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Visualizza Versione Completa : Bonsai



Turambar
01-09-05, 13:28
Ciao Carissimi (soprattutto carissima Flora ;))
mi hanno regalato un bonsai ieri sera, un ulivo (per quello che ho potuto capire, e che mi han detto). Ora, mi han spiegato che
-meglio tenerlo all'aperto
-dargli l'acqua una volta al giorno tenendolo a bagno con l'acqua sotto al vaso, e per il resto del giorno non tenereci acqua

Altri consigli e suggerimenti per farlo campare a lungo, dato che è una pianta che trovo a dir poco stupefacente?
concimi? potature stagionali?
a presto fotina (appena carico le pile della macchina foto):)

Liquid Sky
01-09-05, 17:16
Ciao Pandone!! :kz

A meno che qualcuno non voglia intervenire prima, ti prometto che appena ho un attimo di tempo ti cerco tutte le informazioni che riesco a trovare sul metodo migliore per curare il tuo bonsai. ;) :)

Nel frattempo una "piccola" curiosità:

http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/esteri/bonsai/reuters66811212508072857_big.jpg

Un bonsai alto 22 millimetri. E' probabilmente il più piccolo del mondo, il bonsai della specie Water Jasmine, che sembra la miniatura di un albero, invece è un vegetale con due anni di vita. Nella foto, Kuah Mershel, figlia di un famoso coltivatore malese, mostra con orgoglio la microscopica piantina

link (http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/esteri/bonsai/1.html)

Liquid Sky
05-09-05, 22:25
Come promesso, ho cercato qualche informazione. Mi sono resa conto che è un argomento piuttosto vasto, così non avendo esperienze dirette da raccontarti, ho deciso di segnalare alcuni siti che mi sembrano ben fatti.

ecco il primo (http://utenti.quipo.it/bonsai/pagina1.htm)

