krentak the Arising!
28-09-05, 13:19
Caro Direttore,
desideriamo segnalare lo sgradevole episodio del «geologo» Mario Tozzi (conduttore del programma tv "Gaia" su Rai Tre) il quale, ospite di una trasmissione radiofonica dell’emittente Radio Radio, ha definito il cardinale Ruini «il più pericoloso dei rifiuti tossici, da eliminare con qualsiasi mezzo», un «fico secco» da far finire «con un limone in bocca come la porchetta». Non contento, ha aggiunto di rimpiangere la Spagna comunista (pre-1936) perché «i bacarozzi neri (i sacerdoti) venivano inseguiti nelle chiese e crocifissi sulle croci al posto di Gesù Cristo, cosa che aveva prodotto in Spagna un periodo di benessere sociale». Ha quindi confessato di avere frequentazioni poco raccomandabili: «...Io conosco qualcuno della camorra che per 500 euro potrebbe far sparire il cardinale Ruini e anche il tabernacolo». Concludendo che «in Italia si continuano a costruire le chiese, mentre bisognerebbe radere al suolo quelle esistenti con le ruspe o magari con la dinamite». Comprendiamo che la prima reazione dinanzi a queste parole sia l’incredulità, ma siamo certi che la nostra indignazione sia anche la sua. Noi, infatti, come cittadini, ancor prima che come credenti, siamo disgustati dal fatto che giornalisti, conduttori, sedicenti «studiosi» di provata fede politica come il Tozzi agiscano con la sicurezza dell’impunità a fronte di qualsiasi azione o dichiarazione fatta. Speriamo, dunque, che lei voglia dare il giusto risalto a questo caso inqualificabile, affinché tali gravissime dichiarazioni non passino sotto il silenzio della censura rossa.
Daniele Grioni e famiglia
Il direttore risponde: Le parole in libertà, o meglio in libera uscita, usate dallo «studioso» in questione colpiscono non solo perché pronunciate a microfoni aperti, in una trasmissione pubblica, ma anche e soprattutto per la mentalità che sottendono, ben più insidiosa e censurabile della mera sfrenatezza o incontinenza verbale. Il linguaggio truce del signor Tozzi evoca esplicitamente – rimpiangendolo – un filone di orror e anticristiano che credevamo esorcizzato almeno nelle coscienze cosiddette «illuminate», fra le quali si suole arruolare d’ufficio anche intellettuali e giornalisti, sia pur politicamente schierati. Evidentemente, siamo troppo ottimisti, o ingenui. Il sordo livore anticlericale – a quasi ottant’anni dalla firma del Concordato, cioè la chiusura pacifica della questione romana – gode ancor oggi in Italia di un incomprensibile e ingombrante retaggio per di più esibito, da molti sedicenti «democratici», quale patente di spirito libertario. Non è il caso, ora, di enfatizzare le esibizioni alla Podrecca, da giovanotto che perde le staffe. Ogni ascoltatore dotato di un minimo di equilibrio avrà giudicato da sé. Ma non bisogna sottovalutare il sintomo, che va valutato accanto alla gazzarra di Siena e ad altri episodi ancora. Vale infatti la pena di ricordare che negli ultimi mesi – praticamente dal referendum sulla procreazione assistita – il clima intorno alla Chiesa si è fatto ingiustificatamente ostile, documentando, da parte di alcuni, una perdita di «fair play» che nulla ha da spartire col legittimo e indispensabile diritto di opinione, di critica e di dissenso, diritto che noi per primi postuliamo e difendiamo. Passaggi storici complessi come quello che stiamo vivendo, in cui la posta in gioco è altissima in termini di tutela di una civiltà dell’uomo, possono mettere in conto asprezze e dialettica ma giammai la violenza, neppure quella verbale, apparentemente innocua.
Avvenire, 28 settembre 2005
desideriamo segnalare lo sgradevole episodio del «geologo» Mario Tozzi (conduttore del programma tv "Gaia" su Rai Tre) il quale, ospite di una trasmissione radiofonica dell’emittente Radio Radio, ha definito il cardinale Ruini «il più pericoloso dei rifiuti tossici, da eliminare con qualsiasi mezzo», un «fico secco» da far finire «con un limone in bocca come la porchetta». Non contento, ha aggiunto di rimpiangere la Spagna comunista (pre-1936) perché «i bacarozzi neri (i sacerdoti) venivano inseguiti nelle chiese e crocifissi sulle croci al posto di Gesù Cristo, cosa che aveva prodotto in Spagna un periodo di benessere sociale». Ha quindi confessato di avere frequentazioni poco raccomandabili: «...Io conosco qualcuno della camorra che per 500 euro potrebbe far sparire il cardinale Ruini e anche il tabernacolo». Concludendo che «in Italia si continuano a costruire le chiese, mentre bisognerebbe radere al suolo quelle esistenti con le ruspe o magari con la dinamite». Comprendiamo che la prima reazione dinanzi a queste parole sia l’incredulità, ma siamo certi che la nostra indignazione sia anche la sua. Noi, infatti, come cittadini, ancor prima che come credenti, siamo disgustati dal fatto che giornalisti, conduttori, sedicenti «studiosi» di provata fede politica come il Tozzi agiscano con la sicurezza dell’impunità a fronte di qualsiasi azione o dichiarazione fatta. Speriamo, dunque, che lei voglia dare il giusto risalto a questo caso inqualificabile, affinché tali gravissime dichiarazioni non passino sotto il silenzio della censura rossa.
Daniele Grioni e famiglia
Il direttore risponde: Le parole in libertà, o meglio in libera uscita, usate dallo «studioso» in questione colpiscono non solo perché pronunciate a microfoni aperti, in una trasmissione pubblica, ma anche e soprattutto per la mentalità che sottendono, ben più insidiosa e censurabile della mera sfrenatezza o incontinenza verbale. Il linguaggio truce del signor Tozzi evoca esplicitamente – rimpiangendolo – un filone di orror e anticristiano che credevamo esorcizzato almeno nelle coscienze cosiddette «illuminate», fra le quali si suole arruolare d’ufficio anche intellettuali e giornalisti, sia pur politicamente schierati. Evidentemente, siamo troppo ottimisti, o ingenui. Il sordo livore anticlericale – a quasi ottant’anni dalla firma del Concordato, cioè la chiusura pacifica della questione romana – gode ancor oggi in Italia di un incomprensibile e ingombrante retaggio per di più esibito, da molti sedicenti «democratici», quale patente di spirito libertario. Non è il caso, ora, di enfatizzare le esibizioni alla Podrecca, da giovanotto che perde le staffe. Ogni ascoltatore dotato di un minimo di equilibrio avrà giudicato da sé. Ma non bisogna sottovalutare il sintomo, che va valutato accanto alla gazzarra di Siena e ad altri episodi ancora. Vale infatti la pena di ricordare che negli ultimi mesi – praticamente dal referendum sulla procreazione assistita – il clima intorno alla Chiesa si è fatto ingiustificatamente ostile, documentando, da parte di alcuni, una perdita di «fair play» che nulla ha da spartire col legittimo e indispensabile diritto di opinione, di critica e di dissenso, diritto che noi per primi postuliamo e difendiamo. Passaggi storici complessi come quello che stiamo vivendo, in cui la posta in gioco è altissima in termini di tutela di una civiltà dell’uomo, possono mettere in conto asprezze e dialettica ma giammai la violenza, neppure quella verbale, apparentemente innocua.
Avvenire, 28 settembre 2005