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Visualizza Versione Completa : Debito Pubblico Italia nel 2010 al 121%



King Z.
21-04-09, 19:14
Il debito italiano A causa della crisi finanziaria, il debito pubblico italiano salirà nel 2010 al 121% con un incremento di 15 punti percentuali dal 106% del 2008. Il Fondo Monetario Internazionale precisa che i costi per la stabilizzazione finanziaria sono risultati pari allo 0,9% del pil. I dati sul debito - spiega il Fmi illustrando una tabella del capitolo uno del Rapporto - sono tratti dal World Economic Outlook dell’aprile 2008, mentre le stime sui costi provengono dal dipartimento degli Affari fiscali del Fmi. Il deterioramento dei conti pubblici non è comunque un fenomeno limitato: in Germania il debito 2010 si attesterà all’87% con un aumento di 19 punti percentuali. In Giappone l’incremento sarà di 30 punti percentuali al 227%, mentre negli Usa il balzo sarà di 27 punti al 98%. In Francia, l’aumento sarà di 13 punti percentuali all’80%.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=345513

In pratica siamo tornati al 1994 quando rischiavamo il fallimento !
Ma sono certo che abbassando la PF aumentata da Prodi i conti torneranno a posto ..:446:

Gualerz
21-04-09, 19:16
no ci penserà Brunetta con 15 punti di tagli agli sprechi! :D

King Z.
21-04-09, 19:19
In pratica questa crisi finanziaria la pagheremo noi i nostri figli e i nostri nipoti .

brunik
21-04-09, 19:19
chissenefrega, quando Silvio se ne andrà qualcun altro pagherà, è sempre stato così.

brunik
21-04-09, 19:20
bisognerebbe dimezzare gli stipendi degli statali ma figuriamoci se questi mollano un euro.

Che aumento gli ha dato il Brunetta quest'anno?

King Z.
21-04-09, 19:22
Qui ancora non ci si rende conto di quanto lo prenderemo nel deretano nei prossimi decenni !

:33:

AlBeRtO
21-04-09, 19:25
Se tagli spesa pubblica e tasse e incoraggi gli investimenti privati dopo avrai tanti redditi in più da tassare e tanto PIL in più a cui rapportare il debito.

AlBeRtO
21-04-09, 19:26
Qui ancora non ci si rende conto di quanto lo prenderemo nel deretano nei prossimi decenni !

:33:

La prenderete nel deretano tutti voi che non avete ancora imparato ad ignorare lo Stato e le sue pretese.

Oli
21-04-09, 19:41
Sono previsioni senza senso alcuno.

AlBeRtO
21-04-09, 19:45
Sono previsioni senza senso alcuno.

Tanto per dire che Berlusconi è il male assoluto e Romanuccio Prodi invece era un grande statista! :D

Morfeo
21-04-09, 19:49
allievo supera il maestro craxi lo aveva alzato del 30% in 10 anni il Berlusca del 20% in 2

che dire qui ci vuole un applauso:D:
:5018:

King Z.
21-04-09, 19:52
Sono previsioni senza senso alcuno.

A prima vista sembrano previsioni del mago Oronzo .

Ma se poi fossero vere ? la contrazione del PIL fà schizzare in alto tutti i numeratori Deficit/PIL Debito/PIL ecc ecc.

AlBeRtO
21-04-09, 19:53
Se dobbiamo mettere i puntini sugli i, l'indebitamento è iniziato a metà '800 con la sinistra storica di De Pretis, dopo che da Cavour a Sella si era raggiunto il pareggio di bilancio.

AlBeRtO
21-04-09, 19:54
A prima vista sembrano previsioni del mago Oronzo .

Ma se poi fossero vere ? la contrazione del PIL fà schizzare in alto tutti i numeratori Deficit/PIL Debito/PIL ecc ecc.

E tu alza le tasse che lo vedrai crescere molto il PIL :D

King Z.
21-04-09, 19:55
E tu alza le tasse che lo vedrai crescere molto il PIL :D

Infatti il risultato sarà quello:PF alta per ripianare debiti (anzi,farne meno) ed economia che non crece.
Altro che U questa sarà una L___________________ di questa forma !

Immanuel
21-04-09, 20:15
Ma che palle. Ma quando si decidono a dichiarare insolvente questa baracca? Mi sono rotto le palle di pagare interessi per debiti che non ho contratto io.

