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Augustinus
16-05-04, 13:30
Dal «Commento sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Cirillo di Alessandria, vescovo (Cap. 5, 5 - 6; PG 74, 942-943)

Chi ha il pegno dello Spirito e possiede la speranza della risurrezione, tiene come già presente ciò che aspetta e quindi può dire con ragione di non conoscere alcuno secondo la carne, di sentirsi, cioè, fin d'ora partecipe della condizione del Cristo glorioso. Ciò vale per tutti noi che siamo spirituali ed estranei alla corruzione della carne. Infatti, brillando a noi l'Unigenito, siamo trasformati nel Verbo stesso che tutto vivifica. Quando regnava il peccato eravamo tutti vincolati dalle catene della morte. Ora che è subentrata al peccato la giustizia di Cristo, ci siamo liberati dall'antico stato di decadenza.
Quando diciamo che nessuno è più nella carne intendiamo riferirci a quella condizione connaturale alla creatura umana che comprende, fra l'altro, la particolare caducità propria dei corpi. Vi fa cenno san Paolo quando dice: «Infatti anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così» (2 Cor 5, 16). In altre parole: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14), e per la vita di noi tutti accettò la morte del corpo. La nostra fede prima ce lo fa conoscere morto, poi però non più morto, ma vivo; vivo con il corpo risuscitato al terzo giorno; vivo presso il Padre ormai in una condizione superiore a quella connaturale ai corpi che vivono sulla terra. Morto infatti una volta sola non muore più, la morte non ha più alcun potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio (cfr. Rm 6, 8-9).
Pertanto se si trova in questo stato colui che si fece per noi antesignano di vita, è assolutamente necessario che anche noi, calcando le sue orme, ci riteniamo vivi della sua stessa vita, superiore alla vita naturale della persona umana. Perciò molto giustamente san Paolo scrive: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le vecchie cose sono passate, ecco ne sono nate di nuove!» (2 Cor 5, 17). Fummo infatti giustificati in Cristo per mezzo della fede, e la forza della maledizione è venuta meno. Poiché egli è risuscitato per noi, dopo essersi messo sotto i piedi la potenza della morte, noi conosciamo il vero Dio nella sua stessa natura, e a lui rendiamo culto in spirito e verità, con la mediazione del Figlio, il quale dona al mondo, da parte del Padre, le benedizioni celesti.
Perciò molto a proposito san Paolo scrive: «Tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante in Cristo» (2 Cor 5, 18). In realtà il mistero dell'incarnazione e il conseguente rinnovamento non avvengono al di fuori della volontà del Padre. Senza dubbio per mezzo di Cristo abbiamo acquistato l'accesso al Padre, dal momento che nessuno viene al Padre, come egli stesso dice, se non per mezzo di lui. Perciò «tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati mediante Cristo, ed ha affidato a noi il ministero della riconciliazione» (2 Cor 5, 18).

Augustinus
16-05-04, 13:33
De Trinitate, III, 17; II, 10.6. PL 10, 86. 54-56. 58-59.

Il nome Padre è stato rivelato agli uomini. Ma nasce la domanda: come si chiama questo Padre? Forse che prima di Cristo il nome di Dio era sconosciuto? Mosè lo udì dal roveto, la Genesi lo annunziò all'inizio della creazione del mondo, la Legge lo fece conoscere, i profeti lo divulgarono, gli uomini lo hanno avvertito presente nella storia di questo mondo; anche i pagani sotto false apparenze lo venerarono. Il nome di Dio, dunque, non era ignorato.

Invece sì, era assolutamente ignorato. Nessuno conosce Dio se non lo confessa come Padre, cioè Padre del Figlio unigenito, e come Figlio, cioè Figlio che non è parte o estensione o emanazione del Padre, ma è nato da lui in modo ineffabile e incomprensibile: come Figlio che procede dal Padre possiede in sé la pienezza della divinità dalla quale e nella quale è stato generato, con figlio vero, infinito, perfetto Dio. In questo consiste la pienezza della divinità. Se mancherà qualcuno di questi attributi, non esisterà più quella pienezza che a Dio era piaciuto abitasse in Cristo. Questo è il messaggio del Figlio, questa la rivelazione a coloro che l'ignorano. Allora veramente il Padre è glorificato per opera del Figlio, quando gli uomini lo riconoscono Padre di tanto Figlio.

Il Padre è quello da cui trae l'essere tutto ciò che esiste. Egli, in Cristo e mediante Cristo, è l'origine di tutte le cose. Ma egli ha in sé il suo essere, perché non trae da altri ciò che è, ma prende da sé e conserva in sé ciò che è. Egli è infinito, perché non è contenuto in alcuna cosa, ma tutte le cose contiene in sé; è eternamente sciolto dallo spazio, perché non può essere chiuso nello spazio; è eternamente anteriore al tempo, perché il tempo si misura da lui.

Corri avanti con l'immaginazione, se tu pensi che egli abbia un limite ultimo, là sempre lo troverai presente: infatti, per quanto tu proceda oltre, senza posa, resta sempre un limite ulteriore verso il quale procedere. Come a te è dato di inseguirlo sempre, così a lui è dato di essere infinito. Potrà venir meno la parola nei suoi confronti, ma non potrà essere circoscritta la sua natura.

Ancora una volta passa in rassegna le età trascorse, sempre lo troverai; verranno meno al tuo linguaggio le cifre per contare, ma non viene meno a Dio l'eternità dell'essere. Impegna il tuo intelletto e tenta con la mente di abbracciarlo come un tutto. Non riesci a circoscriverlo.

Dio è dappertutto e totalmente, ovunque egli sia. Così colui al di là del quale non c'è nulla e che possiede eternamente l'eternità, trascende i confini della conoscenza. Questa è la verità del mistero di Dio, questa l'essenza della natura imperscrutabile che ha nome Padre. Egli è un Dio invisibile, ineffabile, infinito: la parola, quando si propone di descriverlo, non può che tacere, il pensiero è vinto quando tenta di raggiungerlo, la ragione si sente prigioniera quando si sforza di definirlo.

C'è tuttavia, come abbiamo detto, un nome che designa la sua natura nella parola Padre, ma egli è un padre in senso assoluto. Infatti non ha ricevuto da altri, alla maniera degli uomini, la sua paternità. Egli è ingenerato ed eterno, in quanto ha eternamente in sé l'eternità. Solo dal Figlio è conosciuto, perché nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare; e nessuno conosce il Figlio se non il Padre. L'uno conosce l'altro reciprocamente e questa loro conoscenza vicendevole è perfetta.

Se è vero che nessuno conosce il Padre se non il Figlio, crediamo a riguardo del Padre ciò che ci ha rivelato il Figlio, il quale è il solo testimone attendibile.

Ascolta quanto la Scrittura dice del Padre ingenito e del Figlio unigenito. Ascolta: Il Padre è più grande di me; e anche: Io e il Padre siamo una cosa sola; ascolta ancora: Chi ha visto me, ha visto il Padre; Il Padre è in me e io nel Padre; ascolta: Sono uscito dal Padre; e poi: Il Figlio Unigenito che è nel seno del Padre; e poi: Tutto mi è stato dato dal Padre mio. Come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso.

Ascolta il Figlio, che è l'immagine, la sapienza, la virtù, la gloria di Dio e intendi lo Spirito Santo quando proclama: Chi potrà raccontare la sua generazione? Poni mente al Signore quando attesta: Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Addéntrati in questo segreto e tùffati nel mistero di questa nascita inspiegabile, fra il solo Dio ingenito e il Dio unigenito. Comincia, avanza, persisti: anche se so che tu non arriverai al fondo, tuttavia mi feliciterò che tu abbia preso l'avvio. Chi con animo amante si mette in via per l'infinito, anche se non arriverà mai alla mèta, trarrà profitto dal suo tentativo.

La nostra possibilità di intendere è circoscritta all'ambito dei passi scritturistici che abbiamo sopra citato.

Augustinus
16-05-04, 13:35
Homiliae genuinae, lib. II, hom. 7. PL 94, 164-166.

Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,24). Questo gaudio perfetto è la gioia della beatitudine celeste, la gioia della pace eterna. Non ci soffermeremo sui piaceri terreni con cui i reprobi si guadagnano una pena eterna; parleremo invece della gioia che pervade i santi al pensiero dei beni celesti proprio mentre affrontano per il Signore le tempeste di questa vita.

I santi hanno la gioia quando, sospinti dall'amore per i fratelli, imparano a rallegrarsi con quelli che sono nella gioia, e a piangere con quelli che sono nel pianto (Cf. Rm 12, 15). Tuttavia non è pieno il gaudio, che non è stabile in quanto si mescola con le lacrime. Invece la gioia è perfetta, quando, scevra da ogni pianto, è composta soltanto di note cantate assieme con chi è felice.

Quando Gesù afferma: Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena, è come se dicesse: "Non chiedete al Padre le gioie precarie del mondo che sono sempre punteggiate di tristezza e condannate a fine certa. Sollecitate piuttosto da lui quel gaudio incomparabile e così pieno che non è incrinato da nessuna inquietudine e la cui perennità non ha limite alcuno”.

In quel giorno chiederete nel mio nome. Il giorno che il Signore preannunzia può venir interpretato come l'entrata nella vita eterna, quando Cristo ci parlerà apertamente del Padre, o meglio ce lo mostrerà in piena luce.

L'apostolo Paolo allude a quell'ora quando scrive: Allora vedremo a faccia a faccia (1 Cor 13, 12).

Anche Giovanni dice: Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è (1 Gv 3, 2).

Ecco quello che chiedono gli eletti invocando il nome di Gesù: essi intercedono in favore della nostra fragilità, perché anche a noi tocchi di aver parte alla salvezza. Per il momento ne siamo ben distanti, mentre percorriamo la pista terrena, minata da insidie nemiche.

Gesù ha promesso di soddisfare in pieno la richiesta degli eletti, giacché ha affermato: In quel giorno chiederete nel mio nome. Notiamo la sottolineatura: In quel giorno, perché la preghiera degli eletti non sale dal buio delle tenebre, ma si libra in pieno giorno. Infatti i beati non intercedono dal fondo oscuro dell'afflizione, ove noi ci troviamo, ma nella luce gloriosa della pace eterna.

Io non vi dico che pregherò il Padre per voi. Nostro Signore Gesù Cristo possiede la duplice natura umana e divina e quando designa sé stesso, ora accenna alle sue prerogative divine, ora all'abbassamento della sua umanità.

In quanto possiede la potenza divina consostanziale al Padre, Gesù non prega in nostro favore, dato che gli spetta di esaudire le preghiere in unione con il Padre.

Invece, poiché ha assunto la natura umana, che presenta gloriosa davanti al Padre, Gesù si degna di intervenire in favore della nostra debolezza. Egli dice a Pietro, per esempio: Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede (Lc 22,32).

Nello stesso senso san Giovanni scrive: Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto (1 Gv 2,1).

Possiamo anche intendere in un altro modo la suddetta parola di Gesù: Io non vi dico che pregherò il Padre per voi. Notiamo che il Signore non usa il presente, ma il futuro: "pregherò". Infatti quando i santi siano stati accolti nell'abisso della pace celeste, non hanno più nulla da chiedere: la beatitudine che li inonda è tale da non poter venire aumentata.

Il Padre stesso vi ama poiché voi mi avete amato e avete creduto che io sono venuto da Dio.

Non dobbiamo comprendere questo versetto nel senso che l'amore e la fede dei discepoli precedano l'amore con cui il Padre ci ama, quasi che il merito umano sia prioritario rispetto ai doni della grazia divina.

San Paolo stronca ogni possibile equivoco quando scrive: Chi ha dato a Dio qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose (Rm 11,35-36).

In realtà, quella frase vuol dire che il Padre ci previene con un amore gratuito che sostiene a credere e ad amare il suo Figlio. Se conserveremo in cuore con affettuosa premura questa fede e questo amore il Padre ci ricompenserà con doni del suo amore ancora più sorprendenti.

