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Visualizza Versione Completa : Un antico albero dimenticato: il Carrubo



Liquid Sky
19-10-05, 00:56
Specie:Ceratonia siliqua
Famiglia: Leguminosae

L'area di origine del Carrubo è molto incerta. La maggior parte degli studiosi lo ritengono originario dell'Asia Minore o della Siria, altri pensano che abbia origine in Egitto; altri ancora lo credono originario della Sicilia.
Diffuso soprattutto in Sardegna e in Sicilia . Gli esemplari piu' a nord si trovano sul promontorio dell'Argentario (Toscana).


Cenni storici
l carrubo esisteva come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo. La sua coltivazione pare ebbe inizio soltanto al tempo dei Greci, che la estesero in Sicilia, ma furono gli Arabi che ne intensificarono la coltivazione e la propagarono fino in Marocco e in Spagna. Altri Autori sostengono che l'originaria diffusione del carrubo in Sicilia sarebbe dovuta ai Fenici, che della Sicilia furono i colonizzatori più antichi e provenivano da territori, quali il Libano, dove il carrubo può considerarsi originario. L'Enciclopedia Agraria italiana concorda con questa impostazione e afferma che il carrubo per le sue proprietà e caratteristiche fu sicuramente uno degli alberi da frutto più apprezzati dai Fenici e dai Cartaginesi. Nei tempi medioevali furono certamente gli Arabi a interessarsi del carrubo, diffondendolo e intensificandone la coltivazione in tutto il bacino del Mediterraneo.

Sul finire del periodo medioevale il carrubo sicuramente doveva essere coltivato in tutte le terre del Mediterraneo accessibili alla sua coltura. Il suo frutto, noto a tutte le popolazioni cristiane d'Europa, veniva utilizzato per la preparazione di prodotti medicinali e di dolci.

Nella seconda metà del Settecento interessanti notizie sulla coltura del carrubo in Sicilia vengono fornite dall'abate Sestini, il quale elenca tra le zone di maggiore produzione i territori di Modica, Ragusa, Scicli, Comiso, Noto e Avola. A quel tempo, la produzione siciliana di carrube era valutata in 60 mila "cantara" (quintali) l'anno, dei quali 40 mila venivano esportati attraverso i porti di Augusta, Siracusa, Noto e Scoglitti, mentre il resto era utilizzato come alimento per il bestiame e per la povera gente, oltre che per usi medicinali.

http://www.karrua.it/images/carrubo1.jpg (http://www.karrua.it/images/carrubo1.jpg)

Attualmente la coltivazione del carrubo è diffusa nella Spagna meridionale e nelle Baleari, nel Portogallo, nelle coste settentrionali dell'Africa (Algeria, Tunisia, Marocco), nella Palestina, nel Libano e in Italia, dove crescono carrubeti in Liguria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e soprattutto in Sicilia, che resta la regione italiana più ricca di carrubi. La coltivazione è concentrata nella fascia di territorio compresa fra le valli del Dirillo e dell'Anapo: nella sola provincia di Ragusa si trova il 72% della superficie nazionale investita, che dà il 70% della produzione italiana ed il 78% di quella isolana. Ancora oggi, nonostante le frequenti estirpazioni per far posto alle colture intensive ed in serra, il carrubo domina quasi incontrastato, e spesso, nei terreni più scoscesi, costituisce l'unica macchia di vegetazione. E' parte integrante del territorio ibleo, allo stesso modo delle sue rocce e dei suoi muri a secco, che assieme alle "masserie" costituiscono il pregio dell'architettura rurale di queste zone.

http://img376.imageshack.us/img376/7535/ceratoniasiliqua20kk.jpg (http://img376.imageshack.us/img376/7535/ceratoniasiliqua20kk.jpg)


Il carrubo, il cui nome deriva dall'arabo Kharrub (o charnub), è una pianta molto longeva, potendo superare più secoli, di grande taglia, anche se la sua altezza media è di 5-6 m. Albero sempreverde dal tronco spesso gigantesco e dalla chioma folta, vistosa, che si presenta come una densa massa verde scura e luccicante al sole, così da conferire a questo albero un aspetto quanto mai suggestivo.
Il diametro della chioma è veramente notevole poiché esso spesso supera i 10 metri. E' amante della luce e del caldo e vive sui terreni aridi delle zone litoranee fino ai 400 m. di quota, associandosi spesso all’ulivo, alla palma nana e al lentisco.