Fuori_schema
22-04-09, 11:33
Aumentano i fautori del default alias lo zoo:

Se mi è concesso, cerco di spiegare in qualche riga la questione ventilata dallo zoo degli appassionati del default in merito all'azzeramento del debito.
L'azzeramento del debito, è ipotesi ampiamente contemplata, e chiamasi appunto "default", che esso sia per impossibilità di ripagare il debito o per precisa volonta di non restituirlo.
Ora analizziamo nel dettaglio che cosa succede a fronte di un'ipotesi di questo tipo.
Il debito pubblico italiano (BOT e titoli di stato) è costituito da un 60% di investitori esteri e da un 40% italiani. Quindi l'immediata conseguenza è che tutti i milioni di vecchiette e/o famiglie che hanno messo i loro soldi sui BOT o CCT vedrebbero immediatamente azzerati i loro risparmi. Ma facciamo conto che siano complici dei terribili usurocrati di Bruxelles, quindi passiamo avanti e vediamo il resto.

Un'altra cosa che lo zoo ignora è che il debito anche a fronte di default non viene "azzerato" ma semplicemente congelato. E normalmente (vedasi Argentina et similia) viene ricontrattato negli anni successivi "scontato" di una percentuale diciamo del 60%.

Le conseguenze pero' non si fermano qui. A fronte del default, verremmo immediatamente (ed ovviamente) estromessi dall'Euro, con una conseguenza indesiderata che BEN POCHI considerano. Ovvero il debito PRIVATO.
Bene, ognuno di voi che ha contratto un mutuo qualunque o un prestito, lo ha contratto in Euro. Beh l'immediata conseguenza dell'uscita dall'area Euro è un deprezzamento della nuova moneta locale (Lira? Fiorino?) di almeno il 35% per essere buoni.
Ora, in tutti i contratti di mutuo o prestito il rischio di cambio e' a TOTALE carico dello stipulante.
Quindi il debito fatto, VA RESTITUITO IN EURO, e si incrementa di colpo del 35% con poi la successiva inflazione successiva.
Qualcuno pensa seriamente che gli stipendi con la nuova moneta si incrementino improvviamente del 35 - 40% ? ma che non mi facciano ridere.
Quindi la situazione finale che si configura è uno stato che effettivamente ha circa il 50% - 60% del debito proprio in meno, ma TUTTA la popolazione con le pezze al culo. Che si vede azzerati i risparmi PRIVATI e incrementati mostruosamente i debiti PRIVATI.
Che grande risultato per questi "tutori del poppolo" che si riempono la bocca di roboanti dichiarazioni e proclami senza avere la piu' pallida idea di quali terrificanti danni siano in grado di commettere con le loro teorie da gallinacei.
Che dicono i gallinacei? Nazionalizziamo anche tutte le banche private e azzeriamo anche il debito privato? E su quali basi?
E con quali soldi?

Boba Fett
22-04-09, 18:48
Se dobbiamo mettere i puntini sugli i, l'indebitamento è iniziato a metà '800 con la sinistra storica di De Pretis, dopo che da Cavour a Sella si era raggiunto il pareggio di bilancio.
E dopo essere calato nel dopoguerra sotto la DC è risalito con il centro sinistra dal '65 a partire dalla nazionalizzazione dell'ENEL. :D

markk
22-04-09, 21:47
Aumentano i fautori del default alias lo zoo:

Se mi è concesso, cerco di spiegare in qualche riga la questione ventilata dallo zoo degli appassionati del default in merito all'azzeramento del debito.
L'azzeramento del debito, è ipotesi ampiamente contemplata, e chiamasi appunto "default", che esso sia per impossibilità di ripagare il debito o per precisa volonta di non restituirlo.
Ora analizziamo nel dettaglio che cosa succede a fronte di un'ipotesi di questo tipo.
Il debito pubblico italiano (BOT e titoli di stato) è costituito da un 60% di investitori esteri e da un 40% italiani. Quindi l'immediata conseguenza è che tutti i milioni di vecchiette e/o famiglie che hanno messo i loro soldi sui BOT o CCT vedrebbero immediatamente azzerati i loro risparmi. Ma facciamo conto che siano complici dei terribili usurocrati di Bruxelles, quindi passiamo avanti e vediamo il resto.

Un'altra cosa che lo zoo ignora è che il debito anche a fronte di default non viene "azzerato" ma semplicemente congelato. E normalmente (vedasi Argentina et similia) viene ricontrattato negli anni successivi "scontato" di una percentuale diciamo del 60%.