Augustinus
01-05-05, 06:54
In rilievo

Augustinus :) :) :)

Augustinus
01-05-05, 07:03
Cristo ci ama e non ci vuole donare soltanto i suoi doni; anela donarci sé stesso. Però esige di essere pregato da noi, in modo che la sua misericordia risplenda quanto la sua giustizia. Elargire un dono eccellente straordinario munificentissimo a chi lo chiede è opera piuttosto della giustizia che della misericordia. Così è giusto che il povero, il quale nella sua miseria tende la mano, sia esaudito dal ricco. Dio è buono e giusto ad un tempo, e in lui queste due qualità sono sempre simultanee.
Figlioli, potete soppesare da soli quanto grande bontà sia andare in cerca, anzi procurarsi le occasioni per aver pietà e trovare motivi per essere giustamente misericordioso. Il Signore usa questa condotta in genere con tutti, per tacere di ciò che fa con molti individualmente. Egli ci persuade di chiedere nella preghiera, cioè ci invita a costringerlo ad essere con noi un donatore pieno di misericordia e di giustizia ad un tempo. Infatti il Signore "è ricco di misericordia verso quelli che lo invocano" (Ef 2, 4), non s'impoverisce quando dona, né diventa più ricco se oppone un rifiuto.

Perché non pensassimo che le nostre suppliche non sarebbero esaudite, il Signore aggiunge: "In verità, in verità vi dico". Con tale modo di esprimersi, che è quasi un giuramento, il Maestro vuole infonderci sicurezza, eccitare la nostra fiducia, farci credere che sarà impossibile un suo diniego su qualcosa salutare per noi o almeno non contrario al nostro bene e profitto spirituale.
La misura della nostra domanda dipende infatti dalla nostra fiducia. Perciò il Signore ci invita non solo a chiedere, ma anche a confidare. E' la fiducia che ottiene e riceve da Dio. Tant'è che l'apostolo Giacomo afferma: "Si chieda con fede, senza dubitare" (Gc 1, 6).
Vermiciattoli come siamo, che cosa oseremmo chiedere e sperare di ottenere se Dio stesso non ci ordinasse: Chiedete e otterrete ? Nello stesso tempo egli ci assicura che il Padre ci darà qualunque cosa chiederemo nel nome del Figlio. Infatti il vangelo afferma: "In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà".

Gesù vuole inculcare ai discepoli che qualunque dono desidereranno conseguire, lo devono chiedere nel suo nome; Cristo si fa mediatore tra il Padre e noi, anzi, desidera di essere riconosciuto come mediatore. Perciò dice: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14, 6). Meglio: nessuno potrà ricevere qualcosa da Dio se non nel suo nome.
Sotto il cielo non esiste altro nome dato agli uomini per mezzo del quale possiamo essere salvi, tranne il nome di Gesù. Però anche se può esserci molto soave scandire queste quattro lettere, non dobbiamo credere che tanta virtù sia insita di per sé nella parola. No, essa dipende dalla persona che porta quel nome. Quando preghiamo nel nome di Gesù, preghiamo in virtù di Colui che così si chiama, cioè per mezzo di chi per noi si è incarnato, fu preso, flagellato, crocifisso e che sulla croce spirò.
Dunque il Signore Gesù vuole dire qui: Sarà esaudito chi chiede in nome mio, cioè per la forza e i meriti della mia passione e delle mie virtù. Ecco perché la liturgia conclude quasi tutte le orazioni con la formula: Per il nostro Signore Gesù Cristo, vale a dire per la virtù e i meriti del Signore nostro Gesù Cristo.

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. In questa vita la nostra felicità non è mai completa, però possiamo esclamare con il salmista: "Mi sazierò quando apparirà la sua gloria" (Sal 16, 15). Chiedete perciò il gaudio che è totale, che appaga tutti i desideri, che colma d'ogni bene, che nessuno vi potrà togliere, perché si trova solo in Dio e nella beatitudine eterna. Con tali parole Cristo si studia di infonderci fiducia, di darci speranza a chiedere il meno, dato che ci comanda di invocare il più, anzi il massimo.
Tutto è piccola cosa senza domani in confronto della felicità eterna. Se il Signore non volesse esaudirci, non ci ordinerebbe di chiedere la beatitudine promessa in dono. Allora possiamo star sicuri di essere esauditi da lui in tutto il resto, che vale molto meno. Tanto più che è così lontana la possibilità che egli ci rimproveri di presunzione nel chiedere grandi cose.
Ed ecco crescere ancora la nostra fiducia quando Gesù ci confida: Il Padre stesso vi ama. Come se dicesse: Non siate mai svogliati a chiedere, dato che il Padre mio, proprio lui, vi ama. E tale amore non gli permette mai di tollerare con fastidio le vostre preghiere. Anzi, convincetevi piuttosto che nulla vi negherà, perché vi ama.

Augustinus
20-05-06, 13:15
Pasqua di Resurrezione (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=155446)

IV Domenica dopo Pasqua (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=162577)

Ascensione del Signore al Cielo (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=165437)

Lunedì delle Rogazioni - Lunedì della V Settimana dopo Pasqua (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=344262)

Augustinus
21-05-06, 09:05
Da dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, 198-201

QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA *

La quinta domenica dopo Pasqua nella Chiesa Greca è chiamata domenica del cieco nato, perché vi si legge il racconto del Vangelo in cui è riportata la guarigione di quel cieco. La chiamano pure domenica dell'Episozomene, che è uno dei nomi con cui i Greci designano il mistero dell'Ascensione, la cui solennità, da loro come da noi, interrompe il corso di questa settimana liturgica.

EPISTOLA (Gc 1,22-27). - Carissimi; Mettete in pratica la parola, non l'ascoltate soltanto, ingannando voi stessi; perché, se uno ascolta la parola e non la mette in pratica è simile ad un uomo che considera il nativo suo volto in uno specchio e, appena s'è mirato, se ne va e dimentica subito qual fosse. Chi invece considera la legge perfetta di libertà e persevererà in essa, non come chi ascolta e dimentica, ma come chi mette in pratica, egli sarà beato nel suo operare. Se uno crede di essere religioso senza frenare la propria lingua, seduce il proprio cuore, e la sua religione è vana. La religione pura e immacolata presso Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle loro tribolazioni e conservarsi puro da questo mondo.

Gli obblighi della nostra nuova vita.

Il Santo Apostolo, del quale abbiamo or ora ascoltato i consigli, aveva ricevuto gl'insegnamenti dallo stesso Salvatore risorto; non dobbiamo quindi essere meravigliati del tono di autorità col quale ci parla. Gesù si era degnato anche di accordargli una delle sue particolari manifestazioni: ciò che ci dimostra l'affetto di cui onorava questo Apostolo, al quale lo legavano vincoli di sangue per parte di sua Madre, che pure si chiamava Maria. Abbiamo visto questa santa donna recarsi al sepolcro, con Salome sua sorella e la Maddalena. Giacomo il Minore è veramente l'Apostolo del Tempo pasquale, là dove tutto ci parla della vita nuova che dobbiamo condurre con Cristo risuscitato. È l'Apostolo delle opere, ed è lui che ci ha trasmesso quella massima fondamentale del cristianesimo con la quale c'insegna che, se la fede è prima di ogni altra cosa necessaria al cristiano, questa virtù, senza le opere, rimane una fede morta, che non potrebbe salvarlo.

Egli oggi insiste sull'obbligo che abbiamo di coltivare in noi stessi lo studio della verità che una volta abbiamo compreso, e di tenerci in guardia contro quella dimenticanza colpevole che causa tanti danni nelle anime imprudenti. Tra coloro nei quali si è compiuto il mistero pasquale, vi saranno alcuni che non persevereranno; e capiterà loro questa disgrazia perché si abbandoneranno al mondo invece di usarlo come se non l'usassero (1Cor 7,31). Ricordiamoci sempre che dobbiamo camminare in una nuova vita, imitando quella di Gesù risorto che non può più morire.

VANGELO (Gv 16,23-30). - In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: in verità in verità vi dico: qualunque cosa domanderete al Padre in nome mio ve lo concederà. Fino ad ora non avete chiesto nulla in nome mio: chiedete ed otterrete, affinché la vostra gioia sia piena. Queste cose io v'ho dette per vie di paragoni. Ma sta per venire l'ora in cui non vi parlerò più in paragoni; ma apertamente vi darò conoscenza del Padre. In quel giorno chiederete in nome mio, e non vi dico che io pregherò il Padre per voi: perché il Padre stesso vi ama, avendo voi amato me e creduto che io sia uscito dal Padre.

Partito dal Padre son venuto nel mondo, or lascio il mondo e torno al Padre. Gli dissero i suoi discepoli; ora si che parli chiaro e non usi nessun paragone. Ora conosciamo che tu sai tutto, e non hai bisogno che alcuno t'interroghi, e per questo crediamo che sei venuto da Dio.

L'addio di Cristo.

Quando il Salvatore nell'ultima Cena annunciò agli Apostoli la sua prossima dipartita, essi erano ancora ben lungi dal comprendere tutto ciò che volesse dire. La loro fede si limitava a credere che egli era "venuto da Dio". Era una fede assai debole, e durò ben poco. Ma nei giorni attuali, stretti al Maestro risorto, illuminati dalla sua parola, essi sanno meglio chi sia. Il momento è venuto in cui egli "non parla loro più con parabole"; abbiamo visto quali insegnamenti ha dato loro, come li prepara a divenire i dottori del mondo. E adesso possono dirgli: "o Maestro, voi siete veramente venuto da Dio". Ma è proprio per questo che ora comprendono meglio la perdita che li minaccia; sentono il vuoto immenso che provocherà la sua assenza. Gesù comincia a raccogliere i frutti che la sua divina bontà ha seminato in essi e che ha atteso con ineffabile pazienza. Se, al Cenacolo, il Giovedì santo, li ha già felicitati per la loro fede, adesso che l'anno visto risuscitato, che l'hanno compreso, meritano ben altrimenti i suoi elogi, poiché sono divenuti più saldi e più fedeli. "Il Padre vi ama, diceva Egli allora, perché voi avete amato me"; quanto il Padre deve amarli di più adesso, che il loro amore si è così accresciuto! Quale speranza deve darci questa parola! Prima di Pasqua, noi pure amavamo debolmente il Salvatore, eravamo titubanti nel suo servizio; ma adesso che siamo stati istruiti da lui, nutriti dai suoi misteri, possiamo sperare che il Padre ci ami; poiché anche noi amiamo di più, amiamo meglio il suo Figliolo. Questo divino Redentore c'invita a domandare al Padre, in suo nome, tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E, prima di ogni altra cosa, la perseveranza nello spirito della Pasqua; insistiamo per ottenerlo e offriamo a questa intenzione la Vittima sacrosanta che tra pochi istanti verrà presentata sull'altare.

PREGHIAMO

O Dio, da cui procede ogni bene, concedi a noi, supplichevoli, di pensare, per la tua ispirazione, ciò che è retto e, sotto la tua direzione, di praticarlo.

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NOTE

* A seguito della riforma liturgica, quella che è attualmente la VI Domenica di Pasqua era la V.

Augustinus
12-05-07, 17:22
In rilievo

Aug. :) :) :)

Diaconus
12-05-07, 18:27
sempre utile... a noi poveri mortali... grazie

Augustinus
12-05-07, 18:31
Non c'è pace del cuore senza Dio, riconosce il predicatore del Papa

Commento di padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap., al Vangelo domenicale

ROMA, venerdì, 11 maggio 2007 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il commento di padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap. – predicatore della Casa Pontificia – alla liturgia di questa domenica, VI di Pasqua.

* * *

VI DO LA MIA PACE

VI Domenica di Pasqua

Atti 15, 1-2.22-29; Apocalisse 21, 10-14.22-23; Giovanni 14, 23-29

"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dá il mondo, io la do a voi". Di quale pace parla Gesù in questo brano evangelico? Non della pace esterna consistente nell'assenza di guerre e conflitti tra persone o nazioni diverse. In altre occasioni egli parla anche di questa pace; per esempio quando dice: "Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio". Qui parla di un'altra pace, quella interiore, del cuore, della persona con se stessa e con Dio. Lo si capisce da quello che aggiunge subito appresso: "Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore". Questa è la pace fondamentale, senza la quale non esiste nessun'altra pace. Miliardi di gocce di acqua sporca non fanno un mare pulito e miliardi di cuori inquieti non fanno un'umanità in pace.

