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Visualizza Versione Completa : 21 agosto (12 agosto) - S. Giovanna Francesca de Chantal



Augustinus
12-08-04, 10:02
Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=30400) (con alcune mie integrazioni):

Santa Giovanna Francesca de Chantal, Religiosa

12 agosto - Memoria Facoltativa

Digione, Francia, 13 gennaio 1572 - Moulins, 13 dicembre 1641

Giovanna Frémiot è modello di perfezione evangelica in tutti gli stati di vita. Sposa al barone di Chantal e madre di sei figli, rimasta vedova, seguì l'itinerario di vita devota sotto la guida di san Francesco di Sales, esercitando in modo speciale le opere della carità verso i poveri e i malati. Fondò ad Annecy l'Ordine della Visitazione (1610). (Mess. Rom.)

La vita di Giovanna Frémiot è legata indissolubilmente alla figura di Francesco di Sales, suo direttore e guida spirituale, e di cui fu seguace e al tempo stesso ispiratrice e collaboratrice. Nata a Digione nel 1572, a vent'anni sposò il barone de Chantal, da cui ebbe numerosi figli. Rimasta vedova, avvertì sempre di più il desiderio di ritirarsi dal mondo e di consacrarsi a Dio. Sotto la guida di Francesco di Sales, diede vita a una nuova fondazione intitolata alla Visitazione e destinata all'assistenza dei malati. L'Istituto si diffuse rapidamente nella Savoia e nella Francia. Ben presto seguirono Giovanna, diventata suor Francesca, numerose ragazze, le Visitandine, come erano chiamate e universalmente note le suore dell'Isituto. Prima della sua morte, avvenuta a Moulins il 13 dicembre del 1641, le case della Visitazione erano 75, quasi tutte fondate da lei. (Avvenire)

Etimologia: Giovanna = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico

Martirologio Romano: Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, religiosa: dal suo matrimonio cristiano ebbe sei figli, che educò alla pietà; rimasta vedova, percorse alacremente sotto la guida di san Francesco di Sales la via della perfezione, dedicandosi alle opere di carità soprattutto verso i poveri e i malati; diede inizio all’Ordine della Visitazione di Santa Maria, che diresse pure con saggezza. Il suo transito avvenuto a Moulins sulle rive dell’Allier vicino a Nevers in Francia ricorre il 13 dicembre.
(13 dicembre: Nel monastero della Visitazione a Moulins in Francia, anniversario della morte di santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, la cui memoria si celebra il 12 agosto).

Martirologio tradizionale (21 agosto): Santa Giovanna Francesca Fremiot di Chantal, Vedova, Fondatrice dell'Ordine delle Monache della Visitazione di santa Maria, il cui giorno natalizio è commemorato il tredici Dicembre.

(13 dicembre): Così pure a Moulins, in Francia, il natale di santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal Vedova, Fondatrice dell'Ordine delle Monache della Visitazione di santa Maria; e, illustre per nobIltà di famiglia, per santità di vita, che costantemente condusse in quattro diversi stati, e pel dono di miracoli, dal Sommo Pontefice Clemente decimoterzo fu ascritta nel numero delle Sante. Il suo sacro corpo fu trasportato in Annecy, nella Savoia, e con solenne pompa.
La sua festa per decreto del Papa Clemente decimoquarto si celebra dalla Chiesa universale il ventuno Agosto.