CARATTERISTICHE:. Si tratta di un albero alto sino a 15-20 m., anche se talvolta si presenta in forma di arbusto, con tronco tozzo e robusto e chioma folta. La corteccia è liscia, grigiastra o bruna; le foglie sono coriacee, di color verde scuro, lucide nella parte superiore e verde pallido nella parte inferiore; le foglie si rinnovano ogni 15-18 mesi: spuntano in primavera per cadere tra il luglio ed il settembre dell'anno successivo.
i fiori sono piccoli e riuniti in infiorescenze simili a piccole spighe lunghe 4-5 cm., che fioriscono tra agosto e dicembre, anche se i frutti compaiono l’estate successiva. I fiori sono molto diversificati: infatti possono essere ermafroditi oppure unisessuali maschili o femminili, in quanto il carrubo è una pianta poligamo-dioica, cioè una pianta che porta o fiori maschili, o fiori femminili oppure ancora fiori maschili e femminili.
i frutti, detti carrube, sono dei grossi baccelli lunghi 10-20 cm. E larghi 2-3 cm., di color cioccolato giunti a maturità, con polpa dolce e carnosa che protegge dei semi duri e lucenti. Il frutto si origina dopo la fecondazione incomincia a svilupparsi solo in primavera per completare il suo sviluppo e maturare in agosto-settembre. Per trasformarsi in frutti maturi i fiori impiegano un anno: quando i frutti vengono raccolti, l'albero ha già i fiori per la successiva fruttificazione.
Il sistema radicale è molto sviluppato, sì da formare una massa imponente di radici, che si spingono anche negli strati più profondi del terreno. Le radici penetrano nelle fessure delle rocce per attingere acqua ed elementi nutritivi e creare così un valido ancoraggio per la pianta contro i venti.
fiori sono molto frequentati dalle api, e ciò costituisce un valido contributo alla estensione dell'apicoltura nelle aree di coltivazione del carrubo.

http://www.boga.ruhr-uni-bochum.de/html/Ceratonia.siliqua.ho4.JPG (http://www.boga.ruhr-uni-bochum.de/html/Ceratonia.siliqua.ho4.JPG)


La principale utilizzazione nel settore dell’industria alimentare è rappresentata dalla produzione di alcool dalla distillazione della polpa di carrube. Importante e da non sottovalutare, è l’impiego nell’alimentazione del bestiame e per la preparazione di un surrogato del cacao; in passato le carrube erano utilizzate per l’alimentazione umana. In campo farmaceutico si utilizzano le carrube come prodotti naturali per la cura di malattie intestinali; sono lassative quando la polpa è fresca (verde), astringenti e antidiarroiche quando sono secche (marrone) grazie all’elevato contenuto di tannini, pectine, lignina, ecc.. Dai semi inoltre si produce una farina che per l’elevato potere addensante, legato al contenuto di carrubina (polisaccaride), trova ampio impiego nell’industria alimentare e soprattutto dolciaria. Dal legno rossiccio, buono da lavorare in ebanisteria, si estraggono coloranti e polifenoli utilizzati nella concia delle pelli.

Negli ultimi anni, grazie alla sua valenza estetica, il carrubo è impiegato anche come specie ornamentale in progetti per la realizzazione di aree a verde e di parchi naturali; a tale scopo, ma soprattutto per motivi di gestione e pulizia, sono da preferire le piante a fiori maschili perché non producono baccelli. L’utilizzo del carrubo come specie ornamentale è legato soprattutto alla sua elevata resistenza alla siccità, alla resistenza all’inquinamento atmosferico dei centri urbani ed alla resistenza alle principali avversità fitopatologiche. Tuttavia il suo impiego nel verde pubblico urbano può essere limitato dalle dimensioni maestose che raggiunge in età adulta e soprattutto a causa del suo robusto apparato radicale.

Con il decadere dell’importanza economica della coltivazione molti agricoltori hanno nel corso degli anni sostituito i carrubeti con altre colture economicamente più redditizie, costringendo il carrubo, destinato ormai a vegetare a stento, a diventare una forma quasi esclusivamente selvatica. E’ ancora possibile salvare questa specie; magari se, disponendo di un giardino o comunque di uno spazio pietroso, calcareo ed inospitale si prova ad "adottare" un carrubo, un albero rustico e generoso ricco di dignità e soprattutto di storia.

http://www.isolasarda.com/images/natura/carrubo.jpg (http://www.isolasarda.com/images/natura/carrubo.jpg)

link (http://www.karrua.it/carrubo.htm)

Liquid Sky
19-10-05, 10:21
Qualità nutrizionali
La carruba è un legume atipico poiché contiene in prevalenza carboidrati.
Ha un sapore dolciastro che ricorda un po' quello del cioccolato, per cui può soddisfare la voglia di dolce, senza esagerare con le calorie e i grassi. In commercio infatti si trovano barrette dietetiche che utilizzano la carruba come sostituto del cioccolato.
E' molto pratica da portarsi dietro, perché non sporca, non bagna e non fa odori particolari.