La parola usata da Gesù è shalom. Con essa gli ebrei si salutavano, e tuttora si salutano, tra loro; con essa salutò lui stesso i discepoli la sera di Pasqua e con essa ordina di salutare la gente: "In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa" (Lc 10, 5-6).

Dobbiamo partire dalla Bibbia per capire il senso della pace che dona Cristo. Nella Bibbia shalom dice più che la semplice assenza di guerre e di disordini. Indica positivamente benessere, riposo, sicurezza, successo, gloria. La Scrittura parla addirittura della "pace di Dio" (Fil 4,7) e del "Dio della pace" (Rom 15,32). Pace non indica dunque solo ciò che Dio dà, ma anche ciò che Dio è. In un suo inno, la Chiesa chiama la Trinità "oceano di pace".

Questo ci dice che quella pace del cuore che tutti desideriamo non si può ottenere mai totalmente e stabilmente senza Dio, fuori di lui. Dante Alighieri ha sintetizzato tutto ciò in quel verso che alcuni considerano il più bello di tutta la Divina Commedia: "E 'n la sua volontate è nostra pace".

Gesù fa capire che cosa si oppone a questa pace: il turbamento, l'ansia, la paura: "Non sia turbato il vostro cuore". Facile a dirsi!, obbietterà qualcuno. Come placare l'ansia, l'inquietudine, il nervosismo che ci divora tutti e ci impedisce di godere un po' di pace? Alcuni sono per temperamento più esposti di altri a queste cose. Se c'è un pericolo lo ingigantiscono, se c'è una difficoltà la moltiplicano per cento. Tutto diventa motivo di ansia.

Il Vangelo non promette un toccasana per questi mali; in certa misura essi fanno parte della nostra condizione umana, esposti come siamo a forze e minacce tanto più grandi di noi. Però un rimedio lo indica. Il capitolo da cui è tratto il brano evangelico di oggi comincia così: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me" (Gv 14, 1). Il rimedio è la fiducia in Dio.

Dopo l'ultima guerra, fu pubblicato un libro intitolato Ultime lettere da Stalingrado. Erano lettere di soldati tedeschi prigionieri nella sacca di Stalingrado, partite con l'ultimo convoglio prima dell'attacco finale dell'esercito russo in cui tutti perirono. In una di queste lettere, ritrovate a guerra finita, un giovane soldato scriveva ai genitori: "Non ho paura della morte. La mia fede mi dà questa bella sicurezza!"

Adesso sappiamo cosa ci auguriamo a vicenda, quando stringendoci la mano, ci scambiamo, nella Messa, l'augurio della pace. Ci auguriamo l'un l'altro benessere, salute, buoni rapporti con Dio, con se stessi e con il prossimo. Insomma di avere il cuore ricolmo della "pace di Cristo che sorpassa ogni intelligenza".

Fonte: Zenit, 11.5.2007 (http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=11632)

Augustinus
26-04-08, 18:33
SERMONE XXVI. - PER LA DOMENICA V. DOPO PASQUA

Condizione della preghiera.

Petite et accipietis (Ioan. 16, 24).

Nel sermone trigesimonono dimostrerò quanto è necessaria a noi la preghiera, e quanto ella è efficace per ottenerci tutte le grazie che possono giovarci a conseguire la salute eterna: Omnipotens est oratio, scrisse s. Cipriano, et una cum sit omnia potest. E l'Ecclesiastico disse che niuno mai ha chiamato Dio in aiuto, e Dio l'ha disprezzato col non esaudirlo: Quis invocavit eum, et despexit illum (Eccl. 2, 12)? No, questo non può succedere, perché il Signore ha promesso di esaudir chi lo prega: Petite et accipietis. Ma ciò s'intende quando lo prega, come dee pregarlo. Molti pregano, ma perché malamente pregano perciò non ottengono le grazie che desiderano: Petitis et non accipitis, eo quod male petatis (Iac. 4, 3). Per pregare come si dee, dobbiam pregare

Punto I. Con umiltà;

Punto II. Con confidenza;

Punto III. Con perseveranza.

PUNTO I. Si dee pregare con umiltà.

Scrisse s. Giacomo che Iddio non esaudisce le preghiere de' superbi: Deus superbis resistit, humilibus autem dat gratiam (Iac. 4, 6). Egli non può soffrire i superbi, alle loro preghiere resiste e non le sente. Avvertano ciò quei superbi che confidano nelle loro forze, e si stimano migliori degli altri; sappiano che le loro preghiere saranno ributtate dal Signore.

All'incontro il Signore non fa partire da sé le preghiere degli umili senza esaudirle: Oratio humiliantis se nubes penetrabit, et non discedet donec Altissimus aspiciat (Eccl. 35, 21). E Davide scrisse: Respexit Deus in orationem humilium (Psal. 101, 18). La preghiera di chi si umilia penetra i cieli, e non si parte finché Dio la guardi e l'esaudisca: Humilias te, Deus venit ad te, dice s. Agostino: exaltas te, Deus fugit a te. Quando tu ti umilii Dio stesso da sé viene ad abbracciarti; ma se ti esalti e vanti della tua sapienza, delle tue azioni, allora Dio fugge da te e ti abbandona a te stesso.

Anche i peccatori che sono stati più dissoluti, quando si pentono di cuore de' loro peccati e si umiliano dinanzi a Dio, confessandosi indegni di ricevere ogni grazia, Dio non sa disprezzarli: Cor contritum et humiliatum Deus non despicies (Psal. 50, 19). Passiamo a parlare degli altri punti, ove sono molte cose da dire.

PUNTO II. Si dee pregare con confidenza.

Nullus speravit in Domino et confusus est (Eccl. 2, 11). Oh che bel coraggio danno a' peccatori queste parole! Abbiano essi commesse le iniquità più enormi, sentano quel che loro dice lo Spirito santo: Nullus speravit in Domino et confusus est; non vi è stato mai alcuno che abbia riposta la sua confidenza nel Signore e sia restato abbandonato. Chi lo prega con confidenza ottiene tutto ciò che dimanda: Omnia quaecumque orantes petitis, credite quia accipietis et evenient vobis (Marc. 11, 24). Quando le grazie che cerchiamo son grazie spirituali, utili all'anima, crediamo sicuramente di ottenerle, e certamente le otterremo. Perciò il Salvatore ci insegnò che domandando noi le grazie a Dio, non lo chiamiamo con altro nome che di Padre, Pater noster, acciocché ricorriamo a lui con quella confidenza, con cui ricorre un figlio ad un padre che l'ama.

Or attesa la promessa di Gesù Cristo di esaudir chi lo prega, chi può temere, scrive s. Agostino, che abbia a mancargli ciò che gli promette la stessa verità? Quis falli metuet, dum promittit veritas? Forse Iddio, dice la Scrittura, è simile agli uomini che promettono e poi non attendono, o perché nel promettere mentiscono, o perché dopo di aver promesso mutano intenzione? Non est Deus quasi homo, ut mentiatur, nec ut filius hominis ut mutetur; dixit ergo, et non faciet (Num. 23, 19)? Il nostro Dio non può mentire, perché è la stessa verità, né può mutarsi, perché quanto egli dispone tutto è giusto e santo.

E perché molto desidera il nostro bene, perciò con tanta premura ci esorta ed inculca a domandare le grazie che ci bisognano: Petite et dabitur vobis: quaerite et invenietis: pulsate et aperietur vobis (Matth. 7, 7). E perché mai, dice s. Agostino, tanto ci esorterebbe il Signore a cercargli le grazie, se non avesse la volontà di darcele? Non nos hortaretur ut peteremus, nisi dare vellet (De Verb. Dom. serm. 5). Tanto più che colla promessa fatta egli si è obbligato ad esaudire le nostre preghiere, con darci quel che gli domandiamo con confidenza di ottenerlo: Promittendo debitorem se fecit (S. Aug. ibid. serm. 2).

Ma, dice taluno, io ho poca confidenza in Dio, perché son peccatore; troppo gli sono stato ingrato, e perciò vedo che non merito di essere esaudito. Ma gli fa sapere s. Tomaso che le nostre preghiere in impetrare le grazie non si appoggiano ai nostri meriti, ma alla divina misericordia: Oratio in impetrando non innititur nostris meritis, sed soli divinae misericordiae (2. 2, qu. 178, a. 2, ad 1). Sempre che noi gli chiediamo cose utili alla nostra eterna salute e lo preghiamo con confidenza, Iddio ci esaudisce. Ho detto cose utili alla salute, perché altrimenti se son cose che nuocono all'anima, il Signore non ci esaudisce né può esaudirci. Per esempio, se uno volesse vendicarsi di qualche ingiuria o volesse tirare a fine un affare di offesa a Dio, e lo pregasse a dargli aiuto, allora il Signore non lo sente, poiché allora, dice il Grisostomo, questo temerario nella stessa sua preghiera l'offende; non lo prega, ma in certo modo lo delude: Qui orat et peccat, non rogat Deum, sed eludit (Hom. 11, in Matth. 6).

Così ancora, se tu domandi il divino soccorso e vuoi che il Signore ti aiuti, bisogna che non vi metti un qualche impedimento che ti renda indegno di essere esaudito: come per esempio, se tu pregassi Dio a darti forza di non ricadere in quel peccato, e frattanto non vuoi toglier l'occasione del peccato, non vuoi astenerti di andare a quella casa, non allontanarti da quell'oggetto o da quel compagno cattivo; allora, se preghi, Iddio non ti ascolta, e perché? Opposuisti nubem tibi ne transeat oratio (Thren. 3, 44). Se poi ricadi, non ti lagnare di Dio dicendo: io ho pregato il Signore a darmi forza di non cadere, ma egli non mi ha esaudito. Ma tu non vedi che non togliendo l'occasione hai frapposta una densa nuvola, colla quale hai impedito alla tua preghiera ne transeat, che non passasse a farsi udire da Dio?

Di più dee avvertirsi che la promessa di Gesù Cristo di esaudir chi lo prega non s'intende fatta per tutte le grazie temporali che noi gli cerchiamo, come sono il vincer quella lite, il fare una buona raccolta, l'esser liberato da quell'infermità o da quella persecuzione; queste grazie anche le concede Iddio quando è pregato, ma solo quando elle sono utili alla salute spirituale; altrimenti le nega, e le nega perché ci ama, vedendo che tali grazie sarebbero per noi disgrazie che ci nuocerebbero all'anima. Dice s. Agostino: Quid infirmo sit utile magis novit medicus, quam aegrotus (Tom. 3, c. 212). E soggiunge che Dio nega ad alcuno per misericordia quel che concede ad un altro per castigo: Deus negat propitius, quae concedit iratus. Perciò s. Giovanni Damasceno scrisse che alle volte quando noi non otteniamo le grazie che cerchiamo, allora meglio le riceviamo, essendo meglio per noi l'esserci quelle negate, che concesse: Etiam si non accipias, non accipiendo accepisti, interdum enim non accipere, quam accipere satius est (Paral. l. 3, c. 15). Spesso noi cerchiamo il veleno che ci uccide. Quanti se avessero finita la vita loro in quell'infermità o povertà che pativano, si sarebbero salvati: ma perché hanno ricuperata la sanità, o perché sono stati abbondantemente provveduti di robe e di dignità, sono cresciuti in superbia, si sono scordati di Dio, e così si sono dannati! Perciò ci esorta il Grisostomo: Orantes in eius potestate ponamus, ut nos illud petentes exaudiat, quod ipse nobis expedire cognoscit (Hom. 15, in Matth.). Le grazie temporali dunque noi dobbiamo chiederle a Dio sempre colla condizione se giovano all'anima.