Le conseguenze pero' non si fermano qui. A fronte del default, verremmo immediatamente (ed ovviamente) estromessi dall'Euro, con una conseguenza indesiderata che BEN POCHI considerano. Ovvero il debito PRIVATO.
Bene, ognuno di voi che ha contratto un mutuo qualunque o un prestito, lo ha contratto in Euro. Beh l'immediata conseguenza dell'uscita dall'area Euro è un deprezzamento della nuova moneta locale (Lira? Fiorino?) di almeno il 35% per essere buoni.
Ora, in tutti i contratti di mutuo o prestito il rischio di cambio e' a TOTALE carico dello stipulante.
Quindi il debito fatto, VA RESTITUITO IN EURO, e si incrementa di colpo del 35% con poi la successiva inflazione successiva.
Qualcuno pensa seriamente che gli stipendi con la nuova moneta si incrementino improvviamente del 35 - 40% ? ma che non mi facciano ridere.
Quindi la situazione finale che si configura è uno stato che effettivamente ha circa il 50% - 60% del debito proprio in meno, ma TUTTA la popolazione con le pezze al culo. Che si vede azzerati i risparmi PRIVATI e incrementati mostruosamente i debiti PRIVATI.
Che grande risultato per questi "tutori del poppolo" che si riempono la bocca di roboanti dichiarazioni e proclami senza avere la piu' pallida idea di quali terrificanti danni siano in grado di commettere con le loro teorie da gallinacei.
Che dicono i gallinacei? Nazionalizziamo anche tutte le banche private e azzeriamo anche il debito privato? E su quali basi?
E con quali soldi?
già, i kazzari che invocano la dichiarazione di insolvenza dello stato non mancano mai, ma sono appunto solo dei kazzari, niente di più, e semmai qualcosa di meno.

markk
22-04-09, 21:49
quello che mi fa più specie è il debito del giappone, al 227% del pil.
E nenache quello degli stati uniti, al 98%, è roba da star tranquilli, considerando anche la dimensione del loro debito privato.

Immanuel
22-04-09, 22:03
Aumentano i fautori del default alias lo zoo:

Se mi è concesso, cerco di spiegare in qualche riga la questione ventilata dallo zoo degli appassionati del default in merito all'azzeramento del debito.
L'azzeramento del debito, è ipotesi ampiamente contemplata, e chiamasi appunto "default", che esso sia per impossibilità di ripagare il debito o per precisa volonta di non restituirlo.
Ora analizziamo nel dettaglio che cosa succede a fronte di un'ipotesi di questo tipo.
Il debito pubblico italiano (BOT e titoli di stato) è costituito da un 60% di investitori esteri e da un 40% italiani. Quindi l'immediata conseguenza è che tutti i milioni di vecchiette e/o famiglie che hanno messo i loro soldi sui BOT o CCT vedrebbero immediatamente azzerati i loro risparmi. Ma facciamo conto che siano complici dei terribili usurocrati di Bruxelles, quindi passiamo avanti e vediamo il resto.

Un'altra cosa che lo zoo ignora è che il debito anche a fronte di default non viene "azzerato" ma semplicemente congelato. E normalmente (vedasi Argentina et similia) viene ricontrattato negli anni successivi "scontato" di una percentuale diciamo del 60%.

Le conseguenze pero' non si fermano qui. A fronte del default, verremmo immediatamente (ed ovviamente) estromessi dall'Euro, con una conseguenza indesiderata che BEN POCHI considerano. Ovvero il debito PRIVATO.
Bene, ognuno di voi che ha contratto un mutuo qualunque o un prestito, lo ha contratto in Euro. Beh l'immediata conseguenza dell'uscita dall'area Euro è un deprezzamento della nuova moneta locale (Lira? Fiorino?) di almeno il 35% per essere buoni.
Ora, in tutti i contratti di mutuo o prestito il rischio di cambio e' a TOTALE carico dello stipulante.
Quindi il debito fatto, VA RESTITUITO IN EURO, e si incrementa di colpo del 35% con poi la successiva inflazione successiva.
Qualcuno pensa seriamente che gli stipendi con la nuova moneta si incrementino improvviamente del 35 - 40% ? ma che non mi facciano ridere.
Quindi la situazione finale che si configura è uno stato che effettivamente ha circa il 50% - 60% del debito proprio in meno, ma TUTTA la popolazione con le pezze al culo. Che si vede azzerati i risparmi PRIVATI e incrementati mostruosamente i debiti PRIVATI.
Che grande risultato per questi "tutori del poppolo" che si riempono la bocca di roboanti dichiarazioni e proclami senza avere la piu' pallida idea di quali terrificanti danni siano in grado di commettere con le loro teorie da gallinacei.
Che dicono i gallinacei? Nazionalizziamo anche tutte le banche private e azzeriamo anche il debito privato? E su quali basi?
E con quali soldi?

Spazzatura completa da "Se mi" a "quali basi?". Potevi risparmiarti questi 10 minuti per scrivere queste cazzate.

Innanzitutto su quale basi affermi con certezza l'uscita dall'area euro? Hai elementi su cui fondi questa certezza? Immagino di no se non il tuo sentimento personale. Ammettendo per certo che sia così cmq.

Innanzitutto i detentori dei titoli di stato sono per il 13,66% privati italiani nel 2005, il trend è in discesa da 20 anni dal 58,64% del 1991, quindi ho elementi per giudicare che nel 2008 sia ancora inferiore a questo 13,66%. Prima cazzata a differenza del fantasioso 40%.