Liquid Sky
05-09-05, 22:41
Brevi cenni sulla storia del Bonsai

Nel momento in cui si cerca di ricostruire la storia del Bonsai ci si trova di fronte ad una difficoltà reale: la cultura orientale è per tradizione una cultura principalmente orale. Quindi quanto ne conosciamo oggi è dovuto fondamentalmente allo studio fondato sui dipinti e stampe delle diverse epoche. Negli scritti pervenuti fino a noi vi sono solo brevi cenni circa i suoi esordi e sul modo in cui si sviluppò. Si ritiene che l'Arte del Bonsai abbia avuto origine in Oriente, dagli antichi imperi dell’India, i quali avevano, infatti, necessità di portare con sé, nel corso dei loro spostamenti verso la Cina, le piante dei cui poteri terapeutici si giovava la loro medicina. In Cina, è documentata la presenza degli alberelli miniaturizzati a partire dal VI sec.,mentre le raffigurazioni giapponesi più antiche risalgono al XIII sec. L'ideogramma cinese "pun-sai" (piante in vaso) apparve per la prima volta in Cina durante la dinastia Tsin (265-420 d.C.). Ma solo durante la Dinastia T'ang (618-907) inizia la popolarità di quest'arte. Ed è proprio di questo periodo il primo documento storico del Bonsai: un dipinto murale nella tomba del principe Zhang Huai, della dinastia T'ang, morto nel 705 d.C., raffigurante due valletti che portano uno, un paesaggio in miniatura e l'altro un vaso contenente un albero.Nella successiva dinastia Sung (960-1280) alle piante in vaso si aggiunsero rocce e figure per ricrearne paesaggi in miniatura "pun-wan", l'attuale Bonkei. Il termine pun-wan fucambiato in "pun-ching" (piante in vaso con paesaggio) tra la fine della dinastia Ming (1368-1644) e l'inizio di quella Ching (1644-1911). In questo periodo la coltivazione del Bonsai diventò molto popolare ed ebbero origine i differenti stili di coltivazione, dovuti in buona parte alle differenti localizzazioni geografiche delle varie scuole. La Cina ebbe notevoli influenze sulla cultura giapponese soprattutto a partire dal VI -VII sec.sino alla metà del periodo Heian (794-1185). Quindi è probabile che qualche forma di bonsai sia giunta in Giappone al più tardi in questo periodo. Ma solo a partire dal periodo Kamakura (1185-1333) abbiamo una documentazione sulla coltivazione del Bonsai: troviamo nei rotoli makimono le prime rappresentazioni giapponesi di un vero Bonsai. In questo periodo si diffonde in Giappone il Buddismo Zen proveniente dalla Cina e certamente il Bonsai arrivò da questo paese portatovi da monaci, ipotesi convalidata dalla constatazione che gli uomini raffigurati nei makimono siano in prevalenza dei sacerdoti come nel dipinto più famoso "Saigyo Monogatari Emaki" (1250 circa) in cui appare un Bonsai con roccia davanti ad un tempio di Kyoto. I monaci Zen, che facevano uso di Bonsai e suiseki per illustrare simbolicamente delle verità filosofiche, diedero un importante contributo alla diffusione di queste arti presso le classi dominanti e così per molto tempo il Bonsai fu prerogativa di nobili e samurai.Da allora, oltre al perfezionamento della tecnica, assistiamo anche ad un'evoluzione degli stili. Tra la fine del periodo Kamakura e l'inizio del periodo Muromachi (1333-1573) il Bonsai comincia a cambiare: sono eliminate le rocce e resta la sola pianta, il più delle volte piantata in cassette di egno, data la scarsità di vasi in ceramica, importati quasi unicamente dalla Cina. Nasce lo stile su roccia, si apprezza uno stile essenziale (che in seguito fu chiamato bunjin). Ma soltanto l'incremento della produzione nazionale di vasi in ceramica e porcellana, periodo Edo (1603-1868), favorisce la diffusione capillare dell'Arte Bonsai. Questo periodo, che segna il passaggio da una società feudale ad una moderna, vide il Giappone isolato, per una serie d'editti, dal resto del mondo. E' facile intuire quanti cambiamenti avvennero anche nell'Arte Bonsai. Accanto alla
preferenza del popolo per gli stili grotteschi e bizzarri si andava affermando presso le classi intellettuali la preferenza per gli stili più raffinati e semplici, vicini a quelli cinesi. Questi intellettuali diffusero la cultura cinese e rilanciarono nei primi decenni dell'800 la "cerimonia del tè", che era stata modificata rispetto a quella tradizionale da un produttore di sakè e da un medico Kyoto. Il Bonsai, che grande importanza aveva nella scenografia della cerimonia, si diffuse ulteriormente. Alla fine del periodo Edo avviene l'apertura del più grande vivaio specializzato in soli Bonsai.Con la rivoluzione del periodo Meiji (1868-1912) ulteriori cambiamenti avvennero nella società giapponese: morì il feudalesimo, in quanto il potere ritornò all'imperatore e si riaprirono le frontiere ed il Bonsai subì un momentaneo arresto dovuto all'influenza della cultura occidentale.
Successivamente con il progressivo ristabilirsi dell'equilibrio sociale riprende l'interesse per il Bonsai che si diffonde in tutta la nazione. Sono codificati i vari stili, si organizzano varie esposizioni e nel 1928 fu tenuta la prima esposizione denominata Kokufu-ten (abbreviazione di Kokufu Bonsai-ten), mostra che si ripete puntualmente sino ad oggi, ogni anno (con il solo intervallo nel periodo bellico). Nel 1934 il Kokufu fu ospitato per la prima volta dal Museo d'Arte di Ueno a Tokyo. Questo evento possiamo considerarlo come il riconoscimento ufficiale del Bonsai come Arte. La prima comparsa del Bonsai in Europa si ebbe in una mostra a Parigi nel 1878, seguita da una seconda esposizione a Londra nel 1910 e il primo libro scritto da un occidentale è degli inizi del secolo ed è opera del botanico francese Albert Maumenè, che operò una classificazione semplice e razionale degli stili, oggi ampiamente superata, ma degna senz'altro di attenzione. Parallelamente anche in America intorno agli inizi del secolo compaiono i primi Bonsai. Ma a parte questa sporadiche apparizioni, il Bonsai, è stato scoperto dagli occidentali soltanto dopo la seconda guerra mondiale. La scoperta ha suscitato un interesse tale che ha rivitalizzato il Bonsai nello stesso Giappone ove gli eventi bellici avevano provocato una stasi. Ed oggi? Assistiamo ad un sempre crescente interesse verso il Bonsai che si manifesta con il moltiplicarsi di convegni, mostre, corsi e parallelamente l'interesse sempre maggiore di perfezionamento della tecnica, ma anche il desiderio costante di conoscere quegli elementi culturali che lo hanno prodotto e che lo hanno elevato ad arte.

