PDA

Visualizza Versione Completa : 3° Domenica di Quaresima



Augustinus
14-03-04, 11:12
Dalla Lettera di sant'Atanasio a Serapione, Epistulae ad Serapionem IV,16.20. PG 26, 660-661.668-669.

Il Salvatore manifestava di fronte a tutti le opere del Padre: risuscitava i morti, concedeva la vista ai ciechi, faceva camminare gli zoppi, apriva l'udito ai sordi, faceva parlare i muti. Mostrava che la creazione gli era sottomessa comandando ai venti e camminando persino sul mare. Perciò le folle erano piene di stupore e glorificavano Dio. Invece quei reverendi farisei dicevano che erano opere di Beelzebul; quegli stolti non si vergognavano di attribuire al diavolo la potenza di Dio.

Da qui è derivata la dichiarazione del Salvatore circa la loro bestemmia che non ammette perdono né remissione.

Cristo sopportava i farisei fintanto che essi, considerando gli aspetti umani del Salvatore, inciampavano con la mente; dicevano infatti: Non è egli forse il figlio del carpentiere? Come mai costui conosce le Scritture, senza aver studiato? Quale segno tu fai perché possiamo crederti? Scenda ora dalla croce e gli crederemo.Considerando che peccavano contro il Figlio dell'uomo, il Signore rattristato per la loro cecità, diceva: Se aveste compreso anche voi la via della pace!

Anche il grande Pietro commise un simile peccato. Sappiamo infatti come rispose alla portinaia che parlava di Gesù come di un semplice uomo. Ma il Signore gli perdonò vedendo il pianto di lui.

Quando però i farisei caddero ancora più in basso e vaneggiarono ancora di più attribuendo a Beelzebul le opere di Dio, il Signore non poté più sopportarli. Bestemmiavano infatti contro il suo Spirito, dicendo che chi compiva quelle opere non era Dio ma Beelzebul. Osarono affermare cose insostenibili, per cui il Signore ha comminato loro un castigo eterno.

Era come se essi avessero osato sostenere, vedendo l'ordine del mondo e la provvidenza che lo regge, che anche la creazione è stata fatta da Beelzebul; che il sole sorge obbedendo al diavolo; che gli astri ruotano nel cielo grazie a Satana.

Siccome il Signore parla di se stesso, dovrebbero essere chiari questi due punti: c'è chi vede soltanto la sua realtà corporea, domandandosi incredulo: Da dove mai viene a costui questa sapienza? Così si pecca proferendo una bestemmia contro il Figlio dell'uomo.

C'è invece chi, vedendo le opere compiute per mezzo dello Spirito Santo, afferma che chi le compie non è né Dio né Figlio di Dio, bensì le ascrive a Beelzebul. Ora costui bestemmia apertamente, negando la divinità del Verbo.

L'abbiamo notato più volte: con l'espressione Figlio dell’uomo il Signore indica la sua realtà umana, secondo la carne; invece con Spirito vuole indicare che lo Spirito Santo, nel quale opera ogni cosa, è suo. Perciò, compiendo le opere diceva: Se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre.

Quando invece Gesù stava per offrirsi corporalmente per noi, e per questo si era messo in cammino verso Gerusalemme, disse ai suoi discepoli: Dormite ormai e riposate! Ecco è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.

Le opere strepitose di Cristo dovevano portare alla fede in lui quale vero Dio; la morte invece doveva mostrare che egli aveva un vero corpo. Perciò giustamente chiamò Figlio dell’uomo colui che stava per essere consegnato. Il Verbo, infatti, è immortale e intoccabile, essendo la Vita stessa.

Ma i farisei non prestarono fede a ciò e neppure vollero considerare le opere compiute dai loro figli. Allora il Signore, con molta calma, torna a metterli alle strette, dicendo: Se io scaccio i demoni in nome di Beelzebul, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Dicendo qui con il dito di Dio, cioè con lo Spirito di Dio, Gesù non intendeva affermare che egli era inferiore allo Spirito, né che era lo Spirito a compiere in lui quelle opere. Voleva invece mostrare di nuovo che egli, in quanto Verbo di Dio, è l'autore di tutto, mediante lo Spirito. Così insegnava agli ascoltatori che nella misura in cui si attribuiscono al demonio le opere dello Spirito, si oltraggia proprio colui che dà lo Spirito.

Augustinus
14-03-04, 11:14
Expositio Evangelii sec. Luc., lib. VII, 91-94. PL 15, 1722-1723

Taluni accusavano il Signore di scacciare i demoni per mezzo di Beelzebul, principe dei demoni. Nel controbattere, Gesù vuole mostrare che il suo regno è durevole e indivisibile. Dirà giustamente a Pilato: Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18,36).

Coloro che non ripongono la propria speranza in Cristo e pensano che i demoni siano scacciati dal principe dei demoni, appartengono a un regno diviso. Qui Cristo allude direttamente ai Giudei che credevano di debellare certi mali invocando l'aiuto di un demonio per scacciare un altro demonio. Ma quando la fede è lacerata, potrà mai sopravvivere l'unità del regno?

Il regno della Chiesa resterà eternamente, perché la sua fede è indivisa, il suo corpo è unico: Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. (Ef 4,5-6)

Quale follia sacrilega sarebbe credere che il Figlio di Dio agisca col soccorso della potenza diabolica, quando invece egli soggioga gli spiriti impuri e strappa il bottino al principe del mondo mediante il dito di Dio, oppure come dice Matteo, per lo Spirito di Dio! (Cf Mt 12,28) Il Figlio di Dio fatto uomo ha ugualmente dato agli uomini il potere di stroncare gli spiriti malvagi e dividerne le spoglie, ciò che è il simbolo del trionfo.

La santissima Trinità si presenta a noi come un regno indivisibile, ad immagine dell'unità di un corpo, dato che Cristo è spesso chiamato la destra di Dio e lo Spirito Santo talvolta è definito dito di Dio. Il regno della divinità non appare dunque indivisibile, poiché è indiviso come un corpo? Infatti in Cristo si trova tutta la pienezza della divinità in forma corporea. (Cf Col 2,9) E ciò, senza dubbio, né lo puoi negare quanto al Padre, né lo devi negare quanto allo Spirito.

Però, questo paragone della divinità con le nostre membra non ti faccia credere che sia il caso di stabilire una divisione della potenza: una cosa indivisibile non si può frazionare. L'immagine del "dito" è menzionata soltanto come figura dell'unità, non per distinguere o dividere la potenza; infatti la destra di Dio, il Cristo Signore ha detto: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30) Ma se la divinità é indivisibile, le Persone sono distinte.

Lo Spirito è chiamato dito di Dio; questo indica la sua potenza in atto, poiché, come il Padre e il Figlio, anche lo Spirito Santo è autore delle opere divine.

Davide dice infatti: Il tuo cielo, opera delle tue dita; (Sal 8,4)

e nel salmo trentadue: Dal soffio della sua bocca il Signore fece i cieli e ogni loro schiera (Cf Sal 32,6). Paolo dice a sua volta: Tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera distribuendole a ciascuno come vuole. (1 Cor 12,11)

Quando Gesù dice: Se io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio, egli ci insegna due cose: anzitutto che lo Spirito Santo è dotato di un potere regale, perché in lui abita il regno di Dio; poi impariamo ad essere una dimora regale, dato che lo Spirito abita in noi, secondo questa parola: Il regno di Dio è in mezzo a voi. (Lc 17,21)

Per conseguenza, dobbiamo considerare lo Spirito Santo come associato alla sovranità e alla maestà regale della deità. San Paolo infatti dice: Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. (2 Cor 3,17)

Augustinus
14-03-04, 11:22
Trattato 15, 10-12. 16-17; CCl 36, 154-156

«E arrivò intanto una donna» (Gv 4, 7): figura della Chiesa, non ancora giustificata, ma ormai sul punto di esserlo. E' questo il tema della conversione.
Viene senza sapere, trova Gesù che inizia il discorso con lei.
Vediamo su che cosa, vediamo perché «Venne una donna di Samaria ad attingere acqua». I samaritani non appartenevano al popolo giudeo: erano infatti degli stranieri. E' significativo il fatto che questa donna, la quale era figura della Chiesa, provenisse da un popolo straniero. La Chiesa infatti sarebbe venuta dai pagani, che, per i giudei erano stranieri.
Riconosciamoci in lei, e in lei ringraziamo Dio per noi. Ella era una figura non la verità, perché anch'essa prima rappresentò la figura per diventare in seguito verità. Infatti credette in lui, che voleva fare di lei la nostra figura. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua, come sogliono fare uomini e donne.
«Gesù le disse: Dammi da bere. I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani» (Gv 4, 7-9).
Vedete come erano stranieri tra di loro: i giudei non usavano neppure i recipienti dei samaritani. E siccome la donna portava con sé la brocca con cui attingere l'acqua, si meravigliò che un giudeo le domandasse da bere, cosa che i giudei non solevano mai fare. Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana.
Ascolta ora appunto chi è colui che domanda da bere. «Gesù le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4, 10).
Domanda da bere e promette di dissetare. E' bisognoso come uno che aspetta di ricevere, e abbonda come chi è in grado di saziare. «Se tu conoscessi», dice, «il dono di Dio». Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma Gesù parla alla dottrina in maniera ancora velata, e a poco a poco si apre una via al cuore di lei. Forse già la istruisce. Che c'è infatti di più dolce e di più affettuoso di questa esortazione: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva»?
Quale acqua, dunque, sta per darle, se non quella di cui è scritto: «E' in te sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
Infatti come potranno aver sete coloro che «Si saziano dell'abbondanza della tua casa»? (Sal 35, 9).
Prometteva una certa abbondanza e sazietà di Spirito Santo, ma quella non comprendeva ancora, e, non comprendendo, che cosa rispondeva? La donna gli dice: «Signore dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua» (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, ma la sua debolezza non vi si adattava volentieri. Oh! se avesse sentito: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò»! (Mt 11, 28). Infatti Gesù le diceva questo, perché non dovesse più faticare, ma la donna non capiva ancora.

http://catholic-resources.org/Dore/John04.jpg Gustave Dorè, Gesù al pozzo con la samaritana, 1860-1865 circa

Augustinus
14-03-04, 11:33
http://www.wga.hu/art/f/feti/moses.jpg Domenico Feti, Mosè dinanzi al roveto ardente, 1613-14, Kunsthistorisches Museum, Vienna

http://www.wga.hu/art/f/froment/burning.jpg Nicolas Froment, Mosè dinanzi al roveto ardente, 1476, Cattedrale del Santo Salvatore, Aix-en-Provence

http://www.portraitpainter.com/moses.jpg

http://img253.imageshack.us/img253/1083/theburningbushet9.jpg

Augustinus
26-02-05, 19:10
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 557-565

TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

La Quaresima: tempo di riflessione.

La santa Chiesa che nella prima Domenica di Quaresima, ci propose la tentazione di Gesù a soggetto delle nostre meditazioni, per illuminarci sulla natura delle nostre tentazioni ed insegnarci la maniera per trionfarne, oggi ci fa leggere un passo del Vangelo di san Luca, la cui dottrina viene a completare la nostra istruzione circa la potenza e le manovre dei nostri invisibili nemici. Durante la Quaresima il cristiano deve riparare il passato e garantirsi l'avvenire, poiché non potrebbe fare assegnamento sul primo né difendere efficacemente il secondo, senza avere delle sane idee sull'entità dei pericoli che lo fecero soccombere e su quelli che ancora lo minacciano. Ben a ragione quindi gli antichi liturgisti riconobbero un tratto di materna saggezza nel discernimento con cui oggi la Chiesa presenta ai suoi figli questa nuova lettura, la quale costituisce il fulcro degli odierni insegnamenti.

L'esistenza del demonio.

Noi certo saremmo gli uomini più ciechi e più infelici, se, circondati come siamo da nemici così accaniti della nostra perdizione e molto superiori a noi in forza e in destrezza, non pensassimo di frequente alla loro esistenza, o non ci riflettessimo mai. Purtroppo è la condizione in cui vive un numero stragrande di cristiani dei giorni nostri: talmente "le verità son venute meno tra i figli degli uomini" (Sal 11,2). È talmente diffuso questo stato d'apatia e di smemoratezza sopra una verità che le sante Scritture ci ricordano ad ogni pagina, che non è raro incontrare persone, agli occhi delle quali l'incessante attività dei demoni che ci circondano non è altro che una medievale e popolana credenza, la quale non ha nulla a che vedere coi dogmi della religione; di modo che, secondo loro, tutto ciò che si narra nella storia della Chiesa e nella vita dei santi è come non esistesse; secondo loro, Satana non è che una pura astrazione che personifica il male.

Quando si vuol spiegare il peccato in essi o negli altri, mettono avanti la tendenza che abbiamo al male ed il cattivo uso che facciamo della libertà, senza voler osservare che l'insegnamento cristiano, nella nostra prevaricazione, ci rivela oltre a questo, l'intervento d'un agente malefico, la cui potenza è pari all'odio che ci porta. Eppure sanno che fu il diavolo a trascinare i nostri progenitori al peccato; credono ch'egli tentò il Figlio di Dio incarnato e lo trasportò in aria fin sul pinnacolo del tempio, e di là sopra un'alta montagna. Leggono anche nel Vangelo, e credono che uno degl'infelici indemoniati liberato da Gesù era assediato da un'intera legione di spiriti infernali, i quali, avutone il permesso. furono visti assalire una mandria di porci e precipitarli nel lago di Genezaret. Questi e mille altri fatti sono pure l'oggetto della loro fede; tuttavia, ciò che sentono dire dell'esistenza delle operazioni e della scaltrezza dei demoni a sedurre le anime, tutto loro sembra una favola. Sono cristiani, o hanno perduto il senno? Veramente non sappiamo che dire, specialmente quando si vedono persone che ai nostri giorni si dedicano a sacrileghe consultazioni del demonio, ricorrendo a mezzi mutuati dai secoli pagani, senza dar segno di ricordarsi, e nemmeno di sapere che così facendo commettono un reato che nell'antica legge Dio castigava con la morte, e la legislazione di tutti i popoli cristiani di moltissimi secoli soleva colpire col massimo dei supplizi.

L'ossessione diabolica.

Ma se c'è un periodo dell'anno in cui i fedeli devono meditare ciò che la fede e l'esperienza insegna intorno all'esistenza ed alle operazioni degli spiriti delle tenebre, questo è certamente il tempo in cui siamo, nel quale dobbiamo riflettere sulle cause dei nostri peccati, sui pericoli dell'anima e sui mezzi per premunirla contro nuove cadute e nuovi assalti. Ascoltiamo dunque il santo Vangelo. Esso anzi tutto c'informa che il demonio si era impossessato d'un uomo, che a causa di questa ossessione era diventato muto. Gesù lo libera, e subito l'infelice riprende l'uso della parola, toltagli dal nemico. Apprendiamo da ciò, che l'ossessione diabolica non è soltanto un segno eloquente dell'impenetrabile giustizia di Dio, ma può anche produrre effetti fisici in coloro che ne sono le vittime. L'espulsione dello spirito maligno restituisce l'uso della lingua a chi gemeva nella rete dei suoi lacci. Non intendiamo qui insistere sulla malignità dei nemici di Gesù, i quali volevano attribuire il suo potere sui demoni all'intervento di un principe della milizia infernale: vogliamo solamente costatare il potere degli spiriti delle tenebre sui corpi, e confondere col sacro testo il razionalismo di certi cristiani. Ch'essi dunque imparino a conoscere la potenza dei nostri avversari ed a guardarsi dal divenire loro esca per la superbia della ragione.

Dopo la promulgazione del Vangelo, il potere di Satana sui corpi, per virtù della Croce, è stato molto ridotto nei paesi cristiani; ma ciò non toglie che si possa di nuovo estendere, se verranno a diminuire la fede e le opere della pietà cristiana. Per questo, tutti quei diabolici orrori che si commettono, specie nell'ombra, sotto diversi nomi più o meno scientifici, sono accettati in qualche maniera da gente onesta, e porterebbero al capovolgimento della società, se Dio e la sua Chiesa non vi mettessero un argine. Ricordatevi, o cristiani dei nostri giorni, che rinunciaste a Satana: attenti dunque, che la vostra colpevole ignoranza non vi trascini all'apostasia. Non rinunciaste, al fonte battesimale ad un essere astratto; ma ad un essere reale e formidabile, del quale Gesù Cristo affermò che fu omicida fin da principio (Gv 8,44).

La lotta contro Satana.

Ma se dobbiamo spaventarci del terribile potere che può esercitare sui corpi, ed evitare ogni rapporto col demonio, mediante pratiche alle quali egli presiede, e che sono il culto al quale aspira, dobbiamo anche temere il suo influsso sulle nostre anime. Considerate la lotta che ha dovuto sostenere la grazia di Dio per strappargli la vostra anima ! In questi giorni la Chiesa ci offre tutti i mezzi a sua disposizione per trionfare di lui: il digiuno unito alla preghiera ed all'elemosina. Arriverete alla pace; i vostri cuori, i vostri petti purificati torneranno ad essere il tempio di Dio; ma non crediate che il vostro nemico sia annientato: egli è irritato, perché la penitenza lo ha cacciato dal suo dominio, ed ha giurato che farà di tutto per rientrarvi. Quindi, temete di ricadere nel peccato mortale; e per rafforzare in voi questo salutare timore, meditate le parole che seguono nel Vangelo.

Il Salvatore ci dice che, quando lo spirito immondo è cacciato da un'anima, va errando per luoghi aridi e deserti, dove divora la sua umiliazione e più risente le torture dell'inferno che ovunque porta con sé; se lo potesse, vorrebbe affogarle nell'uccisione delle anime che Gesù Cristo ha riscattate. Fin nell'Antico Testamento vediamo i demoni sconfitti e costretti a fuggire in lontane solitudini; è così che l'Arcangelo san Raffaele relegò nei deserti dell'Egitto superiore lo spirito infernale che aveva fatto morire i sette mariti di Sara (Tb 8,3). Ma il nemico dell'uomo non si può rassegnare a restare sempre così lontano dalla preda che brama fare sua. Spinto dall'odio che ci porta fin dal principio del mondo, egli dice a se stesso: "Bisogna che ritorni a casa mia da cui sono uscito". Ma non tornerà solo; vuole trionfare e perciò condurrà seco, se sarà necessario, altri sette demoni più perversi di lui. Quale conflitto si prepara allora per la povera anima, se non la troverà vigilante ed agguerrita, e se le pace che Dio le ha ridata non sarà una pace armata! Il nemico ne saggia il terreno; nella sua perspicacia, esamina i mutamenti che si sono operati durante la sua assenza: e che cosa scorge nell'anima dove fino a poco fa si era assuefatto ad abitare? Nostro Signore ce lo dice: il demonio la trova indifesa e a disposta riceverlo ancora senz'armi spianate; pare quasi che l'anima stia di nuovo ad aspettarlo. Allora il nemico, per essere più sicuro della sua conquista, va a cercare rinforzi. Movendo all'assalto, non incontra resistenza alcuna; e la povera anima, invece d'ospitare un solo abitatore infernale, ben presto ne albergherà un esercito: "E, aggiunge Gesù, l'ultima condizione di quell'uomo è peggiore della prima".