All'incontro, quando sono grazie spirituali, come sono il perdono de' peccati, la perseveranza nel bene, l'amore di Dio, la luce per accettare la sua divina volontà; queste dobbiamo cercarle assolutamente, con ferma speranza di ottenerle: Si vos, cum sitis mali, nostis bona data dare filiis vestris, quanto magis Pater vester de coelo dabit spiritum bonum petentibus se (Luc. 11, 13)? Dice Gesù Cristo: se voi che siete così attaccati alle vostre robe, non sapete negare a' vostri figli i beni che vi sono stati dati da Dio, quanto più il vostro Padre celeste (che in se stesso è infinitamente ricco, e desidera più esso di farci bene che noi di riceverlo) darà lo spirito buono, cioè il pentimento delle colpe, il divino amore, la rassegnazione al divino volere, a chi glielo domanda? Quando Deus negabit, dice s. Bernardo, petentibus, qui etiam non petentes hortatur ut petant (Serm. 2, de s. Andr.)? Come Dio potrà negare le grazie giovevoli alla salute a coloro che le chiedono, mentr'egli esorta a chiederle anche coloro che non le domandano?

Né allora che vien pregato il Signore, va cercando se chi prega sia giusto o peccatore; egli ha detto generalmente per tutti: Omnis enim qui petit, accipit (Luc. 11, 10). Commenta l'autore dell'opera imperfetta, e dice: Omnis, sive iustus sive peccator sit (Hom. 18). E Gesù Cristo per animarci a pregare ed a cercare con gran confidenza queste grazie spirituali, ci disse: Amen, amen dico vobis, si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis (Ioan. 16, 23). Come dicesse: peccatori, se voi non avete merito di ottener le grazie, l'ho ben io appresso mio Padre; cercate dunque in nome mio, cioè per i meriti miei, ed io vi prometto che otterrete quanto dimandate.

PUNTO III. Si dee pregare con perseveranza.

Sopra tutto bisogna pregare perseverantemente sino alla morte, senza cessar mai di pregare. Ciò significano quelle scritture che dicono: Oportet semper orare (Luc. 18, 1). Vigilate itaque, omni tempore orantes (Luc. 21, 36). Sine intermissione orate (1 Thess. 5, 17). Quindi ci ammonisce l'Ecclesiastico dicendo: Non impediaris orare semper (Eccl. 18, 22). E vuol dire che non solo noi sempre dobbiamo pregare, ma dobbiamo anche attendere a togliere le occasioni che c'impediscono il pregare, perché lasciando di pregare resteremo privi degli aiuti divini, e saremo vinti dalle tentazioni. La perseveranza in grazia di Dio è dono tutto gratuito che da noi non può meritarsi, come dichiarò il concilio di Trento (Sess. 6, c. 13), ma dice s. Agostino che questo dono può meritarsi colle preghiere, cioè si ottiene pregando: Hoc Dei donum suppliciter emereri potest, idest supplicando impetrari (De dono persev. cap. 6). Onde scrisse il cardinal Bellarmino che la grazia della perseveranza Quotidie petenda est, ut quotidie obtineatur: dee cercarsi ogni giorno, altrimenti in quel giorno che lasceremo di chiederla, cadremo in peccato.

Se vogliamo dunque perseverare e salvarci, perché senza la perseveranza niuno si salva, bisogna che continuamente preghiamo. La nostra perseveranza sino alla morte dipende non da un solo soccorso, ma da mille soccorsi che in tutta la nostra vita speriamo ottenere da Dio per conservarci nella sua grazia: or a questa catena di soccorsi divini bisogna che corrisponda anche una catena di nostre preghiere, senza le quali il Signore ordinariamente non dispensa le grazie: se noi spezzeremo questa catena delle preghiere, e lasceremo di pregare, si spezzerà ancora la catena degli aiuti divini, e perderemo la perseveranza. Disse Gesù Cristo a' suoi discepoli, come abbiamo in s. Luca (Cap. 11, ex vers. 5): se ad alcuno di voi viene di notte a trovarlo un amico che gli dice: dammi in prestito tre pani, perché è giunto in mia casa un certo mio conoscente e non ho che dargli; esso gli risponderà: ora sto a letto è chiusa la porta non posso alzarmi. Ma se colui seguisse a bussar la porta, e non volesse partirsi, finalmente, non già per causa dell'amicizia, ma per la di lui importunità si alzerà e gli darà tutti i pani che tiene: Etsi non dabit illi surgens, eo quod amicus eius sit, propter improbitatem tamen eius surget, et dabit illi quotquot habet necessarios (Luc. 11, 8). Or se quegli darebbe all'amico i suoi pani per la di lui importunità; quanto magis, dice s. Agostino, dabit Deus qui hortatur ut petamus, cui displicet si non petamus? Quanto più il Signore, se siamo perseveranti a pregare, ci darà le sue grazie, mentr'egli stesso ci esorta a cercarle, e gli diamo disgusto se non gliele cerchiamo?

Gli uomini s'infastidiscono in sentirsi chiedere più volte importunamente una cosa; ma Iddio ci esorta a replicar le preghiere, e non s'infastidisce, ma si compiace di vedersi replicatamente pregato. Scrive Cornelio a Lapide (In Luc. 11) che il Signore vult nos esse perseverantes in oratione, usque ad importunitatem: vuole che siamo importuni nel domandargli le grazie. E prima lo scrisse s. Girolamo (In c. 11, Luc.): Haec importunitas apud Dominum opportuna est. Ciò significano quelle sue replicate parole, che soggiunge s. Luca (11, 9): Petite et accipietis; quaerite et invenietis; pulsate et aperietur vobis. Bastava l'aver detto petite, ma no, volle aggiungere, quaerite, pulsate: poiché volle con ciò farci intendere che noi in tutta la nostra vita dobbiamo fare, nel domandare le grazie, come fanno i mendicanti che sono importuni nel domandare le limosine; e benché licenziati, non lasciano di gridare, di bussare le porte e d'insistere a chiederle, finché non le ricevano.

Se dunque vogliamo la perseveranza da Dio, bisogna che siamo sempre importuni in domandargliela, quando ci leviamo nella mattina, quando facciamo la meditazione, quando udiamo la messa, quando visitiamo il ss. sacramento, quando andiamo a letto la sera, e specialmente poi quando siamo tentati dal demonio a commettere qualche peccato; sicché dobbiamo star sempre colla bocca aperta a pregare e dire: Signore, aiutatemi, assistetemi, datemi luce, datemi forza, tenetemi le mani sopra, non mi abbandonate. Bisogna far forza a Dio: Haec vis grata Deo, dice Tertulliano, questa forza che facciamo a Dio colle nostre preghiere, non lo tedia, ma gli piace e la gradisce. Soggiunge s. Gio. Climaco: Oratio pie Deo vim infert; le nostre orazioni costringono il Signore, ma con suo piacere, a farci le grazie che noi gli domandiamo. E perché egli molto si compiace di vedere onorata la sua divina Madre, perciò, come dice s. Bernardo, vuole che tutte le grazie che noi riceviamo, passino per mano di lei, quindi consiglia il santo: Quaeramus gratiam, et per Mariam quaeramus; quia mater est et frustrari non potest (S. Bern. de Aquaed.). Quando noi per qualche grazia ci raccomandiamo a Maria, ella benignamente ci ascolta e prega per noi, e le preghiere di Maria non hanno mai ripulsa.

Fonte: S. Alfonso M. De' Liguori, Sermoni compendiati per tutte le domeniche dell'anno, Sermone sulla V Domenica dopo Pasqua, Napoli, 1771, ora in OPERE ASCETICHE, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, a cura di Pier Giacinto Marietti, Vol. III, Torino, 1880, pp. 455-460 (http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/__P31T.HTM)

Holuxar
06-05-18, 16:47
6 MAGGIO 2018: sesto giorno di Maggio Mese Mariano, terzo giorno della novena di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di Fatima, DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO; SAN GIOVANNI, Apostolo ed Evangelista, DAVANTI LA PORTA LATINA e QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA…


«QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA»
Guéranger, L'anno liturgico - Quinta Domenica dopo Pasqua (http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm

«6 MAGGIO SAN GIOVANNI DAVANTI LA PORTA LATINA»
Guéranger, L'anno liturgico - 6 maggio. San Giovanni davanti la Porta Latina (http://www.unavoce-ve.it/pg-6mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-6mag.htm




«"O mi Iesu, dimitte nobis debita nostra, libera nos ab igne Inferni, perduc in Caelum omnes animas, praesertim illas quae maxime misericordiae tuae indigent. Amen".»
«Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. Amen".»


Maggio mese di Maria: 6° giorno - L'Inferno (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-6-giorno/)
http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-6-giorno/


https://www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/05/Novena-alla-Madonna-di-Fatima.pdf
“13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
Novena di preparazione DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO.
Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”


https://www.facebook.com/catholictradition2016/
“NOVENA A NOSTRA SIGNORA DI FATIMA
in occasione del 101° anniversario della prima apparizione del Cuore Immacolato di Nostra Signora Maria Santissima (…)
Mio Dio, io credo, adoro, spero e Vi amo. E Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano.”




SANTA MESSA celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) alle ore 10.30 stamattina 6 MAGGIO 2018: QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA:


«V. dom. dopo Pasqua
https://www.youtube.com/watch?v=oBjF7p-d9ps
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php »



SANTE MESSE ed omelie domenicali dei Sacerdoti dell’Istituto Mater Boni Consilii - IMBC:



Sante Messe - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/sante-messe/)
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/)
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

"Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara:
https://www.youtube.com/channel/UCQZ3TmSl2G-HXEQsb7zruAw
https://www.youtube.com/user/sodalitium "

https://oratoriosantambrogiomilano.wordpress.com/



San Giovanni presso la Porta Latina - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-presso-la-porta-latina/)
http://www.sodalitium.biz/san-giovanni-presso-la-porta-latina/
«6 maggio, San Giovanni, Apostolo ed Evangelista, presso la Porta Latina.
“A Roma san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, avanti la Porta Latina, il quale, per ordine di Domiziano, da Efeso fu tradotto legato a Roma, e, per sentenza del Senato, avanti la detta Porta gettato in una caldaia di olio bollente, ne uscì più sano e gagliardo di prima”.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/gio-porta-latina2-253x300.jpg


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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Cinquième Dimanche après Pâques.”
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“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Cinquième Dimanche après Pâques : sur les péchés de la langue.
http://prieure2bethleem.org/predica/2017_05_21.mp3”
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“6 Mai : Saint Jean devant la Porte Latine (vers 95).”
Méditation sur l'obligation de porter sa croix (http://le-petit-sacristain.blogspot.it/2017/05/meditation-sur-l-obligation-de-porter-sa-croix.html)
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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
N° 111 di SVRSVM CORDA®, 6 maggio 2018, anno III. Indice dei contenuti:
- Comunicato numero 111. La Sacra Famiglia torna a Nazareth;
- Preghiera di Leone XIII alla Madonna del Buon Consiglio;
- Gli anatemi del Concilio di Calcedonia, numeri 2, 3 e 4;
- Preghiera a San Pio V, Papa e Confessore;
- Brevi cenni sull’Astrologia (parte 3);
- Preghiera a Santa Monica, Vedova;
- Vita e detti dei Padri del deserto: Padre Giovanni Nano (parte 5);
- Orazione a Sant’Atanasio, Vescovo e Dottore;
- Dizionario di teologia dommatica. Il Millenarismo.
Già leggibili sul sito:
- Teologia Politica 100. Autorità legittima o di fatto. Dalla Notre consolation;
- Racconti miracolosi n° 59. Il miracolo dei pesci di San Francesco da Paola.
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«Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, avanti la Porta Latina, il quale, per ordine di Domiziàno, da Efeso fu tradotto legato a Roma, e, per sentenza del Senato, avanti la detta Porta gettato in una caldaia di olio bollente, ne uscì più sano e gagliardo di prima. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Apostolo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.»

“Per tutti i 30 anni passati da Gesù a Nazareth non sappiamo altro: tornato lassù dopo l’episodio del Tempio, egli «era sottoposto ad essi» (2, 15), a Giuseppe e a Maria. Penetrare nell’arcano di quei 30 anni sarebbe certamente vivo desiderio di ogni mente eletta, ma chi s’introdurrà in quel santuario senza un’autorevole guida? Le nostre guide ufficiali si sono fermate al di fuori, limitandosi a dirci che là dentro Gesù era sottoposto ad essi. (Ab. Ricciotti)”
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“Quando i miei occhi offuscati e stravolti all’orrore della morte imminente, fisseranno in Voi sguardi, languidi e moribondi, misericordioso Gesù, abbiate pietà di me. Quando le mie labbra fredde e tremanti pronunzieranno per l’ultima volta il Vostro nome adorabile, misericordioso Gesù, abbiate pietà di me.”
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda ha condiviso il post di Pascendi Dominici Gregis.
Pio libretto devozionale con preghiere da recitarsi durante il Santo Sacrificio dell'Altare.”
https://drive.google.com/file/d/1DCKzM3EwvxKPYC2EQrHo3Gqis198Pe9F/view








https://www.facebook.com/catholictradition2016/
"QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA, 6 MAGGIO 2018.
Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis."

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31946965_1367011563400162_2744686927679586304_n.jp g?_nc_cat=0&oh=b6a082666d883afd858029a7f2e668a9&oe=5B555E50


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“TEMPO PASQUALE
QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA”
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«6 maggio : SAN DOMENICO SAVIO, confessore.
Nato il 2 aprile 1842 e morto, a causa di una tubercolosi, il 9 marzo 1857, Domenico Savio fu alunno di san Giovanni Bosco. Fu devotissimo del Sacramento Eucaristico e della Vergine Immacolata, cosa che gli fece ben affrontare il pur breve certame della vita, secondo il suo motto "La morte ma non peccati". Questo angelico quindicenne fu da Pio XII prima proclamato Beato il 5 marzo 1950, poi Santo il 12 giugno 1954.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31957770_1366960213405297_6999828319088672768_n.jp g?_nc_cat=0&oh=da29d976157856a09aceecd616618766&oe=5B56AC15
«Francesco Patruno Se non erro, la festa fu fissata al 9 marzo da Pio XII. Il 6 maggio fu fissata solo per le diocesi piemontesi e per i salesiani, perché il 9 marzo cade sempre di Quaresima.
Christus vincit Il Messale Romano nell'Appendice pro aliquibus locis riporta infatti questa "binazione".»






“Christus Rex – Traditio"
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“6 maggio 2018: QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA.”

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“6 MAGGIO 2018: SAN GIOVANNI DAVANTI LA PORTA LATINA”
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https://www.radiospada.org/2018/05/vita-est-militia-enrico-iii-lo-sfregiato-duca-di-guisa/
“Nota di Radio Spada; continua oggi, nella quinta domenica dopo Pasqua con memoria di San Giovanni avanti Porta Latina, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici.”
https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/507px-Guise.jpg?w=507&ssl=1


https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/507px-Guise.jpg?w=507&ssl=1


“Il 6 maggio 1975 moriva a Vienna l'Emientissimo Cardinale József Mindszenty. Arcivescovo di Strigonia e Principe Primate di Ungheria. Difensore strenuo della libertà ecclesiastica, fu vittima prima della tirannide comunista che gli inflisse torture e carceri e poi della Ostpolitik vaticana che gli inflisse l'esilio.”
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“Il 6 maggio 1887 muore a Torino Don Giacomo Margotti, direttore de “L’Armonia” e poi de “L’Unità Cattolica”, grande rappresentante del cattolicesimo integrale, araldo e difensore della Chiesa di Gesù Cristo e del Romano Pontefice contro gli attacchi dei settari e dei cattolici liberali. (testo a cura di Giuliano Zoroddu).”
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"ACRITER ET FIDELITER
Il 6 maggio 1527 i Lanzichenecchi tedeschi, Luterani, inviati da Carlo V, mettevano a sacco Roma. Ricordiamo devotamente le coraggiose e fedeli 189 Guardie Svizzere che sacrificarono la loro vita per salvare Papa Clemente VII e tutti coloro che combatterono per la difesa della Santa Chiesa."
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https://www.radiospada.org/2017/05/limportanza-della-preghiera/
“L’importanza della preghiera di Pierfrancesco Nardini.
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, per far comprendere l’importanza della preghiera la descrive come «il mezzo necessario e sicuro per ottenere la salvezza e tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per conseguirla» (Del gran mezzo della preghiera, Intr., 1759).”




“SERMONE XXVI. - PER LA DOMENICA V. DOPO PASQUA
Condizione della preghiera.
Petite et accipietis (Ioan. 16, 24).
Nel sermone trigesimonono dimostrerò quanto è necessaria a noi la preghiera, e quanto ella è efficace per ottenerci tutte le grazie che possono giovarci a conseguire la salute eterna: Omnipotens est oratio, scrisse s. Cipriano, et una cum sit omnia potest. E l'Ecclesiastico disse che niuno mai ha chiamato Dio in aiuto, e Dio l'ha disprezzato col non esaudirlo: Quis invocavit eum, et despexit illum (Eccl. 2, 12)? No, questo non può succedere, perché il Signore ha promesso di esaudir chi lo prega: Petite et accipietis. Ma ciò s'intende quando lo prega, come dee pregarlo. Molti pregano, ma perché malamente pregano perciò non ottengono le grazie che desiderano: Petitis et non accipitis, eo quod male petatis (Iac. 4, 3). Per pregare come si dee, dobbiam pregare
Punto I. Con umiltà;
Punto II. Con confidenza;
Punto III. Con perseveranza.
(…) Fonte: S. Alfonso M. De' Liguori, Sermoni compendiati per tutte le domeniche dell'anno, Sermone sulla V Domenica dopo Pasqua, Napoli, 1771, ora in OPERE ASCETICHE, in “Opere di S. Alfonso Maria de Liguori”, a cura di Pier Giacinto Marietti, Vol. III, Torino, 1880, pp. 455-460
Sermoni compendiati: testo - IntraText CT (http://www.intratext.com/IXT/ITASA0000/__P31T.HTM)”





Guéranger, L'anno liturgico - Quinta Domenica dopo Pasqua (http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm
Guéranger, L'anno liturgico - 6 maggio. San Giovanni davanti la Porta Latina (http://www.unavoce-ve.it/pg-6mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-6mag.htm




Luca, Sursum Corda!

Holuxar
26-05-19, 23:50
26 MAGGIO 2019: ventiseiesimo giorno di Maggio Mese Mariano, natale di Sant'Agostino di Canterbury, vescovo e confessore evangelizzatore degli Inglesi e SAN FILIPPO NERI, CONFESSORE; QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA…



«QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA»
Guéranger, L'anno liturgico - Quinta Domenica dopo Pasqua (http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm

«San Filippo Neri, confessore, 26 maggio»
Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 26 maggio. San Filippo Neri, confessore (http://www.unavoce-ve.it/pg-26mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-26mag.htm





“26 maggio - S. Filippo Neri.”
https://forum.termometropolitico.it/354622-26-maggio-s-filippo-neri.html

“28 maggio (27 maggio) - S. Agostino di Canterbury, vescovo e apostolo degli inglesi.”
https://forum.termometropolitico.it/582780-28-maggio-27-maggio-s-agostino-di-canterbury-vescovo-e-apostolo-degli-inglesi.html

“V Domenica dopo Pasqua.”
https://forum.termometropolitico.it/350210-v-domenica-dopo-pasqua.html





Maggio mese di Maria: 26° giorno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-26-giorno/)
http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-26-giorno/
"Maggio mese di Maria: 26° giorno. L’OBBEDIENZA.
FONTE: Maggio mese di Maria, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."





SANTA MESSA DOMENICALE celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (Treviso) alle ore 10.30 stamattina 26 MAGGIO 2019: QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA:


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=Xo3vvej3nT8
V domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=gMHZKktvVXE
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=BnTn5tCbAgw
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UnnMVHLXOr4
III Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=FrXb3TtbouM
II Domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=71aZwW6lBYU
II Domenica dopo Pasqua - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=BuGlDuSs0LQ
Domenica in Albis (Santa Messa e Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».



SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”


http://www.sodalitium.biz/video-del-pellegrinaggio-osimo-loreto-2019/
"Video del pellegrinaggio Osimo-Loreto 2019."

http://www.centrostudifederici.org/video-osimo-loreto-2019/
«Video Osimo -Loreto 2019. Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza.
Video Osimo – Loreto 2019.
Sul canale YouTube di Sodalitium sono stati caricati i primi video relativi al pellegrinaggio da Osimo a Loreto, svolto a piedi (in buona parte sotto la pioggia) il 18 e 19 maggio 2019.»



San Filippo Neri - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/san-filippo-neri/)
http://www.sodalitium.biz/san-filippo-neri/
«26 maggio, San Filippo Neri, Confessore (Firenze, 21 luglio 1515 – Roma, 26 maggio 1595).
“A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell’Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli”.
O glorioso San Filippo, angelo di costumi, maestro di virtù, serafino di carità, apostolo di Roma e patrono della gioventù, io sotto la vostra protezione raccomando la vita mia. Ottenetemi la grazia di camminare per la strada retta del Vangelo e di star sempre vigilante e cauto, acciò la mia coscienza non si addormenti mai nella falsa e perniciosa pace dei peccatori. Assistetemi finalmente nell’ora della mia morte; scacciate da me, in quel passo terribile, il maledetto insidiatore, e accompagnate l’anima mia in Paradiso. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/filippo-neri-1-221x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/filippo-neri-1-221x300.jpg







https://www.agerecontra.it/2019/05/disponibile-il-numero-162-di-sursum-corda-eresia-antiliturgica/
"Sul sito è disponibile il numero 162 (del giorno 26 maggio 2019) di Sursum Corda."





https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-162.html
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Dal numero 162 di SVRSVM CORDA® del 26 maggio 2019. Il settimanale ospiterà i seguenti contenuti:
- Comunicato numero 162. Il fattore infedele. Il ricco epulone;
- Preghiera a San Bernardino da Siena (20.5);
- La Sacra Scrittura buttata in una fornace ardente in Russia;
- Preghiera di Papa Pio XII nelle Missioni (21.5);
- Un peccatore che muore di dolore ai piedi del Confessore;
- Orazione a Santa Rita da Cascia, Vedova (22.5);
- Dizionario di teologia dommatica. Il Soggettivismo;
- Orazione a San Desiderio, Martire (23.5);
- Preghiera alla Madonna del Suffragio.»
www.sursumcorda.cloud
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/60872164_2247555548614175_6380960537173295104_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=ea2d73ae81787a580a4c5fee877b98cc&oe=5D55E991


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/60872164_2247555548614175_6380960537173295104_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=ea2d73ae81787a580a4c5fee877b98cc&oe=5D55E991


"La vera umiltà---> https://youtu.be/n9mF_GM9unc "

"[VIDEO] Complotto contro la Chiesa e la società civile - La Massoneria e l'Alta Vendita Suprema
https://www.youtube.com/watch?v=7nzZpaUVT7c
da La Civiltà Cattolica, 1875, Vol. VII della Serie Nona, Anno Vigesimosesto
Video a cura di Carlo Di Pietro."

