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Andrea I Nemesi (POL)
02-10-05, 17:43
Osman alla conquista dell’Europa

L’ammissione della Turchia: Martiri e Valori dimenticati

Probabilmente, i nostri antenati non ci avrebbero creduto.
Se qualcuno avesse detto a Padre Marco d’Aviano, il francescano difensore di Vienna nel 1526, o agli eroici e vittoriosi combattenti di Lepanto, o ancora a Jan Sobieski e a quanti combatterono contro i Turchi nel secondo assedio di Vienna, che un giorno uno fra i nemici più terribili della Cristianità sarebbe stato accolto in Europa a braccia aperte, non ci avrebbero mai creduto. O forse si sarebbero ricordati di Francesco I, il Re di Francia che pur di sconfiggere i cattolici Asburgo si alleò col sultano ottomano: e si sarebbero resi conto di come l’uomo può tradire la Civiltà in cui è nato. E di come la cieca ricerca del potere, e gli interessi politically correct di certe élites di politicanti corrotti, e la mancanza assoluta di qualsiasi Ideale, possano spingere l’Europa a compiere certi sbagli.
Passata praticamente inosservata anche sui giornali italiani più importanti, come il “Corriere della Sera”, l’apertura dei negoziati tra Unione Europea e Turchia per l’accesso di questa nella UE ricopre una grande ed evidente importanza per il prossimo futuro, in tutti gli ambiti della politica. In tutta Europa, si fronteggiano così i sostenitori dell’ingresso turco, ossia la maggioranza della classe politicante e tecnocratica, e coloro che invece, più fedeli a quello Spirito Europeo Occidentale e Cristiano che da sempre caratterizza la poca storia che le 25 Nazioni hanno in comune, rigettano completamente l’ipotesi. Ma cosa significa questa mossa? Cosa succederà se i negoziati andranno a buon fine e, magari nel 2010, la Turchia sarà il 28° paese ad entrare, dopo Romania e Bulgaria?
Non è solo una questione economica, come quei politici che hanno avuto il coraggio di esprimere il loro parere contrario pubblicamente, ossia i leghisti e pochi con loro, hanno più volte rimarcato: non si tratta solamente di aprire le porte a migliaia o milioni di potenziali immigrati; il problema è anche di quale posto dare ad un paese con più di settanta milioni di cittadini, ora. Già, perché col ritmo di crescita demografica che hanno, di molto più grande del nostro, ci ritroveremmo nel 2010 con una Turchia con una popolazione pari a quella tedesca, e quindi con pari voto e potenza decisionale! Non è un pensiero che contribuisce a rendere ottimisti verso il futuro.
Le garanzie di democrazia che la Turchia porta all’Occidente non sono poi così… garantite. Ricordiamoci delle ultime elezioni “democratiche” svoltesi, in cui il partito dei fondamentalisti islamici (già, proprio loro) era sul punto di vincere. E invece hanno vinto i nazionalisti. (Sì, quelle simpatiche persone che vorrebbero volentieri avere la replica del genocidio degli Armeni… ma dato che di Armeni ne sono rimasti molto pochi, vogliono provare con i Curdi.) Il padre della repubblica turca, Mustafà Kemal, è rimasto presidente fino alla morte: e questo mi ricorda più la Corea del Nord che una qualsiasi Nazione democratica; e non conto le ingerenze dell’esercito nella vita politica, perché sono innumerevoli, e rischierei di sprecare spazio per dire una cosa sola: la Turchia non è una democrazia. È forse una democrazia un paese in cui un corteo di donne manifestanti viene caricato dalla polizia l’8 marzo? (E, aggiungo, l’UE si è limitata ad esprimere “grande preoccupazione”?) E’ democratico un paese dove lo sterminio di milioni di persone è ancora negato, a novant’anni di distanza, e i congressi che tentano di svelare la verità vengono fischiati e attaccati? (E questo accadeva pochi giorni fa.) E’ democratico un paese che invia coloni e truppe ARMATE in un’isola dove esso NON HA DIRITTI ad occuparne una buona parte, massacrando e violentando gli autoctoni, e creandovi uno stato fantoccio? (Ogni riferimento a fatti, cose o persone reali è puramente casuale.) Senza parlare dei diritti (inesistenti) delle minoranze, o della povertà dilagante, o di altri piccoli fatti, segnali di grandi problemi irrisolti.
Ma è anche su altre questioni che si gioca la battaglia di chi non vuole la Turchia nell’Unione. Sebbene i filo – turchi, con i loro occhi foderati di prosciutto, dicano e ripetano che impero ottomano e repubblica turca siano due cose diverse, non possiamo dimenticare che i turchi sono diretti discendenti dei barbari venuti al seguito di Osman, il loro primo sultano. E questo importa. Perché i turchi di oggi sono certamente i discendenti di coloro che combatterono ferocemente contro i nostri Crociati in Terra Santa, massacrando pellegrini a volontà; di coloro che occuparono l’Anatolia (BIZANTINA E CRISTIANA) trasformandola, appunto in Turchia (ottomana e islamica); di coloro che tolsero ai Cristiani dei Balcani diritti e felicità, e convertendoli a forza all’islamismo procurarono motivi di guerra e pianti per i secoli a venire. Già, sebbene oggi molti tentino di farcelo dimenticare, i Turchi erano quelli che occuparono innumerevoli terre Cristiane, islamizzandone gli abitanti a forza e rubando i figli per farne soldati; i Turchi erano quelli che si rifiutavano di dare l’indipendenza alle nazioni europee dei Balcani, e massacravano in lotte impari i poveri patrioti Greci; ed erano quelli che, capeggiati da Mustafà Kemal, prima uccisero migliaia di giovani soldati del Commonwealth Britannico, poi fecero lo stesso con i Greci che riconquistavano le terre abitate dai loro compatrioti, bruciarono le città greche in Anatolia con immensa violenza e devastazione, e scacciarono chi vi abitava procurando alla Grecia un milione e mezzo di profughi ed innumerevoli problemi da risolvere. Una nazione che si fonda su una storia così non è semplicemente degna di entrare in un organismo chiamato “Unione Europea”… a meno che con questo termine non s’intenda un organismo tecnocratico e sopranazionale, alieno ad ogni vera identità europea.
È quindi per questo che dico che la Turchia non deve entrare in Europa. Mai e poi mai, se l’Europa vuole continuare a chiamarsi tale. Già, per la Turchia in Europa io voto NO, ora e sempre. Voterei SI solo all’adesione all’Europa dell’Anatolia… Un’Anatolia che non è Turchia, un’Anatolia antica, cristiana, greca e ortodossa, bizantina, occidentale e (perché no?) crociata.
Ma l’Anatolia, quella che fu e che dovrebbe essere, è stata violentata e uccisa da quel popolo che ora, nascondendosi dietro ad una maschera di ipocrisia, sventola bandiere europee e pretende di insegnarci cos’è la tolleranza.

Templares
02-10-05, 17:56
In Origine postato da Andrea I Nemesi
Osman alla conquista dell’Europa

L’ammissione della Turchia: Martiri e Valori dimenticati

Probabilmente, i nostri antenati non ci avrebbero creduto.
Se qualcuno avesse detto a Padre Marco d’Aviano, il francescano difensore di Vienna nel 1526, o agli eroici e vittoriosi combattenti di Lepanto, o ancora a Jan Sobieski e a quanti combatterono contro i Turchi nel secondo assedio di Vienna, che un giorno uno fra i nemici più terribili della Cristianità sarebbe stato accolto in Europa a braccia aperte, non ci avrebbero mai creduto. O forse si sarebbero ricordati di Francesco I, il Re di Francia che pur di sconfiggere i cattolici Asburgo si alleò col sultano ottomano: e si sarebbero resi conto di come l’uomo può tradire la Civiltà in cui è nato. E di come la cieca ricerca del potere, e gli interessi politically correct di certe élites di politicanti corrotti, e la mancanza assoluta di qualsiasi Ideale, possano spingere l’Europa a compiere certi sbagli.
Passata praticamente inosservata anche sui giornali italiani più importanti, come il “Corriere della Sera”, l’apertura dei negoziati tra Unione Europea e Turchia per l’accesso di questa nella UE ricopre una grande ed evidente importanza per il prossimo futuro, in tutti gli ambiti della politica. In tutta Europa, si fronteggiano così i sostenitori dell’ingresso turco, ossia la maggioranza della classe politicante e tecnocratica, e coloro che invece, più fedeli a quello Spirito Europeo Occidentale e Cristiano che da sempre caratterizza la poca storia che le 25 Nazioni hanno in comune, rigettano completamente l’ipotesi. Ma cosa significa questa mossa? Cosa succederà se i negoziati andranno a buon fine e, magari nel 2010, la Turchia sarà il 28° paese ad entrare, dopo Romania e Bulgaria?
Non è solo una questione economica, come quei politici che hanno avuto il coraggio di esprimere il loro parere contrario pubblicamente, ossia i leghisti e pochi con loro, hanno più volte rimarcato: non si tratta solamente di aprire le porte a migliaia o milioni di potenziali immigrati; il problema è anche di quale posto dare ad un paese con più di settanta milioni di cittadini, ora. Già, perché col ritmo di crescita demografica che hanno, di molto più grande del nostro, ci ritroveremmo nel 2010 con una Turchia con una popolazione pari a quella tedesca, e quindi con pari voto e potenza decisionale! Non è un pensiero che contribuisce a rendere ottimisti verso il futuro.
Le garanzie di democrazia che la Turchia porta all’Occidente non sono poi così… garantite. Ricordiamoci delle ultime elezioni “democratiche” svoltesi, in cui il partito dei fondamentalisti islamici (già, proprio loro) era sul punto di vincere. E invece hanno vinto i nazionalisti. (Sì, quelle simpatiche persone che vorrebbero volentieri avere la replica del genocidio degli Armeni… ma dato che di Armeni ne sono rimasti molto pochi, vogliono provare con i Curdi.) Il padre della repubblica turca, Mustafà Kemal, è rimasto presidente fino alla morte: e questo mi ricorda più la Corea del Nord che una qualsiasi Nazione democratica; e non conto le ingerenze dell’esercito nella vita politica, perché sono innumerevoli, e rischierei di sprecare spazio per dire una cosa sola: la Turchia non è