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Visualizza Versione Completa : 10 - I grandi Casati italiani



Templares
30-09-05, 13:31
Mi piacerebbe creare un quadro completo dei più celebri Casati del Regno d'Italia regione per regione, con tanto di storia, simboli e motti. Anzitutto vi chiedo se conoscete siti per trarre le informazioni necessarie, e per seconda cosa di aiutarmi in questa ricerca storica.
Chiaramente cominciamo con la Casa Reale dei Savoia.

Vorrei chiedere cortesemente che il titolo sia modificato in : I Grandi Casati Italiani in modo da poter analizzare anche le celebri dinastia antecedenti l'unificazione del Regno d'Italia.

Templares
30-09-05, 13:37
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/6b/Stemma_savoia.jpg

La Casa Savoia è una dinastia che tradizionalmente aveva i suoi domini in Savoia, e che divenne la casa regnante del Regno d'Italia, dalla sua fondazione nel 1861 all'istituzione della Repubblica Italiana nel 1946.


Le origini
I pochi documenti che riguardano le origini di Casa Savoia sono soggetti a varie interpretazioni e dall'epoca di Amedeo VIII (XV secolo), fino al XIX secolo vennero sempre escogitati criteri di giustificazione di tipo politico, con l'avallo di genealogisti compiacenti. In un primo tempo fu necessario giustificare il titolo ducale ottenuto appunto da Amedeo VIII nel 1416: si trovò quindi uno scrittore - il cronista medioevale Jean d'Ormeville, vissuto nel XV secolo - che fece discendere la casa di Savoia dall'imperatore Ottone II di Sassonia.

Nel secolo successivo, invece, gli interessi politici della dinastia erano collegati alla sua posizione in seno al impero e si trovarono altri studiosi (G. Botero, G. Monod e soprattutto Guichenon) che, pur mantenendo la tradizione sassone, fecero risalire le origini della famiglia addirittura a Vitichindo, lo strenuo difensore dell'indipendenza dei Sassoni contro Carlo Magno.

Più tardi, orientatasi la politica sabauda verso l'Italia, si ebbe interesse a dimostrare l'origine italiana della casa sabauda; per questo diversi studiosi (G. F. Napione nel XVIII secolo, L. Cibrario nel XIX secolo e altri) volsero le loro attenzioni all'ultimo sovrano del regno italico dell'alto Medioevo e, sia pure con soluzioni varianti nei dettagli, ne trovarono il capostipite in Berengario II d'Ivrea. Questi era stato deposto da Ottone I nel 961, pertanto era vittima di quella famiglia da cui un tempo i Savoia credevano o volevano discendere. Una soluzione locale, borgognona, ideata da D. Carutti nel sec. XIX e fondata sull'esistenza di un paio di Amedeo e di Umberto, è altrettanto ipotetica.

Nel XX secolo l'origine fu invece ricercata o nella dinastia provenzale collegata a un carolingio (C. W. Previté Orton, Baudi di Vesme, F. Gabotto e altri) o a una famiglia del Viennese discendente, per linea femminile, da Lotario II di Lotaringia, anche lui un carolingio (G. de Manteyer).

Conti di Savoia

Queste presunte origini sono state oggi respinte dai più importanti studiosi (F. Cognasso, Maria José di Savoia) come pure congetture. L'unico punto sicuro di partenza della dinastia è il conte Umberto I Biancamano (m. 1048), che, già signore delle contee di Savoia (1003?), di Belley, Sion e Aosta, al disgregarsi del regno di Borgogna (1032) si schierò dalla parte di Corrado II ottenendone in premio la contea di Moriana in Val d'Isère (ca. 1034).

A lui succedettero i figli Amedeo I detto Coda (m. ca. 1051) e Oddone (m. 1060), il quale ultimo, sposando Adelaide, figlia ed erede di Ulderico Manfredi signore di Torino, Susa, Ivrea, Pinerolo e Caraglio, ingrandì notevolmente i suoi domini in Piemonte. Da lui nacquero Berta (1051-1087) e Adelaide (m. 1079), future mogli di Enrico IV e di Rodolfo di Svezia, e i successori Pietro I (ca. 1048-1078) e Amedeo II (m. 1080) che esercitarono però un potere più che altro nominale, giacché l'effettivo governo dello Stato rimase nelle salde mani di Adelaide fino alla sua morte.