Alla figura di questa grande Santa francese, morta il 13 dicembre dei 1641, ma ricordata oggi nel Calendario universale, non si può non avvicinare quella di San Francesco di Sales, che fu suo direttore e guida spirituale, e di cui ella fu seguace e al tempo stesso ispiratrice, penitente e insieme collaboratrice.
Così, Santa Giovanna di Chantal e San Francesco di Sales formano una delle due coppie più celebri e più alte nella spiritualità francese del '600 - e anche nelle opere di assistenza. L'altra coppia, non meno grande, è formata da San Vincenzo de Paul e da Santa Luisa di MarilIac.
Il grande predicatore e direttore d'anime, Vescovo di Ginevra, l'aveva vista la prima volta quando predicava la Quaresima del 1604, a Digione. Giovanna era sulla trentina, e indossava severi abiti vedovili. Al primo colloquio, il modestissimo abbigliamento della vedova non parve abbastanza modesto a San Francesco di Sales, il quale le domandò:
o Lei ha intenzione di rimaritarsi, Signora? ".
o No ", rispose Giovanna. " Bene – soggiunse il Santo, con un rapido cenno degli occhi - Allora sarà meglio ammainare le insegne ".La rinunzia interiore, che formava il nocciol dell'insegnamento del Vescovo di Ginevra, doveva essere accompagnata e sottolineata anche dalla rinuncia esteriore. E tale passo non fu facile, per la figlia del ricchissimo Presidente Frémyot, nata a Digione nel 1572, e vissuta nel castello di Bourbilly accanto al Barone d Chantal, da lei sposato a venti anni, in un matrimonio affettuoso e felice, dal quale nacquero numerosi figli.
Un incidente di caccia le aveva tolto il marito quando Giovanna aveva ventotto anni. La donna fu sull'orlo della disperazione. La salvò la necessità di curare i figli, ancora piccoli, e soprattutto la forza della sua fede, che ebbe in lei aspetti quasi virili, di grande coraggio e ardimento.
Dopo il primo incontro, San Francesco di Sales ne assunse la direzione spirituale, con quella leggerezza di tatto che era il carattere distintivo del grande Santo savoiardo. Ella avvertiva sempre di più il desiderio di ritirarsi dal mondo, e di vivere soprattutto per Dio. Fino all'ultimo, il direttore di spirito volle metterla alla prova. " Ascoltate - le disse un giorno - bisogna che voi entriate a Santa Chiara ". " Padre mio - ella rispose - sono prontissima ". " No - riprese il Santo. - Non siete abbastanza robusta. Dovrete farvi suora nell'ospedale di Beaune ". " Tutto ciò che vi parrà " accondiscese Giovanna. E Francesco: " Non è ancora ciò che voglio: dovrete essere Carmelitana ". " Sono pronta ad obbedire " ripeté la vedova.
Dopo aver così saggiato a lungo lo zelo e l'obbedienza della donna, il Santo le espose il suo progetto, di una nuova fondazione intitolata alla Visitazione e destinata all'assistenza dei malati. Di questa nuova fondazione' ella doveva essere cofondatrice e prima direttrice.
Giovanna di Chantal si disse di nuovo pronta, ma questa volta con maggior fervore, con un sussulto del cuore. Ma occorsero alcuni anni, prima che la figlia del Presidente di Digione, sistemati i figli e disposto dei suoi beni terreni, potesse diventare la prima suora della Visitazione.
L'Istituto che ebbe ad Annecy la prima sede, conobbe una rapida e vasta fortuna nella Savoia e nella Francia. Attorno a Giovanna, diventata Suor Francesca, si moltiplicarono le caritatevoli Visitandine, come le sue suore erano chiamate e presto universalmente note e amate.
Prima della sua morte, le case della Visitazione erano 75, quasi tutte fondate da lei, Giovanna Francesca di Chantal, nello spirito di carità del grande San Francesco di Sales.
Venne proclamata beata da papa Benedetto XIV il 21 novembre 1751; papa Clemente XIII la canonizzò il 16 luglio 1767. Il suo corpo è sepolto nella chiesa della Visitazione di Annecy, accanto a quello di Francesco di Sales.

Fonte: Archivio Parrocchia

http://www.salesianerinnen-oberroning.de/franzisk.jpg http://img166.imageshack.us/img166/7014/stachantal21vr9.jpg

http://www.corazones.org/santos/z_juana_chantal.jpg

http://www.corazones.org/santos/z_juana_chantal_corazon.jpg Cuore incorrotto della Santa conservato nel Convento della Visitazione di Nevers, in Francia

Augustinus
12-08-05, 17:22
S. Francesco di Sales (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=40522)

Visitazione della Beata Vergine Maria a S. Elisabetta (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=144750)

S. Margherita Maria Alacocque (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=144852)

Augustinus
13-08-05, 12:58
Francoise-Madeleine de Chaugy, Mémoires sur la vie et les vertus de sainte J. F. de Chantal, III, 3, 3 édit., Paris, 1842, pp. 314-319

Un giorno la beata Giovanna disse queste parole di fuoco, che vennero subito fedelmente raccolte: «Figlie carissime, molti dei nostri santi padri e colonne della chiesa, non subirono il martirio: perché - secondo voi - ciò accade?»: Dopo che ognuna ebbe risposto, quella beata madre riprese: «Ed io penso che ciò sia accaduto perché vi è un altro martirio, il martirio di amore, nel quale Dio, mentre sostiene in vita i suoi servi e le sue serve perché si spendano per la sua gloria, li rende insieme martiri e confessori. Io so che a questo martirio - aggiunse - sono chiamate le Figlie della Visitazione, e per disposizione di Dio lo soffriranno le più fortunate, che l'avranno chiesto».
Una sorella le chiese come potesse avvenire questo martirio, ed ella rispose: «Dite il vostro totale sì a Dio, e ne farete la prova. Infatti l'amore divino immerge la sua spada nelle parti più intime e segrete dell'anima, e ci separa da noi stessi. Ho conosciuto un'anima, che l'amore ha separato da quanto le era più caro non meno che se i persecutori a colpi di spada le avessero separato lo spirito dal corpo».
E noi comprendemmo che parlava di sé. un'altra sorella le chiese quanto potesse durare questo martirio. Rispose: «Dall'istante in cui ci doniamo a Dio senza alcuna riserva, fino al termine della vita. Ma questo vale per le persone magnanime, che, non tenendo nulla per sé, tengono fede all'amore, perché il nostro Dio non intende concedere questo martirio ai deboli, poveri di amore e di costanza, e lascia che conducano la loro vita a passo mediocre, purché non si allontanino da lui; infatti non forza mai la libera volontà».
Infine le si chiese se questo martirio di amore potesse uguagliare quello del corpo. «Non preoccupiamoci dell'uguaglianza: tuttavia ritengo che l'uno non ceda all'altro, perché "l'amore è forte come la morte", e i martiri d'amore sopportano dolori mille volte più gravi conservando la vita per fare la volontà di Dio, che se dovessero dare mille vite in testimonianza di fede, di carità, di fedeltà».