una democrazia. È forse una democrazia un paese in cui un corteo di donne manifestanti viene caricato dalla polizia l’8 marzo? (E, aggiungo, l’UE si è limitata ad esprimere “grande preoccupazione”?) E’ democratico un paese dove lo sterminio di milioni di persone è ancora negato, a novant’anni di distanza, e i congressi che tentano di svelare la verità vengono fischiati e attaccati? (E questo accadeva pochi giorni fa.) E’ democratico un paese che invia coloni e truppe ARMATE in un’isola dove esso NON HA DIRITTI ad occuparne una buona parte, massacrando e violentando gli autoctoni, e creandovi uno stato fantoccio? (Ogni riferimento a fatti, cose o persone reali è puramente casuale.) Senza parlare dei diritti (inesistenti) delle minoranze, o della povertà dilagante, o di altri piccoli fatti, segnali di grandi problemi irrisolti.
Ma è anche su altre questioni che si gioca la battaglia di chi non vuole la Turchia nell’Unione. Sebbene i filo – turchi, con i loro occhi foderati di prosciutto, dicano e ripetano che impero ottomano e repubblica turca siano due cose diverse, non possiamo dimenticare che i turchi sono diretti discendenti dei barbari venuti al seguito di Osman, il loro primo sultano. E questo importa. Perché i turchi di oggi sono certamente i discendenti di coloro che combatterono ferocemente contro i nostri Crociati in Terra Santa, massacrando pellegrini a volontà; di coloro che occuparono l’Anatolia (BIZANTINA E CRISTIANA) trasformandola, appunto in Turchia (ottomana e islamica); di coloro che tolsero ai Cristiani dei Balcani diritti e felicità, e convertendoli a forza all’islamismo procurarono motivi di guerra e pianti per i secoli a venire. Già, sebbene oggi molti tentino di farcelo dimenticare, i Turchi erano quelli che occuparono innumerevoli terre Cristiane, islamizzandone gli abitanti a forza e rubando i figli per farne soldati; i Turchi erano quelli che si rifiutavano di dare l’indipendenza alle nazioni europee dei Balcani, e massacravano in lotte impari i poveri patrioti Greci; ed erano quelli che, capeggiati da Mustafà Kemal, prima uccisero migliaia di giovani soldati del Commonwealth Britannico, poi fecero lo stesso con i Greci che riconquistavano le terre abitate dai loro compatrioti, bruciarono le città greche in Anatolia con immensa violenza e devastazione, e scacciarono chi vi abitava procurando alla Grecia un milione e mezzo di profughi ed innumerevoli problemi da risolvere. Una nazione che si fonda su una storia così non è semplicemente degna di entrare in un organismo chiamato “Unione Europea”… a meno che con questo termine non s’intenda un organismo tecnocratico e sopranazionale, alieno ad ogni vera identità europea.
È quindi per questo che dico che la Turchia non deve entrare in Europa. Mai e poi mai, se l’Europa vuole continuare a chiamarsi tale. Già, per la Turchia in Europa io voto NO, ora e sempre. Voterei SI solo all’adesione all’Europa dell’Anatolia… Un’Anatolia che non è Turchia, un’Anatolia antica, cristiana, greca e ortodossa, bizantina, occidentale e (perché no?) crociata.
Ma l’Anatolia, quella che fu e che dovrebbe essere, è stata violentata e uccisa da quel popolo che ora, nascondendosi dietro ad una maschera di ipocrisia, sventola bandiere europee e pretende di insegnarci cos’è la tolleranza.