Cerchiamo di ben comprendere l'avvertimento che oggi ci dà la santa Chiesa, facendoci leggere questo brano evangelico. Dappertutto si preparano ritorni a Dio; in molte coscienze si va operando la riconciliazione; e il Signore è sempre disposto a perdonare: ma persevereranno tutti? Quando fra un anno la Quaresima tornerà a chiamare i cristiani alla penitenza, tutti quelli che in questi giorni saranno strappati alla potenza di Satana, avranno custodita la loro anima libera dal suo giogo? Una triste esperienza non permette alla Chiesa di sperarlo. Molti ricadranno nei lacci del peccato, anche poco tempo dopo la loro liberazione: oh, se in questa condizione fossero colpiti dalla giustizia di Dio! Tuttavia, questa sarà la sorte di molti, e forse di moltissimi. Temiamo quindi ogni ricaduta, e, per garantirci la perseveranza, senza la quale ci sarebbe valso poco rientrare solo per qualche giorno nella grazia di Dio, vegliamo, preghiamo e difendiamo sempre le trincee dell'anima nostra, resistendo nel combattimento; e così il nemico, sconcertato dalla nostra risolutezza, se ne andrà altrove a sfogare la sua vergogna e la sua rabbia.

La Domenica degli Scrutini.

La terza Domenica di Quaresima è chiamata "Oculi", dalla prima parola dell'Introito della Messa; ma la Chiesa dei primi tempi la chiamava Domenica degli scrutini, perché in questo giorno si cominciava l'esame dei Catecumeni, che dovevano essere ammessi al santo Battesimo la notte di Pasqua. Tutti i fedeli erano invitati a presentarsi in chiesa per testimoniare della vita e dei costumi di coloro che aspiravano alla milizia cristiana. A Roma tali esami, cui si dava il nome di Scrutini, si svolgevano in sette sessioni, a causa della moltitudine degli aspiranti al Battesimo; ma lo scrutinio più importante avveniva il Mercoledì della quarta settimana. Ne riparleremo più avanti.

Il Sacramentario Romano di san Gelasio riporta la formula della convocazione dei fedeli per tali assemblee, concepita in questi termini: "Fratelli carissimi, voi sapete che s'avvicina il giorno dello Scrutinio, nel quale i nostri eletti dovranno ricevere la divina istruzione; vogliate perciò riunirvi con zelo in quel giorno della settimana, all'ora di Sesta, affinché siamo in grado, con l'aiuto di Dio, d'adempire rettamente il mistero celeste che apre la porta del regno dei cieli ed annienta il diavolo con tutte le sue pompe". Tale invito era ripetuto, all'occorrenza, anche nelle Domeniche seguenti. In quella che oggi celebriamo, se lo Scrutinio aveva già fatta l'ammissione d'un certo numero di candidati, i loro nomi s'inserivano nei dittici dell'altare, insieme a quelli dei padrini e delle madrine, e si recitavano nel Canone della Messa.

MESSA

La Stazione aveva luogo, come anche adesso, nella Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura, volendosi con ciò risvegliare il ricordo del più celebre Martire di Roma, e far presente ai Catecumeni quali sacrifici potrebbe richiedere da loro la fede che stavano per abbracciare.

Nella Chiesa greca questa Domenica è famosa per la solenne adorazione della Croce che precede la settimana chiamata Mesonestima, cioè metà del digiuno.

EPISTOLA (Ef 5,1-9). - Fratelli: Siate imitatori di Dio come figlioli eletti, e vivete nell'amore, come Cristo che ci ha amati e ha dato per noi se stesso a Dio in olocausto come ostia di soave odore. La fornicazione, l'impurità di qualsiasi sorta, l'avarizia non si senta neppur nominare tra voi, come a santi si conviene. Non oscenità, non discorsi sciocchi, non buffonerie, tutte cose indecenti; ma piuttosto il rendimento di grazie. Perché, sappiatelo bene, nessuno che sia fornicatore, o impudico, o avaro (che è un idolatra) ha l'eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani discorsi, perché a causa di questi viene l'ira di Dio sugl'increduli. Dunque non vi associate con loro. Una volta eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Vivete come figli della luce. Or frutto della luce è tutto ciò ch'è buono, giusto e vero.

Imitare Dio.

Indirizzandosi ai fedeli di Efeso, l'Apostolo ricorda che una volta erano tenebre, ed ora sono divenuti luce nel Signore. Che gioia, saper che la medesima sorte è riservata ai nostri Catecumeni! Fino a questo momento essi sono vissuti nella depravazione del paganesimo, ma ora con l'ammissione al Battesimo hanno nelle loro mani la caparra della santità. Fino a poco fa erano asserviti ai falsi dèi, che ne alimentavano il culto del vizio; oggi sentono dalla Chiesa esortare i suoi figli ad imitare la santità del Dio dei cristiani; e la grazia che li renderà capaci d'aspirare a riprodurre in sé le perfezioni divine sta per essere loro comunicata. Ma dovranno combattere per mantenersi in questa elevazione. Due nemici, soprattutto, cercheranno di rivalersi: l'impurità e l'avarizia. Il primo di questi vizi, l'Apostolo non vuole che neppure più si nomini; il secondo lo bolla paragonandolo al culto degl'idoli che gli eletti stanno per rinnegare. Questi gl'insegnamenti che prodiga la Chiesa ai suoi futuri figli. E noi, santificati fin dall'entrata in questo mondo, siamo rimasti fedeli al nostro Battesimo? Eravamo luce: perché ora siamo tenebre? dove sono i segni della rassomiglianza divina ch'era stata impressa in noi? Premuriamoci di farli rivivere, tornando a rinunziare a Satana ed ai suoi idoli, e facendo in modo che la penitenza ci riporti nello stato di luce, il cui frutto consiste in ogni sorta di bontà, di giustizia e di verità.

VANGELO (Lc 11,14-28). - In quel tempo: Gesù stava scacciando un demonio ch'era muto. E, cacciato il demonio, il muto parlò, e ne stupirono le turbe. Ma alcuni dissero: Egli scaccia i demoni in nome di Beelzebub, principe dei demoni. Ed altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo. Ma egli, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Ogni regno in se stesso diviso andrà in rovina e una casa cadrà sull'altra. Or, siccome dite che scaccio i demoni in nome di Beelzebub, se anche Satana è discorde in se stesso, come reggerà il suo regno? E se io scaccio i demoni per Beelzebub, in nome di chi li scacciano i vostri figli? Per questo i medesimi saranno i vostri giudici. Ma se col dito di Dio io scaccio i demoni, certo il regno di Dio è giunto fino a voi. Quando il forte guarda in armi l'atrio, è in sicuro tutto quanto possiede. Ma se viene uno più forte di lui e lo vince, gli toglie tutte le armi nelle quali confidava e ne divide le spoglie. Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie meco disperde. Quando lo spirito immondo, è uscito da un uomo, va per luoghi aridi cercando riposo, e, non trovandolo, dice: Ritornerò a casa mia da cui sono uscito. Quando vi giunge, la trova spazzata e adorna. Allora va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati, ci si stabiliscono. E l'ultima condizione di quell'uomo è peggiore della prima. Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna, alzando la voce, in mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che t'ha portato e il petto che hai succhiato. Ed egli aggiunse: Beati piuttosto quelli che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio.

Demoni muti.

Il demonio dal quale Gesù liberò l'ossesso del Vangelo rendeva quest'uomo muto; ma appena ne uscì lo spirito delle tenebre, che lo vessava, la lingua di quel poveretto si sciolse. È un fatto che ci dà l'immagine del peccatore divenuto schiavo del terribile vincitore che lo rese muto. Se questo peccatore parlasse per confessare le sue colpe e domandare la grazia, sarebbe salvo. Quanti demoni muti, sparsi ovunque, impediscono gli uomini di fare questa salutare confessione che li salverebbe ! La santa Quarantena procede e i giorni della grazia passano: approfittiamo del tempo favorevole, e, se siamo nell'amicizia di Dio, preghiamo insistentemente per i peccatori, affinché muovano la lingua, si accusino e siano perdonati.

Potenza dei demoni.

Ascoltiamo ora ciò che il Salvatore ci dice sui nostri invisibili nemici. Con la loro potenza e scaltrezza, coi loro mezzi di nuocerci, chi potrebbe resistere loro, se Dio non ci sostenesse e non avesse incaricato i suoi Angeli a vegliare su di noi e a combattere a nostro fianco? Ma intanto col peccato, noi c'eravamo consegnati nelle mani di quest'immondi e odiosi spinti, ed avevamo preferito il loro tirannico dominio al giogo tanto soave e leggero del nostro compassionevole Redentore. Ora che ce ne siamo liberati, o stiamo per farlo, ringraziamo il nostro liberatore, e stiamo ben attenti a non ricadere mai più in mano a questi abitatori infernali. Gesù ci avverte del pericolo che incombe. Essi torneranno a forzare la dimora dell'anima nostra santificata dall'Agnello della Pasqua: se saremo vigilanti e fedeli, si ritireranno confusi; ma se saremo tiepidi e fiacchi, e perderemo di vista il dono della grazia e gli obblighi che ci legano a colui che ci ha salvati, la nostra rovina sarà certa; e, secondo la terribile parola di Gesù, "l'ultima condizione sarà peggiore della prima".

Essere con Cristo.

Vogliamo evitare una sì grande disgrazia? meditiamo quell'altra parola di Gesù nel Vangelo: "Chi non è con me è contro di me". Ciò che ci fa ricadere nei lacci del demonio, facendoci dimenticare tutto ciò che dobbiamo al nostro liberatore, è che non ci schieriamo sinceramente da parte di Gesù Cristo, di fronte alle occasioni nelle quali il cristiano deve saper pronunciarsi con fermezza. Si nicchia, si temporeggia: e intanto l'energia dell'anima s'affievolisce; Dio non elargisce più con l'abbondanza di prima le sue grazie, e la ricaduta è imminente. Camminiamo dunque con passo fermo e sicuro, e ricordiamoci che il soldato di Gesù Cristo deve sempre onorarsi del suo Capo.

PREGHIAMO

Accogli, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, i voti degli umili e stendi a potenza della tua maestà a nostra difesa.

Augustinus
26-02-05, 20:37
Nella liturgia moderna, la presente domenica è incentrata sull'episodio della samaritana al pozzo ;)

Augustinus
26-02-05, 20:40
Come attestano gli evangelisti, i farisei, perversi e invidiosi, attribuivano al diavolo i miracoli del Salvatore, frutto della sua infinita bontà. Dicevano: E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni.
Certi cattivi religiosi, proclivi ai giudizi temerari, si direbbero gli emuli dì quella genia farisaica; essi pervertono in male il bene che fanno gli altri, interpretano in peggio ciò che è dubbio, e invece di apprezzare negli altri i talenti di cui essi sono sprovvisti, preferiscono demolirli con la critica. Così si mostrano per quel che valgono: stolti e maligni.
Invece il monaco pio fervente umile e caritatevole loda ammira apprezza le doti altrui che non trova in sé stesso. In tal modo diviene partecipe dei buoni risultati degli altri e merita la medesima grazia dal Signore. Perciò rallegriamoci cordialmente del progresso dei fratelli, dell'opera che la grazia compie in loro. Non attribuiamo a satana ciò che è frutto dello Spirito Santo, e badiamo di non essere frettolosi a giudicare il prossimo. Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? (1 Cor 2, 11). Lo afferma ancora l'apostolo: Sei inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi (Rm 2, 1). Tant'è vero che sant'Agostino aggiunge: Se siamo incapaci di giudicare noi stessi o a stento ci arriviamo, come potremo sentenziare sugli altri?.
Interpretiamo anche in modo positivo ciò che è dubbio. Così ognuno custodirà puro il cuore nei confronti del fratello.

Ogni regno diviso in sé stesso va in rovina. Impariamo da queste parole di Gesù il valore dell'autentica concordia, della pace di una comunità che sia unanime. Nello stesso tempo capiremo tutto il male che si annida nella discordia, nei dissensi, nelle contese, nelle parzialità, nelle avversioni.
San Girolamo (e altri prima di lui) hanno sentenziato: Un 'inezia cresce e prospera con la concordia, invece un progetto importante si disgrega se non c'è intesa. La quiete interiore, l'accordo costruttivo devono sempre essere fra di noi, in modo da avere l'unanimità nel bene. Solo il peccato deve trovarci dissenzienti. Se uno è arrogante indiscreto molesto, sopportiamolo con pazienza, compatiamolo, preghiamo per lui. Nondimeno il priore dovrà ammonirlo con carità, illuminarlo, anzi correggerlo per dovere di giustizia. Tra i superbi, i testardi, i collerici regnano sempre le contese. Perciò sforziamoci di essere davvero umili miti arrendevoli e dotati di spirito soprannaturale; preveniamoci scambievolmente nel renderci onore. In una parola: vogliamoci davvero bene gli uni gli altri con l'amore dì Cristo.

Ma c'è di più: in questo vangelo il Salvatore ci dice: Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Perciò il nostro sforzo deve convergere ad adeguarci ai precetti e ai consigli di Cristo. Dobbiamo conformarci alla sua volontà se vogliamo raccogliere con lui, cioè portare i fratelli a Dio attraverso un colloquio stimolante, attraverso la preghiera e se si presenta l'occasione - con una parola che esorti, corregga fraternamente o sia un pensiero spirituale pieno di fervore. Chi sono quelli che non raccolgono con il Signore? Chi scandalizza, chi attira l'altro al male e lo coinvolge nelle sue tentazioni. E poi: chi calunnia, chi critica, chi attende a cattive occupazioni. Tutti costoro lavorano davvero con il principe delle tenebre a disgregare il Regno di Dio. Ciò sia sempre e poi sempre lungi da noi!
Soprattutto badiamo con cura a non ricadere: le ferite rinnovate diventano piaghe. Ce lo insegna il Figlio di Dio quando qui schizza il quadro dell'uomo che si libera dal maligno con la penitenza e poi ne subisce di nuovo l'attacco. Se il tentatore riesce a prevalere, prende con sé sette spiriti peggiori di lui e la condizione finale dì quell'uomo diventa peggiore della prima.

Nel vangelo odierno Gesù conclude dicendo: Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
Ebbene: giorno e notte noi abbiamo la fortuna di ascoltare in abbondanza la parola di Dio. Riceviamola con un'avidità tale che essa diventi la nostra brama continua.
L'abitudine, l'assiduità non devono in modo alcuno sciupare la freschezza della nostra apertura alla parola divina. Essa non ci divenga mai insipida, infruttuosa. Conserviamola in cuore come un tesoro preziosissimo, quello che ci è più caro, imprimiamocela nella mente, anzi la nostra stessa vita lavori a divenire un'eco della parola divina, così come il Profeta dice a Dio: Conservo nel cuore le tue parole per non offenderti con il peccato (Sal 118, 11). E anche: Quanto sono dolci al mio palato le tue parole; più del miele alla mia bocca (Sal 118, 103).
Così saremo per il Signore una lode eterna di gloria.

Augustinus
26-02-05, 21:00
http://www.wga.hu/art/d/duccio/buoninse/maesta/predel_v/pre_v_f.jpg Duccio di Buoninsegna, Cristo al pozzo con la samaritana, 1308-11, Thyssen-Bornemisza Collection, Madrid

http://www.wga.hu/art/s/strozzi/2/samarita.jpg Bernardo Strozzi, Cristo al pozzo con la samaritana, Foundation Honnema, Heino

http://img246.imageshack.us/img246/959/christzj0.jpg Simon Dewey, Cristo al pozzo con la samaritana

http://img175.exs.cx/img175/2113/nuevo45dn.jpg

http://img134.imageshack.us/img134/3392/pozzo5hw.jpg http://img207.imageshack.us/img207/3339/guercinocristoeladonnadem8.jpg Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, Cristo al pozzo con la samaritana, 1640-41, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid

http://img140.imageshack.us/img140/3420/samariabw0.jpg William Dyce, Cristo e la donna di Samaria, 1850-70, Birmingham Museums & Art Gallery, Birmingham

Augustinus
27-02-05, 13:22
http://cgfa.sunsite.dk/poussin/poussin2.jpg Nicholas Poussin, Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia, dettaglio, 1649, Hermitage, San Pietroburgo

http://www.wga.hu/art/a/assereto/moses.jpg Gioachino Assereto, Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia, Museo del Prado, Madrid

http://www.wga.hu/art/b/bassano/leandro/moses.jpg Jacopo da Bassano, Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia, Musée du Louvre, Parigi

http://www.wga.hu/art/c/castello/moses.jpg Valerio Castello, Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia, Musée du Louvre, Parigi

http://www.wga.hu/art/t/tintoret/3b/2upper/1/02moses.jpg http://img212.imageshack.us/img212/4324/02mosesqm4.jpg Jacopo Tintoretto, Mosè percuote la roccia e fa scaturire l'acqua, dettaglio, 1577, Scuola di San Rocco, Venezia

Augustinus
18-03-06, 09:21
Quaresima: cammino di penitenza, di digiuno ed astinenza (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=45732)

2° Domenica di Quaresima (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=150652)

4° Domenica di Quaresima (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=150654)

Meditazioni sulla Passione di N. S. Gesù Cristo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=149185)

Augustinus
10-03-07, 21:52
In rilievo

Aug. :) :) :)

Augustinus
23-02-08, 18:35
SERMONE XVII. - PER LA DOMENICA III. DI QUARESIMA

Del tacere i peccati nella confessione.

Erat Iesus eiiciens daemonium, et illud erat mutum. (Luc. 11. 14.)

Il demonio non porta all'inferno i peccatori cogli occhi aperti: prima li acceca colla malizia degli stessi loro vizj: Excaecavit enim illos malitia eorum (Sap. 2, 21), e così li conduce seco alla perdizione eterna. Sicché il nemico, prima del peccato procura di renderci ciechi acciocché non vediamo il male che facciamo e la ruina che ci tiriamo sopra coll'offendere Dio; dopo il peccato poi procura di renderci muti acciocché non ce lo confessiamo per vergogna; e così ci lega con doppia catena per l'inferno, facendoci commettere dopo il peccato fatto un peccato più grande, qual è il sacrilegio. Di ciò voglio oggi parlarvi, per farvi concepire che gran male sia il tacere i peccati in confessione.