L'indebitamento privato corrisponde al 30% del PIl, se anche il tuo 35% di svalutazione avvenisse, che corrisponde cmq ad uno straordinario impulso all'esportazioni come contropartita, arriverebbe al 41,66% del Pil.

Se anche vuoi restituire il 50% per motivi d'ordine pubblico, problema che probabilmente non si verificherebbe perchè una ristretta minoranza di cittadini ha titoli, riportando il debito/Pil al 60%, la somma dei due debiti, pubblico e privato, che verrebbero a crearsi è intorno al 102% a fronte del 151% che si configura quest'anno.

Ergo? Hai detto cazzate.

Morfeo
22-04-09, 23:25
Aumentano i fautori del default alias lo zoo:

Se mi è concesso, cerco di spiegare in qualche riga la questione ventilata dallo zoo degli appassionati del default in merito all'azzeramento del debito.
L'azzeramento del debito, è ipotesi ampiamente contemplata, e chiamasi appunto "default", che esso sia per impossibilità di ripagare il debito o per precisa volonta di non restituirlo.
Ora analizziamo nel dettaglio che cosa succede a fronte di un'ipotesi di questo tipo.
Il debito pubblico italiano (BOT e titoli di stato) è costituito da un 60% di investitori esteri e da un 40% italiani. Quindi l'immediata conseguenza è che tutti i milioni di vecchiette e/o famiglie che hanno messo i loro soldi sui BOT o CCT vedrebbero immediatamente azzerati i loro risparmi. Ma facciamo conto che siano complici dei terribili usurocrati di Bruxelles, quindi passiamo avanti e vediamo il resto.

Un'altra cosa che lo zoo ignora è che il debito anche a fronte di default non viene "azzerato" ma semplicemente congelato. E normalmente (vedasi Argentina et similia) viene ricontrattato negli anni successivi "scontato" di una percentuale diciamo del 60%.

Le conseguenze pero' non si fermano qui. A fronte del default, verremmo immediatamente (ed ovviamente) estromessi dall'Euro, con una conseguenza indesiderata che BEN POCHI considerano. Ovvero il debito PRIVATO.
Bene, ognuno di voi che ha contratto un mutuo qualunque o un prestito, lo ha contratto in Euro. Beh l'immediata conseguenza dell'uscita dall'area Euro è un deprezzamento della nuova moneta locale (Lira? Fiorino?) di almeno il 35% per essere buoni.
Ora, in tutti i contratti di mutuo o prestito il rischio di cambio e' a TOTALE carico dello stipulante.
Quindi il debito fatto, VA RESTITUITO IN EURO, e si incrementa di colpo del 35% con poi la successiva inflazione successiva.
Qualcuno pensa seriamente che gli stipendi con la nuova moneta si incrementino improvviamente del 35 - 40% ? ma che non mi facciano ridere.
Quindi la situazione finale che si configura è uno stato che effettivamente ha circa il 50% - 60% del debito proprio in meno, ma TUTTA la popolazione con le pezze al culo. Che si vede azzerati i risparmi PRIVATI e incrementati mostruosamente i debiti PRIVATI.
Che grande risultato per questi "tutori del poppolo" che si riempono la bocca di roboanti dichiarazioni e proclami senza avere la piu' pallida idea di quali terrificanti danni siano in grado di commettere con le loro teorie da gallinacei.
Che dicono i gallinacei? Nazionalizziamo anche tutte le banche private e azzeriamo anche il debito privato? E su quali basi?
E con quali soldi?

in caso di bancarotta non credo che l'europa abbia il coraggio e la convenienza e buttarci fuori dall'euro
a quel punto ci ritroveremmo con una moneta poco svalutata rispetto alla vecchia lire che potremmo tenere tenere artificialmente bassa come la moneta cinese, e grazie alla nostro tessuto industriale, la libera circolazione delle merci saremmo come una piccola cina nel cuore dell'eu e questo gli altri paesi non se lo potrebbero permettere






E dopo essere calato nel dopoguerra sotto la DC è risalito con il centro sinistra dal '65 a partire dalla nazionalizzazione dell'ENEL. :D

scusa e dopo il 65 la DC dove stava all'opposizione?





Innanzitutto i detentori dei titoli di stato sono per il 13,66% privati italiani nel 2005, il trend è in discesa da 20 anni dal 58,64% del 1991, quindi ho elementi per giudicare che nel 2008 sia ancora inferiore a questo 13,66%. Prima cazzata a differenza del fantasioso 40%.



a me risulta che metà si a italiani e altra metta all'estero
a link?

King Z.
23-04-09, 00:06
a me risulta che metà si a italiani e altra metta all'estero
a link?

http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/economia/crisi-4/mano-stranieri/mano-stranieri.html

Fuori_schema
23-04-09, 11:12
Spazzatura completa da "Se mi" a "quali basi?". Potevi risparmiarti questi 10 minuti per scrivere queste cazzate.