Richiede una lunga masticazione ed occorre fare molta attenzione ai semi perché sono molto duri e potrebbero danneggiare i denti, il che contribuisce ad aumentare il suo indice di sazietà.

Varietà
L'albero di carrubo è un sempreverde dalle chioma fondosa. Perchè fruttiferi occorrono molti anni, mentre per danneggiare la pianta basta poco, per questo appartiene alle specie protette.
L'albero produce frutti (le carrube appunto) simili al bacello del fagiolo, ma di dimensioni maggiori.
Una volta giunto a maturazione il frutto diventa di colore marrone ed è pronto per essere consumato.
Disponibilità
Dagli anni 80' anche l'industria alimentare si è interessata della carruba da cui utilizza la polpa per ricavare il "carcao", che è un succedaneo del cacao a basso contenuto di grassi, il "semolato", che è la farina di carrube e si ottiene facendo essicare la polpa e poi tritandola e i semi, da cui ricava una gomma addensante che viene utilizzata in pasticceria. In commercio potete quindi trovare biscotti, sciroppi, basi per il gelato, barrette dietetiche e creme spalmabili.
Alcune aziende (principalmente siciliane) hanno deciso di sfruttare questa risorsa producendo prodotti a base di carruba. Se invece riuscite a trovare la farina, allora potete sbizzarrirvi nella produzione di creme e torte, usandola al posto del cacao in polvere.

Guida all'acquisto
La carruba è uno dei "frutti dimenticati", e come tale è molto difficile reperirla in commercio, a meno di non abitare in luoghi dove cresce spontaneamente. La si trova frequentemente sui banchi della frutta secca e candita alle sagre di paese, ma incredibilemente ha un costo proibitivo. Altrimenti è possibile trovarla a buon mercato nei negozi specializzati in sementi e frutta secca.
Cercate di acquistarla abbastanza fresca, poiché dopo qualche settimana di conservazione non perfetta la polpa diventa secca e quasi immangiabile. La polpa deve essere dura e densa, ma comunque abbastanza morbida.
Le carrube vengono facilmente attaccate da alcune larve di insetti: quelle che sono state "visitate" dalle larve presentano piccoli fori ben visibili sulla polpa. Non occorre scartarle: basta eliminare la zona intorno al foro e mangiare il resto.

Conservazione
Le carrube si conservano bene in luogo asciutto e fresco, dentro un sacchetto di plastica ben chiuso, anche per diverse settimane.


http://sicilyweb.com/foto/varie/431-sm.jpg (http://sicilyweb.com/foto/varie/431-sm.jpg)

link (http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/frutta/carrube.htm)

Liquid Sky
19-10-05, 10:30
FARINA DI POLPA DI CARRUBE - CHIARA O SCURA
È una farina assolutamente naturale ricavata senza trattamenti chimici dalla polpa dei frutti di carrubo, per il suo contenuto di zuccheri è di sapore estremamente gradevole, apprezzata anche per il basso contenuto di grassi. Viene utilizzata: nel settore della pasticceria per ottenere dolci, marmellate e altri aromi; nella preparazione di paste fresche alimentari; nel settore medico. Inoltre può entrare come ingrediente in qualsiasi formulazione di creme pasticciere (ad esempio) in sostituzione del cacao o altri aromatizzanti.

FARINA DI SEMI DI CARRUBE
I semi di carruba considerati “un meraviglioso dono di natura”, sono di una durezza incredibile, considerati una pregiata ed inesauribile miniera naturale. Ricchi di acido tannico e di sostanze coloranti e di carrubina, importante sostanza chimica. La pregiata farina ricavata dai semi di carrube viene utilizzata come: addensante, legante, stabilizzante, flocculante, sospendente, filmogene, impermeabilizzante, eccipiente, omogeneizzante, agente di sedimentazione, agente di filtrazione. Le recenti ricerche hanno consentito una vasta utilizzazione; nel settore dolciario, veterinario, farmaceutico, chimico, tessile, e dietetico. Come addensante si utilizza: per la produzione di formaggi e creme; nell’industria conserviera; nelle industrie di trasformazione alimentari.

SCIROPPO DI CARRUBE
L’ambrato sciroppo di carrube oltre ad essere utilizzato come ingrediente per creme si utilizza come aroma nel settore gelateria, per bagna in pasticceria, per bevande alcoliche (liquori) ed analcoliche, per la cosmesi, per produrre caramelle ecc... Ad esempio si adopera come; decoro per gelati, per frullati e bibite, in composte di frutta e macedonie, in gastronomia, per la panificazione e i prodotti da forno, per aroma di glasse ecc...

http://www.regnodelsole.it/images/prod_carrubo.jpg (http://www.regnodelsole.it/images/prod_carrubo.jpg)

link (http://www.regnodelsole.it/prod_carrubo.htm)

Liquid Sky
19-10-05, 11:24
Una curiosità

L’adozione del carato quale unità di misura risale all'antichità: i greci infatti, sensibili al problema di trovare un peso sufficientemente piccolo per pesare le pietre preziose, individuarono nei semi di carruba essiccati un'unità di misura proprio in virtù di una particolare caratteristica di questi semi. Infatti sia che si tratti dei giganteschi carrubi della Savana che dei minuscoli frutti delle aree a clima temperato, hanno sempre lo stesso peso che è di circa 1/5 di grammo (un carato).

Il termine carato deriva sia dall'arabo "qirat" (ventiquattresima parte), che dal greco "kerátion" (siliqua del carrubo).

http://waynesword.palomar.edu/images/carat2b.jpg

Montebardosu
19-10-05, 21:31
Io conosco il frutto del carrubo da quand'ero piccolo. A Roma lo vendevano (generalmente ambulanti, veniva chiamato "guainelle"), ma non ho mai sopportato il suo sapore, dolciastro e disgustoso.

L'albero invece, che è molto bello, l'ho scoperto da grande. Non è poi vero che in Sardegna sia molto diffuso, forse lo è (o lo era) nelle regioni meridionali, visto che esiste un paese che addirittura si chiama Siliqua.

Montebardosu
19-10-05, 23:13
...dimenticavo un'altra curiosità: i semi del carrubo, che sono molto duri, vengono (o venivano) utilizzati per fare i grani del rosario.

Qualcuno sa che cos'è un "rosario"?

Scommetto che molti non lo sanno.

Naitmer
20-10-05, 08:54
A Berlino gli arabi le vendono al mercato a prezzi allucinanti.
E pensare che in Sardegna e pieno e nessuno li tocca, vicino ad un albero se ne possono trovare un paio di chili solo per terra.

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20-10-05, 15:46
ho bevuto la grappa alla carruba... niente male...

Liquid Sky
21-10-05, 11:19
Testo scritto da durrutibus
ho bevuto la grappa alla carruba... niente male...

Io avevo assaggiato un liquore tempo fa, un po' dolce, ma non trovo la ricetta purtroppo...

Naitmer
23-10-05, 07:19
Flora, sai anche perchè si dice carrubone a una persona tirchia?

Liquid Sky
23-10-05, 10:34
Testo scritto da Naitmer
Flora, sai anche perchè si dice carrubone a una persona tirchia? No, purtroppo no, mi spiace...:(

Ho però trovato una leggenda siciliana, la quale narra che Guglielmo il buono, succeduto al padre sul trono di Sicilia, s’addormentasse sotto un carrubo un giorno colto da stanchezza, mentre era a caccia nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la Madonna di cui era molto devoto che gli rivelò il segreto di una “travatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo c’è nascosto il più grande tesoro del mondo: scavalo e costruiscici in questo luogo un tempio in mio onore”. Dette queste parole la Vergine scomparve e Guglielmo, fiducioso alla rivelazione in sogno, ordinò che si sradicasse il carrubo e si scavasse intorno. Con grande stupore venne scoperto un tesoro in monete d’oro che furono destinate subito alla costruzione del Duomo di Monreale (1176), per il quale furono chiamate maestranze arabe specie per i mosaici (“i mastri di l’oru”), che adornano non solo l’abside col Cristo Pantocratore, ma le pareti e le colonne.

http://www.grifasi-sicilia.com/monreale.jpg (http://www.grifasi-sicilia.com/monreale.jpg)

fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Monreale

aguas
26-10-05, 11:32
A casa ho un piccolo albero di carrubo. A volta provo a masticarne il frutto, ma h u sapore dolciastro e non mi piace.

Nel napoletano la carruba (il frutto) si chiama sciusciella.

Era un cibo povero con cui si alimentvano gli equini. Ma in periodo di guerra mio nonno mi diceva che erano consumate anche dalle persone più povere.

Per quel che ne so la carruba ha prevalentemente un uso nell'industria cosmetica, grazie alle qualità dell'olio e della farina del seme di carruba.

fede2377
03-11-05, 18:09
i cavalli adorano le carrube... e pure il mio cane... che però nn fa testo visto che mangia di tutto :rolleyes: