hu/art/b/barocci/circumci.jpg http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/LE9CA/88-002068.jpg http://www.insecula.com/Photosnew/00/00/05/75/ME0000057504_3.jpg http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/30861_p0003500.002.jpg Federico Barocci, Circoncisione del Signore, 1590, Musée du Louvre, Parigi

Augustinus
01-01-09, 10:43
http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/5ZAD3S/94-057118.jpg http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/31234_p0003626.002.jpg http://www.insecula.com/Photos/00/00/05/76/ME0000057671_3.JPG Benvenuto Tisi detto Il Garofalo, Circoncisione del Signore, 1519, musée du Louvre, Parigi

http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/28076_p0003506.002.jpg http://www.insecula.com/Photosnew/00/00/05/75/ME0000057536_3.JPG http://www.lesfilmsdici.fr/moteur/t234/circoncision2.jpg http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/28077_p0003506.003.jpg Bartolomeo Veneto, Circoncisione del Signore, 1505-06, musée du Louvre, Parigi

Augustinus
01-01-09, 10:45
http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/DAMOSV/01-014879.jpg Scuola veneziana, La Circoncisione, XVI sec., musée du Petit Palais, Avignone

http://www.wga.hu/art/c/coxcie/michiel/circumci.jpg Michiel van Coxcie, Circoncisione del Signore, 1580 circa, Saint Rombout Cathedral, Mechelen

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/0J0KEZ/94-057987.jpg Claude Vignon, La Circoncisione, XVII sec., musée des Beaux-Arts, Tours

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/WK13X7/06-520735.jpg Scuola francese, La Circoncisione, XVI sec., musée des Beaux-Arts, Rennes

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/P313X7/06-530904.jpg http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/28190_p0007349.002.jpg http://www.insecula.com/Photos/00/00/05/76/ME0000057607_3.jpg Giulio Romano o Giovanni Battista Bagnacavallo o Tommaso di Andrea Vincidor, La Circoncisione, XVI sec., musée du Louvre, Parigi

Augustinus
01-01-09, 10:46
http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/33079_rf1972-2.jpg http://www.insecula.com/Photos/00/00/05/88/ME0000058849_3.JPG http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/33080_rf1972-2_02.jpg Maestro di S. Severino, La Circoncisione, XVI sec., musée du Louvre, Parigi

http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/16125_p0007354.001.jpg http://www.insecula.com/Photosnew/00/00/05/75/ME0000057585_3.jpg http://cartelfr.louvre.fr/pub/fr/image/16127_p0007354.003.jpg http://www.insecula.com/Photosnew/00/00/05/75/ME0000057586_3.jpg http://www.lesfilmsdici.fr/moteur/t234/circoncision3.jpg Bernardino Zenale, La circoncisione con un donatore, Fra Jacopo Lampugnani, priore dell'ordine degli Umiliati, tra Santi, 1512 circa, musée du Louvre, Parigi

Augustinus
01-01-09, 11:04
http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.FIT.185850.7055475/55402.JPG http://img296.imageshack.us/img296/3900/pdiy5.jpg William Blake, La Circoncisione, 1799-1800, Fitzwilliam Museum, Cambridge

http://img68.imageshack.us/img68/2364/209ih8.jpg Autore ignoto, La Circoncisione, 1799-1800, Fitzwilliam Museum, Cambridge

http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.XIR.139460.7055475/61752.JPG Juan de Borgona, Circoncisione e presentazione al Tempio, 1535 circa, Museo Catedralicio, Cuenca

http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/600.XIR.1024810.7055475/181022.JPG Giovanni Bellini, La Circoncisione, musée des Beaux-Arts, Tours

http://lh3.ggpht.com/_uVMT4P6VRKw/R6n2Jz9SRHI/AAAAAAAAByQ/MbXZXvN-g0M/IMG_4099fix.JPG Autore ignoto, Circoncisione del Signore, Trinità dei Monti, Roma

http://img212.imageshack.us/img212/4066/verdunhb1980taf09062304oh2.jpg Nicholas di Verdun, La Circoncisione del Cristo, 1181 (ricostruito nel 1331), pala d'altare, capitolo dei Canonici, Abbazia, Klosterneuburg

Augustinus
01-01-09, 17:54
http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/OGZXAM/87-002493.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/51/Francisco_de_Zurbar%C3%A1n_050.jpg Francisco de Zurbarán, Circoncisione del Signore, 1639, musée de Grenoble, Grenoble

Holuxar
02-01-20, 00:31
1° GENNAIO 2020: OTTAVA DEL SANTO NATALE E CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«1° GENNAIO CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE E OTTAVA DI NATALE»
Guéranger, L'anno liturgico - Circoncisione di Nostro Signore e l'ottava di Natale (http://www.unavoce-ve.it/pg-natale-ottava.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-natale-ottava.htm




"Gennaio, mese dedicato al Santissimo Nome di Gesù"
https://www.radiospada.org/2019/01/gennaio-mese-dedicato-al-santissimo-nome-di-gesu/




https://forum.termometropolitico.it/337355-1-gennaio-ottava-di-natale-circoncisione-del-signore.html
https://forum.termometropolitico.it/337355-1-gennaio-ottava-di-natale-circoncisione-del-signore-3.html
“1° gennaio - Ottava di Natale - Circoncisione del Signore
Martirologio tradizionale (1° gennaio): Ottava della Natività di nostro Signore Gesù Cristo.
Circoncisione dello stesso Signor nostro Gesù Cristo.”

https://forum.termometropolitico.it/277276-31-gennaio-san-giovanni-bosco-confessore.html
https://forum.termometropolitico.it/277276-31-gennaio-san-giovanni-bosco-confessore-41.html
“31 gennaio: San Giovanni Bosco, confessore”





https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955 Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis».


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/p720x720/81227724_2270523863048923_7648913210271072256_o.jp g?_nc_cat=101&_nc_ohc=QHvuEDFxbA4AQkotY5nOSqWjiVkl0EC93NjGpJA_t7 EmqFlWxMwRnSNpw&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=64401737c78c3a8596ad7c06a509c967&oe=5EA8263F




«CATECHISMO MAGGIORE DI SAN PIO X
Della Circoncisione del Signore.

12 D. Che festa è la Circoncisione del Signore?
R. La Circoncisione del Signore è la festa istituita per celebrare la memoria del sangue sparso da Gesù Cristo nei primi giorni della sua vita.

13 D. Che cosa era la circoncisione nella legge antica?
R. La circoncisione nella legge antica era un rito istituito dal Signore, per contrassegnare coloro che appartenevano al popolo di Dio, e per distinguerli dalle genti infedeli.