Innanzitutto su quale basi affermi con certezza l'uscita dall'area euro? Hai elementi su cui fondi questa certezza? Immagino di no se non il tuo sentimento personale. Ammettendo per certo che sia così cmq.

Innanzitutto i detentori dei titoli di stato sono per il 13,66% privati italiani nel 2005, il trend è in discesa da 20 anni dal 58,64% del 1991, quindi ho elementi per giudicare che nel 2008 sia ancora inferiore a questo 13,66%. Prima cazzata a differenza del fantasioso 40%.

L'indebitamento privato corrisponde al 30% del PIl, se anche il tuo 35% di svalutazione avvenisse, che corrisponde cmq ad uno straordinario impulso all'esportazioni come contropartita, arriverebbe al 41,66% del Pil.

Se anche vuoi restituire il 50% per motivi d'ordine pubblico, problema che probabilmente non si verificherebbe perchè una ristretta minoranza di cittadini ha titoli, riportando il debito/Pil al 60%, la somma dei due debiti, pubblico e privato, che verrebbero a crearsi è intorno al 102% a fronte del 151% che si configura quest'anno.

Ergo? Hai detto cazzate.

Detentori di Titoli di Stato italiani.
Anni 1991-1998-2005-2006-2007-Agosto 2008.
Fonte Supplemento al Boll.no statistico Bankitalia “Indicatori monetari e finanziari” n° 3 dell’12-1-2009). Valori percentuali.

DETENTORI 1991 1998 2005 2006 2007 Febb. 2008 Agosto 2008
Domestici 94,01 70,88 46,69 47,25 49,04 48,70 47,2
Non residenti 5,99 29,12 53,31 52,75 50,96 51,30 52,8

Chi è che dice le cazzate?

L'uscita dall'area Euro in caso di default è praticamente automatica. Informati prima di sparare boiate a casaccio.

Immanuel
23-04-09, 11:33
Ok, Kingzorc ha portato un link, ieri avevo dimenticato di mettere il mio, il suo è anche più aggiornato e ti mostra come il debito detenuto da famiglie è del 10% allo stato attuale. Tu non hai portato nulla. Tu parlavi di famiglie ed io ho risposto di famiglie. Ora hai cambiato la versione e parli di debito domestico, in cui includi gruppi assicurativi e bancari che operano anche all'estero che ne detengono il 40%.

L'uscita dall'area euro dell'Italia in caso di default, che sarebbe automatico, lo sai solo tu visto che precedenti in merito non ne ho, notizie normative certe neanche e continui a non mettere nessun link che confermi queste tue certezze. Ed in ogni caso sarebbe un danno più per l'Europa che per l'Italia, che svalutando la propria moneta ed approfittando della libera circolazione delle merci e di prezzi inferiori ai concorrenti, darebbe un enorme impulso al sistema industriale e turistico tutto a danno dei concorrenti europei, aumentando di balzo il proprio PPP in costante caduta da 15 anni a questa parte.

Continui a dir cazzate.

Il paziente è morto ormai, è inutile accanirsi per tenerlo attaccato alle macchine ancora un po', bisogna prenderne atto. Non è che auspico il default per sfizio, ma semplicemente ormai non c'è nulla da fare. Sarebbe egoistico rimandare il fardello alla generazione successiva invece di far assumere le responsabilità a questa generazione che ha creato questo debito insanabile. O cmq la generazione che ha votato la classe politica che l'ha creato.

-Duca-
23-04-09, 16:22
Ok, Kingzorc ha portato un link, ieri avevo dimenticato di mettere il mio, il suo è anche più aggiornato e ti mostra come il debito detenuto da famiglie è del 10% allo stato attuale. Tu non hai portato nulla. Tu parlavi di famiglie ed io ho risposto di famiglie. Ora hai cambiato la versione e parli di debito domestico, in cui includi gruppi assicurativi e bancari che operano anche all'estero che ne detengono il 40%.

L'uscita dall'area euro dell'Italia in caso di default, che sarebbe automatico, lo sai solo tu visto che precedenti in merito non ne ho, notizie normative certe neanche e continui a non mettere nessun link che confermi queste tue certezze. Ed in ogni caso sarebbe un danno più per l'Europa che per l'Italia, che svalutando la propria moneta ed approfittando della libera circolazione delle merci e di prezzi inferiori ai concorrenti, darebbe un enorme impulso al sistema industriale e turistico tutto a danno dei concorrenti europei, aumentando di balzo il proprio PPP in costante caduta da 15 anni a questa parte.

Continui a dir cazzate.

Il paziente è morto ormai, è inutile accanirsi per tenerlo attaccato alle macchine ancora un po', bisogna prenderne atto. Non è che auspico il default per sfizio, ma semplicemente ormai non c'è nulla da fare. Sarebbe egoistico rimandare il fardello alla generazione successiva invece di far assumere le responsabilità a questa generazione che ha creato questo debito insanabile. O cmq la generazione che ha votato la classe politica che l'ha creato.

quoto, meglio ora che il debito è al 105%, piuttosto che domani al 150..

dDuck
25-04-09, 21:01
bisognerebbe dimezzare gli stipendi degli statali ma figuriamoci se questi mollano un euro.

Che aumento gli ha dato il Brunetta quest'anno?

semmai diminuirne il numero

Morfeo
25-04-09, 22:51
semmai diminuirne il numero

:incav:
e dove li mettiamo per strada ?

Genideus
26-04-09, 00:17
Gli italiani se lo meritano. La prossima volta votino meglio.

John Orr
26-04-09, 18:36
In pratica questa crisi finanziaria la pagheremo noi i nostri figli e i nostri nipoti .

Non credo. Il debito pubblico farà fallire l'Italia entro una decina d'anni. Tranquillo.

Gigione
27-04-09, 12:24
27 aprile 2009
Moody's conferma la doppia A
all'Italia e ai suoi titoli di Stato
di Isabella Bufacchi



Il rating "Aa2" di Moody's sull'Italia e sui titoli di Stato italiani è saldamente a prova di crisi. La peggiore e più lunga recessione dal Dopoguerra non ha scalfito questa doppia "A" italiana che si traduce in un alto grado di affidabilità dello Stato nella sua capacità di ripagare tutti i debiti, puntualmente e integralmente. Assegnata da Moody's all'Italia nel maggio 2002, a distanza di sette anni questa "Aa2" mantiene le prospettive "stabili" in virtù della "forza economica italiana molto elevata" e nonostante "il peso del debito pubblico e i problemi strutturali" del Paese.

Sono questi i concetti principali contenuti nell'ultimo rapporto sull'Italia pubblicato oggi da Moody's, l'agenzia di rating che assegna il voto più alto allo standing creditizio dello Stato italiano, un gradino al di sopra della "AA-" di Fitch e due gradini sopra la "A+" di Standard & Poor's.
L'analisi sul rischio-Paese è un appuntamento che rientra nelle attività di routine delle agenzie di rating: tuttavia il tempismo di questo rapporto sull'Italia - un documento lungo 11 pagine fitto di numeri, previsioni e valutazioni che toccano tutti gli aspetti della vita economica, politica, sociale e finanziaria del Paese - consente a Moody's, nel contesto di una crisi caratterizzata da un impressionante grado di imprevedibilità, di dare le sue risposte alle preoccupazioni dei trader e degli investitori che detengono oltre 1.400 miliardi di BoT, CTz, CcT e BTp e che si interrogano continuamente sulla capacità dell'Italia di conservare i suoi rating mentre quelli di altri solidi Stati europei vengono declassati (Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia) o minacciati dalle retrocessioni. Per quanto riguarda Moody's, dunque, per ora la "Aa2" è solida con prospettive di medio termine stabili.

Questo rapporto sull'Italia è firmato da quattro analisti di peso: Alexander Kockerbeck (senior credit officer e primo analista per il rating sovrano italiano), Dietmar Hornung (senior analyst), Kristin Lindow (Regional credit officer for Europe and Africa) e Pierre Cailleteau (managing director). L'analisi si sofferma sulle grandi quattro aree tematiche che contribuiscono all'assegnazione del rating, in base alla metodologia di questa agenzia, con l'assegnazione all'Italia di un livello scelto tra cinque: molto alto, alto, moderato, basso, molto basso. Così la "Aa2"italiana ha una forza economica "molto alta"; un assetto istituzionale "alto"; una forza finanziaria del Governo "alta"; un'esposizione al rischio di eventi negativi "bassa".

Ecco i principali giudizi contenuti dell'analisi di Moody's

Forza economica – Molto alta ma con un'economia in recessione
•La forza economica dell'Italia è molto alta in virtù della diversificazione e delle dimensioni dell'economia e del reddito pro-capite degli italiani. Moody's ricorda che l'Italia è la settima economia al mondo e il quinto esportatore per volumi di beni manufatti (automobilistico, aerospaziale e difesa, meccanica di precisione, petrolchimica, armi da fuoco, elettricità, moda, lusso, alimentari), e gode di un settore turistico molto dinamico.

•Per Moody's, la forza economica dell'Italia è indebolita dalla perdita graduale di competitività: l'Italia nell'ultimo decennio è cresciuta "solo" a un tasso medio dell'1,2 per cento. Inoltre dli oneri e il finanziamento del debito pubblico assorbono gran parte del risparmio del Paese.

•Il mercato nero è molto esteso, non è rilevato statisticamente e quindi rende difficile la vera stima della ricchezza nazionale, secondo Moody's.