Augustinus
11-08-07, 18:32
St. Jane Frances de Chantal

Born at Dijon, France, 28 January, 1572; died at the Visitation Convent Moulins, 13 December, 1641.

Her father was president of the Parliament of Burgundy, and leader of the royalist party during the League that brought about the triumph of the cause of Henry IV. In 1592 she married Baron de Chantal, and lived in the feudal castle of Bourbilly. She restored order in the household, which was on the brink of ruin, and brought back prosperity. During her husband's absence at the court, or with the army, when reproached for her extremely sober manner of dressing, her reply was: "The eyes which I must please are a hundred miles from here". She found more than once that God blessed with miracles the care she gave the suffering members of Christ. St. Francis de Sales's eulogy of her characterizes her life at Bourbilly and everywhere else: "In Madame de Chantal I have found the perfect woman, whom Solomon had difficulty in finding in Jerusalem".

Baron de Chantal was accidentally killed by a harquebus while out shooting in 1601. Left a widow at twenty-eight, with four children, the broken-hearted baroness took a vow of chastity. In all her prayers she besought God to send her a guide and God, in a vision, showed her the spiritual director He held in reserve for her. In order to safeguard her children's property, she was obliged to go and live at Monthelon in the home of her father-in-law, who was ruled over by an arrogant and wicked servant. This was real servitude, which she bore patiently and gently for seven years. At last her virtue triumphed over the ill will of the old man and house keeper.

During Lent, 1604, she visited her father at Dijon, where St. Francis de Sales was preaching at the Sainte Chapelle. She recognized in him the mysterious director who had been shown her, and placed herself under his guidance. Then began an admirable correspondence between the two saints. Unfortunately, the greater number of letters are no longer in existence, as she destroyed them after the death of the holy bishop. When she had assured the future security of children, and when she had provided the education of Celse-Bénigne, her fourteen year old son, whom she left to her father and her brother, the Archbishop of Bourges, she started for Annecy, where God was calling her to found the Congregation of the Visitation. She took her two remaining daughters with her, the elder having recently married the Baron of Thorens, a brother of St. Francis de Sales. Celse-Bénigne, impetuous like those of her race, barred his mother's way by lying across the threshold. Mme de Chantal stopped, overcome: "Can the tears of a child shake her resolution?" said a holy and learned priest, the tutor of Celse-Bénigne. "Oh! no", replied the saint, "but after all I am a mother!" And she stepped over the child's body.

The Congregation of the Visitation was canonically established at Annecy on Trinity Sunday, 6 June, 1610. Its aim was to receive, with a view to their spiritual advancement, young girls and even widows who had not the desire or strength to subject themselves to the austere ascetical practices in force in all the religious orders at that time. St. Francis de Sales was especially desirous of seeing the realization of his cherished method of attaining perfection, which consisted in always keeping one's will united to the Divine will, in taking so to speak one's soul, heart, and longings into one's hands and giving them into God's keeping, and in seeking always to do what is pleasing to Him. "I do always the things that please him" (John 8:29). The two holy founders saw their undertaking prosper. At the time of the death of St. Francis de Sales in 1622, the order already counted thirteen houses; there were eighty-six when St. Jane Frances died; and 164 when she was canonized.

The remainder of the saint's life was spent under the protection of the cloister in the practice of the most admirable virtues. If a gentle kindness, vivified and strengthened by a complete spirit of renunciation, predominates in St. Francis de Sales, it is firmness and great vigour which prevails in St. Jane Frances; she did not like to see her daughters giving way to human weakness. Her trials were continuous and borne bravely, and yet she was exceedingly sensitive. Celse-Bénigne was an incorrigible duellist. She prayed so fervently that he was given the grace to die a Christian death on the battle-field, during the campaign against the Isle of Ré (1627). He left a daughter who became the famous Marquise de Sévigné. To family troubles God added interior crosses which, particularly during the last nine years of her life, kept her in agony of soul from which she was not freed until three months before her death.

Her reputation for sanctity was widespread. Queens, princes, and princesses flocked to the reception-room of the Visitation. Wherever she went to establish foundations, the people gave her ovations. "These people", she would say confused, "do not know me; they are mistaken". Her body is venerated with that of St. Francis de Sales in the church of the Visitation at Annecy. She was beatified in 1751, canonized in 1767, and 21 August was appointed as her feast day.