http://digilander.libero.it/nbc/index-file/Destra-file/storia%20del%20bonsai/foto1.jpg

Il primo documento della storia del Bonsai: (circa il 706) nella parete orientale della tomba
del figlio Li dell'imperatore Koshiu sono disegnati due valletti di corte che, in segno di omaggio
tengono in mano due bonsai.

Da NAPOLI BONSAI CLUB & SUISEKI (http://digilander.libero.it/nbc/)

Liquid Sky
05-09-05, 22:54
CRITERI GENERALI
La parola Bonsai deriva dall'unione di due ideogrammi, non a caso uguali sia in Cinese che in Giapponese, Bon (vaso) e Sai (pianta). La definizione letterale che ne consegue è però senz'altro troppo generica: infatti il termine Bonsai viene comunemente accettato per definire "una specie arborea artisticamente coltivata in vaso". Più difficile è definire che cosa si intenda per "...artisticamente coltivata..."; certo è che il bonsaista, oltre a realizzare una composizione di forme armoniche tra loro, deve tendere a ricreare le proporzioni di un vetusto albero in natura.
"Bello" è nell'arte Bonsai un albero che, in dimensioni ridotte, oltre a essere piacevole esteticamente, riesca a creare la visione in miniatura di un grande , anziano e maestoso esemplare. Non è sufficiente inserire un albero nano in un piccolo contenitore per poter dire di aver creato un Bonsai, ma è solo grazie alle sapienti cure, alle potature di diversi anni che una pianta può man mano assumere le caratteristiche di un vecchio albero e contemporaneamente quelle di giovane pianta. Scopo fondamentale della tecnica Bonsai è infatti quello di far sembrare la pianta più anziana di quello che è, di creare quindi un'età apparente maggiore dell'età reale.
Di conseguenza i criteri di valutazione di un Bonsai sono improntati,
oltre che sulla sua bellezza estetica, sulla sua somiglianza a un albero.

ANDAMENTO E FORMA
dovranno essere ad un tempo fantasiose e reali; è naturale infatti che la scelta di chi crea un Bonsai venga indirizzata dall'osservazione delle forme più particolari che è possibile riscontrare in natura.
LA DIMENSIONE
di un Bonsai può esserre estremamente variabile, dai pochi centrimetri dei <<Mame>>, fino ai 150-200 cm degli esemplari più imponenti.
LA PROPORZIONE
esistente tra le dimensione dei vari elementi fisici che compongono il Bonsai (tronco, rami, foglie, fiori, frutti), è invece di fondamentale importanza.
Il rapporto tra questi elementi dovrebbe essere il più vicino possibile alla realtà, il che non è molto facile, soprattutto, per quanto riguarda fiore e frutto, visto che nessuna tecnica meccanica di potatura può influire sulla loro dimensione.
Caratteristica a questo proposito è l'immagine dei <<Mame>> di Melo in autunno quando, privi delle foglie, mostrano dei frutti più o meno grandi quanto un terzo del tronco, o quella di un Glicine che mostra fiori più lunghi dell'intera pianta.
TRONCO E RAM
I dovranno essere conici, spogli generalmente fino a un terzo della loro lunghezze poi man mano più folti fino alla parte apicale dove la vegetazione dovrebbe essere il più minuta possibile.
LA DISPOSIZIONE NELLO SPAZIO
della ramificazione deve essere più armonica possibile: i rami devono dipanarsi a raggiera dal tronco,essere inseriti a quote diverse, più grandi in basso, man mano più piccoli verso l'alto.