•Nonostante le riforme degli ultimi anni, le dinamiche della crescita economica continuano a essere frenate da numerose inefficienze: l'importazione di energia, l'alta pressione fiscale (resa più pesante dalla diffusa evasione fiscale), una crescita della produttività fiacca. Moody's sottolinea anche l'aggravante degli alti costi di lavoro per unità di prodotto "nonostante i livelli salariali modesti che a loro volta influiscono sui consumi".

•Il calo della competitività a livello internazionale dei prodotti italiani è accompagnato da un aumento abbastanza forte dei costi di produzione, dal 2001. Il tessuto industriale italiano dominato dalle Piccole e medie imprese è capace di grande flessibilità, riconoscono gli analisti di Moody's, ma è limito nella capacità di innovare: questo frena la crescita nella catena dei prodotti con alto valore aggiunto per affrontare la concorrenza dalle economie emergenti asiatiche che hanno costi salariali bassi.

•Le inefficienze della burocrazia ostruiscono la politica economica e il miglioramento del gap infrastrutturale, specialmente nel Sud del Paese dove permane il problema della criminalità organizzata.

•Anche Moody's prevede una contrazione dell'economia italiana nel 2009 e attribuisce questo calo non solo alla recessione su scala mondiale ma anche alle fragilità a livello nazionale: tra queste la mancanza di fiducia del consumatore e le condizioni di precarietà del lavoro della popolazione più giovane.

•Un fattore positivo sottolineato nel rapporto è rappresentato dal basso livello di indebitamento dei privati e l'alto tasso di risparmio delle famiglie: questo riduce il rischio di "deleveraging" (riduzione del debito) che per contro sta influendo negativamente sulle prospettive di crescita di molti altri Paesi industrializzati. Moody's cita come punto a favore delle risorse finanziarie dei privati il fatto che in Italia vi siano tra i 30 (Mef) e i 70 (Confindustria) miliardi di euro di crediti vantati dalle imprese nei confronti dello Stato.

•Lo spazio di manovra delle politiche fiscali per il Governo è limitato dalla situazione globale, dalla crisi economica e dalle dimensioni dello stock del debito pubblico. Moody's cita i 44 miliardi di euro del recente pacchetto di misure governative di stimolo, ricordando però che in parte erano già previste dalla Finanziaria 2009. La sfida per il Governo "è di sostenere la base industriale nel Nord del Paese, quella maggiormente colpita dalla crisi, e migliorare il flusso del credito bancario alle imprese". Il rapporto mette in chiaro che le banche italiane sono state meno colpite dalla crisi finanziaria internazionale (modello di business convervativo) ma restano comunque esposte al deterioramento dei crediti causato dalla recessione: sono valutati positivamente a questo riguardo i Tremonti-bond (che aumentano la capacità delle banche di erogare credito), l'estensione dell'attività della Cassa depositi e prestiti, gli incentivi per le auto, i nuovi investimenti dello Stato nelle infrastrutture.

•Secondo Moody's le banche italiane hanno un'esposizione limitata e altamente frammentata nei confronti dell'Est Europa.

•L'agenzia di rating non prevede che lo Stato italiano sarà chiamato a intervenire d'urgenza con piani massicci di salvataggio di banche (come è avvenuto invece negli Usa, in Irlanda, nel Regno Unito ndr.). Tuttavia, Moody's ci tiene a precisare che qualsiasi salvataggio sul sistema bancario italiano a carico dello Stato danneggerebbe le dinamiche del debito pubblico, che concede al Governo margini di manovra ristretti.

Forza istituzionale. Alta ma la governance e il sistema giudiziario sono carenze importanti.
•Tra le sfide importanti per l'Italia rilanciate dal rapporto-Moody's permane il miglioramento dell'efficienza della burocrazia nel Sud, considerato un passaggio obbligato per velocizzare lo sviluppo della Regione.

•Una maggiore efficienza del sistema giudiziario è altrettanto necessaria: la durata troppo lunga dei processi è un ostacolo all'applicazione dei diritti contrattuali.

•Moody's rileva una debolezza del sistema amministrativo italiano anche per quanto riguarda la politica dell'immigrazione, che "ha fallito nel promuovere l'integrazione" ed è sfociata in nuove tensioni sociali. "Una politica dell'immigrazione lungimirante è importante in un Paese come l'Italia che deve affrontare il calo della popolazione".

•Un'altra peculiarità del sistema Italia, secondo Moody's, continua a essere quella delle forti tensioni tra Governo e magistratura, risalenti al periodo di Mani Pulite e Tangentopoli.

• Quanto all'attuale Governo, Moody's ricorda che questa coalizione gode di una forte maggioranza alla Camera e al Senato, "una grande differenza" rispetto al precedente Governo Prodi. L'attuale opposizione, secondo Moody's è relativamente debole dopo le dimissioni di Walter Veltroni: nonostante la formazione del Partito Democratico, "le liti interne permangono".