S. Agostino, scrivendo su quel testo di Davide: Pone, Domine, ostium circumstantiae labiis meis (Psal. 140, 13), dice così: Non dixit claustrum, sed ostium: ostium et aperitur et clauditur; aperiatur ad confessionem peccati: claudatur ad excusationem peccati. E vuol dire che l'uomo dee tenere la porta alla bocca, acciocché la chiuda alle parole disoneste, di mormorazione, di bestemmie e simili, e l'apra a confessare i peccati commessi. E poi conchiude il santo: Ita enim erit ostium continentiae, non ruinae. Il tacere, quando siamo istigati a dir parole ingiuriose a Dio o al prossimo, è atto di virtù; ma il tacere nella confessione i peccati già fatti, è ruina dell'anima. E ciò pretende da noi il demonio, che dopo aver commesso il male teniamo la bocca chiusa, e non ce lo confessiamo. Narra s. Antonino che un certo santo solitario vide una volta il demonio che stava in una chiesa dintorno ad alcune persone che voleano confessarsi: gli dimandò che stesse a fare in quel luogo; rispose il nemico: Reddo poenitentibus quod antea eis abstuli; abstuli verecundiam dum peccarent; reddo nunc ut a confessione abhorreant. Io, disse, tolsi il rossore a costoro, acciocché commettessero il peccato; ora loro lo rendo, acciocché non se lo confessino. Putruerunt et corruptae sunt cicatrices meae a facie insipientiae meae (Psal. 37). Le piaghe quando si cancrenano apportano la morte; e tali sono i peccati taciuti in confessione, sono piaghe dell'anima che diventano cancrene.

Scrive s. Giovanni Grisostomo: Pudorem dedit Deus peccato, confessioni fiduciam: invertit rem diabolus, peccato fiduciam praebet, confessioni pudorem (Prooem. in Isa.). Il Signore ha posto il rossore al peccato, affinché ce ne asteniamo; all'incontro ci dà confidenza a confessarlo, promettendo il perdono a chi se ne accusa. Il demonio fa tutto il contrario, dà confidenza a peccare colla speranza del perdono, ma dopo il peccato ci mette avanti gli occhi la vergogna, acciocché non ce lo confessiamo.

Un certo scolare di Socrate, uscendo dalla casa di una mala donna, vide il suo maestro che passava di là, e se ne entrò dentro per non farsi vedere. Socrate si affacciò a quella porta e gli disse: Figlio, in questa casa è vergogna l'entrare, non è vergogna l'uscirne: Non te pudeat, fili, egredi ex hoc loco; intrasse pudeat. Così io dico a voi, peccatori fratelli miei, è vergogna sì bene l'offendere un Dio così grande e così buono; ma non è vergogna confessare il peccato dopo che l'abbiamo commesso. Fu vergogna forse a s. Maria Maddalena il confessarsi per peccatrice in pubblico ai piedi di Gesù Cristo, quando si convertì? Con quella confessione ella si fece santa. Fu vergogna a s. Agostino non solo il confessare i suoi peccati, ma anche scriverli in un suo libro, acciocché per sua confusione fossero noti a tutto il mondo? Fu vergogna il confessarsi a s. Maria Egiziaca, la quale era stata per tanti anni femmina disonesta? Così costoro si fecero santi, ed ora sono onorati sopra gli altari.

Nei tribunali della terra si dice che chi confessa è condannato; nel tribunale di Gesù Cristo della s. confessione, chi confessa ottiene il perdono, e riceve la corona del paradiso: Post confessionem, dice il Grisostomo, datur poenitenti corona. Chi tiene una piaga, se vuol guarirsi dee farla vedere al medico; altrimenti la piaga si farà maligna, e lo porterà alla morte: Quod ignorat, dice il concilio di Trento, medicina non curat. E così, sorella mia, se ti ritrovi coll'anima impiagata dal peccato, non ti pigliar rossore di dirlo al confessore, altrimenti l'anima tua è perduta: Pro anima tua ne confundaris dicere verum (Eccl. 4, 24). Ma io ho un gran rossore di confessarmi quel peccato. Questo rossore è quello che hai da vincere se ti vuoi salvare: Est enim confusio adducens peccatum, et est confusio adducens gloriam et gratiam (Eccl. 4, 25). Vi sono due confusioni, scrive l'Ecclesiastico, una confusione porta gli uomini al peccato, qual è appunto quel rossore che ti fa tacere nella confessione le colpe commesse; l'altra confusione poi è quella che si sente nel palesare i peccati, e quella confusione ti fa ricevere la grazia di Dio in questa vita e la gloria del paradiso nell'altra.

Scrive s. Agostino che il lupo, acciocché la pecorella non gli scappi dalle mani, l'afferra per la gola, in modo che quella non possa cercar aiuto col gridare, e così sicuramente se la porti seco e la divori. Così fa il demonio con tante povere pecorelle di Gesù Cristo: dopo che le ha spinte a fare il peccato, le afferra per la gola acciocché non se ne confessino, e così sicuramente se le porta all'inferno. Dopo che uno ha commesso una colpa grave, non gli resta altro rimedio per salvarsi, che confessarsi del suo peccato. Ma che speranza di salute può esservi in colui, se va a confessarsi e tace il peccato, e si serve della confessione per più offendere Dio, e per rendersi doppiamente schiavo del demonio? Che diresti della vita di quell'infermo, che invece del rimedio ordinatogli dal medico si prendesse una tazza di veleno? Oh Dio! Che mai diventa la confessione ad un peccatore che tace i suoi peccati, se non una tazza di veleno che aggiunge alla sua coscienza la malizia del sacrilegio? Il confessore quando dà l'assoluzione al penitente, allora gli dispensa il sangue di Gesù Cristo, mentre per il merito di quel sangue l'assolve dal suo peccato. Chi poi tace il peccato nella confessione, che fa? Si mette sotto i piedi il sangue di Gesù Cristo. E chi poi riceve anche la comunione in peccato, dice s. Gioanni Grisostomo, che fa lo stesso che se gittasse la particola consacrata in una cloaca: Non minus detestabile est in os pollutum, quam in sterquilinium mittere Dei Filium (Hom. 83, in Matth.). Maledetta vergogna, quante povere anime ne porta all'inferno? Magis memores pudoris quam salutis, dice Tertulliano. Misere, pensano solo al rossore di confessarsi, e non pensano che non confessandosi sono certamente dannate!

Dice quella penitente: Ma che dirà il mio confessore, quando sentirà questa mia caduta? Che dirà? Dirà che sei una miserabile, come sono tutte le persone che vivono su questa terra facili a cadere: dirà che se hai fatto il male hai fatto un'azione gloriosa col vincere la vergogna e confessarti sinceramente del tuo peccato.

Ma se mi confesso di questo peccato, temo che il mio peccato si faccia pubblico. Dimando: a quanti confessori hai da dire questa tua colpa? Basta che la dica ad un solo sacerdote, il quale come sente il tuo peccato, così ne sente mille altri simili da altre persone. Basta che una volta te lo confessi, il confessore ti darà la penitenza e ti assolverà, e resterai colla coscienza quieta: Ma io ho somma ripugnanza di dire questo mio fallo al mio padre spirituale. E tu dillo ad un altro confessore di questo o di un altro paese. Ma se il mio confessore viene ciò a sapere, l'avrà a disgusto. E tu che ne vuoi fare? Forse per non dare disgusto al confessore, vuoi fare un peccato così grande e restar condannata all'inferno? Sarebbe troppa sciocchezza.

Ma temo che il confessore palesi ad altri il mio peccato che mi confesso. Che dici? Che dici? Che pazzia è quella di voler sospettare che il tuo confessore sia così scellerato che voglia rompere il sigillo della confessione, e far sapere ad altri il tuo peccato? Sappi che il sigillo della confessione è così stretto, che il confessore fuori della confessione neppure d'un minimo peccato veniale può parlare colla stessa sua penitente, e se lo facesse, sarebbe un delitto gravissimo.

Ma tu replichi: Ho timore che il confessore sentendo questa mia debolezza, mi farà un gran rimprovero e fortemente mi sgriderà. Oh Dio, non vedi che tutti questi timori sono inganni del demonio per portarti sicuramente all'inferno? Che rimproveri! Che sgridare! Il confessore ti darà con dolcezza quegli avvertimenti che convengono; del resto sappi che ogni confessore non può avere maggior consolazione, che assolvere una penitente che con vero dolore e con sincerità si accusa delle sue colpe. Se una regina fosse da uno schiavo ferita a morte, e tu la potessi guarire con qualche rimedio, quanto godresti di poterla guarire e liberarla dalla morte? Questa è la consolazione d'un confessore che assolve un'anima caduta in peccato: egli coll'opera sua la libera dalla morte eterna, e facendole ricuperare la grazia di Dio la rende regina del paradiso.

Ma tu hai tanti timori, e non hai timore di dannarti con fare un peccato così grande di tacere il peccato nella confessione? Temi del rimprovero del confessore, e non temi del rimprovero che ti farà Gesù Cristo, quando sarà tuo giudice in punto di morte? Temi che il tuo peccato si abbia a sapere da altri (che è una cosa impossibile, quando tu segretamente lo manifesti al confessore), e non temi del giorno del giudizio, in cui, se ora taci il tuo peccato, l'avranno da sapere tutti gli uomini della terra? Se sapessi che non confessandoti di quel peccato al confessore, l'avessero da sapere tutti i tuoi parenti e tutti i tuoi paesani, certamente te lo confesseresti; ma fede ne hai o non ne hai? Non sai, dice s. Bernardo, che se lasci per vergogna di dire la tua colpa ad un uomo, che anche è peccatore come tu, nel giorno del giudizio quel tuo peccato avrà da essere manifestato, non solo a tutti i tuoi parenti e paesani, ma a tutti gli uomini? Si pudor est tibi uni homini et peccatori peccatum exponere, quid facturus es in die iudicii, ubi omnibus exposita tua conscientia patebit (Super illud Ioan. c. 11. Lazare, veni foras)? Dio stesso per tua confusione, se ora non ti confessi, allora pubblicherà non solo questo peccato, ma tutte le tue sordidezze che hai commesse in tua vita, alla presenza degli angeli e di tutto il mondo: Revelabo pudenda tua in facie tua (Nahum. 3, 5).

Senti dunque quel che ti consiglia s. Ambrogio: il demonio tiene apparecchiato il processo di tutti i tuoi peccati, per accusartene nel tribunale di Dio; vuoi sfuggire questa accusa, dice il Santo? Previeni il tuo accusatore, accusati da te stesso ad un confessore, e non avrai allora alcuno accusatore contro di te: Praeveni accusatorem tuum; si te ipse accusaveris, accusatorem nullum timebis (L. 2. de poenitent. c. 2). All'incontro, dice s. Agostino, che chi si scusa nella confessione, chiude nell'anima il peccato, ed esclude il perdono di Dio: Excusas te, includis peccatum, excludis indulgentiam (Hom. 12, 50).

Via su fatti animo, parlo ad alcuno, se mai tra voi vi fosse, che ha fatto questo errore di tacere i peccati per vergogna, fatti animo, e di' tutto a un confessore: Bono animo gloriam redde Deo (Eccl. 35, 10). Dà gloria a Dio e confondi il demonio. Una certa penitente era tentata dal demonio a non confessarsi per la vergogna d'un peccato commesso, ma si fece animo, e mentre andava già a trovare il confessore per dirgli tutto, se le fece avanti il demonio, e le disse: Dove vai? Ella generosamente rispose: Vado a confondere me e te. Così dico ancora a te, se mai hai taciuto qualche peccato grave, dillo chiaramente al confessore, e confondi il demonio. Senti, quanto più grande è la forza che ti fai a confessartelo, tanto più grande sarà l'amore col quale ti abbraccerà Gesù Cristo.

Via su discaccia questa vipera che tieni nell'anima, e che continuamente ti morde e non ti fa riposare. Oh che inferno patisce una persona che tiene nel cuore un peccato lasciato di confessarselo per vergogna! Patisce un inferno anticipato. Basta che dica al confessore: «Padre, io ho un certo scrupolo della vita passata, ma ho rossore di dirlo».Basta dir così, perché sarà peso del confessore di tirar fuori questa serpe che ti rode la coscienza. Ed acciocché non facci scrupolo dove non ci cape, sappi che se quel tuo peccato che ti vergogni di spiegare non è stato mortale, o affatto non l'hai tenuto per mortale, non sei obbligato a dirlo; poiché i soli peccati mortali noi siamo obbligati a confessarli. Inoltre, se tu dubiti di non aver confessato un qualche tuo peccato antico, ma tu sai che per lo passato ben hai atteso a farti l'esame di coscienza, e non mai hai lasciato di dire i tuoi peccati per vergogna; in questo caso, ancorché quello fosse stata colpa grave, non sei tenuto a confessarla, perché moralmente si presume per certo che te l'abbi confessata. Ma se tu sapevi già che quella colpa era grave, e sai che non mai te l'hai confessata, non vi è rimedio o te la confessi, o sei dannata. Ma no, va presto, pecorella perduta, che Gesù Cristo ti aspetta, e sta colle braccia aperte per perdonarti ed abbracciarti, se ti confessi. Io ti assicuro che dopo che ti sarai confessata di tutto, sentirai tanta consolazione di avere scaricata la tua coscienza ed acquisita la grazia di Dio, che benedirai sempre l'ora di averti fatta questa buona confessione. Presto va quanto più presto puoi a trovare il confessore, non dare tempo al demonio di seguitare a tentarti, di trasportare a lungo questa tua confessione: presto, perché Gesù Cristo ti sta aspettando.

Fonte: S. Alfonso M. De' Liguori, Sermoni compendiati per tutte le domeniche dell'anno, Sermone sulla 3° Domenica di Quaresima, Napoli, 1771, ora in OPERE ASCETICHE, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, a cura di Pier Giacinto Marietti, Vol. III, Torino, 1880, pp. 413-417 (http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/__P31K.HTM)

Augustinus
24-02-08, 10:52
http://img213.imageshack.us/img213/511/christ2020samaritan20wosa7.jpg http://img145.imageshack.us/img145/761/womanatthewellua3.jpg http://img182.imageshack.us/img182/5291/5c882c98061a23b91efdca2fn7.jpg Carl Heinrich Bloch, Cristo al pozzo con la samaritana

http://img135.imageshack.us/img135/5059/4dpictvg6.jpg Francesco Trevisani, Cristo e la donna samaritana al pozzo, Pinacoteca Vaticana, XVIII sec., Città del Vaticano

Holuxar
19-03-17, 18:10
Domenica 19 marzo 2017: TERZA DOMENICA DI QUARESIMA, festa e memoria liturgica di SAN GIUSEPPE trasferita a domani…




"Domenica Terza di Quaresima"
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza di Quaresima (http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm

"San Giuseppe, 19 marzo"
Guéranger, L'anno liturgico - 19 marzo. San Giuseppe, Sposo della Santissima Vergine e Patrono della Chiesa Universale (http://www.unavoce-ve.it/pg-19mar.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-19mar.htm



SANTA MESSA - III domenica di Quaresima di Don Floriano Abrahamowicz
https://www.youtube.com/watch?v=36YTIjNrOYA
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
http://www.domusmarcellefebvre.it/omelie-it.php

SEGUIRE LA S.MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/seguire-la-s.messa.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/seguire-la-s.messa.php



San Giuseppe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-giuseppe/)
http://www.sodalitium.biz/san-giuseppe/
“19 marzo, San Giuseppe (a causa della domenica di quaresima, la festa è spostata a domani).
“Nella Giudea il natale di san Giuseppe, Sposo della Beatissima Vergine Maria, Confessore, il quale dal Sommo Pontefice Pio nono, secondo i voti e le preghiere di tutto l’Orbe cattolico, fu dichiarato Patrono della Chiesa universale”.
Glorioso san Giuseppe, la cui potenza si estende a tutte le nostre necessità, e sai rendere possibili le cose più impossibili, rivolgi i tuoi occhi di padre buono sugli interessi dei tuoi figli. Negli affanni e nelle pene che ci opprimono, ricorriamo con fiducia a Te! Degnati di prendere sotto la tua caritatevole protezione questo affare importante e difficile, causa delle nostre preoccupazioni. Così sia ( San Francesco di Sales).”



https://www.sursumcorda.cloud/
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Giuséppe, Sposo della beatissima Vergine Maria, Confessore, il quale dal Sommo Pontefice Pio nono, secondo i voti e le preghiere di tutto l’Orbe cattolico, fu dichiarato Patrono della Chiesa universale. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo speciale Santo emblema di tutte le virtù, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Giuseppe possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
#sdgcdpr”

https://www.sursumcorda.cloud/component/tags/tag/814-san-giuseppe.html
"Comunicato numero 52. San Giuseppe protettore della Chiesa
Alcune osservazioni sulla Festa di san Giuseppe
Sermone per la Festa di san Giuseppe: «Joseph ... vir eius, cum esset iustus»
Il matrimonio celeste della Vergine Maria e di san Giuseppe
Il matrimonio fedele della Vergine Maria e di san Giuseppe
Il matrimonio verginale ed amoroso della Vergine Maria e di san Giuseppe
Alcuni privilegi di san Giuseppe"



Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch/)
“Intransigeants sur la doctrine; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].”
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
“Sermon du Père Joseph-Marie pour le Troisième Dimanche de Carême : la lutte contre le démon (2015).
http://prieure2bethleem.org/predica/2015_03_08_mars.mp3”
“Avis : la mémoire de Saint Joseph est reportée au lundi 20 mars.”





https://www.radiospada.org/tag/s-giuseppe/
https://www.radiospada.org/2015/03/18249/


http://radiospada.org/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

“Il 19 marzo 1227 Papa Gregorio IX dei conti di Segni viene esaltato al Sommo Pontificato.”
“Il 19 marzo 1721 muore Papa Clemente XI Albani, Sommo Pontefice.”