14 D. Gesù Cristo era anch'Egli soggetto alla legge della circoncisione?
R. Gesù Cristo certamente non era soggetto alla legge della circoncisione, perché era fatta per i servi e per i peccatori; e Gesù Cristo era vero Figliuolo di Dio e autore della legge, ed era la medesima santità.

15 D. Perché Gesù Cristo ha voluto essere circonciso senza esservi obbligato?
R. Gesù Cristo ha voluto essere circonciso senza esservi obbligato, perché essendosi per amore addossato i nostri peccati, volle portarne le pene e cominciare a lavarli col sangue fino dai primi giorni della sua vita.

16 D. Che altro avvenne quando Gesù Cristo fu circonciso?
R. Quando Gesù Cristo fu circonciso gli venne imposto il nome di Gesù, come già l'Angelo aveva ordinato per parte di Dio alla santissima Vergine e a san Giuseppe.

17 D. Che cosa significa il nome di Gesù?
R. Il nome di Gesù significa Salvatore; e si diede al Figliuolo di Dio, perché veniva a salvarci e a liberarci dai nostri peccati.

18 D. Si deve avere grande rispetto pel nome di Gesù?
R. Pel nome di Gesù si deve avere grandissimo rispetto, perché questo rappresenta il nostro divin Redentore che ci ha riconciliati con Dio, e ci ha meritato alla vita eterna.

19 D. Che cosa dobbiamo fare per celebrare la festa della Circoncisione secondo la mente della Chiesa?
R. Per celebrare la festa della Circoncisione secondo la mente della Chiesa dobbiamo fare quattro cose:
1. adorare Gesù Cristo, ringraziarlo ed amarlo;
2. invocare con viva fede e con rispetto il suo santissimo Nome, e porre in esso tutta la nostra confidenza;
3. praticare la circoncisione spirituale, che consiste nel togliere dal cuore il peccato e ogni affetto disordinato;
4. consacrare a Dio tutto l'anno che incomincia, e pregarlo a darci grazia di passarlo nel suo divino servizio.

Mirábile mystérium * declarátur hódie: innovántur natúræ, Deus homo factus est: id quod fuit permánsit, et quod non erat assúmpsit; non commixtiónem passus, neque divisiónem. - Un mirabile mistero * si manifesta quest'oggi: le due nature s'uniscono con nuovo prodigio, Dio s'è fatto uomo: rimanendo quello ch'era, ha assunto quel che non era; senza soffrire né mescolanza né divisione.»


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/80835185_2269257699842206_5321900921435717632_n.jp g?_nc_cat=106&_nc_ohc=0sVNFdQjD14AQmAWdhRbBu98sA6niB-Logt7Kmc5fEzyUkzb3kImzOKsw&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=1279872312b3b1dc9ae7117780fe23d8&oe=5EAA6562





«CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO E OTTAVA DEL SUO NATALE
Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo e Ottava del suo Natale
Stazione a Santa Maria in Trastevere.
Doppio di II classe.
Paramenti bianchi.

La Sacra Liturgia della Santa Chiesa celebra oggi tre feste.
La prima festa è quella che gli antichi sacramentari chiamano «nell'Ottava del Signore». Nostro Signore Gesù Cristo è nato da otto giorni. Così la Santa Messa ha numerosi riferimenti a quelle di Natale.
La seconda festa ci ricorda che, dopo Dio, noi dobbiamo Nostro Signore Gesù Cristo a Maria Santissima. Così un tempo si celebrava in questo giorno una seconda Santa Messa in onore della Madre di Dio nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Ne è rimasta una traccia nell'Oratio, nella Secreta e nel Postcommunio, che sono presi dalla Santa Messa votiva della Santissima Vergine, e nei Salmi dei Vespri, tolti dal suo Officio.
La terza festa, infine, è quella della Circoncisione, che si celebra dal VI secolo. Mosè imponeva questo rito purificatore a tutti i bambini Israeliti, l'ottavo giorno dalla loro nascita (Evangelium). È una figura del Battesimo per il quale l'uomo è circonciso spiritualmente. «Tu vedi, dice Sant'Ambrogio, che tutta la legge antica è stata la figura di quello che doveva venire; infatti anche la circoncisione significa espiazione dei peccati. Colui che è spiritualmente circonciso con la correzione dei suoi vizi, è giudicato degno dello sguardo del Signore» (III Notturno del Mattutino). Così, ponendoci davanti la volontà del Salvatore Bambino che si piega ai disegni del Padre Celeste e inizia l'opera della redenzione del genere umano versando le prime gocce del suo Preziosissimo Sangue, la Santa Chiesa insiste sul pensiero della correzione di quello che è in noi. «Gesù Cristo ha dato se stesso per riscattarci da ogni iniquità e purificarci» (Epistola). «Degnati, Signore, con questi celesti misteri, di purificarci» (Secreta). «Fa', o Signore, che questa Comunione ci purifichi dei nostri peccati» (Postcommunio).
La Stazione oggi ha luogo a Santa Maria in Trastevere, la più antica chiesa Romana dedicata da Papa San Callisto I (217-222) alla Vergine Madre di Dio.

Sermone di San Leone, Papa.
Sermone 7 sulla Natività del Signore.
Onora veramente e celebra piamente la festa odierna, o dilettissimi, colui il quale si guarda da ogni errore circa l'Incarnazione del Signore e da ogni pensiero indegno della Divinità. Si commette infatti lo stesso errore e si corre lo stesso pericolo o negandogli una natura simile alla nostra, o non riconoscendogli una gloria uguale a quella del Padre. Quando dunque cerchiamo d'intendere il mistero della nascita di Cristo, che nacque da una Madre vergine, allontaniamo da noi le tenebre dei ragionamenti terreni, e il fumo della sapienza mondana si ritiri dall'occhio illuminato dalla fede.
Infatti è sull'autorità divina che poggia la nostra fede; divina è la dottrina che professiamo. Dacché sia che porgiamo l'orecchio dell'anima nostra alla testimonianza della legge, o agli oracoli dei profeti, o alla predicazione del Vangelo, è vero quello che Giovanni, pieno di Spirito Santo, proclamò: Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Esso nel principio era presso Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui, e nulla è stato fatto senza di Lui (Joann 1:1). Ed è egualmente vero ciò che lo stesso evangelista aggiunse: E il Verbo si è fatto uomo e abitò tra noi: e ne abbiamo visto la gloria, quella gloria propria dell'Unigenito del Padre (Joann 1:14).
Nell'una e nell'altra natura è dunque lo stesso Figlio di Dio che prende ciò ch'è nostro, senza perdere ciò che gli è proprio: che rinnova l'uomo nell'uomo rimanendo in se stesso immutabile. Dacché la divinità, che gli è comune col Padre, non perdé nulla della sua onnipotenza, e la natura di servo non disonorò in lui la natura di Dio: perché l'essenza somma ed eterna che si abbassò per la salute del genere umano, innalzò sì noi alla sua gloria, ma non cessò d'essere quello che era. Quindi quando l'Unigenito di Dio si confessa inferiore al Padre, cui si dice uguale, mostra che egli ha veramente l'una e l'altra natura: perché per l'inegualità prova che ha la natura umana, e per l'egualità dichiara di possedere la natura divina.