Grazie Andrea per aver subito contribuito al Falco con questo ottimo pezzo. Posto un manifesto dei conservatori significativo...

Templares
02-10-05, 17:58
http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/DestraConservatrice/Manifesto%20Turchia.jpg

Andrea I Nemesi (POL)
02-10-05, 18:12
Di nulla. Ho provato un certo piacere ideologico filo-ellenico a scrivere questo pezzo...
COSTANTINOPOLI E' GRECA!
GIU' LE MANI DA SANTA SOFIA!

Alvise
02-10-05, 18:22
Scusate, ma:
Sulla Turchia, in sostanza, concordo con voi.

Ma Israele? Che senso avrebbe Israele nella UE?

Templares
02-10-05, 18:37
In Origine postato da Alvise Nutti
Scusate, ma:
Sulla Turchia, in sostanza, concordo con voi.

Ma Israele? Che senso avrebbe Israele nella UE?

Guarda Alvise io sono proprio contrario all'Unione Europea, ma se proprio unione europea deve essere mille volte meglio Israele che Turchia, per comprovate ragioni culturali e in nome della matrice unica giudaico-cristiana.

Templares
02-10-05, 18:40
IL FALCO (http://www.ilfalco.net)

Alvise
02-10-05, 19:45
In Origine postato da templares
Guarda Alvise io sono proprio contrario all'Unione Europea, ma se proprio unione europea deve essere mille volte meglio Israele che Turchia, per comprovate ragioni culturali e in nome della matrice unica giudaico-cristiana.

Anche io non amo l'Unione Europea, non nella forma attuale, perlomeno. Io sono per una europa che sia un "blocco continentale" verso il mondo esterno, una alleanza di libere nazione al suo interno.

Ma quale che sia questa Europa, io non ci voglio né Turchia né Israele. Turchia, per ragioni sulle quali si concorda.

Israele perché è uno Stato col quale non sento nessun legame, del quale non vedo il minimo elemento di appartenenza all'Europa, e che peraltro è coinvolto nella questione palestinese, nella quale non voglio assolutamente che l'Europa vada ad impelagarsi.

La matrice unica che lega Israele e l'Europa proprio non la vedo.

Turchia ed Israele non sono due alternative delle quali si deve per forza sceglierne una. Si possono, ed a mio parere si devono, evitare entrambe.