The life of the saint was written in the seventeenth century, with inimitable charm, by her secretary, Mother de Chaugy. Monsignor Bougaud, who died Bishop of Laval, published in 1863 a "Histoire de Sainte Chantal" which had a great and well-deserved success.

The words of the saint comprise instructions on the religious life, various minor works, among which is the admirable "Deposition for the Process of Beatification of St. Francis de Sales", and a great many letters. The saint's qualities are seen in her precise and vigorous style, void of imagery but betraying a repressed emotion, and bursting forth spontaneously from the heart, anticipating in its method the beautiful French of the seventeenth century. The book which may be called her masterpiece, "Réponses sur les Régles, Constitutions et Coutumes", a truly practical and complete code of the religious life, is not in circulation.

Fonte: The Catholic Encyclopedia, vol. VIII, New York, 1910 (http://www.newadvent.org/cathen/08282c.htm)

Augustinus
11-08-07, 18:52
Da dom Prosper Guéranger, L’Année Liturgique - Le Temps après la Pentecôte, Paris-Poitiers, 1901, VI ediz., t. IV, p. 566-577

LE XXI AOUT.

SAINTE JEANNE FRANÇOISE FRÉMIOT DE CHANTAL, VEUVE.

Bien que la gloire de Marie soit d'au dedans (1), sa beauté paraît aussi dans le vêtement qui l'entoure (2): vêtement mystérieux, tissé des vertus des Saints qui lui doivent leur justice et leur récompense (3). De même que toute grâce nous vient parla divine Mère, toute gloire au ciel converge vers celle de la Reine des cieux.

Or, entre les âmes bienheureuses, il en est de plus immédiatement rapprochées de la Vierge bénie (4). Prévenues de la tendresse particulière de cette Mère de la grâce, elles laissèrent tout (5) pour courir sur la terre à l'odeur des parfums de l'Epoux qu'elle a donné au monde (6); elles gardent au ciel avec Marie l'intimité plus grande qui fut déjà leur part au temps de l'exil. De là vient qu'à cette heure de son exaltation près du Fils de Dieu (7), le Psalmiste chante aussi les vierges pénétrant avec elle en allégresse dans le temple du Roi (8); le couronnement de Notre-Dame est véritablement la toute spéciale solennité de ces filles de Tyr (9), devenues elles mêmes princesses (10) et reines (11) afin de former son noble cortège et sa royale cour.

Si le diadème de la virginité n'orne pas le front de l'élue proposée aujourd'hui à notre vénération, elle est de celles pourtant qui méritèrent en leur humilité d'entendre un jour le céleste message: Ecoute, ma fille, et vois, et incline l'oreille de ton cœur, et oublie ton peuple et la maison de ton père (12). En réponse, tel fut son bienheureux élan dans les voies de l'amour, qu'on vit des vierges innombrables s'attacher à ses pas pour parvenir plus sûrement à l'Epoux. A elle aussi revient en conséquence une place glorieuse dans le vêtement d'or, aux reflets multiples, dont resplendit en son triomphe la Reine des Saints (13).

Car quelle est la variété signalée par le Psaume dans les broderies et les franges de cette robe de gloire (14), sinon la diversité des nuances que revêt l'or delà divine charité parmi les élus? C'est afin d'accentuer l'heureux effet provenant de cette diversité dans la lumière des Saints, que l'éternelle Sagesse a multiplié les formes sous lesquelles se présente au monde la vie des conseils. Tel est bien l'enseignement voulu par la sainte Liturgie dans le rapprochement des deux fêtes d'aujourd'hui et d'hier au Cycle sacré. De l'austérité cistercienne au renoncement plus intérieur de la Visitation Sainte-Marie, la distance paraît grande; l'Eglise néanmoins réunit la mémoire de sainte Jeanne de Chantai et de l'Abbé de Clairvaux, en hommage à la bienheureuse Vierge, dans l'Octave fortunée qui consomme sa gloire; c'est qu'en effet toutes les Règles de perfection s'accordent pour n'être, à l'honneur de Marie, que des variantes de l'unique Règle, celle de l'amour, dont la divine Mère présente en sa vie l'exemplaire premier.

«Ne divisons pas la robe de l'Epouse», dit saint Bernard (15). L'unité, tant au ciel qu'ici-bas, consiste en la charité (16). Que celui qui se glorifie de la Règle n'agisse pas à rencontre, en allant contre l'Evangile (17). Si le royaume de Dieu estait dedans de nous (18), c'est qu’il n'est point dans le manger ou le boire, mais dans la justice, la paix, la joie du Saint-Esprit (19). Critiquer autrui sur l'observance extérieure et négliger de la Règle le côté qui regarde l'âme, c'est écarter le moucheron de la coupe et avaler un chameau (20). Tu brises ton corps par des travaux sans fin, tu mortifies par les austérités tes membres qui sont sur la terre; et tu fais bien. Mais lorsque tu te permets de juger celui qui ne peine pas autant, lui peut-être se conforme à l'avis de l'Apôtre: empressé davantage pour les dons les meilleurs (21), retenant moins de cet exercice corporel qui est de moindre utilité, il s'adonne plus à la piété qui est utile à tout (22). Qui donc de vous deux garde le mieux la Règle? Celui sans doute qui s'en trouve meilleur. Or, le meilleur, quel est-il? le plus humble? ou le plus fatigué? Apprenez de moi, dit Jésus (23), que je suis doux et humble de cœur (24)».