La corona passò quindi in linea diretta maschile a Umberto II il Rinforzato (m. 1103) che si vide usurpare molti dei territori piemontesi da ribelli e pretendenti all'eredità di Adelaide, ad Amedeo III (ca. 1094 - 1148), la cui sorella Adelaide (1092 - 1154) sposò nel 1115 il re di Francia Luigi il Grosso e la cui figlia Matilde (o Mafalda; m. 1158) andò in moglie ad Alfonso I del Portogallo (ca. 1146), poi a Umberto III il Beato (1136 - 1189), fieramente avverso al Barbarossa e per questo messo al bando dell'Impero, e infine a Tommaso I (1178 - 1233) che, nominato vicario imperiale da Federico II (1225), iniziò a ristabilire i domini della casata in Piemonte e ampliò i possessi d'Oltralpe.

Alla morte di Tommaso I gli antagonismi da tempo serpeggianti tra i membri della famiglia portarono (1233) alla divisione dei possessi tra Amedeo IV (ca. 1197 - 1253), che mantenne oltre al dominio diretto sui beni di Francia la superiorità feudale e il titolo di conte di Savoia, e il fratello Tommaso II, che ricevette dal primo le terre d'Italia da Avigliana in giù e assunse il titolo di principe di Piemonte.

Ad Amedeo IV, la cui figlia primogenita Beatrice (m. ante 1259) aveva sposato nel 1247 Manfredi di Hohenstaufen poi re di Sicilia, succedette Bonifacio I (1244 - 1263), sotto reggenza della madre Cecilia del Balzo sino al 1259; alla sua morte gli subentrò (contro la volontà del padre che aveva stabilito gli succedesse Tommaso III, figlio primogenito di Tommaso II) prima lo zio Pietro II detto il Piccolo Carlo Magno (1203 - 1268) e poi Filippo I (1207 - 1285), fratello del precedente.

Dopo di lui salì al trono nel 1285 Amedeo V il Grande, (1252/53 - 1323), figlio secondogenito di Tommaso II, ma le opposizioni dei parenti a lui contrari vennero sopite soltanto in seguito a una decisione arbitrale del 1285 che portò a un'ulteriore divisione dei beni della casa. In base ad essa ad Amedeo V e ai suoi discendenti maschi venne infatti riconosciuta la contea di Savoia e la superiorità feudale su ogni ramo della famiglia; il paese di Vaud venne assegnato al fratello di Amedeo, Ludovico I (1250 - 1302), che diede in tal modo origine alla linea dei Savoia-Vaud - estintasi poi nel 1359 quando Caterina (m. 1373), figlia di Ludovico II (ca. 1269- 1348), cedette per denaro i suoi possessi ad Amedeo VI -, e una parte del Piemonte (gli altri due terzi rimasero nominalmente ad Amedeo V) venne confermata al nipote di Tommaso II, Filippo I (1274 - 1334), iniziatore della linea che fu detta dei Savoia-Acaia in seguito al suo matrimonio (1301) con Isabella di Villehardouin erede del principato di Acaia.

Ad Amedeo V succedettero i due figli maschi: prima Edoardo il Liberale (1284 - 1329) e poi Aimone il Pacifico (1291 - 1343), mentre una delle loro sorelle, Anna, nel 1326 andò in moglie ad Andronico III Paleologo imperatore bizantino.

Dopo Aimone, la cui secondogenita Bianca nel 1350 sposò Galeazzo II Visconti, salì al potere nel 1343 Amedeo VI detto il Conte Verde (1334 - 1383), marito di Bona di Borbone e abile politico che nel 1359 riuscì a riannettere alla corona le terre di Vaud.


Duchi di Savoia

A lui succedettero in linea diretta Amedeo VII detto il Conte Rosso (1360 - 1391), la cui tragica morte determinò violente lotte tra la madre e la moglie Bona di Berry; Amedeo VIII detto il Pacifico (1383 - 1451), che unì definitivamente il Piemonte ai domini aviti dopo l'estinzione del ramo di Acaia (1418) e assunse per primo il titolo di Duca di Savoia (1416); Ludovico (1413 - 1465), luogotenente per conto del padre dal 1434 e vano pretendente alla successione di Filippo Maria Visconti che nel 1428 aveva sposato sua sorella Maria (1411 - 1469); Amedeo IX il Beato (1435 - 1472), una sorella del quale, Carlotta (1445 - 1483), sposò nel 1451 il delfino di Francia, il futuro re Luigi XI; e infine Filiberto I il Cacciatore (1465 - 1482) sotto reggenza della madre Iolanda di Francia, sorella di Luigi IX; questi fu continuamente insidiato dai parenti che si impadronirono a più riprese delle sue terre.

