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Visualizza Versione Completa : IPCC, organismo politico



Luca_liberale
27-09-05, 09:03
Il 17 gennaio 2005 C. Landsea (uno dei maggiori esperti di uragani al mondo) si è dimesso polemicamente dall'IPCC (l'organismo dell'ONU che dovrebbe controllare l'ipotesi del global warming), definendolo un organismo politico che stravolge le conclusioni scientifiche raggiunte dagli scienziati (come lo stesso Landsea) che redigono il Report scientifico dello stesso IPCC.

Chris Landsea, scienziato esperto di clima abbandona l'IPCC
GWN In una lettera aperta a tutta la comunità scientifica internazionale, pubblicata su internet il 17 gennaio 2005, lo scienziato Chris Landsea dell'Università del Colorado, sismologo ed esperto di cicloni tropicali (uragani e tifoni), stimatissimo negli Stati Uniti, ha deciso di lasciare l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). La riportiamo di seguito per i lettori del Greenwatch: "Cari colleghi, dopo alcune prolungate deliberazioni, ho deciso di abbandonare l'IPCC, mentre ci accingevamo a redigere il Quarto Rapporto per la valutazione dei cambiamenti climatici. L'ho abbandonato perché dopo alcune mie perizie, sono venuto a conoscenza che l'IPCC è stato politicizzato. In aggiunta, quando ho sollevato le mie preoccupazioni alla leadership dell'IPCC, la loro risposta è stata quella di destituire di ogni fondamento le mie preoccupazioni. Con questa lettera aperta alla comunità scientifica, desidero spiegare il perché della mia decisione e rendere noto ciò che io ho visto come problema nel processo dell'IPCC. L'IPCC è formato da un gruppo di ricercatori sul clima che proviene da varie parti del mondo e che riassume a breve termine, nell'arco di qualche anno, come il clima stia cambiando e come esso potrebbe essere alterato provocando un ulteriore riscaldamento globale a causa delle attività umane. Io ho prestato il mio servizio sia come autore per il capitolo Observations che come revisore del Secondo Rapporto di Valutazione nel 1995 e del Terzo Rapporto di Valutazione nel 2001, principalmente sul tema dei cicloni tropicali (uragani e tifoni). Il mio lavoro sugli uragani, e sui cicloni tropicali più generalmente, è stato citato ampiamente dall'IPCC.

Per il Quarto Rapporto che dovrà uscire prossimamente, mi è stato chiesto diverse settimane fa dal dottor Kevin Trenberth, autore principale del capitolo sulle Osservazioni, di scrivere sugli uragani dell'Oceano Atlantico. Come fatto nel passato, ho preso accordi per assistere l'IPCC in ciò che io ho pensato fosse una valutazione importante e politicamente neutrale di quel che sta accadendo al nostro clima. Brevemente, dopo la richiesta del dottor Trenberth ho redatto una bozza sugli uragani dell'Atlantico per la sezione che va nel capitolo Osservazioni del Quarto Rapporto. Il dottor Trenberth ha partecipato ad una conferenza stampa organizzata da alcuni scienziati di Harvard sul tema: "Esperti mettono in guardia dal riscaldamento globale che continuerà a provocare un intensa attività di uragani" con una serie di altre interviste sul tema. Il risultato è che l'interazione di questa intensa e diffusa campagna mediatica ha direttamente connesso la forte attività degli uragani dell'Atlantico del 2004, avvenuti nel loro normale periodo, ai gas ad effetto serra prodotti dall'attività antropogenica. Ascoltando e leggendo le trascrizioni di questa conferenza stampa e le interviste, appare evidente che il dottor Trenberth è stato accuratamente citato e riassunto in tali affermazioni senza essere interpretato male.

Questa campagna mediatica ha avuto l'effetto di far risultare e diffondere la percezione che il riscaldamento globale sia stata la causa di questi uragani la cui attività ultimamente è stata molto più severa. Quello che mi ha lasciato un po' perplesso è che i partecipanti alla conferenza stampa ad Harvard sono arrivati alla conclusione che il riscaldamento globale abbia un impatto sulle attività degli uragani di oggi. Da ciò che ho potuto sapere, nessuno dei partecipanti a questa conferenza stampa ha mai fatto una ricerca sulla variabilità degli uragani, né essi hanno scritto rapporti concernenti questo argomento.

Tutte le ricerche precedenti e attuali sulla variabilità degli uragani si sono dimostrate inattendibili, per il lungo periodo nella frequenza o intensità dei cicloni tropicali, sia nell'Atlantico che in altri bacini. Le valutazioni nel 1995 e nel 2001 conclusero che non c'era nessun rapporto tra il riscaldamento globale e gli uragani. Dirò di più, che l'evidenza è molto forte e sostenuta dai migliori e credibili studi recenti nei quali si afferma che l'impatto del riscaldamento globale sugli uragani sarà molto piccolo. Gli ultimi risultati vengono dal Geophysical Fluid Dynamics Laboratory (Knutson and Tuleya, Journal of Climate, 2004), i quali suggeriscono che intorno all'anno 2080 gli uragani potrebbero avere venti e precipitazioni piovose all'incirca del 5% più intense di oggi. Ma è stato detto che anche questo piccolissimo cambiamento potrebbe essere un'esagerazione per ciò che potrebbe avvenire per la fine del 21mo secolo (Michaels, Knappenberger, and Landsea, Journal of Climate, 2005). Non riesco a capire perché i miei colleghi vogliano utilizzare i media per portare avanti un'idea insostenibile affermando che i recenti uragani sono causati dal riscaldamento globale. Dando al dottor Trenberth il ruolo di autore principale nella preparazione dei testi sugli uragani per il rapporto dell'IPCC, le sue affermazioni pubbliche sono così lontane, fuori dalla comprensione scientifica, che mi preoccupano e mi portano a pensare che sarà molto difficile nel processo dell'ICCP proseguire obbiettivamente e avere riconoscimenti nella valutazione sull'attività degli uragani.

Il mio punto di vista è che quando le persone identificano se stesse come associate all'IPCC e fanno delle affermazioni molto lontane, fuori, dalla attuale comprensione scientifica, questo farà del male alla credibilità della scienza dei cambiamenti climatici e nel lungo temine farà diminuire il nostro ruolo pubblico. Io avevo dato un avvertimento al dottor Trenberth prima dell'evento mediatico e gli avevo fornito un sommario dell'attuale conoscenza all'interno della comunità di ricerca scientifica che si occupa di uragani. Sono rimasto deluso quando la dirigenza dell'IPCC ha respinto le mie preoccupazioni, quando ho dimostrato che c'era una rappresentazione sbagliata della scienza del clima, invocando proprio l'autorità dell'IPCC. Nello specifico, la dirigenza dell'IPCC ha detto che il dottor Trenberth stava parlando a livello individuale anche se è stato esplicitamente introdotto nella conferenza stampa come uno dei principali autori del rapporto dell'IPCC. A me è stato detto che i media stavano esagerando e distorcendo le sue parole, anche se i rapporti audio della conferenza stampa e le interviste raccontano una storia differente".

"Personalmente, lo dico in buona fede, non posso continuare a contribuire ad un processo nel quale io vedo ci sia un programma con una motivazione preconcetta e dei risultati scientifici che stonano con essa. Dal momento che la dirigenza dell'IPCC non ha notato nulla di sbagliato nelle azioni del dottor Trenberth e anzi lo ha ritenuto autore principale per il Rapporto di Valutazione n° 4, io ho deciso di non partecipare più alla stesura dello stesso".

Green Watch News - redazione@greenwatch.it - www.21mosecolo.it

bianconero (POL)
05-10-05, 00:40
In Origine postato da Luca_liberale
Il 17 gennaio 2005 C. Landsea (uno dei maggiori esperti di uragani al mondo) si è dimesso polemicamente dall'IPCC (l'organismo dell'ONU che dovrebbe controllare l'ipotesi del global warming), definendolo un organismo politico che stravolge le conclusioni scientifiche raggiunte dagli scienziati (come lo stesso Landsea) che redigono il Report scientifico dello stesso IPCC.

Chris Landsea, scienziato esperto di clima abbandona l'IPCC
GWN In una lettera aperta a tutta la comunità scientifica internazionale, pubblicata su internet il 17 gennaio 2005, lo scienziato Chris Landsea dell'Università del Colorado, sismologo ed esperto di cicloni tropicali (uragani e tifoni), stimatissimo negli Stati Uniti, ha deciso di lasciare l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). La riportiamo di seguito per i lettori del Greenwatch: "Cari colleghi, dopo alcune prolungate deliberazioni, ho deciso di abbandonare l'IPCC, mentre ci accingevamo a redigere il Quarto Rapporto per la valutazione dei cambiamenti climatici. L'ho abbandonato perché dopo alcune mie perizie, sono venuto a conoscenza che l'IPCC è stato politicizzato. In aggiunta, quando ho sollevato le mie preoccupazioni alla leadership dell'IPCC, la loro risposta è stata quella di destituire di ogni fondamento le mie preoccupazioni. Con questa lettera aperta alla comunità scientifica, desidero spiegare il perché della mia decisione e rendere noto ciò che io ho visto come problema nel processo dell'IPCC. L'IPCC è formato da un gruppo di ricercatori sul clima che proviene da varie parti del mondo e che riassume a breve termine, nell'arco di qualche anno, come il clima stia cambiando e come esso potrebbe essere alterato provocando un ulteriore riscaldamento globale a causa delle attività umane. Io ho prestato il mio servizio sia come autore per il capitolo Observations che come revisore del Secondo Rapporto di Valutazione nel 1995 e del Terzo Rapporto di Valutazione nel 2001, principalmente sul tema dei cicloni tropicali (uragani e tifoni). Il mio lavoro sugli uragani, e sui cicloni tropicali più generalmente, è stato citato ampiamente dall'IPCC.

Per il Quarto Rapporto che dovrà uscire prossimamente, mi è stato chiesto diverse settimane fa dal dottor Kevin Trenberth, autore principale del capitolo sulle Osservazioni, di scrivere sugli uragani dell'Oceano Atlantico. Come fatto nel passato, ho preso accordi per assistere l'IPCC in ciò che io ho pensato fosse una valutazione importante e politicamente neutrale di quel che sta accadendo al nostro clima. Brevemente, dopo la richiesta del dottor Trenberth ho redatto una bozza sugli uragani dell'Atlantico per la sezione che va nel capitolo Osservazioni del Quarto Rapporto. Il dottor Trenberth ha partecipato ad una conferenza stampa organizzata da alcuni scienziati di Harvard sul tema: "Esperti mettono in guardia dal riscaldamento globale che continuerà a provocare un intensa attività di uragani" con una serie di altre interviste sul tema. Il risultato è che l'interazione di questa intensa e diffusa campagna mediatica ha direttamente connesso la forte attività degli uragani dell'Atlantico del 2004, avvenuti nel loro normale periodo, ai gas ad effetto serra prodotti dall'attività antropogenica. Ascoltando e leggendo le trascrizioni di questa conferenza stampa e le interviste, appare evidente che il dottor Trenberth è stato accuratamente citato e riassunto in tali affermazioni senza essere interpretato male.

Questa campagna mediatica ha avuto l'effetto di far risultare e diffondere la percezione che il riscaldamento globale sia stata la causa di questi uragani la cui attività ultimamente è stata molto più severa. Quello che mi ha lasciato un po' perplesso è che i partecipanti alla conferenza stampa ad Harvard sono arrivati alla conclusione che il riscaldamento globale abbia un impatto sulle attività degli uragani di oggi. Da ciò che ho potuto sapere, nessuno dei partecipanti a questa conferenza stampa ha mai fatto una ricerca sulla variabilità degli uragani, né essi hanno scritto rapporti concernenti questo argomento.