Forza finanziaria del Governo. Alta ma pesa sempre il debito pubblico
•Il fattore principale che impedisce all'Italia di ottenere una promozione di rating dalla "Aa2" è l'alto livello del debito pubblico sopra il 100% del Pil abbinato alla mancanza di dinamismo economico e una popolazione in calo.

•Tra il 1970 e il 1990 il debito pubblico italiano è aumentato anche a causa del consociativismo. Il rapporto debito/Pil è migliorato per assicurare l'ingresso nell'Unione monetaria negli anni '90 ed è calato dal 120% al 104% del 2004: ma questo impulso al miglioramento si è affievolito dopo l'adesione all'euro. Il miglioramento dei conti pubblici italiani non ha tenuto il passo con quello di altri Stati con alto debito pubblico come il Belgio. Il surplus primario dell'Italia è calato dal 6% circa del 2000 a quasi zero nel 2005: scenderà all'1% del Pil nominale quest'anno e rimarrà sotto il 3% fino al 2011. Per Moody's questo livello di surplus primario non basta a compensare gli oneri per interessi sul debito vicini al 5% e un debole tasso di crescita del Pil. "Non si può escludere che i tassi d'interesse aumenteranno ancora a causa degli spread più elevati richiesti dal mercato sui titoli di Stato". In aggiunta, il rapporto ricorda che quest'anno l'Italia deve rinnovare 300 miliardi di debito in scadenza, al quale vanno sommati 60 miliardi di nuove emissioni di titoli di Stato in un mercato primario dei bond governativi nell'area dell'euro già molto affollato.

•Il deficit/Pil italiano quest'anno andrà oltre il 4% e si assesterà ad almeno il 3% nel seguente biennio: questo aumenterà dell'8% il debito/Pil che viaggiava al 106% nel 2008. Il deterioramento ciclico della dinamica del debito pubblico in Italia, durante questa crisi, è una conseguenza del calo delle entrate tributarie e di un aumento della spesa pubblica, due tendenze comunque in linea con quello che Moody's prevede accadrà anche in altri Paesi. Secondo le stime di questo rapporto, il consolidamento dei conti pubblici riprenderà in Italia nel 2011, ma solo se la crescita dovesse tornare in terreno positivo dopo una recessione di oltre il 3% quest'anno e una stagnazione nel 2010.

•Secondo Moody's la strada maestra per il miglioramento dei conti pubblici e il controllo sulle dinamiche del debito pubblico resta quella del contenimento della spesa pubblica, tenuto conto che le prospettive della crescita non sono buone. In questo contesto, il processo del federalismo fiscale secondo Moody's potrebbe contribuire ad aumentare il grado di responsabilizzazione e qualità della spesa pubblica: ma il trasferimento delle responsabilità dall'amministrazione centrale a quella locale dovrà essere accompagnato da controlli più rigidi di finanza pubblica.

•La crisi spinge l'Italia verso un'alteriore riforma delle pensioni, quanto mai necessaria. Secondo Moody's il sistema pensionistico italiano deve essere riformato perché è un capitolo di spesa che al 15% circa del Pil è già tra i più alti nei Paesi industrializzati. La riforma dell'età pensionabile può liberare risorse che dovrebbero essere riallocate per aiutare le generazioni più giovani a trovare un lavoro stabile. Per Moody's il problema della disoccupazione o sottoccupazione dei giovani è grave.

•In quanto dal rapporto debito/Pil, è previsto all'111% nel 2009 da Moody's, ben sopra la media del 72% stimata per l'Eurozona. Inoltre in termini di rapporto percentuale rispetto alle entrate dello Stato, il debito/Pil in Italia orbita attorno a quota 240%, ben sopra la media di 170% per la zona dell'euro nel 2010. L'alto debito pubblico assorbe in Italia, con gli oneri degli interessi, oltre il 10% delle entrate tributarie annuali contro il 6,7% in media nell'Eurozona. Ma la vulnerabilità causata dall'alto debito pubblico è attenuata, anche secondo Moody's, dal basso tasso di indebitamento dei privati.

isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

27 aprile 2009

Si si, tranquillo, tanto tra dieci anni chi ti trova più per darti del peracottaro?

Senti questa: tra 10 anni c'ho tre cazzi.

lizardking
30-05-10, 13:12
DIMEZZARE LO STIPENDIO DEGLI STATALI??? Cioè da 1200 a 600 euro??? Che ne direste di far pagare le tasse agli EVASORI, vera piaga italiana, invece? Pensa un po', poi si potrebbero persino RIDURRE LE TASSE!!!
Roba da pazzi, chi dice certe cose secondo me vive sulla luna. :paura: