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Visualizza Versione Completa : Interessante articolo sull'EF2000 ed i problemi all'interno del consorzio



B7E7-FLR
02-08-05, 15:30
http://www.paginedidifesa.it/2005/bonsignore_050802.html

La Eurosfiga dell'Eurofighter

Ezio Bonsignore, 2 agosto 2005

La Legge di Murphy non ammette eccezioni ed è quindi inevitabile che tutte le iniziative e attività umane finiscano per trovare qualche brutto intoppo sulla loro strada. La cosa vale naturalmente (o forse soprattutto) anche per i programmi della difesa, per i quali - si tratti di un veicolo corazzato americano, di una fregata cinese o di un aereo da caccia europeo - problemi di sviluppo, ritardi e aumenti dei costi costituiscono una piaga pressoché costante.
Ma per qualche strana ragione, o forse senza nessuna ragione, ci sono dei programmi che sembrano essere colpiti da una speciale maledizione "attirasfiga", che scarica loro addosso tutti i guai possibili e immaginabili. Un posto d'onore in questa sventurata categoria spetta senza dubbio all'Eurofighter. In aggiunta a tutti i problemi passati, l'apparentemente inesplicabile decisione delle autorità di Singapore di eliminare l'Eurofighter dalla loro competizione per un nuovo caccia multi-ruolo ha ora portato alla luce un nuovo problema, che era stato sinora tenuto accuratamente nascosto ma che potrebbe sfociare in una vera e propria montagna di guai.

Com'è noto, il 14 dicembre 2004 la Eurofighter GmbH e la Netma, cioè l'agenzia Nato che gestisce il programma Eurofighter per conto delle quattro nazioni partecipanti, firmarono il contratto, ad un valore annunciato di "più di 13 miliardi di euro", per la produzione di una seconda serie (Tranche 2) di 236 aerei per Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna più altri 18 per l'Austria. Questo contratto, che venne firmato con un ritardo di circa 18 mesi sui tempi previsti e alla conclusione di una vera e propria maratona di estenuanti trattative e discussioni a livello sia ufficiale che industriale, era sempre stato presentato e descritto come comprendente non solo l'ordine di produzione in quanto tale, ma anche l'integrazione di tutta una nuova serie di armi aria-aria e sopratutto aria-superficie.

Queste attività di integrazione sono assolutamente essenziali per permettere all'Eurofighter di evolvere progressivamente dalle capacità esclusivamente aria-aria dei velivoli della Tranche 1 a delle reali capacità multi-ruolo, corrispondenti ai requisiti operativi delle quattro forze aeree nonché a quanto richiesto dal mercato delle esportazioni.

Bene, volete sapere una cosa? Non è vero niente. I quattro paesi, che dovrebbero "collaborare" per questo programma, non sono riusciti a mettersi d'accordo circa la lista delle nuove armi da integrare e la ripartizione dei relativi costi, in base al tristemente noto principio di "non siamo disposti a pagare per l'integrazione del vostro petardo, salvo che voi non paghiate per l'integrazione della nostra bombetta puzzolente", e così via. Così, questo punto è stato puramente e semplicemente rinviato a un futuro più o meno nebuloso e rimosso dal contratto - che quindi in realtà copre aerei al livello Tranche 1.

All' epoca della firma dell'ordine, tutti gli interessati - l'industria, la Netma, i quattro ministeri della Difesa e le quattro Aeronautiche - si trovarono peraltro perfettamente d'accordo, in una specie di patto omertoso, per evitare anche la più piccola menzione di questo trascurabile dettaglio, al nobile scopo di evitare che il cervello del contribuente venisse affaticato da informazioni superflue. Un altro piccolo dettaglio, che il contribuente non aveva a quanto pare nessun bisogno di conoscere, è che il valore annunciato del contratto a "circa 13 miliardi di euro" in realtà copre solo le cellule nude. Quando si aggiungono i sotto-contratti separati per i motori (come se degli aerei potessero farne a meno!), l'avionica e così via, si arriva attorno ai 25 miliardi di euro, cioè alla non trascurabile somma di circa 100 milioni di euro per ogni aereo.

Al momento attuale, una lista delle armi da integrare è stata finalmente concordata in linea di massima ed è già stata approvata da tre aeronautiche mentre la Raf dovrebbe anch'essa apporre la sua firma nelle prossime settimane. Una volta completata questa fase, il documento verrà passato alla Eurofighter GmbH, che preparerà la relativa proposta industriale per dare l'avvio alle trattative commerciali. Si spera (si badi bene: si spera) di riuscire a firmare il relativo contratto, che naturalmente comporterà dei costi addizionali di circa 2-3 miliardi di euro, nella primavera del 2006.

La stessa Eurofighter GmbH ammette tranquillamente che questa situazione comporta un ritardo di almeno due anni - almeno due anni! - nell'inizio delle consegne degli aerei nella "vera" configurazione Tranche 2. A questo punto, si capisce benissimo come mai l'Aeronautica di Singapore, non appena aperta l'offerta della società europea, l'abbia subito gettata nel cestino della carta straccia!

Ma questi ritardi, per quanto gravissimi per le capacità operative delle quattro aeronautiche e addirittura esiziali per le esportazioni, non costituiscono ancora il vero problema. Il guaio davvero grosso consiste invece nel fatto che le attività di produzione industriale devono necessariamente rispettare certe regole e che non è quindi nemmeno pensabile che la Eurofighter GmbH possa tenere ferme per due anni le quattro linee di montaggio finale, nell'attesa che il processo di integrazione delle nuove armi venga completato. In base ai termini del contratto, le consegne degli aerei della Tranche 2 debbono iniziare ai primi del 2008 e la società ha tutte le intenzioni di rispettare questa data.

Ma per le ragioni che si sono viste, questi aerei saranno in realtà in una configurazione più o meno corrispondente al livello Tranche 1 e dovranno semmai essere rimodernati in un apposito programma successivo (tanto paga sempre Pantalone). Il che ci porta a un punto delicato: come reagiranno le quattro aeronautiche all'idea di dover accettare aerei che costano 100 milioni l'uno, ma che non corrispondono neppure lontanamente ai loro requisiti?

La Eurofighter GmbH ha la sua parte di colpe passate, ma le responsabilità per il "pasticciaccio brutto" attuale sono da attribuire quasi completamente alle autorità politiche e militari dei quattro paesi. Nonostante questo, vi sono degli indizi piuttosto allarmanti che la situazione stia rapidamente portando a un ulteriore peggioramento delle relazioni tra la società e i suoi clienti, relazioni che erano già tutt'altro che rosee. Non è del tutto escluso che la Netma possa rifiutarsi di firmare il documento per la qualifica ("Type Acceptance") dei primi aerei Tranche 2 che usciranno dalle linee di produzione o che qualche Aeronautica decida autonomamente di non accettare le consegne dei suoi aerei.

Per peggiorare ancora le cose, le trattative commerciali per la firma del contratto per la terza serie (Tranche 3) dovrebbero iniziare nel 2007 ed è sin troppo facile prevedere quale ne sarebbe l'esito nelle attuali condizioni. Questo riguarda sopratutto l'Aeronautica militare italiana, che ha apparentemente già deciso su una futura prima linea di circa 80 Eurofighter (cioè quelli già ordinati con i contratti Tranche 1 e Tranche 2) e altrettanti F-35 Jsf e che sarebbe quindi felicissima di trovare una valida scusa per svincolarsi da ulteriori ordini per l'Eurofighter.

La melanconica lezione che si può ricavare da tutto questo è che i grandi programmi multi-nazionali con più di due partecipanti su in piano paritario semplicemente non funzionano. Nonostante la loro grande importanza sul piano strategico e politico e nonostante i grandi vantaggi (teorici) sul piano economico e industriale, non funzionano, almeno non funzionano se il loro fine ultimo rimane quello di sviluppare, produrre e mettere in servizio un sistema d'arma più o meno nello stesso secolo che era stato previsto in origine e a un costo complessivo che non sia proprio vergognoso. A questo punto, viva la faccia del programma Jsf, dove almeno c'è uno solo che comanda e sa benissimo quello che vuole!

Ci sarebbero poi delle altre spiacevoli considerazioni da fare circa le inevitabili conseguenze della decisione, che venne a suo tempo presa dai nostri governi, di accettare e anzi incoraggiare entusiasticamente la nascita e crescita di un fornitore industriale in una posizione di assoluto monopolio.

La conoscete la storia del telegramma di Stalin? Giuro che è vera. Nel dicembre 1941, i direttori degli stabilimenti aeronautici nr.18 a Chenkman e nr.1 a Tretyakov ricevettero il seguente telegramma:

"Voi state giocando uno sporco tiro alla Patria e all'Armata Rossa - stop - Voi non vi siete sinora curati di produrre un sufficiente numero di Il-2 - stop - L'Armata Rossa ha bisogno di Il-2 come del pane e dell'aria - stop - Chenkman consegna un solo Il-2 al giorno, mentre Tretyakov consegna uno o due MiG-2 - stop - Questo significa prendersi gioco della Patria e dell'Armata Rossa - stop - Abbiamo bisogno di più Il-2, non di MiG - stop - Se lo Stabilimento nr.18 crede di poter continuare a sabotare la Patria consegnando un solo Il-2 al giorno, commette un grave errore e dovrà subirne le conseguenze - stop - Vi prego di non abusare ulteriormente della pazienza del governo e vi ordino di aumentare la produzione di Il-2 - stop - Questo è l'ultimo avviso - stop - Stalin".

Chiunque conosca anche solo vagamente la storia dell'Unione Sovietica - e in particolare il carattere e la mentalità di Stalin - potrà facilmente immaginare che cosa significasse ricevere un telegramma del genere nel dicembre 1941 e farsi quindi un'idea delle reazioni dei destinatari.

Oggi viviamo fortunatamente in tempi ben diversi, e le relazioni tra i nostri governi e le industrie sono di tutt'altro genere. Però, forse forse, se in passato un paio di telegrammi del genere fossero partiti da Bonn, Roma, Madrid o Londra…


http://www.paginedidifesa.it/
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Ciao
Claudio

ART
02-08-05, 20:11
Testo originale scritto da B7E7-FLR

La melanconica lezione che si può ricavare da tutto questo è che i grandi programmi multi-nazionali con più di due partecipanti su in piano paritario semplicemente non funzionano. Nonostante la loro grande importanza sul piano strategico e politico e nonostante i grandi vantaggi (teorici) sul piano economico e industriale, non funzionano, almeno non funzionano se il loro fine ultimo rimane quello di sviluppare, produrre e mettere in servizio un sistema d'arma più o meno nello stesso secolo che era stato previsto in origine e a un costo complessivo che non sia proprio vergognoso.


Altra "melanconica lezione", molto più difficile da imparare ma di cui si sta prendendo lentamente coscienza, è che o a questa situazione viene data una soluzione radicale o si assisterà ad un lento ma inesorabile declino europeo, in questo come in altri campi.
Ai tempi del Tornado ci si era resi conto che la strada dell'autarchia non avrebbe portato a nulla di buono nel lungo termine, che la complicazione e il costo sempre crescenti dei sistemi d'arma più complessi non può più essere affrontata da singoli stati europei, a meno che non vogliano lanciarsi in imprese economicamente suicide per i rispettivi bilanci (vedi Rafale) e in ogni caso con limitazioni nei confronti delle potenze principali di oggi e di domani e con ulteriori problemi per l'Europa nel suo complesso, per la sua posizione reale rispetto al resto del mondo. Adesso cominciano a venire al pettine i nodi del secondo prevedibile problema da cui si sviluppa il primo. Non è più neanche possibile affidarsi totalmente e con successo alle collaborazioni internazionali ma è arrivata l'ora di cominciare a pensare ad una organizzazione sovranazionale della difesa europea.
Questo ovviamente a molti suonerà come una bestemmia, ma la direzione in cui si va è indubbiamente quella del dover sciegliere fra questa soluzione, la costituzione di una difesa europea, e l'altra: lasciare che il declino si completi e che l'Europa perda definitivamente le sue potenzialità di soggetto realmente sovrano a livello mondiale.
C'è chi cerca di esorcizzare tali "bestemmie" ricordando che l'unificazione militare e politica d'Europa entro un certo livello è pura utopia, e può benissimo darsi che abbiano ragione... solo che è altrettanto realistico mettersi il cuore in pace su come stanno marcando inevitabilmente le cose...
Direi che prima di rassegnarsi a buttare la spugna vale pur sempre la pena di provare a reagire secondo schemi diversi da quelli totlamente fallimentari adottati fin'ora.

Nickel01
03-08-05, 07:40
Perfettamente d'accordo. Il modo di interagire tra le varie forze europee è totalmente inadeguato al progetto iniziale di un'Europa unita. Questo si riflette in ogni campo economico, strategico, militare e di puri rapporti tra stati. Non c'è altra strada che cambiare radicalmente mentalità.
Ric

B7E7-FLR
03-08-05, 10:58
A me queste cose non stupiscono più di tanto, in Europa non possono coesistere 2 sistemi di difesa contemporaneamente cioè uno NATO/OTAN ed uno europeo. Già la NATO in 50 anni non ha portato grossi programmi di standardizzazione negli equipaggiamenti, figuriamoci se è possibile farlo adesso nella UE dove non si riesce ad avere una politica estera comune.

holliwood
03-08-05, 23:41
concordo!

E aggiungo che per quanto mi riguarda l'europa e la sua stipda burocrazia sono solo un'utopia e 1 danno!!!

speriamo che qualcuno inaltosi svegli e inizi a tirare le somme....e a diventare come l'Uk....che se gli van bene le cose....aderisce...se no si fa le leggi in casa propria!


Fabio

ART
04-08-05, 01:24
Testo originale scritto da B7E7-FLR
A me queste cose non stupiscono più di tanto, in Europa non possono coesistere 2 sistemi di difesa contemporaneamente cioè uno NATO/OTAN ed uno europeo. Già la NATO in 50 anni non ha portato grossi programmi di standardizzazione negli equipaggiamenti, figuriamoci se è possibile farlo adesso nella UE dove non si riesce ad avere una politica estera comune.

Nessuno ha mai parlato di coesistenza di 2 sistemi di difesa che si sovrappongano: si parla di una NATO formata da un'alleanza fra 2 entità (USA ed EU), dotate di forze armate proprie invece di una leadership della superpotenza USA su tanti nanerottoli dalla forza il più delle volte simbolica a livello mondiale.

ART
04-08-05, 01:27
Testo originale scritto da holliwood
concordo!

E aggiungo che per quanto mi riguarda l'europa e la sua stipda burocrazia sono solo un'utopia e 1 danno!!!

speriamo che qualcuno inaltosi svegli e inizi a tirare le somme....e a diventare come l'Uk....che se gli van bene le cose....aderisce...se no si fa le leggi in casa propria!


Fabio

Una visione un po' troppo semplicistica delle cose... l'UE non è solo burocrazia. Daccordo che è un sistema altamente imperfetto, ma questo lo è per volontà dei suoi padroni, i governanti degli stati membri: è a loro che vanno indirizzate le lamentele.
Che l'Europa (unita) sia un "utopia" può anche darsi, meglio per noi di no, che sia un danno è davvero esagerato.

Impala
04-08-05, 10:10
Testo originale scritto da holliwood
concordo!

E aggiungo che per quanto mi riguarda l'europa e la sua stipda burocrazia sono solo un'utopia e 1 danno!!!

speriamo che qualcuno inaltosi svegli e inizi a tirare le somme....e a diventare come l'Uk....che se gli van bene le cose....aderisce...se no si fa le leggi in casa propria!


Fabio


Uno che la pensa così sull'Europa, non merita di passare le selezioni AM :D