A Filiberto subentrò il fratello Carlo I il Guerriero (1468 - 1490) che nel 1485 assunse anche il titolo di Re di Cipro e di Gerusalemme cedutogli da Carlotta di Lusignano moglie del fratello di Amedeo IX, Ludovico di Savoia.

A lui succedette Carlo Giovanni Amedeo detto anche Carlo II (1489 - 1496) che, morto ancora bambino, lasciò il ducato al prozio, conte di Bresse, Filippo II il Senza Terra (1443 - 1497), cui seguirono i figli Filiberto II il Bello (1480 - 1504) che lasciò l'amministrazione dello Stato al fratellastro Renato detto il Gran Bastardo e Carlo III (o II) il Buono (1486 - 1553) che perse quasi tutti i suoi possessi durante le guerre tra Francia e Spagna.

Uno dei fratelli di quest'ultimo, Filippo (1490 - 1533), venne investito da Francesco I del ducato di Nemours (1528) e diede inizio al ramo dei Savoia-Nemours, che fu reso illustre da Giacomo e da Enrico e che si estinse nel 1659 con suo nipote Enrico (1625 - 1659).

A Carlo III succedette il figlio Emanuele Filiberto detto Testa di Ferro (1528 - 1580), marito di Margherita di Valois e restauratore dello Stato sabaudo. Dopo la sua morte ebbe il ducato dal 1580 il figlio Carlo Emanuele I (1562 - 1630) da cui nacquero, tra gli altri, Emanuele Filippo (1586 - 1605), morto precocemente; Vittorio Amedeo I (1587 - 1637), suo successore dal 1630; Filiberto (1588-1624), valoroso generale al servizio della Spagna, che nel 1614 sventò il tentativo di sbarco in Sicilia dei Turchi; Maurizio, cardinale; e Tommaso Francesco, iniziatore delle linee dei Savoia-Carignano e Savoia-Soissons.

Alla morte di Vittorio Amedeo I, che lasciò lo Stato praticamente vassallo di Luigi XIII, tenne la reggenza la vedova Cristina di Francia detta Madama Reale, che dovette combattere accanitamente con Maurizio e Tommaso Francesco per conservare la corona ai figli Francesco Giacinto (1632 - 1638) e Carlo Emanuele II (1634 - 1675).


Re di Sardegna

A Carlo Emanuele II succedette nel 1675 il figlio Vittorio Amedeo II (1666 - 1732), che rafforzò i suoi domini e nel 1713 ottenne la corona di Sicilia commutata poi nel 1720 con quella di Sardegna.

Dopo la sua abdicazione (1730) gli succedette Carlo Emanuele III (1701 - 1773), re di Sardegna dal 1730, che portò i confini dello Stato sino al Ticino e le cui sorelle Adelaide (1685 - 1712) e Maria Luisa Gabriella (1688 - 1714) sposarono rispettivamente Luigi di Borbone, duca di Borgogna (1697) e Filippo V Re di Spagna (1701).

Al nuovo re, dal 1773 Vittorio Amedeo III (1726 - 1796), che fu battuto da Napoleone e dovette assoggettarsi all'umiliante Trattato di Cherasco, subentrarono poi l'uno dopo l'altro i figli Carlo Emanuele IV (1751 - 1819), privato di tutti i possessi del Piemonte, Vittorio Emanuele I (1759 - 1824), costretto ad abdicare dai moti rivoluzionari liberali nel 1821, e Carlo Felice (1756 - 1831) Re di Sardegna dal 1821, ultimo erede del ramo diretto.

Le principesse di questo periodo, invece, si segnalarono per illustri matrimoni. Tra le figlie di Vittorio Amedeo III, infatti, Maria Giuseppina (1753 - 1810) sposò (1771) il conte di Provenza, poi Re di Francia col nome di Luigi XVIII, e Maria Teresa (1756 - 1805) andò in moglie (1773) al conte di Artois poi Carlo X; mentre le figlie di Vittorio Emanuele I, Maria Beatrice Vittoria (1792 - 1840), Maria Anna (1803 - 1884) e Maria Cristina (1812 - 1836) sposarono rispettivamente Francesco IV duca di Modena (1812), Ferdinando I imperatore d'Austria (1831) e Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie (1832).

Dopo la morte di Carlo Felice che, come s'è accennato, non lasciò discendenza, la successione al trono passò alla linea laterale più prossima e cioè a quella dei Carignano rappresentata da Carlo Alberto (1798-1849) che abdicò dopo la prima guerra d'indipendenza contro l'Austria, mentre sua sorella Maria Elisabetta (1800-1856) aveva sposato nel 1820 l'arciduca Ranieri d'Asburgo viceré del Lombardo-Veneto.


