Visualizza Versione Completa : Chi la fa l'aspetti? La Commissione europea discrimina l'italiano
Ue, Italia indignata per discriminazioni sulla lingua
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Sun February 20, 2005 5:28 PM GMT
di Crispian Balmer
ROMA (Reuters) - La notizia che la Commissione europea ha operato dei tagli sulle traduzione in italiano dei lavori ha provocato disappunto e alimentato i timori che l'influenza internazionale dell'Italia sia irreversibilmente in declino.
Fonti italiane si sono lamentate che la Commissione a Bruxelles abbia rimosso i traduttori simultanei per l'italiano da tutte le conferenze stampa della settimana ad eccezione di quella del mercoledì.
"La decisione di discriminare l'italiano è inaccettabile", ha detto il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione.
Una portavoce della Commissione a Bruxelles ha confermato che non ci sono italiani nella squadra comunicazioni del presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, ma ha insistito sul fatto che la decisione di tenere la gran parte delle conferenze stampa solo in inglese e francese non è una novità.
Comunque l'ambasciatore italiano alla Commissione ha inviato una lettera nel fine settimana a Barroso per chiedere perché l'italiano sia stato relegato "a posizione del tutto secondaria".
Anche il commissario alla Giustizia Franco Frattini è entrato nella polemica dicendo al Corriere della Sera che d'ora in poi parlerà solo in italiano alle sue conferenze stampa.
La vicenda arriva in un momento in cui l'Italia soffre per il fatto che non ci siano italiani in ruoli chiave sul piano internazionale.
Nella Commissione precedente, erano italiani sia il presidente che il commissario alla Concorrenza, Romano Prodi e Mario Monti. Inoltre, almeno tre portavoce di commissari erano italiani.
dal sito: http://www.reuters.com/locales/c_newsArticle.jsp?type=topNews&localeKey=it_IT&storyID=7681844
SNOBBATI
La Ue non 'parla' italiano
La protesta del nostro ambasciatore
http://www.italiaue.it/foto/cangelosis.jpg
BRUXELLES, 19 FEBBRAIO 2005 - L'ambasciatore italiano Rocco Cangelosi, rappresentante permanente dell'Italia a Bruxelles, ha inviato una lettera al presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Durao Barroso per protestare contro l'esclusione dell'italiano tra le lingue in cui vengono tradotte le conferenze stampa dei commissari.
Nella lettera, Cangelosi protesta perche' con questa decisione - scrive - si relega ''l'italiano a posizione del tutto secondaria''.
''Non le saranno sfuggiti lo stupore e lo sconcerto provocati nell'opinione pubblica italiana, nel Governo, nel Parlamento Europeo e nella Stampa dalla decisione che sarebbe stata presa dal Capo del Servizio dei portavoce, la signora Le Bail, di instaurare di fatto un regime trilingue (inglese, francese e tedesco) nelle conferenze stampa tenute dai Commissari nei giorni diversi dal mercoledi', relegando l'italiano a posizione del tutto secondaria'', scrive Cangelosi a Barroso.
''Questo episodio si coniuga con quello gia' piu' volte segnalato della mancata nomina di un italiano tra i Portavoce dei Commissari. Alle richieste di spiegazioni indirizzate dal Capo dell'Ufficio Stampa della Rappresentanza italiana alla signora Le Bail - aggiunge l'ambasciatore - non e' seguita alcuna risposta cosi' come nessun riscontro ho ricevuto alle mie lettere del 18 novembre e del 7 febbraio scorsi ed ai successivi interventi che io stesso ho effettuato presso il suo Gabinetto.
L'urgenza di ricevere i necessari chiarimenti e l'esigenza di approfondire in una sede ufficiale questa delicata questione mi hanno spinto a richiedere l'iscrizione del punto al prossimo Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti presso la Ue, ndr)''.
Cangelosi conclude:''Voglio ritenere che la situazione determinatasi sia dovuta a scelte adottate a livello amministrativo, senza nessun avallo politico dei vertici della Commissione. Si tratterebbe in caso contrario di una palese violazione dei Trattati e di una grave discriminazione operata nei confronti di un Paese membro , e per di piu' fondatore dell'Unione Europea''.
Dal sito de la Nazione: http://lanazione.it/art/2005/02/19/5369965
Ue, governo: ''Chiarimenti sullo stop all'italiano in conferenza stampa''
L'ambasciatore Cangelosi: ''Rassicurare al più presto il governo e l'opinione pubblica, fugando ogni dubbio di discriminazione''
http://www.tgcom.it/bin/221.$plit/C_0_articolo_214857_immagine.jpg
Bruxelles, 19 feb. (Adnkronos) - ''Necessari chiarimenti'' sulla decisione di eliminare la lingua italiana da tutte le conferenze stampa dei commissari Ue ad eccezione di quelle che si tengono il mercoledì, unico giorno in cui è garantita la traduzione nelle principali lingue della Ue. E' quanto chiede in una lettera al presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, l'ambasciatore Rocco Cangelosi, a capo della rappresentanza italiana presso l'Unione Europea. Cangelosi domanda spiegazioni sulla ''delicata questione'' della ''decisione che sarebbe stata presa dal Capo del Servizio dei Portavoce, la Signora Le Bail, di instaurare di fatto un regime trilingue (inglese, francese e tedesco) nelle conferenze stampa tenute dai Commissari'' europei, ''relegando l'italiano a posizione del tutto secondaria''. ''Credo che Lei comprenderà come sia necessario rassicurare al più presto il Governo e l'opinione pubblica italiana circa la volontà dell'Esecutivo comunitario di agire conformemente ai principi ed alle norme dell'Unione, fugando ogni dubbio di discriminazione o di situazioni di privilegio nei confronti di questa o quella lingua''.
''Voglio ritenere che la situazione determinatasi - conclude - sia dovuta a scelte adottate a livello amministrativo, senza nessun avallo politico dei vertici della Commissione. Si tratterebbe in caso contrario di una palese violazione dei Trattati e di una grave discriminazione operata nei confronti di un Paese membro, e per di più fondatore dell'Unione Europea''.
Anche il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione esprimerà al presidente dell'Unione europea Barroso ''la forte preoccupazione del governo italiano''. ''Ci stanno escludendo -ha detto Buttiglione- stanno creando un direttorio anglo-franco-tedesco a livello linguistico e questo non ci piace''.
Dal sito: http://www.adnkronos.com/Esteri/2005/Settimana08da14-02a20-02/italiano_ue_190205.html
Cui che al mancje di rispiet pes lenghis di chei altris, nol pues pratindi di vê rispiet pe sô. O sai ben che a nivel european no àn cjapât cheste decision par fâ un plasê ai sarts o ai furlans, ma chest nol gjave che un biel "us sta ben!" mi ven pardabon sù dal cûr... E tant par vê inmò plui sodisfazion o zonti un altri intervent gjavât fûr dal "Corriere della sera" di vuê. :D
Chi non rispetta le lingue altrui, non può chiedere rispetto per la propria. So bene che nelle sede governative europee non hanno preso questa decisione per solidarietà con sardi e friulani, ma ciò non mi leva la soddisfazione di esclamare un bel "Ben vi sta!"... E, per aumentare la mia soddisfazione, aggiungo un altro intervento pubblicato oggi sul "Corriere della sera". :D
Il presidente della Crusca torna sull’italiano «cancellato» a Bruxelles. La portavoce di Barroso: nessuna discriminazione
«Salviamo le lingue dal prepotere dei tre grandi»
Le brutte notizie sulla lingua italiana provenienti da Bruxelles e da me commentate nell’articolo-intervista del 17 scorso hanno, finalmente, scosso parecchie menti. Protocollato questo effetto, ritengo utile qualche approfondimento, suggeritomi dalle opinioni, tutte largamente consenzienti anche se con qualche distinguo, espresse dal coro di voci. Anzitutto, ho manifestato posizioni che sono il frutto di lunghe analisi della situazione linguistica italiana ed europea condotte dall’Accademia della Crusca insieme con gli altri membri della Federazione Europea delle Istituzioni Linguistiche Nazionali, attiva da cinque anni. Questo organismo ha emanato quattro anni fa le «Raccomandazioni di Mannheim-Firenze», da me ripetutamente commentate sui giornali e presentate in più occasioni: anche, con un lungo documento del 22 luglio 2003, a un gruppo di lavoro convocato dalla Direzione generale delle «Culturali» del ministero degli Esteri.
Le idee che circolano in materia, non solo nell’Accademia, ma nella comunità scientifica dei linguisti italiani (Associazione degli Storici della lingua italiana e Società di Linguistica Italiana) non sono affatto ispirate a una difesa nazionalistica dell’italiano e delle lingue in genere, né a una banale anglofobia. Il nucleo forte della nostra riflessione sul tema è dato dal principio che tutte le lingue dei popoli europei sono un bene culturale fondamentale dell’intera Unione e che perciò occorre assolutamente una politica comunitaria delle lingue, per sottrarre la loro gestione al prepotere delle tre «nazioni forti» che, come ha ben detto Galli della Loggia, tendono a fare dell’Europa una propria riserva di dominio (ovviamente in tutti i campi).
La proposta proveniente dalla comunità scientifica, inascoltata dai politici di almeno due legislature, consiste nel suggerire (modestamente) agli esponenti italiani di farsi promotori di una politica linguistica comunitaria e di aggregare così intorno a sé il favore degli altri potenziali esclusi. Sarà recepita ora questa proposta?
A chi si pone, forse dopo di noi, il problema dei costi o delle difficili combinazioni delle molte lingue, desidero segnalare che il problema è stato ampiamente dibattuto e che più soluzioni sono state indicate: turni di privilegio alle lingue; opportunità di dedicare risorse alla formazione di un buon numero di ottimi traduttori e interpreti (segno distintivo di una civiltà complessa ma anche dinamica e pluralista); possibilità di creare, a spese della comunità, compensazioni per le lingue meno presenti nelle funzioni istituzionali.
Quanto al rilievo da attribuire - o, secondo qualcuno, da non attribuire - alla lingua come elemento portante, non solo emblema, di un’intera realtà culturale, politica ed economica, dovrebbe bastare la riflessione su quanto fanno con accanimento i Paesi che ci escludono. La superficialità in argomento è, invece, un tratto tutto italiano: cioè, di quella parte della nostra collettività che non ha bene riflettuto sulla nostra storia. Massima attenzione, però, a che questo risveglio d’interesse per le condizioni e le sorti della lingua italiana non serva a resuscitare modelli autarchici e progetti di un Ufficio che detti la grammatica di Stato. La comunità scientifica ha già rifiutato massicciamente tali propositi. I provvedimenti da prendere riguardano invece, innanzi tutto, la migliore (più scientifica e libera) formazione degli insegnanti delle nostre scuole.
A chi, infine, ritiene che le mie proteste tendano in fondo a colpire il governo in carica (così G.C. Romoli Venturi su Il Secolo d’Italia del 20 c.m.), in aggiunta alle informazioni che do qui sopra, dico: 1) nella mia intervista ho dichiarato esplicitamente che l’inefficace azione per tutelare nelle sedi istituzionali europee le posizioni dell’italiano è «colpa tipica dei politici italiani, e non da oggi»; 2) richiami del genere ho fatto negli anni passati in varie sedi e voglio qui segnalare quello esplicito nella mia relazione al Convegno «L’Italia fuori d’Italia» (Roma, 7-10 ottobre 2002), nella quale già evocavo la lunga tradizione italiana di latitanza politica sull’argomento; 3) l’appello a iniziative da prendere con urgenza non poteva non essere rivolto al ministro degli Esteri in carica, il quale con un suo articolo (nel Corriere del 20) dà atto della serietà del problema e non lo riduce, giustamente, a un attacco alla sua recente gestione politica. Sarebbe il caso, dunque, di non farne materia - e lo dico in tutte le direzioni politiche - di piccoli o grandi dirottamenti di colpe sul passato e sul presente. La materia, oltre che politica, è tecnica ed è anche per questo che la comunità scientifica, inascoltata, si risente.
Biele la frase in nerut, ma pecjât che le tirin fûr dome cuant che i comude a lôr. Brâf Francesco Sabatini e i siei amîs a vaî il muart cuant che i tocje al talian, ma cuant che il talian lu fâs cun chei altris in chê volte al va dut ben. Chest viaç o sin nô a ridi... :p
Bella la frase in grassetto, peccato che la usino solo quando conviene a loro. Bravo Francesco Sabatini e i suoi amichetti a lamentarsi quando capita all'italiano, ma quando l'italiano si comporta così con gli altri, allora va tutto bene. Stavolta ridiamo noi... :p
In Origine Postato da Çorut
Biele la frase in nerut, ma pecjât che le tirin fûr dome cuant che i comude a lôr. Brâf Francesco Sabatini e i siei amîs a vaî il muart cuant che i tocje al talian, ma cuant che il talian lu fâs cun chei altris in chê volte al va dut ben. Chest viaç o sin nô a ridi... :p
Eya Çorut, cust'orta seus nosatrus ki arrideus... Imoi si lingua Sarda, Friulana, et Italiana po s'UE ABARRANT A SU PROPIU LIVELLU!!! Mellus deaici!!!
:lol :lol :lol
Sì Çorut, questa volta tocca a noi ridere... Adesso la lingua Sarda, Friulana, ed Italiana per l'UE SONO SULLO STESSO LIVELLO!!! Meglio così!!!
:lol :lol :lol
;)
In Origine Postato da Cristianu
Eya Çorut, cust'orta seus nosatrus ki arrideus... Imoi si lingua Sarda, Friulana, et Italiana po s'UE ABARRANT A SU PROPIU LIVELLU!!! Mellus deaici!!!
:lol :lol :lol
Sì Çorut, questa volta tocca a noi ridere... Adesso la lingua Sarda, Friulana, ed Italiana per l'U SONO SULLO STESSO LIVELLO!!! Meglio così!!!
:lol :lol :lol
;)
diat esser guasi comente ki sas persones ki no istimant sos pitzinnos, no istimant sos propios.
bene ki l'istet!!
in totu custu panorama galanu b'est finas sa limba inglesa a mover sos passos!
sarebbe quasi come se delle persone che, non amando i bambini, non amano i propri.
ben fatto!
in questo bel quadro c'è pure la lingua inglese che avanza....
saludos
mandi
In Origine Postato da Tomatito
diat esser guasi comente ki sas persones ki no istimant sos pitzinnos, no istimant sos propios.
bene ki l'istet!!
in totu custu panorama galanu b'est finas sa limba inglesa a mover sos passos!
sarebbe quasi come se delle persone che, non amando i bambini, non amano i propri.
ben fatto!
in questo bel quadro c'è pure la lingua inglese che avanza....
saludos
mandi
innanzitutto salude a totus, per mè è un onore scrivere in questo forum!!!
be ci avevano detto che le nostre lingue ostruivano l'avvento dell' inglese: be adesso hanno la strada spianata!!!!
salude
L
In Origine Postato da Lutzianu
innanzitutto salude a totus, per mè è un onore scrivere in questo forum!!!
be ci avevano detto che le nostre lingue ostruivano l'avvento dell' inglese: be adesso hanno la strada spianata!!!!
salude
L
:lol :lol :lol
Asumancu imoi in s'Europa podeus passai deretamenti da su Sardu (Limba de Minoria Europea arreconota a prenus tidulus) a s'Ingresu, kentza tenni in mes'a's patadas s'Italianu, ki a s'acabu no srebit a una cipudda!!! :D
Almeno in Europa adesso possiamo passare direttamente dal Sardo (Lingua Minoritaria Europea riconosciuta con tutte le carte in regola) all'Inglese, senza aver in mezzo alle scatole l'Italiano, che alla fine non serve ad un cavolo!!! :D
No servit a nudda?? E cun su pizzatteri de Monaco o de Parigi itte limba faeddas? E comente podes preguntare unu piattu e makkarrones in Madrid? E si abberis unu tzilleri in Praga e benini sos mafiosos a ti preguntare su pizzu comente faghes a los cumprendere?
Cristià azzornadi, s'italianu est limba mondiale connotta......
Non serve a nulla?? E col pizzaiolo di Monaco o di Parigi che lingua parli? E come fai a chiedere un piatto di spaghetti a Madrid? E se apri un Pub a Praga e vengono i mafiosi a chiederti il pizzo come fai a capirli?
Aggiornati, Cristià, l'italiano è lingua conosciuta a livello mondiale......
A proposito, per non dimenticarlo:
NO SPAGHETTI IN SARDINIA!:D :D :D :D
Mitteleuropeo
23-02-05, 19:00
:) Endlich fühle ich mich aufgewertet :)
:) finalmente mi sento rivalutato :)
:K PROST !
In Origine Postato da Kornus
No servit a nudda?? E cun su pizzatteri de Monaco o de Parigi itte limba faeddas? E comente podes preguntare unu piattu e makkarrones in Madrid? E si abberis unu tzilleri in Praga e benini sos mafiosos a ti preguntare su pizzu comente faghes a los cumprendere?
Cristià azzornadi, s'italianu est limba mondiale connotta......
:lol :lol :lol
Deus!!! Mi fia scaresçu ki s'Italianu est s'"international language" de is pitzadoris!!! Ta dannu! :D
E tandus imoi fait a protestai, poita su mundu e s'UE no podit fai de mancu de s'Italianu! Fintzas Tziu Çampi d'at nau mì! Ita bolis de prus?!!! :D
Oddio!!! Mi ero dimenticato che l'Italiano è l'"international language" dei pizzaioli!!! Che dimenticanza! :D
Allora a questo punto bisogna protestare, perchè il mondo e l'UE non può fare a meno dell'Italiano! Anche mister Ciampi l'ha detto! Cosa vuoi di più?!!! :D
d'apu scriu jai e torru a scriri: 'TA LASTIMA!!!
l'ho già scritto e riscrivo: CHE PECCATO!!!
sinforratori
24-02-05, 05:04
In Origine Postato da Cristianu
:lol :lol :lol
Deus!!! Mi fia scaresçu ki s'Italianu est s'"international language" de is pitzadoris!!! Ta dannu!:D
:mad:
NO DU NERASTA MANCU BRULLENDI!!!:D :D :D
non si ride delle disgrazie altrui.....:(
In Origine Postato da Liberalix
non si ride delle disgrazie altrui.....:(
E perchè, si tratta di una disgrazia? In fin dei conti nell'UE ci sono decine di popoli (alcuni hanno uno stato, altri configurano come "minoranze"), e se ogni popolo pretendesse che la sua lingua avesse la precedenza sulle decine di altre lingue, sai che casino... Penso che la scelta di utilizzare come "lingue franche" (per l'attività politica) quelle lingue che hanno grande diffusione internazionale sia la scelta migliore. Onestamente l'italiano al di fuori dell'Italia (un unico stato in tutto il mondo) non vale nulla.
Per le minoranze nazionali presenti nello stato italiano inoltre è un salto di qualità: a livello di UE possiamo passare direttamente dalla lingua minoritaria alle lingue di comunicazione internazionale (inglese, francese, tedesco, non dic erto l'italiano), avendo così una maggiore apertura verso il mondo! :)
In Origine Postato da sinforratori
:mad:
NO DU NERASTA MANCU BRULLENDI!!!:D :D :D
hahaha, est berus Sinforradoreddu, tui ses "de sa categoria"! E tandus po is pitzadoris sardus sa lingua franca abarrat sa sarda! :D ;)
hahaha, è vero Sinforradori, tu fai parte "della categoria"! Allora facciamo che per i pizzaioli sardi la lingua franca rimane quella sarda! :D ;)
Mitteleuropeo
24-02-05, 12:43
In Origine Postato da Cristianu
E perchè, si tratta di una disgrazia? In fin dei conti nell'UE ci sono decine di popoli (alcuni hanno uno stato, altri configurano come "minoranze"), e se ogni popolo pretendesse che la sua lingua avesse la precedenza sulle decine di altre lingue, sai che casino... Penso che la scelta di utilizzare come "lingue franche" (per l'attività politica) quelle lingue che hanno grande diffusione internazionale sia la scelta migliore. Onestamente l'italiano al di fuori dell'Italia (un unico stato in tutto il mondo) non vale nulla.
Per le minoranze nazionali presenti nello stato italiano inoltre è un salto di qualità: a livello di UE possiamo passare direttamente dalla lingua minoritaria alle lingue di comunicazione internazionale (inglese, francese, tedesco, non dic erto l'italiano), avendo così una maggiore apertura verso il mondo! :)
* A parte la grandissima colpa di essersi dimenticato San Marino, la Svizzera e l' Albania :D , Cristianu ha perfettamente ragione. Purtroppo molti Friulani hanno l' handicap che non conoscono abbastanza la loro lingua per fare a meno dell' italiano, ma per chi lo scrive con la scioltezza di çorut, dovrebbe anche essere un vantaggio. Con ogni passaggio si perde un po' del testo originale.
In Origine Postato da Mitteleuropeo
* A parte la grandissima colpa di essersi dimenticato San Marino, la Svizzera e l' Albania :D , Cristianu ha perfettamente ragione. Purtroppo molti Friulani hanno l' handicap che non conoscono abbastanza la loro lingua per fare a meno dell' italiano, ma per chi lo scrive con la scioltezza di çorut, dovrebbe anche essere un vantaggio. Con ogni passaggio si perde un po' del testo originale.
Albania? In Albania che io sappia non ci sono italo-romanzi, e comunque la lingua non è ufficiale. Emigrati italiani (ma anche sardi!) ce ne sono in tanti paesi, al limite in Europa i paesi che comprendono tra i loro confini degli italo-romanzi sono la Francia (Corsica), la Svizzera (Ticino e Grigioni), la Slovenia (Venezia Giulia), la Croazia (Istria), e San Marino e Vaticano, ma di questi, a parte le due enclavi, c'è solo la Svizzera che da un riconoscimento ufficiale.
Ma parliamno di lembi di terra, non certo di interi continenti!
Il mio ragionamento comunque era più che altro politico: in Europa la Lingua Italiana è giustamente trattata come quella Slovena o Polacca o Greca, non vedo perchè dovrebbe essere una spanna davanti. E nel gradino sottostante spingono le lingue minoritarie. ;)
In Origine Postato da Cristianu
Il mio ragionamento comunque era più che altro politico: in Europa la Lingua Italiana è giustamente trattata come quella Slovena o Polacca o Greca, non vedo perchè dovrebbe essere una spanna davanti. E nel gradino sottostante spingono le lingue minoritarie. ;)
non sono affatto d'accordo....L'Italia è demograficamente più importante della Slovenia o della Grecia.....siamo 56.000.000.....è economicamente più importante......L'italiano a differenza dello sloveno ad esempio è parlato da più persone anche fuori dai confini nazionali....Secondo me le lingue da utilizzare dovrebbero essere le due lingue internazionali per eccellenza ovvero l'inglese ed il francese...e le tre lingue dei paesi più importanti dal punto di vista demografico, economico, storico...ovvero il tedesco, l'italiano e lo spagnolo....
In Origine Postato da Liberalix
non sono affatto d'accordo....L'Italia è demograficamente più importante della Slovenia o della Grecia.....siamo 56.000.000.....è economicamente più importante......L'italiano a differenza dello sloveno ad esempio è parlato da più persone anche fuori dai confini nazionali....Secondo me le lingue da utilizzare dovrebbero essere le due lingue internazionali per eccellenza ovvero l'inglese ed il francese...e le tre lingue dei paesi più importanti dal punto di vista demografico, economico, storico...ovvero il tedesco, l'italiano e lo spagnolo....
Non vedo il perchè di utilizzare in un parlamento "internazionale" una lingua senza diffusione internazionale. Le lingue usate nell'UE non sono lì per dare contentini a destra e sinistra, ma hanno solo una funzione veicolare. La polonia demograficamente è nell'ordine di grandezza dell'Italia (40 milioni di abitanti), ed allora mettiamo anche il polacco? La Turchia, che a breve sarà membroa tutti gli effetti, ha 65 milioni di abitanti, ed allora aggiungiamo il turco?
Lo scopo è utilizzare lingue che possano essere comprese da tutto il mondo, e che siano di dominio pubblico nell'Unione, e l'Italiano penso proprio che non risponda ne al primo requisito, ne al secondo.
Purtroppo credo che i politici italiani con le loro manie di grandezza ci stiano dando una idea molto molto sbagliata del ruolo che ha l'Italia all'estero...
:)
E poi chi parla italiano fuori dall'Italia? :confused:
Vuoi mettere lingue come l'Inglese, lo Spagnolo, il Francese, l'Arabo, il Cinese, il Russo, e paragonarle all'Italiano?
L'Italiano all'estero lo studia chi è interessato all'Italia, così come in Italia uno studia lo Svedese o il Tailandese. :)
In Origine Postato da Cristianu
Non vedo il perchè di utilizzare in un parlamento "internazionale" una lingua senza diffusione internazionale. Le lingue usate nell'UE non sono lì per dare contentini a destra e sinistra, ma hanno solo una funzione veicolare. La polonia demograficamente è nell'ordine di grandezza dell'Italia (40 milioni di abitanti), ed allora mettiamo anche il polacco? La Turchia, che a breve sarà membroa tutti gli effetti, ha 65 milioni di abitanti, ed allora aggiungiamo il turco?
Lo scopo è utilizzare lingue che possano essere comprese da tutto il mondo, e che siano di dominio pubblico nell'Unione, e l'Italiano penso proprio che non risponda ne al primo requisito, ne al secondo.
Purtroppo credo che i politici italiani con le loro manie di grandezza ci stiano dando una idea molto molto sbagliata del ruolo che ha l'Italia all'estero...
:)
non concordo...again...
dire che la Polonia ha lo stesso peso dell'Italia per me non è affatto condivisibile....politicamente non lo ha, demograficamente non lo ha (40---->56), economicamente non lo ha (siamo tra i primi 7 paesi più ricchi al mondo), storicamente non lo ha (siamo un paese fondatore dell'UE), linguisticamente non lo ha rispetto all'Italiano che è relativamente più diffuso, parlato e studiato del polacco...
Riguardo alla Turchia se mai entreà nell'UE chissà quando....l'obiezione potrebbe essere solo dal punto di vista demografico null'altro, restano tutte le altre a favore dell'Italiano...
lo scopo è anche utilizzare le lingue dei paesi che fanno parte dell'Unione e che hanno un peso ripeto politico, economico, demografico e storico e l'Italia e l'Italiano lo hanno sicuramente in ambito UE....
Tutto si può dire tranne che gl iitaliani abbiano manie di grandezza..non siamo i francesi o gli inglesi....anzi ci sminuiamo spesso e soffriamo di complessi d'inferiorità....
Intervista del Corriere Canadese al prof. Paolo Balboni, preside della facoltà di Lingue e Letterature Straniere e dell'Università "Cà Foscari di Venezia"
Dalla recente indagine «Italiano 2000« condotta dal prof. Tullio De Mauro emerge che l'italiano oggi non è considerata solo la lingua della grande cultura, ma anche lingua d'uso. Proprio per questo ha titoli per essere annoverata fra le quattro o cinque lingue ufficiali (quelle di «serie A») dell'Unione Europea. In che modo si sta impegnando l'Italia per raggiungere questo traguardo?
«La ricerca alla quale lei fa riferimento riguarda solo i corsi promossi dagli Istituti Italiani di Cultura. In realtà, la gran parte dell'insegnamento dell'italiano all'estero avviene presso gli enti legati all'emigrazione, presso le Camere di Commercio, nell'ambito di progetti mediterranei con Maghreb e Balcani, e sulla base dell'art. 126 del Trattato di Maastricht (quello che ha istituito l'Unione Europea) nelle scuole del continente. La realtà è molto più rosea e viva e cangiante di quanto emerga da quella ricerca, mi creda».
Cosa accadrà nelle scuole e nelle università italiane se la nostra lingua rientrerà tra quelle di «serie A» dell'Unione Europea? Immagino che ci sarà anche un «effetto domino» in tutto il mondo, nel senso che ci sarà un significativo impulso al suo studio e alla sua diffusione. È così? E se è così, studio e diffusione all'estero continueranno ad essere un problema esclusivamente italiano o anche europeo?
«L'immagine della serie A è bella ma dice poco. La realtà è questa: in Europa la lingua "numero 1" è l'inglese, il cosiddetto EuroEnglish, per cui tutti si capiscono in inglese ma nessuno capisce i madrelingua, soprattutto se americani. Poi ci sono le altre lingue, quelle "numero 2": il francese, in precipitoso calo di popolarità, il tedesco, lo spagnolo, il russo e l'italiano. Sono lingue di "serie A" non per meriti strani, ma solo perché sono le più diffuse: in Italia e Spagna si viene per turismo; tedeschi e russi sono i territori dei nuovi affari di vasta portata (e infatti sono le lingue parlate nei dieci nuovi stati membri dell'Ue); il francese ha un prestigio tradizionale, per quanto calante. A questo si aggiunga il fatto che l'italiano è la lingua del Nord Est italiano, cioè la zona a maggior produttività dell'intera Ue: lo sa che la provincia di Treviso, 200mila abitanti, esporta più della Grecia? E che Treviso e Vicenza insieme esportano più del Portogallo? In questo senso la diffusione dell'italiano è un problema europeo. Come quello di tutte le lingue "numero 2", del resto, quelle cioè che si devono accompagnare all'inglese sulla base del Trattato di Maastricht in base al quale ogni cittadino europeo deve ricevere formazione in due lingue comunitarie. E certo ben pochi scelgono il lussemburghese come seconda lingua».
In Origine Postato da Cristianu
E poi chi parla italiano fuori dall'Italia? :confused:
L'Italiano all'estero lo studia chi è interessato all'Italia, così come in Italia uno studia lo Svedese o il Tailandese. :)
In Svizzera e Slovenia ci sono dei madrelingua italiana...
come seconda lingua l'italiano è studiato e parlato da moltissime persone che hanno origini italiane basti pensare al Canada, USA, Australia, Brasile, Argentina, Sud Africa.....
oltre alle persone che per diletto, interesse, curiosità studiano l'Italiano pur non avendo nulla a che fare con l'Italia...
La Lingua Turca non è un lingua internazionale? Lo sai che dai confini della Mongolia al Bosforo (anzi ben oltre, considerando la Tracia e la Macedonia) si parlano dialetti turchi? La Lingua Turca è l'Inglese dell'Asia centrale, tant'è che la costituzione turca offre cittadinanza a qualsiasi turcofono (anche per dire azero, o kazaco, o turkmeno, o kirghiso...) che ne faccia richiesta.
Rimane il fatto che la Lingua Italiana è una lingua "regionale", diffusa in un unico paese al mondo (escluse poche decine di migliaia di persone in Ticino e nelle enclavi), e che appunto serve SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per ragioni turistiche all'interno dei confini italiani, o per lavorare in Italia, a livello commerciale bastano inglese, francese, e spagnolo.
Pretendere che tutta l'Europa, fatta ormai di 25 stati ed almeno 3 volte tante Nazioni, riconosca l'Italiano come "PROPRIA" lingua comunitaria, mi sembra eccome una mania di grandezza. :)
A si biri mellus! / Mandi! :)
mi sa che siete usciti un pò fuori dal senso originale...
non è che l'italiano è stato escluso e che i traduttori non tradurrano le conferenze dell' unione a parte il mercoledì...
la cosa importante è che crea quel senso di smarrimento che, sopratutto i nostri nonni hanno visuto quando la loro lingua non era ufficiale.
cosi capiranno che non è una cosa molto simpatica....
rileggendo un libro sulla sardegna di fine settecento ho trovato un aneddoto interessante:
un pregone del vicere sabaudo in sardegna, quando i legni francesi erano davanti al porto di cagliari e stavano per attacare (1793/94), ci fù questo pregone cvhe diceva che chi avrebbe fatto propaganda francese sarebbe stato condannato a non mi ricordo che pene: bene il pregonatore lo tradusse in sardo (la lingua del popolo) e ne stravolse il senso dicendo che il vicerè avrebbe venduto la sardegna ai francesi.... la notizia sconcertò gli uditori e il pregonatore venne condannato a alla fustigazione e alla galera, poi graziato.
non auguro la stessa cosa agli italiani che non parlano l'inglese...
credo che i documenti in uscita, sopratutto quyelli che interssano il popolo dovrebbero essere tradotti in tutte le lingue europee anche le cosidette minoritarie...
salude
L
In Origine Postato da Lutzianu
mi sa che siete usciti un pò fuori dal senso originale...
non è che l'italiano è stato escluso e che i traduttori non tradurrano le conferenze dell' unione a parte il mercoledì...
la cosa importante è che crea quel senso di smarrimento che, sopratutto i nostri nonni hanno visuto quando la loro lingua non era ufficiale.
cosi capiranno che non è una cosa molto simpatica....
L
;) ;)
Potremmo introdurre l'Italiano come lingua "culturale", quello che, cioè, giustamente, era considerata nell'ex glorioso Impero Asburgico.....Lingua cioè di operette, concerti, sfilate di moda e, se vogliamo, di alcuni Talk Show, tipo "Amici" o "Stranamore", dato che puttanate del genere solo in quella lingua sono possibili...... Ah, dimenticavo il calcio...... Per quanto riguarda la potenza economica, l'Italia non è settima, non so da dove vi siete tirati fuori questo settimo posto: a parte i soliti noti, sono prima Austria, Svizzera, Lussemburgo, Olanda, Belgio, tutti i paesi Scandinavi, le tigri orientali Giappone, Taiwan e Malesia, presto passerà davanti la Spagna, senza la Spagna sarebbe davanti la Catalogna...... Come sviluppo degli ultimi dieci anni è avanti persino lo Zimbabwe......
Allora l'italiko a che cazz....serve?
Per gli emigrati? Ma loro sanno parlare benissimo anche la lingua del Paese dove vivono! Anzi, la sanno parlare molto meglio!!
Pertanto lo stesso ragionamento che gli italioti fanno con Sardo e Furlan si fa per l'Italiko: in un mondo globalizzato, con Internet, con l'abbattimento dei confini e il libero movimento dei lavoratori, l'Italiano a che cazz....serve????
NO SPAGHETTI IN SARDINIA!!:K :K
In Origine Postato da Lutzianu
mi sa che siete usciti un pò fuori dal senso originale...
non è che l'italiano è stato escluso e che i traduttori non tradurrano le conferenze dell' unione a parte il mercoledì...
la cosa importante è che crea quel senso di smarrimento che, sopratutto i nostri nonni hanno visuto quando la loro lingua non era ufficiale.
cosi capiranno che non è una cosa molto simpatica....
Mi cjati ad in plen cun chest toc di Lutzianu. In efiets o crôt che il sens de robe al sedi propit chel chi. Fâi capî ai talians che in fonts la lôr no je une lenghe che no si pues fâ di mancul e magari fâi capî ce che o scugnìn gloti nô ogni dì par colpe lôr e dal lôr pôc rispiet par chei altris.
Sono pienamente d'accordo con questo passaggio dell'intervento di Lutzianu. Credo che il senso della questione sia proprio questo. Cioè far capire agli italiani che la loro non è una lingua indispensabile e magari riuscire a fargli capire quello che noi subiamo quotidianamente per colpa loro e del loro scarso rispetto per gli altri
O profiti par dî che o soi une vore content di viodi achì, ta chest forum, tancj amîs sarts. Pecjât che e sedi une presince dome che virtuâl, se no une biele bevude si podeve ancje fâle! :K
Approfitto per esprimere la mia felicità per la presenza, su questo forum, di tanti amici sardi. Mi dispiace si tratti solo di une presenza virtuale, altrimenti ci scappava sicuramente una belle bevuta! :K
@Liberalix: chest viaç no mi cjati in cunvigne cun te, in particolâr sul fat che i talians (ancje se no vuei gjeneralizâ) no pensin di jessi miôr di chei altris. A àn fat lis carognis cui debui, e i sotans cui potents! Lu fasin tal cjamp des lenghis, là che a crodin che la lôr e sedi la miôr e la plui biele dal mont, e lu àn fat ancje in altris cjamps. Ti consei la vision par esempli dal biel documentari de BBC "A Fascist Legacy" su la politiche coloniâl e i crimins di vuere dai talians in Afriche e intai Balcans. Un documentari che la RAI e à comprât i dirits pal stât talian che a son bielzà agns, ma che no à mai trasmetût: in pratiche ju à comprâts par che nissun intal stât talian al podes viodilu... e nol covente zontâ altri. I talians no varan la "grandeur" dai francês, ma àn il mît (parcè che al juste che un mît) dai "italiani brava gente" che a voltis al è ancjemò piês, par vie che no i permet di lei la lôr storie in maniere critiche.
@Liberalix: stavolta non sono d'accordo con te, soprattutto relativamente al fatto che gli italiani (ma non voglio generalizzare) non si credano superiori. Si sono comportati in modo indegno con i deboli e si sono umiliati di fronte ai potenti. Lo fanno quando si tratta di lingue, dove non perdono occasione per dire che la loro è la migliore e la più bella del mondo, e lo hanno fatto anche in altre situazioni. Ti consiglio di vedere il prezioso documentario della BBC "A Fascist Legacy" dedicato alla politica coloniale e ai crimini di guerra italiani in Africa e nei Balacani. Un documentario di cui la RAI ha acquistato i diritti per lo stato italiano parecchi anni fa e che si è ben guardata dal mandare in onda: detto in parole povere, che ha comprato affinché non fosse visto nello stato italiano... e penso sia inutile aggiungere altro. Gli italiani non hanno certo la "grandeur" francese, ma vantano il mito (perché di mito si tratta) degli "italiani, brava gente" che a volte è anche peggio, perché gli impedisce di analizzare la propria storia in modo critico.
@ Mitteleuropeo. ;)
Toc publicât su "La Repubblica". Ma chest ministri no isal un di chei che a predicjin la nazion padane? No pensi di falâ a dî che la coerence e je a stâ inaltrò...
Brano pubblicato su "La Repubblica". Ma questo ministro non è un sostenitore della "nazione padana"? Credo si possa dire che la coerenza abita altrove...
Castelli contro l'Unione europea
"Umiliante declassare l'italiano"
Da Bruxelles, il ministro della Giustizia Roberto Castelli tuona che declassare l'italiano nel regime linguistico della Commissione europea "è un'umiliazione intollerabile". Il presidente della Commissione europea, Josè Barroso, getta acqua sul fuoco e assicura che "non c'è nessuna intenzione di discriminare una lingua importante e significativa come l'italiano", e annuncia "una soluzione pragmatica" per risolvere la questione.
Dopo la lettera di protesta dell'ambasciatore italiano, anche il rappresentante permanente della Spagna a Bruxelles, Carlos Bastarreche, ha scritto al segretario generale della Commissione, David O'Sullivan, definendo "inaccettabile" l'esclusione anche dello spagnolo.
Il nuovo sistema prevede la traduzione degli incontri stampa dei commissari in inglese, francese e tedesco, le "tre lingue procedurali in cui vengono tradotti tutti i documenti comunitari, più la lingua del commissario e più quella del paese più interessato all'argomento trattato".
Le novità riguardano l'introduzione stabile del tedesco, rispetto al regime quotidiano abituale che si svolge in inglese e francese, e l'esclusione di lingue come l'italiano e lo spagnolo.
"La difesa dello spagnolo è una delle priorità del mio governo", scrive l'ambasciatore spagnolo, che afferma di "condividere le preoccupazioni espresse" dal collega italiano e chiede "di arrivare ad una soluzione soddisfacente".
(...)
:rolleyes: :p
Pieno appoggio agli amici e colleghi spagnoli vittime delle trimurti linguistica....
L'Italiano e lo spagnolo sono due nobili lingue che devono essere riconosciute a livello UE per la loro importanza storica, economica, politica e demografica.punto
Questo ragionamento di avercela con la lingua italiana che è predominante in Italia a discapito dei dialetti e delle lingue minoritarie è incomprensibile...
Si gode dello sminuimento della nostra lingua principale perchè si dice che è la stessa politica fatta in Italia verso le lingue minoritarie.....
Condividere quello che è stato fatto nell'UE, ovvero declassare l'Italiano, significa condividere il predominio di una lingua su di un'altra, quindi condividere in ambito italiano l'utilizzo della sola lingua nazionale a discapito delle lingue minoritarie come il Friulano ed il Sardo....bel ragionamento....
Beh ma se l'italiano venisse "promosso", allora predominerebbe su lingue come lo spagnolo e il polacco... cosa c'entra...
E poi parlare di "nobiltà" è altrettanto inutile, come se il Sardo, o il Friulano, o il Catalano, o il Portoghese, o l'Olandese, non siano lingue tutte altrettanto "nobili".
L'intera UE dovrebbe spendere risorse economiche per tradurre tutti i lavori della Commissione Europea in una lingua che il resto del mondo non considera, e che all'interno dell'unione è parlata solo in uno stato membro...
Resto del parere che secondo me l'italiano, nella Commissione Europea, è superfluo.
E' sempre facile dire agli altri che parlare le lingue nazionali (come il Sardo e il Friulano) è inutile perchè bisogna aprirsi al mondo, ma evidentmente c'è chi predica bene e razzola male... :D ;)
Per quanto riguarda il ministro Castelli, nulla di sorprendente... :rolleyes:
Mitteleuropeo
25-02-05, 00:54
Kommen wir zur Sache: ohne Deutschland, Oesterreich und Frankreich wäre die EU verraten und verkauft an die Hamburger-Schlucker. Es war an die Zeit, endlich diese Länder und ihre Sprachen zu Wort kommen zu lassen. Es tut mir ein Bisschen Leid wegen Spanien, da sich Zapatero echt um den Frieden bemüht hat. Berlusconi ist nur ein Arschkriecher und hat sich die Niederlage verdient.
Veniamo al sodo: senza Germania, Austria e Francia, l' UE sarebbe tradita e venduta ai divoratori di Hamburger. Era ora che questi Paesi potessero esprimere la loro opinione. Mi dispiace un po' per la Spagna, perche' Zapatero si e' adoperato onestamente per la pace. Berlusconi e' solo un leccaculi e si e' meritato questa sconfitta.
In Origine Postato da Mitteleuropeo
Kommen wir zur Sache: ohne Deutschland, Oesterreich und Frankreich wäre die EU verraten und verkauft an die Hamburger-Schlucker. Es war an die Zeit, endlich diese Länder und ihre Sprachen zu Wort kommen zu lassen. Es tut mir ein Bisschen Leid wegen Spanien, da sich Zapatero echt um den Frieden bemüht hat. Berlusconi ist nur ein Arschkriecher und hat sich die Niederlage verdient.
Veniamo al sodo: senza Germania, Austria e Francia, l' UE sarebbe tradita e venduta ai divoratori di Hamburger. Era ora che questi Paesi potessero esprimere la loro opinione. Mi dispiace un po' per la Spagna, perche' Zapatero si e' adoperato onestamente per la pace. Berlusconi e' solo un leccaculi e si e' meritato questa sconfitta.
Ganz richtig! Höffentlich wird es dauern......
Giusto! Speriamo duri!
Pretzisu! Isperamos at a abbarrare goi..... ;)
In Origine Postato da Liberalix
Questo ragionamento di avercela con la lingua italiana che è predominante in Italia a discapito dei dialetti e delle lingue minoritarie è incomprensibile...
Si gode dello sminuimento della nostra lingua principale perchè si dice che è la stessa politica fatta in Italia verso le lingue minoritarie.....
Condividere quello che è stato fatto nell'UE, ovvero declassare l'Italiano, significa condividere il predominio di una lingua su di un'altra, quindi condividere in ambito italiano l'utilizzo della sola lingua nazionale a discapito delle lingue minoritarie come il Friulano ed il Sardo....bel ragionamento....
Par dîle sclete, il resonament nol è masse dificil. Se o fevelìn di democrazie linguistiche si scugne doprâ dutis lis lenghis: de plui grande ae plui piçule cence fâ diferencis, ven a dî cence fâ discriminazions. Se invezit si dîs che chest nol va ben parcè che al coste masse (discors che jo no soi masse dacuardi, parcè che i dirits a costin, se o tachìn a taiâ sui dirits si sa là che si tache, ma no là che si finìs...) alore o vin di sielzi une o dôs lenghis francjis, viodût che l'esperanto nol va di mode, in Europe, prime dal talian, a vegnin inglês, spagnûl, francês e todesc, ergo... nuie talian. O torni a dî che une tonade tai dincj a cui che al è usât a dâlis a chei altris, par me al è un at meretori.
In realtà, il ragionamento non è difficile. Se parliamo di democrazia linguistica vanno utilizzate tutte le lingue: dalla più grande alla più piccola senza distinzioni, cioè senza discriminazioni. Se invece la buttiamo sul piano dei costi (ragionamento che non mi piace, perché se è vero che i diritti costano, è anche vero che quando si taglia sui diritti si sa dove si comincia, ma non dove si finisce...) allora si deve scegliere una o due lingue franche e, visto che l'esperanto non va più di moda, in Europa, prima dell'italiano ci sono sicuramente inglese, spagnolo, francese e tedesco... ergo niente italiano. Comunque ribadisco che un colpo nei denti a chi è abituato a derne agli altri mi sembra una giusta lezione.
In Origine Postato da Liberalix
Si gode dello sminuimento della nostra lingua principale perchè si dice che è la stessa politica fatta in Italia verso le lingue minoritarie.....
Condividere quello che è stato fatto nell'UE, ovvero declassare l'Italiano, significa condividere il predominio di una lingua su di un'altra, quindi condividere in ambito italiano l'utilizzo della sola lingua nazionale a discapito delle lingue minoritarie come il Friulano ed il Sardo....bel ragionamento....
Non so gli amici friulani, ma noi Indipendentisti Sardi questo discorso dell'ambito italiano l'abbiamo già superato da un pezzo!
Infatti, siccome non ci aspettiamo niente dalla stato italiano e non ci sentiamo per niente italiani, ciò per cui lottiamo è l'Indipendenza Natzionale: il Sardo a quel punto diventerebbe Lingua Natzionale della Repubblica di Sardegna, l'italiano verrebbe al massimo riconosciuto come lingua, o dialetto, d'una minoranza, forse (sottolineo forse!) gli concederemo una o due ore la settimana nella scuola (tra l'inglese e il tedesco o il castigliano) e la cosa si risolverà da se, in quanto i nostri figli parleranno Sardo in Sardinnya e Inglese o Francese o Tedesco o Castigliano in Europa...... Punto e basta!
La lingua per noi è solo uno dei tanti strumenti politici per completare la lotta di liberazione Natzionale fino alla creazione di una Repubbrica di Sardinnya Stato membro dell'UE, come Malta e Cipro!
NO SPAGHETTI IN SARDINIA!;) ;)
In Origine Postato da Kornus
Non so gli amici friulani, ma noi Indipendentisti Sardi questo discorso dell'ambito italiano l'abbiamo già superato da un pezzo!
Infatti, siccome non ci aspettiamo niente dalla stato italiano e non ci sentiamo per niente italiani, ciò per cui lottiamo è l'Indipendenza Natzionale: il Sardo a quel punto diventerebbe Lingua Natzionale della Repubblica di Sardegna, l'italiano verrebbe al massimo riconosciuto come lingua, o dialetto, d'una minoranza, forse (sottolineo forse!) gli concederemo una o due ore la settimana nella scuola (tra l'inglese e il tedesco o il castigliano) e la cosa si risolverà da se, in quanto i nostri figli parleranno Sardo in Sardinnya e Inglese o Francese o Tedesco o Castigliano in Europa...... Punto e basta!
La lingua per noi è solo uno dei tanti strumenti politici per completare la lotta di liberazione Natzionale fino alla creazione di una Repubbrica di Sardinnya Stato membro dell'UE, come Malta e Cipro!
NO SPAGHETTI IN SARDINIA!;) ;)
si si...mister utopia...mi pare che economicamente dipendete dall'Italia...la Repubbrica di Sardinnya quanto durerebbe.....non credo nemmeno che la maggioranza dei sardi nel 2005 pensi di fare una secesione dall'Italia....figuriamoci....
In Origine Postato da Liberalix
si si...mister utopia...mi pare che economicamente dipendete dall'Italia...la Repubbrica di Sardinnya quanto durerebbe.....non credo nemmeno che la maggioranza dei sardi nel 2005 pensi di fare una secesione dall'Italia....figuriamoci....
Le secessioni te le puoi tenere grazie, il vocabolo è quanto mai inadeguato in questo contesto
In secondo luogo mi sa che ignori molto riguardo alla situazione economica della nostra isola, ma se non ti sei informato fino ad adesso, non credo tu possa essere interessato proprio ora.
Non penso sia colpa tua se non hai neanche idea dei guadagni che lo stato italiano trae dalla colonizzazione della Sardegna.
Prima di fare un'affermazione così radicale, a maggior ragione se si è consapevoli di non saperne una cippa, sarebbe meglio documentarsi, non dico approfonditamente, ma almeno sull'ABC! :)
Cun amistadi! / Con amicizia! :K
Comunque, giusto per stabilire un po' di ordine mentale in chi si sente "garante della sopravvivenza dei sardi sotto la dominazione italiana": l'isola di Malta ha da sola UN TERZO della popolazione della Sardegna, ma non ha tutte le risorse che invece la Sardegna ha, sia da un punto di vista di materie prime, che di potenziali di sviluppo, soprattutto turismo. Attualmente le risorse della nostra isola, quando sfruttate, lo sono da parte dell'imprenditoria italiana o straniera, che le sfrutta in modo intensivo deturpandole; ma molto spesso, a causa del regime coloniale di millitarizzazione, alle nostre risorse non è nemmeno possibile avere accesso. Poco male, dato che comunque sia, l'ordinamento giuridico italiano consente a chiunque di lucrare in Sardegna, eccetto che al popolo sardo.
Comunque, senza uscire OT:
la Lingua Italiana in UE è esattamente al posto in cui deve stare! ;) :K
ti sarei grato se trovassi 5 minuti per erudirmi sull'abc della situazione economica sarda e della voglia di indipendenza della maggioranza della popolazione sarda, non chè dell'antiitalianismo sardo di cui prima d'ora ero completamente all'oscuro....posso venire tranquillamente in Sardegna come italiano o risschio qualcosa....:( :rolleyes:
In Origine Postato da Liberalix
ti sarei grato se trovassi 5 minuti per erudirmi sull'abc della situazione economica sarda e della voglia di indipendenza della maggioranza della popolazione sarda, non chè dell'antiitalianismo sardo di cui prima d'ora ero completamente all'oscuro....posso venire tranquillamente in Sardegna come italiano o risschio qualcosa....:( :rolleyes:
non rischi assolutamente niente, ovviamente... se vuoi info sull'indipendentismo sardo, vieni sul forum indipendentista.
In Sardegna vota solo il 50% degli aventi diritto, gli altri non si rispecchiano nel sistema politico italiano, e di coloro che votano, NESSUNO vota partiti che non siano autonomisti e nazionalitari.
Il concetto di Nazione Sarda è trasversale, e questo non può che distrare e distogliere l'attenzione. Quando questo concetto era un tabù, fino a non molti anni fa, l'indipendentismo (ma trattandosi di PSdAz, definiamolo "pseudo-indipendentismo", anzi "NON dipendentismo" :D ) prendeva percentuali da capogiro. Peccato che il soggetto politico in questione, non meritava la fiducia della stragrande maggioranza dell'elettorato...
Quindi pensare che chi non vota indipendentista sia italianista, mi sembra un tantino presuntuoso, oltre che ridicolo! Se in Sardegna parli di unionismo come in Italia, NON TI VOTA NESSUNO!
Eri all'oscuro? Figurati che io fino a poco tempo fa (3 anni al massimo) non sapevo nemmeno che in Friuli si parlasse una Lingua che non fosse un dialetto italiano... Io ero convinto che i friulani e i veneti erano la stessa cosa... E tieni presente che vivo in Lombardia, a poche ore di macchina da te!
Ma quando ho scoperto che le mie convinzioni era delle baggianate, non è che mi sono tappato occhi e orecchie, ed ho continuato a credere in quelle baggianate!
Fintzas a s'Indipendentzia! :) :K
In Origine Postato da Liberalix
si si...mister utopia...mi pare che economicamente dipendete dall'Italia...la Repubbrica di Sardinnya quanto durerebbe.....non credo nemmeno che la maggioranza dei sardi nel 2005 pensi di fare una secesione dall'Italia....figuriamoci....
Qui non si tratta di durare..... Fin'ora non ho mai sentito d'uno Stato che è durato un certo periodo di tempo e poi è sparito..... Anche il Bangladesh dura, per dirne una!! Muoiono di fame ma non si sognerebbero mai di chiedere un'annessione al Giappone, per fare un esempio!
La dipendenza economica dall'Italia è una balla dei dominatori stranieri, e per quanto riguarda la maggioranza dei Sardi proporrei un Referendum..... Non ho nessuna paura di rischiarlo, chi ha paura è lo Stato italiano con le sue mummie montecitoriane!
Il tuo discorso è lo stesso che faceva Radezky prima di bombardare Milano, lo stesso che faceva Hitler prima della sua "missione di pace" in Polonia......
Sardinnya è una Natzione, noi non siamo italiani, ma sudditi dell'italia, l'ultima delle sue colonie!
E se la Lega avesse portato alle estreme conseguenze il suo discorso secessionista, saremmo stati i primi a gioirne......
NO SPAGHETTI IN SARDINIA:mad: :K
In Origine Postato da Kornus
E se la Lega avesse portato alle estreme conseguenze il suo discorso secessionista, saremmo stati i primi a gioirne......
Non so te, ma a me le pagliacciate più che "gioire" mi fanno ridere... :rolleyes: :D :D
In Origine Postato da Kornus
lo Stato italiano con le sue mummie montecitoriane!
:D :lol :lol
In Origine Postato da Cristianu
Non so te, ma a me le pagliacciate più che "gioire" mi fanno ridere... :rolleyes: :D :D
Puru a mie...... Ma fidi una iperbole......
Legalalega.....
:D :lol :K
In Origine Postato da Liberalix
ti sarei grato se trovassi 5 minuti per erudirmi sull'abc della situazione economica sarda e della voglia di indipendenza della maggioranza della popolazione sarda, non chè dell'antiitalianismo sardo di cui prima d'ora ero completamente all'oscuro....posso venire tranquillamente in Sardegna come italiano o risschio qualcosa....:( :rolleyes:
A quello cha ha detto Cristianu vorrei aggiungere l'importante distinzione tra secessione e indipendenza.....