INTROITUS
Is 9:6. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus. Ps 97:1. Cantáte Dómino cánticum novum, quia mirabília fecit. ℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. ℞. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen. Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

Is 9:6. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio. Ps 97:1. Cantate al Signore un cantico nuovo: poiché ha fatto cose mirabili. ℣. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. ℞. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Ci è nato un Bambino e ci è stato dato un Figlio, il cui impero poggia sugli òmeri suoi: il suo nome sarà Angelo del buon consiglio.

Gloria

ORATIO
Orémus.
Deus, qui salútis aetérnae, beátae Maríae virginitáte fecúnda, humáno géneri praemia praestitísti: tríbue, quaesumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitae suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
O Dio, che mediante la feconda verginità della beata Maria, hai conferito al genere umano il beneficio dell'eterna salvezza: concedici, Te ne preghiamo: di sperimentare in nostro favore l'intercessione di Colei per mezzo della quale ci fu dato di ricevere l'autore della vita: il Signor nostro Gesù Cristo, tuo Figliuolo: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LECTIO
Léctio Epístolae Beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 2:11-15.
Caríssime: Appáruit grátia Dei Salvatóris nostri ómnibus homínibus, erúdiens nos, ut, abnegántes impietátem et saeculária desidéria, sóbrie et juste et pie vivámus in hoc saeculo, exspectántes beátam spem et advéntum glóriae magni Dei et Salvatóris nostri Jesu Christi: qui dedit semetípsum pro nobis: ut nos redímeret ab omni iniquitáte, et mundáret sibi pópulum acceptábilem, sectatórem bonórum óperum. Haec lóquere et exhortáre: in Christo Jesu, Dómino nostro.

Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo a Tito.
Tit 2:11-15.
Carissimo, la grazia di Dio, Salvatore nostro, si è manifestata per tutti gli uomini e ci ha insegnato a rinnegare l'empietà e le mondane cupidigie, e a vivere in questo mondo con temperanza, giustizia e pietà, aspettando la lieta speranza e la manifestazione gloriosa del nostro grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, a fine di riscattarci da ogni iniquità, e purificare per sé un popolo suo proprio, zelante per buone opere. Insegna queste cose e raccomandale: in nome del Cristo Gesù, Signore nostro.

GRADUALE
Ps 97.3; 97:2. Vidérunt omnes fines terrae salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra. ℣. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam.

Ps 97.3; 97:2. Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: tutta la terra acclami a Dio. ℣. Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizia.

ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Hebr 1:1-2. ℣. Multifárie olim Deus loquens pátribus in Prophétis, novíssime diébus istis locútus est nobis in Fílio. Allelúja.

Alleluia, alleluia. Hebr 1:1-2. ℣. Un tempo Iddio parlò in molti modi ai nostri padri per mezzo dei profeti, ultimamente in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Alleluia.

EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:21.
In illo témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur Puer: vocátum est nomen ejus Jesus, quod vocátum est ab Angelo, priúsquam in útero conciperétur.

Seguito ✠ del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 2:21.
In quel tempo: Passati gli otto giorni, il bambino doveva essere circonciso, e gli fu posto il nome Gesù: come era stato indicato dall'Angelo prima di essere concepito.

Omelia di Sant'Ambrogio, Vescovo.
Libro 2 al cap. 2 di Luca, verso la metà.
Si circoncide dunque il bambino. Chi è questo bambino se non quello di cui fu detto: Ci è nato un bambino, ci è stato dato un Figlio (Is 9:6)? Egli s'è assoggettato alla legge per guadagnare quelli ch'eran sotto la legge. Affin di presentarlo al Signore (Luc 2:22). Cosa voglia dire essere presentato al Signore in Gerusalemme, lo direi se non l'avessi già detto nel commento su Isaia. Colui che si circoncide nei vizi, è giudicato degno dello sguardo del Signore, perché: Gli occhi del Signore sono sopra i giusti (Ps 33:16). Vedi come tutta la serie dell'antica legge fu figura del futuro; anche la circoncisione infatti significa la purificazione dai peccati.
Ma siccome la fragilità della carne e dello spirito dell'uomo trascina, per una tendenza naturale di cupidigia, al male e la impiglia in vizi inestricabili, perciò l'ottavo giorno della circoncisione è figura del tempo della risurrezione e della nostra futura liberazione da ogni colpa. Difatti questo vuol dire: Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore (Exod 13:2). Le parole della legge infatti esprimono la promessa del frutto della Vergine. (Frutto) veramente santo, perché immacolato. E che sia proprio questo il frutto significato dalla legge, lo dichiarano le parole, quasi identiche, ripetute dall'Angelo: Per questo il Santo, dice, che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio (Luc 1.35).
Infatti fra i nati di donna, solo il Signore Gesù fu santo in tutto, egli che per la novità d'un parto immacolato non risentì del contagio della corruzione terrena, che tenne lontana colla celeste sua maestà. Perché se stiamo alla lettera, come potrà esser santo ogni maschio, mentre sappiamo molti essere stati scelleratissimi? Fu santo forse Acab? Furono santi forse i falsi profeti che il fuoco, vendicatore dell'ingiuria fatta al cielo, consumò alla preghiera di Elia? Ma santo è colui che i pii precetti della legge divina ci rappresentavano in nette figure del mistero futuro; poiché per lui solo la Chiesa, ch'è santa e vergine, possiede il segreto di generare, nella sua immacolata fecondità, i popoli di Dio.

Credo

OFFERTORIUM
Ps 88:12; 88:15. Tui sunt coeli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium praeparátio sedis tuae.

Ps 88:12; 88:15. Tuoi sono i cieli, e tua è la terra: tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: giustizia ed equità sono le basi del tuo trono.

SECRETA
Munéribus nostris, quaesumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et coeléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti preghiamo, o Signore, affinché, gradite queste nostre offerte e preghiere, Ti degni di mondarci con questi celesti misteri e pietosamente di esaudirci. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figliuolo, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PRAEFATIO DE NATIVITATE DOMINI
Vere dignum et justum est, aequum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, aetérne Deus: Quia per incarnáti Verbi mystérium nova mentis nostrae óculis lux tuae claritátis infúlsit: ut, dum visibíliter Deum cognóscimus, per hunc in invisibílium amorem rapiámur. Et ideo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriae tuae cánimus, sine fine dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus, Deus Sábaoth. Pleni sunt coeli et terra glória tua. Hosánna in excélsis. Benedíctus, qui venit in nómine Dómini. Hosánna in excélsis.