“19 MARZO 2017: TERZA DOMENICA DI QUARESIMA (nb la memoria liturgica di San Giuseppe trasla a domani).
La Quaresima: tempo di riflessione.
La santa Chiesa che nella prima Domenica di Quaresima, ci propose la tentazione di Gesù a soggetto delle nostre meditazioni, per illuminarci sulla natura delle nostre tentazioni ed insegnarci la maniera per trionfarne, oggi ci fa leggere un passo del Vangelo di san Luca, la cui dottrina viene a completare la nostra istruzione circa la potenza e le manovre dei nostri invisibili nemici. Durante la Quaresima il cristiano deve riparare il passato e garantirsi l'avvenire, poiché non potrebbe fare assegnamento sul primo né difendere efficacemente il secondo, senza avere delle sane idee sull'entità dei pericoli che lo fecero soccombere e su quelli che ancora lo minacciano. Ben a ragione quindi gli antichi liturgisti riconobbero un tratto di materna saggezza nel discernimento con cui oggi la Chiesa presenta ai suoi figli questa nuova lettura, la quale costituisce il fulcro degli odierni insegnamenti.
L'esistenza del demonio.
Noi certo saremmo gli uomini più ciechi e più infelici, se, circondati come siamo da nemici così accaniti della nostra perdizione e molto superiori a noi in forza e in destrezza, non pensassimo di frequente alla loro esistenza, o non ci riflettessimo mai. Purtroppo è la condizione in cui vive un numero stragrande di cristiani dei giorni nostri: talmente "le verità son venute meno tra i figli degli uomini" (Sal 11,2). È talmente diffuso questo stato d'apatia e di smemoratezza sopra una verità che le sante Scritture ci ricordano ad ogni pagina, che non è raro incontrare persone, agli occhi delle quali l'incessante attività dei demoni che ci circondano non è altro che una medievale e popolana credenza, la quale non ha nulla a che vedere coi dogmi della religione; di modo che, secondo loro, tutto ciò che si narra nella storia della Chiesa e nella vita dei santi è come non esistesse; secondo loro, Satana non è che una pura astrazione che personifica il male.
Quando si vuol spiegare il peccato in essi o negli altri, mettono avanti la tendenza che abbiamo al male ed il cattivo uso che facciamo della libertà, senza voler osservare che l'insegnamento cristiano, nella nostra prevaricazione, ci rivela oltre a questo, l'intervento d'un agente malefico, la cui potenza è pari all'odio che ci porta.
Eppure sanno che fu il diavolo a trascinare i nostri progenitori al peccato; credono ch'egli tentò il Figlio di Dio incarnato e lo trasportò in aria fin sul pinnacolo del tempio, e di là sopra un'alta montagna. Leggono anche nel Vangelo, e credono che uno degl'infelici indemoniati liberato da Gesù era assediato da un'intera legione di spiriti infernali, i quali, avutone il permesso. furono visti assalire una mandria di porci e precipitarli nel lago di Genezaret. Questi e mille altri fatti sono pure l'oggetto della loro fede; tuttavia, ciò che sentono dire dell'esistenza delle operazioni e della scaltrezza dei demoni a sedurre le anime, tutto loro sembra una favola. Sono cristiani, o hanno perduto il senno? Veramente non sappiamo che dire, specialmente quando si vedono persone che ai nostri giorni si dedicano a sacrileghe consultazioni del demonio, ricorrendo a mezzi mutuati dai secoli pagani, senza dar segno di ricordarsi, e nemmeno di sapere che così facendo commettono un reato che nell'antica legge Dio castigava con la morte, e la legislazione di tutti i popoli cristiani di moltissimi secoli soleva colpire col massimo dei supplizi.
L'ossessione diabolica.
Ma se c'è un periodo dell'anno in cui i fedeli devono meditare ciò che la fede e l'esperienza insegna intorno all'esistenza ed alle operazioni degli spiriti delle tenebre, questo è certamente il tempo in cui siamo, nel quale dobbiamo riflettere sulle cause dei nostri peccati, sui pericoli dell'anima e sui mezzi per premunirla contro nuove cadute e nuovi assalti. Ascoltiamo dunque il santo Vangelo. Esso anzi tutto c'informa che il demonio si era impossessato d'un uomo, che a causa di questa ossessione era diventato muto. Gesù lo libera, e subito l'infelice riprende l'uso della parola, toltagli dal nemico. Apprendiamo da ciò, che l'ossessione diabolica non è soltanto un segno eloquente dell'impenetrabile giustizia di Dio, ma può anche produrre effetti fisici in coloro che ne sono le vittime. L'espulsione dello spirito maligno restituisce l'uso della lingua a chi gemeva nella rete dei suoi lacci. Non intendiamo qui insistere sulla malignità dei nemici di Gesù, i quali volevano attribuire il suo potere sui demoni all'intervento di un principe della milizia infernale: vogliamo solamente costatare il potere degli spiriti delle tenebre sui corpi, e confondere col sacro testo il razionalismo di certi cristiani. Ch'essi dunque imparino a conoscere la potenza dei nostri avversari ed a guardarsi dal divenire loro esca per la superbia della ragione.
Dopo la promulgazione del Vangelo, il potere di Satana sui corpi, per virtù della Croce, è stato molto ridotto nei paesi cristiani; ma ciò non toglie che si possa di nuovo estendere, se verranno a diminuire la fede e le opere della pietà cristiana. Per questo, tutti quei diabolici orrori che si commettono, specie nell'ombra, sotto diversi nomi più o meno scientifici, sono accettati in qualche maniera da gente onesta, e porterebbero al capovolgimento della società, se Dio e la sua Chiesa non vi mettessero un argine. Ricordatevi, o cristiani dei nostri giorni, che rinunciaste a Satana: attenti dunque, che la vostra colpevole ignoranza non vi trascini all'apostasia. Non rinunciaste, al fonte battesimale ad un essere astratto; ma ad un essere reale e formidabile, del quale Gesù Cristo affermò che fu omicida fin da principio (Gv 8,44).
La lotta contro Satana.
Ma se dobbiamo spaventarci del terribile potere che può esercitare sui corpi, ed evitare ogni rapporto col demonio, mediante pratiche alle quali egli presiede, e che sono il culto al quale aspira, dobbiamo anche temere il suo influsso sulle nostre anime. Considerate la lotta che ha dovuto sostenere la grazia di Dio per strappargli la vostra anima ! In questi giorni la Chiesa ci offre tutti i mezzi a sua disposizione per trionfare di lui: il digiuno unito alla preghiera ed all'elemosina. Arriverete alla pace; i vostri cuori, i vostri petti purificati torneranno ad essere il tempio di Dio; ma non crediate che il vostro nemico sia annientato: egli è irritato, perché la penitenza lo ha cacciato dal suo dominio, ed ha giurato che farà di tutto per rientrarvi. Quindi, temete di ricadere nel peccato mortale; e per rafforzare in voi questo salutare timore, meditate le parole che seguono nel Vangelo.
Il Salvatore ci dice che, quando lo spirito immondo è cacciato da un'anima, va errando per luoghi aridi e deserti, dove divora la sua umiliazione e più risente le torture dell'inferno che ovunque porta con sé; se lo potesse, vorrebbe affogarle nell'uccisione delle anime che Gesù Cristo ha riscattate. Fin nell'Antico Testamento vediamo i demoni sconfitti e costretti a fuggire in lontane solitudini; è così che l'Arcangelo san Raffaele relegò nei deserti dell'Egitto superiore lo spirito infernale che aveva fatto morire i sette mariti di Sara (Tb 8,3). Ma il nemico dell'uomo non si può rassegnare a restare sempre così lontano dalla preda che brama fare sua. Spinto dall'odio che ci porta fin dal principio del mondo, egli dice a se stesso: "Bisogna che ritorni a casa mia da cui sono uscito". Ma non tornerà solo; vuole trionfare e perciò condurrà seco, se sarà necessario, altri sette demoni più perversi di lui. Quale conflitto si prepara allora per la povera anima, se non la troverà vigilante ed agguerrita, e se le pace che Dio le ha ridata non sarà una pace armata! Il nemico ne saggia il terreno; nella sua perspicacia, esamina i mutamenti che si sono operati durante la sua assenza: e che cosa scorge nell'anima dove fino a poco fa si era assuefatto ad abitare? Nostro Signore ce lo dice: il demonio la trova indifesa e a disposta riceverlo ancora senz'armi spianate; pare quasi che l'anima stia di nuovo ad aspettarlo. Allora il nemico, per essere più sicuro della sua conquista, va a cercare rinforzi. Movendo all'assalto, non incontra resistenza alcuna; e la povera anima, invece d'ospitare un solo abitatore infernale, ben presto ne albergherà un esercito: "E, aggiunge Gesù, l'ultima condizione di quell'uomo è peggiore della prima".
Cerchiamo di ben comprendere l'avvertimento che oggi ci dà la santa Chiesa, facendoci leggere questo brano evangelico. Dappertutto si preparano ritorni a Dio; in molte coscienze si va operando la riconciliazione; e il Signore è sempre disposto a perdonare: ma persevereranno tutti? Quando fra un anno la Quaresima tornerà a chiamare i cristiani alla penitenza, tutti quelli che in questi giorni saranno strappati alla potenza di Satana, avranno custodita la loro anima libera dal suo giogo? Una triste esperienza non permette alla Chiesa di sperarlo. Molti ricadranno nei lacci del peccato, anche poco tempo dopo la loro liberazione: oh, se in questa condizione fossero colpiti dalla giustizia di Dio! Tuttavia, questa sarà la sorte di molti, e forse di moltissimi. Temiamo quindi ogni ricaduta, e, per garantirci la perseveranza, senza la quale ci sarebbe valso poco rientrare solo per qualche giorno nella grazia di Dio, vegliamo, preghiamo e difendiamo sempre le trincee dell'anima nostra, resistendo nel combattimento; e così il nemico, sconcertato dalla nostra risolutezza, se ne andrà altrove a sfogare la sua vergogna e la sua rabbia.
La Domenica degli Scrutini.
La terza Domenica di Quaresima è chiamata Oculi, dalla prima parola dell'Introito della Messa; ma la Chiesa dei primi tempi la chiamava Domenica degli scrutini, perché in questo giorno si cominciava l'esame dei Catecumeni, che dovevano essere ammessi al santo Battesimo la notte di Pasqua. Tutti i fedeli erano invitati a presentarsi in chiesa per testimoniare della vita e dei costumi di coloro che aspiravano alla milizia cristiana. A Roma tali esami, cui si dava il nome di Scrutini, si svolgevano in sette sessioni, a causa della moltitudine degli aspiranti al Battesimo; ma lo scrutinio più importante avveniva il Mercoledì della quarta settimana. Ne riparleremo più avanti.
Il Sacramentario Romano di san Gelasio riporta la formula della convocazione dei fedeli per tali assemblee, concepita in questi termini: "Fratelli carissimi, voi sapete che s'avvicina il giorno dello Scrutinio, nel quale i nostri eletti dovranno ricevere la divina istruzione; vogliate perciò riunirvi con zelo in quel giorno della settimana, all'ora di Sesta, affinché siamo in grado, con l'aiuto di Dio, d'adempire rettamente il mistero celeste che apre la porta del regno dei cieli ed annienta il diavolo con tutte le sue pompe". Tale invito era ripetuto, all'occorrenza, anche nelle Domeniche seguenti. In quella che oggi celebriamo, se lo Scrutinio aveva già fatta l'ammissione d'un certo numero di candidati, i loro nomi s'inserivano nei dittici dell'altare, insieme a quelli dei padrini e delle madrine, e si recitavano nel Canone della Messa.
MESSA
La Stazione aveva luogo, come anche adesso, nella Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura, volendosi con ciò risvegliare il ricordo del più celebre Martire di Roma, e far presente ai Catecumeni quali sacrifici potrebbe richiedere da loro la fede che stavano per abbracciare.
Nella Chiesa greca questa Domenica è famosa per la solenne adorazione della Croce che precede la settimana chiamata Mesonestima, cioè metà del digiuno.
EPISTOLA (Ef 5,1-9). - Fratelli: Siate imitatori di Dio come figlioli eletti, e vivete nell'amore, come Cristo che ci ha amati e ha dato per noi se stesso a Dio in olocausto come ostia di soave odore. La fornicazione, l'impurità di qualsiasi sorta, l'avarizia non si senta neppur nominare tra voi, come a santi si conviene. Non oscenità, non discorsi sciocchi, non buffonerie, tutte cose indecenti; ma piuttosto il rendimento di grazie. Perché, sappiatelo bene, nessuno che sia fornicatore, o impudico, o avaro (che è un idolatra) ha l'eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani discorsi, perché a causa di questi viene l'ira di Dio sugl'increduli. Dunque non vi associate con loro. Una volta eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Vivete come figli della luce. Or frutto della luce è tutto ciò ch'è buono, giusto e vero.
Imitare Dio.
Indirizzandosi ai fedeli di Efeso, l'Apostolo ricorda che una volta erano tenebre, ed ora sono divenuti luce nel Signore. Che gioia, saper che la medesima sorte è riservata ai nostri Catecumeni! Fino a questo momento essi sono vissuti nella depravazione del paganesimo, ma ora con l'ammissione al Battesimo hanno nelle loro mani la caparra della santità. Fino a poco fa erano asserviti ai falsi dèi, che ne alimentavano il culto del vizio; oggi sentono dalla Chiesa esortare i suoi figli ad imitare la santità del Dio dei cristiani; e la grazia che li renderà capaci d'aspirare a riprodurre in sé le perfezioni divine sta per essere loro comunicata. Ma dovranno combattere per mantenersi in questa elevazione. Due nemici, soprattutto, cercheranno di rivalersi: l'impurità e l'avarizia. Il primo di questi vizi, l'Apostolo non vuole che neppure più si nomini; il secondo lo bolla paragonandolo al culto degl'idoli che gli eletti stanno per rinnegare. Questi gl'insegnamenti che prodiga la Chiesa ai suoi futuri figli. E noi, santificati fin dall'entrata in questo mondo, siamo rimasti fedeli al nostro Battesimo? Eravamo luce: perché ora siamo tenebre? dove sono i segni della rassomiglianza divina ch'era stata impressa in noi? Premuriamoci di farli rivivere, tornando a rinunziare a Satana ed ai suoi idoli, e facendo in modo che la penitenza ci riporti nello stato di luce, il cui frutto consiste in ogni sorta di bontà, di giustizia e di verità.
VANGELO (Lc 11,14-28). - In quel tempo: Gesù stava scacciando un demonio ch'era muto. E, cacciato il demonio, il muto parlò, e ne stupirono le turbe. Ma alcuni dissero: Egli scaccia i demoni in nome di Beelzebub, principe dei demoni. Ed altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo. Ma egli, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Ogni regno in se stesso diviso andrà in rovina e una casa cadrà sull'altra. Or, siccome dite che scaccio i demoni in nome di Beelzebub, se anche Satana è discorde in se stesso, come reggerà il suo regno? E se io scaccio i demoni per Beelzebub, in nome di chi li scacciano i vostri figli? Per questo i medesimi saranno i vostri giudici. Ma se col dito di Dio io scaccio i demoni, certo il regno di Dio è giunto fino a voi. Quando il forte guarda in armi l'atrio, è in sicuro tutto quanto possiede. Ma se viene uno più forte di lui e lo vince, gli toglie tutte le armi nelle quali confidava e ne divide le spoglie. Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie meco disperde. Quando lo spirito immondo, è uscito da un uomo, va per luoghi aridi cercando riposo, e, non trovandolo, dice: Ritornerò a casa mia da cui sono uscito. Quando vi giunge, la trova spazzata e adorna. Allora va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati, ci si stabiliscono. E l'ultima condizione di quell'uomo è peggiore della prima. Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna, alzando la voce, in mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che t'ha portato e il petto che hai succhiato. Ed egli aggiunse: Beati piuttosto quelli che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio.
Demoni muti.
Il demonio dal quale Gesù liberò l'ossesso del Vangelo rendeva quest'uomo muto; ma appena ne uscì lo spirito delle tenebre, che lo vessava, la lingua di quel poveretto si sciolse. È un fatto che ci dà l'immagine del peccatore divenuto schiavo del terribile vincitore che lo rese muto. Se questo peccatore parlasse per confessare le sue colpe e domandare la grazia, sarebbe salvo. Quanti demoni muti, sparsi ovunque, impediscono gli uomini di fare questa salutare confessione che li salverebbe ! La santa Quarantena procede e i giorni della grazia passano: approfittiamo del tempo favorevole, e, se siamo nell'amicizia di Dio, preghiamo insistentemente per i peccatori, affinché muovano la lingua, si accusino e siano perdonati.
Potenza dei demoni.
Ascoltiamo ora ciò che il Salvatore ci dice sui nostri invisibili nemici. Con la loro potenza e scaltrezza, coi loro mezzi di nuocerci, chi potrebbe resistere loro, se Dio non ci sostenesse e non avesse incaricato i suoi Angeli a vegliare su di noi e a combattere a nostro fianco? Ma intanto col peccato, noi c'eravamo consegnati nelle mani di quest'immondi e odiosi spinti, ed avevamo preferito il loro tirannico dominio al giogo tanto soave e leggero del nostro compassionevole Redentore. Ora che ce ne siamo liberati, o stiamo per farlo, ringraziamo il nostro liberatore, e stiamo ben attenti a non ricadere mai più in mano a questi abitatori infernali. Gesù ci avverte del pericolo che incombe. Essi torneranno a forzare la dimora dell'anima nostra santificata dall'Agnello della Pasqua: se saremo vigilanti e fedeli, si ritireranno confusi; ma se saremo tiepidi e fiacchi, e perderemo di vista il dono della grazia e gli obblighi che ci legano a colui che ci ha salvati, la nostra rovina sarà certa; e, secondo la terribile parola di Gesù, "l'ultima condizione sarà peggiore della prima".
Essere con Cristo.
Vogliamo evitare una sì grande disgrazia? meditiamo quell'altra parola di Gesù nel Vangelo: "Chi non è con me è contro di me". Ciò che ci fa ricadere nei lacci del demonio, facendoci dimenticare tutto ciò che dobbiamo al nostro liberatore, è che non ci schieriamo sinceramente da parte di Gesù Cristo, di fronte alle occasioni nelle quali il cristiano deve saper pronunciarsi con fermezza. Si nicchia, si temporeggia: e intanto l'energia dell'anima s'affievolisce; Dio non elargisce più con l'abbondanza di prima le sue grazie, e la ricaduta è imminente. Camminiamo dunque con passo fermo e sicuro, e ricordiamoci che il soldato di Gesù Cristo deve sempre onorarsi del suo Capo.
PREGHIAMO
Accogli, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, i voti degli umili e stendi a potenza della tua maestà a nostra difesa.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 557-565.”



“19 MARZO SAN GIUSEPPE, SPOSO DELLA SANTISSIMA VERGINE E PATRONO DELLA CHIESA UNIVERSALE.
Una dolce gioia ci viene a consolare nel cuore della Quaresima la cara presenza di Giuseppe, lo Sposo di Maria e il Padre putativo del Figlio di Dio.
Il Protettore della verginità di Maria.
Al Figlio di Dio che veniva sulla terra a rivestire l'umanità, occorreva una Madre, e questa Madre non poteva essere che la più pura delle Vergini, perché la sua divina maternità non doveva affatto alterarne l'incomparabile verginità. Ora, sino a quando il Figlio di Maria non fosse riconosciuto per il Figlio di Dio, l'onore della Madre esigeva un protettore: un uomo doveva essere destinato alla gloria di Sposo di Maria; e quest'uomo fu Giuseppe, il più casto degli uomini.
Il Padre putativo di Gesù.
La sua gloria non consiste soltanto nell'essere stato, scelto a proteggere la Madre del Verbo incarnato; egli doveva esercitare una paternità adottiva sullo stesso Figlio di Dio. I Giudei ritenevano Gesù figlio di Giuseppe. Nel tempio, alla presenza dei dottori della legge, che il divino adolescente aveva meravigliato con la sapienza delle risposte e delle domande, Maria rivolse così la parola a suo figlio: "Tuo padre ed io ti cercavamo ansiosi" (Lc 2,48); ed il santo Vangelo aggiunge che Gesù era soggetto a Giuseppe ed a Maria.
Grandezza di san Giuseppe.
Chi potrebbe concepire e degnamente narrare i sentimenti che riempivano il cuore di quell'uomo che il Vangelo ci descrive con una sola parola, chiamandolo l'uomo giusto? (Mt 1,19). Un affetto coniugale rivolto alla più santa e alla più perfetta delle creature di Dio; l'ambasciata celeste portata dall'Angelo che gli rivelò il frutto della salvezza che portava in seno la sua sposa e l'associava come unico testimone sulla terra all'opera divina dell'Incarnazione; le gioie di Betlem nell'assistere alla nascita del Bambino, nel colmare di onori la Vergine-Madre e nell'udire gli angelici concenti; quando vide arrivare presso il neonato i pastori, seguiti dai Magi; l'allarme che venne ad interrompere sì bruscamente tanta felicità, quando, nel cuore della notte, dovette fuggire in Egitto con il Fanciullo e la Madre; le asprezze dell'esilio, la povertà, la nudità, alle quali furono esposti il Dio nascosto del quale egli era il sostegno e la sposa verginale di cui ammirava sempre più la dignità; il ritorno a Nazaret, la vita umile e laboriosa che condusse in questa città, dove tante volte i suoi occhi inteneriti contemplarono il Creatore del mondo che s'univa a lui in un umile lavoro; finalmente, le delizie di questa esistenza senza pari, nella casa abbellita dalla presenza della Regina degli Angeli e santificata dalla maestà del Figlio eterno di Dio; mentre entrambi onoravano lui, Giuseppe, come capo della famiglia che univa intorno a lui coi vincoli più teneri il Verbo increato, Sapienza del Padre, e la Vergine, capolavoro senza confronti della potenza e della santità di Dio.
Il primo Giuseppe.
No, nessuno mai al mondo potrà comprendere le grandezze di Giuseppe. Per penetrarne la profondità, bisognerebbe abbracciare tutta l'estensione del mistero col quale la sua missione lo mise in rapporto quaggiù, quale strumento necessario. Non ci meravigliamo perciò che il Padre putativo del Figlio di Dio sia stato raffigurato nell'Antica Alleanza sotto le sembianze d'un Patriarca del popolo eletto. San Bernardo spiega molto bene tale relazione: "Il primo Giuseppe, egli dice, venduto dai fratelli, e per questo figura di Cristo, fu portato in Egitto; il nuovo, che sfugge alla gelosia d'Erode, porta Cristo in Egitto. Il primo Giuseppe, serbando fedeltà al suo padrone, rispettò la sposa di costui; il secondo, non meno casto, fu il custode della sua Sovrana, della Madre del suo Signore, e il testimone della sua verginità. Al primo fu data l'intelligenza dei segreti rivelati nei sogni; al secondo furono confidati gli stessi misteri del cielo. Il primo conservò le provviste del grano non per sé ma per tutto il popolo; il secondo ebbe in sua custodia il Pane vivo disceso dal cielo, per sé e per il mondo intero" (2.a Omelia sul Missus est).
Morte di san Giuseppe.
Una vita così meravigliosa non poteva terminare che con una morte altrettanto degna. Era giunta l'ora che Gesù doveva uscire dall'oscurità di Nazaret e manifestarsi al mondo. Ormai la sua celeste origine doveva ricevere la testimonianza delle opere: dunque il ministero di Giuseppe era terminato. Era tempo che lasciasse questo mondo, per andare ad attendere, nel riposo del seno d'Abramo, il giorno in cui le porte dei cieli si sarebbero spalancate ai giusti. Accanto al suo letto di morte vegliava il padrone della vita, che tante volte l'aveva chiamato col nome di Padre; la più pura delle vergini, la sua Sposa, ricevette il suo ultimo respiro. Assistito e circondato dal loro affetto, Giuseppe s'addormentò nel sonno della pace. Ora lo Sposo di Maria ed il Padre putativo di Gesù regna in cielo in una gloria senza dubbio inferiore a quella di Maria, ma ornato di prerogative che nessun altro possiede.
Patrono della Chiesa.
Di lassù egli spande, su coloro che lo invocano, il suo potente patrocinio. Ecco quanto dice, con linguaggio ispirato, la liturgia della Chiesa: "O Giuseppe, vanto dei celesti, speranza dei mortali, sostegno del mondo!" Quale grande potere in un uomo! Ma nessuno, come lui, ebbe sulla terra rapporti così intimi col Figlio di Dio. Gesù si degnò di essergli sottomesso e in cielo, ora, vuole glorificare colui al quale affidò, quaggiù, la sua infanzia e l'onore di sua Madre. Non ci sono limiti al potere di san Giuseppe e la Chiesa ci invita, oggi, a ricorrere, con molta fiducia, a questo potente protettore. Invochiamolo nelle terribili prove della vita ed egli ci proteggerà: nei pericoli dell'anima e del corpo, nelle prove e nelle crisi sia temporali che spirituali, abbiamo fiducia in lui e la nostra speranza non verrà ingannata. Diceva il Re d'Egitto al suo popolo affamato: "Andate da Giuseppe"; il Re del Cielo ci ripete quello stesso invito; e il fedele custode della Vergine Maria ha, presso Dio, assai più potere di quanto ne avesse, presso il Faraone, il sovraintendente ai granai di Menphis.
La rivelazione di questo aiuto potente predisposto dall'eternità, è stata dapprima fatta conoscere da Dio a certe anime privilegiate alle quali venne affidata come un prezioso germe: precisamente come si verificò per la festa del Santissimo Sacramento, per la festa del Sacro Cuore e per altre ancora. Nel XVI secolo, santa Teresa, i cui scritti saranno in seguito conosciuti in tutto il mondo, ricevette una rivelazione divina a questo riguardo e ne parlò nella sua Vita.
Santa Teresa e san Giuseppe.
Ecco quanto dice: "Invoco san Giuseppe come patrono e protettore e non cesso di raccomandarmi a lui: il suo soccorso si manifesta in modo visibilissimo. Questo tenero protettore dell'anima mia, questo amabilissimo padre, si degnò di trarmi dallo stato in cui languiva il mio corpo e di liberarmi da pericoli assai più gravi che minacciavano il mio onore e la mia salvezza eterna. In più, mi ha esaudita sempre, più di quanto sperassi e di quanto chiedessi. Non ricordo di avergli chiesto qualcosa e che non me l'abbia accordato. Quale ampio quadro io potrei esporre, se mi fosse accordato di conoscere tutte le grazie di cui Iddio m'ha colmata e i pericoli, sia dell'anima che del corpo, da cui m'ha liberata per intercessione di questo amabilissimo Santo! L'Altissimo dona ai santi quelle grazie che servono per aiutarci in certe circostanze; il glorioso san Giuseppe - e lo dico per esperienza - estende il suo potere su tutto. Con questo, il Signore vuole mostrarci che, come un giorno fu sottomesso all'autorità di Giuseppe, suo padre putativo, così ancora in cielo, si degna di accettare la sua volontà, esaudendo i suoi desideri. Come me, l'hanno costatato per esperienza, quelle persone alle quali ho consigliato di raccomandarsi a questo incomparabile protettore; il numero delle anime che lo onorano cresce di giorno in giorno, e i felici successi della sua mediazione confermano la verità delle mie parole".
Per soddisfare questi desideri e per venire incontro alla devo¬zione del popolo cristiano, il 10 settembre 1847, Pio IX estese alla Chiesa universale la festa del Patrocinio di san Giuseppe che fino allora era celebrata soltanto dai Carmelitani e da qualche chiesa. In seguito, san Pio X aumentò il valore di questa festa, onorandola di una Ottava e Pio XII, volendo dare un particolare patrono a tutti gli operai del mondo, ha istituito una nuova festività da celebrarsi il 1° Maggio; per questo motivo, venne soppressa quella del secondo mercoledì dopo Pasqua, e la festa del 19 marzo ricorda san Giuseppe quale Sposo della Vergine e Patrono della Chiesa universale.
MESSA
Chiamato giusto dallo Spirito Santo, san Giuseppe è veramente, nelle sue virtù nascoste, il modello di tutti coloro che meritano, sulla terra, questo bel titolo.
Così, la festa di questo giorno, non ha impedito alla Chiesa di trarre buona parte della Messa di oggi dal comune dei Confessori.
INTROITO
Il giusto fiorirà come un palmeto e si moltiplicherà come i cedri del Libano; egli è piantato nella casa di Dio, nella intimità della casa del nostro Dio.
SAL. - È bello lodare il Signore, cantare inni al Tuo nome, o Altissimo! Gloria al Padre.
Il giusto.
La potenza presso Dio del Santo Sposo della Madre del Signore, è un punto fermissimo per la Chiesa. Lo dice chiaramente la preghiera della Colletta.
COLLETTA
Noi ti preghiamo, o Signore, affinché i meriti dello Sposo della tua santa Madre siano la nostra protezione e affinché quanto supera le nostre forze ci sia donato per sua intercessione.
EPISTOLA (Eccli 45,1-6).
Caro a Dio ed agli uomini, la cui memoria è in benedizione. Il Signore lo fece simile ai santi nella gloria, lo fece grande e terribile per i nemici e con le sue parole placò mostri orrendi. Lo glorificò nel cospetto dei re, gli diede i suoi ordini dinanzi al popolo, gli mostrò la sua gloria. Per la sua fedeltà e per la sua mansuetudine lo fece santo e lo elesse fra tutti i viventi. Infatti egli sentì lui e la sua voce, e fu fatto entrare nella nube. E rice¬vette i precetti e la legge di vita e di scienza.
Dignità di Mosè.
Queste righe, nel libro dell'Ecclesiastico, celebrano l'elogio di Mosè, che fu eletto a confidente di Dio. Al cospetto dei re egli trasmetteva al popolo ordini celesti; la sua gloria uguagliò quella dei più illustri patriarchi e dei santi personaggi dei tempi dell'attesa. "Se c'è qualche profeta in mezzo a voi, diceva il Signore, io gli com¬parirò in visione e gli parlerò nel sonno; ma tale non è la condizione del servo mio Mosè, il più fedele di tutta la mia casa: perché io gli parlo a tu per tu, ed egli vede il Signore faccia a faccia, non per enigma o sotto figure" (Nm 6,8).
Dignità di san Giuseppe.
Non meno caro a Dio e non meno benedetto dal popolo, Giuseppe non è soltanto l'amico di Dio (Es 33,11), l'intermediario fra il cielo ed una nazione privilegiata. Il sommo genitore gli comunica i diritti della sua paternità sul proprio Figlio; a questo Figlio, capo degli eletti, e non solamente al popolo egli trasmette gli ordini dall'alto. L'autorità che così esercita è uguale al suo amore; e non di passaggio o alla sfuggita egli vede il Signore (ivi 22): il Figlio di Dio lo chiama padre e si comporta da vero figlio; e riconosce nella sua obbedienza e nel suo affetto i tesori di dedizione riposti nel suo cuore mite e fedele. Quale gloria in cielo e quale potenza sulle creature, rispondente al potere ed alla santità di quaggiù, sono ora l'eredità di colui che, meglio di Mosè, penetrò i segreti della misteriosa nube e conobbe ogni bene! (ivi 33,19).
Il Graduale e il Tratto completano l'Epistola nel cantare i pri¬vilegi di quell'uomo che, più di ogni altro, giustifica il versetto del Salmo : nella sua casa vi sono gloria e ricchezze e la sua giustizia rimarrà per tutti i secoli.
GRADUALE
O Signore, tu l'hai colmato con la dolcezza delle tue benedizioni, hai posto sul suo capo una corona di pietre preziose.
Egli ti ha chiesto la vita e tu gli hai dato dei giorni che non finiranno mai.
TRATTO
Felice l'uomo che teme il Signore e adopera la sua intelligenza per osservare i suoi ordini.
La sua discendenza sarà forte su tutta la terra; la stirpe dei giusti sarà benedetta.
Nella sua casa vi sono gloria e ricchezze e la sua giustizia rimarrà per tutti i secoli.
VANGELO (Mt 1,18-21).
Maria, madre di Gesù, essendo promessa sposa a Giuseppe, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, essendo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla occultamente. Men¬tre egli stava sopra pensiero per queste cose, un Angelo del Signore gli apparve in sogno e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide non temere di prendere teco Maria, perché ciò che è nato in lei è dallo Spirito Santo. Partorirà un figlio cui porrai nome Gesù; poiché sarà lui che salverà il suo popolo dai peccati.
La prova di Giuseppe.
Dio impose allo Sposo di Maria una prova ben dura. Giuseppe - e lo sperimentarono i santi - sarebbe stato per i suoi devoti la guida incomparabile della vita spirituale; e per questo doveva provare l'angoscia, crogiolo necessario nel quale si perfeziona ogni santità. Ma la Saggezza non abbandona coloro che camminano sulla sua strada. Come canta la Chiesa in questo stesso giorno, la Sapienza lo conduceva per le diritte vie senza che egli ne avesse coscienza, e nella notte in cui i suoi pensieri cercavano a fatica di aprirsi una via verso la giustizia, gli mostrò la sua luce divina; egli godeva la conoscenza dei celesti segreti; in cambio dei patimenti del suo cuore, poteva vedere il posto che gli riservava l'imperscrutabile disegno della Provvidenza nel regno di Dio, i cui splendori dovevano irradiarsi per sempre dalla sua dimora in tutto il mondo. Veramente poteva dire che la divina Sapienza aveva oltremodo nobilitato il suo lavoro e fecondate le sue pene. Così ella suole dare ai giusti il premio delle loro fatiche e li guida per vie ammirabili.
L'offertorio ricorda la grandezza delle largizioni divine che hanno innalzato, al di sopra dei re suoi antenati, l'umile artigiano di Nazaret.
OFFERTORIO
La mia fedeltà e la mia misericordia sono con lui; e la sua potenza, sarà esaltata dal mio nome.
Affidiamo con la Chiesa, attraverso la preghiera della Segreta, al felice custode del Dio-Fanciullo, i doni che il Signore ha affidati alla nostra anima; egli nutrirà Gesù dentro di noi e formerà in noi l'uomo perfetto come già lo formò in sé diciannove secoli fa.
SEGRETA
Accogli, o Signore, l'espressione della nostra gratitudine mentre umil¬mente ti supplichiamo di proteggere in noi i tuoi doni; te lo chiediamo in nome, del felice Giuseppe, sposo della Madre del tuo figlio Gesù, Nostro Signore, in questo giorno della sua festa nella quale ti presentiamo l'omaggio della nostra lode. Per lo stesso Gesù Cristo nostro Signore.
Oggi la Chiesa sostituisce il Prefazio ordinario della Quaresima con un altro Prefazio, e in esso, alla gioia e alla riconoscenza, unisce il ricordo del Santo Sposo della Vergine Maria, Madre di Dio. Questo Prefazio si recita in tutte le feste di san Giuseppe ed è stato introdotto nel Messale romano da Papa Benedetto XV.
PREFAZIO
È veramente degno, giusto, equo e salutare che noi ti ringraziamo sempre e dovunque, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Dio eterno, e che nella festa del beato Giuseppe Ti magnifichiamo con le dovute lodi, Ti benediciamo e celebriamo. Egli, uomo giusto, fu da te dato come sposo alla Vergine Madre di Dio; e servo fedele e prudente fu messo a capo della Tua famiglia affinché, qual padre, custodisse il Tuo Unigenito, concepito per opera dello Spirito Santo, Gesù Cristo, Nostro Signore. Per lui, gli Angeli esaltano la Tua Maestà, le Dominazioni la adorano, le Potestà si prostrano tremanti. I Cieli e le Virtù dei cieli e i Serafini si associano a celebrarla con comune esultanza. Ti preghiamo affinché alle loro voci siano unite pure le nostre nel dire, con lode supplichevole, Santo! Santo! Santo!
Il Communio ricorda il messaggio con cui l'Angelo annunzio a Giuseppe che Dio stesso era sceso in Maria; e la comunione non avvicina forse il destino della Chiesa a quello della Vergine Madre?
COMMUNIO
Giuseppe, figlio di Davide, non avere timore di prendere con te Maria come tua sposa; quanto è nato in essa è per onera dello Spirito Santo.
Il Postcommunio riporta il pensiero della Segreta: preghiamo Iddio, affinché si degni di affidare i suoi doni e Gesù stesso che ora abbiamo ricevuto, alla custodia fedele di san Giuseppe,
POSTCOMMUNIO
Accetta la nostra preghiera, o Dio misericordioso, e degnati di custodire in noi i tuoi doni, per l'intercessione del beato Giuseppe.
Preghiera di lode a san Giuseppe.
Padre e protettore dei fedeli, glorioso Giuseppe, noi ringraziamo la nostra santa Madre Chiesa che, in questa agonia del mondo, ci ha insegnato ad avere speranza in te. Sono passati molti secoli prima che le tue grandezze fossero conosciute; e tu non sei soltanto un potente, intercessore in ciclo in favore del genere umano. Capo di quella Sacra Famiglia di cui è membro Dio stesso, tu continui la tua paterna intercessione in nostro favore. La tua protezione nascosta ebbe gran peso nella salvezza dei popoli e degli uomini, e il mondo approvava il tuo patrocinio senza aver ancora istituito, per riconoscerlo, quell'omaggio che oggi ti attribuisce. La conoscenza completa della tua grandezza e della tua potenza, la proclamazione del tuo Patrocinio e della tua solenne Protezione, è stata riservata a questo tempo infelice nel quale il mondo, all'estremo delle sue forze, abbisogna di aiuti che non sono ancora stati accordati alle epoche che ci hanno preceduti. Ci prostriamo ai tuoi piedi, o Giuseppe, per rendere omaggio, in te, ad una forza d'intercessione che non ha limiti, a una bontà che abbraccia, con una stessa adozione, tutti i fratelli di Gesù.
Le nostre necessità non ti sono sconosciute e i più umili figli della Chiesa vogliono ricorrere a te, giorno e notte, sicuri di ricevere l'aiuto di un padre tenero e compassionevole. Non lo dimenticheremo, o Giuseppe, e per le necessità dell'anima ricorreremo a te. Ti chiederemo di aiutarci a conseguire quelle virtù che Dio desidera siano nella nostra anima, ti invocheremo nelle lotte contro il Maligno, nei sacrifici che così spesso dobbiamo sostenere. Rendici degni d'essere chiamati tuoi figli, o padre dei fedeli! Il tuo grande potere, però, non riguarda soltanto la vita futura; l'esperienza di ogni giorno dice quanto sei potente anche per le cose del tempo, quando i nostri desideri non sono contrari ai disegni di Dio. Quindi, osiamo deporre nelle tue mani, gli interessi di questa nostra vita, le nostre speranze, i nostri voti, e i nostri timori. Un giorno ti fu affidata la cura della casa di Nazaret e degnati quindi, ora, di essere il consiglio e il soccorso di quanti affidano a te le loro preoccupazioni temporali.
Tu sei stato il Capo della Sacra Famiglia e oggi la famiglia cristiana è sotto la tua protezione: veglia su di essa in questi tempi difficili. Rispondi a quanti si rivolgono a te in quel momento difficile, quando si tratta di trovare la forza per lasciare questa vita e per preparare la via a un'altra migliore. Mantieni tra gli sposi la mutua dignità e il mutuo rispetto, salvaguardia dell'onore del matrimonio, e concedi loro la fecondità, simbolo delle benedizioni del ciclo. Fa' in modo che i cristiani abbiano in orrore quelle pratiche che disonorano quanto vi è di più santo, attirano la maledizione di Dio sui discendenti e rovinano la società, materialmente e moralmente. Dissipa i pregiudizi tanto colpevoli quanto disonorevoli, rimetti in onore la continenza che gli sposi cristiani devono stimare e alla quale devono talvolta sottomettersi, se non vogliono ridursi al rango di quei pagani di cui parlava l'Apostolo, quelli "che seguono soltanto l'istinto perché non conoscono Dio".
Ancora una preghiera, glorioso san Giuseppe. Esiste, nella nostra vita, un momento da cui dipende tutta l'eternità: il momento della morte. Quando pensiamo che la bontà divina ne ha fatto oggetto del tuo potere sovrano, noi siamo portati a guardare quell'istante con meno inquietudine. Ti è stato affidato il misericordioso compito di facilitare, al cristiano che ricorre a te, il passaggio dal tempo all'eternità. Dobbiamo rivolgerci a te per assicurarci una buona morte. Ed è giusto che sia tua questa prerogativa, perché tu sei morto tra le braccia di Gesù e Maria, ammirazione per il cielo e sublime spettacolo per la terra. Sii dunque tu, il nostro soccorso, in quel solenne e ultimo istante della nostra vita terrena. Noi abbiamo fiducia in Maria e ogni giorno la preghiamo affinché ci sia propizia in quell'ora suprema, ma noi sappiamo che Maria è felice della confidenza che noi abbiamo in te e che lei è presente là ove ci sei tu. Resi fiduciosi dalla speranza nella tua paterna bontà, noi aspetteremo con calma quell'ora decisiva, perché sappiamo che tu ci aiuterai se ti avremo invocato.
PREGHIAMO
Ci venga in aiuto, o Signore, lo Sposo della tua SS. Madre, affinché ciò che non possiamo ottenere da soli, ci sia concesso per i suoi meriti.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 859-868.”