“[VIDEO] Ecumenismo Smascherato - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata «ecumenismo».
https://m.youtube.com/watch?v=ZQ8VnQMEwL0
Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html

“Raccolta di preghiere non contaminate dall'eresia dell'ecumenismo. Diceva Sant'Alfonso: "Chi prega si salva, chi non prega si danna" ->”
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere.html

https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/chi-%C3%A8-maria-catechismo-mariano-detail.html
“Padre Gabriele Maria Roschini, Chi è Maria? Catechismo mariano, Sursum Corda, Potenza 2017.
Catechismo mariano composto da 235 articoli, semplici ma eruditi. Un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte.”
«Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/

https://www.facebook.com/pietroferrari1973/







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61041039_1864830770284903_6578508635989606400_n.jp g?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=78e682b5c5e25b5bd31b15330efb444b&oe=5D589B36


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/61041039_1864830770284903_6578508635989606400_n.jp g?_nc_cat=108&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=78e682b5c5e25b5bd31b15330efb444b&oe=5D589B36


https://tradidiaccepi.blogspot.com/


Sardinia Tridentina: Quinta Domenica di Pasqua (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/05/quinta-domenica-di-pasqua.html?m=1)
«QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA.
Quinta Domenica di Pasqua.
La Santa Chiesa festeggia ancora la Resurrezione del Signore, ma già annunzia l'imminente mistero dell'Ascensione dello stesso Signore nei cieli. Il Figlio ritorna al Padre: anche noi, redenti dal Cristo, abbiamo come scopo della nostra vita quello di andare al Padre seguendo la via regale della Croce secondo i doveri di stato di ciascuno, praticando, non però con ipocrita esteriorità, la religione e evangelica.
INTROITUS
Is 48:20.- Vocem iucunditátis annuntiáte, et audiátur, allelúia: annuntiáte usque ad extrémum terræ: liberávit Dóminus pópulum suum, allelúia, allelúia ~~ Ps 65:1-2.- Iubiláte Deo, omnis terra, psalmum dícite nómini eius: date glóriam laudi eius. ~~ Glória ~~ Vocem iucunditátis annuntiáte, et audiátur, allelúia: annuntiáte usque ad extrémum terræ: liberávit Dóminus pópulum suum, allelúia, allelúia.
Is 48:20.- Con voce di gioia narrate e questo fate ascoltare, alleluia: fatelo giungere agli estremi del mondo: Dio ha liberato il popolo suo, alleluia, alleluia. ~~ Ps 65:1-2.- O terra tutta, acclamate al Signore, cantate la gloria al suo Nome, in sua gloria elevate la lode. ~~ Gloria ~~ Con voce di gioia narrate e questo fate ascoltare, alleluia: fatelo giungere agli estremi del mondo: Dio ha liberato il popolo suo, alleluia, alleluia.
ORATIO
Orémus.
Deus, a quo bona cuncta procédunt, largíre supplícibus tuis: ut cogitémus, te inspiránte, quæ recta sunt; et, te gubernánte, eadem faciámus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
O Dio, dal quale derivano tutti i beni, rispondi alle nostre suppliche: e concedi a noi di pensare, con la tua ispirazione, ciò che è giusto e di compierlo, sotto la tua guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LECTIO
Léctio Epístolæ beáti Iacóbi Apóstoli.
Iac 1:22-27
Caríssimi: Estóte factóres verbi, et non auditóres tantum: falléntes vosmetípsos. Quia si quis audítor est verbi et non factor: hic comparábitur viro consideránti vultum nativitátis suæ in spéculo: considerávit enim se et ábiit, et statim oblítus est, qualis fúerit. Qui autem perspéxerit in legem perfectam libertátis et permánserit in ea, non audítor obliviósus factus, sed factor óperis: hic beátus in facto suo erit. Si quis autem putat se religiósum esse, non refrénans linguam suam, sed sedúcens cor suum, huius vana est relígio. Relígio munda et immaculáta apud Deum et Patrem hæc est: Visitáre pupíllos et viduas in tribulatióne eórum, et immaculátum se custodíre ab hoc saeculo.
Carissimi: Mettete in pratica la parola di Dio, non vi limitate ad ascoltarla, ingannando voi stessi. Perché chi ascolta la parola e non la mette in pratica è simile ad un uomo che guarda in uno specchio il suo volto e, dopo essersi mirato, se ne va e lo dimentica subito. Chi invece, avendo considerato attentamente la legge perfetta della libertà, e avendo perseverato nel mirarla, ne è divenuto, non uditore immemore, ma praticante: costui sarà beato nel suo operare. Se uno ritiene di essere religioso e non tiene a freno la sua lingua, illude se stesso, e la sua religione è vana. La religione pura e immacolata agli occhi di Dio Padre consiste in questo: nel visitare gli orfani e le vedove nelle loro tribolazioni, e nel non lasciarsi contaminare dal mondo.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia.
Surréxit Christus, et illúxit nobis, quos rédemit sánguine suo. Allelúia.
Ioann. 16:28
Exívi a Patre, et veni in mundum: íterum relínquo mundum, et vado ad Patrem. Allelúia.
Alleluia, alleluia.
Cristo è risorto da morte, la sua luce brilla su di noi, egli ci ha redenti nel suo sangue. Alleluia.
Io sono uscito dal Padre, e sono venuto nel mondo: ora lascio il mondo, e ritorno al Padre. Alleluia.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Ioánnem.
Ioann 16:23-30
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Amen, amen, dico vobis: si quid petiéritis Patrem in nómine meo, dabit vobis. Usque modo non petístis quidquam in nómine meo: Pétite, et accipiétis, ut gáudium vestrum sit plenum. Hæc in provérbiis locútus sum vobis. Venit hora, cum iam non in provérbiis loquar vobis, sed palam de Patre annuntiábo vobis. In illo die in nómine meo petétis: et non dico vobis, quia ego rogábo Patrem de vobis: ipse enim Pater amat vos, quia vos me amástis, et credidístis quia ego a Deo exívi. Exívi a Patre et veni in mundum: íterum relínquo mundum et vado ad Patrem. Dicunt ei discípuli eius: Ecce, nunc palam loquéris et provérbium nullum dicis. Nunc scimus, quia scis ómnia et non opus est tibi, ut quis te intérroget: in hoc crédimus, quia a Deo exísti.
In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: In verità, in verità vi dico: qualunque cosa domanderete al Padre nel mio nome, ve la concederà. Fino adesso non avete chiesto nulla nel mio nome: chiedete, e otterrete, affinché il vostro gaudio sia completo. Vi ho detto queste cose per mezzo di parabole. Ma viene il tempo che non vi parlerò più per mezzo di parabole, ma vi parlerò apertamente del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome, e non vi dico che io pregherò il Padre per voi: poiché lo stesso Padre vi ama perché avete amato me e avete creduto che sono uscito da Dio. Uscii dal Padre e venni nel mondo: ed ora lascio il mondo e torno al Padre. Gli dicono i suoi discepoli: Ecco che ora parli chiaramente e senza parabole. Adesso conosciamo che tu sai tutto, e non hai bisogno che alcuno ti interroghi: per questo crediamo che tu sei venuto da Dio.
Credo
OFFERTORIUM
Ps 65:8-9; 65:20
Benedícite, gentes, Dóminum, Deum nostrum, et obaudíte vocem laudis eius: qui pósuit ánimam meam ad vitam, et non dedit commovéri pedes meos: benedíctus Dóminus, qui non amóvit deprecatiónem meam et misericórdiam suam a me, allelúia.
Benedite, popoli, il nostro Dio, e fate udire il canto della sua lode: Egli ha posto la nostra anima tra i viventi e non ha reso incerto il nostro piede. Benedetto sia dunque il Signore, che non ha ripudiato la mia preghiera, e non ha tolto da me il suo amore, alleluia.
SECRETA
Súscipe, Dómine, fidélium preces cum oblatiónibus hostiárum: ut, per hæc piæ devotiónis offícia, ad coeléstem glóriam transeámus. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Accetta, Signore, con l'offerta del sacrificio, le preghiere dei tuoi fedeli: e per l'efficacia di questo santo rito possiamo giungere alla gloria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRÆFATIO PASCHALIS
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor più gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilì la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine
COMMUNIO
Ps 95:2.
Cantáte Dómino, allelúia: cantáte Dómino et benedícite nomen eius: bene nuntiáte de die in diem salutáre eius, allelúia, allelúia.
Cantate al Signore, alleluia: cantate e benedite il suo Nome, annunziate di giorno in giorno la sua salvezza, alleluia, alleluia.
POSTCOMMUNIO
Orémus.
Tríbue nobis, Dómine, coeléstis mensae virtúte satiátis: et desideráre, quæ recta sunt, et desideráta percípere. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Preghiamo.
A noi rinvigoriti dalla mensa celeste, concedi, o Signore, di desiderare il bene, e di ottenerlo a misura del nostro desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.»


“L'ANGOLO PATRISTICO.
Dal libro di sant'Ambrogio Vescovo sulla fede nella risurrezione.
Dopo la metà.
Siccome la Sapienza di Dio non poteva morire e siccome non si può risuscitare se non si muore, il Verbo prese una carne mortale, affin di morire in questa carne soggetta alla morte e di risuscitarvi una volta morto. Difatti la risurrezione non poteva avvenire che per mezzo d'un uomo, perché è detto: «come da un uomo la morte, così pure da un uomo la risurrezione dei morti» (1Cor. 15:21). Egli dunque risuscitò in quanto uomo perché morì in quanto uomo: egli è insieme uomo risuscitato e Dio risuscitante. Allora si mostrò uomo quanto alla carne, ora si mostra Dio in tutto. Perché noi ora non conosciamo più Cristo tale quale era secondo la carne, ma la sua carne è causa che noi lo conosciamo come primizia dei dormienti, come primogenito dei morti.
Le primizie, certo, sono della stessa specie e della stessa natura degli altri frutti: di cui si offrono a Dio le primizie in riconoscenza d'una raccolta abbondante; offerta sacra per tutti i suoi doni, offerta per così dire della natura rinnovellata. Cristo dunque è primizia di quelli che sono nel riposo. Ma egli lo è soltanto di quelli che riposano in lui, che, liberatisi dalla morte, sono sotto l'impero d'un dolce sonno, o lo è di tutti i morti? «Ma come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo» (Cor. 15:22). E perciò come le primizie della morte si trovano in Adamo, così le primizie della risurrezione sono in Cristo, e tutti risorgeranno. Pertanto nessuno disperi, né il giusto si dolga di questa comune risurrezione, aspettando egli una ricompensa tutta speciale della sua virtù. «Tutti certo risorgeranno, dice l'Apostolo, ma ciascuno al proprio posto» (Ibi). Il frutto della clemenza divina è comune a tutti, ma distinto sarà l'ordine dei meriti.
Osserviamo quanto è grave il sacrilegio di non credere alla risurrezione. Perché se noi non risorgiamo, Cristo dunque è morto inutilmente, Cristo dunque non è risorto. Difatti s'egli non è risuscitato per noi, egli non è risuscitato in alcun modo, non avendo egli alcun motivo di risuscitare per se stesso. Il mondo è risuscitato in lui, il cielo è risuscitato in lui, la terra è risuscitata in lui. «Ci sarà un cielo nuovo e una terra nuova» (2 Petri 3:13). Per lui, che i legami della morte non trattenevano, la risurrezione non era punto necessaria. Perché sebbene egli sia morto come uomo, tuttavia era libero negli stessi inferni. Vuoi sapere quant'era libero? «Son divenuto come un uomo senza aiuto, io che fra i morti libero scendo» (Ps. 87.5). E veramente libero, perché poteva risuscitarsi, secondo sta scritto: «Disfate questo tempio, e in tre giorni lo rimetterò in piedi» (Joann. 2:19). E veramente libero, egli che era disceso per redimere gli altri.
Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 102 su Giovanni.
Ora dobbiamo spiegare queste parole del Signore: «In verità, in verità vi dico: se domanderete qualche cosa al Padre in mio nome, egli ve la darà» (Joann. 16:23). Abbiamo già detto nella prima parte di questo discorso del Signore, per istruzione di quelli che si rivolgono al Padre, in nome di Cristo e non sono esauditi, che ogni preghiera contraria agli interessi della salute, non è fatta a nome del Salvatore. Poiché per le parole: «In mio nome», non si deve intendere un suono di lettere e di sillabe, ma ciò che questo suono significa e ciò che con esso giustamente e veramente si deve intendere.
Perciò chi pensa di Cristo quel che non si deve pensare dell'unigenito Figlio di Dio, non domanda in suo nome, sebbene pronunzi le lettere e le sillabe che formano il nome di Cristo: perché egli prega in nome di colui ch'è presente al suo pensiero allorché prega. Chi invece pensa di lui ciò che si deve pensare, questi prega in suo nome: ed ottiene quanto domanda, se tuttavia non domanda nulla di contrario alla sua eterna salvezza. Però l'ottiene quando è bene per lui di ottenerlo. Infatti ci sono delle grazie che non ci vengono negate: ma ci sono differite per esserci concesse a tempo opportuno. Si deve dunque intendere con queste parole: «Ve la darà» (Joann. 16:24); che egli ha voluto designarvi i benefici particolari a quelli che li domandano. Difatti tutti i Santi sono esauditi per se stessi, ma non lo sono sempre per tutti, per i loro amici o nemici o chiunque altro: perché il Signore non dice assolutamente: «La darà»; ma: «La darà a voi».
«Finora, disse, non avete domandato nulla in mio nome. Domandate, e lo riceverete, affinché la vostra gioia sia piena» (Ibi). Questa gioia ch'egli chiama piena non è certo una gioia dei sensi, ma una gioia spirituale: e quando sarà così grande da non potercisi aggiungere altro, allora senza dubbio sarà piena. Noi dobbiamo dunque domandare in nome di Cristo ciò che tende a procurarci questa gioia, se comprendiamo bene la natura della grazia divina, se oggetto delle nostre preghiere è la vita veramente beata. Domandare qualsiasi altra cosa, è domandare nulla: non già che non ci sia assolutamente altra cosa, ma perché al confronto di bene sì grande, qualunque altra cosa si desideri fuori di esso, è niente.”
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“TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE ALLA SANTA VERGINE di San Luigi Maria Grignion de Monfort.
CAPITOLO IX - MODO DI PRATICARE QUESTA DEVOZIONE NELLA SANTA COMUNIONE...”
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“26 maggio 2019: QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA.”
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“26 maggio 2019: san Filippo Neri, confessore.
Filippo Romolo Neri, santo, nato a Firenze il 21 luglio del 1515 e morto in Roma il 26 maggio del 1595, venne dichiarato beato nel 1610 e santo nel 1622. Il suo corpo è venerato nella cappella eretta nel 1602, a lui intitolata, nella chiesa di S. Maria in Vallicella. Il 12 marzo del 1922 i suoi resti furono collocati nell’attuale cassa e portati in processione per le vie di Roma. Sue reliquie sono in moltissime chiese, sia in Italia che nel mondo. I precordi sono a S. Pietro in Vaticano. L’artistica macchina-reliquiario che li custodiva venne fusa nel luglio del 1796 per il Trattato di Tolentino.
M.R.: 26 maggio - A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell’Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari]”
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https://www.radiospada.org/2019/05/san-filippo-neri-apostolo-degli-ebrei-di-roma/
«San Filippo Neri, Apostolo degli Ebrei di Roma.
Prima Nostra Aetate fosse e prima che i modernisti (progressisti come conservatori, emeriti come demeriti) sbandierassero alleanze mai revocate e maggiorascati, rendendo onori tanto empi agli epigoni di Anna e di Caifa fino ad escluderli, con dichiarazioni pubbliche, dal novero di coloro cui deve essere annunziato il Vangelo di Gesù Cristo, la Chiesa sempre ha curato la conversione del popolo che un giorno fu eletto da Dio per preparare la venuta del Messia. Così la Storia Ecclesiastica ci presenta vari Santi e Beati intenti, sull’esempio degli Apostoli, all’apostolato presso i Giudei: san Vincenzo Ferrer, san Bernardino da Siena, san Giovanni da Capestrano. Ed anche san Filippo Neri, che vi attendeva con particolare zelo, come racconta il padre Pietro Giacomo Bacci nel passo seguente tratta dalla sua Vita del b. Filippo Neri fiorentino fondatore della congregatione dell’Oratorio. Raccolta da’ processi fatti per la sua canonizatione (Roma, 1622).»
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«“Vanità di vanità”. Un componimento poetico di san Filippo Neri.
San Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 – Roma, 26 maggio 1595), rutilante stella della Restaurazione Cattolica del secolo XVI, era “aspro e penitentissimo con se stesso … mite cogli altri, ed al bisogno, faceto” (Schuster, Liber Sacramentorum, Vol. VII, Marietti, 1930, p. 198). Con sapienza spiccatamente cattolica, il Neri, mentre l’arida tristezza protestante faceva strage d’anime e di corpi nel Settentrione, seppe congiungere gioia e penitenza nella formazione dei giovani romani, alimentata dalla frequenza dei Sacramenti e dalle pratiche devote e penitenziali, illuminata dall’esposizione della Scrittura e della Storia Ecclesiastica, confortata da allegre ricreazioni con intrattenimenti poetici che accompagnavano le visite alle chiese dell’Urbe. Lo stesso san Filippo fu autore di alcuni componimenti poetici, uno dei quali – riportato sotto – fu reso noto al grande pubblico da Angelo Brandu.
ardi che lo rielaborò nel 1983 per il film di Luigi Magni “State buoni se potete” sulla figura del Santo.»
https://www.radiospada.org/2019/05/san-felice-da-cantalice-e-san-filippo-neri-gli-scherzi-che-conducono-a-dio/
https://www.radiospada.org/tag/san-filippo-neri/