Re d'Italia

A Carlo Alberto seguirono in linea diretta:

Vittorio Emanuele II (1820-1878), re di Sardegna fino al 1861 e da quell'anno primo re d'Italia unita; [1]
Umberto I (1844-1900), la cui sorella Clotilde, contessa di Moncalieri, sposò (1859) Napoleone Girolamo Bonaparte e il cui fratello Amedeo Ferdinando Maria (1845-1890), prendendo in moglie Maria del Pozzo della Cisterna (1867), diede origine al ramo dei Savoia-Aosta;
Vittorio Emanuele III (1869-1947), re d'Italia (1900-1946), imperatore d'Etiopia (1936-1946) e re d'Albania (1939-1946), da cui nacquero Iolanda (1901-1988), Mafalda (1902-1944), Giovanna (1907-2000), Maria (1914-2001) e Umberto (1904-1983).
Umberto di Savoia fu luogotenente del regno dal 5 giugno 1944 al 2 giugno 1946 quando in seguito ai risultati del referendum istituzionale l'Italia cessò di essere una monarchia.
Avendo Vittorio Emanuele III abdicato il 9 maggio 1946 in favore del figlio, ma in violazione agli accordi del 1944, che avevano rinviato al referendum la questione istituzionale, "congelando" anche una eventuale successione di Vittorio Emanuele III, è corretto dire che nel periodo tra il 9 maggio ed il 2 giugno non vi fu alcun re, in quanto la presunta ascesa al trono di Umberto non venne ratificata, né vi fu alcuna incoronazione.
Dopo il referendum Umberto di Savoia andò in esilio.
Dal suo matrimonio con Maria José (1906-2001) sono nati:

Maria Pia (n. 1934), sposata con Alessandro Karageorgevic e madre di Dimitri Michele (1958) e di Elena Sergio (1963);
Vittorio Emanuele (n. 1937), sposato con Marina Ricolfi Doria e padre di Emanuele Filiberto (1972);
Maria Gabriella (n. 1940), sposata con Robert de Balkany e madre di Maria Elisabetta;
Maria Beatrice (1943), sposata con Luis Reyna e madre di Raffaello (1971-1994) e Asaea (1973).

Altri rami

Oltre alle linee già ricordate dei Savoia-Acaia, dei Savoia-Vaud e dei Savoia-Nemours vanno ricordati altri rami importanti della famiglia. Dal citato Tommaso Francesco (1595-1656), figlio di Carlo Emanuele I e fratello di Vittorio Amedeo I, discese il ramo dei principi di Carignano e quello dei conti di Soissons. Il primo ebbe origine da Emanuele Filiberto (1628-1709) e attraverso Vittorio Amedeo I (1690-1741), Luigi Vittorio (1721-1778), Vittorio Amedeo (1743-1780), Carlo Emanuele e Carlo Alberto (1798-1849), giunse con Vittorio Emanuele II (1820-1878) e i suoi discendenti alla corona d'Italia; il secondo, invece, iniziatosi con Eugenio Maurizio (1634-1673) fratello di Emanuele Filiberto e reso illustre da Eugenio di Savoia il Gran Capitano, famoso generale al servizio dell'impero, si estinse con Eugenio Giovanni Francesco (1714-1734), figlio di Emanuele (1687-1729) nipote ex patre del predetto Eugenio Maurizio; da Eugenio Ilarione (1753-1785) conte di Villafranca, secondogenito del predetto Luigi Vittorio di Carignano, ebbe inoltre origine un ulteriore ramo, quello dei Savoia-Villafranca al quale appartenne il nipote Eugenio (1816-1888), che fu comandante generale della marina da guerra sarda e luogotenente generale del Regno di Sardegna durante le tre guerre di indipendenza.

Da Ferdinando Alberto Amedeo, secondogenito di Carlo Alberto e padre di Margherita (1851-1926), prima regina d'Italia, e di Tommaso Alberto (1854-1931), ebbe origine la rigogliosa linea dei Savoia-Genova, proseguita dai numerosi figli di Tommaso Alberto: Ferdinando Umberto (1884-1963), Filiberto (n. 1895-1990), Maria Bona (1896-1971), Adalberto (1898-1982), Maria Adelaide (1904-1979), Eugenio (n. 1906-1996).