Luca, Sursum Corda!

Holuxar
04-03-18, 20:43
4 MARZO 2018: SAN CASIMIRO, CONFESSORE E SAN LUCIO, PAPA E MARTIRE; TERZA DOMENICA DI QUARESIMA...



Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza di Quaresima (http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm
“TERZA DOMENICA DI QUARESIMA.”

Guéranger, L'anno liturgico - 4 marzo. San Casimiro, Confessore (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar.htm
“4 MARZO: SAN CASIMIRO, CONFESSORE.”

Guéranger, L'anno liturgico - Lo stesso giorno (4 marzo) San Lucio, Papa e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar-2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar-2.htm
“LO STESSO GIORNO, 4 MARZO: SAN LUCIO, PAPA E MARTIRE.”



SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina 4 MARZO 2018, TERZA DOMENICA DI QUARESIMA:


« III domenica di Quaresima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=xHvQ_jrJQwQ
III domenica di Quaresima (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=bZI3RaKu2lE
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php »




San Casimiro - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-casimiro/)
http://www.sodalitium.biz/san-casimiro/
«4 marzo, San Casimiro Confessore (1458 – 1484), patrono della Polonia e della Lituania.
“A Vilna, nella Lituania, il beato Casimiro Confessore, figlio del Re Casimiro, dal Papa Leone decimo ascritto nel numero dei santi”.
O Dio, che San Casimiro fortificasti colla costanza nel bene pur fra le regali delizie e le mondane lusinghe, concedine, per la sua intercessione, di spregiare i beni terreni ed aspirare sempre ai celesti. Per nostro Signore.»

http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/casimiro-300x170.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/casimiro-678x381.jpg





http://www.centrostudifederici.org/tempo-di-quaresima/
"Tempo di Quaresima
Catechismo Maggiore di San Pio X – Della Quaresima
http://www.sodalitium.biz/della-quaresima/
Disciplina del digiuno e dell’astinenza"
http://www.sodalitium.biz/disciplina-del-digiuno-dellastinenza/






Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
“Troisième Dimanche de Carême.”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28576447_600265410306143_1553817648891165535_n.jpg ?oh=7601c2080eeaffa36798d9b447c12813&oe=5B3B6534


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28576447_600265410306143_1553817648891165535_n.jpg ?oh=7601c2080eeaffa36798d9b447c12813&oe=5B3B6534


“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Troisième Dimanche de Carême : Beati qui audiunt verbum Dei…
http://prieure2bethleem.org/predica/2017_03_19.mp3”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28468216_600267586972592_3976033058214351521_n.jpg ?oh=b568d166095394e21478f41b00e3edf5&oe=5B3B5C9F


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28468216_600267586972592_3976033058214351521_n.jpg ?oh=b568d166095394e21478f41b00e3edf5&oe=5B3B5C9F


4 mars : Saint Casimir, Prince de Pologne (1458-1483) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mars-saint-casimir-prince-de-pologne-1458-1483)
“4 mars : Saint Casimir, Prince de Pologne (1458-1483).”


http://liguesaintamedee.ch/application/files/3615/1950/5386/03_04_saint_casimir.jpg








https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/

"Nell'ultimo numero di SVRSVM CORDA® del 4 marzo 2018:
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-102.html
Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Sul numero 102 di SVRSVM CORDA® (4.3.2018) saranno pubblicati i seguenti contenuti - amDg:
- Comunicato numero 102. I razionalisti e la vita di Gesù (Quinta parte);
- Eccelso capo della Santa Famiglia;
- Dizionario di teologia dommatica. Il Baianismo;
- Gli anatemi del Concilio di Trento, numeri 131, 132 e 133;
- Atto di dolore;
- Sant’Alfonso: Il prezzo del tempo. Parte sette ed ultima;
- Dizionario di teologia dommatica. Il Calvinismo;
- Preghiera a San Gabriele dell’Addolorata;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Padre Teodoro di Ferme (Parte 2);
- Orazione a San Gabriele dell’Addolorata;
- Dizionario di teologia dommatica. Gli Avventisti.
Già disponibili sul sito:
- Teologia Politica 92.L’elettore diviene corresponsabile nell’azione dello Stato stesso;
- Racconti miracolosi n° 50. San Francesco d’Assisi cambia l’acqua in vino.
www.sursumcorda.cloud "


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28661424_1631996670170069_7099985636719847713_n.jp g?oh=502eb5913292ecdb6ac4c032c39280b0&oe=5B012D4E


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28575661_1631335176902885_3040041129759322671_n.jp g?oh=26e002b38810a1877b629ba305122534&oe=5B4E1890



“Sursum Corda Maglietta San Giuseppe 2018 | Sancte Joseph, Patrone S. Ecclesiae, ora pro nobis!”
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/magliette/sursum-corda-maglietta-san-giuseppe-2018-detail.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/felpe/sursum-corda-felpa-san-giuseppe-2018-detail.html








"Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org) e una casa editrice Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com) "

https://www.radiospada.org/tag/s-giuseppe/
https://www.radiospada.org/2015/03/18249/
https://www.radiospada.org/2018/03/frere-andre-1845-1937-il-taumaturgo-di-san-giuseppe-che-ebbe-un-milione-di-fedeli-al-suo-funerale/
https://www.radiospada.org/2018/03/le-apparizioni-di-san-giuseppe-nella-storia-della-chiesa/

https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/03/15498849923_6c3f54d974_b.jpg?w=1024&ssl=1


“4 marzo 2018 TERZA DOMENICA DI QUARESIMA...”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28468273_2033669839996008_2284650966185464789_n.jp g?oh=93f5ff399100180f2263a848651cf244&oe=5B0A61F9



“4 MARZO 2018: SAN LUCIO, PAPA E MARTIRE.”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28577075_2033616520001340_5075109457482152265_n.jp g?oh=c8666b89bdf3fc59b3339dce7031c9a3&oe=5B4AEB6D



“4 MARZO 2018: SAN CASIMIRO, CONFESSORE.”


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/28575814_2033449403351385_7625822081647167674_n.jp g?oh=83de1180fd8e3c12d373c7fe536b4498&oe=5B4083AA










Guéranger, L'anno liturgico - 4 marzo. San Casimiro, Confessore (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar.htm
“4 MARZO: SAN CASIMIRO, CONFESSORE.
Innocenza e disprezzo del mondo.
È dal seno stesso d'una corte mondana che oggi ci viene l'esempio delle più eroiche virtù, san Casimiro è principe di sangue reale; lo circondano tutte le seduzioni della gioventù e del lusso; ciò nonostante, trionfa delle insidie del mondo con la stessa facilità che lo faceva un Angelo esiliato sulla terra. Traiamo profitto da questo spettacolo; e se, in una condizione molto inferiore a quella in cui lo aveva posto la divina Provvidenza, noi abbiamo sacrificato agl'idoli del secolo, infrangiamo ciò che abbiamo adorato e torniamo a servire il solo Padrone che ha diritto ai nostri omaggi.
Una grande forza d'animo, nelle più basse condizioni della società, pare talvolta avere la sua spiegazione nell'assenza delle tentazioni e nel bisogno di trovare in cielo un appoggio contro la sorte inesorabile; come se, in ogni stato, l'uomo non avesse in sé quegli istinti che, non combattuti, lo trascinerebbero alla depravazione.
In san Casimiro la forza cristiana appare con tale vigore, da farci persuadere che la sua sorgente non è sulla terra, ma in Dio. È là che dobbiamo attingerla, in questo tempo di rigenerazione. Un giorno, egli preferì la morte al peccato. Fece forse altra cosa, in tale circostanza, di ciò che s'impone al cristiano in ogni ora della sua vita? Ma è tale l'attrattiva del presente, che incessantemente si vedono gli uomini abbandonarsi al peccato, morte dell'anima, non per salvare la vita in pericolo ma per la più futile soddisfazione, a volte contro l'interesse dello stesso mondo, al quale sacrificano tutto il resto; frutto dell'accecamento che la degradazione originale produsse in noi.
Gli esempi dei Santi ci vengono dati come una fiaccola per illuminarci: serviamoci di questa luce salutare, e, per rialzarci, appoggiamoci ai meriti e all'intercessione degli amici di Dio, che dall'alto del cielo si preoccupano del nostro pericoloso stato con sì tenera compassione.
VITA. - San Casimiro, figlio del re di Polonia, nacque nel 1458. Fin dalla prima giovinezza si segnalò per la pietà, l'austerità, lo zelo per la propagazione della fede cattolica, la carità verso i poveri e la castità che sempre custodì. Dopo aver predetto il giorno in cui doveva morire, s'addormentò nella pace di Dio a Vilna, all'età di venticinque anni. Sulla sua tomba si molti-plicarono numerosi miracoli. Quindi Leone X iscrisse il giovane principe nel catalogo dei Santi.
Elogio e preghiera.
Riposa ora in seno all'eterna felicità, tu che le grandezze della terra e le delizie di tutte le corti non distolsero mai dal grande oggetto che aveva rapito il tuo cuore. Avesti una vita breve nella durata, ma feconda di meriti. Tutto dedito al ricordo d'una patria migliore, quella di quaggiù mai attirò i tuoi sguardi; e non vedevi l'ora di rivolare a Dio, come se egli ti avesse solo prestato alla terra. Non fu esente la tua vita innocente dai rigori della penitenza: tanto era vivo in te il timore di soccombere alle attrattive dei sensi! Fa' che comprendiamo il bisogno che abbiamo d'espiare i peccati che ci hanno allontanati da Dio. Tu preferisti morire piuttosto che offendere Dio; distaccaci dal peccato, il più gran male dell'uomo, perché esso è anche il male di Dio. Assicura i frutti di questo santo tempo, che ci è accordato perché facciamo una buona volta penitenza.
Dalla gloria ove regni, benedici la cristianità che ti onora; ma sopra tutto ricordati della tua patria terrena. Un tempo, essa ebbe l'onore di costituire una diga sicura per la Chiesa contro lo scisma, l'eresia e l'infedeltà; allevia i suoi mali, liberala dal giogo e, riaccendendo in essa l'antico zelo della fede, preservala dalle seduzioni da cui è minacciata.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 829-831.”

Guéranger, L'anno liturgico - Lo stesso giorno (4 marzo) San Lucio, Papa e Martire (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar-2.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-4mar-2.htm
“LO STESSO GIORNO, 4 MARZO: SAN LUCIO, PAPA E MARTIRE.
San Lucio apparteneva al clero romano sotto i Papi Fabiano e Cornelio. Morto quest'ultimo il 14 settembre 252, fu eletto a succedergli nella Sede di san Pietro, il 25 giugno 253.
Non appena l'imperatore Gallo ricominciò la persecuzione, Lucio fu esiliato; ma presto poté rientrare in Roma, con grande giubilo dei cristiani. San Cipriano gli scrisse diverse volte, per felicitarsi della sua elezione al Sommo Pontificato e per la fortuna che aveva avuto di soffrire per Gesù Cristo.
Il suo Pontificato fu di brevissima durata. Morì il 5 marzo 254, e le sue reliquie riposano nella Chiesa di S. Cecilia, in Trastevere. L'esilio coraggiosamente sopportato per Gesù Cristo gli meritò l'onore di Martire.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 831.”


Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza di Quaresima (http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm
“TERZA DOMENICA DI QUARESIMA.
La Quaresima: tempo di riflessione.
La santa Chiesa che nella prima Domenica di Quaresima, ci propose la tentazione di Gesù a soggetto delle nostre meditazioni, per illuminarci sulla natura delle nostre tentazioni ed insegnarci la maniera per trionfarne, oggi ci fa leggere un passo del Vangelo di san Luca, la cui dottrina viene a completare la nostra istruzione circa la potenza e le manovre dei nostri invisibili nemici. Durante la Quaresima il cristiano deve riparare il passato e garantirsi l'avvenire, poiché non potrebbe fare assegnamento sul primo né difendere efficacemente il secondo, senza avere delle sane idee sull'entità dei pericoli che lo fecero soccombere e su quelli che ancora lo minacciano. Ben a ragione quindi gli antichi liturgisti riconobbero un tratto di materna saggezza nel discernimento con cui oggi la Chiesa presenta ai suoi figli questa nuova lettura, la quale costituisce il fulcro degli odierni insegnamenti.
L'esistenza del demonio.
Noi certo saremmo gli uomini più ciechi e più infelici, se, circondati come siamo da nemici così accaniti della nostra perdizione e molto superiori a noi in forza e in destrezza, non pensassimo di frequente alla loro esistenza, o non ci riflettessimo mai. Purtroppo è la condizione in cui vive un numero stragrande di cristiani dei giorni nostri: talmente "le verità son venute meno tra i figli degli uomini" (Sal 11,2). È talmente diffuso questo stato d'apatia e di smemoratezza sopra una verità che le sante Scritture ci ricordano ad ogni pagina, che non è raro incontrare persone, agli occhi delle quali l'incessante attività dei demoni che ci circondano non è altro che una medievale e popolana credenza, la quale non ha nulla a che vedere coi dogmi della religione; di modo che, secondo loro, tutto ciò che si narra nella storia della Chiesa e nella vita dei santi è come non esistesse; secondo loro, Satana non è che una pura astrazione che personifica il male.
Quando si vuol spiegare il peccato in essi o negli altri, mettono avanti la tendenza che abbiamo al male ed il cattivo uso che facciamo della libertà, senza voler osservare che l'insegnamento cristiano, nella nostra prevaricazione, ci rivela oltre a questo, l'intervento d'un agente malefico, la cui potenza è pari all'odio che ci porta. Eppure sanno che fu il diavolo a trascinare i nostri progenitori al peccato; credono ch'egli tentò il Figlio di Dio incarnato e lo trasportò in aria fin sul pinnacolo del tempio, e di là sopra un'alta montagna. Leggono anche nel Vangelo, e credono che uno degl'infelici indemoniati liberato da Gesù era assediato da un'intera legione di spiriti infernali, i quali, avutone il permesso. furono visti assalire una mandria di porci e precipitarli nel lago di Genezaret. Questi e mille altri fatti sono pure l'oggetto della loro fede; tuttavia, ciò che sentono dire dell'esistenza delle operazioni e della scaltrezza dei demoni a sedurre le anime, tutto loro sembra una favola. Sono cristiani, o hanno perduto il senno? Veramente non sappiamo che dire, specialmente quando si vedono persone che ai nostri giorni si dedicano a sacrileghe consultazioni del demonio, ricorrendo a mezzi mutuati dai secoli pagani, senza dar segno di ricordarsi, e nemmeno di sapere che così facendo commettono un reato che nell'antica legge Dio castigava con la morte, e la legislazione di tutti i popoli cristiani di moltissimi secoli soleva colpire col massimo dei supplizi.
L'ossessione diabolica.
Ma se c'è un periodo dell'anno in cui i fedeli devono meditare ciò che la fede e l'esperienza insegna intorno all'esistenza ed alle operazioni degli spiriti delle tenebre, questo è certamente il tempo in cui siamo, nel quale dobbiamo riflettere sulle cause dei nostri peccati, sui pericoli dell'anima e sui mezzi per premunirla contro nuove cadute e nuovi assalti. Ascoltiamo dunque il santo Vangelo. Esso anzi tutto c'informa che il demonio si era impossessato d'un uomo, che a causa di questa ossessione era diventato muto. Gesù lo libera, e subito l'infelice riprende l'uso della parola, toltagli dal nemico. Apprendiamo da ciò, che l'ossessione diabolica non è soltanto un segno eloquente dell'impenetrabile giustizia di Dio, ma può anche produrre effetti fisici in coloro che ne sono le vittime. L'espulsione dello spirito maligno restituisce l'uso della lingua a chi gemeva nella rete dei suoi lacci. Non intendiamo qui insistere sulla malignità dei nemici di Gesù, i quali volevano attribuire il suo potere sui demoni all'intervento di un principe della milizia infernale: vogliamo solamente costatare il potere degli spiriti delle tenebre sui corpi, e confondere col sacro testo il razionalismo di certi cristiani. Ch'essi dunque imparino a conoscere la potenza dei nostri avversari ed a guardarsi dal divenire loro esca per la superbia della ragione.
Dopo la promulgazione del Vangelo, il potere di Satana sui corpi, per virtù della Croce, è stato molto ridotto nei paesi cristiani; ma ciò non toglie che si possa di nuovo estendere, se verranno a diminuire la fede e le opere della pietà cristiana. Per questo, tutti quei diabolici orrori che si commettono, specie nell'ombra, sotto diversi nomi più o meno scientifici, sono accettati in qualche maniera da gente onesta, e porterebbero al capovolgimento della società, se Dio e la sua Chiesa non vi mettessero un argine. Ricordatevi, o cristiani dei nostri giorni, che rinunciaste a Satana: attenti dunque, che la vostra colpevole ignoranza non vi trascini all'apostasia. Non rinunciaste, al fonte battesimale ad un essere astratto; ma ad un essere reale e formidabile, del quale Gesù Cristo affermò che fu omicida fin da principio (Gv 8,44).
La lotta contro Satana.
Ma se dobbiamo spaventarci del terribile potere che può esercitare sui corpi, ed evitare ogni rapporto col demonio, mediante pratiche alle quali egli presiede, e che sono il culto al quale aspira, dobbiamo anche temere il suo influsso sulle nostre anime. Considerate la lotta che ha dovuto sostenere la grazia di Dio per strappargli la vostra anima ! In questi giorni la Chiesa ci offre tutti i mezzi a sua disposizione per trionfare di lui: il digiuno unito alla preghiera ed all'elemosina. Arriverete alla pace; i vostri cuori, i vostri petti purificati torneranno ad essere il tempio di Dio; ma non crediate che il vostro nemico sia annientato: egli è irritato, perché la penitenza lo ha cacciato dal suo dominio, ed ha giurato che farà di tutto per rientrarvi. Quindi, temete di ricadere nel peccato mortale; e per rafforzare in voi questo salutare timore, meditate le parole che seguono nel Vangelo.
Il Salvatore ci dice che, quando lo spirito immondo è cacciato da un'anima, va errando per luoghi aridi e deserti, dove divora la sua umiliazione e più risente le torture dell'inferno che ovunque porta con sé; se lo potesse, vorrebbe affogarle nell'uccisione delle anime che Gesù Cristo ha riscattate. Fin nell'Antico Testamento vediamo i demoni sconfitti e costretti a fuggire in lontane solitudini; è così che l'Arcangelo san Raffaele relegò nei deserti dell'Egitto superiore lo spirito infernale che aveva fatto morire i sette mariti di Sara (Tb 8,3). Ma il nemico dell'uomo non si può rassegnare a restare sempre così lontano dalla preda che brama fare sua. Spinto dall'odio che ci porta fin dal principio del mondo, egli dice a se stesso: "Bisogna che ritorni a casa mia da cui sono uscito". Ma non tornerà solo; vuole trionfare e perciò condurrà seco, se sarà necessario, altri sette demoni più perversi di lui. Quale conflitto si prepara allora per la povera anima, se non la troverà vigilante ed agguerrita, e se le pace che Dio le ha ridata non sarà una pace armata! Il nemico ne saggia il terreno; nella sua perspicacia, esamina i mutamenti che si sono operati durante la sua assenza: e che cosa scorge nell'anima dove fino a poco fa si era assuefatto ad abitare? Nostro Signore ce lo dice: il demonio la trova indifesa e a disposta riceverlo ancora senz'armi spianate; pare quasi che l'anima stia di nuovo ad aspettarlo. Allora il nemico, per essere più sicuro della sua conquista, va a cercare rinforzi. Movendo all'assalto, non incontra resistenza alcuna; e la povera anima, invece d'ospitare un solo abitatore infernale, ben presto ne albergherà un esercito: "E, aggiunge Gesù, l'ultima condizione di quell'uomo è peggiore della prima".
Cerchiamo di ben comprendere l'avvertimento che oggi ci dà la santa Chiesa, facendoci leggere questo brano evangelico. Dappertutto si preparano ritorni a Dio; in molte coscienze si va operando la riconciliazione; e il Signore è sempre disposto a perdonare: ma persevereranno tutti? Quando fra un anno la Quaresima tornerà a chiamare i cristiani alla penitenza, tutti quelli che in questi giorni saranno strappati alla potenza di Satana, avranno custodita la loro anima libera dal suo giogo? Una triste esperienza non permette alla Chiesa di sperarlo. Molti ricadranno nei lacci del peccato, anche poco tempo dopo la loro liberazione: oh, se in questa condizione fossero colpiti dalla giustizia di Dio! Tuttavia, questa sarà la sorte di molti, e forse di moltissimi. Temiamo quindi ogni ricaduta, e, per garantirci la perseveranza, senza la quale ci sarebbe valso poco rientrare solo per qualche giorno nella grazia di Dio, vegliamo, preghiamo e difendiamo sempre le trincee dell'anima nostra, resistendo nel combattimento; e così il nemico, sconcertato dalla nostra risolutezza, se ne andrà altrove a sfogare la sua vergogna e la sua rabbia.
La Domenica degli Scrutini.
La terza Domenica di Quaresima è chiamata Oculi, dalla prima parola dell'Introito della Messa; ma la Chiesa dei primi tempi la chiamava Domenica degli scrutini, perché in questo giorno si cominciava l'esame dei Catecumeni, che dovevano essere ammessi al santo Battesimo la notte di Pasqua. Tutti i fedeli erano invitati a presentarsi in chiesa per testimoniare della vita e dei costumi di coloro che aspiravano alla milizia cristiana. A Roma tali esami, cui si dava il nome di Scrutini, si svolgevano in sette sessioni, a causa della moltitudine degli aspiranti al Battesimo; ma lo scrutinio più importante avveniva il Mercoledì della quarta settimana. Ne riparleremo più avanti.
Il Sacramentario Romano di san Gelasio riporta la formula della convocazione dei fedeli per tali assemblee, concepita in questi termini: "Fratelli carissimi, voi sapete che s'avvicina il giorno dello Scrutinio, nel quale i nostri eletti dovranno ricevere la divina istruzione; vogliate perciò riunirvi con zelo in quel giorno della settimana, all'ora di Sesta, affinché siamo in grado, con l'aiuto di Dio, d'adempire rettamente il mistero celeste che apre la porta del regno dei cieli ed annienta il diavolo con tutte le sue pompe". Tale invito era ripetuto, all'occorrenza, anche nelle Domeniche seguenti. In quella che oggi celebriamo, se lo Scrutinio aveva già fatta l'ammissione d'un certo numero di candidati, i loro nomi s'inserivano nei dittici dell'altare, insieme a quelli dei padrini e delle madrine, e si recitavano nel Canone della Messa.
MESSA
La Stazione aveva luogo, come anche adesso, nella Basilica di S. Lorenzo fuori le Mura, volendosi con ciò risvegliare il ricordo del più celebre Martire di Roma, e far presente ai Catecumeni quali sacrifici potrebbe richiedere da loro la fede che stavano per abbracciare.
Nella Chiesa greca questa Domenica è famosa per la solenne adorazione della Croce che precede la settimana chiamata Mesonestima, cioè metà del digiuno.
EPISTOLA (Ef 5,1-9). - Fratelli: Siate imitatori di Dio come figlioli eletti, e vivete nell'amore, come Cristo che ci ha amati e ha dato per noi se stesso a Dio in olocausto come ostia di soave odore. La fornicazione, l'impurità di qualsiasi sorta, l'avarizia non si senta neppur nominare tra voi, come a santi si conviene. Non oscenità, non discorsi sciocchi, non buffonerie, tutte cose indecenti; ma piuttosto il rendimento di grazie. Perché, sappiatelo bene, nessuno che sia fornicatore, o impudico, o avaro (che è un idolatra) ha l'eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani discorsi, perché a causa di questi viene l'ira di Dio sugl'increduli. Dunque non vi associate con loro. Una volta eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Vivete come figli della luce. Or frutto della luce è tutto ciò ch'è buono, giusto e vero.
Imitare Dio.
Indirizzandosi ai fedeli di Efeso, l'Apostolo ricorda che una volta erano tenebre, ed ora sono divenuti luce nel Signore. Che gioia, saper che la medesima sorte è riservata ai nostri Catecumeni! Fino a questo momento essi sono vissuti nella depravazione del paganesimo, ma ora con l'ammissione al Battesimo hanno nelle loro mani la caparra della santità. Fino a poco fa erano asserviti ai falsi dèi, che ne alimentavano il culto del vizio; oggi sentono dalla Chiesa esortare i suoi figli ad imitare la santità del Dio dei cristiani; e la grazia che li renderà capaci d'aspirare a riprodurre in sé le perfezioni divine sta per essere loro comunicata. Ma dovranno combattere per mantenersi in questa elevazione. Due nemici, soprattutto, cercheranno di rivalersi: l'impurità e l'avarizia. Il primo di questi vizi, l'Apostolo non vuole che neppure più si nomini; il secondo lo bolla paragonandolo al culto degl'idoli che gli eletti stanno per rinnegare. Questi gl'insegnamenti che prodiga la Chiesa ai suoi futuri figli. E noi, santificati fin dall'entrata in questo mondo, siamo rimasti fedeli al nostro Battesimo? Eravamo luce: perché ora siamo tenebre? dove sono i segni della rassomiglianza divina ch'era stata impressa in noi? Premuriamoci di farli rivivere, tornando a rinunziare a Satana ed ai suoi idoli, e facendo in modo che la penitenza ci riporti nello stato di luce, il cui frutto consiste in ogni sorta di bontà, di giustizia e di verità.
VANGELO (Lc 11,14-28). - In quel tempo: Gesù stava scacciando un demonio ch'era muto. E, cacciato il demonio, il muto parlò, e ne stupirono le turbe. Ma alcuni dissero: Egli scaccia i demoni in nome di Beelzebub, principe dei demoni. Ed altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo. Ma egli, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Ogni regno in se stesso diviso andrà in rovina e una casa cadrà sull'altra. Or, siccome dite che scaccio i demoni in nome di Beelzebub, se anche Satana è discorde in se stesso, come reggerà il suo regno? E se io scaccio i demoni per Beelzebub, in nome di chi li scacciano i vostri figli? Per questo i medesimi saranno i vostri giudici. Ma se col dito di Dio io scaccio i demoni, certo il regno di Dio è giunto fino a voi. Quando il forte guarda in armi l'atrio, è in sicuro tutto quanto possiede. Ma se viene uno più forte di lui e lo vince, gli toglie tutte le armi nelle quali confidava e ne divide le spoglie. Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie meco disperde. Quando lo spirito immondo, è uscito da un uomo, va per luoghi aridi cercando riposo, e, non trovandolo, dice: Ritornerò a casa mia da cui sono uscito. Quando vi giunge, la trova spazzata e adorna. Allora va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati, ci si stabiliscono. E l'ultima condizione di quell'uomo è peggiore della prima. Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna, alzando la voce, in mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che t'ha portato e il petto che hai succhiato. Ed egli aggiunse: Beati piuttosto quelli che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio.
Demoni muti.
Il demonio dal quale Gesù liberò l'ossesso del Vangelo rendeva quest'uomo muto; ma appena ne uscì lo spirito delle tenebre, che lo vessava, la lingua di quel poveretto si sciolse. È un fatto che ci dà l'immagine del peccatore divenuto schiavo del terribile vincitore che lo rese muto. Se questo peccatore parlasse per confessare le sue colpe e domandare la grazia, sarebbe salvo. Quanti demoni muti, sparsi ovunque, impediscono gli uomini di fare questa salutare confessione che li salverebbe ! La santa Quarantena procede e i giorni della grazia passano: approfittiamo del tempo favorevole, e, se siamo nell'amicizia di Dio, preghiamo insistentemente per i peccatori, affinché muovano la lingua, si accusino e siano perdonati.
Potenza dei demoni.
Ascoltiamo ora ciò che il Salvatore ci dice sui nostri invisibili nemici. Con la loro potenza e scaltrezza, coi loro mezzi di nuocerci, chi potrebbe resistere loro, se Dio non ci sostenesse e non avesse incaricato i suoi Angeli a vegliare su di noi e a combattere a nostro fianco? Ma intanto col peccato, noi c'eravamo consegnati nelle mani di quest'immondi e odiosi spinti, ed avevamo preferito il loro tirannico dominio al giogo tanto soave e leggero del nostro compassionevole Redentore. Ora che ce ne siamo liberati, o stiamo per farlo, ringraziamo il nostro liberatore, e stiamo ben attenti a non ricadere mai più in mano a questi abitatori infernali. Gesù ci avverte del pericolo che incombe. Essi torneranno a forzare la dimora dell'anima nostra santificata dall'Agnello della Pasqua: se saremo vigilanti e fedeli, si ritireranno confusi; ma se saremo tiepidi e fiacchi, e perderemo di vista il dono della grazia e gli obblighi che ci legano a colui che ci ha salvati, la nostra rovina sarà certa; e, secondo la terribile parola di Gesù, "l'ultima condizione sarà peggiore della prima".
Essere con Cristo.
Vogliamo evitare una sì grande disgrazia? meditiamo quell'altra parola di Gesù nel Vangelo: "Chi non è con me è contro di me". Ciò che ci fa ricadere nei lacci del demonio, facendoci dimenticare tutto ciò che dobbiamo al nostro liberatore, è che non ci schieriamo sinceramente da parte di Gesù Cristo, di fronte alle occasioni nelle quali il cristiano deve saper pronunciarsi con fermezza. Si nicchia, si temporeggia: e intanto l'energia dell'anima s'affievolisce; Dio non elargisce più con l'abbondanza di prima le sue grazie, e la ricaduta è imminente. Camminiamo dunque con passo fermo e sicuro, e ricordiamoci che il soldato di Gesù Cristo deve sempre onorarsi del suo Capo.
PREGHIAMO
Accogli, te ne preghiamo, o Dio onnipotente, i voti degli umili e stendi a potenza della tua maestà a nostra difesa.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 557-565.”





O sancte Joseph, protector noster, ora pro nobis!

Luca, Sursum Corda!

Holuxar
25-03-19, 00:26
24 MARZO 2019: BEATO SIMONINO DA TRENTO E SAN GABRIELE ARCANGELO; TERZA DOMENICA DI QUARESIMA…



«TERZA DOMENICA DI QUARESIMA»
Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Terza di Quaresima (http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-dom3.htm


«24 MARZO SAN GABRIELE ARCANGELO»
"Guéranger, L'anno liturgico - 24 marzo. San Gabriele Arcangelo"
Guéranger, L'anno liturgico - 24 marzo. San Gabriele Arcangelo (http://www.unavoce-ve.it/pg-24mar.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-24mar.htm





SANTA MESSA DOMENICALE celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (Treviso) alle ore 10.30 stamattina 24 MARZO 2019, COMMEMORAZIONE DI SAN GABRIELE ARCANGELO E TERZA DOMENICA DI QUARESIMA:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
III domenica di Quaresima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=OOlS4iMXpro
Festa di San Giuseppe sposo della BVM
https://www.youtube.com/watch?v=6fpJ2SWL_oY
II domenica di Quaresima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=J3p4EMytkio
II domenica di Quaresima - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=wXyDyeVarqg
1° domenica di Quaresima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=T2g-OaQT_0A
1° domenica di Quaresima - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=zN-HlOYhoh4
Sacre Ceneri
https://www.youtube.com/watch?v=240n2FtviH0
Domenica Quinquagesima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=1D09coEEvKs
Domenica Sexagesima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=7apAxHX0B0w
Domenica Septuagesima (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=eW58hW30T5Y
V domenica d. Epifania (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=adVRJ95yZLk
V domenica d. Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=oJR8QmeMXOs
IV dom. dopo l'Epifania (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tmgotU8TwQw
IV domenica dopo Epifania (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BBMsKuQKlgQ
Purificazione della S. Vergine Maria (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=rS2tdVj3e_A
III dom. dopo l'Epifania
https://www.youtube.com/watch?v=vqLfMJ2qKmo
III domenica dopo l'Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=zHEiqmjKQNk
II domenica dopo l'Epifania - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=MtQwadP5PVs
Sacra Famiglia (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=M83o5Eohbdc
Epifania di N S G C - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=fUnwOAcw1Vs
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».




SANTE MESSE celebrate dai Sacerdoti dell’“Istituto Mater Boni Consilii” (I.M.B.C.):


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”



http://www.sodalitium.biz/category/santo-del-giorno/


"San Gabriele e San Simonino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/san-gabriele-san-simonino/
«24 marzo, San Gabriele Arcangelo.
“Festa di san Gabriéle Arcangelo, inviato da Dio ad annunziare il mistero dell’incarnazione del divin Verbo”.
O glorioso Arcangelo San Gabriele, io condivido la gioia che provasti nel recarti quale celeste Messaggero a Maria, ammiro il rispetto con cui ti presentasti a lei, la devozione con cui la salutasti, l’amore con cui, primo fra gli Angeli, adorasti il Verbo Incarnato nel suo seno e ti prego di ottenermi di ripetere con gli stessi tuoi sentimenti il saluto che allora rivolgesti a Maria e di offrire con lo stesso amore gli ossequi che allora presentasti al Verbo fatto Uomo, con la recita del Santo Rosario e dell’Angelus Domini. Così sia.».
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gabriele-236x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gabriele-236x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/san-gabriele-san-simonino/
«Nell’arcidiocesi di Trento: 24 marzo, San Simonino Martire.
“A Trento la passione di san Simeóne fanciullo, crudelissimamente trucidato dai Giudèi, il quale poi rifulse per molti miracoli”.».
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/scsxwtxnpw7sqo1rfv0jd33suqo1rfv0jd33u-300x182.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/scsxwtxnpw7sqo1rfv0jd33suqo1rfv0jd33u-300x182.jpg





https://sansimoninotrento.wordpress.com/
“San Simonino da Trento
Sito ufficiale del Comitato san Simonino.”
https://sansimoninotrento.wordpress.com/category/conferenze/


“Trento, 17/03/2007: conferenza di don Francesco Ricossa organizzata dal Comitato San Simonino, che chiede il ristabilimento del culto e la restituzione delle reliquie del santo, co-patrono di Trento.
https://www.youtube.com/watch?v=4_isG_yxVP0 ”
https://sansimoninotrento.files.wordpress.com/2015/12/a_8.jpg


"San Simonino di Trento - Centro Studi Giuseppe Federici."
http://www.centrostudifederici.org/san-simonino-trento/


http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2017/03/ssimonino026fondazcarife-236x300.jpg





http://www.agerecontra.it
San Simonino da Trento, il santo che i conciliari vorrebbero dimenticare per compiacere i loro fratelli maggiori | www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=27726)
https://www.agerecontra.it/2017/03/san-simonino-da-trento-il-santo-che-i-conciliari-vorrebbero-dimenticare-per-compiacere-i-loro-fratelli-maggiori/
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2017/03/facebook_1490344252122.jpg





«Sacrilegio S Simonino a Trento.
“HAEC EST ORA VESTRA ET POTESTAS TENEBRARUM!”
Sacrilegio S Simonino a Trento”
http://www.doncurzionitoglia.com/sacrilegio_s_simonino_a_trento.htm
La ‘chiesa’ di S. Simonino diverrà ‘sinagoga’ d. CURZIO NITOGLIA 27 dicembre 2011.».
http://www.doncurzionitoglia.com/san_simonino_3.jpg
http://www.doncurzionitoglia.com/s_simonino_e_s_andrea_di_rinn_sml.jpg







https://forum.termometropolitico.it/692769-nostra-signora-di-lourdes-e-quaresima-7.html
“24 marzo (29 settembre) - S. Gabriele arcangelo”
https://forum.termometropolitico.it/566858-24-marzo-29-settembre-s-gabriele-arcangelo.html
https://forum.termometropolitico.it/54190-rassegna-stampa-nella-festa-di-san-gabriele-arcangelo-24-marzo-2010-a.html
https://forum.termometropolitico.it/238858-primo-mistero-gaudioso-l-annunciazione-dell-arcangelo-gabriele-maria-vergine.html
https://forum.termometropolitico.it/255217-primo-mistero-gaudioso-l-annunciazione-dell-arcangelo-gabriele-maria-vergine.html

https://forum.termometropolitico.it/566861-24-marzo-s-caterina-di-svezia.html

“nuovo sito dedicato a San Simonino da Trento”
https://forum.termometropolitico.it/545798-novita-sito-per-san-simonino.html







Preghiere a San Gabriele Arcangelo (http://rosarioonline.altervista.org/index.php/santorosario/sezione/it/preghiere/SanGabrieleArcangelo)







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54798759_1775715212529793_272617319627227136_n.jpg ?_nc_cat=100&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=71b5a65c9b8262123b6c7f132a9ed657&oe=5D18EF8A


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54798759_1775715212529793_272617319627227136_n.jpg ?_nc_cat=100&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=71b5a65c9b8262123b6c7f132a9ed657&oe=5D18EF8A



https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/03/terza-domenica-di-quaresima-stazione.html?m=0
"Terza Domenica di Quaresima - Stazione a San Lorenzo fuori le mura
La Chiesa Romana oggi ci ricorda la gran verità della nostra liberazione dalla schiavitù del demonio operata dal Cristo con la sua incarnazione e morte: Egli ci rende figli di Dio nella libertà di compiere il bene. Questa libertà ci è data col Santo Battesimo e possiamo mantenerla solamente con una vita santa, altrimenti cadremo di nuovo sotto la crudele tirannia di Satana che vuole unicamente la nostra morte eterna in Inferno. Esempio supremo a cui ispirare la nostra vita è Maria Santissima, fedelissima nell'adempimento del divino beneplacito."


https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/03/san-gabriele-arcangelo.html?m=0
«San Gabriele Arcangelo
Gabriele, che significa “Potenza di Dio”, è l’Arcangelo che apparve al Profeta Daniele rivelandogli il mistero e il tempo della venuta del Messia. Quando questi tempi furono compiuti apparve anche a Zaccaria per annunziargli la prossima nascita di Giovanni Battista. E dopo sei mesi si presentò a Maria, vergine di Nazareth fidanzata a Giuseppe, per proporle da parte di Dio l'onore di divenir la Madre del Verbo. Alcuni hanno identificato con Gabrile l’Angelo che annunziò ai pastori di Betlemme la nascita del Cristo Signore e l’Angelo che confortò Gesù nel Getsemani durante l’agonia.
La festa di san Gabriele Arcangelo fu estesa a tutta la Chiesa da Benedetto XV.»



https://www.facebook.com/tradidiquodetaccepi/
“Tradidi quod et accepi
Il 24 marzo la Chiesa Romana, per disposizione di Benedetto XV, festeggia san Gabriele Arcangelo, lo spirito beato che annunziò all’Immacolata Vergine Maria che in Lei si sarebbe incarnato il Verbo. Ma il suo Martirologio riporta oggi anche l’elogio di san Simone, martire di Trento, “fanciullo crudelissimamente trucidato dai Giudei, il quale poi rifulse per molti miracoli”. Simone nacque a Trento nel 1473. Il Giovedì Santo del 1475 fu rapito da alcuni Giudei che intendevano servirsi del sangue di un fanciullo cristiano per mescolarlo negli azzimi della loro Pasqua. A sera, Simonino fu condotto nella casa di Samuele di Norimberga dove subì le più crudeli sevizie. Il suo corpo fu barbaramente straziato in odio -come dicevano loro - a Gesù, che i Cristiani venerano come Dio. Il sangue che fuoriusciva veniva raccolto dagli Ebrei per usi abominevoli. Nello stesso modo in cui i loro padri avevano affisso in croce il Cristo, anche loro martirizzavano ora quel fanciullo. Il fanciullo spirò tra i tormenti nella notte fra il 23 e il 24 aprile. Il cadavere fu rivestito e gettato in una roggia vicina al luogo del martirio. Fu rinvenuto il 26 aprile, Pasqua di Resurrezione. Sul caso indagò diligentemente il tribunale del Principe-Vescovo di Trento, Giovanni Hinderbach, che sentenziò essere stato Simonino vittima di un omicidio rituale perpetrato da Samuele di Norimberga e dai compagni, i quali furono condannati a giuste pene. Il Commissario inviato da Sisto IV, allora Papa, e la commissione istituita ad hoc dal medesimo Pontefice sentenziarono che il processo si era svolto “rite et recte”,cioè con tutti i crismi della giustizia. Intanto il corpo del Simonino era stato portato in processione nella chiesa di san Pietro, dove si sviluppò subito la venerazione di quel fanciullo Martire. Il sunnominato Sisto IV approvò il culto. Nel 1584 il suo nome fu iscritto nel Martirologio col titolo di Santo su ordine di Gregorio XIII; nel 1588 Papa Sisto V concesse per la Diocesi di Trento Messa e Officio proprio del beato Simonino. La Bolla “Beatus Andreas” del 22 febbraio 1755 di Benedetto XIV riconobbe nuovamente il culto prestato a san Simonino affermando che "fu crudelmente messo a morte in odio alla fede". Il culto ricevette costante conferma dagli innumerevoli miracoli. Il popolo di Trento ha venerato il suo piccolo Patrono fino ai giorni nostri.
Preghiera -:- Deus, innocentiæ restitutor, pro cujus nomine beatus Innocens Simon acerbissimæ mortis supplicio a perfidis Judæis interemptus est: præsta nobis, quæsumus; ut ejus intercedentibus meritis, ab hujus vitæ contagis impolluti ad cælestem patriam pervenire valeamus. Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.”







Santa Caterina di Svezia (http://www.santiebeati.it/dettaglio/46800)
http://www.santiebeati.it/dettaglio/46800
“Santa Caterina di Svezia Religiosa
24 marzo 1331 - 24 marzo 1381.
L'etimologia del nome «Caterina» attinge al greco «donna pura». Tale fu Catarina Ulfsdotter, meglio conosciuta come Caterina di Svezia, secondogenita degli otto figli di santa Brigida, la grande mistica svedese che ha segnato profondamente la storia, la vita e la letteratura del Paese scandinavo. Nata nel 1331, in giovanissima età Caterina sposò Edgarvon Kyren, nobile di discendenza ma soprattutto d'animo: questi non solo acconsentì al desiderio della ragazza di osservare il voto di continenza, ma si legò addirittura allo stesso voto. A 19 anni Caterina raggiunse la madre a Roma, dove partecipò alla sua intensa vita religiosa e ai suoi pellegrinaggi. Alla morte di Brigida, Caterina ne riportò in patria la salma e, nel 1375, entrò nel monastero di Vadstena. Nel 1380 venne eletta badessa; morì il 24 marzo 1381. (Avvenire)
Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco
Emblema: cervo
Martirologio Romano: A Vadstena in Svezia, santa Caterina, vergine: figlia di santa Brigida, data alle nozze contro il suo volere, conservò, di comune accordo con il marito, la sua verginità e, dopo la morte di lui, condusse una vita pia; pellegrina a Roma e in Terra Santa, trasferì le reliquie della madre in Svezia e le ripose nel monastero di Vadstena, dove ella stessa vestì l’abito monacale.
Martirologio tradizionale (24 marzo): Nella Svezia santa Caterina Vergine, figlia di santa Brigida.”








https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
24 marzo, San Gabriele Arcangelo.
+ O glorioso Arcangelo San Gabriele, io condivido la gioia che provasti nel recarti quale celeste Messaggero a Maria, ammiro il rispetto con cui ti presentasti a lei, la devozione con cui la salutasti, l’amore con cui, primo fra gli Angeli, adorasti il Verbo Incarnato nel suo seno e ti prego di ottenermi di ripetere con gli stessi tuoi sentimenti il saluto che allora rivolgesti a Maria e di offrire con lo stesso amore gli ossequi che allora presentasti al Verbo fatto Uomo, con la recita del Santo Rosario e dell’Angelus Domini. Così sia. + (Dalla bacheca di don Carandino).».

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Simeóne fanciullo di Trento, crudelissimamente trucidato dai Giudèi, il quale poi rifulse per molti miracoli. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Martire, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Simeóne fanciullo possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
San Simonino di Trento. Uno dei tanti Santi rigettati dal Vaticano Secondo.”


«24/03 San Simonino da Trento. Sito ufficiale del Comitato san Simonino: https://sansimoninotrento.wordpress.com/
(Foto dalla bacheca di Giuseppe Federici)
Il piccolo Simone fu vittima di omicidio rituale. Maggiori approfondimenti in "La morale giudaica e il mistero del sangue cristiano", Civiltà Cattolica, anno 44, serie XV, volume V, 26 dicembre 1892, dalla pagina 269 alla pagina 286. Notevole approfondimento in "Storia Sociale della Chiesa", ed. CLS, 2018, Mons. Umberto Benigni, volume IV, tomo 1, dalla pagina 369 alla pagina 387.
I fautori e divulgatori del "Vaticano Secondo" hanno rinnegato anche l'esistenza di questo riturale, di tali crimini perpetrati ai danni di alcuni bambini, ritengono la vicenda di San Simonino una mera invenzione di propaganda antisemita. Con preconcetti ecumenico-irenici, i "Vaticanosecondisti" hanno bollato di fantasticherie migliaia di pagine processuali, testimonianze giurate, sentenze della Chiesa e dei Tribunali civili.
Preghiera liturgica: "Oh Dio restauratore dell’innocenza, per il nome del quale il beato innocente Simone è stato ucciso con una morte durissima dai perfidi giudei; fa si che noi immuni dai contagi di questa vita, possiamo pervenire alla patria celeste". Così sia.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54518666_2146555728714158_7356151519068028928_n.jp g?_nc_cat=102&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=aac7d40420d61a2d965b737b8a1e6e8e&oe=5D187764


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54518666_2146555728714158_7356151519068028928_n.jp g?_nc_cat=102&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=aac7d40420d61a2d965b737b8a1e6e8e&oe=5D187764


"Disponibili il numero 153 di Sursum Corda ed il Codex Iuris Canonici 1917 in italiano.
- Comunicato numero 153. Il Pater Noster e la preghiera;
- Sul delitto rituale, storia e critica (di Mons. Umberto Benigni);
- Preghiera al glorioso Patriarca San Giuseppe;
- Papa Pio XII sul principio di autorità e sul rispetto della vita umana;
- Papa Pio XII sul culto a Dio e sulla santificazione delle feste;
- Dizionario di teologia dommatica. La Grazia sacramentale;
- Codice di Diritto Canonico del 1917 in italiano."
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-153.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/codice-di-diritto-canonico.html
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54800205_2146901288679602_1004102996629389312_n.jp g?_nc_cat=102&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=829b851384f6039554a1a4f5ce946053&oe=5D4BA4F1


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54800205_2146901288679602_1004102996629389312_n.jp g?_nc_cat=102&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=829b851384f6039554a1a4f5ce946053&oe=5D4BA4F1


«Mio Dio, Vi adoro, Vi amo e Vi ringrazio di quanti doni e benefici mi avete fatti, specialmente d’avermi conservato in questa notte. Vi offro quanto farò e patirò in questo giorno in unione delle azioni e dei patimenti di Gesù e di Maria, secondo tutte le amorose intenzioni del Cuore Sacratissimo di Gesù, per guadagnare tutte le indulgenze che posso. Propongo di fuggire ogni peccato, specialmente... propongo di uniformarmi in tutto alla Vostra Volontà nelle cose contrarie e perciò Vi prego, in nome di Gesù e per amore di Maria, a darmi l’aiuto Vostro e la grazia della Santa perseveranza.».

«O Immacolata Madre di Gesù e Madre mia Maria, io mi consacro a Voi senza riserva; accettate l’offerta e prendete possesso di me, affinché nella vita mortale, ami Dio e gli uomini e faccia a tutti del bene. Beneditemi o Madre e concedetemi di sparire d’amore nelle vostre braccia.».


https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/23-a-voi-o-beato-giuseppe.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html
“Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/150-preghiera-di-san-pietro-canisio-per-conservare-la-vera-fede.html
“Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/



https://www.agerecontra.it/tag/sursum-corda/








«Radio Spada è un sito di controinformazione cattolico http://www.radiospada.org e una casa editrice http://www.edizioniradiospada.com
https://www.facebook.com/radiospadasocial/ »


“24 marzo 2019: TERZA DOMENICA DI QUARESIMA.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/55508147_2588376837858636_5416714630892355584_n.jp g?_nc_cat=104&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a769e908c7233765450a5e44a17f02a2&oe=5D188156


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/55508147_2588376837858636_5416714630892355584_n.jp g?_nc_cat=104&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=a769e908c7233765450a5e44a17f02a2&oe=5D188156


“24 MARZO 2019: SAN GABRIELE ARCANGELO.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/55476700_2588374837858836_9142569356826247168_n.jp g?_nc_cat=103&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=c59440e9d4ba4ad65d49d0f1211dabef&oe=5D466548


“24 marzo 2019: l'omaggio di Radio Spada al Beato Simonino da Trento, martire, vittima di omicidio rituale.
Per approfondimenti: https://www.radiospada.org/2013/11/e-se-fosse-tutto-vero-la-storia-del-beato-simonino-di-trento/
https://www.radiospada.org/2014/03/il-beato-simonino-da-trento-una-conferenza-a-milano/ ”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54525431_2588861721143481_3985387011082027008_n.jp g?_nc_cat=101&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=159698a0a88597bd27e9ac9c7a819794&oe=5D4C8075
«Nella festa del beato Simonino da Trento (24 marzo).
San Simonino di Trento. Dall'Enciclopedia Cattolica, vol. XI, col. 640 (edizione del 1953 a cura di Iginio Rogger):
"Simone di Trento, santo, martire. Bambino di 20 mesi (secondo altri di due anni e mezzo), figlio di un conciatore di Trento, scomparso la sera del Giovedì Santo (23 marzo) 1475, e ritrovato cadavere con orribili mutilazioni la domenica seguente in un canale che scorreva sotto la casa di uno dei maggiorenti ebrei della città. L'opinione pubblica e il processo immediatamente aperto dal principe vescovo Giovanni Hinderbach attribuirono agli Ebrei la colpa dell'uccisione fatta a scopo rituale. Quattordici di essi in seguito al processo e alle deposizioni furono giustiziati, gli altri, con una legge che rimase in vigore fino alla secolarizzazione, furono messi al bando dal Principato. Al piccolo Simone, che i Trentini venerarono tosto come martire, la S. Sede concesse nel 1588 il culto liturgico e l'iscrizione nel Martirologio romano. Festa il 24 marzo".».
http://www.sansimonino.eu/
https://www.radiospada.org/2014/03/il-beato-simonino-da-trento-una-conferenza-a-milano/
https://www.radiospada.org/2013/11/e-se-fosse-tutto-vero-la-storia-del-beato-simonino-di-trento/
CIVIS, La vera storia del Beato Simonino da Trento innocente e Martire e del suo culto, Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia (TO) 2013.
https://i1.wp.com/radiospada.org/wp-content/uploads/2013/11/San-simonino.jpg


https://i1.wp.com/radiospada.org/wp-content/uploads/2013/11/San-simonino.jpg







http://www.agerecontra.it/


http://www.centrostudifederici.org


http://www.centrosangiorgio.com/





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


http://www.fathercekada.com/


http://www.traditionalmass.org/







http://sicutoves.blogspot.com/



https://moimunanblog.com/
“ARCÁNGEL SAN GABRIEL BY MOIMUNAN”
https://moimunanblog.com/2019/03/23/arcangel-san-gabriel/
https://moimunanblog.files.wordpress.com/2015/03/arcangel-gabriel-1.jpg
https://moimunanblog.files.wordpress.com/2017/03/cropped-img_8184.jpg


https://moimunanblog.files.wordpress.com/2015/03/arcangel-gabriel-1.jpg


https://moimunanblog.files.wordpress.com/2017/03/cropped-img_8184.jpg



“SAN SIMEÓN DE TRENTO, MÁRTIR BY MOIMUNAN”
https://moimunanblog.com/2019/03/23/san-simeon-de-trento-martir/
https://moimunanblog.files.wordpress.com/2014/03/image184.jpg


https://moimunanblog.files.wordpress.com/2014/03/image184.jpg







“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/


https://militesvirginismariae.wordpress.com/




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”


Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes


"Discipline originelle du carême chrétien."

“Troisième Dimanche de Carême.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54522064_839312223068126_625641112844894208_n.jpg? _nc_cat=109&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=886be35947a25604af900a00933a3f46&oe=5D47F1E0

“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Troisième Dimanche de Carême.
http://prieure2bethleem.org/predica/2018_03_04.mp3”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/54728936_839313926401289_1314263273931014144_n.jpg ?_nc_cat=101&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=45c992e4fdd14b64c4c3b5f7488e0f28&oe=5D08C1EA


“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour la Fête de Saint Joseph.
http://prieure2bethleem.org/predica/2019_03_19.mp3”


24 mars : Saint Gabriel, Archange :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/24-mars-saint-gabriel-archange)
“24 mars : Saint Gabriel, Archange”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/3415/2118/9151/saint_gabriel.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/3415/2118/9151/saint_gabriel.jpg




San Simonino, ora pro nobis!
San Gabriele Arcangelo, ora pro nobis!
Lodato sempre sia il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria!!!
Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!