Parlant de la diversité des familles religieuses, saint François de Sales dit excellemment à son tour: «Toutes les Religions ont un esprit qui leur est général, et chacune en a un qui lui est particulier. Le général est la prétention qu'elles ont toutes d'aspirer à la perfection delà charité; mais l'esprit particulier, c'est le moyen de parvenir à cette perfection de la charité, c'est-à-dire, à l'union de notre âme avec Dieu, et avec le prochain pour l'amour de Dieu» (25). Venant donc à l'esprit spécial de l'institut qu'il avait fondé de concert avec notre Sainte, l'évêque de Genève déclare que c'est « un esprit d'une profonde humilité envers Dieu, et d'une grande douceur envers le prochain; d'autant qu'ayant moins de rigueur pour le corps, il faut qu'il y ait tant plus de douceur de cœur» (26). Et parce que «celte Congrégation a été érigée en sorte que nulle grande âpreté ne puisse divertir les faibles et infirmes de s'y ranger, pour y vaquer à la perfection du divin amour» (27); il ajoute gracieusement: «Que s'il y avait une sœur qui fût si généreuse et courageuse que de vouloir parvenir à la perfection dans un quart d'heure, faisant plus que la Communauté, je lui conseillerais qu'elle s'humiliât et se soumît à ne vouloir être parfaite que dans trois jours, allant le train des autres (28). Car il faut observer toujours une grande simplicité en toutes choses: marcher simplement, c'est la vraie voie des filles de la Visitation, qui est grandement agréable à Dieu et très assurée» (29).

Avec la douceur et l'humilité pour devise, le pieux évoque était bien inspiré de donner à ses filles, comme armoiries, le divin Cœur où ces suaves vertus ont leur source aimée. On sait combien magnifiquement le ciel justifia ce blason. Le siècle n'était pas encore écoulé, qu'une religieuse de la Visitation, la Bienheureuse Marguerite-Marie, pouvait dire: «Notre adorable Sauveur m'a fait voir la dévotion de son divin Cœur comme un bel arbre qu'il avait destiné de toute éternité pour prendre ses racines au milieu de notre institut. Il veut que les filles de la Visitation distribuent les fruits de cet arbre sacré avec abondance à tous ceux qui désireront d'en manger, sans crainte qu'il leur manque» (30).

«Amour! amour! amour! mes filles, je ne sais plus autre chose». Ainsi s'écriait, elle aussi, en ses derniers ans, la glorieuse coopératrice de François dans l'établissement de la Visitation Sainte-Marie, Jeanne de Chantal. «Ma Mère, lui dit une sœur, je vais écrire à nos maisons que Votre Charité est en sa vieillesse, et que comme votre parrain saint Jean, vous ne nous parlez plus que d'amour». A quoi la Sainte repartit: «Ma fille, ne faites point cette comparaison, car il ne faut pas profaner les Saints en les comparant aux chétifs pécheurs; mais vous me ferez plaisir de mander à ces filles-là que si je croyais mon courage, si je suivais mon inclination, et si je ne craignais d'ennuyer nos sœurs, je ne parlerais jamais d'autre chose que de la charité; et je vous assure que je n'ouvre presque jamais la bouche pour parler de choses bonnes, que je n'aie envie de dire: Tu aimeras le Seigneur de tout ton cœur, et ton prochain comme toi-même» (31).

Paroles bien dignes de celle qui valut à l'Eglise l'admirable Traité de l’Amour de Dieu, composé, dit l'évêque de Genève, à son occasion, prière et sollicitation, pour elle et ses semblables (32). Tout d'abord cependant, l'impétuosité de cette âme, exubérante de dévouement et d'énergie, parut peu faite pour être maîtresse en une école où l'héroïsme se traduit dans la suavité simple d'une vie toute cachée en Dieu. C'est à discipliner cette énergie de la femme forte, sans en éteindre l'ardeur, que s'appliqua persévéramment saint François de Sales durant les dix-huit années qu'il en eut la conduite. «Faites tout, lui répète-t-il en mille manières, sans empressement, suavement comme font les Anges; suivez la conduite des mouvements divins, rendez-vous souple à la grâce; Dieu veut que nous soyons comme des petits enfants» (33). Et ici trouve place une page délicieuse de l'aimable Saint, que nous voulons citer encore:

«Si l'on eût demandé au doux enfant Jésus, étant porté entre les bras de sa mère, où il allait? n'eût-il pas eu raison de répondre: Je ne vais pas, c'est ma mère qui va pour moi. Et qui lui eût demandé: Mais au moins n'allez-vous pas avec votre mère? n'eût-il pas eu raison de dire: Non, je ne vais nullement, ains seulement par les pas de ma mère, par elle et en elle. Et qui lui eût répliqué: Mais au moins, ô très cher divin enfant vous vous voulez bien laisser portera votre douce mère? Non fais certes, eût-il pu dire, je ne veux rien de tout cela; ains, comme ma toute bonne mère marche pour moi, aussi elle veut pour moi; et, comme je ne marche que par ses pas, aussi je neveux que par son vouloir; et, dès que je me trouve entre ses bras, je n'ai aucune attention ni à vouloir, ni à ne vouloir pas, laissant tout autre soin à ma mère, hormis celui d'être sur son sein, et de me tenir bien attaché à son cou très aimable pour la baiser amoureusement des baisers de ma bouche; et, afin que vous le sachiez, tandis que je suis parmi les délices de ces saintes caresses qui surpassent toute suavité, il m'est avis que ma mère est un arbre de vie, et que je suis en elle comme son fruit, que je suis son propre cœur au milieu de sa poitrine, ou son âme au milieu de son cœur: c'est pourquoi, comme son marcher suffit pour elle et pour moi, sans que je me mêle de faire aucun pas: aussi ne prends-je point garde si elle va vite ou tout bellement, ni si elle va d'un côté ou d'un autre, ni je ne m'enquiers nullement où elle veut aller, me contentant que, comme que ce soit, je suis toujours entre ses bras, joignant ses amiables mamelles, où je me repais comme entre les lis ... Théotime (34), nous devons être comme cela, pliables et maniables au bon plaisir divin» (35).

Laissons à l'Eglise le soin de résumer mieux que nous ne saurions faire, la vie de sainte Jeanne Françoise de Chantal.

Jeanne Françoise Frémiot de Chantal naquit à Dijon en Bourgogne de très nobles parents. Dès son jeune âge, elle donna d'éclatantes preuves de sa grande sainteté future. On raconte que, n'ayant pas encore cinq ans, elle réduisit un seigneur calviniste au silence par une argumentation au-dessus de son âge; et comme il lui offrait un petit présent, elle ne le reçut que pour aussitôt le jeter au feu, en disant: «C'est comme cela que les hérétiques brûleront dans l'enfer, eux qui ne croient pas notre Seigneur quand il parle». Ayant perdu sa mère, elle se remit à la garde de la sainte Vierge Mère de Dieu, et renvoya une servante qui voulait l'attirer aux mondanités. Ses mœurs n'avaient rien d'un enfant; elle n'éprouvait qu'horreur pour les délices du siècle; et soupirant après le martyre, elle se donnait tout entière à la religion et à la piété. Mariée par son père au baron de Chantal, on la vit s'exercer à toutes les vertus, et s'employer à affermir dans la loi et les bonnes mœurs ses enfants, ses serviteurs et tous ceux qui étaient sous sa dépendance D'une extrême libéralité pour soulager la misère des pauvres, elle vit plus d'une fois Dieu multiplier ses provisions; aussi s'était-elle engagée à ne jamais refuser une aumône demandée au nom de Jésus-Christ.

Son mari avant été tué dans une chasse, ce lui fut l'occasion d'embrasser une vie plus parfaite, et de se lier par le vœu de continence. La mort de son mari la trouva non seulement soumise, mais victorieuse d'elle-même jusqu'à vouloir être marraine du fils de son meurtrier, en témoignage public de pardon. Elle réduisit son personnel, sa table et son habillement, consacrant à de pieux usages ses vêtements de prix. Elle employait à la prière, aux lectures pieuses, au travail tout le temps qui lui restait des soins domestiques. Jamais on ne put l'amener à contracter de secondes noces, quoique honorables et avantageuses. Pour s'affermir encore plus j dans sa résolution de garder la chasteté, elle renouvela son vœu, et grava sur sa poitrine avec un fer rouge le très saint nom de Jésus-Christ. Embrasée d'une charité tous les jours plus ardente, elle se faisait amener les pauvres, les délaissés, les malades, les infirmes atteints des maux les plus repoussants, ne se contentant pas de les loger, de les consoler, de leur donner ses soins, mais nettoyant leurs vêtements sordides et les raccommodant, allant jusqu'à poser ses lèvres sur leurs ulcères dégouttant d'un horrible pus.