Da Amedeo Ferdinando Maria (1845-1890), figlio di Vittorio Emanuele II, duca d'Aosta e re di Spagna dal 1870 al 1873, derivò infine la linea dei Savoia-Aosta. Da lui nacquero infatti Emanuele Filiberto (1869-1931), Vittorio Emanuele (1870-1946) conte di Torino e comandante generale dell'arma di cavalleria nella guerra del 1915-1918, Luigi Amedeo, duca degli Abruzzi e Umberto (1889-1918) conte di Salemi. Nel 1895 Emanuele Filiberto, sposò Elena di Orléans, da cui ebbe Amedeo, duca d'Aosta e viceré d'Etiopia dal 1937, e Aimone (1900-1948) duca prima di Spoleto e poi (1942) di Aosta, nominalmente re di Croazia dal 1941 al 1945 e padre di Amedeo (n. 1943).

Vanno infine citati almeno alcuni dei numerosi rami illegittimi della casata. Da Lantelmo (sec. XIV) figlio naturale di Filippo I di Acaia iniziò il ramo di Collegno che si estinse nel 1598; da Renato detto il Gran Bastardo (ca. 1470-1525), figlio adulterino di Filippo II il Senza Terra (1443-1497), ebbero origine i rami dei conti di Villars e quello dei conti di Tenda, reso illustre da Claudio (1507-1566), capitano al servizio dei Francesi distintosi alla battaglia di Pavia (1525), nella difesa della Provenza (1536) e all'assedio di Nizza (1543). Dal matrimonio morganatico tra Vittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878) e la contessa di Mirafiori, Rosa Teresa Vercellana, discese infine il ramo comitale di Mirafiori e Fontanafredda.

Il rapporto fra lo Stato italiano e gli ex sovrani d'Italia venne sancito dalla XIII norma - approvata dall'assemblea Costituente il 5 dicembre 1947, con 214 voti favorevoli e 145 contrari su 359 votanti - contenuta nel capitolo Disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica Italiana, che recita:

"I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive.
Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale".
Nel 1987 il Consiglio dei ministri accolse la richiesta di Maria José di fare rientro in Italia, mentre nel 2002 Camera dei Deputati e Senato approvavano una legge che abrogava i primi due commi della XIII norma della Costituzione.


Linea di Successione

Conti di Savoia
Ramo principale

Umberto I Biancamano: 1003-1047 o 1048
Amedeo I Coda: 1048-1051 o 1056
Oddone: 1051 o 1056 - 1060
Pietro I: 1060-1078
Amedeo II: 1060-1080
Umberto II: 1080-1103
Amedeo III: 1103-1148
Umberto III: 1148-1189
Tommaso I: 1189-1233
Amedeo IV: 1233-1253
Bonifacio: 1253-1263
Tommaso II: 1253-1259
Pietro II: 1263-1268
Filippo I: 1268-1285
Amedeo V: 1285-1323
Edoardo: 1323 - 1329
Aimone: 1329-1343
Amedeo VI: 1343-1383
Amedeo VII: 1383-1391
Amedeo VIII: come Conte di Savoia 1391-1416

Duchi di Savoia

Amedeo VIII: come Duca di Savoia 1416-1440
Lodovico: 1440-1465
Amedeo IX: 1465-1472
Filiberto I: 1472-1482
Carlo I: 1482-1490
Carlo (II) Giovanni Amedeo: 1490-1496
Filippo II: 1496-1497
Filiberto II: 1497-1504
Carlo III: 1504-1553
Emanuele Filiberto: 1553-1580
Carlo Emanuele I: 1580-1630
Vittorio Amedeo I: 1630-1637
Francesco Giacinto: 1637-1638
Carlo Emanuele II: 1638-1675
Vittorio Amedeo II: 1675-1720, 1730-1732, come Primo Re di Sardegna 1720-1730

Re di Sardegna
Vittorio Amedeo II: 1720-1730
Carlo Emanuele III: 1730-1773
Vittorio Amedeo III: 1773-1796
Carlo Emanuele IV: 1796-1802
Vittorio Emanuele I: 1802-1821
Carlo Felice: 1821-1831

Ramo Savoia-Carignano

Carlo Alberto: 1831-1849
Vittorio Emanuele II: 1849-1861

Re d'Italia

Vittorio Emanuele II: 1861-1878
Umberto I: 1878-1900
Vittorio Emanuele III: 1900-1946

Governanti di altre nazioni
Re Amedeo I di Spagna (figlio di Vittorio Emanuele II d'Italia): 1871-1873
(apparentemente) Re Tomislav II dello Stato Indipendente di Croazia (nipote di Amedeo I di Spagna): 1941-1943

Dal 1946
Umberto II: 1946 - 1983
Principe della Corona Vittorio Emanuele, Principe di Napoli: 1983 - ad oggi

Note: [1] I primi a fregiarsi del titolo di Re d'Italia sono i sovrani longobardi da cui deriva la tradizione dell'incoronazione a Pavia, allora capitale del regno longobardo, con la corona ferrea. A questi fecero seguito Berengario ed Arduino d'Ivrea. Dopo il titolo viene ripreso dagli imperatori del Sacro Romano Impero che lo associano appunto al titolo imperiale. L'incoronazione continua ad avvenire a Pavia. Caduto poi in disuso il titolo viene "recuperato" da Napoleone Bonaparte, che viene incoronato con la "corona ferrea" nel Duomo di Milano, il 26 maggio 1805.