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché mediante il mistero del Verbo incarnato rifulse alla nostra mente un nuovo raggio del tuo splendore, così che mentre visibilmente conosciamo Dio, per esso veniamo rapiti all'amore delle cose invisibili. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell'esercito celeste, cantiamo l'inno della tua gloria, dicendo senza fine: Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

COMMUNICANTES DE NATIVITATE DOMINI
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo beátae Maríae intemeráta virgínitas huic mundo édidit Salvatórem: sed et memóriam venerántes, in primis ejúsdem gloriósae semper Vírginis Maríae, Genitrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréae, Jacóbi, Joánnis, Thomae, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmae et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuae muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Uniti in una stessa comunione, celebriamo il giorno santissimo nel quale l'intemerata verginità della beata Maria diede a questo mondo il Salvatore; e veneriamo anzitutto la memoria della stessa gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e dei tuoi beati Apostoli e Martiri, Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMMUNIO
Ps 97.3. Vidérunt omnes fines terrae salutáre Dei nostri.

Ps 97.3. Tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio.

POSTCOMMUNIO
Orémus.
Haec nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genitríce María, coeléstis remédii fáciat esse consórtes. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.
Questa comunione, o Signore, ci purifichi dal peccato e, per intercessione della beata Vergine Maria Madre di Dio, ci faccia partecipi del celeste rimedio. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figliuolo, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.»


https://1.bp.blogspot.com/-J42XNFfmeII/XCj4ev7HdvI/AAAAAAAAAU0/E5dnG346ccwDU2y_wRVKwhPwmd7Ad390wCLcBGAs/s1600/photo_2018-12-30_17-54-32.jpg





https://stateettenetetraditiones.blogspot.com/2019/01/primo-giorno-dellanno-veni-creator.html?m=1
«Primo giorno dell'anno: “Veni Creator”, invocazione dello Spirito Santo per l'anno nuovo

Qualunque affare del mondo, perché abbia buon riuscimento conviene che cominci da Dio, che è il Padrone di tutti gli eventi. E ciò si fa coll'invocare preventivamente il suo santo ajuto. Così fece Davide prima di agitare la sua fionda per abbattere il gigante Golia. Così fece Giuditta prima di vibrare quel colpo che, troncando il capo a Oloferne, doveva salvare tutta Betulia. E così fanno tutti i buoni cristiani, facendosi il segno della Croce al principio d'ogni azione di qualche rilievo. Quanto più adunque deve ciò farsi al principio dell'anno, ch'è il principio d'innumerevoli azioni? Tanto più che Dio è sempre stato geloso delle primizie, volendo con esse venir da noi riconosciuto per unico Autore di ogni bene; quindi ordinò nel Levitico che, al primo mietersi delle nuove biade, Gli si offerissero in sacrificio due pani formati col grano novello. Quanto più adunque, sul cominciare dell'anno, esigerà Egli le primizie della nostra divozione, del nostro spirito.
Per determinarci a una speciale santificazione di questo primo giorno, convien riflettere al nuovo debito che ognuno contrae in oggi con Dio, essendo per sua sola benignità che ci è concesso di vivere ancora in quest'anno mentre, per l'abuso fatto degli anni antecedenti, noi meritammo d'aver troncata la nostra vita. È bene anche considerare che quest'anno potrebbe per noi essere l'ultimo in cui il Signore voglia soffrire la nostra malvagità ed aspettarci a penitenza, facendo con noi come fece con quell'albero di fico infruttuoso descritto al capo 13 di San Luca. Avealo il padrone condannato alla scure ed alle fiamme in pena del non aver esso per tre anni continui reso alcun frutto. Ma, per le preghiere del vignaiuolo, s'accontentò d'aspettare un altro anno per vedere se con nuova coltura potesse rendersi fruttuoso. Nell'istessa guisa il Signore, dopo aver sopportato tanti anni la nostra vita sterile affatto di ogni bene e solo feconda di colpe, ci concede adesso quest'altro anno, affinché ci ravvediamo dei nostri falli, e corrispondiamo con fervore a tanti suoi beneficj. Diciamo dunque con Davide: - Ho fatta la mia risoluzione - Voglio proprio cominciare davvero ed essere buono! Ego dixi, nunc coepi. Anno nuovo. Vita nuova!
A questo intento sono utilissime le pratiche seguenti:
1. prolungar le proprie orazioni per implorar il divino ajuto;
2. comunicarsi con gran divozione;
3. dare in limosina tante monete quanti sono gli anni della propria vita, oppure recitare altrettanti Pater ed Ave onde ringraziare il Signore d'averci finora conservati;
4. fare le proteste le più sincere di una vita tutta piena di opere buone a santificazione di sé, e ad edificazione del proprio prossimo.
Tanto più che a questa vita tutta piena di opere buone c'invita oggi la Chiesa col metterci sott'occhio il mistero della Circoncisione. Gesù Cristo essendo Dio, avrebbe potuto sottrarsi a questa dolorosa ed umiliante cerimonia mosaica. Tuttavia Egli volle sottomettervisi per più ragioni che meritano di essere attentamente considerate:
1. per abolire in modo onorevole un rito instituito da Dio medesimo onde distinguere, fino alla Nuova Alleanza, da tutte le altre nazioni il suo popolo;
2. per mostrare che il corpo da Lui assunto in unità di persona col divin Verbo era un corpo vero e reale, non già apparente e fantastico come sognarono certi eretici;
3. per mostrare ch'Egli non solo era Figliuolo dell'uomo, ma dell'uomo dalla stirpe del quale doveva venire il Messia;
4. per insegnare a noi, non solo a sottomettersi volentieri alle leggi che ci obbligano strettamente, ma ancora a cercare spontaneamente le umiliazioni e i patimenti;
5. per darci, fin dai primi suoi giorni, il pegno più certo del suo amore, cominciando appena nato a patire e versar sangue per la nostra salute;
6. per insegnarci fin da principio la virtù fondamentale della vita cristiana, ch'è la circoncisione del cuore per cui si intende la mortificazione di ogni scorretto appetito.
Secondo l'asserzione di Durando, che scriveva nel secolo decimoterzo, anticamente si usava in questo giorno di celebrare due Messe: l'una della Circoncisione per festeggiare il Mistero, e l'altra della Madonna per esprimere la propria riconoscenza a Colei la quale ebbe tanta parte nei misteri del divin suo Figlio. Facciamoci adunque un dovere d'onorare in modo speciale la Santa Vergine Maria mettendoci con nuove proteste sotto la sua protezione.
In molti luoghi si costuma in questo giorno distribuire a ciascuno degli intervenienti alla Dottrina l'immagine di un Santo, onde serva di speciale protettore per tutto l'anno. Facciamo la debita stima di un'usanza sì bella, ricordandoci che in ogni Santo che la Provvidenza ci dà per protettore noi abbiamo un modello, un avvocato ed un giudice. Un Modello di cui dobbiamo imitare la virtù; un Avvocato di cui dobbiamo con gran fiducia implorare il patrocinio; un Giudice di cui dobbiamo temere i rimproveri quando avessimo trascurato di imitarne le virtù e implorarne l'assistenza.
Quando si facciano tutte queste considerazioni si sentirà stretto dovere di realizzare il detto di sopra: Anno nuovo. Vita nuova!
(Manuale di Filotea di Mons. Giuseppe Riva, Bertarelli, Milano 1901)

ORAZIONE PER IL PRIMO GIORNO DELL'ANNO

Che sarà di me, o mio Dio, in quest'anno, a cui per vostra misericordia do lietamente principio, in questo giorno? Avrò io la sorte di aggiungerlo intero ai molti altri che già m'avete concessi, o sarà quello che chiuderà il corso della mia vita a cui terrà dietro il terribil passaggio dal tempo all'eternità? Voi solo che siete l'arbitro sovrano di tutti i tempi, sapete tutto quello che ha d'avvenirmi: io non so altro se non che colla mia passata condotta ho meritato d'essere le mille volte cancellato dal numero dei viventi, e sepolto nel baratro dei reprobi: quindi non cesserò mai di lodare e di benedire la vostra misericordia, che si compiacque di sottrarmi ai rigori della vostra giustizia, e di farmi parte di quei favori che si dovrebbero solamente a chi vi serve con fedeltà. E, siccome per nostro bene avete nascosto a noi tutti il momento da Voi stabilito per chiamarci al vostro giudizio, così fate che io approfitti di quest'incertezza per viver sempre in conformità ai vostri santi comandamenti, e così prepararmi propizia la gran sentenza che dee fissare la mia sorte per tutta quanta l'eternità. Ma, cosa sono io, o Signore, senza l'ajuto della vostra grazia, se non un terreno arido e secco, che non produce che triboli e spine? Piovete adunque sopra di me questa misteriosa rugiada, onde, benedetto da Voi, possa col successo il più felice, applicarmi all'estirpamento di tutti gli abiti peccaminosi che mi dominarono fino al presente, all'acquisto di tutte quelle virtù che ho finora trascurate, alla pratica di tutte quelle opere che sono indispensabili all'assicurazione della mia eterna salvezza. La sanità del mio corpo, la prosperità dei miei interessi, la preservazione di tutti i mali che possono in qualche maniera o molestare la mia persona, o alterare la mia sorte, io le rimetto intieramente nelle vostre mani, ben persuaso che Voi non mi lascerete mancare giammai quanto mi può essere vantaggioso, e terrete sempre da me lontano tutto quello che può compromettere la mia santificazione o la mia salute.
Siccome però le mie preghiere sono troppo miserabili, così, ad assicurarmi il conseguimento di tutte queste grazie, interponete Voi, o gran Vergine, la vostra potentissima mediazione; tenetemi sempre sotto il manto del vostro amorevole patrocinio: fate sempre le parti d'avvocata per me; amatemi sempre qual vostro figlio, e non permettete giammai che un solo istante io mi raffreddi nel vostro santo servizio, giacché sarebbe questo un declinare dalla strada sicura per cui si giunge a salvamento.
Angelo mio Custode, che già da tanti anni vegliate amorosamente sopra di me, non permettete che io contristi di nuovo il vostro amantissimo cuore e il vostro purissimo sguardo coll'assecondare, come per lo passato, le mie disordinate passioni. Rispetti sempre la vostra presenza; ascolti sempre i vostri consigli; e tema sempre le vostre minacce, giacché voi non cercate altro che il vero mio bene temporale ed eterno.
Santi tutti del cielo, e specialmente Voi che vi trovaste già nel mio stato, Voi il di cui nome io porto, Voi che la Provvidenza mi ha assegnato a particolari Protettori in quest'anno, ottenetemi colla vostra intercessione che, camminando sempre fedele nella strada da voi già percorsa, tanto più acquisti di merito quanto più mi è dato di vita, e, a somiglianza delle Vergini prudenti, vivendo sempre in aspettazione dell'arrivo dello Sposo, tenga sempre ben allestita la lampada misteriosa della fede, della carità e delle buone opere, senza di cui non è possibile partecipare al convito a cui foste già ammessi, e che sarà sempre fecondo delle più squisite delizie per tutta quanta l'eternità.
Pater, Ave, Gloria, Salve Regina, Angele Dei.

Indi si recita, o col popolo in pubblica funzione, o privatamente, il Veni Creator, per invocare lo Spirito Santo.


Prima stropha hymni sequentis dicitur flexis genibus.

Veni, Creátor Spíritus,
Mentes tuórum vísita,
Imple supérna grátia,
Quae tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
Altíssimi donum Dei,
Fons vivus, ignis, cáritas,
Et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
Dígitus patérnae déxterae,
Tu rite promíssum Patris,
Sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sénsibus:
Infúnde amórem córdibus:
Infírma nostri córporis
Virtúte firmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius,
Pacémque dones prótinus;
Ductóre sic te praevio
Vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
Noscámus atque Fílium,
Teque utriúsque Spíritum
Credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
Et Fílio, qui a mórtuis
Surréxit, ac Paráclito,
In saeculórum saecula.
Amen.

℣. Emitte Spiritum tuum et creabuntur
℞. Et renovabis faciem terrae.
℣. Dómine, exaudi orationem meam.
℞. Et clamor meus ad te veniat.
℣. Dóminus vobíscum.
℞. Et cum spíritu tuo.

Orémus.
Deus, qui corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti: da nobis in eódem Spíritu recta sápere; et de ejus semper consolatióne gaudére.

Dómine Deus omnípotens, qui ad princípium hujus anni nos perveníre fecísti: tua nos hódie salva virtúte; ut in hoc anno ad nullum declinémus peccátum, sed semper ad tuam justítiam faciéndam nostra procédant elóquia, dirigántur cogitatiónes et ópera. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.


La prima strofa del seguente inno si dice inginocchiati.

Vieni, o Spirito Creatore,
visita le menti dei tuoi fedeli,
e riempi della grazia celeste
i cuori che tu creasti.

Tu, che sei chiamato il Paraclito,
il dono di Dio Altissimo,
sorgente (d'acqua) viva, fuoco, carità
e spirituale unzione.

Tu largitore dei sette doni,
dito della destra del Padre,
tu il vero promesso del Padre,
che arricchisci di favelle le bocche.

Sii luce ai sensi:
infondi amor nei cuori:
l'infermità del nostro corpo
solleva con perenne virtù.

Fuga lungi il nemico,
la pace donaci presto;
così, dietro te duce,
eviteremo ogni cosa nociva.

Per Te fa' che conosciamo il Padre,
che conosciamo anche il Figlio e,
che Te Spirito procedente da entrambi
crediamo in ogni tempo.

A Dio Padre sia gloria,
e al Figlio, che da morte
risuscitò, e al Paraclito,
per i secoli dei secoli.
Amen.

℣. Manda il tuo Spirito per una nuova creazione.
℞. E rinnoverai la faccia della terra.
℣. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
℞. E il mio grido giunga fino a Te.
℣. Il Signore sia con voi.
℞. E con il tuo Spirito.

Preghiamo.
O Signore, che hai istruito i cuori dei fedeli con la luce dello Spirito Santo, donaci di gustare nello stesso Spirito la verità e di godere sempre della sua consolazione.

Signore Dio onnipotente, che ci hai fatti pervenire al principio di questo anno: difendici oggi colla tua potenza, affinché in questo anno non ci pieghiamo ad alcun peccato, ma ad operare secondo la tua giustizia siano sempre rivolte le nostre parole, siano diretti i nostri pensieri ed azioni. Per Cristo Signore nostro. Amen.»


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SANTA MESSA celebrata da Don Floriano Abrahamowicz presso la "Domus Marcel Lefebvre" a Paese (provincia di Treviso) alle ore 10.30 stamattina 1 GENNAIO 2020: CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO:



«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=RMW0JDulDhc
Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=T6UndvXLnRo
Domenica nell'ottava di Natale (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=7O1Y-xwuxvk
27 dicembre 2019, S.Giovanni Apostolo - Santa Messa
https://www.youtube.com/watch?v=BiAW9gvfcdE
26 dicembre 2019, Santo Stefano - Santa Messa
https://www.youtube.com/watch?v=TMud9Ib-01g
Natività di Nostro Signore Gesù Cristo - Santa Messa (in nocte)
https://www.youtube.com/watch?v=53oER2tyUlQ
Natività di Nostro Signore Gesù Cristo - Santa Messa (in aurora)
https://www.youtube.com/watch?v=Je8ywZVFfkk
Natività di Nostro Signore Gesù Cristo - Santa Messa (in die)
https://www.youtube.com/watch?v=nBQQU-i3CjM
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».



SANTE MESSE CELEBRATE "NON UNA CUM" DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ IN TUTTA ITALIA:



"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Rovereto (Trento) - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rovereto-tn/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/category/omelie/



Per conoscere le SANTE MESSE celebrate dai Sacerdoti dell'I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") visitare il sito "Sodalitium" e vedere sulle singole città (Verrua Savoia, Torino, Milano, Rovereto, Ferrara, Modena, Rimini, Roma, Pescara, Bari, Potenza, ecc.), là sono indicati i luoghi e gli orari precisi.



Circoncisione - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/circoncisione/)
http://www.sodalitium.biz/circoncisione/
«1° gennaio, Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo.
“L’ottavo giorno dalla Nascita del Salvatore è giunto; i Magi si avvicinano a Betlemme; ancora cinque giorni, e la stella a fermerà sui luogo dove riposa il Bambino divino. Oggi, il Figlio dell’Uomo deve essere circonciso, e segnare, con questo primo sacrificio della sua carne innocente, l’ottavo giorno della sua vita mortale. Oggi, gli sarà imposto un nome; e questo nome sarà quello di Gesù che vuoi dire Salvatore. I misteri riempiono questo grande giorno; accogliamoli, e onoriamoli con tutta la religione e con tutta la tenerezza dei nostri cuori” (dom Prosper Guéranger).»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/circoncisione-1-208x300.jpg


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Te Deum - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/te-deum/)
http://www.centrostudifederici.org/te-deum/
«Te Deum 31 dicembre 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Te Deum
Presentazione del calendario 2020 di Sodalitium, dedicato al Magistero della Chiesa: https://youtu.be/S66uIiAIAns
Preghiera per l’ultimo giorno dell’anno
O Dio onnipotente, Signore del tempo e dell’eternità, io ti ringrazio perchè lungo tutto il corso di quest’anno mi hai accompagnato con la tua grazia e mi hai ricolmato dei tuoi doni e del tuo amore. Voglio esprimerti la mia adorazione, la mia lode e il mio ringraziamento. Ti chiedo umilmente perdono, o Signore, dei peccati commessi, di tante debolezze e di tante miserie.
Accogli il mio desiderio di amarti di più e di compiere fedelmente la tua volontà per tutto il tempo di vita che ancora mi concederai. Ti offro tutte le mie sofferenze e le buone opere che, con la tua grazia, ho compiuto. Fa che siano utili, o Signore, per la salvezza mia e di tutti i miei cari. Così sia».
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/12/tedeum2-1024x490.png


http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/12/tedeum2-1024x490.png







Il nuovo Calendario di “Sodalitium” - davvero splendido, è stato regalato ai presenti al convegno Albertariano di sabato 23 Novembre 2019 – del nuovo anno 2020:



https://www.sodalitium.biz/calendario-2020-magistero-della-chiesa/
« “Il calendario 2020 ha questo scopo: invitare tutti voi, nel corso di quest’anno che Dio ci dona nella Sua bontà, a leggere e meditare i documenti del magistero pontificio che non hanno data di scadenza, non invecchiano mai, affinché siano luce per la nostra mente e gioia per il nostro cuore”.
Editoriale
“Abbiamo un faro di verità, ed è Roma! Dobbiamo essere appassionati di Roma. Teniamo per certo che colui che è disaffezionato da Roma è già caduto in errore; e che non ci si può trovare in un errore (fondamentale, serio) senza che ci sia questa disaffezione verso Roma. Chiediamo questo amore per la Verità e per la Chiesa”.
Le parole che avete appena letto sono – come molti di voi avranno già capito – di Padre Francesco da Paola Vallet, fondatore dei Cooperatori Parrocchiali di Cristo Re. Che nessuno pensi, nell’attuale situazione di tenebre e di tempesta, che esse non siano più di attualità, o che siano, addirittura, fuorvianti. Esse non sono altro che l’espressione di quelle parole del Vangelo che ci trasmettono la voce di Colui che è la Verità: “Chi ascolta voi – disse il Signore agli Apostoli, e quindi ai loro successori – ascolta me; e chi disprezza voi disprezza me, e chi disprezza me disprezza Colui che mi ha inviato” (Luca, X, 16). “È infatti Cristo – commenta Pio XII nella sua enciclica Mystici Corporis – che nella Sua Chiesa vive, che per mezzo di lei insegna, governa e comunica la santità”: vive comunicando la Sua vita divina, insegna nel Suo magistero, governa nelle Sue leggi, comunica la santità con il divin Sacrificio e i Suoi Sacramenti. Ed è proprio per questo motivo che non possiamo riconoscere negli attuali occupanti della Sede Apostolica, che hanno contraddetto il magistero della Chiesa, ne hanno violato le leggi, ne hanno adulterato la Messa ed i Sacramenti, il Vicario di Cristo, né riconoscere nella loro voce la voce del Buon Pastore o quella della Sua Chiesa.
Questa tragica realtà, che mette alla prova la nostra Fede (che da questa prova deve uscire rafforzata), non smentisce affatto le parole di Padre Vallet e di ogni buon cattolico. Roma, ovverosia quella Roccia incrollabile sulla quale è stata fondata la Chiesa, è sempre Faro di verità, oggi come ieri. “Forse anche voi volete andarvene?” chiese Gesù ai suoi Apostoli. “Signore, da chi andremo? – rispose Pietro – tu solo hai parole di vita eterna” (Giovanni VI, 67-68). Da chi andremo? Non c’è altro Maestro che Cristo (Matteo XXIII, 8), e non vi è altra Maestra che la Sua Chiesa.
Ancor oggi, oggi più che ieri, il cattolico trova dunque nell’autentico insegnamento della Chiesa una dottrina sicura ed ammirevole che non può condurre che alla Verità che è Cristo ed alla salvezza eterna. Detto insegnamento è oggi ignoto ai più, ed è proprio per questo che pochi si accorgono della contraddizione che passa tra le eresie dei modernisti (che tali rimangono anche quando si spacciano per voce della Chiesa) e la dottrina cattolica, negata perché ignorata. Si cerca in maestri profani, nella sapienza di questo mondo, in tanti filosofi o politici, quella dottrina solida e salvifica che lì non possiamo trovare, ma che avevamo in mano nel catechismo della nostra infanzia (quello di san Pio X) e nei documenti pontifici e conciliari dove filosofia, teologia e diritto si presentano a noi in tutto lo splendore della verità, illuminati dalla Divina Rivelazione.
Ricordo ancora con piacere le lezioni che Mons. Lefebvre (lo ricordo malgrado ciò che da lui ci divide) dava ai seminaristi del primo anno in una materia che si era riservata: quella degli “Atti del Magistero”. A questi atti del magistero il nostro Istituto si abbevera come ad una fonte, che a nostra volta vogliamo far conoscere e comunicare a tutti.
Il calendario 2020 ha quindi questo scopo: invitare tutti voi, nel corso di quest’anno che Dio ci dona nella Sua bontà, a leggere e meditare i documenti del magistero pontificio che non hanno data di scadenza, non invecchiano mai, affinché siano luce per la nostra mente e gioia per il nostro cuore, e questo non solo riguardo ai testi che abbiamo scelto, ma anche a riguardo i molti altri che abbiamo ricevuto dalla Sposa di Cristo. Nell’istituire lo scapolare della Madonna del Buon Consiglio, Papa Leone XIII volle che su detto scapolare fosse impressa l’immagine di Genazzano, e la Tiara con le chiavi pontificie, con la scritta: Filii, acquiesce consiliis ejus (Figlio, obbedisci ai suoi consigli; cf Genesi XXVII, 8): a quelli di Gesù, a quelli di Maria, a quelli della Chiesa. Mater Boni Consilii, ora pro nobis!»
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Il calendario 2020 di Sodalitium - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/calendario-2020-sodalitium/)
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Santo Natale. Auguri. Preghiamo»
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Il mio regalo di buon Natale a tutti voi: https://bit.ly/2SAcBx1 -
Scintille di Fede: Chi è il Papa, cos’è il Papato? - https://bit.ly/2SAcBx1 (CdP)”
“Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
Carlo Di Pietro, Il Papa eretico: Appunti sulla questione del cosiddetto «Papa eretico», 2019.
Carlo Di Pietro, Apologia del Papato, Effedieffe, Proceno di Viterbo 2014.
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https://www.sursumcorda.cloud/tags/papato.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
“Raccolta di preghiere non contaminate dall'eresia dell'ecumenismo. Diceva Sant'Alfonso: "Chi prega si salva, chi non prega si danna" ->”
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https://www.radiospada.org
http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/





www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html
Le Profezie Messianiche (di S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI)
http://www.cmri.org/ital-96prog9-3.html
http://www.cmri.org/ital-94prog9.html




https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/


"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

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"Como ovejas sin Pastor"
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“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
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"Sede Vacante -"
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]»
«Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.»

"Janvier 2020, Apostolat de la prière : POUR LA CONVERSION DES NATIONS"
"Nous vous souhaitons une sainte et heureuse année 2020 !"


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1er janvier : Circoncision de Notre-Seigneur Jésus-Christ :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/1er-janvier-circoncision)
"1er janvier : Circoncision de Notre-Seigneur Jésus-Christ"
http://liguesaintamedee.ch/application/files/6015/1457/9009/01_01_circoncision.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/6015/1457/9009/01_01_circoncision.jpg



"Te Deum laudámus"


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VENI CREATOR SPIRITUS!!!
Preghiamo anche - oltre che per noi stessi, per tutti i nostri cari familiari, parenti ed amici - per tutti i più soli ed abbandonati, i bisognosi, i malati, i sofferenti, gli agonizzanti e coloro che moriranno, ecc. per la perseveranza nella vera fede di tutti i vescovi, sacerdoti e fedeli integralmente cattolici nonchè per il ravvedimento e la conversione di molte persone alla vera fede cattolica in questo nuovo anno 2020...
Chiediamo per tutti noi la grazia di una buona morte e di poter giungere un giorno alla gloria del Cielo!!!
Gesù Bambino, Verbo divino, Verbo incarnato, Pregate per noi che avete creato.
ET VERBUM CARO FACTUM EST…
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

liutgarda
04-01-20, 15:26
Martirologio tradizionale (1° gennaio): Ottava della Natività di nostro Signore Gesù Cristo. Circoncisione dello stesso Signor nostro Gesù Cristo.

Augustinus.

Ma se Gesù era fuggito in Egitto, per sfuggire alla strage degli innocenti, come poteva tornare il 1^ gennaio al Tempio per farsi circoncidere? A meno che non l'abbiano circonciso in qualche tempio egiziano? Fino a pochi anno fa si festeggiava ancora un divino prepuzio conservato tra le reliquie di non so quale chiesa, poi hanno deciso che il 1 gennaio era la festa della Madre di Dio, e così non si parla di cose imbarazzanti. Ad es, il 2 febbraio ricorrerebbe la purificazione della Madonna al tempio, trasformata poi nella festa si S.Biagio patrono della gola.

Holuxar
01-01-21, 23:27
1° GENNAIO 2021: OTTAVA DEL SANTO NATALE E CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



https://www.sodalitium.biz/circoncisione-di-gesu/
«1° gennaio, Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo.
“L’ottavo giorno dalla Nascita del Salvatore è giunto; i Magi si avvicinano a Betlemme; ancora cinque giorni, e la stella a fermerà sui luogo dove riposa il Bambino divino. Oggi, il Figlio dell’Uomo deve essere circonciso, e segnare, con questo primo sacrificio della sua carne innocente, l’ottavo giorno della sua vita mortale. Oggi, gli sarà imposto un nome; e questo nome sarà quello di Gesù che vuoi dire Salvatore. I misteri riempiono questo grande giorno; accogliamoli, e onoriamoli con tutta la religione e con tutta la tenerezza dei nostri cuori” (dom Prosper Guéranger)».
https://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/circoncisione-4-1-208x300.jpg


https://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/circoncisione-4-1-208x300.jpg



http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Omelia della festa della Circoncisione di N.S.G.C. 1 Gennaio 2021
Omelia della festa della Circoncisione di N.S.G.C. ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2021/01/01/omelia-della-festa-della-circoncisione-di-n-s-g-c/)
L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni venerdì 1 gennaio 2021 – Circoncisione del Signore – è disponibile per l’ascolto ->”
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/wp-content/uploads/2021/01/img_2950-225x300.jpg


“1 Gennaio * Veni Creator Spiritus *”
1 Gennaio * Veni Creator Spiritus * ? Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano (http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2021/01/01/1-gennaio-veni-creator-spiritus-2/)
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/wp-content/uploads/2019/12/sette-doni.jpeg
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/wp-content/uploads/2019/12/angelo.jpg


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/wp-content/uploads/2019/12/sette-doni.jpeg


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/wp-content/uploads/2019/12/angelo.jpg




SANTE MESSE CATTOLICHE CELEBRATE "NON UNA CUM" DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ IN TUTTA ITALIA…

SANTA MESSA celebrata da Don Floriano Abrahamowicz presso la "Domus Marcel Lefebvre" a Paese (provincia di Treviso) alle ore 10.30 stamattina 1 GENNAIO 2021, CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO:



«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
1° gennaio 2021, Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=xdKW0RFSmzg
1° gennaio 2021, Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo (Omelia)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».



SANTE MESSE da NATALE all'EPIFANIA celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii (I.M.B.C.):


https://www.sodalitium.biz/messe-periodo-natalizio-italia/
"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”
http://www.oratoriosantambrogiombc.it/category/omelie/







http://www.sursumcorda.cloud/
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda»
“Orazione alla Circoncisione di Nostro Signore Gesù Cristo (1.1) --->”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/2645-orazione-alla-circoncisione-di-nostro-signore-gesu-cristo-1-1.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/circoncisione.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/santo-natale.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/nativita.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/bambino-gesu.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/25-dicembre.html
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Il mio regalo di buon Natale a tutti voi: https://bit.ly/2SAcBx1 -
Scintille di Fede: Chi è il Papa, cos’è il Papato? - https://bit.ly/2SAcBx1 (CdP)”
“Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
Carlo Di Pietro, Il Papa eretico: Appunti sulla questione del cosiddetto «Papa eretico», 2019.
Carlo Di Pietro, Apologia del Papato, Effedieffe, Proceno di Viterbo 2014.
https://www.sursumcorda.cloud/tags/papa.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/papato.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
“Raccolta di preghiere non contaminate dall'eresia dell'ecumenismo. Diceva Sant'Alfonso: "Chi prega si salva, chi non prega si danna" ->”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere.html








https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955 Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis».


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«PRIMO GIORNO DELL’ANNO: “VENI CREATOR”, INVOCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO PER L’ANNO NUOVO
“Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza” (Ps. 64:12)
INDULGENZE DEL VENI, CREATOR
Ai fedeli che il primo giorno dell’anno interverranno al canto del Veni, Creator nelle chiese o pubblici oratori o (per chi ne è legittimato) negli oratori semipubblici, per implorare il divino aiuto per l’anno incipiente, è concessa:
– Indulgenza di 10 anni:
– Indulgenza plenaria se, confessati e comunicati, pregheranno a mente del Sommo Pontefice (S. Paen. Ap., 10 aug. 1936).
Audio: https://youtu.be/5GrQJGQWfd8 »



https://stateettenetetraditiones.blogspot.com/2019/01/circoncisione-di-nostro-signore-gesu.html?m=1
“CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO E OTTAVA DEL SUO NATALE”
https://1.bp.blogspot.com/-J42XNFfmeII/XCj4ev7HdvI/AAAAAAAAAU0/E5dnG346ccwDU2y_wRVKwhPwmd7Ad390wCLcBGAs/s1600/photo_2018-12-30_17-54-32.jpg


https://1.bp.blogspot.com/-J42XNFfmeII/XCj4ev7HdvI/AAAAAAAAAU0/E5dnG346ccwDU2y_wRVKwhPwmd7Ad390wCLcBGAs/s1600/photo_2018-12-30_17-54-32.jpg







https://www.radiospada.org/2020/12/gennaio-mese-del-santissimo-nome-di-gesu-litanie-e-indulgenze/
“Gennaio, mese del Santissimo Nome di Gesù. Litanie e indulgenze”







«1° GENNAIO CIRCONCISIONE DI NOSTRO SIGNORE E OTTAVA DI NATALE»
Guéranger, L'anno liturgico - Circoncisione di Nostro Signore e l'ottava di Natale (http://www.unavoce-ve.it/pg-natale-ottava.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-natale-ottava.htm




VENI CREATOR SPIRITUS!!!
Preghiamo nuovamente anche - oltre che per noi stessi, per tutti i nostri cari familiari, parenti ed amici - per tutti i più soli ed abbandonati, i bisognosi, i malati, i sofferenti, gli agonizzanti e coloro che moriranno, ecc. per la perseveranza nella vera fede di tutti i vescovi, sacerdoti e fedeli integralmente cattolici nonchè per il ravvedimento e la conversione di molte persone alla vera fede cattolica in questo nuovo anno 2021...
Chiediamo per tutti noi la grazia di una buona morte e di poter giungere un giorno alla gloria del Cielo!!!
Gesù Bambino, Verbo divino, Verbo incarnato, Pregate per noi che avete creato...
ET VERBUM CARO FACTUM EST…
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!![/B]