Instruite de la volonté de Dieu par saint François de Sales, son directeur, elle abandonna avec un invincible courage son père, son beau-père, enfin son fils même, sur le corps duquel elle n'hésita pas de passer en sortant de sa maison, parce qu'il voulait l'arrêter dans sa vocation. Ainsi posa-t-elle les fondements du religieux institut de la Visitation Sainte-Marie. Elle en garda les règles avec la plus entière fidélité, aimant la pauvreté jusqu'à se réjouir de manquer même du nécessaire. L'humilité chrétienne et l'obéissance, toutes les vertus eurent en elle un modèle achevé. Méditant des ascensions toujours plus sublimes en son cœur, elle s'astreignit, par un vœu redoutable, à faire toujours ce qu'elle croirait être le plus parfait. Cependant le saint Ordre de la Visitation s'était, principalement par ses soins, répandu en tous lieux; sa parole, ses exemples, ses écrits même remplis d'une sagesse divine, étaient pour les sœurs un stimulant à la piété et à la charité; chargée de mérites, et munie des Sacrements de l'Eglise, elle passa au Seigneur, à Moulins, le treizième jour de décembre de l'année mil six cent quarante et un. Saint Vincent de Paul, qui était loin de là, vit son âme portée au ciel et saint François de Sales venant à sa rencontre. Son corps fut porté à Annecy. Les miracles qui l'illustraient déjà de son vivant continuant après sa mort! Benoît XIV la mit au nombre des Bienheureux, et le Souverain Pontife Clément XIII en celui des Saints. Ce fut le Pape Clément XIV qui ordonna que sa fête fût célébrée dans toute l'Eglise le douze des calendes de septembre.

L'office de Marthe parut d'abord vous être destiné, ô grande Sainte. Prévenant l'heure qui devait sonner pour Vincent de Paul un peu plus tard, François de Sales, votre Père, eut la pensée de faire de vos compagnes les premières filles de la Charité. Ainsi fut donné à votre œuvre le nom béni de Visitation, destiné à placer sous l'égide de Marie vos visites aux pauvres malades trop délaissés. Mais l'affaiblissement progressif des santés modernes avait manifesté, dans les institutions de la sainte Eglise, une lacune plus douloureuse encore, plus pressante à combler: nombre d'âmes, appelées à la part de Marie, en étaient écartées par leur impuissance à porter l'austère vie des grands

Ordres contemplatifs. L'Epoux, dont la bonté daigne s'adapter à tous les âges, fit choix de vous, ô Jeanne, pour subvenir avec son Cœur sacré, sur ce terrain de son amour, aux misères physiques aussi bien que morales du monde vieilli, usé, menaçant ruine.

Renouvelez-nous donc en l'amour de Celui dont la charité vous consuma la première; dans ses ardeurs, vous parcourûtes les sentiers les plus divers de la vie, et jamais ne vous trahit l'admirable force d'âme que l'Eglise rappelle à Dieu aujourd'hui, pour obtenir par vous le secours nécessaire à notre faiblesse (36). Que le funeste poison de l'esprit janséniste ne revienne plus jamais chez nous glacer les cœurs; mais, en même temps, nous le savons de vous: l'amour n'est réel qu'autant qu'avec ou sans les macérations, il vit de foi, de générosité, de renoncement, dans l'humilité, la simplicité, la douceur. C'est l'esprit de votre saint institut, l'esprit de votre angélique Père rendu par lui si aimable et si fort: puisse-t-il régner toujours parmi vos filles, maintenir entre leurs maisons l'union suave qui n'a point cessé de réjouir les cieux; puisse le monde s'assainir aux parfums qui s'échappent toujours des retraites silencieuses de la Visitation Sainte-Marie!
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NOTE

1. Psalm. XLIV, 14.

2. Ibid. 10-15.

3. Apoc. XIX, 8.

4. Psalm. XLIV, 15.

5. Matth. XIX, 27.

6. Cant. I, 3.

7. Psalm. XLIV, 10.

8. Ibid. 15-16.

9. Ibid. 13.

10. Ibid. 10.

11. Cant. VI, 7.

12. Psalm. XLIV, 11.

13. Ibid. 10.

14. Ibid. 10, 14, 15.

15. Bernard. Apologia ad Guillelm. III, 6.

16. Ibid. IV, 8.

17. Ibid. V, 11.

18. Luc. XVII, 21.

19. Rom. XIV, 17.

20. Bern. Apolog. VI, 12.

21. I Cor. XII, 31.

22. I Tim. IV, 8.

23. Matth. XI, 29.

24. Bern. Apolog. VII, 13.

25. Entretiens spirituels, XIII.

26. Ibid.

27. Constitutions de la Visitation, Préambule.

28. Entretien XIII.

29. Entretien XIV.

30. Lettre du 17 juin 1689, à la Mère de Saumaise.

31. Mémoires de la Mère de Chaugy, III° P., ch. V.

32. Traité de l'Amour de Dieu, Préface; Mémoires de la M. de Chaugy, III° P. ch. XXIV, XXVI; etc.

33. Œuvres, passim.

34. «Un grand serviteur de Dieu m'avertit naguère que l'adresse que j'avais faite de ma parole à Philothée en l'Introduction à la vie dévote avait empêché plusieurs hommes d'en faire leur profit, d'autant qu'ils n'estimaient pas dignes de la lecture d'un homme les avertissements faits pour une femme. J'admirai qu'il se trouvât des hommes qui, pour vouloir paraître hommes, se montrassent en effet si peu hommes... Toutefois, pour imiter en cette occasion le grand Apôtre, qui s'estimait redevable à tous, j’ai changé d'adresse en ce traité, et parle à Théotime. Que si d'aventure il se trouvait des femmes (or cette impertinence serait plus supportable en elles) qui ne voulussent pas lire les enseignements qu'on fait à un homme, je les prie de croire que le Théotime auquel je parle est l'esprit humain qui désire faire progrès en la dilection sainte, esprit qui est également ès femmes comme ès hommes». Amour de Dieu, Préface.

35. Amour de Dieu, Liv. IX, ch. XIV.

36. Collecte, Secrète et Postcommunion de la fête.

Augustinus
21-08-08, 06:46
http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/Q8OZ4U/08-521799.jpg Stampa della Beata Jeanne-Françoise de Frémyot de Chantal, XVII sec., musée de Port-Royal des Champs, Magny-les-Hameaux

http://www.photo.rmn.fr/LowRes2/TR1/UQS7W/94-051913.jpg Scuola francese, Christophe de Rabutin, barone di Chantal, e sua moglie, Jeanne-Françoise de Frémyot de Chantal, XVII sec., castello di Versailles e di Trianon, Versailles

http://www.culture.gouv.fr/Wave/image/joconde/0323/m104804_0000543_p.jpg http://img240.imageshack.us/img240/5282/m1048040000543pbe6.jpg Ambito di Philippe de Champaigne, Ritratto di S. Giovanna de Chantal, XVII sec., Musée des beaux-arts, Chambéry

http://www.repro-tableaux.com/kunst/noel_halle/francois_sales_1567_1622_givi_hi.jpg http://ecx.images-amazon.com/images/I/51nRJ4O08WL._SS500_.jpg Noël Hallé, S. Francesco di Sales consegna a S. Giovanna Francesca la regola della Congregazione della Visitazione, XVIII sec., Chiesa di Saint-Louis-en-L'Ile, Parigi

Augustinus
21-08-08, 11:58
DIE 21 AUGUSTI

Stæ JOANNÆ FRANCISCÆ
FRÉMIOT DE CHANTAL
VIDUÆ

Duplex

Missa Cognóvi, de Communi non Virginis 2° loco infra, cum Orationibus ut infra:

Oratio

OMNÍPOTENS qui beátum Joánnem, Confessórem tuum, ad cultum sacrórum Córdium Jesu et Maríæ rite promovéndum, mirabíliter inflammásti, et per eum novas in Ecclésia tua famílias congregáre voluísti : præsta, quaésumus; ut, cujus pia mérita venerámur, virtútum quoque instruámur exémplis. Per eúndem Dóminum.

Et fit Commemoratio Octavæ Assumptionis:

Oratio

OMNÍPOTENS et miséricors Deus, qui beátam Joánnam Francíscam, tuo amóre succénsam, admirábili spíritus fortitúdine per omnes vitæ sémitas in via perfectiónis donásti, quique per illam illustráre Ecclésiam tuam nova prole voluísti: ejus méritis et précibus concéde; ut, qui infirmitátis nostræ cónscii de tua virtúte confídimus, cæléstis grátiæ auxílio cuncta nobis adversántia vincámus. Per Dóminum.

Et fit Commemoratio Octavæ Assumptionis:

Oratio

OMNÍPOTENS sempitérne Deus, qui Immaculátam Vírginem Maríam, Fílii tui Genitrícem, córpore et ánima ad cæléstem glóriam assumpsísti: concéde, quaésumus; ut, ad superna semper inténti, ipsíus glóriæ mereámur esse consórtes. Per eúndem Dóminum.

Credo, ratione Octavæ.

Secreta

ILLO NOS amóris igne, quaésumus,Dómine, hæc hóstia salutáris inflámmet : quo beátæ Joannæ Francíscæ cor veheménter incéndit, et flammis adússit ætérnæ caritátis. Per Dóminum.

Pro Octava Assumptionis

Secreta

ASCÉNDAT ad te, Dómine, nostræ devotiónis oblátio, et, beatíssima Vírgine María in cælum assúmpta intercedénte, corda nostra, caritátis igne succénsa, ad te júgiter ádspirent. Per Dóminum.

Præfatio de Octava.

Postcommunio

SPÍRITUM nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde: ut, quos cæléstis panis virtúte satiásti, beáta Joánna Francisca intercedénte, fácias terréna despícere, et te solum Deum pura mente sectári. Per Dóminum ... in unitáte ejúsdem.

Pro Octava Assumptionis

Postcommunio

SUMPTIS, Dómine, salutáribus sacraméntis: da, quaésumus; ut, méritis et intercessióne beátæ Vírginis Maríæ in cælum assúmptæ, ad resurrectiónis glóriam perducámur. Per Dóminum.

FONTE (http://www.unavoce-ve.it/mr-21aug=lat.htm)