“Eleuterio, papa, santo, martire, di Nicopoli nell’Epiro, 175-189. Fu sepolto vicino alla tomba di S. Pietro Apostolo.
M.R.: 26 maggio - A Roma sant'Eleuterio, Papa e Martire, il quale convertì alla fede di Cristo molti nobili Romani, e mandò nella Gran Bretagna Damiano e Fugazio, i quali battezzarono il Re Lucio, insieme a sua moglie e a quasi tutto il popolo.
[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”


https://www.radiospada.org/2019/05/nostra-signora-delle-grazie-salvatrice-di-sassari/
"Nostra Signora delle Grazie, Salvatrice di Sassari di Redazione RS il 9 Maggio 2019.
Il 9 maggio e l’ultima domenica di Maggio la Chiesa di Sassari celebra la solennità che il Proprium isolano denomina “Beatae Mariae Virginis Matris gratiarum”, Nostra Signora delle Grazie, il cui simulacro si trova nel convento minorita di san Pietro di Silki. Esso fu rivenuto nel settembre del 1472 in occasione della predicazione che colà vi tenne il beato Bernardino da Feltre (1439-1494). Per l’insufficiente capienza della chiesa, fu eretto un pulpito posticcio. Una delle sue colonne – poi detta colonna del Miracolo – cadde su una madre col suo figliolo. Il beato ordinò di scavare nel basamento della colonna crollata e fu rinvenuta una Madonna col Bambino detta fin da subito “della Grazia”. Oggetto di una fortissima devozione diffusa in tutta la Provincia, sempre viva lungo i secoli a motivo delle copiosissime grazie ricevute, il 9 maggio 1909 la venerata Effigie, fu solennemente incoronata da Monsignor Pietro Balestra dei Minori Conventuali, Arcivescovo di Cagliari, delegato del Capitolo Vaticano, che officiò pure le altre cerimonie a causa della malattia che impediva Monsignor Emilio Parodi, Arcivescovo di Sassari. Nel maggio del 1943 Monsignor Arcangelo Mazzotti, dei Minori Conventuali, Arcivescovo Turritano, [a cui padre Agostino Gemelli dovette la conversione] a seguito di una bomba che cadde rovinosamente nei pressi della stazione ferroviaria, chiese alla Vergine che alla città di Sassari fossero risparmiati i bombardamenti, che martoriarono invece Cagliari, pronunziando il celebre Voto. “Non essendo possibile riportare in processione la Madonna alla sua dimora abituale, ho disposto che il Simulacro venga trasportato in spalla dai vostri parroci che rappresentano i fedeli di tutta la città, senza corteo. Vuol dire che se la Madonna salverà la città a Lei dedicata e devota dai bombardamenti, ogni anno per sempre ogni sabato precedente l’ultima domenica di maggio, Nostra Signora verrà al Duomo ove confluiranno i pellegrini da tutte le parrocchie e la sera della domenica, con l’accompagnamento del Vescovo Turritano e di tutto il clero, oltre al popolo, il Simulacro sarà accompagnato al Santuario di San Pietro in una solenne processione, quella che oggi non possiamo fare”. Nostra Signora fece il miracolo – per tre volte, come risulta dalle testimonianze, il progettato bombardamento fu vanificato ora da una tempesta ora da un contrordine – e allora l’Arcivescovo nel 1944 decretò il Voto perpetuo e la festa connessa, che ancora oggi devotamente si celebrano: “La Madonna ha mantenuto la parola, adesso manteniamo la nostra”.
FONTE : [SARDEGNA MARIANA] Nostra Signora delle Grazie, Salvatrice di Sassari (Sardinia Tridentina, 27 maggio 2018)"


https://www.radiospada.org/2019/05/difunde-tu-fe-catolica-la-verdadera-vida/
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www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

http://www.traditionalcatholicpriest.com/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


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“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


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https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


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Ligue Saint Amédée (http://www.SaintAmedee.ch)
http://www.SaintAmedee.ch
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«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes

“Cinquième Dimanche après Pâques.”
“Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Cinquième Dimanche après Pâques.
http://prieure2bethleem.org/predica/2018_05_06.mp3”
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26 mai : Saint Philippe de Néri, Confesseur (1515-1595) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/26-mai-saint-philippe-de-neri)
“26 mai : Saint Philippe de Néri, Confesseur (1515-1595).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9515/2665/9305/05_26_Saint_Philippe_Neri.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/9515/2665/9305/05_26_Saint_Philippe_Neri.jpg




SAN FILIPPO NERI PREGA PER NOI!!!
AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Holuxar
24-05-20, 23:12
17 MAGGIO 2020: SAN PASQUALE BAYLON, CONFESSORE; QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA…




Guéranger, L'anno liturgico - Quinta Domenica dopo Pasqua (http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-pasqua-dom5.htm
«QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA»

«San Pasquale Baylon, confessore, 17 maggio»





SANTA MESSA CELEBRATA da DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ alla “DOMUS MARCEL LEFEBVRE” di Paese (TV) stamattina 17 MAGGIO 2020: QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA…


«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
V domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=P9tQCXVxcR4
V domenica dopo Pasqua (Omelia)
IV domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=tbYI76JMEl8
IV domenica dopo Pasqua (Omelia)
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UNX2Qp9foZQ
Invenzione della Santa Croce; III domenica dopo Pasqua (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=cOa9s9XQ_FM
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815 (http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php)
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso».




SANTA MESSA CELEBRATA DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. (“ISTITUTO MATER BONI CONSILII”) stamattina 17 MAGGIO 2020, QUARTA DOMENICA DOPO PASQUA:


Messa IMBC in streaming - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/messa-imbc-streaming/)
http://www.sodalitium.biz/messa-imbc-streaming/
«Domenica 17/05/2020, 5° dopo Pasqua
S. Messa alle ore 10,30 in diretta dalla chiesa dei ss. Pietro e Paolo di Verrua Savoia (TO):
https://www.youtube.com/watch?v=-zhomBoujfU
S. Messa, presso l'istituto Mater Boni Consilii, V° Domenica dopo Pasqua»


https://www.facebook.com/donugo.casasanpiox/
«Domenica 17 maggio 2020, V domenica dopo Pasqua.
S. Messa in streaming da Verrua Savoia alle ore 10,30»



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http://www.sodalitium.biz/san-pasquale-baylon/
«17 maggio, San Pasquale Baylon, Confessore (Torrehermosa, 16 maggio 1540 – Villarreal, 17 maggio 1592).
“Presso Villa Reale, nella Spagna, san Pasquale, dell’Ordine dei Minori, Confessore, uomo di meravigliosa innocenza e peni¬tenza, il quale dal Papa Leone decimoterzo fu dichiarato celeste Patrono dei Congressi Eucaristici e delle Associazioni in onore della santissima Eucaristia”.
Glorioso San Pasquale, eccoci prostrati ai piedi del vostro altare per implorare il vostro aiuto nelle nostre miserie spirituali e corporali. Voi, che sempre asciugate le lacrime di coloro che soffrono, ascoltate dal cielo l’umile nostra preghiera, intercedete per noi presso il Trono dell’Altissimo ed otteneteci la grazia che ardentemente desideriamo. E’ vero, le tante colpe da noi commesse ci rendono indegni di essere esauditi, ma la nostra speranza e’ risposta in Voi, nella vostra portentosa virtù taumaturgica che vi ha reso caro a Dio e amabile agli uomini. Ascoltate dunque la nostra voce, e noi e quanti sentono continuamente gli effetti benefici della vostra potente mediazione, celebreremo il vostro nome per tutta l’eternità. Così sia».
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/pasquale-baylon-2-159x300.jpg



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"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/messa-imbc-streaming/
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