Motto

F.E.R.T. Il Motto di Casa Savoia è un acronimo formato da 4 lettere. Nel corso degli anni molte sono state le interpretazioni (vedi elenco), ma la più accreditata sembra essere la prima, menzionata in un documento araldico del 1873.

Fortitudo Eius Rhodum Tenuit (la sua forza preserva Rodi, Amedeo V nel XIV secolo libera l'isola di Rodi dal giogo ottomano)
Foedere Et Religione Tenemur (la pace e la religione ci tengono uniti)
Fides Est Regni Tutela (la fede è la protezione del Regno)
Durante il Fascismo è stato tradotto da chi vedeva nei Savoia la debolezza contrapposta alla forza fascista come Foemina Erit Ruina Tua (donna, sarai la tua rovina) ovviamente in tono satirico.

da www.wikipedia.org

Conterio
30-09-05, 13:51
Siti dedicati all'ARALDICA

www.vivant.it/

www.cnicg.net/

www.sardimpex.com/


Prova a vedere tra questi.... dovresti trovare molto materiale interessante !

Ciao

Templares
30-09-05, 13:53
In Origine postato da Conterio
Siti dedicati all'ARALDICA

www.vivant.it/

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Prova a vedere tra questi.... dovresti trovare molto materiale interessante !

Ciao

Grazie ;)

Templares
30-09-05, 14:00
La Dinastia dei Borbone.


http://www.politicaonline.net/images/imfor/borbonico.gif


da www.realcasadiBorbone.it

Un antico e glorioso Regno
Gli Altavilla e la costituzione del "Reame"

È il "Reame" per eccellenza. Il suo territorio si è delineato fin dai primissimi anni della sua costituzione sotto Ruggero II d'Altavilla, rimanendo immutato nel corso dei secoli, fino alla caduta nel 1861: a nord, il confine seguiva una linea che partiva da Civitella del Tronto sotto Ascoli ed arrivava a Gaeta passando per Leonessa, L'Aquila, sopra Pontecorvo e quindi giù fino al Mar Tirreno; a sud, il confine era il mare stesso, compresa la Sicilia. Dopo la caduta dell'Impero Romano, i territori del futuro Regno furono in parte sotto il dominio bizantino (Bassa Puglia, Calabria, Sicilia e Ducato di Napoli), in parte sotto il dominio longobardo (il Ducato di Benevento); nel IX secolo la Sicilia cadde in mano musulmana. Nei secoli successivi, specie nell'XI, la situazione geopolitica del Meridione precipitò in una tristissima frammentazione di piccoli potentati locali, mentre gli antichi domini bizantini e longobardi andavano via via sempre più perdendo il controllo della situazione. Si arrivò progressivamente in una sorta di "guerra di tutti contro tutti", aggravata dalle continue incursioni saracene. In tale stato naturalmente il Meridione si impoverì e indebolì; chi ne seppe approfittare furono i normanni, guidati dalla audace famiglia degli Altavilla (Hauteville). Già intorno all'anno Mille erano giunti i primi avventurieri normanni, che si ponevano al servizio dei vari signori in guerra col signore rivale; in questa politica mercenaria brillarono gli Altavilla, che seppero presto creare una loro contea a Melfi nel 1043; da questo momento la loro espansione politico-militare fu costante (specie con Roberto il Guiscardo, che conquistò la Puglia e la Calabria), finché, intromessisi anche nelle guerre per la Lotta delle Investiture, seppero spregiudicatamente farsi riconoscere dai Pontefici come signori infeudati delle terre meridionali della Chiesa (nel 1091 cacciarono anche i musulmani dalla Sicilia). Infine, nel 1130, Ruggero II d'Altavilla (1101-1154) poté farsi proclamare, sebbene come suo vassallo, da Papa Anacleto II Re di Sicilia, Puglia e Calabria, poi con dominio anche su Capua, Benevento e Napoli. Era la nascita formale del Regno di Napoli, allora chiamato "Regno di Sicilia".



A Ruggero II successero: Guglielmo I il Malo (1154-1166), Guglielmo II il Buono (1166-1189), Tancredi (1189-1194), Gugliemo III (1194).

Il "Reame"
La dinastia normanna venne meno con Costanza d'Altavilla, moglie dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI di Hohenstaufen (il figlio di Federico I Barbarossa) e madre di Federico II di Svevia, il quale ereditò appunto, alla morte del padre nel 1197, oltre l'Impero, il Reame (era nato a Jesi e cresciuto a Palermo). Dopo la morte di Federico II nel 1250, luogotenente del Regno divenne il suo figlio naturale Manfredi come reggente al posto del fratellastro Corrado IV, il quale morì prematuramente nel 1254; Manfredi allora mantenne la reggenza a nome del figlio di questi Corradino di Svevia, ma poi nel 1258 ruppe con il nipote e si proclamò Re di Sicilia, riprendendo la politica antiecclesiastica del padre. Urbano VI prima e poi Clemente IV favorirono allora la discesa in Italia di Carlo d'Angiò (d'Anjou), fratello del Re di Francia Luigi IX (il Santo), il quale affrontò e uccise il ghibellino Manfredi a Benevento nel 1266. Senonché sopraggiunse allora Corradino, che vantava i diritti dinastici sul Regno; Carlo lo affrontò a Tagliacozzo nel 1268 sconfiggendolo; dapprima lo fece arrestare, ma poi lo fece decapitare a Piazza del Mercato a Napoli. In tal modo, Carlo poté tranquillamente assumere il titolo di Carlo I d'Angiò Re di Sicilia, dando inizio al dominio angioino - e quindi capetingio - sul Reame. A causa delle conseguenze della Guerra dei Vespri, perse la Sicilia nel 1282 a favore di Pietro III d'Aragona (che aveva sposato Costanza, figlia di Manfredi), che divenne Re di Sicilia (1282-1285). Il Reame è ora diviso in Regno di Napoli, agli angioini, e Regno di Sicilia, agli aragonesi.

Il Regno di Napoli sotto gli Angiò e gli Aragona

Gli Angioni tennero la parte continentale fino al 1442, anno in cui Alfonso d'Aragona vinse definitivamente la guerra con gli angioni (scoppiata a causa del fatto che Giovanna II d'Angiò aveva dapprima nominato suo erede Alfonso e dopo aveva ritrattato nominando un suo lontano parente francese, Luigi d'Angiò) e conquistò in trionfo Napoli, unificando di nuovo il Reame. Dopo Carlo I, regnarono su Napoli: suo figlio Carlo II (1285-1309), Roberto il Saggio (1309-1343), Giovanna I (1343-1381), Carlo III di Durazzo (1381-1386), Ladislao di Durazzo (1386-1414), Giovanna II di Durazzo (1414-1435), Luigi III (1435-1438), Renato (1438-1442).
Nel 1443 il Regno di Napoli venne conquistato, come detto, da Alfonso V d'Aragona (1443-1458), cui successe suo figlio Ferdinando I (1458-1494), il famoso Ferrante, che rimase solo Re di Napoli (e mai anche di Sicilia). Gli successe Alfonso II (1494-1495), momentaneamente spodestato da Carlo VIII di Francia; ma il Regno tornò subito agli Aragona con Ferdinando II (1495-96) e con Federico (1496-1501), finché, nel 1504, Ferdinando il Cattolico (Re d'Aragona, di Sicilia e di Spagna - per il suo matrimonio con Isabella di Castiglia), riunì il Regno di Napoli a quello di Spagna e Sicilia. Da questo momento, quindi, il Regno di Napoli (come quello di Sicilia) è a tutti gli effetti parte integrante del Regno di Spagna, e sarà governato per circa due secoli da un Viceré.




Il Regno di Sicilia sotto gli Aragona

In Sicilia, successero a Pietro III (I come Re di Sicilia): Giacomo II (1285-1296), Federico II (1296-1336), Pietro II (1336-1342), Luigi (1342-1355), Federico III (1355-1377), Martino I (1377-1409), Martino II (1409). Nel 1412 il Regno di Sicilia venne unito al Regno d'Aragona: ne furono Sovrani: Ferdinando I (1412-1416), Alfonso il Magnanimo (1416-1458), Giovanni (1458-1479), Ferdinando il Cattolico (1479-1516). Con Ferdinando il Cattolico, marito di Isabella di Castiglia e fondatore con lei del Regno di Spagna, la Sicilia divenne parte unica con il Regno di Napoli del Regno di Spagna.