UgoDePayens
03-10-05, 12:43
Articolo decisamente da "Falco". Complimenti!! :D

Cavaliere (POL)
03-10-05, 16:00
Complimenti, bell'articolo ;)

Andrea I Nemesi (POL)
03-10-05, 20:06
Complimenti, bell'articolo

Articolo decisamente da "Falco". Complimenti!!
Grazie... non appena avrò l'estro creativo ne scrivero un altro, sono incerto se attaccare Schroeder o qualcun altro :)

Israele perché è uno Stato col quale non sento nessun legame, del quale non vedo il minimo elemento di appartenenza all'Europa, e che peraltro è coinvolto nella questione palestinese, nella quale non voglio assolutamente che l'Europa vada ad impelagarsi.
Il legame c'è, ed è stretto: non si fonda forse sulla Bibbia il nostro Cristianesimo? E sul Cristianesimo si è fondata per secoli l'Europa, e continua a fondarsi, anche se inconsciamente. Senza contare l'enorme quantità di ebrei israeliani provenienti dall'Europa, scappati dai terrori e dai ricordi dei lager nazisti. E comunque, l'UE si è già impelagata in Palestina: una parte consistente degli aiuti umanitari europei sono stati inviati proprio all'ANP negli anni scorsi, e sono serviti a quel corrotto di Arafat e ai suoi ad ingrassarsi, a comprare ville e armi per mandare a morte i propri compatrioti.
Il problema è un altro, semmai: convincere Israele ad entrare nell'Unione, dato che noi non siamo ben visti per tutto l'appoggio che diamo all'ANP! Anche se in effetti un'offerta ad Israele potrebbe essere un ottimo segnale di per sè.

Cavaliere (POL)
03-10-05, 21:59
Comunque Israele già in molte situazioni viene accostato all'Europa (sia ad esempio anche una cosa semplice come possono essere i trofei sportivi).

Io penso che l'ingresso nella UE di Israele sarebbe una cosa positiva.

Alvise
04-10-05, 01:03
In Origine postato da Andrea I Nemesi
Grazie... non appena avrò l'estro creativo ne scrivero un altro, sono incerto se attaccare Schroeder o qualcun altro :)

Il legame c'è, ed è stretto: non si fonda forse sulla Bibbia il nostro Cristianesimo? E sul Cristianesimo si è fondata per secoli l'Europa, e continua a fondarsi, anche se inconsciamente.



Sì, d'accordo, il cristianesimo ha come suo testo sacro l'antico testamento... però c'è anche il nuovo testamento, quello più importante nella teologia cristiana, che l'ebraismo non riconosce.

E l'ebraismo non assume come suo testo sacro tutto l'antico testamento, ma solo alcune sue parti (solo i libri protocanonici, non quelli deuterocanonici), dagli ebrei dette Torah (la legge scritta), Libro dei Profeti e Libro degli Scritti.

Ma non solo: la stessa Torah viene affiancata da un altro libro sacro al quale il cristianesimo non riconosce valore alcuno, il Talmud (la cosiddetta legge orale, anche se è scritta).

D'accordo sul fatto che il cristianesimo nasce come setta ebraica (anche se sarebbe meglio dire eresia) ma le differenze dottrinarie tra cristianesimo e giudaismo sono immense.

Gli ebrei in europa sono una minoranza religiosa. Meritano rispetto e tolleranza, certo. Spesso sono buoni cittadini. Ma è assurdo porli alle fondamenta della nostra civiltà.



Senza contare l'enorme quantità di ebrei israeliani provenienti dall'Europa, scappati dai terrori e dai ricordi dei lager nazisti.

Beh, ma non ci sono certo solo loro in Israele... che ha una popolazione assai composita, costituita anche da arabi e da ebrei mediorientali ed etiopi (la qual cosa, tra l'altro dà origine anche a tensioni etniche tra i vari gruppi ebraici, cosa poco nota fuori da Israele). E poi, geograficamente, cosa ci azzecca quel lembo di oriente mediterraneo con l'Europa?

Gilbert
04-10-05, 11:09
In Origine postato da templares
Guarda Alvise io sono proprio contrario all'Unione Europea, ma se proprio unione europea deve essere mille volte meglio Israele che Turchia, per comprovate ragioni culturali e in nome della matrice unica giudaico-cristiana.

quoto integralmente!

anche se personalmente sono dell'idea che sia meglio una Europa come mera alleanza di difesa militare!