Da CRITERI GENERALI
La parola Bonsai deriva dall'unione di due ideogrammi, non a caso uguali sia in Cinese che in Giapponese, Bon (vaso) e Sai (pianta). La definizione letterale che ne consegue è però senz'altro troppo generica: infatti il termine Bonsai viene comunemente accettato per definire "una specie arborea artisticamente coltivata in vaso". Più difficile è definire che cosa si intenda per "...artisticamente coltivata..."; certo è che il bonsaista, oltre a realizzare una composizione di forme armoniche tra loro, deve tendere a ricreare le proporzioni di un vetusto albero in natura.
"Bello" è nell'arte Bonsai un albero che, in dimensioni ridotte, oltre a essere piacevole esteticamente, riesca a creare la visione in miniatura di un grande , anziano e maestoso esemplare. Non è sufficiente inserire un albero nano in un piccolo contenitore per poter dire di aver creato un Bonsai, ma è solo grazie alle sapienti cure, alle potature di diversi anni che una pianta può man mano assumere le caratteristiche di un vecchio albero e contemporaneamente quelle di giovane pianta. Scopo fondamentale della tecnica Bonsai è infatti quello di far sembrare la pianta più anziana di quello che è, di creare quindi un'età apparente maggiore dell'età reale.
Di conseguenza i criteri di valutazione di un Bonsai sono improntati,
oltre che sulla sua bellezza estetica, sulla sua somiglianza a un albero.

ANDAMENTO E FORMA
dovranno essere ad un tempo fantasiose e reali; è naturale infatti che la scelta di chi crea un Bonsai venga indirizzata dall'osservazione delle forme più particolari che è possibile riscontrare in natura.
LA DIMENSIONE
di un Bonsai può esserre estremamente variabile, dai pochi centrimetri dei <<Mame>>, fino ai 150-200 cm degli esemplari più imponenti.
LA PROPORZIONE
esistente tra le dimensione dei vari elementi fisici che compongono il Bonsai (tronco, rami, foglie, fiori, frutti), è invece di fondamentale importanza.
Il rapporto tra questi elementi dovrebbe essere il più vicino possibile alla realtà, il che non è molto facile, soprattutto, per quanto riguarda fiore e frutto, visto che nessuna tecnica meccanica di potatura può influire sulla loro dimensione.
Caratteristica a questo proposito è l'immagine dei <<Mame>> di Melo in autunno quando, privi delle foglie, mostrano dei frutti più o meno grandi quanto un terzo del tronco, o quella di un Glicine che mostra fiori più lunghi dell'intera pianta.
TRONCO E RAM
I dovranno essere conici, spogli generalmente fino a un terzo della loro lunghezze poi man mano più folti fino alla parte apicale dove la vegetazione dovrebbe essere il più minuta possibile.
LA DISPOSIZIONE NELLO SPAZIO
della ramificazione deve essere più armonica possibile: i rami devono dipanarsi a raggiera dal tronco,essere inseriti a quote diverse, più grandi in basso, man mano più piccoli verso l'alto.

link (http://www.inroma.it/cbr/cenne.htm)

Liquid Sky
05-09-05, 23:11
OLIVO (Olea europaea)