Il Vicereame

Dal 1504 al 1713 il Regno di Napoli è di fatto unificato con il Regno di Spagna. Come è noto, alla morte di Ferdinando il Cattolico divenne Re di Spagna Carlo I d'Asburgo , che nel 1519 divenne anche Imperatore del Sacro Romano Impero col titolo di Carlo V. Egli fu quindi a tutti gli effetti anche Re di Napoli e Sicilia. Gli successe come Re di Spagna suo figlio Filippo II (1556-1598); furono poi Re di Spagna (e quindi di Napoli e Sicilia, che, ricordiamo, erano direttamente governate da Vicerè di nomina regia): Filippo III (1598-1621), Filippo IV (1621-1665), Carlo II (1665-1700). Carlo II di Asburgo-Spagna morì senza eredi, e nominò suo successore Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV, preferito a Carlo d'Asburgo-Austria; egli prese il titolo di Filippo V di Borbone, Re di Spagna; ciò provocò la Guerra di Successione Spagnola (1700-1713), che vide vincitore Filippo V, il quale, in cambio del riconoscimento internazionale del suo diritto sul Trono di Madrid, dovette cedere i Regni di Napoli e Sicilia agli Asburgo. Così, dal 1713 il "Vicereame" è di nuovo sotto il dominio asburgico, anche se questa volta si tratta degli Asburgo d'Austria: esso divenne quindi parte integrante del Sacro Romano Impero, ed ebbe come sovrano l'Imperatore Carlo VI. Peraltro, dal 1714 al 1720 la Sicilia fu data al Re Vittorio Amedeo di Savoia, ma poi tornò agli Asburgo.

I Borbone delle Due Sicilie, restauratori del Regno

Nel 1734, per vicende storiche che descriviamo meglio alla voce dedicata a Carlo di Borbone (Re di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1759), questi, figlio di Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese, conquistò le Corone di Napoli e Sicilia, restaurando a tutti gli effetti un regno unito e sovrano. Dopo due secoli di dipendenza politica, il "Reame" divenne di nuovo una nazione libera sotto la dinastia dei Borbone di Napoli e Sicilia.


Successori di Carlo di Borbone furono: Ferdinando IV (1759-1825), dal 1814 Ferdinando I delle Due Sicilie; Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859), Francesco II, che nel 1860 perse il Regno, conquistato dal Vittorio Emanuele II di Savoia. Con tale conquista, il Regno delle Due Sicilie smette di esistere in quanto regno sovrano e indipendente.

uva bianca
30-09-05, 21:26
In Origine postato da templares
Francesco II, che nel 1860 perse il Regno, conquistato dal Vittorio Emanuele II di Savoia. Con tale conquista, il Regno delle Due Sicilie smette di esistere in quanto regno sovrano e indipendente.

ma non l'aveva conquistato Garibaldi?

Fante d'Italia
30-09-05, 22:54
'gnurant! Garibaldi era solo un "generale" di Vittorio Emanuele II.:D

uva bianca
01-10-05, 07:54
non ufficialmente

Zarskoeselo
01-10-05, 11:28
Agiva per conto del Re. Ufficialmente o no, se non si trattasse del Re, scommetto non avresti nulla da ridire.

Enri84
01-10-05, 11:37
In Origine postato da uva bianca
ma non l'aveva conquistato Garibaldi?

Non so se te ne sei accorto ma il sito di provenienza dell'articolo è quello ufficiale del Casato dei Borbone. :) Il brano sarà stato scritto da uno storico di loro fiducia, almeno credo.

Zarskoeselo
01-10-05, 12:02
Oltretutto, quella che Umberto non sarebbe stato il Re, è una assoluta baggianata. Gli accordi congelavano non la successione, ma la questione istituzionale.

uva bianca
01-10-05, 19:17
In Origine postato da Zarskoeselo
Agiva per conto del Re. Ufficialmente o no, se non si trattasse del Re, scommetto non avresti nulla da ridire.

non ho capito...

Fante d'Italia
03-10-05, 02:26
In Origine postato da Enri84

Il primo post qui da noi, vero?
Benvenuto! :)

Conterio
03-10-05, 10:26
In Origine postato da Enri84
Non so se te ne sei accorto ma il sito di provenienza dell'articolo è quello ufficiale del Casato dei Borbone. :) Il brano sarà stato scritto da uno storico di loro fiducia, almeno credo.

Infatti Enri84, e aggiungo che questi storici, non sono mai troppo teneri con Casa Savoia.

Benvenuto tra noi !

Ciao