“Sodalitium - IMBC”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.sursumcorda.cloud/settimanale/indici-sursum-corda.html
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Disponibile il numero 204 di Sursum Corda (17 maggio 2020) ---> https://www.sursumcorda.cloud/tags/numero-204.html
N° 204 di SVRSVM CORDA®, Indice dei contenuti:
- Comunicato numero 204. Il Breve Esame Critico al «Novus Ordo Missae»;
- Altre preghiere a Santa Caterina da Siena, Vergine (30.4);
- Catechismo Antiprotestantico. Risposte per le rime ai sedicenti “cristiani”;
- Decreto Quemadmodum Deus di Papa Pio IX;
- Il Liber Accusationis in PDF dell’Abbé Georges De Nantes;
- Orazione a San Pietro Canisio, Dottore e Confessore (27.4);
- Orazione a San Pietro da Verona, Martire (29.4);
- Orazione a San Roberto Bellarmino, Cardinale e Dottore (13.5);
- Orazione a Sant'Alessandro, Papa e Martire (3.5);
- Orazione a Sant’Atanasio, Vescovo e Dottore (2.5);
- Orazione ai Santi Martiri e Pontefici Cleto e Marcellino (26.4);
- Orazione ai Santi Nereo, Achilleo, Flavia Domitilla e Pancrazio, Martiri (12.5);
- Orazioni a San Pancrazio, Martire (12.5);
- Orazioni a Sant’Ignazio da Laconi, Confessore (11.5);
- Ordinario della Messa (Latino-Italiano) con spiegazione;
- Papa San Pio X e la Chiesa contro il Sionismo;
- Per il patrocinio di San Nicola, Vescovo e Martire (9.5 e 6.12);
- Preghiera a San Bonifacio, Martire (14.5);
- Preghiera a San Giovanni Battista de La Salle (15.5);
- Preghiera a San Giuseppe Benedetto Cottolengo (30.4);
- Preghiera a San Gregorio di Nazianzo (9.5);
- Preghiera a San Michele Arcangelo sul Gargano (8.5);
- Preghiera a San Nicola per la Fede e l'Unità (9.5 e 6.12);
- Preghiera a San Paolo della Croce, Confessore (28.4);
- Preghiera a San Pasquale Baylon, Confessore (17.5);
- Preghiera a San Pio V, Papa e Confessore (5.5);
- Preghiera a Sant’Antonino di Firenze (10.5);
- Preghiera a Sant’Ubaldo, Vescovo (16.5);
- Preghiera a Santa Caterina da Siena, Vergine (30.4);
- Preghiera a Santa Maria Domenica Mazzarello (14.5);
- Preghiera a Santa Monica, Vedova (4.5);
- Preghiera ai Santi Martiri Gordiano ed Epimaco (10.5);
- Preghiera di San Pietro Canisio per conservare la vera fede (27.4 e 21.12);
- Preghiera Ti adoro, o Croce Santa (3.5);
- Preghiere ai Santi Filippo e Giacomo (il minore), Apostoli (1.5);
- San Michele Arcangelo difendici nella lotta (8.5 e 29.9 e dopo la Messa);
- Storia e preghiera a San Giovanni alla Porta Latina (6.5);
- Supplica (non manomessa) alla Regina del SS. Rosario di Pompei;
- Supplica a San Michele Arcangelo (8.5 e 29.9);
- Triduo a San Felice da Cantalice per le vocazioni (dal 15.5 al 17.5);
- Vita e preghiera a San Stanislao, Vescovo e Martire (7.5)».
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/bollettino/sursum-corda-n-204-del-17-maggio-2020-detail.html

“[VIDEO] Ecumenismo Smascherato - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata «ecumenismo».
https://m.youtube.com/watch?v=ZQ8VnQMEwL0
sotto: citazione da Mortalium Animos di Papa Pio XI – 1928”

“Ordinario della Messa (Latino-Italiano) con spiegazione --->”
https://www.sursumcorda.cloud/articoli/centro-studi-vincenzo-ludovico-gotti/2858-ordinario-della-messa-latino-italiano-con-spiegazione.html
https://www.sursumcorda.cloud/tags/ordinario-della-messa.html
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https://www.sursumcorda.cloud/tags/eucaristia.html

https://www.sursumcorda.cloud/tags/madonna
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"Preghiere e tradizionali pie pratiche cristiane. Chiediamo a Nostro Signore di ottenere la vera fede e di perseverare"
https://www.sursumcorda.cloud/preghiere/





https://www.facebook.com/pietroferrari1973/





«Centro Studi Giuseppe Federici
http://www.centrostudifederici.org/una-cum-buddha/
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza. Comunicato n. 48/18 del 17 maggio 2018, San Pasquale Baylon.
Una cum Buddha.
Jorge Mario Bergoglio prosegue l’opera di demolizione della fede cattolica intrapresa dal Concilio Vaticano II. Infatti, sulle orme di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, Bergoglio aderisce agli errori modernisti espressi nella “Dichiarazione Nostra aetate” sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, del 28/10/1965. Sarebbe assurdo criticare il modernista Bergoglio in nome della presunta ortodossia del modernista Giovanni Paolo II e del modernista Benedetto XVI, in quanto, seppur in modi e stili diversi, hanno espresso ed esprimono gli stessi errori condannanti dalla Chiesa. Ancor più grave sarebbe riconoscerli come legittimi pontefici della Chiesa per poi attribuire ad essi le eresie del modernismo: si tratta di un errore sempre più diffuso nel “tradizionalismo” dai seguaci di Plinio Corrêa de Oliveira (che si presentano sotto molteplici sigle che spuntano come funghi) e dai seguaci del lefebvrismo (dentro e fuori la FSSPX), negli ultimi anni in collaborazione sempre più stretta tra loro»





http://www.radiospada.org/
http://www.edizioniradiospada.com/
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«17 maggio 2020: San Pasquale Baylon, confessore.
Nato il giorno di Pentecoste, il 16 maggio 1540, a Torre Hermosa nel regno spagnolo di Aragona, e morto nei pressi di Valencia, a Villa Real il 17 maggio 1592, giorno di Pentecoste, quest'umile "frate laico" che non si sentì degno di accedere all'ordine sacerdotale, fu davvero "pentecostale", cioè favorito dagli straordinari doni dello Spirito Santo, tra cui il dono della sapienza infusa. Pasquale Baylon, illetterato, trascorse gli anni della vita religiosa svolgendo la modesta mansione di portinaio, ma è considerato addirittura "il teologo" dell'Eucaristia, non solo per le dispute che egli sostenne con i calvinisti di Francia, durante un suo viaggio a Parigi, ma anche per gli scritti che egli ci ha lasciato, una specie di compendio dei maggiori trattati su questo argomento. Al di là delle dotte dissertazioni, l'Eucaristia fu il centro della sua intensa vita spirituale e meritò di essere proclamato da papa Leone XIII patrono delle opere eucaristiche, e più tardi patrono dei congressi eucaristici internazionali. I suoi biografi raccontano che durante le esequie, al momento dell'elevazione dell'ostia e del calice, il frate già irrigidito dalla morte riaperse gli occhi per fissare il pane e il vino della mensa eucaristica e rendere l'ultima testimonianza del suo amore al divino sacramento. I suoi genitori, molto poveri, l'avevano avviato al lavoro in tenera età, mandandolo dietro il gregge di famiglia e più tardi come garzone di un ricco allevatore. Lontano dal consorzio umano e dalla chiesa, trascorreva ore intere in orazione, privandosi del poco cibo per mortificare il proprio corpo, che sovente assoggettava a dolorose flagellazioni. A diciott'anni fece domanda di essere ammesso al convento di S. Maria di Loreto dei francescani riformati alcantarini, ma gli venne opposto un netto rifiuto. Egli rifiutò a sua volta una cospicua eredità offertagli da un ricco allevatore della zona, Martino Garcia. Infine la fama della sua santità e di alcuni prodigi compiuti gli aprì le porte del convento, dove poté emettere i voti religiosi il 2 febbraio 1564, come "fratello laico", non sentendosi degno di aspirare al sacerdozio. Mentre pascolava il gregge poco lontano dal convento, prima di esservi ammesso, cadeva in estasi allo scampanellio dell'elevazione. Questo èmpito di devozione eucaristica fu il contrassegno anche della sua vita religiosa, durante la quale accrebbe le mortificazioni inflitte al suo corpo, debilitandolo fino al limite delle capacità di resistenza. Morì giovane, all'età di cinquantatrè anni. Ventisei anni dopo, il 29 ottobre 1618, veniva proclamato beato e nel 1690 infallibiilmente santo»

“Il 17 maggio 884 sant'Adriano III viene eletto al Sommo Pontificato”

“[GLORIE DEL CARDINALATO] S.E.R. Josef Beran (Plzeň, 29 dicembre 1888 - Roma, 17 maggio 1969): sacerdote nel 1911. Dal 1942 al 1945 fu rinchiuso dai Tedeschi a Dachau. Nel 1946 fu eletto e consacrato Arcivescovo metropolita di Praga e Primate di Boemia. Difensore dei diritti della Chiesa Cattolica, si oppose fieramente al regime comunista cecoslovacco, che dal 1949 al 1963 gli impose gli arresti domiciliari e il totale isolamento. Esule a Roma, questo Tommaso Becket boemo del secolo XX, vi mori il 17 maggio 1969”

“17 maggio 1935: Martirio della sedicenne Antonia Mesina di Orgosolo.
[Armida Barelli] rese noto il fatto a Pio XI il 5 ottobre 1935: «Nell’umiliare ai piedi della Santità Vostra l’ardentissimo nostro desiderio di vedere annoverata tra i beati l’umile figlia dei campi [Maria Goretti, ndr], ci permettiamo di presentare il primo fiore della Gioventù Femminile di Azione Cattolica Italiana, il primo giglio reciso dal martirio, la sedicenne Antonia Mesina». «Ecco una nuova Maria Goretti» rispose il Sommo Pontefice”

«STUDI SULLA SACRATISSIMA SINDONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
https://www.radiospada.org/tag/sacra-sindone/
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https://www.radiospada.org/tag/san-leone-magno/

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https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis»



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http://sardiniatridentina.blogspot.com/
«SAN PASQUALE BAYLON, CONFESSORE»
«SANTA RESTITUTA, VERGINE E MARTIRE»


Sardinia Tridentina: Quinta Domenica di Pasqua (http://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/05/quinta-domenica-di-pasqua.html?m=1)
«Quinta Domenica di Pasqua
La Santa Chiesa festeggia ancora la Resurrezione del Signore, ma già annunzia l'imminente mistero dell'Ascensione dello stesso Signore nei cieli. Il Figlio ritorna al Padre: anche noi, redenti dal Cristo, abbiamo come scopo della nostra vita quello di andare al Padre seguendo la via regale della Croce secondo i doveri di stato di ciascuno, praticando, non però con ipocrita esteriorità, la religione e evangelica».





"II Domenica dopo Pasqua"
https://forum.termometropolitico.it/346611-ii-domenica-dopo-pasqua.html
"III domenica dopo Pasqua"
https://forum.termometropolitico.it/572735-iii-domenica-dopo-pasqua.html
"IV Domenica dopo Pasqua"
https://forum.termometropolitico.it/348982-iv-domenica-dopo-pasqua-2.html
“V Domenica dopo Pasqua”
https://forum.termometropolitico.it/350210-v-domenica-dopo-pasqua.html
“Dal «Commento sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Cirillo di Alessandria, vescovo (Cap. 5, 5 - 6; PG 74, 942-943)”
https://forum.termometropolitico.it/350210-v-domenica-dopo-pasqua-2.html





http://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur”

http://liguesaintamedee.ch/messes
«Dimanche 17 mai 2020.
Sainte Messe en direct streaming à partir de 10h30 depuis la Chapelle saint Pierre et saint Paul de Verrua Savoia (IMBC).
NB : le sermon en français aura lieu à la fin de la messe».
La Messe de l?IMBC en Streaming - Sodalitium (http://www.sodalitium.eu/messe-de-limbc-streaming/)
http://www.sodalitium.eu/messe-de-limbc-streaming/

"17 mai : Saint Pascal Baylon, de l'Ordre de Saint-François (1540-1592) :: Ligue Saint Amédée"
“17 mai : Saint Pascal Baylon, de l'Ordre de Saint-François (1540-1592)"




AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!