Templares
04-10-05, 12:05
In Origine postato da Gilbert I
quoto integralmente!

anche se personalmente sono dell'idea che sia meglio una Europa come mera alleanza di difesa militare!


Aggiungerei solo come alleanza difensiva, nel senso che è auspicata una alleanza militare tra Stati Sovrani e Indipendenti, ma è assolutamente da rigettare l'idea dell'Entità Sovranazionale Unica irrispettosa della Storia e delle Tradizioni dei Paesi che la andrebbero a comporre.

Andrea I Nemesi (POL)
04-10-05, 20:03
http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/panicciaturchia.html
Quoto questo link che, sebbene venga da un canale d'informazione di importanza minore di altri quale quello di Libero, è un buon indice delle bestialità assorte a cause dell'entrata della Turchia nell'Unione Europea. Sostengo gli antiturchi di tutta Europa nella loro giustissima battaglia, sperando che i negoziati non vadano assolutamente a buon fine. Il giorno in cui la Turchia entrerà nell'UE, casomai dovesse accadere, piangerò. Intanto ripeto tra me e me l'urlo di battaglia dei Crociati del XIII Secolo: "VINCANT ARMA CRUCIFERA! HOSTES PEREANT!"

Aggiungerei solo come alleanza difensiva, nel senso che è auspicata una alleanza militare tra Stati Sovrani e Indipendenti, ma è assolutamente da rigettare l'idea dell'Entità Sovranazionale Unica irrispettosa della Storia e delle Tradizioni dei Paesi che la andrebbero a comporre.
Sono certamente d'accordo con voi... ma è anche vero che, purtroppo, in questo momento della Storia è quantomai necessario avere una coscienza Europea comune, per fronteggiare la crisi economica futura e la crisi politico-culturale presente. Ma un'Europa burocratica come questa, senza veri Ideali, è più di danno che di vantaggio.

Andrea I Nemesi (POL)
04-10-05, 20:12
Sì, d'accordo, il cristianesimo ha come suo testo sacro l'antico testamento... però c'è anche il nuovo testamento, quello più importante nella teologia cristiana, che l'ebraismo non riconosce.
Io non trovo tanto assurda l'idea delle radici giudaico-cristiane: se infatti ci sono differenze tra l'Ebraismo e il Cristianesimo (altrimenti non potrebbero neanche essere considerate diverse), esiste pur sempre una radice comune. Nel Cristianesimo, permane pur sempre un fondo di pensiero ebraico, in fondo anche Gesù Cristo si proclama ed è proclamato Messia e Figlio di Dio rifacendosi ad un'antica profezia biblica, e dichiarando l'insieme dei suoi seguaci, cioè la Chiesa, il "nuovo popolo d'Israele". E così, molti temi filosofici del Cristianesimo, come ad esempio il tema della sofferenza come "milizia" per guadagnarsi la vita ultraterrena, vengono da concetti biblici... insomma, affermare che l'Europa ha radici giudaico-cristiane non vuol dire affermare che l'Ebraismo è la stessa cosa del Cristianesimo, ma sostenere una radice culturale, filosofica, teologica comune al popolo d'Israele e ai popoli d'Europa. Ovviamente, alle radici giudaico-cristiane, si affiancano quelle classiche greco-romane.


Beh, ma non ci sono certo solo loro in Israele... che ha una popolazione assai composita, costituita anche da arabi e da ebrei mediorientali ed etiopi (la qual cosa, tra l'altro dà origine anche a tensioni etniche tra i vari gruppi ebraici, cosa poco nota fuori da Israele). E poi, geograficamente, cosa ci azzecca quel lembo di oriente mediterraneo con l'Europa? [/B]
Certo, oltre alla millenaria differenza tra Aschenaziti e Sefarditi, ai nostri giorni si aggiungono le differenze con gli Ebrei d'Etiopia, o con quelli dell'ex-URSS... Ma comunque resta il fatto che Israele, al giorno d'oggi, è l'unico Stato dove s'è affermato con successo uno Stato democratico parlamentare multipartitico sul modello Occidentale, ossia Europeo ed Americano.