Tutte le ricerche precedenti e attuali sulla variabilità degli uragani si sono dimostrate inattendibili, per il lungo periodo nella frequenza o intensità dei cicloni tropicali, sia nell'Atlantico che in altri bacini. Le valutazioni nel 1995 e nel 2001 conclusero che non c'era nessun rapporto tra il riscaldamento globale e gli uragani. Dirò di più, che l'evidenza è molto forte e sostenuta dai migliori e credibili studi recenti nei quali si afferma che l'impatto del riscaldamento globale sugli uragani sarà molto piccolo. Gli ultimi risultati vengono dal Geophysical Fluid Dynamics Laboratory (Knutson and Tuleya, Journal of Climate, 2004), i quali suggeriscono che intorno all'anno 2080 gli uragani potrebbero avere venti e precipitazioni piovose all'incirca del 5% più intense di oggi. Ma è stato detto che anche questo piccolissimo cambiamento potrebbe essere un'esagerazione per ciò che potrebbe avvenire per la fine del 21mo secolo (Michaels, Knappenberger, and Landsea, Journal of Climate, 2005). Non riesco a capire perché i miei colleghi vogliano utilizzare i media per portare avanti un'idea insostenibile affermando che i recenti uragani sono causati dal riscaldamento globale. Dando al dottor Trenberth il ruolo di autore principale nella preparazione dei testi sugli uragani per il rapporto dell'IPCC, le sue affermazioni pubbliche sono così lontane, fuori dalla comprensione scientifica, che mi preoccupano e mi portano a pensare che sarà molto difficile nel processo dell'ICCP proseguire obbiettivamente e avere riconoscimenti nella valutazione sull'attività degli uragani.

Il mio punto di vista è che quando le persone identificano se stesse come associate all'IPCC e fanno delle affermazioni molto lontane, fuori, dalla attuale comprensione scientifica, questo farà del male alla credibilità della scienza dei cambiamenti climatici e nel lungo temine farà diminuire il nostro ruolo pubblico. Io avevo dato un avvertimento al dottor Trenberth prima dell'evento mediatico e gli avevo fornito un sommario dell'attuale conoscenza all'interno della comunità di ricerca scientifica che si occupa di uragani. Sono rimasto deluso quando la dirigenza dell'IPCC ha respinto le mie preoccupazioni, quando ho dimostrato che c'era una rappresentazione sbagliata della scienza del clima, invocando proprio l'autorità dell'IPCC. Nello specifico, la dirigenza dell'IPCC ha detto che il dottor Trenberth stava parlando a livello individuale anche se è stato esplicitamente introdotto nella conferenza stampa come uno dei principali autori del rapporto dell'IPCC. A me è stato detto che i media stavano esagerando e distorcendo le sue parole, anche se i rapporti audio della conferenza stampa e le interviste raccontano una storia differente".

"Personalmente, lo dico in buona fede, non posso continuare a contribuire ad un processo nel quale io vedo ci sia un programma con una motivazione preconcetta e dei risultati scientifici che stonano con essa. Dal momento che la dirigenza dell'IPCC non ha notato nulla di sbagliato nelle azioni del dottor Trenberth e anzi lo ha ritenuto autore principale per il Rapporto di Valutazione n° 4, io ho deciso di non partecipare più alla stesura dello stesso".

Green Watch News - redazione@greenwatch.it - www.21mosecolo.it

L'IPCC ha fatto di peggio... hanno elaborato il famoso grafico delle temperature medie terrestri in cui si vede il netto aumento di temperatura degli ultimi 20 anni, ovvero il famoso grafico che fanno sempre vedere in tivvù e sui giornali, e grazie ad alcuni scienziati si scopre che questo grafico è stato fatto in maniera del tutto inattendibile... :fru