Secessione, ciò per cui fa finta di starnazzare la lega, significa dividere una parte di una nazione dal resto..... Ovvero: gli Italiani della "Padania" (Friul escluso, poichè è una vera Natzione....) dagli altri Italiani......
Indipendenza significa che una Natzione proibita diviene Natzione di fatto, si libera cioè dell'oppressione straniera e conquista la propria libertà..... Ovvero: i Sardi, la Natzione Sarda, dallo stato dominante italiano! I Baschi, la Natzione Basca, dallo stato dominante spagnolo!
La differenza penso sia notevole.......
In Origine Postato da Liberalix
si si...mister utopia...mi pare che economicamente dipendete dall'Italia...la Repubbrica di Sardinnya quanto durerebbe.....non credo nemmeno che la maggioranza dei sardi nel 2005 pensi di fare una secesione dall'Italia....figuriamoci....
Purtroppo ti devo dar ragione. La situazione è (diciamo così) molto più complessa di quanto scrive Cristianu. Oggi parlare di indipendenza è improponibile in quanto siamo distanti anni luce dalla cultura catalanista o del "fesim bessoi" friulano. Ancora moltissimi (ovviamente per ignoranza) da noi quando sentono parlare di bilinguismo pensano che ufficializzare il "dialetto sardo" costituisca solo una buffonata oltrechè uno spreco non indifferente di soldi e parlare di Sardegna in termini di nazione solo una provocazione. Affinchè si possa parlare di indipendenza (in un ipotetico referendum l'opzione oggi non avrebbe il consenso di più del 15/20% della popolazione, e Cristianu è il primo a saperlo) è necessario cambiare radicalmente mentalità e per questo saranno necessari ben più di due o tre lustri.
Per quanto riguarda la situazione economica vale il discorso di cui sopra: non ci sarà mai svilupo economico che non sia collegato strettamente alla rinascita di un nazionalismo sardo ovviamente moderato e diffuso a livello di massa: tutto questo è esattamente quello che è avvenuto in Catalogna o ancora più recentemetne in Irlanda.
Scusatemi per la sintesi estrema ma penso che il concetto si sia capito sufficientemente (ovviamente chiedo scusa agli utenti friulano-triestini per quest'invasione di campo).
Di quello che hai scritto non c'ho capito niente. Spero gli altri siano più facili di comprendonio.
In particolare non ho capito cosa hai scritto riguardo alla Lingua, anche perchè grazie a Dio l'opinione pubblica (seppur manchi un dato globale, esistono dati parziali nei singoli comuni) è fortemente favorevole al bilinguismo, e basta leggere i giornali per notare come ormai i tentativi di opposizione vengono praticamente solo da foresti, dato che ormai anche la ex-clsse di intellettuali anti-Lingua Sarda si è piegata definitivamente.
Mi spieghi cos'è il "fesim bessoi" friulano, e possibilmente cosa c'entra con l'indipendentismo catalano? Infatti purtroppo in Friuli non esiste una coscienza politica indipendentista, e mi sembra strano il fatto che tu dici che la Sardegna in termini indipendentisti è lontana anni luce.
Scusa ma come sai sono ignorante, c'è bisogno di qualche luminario per farmi aprire gli occhi! :cool:
Allora, hai denunciato gli abusi sulla bandiera sarda che hai tirato fuori nel forum siciliano?
In Origine Postato da Cristianu
Di quello che hai scritto non c'ho capito niente. Spero gli altri siano più facili di comprendonio.
In particolare non ho capito cosa hai scritto riguardo alla Lingua, anche perchè grazie a Dio l'opinione pubblica (seppur manchi un dato globale, esistono dati parziali nei singoli comuni) è fortemente favorevole al bilinguismo, e basta leggere i giornali per notare come ormai i tentativi di opposizione vengono praticamente solo da foresti, dato che ormai anche la ex-clsse di intellettuali anti-Lingua Sarda si è piegata definitivamente.
Mi spieghi cos'è il "fesim bessoi" friulano, e possibilmente cosa c'entra con l'indipendentismo catalano? Infatti purtroppo in Friuli non esiste una coscienza politica indipendentista, e mi sembra strano il fatto che tu dici che la Sardegna in termini indipendentisti è lontana anni luce.
Sono un po' di fretta per cui mi scuserete se non mi addentro nel merito della questione.
Volevo solo precisare che "la coscienza politica indipendentista" in Friuli esiste, ed esiste da molto tempo. Quello che non esiste in Friuli è un partito od un movimento politico organizzato che organizzi e riunisca gli indipendentisti friulani. Sul peso di questa componente nella società friulana non mi azzardo. Lo 0,5%? Il 2%? Il 5%? Francamente non lo so, ma a volte scopro un sentire indipendentista anche in persone che non avrei mai sospettato di simpatie in tale direzione.
Per quanto riguarda il "fasìn di bessôi" (in italiano: facciamo da soli"), è uno slogan molto popolare in Friuli. Per alcuni indica un senso di identità e di indipendenza molto forte, per altri è un sintomo di isolazionismo, rifiuto dell'altro e di arretratezza culturale. Ho preso due articoli a campione per indicare come lo stesso termine venga interpretato in maniera diversa: 1) questo fa riferimento al terremoto del '76 "(...) Mai come in questa occasione si potè conoscere il carattere forte e la grande dignità del popolo friulano, al di là del grande dolore per la perdita di tutto, solo dopo pochi giorni dalla catastrofe, mentre ancora si cercavano sopravvissuti sotto le macerie e si dava sepoltura ai morti, già si pensava alla ricostruzione. Si rimuovevano calcinacci, si sgombravano strade, ci si occupava addirittura dei campi. Un popolo abituato da sempre alle calamità, pensava a rimettere a posto quel che si può: 'di bessoi', cioè da sé, da soli. Non per sfiducia verso la solidarietà degli altri, ma per una radicata dignità che non lascia spazio ai piagnistei. (...)" 2) questo proviene invece da un articolo di analisi economica "(...) Il culto del campanile, quel certo compiacimento del "di bessoi", l'energia sprigionata dall'individualismo, potevano funzionare una volta; oggi non più. Figuriamoci domani. (...)"
Non sono in grado di dirti quando è nato questo motto, ma voglio citare un frammento dell'ultimo intervento fatto dal deputato friulano Giuseppe Bugatto al Parlamento di Vienna (se non ricordo male era il 1918) quando, chiedendo il diritto all'autodeterminazione per il Friuli, disse "se ducj nus bandonin, nus judarìn bessôi" (se tutti ci abbandonano, ci aiuteremo da soli). Io interpreto il "fasìn di bessôi" anche alla luce di questa dichiarazione, cioè: non non vogliamo chiuderci o isolarci, ma se gli altri ci abbandonano, se gli altri non ci rispettano, allora facciamo da soli, con le nostre forze, in modo indipendente. Per me dunque sbagliano quelli che vedono in questo motto un segnale di chiusura al resto del mondo, io ci leggo uno scatto d'orgoglio, un moto d'indipendenza.
Io credo che i friulani abbiano questo spirito d'indipendenza, ma bisogna lavorare ancora molto per liberarlo pienamente affinché si avveri quanto diceva Achille Tellini (1866-1938): "Cuant che la gnove gjenerazion e sarà imbevude fin a la medole di tâl spirt di indipendence e a si varà formade une salde cussience nazionâl, che finore e mancje ancje tes personis studiadis, i Furlans no formaran plui une ecezion fra ducj i popui de tiere... e la pome de libertât, completamentri madure e colarà a la plui lizere bavesele."
Grazie per l'interessantissimo intervento! ;)
Piccola precisazione: il "fasin di bessoi" (facciamo da soli) cui facevo riferimento non era inteso come slogan politico ma come moto che ha portato alla ricostruzione post-terremoto e allo sviluppo che ne è seguito.:)
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