L’Olivo è la pianta italiana per eccellenza: nonostante sia originario del Caucaso, si è diffuso rapidamente in tutti i paesi bagnati dal mediterraneo, diventando il simbolo di questa fortunata parte del globo.
Il portamento massiccio, le forme contorte che conferiscono un aspetto millenario anche ad esemplari giovani e la possibilità di intervenire nell’impostazione con le tecniche di scortecciatura (jin, shari e sabamiki) rendono questa essenza particolarmente interessante per la coltivazione come bonsai. Inoltre, la naturale “generosità” di questa pianta, che reagisce alle capitozzature con un’abbondantissima emissione di germogli, facilita la formazione di nuove branche, permettendo di modellare il bonsai nella forma voluta.
Le specie di Olivo sono moltissime, e differiscono soprattutto nella produzione dei frutti, mentre nella struttura, che è quello che interessa il bonsaista, sono tutte abbastanza simili; una differenza evidente esiste solo tra l’Olivo vero e proprio (Olea europea) e l’Olivastro (Olea oleaster) una specie selvatica con foglie più piccole e, quindi, molto adatta alla formazione di bonsai di piccole dimensioni.

ESPOSIZIONE
In primavera, periodo in cui l’Olivo inizia a “muoversi”, è conveniente tenerlo in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette al bonsai di vegetare con vigore, producendo rami robusti, internodi corti e foglie piccole.
In estate, invece, l’Olivo può continuare a prendere il sole, ma solo quello della mattina, quindi, si dovrà collocarlo ad est riparato dal sole del pomeriggio. Per compensare la secchezza dell’aria estiva, può giovare al bonsai un sottovaso riempito di ghiaia mantenuta umida, collocato sotto.
In autunno, ci si può regolare come in primavera, esponendo il bonsai in pieno sole.
In inverno, nelle regioni del sud si può tenere la pianta all’aperto, in pieno sole; mentre nelle regioni del nord, è opportuno ripararlo dalle gelate collocandola in serra fredda (bisogna ricordare che l’Olivo non sopporta periodi prolungati con temperature inferiori allo zero).

ANNAFFIATURA
L’Olivo ama terreni ben drenati, perciò, prima di annaffiare bisogna far asciugare bene il substrato. Inoltre, essendo una pianta sempreverde, l’Olivo va annaffiato anche d’inverno, naturalmente, con intervalli più lunghi tra una irrigazione e l’altra ed avendo l’accortezza di bagnare la mattina, in modo che la notte il terriccio abbia espulso l’acqua in eccesso.

POTATURA
Nelle regioni a clima mite, la potatura dell’Olivo può essere effettuata sia d’estate, sia d’inverno, dopo la crescita primaverile e autunnale, mentre nelle regioni del nord Italia con inverni più rigidi, conviene potare in estate. In questo periodo, per evitare il “dissanguamento” del bonsai, conviene effettuare la potatura durante il ciclo di luna calante. Quando si potano grossi rami, bisogna ricordarsi che l’Olivo può provocare il “ritiro di linfa”, quindi, per scongiurare il pericolo che un ramo accorciato si secchi completamente, è opportuno lasciare sempre delle foglie all’apice del suddetto ramo, in modo che continuino a “tirare” mantenendo il ramo vitale (quando saranno spuntate le nuove gemme, si potranno eliminare le foglie precedentemente risparmiate). Soprattutto se il bonsai viene rinvasato, è opportuno effettuare un’adeguata potatura della chioma, che compensi l’accorciamento delle radici. I rami più piccoli vanno tagliati con la forbice lunga, mentre quelli più grandi si tagliano con la tronchese concava; inoltre, se dobbiamo eliminare completamente un ramo che parte dal tronco, è opportuno utilizzare la tronchese sferica, in modo da evitare che il callo cicatrizzante si formi all'esterno, creando delle antiestetiche protuberanze. La scelta delle branche da accorciare o da eliminare dipende dallo stile del Bonsai, in ogni caso vanno eliminati quei rami che sviluppano in senso verticale, quelli che si incrociano e, avendo l’Olivo le gemme in coppia, vanno asportati i rami contrapposti. Quando si tagliano rami più grandi di 1/2 centimetro, medicare i tagli con il mastice o la pasta cicatrizzante.

PINZATURA
Al contrario della potatura vera e propria, che si effettua quando il bonsai è in stasi vegetativa, la pinzatura va fatta quando l’Olivo è in piena vegetazione; utilizzando la forbice lunga, si accorciano i nuovi ramoscelli dopo la prima o la seconda coppia di foglie, in modo da rinforzare i virgulti e ottenere una vegetazione compatta. Inoltre, vanno eliminati completamente i rametti che crescono in posizione perpendicolare e quelli che spuntano dalla base del tronco.

DEFOGLIAZIONE
Avendo l’Olivo la caratteristica di provocare il “ritiro di linfa” dai rami nudi, la defogliazione è sicuramente una tecnica sconsigliabile per questa pianta. Un’asportazione totale delle foglie porterebbe all’essiccamento di molti rami e allo sviluppo di vegetazione in alcune zone a scapito di altre.

RINVASO
Il periodo migliore per il rinvaso dell’Olivo, se ci troviamo in località particolarmente fredde, è a fine inverno. Nelle regioni del centro-sud, invece, si può rinvasare anche in inverno e in estate, l’importante è che il bonsai si trovi in stasi vegetativa, senza nuovi germogli in crescita. Visto che l’Olivo è una pianta a lento sviluppo, i rinvasi vanno effettuati ogni 3-4 anni. L’apparato radicale deve essere ridotto di 1/3 e, come per le altre piante sempreverdi, lasciando integro gran parte del pane radicale. Il substrato deve avere un buon drenaggio, quindi, può essere utilizzata la Terra Akadama assoluta o, meglio ancora, un terriccio contenente sostanza organica (tipo Terriccio Pronto). Ricordarsi di rinvasare solo piante in buona salute e, se l’inverno è particolarmente rigido, proteggere dal freddo gli Olivi appena rinvasati.

CONCIMAZIONE
La concimazione va effettuata esclusivamente nel periodo vegetativo (marzo-giugno e metà agosto-metà ottobre). utilizzando preferibilmente fertilizzanti a lenta cessione ( tipo Bio-Gold, Hanagokoro, Aburukasu, ecc.) che apportano una cessione costante evitando l’eccessiva concentrazione di sali minerali.

APPLICAZIONE FILO
Nell’Olivo, il filo in alluminio ramato può essere applicato in qualsiasi periodo dell’anno, ricordandosi, però, che la corteccia di questa pianta è particolarmente delicata, perciò, prima di applicare il filo, è consigliabile avvolgere i rami con la rafia per evitare che rimangano segnati. Durante la stagione vegetativa vanno effettuati controlli ogni due settimane e se necessario, il filo va immediatamente tolto. Lo spessore del filo deve essere adeguato alla grandezza e alla flessibilità del ramo perciò, conviene disporre di misure diverse. Ricordarsi di avvolgere il filo con una angolazione di 45° (se le spire sono troppo ravvicinate il filo non tiene) partire avvolgendo i rami più grossi e arrivando ai più sottili. Se il filo applicato non riesce a tenere il ramo in posizione si può applicare un’altro filo, l’importante è non farli incrociare.

Difesa dai parassiti
Le patologie alle quali può andare incontro l’Olivo sono: Afidi, Cocciniglia Ragno Rosso e Fumaggine. Una difesa efficace è rappresentata da trattamenti preventivi effettuati ad ogni inizio stagione, con insetticida-anticocciniglia, acaricida e anticrittogamico.

http://www.pagineverdibonsai.it/cgi-bin/images/editoriale/Olivo55BoschiniRobertoBG.jpg

link (http://www.pagineverdibonsai.it/index.asp)

Turambar
21-09-05, 09:51
Grazie mille tesorino!

Per adesso ha trovato sistemazione sul balcone est, sbevacchia tutti i giorni e sta bene....però ho un dubbio, sta facendo foglioline nuove...ma è autunno!
iuto